S&H Magazine n. 257 • Febbraio 2018

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Professione gentleman

di Manuel Di Cristo «Mi sono sempre sentito diverso dagli altri, desideravo distinguermi, essere il puntino nero in un’enorme parete bianca, insomma volevo essere notato perché dentro di me era enorme la voglia di farmi conoscere, di mostrare di quanta bellezza fosse ricco il mio cuore»; a giudicare dagli oltre 53 mila follower su Instagram, Enrico Salis – alias Henry Beard – sembra aver imboccato la giusta strada per raggiungere il suo obiettivo. Ma chi è Henry Beard? Enrico è un modello/fashion influencer, vocazione che tende a separare nettamente da quella dei fashion blogger: «loro sono persone che hanno un blog e che descrivono un outfit; a me piace scrivere in un articolo, raccontare, far sì che la persona rimanga attaccata alla

Foto Emanuele Novelli

HENRY BEARD

Foto Emanuele Novelli

Foto Gianmichele Manca

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sedia, coinvolgerla nella descrizione; un po’ come un libro con introduzione, trama e chiusura, condito da sentimenti e trasporto emotivo». Sul suo blog (perlabarbadienrico.com) e su Instagram (@enrico_salis) è possibile ammirare i suoi scatti, dove la protagonista assoluta è la folta barba: «avevo 11 anni quando vidi una foto di mio padre, vestito elegantemente e con una splendida barba; me ne innamorai al punto che dissi a me stesso “Enrico, un giorno anche tu avrai una barba così”». Invece Enrico si trasforma in Henry Beard solo 4 anni fa, quando in visita a Firenze rimane colpito da alcuni uomini vestiti con gusto e con una bella barba curata; scocca nuovamente la scintilla, l’idea del bimbo di 11 anni si concretizza e – con essa – si infittisce l’attività sui social, lavori saltuari da modello, le collaborazioni con

brand più e meno noti. In mezzo a tutto questo anche un’ospitata su RAI 1 a “Unomattina”, una piccola parte come attore nella serie “Maggie & Bianca Fashion Friends” (trasmessa su Rai Gulp) – dove interpreta la parte di un giudice in visita presso l’Accademia di Maggie e Bianca – e alcuni spettacoli con la compagnia teatrale “Gli Investigatori”, prima del rientro in Sardegna dove oggi divide il suo tempo tra la sua passione per la moda e la professione di addetto in ambito commerciale. Enrico, anzi Henry Beard, si definisce un “esteta totale”, un amante della bellezza tout court: «tutto ciò che è bello merita di essere apprezzato, perché ciò che è bello – a mio parere – è oggettivamente bello, prescinde dal gusto; il fascino, al contrario, è tutta un’altra cosa, perché ciò

bar ristorante pizzeria Speed Date Sassari Predda Niedda Bricoman

Sassari - Predda Niedda Strada 8 traversa fianco

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dal lunedì al venerdì

che rileva non è un fattore estetico ma quella particolarità che rende – agli occhi di ognuno – bello ciò che bello non è». Ed un concetto distorto di bellezza hanno – a parere di Enrico – coloro che comunemente definiamo “fashion victim”, ovvero persone che «per essere alla moda ne diventano vittime, accettando passivamente la legge dettata da una fashion week col solo scopo di sentirsi parte di qualcosa, di un gruppo»; pecore bianche insomma, lontane dall’indole da pecora nera di Enrico. Una pecora nera che la moda l’ha sempre amata, fin da quando era ragazzo, molto prima dunque dell’invenzione del personaggio di Henry Beard: «gli scatti, gli outfit, la voglia di mostrarmi e condividere con gli altri la mia vocazione da esteta sono qualcosa che mi è venuto spontaneo fin da subito, come se la moda fosse nelle mie corde da sempre. In fondo, ero barbuto anche quando non portavo la barba perché comunque il mio stile, l’immagine da gentleman barbuto, è stato solo un rendere manifesta un’identità che ho sempre avvertito mia». Non mancano idee e progetti per il futuro ma Enrico è uno che ama tenere i piedi per terra; d’altronde, malgrado un buon riscontro sui social, ha dovuto fare i conti con un pizzico di sfortuna che talvolta gli ha sottratto la possibilità di prendere parte ad alcuni percorsi artistici, come il film diretto da Fausto Brizzi “Poveri ma ricchissimi”: «avrei dovuto avere 2 ruoli: il ladro in una scena, il cameriere in un’altra; la scena del ladro è stata tagliata e, a causa dell’infortunio sul set dell’attore che avrebbe dovuto recitare nella seconda scena, anche quest’ultima». Niente drammi comunque: di opportunità, per un gentleman come Enrico, ce ne saranno ancora parecchie.


