FIABE 1째E & I.C.Rubiera
Le fiabe sono componimenti fantastici, erroneamente ritenuti intrattenimenti per bambini. Non è esatto! Esse venivano narrate mentre gli adulti svolgevano lavori ripetitivi ed automatici, sebbene importanti, come la filatura quando ci riuniva accanto al fuoco del camino. Le fiabe evocano situazioni che aiutano tutti ed in particolare i bambini “ad elaborare le difficoltà che si incontreranno nella vita” (B.Bettelheim). Il lieto fine rappresenta la speranza che ogni persona, adulto, ragazzo, bimbo ha, nell’ affrontare e sconfiggere le paure di ciò che non si può conoscere, cioè il futuro. Dimentichiamo, per un poco, le nostre quotidiane preoccupazioni, mentre leggiamo questi piacevoli componimenti, con la speranza che ...“ VISSERO FELICI E CONTENTI”. Prof.ssa Renata Patrizi
L’idea di alcuni piccoli libri che accompagnino le attività interdisciplinari della nostra scuola ha l’obiettivo di aprire idealmente le porte dell’Istituto ai genitori ed alla comunità, con esempi concreti delle nostre attività didattiche. Le edizioni I.C. Rubiera raccontano il lavoro dei nostri ragazzi e la capacità dei docenti di costruire percorsi didattici condivisi, come in questo piccolo libro, dove al linguaggio delle parole si affianca il racconto per immagini. Tutti i contenuti sono prodotti originali dei ragazzi e della loro fantasia e già questo merita attenzione. Prof. Enrico Marani
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Istituto Comprensivo di Rubiera Scuola Secondaria di primo grado ¨E. Fermi¨
A.S. 2015 - 2016 Classe 1ˆC Prof.ssa Renata Patrizi lettere
Prof. Enrico Marani arte-immagine
Prof.ssa Monica Guidetti potenziamento arte-immagine
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Indice
Il castello e la strega di Donkor Yeboah Patrick, Dugoni federico, Singh Giacomo ................................ 7
Elodie e il dono del futuro di Gilaj Melissa, Mfulu Sara, Peccatiello Anna ...................................................... 11
La principessa Caterina  di nassif leila, russo ylenia, terenziani rebecca .................................................. 15
La matrigna e le tre sorelle di ben amara Sirine, Biscotti Alessio, Pedroni Angelica, Prati Lisa ....................... 21
La principessa e il ragazzo di campagna di bernardo Gabriella, bergonzoni Laura, Scialpi Lara .......................................... 27
Filippo e la principessa di Coppolecchia Michele, Mussini Luca, Sani Giovanni ......................................... 31
C’era una volta di cuttone Sara, palmeri Sofia, picciotto Laura ..................................................... 35
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Il castello e la strega
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era una volta un re che viveva in un castello e aveva una figlia bellissima. La principessa sposò un nobile cavaliere, ma il giorno delle nozze venne rapita da una strega malvagia e cattiva. La principessa venne portata in un bosco stregato ed appesa ad un albero spinoso, con sotto un pentolone bollente. Nel frattempo, il re mandò suo nipote, che veniva considerato un eroe, a recuperare sua figlia, in cambio di enormi ricchezze. Allora l’eroe partì e nel suo viaggio incontrò una fata che gli donò “una spada di diamante, fuoco che esce dalle mani e ghiaccio che esce dalla bocca”, per sconfiggere le streghe e salvare la principessa. Quando arrivò nel bosco stregato sentì le urla della principessa e corse subito a salvarla. Non appena la vide le corse incontro, ma le streghe lo aggredirono e lo fermarono.
