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FavoLe

1째째f & I.C.Rubiera


Le favole sono il regno della fantasia e immaginazione; da sempre l’uomo le racconta alle giovani generazioni per fornire loro insegnamenti, modelli di comportamento e per dare spiegazioni a fenomeni naturali, aspetti della realtà e nomi di luoghi. Da qui l’idea di creare le nostre favole eziologiche: brevi testi originali che forniscono interpretazioni fantasiose sulle origini di alcuni eventi. Prof.ssa Stefania Guglielmino

L’idea di alcuni piccoli libri che accompagnino le attività interdisciplinari della nostra scuola ha l’obiettivo di aprire idealmente le porte dell’Istituto ai genitori ed alla comunità, con esempi concreti delle nostre attività didattiche. Le edizioni I.C. Rubiera raccontano il lavoro dei nostri ragazzi e la capacità dei docenti di costruire percorsi didattici condivisi, come in questo piccolo libro, dove al linguaggio delle parole si affianca il racconto per immagini. Tutti i contenuti sono prodotti originali dei ragazzi e della loro fantasia e già questo merita attenzione. Prof. Enrico Marani

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Istituto Comprensivo di Rubiera Scuola Secondaria di primo grado ¨E. Fermi¨

A.S. 2015 - 2016 Classe 1ˆC Prof.ssa Stefania Guglielmino lettere

Prof. Enrico Marani arte-immagine

Prof.ssa Monica Guidetti potenziamento arte-immagine


Indice

Un prato pieno di fiori di Bolognesi Rodrigo, Bnouhania Kadija, Riccò Agata ........................................... 7

La nascita del tortino di Robaii Abdessamad, Vecchi Giulia, Zambelli Ginevra ...................................... 11

L’ origine della macedonia di Fantoni Alberto, Ferrari Francesco, Gagliardi Swamy ....................................... 15

Il corno del rinoceronte di Billetta Matilde, Castagnetti Davide, Cigarini Andrea ....................................... 19

La pioggia di Bonini Matilde, Ionica Matteo, Lenzi Paolo ...................................................... 23

L’ origine di un lago, il Lago di Garda di Casciani Lorenzo, Davoli Chiara, Mattia Evelin, Muscolino Michael ................ 27

Africa di Bertolani Chiara, Iasévoli Rossana, Mussini Francesco ..................................... 31

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Un prato pieno di fiori

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era una volta un prato arido e secco, che veniva preso in giro dagli altri prati perché al contrario avevano erba alta e alberi enormi. Il prato allora era molto triste e ogni sera, dopo che gli altri si addormentavano, piangeva. Una notte la luna lo sentì e, preoccupata, corse da lui; gli chiese: <<Perché piangi?>> e il prato, singhiozzando e balbettando, rispose: <<Tutti mi prendono in giro perché sono arido e spoglio>>; allora la luna dispiaciuta chiamò il vento che impastò e infilò semi magici presi dalla luna nel terreno, poi chiamò le nuvole che fecero piovere. La luna quindi disse: <<Ora dovrai aspettare fino al mattino seguente e vedrai che miracolo!>>; il prato, un po’ insicuro, rispose: <<Va bene>> e la luna tornò al suo posto nel cielo. Il mattino seguente il prato si ritrovò pieno di fiori coloratissimi che nessuno aveva mai avuto! A quel punto tutti i prati iniziarono a fargli i complimenti e finalmente il prato fu felice. Ed è cosi che nacquero i fiori.

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La nascita del tortino

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n giorno un cane incontrò un coccodrillo e gli chiese: <<Tu cosa mangi di solito?>>. Il coccodrillo disse: <<Pizza, sempre e solo pizza!>>. Allora il cane ribatte: <<Non mangi nient’altro?>> E il coccodrillo rispose: <<No, non ho mai assaggiato nessun cibo oltre alla pizza>>. Allora il cane portò il coccodrillo a casa sua; volle preparargli della pasta come primo, carne come secondo una torta come dessert. Però mischiò la pasta e la carne insieme perché pensava di far felice il suo ospite abituato a un piatto unico come la pizza! D opo averlo servito al coccodrillo egli lo trovò buonissimo e diede a questa pietanza il nome di “Tortino” perché (tort) era la torta servita come dessert e (ino) il piccolo “pasticcio”. Morale: a volte i pasticci diventano capolavori.