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S&H MAGAZINE Anno XXIII - N. 257 / Febbraio 2018 EDIZIONE SASSARI Direttore Responsabile MARCO CAU

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Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE Hanno collaborato a questo numero: DIEGO BONO, LUIGI CANU, SARA CARDIA, DANIELE DETTORI, NIKE GAGLIARDI, ERIKA GALLIZZI, GIANMICHELE MANCA, ALBA MARINI, GIUSEPPE MASSAIU, FEDERICO MURA, PAOLA RUIU, MATTEO SASSONE, MARCO SCARAMELLA, MANUELA STACCA, ROBERTO TRONCI Redazione Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 mail: redazione@shmag.it

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Social & Web

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03 03 Henry Beard

14 Fabio Manuel Mulas

05 Erika Carta

16 Maria Antonietta Mameli

Professione gentleman Donna al Traguardo 2017

06 Dàimones

Il Global Manga Made in Sardinia

08 Con gli occhi di Dj Fanny Andrea Turnu: La musica, la Sla e il sogno di andare a Sanremo

10 CartaBianca raggiunge

il Nord Sardegna

11 Il Carnevale mediterraneo I legami tra Spagna e Sardegna

12 Joe Perrino’s Grog Bomba W W la guerra

13 Verso l’Oriente e oltre

Le Asian Waves conquistano i giovani sardi

Racconto al mondo la mia Sardegna Intervista alla fotografa cagliaritana che ha conquistato New York

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18 HITWEETS 19 A casa del Conte Ugolino 20 Viaggio in Italia Il Trentino Alto Adige

22 Il dentista risponde 23 Fitness & Benessere Sconfiggere l’obesità

24 Dinamo Banco di Sardegna La squadra stenta a crearsi un’identità

26 inSardegna a Febbraio 28 GUIDA AI LOCALI

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in Copertina

FABIO MANUEL MULAS Foto di Gianmichele Manca


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Dalla tua storia emergono due temi impor‐ tanti: solidarietà ed emancipazione. Tua ma‐ dre è “arrivata al traguardo” grazie anche a te e a tua sorella. Con il vostro sostegno è riuscita a riappropriarsi della sua vita. Sei d’accordo? Assolutamente. Noi l’abbiamo spinta a riconoscere se stessa. Lei si è sempre concentrata sul ruolo di madre e alla fine le abbiamo reso il bene che ci ha fatto. Nel racconto infatti scrivo di come mia madre inizi a lavorare, a uscire con le amiche. Come è stato essere eletta “Donna al Tra‐ guardo 2017”? È un grande traguardo anche per me. Ho realizzato solo due giorni dopo cosa fosse accaduto. Alla premiazione ero davvero emozionata, lo sono anche ora. E tua madre come l’ha presa? Lei è felicissima. Siamo tutte molto contente.

Con un racconto di rinascita ed emancipazione, Erika Carta è “Donna al Traguardo 2017” di Manuela Stacca

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utto ha inizio con una relazione malata, sbagliata, ma la storia scritta da Erika Carta è tutt’altro che triste: è carica di gioia e speranza. È «uno stralcio di vita» ci svela l’autrice, che, con il suo racconto autobiografico, si è aggiudicata il premio “Donna al Traguardo 2017” indetto dall’Associazione Donne al Traguardo Onlus, costituitasi a Ca‐ gliari nel 2001 con lo scopo di aiutare le donne in difficoltà a ritrovare la loro strada, dal punto di vista lavorativo e non solo. Originaria di Iglesias, Erika ha 32 anni e sogna di lavorare nell’editoria, come ci racconta ancora emozionata per la vittoria «del tutto inaspettata» che l’ha vista trionfare (il 17 dicembre) sul palco del Teatro del Segno (Cagliari). Ma prima di iniziare, precisa: «Non voglio parlare di tragicità ma di luce».