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Lui allora si ricordò dei poteri magici che gli erano stati donati dalla fata e li usò per sconfiggere le streghe: La spada di diamante per tagliarle a pezzettini, il ghiaccio per paralizzarle e il fuoco per bruciarle. Nello scontro finale con la strega più potente ci fu una battaglia sanguinosa e l’eroe perse tutti i suoi poteri, ma la fata si ripresentò davanti a lui e gli diede un arco con le frecce avvelenate. Quando l’eroe rilasciò la freccia, essa arrivò sul petto della potente strega. Esausto, salvò la principessa che stava cadendo nel pentolone e la portò al castello sana e salva. Vennero accolti con tutti gli onori, il principe ebbe la sua principessa in sposa e l’eroe ebbe grandi ricchezze … e … vissero tutti felici e contenti!
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Elodie e il dono del futuro
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era una volta una ragazza giovane e di buon cuore di cui nome era elodie. Elodie viveva solo in compagnia di sua sorella Lucy perché i loro genitori erano morti durante una terribile guerra. Lucy era totalmente diversa da elodie, era antipatica ed era aggressiva perché era ancora traumatizzata dalla morte dei loro genitori. Lucy faceva fare lavori duri e molto pesanti a Elodie. Un giorno Lucy mandò sua sorella in un paesino molto piccolo e le fece comperare una botte di vino molto grande. Elodie comprò l’oggetto richiesto da sua sorella e si mise in cammino per tornare a casa. Durante il tragitto incontrò un mercante molto anziano che le chiese di regalargli la botte da lei acquistata ed in cambio le avrebbe donato il dono di cambiare il suo futuro. Elodie rispose: - mi dispiace caro mercante vorrei tanto accettare, ma
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non posso perché altrimenti passerò dei brutti guai – il mercante le rispose: - vi prego cara ragazza, io non guadagno tanto e per questo ho molta sete, vi prego accettate il mio dono e regalatemi la vostra botte di vino. Elodie a questo discorso si arrese e gli diede la botte piena di vino. Il mercante le disse: - grazie mille, vedrete che il mio dono vi sarà molto utile, potete credermi. Elodie salutò il mercante e si recò a casa. Quando arrivò, sua sorella Lucy le disse: - Elodie dove è la botte di vino che ti ho chiesto? – Elodie rispose: - eh, ce la ha un mercante. – Lucy le disse: - come hai detto? Lo sai che ora dovrai andare a prenderne un’altra? – Elodie rispose: - non ci potresti andare tu? – sua sorella le disse: - spero che tu stia scherzando. Ora vai e prendi ciò che ti ho chiesto!!! – Elodie si recò nello stesso luogo di prima piangendo. Ad un tratto si ricordò del dono che le aveva offerto il mercante. Così si asciugò le lacrime e desiderò che sua sorella Lucy non la trattasse più in quel modo. Elodie tornò a casa senza la botte di vino, e sua sorella le chiese: - dove è la botte? Ah va beh ci vado io. – Elodie a sentire quelle parole gentili si mise a saltare dalla gioia e disse a sua sorella: ah grazie, grazie grazie !!! – Lucy andò a prendere la botte e quando tornò disse a elodie con le lacrime agli occhi: - cara sorellina ti voglio molto bene e scusami per averti trattato male: - Elodie dopo aver sentito queste parole disse: Lucy non ti devi scusare, tutti abbiamo alcuni difetti ed alcuni pregi! – Elodie si recò in camera sua e ancora una volta usò il dono del mercante e desiderò di vivere felice con sua sorella e così accadde. Un giorno due giovani fratelli si fermarono proprio davanti a casa delle due sorelle, bussarono e le chiesero in sposa. Loro accettarono e da quel giorno Elodie e Lucy vissero felici e in armonia con i loro mariti!
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La Principessa Caterina
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erano una volta un re ed una regina che vivevano in un palazzo vicino ad un grande lago. I due ebbero una figlia che decisero di chiamare Caterina; quando ella raggiunse l’età del matrimonio il padre volle trovarle un marito, perciò inviò i suoi servitori in giro per tutto il regno. La principessa però precedentemente aveva visto un ragazzo povero e s’era innamorata perdutamente. Il padre, però, non era d’accordo perché voleva che la figlia avesse un marito degno di lei, poi quando le sue guardie trovarono un ragazzo molto ricco, lui voleva farglielo sposare. Caterina non era d’accordo e impose al padre di fare sfidare i due giovani. Il padre decise che i due pretendenti avrebbero dovuto superare delle prove: lanciare con un arco e con la massima precisione una freccia al centro del bersaglio. Questa prova fu vinta dal ragazzo povero.
