C SASSARI
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12 04 La stoffa dei sogni L’Asinara tra Shakespeare e De Filippo
05 I 4 volti di un’isola La bandiera Sarda
06 Mistero I 5 luoghi più infestati della Sardegna
07 La Nuova Sardegna Identikit del nuovo editore DB Information
08 Dinamo senza continuità Due nuovi acquisti per raddrizzare la rotta
10 Il dentista risponde Il Protossido e la cura senza ansia e dolore
12 Tupac Shakur Solo Dio può giudicarmi
13 inSardegna a Gennaio
20 14 Simonetta Spiri Libertà di essere e di vivere
16 Lunàdigas Donne senza figli
18 HITWEETS 19 Jobyourlife Intervista al fondatore Andrea De Spirt
20 In viaggio Alla scoperta di Tarragona
22 Tazenda S’Istoria: Trent'anni di musica
24 L’eccidio di Buggerru Per non dimenticare
26 GUIDA AI LOCALI
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Gianfranco Cabiddu
di Diego Bono William Shakespeare ne “La Tempesta” trasporta lo spettatore tra le vicissitudini di un’antica Isola, brulla e selvaggia, dispersa nel bel mezzo del Mediterraneo, abitata da un popolo longevo e fortemente legato alla propria terra. Un’isola misteriosa e lontana dal continente, figlia della magia e della storia. Gianfranco Cabiddu, regista cagliaritano classe 1953, già celebre per il suo documentario Faber in Sardegna & L’ultimo concerto di Fabrizio De André, e allievo e collaboratore di Eduardo De Filippo per 5 anni, coglie e rende proprio (assieme agli amici Ugo Chiti e Salvatore De Mola) l’evidente legame che esiste tra la celebre commedia del “bardo” e la sua isola di origine, trasformando la traduzione in napoletano antico del suo maestro (mescolando il tutto con “L’arte della commedia”, dello stesso De Filippo) della celebre opera di Shakespeare in un’opera cinematografica elegante, divertente e raffinata: La Stoffa dei Sogni. Una piccola imbarcazione diretta in Sardegna si imbatte in una
Sergio Rubini
LA STOFFA DEI SOGNI L’Asinara tra Shakespeare e De Filippo violentissima tempesta proprio nel mezzo della traversata; la forza della natura, devastante, se non il destino, ancora più crudele ove possibile, portano così gli strani personaggi che popolano il minuscolo battello a naufragare in una misteriosa isola carcere, a pochi chilometri dalla meta prefissata: un’Asinara del primo dopoguerra, ancora forte della nomea di “isola carcere”, aspra, incontaminata, selvatica e popolata da bizzarri personaggi. Tra i pochi sopravvissuti al violento nubifragio sono presenti un’assurda compagnia di teatranti capitanata dall’irriverente capo comico “signor” Oreste Campese (magistralmente interpretato da Sergio Rubini) e da sua moglie Maria (Teresa Saponangelo). La scapestrata famiglia di attori si troverà suo malgrado, però a dare ospitalità ad altri superstiti, infiltrando tra le fila della compagnia tre pericolosi camorristi: lo stanco,
ma risoluto, capo clan Don Vincenzo (eccellente prova attoriale di Renato Carpentieri), distrutto dalla scomparsa di suo figlio Ferdinando nella tempesta, e ai suoi due scagnozzi, arrivisti e infidi, Andrea (Francesco Di Leva) e Saverio (Ciro Petrone). La strana combriccola se la dovrà presto vedere non solo con la rigidità e brutalità del territorio, ma anche e soprattutto con il burbero e severo direttore del carcere De Caro (uno splendido Ennio Fantastichini), che come un moderno Prospero comanda l’intera Isola con ferma regalità. L’inflessibile direttore, conscio che tra gli attori si nascondano i tre famigerati camorristi, propone al capo attore una sfida: la comitiva avrà meno di una settimana per portare in scena “La Tempesta” di William Shakespeare, mentre, dal canto suo, il povero Oreste Campese avrà pochi giorni a disposizione per trasformare i tre pericolosi criminali in perfetti attori di teatro.
Alla vicenda principale si aggiungono le storie degli abitanti dell’isola: Miranda (Alba Gaia Bellugi), giovane figlia del direttore (nome non casuale, come gli amanti di Shakespeare possono facilmente comprendere), a modo suo “imprigionata” nell’Isola, che vede il proprio cuore conteso tra un misterioso naufrago e il tenente Franci (Jacopo Cullin), i carcerati, ognuno con la propria caratteristica, e il pastore Antioco (Fiorenzo Mattu), semplice e grottesco omone, odierno Calibano, vero Re dell’Isola e simbolo vivente della Sardegna più pura, nei suoi pregi e nei suoi difetti. Dopo 8 anni di complicata gestazione, Cabiddu mette in scena una commedia meta-narrativa fresca e divertente, che non manca comunque di emozionare ogni genere di pubblico, ma che possiede soprattutto il grande merito di trasportare lo spettatore nella natura incontaminata dell’Asinara grazie ad una fotografia pulita, maestosa e inappuntabile, che prende i propri tempi per mostrare a tutti gli interessati un aspetto della Sardegna troppo spesso trascurato. Il tocco di Eduardo De Filippo è vivo e presente nell’opera dell’allievo (che omaggia l’insegnante con il caméo del figlio Luca, scomparso lo scorso anno) ed ogni personaggio presente sembra essere fuoriuscito direttamente dalla penna dello scrittore inglese e trascinato con cura nell’ambientazione sarda, adattandovisi perfettamente e consentendo alle più disparate culture (da quella inglese, a quella napoletana, passando per quella sarda) di incontrarsi e influenzarsi reciprocamente in un’isola molte volte dimenticata e senza tempo.
#shMAG seh 5 di Daniele Dettori La vediamo sventolare sulle facciate degli edifici istituzionali, il suo simbolo è impresso all’interno di uffici, luoghi di rappresentanza e perfino su prodotti commerciali. Nessuno, però, sembra conoscerne con certezza l’origine e tutte le possibili soluzioni che gli studiosi offrono sono ancora oggi permeate da un alone di mito e suggestione. Parliamo, naturalmente, dell’icona che raffigura i Quattro Mori, vero e proprio simbolo leggendario prima ancora che identitario. L’ancestralità del simbolo moresco è un punto fermo nella cultura mediterranea, basti solo pensare che anche la bandiera della Corsica raffigura una testa di moro rivolta verso l’inferitura. L’attuale bandiera corsa risale al 1755; prima di allora, la benda che attualmente fascia soltanto la fronte del moro ne ricopriva gli occhi, bendandolo: qualcosa di molto simile, questo sollevare la benda, a quanto poi accadrà anche nella nostra isola. Le ipotesi sull’origine del simbolo moresco, dicevamo, sono diverse. Una tra le più diffusamente accettate riguarda l’origine iberica di questo stemma che, secondo alcuni, stilizzerebbe la vittoria degli aragonesi contro gli invasori mori. Furono quattro le battaglie combattute in terra spagnola e nelle quali i mori ebbero la peggio. Ecco quindi la decapitazione simbolica di un invasore per ciascuna della battaglie vinte, naturalmente con le teste disposte tutt’intorno a una croce per simboleggiare la superiorità e la vittoria del cristianesimo. La croce merita poi una trattazione a sé. Le bande rosse su sfondo bianco ricordano infatti, molto da vicino, il simbolismo templare e prendono il nome di Croce di San Giorgio. In effetti, tra le attività dei cavalieri templari c’era quella di combattere contro gli invasori musulmani, appunto i mori, che occupavano Gerusalemme e depredavano i pellegrini che si recavano in visita alla città del Santo Sepolcro. Ma i simboli variano anche a seconda di chi li interpreta. Una visione più tradizionalmente sarda, per esempio, vede nei quattro mori una rievocazione dell’“età d’oro” dei Giudicati quando, prima dell’anno mille, la nostra isola era divisa in quattro
I 4 VOLTI DI UN’ISOLA La bandiera Sarda
storiche regioni e vantava un’indipendenza e un’organizzazione interna molto in anticipo sui tempi, per le forme di governo dell’epoca. A quel tempo risale anche la cacciata dei saraceni, evento che sarebbe quindi stato immortalato, simbolicamente, nel nostro stemma. Le vittorie nei confronti degli arabi invasori rappresentano comunque un vero e proprio filo conduttore nelle ipotesi formulate sull’origine dei Quattro Mori. C’è infatti chi sostiene che fu il Papa in persona, Benedetto VIII, a consegnare il simbolo ai pisani, in segno di benedizione, per il soccorso che prestarono alla Sardegna in occasione delle invasioni saracene. Non di rado, poi, la contrapposizione tra nativi dell’isola e saraceni genera racconti dal sapore leggendario, come quello del cavaliere vestito di luce, e dalla croce infuocata ardente sul suo
petto, che compare provvidenzialmente sul campo di battaglia spagnolo dove si scontrano, poco dopo l’anno mille, Pietro I d’Aragona contro i musulmani. Messi così in fuga i nemici, il sovrano dedica uno stemma crociato alla misteriosa figura, e vi fa incidere sopra i mori decapitati. In anni più recenti, la bandiera dei quattro mori è stata al centro di varie polemiche, spesso volte a una sua sostituzione, in altri casi mirate all’apporto di alcune modifiche. C’è, per esempio, chi ha sostenuto come, in tempi di multiculturalismo e globalizzazione, un simbolo come quello sardo possa essere lesivo dell’identità dei popoli di colore o, più in generale, della dignità del mondo arabo. Non sono mancate proposte riguardanti possibili sostituti: dalle ormai popolarissime statue di Monti Prama, con i loro occhi fissi e concentrici impressi nella pietra, alla Quercia del Giudicato di Arborea, in seguito assurta a stemma della Provincia di Oristano. L’unica modifica operata sulla bandiera, sul finire del secolo scorso, riguarda però l’orientamento dei mori, che oggi guardano verso il lato opposto all’inferitura. Finora, comunque, niente sembra essere riuscito a scalfire la forza di un’icona che, indipendentemente dalla sua origine, è ormai endemicamente entrata a far parte della nostra isola e della cultura mediterranea.
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i 5 LUOGHI
più infestati DELLA
SARDEGNA
Il Castello dei Malaspina. Bosa
di Marco Scaramella Le storie di fantasmi non ti fanno paura ma, addirittura, ti intrigano? Allora mettiti comodo perché pare che presenze inquietanti e sinistre abitino in manieri, castelli e in antiche ville, proprio qui in Sardegna. Sono numerose, infatti, le storie di fantasmi che popolano il folclore sardo e prendono origine da fatti realmente accaduti che si mischiano a leggende popolari vecchie di secoli. Non so se visitando questi siti avrete un’esperienza paranormale ma, di sicuro, potrete scoprire luoghi affascinanti e ricchi di storia. Il Castello di Medusa è da sempre al centro di leggende che lo vogliono popolato di spiriti maligni, forse per l’aspetto poco rassicurante delle sue rovine. Si trova tra Samugheo e Asuni, nell’oristanese. La leggenda narra di Medusa che, salita al trono di Sardegna, viene sconfitta da Perseo che, dopo averla decapitata, riparte per la Grecia con la sua testa. Forse questa storia va a sovrapporsi con la famosa vicenda della
Gorgone, narrata dalla mitologia greca. Ciò che è certo è che, secondo la leggenda, lo spirito di Medusa infesterebbe ancora il luogo a protezione del tesoro appartenuto alla regina. Il Maniero di Casteldoria svetta sulla pianura del Coghinas. Si trova vicino a Santa Maria Coghinas, in provincia di Sassari. Dell’antico castello, oggi rimane solo un’imponente torre che custodirebbe il prezioso tesoro della famiglia Doria. La leggenda narra di una strega che si innamorò del signore del castello, l’Ammiraglio Andrea Doria. La strega, non riuscendo a conquistare il suo amore nemmeno con le più potenti pozioni, gli rivelò che sarebbe morto quando un verde esercito avrebbe assediato il castello. In primavera la strega trasformò l’erba della valle in cavalieri e l’ammiraglio, che a quella vista ricordò la profezia, si gettò da una delle torri del castello. Secondo la leggenda quell’esercito fantasma presidia ancora il maniero a difesa del ricco tesoro.
