Ermanno Cristini, Giancarlo Norese (a c. di) Hotello: somnia et labora. Abitare un ritardo
la c.
Questo libro è pubblicato da
la centrale edizioni un nome collettivo senza scopo di lucro, fondato in sud Europa nel 2018 no ISBN printed in Italy
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La collana
la c. è realizzata con il supporto della Fondazione Lac o Le Mon vol. 1, luglio 2018 stampato in 150 copie
HOTELLO: SOMNIA ET LABORA
Gli interventi sono stati realizzati in occasione della partecipazione di Hotello alla mostra 999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo, a cura di Stefano Mirti, Triennale di Milano, 12 gennaio – 2 aprile 2018
Hotello è un progetto di Roberto de Luca e Antonio Scarponi prodotto da
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TRIENNALE DI MILANO
ABITARE UN RITARDO
12 gennaio
A CURA DI ERMANNO CRISTINI E GIANCARLO NORESE
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2 aprile 2018
“Ritardano” con noi, oltre agli autori di Hotello, Roberto de Luca e Antonio Scarponi, in ordine di apparizione:
FEBBRAIO MARZO
gennaio 11 Opening Ermanno Cristini, Giancarlo Norese
APRILE
27 E IL TOPO (Gabriele Di Matteo, Steve Piccolo, Gak Sato et al.) 28 Al Fadhil 1 Marco Giacomoni 2 Francesco Maria Gamba 3 Stefano Benini 4 Daniele Pario Perra, Lucia Babina 5 CHIUSO 6 Luca Pancrazzi, Alessio de Girolamo 7 Silvia Hell, Gianluca Codeghini 8 Chiara Pergola 9 Silvano Repetto 10 Roberto de Luca 11 Microcollection 1 2 CHIUSO 13 Giuliano Galletta, Thomas Gori 14 Luca Scarabelli, Valentina Petter 15 Helga Franza, Sophie Usunier 16 Giuliano Palmieri 17 Meinrad Feuchter 18 Mirko Aretini 19 CHIUSO 20 Marika Pensa 21 Olivia Notaro 22 Matteo Cremonesi 23 Giovanni Bai 24 Fiorenza Bassetti 25 Paola Pietronave, Francesca Migone 26 CHIUSO 27 Stefano Cagol 28 Marta Margnetti 29 Umberto Cavenago, Sabrina D’Alessandro 30 Valentina Maggi Summo 01
Roberto Rossini
s.d. Antonio Scarponi
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Abitare un ritardo Ermanno Cristini e Giancarlo Norese
Scriveva Walter Benjamin nei Passages che “Non bisogna far passare il tempo, ma anzi invitarlo a fermarsi presso di noi”. È con questo spirito che Duchamp indica nel respirare, in opposizione al lavorare, l’essenza dell’attività creativa. Il fare artistico sta entro un ritardo e dunque si qualifica per una sottrazione: ciò che manca è il principio di economia e la dimensione utilitaria, al punto che esso si configura come uno sperpero. Così entro un’operosità reiterata senza fine si consuma una inoperosità, o più precisamente un’applicazione inoperosa, che è la sua vera cifra. Abitare un ritardo è un progetto che abbiamo sviluppato al PROGR di Berna nel marzo del 2016, e che viene riproposto declinato per il “dispositivo abitativo” di Hotello. L’obiettivo è fare dell’abitare l’occasione per mettere in atto delle pratiche che percorrano il tempo senza tempo dell’attesa creativa. Piccoli gesti, soste, pigrizie, lentezze, contemplazioni, stupori, indugi di cui raccogliere amorevolmente le tracce oziose e ozianti per sperimentare un modo di fare che è un modo di essere. Una passeggiata nella domus per ritrovare, con Robert Walser, il piacere dell’incontro sorprendente
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fuori dal rapporto funzionale con il mondo. In questa ginnastica improduttiva sono coinvolti alcuni “artisti in visita” che si alternano in giorni diversi. La raccolta delle tracce del loro perdersi con noi anima Hotello per tutto il periodo della mostra e dà luogo a un dialogo a più voci nella condizione di tempo sospeso.