Hai sempre avuto la passione per la scrittura? Sin da piccola, dalle scuole elementari. Ho avuto una maestra che mi ha fatto appassionare alla lettura e alla scrittura, e da lì è partito tutto. Ho fatto altri concorsi ma questo è il primo che ho vinto. Parliamo del racconto, allora. Come è nato? Quando ho saputo il tema, “Donne al Traguardo”, ho pensato subito a mia madre. Lei si è sposata giovanissima, ha avuto me e mia sorella, ma il suo matrimonio era un po’ a senso unico. Nel racconto parlo di violenza ma ci tengo a precisare che si tratta di una violenza verbale, psicologica non fisica: mio padre aveva un carattere dominante e mia mamma si era praticamente annullata per lui. Una volta cresciute (io e mia sorella), abbiamo deciso con lei che era tempo di liberarci di questa situazione. Da lì mia madre è rinata e ha preso in mano la sua vita (i miei genitori non stanno più insieme). Il racconto parla di questo: di luce e di rinascita.

Come hai detto, la tua storia parla di violenza verbale non fisica, ed è bene distinguere le due cose, nonostante rimane sempre un atto di prevaricazione. Nel 2017 si è parlato tanto di violenza di genere e di abusi di potere. Che cosa ti ha colpito di più di queste vicende? Non credo di essere femminista ma credo fermamente nella forza delle donne, nel coraggio di aprirsi e parlarne con gli altri. È molto importante non rimanere soli. E quando una donna prende coscienza di cosa è giusto e sbagliato, allora deve lanciarsi verso la vita. Ognuno ha il diritto di vivere e di non essere giudicato, di fare le proprie scelte senza paura di subire una prevaricazione. Per questo trovo molto importante il ruolo di queste associazioni come Donne al Traguardo e non solo. Ritornando alla tua passione per la scrittura, dopo questo premio proseguirai dunque su questa strada? Decisamente. Ora frequento un corso di Editing ed Editoria e faccio parte dell’Associazione culturale ArgoNautilus di Portoscuso, che tra le altre cose organizza la Fiera del Libro a Iglesias. Ovviamente, il concorso mi ha ispirato tantissimo e quindi continuerò a scrivere o comunque a fare la redattrice. È questo il mio mondo. Magari scriverai anche un romanzo... Lo spero, magari! Ma, a dir la verità, per il momento mi piace molto la dimensione del racconto.


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DÀIMONES Il Global Manga Made in Sardinia di Marco Scaramella

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any&Dany (Daniela Orrù e Daniela Serri), sono due fumettiste cagliaritane tra i maggiori esponenti italiani del Global Manga, un genere che si ispira al fumetto giapponese, il manga. Il loro ultimo lavoro, dal titolo Dàimones – Prima Lux, ha riscosso un grande successo sia in Europa che negli Stati Uniti. Così abbiamo deciso di fare due chiacchiere con Dany&Dany per conoscere meglio la loro storia. Come nasce la vostra passione per il fumetto? Deriva dai cartoni animati giapponesi che invasero le reti televisive tra gli anni Settanta e Ottanta, con i loro personaggi complessi, travagliati, in crescita, come veri e propri eroi da romanzo, e disegnati con uno stile che ne esprimeva al massimo la drammaticità, la comicità e il dinamismo. Crediamo siano stati questi gli elementi fatali che ci hanno conquistato. Come avete trasformato la vostra passione in lavoro? La risposta è più difficile di quanto sembri. Sarebbe più facile per noi dire come siamo arrivate alla pubblicazione. Era il 2001 quando l’editor della Echo Communication, attratta dai nostri lavori, ci propose di entrare nella rosa di autori che avrebbero realizzato delle graphic novel per una collana a tema shonen‐ai di prossima pubblicazione. Accettammo al volo la proposta, e da lì pubblicammo i nostri due volumi monografici di esordio, La luna nel pozzo ed Eikon, di cui, qualche anno più tardi, vendemmo i diritti anche in Germania e Stati Uniti.