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La seconda consisteva nel cacciare un animale e portarlo al re entro mezzogiorno; vinse sempre il ragazzo povero. Infine, l’ultima prova era quella di saper sollevare un grosso sasso con una mano e di tenerlo in posizione ereta per un minuto; anche questa prova fu vinta dal ragazzo povero. Dopo queste prove il re a malincuore proclamò che il marito della principessa sarebbe stato il povero. Arrivò finalmente il giorno delle nozze, ma, durante la cerimonia, lei venne rapita dal ragazzo ricco che per vendetta la portò oltre il lago e la nascose dentro ad una fortezza. Il re, saputa la notizia, mandò subito il genero a cercare sua figlia ed egli partì all’istante ad attraversare a nuoto il lago. Dopo un giorno di nuoto il principe, stremato, si fermò per una pausa e dopo poco tempo ripartì. Egli si accorse che il suo viaggio era ancora molto lungo, quindi capì, che se voleva salvare la sua amata, doveva nuotare senza troppi “intervalli”. Dopo dieci giorni di viaggio finalmente arrivò a destinazione. Uscito dal lago, cominciò a camminare, fino a che si trovò davanti una fortezza. Si avvicinò e vide un gatto nero che gli chiese: << chi stai cercando? >> << la mia amata>> rispose il principe ma il gatto lo avvisò che per entrare nella fortezza avrebbe dovuto recuperare la chiave nascosta nella torre più alta. Egli chiese al gatto:<< ma come faccio ad arrivare fino in cima? >> e il gatto rispose: << devi semplicemente salire una lunga scala e quando sarai in cima troverai la chiave nascosta nel nido di un piccione, con essa potrai aprire il cancello della prigione in cui troverai la tua amata, fa attenzione però, perché il rapitore non è un uomo come te, ma un crudele mago e ti servirà questo bastoncino che all’occorrenza si trasformerà in una tagliente spada >>. Il principe seguì le istruzioni corse in cima alla torre, trovò la chiave nel nido e corse ad aprire il cancello. E vide la sua amata, ma quello che credeva fosse il ragazzo ricco si trasformo in un potente mago che gli impedì di raggiungere la principessa. Allora il principe estrasse la spada e velocemente lo ferì mortalmente e
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lo uccise, poi prese la sua amata e la liberò. Scrisse subito una lettera per il re, avvisandolo del ritrovamento della principessa e gliela invio tramite il piccione della torre, che gli era grato di avergli permesso di riavere il nido morbido, senza quella chiave che lo infastidiva. Alla notizia il re mandò subito dei soldati con cavalli che presero i due giovani e li portarono al palazzo. Al rientro della principessa e del suo sposo ci fuâ&#x20AC;&#x2122; un gran banchetto per festeggiare le nozze e i due vissero per sempre felici e contenti.