Hotello: somnia et labora
Disegnato da Roberto de Luca e Antonio Scarponi per das konzept (2013), Hotello è una stanza-teatro portatile che mette in scena l’essenza della misura minima dell’abitare: la dimensione del sogno e del lavoro, dell’operosità e del riposo. Hotello è stato concepito come strumento per abitare l’eredità urbana dei grandi interni dismessi dalla storia, offrendo però un approccio temporaneo, effimero, teatrale. Una struttura scenica di due metri per due, racchiusa in un doppio sipario, di cui uno opaco e fonoassorbente e uno traslucido, semitrasparente. Hotello presenta infatti una scena che contiene un letto, un tavolo, uno sgabello due scaffali, un appendi abiti, ma sopratutto un baule su ruote, pronto ad accogliere al suo interno e trasportare altrove la struttura stessa nel suo insieme. Nella sua elementare semplicità, Hotello è stato disegnato come un dispositivo circense, flessibile e ricco di invenzioni minimali che lo rendono un oggetto abitabile e narrante, pronto ad accogliere varie trasformazioni e a trasformare a sua volta lo spazio che lo contiene.
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ABITARE UN RITARDO
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Ermanno Cristini To be late vasi comunicanti (la misura del tempo perso)
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11 gennaio
11 gennaio Giancarlo Norese Paul Lafargue: Il diritto all’ozio, Feltrinelli UE 633, 1971
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12 gennaio / 26 febbraio: pausa
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E IL TOPO
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Founded in Naples in 1992, deceased in Milan in 1996, reborn after 16 years, scattered, individual and multiple, E IL TOPO is now an international and transgenerational “movement” that conveys a subversive and libertarian attitude, whose modus operandi – subtly polemical, at times – acknowledges no preset roles, no personal styles. An attitude of moving sideways, avoiding the beaten track, in an ongoing “knight’s move”; an ability to defy expectations and to avoid the commonplace, to make unforeseen associations, to create contacts between ideas and people. The group is composed of about 20 artists, a fluid configuration that gathers for specific projects often involving only a few members, without inner rankings and without individual signatures. The presence of E IL TOPO is contextual, adapting and manifesting itself in multiple forms, where the only constant is the magazine of the same name, invariably printed since 1992 in black on gray recycled paper. With the addition,
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starting in 2012, of the Red Letter Editions. Issues from 1992 to 1996 and all the original art works produced by the artists involved in the project are conserved at the BibliothĂŠque Municipale de Lyon.
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Al Fadhil El Dinar el Swissri / Swiss Iraqi dinar Cosa accadde all’economia di una famiglia irachena durante le guerre degli anni ’90? أديفم ألمع ناك.
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1 marzo
Marco Giacomoni Habitus
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Habitus beschreibt das Erscheinungsbild, die Haltung, die Gesinnung einer Person. Das Wort ist mit dem italienischen “abitare” dem Wohnen verwandt. Der Körper, das Erschinungsbild und als “Wohnort” der Psyche. In diesem Sinn ist der Körper das “Hotel” das den menschlichen Geist und die
Seele beherbergt, und diese nach aussen repräsentiert. In der Performance “Habitus” wird das Erscheinungsbild einer Person durch das Schneiden ihrer Haare verändert. Modell: Lisa Jenny
2 marzo
Francesco Maria Gamba Atelier Viandanti Hotello racchiude in sé alcuni degli aspetti più importanti del mio percorso formativo. In questo progetto vi riconosco il pensiero di Paolo Soleri (architetto, urbanista, filosofo e artista) e dei concetti portanti che hanno dato forma alle sue città sperimentali di Arcosanti e Cosanti in Arizona, USA: frugalità, complessità, tridimensionalità e durevolezza, posti quali condizioni per la creazione di un habitat capace di sostenere le incessanti sfide evolutive dell’essere umano. Riconosco anche la condizione creata dall’educatore Arno Stern nei suoi atelier Closlieu da me frequentati per 11 anni (1982-1993): un ambiente dimensionato e chiuso nel quale l’assenza di stimoli e interferenze esterne porta all’emersione
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di uno sviluppo creativo personale. Nel 2016, frequentando la sua scuola, ho acquisito la teoria che sta alla base del suo vasto lavoro (dal disegno infantile alla semiologia dell’espressione) per diventare io stesso la figura “servente” all’interno del Closlieu. Il mio è stato un viaggio della durata di un giorno, manifestato attraverso il racconto del tempo che fugge e del tempo sospeso: una sorta di linguaggio fantastico capace d’interagire col mondo che si trova al di fuori dello spazio vitruviano di Hotello.