Il Castello dei Malaspina si trova nel suggestivo borgo di Bosa. Costruito nel 1112, il castello è famoso per essere un esempio di architettura civile e militare del medioevo sardo e per essere… infestato dai fantasmi. La leggenda racconta che il Marchese Malaspina, accecato dalla gelosia e convinto di essere stato tradito, tagliò le dita delle mani alla sua bella moglie ed uscì lasciando la Marchesa a dissanguarsi sul pavimento. Successivamente, il Marchese venne messo agli arresti per l’atrocità compiuta mentre, si dice, che lo spirito della povera donna vaghi ancora tra le mura del castello, incapace di trovare pace. L’Ex-Lazzaretto di Cagliari è stato costruito nel XVII secolo. Costruito nel 1600 per ospitare i malati di peste diventa ospedale nel 1720. Oggi vi si svolgono eventi culturali. Questo luogo pieno di storia nasconde un terrificante segreto. Infatti, secondo i racconti popolari, la struttura sarebbe la dimora di un’anima errante. Pare che ci siano testimonianze di persone che hanno
visto lo spirito di un bambino dispettoso giocare a prendere a calci un teschio, accendere e spegnere le luci e suonare degli strumenti musicali che facevano parte dell’allestimento di una mostra. Sul Castello di Quirra si raccontano molte storie, ma la più misteriosa rimane quella che ha come protagonista Donna Violante Carroz, Contessa del castello di Quirra. Il castello si trova a pochi chilometri da Villaputzu e fu costruito nel XII secolo. Dell’antica costruzione, ora rimangono solo dei ruderi raggiungibili per via di una ripida salita. A Donna Violante, vissuta tra il 1450 ed il 1500, viene affibbiato dalle cronache l’appellativo di “sanguinaria” e viene descritta come un’avida assassina. Infatti, pare che abbia fatto impiccare l’allora parroco di Quirra solo perché contrario alla sua clandestina relazione amorosa. Secondo la leggenda morì gettandosi nel vuoto dal punto più alto del castello. Si dice che molti abbiano udito i lamenti dello spirito della donna che vaga ancora per le rovine della fortezza.
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#shMAG seh 7 di Manuel Di Cristo «Gruppo Espresso comunica di aver sottoscritto un accordo per l’affitto per tre anni della testata La Nuova Sardegna a favore della società DBInformation SpA di Roberto Briglia e Gianni Vallardi. L’operazione si inserisce nel piano di deconsolidamento teso a garantire il rispetto delle soglie di tiratura previste dalla normativa in vigore, nella prospettiva della futura integrazione con La Stampa ed Il Secolo XIX. Il Gruppo Espresso ritiene che l’intesa raggiunta sia la migliore per garantire un solido futuro alla testata». Con questo comunicato, pubblicato in data 28 ottobre 2016, è stata reso ufficiale il nuovo corso de La Nuova Sardegna, il Giornale che racconta – ormai da oltre un secolo – la cronaca e le vicissitudini quotidiane della Sardegna. Un nuovo inizio per la Testata isolana (col cambio di gestione avvenuto a partire dal primo dicembre 2016) figlio di un evento importante nel mondo dell’editoria nazionale, ovvero la fusione di Itedi (Italiana editrice s.p.a) con il Gruppo Espresso, che sarà resa operativa in questo primo trimestre dell’anno; un’operazione che se da un lato ha creato il gruppo leader dell’informazione in Italia (quotidiani come Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX sono ora nelle mani di un unico editore), dall’altro ha dovuto fare i conti con le regole che disciplinano la concorrenza nel settore. Il limite normativo del possesso del 20% della tiratura complessiva dei giornali nazionali cozzava con quel 23% di mercato detenuto dal nuovo polo editoriale; così, di fronte alla scelta di cedere (temporaneamente o in via definitiva) alcuni “pezzi” della Società o ridurre la tiratura del 3%, il Gruppo Espresso ha optato per la prima soluzione: le cessioni hanno
La Nuova Sardegna alla DB Information Per i prossimi tre anni il quotidiano sassarese sarà gestito dalla Società di Briglia e Vallardi.
riguardato - oltre La Nuova Sardegna - Il Centro, La Città di Salerno e l’Alto Adige. DBInformation, nuovo editore del Quotidiani sardo, è una content company specializzata nella comunicazione B2B e nei servizi a supporto delle strategie di business, costituita dall’integrazione di diverse realtà: DBI Publishing, Italian Gourmet, Mi-
mesi, Telemat, DBI Eventi. DBI Publishing è presente sul mercato con numerose testate professionali nei settori Automotive (Car Carrozzeria, Parts, Parts in officina, Parts Truck) Arredobagno (Il Bagno Oggi e Domani), Plastica (Plast, IT Plast) Energie Rinnovabili (The Next Building), Installazione Elettrica (GIE il Giornale dell’installatore elettrico) e
Idrotermosanitaria (TIS – il Corriere Termoidrosanitario), Meccanica (Tecnologie Meccaniche – Sistemi per Produrre, ITMT – Italian Technology Machine Tools), Serramenti e Facciate (Nuova Finestra, Finestra & Retail) e Vetro (Rivista del Vetro). Italian Gourmet pubblica testate e libri di enogastronomia come Grandecucina, Il Pasticcere, Il Panificatore Italiano o Il Gelatiere Italiano; Mimesi, invece, è una società attiva nei servizi di rassegna stampa, brand monitoring e reputation management. Telemat si configura come una società di servizi che offre una banca dati per il settore degli appalti in Italia; DBI Eventi, infine, è la divisione del Gruppo attiva nell’organizzazione di eventi in ambito professionale. L’87% dell’Azienda è controllata dalla BVMultimedia di Roberto Briglia e Gianni Vallardi, nomi importanti nel campo dell’editoria nazionale: il primo è stato, tra le altre cose, manager di Mondadori e direttore di Panorama ed Epoca; il secondo ha rivestito gli incarichi di amministratore delegato di RCS quotidiani e di direttore generale del Gruppo 24 Ore (fino al 2012). Nel giorno in cui la DBInformation subentrava al Gruppo Espresso, i due manager - unitamente al direttore de La Nuova Andrea Filippi sono stati accolti dal Sindaco Nicola Sanna a Palazzo Ducale. L’incontro è stata l’occasione per approfondire da un lato la conoscenza del nuovo corso del Quotidiano sassarese e dall’altro per presentare la città, le sue problematiche, le politiche dell’amministrazione comunale ma anche la storia cittadina; una storia che La Nuova Sardegna ha riportato giorno dopo giorno e della quale rappresenta una pagina importante.
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David Bell
LA DINAMO NON TROVA CONTINUITÀ! Due nuovi acquisti per raddrizzare la rotta.
di Erika Gallizzi. Foto: Luigi Canu La Dinamo Banco di Sardegna Sassari non riesce a trovare serenità. Quando sembra che possa sorridere, arriva subito la mazzata che la rimette ko. Il mese di dicembre ha portato alla squadra di coach Federico Pasquini due vittorie e tre sconfitte, tra campionato e Fiba Basketball Champions League. Un rendimento altalenante, non solo tra una partita e l’altra, ma anche all’interno del singolo match, con il Banco in un perenne “su e giù”, come fosse sulle montagne russe. Dopo una brutta sconfitta rimediata a Brindisi (61-76), contro l’ex amato coach Meo Sacchetti, la Dinamo è inciampata sul campo dello Zielona Gora (78-81) in coppa e si è poi ripresa con Trento (69-66) e lo Szolnoki Olaj (9788), cadendo nuovamente a Capo d’Orlando (65-72), qui contro un altro amatissimo ex, Drake Diener. In generale, oltre all’ormai famoso terrore nell’affrontare i finali punto a punto, c’è da sottolineare anche la mancanza di
“killer instinct” del Banco e la grande difficoltà a mantenere i vantaggi, a volte anche buoni, che accumula anche a pochi minuti dalla fine delle partite. In alcuni momenti, la Dinamo stacca proprio la spina. Tutte situazioni probabilmente figlie non solo di disequilibri tecnici, a cui la società ha provato (e continuerà a provare?) a porre rimedio, ma anche di una condizione mentale che sembra sempre precaria, con la squadra mai tranquilla. Un’annata piuttosto difficile, che va a braccetto con la scorsa, in cui si stenta a decollare, la squadra è soggetta a critiche e che ha già richiesto degli interventi sul mercato. In casa Dinamo sono, infatti, arrivati due nuovi giocatori, un play-guardia ed un pivot, con Darius Johnson-Odom che si guarda intorno, pronto a partire. I volti nuovi sono quelli di David Bell e Gani Lawal, quest’ultimo fermato da un infortunio praticamente subito. David Bell, trentacinquenne statunitense di Oakland, ha iniziato la stagione in Germania, nel Phoenix Hagen, squa-
#shMAG seh 9 dra in cui ha militato nelle ultime cinque stagioni. Nel primo scorcio di questa annata, in dieci partite giocate, ha fatto registrare cifre piuttosto altisonanti: 18.3 punti, 3.2 rimbalzi e 6.1 assists per gara. Porta con sé grande esperienza, nella sua lunga carriera ha vestito anche le canotte della squadra finlandese Kouvot, della francese Chalons-Reims, della svizzera Neuchatel, dell’olandese Groningen e ha poi giocato in D-League, USBL e CBA. Si dice che il suo lungo “peregrinare” nel segno della palla a spicchi possa concludersi proprio a Sassari. Ottimo tiratore dalla linea dei 6.75, è abile anche in penetrazione e, in attacco, è in grado di guidare la squadra. Buone qualità anche in fase difensiva. Per lo spot di “5”, il Banco ha scelto invece Gani Lawal, già cercato in passato e vicinissimo alla firma un anno fa, quando poi all’ultimo momento “virò” sul Milano, scelta per lui poco fortunata dal momento che, complice anche un infortunio con conseguente operazione chirurgica ad una mano che ne rallentò la preparazione, andò via molto presto. Giocatore d’area di grande atletismo, mano non educatissima, può dare un grosso aiuto a rimbalzo e far divertire il pubblico con qualche giocata “aerea” spettacolare. Ha giocato nello Zielona Gora, in Cina nel Xinjiang Flying Tigers, poi in Francia allo Chorale Roanne. Visto in Italia per la prima volta a Roma nella stagione 2012/13, chiusa con medie di 13.7 punti e 8.4 rimbalzi. Ha poi proseguito la sua carriera ancora in Cina ed in Lettonia, per poi approdare per la prima volta a Milano nel 2013-14. Poi ancora Trabzonspor, D-League, il breve ritorno a Milano, prima di iniziare questa stagione a Cantù. Per quanto riguarda le partenze, il presidente Stefano Sardara ha dichiarato che nessuno verrà mandato via, ma andrà via solo chi lo chiede. E questa sembra la situazione di Darius Johnson-Odom, pare per problemi di ambientamento soprattutto da parte della famiglia. Sono circolate voci sulla volontà di andare via anche per quanto riguarda Tau Lydeka, anche se al mo-
mento tali voci sembrano sopite. Sembra sulla definitiva via del miglioramento il rendimento di Trevor Lacey, mentre Josh Carter mostra una doppia faccia, alternando, in linea di massima, brutte prestazioni in campionato a buone in coppa. Il mese di gennaio sarà un mese importante per la Dinamo: in campionato terminerà il girone di andata, quindi si conosceranno le otto partecipanti alla Coppa Italia, che si disputerà a Rimini dal 17 al 19 febbraio, mentre per quanto riguarda la Champions finirà la regular season. Alla seconda fase accederanno le prime quattro squadre dei cinque gironi insieme alle quattro migliori quinte; di queste, le migliori otto (ovvero le prime classificate dei cinque gironi e le tre migliori seconde) si qualificano direttamente al secondo round dei playoff, mentre le altre sedici si affronteranno nel primo round. Le otto perdenti il primo round, avranno accesso alla seconda coppa, la Fiba Europe Cup. Sia per quanto riguarda la prospettiva di giocare la Coppa Italia che per ciò che concerne la prosecuzione del cammino in Champions, il Banco è, attualmente, tutt’altro che sereno. E il mancato accesso sia alla Final-8 di Coppa Italia che alla seconda fase della coppa europea, sarebbero dei colpi durissimi viste le mire iniziali della società. Gli impegni non saranno semplici. In campionato, i biancoblù saranno di scena sul campo della Reyer Venezia, poi in casa con Caserta (giornata che segnerà la fine del girone d’andata), a seguire faranno visita alla Openjobmetis Varese, prima di ospitare la GrissinBon Reggio Emilia. Il 15 il campionato osserverà un turno di riposo, in quanto la data era stata inizialmente riservata all’evento dell’All Star Game, poi annullato. In Champions League, invece, dopo la pausa natalizia, la Dinamo terminerà la prima fase ospitando l’AEK Atene, poi sarà di scena in casa del Besiktas Istanbul e del MHP Riesen per concludere al PalaSerradimigni con il Partizan Belgrado. Ovvero, sfiderà le attuali migliori quattro squadre del girone. I PROSSIMI INCONTRI DI CAMPIONATO 14a Giornata - 1° gennaio ore 18:15 Umana Reyer Venezia - Banco di Sardegna SS 15a Giornata - 8 gennaio ore 12:00 Banco di Sardegna SS - Pasta Reggia Caserta 1a Giornata ritorno- 22 gennaio ore 18:15 Openjobmetis Varese - Banco di Sardegna SS 2a Giornata ritorno - 29 gennaio ore 18:15 Banco di Sardegna SS - Grissin Bon RE I PROSSIMI INCONTRI DI CHAMPIONS LEAGUE
Trevor Lacey
Game 11 - 4 gennaio ore 20:30 Banco di Sardegna SS - AEK Atene Game 12 - 11 gennaio ore 18:00 Besiktas Istanbul - Banco di Sardegna SS Game 13 - 17 gennaio ore 20:00 MHP Riesen - Banco di Sardegna SS Game 14 - 25 gennaio ore 20:30 Banco di Sardegna SS - Partizan
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Il dentista risponde Curiosità sul mondo odontoiatrico
Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferimento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on-line argomenti clinici ed extra-clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.