Il vostro stile richiama quello dei manga. Come mai? Non si è trattato di una vera e propria scelta, quanto di una conseguenza naturale scaturita proprio dalla nostra formazione come fumettiste, la cui matrice è stata indiscutibilmente nipponica, come dicevamo prima. Il nostro stile è nato e cresciuto con noi, ci appartiene quanto una gamba o un braccio, è nel nostro DNA artistico, insomma. Come si articola il vostro processo creativo? Il nostro processo creativo parte sempre dalla sceneggiatura, che sviluppa l’idea e la articola in dialoghi, scene e suddivisione in tavole. Da qui realizziamo lo storyboard, ovvero uno schizzo molto sommario delle tavole. Solo dopo passiamo a lavorare sulle tavole vere e proprie che, ormai, disegniamo completamente in digitale. Com’è lavorare in coppia? Avete dei ruoli pre‐ assegnati? La nostra formula, in effetti, è sui generis nel mondo del fumetto. Solitamente ci si aspetta che, dei due nomi in copertina, uno sia dello sceneggiatore e l’altro del disegnatore. Nel nostro caso, non c’è una divisione dei ruoli, ma una compartecipazione equa ad ogni fase della creazione. Abbiamo scelto la firma Dany&Dany perché siamo uguali: inventiamo la storia insieme, scriviamo la sceneggiatura e disegniamo le tavole. Il nostro logo sono due “d” maiuscole affrontate l’una all’altra a formare le metà di un cuore. Siamo un’unica entità quando creiamo. Dàimones è la saga che state portando avanti


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ormai da qualche anno. Di cosa parla? È una serie a fumetti, urban fantasy a tema gotico, nata dalla nostra eterna passione per i vampiri, e dalla sfida di introdurre qualcosa di nuovo in un genere che è stato già tanto battuto in letteratura, cinema e fumetti. I nostri vampiri non sono i classici non-morti. Sono, invece, esseri viventi, nati già tali e facenti parte del nostro mondo: nascono, muoiono, si riproducono e si evolvono parallelamente a noi, ma senza mai rivelarci la loro esistenza. Nel medioevo, una misteriosa setta di umani riuscì, però, non solo a scovarne qualche esemplare, ma addirittura ad ucciderli per nutrirsi delle loro carni. I figli generati da questi umani nac-

quero con una mutazione genetica che li rese simili ai vampiri, ma diurni: i dàimones. La loro comparsa spacca la comunità vampiresca in una faida secolare tra due fazioni: una religiosa e conservatrice, che vuole sterminarli e una laica, che vuole studiarli. Lo scontro si conclude con lo sterminio dei dàimones. Dàimo‐ nes ‐ Prima Lux inizia ai giorni nostri col ritrovamento di un dàimon sopravvissuto, il piccolo Aidan, una creatura molto speciale, dal sangue più potente di qualunque dàimon e di qualunque vampiro. La sua esistenza getterà nuovamente il caos tra i vampiri, svelerà oscuri retroscena e serberà soprese assai inquietanti. Prima Lux è il primo volume di una quadrilogia, cui seguiranno i volumi di Vis Arcana, Cla‐ vis Aurea e Aetheria. Dove possiamo reperire i vostri lavori? Potete trovare la serie di Dàimones - Prima Lux sia in edizione digitale su Amazon (in italiano e inglese), sia in edizione stampata sul sito passengerpress.com. Nella versione cartacea, la storia è suddivisa in due volumi, il primo già disponibile e presentato alla scorsa Lucca Co‐ mics & Games, mentre il secondo è in uscita per la prossima primavera. In digitale, invece, la storia è già completa, suddivisa in nove capitoli. Tutte le informazioni su novità, anteprime, work in progress e link per gli acquisti si possono trovare nella pagina Facebook Dany&Dany e nel blog danyanddany.blogspot.it.