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Stefano Benini Zeit ist Knochen (Il tempo è ossa) Il titolo della performance è tratto dall’omonimo film del 2015 dello stesso autore. La filosofia del film riproposta dentro Hotello rappresenta un’interpretazione del tempo: il tempo visto come una valutazione soggettiva. L’utilizzo e la quantificazione del tempo viene lasciata allo spettatore. Il libero arbitrio viene esteso oltre la dimensione del tempo.
megafoni, microfoni, campanelli e nebbia, accompagnati da uno strumento ad aria autoprodotto con canne d’organo in legno e corde, denominato Akkördergöng, hanno creato l’atmosfera identificativa di Akarus Milbus Vonduvall, alter ego di Stefano Benini.
3 marzo
La performance, ripetuta più volte nel corso della giornata, ha proposto al pubblico una vendita all’asta di spille appuntate su una giacca esposta. Un oggetto è stato venduto. Lettura di testi scritti su fotocopie, mani incendiate riprodotte su cartone, batteria elettronica,
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4 marzo
Daniele Pario Perra, Lucia Babina Absolu Hotello si trasforma in uno spazio per meditare, una struttura che raccoglie pensieri e non pensieri. Abbiamo scelto come accompagnamento aromatico le fragranze sprigionate da quattro diversi legni di Oud che provengono dall’estremo oriente, una pianta che insieme a Hotello (e al nostro intervento) condivide una pratica fondamentale sia nell’architettura
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che nel design: il parassitismo. Infatti l’Oud, così come noi e così come Hotello, è il risultato della trasformazione di una pianta chiamata Agarwood che, quando viene attaccata da un parassita, produce una particolare resina per proteggersi trasformando il suo legno in una delle materie prime olfattive più pregiate al mondo. È un parassita a regalarci uno degli accordi aromatici più pregiati e a dimostrarci che condividere forme di vita, spazi, abitudini (dell’abitare in questo
caso) arricchisce la nostra esistenza. Dividere, condividere, moltiplicare. Un modo diverso di abitare lo spazio con i propri pensieri e non pensieri, protetti da una struttura inventata appositamente per essere mobile e per favorire il nostro viaggio.
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4 marzo
6 marzo
Luca Pancrazzi, Alessio de Girolamo
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Silvia Hell, Gianluca Codeghini Casa disoccupata
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Chiara Pergola 8!
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Questa parola, da decifrare tramite un rebus, lega la serie di (in)azioni con cui ho scelto di sottolineare la giornata. 8! è un invito di Hotello per riflettere sul suo significato. Tutte le tracce della mia (in)attività sono state messe in vendita: il ricavato è andato a sostegno delle iniziative di Non Una Di Meno – Milano che ha collaborato alla realizzazione del progetto.
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8 marzo
9 marzo
Silvano Repetto L’ospite inatteso
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L’ospite inatteso è una reinterpretazione del sistema di sicurezza video delle città contemporanee. L’artista riflette sulla storia e sul passaggio delle genti nei secoli passati, presenti e futuri. Come in una sorta di specchio, l’immagine di un uomo di un altro tempo si riflette guardando, e guardandosi, dalla finestra spazio/ temporale in luoghi, città, dimensioni e universi paralleli. Divertendoci.