Il Protossido e la cura senza ansia e dolore. Per anni e anni, ancora ora è molto comune nelle persone, il dentista è riconnesso a livello psicologico ad aspetti negativi come il dolore, lo stress, l’ansia, la paura. Devo ammettere che un po’ del nostro ce l’abbiamo messo noi come categoria, ma il resto è dovuto ad un profondo aspetto della psiche che vede nella bocca e nei denti un santuario privato che non andrebbe violato. Mi sono accorto di questa cosa tanto tempo fa, quando per la prima volta mi sono avvicinato alla realtà pratica della professione, parlando con i pazienti in poltrona. Questa vera e propria fobia andava affrontata e superata quasi ogni appuntamento prima di poter operare, cosa che
costava molta fatica e tempo sia a me sia al paziente. Pian piano, per fortuna, con l’esperienza ho elaborato tutta una serie di strategie e piccoli trucchi che aiutano a diminuire questa paura nella persona che ha bisogno di cure odontoiatriche, ma una grande svolta è stata l’introduzione della Sedazione Cosciente o Analgesia Sedativa. Questa tecnica utilizza una miscela di ossigeno e protossido di azoto che, somministrata per inalazione tramite un’apposita mascherina, induce nel paziente un senso di benessere e rilassamento. Dopo pochi minuti dall’inalazione di tale miscela, le paure iniziano a svanire, l’ansia viene annullata, si viene pervasi da
un senso di benessere e il paziente è tranquillo e pronto a collaborare con il dentista. Durante tutta la durata del trattamento il paziente rimane peraltro cosciente. Una volta conclusa la seduta in poltrona, si passa all’ossigeno puro per qualche minuto, fino a quando non svanirà l’effetto dell’altro gas. In tal modo il paziente risulta in grado di tornare a casa in condizioni fisiche e psichiche ottimali, senza nessun tipo di effetto secondario come quando si hanno parti del viso “addormentate” a causa dell’anestesia tradizionale. Altro aspetto interessante è che il protossido d’azoto è un gas senza alcun tipo di tossicità, non provoca allergie né irritazioni, inoltre ha il
vantaggio di non essere metabolizzato a livello sistemico e di essere eliminato solo a livello respiratorio. La sedazione cosciente può essere utilizzata nella maggior parte degli interventi odontoiatrici come le detartrasi, le protesi, le estrazioni, l’implantologia e la chirurgia parodontale. Inoltre, visti i suoi innumerevoli vantaggi, questa metodica può essere utilizzata anche sui piccoli pazienti dai sei anni in poi, evitando traumi psicologici che si trascineranno negli anni a venire, non diventando adulti odontofobici. Instaurare fin da piccoli un buon rapporto con il dentista, effettuando anche solo dei controlli, è la chiave per vivere più serenamente il rapporto con la nostra figura professionale una volta cresciuti. Ad ogni modo persone odontofobiche che, in preda all’ansia e alla paura, non si recavano dal dentista oggi grazie all’analgesia sedativa possono avere un sorriso sano e curato senza sentire alcun dolore e senza nessun tipo di ansia ed angoscia. Inoltre il dentista si trova a curare dei pazienti che sono sicuramente più calmi e collaborativi e con cui, quindi, può lavorare più serenamente e liberamente. Quindi si può certamente dire che l’analgesia sedativa ha portato ad un notevole miglioramento nel rapporto tra paziente e dentista, aspetto cruciale nel successo delle terapie. Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@shmag.it.
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TUPAC SHAKUR Solo Dio può giudicarmi di Diego Bono Può un abitante della Sardegna incontrare la New York underground degli anni ‘90, il gangsta rap, le sanguinose faide tra East Coast e West Coast americane, la lotta eterna tra i rapper Tupac e Notorious B.I.G., i ghetti afroamericani del Bronx e del Queens e lo sfogo di un’intera generazione in una musica che denuncia le discriminazioni sociali? Antonio Solinas, sceneggiatore di fumetti sassarese già presente in queste pagine con il fumetto “Amazzoni”, attuale editor di Panini Comics, nonché esperto ed appassionato del mondo “Hip Hop” (scrittore specializzato per diverse riviste d’argomento e curatore
dell’edizione italiana 2015 della graphic novel di Ed Piskor “Hip Hop Family Tree”) ci riesce egregiamente con il suo fumetto Tupac Shakur: solo Dio può giudicarmi. Antonio Solinas alla scrittura e Paolo Gallina alla matita (disegnatore e illustratore, vincitore del concorso internazionale del Treviso Comic Book Festival 2013) ci regalano 120 pagine di intrattenimento fumettistico che illustrano e riassumono la complicata vita del noto rapper afroamericano Tupac Shakur (ai più conosciuto anche come “2Pac” o “Makaveli”) attraverso una narrazione in terza persona semplice, ma mai banale, intervallando a quest’ultima dialoghi “veri” che non scadono necessariamente nello “slang da strada” forzato, ove non sia prettamente necessario. Il narratore misterioso, attraverso le sue didascalie, ci conduce in un viaggio che ha origine proprio nel 1969, illustrando le lotte della madre del rapper newyorkese, Afeni Shakur Davis, attivista a fianco del movimento rivoluzionario afroamericano delle “Pantere Nere” in modo tale da calarci ed esporci un background chiaro e ben definito: i ghetti delle metropoli americane e la vita dei suoi abitanti alle prese con l’emarginazione sociale da parte dei bianchi, con la polizia violenta e razzista e con il degrado e la povertà che infestavano (e infestano) le periferie. La graphic novel, che mescola sapientemente il carattere documentaristico a quello del racconto, anche grazie ai disegni che sfruttano un forte contrasto chiaro-scuro, dai tratti semplici, ma definiti che evidenziano i particolari e ad un’impaginazione delle vignette rigida e classica che aiuta la narrazione, approda ben presto violentemente nella vita del rapper. Tupac Amaru Shakur (1971-1996) è stato più personaggio che musicista. Fortemente collegato all’attivismo politico, Tupac, amante di Shakespeare e moderno poeta maledetto, si scopre rapper grazie all’aiuto degli amici di sempre, il celebre gruppo hip hop “N.W.A”, divenendo ben presto quintessenza stessa del “gangsta rap”, elevando a life model il suo noto “Thug Life” (riferendosi alla vita di chi riesce a emergere partendo da zero) e denunciando al microfono e a colpi di rima le ingiustizie sociali della propria gente chiedendo disperatamente maggiori diritti civili verso le popolazioni di colore.
Ma la figura del cantante è immediatamente soppiantata da quella, se possibile ancor più famosa, del “soldato di strada”: amico dei più violenti gangster di New York, diversi arresti per spaccio e rapine a mano armata, in perenne lotta con la polizia, tanto che nell’ottobre del ’93 viene arrestato per aver sparato a due poliziotti fuori servizio, Tupac (assieme all’ex amico fraterno Notorious B.I.G.) è soprattutto celebre per aver dato vita alla più sanguinosa faida che la storia moderna americana ricordi. Due fazioni contrapposte di rapper provenienti delle due coste americane smisero di combattersi a colpi di testi, scendendo per le strade armati e riversando sangue nei ghetti; la rivalità tra West Coast ed East Coast (capitanata dallo stesso Amaru Shakur) si trasformò in una vera e propria guerra urbana. La graphic novel del duo di artisti, che combina con consapevolezza leggende metropolitane e informazioni biografiche, giunge a noi a venti anni di distanza dalla misteriosa e forse inevitabilmente violenta morte del rapper, vittima a soli 25 anni di un omicidio mai chiarito da parte di un enigmatico carnefice a Las Vegas il 13 settembre 1996, lasciando al mondo il ricordo di un artista maledetto, simbolo della cultura nera, e che, comunque sia, ha donato a tutti la capacità di lottare e imporsi sempre contro le ingiustizie.
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inSardegna... I migliori eventi di Gennaio 13 GENNAIO: Cagliari al Bflat, ore 22:00. Concerto Ian Shaw. Olbia al Cine Teatro Olbia, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Il più bel secolo della mia vita” testo e regia di Alessandro Bardani e Luigi Di Capua.
31 DICEMBRE. Concerto di Franco Battiato
31 DICEMBRE: Sassari in Piazza d’Italia, ore 22:30. Concerto Raphael Gualazzi, Beppe Dettori e dj set Pille. Alghero al Porto - Banchina Dogana, ore 22:00. “Cap d’Any 2017”: Dj set Rebeca Tresor a seguire concerto di Lara Taylor & Ibiza Bandit Band e spettacolo pirotecnico. Castelsardo in Piazza Nuova, ore 24:00. XVI edizione “Capodanno in Piazza”: spettacolo pirotecnico a seguire concerto di Franco Battiato. Olbia in Piazza Mercato, ore 24:00. Concerto del rapper En?gma e dj set Pippo Palmieri. 3 GENNAIO: Sassari al Palazzo Infermeria San Pietro, ore 16:00-19:00. “Piccoli Chef a Natale“. 4 GENNAIO: Sassari al Palazzo di Città, ore 21:00. Spettacolo di danza “Frida”. Cagliari al Bflat, ore 22:00. Concerto Ryan Kilgore - Stevie Wonder Saxphone.
14 GENNAIO: Cagliari allo Spazio OSC. III edizione “Le Meraviglie del possibile”, Festival Internazionale di Teatro, Arte e Nuove Tecnologie. Nuoro al Teatro Eliseo, ore 20:30. Spettacolo "Iscaminaut o del figlio improdigo" della Compagnia Teatrale “Barbariciridicoli”. 16 GENNAIO: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Non ti pago” di Eduardo De Filippo, regia Luca De Filippo. 19 GENNAIO: Nuoro al Teatro Eliseo, ore 20:30. Spettacolo "Ormai sono una Milf" con Angelo Pintus. Ozieri al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Serata di Gala” con la partecipazione delle étoiles del balletto di Cuba Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzalves. Dal 19 al 21 GENNAIO: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 21:00. Stagione del teatro contemporaneo: “Pirandello - Ora pro nobis” con Nunzio Caponio, Monica Spanu e Angelo Trofa, regia Nunzio Caponio.