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l’origine della macedonia

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In un piccolo territorio sorgeva un cippo che recitava: ”SIETE ENTRATI NELLA TERRA SENZA NOME”. Questo terreno era diviso in quattro parti, ognuna con caratteristiche proprie: FRAGOLA, prendeva il nome dai suoi piccoli frutti rossi ed era abitata dai tassi; MELONE, anch’esso prendeva il nome dai suoi grandi frutti arancioni ed era abitato dalle lepri; MELA, il suo frutto era tondo e rosso e vi abitavano i cinghiali; PESCA, con un frutto simile alla mela ma più succoso e con la pelle vellutata, era popolato dai merli. Gli abitanti delle quattro parti erano sempre in guerra perché ciascuno credeva che il proprio frutto fosse il migliore. I loro capi, però, erano stanchi di fare la guerra, ma non volevano rinunciare al proprio primato. Decisero quindi di trovarsi in consiglio. <<Ora basta!>> urlò il cinghiale; <<Siamo stufi di guerra!>> disse il tasso;

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<<Avete ragione!>> disse il merlo, il più intelligente tra quegli animali: <<Abbiamo bisogno di qualcuno che non stia dalla parte di nessuno e che giudichi quale frutto sia il migliore>>. Allora chiamarono l’orso che, dopo essersi fatto una bella scorpacciata di frutta, disse: <<E’ tutto ottimo grazie!>> <<Ma qual è il migliore?>> chiese la lepre: <<Tutti!>> rispose l’ orso. Il giorno dopo, gli animali portarono diverse fette della loro frutta e le diedero all’ orso che, dopo aver inghiottito tutto quanto, disse: <<Questo è ancora meglio, il vincitore è colui che ha preparato questa prelibatezza!>>. Gli animali erano imbarazzati e non sapevano cosa fare, quindi decisero di unire i loro regni in un unico paese e gli diedero lo stesso nome della pietanza che avevano creato, ovvero “Macedonia”. <<Avete ragione!>> disse il merlo, il più intelligente tra quegli animali :<<Abbiamo bisogno di qualcuno che non stia dalla parte di nessuno e che giudichi quale frutto è il migliore>>. Allora chiamarono l’orso che, dopo essersi fatto una bella scorpacciata di frutta, disse :<<è tutto ottimo grazie!>><<Ma qual è il migliore?>> chiese la lepre :<<Tutti!>>rispose l’orso. Il giorno dopo, gli animali portarono diverse fette della loro frutta e le diedero all’ orso che, dopo aver inghiottito tutto quanto, disse :<<Questo è ancora meglio, il vincitore è colui che ha preparato questa prelibatezza!>>gli animali erano imbarazzati e non sapevano cosa fare, quindi decisero di unire i loro regni in un unico paese e gli diedero lo stesso nome della pietanza che avevano creato, ovvero “MACEDONIA”.

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Il corno del rinoceronte

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icino ad un ruscello stava sostando un branco di

rinoceronti. Erano circa in trenta e il più valoroso e testardo si chiamava Rino. Dopo qualche giorno il branco decise di ripartire, ma avevano poche provviste. Malgrado ciò, non cambiarono idea. Rino non era molto d’accordo perché sapeva che, a qualche decina di chilometri dal ruscello, c’era una terra piena di cibo, acqua e opportunità varie. Così egli chiese al più saggio del branco e gli consigliò di non andare a prendere le provviste in quella terra. Rino però sapeva che non avrebbe più avuto un alto tenore di vita senza quelle risorse. Decise, quindi, di andare in quella terra e partì. Dopo qualche tempo arrivò all’obbiettivo e fu meravigliato da quello che trovò. Con calma Rino prese tutto quello che poteva e ripartì. Quando arrivò al ruscello, non vide nessuno se non qualche toro e, per lo stupore, fece cadere tutte le sue provviste nell’ acqua.

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Si sentÏ prima spaesato, poi solo e diverso dagli altri. CosÏ, per colmare il vuoto lasciato dal suo abbandono, decise di essere piÚ simile a coloro che abitavano nella zona, dei tori, e sperò che gli spuntassero due corna. Come punizione per non aver ascoltato il saggio, invece, la natura lo fece diventare brutto. La testa infatti era troppo piccola per ospitare due punte, quindi esse spuntarono sul naso largo e spazioso, una avanti e una dietro. Anni dopo, emigrarono in quel posto altri rinoceronti - ovviamente senza corno - e quando videro Rino, vollero diventare come lui. Da quel giorno, tutti i rinoceronti hanno le corna e sono brutti e grinzosi. Morale: chi troppo vuole nulla stringe.

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La pioggia

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el cielo un tempo le nuvole vivevano felici, si parlavano e giravano il mondo accompagnate dal vento. Alla nuvola Posticina però non piaceva girare il mondo; quando le sue amiche ripartirono, lei fu l’unica a non seguirle. Si chiamava infatti così perché non si era mai mossa dal Mediterraneo e andava dicendo: <<Se vado con le altre non mi potrò più specchiare in questo bellissimo mare>>, così Posticina salutò le amiche sapendo che un giorno sarebbero tornate. Passarono giorni, mesi e anni, ma delle altre nuvole nessuna traccia; ogni minuto che passava la piccola diventava sempre più triste e di un colore grigiastro. Un giorno vide qualcuno che si avvicinava a lei e più le si accostava, più lei pensava che fosse una sua amica, ma ormai non aveva più speranze. <<Posticina, Posticina>> urlava una piccola nuvola: <<Sì chi è, cosa vuoi?>> rispondeva Posticina. <<Posticina non mi riconosci? sono io, Nu, una delle tue amiche che sono partite, ti volevo avvertire che noi tutte ci siamo fermate sopra l’Asia, dietro l’Himalaya e non vogliamo più tornare>>.