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10 marzo
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Roberto de Luca Abitareunritardounricordo
Quando Hölderlin parla dell’abitare guarda al tratto fondamentale dell’esserci dell’uomo: è il poetare (das Dichten) che, in primo luogo, rende l’abitare tale. Abitare è segnare la propria presenza nel mondo. Le persone care, gli amici,
i parenti, i conoscenti non più in vita continuano la loro esistenza nel ricordo. Questi ricordi sono una sorta di ospiti e abitano in me. Con molti di coloro che popolano la mia stanza immaginaria avrei voluto condividere situazioni (mancate) della realtà. In Hotello ho dedicato una giornata a queste persone per tornare a condividere un po’ di tempo insieme. Ho ricordato anche momenti della vita (tratti da diverse performance) dell’amico artista Norbert Klassen (1941-2011), tramite una raccolta di stampe fotografiche di Martin Rindlisbacher, presentate in Hotello come delle tende aggiuntive. Ho provato a vivere questa situazione come avrebbe fatto Norbert. Quasi in uno stato di trance.
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11 marzo
Microcollection Cabinet de regard: micro & macro I frammenti delle opere visibili al microscopio sono di William Cobbing, Igor Eskinja, Petrit Halilaj, Camille Henrot, Xu Zhen.
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Giuliano Galletta, Thomas Gori Make-up, ovvero non mi fare paura Giuliano Galletta, grazie ai pennelli e ai colori del giovane artista Thomas Gori, trasforma il proprio volto in una maschera, evocando i tatuaggi Maori. Le normali sembianze di un viso, che ne dovrebbero definire l’identità, si trasformano così in un oggetto perturbante, nel senso indicato da Freud, come qualcosa che provoca una paura inspiegabile, proprio in ragione delle sue caratteristiche di “famigliarità”. Come ha scritto Francesca Rigotti, nella nozione di perturbante è centrale l’idea di casa, essa è infatti “il luogo principale della minaccia, come la casa è, del resto, ciò che dà luogo e struttura a tutta la topica della psicoanalisi freudiana, dove Es, Io e Super-Io formano i piani dell’anima, come i piani di un condominio, col subconscio in cantina, il Super-Io in soffitta e l’Io a farla da padrone negli ampi locali del pianterreno. L’aggettivo sostantivato che Freud usa per definire queste sensazioni è unheimlich, letteralmente “non-dicasa”. Ma ciò che ci turba è veramente fuori della casa? No, in realtà sta ancora lì, giace dentro la casa, sotto la casa, sepolto sotto la pesante architettura di abitudini e credenze”.
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13 marzo
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Luca Scarabelli, Valentina Petter
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Helga Franza, Sophie Usunier Frisbee Song, Milano/Metz Scambiarsi registrazioni e illustrazioni sonore in tempo reale rispondendo al meglio al suono dell’altra. Una partita con lanci, prese e rilanci reciproci, una conversazione sonora via WhatsApp palleggiata tra l’Italia e la Francia che viene trasformata in seguito in due brani musicali montati diversamente dalle due protagoniste e postati su SoundCloud.
As for a frisbee match, a player throws and receives, getting the direction of the flying disc and then trying to understand the next move to play. Helga Franza and Sophie Usunier, one in Italy, the other one in France, experimented and juggled with sounds from two different places for two hours. This “Frisbee match” gave a sound conversation through WhatsApp that was transformed and edited in a second step to realize two songs posted on SoundCloud. > soundcloud.com/frisbeesong
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Giuliano Palmieri, Francesco Aroni Vigone Per abitare lo spazio di Hotello è stata allestita una piccola postazione tipica di un ufficio: un computer, due piccole casse, un mouse. Dal laptop viene elaborata una musica in modo autonomo, che interagisce però con altri stimoli sonori grazie all’intervento di Giuliano. A questa situazione musicale completamente informatizzata si aggiunge talvolta l’intervento di uno strumento acustico, il sax suonato da Francesco in modo assolutamente estemporaneo. L’improvvisazione entra a far parte dell’intervento musicale sia dal punto di vista acustico che elettronico. I timbri gestiti dal computer sono derivati, nella loro prima stesura, dai suoni tipici di una casa, campionati e trattati in modo da trasfigurarli il più possibile rispetto alla loro genesi. Una particolare attenzione è stata dedicata alle dilatazioni e ai ritardi del tempo, ottenendo così una serie di eventi sonori che subiscono ulteriori manipolazioni durante la performance. Ne derivano una ramificazione e una stratificazione di suoni paragonabili a una sorta di polifonia acusmatica
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la cui densità è uno dei parametri gestiti in tempo reale. Il sax, suonato da Francesco, “galleggia” nella trama del suono elettronico. Anche per questa fonte sonora sono stati previsti interventi nel dominio del tempo, tali da restituire con ritardi casuali alcuni interventi del sax, in modo che Francesco possa innescare una sorta di dialogo con un suo alter ego.