5 GENNAIO: Sassari al Palazzo Infermeria San Pietro, ore 16:00-19:00. “Piccoli Chef a Natale“. Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Notturno di donna con ospiti” di Annibale Ruccello, con Giuliana De Sio, regia Enrico Maria Lamanna. 5-6 GENNAIO: Sassari al Palazzo di Città, ore 21:00. “Aspirina a teatro con gli autori e special guest”. Dal 6 all’8 GENNAIO: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXVII Stagione di teatro per ragazzi: “Coppelia – Le grandi storie di Natale” de La Botte e il Cilindro, (5-14 anni). 8 GENNAIO: Alghero in Piazza Pino Piras, ore 18:30. “Alghero in Rock”, concerto rock con le band del territorio. 10 GENNAIO: Macomer all’ex Caserme Mura, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Inferno Novecento” con Sandro Lombardi e David Riondino, drammaturgia a cura di Fabrizio Sinis. Dall’11 al 15 GENNAIO: Cagliari al Teatro Massimo. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Non ti pago” di Eduardo De Filippo, regia Luca De Filippo. 12 GENNAIO: Sassari al The House of Rock, ore 20:00. Maurizio Casu & Gli Arroganti Live. Ozieri al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Inferno Novecento” con Sandro Lombardi e David Riondino, drammaturgia a cura di Fabrizio Sinis.
28-29 GENNAIO: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXVII Stagione di teatro per ragazzi: “Il lupo e l’agnello” de La Botte e il Cilindro, (5-14 anni). 30 GENNAIO: Macomer all’ex Caserme Mura, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Classe di ferro” di Aldo Nicolaj, con Paolo Bonacelli, Giuseppe Pambieri e Valeria Ciangottini, regia Giovanni Anfuso. 31 GENNAIO: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Classe di ferro” di Aldo Nicolaj, con Paolo Bonacelli, Giuseppe Pambieri e Valeria Ciangottini, regia Giovanni Anfuso.
Mostre Fino al 15 GENNAIO: Sassari al Palazzo della Frumentaria, ore 10:00/13:00 - 17:00-20:00 (mardom), chiuso lunedì. “Il Treno - Sogno... Gioco... Realtà e Carillon”. Mostra di collezionismo di trenini e carillon.
Fino al 5 FEBBRAIO. “Aligi Sassu. Orlando Furioso”
Dal 19 al 23 GENNAIO. "Ormai sono una Milf" con Angelo Pintus
20 GENNAIO: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Spettacolo "Ormai sono una Milf" con Angelo Pintus. Nuoro al Teatro Eliseo, ore 20:30. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Serata di Gala” con la partecipazione delle étoiles del balletto di Cuba Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzalves. Olbia al Cine Teatro Olbia, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello, con Nicola Michele. Dal 21 al 23 GENNAIO: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. Spettacolo "Ormai sono una Milf" con Angelo Pintus. 22 GENNAIO: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXVII Stagione di teatro per ragazzi: “L‘avventura di Hansel e Gretel” de L’Effimero Meraviglioso, (5-13 anni). Dal 25 al 29 GENNAIO: Cagliari al Teatro Massimo. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Amleto” di William Shakespeare, con Daniele Pecci e Maddalena Crippa, regia Daniele Pecci.
Fino al 5 FEBBRAIO: Cagliari all’EXMA, ore 9:00/13:00 - 16:00-20:00, chiuso lunedì. Mostra "Aligi Sassu. Orlando Furioso. Fantasie d’amore e di guerra”. Nuoro al MAN, ore 10:00/13:00 15:00-19:00, chiuso lunedì. Mostra "Soggettivo Primordiale": Un percorso nell’espressionismo tedesco attraverso le collezioni dell’Osthaus Museum di Hagen. Fino al 26 FEBBRAIO: Alghero a Lo Quarter, ore 10:00/13:00 - 17:00-20:00. Mostra "Antoni Simon Mossa 1916-2016”, percorso espositivo tra architettura e cinema. Fino al 12 MARZO: Cagliari al Palazzo di Città, ore 10:00-18:00, chiuso lunedì. Mostra “Segno e memoria nelle incisioni di Paladino”. Fino al 28 MAGGIO: Villanovaforru al Museo “Genna Maria”, ore 9:00/13:00 - 15:30-19:00, chiuso lunedì. “BU - Oltre le barzellette c'è un artista. Oltre il palcoscenico c'è un uomo”, mostra di Benito Urgu.
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LIBERTÀ DI ESSERE E DI VIVERE Simonetta Spiri, dopo il disco d’oro sogna Sanremo. di Daniele Dettori La raggiungiamo al telefono in una breve pausa dagli impegni che rendono fitta l’agenda delle sue giornate. Tra salotti televisivi, studi di registrazione e aerei che partono verso serate da tutto esaurito, per Simonetta questo è un momento d’oro, non a caso accompagnato dalla meritatissima vittoria proprio di un disco d’oro per il singolo L’amore merita, realizzato a quattro voci con le colleghe Greta Manuzi, Verdiana Zangaro e Roberta Pompa. Dolcezza e decisione emergono dalle sue canzoni come dalle sue parole, alle quali vi lasciamo. Ricordi il periodo in cui sognavi di cantare per professione? Certo, sognavo di fare la cantante fin da bambina. Piccolissima, già cantavo nella mia stanza, nel mio mondo di allora, pur essendo timida e affrontando questa timidezza che comunque è stata, in parte, anche la mia forza. Ho continuato a sognare
anche nell’età adolescenziale e, credendoci, è diventato il lavoro della mia vita e che io amo. Amici è stato il tuo trampolino. Le persone a te vicine accolsero bene la tua idea di partecipare o andasti contro il loro parere? Ho la fortuna di avere un famiglia che mi ha sempre sostenuto tantissimo e sono grata a mio padre e a mia mamma. Mio padre è sempre stato il mio primissimo manager: mi accompagnava a fare il piano bar, mi aiutava ad affrontare i momenti di dubbio (non perché non volessi fare la cantante ma perché, come ti ho detto prima, ero molto timida). Devo dire, però, che la sfida con Amici me la sono “imposta” da sola perché per due anni non andò a buon fine, e per qualche tempo abbandonai quella strada. Poi, anche per curiosità e avendo comunque acquisito una diversa consapevolezza, nel 2007 pensai di riprovare. Non appena arrivata a Cinecittà, l’entusiasmo di Maria De Filippi e degli autori mi fece capire che qualcosa di positivo stava funzio-
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nando. Andò bene ed è stata un’esperienza che non dimenticherò mai. Sono felice di averla fatta e la auguro a tanti giovani. C’è un aneddoto di quel periodo che ricordi con particolare piacere? Sicuramente la mia uscita da Amici. Ti sembrerà strano, eppure la ricordo con grande piacere perché per me è stato un momento bellissimo, un’emozione infinita. Cantai una canzone per me molto significativa: Occhi, di Zucchero, e feci un gesto importante proprio mentre cantavo, quasi inconsciamente. Portai la mano sul cuore di una persona proprio come se l’istinto mi avesse guidato verso il perdono. Essendo divisi in due squadre, anche quelli che all’interno della scuola avevano legato più di altri dovevano nominarsi e magari uscire. Alcuni di noi non la prendevano benissimo, soprattutto quando era un amico a nominarti o a volere la tua eliminazione. Così, in quel momento, l’istinto per la musica mi ha guidato a questo bel gesto che non dimenticherò mai. È stata un’uscita molto bella che mi rende orgogliosa di aver concluso quel percorso. Negli anni hai affrontato temi di grande importanza sociale con le tue canzoni: ce n’è uno che non hai ancora cantato ma che vorresti? Ho affrontato davvero tanti temi sociali, dalla violenza sulle donne al perdono, all’omofobia con L’amore merita che è anche stato disco d’oro e mi ha dato grandi soddisfazioni. Devo dire che per me è importante inserire il sociale all’interno delle canzoni utilizzando sempre parole semplici, mai complicate o difficili per chi ascolta. Devono essere parole che toccano il cuore, come è capitato soprattutto con L’amore merita. Credo che la musica, essendo un grande mezzo di comunicazione, possa aiutare tante persone le quali, magari, attraverso una canzone trovano un appiglio di salvezza. Le tematiche che tratto sono tante e quindi chi lo sa su cosa potrò cantare ancora. Devo dire che, ultimamente, ho pensato anche al bullismo perché è un argomento che si sta ripresentando un po’ troppo spesso, soprattutto nelle cronache degli ultimi tempi e alle volte mi fa star male. Credo che i ragazzi di oggi dovrebbero avere come esempio solo l’amore, dovrebbero condividere l’amore e non vivere discriminando o maltrattando i loro compagni. Sento spesso di casi che mi feriscono e quindi ecco, questa è una tematica. Chi lo sa, magari un domani la svilupperò. Parliamo de L’amore merita, il tuo ultimo grande successo.
L’amore merita si è appena aggiudicato il disco d’oro. Credo che l’unione abbia fatto davvero la forza per questo progetto di gruppo che ho portato avanti con Greta, Verdiana e Roberta. La canzone l’ho scritta insieme a Luca Sala e Marco Rettani. Si tratta di un brano per me molto importante contro l’omofobia. Un brano che racconta la libertà di potersi amare senza nessun pregiudizio e che si ricollega un po’ a quel discorso sul bullismo: ecco, non bisogna essere discriminati per nessun motivo. In questo caso ho voluto coinvolgere tre grandi artiste come appunto Roberta, Greta e Verdiana con le quali ho condiviso il progetto e devo dire che è andato molto bene, abbiamo da poco festeggiato insieme il disco d’oro ed è stato bellissimo. Queste sono le cose che nella vita ti fanno venire voglia di continuare a crederci sempre. E così è stato anche per L’origine, il recentissimo singolo che abbiamo cantato sempre a quattro e che è dedicato alla fragilità e insieme alla grande forza che hanno le donne. Qualche consiglio per un giovane che volesse seguire il tuo percorso? Essendo io uno spirito libero e ribelle, una cosa che consiglio in assoluto ai giovani è di essere sempre se stessi. In qualsiasi contesto. E se nella vita incontreranno qualcuno che cercherà di cambiare il loro essere o i loro valori dovranno imporsi per rimanere quello che sono, anche a costo di ritardare il percorso magari sul lavoro. Essere se stessi e continuare a fare quello che si ama è fondamentale, come l’essere consapevoli che non è un mondo semplice, di quelli dove ti viene dato subito lo slancio. Alle volte capita anche questo però non è sempre così. E forse è anche più costruttivo non avere tutto e subito, perché la fatica insegna a sudare quello che si sta guadagnando e che si otterrà. Lo si gusterà con più orgoglio. Un sogno che speri di realizzare? Un mio sogno grandissimo è quello di continuare a vivere di musica come già faccio e, perché no, calcare il palco dell’Ariston. Ci provo da anni (ride, ndr). E poi, sicuramente, avere una famiglia. Mi piacerebbe coronare il sogno di diventare mamma perché credo che sia una cosa bellissima e, da donna, lo dico davvero con estrema gioia. Mia mamma è la donna più importante della mia vita e mi piacerebbe poter essere anch’io, per i miei figli, quello che è mia mamma per me.