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Andrea Turnu: La musica, la Sla e il sogno di andare a Sanremo di Paola Ruiu

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suoi occhi vispi ed espressivi sono la prima cosa che ti colpisce quando visiti la sua pagina Facebook. I suoi occhi sono diventati una potente arma per la sua battaglia contro la Sla. I suoi occhi sono lo strumento col quale comunica col mondo e vuole che l’eco del suo messaggio arrivi più in alto possibile. Stiamo parlando di Andrea Turnu, in arte Dj Fanny, trentenne di Ales (OR), che da 5 anni convive con la Sclerosi Laterale Amiotrofica. È un giovane allegro, ironico, coraggioso e forte della sua vitalità ha continuato a vivere al massimo nonostante le difficoltà. L’anno scorso ha pubblicato un brano di musica elettronica realizzato grazie agli strumenti che gli permettono di comunicare, il puntatore oculare e il sintetizzatore vocale, e tramite il software Virtual Dj. My window on the music, mixato da Gary Caos, è il primo pezzo composto da una persona affetta da Sla e tutti i proventi delle vendite sono devoluti in favore dell’AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, che si occupa di portare avanti la ricerca scientifica, unica vera speranza per chi soffre di questa malattia. Il brano ha avuto un ottimo successo, arrivando al quarto posto della classifica di iTunes dove può ancora essere acquistato. Sempre su questa piattaforma a breve uscirà il secondo pezzo a firma Dj Fanny, On the edge, che questa volta si

è avvalso della collaborazione di Federica Mastrosimone, una ragazza siciliana anch’essa affetta da Sla; un brano a due voci che speriamo non sia l’unico importante traguardo di questo febbraio 2018. Da qualche mese, infatti, Andrea sta cercando di realizzare un grosso desiderio: quello di essere ospitato al Festival di Sanremo. Il suo appello ha fatto il giro del web ed è stato ripreso da numerose testate locali e nazionali ed è rivolto direttamente al direttore artistico Claudio Baglioni. Andrea non ha aspirazioni da concorrente, il suo obiettivo è quello di avere visibilità per poter far vedere e sentire quanto è grande il potere della musica. Ma soprattutto per dire una volta di più quanto è importante investire nella ricerca affinché malattie neurodegenerative come la Sla non facciano più paura al solo nominarle. Andrea ha anche una certa dimestichezza col pubblico dato che nel 2017 è stato invitato a numerose serate che sono state un successo. Come ad esempio a Cabras, l’estate scorsa, dove ha condiviso il palco con Moses; o in occasione della Sartiglia di Oristano, quando ha tenuto un dj set di due ore davanti a una folla incredibile che ha ballato grazie agli occhi di Dj Fanny. Anche la sua pagina Facebook Dj Fanny è molto seguita, un mezzo attraverso il quale raccontare la sua quotidianità. Per esempio l’amicizia con Samir, un gatto di razza Sphynx molto speciale. Affettuoso, desideroso del contatto fisico, è arrivato a casa

CON GLI OCCHI DI DJ FANNY

di Andrea la scorsa estate portando una ventata di felicità. Il social è anche un ottimo strumento per sensibilizzare sempre più persone verso la ricerca scientifica. Da poco ha abbracciato l’iniziativa dello chef oristanese Paolo Palumbo, (lo intervistammo a luglio 2017) unendosi allo Sla Dream Team, il cui obiettivo è quello di raccogliere fondi e raggruppare le forze e le conoscenze dei maggiori esperti internazionali in materia per cercare di scoprire una cura in tempi brevi. Per fronteggiare gli alti costi che il progetto comporta, in numerose attività commerciali della Sardegna, ma non solo, sono in

distribuzione dei salvadanai che saranno presto inseriti in una cartina in modo da essere più facilmente rintracciabili. Maggiori informazioni sul progetto si possono trovare sul sito internet: iostoconpaolo.saporiacolori.it/it/ dona-ora. Mentre scriviamo ancora non sappiamo se Andrea salirà o meno sul palco del Teatro Ariston. Non ci resta che sperare e attendere, magari mettendo su un bel pezzo dance, uno che ci faccia ballare... con i suoi occhi.