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La matrigna e le tre sorelle
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era una volta in un paese lontano una famiglia molto povera che era composta da un padre, che per guadagnare soldi lavorava nei campi, una madre ammalata e tre sorelle di nome Angelica, Lisa e Sirine. Un brutto giorno la madre morì e dopo molti anni il padre si risposò con una ricca signora che era rimasta vedova ed aveva una figlia di nome Vittoria. La ragazza divenne subito amica delle tre bambine, invece la matrigna le odiava. Una mattina mentre, il marito era al lavoro, rinchiuse le tre bambine in una cella e disse alla figlia che le tre bambine era andate con il padre. Quando il padre tornò a casa, chiese dove erano le ragazze, la matrigna gli disse che erano andate ad un “pigiama party” con le loro amiche. Quando tutti andarono a dormire la guardia, che era una persona sensibile e generosa, le liberò e disse loro: << andatevi a nascondere
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fuori dal castello>>. La mattina dopo la matrigna andò a controllare nella cella e non trovando più le figliastre, si arrabbiò con la guardia che però in modo furbo le rispose: <<le ho uccise perché continuavano a piangere ed io ero stanco di sentirle>>. Quando il padre uscì trovo le sue figlie che si erano nascoste tra gli alberi e chiese a loro come fosse andato il pigiama party, ma loro gli dissero che la matrigna le aveva rinchiuse in una cella e che le guardia le aveva poi liberate. Il padre le mandò alla loro vecchia casa per prendere un anello magico che avrebbe potuto sconfiggere la matrigna. Le bambine partirono e mentre attraverso il bosco incontrarono un orso che disse loro: <<se volete raggiungere la vostra casa dovete rispondere a questo indovinello “se la matrigna è mongola e va alla fiera cosa diventa?” Avete una sola possibilità>>. Le bambine pensarono e la più grande, angelica, rispose: << diventa una mongolfiera >>. L’orco le lasciò passare e cosi continuarono il loro cammino. Dopo un paio d’ore si imbatterono in una strega che le trasformò in gatti e li portò a casa sua per mangiarseli. La figlia della matrigna, non avendo trovato le tre sorelle, le era andata a cercare ed era arrivata proprio nel momento in cui la strega aveva fatto l’incantesimo. Lei si era nascosta, ma aveva memorizzato la formula magica, perciò le aveva seguite e quando vide tre gatti, la ripeté ed improvvisamente le sorelle ritornarono bambine. Prima di partire rubarono il libro magico della strega in cui trovarono una magia che durava solo un’ora e trenta minuti ma permetteva di superare ogni ostacolo senza problemi. Le bambine partirono subito di gran fretta con torce che avevano trovato nella casa della strega ed arrivarono a destinazione. Velocemente cercarono l’anello, non riuscirono a trovarlo, ad un tratto Sirine vide una luce provenire da sotto il letto e capì, si chinò e trovò l’anello. Felici, ripartirono di corsa ma cosa trovarono? La matrigna che aspettava sua figlia.
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Vedendole tutte e quattro e capendo di essere stata imbrogliata cercò di uccidere le sue figliastre, ma vittoria prese l’anello e questo si illuminò scatenando un tornado che fece volare via la matrigna. Entrarono al castello dove il padre le aspettava e gli raccontarono cosa era accaduto, compreso la “fine” della matrigna. Da quel giorno vissero tutti al castello, il padre divento ricco e tutto il popolo fu felice di farlo diventare re, perché la matrigna non c’era più e perché avevano capito che sarebbe stato un buon governatore e vissero tutti felici e contenti.
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La principessa e il ragazzo di campagna
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era una volta una meravigliosa principessa, ma una notte mentre dormiva, una strega le fece un incantesimo. Dal giorno seguente, da una ragazza dolce, simpatica ed educata, divenne scorbutica, acida e poco sensibile. Il giorno successivo la regina e il re si accorsero che la loro figlia non si comportava come sempre e allora decisero di portarla dagli indovini. Essi risposero che a causa di un incantesimo, aveva cambiato carattere e tale maleficio si sarebbe spezzato solamente con un bacio di “vero amore”. Il re e la regina spedirono una lettera a tutti gli abitanti del paese che diceva: << colui che riuscirà a spezzare l’incantesimo alla principessa, diventerà suo sposo. Prima però dovrà superare varie prove >>. Si presentarono tanti ragazzi fra cui uno povero. Le prove da superare erano: far ridere la principessa, trovare il suo prezioso fazzoletto che aveva perso quand’era piccola e per ultimo farla innamorare. Il ragazzo di campagna riuscì a farla ridere raccontandogli una storia buffa che gli aveva narrato uno gnomo a cui lui aveva dato ospitalità.