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Posticina, incredula, guardava Nu e intanto diventava sempre più grande nera e triste a tal punto di piangere. <<No, no non può essere, loro mi vogliono bene ma….. no tu mi prendi in giro!>> diceva Posticina, Nu la guardò e lei si mise a piangere. Ecco perché nel Mediterraneo piove spesso, mentre in Asia, nel deserto del Gobi, non piove mai.

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L’origine di un lago, il Lago di Garda

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n giorno un’ anatra chiamata Garda stava passeggiando per un sentiero buio, stava andando a trovare la sua amica rana chiamata Frag. Garda bussò alla porta dell’ amica e questa aprì. Frag disse: <<Ciao che piacere vederti! Vuoi fermarti a bere un the?>> L’ anatra rispose: <<Certo, grazie mille lo accetto volentieri>> Le due iniziarono a chiacchierare mentre bevevano il the. Il tempo passò e si sentì suonare alla porta, Frag aprì: era il saggio del paesino dove abitava. Lo fece entrare e gli offrì qualcosa. Dopo disse: <<Se voi vorreste formare o dare origine ad un qualcosa che c’ entri con l’acqua, versate due gocce di lacrime>>. Dopo queste strane parole il saggio se ne andò. Le due amiche non capivano cosa intendeva, ma non ci fecero caso. Frag propose: <<Ehi Garda andiamo a fare un giro alla valle?>> Garda annuì.

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Si misero in cammino e arrivarono. Ai lati della valle c’erano gli abitanti che dissero alle due: <<Noi dall’altra parte della collina abbiamo l’acqua, voi no!!!>> Le due erano tristi al pensiero. Decisero di mettere in atto le parole del saggio; Frag pestò e tirò le ali a Garda perché questa versasse una goccia di lacrime e ciò accadde. Una goccia tirò l’altra e piano piano si formò il lago che dall’anatra prese il nome di Garda. Gli abitanti dell’altro villaggio si stupirono dell’accaduto tanto da essere invidiosi della grandezza del lago. Non bisogna prendere in giro gli altri per le cose che possiedono, perché a volte possono essere migliori delle tue.

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Africa

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na volta, quella che noi oggi chiamiamo Africa, era popolata da soli animali. Un giorno un leoncino, Leo, e un airone cucciola e orfana avevano fatto amicizia: <<Ciao, come ti chiami? Io Leo>> disse il leone: <<Non ho un nome purtroppo, nessuno me lo ha mai dato>> disse l’ airone. Leo ribatté: <<dobbiamo subito trovarne uno!!!>> E così si misero alla ricerca di un nome per la piccola airone. Gli animali proposero molti nomi, ma nessuno ispirava i due piccoli amici. Così cercarono e cercarono... Nel fiume, nella sabbia, da una scimmia urlatrice che aveva fatto venire un gran mal di testa a Leo…ma senza risultati. Allora la piccola airone cominciò a stancarsi e sbottò: <<Uffi ! È così difficile trovare un nome!>> Leo, calmo le rispose: <<Però dobbiamo, non vorrai mica restare senza!>> <<Invece sì che posso! Tu continua pure a cercare se vuoi, io non ne ho più voglia!>>.

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Detto questo se ne andò. Leo le voleva bene perciò continuò a cercare. Un giorno di grande afa, Leo, avendo le allucinazioni, pensò che un albero fosse un giaciglio fresco e morbido, e ci si lanciò contro. A causa del balzo, dall’ albero caddero dei frutti che formarono la scritta “AFRICA”. Leo, stordito ma cosciente, pensò che fosse quello il nome perfetto per la sua amica, così corse da lei nella foresta e le propose: <<Che ne dici di “Africa”?>> e lei gridò: <<Wow! É super!>> e da quel giorno quello fu il suo nome. Dopo circa 5 anni gli uomini arrivarono sulla terra e decisero di dare un nome al continente dove abitavano. Quando trovarono l’airone le dissero: <<Noi trovare te molto bella tu puoi dire noi tuo nome>> l’ airone disse: <<Buongiorno! Io sono Africa, voi siete...>> <<Noi essere uomini, ci piacere tuo nome e noi volere chiamare nostro luogo come tu: AFRICA !!! Morale: Chi cerca trova ... un amico è una cosa preziosa e importante.

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