Simonetta con Verdiana, Roberta e Greta
ALGHERO
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Donne senza figli di Paola M. Ruiu Esistono concetti che in italiano non riusciamo a sintetizzare in un’unica parola e allora “rubiamo” termini da lingue straniere, spesso dall’inglese, ma non solo. In questo caso la lingua alla quale sono ricorse Marilisa Piga e Nicoletta Nesler, affermate documentariste, per definire il loro progetto, è il sardo. La parola è lunàdigas, pescata dall’ambiente pastorale della Sardegna che letteralmente tradotta significa “lunatiche”, ma in realtà ha un significato differente e più ampio: si usa per indicare le pecore che per una stagione o per tutta la vita non si riproducono. Le due autrici, l’una sarda l’altra altoatesina, hanno preso in prestito questa parola per dare il titolo al loro documentario nel quale trattano l’argomento delle donne che scelgono di non avere figli. Lunàdigas non è però solo il titolo, è a tutti gli effetti il nome che hanno deciso di dare e di darsi in quanto donne che si trovano in questa condizione. L’idea di questo lavoro nasce nel 2007 durante la premiazione di un
loro precedente documentario incentrato sulla vita di Maria Lai, “Inventata da un Dio distratto”, in quell’occasione la giuria espresse il desiderio di veder realizzato un film interamente dedicato alle donne firmato dalle due autrici. A quel punto, Marilisa e Nicoletta, partendo dalla propria esperienza personale di donne che non hanno avuto figli, decidono di mettere in scena questa realtà. Le due documentariste hanno esperienza ultra decennale e lavorano insieme da 25 anni, son partite dalla radio per poi passare all’audiovisivo e si son spese molto nell’ambito dell’inclusione sociale dei diversamente abili e della cultura; alcuni loro lavori, nei primi anni ’90, sono stati anche trasmessi dalla terza rete della Rai. Nonostante il bagaglio consistente che si portano dietro la produzione di Lunàdigas non è stata esente da difficoltà, la prima è stata quella di trovare finanziamenti per non dover ricorrere per l’ennesima volta all’autoproduzione, successivamente si sono interrogate sul come affrontare il tema. Il primo tentativo è stato fatto coinvolgendo amiche e
conoscenti che hanno però declinato l’invito a parlare davanti alla macchina da presa ritenendo l’argomento troppo delicato e personale. L’inizio è stato quindi scoraggiante, le autrici hanno perciò deciso di cambiare tattica, al posto di porre domande dirette hanno lanciato il tema e lasciato che le “intervistate” dicessero la loro. Non solo, visto che la situazione le coinvolge in prima persona, Marilisa e Nicoletta si sono esposte e, vincendo la timidezza dello stare davanti alla macchina da presa invece che dietro, compaiono nel film interagendo tra loro e fungendo da collante tra una testimonianza e l’altra. Il risultato è un flusso di pensieri espressi da donne talvolta sole, talvolta in coppia o in gruppo; donne comuni, ma anche ospiti eccellenti come la già citata artista Maria Lai, l’astronoma Margherita Hack, l’attrice Veronica Pivetti e la scrittrice e giornalista Lea Melandri. Le documentariste si sono divertite anche ad inventare le biografie di alcuni personaggi della storia, della letteratura e anche di fantasia come Coco Chanel, Lilith, Rosa Luxemburg, Giovanna
d’Arco e Barbie che raccontano i loro perché immaginari sul non aver avuto figli. Dai testi di Carlo Antonio Borghi e grazie alla voce della brava attrice Monica Trettel – interprete di queste donne famose anche nel film – è nata una trasmissione radiofonica intitolata “Monologhi impossibili”. Il documentario è una finestra su una delle innumerevoli sfaccettature del mondo femminile e vuole mettere in luce come la scelta di non avere figli non sia una condizione che si subisce passivamente, ma una decisione presa con coscienza. L’intento di attribuire un nome che accomuni queste donne non è, in questo caso, un modo per marcare le differenze, un’ulteriore e non necessaria divisione, non è neanche l’applicazione di un’etichetta. Per Marilisa e Nicoletta chiamarsi lunàdigas è un modo per riconoscersi tra simili più che un modo per presentarsi alla società. Il film Lunàdigas è in attesa di essere distribuito nelle sale, se volete seguire l’evolversi del progetto visitate il sito: www.lunadigas.com.
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Jobyourlife, il più grande Professional Network italiano Intervista al fondatore della startup, Andrea De Spirt. di Manuel Di Cristo Più di 1 milione di utenti registrati, oltre 150.000 colloqui di lavoro in quattro anni di attività e un recente aumento di capitale pari a 600.000 Euro: sono i numeri di Jobyourlife, creatura del giovane Andrea De Spirt, inserita tra le 14 startup europee più promettenti nel campo del recruiting da Mind the Bridge, per Openjobmetis. Attualmente la Startup conta 25 dipendenti, divisi tra l’ufficio di Milano – dove è concentrato il settore commerciale dell’azienda – e quello di Cagliari, a cui è affidato lo sviluppo e la programmazione del Portale. Una Linkedin italiana? Non proprio, come ha avuto modo di spiegarci il suo giovane fondatore. Andrea, come cambia la ricerca di un impiego con una piattaforma come la vostra? Che prospettive si aprono? Ancora oggi, in prevalenza, si va sui siti di annunci per candidarsi a delle offerte di lavoro ed è dunque il candidato che si propone alle aziende; questo sistema, a ben vedere, non è efficiente: i CV, spesso, non sono in
linea con le richieste dell’annuncio – con dispendio di tempo e di denaro per le aziende – e i candidati, dal canto loro, restano scontenti per ricerche di lavoro non andate a buon fine. Jobyourlife ha invertito questo processo: non è più il candidato che cerca l’azienda, ma l’azienda che cerca il candidato. La nostra piattaforma funziona attraverso un sistema di recruiting avanzato che si basa su ricerca semantica e geolocalizzazione: i candidati si registrano sul sito, caricano il loro CV e selezionano le città in cui sono disposti a lavorare; le aziende abbonate, invece, effettuano la ricerca del profilo inserendo vari filtri (formazione, competenze, città, ecc.) e il sito rimanda a profili di candidati in linea con la ricerca effettuata. Quando l’azienda contatta il candidato, quest’ultimo può accettare l’offerta oppure rifiutare senza alcun problema. Se si dice professional network, la mente porta subito a Linkedin. Eppure Jobyourlife non vuole essere, nelle vostre intenzioni, la sua risposta italiana; quali sono allora le principali differenze? La differenza più marchiana sta nel
fatto che Linkedin è in primis un professional network, è stato configurato come tale fin da subito; solo in un secondo momento si è evoluto timidamente in direzione del recruiting, con un sistema di selezione dei candidati piuttosto classico che a mio avviso non lo allontana dal progetto iniziale; Jobyourlife, invece, è sicuramente un professional network ma è proprio il suo sistema di recruiting l’elemento di novità, il nodo centrale della piattaforma. Altro aspetto, poi, è il target: Linkedin è prevalentemente rivolto al settore manageriale e ad una fascia d’età media; Jobyourlife, invece, si rivolge per lo più ai giovani, ai neolaureati, a coloro che sono meno inseriti nel mondo lavorativo o che hanno maggiori difficoltà a farlo. Avete due uffici di cui uno a Milano e uno a Cagliari: come mai la Sardegna e il suo Capoluogo, nello specifico? Molto semplice: nella zona di Cagliari c’è un polo tecnologico di altissimo livello e dei programmatori molto capaci. Grazie ad un mio contatto, alcuni di questi programmatori sono entrati nel nostro team e così
l’azienda ha a Milano il proprio settore commerciale mentre lo sviluppo e la programmazione dell’app avvengono appunto nel Capoluogo sardo. Sono tanti i giovani che vorrebbero scommettere su una loro idea, come hai fatto tu. Cosa consiglieresti a questi ragazzi? Una premessa è doverosa: oggi c’è un po’ la moda delle startup e tutti sono convinti che basti avere un’idea originale per poterne fondare una; ebbene, non è così. Ci vuole un’enorme fatica a portare avanti una start up, perché è di un’azienda che stiamo parlando, con tutte le responsabilità e i sacrifici che questo comporta. In secondo luogo, occorre sottolineare l’importanza del team: costituire un gruppo solido, competente e completo, sia per presentare un’idea che per porla in essere. Questo perché, come dicevo, l’idea da sola non è sufficiente e il team conta almeno quanto la bontà dell’idea che si intende sviluppare. Ti ringraziamo Andrea. Grazie a voi.
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in viaggio: alla scoperta di
TARRAGONA di Daniele Dettori Abbiamo conosciuto, lo scorso mese, la storia e i luoghi vissuti dalla celebre Eleonora d’Arborea. Questo mese riprendiamo i nostri viaggi andando a scoprire la terra che le ha dato i natali, nella Spagna orientale, sulla costa mediterranea. Ci spostiamo infatti in Catalogna, luogo antico e ricco di avvenimenti dove oggi, dopo alcuni decenni di quiete, è nuovamente molto sentito il richiamo dell’indipendentismo. Qui esiste un comune il cui enorme patrimonio archeologico gli è valso l’ingresso tra i siti considerati dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità. Siamo pronti per cominciare il nostro viaggio a Tarragona. Cosa vedere. Le bellezze architettoniche e monumentali di questa città sono tra le più positivamente recensite anche sul web. Passeg-
giando per le strade di Tarragona è facile capire come gli antichi romani prima e il cristianesimo poi abbiano forgiato la cultura in quest’angolo di penisola iberica, erigendo opere che conservano ancora oggi tutto il loro magnetismo. Si pensi, in questo senso, alle antiche mura romane che delimitavano la città e delle quali rimane oggi ancora qualche scorcio. Si tratta di imponenti lavori realizzati in epoche diverse. Le più antiche risalgono all’incirca a 200 anni prima di Cristo e, costruite in parte con muratura a secco e in parte con terrapieno, raggiungono un’altezza vicina ai 6 metri. Quelle più recenti risultano alte quasi il doppio e presentano uno spessore più grosso. Questo perché, nei secoli, l’inasprirsi delle lotte ha portato alla realizzazione di mura sempre più funzionali da un punto di vista difensivo, oltre che perimetrali
nella definizione dei confini cittadini. Sempre di epoca romana, ma quattro secoli più recente (siamo intorno al secondo secolo dopo Cristo), è l’anfiteatro all’interno del quale si affrontavano i gladiatori e venivano allestite lotte fra uomini e belve. E non potete perdere il Ponte del diavolo, un acquedotto costruito ad arcate su due piani, secondo l’uso romano, lungo poco più di 200 metri e perfettamente conservato. Il ponte, percorribile a piedi, regala una fantastica vista sulla valle che attraversa. Ma Tarragona è anche ricca di luoghi di culto e luoghi d’arte, non sempre nettamente distinguibili. Tra questi, per esempio, la bellissima Cattedrale di Santa Maria, costruita a partire dal 1171 seguendo gli stili gotico e romanico e al cui interno è contenuto anche il Museo Diocesano con i retabli lignei incastonati nelle pareti. Accanto alla Cattedrale è poi possibile visitare il Museo Biblico ricco di documenti e
reperti. Vi suggeriamo anche una visita alla necropoli paleocristiana, casualmente riscoperta e valorizzata nella prima parte del secolo scorso, e oggi diventata un museo che getta luce sui primi anni delle sepolture cristiane. Nei pressi della Cattedrale è possibile anche visitare i tanti mercatini che espongono al pubblico prodotti tipici locali, souvenir e chicche di vario genere. Naturalmente, essendo Tarragona affacciata sul mare, non possiamo non consigliarvi qualche giornata di relax su una delle sue bellissime spiagge. Platja del Miracle, per esempio, è una tra le più gettonate, con accesso diretto per le automobili e uno sfondo di alberghi e strutture turistiche. Più appartata e tranquilla è invece la caletta di Platja dels Capellans, dove gli scogli e la vegetazione circostante sono tipiche caratteristiche mediterranee per gli amanti della natura incontaminata. Cosa mangiare. La cucina tarragonese offre una varietà di prodotti tipicamente mediterranei, tra i quali spiccano l’ottimo pesce azzurro (reperibile appena pescato nel quartiere dei pescatori di El Serrallo) e le freschezze degli orti spagnoli. Non è difficile, a pochi passi dalle principali attrazioni che abbiamo descritto, trovare ristorantini dove, anche a poco prezzo, ci si può immergere nei sapori catalani. A questo proposito, La cassola de romesco è forse il piatto tipico per eccellenza: una zuppa di pesce ottenuta con merluzzi, seppie, calamari, vongole, scampi, gamberi e coda di rospo. La salsa romesco, invece, viene usata in molti piatti della cucina catalana, e si ottiene soffriggendo pomodori, peperoncini rossi secchi, aglio, frutta secca, olio e aceto, sale e pepe, e del pane tostato sbriciolato.
