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La memoria come coscienza collettiva Tiziana Paola Rucco

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Ringraziamenti

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La memoria come coscienza collettiva

Un fatto: l’eccidio del 1945. Un luogo: la Basilica di Santa Croce. Un monito: l’invito alla pacificazione. Riassumerei in questi tre elementi la memoria di qualcosa che è avvenuto in un tempo lontano, di cui pochi possono avere ancora un ricordo diretto, ma che si colloca quasi fuori dal tempo, in un continuo e doloroso riprodursi nella storia umana di ingiustizie, povertà, lotte sociali, vicino ad un luogo che fa risaltare ancor più il contrasto fra la quiete e l’impeto violento dell’animo umano, fra la rassegnazione e la speranza, fra la possibile vendetta e l’invito alla pacificazione. Una storia che riesce a coinvolgere ancora i nostri giovani, li appassiona al destino di ogni singolo protagonista, quasi che essi vogliano carpire in ciò che rappresentano tutte le sfumature dei sentimenti di chi l’ha vissuta. La memoria diventa un sentire collettivo, una consapevolezza della possibile scelta fra bene e male, delle nostre radici, dei valori che appartengono alla nostra cultura. Non solo rappresenta un pregevole lavoro dal punto di vista storico-artistico, e quindi denota la capacità di fare scuola in una prospettiva vera di cittadinanza attiva; ma ancor più pregevole è stato realizzare tutto ciò in un momento estremamente difficile, durante il periodo più critico del lockdown della scorsa primavera, quando la didattica si è svolta interamente “a distanza”. Una sfida quasi impossibile, soprattutto per discipline svolte sempre all’interno di laboratori, certamente impegnativa e di esito imprevedibile, un percorso su un terreno nuovo ed inesplorato, con nuovi mezzi e tecnologie. Alla luce della raccolta che viene qui rappresentata, questa sfida è stata vinta, dalla classe e dal docente che ha saputo suscitare interesse e creare i presupposti per una condivisione, prima ancora che del lavoro, dello spirito di riflessione e di indagine storica ed introspettiva. Un esempio di come le pareti dell’aula scolastica si aprono per fare “scuola” in altri modi, in altri contesti, in altri luoghi, perché quello che conta veramente è l’azione didattica, la passione e la competenza del docente, la motivazione dello studente. Ringrazio la Provincia di Lecce per aver contribuito alla pubblicazione di quest’opera collettiva, memoria della nostra terra, coscienza collettiva delle basi fondanti della convivenza umana.

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La Dirigente Scolastica Tiziana Paola Rucco

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