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scirà che riu Colui are z a spez simo te n a l’inc sa, incipes p alla r à suo er divent sposo. però Prima uperare s dovrà ove ! pr varie
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Fu a quel punto che il ragazzo si innamorò perdutamente di lei vedendo il suo splendido sorriso. Per riuscire però a superare la seconda prova, cioè trovare il prezioso fazzoletto, dovette tornare dallo gnomo per chiedergli ancora aiuto. Questo gli diede uno specchio magico col quale si poteva vedere il luogo in cui si trovava il fazzoletto. Quando arrivò il giorno della seconda prova, il giovane estrasse lo specchio e così riuscì a trovare il fazzoletto perso tanto tempo prima dalla sua amata. Ora bisognava superare la terza prova e la più difficile. Egli tornò dallo gnomo e gli chiese qualcosa per far innamorare la principessa; lo gnomo gli diede un profumo magico: bastava mettersene un po’ e la principessa si sarebbe innamorata. Il giovane si recò al castello e quando stava per spruzzare il profumo sul vestito della principessa, lo gnomo arrivò e gli disse: << se vuoi l’amore vero te lo devi conquistare! Non potrà mai essere amore quello ottenuto per magia! >> il ragazzo decise di far innamorare la sua amata senza profumo: pensò che ogni giorno le avrebbe raccontato una storia d’amore. La principessa si intenerì ad ascoltare quei racconti così belli e proprio mentre era assorta dalla narrazione, il giovane all’improvviso la baciò. Quel bacio era vero amore e l’incantesimo si spezzò. La principessa tornò dolce e gentile e si innamorò del suo eroe, quando seppe tutto ciò che lui aveva dovuto affrontare per lei. Si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.
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Filippo e la principessa
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era una volta in un villaggio un povero ragazzo di nome Filippo che desiderava sposare la figlia del re. Un mattino decise di andare al castello per chiedere in sposa la bellissima principessa. Arrivato al castello disse al re: ”vostra maestà, potreste darmi in sposa vostra figlia?” Il re sconcertato disse: ”guardie cacciate questo ragazzo dal mio castello!”. Filippo non si arrese e ogni giorno mandò al re una lettera con la stessa proposta. Dopo qualche mese il re capì che Filippo era veramente innamorato di sua figlia, quindi, ordinò alle sue guardie di cercare il ragazzo e portarlo a corte. Quando arrivò al castello il re gli disse: ”se vuoi prendere in sposa mia figlia, dovrai portarmi le ali del drago che tormenta il mio regno”.
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Il ragazzo rispose: ”ma io non so dove vive il drago”, il re gli disse che la sua tana si trovava nel bosco. Filippo accettò senza pensare a come sconfiggere il drago. Molto spaventato si incamminò verso il bosco; all’entrata incontrò uno gnomo che gli chiese dove stesse andando. Il ragazzo rispose: ”sto andando a cercare il drago per tagliargli le ali ”lo gnomo, incuriosito, gli chiese: ”perché gliele vuoi tagliare?” Filippo gli disse che voleva conquistare la principessa. Lo gnomo decise di aiutarlo donandogli una spada d’oro. Trovò il drago ed iniziò il combattimento e dopo un’estenuante lotta riuscì a tagliargli le ali, contentissimo della vittoria prima di andare al castello decise di passare a casa per riposarsi. Suo fratello gemello però, invidioso e geloso del suo successo, gli rubò le ali del drago per prendersi lui la principessa. Quando l’eroe si svegliò, capì che suo fratello gli aveva rubato il suo prezioso bottino. Corse al castello e riuscì a fermare le nozze e chiese al re: ”sua maestà controllate le ferite provocate dal combattimento”. Il re riconobbe che il vero eroe era filippo e l’unico ad avere il diritto di divenire principe. I due si sposarono e vissero felici e contenti.