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S’Istoria: Trent'anni di musica
DI EMANUELA RAVOT FOTO DOMENICO RIZZO a famiglia Tazenda, così amano definirsi, festeggia 30 anni nel mondo della musica e lo fa nel modo che gli è più congeniale, con una raccolta antologica composta da tre cd. Il titolo del cofanetto è S’Istoria e raccoglie i primi tre album della band, ossia Tazenda, Murales e Limba, arricchiti dai brani più significativi del loro repertorio, nonché l’inedito Sa Oghe, dedicato ad Andrea Parodi. Gigi Camedda e Gino Marielli sono lo “zoccolo duro” del gruppo mentre, alla voce storica di Andrea, negli anni si sono succeduti diversi cantanti ed ora è Nicola Nite, al secolo Spanu, che dal 2013 canta con i Tazenda, completando il trio. Il gruppo rock-etnico è seguito dal 2007 da Luca Parodi, figlio di Andrea, che da dietro le quinte si occupa del management, dell’amministrazione, della logistica e della preparazione tecnica ed organizzativa dei tour. Com’è stato scegliere i cinquantadue pezzi della raccolta? Gino: È stata la Sony Music a voler pubblicare il cofanetto e ci ha
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richiesto di selezionare le canzoni da includere: sceglierle ha consentito di riflettere sulla nostra storia. La musica ci ha determinato la vita! Non so quanti altri lavori facciano questo. Comunque sono soddisfatto di tutto quello che è stato messo nei tre cd, forse manca solo qualcosa a cui sono affezionato personalmente. Gigi: In realtà, nel cofanetto vanno di pari passo gusto ed oggettività: ci sono le canzoni che il pubblico più ama e noi lo possiamo constatare dal vivo nei concerti. Un sacrificio più grande, si fa stabilendo i pezzi per le due ore di uno spettacolo; lì la scelta è più dura e restrittiva, così talvolta alcune canzoni le mettiamo in cantina ed altre le riportiamo alla luce, anche tra quelle che il pubblico ascolta e canta più volentieri. Come ricordate i primi tempi? Gigi: Come un’avventura iniziata tantissimi anni fa! La storia è quella, ormai nota, di tre ragazzi molto molto giovani che si sono formati suonando in un garage come le band dell’epoca; avevamo tanti sogni e la testardaggine che contraddistingue noi sardi, così abbiamo iniziato a modellare e a dare forma a questi sogni e al nostro sound. Per me personalmente la musica è stato il primo amore: avevo nove anni quando mia madre mi regalò una chitarra... avevo già dato segni di squilibrio!
Vi chiedete mai perché siete ancora sul palco dopo tanti anni? Gigi: Certo, perché il pubblico è come il popolo: è sovrano! Anche crudele a volte, e se non piaci alla gente scendi dal palco. Noi siamo ancora qui perché abbiamo qualcosa da raccontare, riusciamo ancora a divertirci facendo musica e lavoriamo per trasmettere queste emozioni. Insomma, c’è comunicazione tra noi e il pubblico. Gino: Per essere ancora qui abbiamo anche studiato tanto perché avere l’idea giusta più volte nella vita, non è solo una fortuna bisogna anche saperla cogliere e trasformarla in realtà. Cosa vi accomuna? Gino: Sembra che fosse scritto che noi dovevamo fare questa cosa insieme. Questo lavoro ti realizza ma devi crescere sempre: leggere, diventare una persona informata e più colta. In comune, io e Gino, abbiamo la mentalità di essere curiosi su tutto e il coraggio di esplorare non solo la musica ma anche in tutte le altre discipline. Ci appassioniamo a cose diverse, per esempio Gigi ama lo yoga, io leggo solo spiritualità indiana ma mi piace anche il calcio… Gigi: Sì, chi fa il nostro lavoro deve apprendere da tutto; imparare, filtrare e poi proporlo al pubblico, anche dai giovani si può imparare!
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E Z NDA A T
Che poi sono anche parte del vostro pubblico… Gigi: Ci seguono in molti e raccontano che fin da piccoli ascoltavano i Tazenda, in auto con i loro genitori! Raccontate una terra di cui essere fieri e anche le copertine dei vostri CD hanno un rimando sempre vivo alla cultura sarda. Gigi: Con lo spettacolo Arkeos abbiamo girato la Sardegna per due anni con cento spettacoli, raramente accade che un tour possa durare
tanto, abbiamo presentato la nostra terra, archeologicamente molto ricca, in maniera moderna durante questi concerti, con proiezioni e la nostra musica. Luca: La copertina di S’Istoria è una T stilizzata, ispirata alla protome taurina con i colori della Torres e del Cagliari, anche in Arkeos sono riconoscibili i simboli della sardità; per crearle attingiamo sempre da un bacino di giovani sardi promettenti e professionali, valorizzando le risorse e le competenze locali.
In tanti anni di lavoro avete realizzato anche ottime collaborazioni... Gigi: Tutte belle esperienze ma lavorare con De André è stato indimenticabile. La prima volta stavamo registrando in uno studio di Recco, patria della farinata e della focaccia genovese, anche Fabrizio registrava lì e venne a cantare con noi; invece, per la collaborazione sul testo di “Pitzinnos in sa gherra” andammo all’Agnata. Una persona speciale Fabrizio: estremamente semplice ma uomo di spessore, sentivi “il peso” della sua cultura che lui però non ti faceva pesare! Gino: Spesso le collaborazioni sono arrivate in momenti cruciali per il gruppo. Siamo una fucina di grandi cantanti che fanno un pezzo di strada con noi e poi volano via: con Andrea abbiamo condiviso l’euforia degli esordi, con Beppe abbiamo vinto due dischi d’oro e venduto 150.000 copie. Ma il cambiamento è sempre crisi! Forse abbiamo un angioletto che ci manda una freccetta con un aiutino al momento giusto! Abbiamo avuto la fortuna che quando c’è un cambiamento arriva sempre qualcos’altro: così con Beppe Dettori è arrivato l’incontro con Eros Ramazzotti; con l’ingresso di Nicola Nite abbiamo fatto: Cuore e vento con i Modà. Insomma, l’importante è che dopo la crisi si ritrovi sempre nuova armonia. Nicola come sei arrivato nei Tazenda?
Nicola: Da ragazzino, essere un cantate e un musicista non era nei miei progetti, io mi divertivo a fare il chitarrista di una band ma volevo fare giurisprudenza: diventare un giudice o un magistrato. Poi continuando a suonare ho scoperto questa passione e non ho fatto altro che coltivarla, rischiandoci su, con tanti sacrifici. Ho vissuto molto tempo in Egitto e ho suonato con Smaila in giro per il mondo; poi accade che se uno crede nei propri sogni e nelle proprie capacità raggiunge sempre qualche risultato e nel gennaio 2013 sono entrato ufficialmente nella band dei Tazenda. La scommessa era: chissà se il nuovo cantante s’integrerà con il gruppo. Ho dovuto prendermi cura di una storia “devastante” costruita sulle voci di Andrea e Beppe; ho dovuto reinterpretare, io non sono un imitatore, ho fatto le cose come le fa Nicola! Il futuro dei Tazenda? Nicola: Intanto, lavorare ad un disco di inediti che spero uscirà nei primi mesi del 2017 e realizzare un video e un allestimento super tecnologico. Poi il futuro lo vedo con i Tazenda, anzi, il futuro sono i Tazenda! Il 12 gennaio i Tazenda saranno all'Auditorium Parco della Musica di Roma con un'imperdibile concerto live in cui rivisiteranno la loro musica in chiave acustica. Si ringrazia il Comune di Porto Torres e la Soprintendenza ai Beni Archeologici di Sassari e Nuoro.
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seh #shMAG Foto: Corrado Garau
L’ECCIDIO DI BUGGERRU: di Nike Gagliardi Si chiamavano Felice Littera, Salvatore Montixi e Giustino Pittau. Diedero le loro vite in quella fatidica domenica di settembre di centododici anni fa quando, insieme a molti altri minatori, decisero di incrociare le braccia e opporsi a quelle condizioni di lavoro disumane che li abbruttivano ogni giorno di più. Teatro dei fatti fu Buggerru, piccolo centro dell’Iglesiente abbarbicato alla roccia e affacciato su un mare da cartolina: agli inizi del ‘900 il piccolo borgo veniva chiamato “petit Paris” a causa della presenza dei dirigenti della società mineraria francese Societé des mines de Malfidano che si erano trasferiti lì con le loro famiglie. Alla loro ristretta élite si contrapponeva la numerosa schiera dei minatori sardi, la cui manodopera veniva pesantemente svalutata. Sottoposti a turni di lavoro massacranti e spesso testimoni della morte dei loro colleghi durante i frequenti incidenti sul lavoro, i buggerrai che prestavano servizio in miniera si unirono nella Lega di Resistenza di Buggerru. Si trattava di un movimento che prefigurava l’inizio di una nuova presa di coscienza e gettava le basi del sindacalismo in Italia, deputando a incubatore del fenomeno un piccolo paese in una delle regioni più selvagge della Sardegna.
I primi scioperi ebbero luogo all’inizio del 1904: gli operai, uniti, chiedevano un incremento delle paghe e condizioni di lavoro più eque. L’incidente in cui persero la vita quattro minatori il 7 maggio dello stesso anno contribuì a surriscaldare ulteriormente un’atmosfera in cui piovve, come una beffa, la circolare emanata il 2 settembre: in essa si comunicava che, dal giorno successivo, la pausa tra i due turni di lavoro, quello mattutino e quello pomeridiano, sarebbe stata ridotta di un’ora. Fu la goccia che fece traboccare un vaso già stracolmo di frustrazione e il 4 settembre gli operai si riunirono di fronte alla sede della direzione generale della miniera a sostegno della vertenza presentata dalla delegazione sindacale. La richiesta, da parte dei titolari della ditta, di un intervento di repressione da parte dell’esercito fu accolta e due compagnie del 42mo Fanteria apparirono dal nulla e fecero fuoco sulla folla che, alla vista dei soldati, aveva iniziato a tirare pietre. Oltre ai tre giovani caduti, molti altri vennero feriti. All’episodio fa riferimento anche Giuseppe Dessì, nel capolavoro Paese d’ombre, in un passaggio in cui viene sottolineato il tentativo da parte delle autorità di cancellare dalla memoria collettiva il sanguinoso evento:
Foto: Corrado Garau
Per non dimenticare.
“I sassi ormai cadevano fitti quando, nel panico di un istante che sarebbe difficile scomporre nella sua fulminea successione cronologica, qualcuno, rimasto sempre sconosciuto, diede un ordine secco ed energico che i soldati eseguirono automaticamente. Come un solo uomo si fermarono, puntarono a terra il calcio dei fucili, inastarono la baionetta; poi con un gesto rapido, sicuro, fecero scorrere il carrello di caricamento, misero la pallottola in canna. Non tutti lasciarono partire il colpo, ma molti lo fecero e furono soddisfatti del loro gesto. Quella cartuccia li avrebbe salvati. Più tardi, durante l’inchiesta, risultò che i fucili avevano sparato da soli e che le autorità ignoravano che i soldati avessero le giberne piene di cartucce.” Oblio e ridimensionamento dei fatti non ebbero però la meglio: poco
tempo dopo, anche a Castelluzzo, in Sicilia, una contestazione contadina fu soffocata nel sangue dai carabinieri. La gravità dei due episodi spinse le forze sindacali dell’epoca a indire il primo sciopero generale nazionale in Italia. Oggi, a distanza di più di un secolo dall’eccidio di Buggerru, il suo permanere nelle nostre coscienze è più importante che mai: in un’epoca in cui il mercato del lavoro è stagnante e incapace di soddisfare le necessità di singoli e famiglie, si è sempre più portati, in cambio della chimera di un impiego che forse potrà protrarsi per un mese o un anno in più, ad accettare condizioni di lavoro inique, a sminuire diritti faticosamente conquistati e a far sì che quelle vite, spezzate in un desolata mattina di settembre, continuino a spegnersi invano.