17 marzo Meinrad Feuchter Kunst & Kaugummi Der Begriff Kunst umschreibt kein System, Kunst ist ein Begriff mit nur vage definiertem Inhalt, der allenfalls hin zur individuellen Bewertung von bestimmten kulturellen Handlungen fĂźhrt. Entsprechendes gilt fĂźr Begriffe wie Design oder Wohnen, die vorerst unverbindlich und dehnbar bleiben. Wie der farbige Kaugummi.
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Mirko Aretini In presenza dell’assenza È un concetto che si posa, letteralmente, su un’installazione esistente per diventare altro e al tempo stesso annullarsi attraverso il meta-pensiero. Il meta-pensiero è riflessivo invece che reattivo, per cui è meno probabile che sia coinvolto nell’azione automatica e, in questo senso, con una semplice e banale frase affissa “l’opera” è presente senza esserci, esattamente come l’artista. “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?” Parafrasando una storica frase di Nanni Moretti nel film Ecce Bombo avrete una parte del senso che indirettamente coinvolge anche il pubblico-spettatore: per percepire l’assenza e valutarne il peso, d’altronde, è necessario che qualcuno sia presente. Questo è un modo per mettere in discussione gran parte dell’egoica pretenziosità seriosa che in modo particolare permea gran parte dell’arte contemporanea. Sarebbe cambiato qualcosa se l’artista fosse stato presente? Qualcuno si sarebbe accorto diversamente dell’installazione? L’ennesima dimostrazione che qualsiasi “cosa” può diventare “arte”… in fondo è anche colpa, o forse merito, proprio di Marcel Duchamp che l’artista continua a cercare in bagno. “Essere o non essere, questo è il dilemma.”
torno subito (l’artista è andato in bagno a cercare Marcel Duchamp)
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18 marzo
Marika Pensa Desdemona È una delle Desdemona possibili ad “abitare un ritardo” in Hotello. Una figura femminile si trova ad oziare in un’Otello-casa e, nel suo tentativo di comunicare con l’esterno, scrive estemporaneamente una lunga lettera. Racconterà la distanza tra una relazione reale e l’immagine interiore della relazione stessa. Desdemona abita un attimo per un tempo troppo breve o troppo lungo. Raccontando di un tempo mancato.
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20 marzo
Olivia Notaro Augenblick # 5 2 ritratti trovati, 1 camera di hotel mobile, 6 ore di presenza, 1 artista, 4 visitatori. Nel corso della giornata l’artista chiude, dipingendovi sopra, gli occhi dei soggetti raffigurati in due ritratti trovati abbandonati. Un intervento solitamente svolto dall’artista nel suo studio, ma che in occasione dell’invito di Hotello è stato possibile realizzare nello spazio pubblico. Qui la stanza mobile di Hotello diviene paradossalmente una capsula di spazio privato.