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C’era una volta
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era una volta, una contadinella di nome Tara che abitava in una casa in legno su una collina poco lontana da una splendida città. Da quella collina si intravedeva un bellissimo castello in cui il principe marco stava preparando la festa per prendere in sposa una bellissima principessa di nome Eva. In realtà Eva voleva solo sposare il principe per poi ucciderlo. Come ogni giorno la contadinella portava del grano e della farina al castello, appena entrata dal portone, inciampò e caddero a terra la farina e il grano e si sparsero sporcando Eva e le ordinò di raccogliere tutto e di andarsene per non tornare mai più. Tara a quel punto cominciò a piangere perché non avrebbe più potuto guadagnare qualche soldo per aiutare la sua famiglia. Il principe, dal gran baccano, scese e ordinò a Eva di andarsi a cambiare il vestito e lei un po’ stizzita obbedì al suo ordine. Il principe corse verso tara perché vedendola così triste si era commosso e le chiese: “come ti chiami? “lei rispose:<mi chiamo tara vostra maestà! E mi dispiace veramente tanto non l’ho fatto apposta!
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Mi dispiace veramente tanto!>il principe le asciugò le lacrime e guardandola negli occhi, restò incantato dal suo bellissimo col azzurro che brillava ancora di più grazie alle sue lacrime. Eva vide tutta la scena e si ingelosì, così decise di rinchiudere Tara nelle segrete più oscure del castello. Tara venne rinchiusa immediatamente senza che nessuno lo sapesse. Nelle segrete incontrò una bellissima aquila dalle piume marroni e bianche che vedendo la ragazza così disperata gliene donò una bianca e le disse:<questa piuma ti condurrà dal tuo vero amore ma dovrai prima superare tre prove, stai tranquilla la mia piuma ti aiuterà e ti accompagnerà per tutto il viaggio> Tara rispose. <Mille grazie ma come farò ad uscire di qui? Tara questa sarà la prima prova, cioè “l’astuzia”. Tara pensò come fare e all’improvviso fece finta di essere impazzita sperando che in tal modo l’avrebbero lasciata andare e così fu. La futura regina la liberò ma non disse niente al principe e incaricò un servitore di abbandonarla accanto a un ruscello. Quando era certa che la guardia se ne fosse andata si alzò e cominciò a camminare ma ad un tratto, sentì un lamento forte di un animale e seguendo la piuma data dall’aquila arrivò proprio sotto un grande albero abbattuto fa poco, in cui un cervo aveva incastrata una zampa posteriore. Tara decise di aiutarlo, ma come poteva lei una piccola contadinella spostare un albero così grande? A quel punto si ricordò della seconda prova che doveva affrontare; la forza. Decise di chiamare ogni tipo di animale ci fosse in quella foresta, alzò la piuma in alto e tutt’ad un tratto gli animali la circondavano e tutti insieme riuscirono a liberare il cervo. Continuò a camminare e arrivò ad un ponte, ma esso era rotto. Estrasse ancora una volta la piuma bianca dell’aquila e apparve un bellissimo cavallo che con un nitrito fece segno a tara di montarlo. Questa sarebbe stata la terza prova cioè la fiducia. Tara, sebbene avesse molta paura salì sul destriero. Esso corse il più lontano possibile dal ponte, poi si fermò guardò fisso per circa una ventina di secondi il ponte, scambiò uno sguardo con tara e iniziò a correre all’ impazzata e superò il ponte con un salto,
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anche la terza prova si era conclusa! Il cavallo andò per la sua strada e Tara lo ringraziò. Tara camminò ancora fino a che non arrivò nuovamente alle porte del castello, dove stava avendo inizio la festa nuziale. Al ballo Tara non poteva presentarsi in quelle condizioni così chiamo gli animali e l’aquila che le fecero un bellissimo abito! Fatto con fiori, steli d’erba, piume d’uccello e penne dell’aquila. Tara entrò, e seguì la piuma che la portò dal principe. La principessa la riconobbe e fermò immediatamente le nozze. Entrambi si avvicinarono, il principe si inchinò e le chiese :<mi vuoi sposare?>Tara rispose:<sì certo!!!>e vissero felici e contenti.
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stampato pro manuscripto