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Guida ai locali
Un caffè o un pasto veloce! SA SSA R I Bar Capital
Snack Bar.Ristorante
Via Mosca, 19. 392/9701310 Barberry’s Mondo Gelato
Snack Bar.Gelateria
Via Roma, 18. Nessuno Bidda Bar
Wine Bar.Birreria
Piazza d’Italia, 7. 338/7684283 Cafè Garibaldi 2.0
Snack Bar
Emiciclo Garibaldi, 25. 327/9907897. Nessuno Cafè Set
Snack Bar.Ristorante
Via Roma, 4. 340/4060745. Nessuno Caffè del Corso
Snack Bar.Ristorante
Corso Vittorio Emanuele II, 17. 079/232470. Domenica Caffè Duemila
Snack Bar.Ristorante
Via Amendola, 70. 320/7619908. Nessuno Caffè Italiano
Snack Bar
Via Roma, 38. 328/0057291. Domenica Caffè Lounge P
Snack Bar.Ristorante
Galleria Tanit. 079/262519. Nessuno Caffè Metrò
Snack Bar
Emiciclo Garibaldi, 5. Domenica Caffè Mokador di Monserràt
Snack Bar.Ristorante
Galleria Monserràt. 079/219182. Nessuno Caffetteria Montegrappa
Snack Bar.Ristorante
Via Monte Grappa, 70. 079/4924129 - 333/7182726 Cantina Mazzotti
Snack Bar.Ristorante
Caffetteria.Pasticceria
Snack Bar
Snack Bar.Ristorante
Predda Niedda Strada 2. 079/2670000. Domenica Joy Joy’s Cafè
Snack Bar.Ristorante
Via Coradduzza, 45. Nessuno Jro Caffè
Snack Bar.Tabacchi
Via Carlo Fadda, 14. 079/2857065. Nessuno Kill Bill Bar
Cocktail Bar.Bruschetteria
Via Tempio, 46. Nessuno. Live music Lotus Cafè
Snack Bar
Via Attilio Deffenu, 46. 329/3542205 Manhattan Cafè
Caffetteria.Ristorante
Via Perantoni Satta, 23. 347/1036274. Domenica Millenovantotto
Caffetteria.Ristorante
Piazza Fiume, 10. 348/6111879 Wine Bar.Ristorante
Via Roma, 97. 079/280905. Domenica Snack Bar.Ristorante
Viale Trento, 1. 392/1422592. Domenica Omar Cafè
Via Enrico Costa, 45. 079/239340. Nessuno Cicchetto
Il Posto di Altogusto
Moliendo Cafè
Largo Cavallotti, 15. 333/7306177. Domenica Chocol’Art
Cocktail Bar
Piazza Tola, 9. 391/4981685. Nessuno
Mocambo Caffè
Piazza Mazzotti, 3. 393/2367636. Domenica Cesi’s Bakery
Il Caimano Distratto
Wine Bar
Snack Bar.Ristorante
Via Giagu, 1. 349/1036822 Selfie Caffè
Piazza Fiume, 1/b. 347/7805196 Coco Loco Cafè
American Bar.Ristorante
Shardana
Via Roma, 170. 079/281521. Domenica Davidson Cafè
Snack Bar.Ristorante
Snack Bar.Birreria
Via Asproni, 6/a. 328/2679594 Solin
C.C. La Piazzetta. 079/260458. Nessuno Cortesantamaria. 079/200185. Nessuno E Allora?!
Caffetteria
Via Tempio, 39/f. 331/9807282
Snack Bar.Ristorante
Via Vardabasso, 5/b. 079/280953. Nessuno Snack Bar.Ristorante
Sweet Cafè
Snack Bar.Ristorante.Torteria
Via Verona, 31. 079/275394. Nessuno
Via Pasquale Paoli, 33. 079/4126756. Domenica
Family Cafè
Tris Bar
Snack Bar.Tabacchi.Ricevitoria
Via Carbonazzi, 18. 079/274247. Domenica Lotto, Totocalcio, Superenalotto, Totip
Snack Bar
Via Tempio, 17. 079/271240 Vanilla Cat
Caffetteria.Pasticceria
Via Alghero, 24. 327/5470727
ALGH ERO 7000 Caffè
Snack Bar.Pranzi Veloci
Via XX Settembre, 94. Domenica sera
BAR . TAVOLA CALDA RICEVITORIA
....................................................
Via Caniga, 1 . Sassari q 079 262519
Alguer Caffè
Snack Bar.Gelateria
Via Don Minzoni, 4. 079/5622648. Nessuno Alice Cafè
Snack Bar.Tabacchi
Via Vittorio Emanuele, 84. 347/6606954. Domenica Alma Cafè
Snack Bar
Via Sassari, 113. 331/8676057 - 392/3062720. Dom Anbarok
Via Garibaldi, 7. 079/4924493. Giovedì
Snack Bar.Gelateria
BAR | RISTORANTI | PIZZERIE | PANINOTECHE | PUB | GASTRONOMIE | GELATERIE | PASTICCERIE | CLUB Tito’s
Cocktail Bar
Via Libio, 1. Nessuno Tropical
Lounge Bar
Lungomare Balai, 70
SENNO R I & SO R SO British Cafè
Snack Bar
Via Tiziano, 7 - Sorso. Domenica Buena Vista Cafè
Snack Bar
Via Cottoni - Sennori. 079/362273. Lunedì Cafè Cattari
Caffetteria
Via Marina, 37 - Sorso. 079/3055088. Lunedì Boba Caffè
Snack Bar
Via XX Settembre, 132/b. 079/9893054. Nessuno Cafè Chez Michel
Snack Bar
Piazza Sulis, 2. 349/0584508. Nessuno Cafè Latino
Snack Bar
Bastioni Magellano, 10. 079/976541. Nessuno Cafè Royal
Snack Bar.Pasticceria
Cafè Cortina
Snack Bar
Via Roma, 173/a - Sennori. Martedi Ibiscus Cafè
Snack Bar.Paninoteca
Via Cottoni, 17 - Sennori. 079/361512. Nessuno Mary’s Bar
Snack Bar.Gelateria
Via Roma, 137 - Sennori. Live music Paradise Cafè
Snack Bar
Via XX Settembre, 187. 338/8618533. Nessuno
Via Roma Superiore, 160 - Sennori
Cake Cafè
Zanzibar
Caffetteria.Pasticceria
Via Planargia, 12. 079/985173 - 338/5411372. Lunedì Caton Club
Lounge Bar.Ristorante
Via Lamarmora, 48. 346/6883909. Nessuno. Live Music Ciau Ciau
Snack Bar.Focacceria
Piazza Sulis, 8. Nessuno Cyrano
Wine Bar.Libreria
Dove mangiamo?
Via Vittorio Emanuele, 11. 079/9738303. Domenica La Pantera Rosa Cafè
SA SSA R I Snack Bar
Via Asfodelo, 9. 348/1445906. Domenica
Asterix
L’Altra Vineria
Wine Bar
Via Principe Umberto, 68. 079/6014954. Nessuno Lu Barril
Via Mazzini, 7. 079/4803101. Nessuno Snack Bar
Largo San Francesco, 16. 333/7677465. Nessuno Via XX Settembre, 2/4. 346/5944925. Live music
Ristorante.Pizzeria
Via Torre Tonda, 24/26. 079/232777. Nessuno Braceria Mangiafuoco
Snack Bar.Ristorante
Via Asfodelo, 21. 079/4128420
Bisteccheria
Via Catalocchino, 8/a. 347/4294090. Lun, Mar, Mer Casablanca Kebab
Perbacco
Snack Bar.Ristorante
Via Garibaldi, 29. 079/952421. Nessuno
Kebaberia
Via IV Novembre, 26. 320/2861780. Nessuno Cut & Grill
Red Passion
Snack Bar
Via Gramsci, 2. 079/4121489. Nessuno. Live music Slow Bakery
Caffetteria.Torteria
Via Cagliari, 30/32. 079/9104755. Nessuno
PO R T O T O R R ES Bar Galleria
Snack Bar
Via Sassari, 61. 079/9145349. Domenica Black Ark
Cocktail Bar
Piazza del Comune. 345/9783010. Nessuno. Live music Cristallo
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Predda Niedda Strada 18. 333/6801975. Nessuno Borgo di Torre Tonda
Snack Bar.Ristorante.Pizzeria
Papallero
Pizzeria.Snack Bar.Tabacchi
Via Buddi Buddi, 54/56. 079/316263. Giovedì Black Stone
Mignò
Pizzeria.Paninoteca
Via Sardegna, 3. 079/200075. Consegna domicilio Bar Graziella
Caffetteria.Ristorante
Orange
Snack Bar
Via Roma, 64 - Sennori. 349/7274524
Snack Bar.Pasticceria
Piazza XX Settembre, 12/14. 079/514909. Lun sera. Live music Falò Cafè
Snack Bar.Ristorante
Via Mare, 12. 079/5902793. Domenica Gatto Nero
Via Amsicora, 28. 348/8802084. Nessuno
Snack Bar.Pub
Bisteccheria
Via Predda Niedda, 19. 346/1298121. Domenica El Burladero
C.C. La Piazzetta. 079/262211. Nessuno
Ristorante.Pizzeria
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seh #shMAG Villa Gorizia
Ristorante.Pizzeria
Via G. De Martini, 79. 079/398351. Domenica. Live music
ALGH ERO Al Refettorio
Ristorante
Vicolo Adami, 47. 079/9731126. Nessuno Al Vecchio Mulino
Ristorante.Pizzeria
Via Don De Roma, 3. 079/977254 Alguer Mia
Ristorante.Pizzeria
Via Cipro, 17. 079/9739883. Nessuno. Consegna domicilio Bontà Sarda
Ristorante.Pizzeria
Via Don Minzoni, 183. 079/984860. Consegna domicilio Gambrinus Pub
Pub.Birreria
Viale Trieste, 6. 347/7021854. Martedì Il Posto
Ristorante.Pizzeria
Via Enrico Costa, 16. 079/233528 iPub
Pub.Birreria
Via Duca degli Abruzzi, 23. 079/274977. Lunedì La Gemma del Vesuvio
Trattoria.Pizzeria
Piazza Colonnello Serra, 9. 344/1338228. Lunedì La Maison
Ristorante
Via Tola, 5 (Reg. Tingari). 079/218947 - 328/9323109 La Perla Rosa
Ristorante.Pizzeria
Via IV Novembre, 63. 079/281255. Mar. Consegna domicilio La Pinta
Ristorante.Pizzeria
Via Saffi, 27. 079/236903. Martedì. Consegna domicilio L’Asfodelo
Ristorante.Pizzeria
Via Roma, 134. 079/272826. Nessuno
Cucina Marinara
Via Cagliari, 13 (Mercato Civico). 334/2742322. Lunedì Castell de Càller
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Via Joan Mirò (Loc. Taulera). 079/9891026. Lunedì Ches Sardegna
Ristorante.Pizzeria
Via XX Settembre, 150. 079/6140990. Nessuno Ci Voleva
Spaghetteria
Via Nuoro, 6. 340/1402124 - 348/2395831. Nessuno Clamar
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Via Pola, 21 - Fertilia. 380/6429771. Nessuno CriBu’s
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Via Valverde, 42. 079/982890 - 348/9687244. Nessuno Da Bruno
Ristorante
S.S. S.M. La Palma - Fertilia. 079/930098. Nessuno Demodè Bistrot
Ristorante.Pizzeria
Via Veneto, 2. 079/985194. Martedì. Consegna domicilio El Trò
Le III Colonne
Pizzeria.Paninoteca
Via Muroni, 21/c. 079/4922326. Nessuno. Consegna domicilio Mò… pizza!