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21 marzo
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Matteo Cremonesi
23 marzo
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Giovanni Bai
Fiorenza Bassetti Nel suo intervento per Hotello Fiorenza Bassetti si limita a stare sulla soglia lasciando la scena allo spettatore, il quale è invitato a occupare con la sua presenza consapevole gli spazi di questa mini unità abitativa per tutto il tempo che vorrà. L’artista segna infatti semplicemente lo spazio liminale che separa interno ed esterno con una sorta di osmotico diaframma, costituito da una tenda in plastica trasparente su cui campeggia una citazione da Seta di Alessandro Baricco. Una citazione che rappresenta un invito a trasformare il soggiorno in questo abitacolo in un “abitare il tempo”, trascrivendo le proprie riflessioni su un piccolo quaderno, unico oggetto collocato dall’artista all’interno di Hotello. Sulla tenda e sui piatti della copertina di questo quaderno sono raffigurati due simboli che ricorrono spesso nel lavoro dell’artista: una clessidra e la figura del dio egiziano Amon-Min. Se quest’ultimo con il suo fallo eretto è un simbolo della potenza generatrice, la clessidra che troviamo anche all’esterno sdraiata orizzontalmente in posizione di riposo assurge a simbolo dell’infinito, di quell’infinito che pervade, se solo sappiamo accorgercene, anche il tempo finito della nostra quotidianità. (Elio Schenini)
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Paola Pietronave, Francesca Migone Teoria e pratica della tessitura strabica
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27 marzo
Stefano Cagol Tre Slogan
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28 marzo Marta Margnetti All’interno di Hotello ho invitato Yimei Zhang a passare il pomeriggio con me. Stiamo organizzando una residenza in Cina. Lei è cinese ma vive a Milano da tanti anni. Quindi la prima foto è uno scambio di visi, swap-face. La seconda è stata scattata a Chinatown lo stesso giorno, quando siamo andate a farci aggiustare la frangia da un parrucchiere.
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29 marzo
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Umberto Cavenago, Sabrina D’Alessandro Serie di Superfetazioni Pennacchiute
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Superfetazione Mutola (cono di plastica, piume di gallo, magnete al neodimio, 15×15×33 cm). Superfetazione Seducifulmini (ABS, spazzolino, supporto magnetico, 30×4×4 cm). Superfetazione Tumidula (ciotolo di serizzo, piuma di struzzo, 18×36×11 cm). Superfetazione Ramoruta (legno di nocciolo, piuma di gallo, magnete al neodimio, 30×33×10 cm). Superfetazione Volandola (alluminio, acciaio, piume di faraona, 48×29×29 cm).
Valentina Maggi Summo Eredità rivoluzionaria Durante la performance alcuni narratori, avvicinando o accogliendo un visitatore per volta, raccontano lo svolgimento del Fidelio, opera lirica di Beethoven. Il solo utilizzo della narrazione ne restituisce ambientazione e svolgimento testuale e musicale. Ogni visitatore riceve un frammento del racconto, la sola totalità degli spettatori potrà ricostruire il senso e il focus del dialogo e la matrice di provenienza. Ad evocare l’orchestra e la dimensione musicale è la sola presenza di un leggìo, utilizzato dall’attore per sostenere i testi. Gli autori del Fidelio sconfinano le consuetudini dell’epoca, descrivendo un’eccezione e ribaltando gli stereotipi. Le caratteristiche della protagonista femminile e maschile sono infatti inconsuete. Eredità rivoluzionaria sottolinea il ruolo della narrazione come strumento per configurare visioni del mondo, schemi e stereotipi capaci di ramificarsi e cristallizzarsi producendo esiti oppure conseguenze e, talvolta, riparazione e catarsi. Foto Isabella Ponte
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1 aprile Roberto Rossini Pesanervi (alter ego) «E ve l’ho già detto: niente opere, niente lingua, niente parola, niente spirito, niente. Niente, se non un bel PesaNervi. Una sorta di stazione eretta e incomprensibile in mezzo a tutto nello spirito.» Antonin Artaud, “Il Pesa-Nervi”, in Al paese dei Tarahumara e altri scritti, Adelphi 1966. Foto Mario Parodi
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s.d.
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Antonio Scarponi Abitare un ritardo arrivando in ritardo. Ma soprattutto abitare Disegno a inchiostro indiano e pastelli a cera su cartoncino, cartolina postale correttamente affrancata, inviata il 30 marzo 2018 ma non ancora pervenuta.
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Hotello: somnia et labora Abitare un ritardo a cura di Ermanno Cristini e Giancarlo Norese contiene interventi di artisti realizzati in occasione della partecipazione di Hotello (un progetto di Roberto de Luca e Antonio Scarponi) alla mostra 999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo, a cura di Stefano Mirti, Triennale di Milano, 12 gennaio – 2 aprile 2018
vol. 1, 2018