Ristorante.Pizzeria
Piazza Musu Martini, 2 - Li Punti. 079/399399. Martedì Panefratteria
Cucina Tipica Sarda
Via Carlo Alberto, 2. 079/9330921. Lunedì
Ristorante.Pizzeria
Lungomare Valencia, 3. 339/2086484. Nessuno Fronte del Porto
Ristorante.Snack Bar
Via Asfodelo, 47. 079/9739501. Domenica Il Capricorno
Pizzeria.Paninoteca
Via Diez, 60. 079/986225. Mer. Consegna domicilio Il Corallo
Retrò
Pizzeria
Via Canopolo, 2/a. 079/231211. Lunedì
Ristorante.Pizzeria
Via Kennedy, 20. 079/982772 - 328/8054588. Martedì Il Pavone
Ristò Park
Ristorante.Pizzeria
Predda Niedda Strada 32. 392/8243808-9. Nessuno San Sebastian
Boqueria
Ristorante.Pizzeria.Griglieria
Via Giorgio Asproni, 18. 079/273749. Gluten free Spaghettoria S’Artea
Ristorante
Piazza Sulis, 3. 079/979584 Ko’ De Kàp
Cucina Giapponese e Vegetariana
Via Asfodelo, 31/37. 079/6011367. Nessuno La Lanterna
Spaghetteria
Ristorante.Pizzeria
Via Giovanni XXIII, 82/a. 079/978556. Lunedì
Via Arborea, 2/b. 079/4922209 - 392/7683669. Domenica
La Lepanto
Speed Date
Via Carlo Alberto, 135. 079/979116. Nessuno
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Ristorante
Predda Niedda Strada 8. 079/262520. Nessuno St. Joseph Pub
Pub.Pizzeria.Paninoteca
Via Giorgio Asproni, 20/22. 079/272455. Nessuno Tavernacolo
Bruschetteria.Paninoteca
Via Attilio Deffenu, 20. 342/9403542. Nessuno The alla Menta
Cucina Marocchina
Via Muroni, 28. 079/4923327 The Jesse James Saloon
Pub.Birreria
Il Vialetto. 079/262077. Nessuno. Karaoke Tritus
Ristorante.Pizzeria
Via Asproni, 2. 079/274052. Nessuno Ultimo Piano
Piazzale Segni, 9. 079/2858460. Nessuno
Ristorante.Pizzeria
CUCINA TIPICA SARDA Via Kennedy, 27 a/b - Alghero
348 0171332 079 4125748 www.trattorialasaletta.com
chiuso il lunedì
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¿ Chiusura i Informazioni aggiuntive
SENNO R I & SO R SO Da Vito
Ristorante
Loc. Badde Cossos - Sennori. 079/360245. ¿ Lunedì Girasole
Ristorante.Pizzeria
Via Roma Inferiore - Sennori. 347/1416411. ¿ Mercoledì La Cantera
Ristorante.Pub
Via Roma, 145 - Sennori. 349/3018347. ¿ Martedì Zanzibar 2
Ristorante.Pizzeria
Via Roma, 197 - Sennori. 079/361036
La Saletta
Cucina Tipica Sarda
Via Kennedy, 27/b. 079/4125748 - 348/0171332. ¿ Lunedì La Sartoria del Gusto
Take away o domicilio
Trattoria.Pizzeria.Wine Bar
SA SSA R I
Piazza Duomo, 2. 079/974475. ¿ Martedì Le Nouveau Gourmand
Tavola Calda.Gastronomia
Via Asfodelo, 43. 079/9739506
Agorà
Pizzeria.Gastronomia
Via Mazzini, 2/e. 079/233796. ¿ Nessuno. i Consegna domicilio
Lo Smeraldo
Pizzeria
Via Carbonia, 36. 079/5907611. i Consegna domicilio Lu Furat
Al Caminetto
Pizzeria
Via Mastino, 23. 079/280727. ¿ Dom. i Consegna domicilio Pizzeria
Via Columbano, 8. 079/9736052. ¿ Nessuno
C’è Pizza per Te
Pizzeria.Paninoteca
Via Napoli, 6/b. 079/2826049. i Consegna domicilio
Miramare
Pub
Lungomare Dante, 20. 079/6140634. i Live music Nautilus
Ellas
Gastronomia Greca
Via Usai, 33. 079/9103745. ¿ Lunedì Ristorante
Via Maddalenetta, 4. 333/4300979
Farina D’oro
Pizzeria
Viale San Francesco, 33. 079/4802384. i Consegna domicilio
Pasta & Co…
Ristorante
Fior di Pizza
Pizzeria.Paninoteca
Largo San Francesco, 6. 079/9105739. ¿ Nessuno
Via Pasquale Paoli, 1. 079/9102546. ¿ Lunedì
Peix
I 4 Mori
Ristorante.Snack Bar
Via Giovanni XXIII, 3. 079/4121412. ¿ Nessuno
Pizzeria.Paninoteca
Via Carlo Felice, 20. 079/273548. ¿ Lunedì
The Mill Inn
Pub.Cocktail Bar
Via Maiorca, 37. 079/4460265. ¿ Nessuno
I Pini 2
Pizzeria
Via G. Deledda, 157. 392/6768487. ¿ Mar. i Consegna domicilio Il Vagabondo
Pizzeria
Via Perantoni Satta, 1. 079/271939. ¿ Lun. i Consegna domicilio
PO R T O T O R R ES
Il Veliero Babbai
Ristorante.Pizzeria
Pizzeria
Via Ciriaco Carru, 2. 079/240443. ¿ Lun. i Consegna domicilio
Vicolo Cabitta. 079/515896 - 338/3609378. ¿ Mercoledì
Il Viadotto
Da Cellino
Via degli Astronauti, 1/c. 079/6013372. ¿ Domenica
Ristorante.Pizzeria
Via Balai, 61. 079/5046024. ¿ Martedì. i Consegna domicilio Da Teseo
Ristorante.Pizzeria
Via dell’Autonomia, 4. 079/508106. ¿ Giovedì Fuori Orario
La Divina
Pizzeria
Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia
Via Chiarini, 1. 079/2590063. i Consegna domicilio La Scacchiera
Pizzeria.Paninoteca
Pizzeria
Via Giagu, 17. 079/2829023. ¿ Lun. i Consegna domicilio
Piazza XX Settembre, 7. 079/513616. ¿ Mercoledì
Lady Pizza
Il Corallo 2
Via G. Bruno, 5 - Li Punti. 348/9928201. i Consegna domicilio
Ristorante.Pizzeria
Pizzeria.Paninoteca
Via Lungomare Balai, 2/a. 079/9401201 - 339/5640157. ¿ Lun
Marvi&Co.
Il Gobbo
Via Cesaraccio, 37. 079/4128421. i Consegna domicilio
Ristorante
Pizzeria
Via Sassari, 57. 079/512464 - 328/1326331. ¿ Mercoledì
Nanni’s Pizza
La Rosa Dei Venti
Via Marghinotti, 36. 079/244896. i Consegna domicilio
Ristorante.Pizzeria
Pizzeria.Paninoteca
Via Ettore Sacchi, 20. 079/502590. ¿ Nessuno
On The Road
Li Lioni
Via Mazzini, 13/a. 079/235296. ¿ Domenica
Cucina Tipica Sarda
S.S. 131 km 224,4. 079/502286. ¿ Nessuno Pepito Pizza
Pablirus Pizzeria.Paninoteca
C.so V. Emanuele, 158. 079/5048034 - 392/1880422. ¿ Mar Piazza Garibaldi
Ristorante.Pizzeria.Steak House
Piazza Garibaldi, 13. 079/501570. ¿ Nessuno Sa Mesa
Via E. Sacchi, 3. 340/4126848. ¿ Lunedì
Gastronomia.Paninoteca
Trattoria.Pizzeria
Pizzeria.Gastronomia
Piazza Università, 7. 389/2070572. ¿ Nessuno Paolino
Gastronomia.Paninoteca
C.C. La Piazzetta. 079/262252. ¿ Nessuno Cortesantamaria. 079/233921. ¿ Nessuno Pianeta Pizza
Pizzeria
Via Attilio Deffenu, 5/b. 079/2006777. i Consegna domicilio
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S&H MAGAZINE Anno XXII - N. 244 / Gennaio 2017
EDIZIONE SASSARI
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Pizza Bis
Pizzeria
Pizza Bis 2
Pizzeria
Via Florinas, 6. 079/242442. Nessuno. Consegna domicilio Pizzeria Emiciclo
Direttore Responsabile MARCO CAU Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE Hanno collaborato a questo numero: DIEGO BONO, LUIGI CANU, MORENA DERIU, DANIELE DETTORI, MANUEL DI CRISTO, NIKE GAGLIARDI, ERIKA GALLIZZI, GIUSEPPE MASSAIU, EMANUELA RAVOT, PAOLA M. RUIU, MARCO SCARAMELLA, ROBERTO TRONCI
Redazione Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 mail: redazione@shmag.it
Aperto tutti i giorni
Via Dessì, 7. 079/276160. Nessuno. Consegna domicilio
Pizzeria.Paninoteca
C.so Margherita di Savoia, 37. 079/6012557. Lunedì Pizzeria Gnam Gnam
Via Brigata Sassari 71 Sassari | Tel. 079 232406 Gelato senza zucchero Gelato vegano Crepes Gelato alla soia Semifreddi Assortimento di tè e cioccolate Bio
Pizzeria
Via Monsignor Saba, 3/a. 380/8991503. Domenica Pizzeria Helena
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Via Zanfarino, 2/f. 079/272341. Nessuno. Consegna domicilio Pizzeria Luna e Sole
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Via De Andrè, 19. 079/299930. Consegna domicilio Poker Pizza
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Via Ortobene, 8. 079/2598282. Mar. Consegna domicilio Prof. Pane Grosso
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Paninoteca
Via Roma, 118. 079/2670032. Nessuno Spizzati
Pizzeria
Viale Italia, 51. 079/6040195. Lun. Consegna domicilio Vulcano
Speedy Gonzales
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Antica Norcineria Il Simposio
Gastronomia
Via Gioberti, 34. 331/2493083. Nessuno
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Pizzeria
Via Fiorentina, 73 - Sorso. 079/350193. Consegna domicilio
Da Bakery
Focacceria
Via Mazzini, 29. 320/8659778 Pizzeria.Paninoteca
Via Don Minzoni, 102. 079/6011160. Pizze senza glutine La Nuova Delizia
Pizzeria
Harley Pizza
Pizzeria
Via Roma, 159 - Sennori. 079/362346 Pizzeria 2000
Pizzeria
Via Roma Inferiore, 60 - Sennori. 079/362271. Lunedì
Via Goceano, 15. 079/985082. Lun. Consegna domicilio La Perla Nera
Pizzeria.Gastronomia
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Via Oristano, 13/15. 079/9739132. Consegna domicilio
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La Piadina del Pozzo
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Pizzeria
Via Fiorentina, 42 - Sorso. 079/350502
Ichnos Express
Social & Web
SEN N ORI & SORSO Arte Pizza
editoria.pubblicità.grafica grafica
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Pizzeria.Paninoteca
Via Libio, 75. 079/5047066. Consegna domicilio
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esse&acca Stampa Tipografia TAS S.r.l. - Sassari
Pizzeria.Paninoteca
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PUBBLICITÀ tel. 335.722.60.54
Pizzeria
Via Luna e Sole, 1/e. 079/291084. Consegna domicilio
Piadineria.Paninoteca
Via Minerva 25. 079/4921239. Mar. Consegna domicilio L’Angolo della Pizza
Qualcosa di dolce? SASSARI
Pizzeria
Via Mazzini, 83. 342/5030447. Consegna domicilio Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Sassari al n° 324 del 8.7.1996. Copyright © 2016. È vietato riprodurre disegni, foto e testi parzialmente e totalmente contenuti in questo numero del giornale.
Lu Vorru
Pizzeria
Gelateria Bosisio
Via La Marmora, 69. 079/974811. Consegna domicilio
Via Brigata Sassari, 71. 079/232406. Nessuno
Pata Pizza
Pagoda
Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia
Via degli Astronauti, 2/b. 079/291272. Lunedì
Pizzeria De Gasperi
Pasticceria Sias
Via Baldinca, 67 - Li Punti. 079/399310 - 393/9242341. Lun
Tria Street Food
Slurp
Gastronomia
El Mariachi
TAZENDA Foto di Domenico Rizzo
Gelateria
Piazza Castello, 4/b. 079/236075. Nessuno
PO R TO TO R R ES
in Copertina
Pasticceria
Via De Gasperi, 38/b. 079/9332832. Consegna domicilio Via Misericordia, 23. 347/5992956
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Pasticceria
P.zza Ginnasio. 079/975177. Mer. Consegna domicilio Pizzeria.Paninoteca
Gelateria
ALGH ERO Cucina Messicana
Ciro
C.so V. Emanuele, 140/a. 079/4920715. Lunedì
Via Sassari, 35/b. 079/979960. Lunedì
La Stella
Le Dolci Creazioni di Steffy
Pizzeria.Paninoteca
C.so V. Emanuele, 115. 079/5048324. Consegna domicilio L’Angolo
Via Amsicora, 26. 320/0952420
Pasticceria
Via delle Baleari, 14. 392/0914990. Lunedì
Pizzeria.Paninoteca
Via Sassari, 85. 345/8845887 Mordi&Via
Pasticceria
Gastronomia.Paninoteca
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