“Life is life... You choose what to make of it”



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CartaBianca raggiunge anche il Nord Sardegna

La vincitrice della quinta edizione di CartaBianca Poesia, Lucia Basciu

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inalmente CartaBianca arriva anche nella provincia di Sassari. Grazie al coinvolgimento del Comune di Stintino, il concorso di poesia di quest’anno culminerà con la premiazione al Porto Vecchio del paese. Il numero di partecipanti provenienti dal Nord Sardegna è in costante aumento; giusto, dunque, organizzare una serata anche per loro. A fare gli onori di casa, nella premiazione di sabato 9 giugno, saranno l’assessora Antonella Mariani, oltre a Maria Veronica Benenati e Adriana Mannias che, insieme ai “cagliaritani” Gianni Mascia, Mirella De Cortes, Claretta Frau e Maria Rosa Giannalia, andranno a comporre la giuria dell’edizione 2018. L’associazione culturale cagliaritana ha dunque rotto gli indugi e, per la prima volta, presenterà un proprio evento anche dall’altra parte dell’Isola. Certo, al 9 giugno manca ancora qualche mese. Intanto, però, è già possibile l’invio degli elaborati (il bando, disponibile sul sito associazionecartabianca.it, scadrà a fine aprile). La partecipazione è come al solito gratuita e anche stavolta S&H Magazine figura tra i media partner della manifestazione.

Gli autori del Cagliaritano verranno premiati invece a Serdiana, nella serata che si terrà domenica 27 maggio (nell’ambito della rassegna Monumenti Aperti) presso il Museo Etnografico di Serdiana. In entrambe le premiazioni verrà presentata l’antologia contenente i testi selezionati dai giurati. Ci sarà spazio anche per gli studenti delle scuole elementari e medie, ai quali è stata dedicata una sezione speciale del concorso. Intanto continua senza sosta l’attività di CartaBianca. Ai primi di marzo verrà lanciata un’iniziativa relativa ai temi dell’immigrazione e dell’emigrazione. “Senza dubbio la manifestazione più impegnativa a cui abbiamo lavorato – dice Andrea Zucca, presidente dell’associazione culturale cagliaritana – Siamo ancora impegnati nella ricerca fondi, ma tra qualche settimana tutto dovrebbe essere pronto. C’è ancora qualche dettaglio da definire, soprattutto in merito alle istituzioni patrocinanti e alle altre associazioni e agli altri enti che ci affiancheranno in questo ambizioso progetto”. Ma CartaBianca non è solo concorsi letterari.

Dopo la presentazione dell’ultima opera di Antonello Soriga (Nel pozzo, Tombolini Editore), sarà la volta dell’antropologo Fabrizio Manca Nicoletti che, domenica 18 febbraio alle 17:30, nei prestigiosi locali del SEARCH (Largo Carlo Felice 2, Cagliari), presenterà la nuova edizione del saggio Miti, riti, simboli – Il Culto delle acque in Sardegna (Iskra Edizioni). Presentato dalla giornalista Alessan‐ dra Addari e con le letture di Mario Faticoni (accompagnato dalla chitarra di Gianmarco Massa), l’autore, con l’ausilio di PowerPoint e di un videoproiettore, ci farà percorrere un viaggio a ritroso nella storia della Sardegna, sottolineando quello che, secondo molti autori, è stato l’aspetto più caratterizzante della religiosità protosarda, ovvero il culto delle acque. Pozzi sacri, ordalie, il culto della pioggia e delle vene sorgive, acque apotropaiche e magicomedicamentose, un’ipotesi di culto della Luna in Sardegna, sacrifici umani, il Sardus Pater e l’acqua, rapporti tra vecchie e nuove religioni. Di questo e d’altro ancora si discuterà con l’autore durante la presentazione del volume e nel dibattito che seguirà.


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Trangas de Bielsa e Is Mamutzones di Samugheo a sinistra

Il Carnevale mediterraneo tra maschere e tradizioni immortali: I legami tra Spagna e Sardegna di Alba Marini

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e maschere mediterranee e, in particolare, quelle del Carnevale spesso si assomigliano. Il richiamo è forte soprattutto per nomi e attività per quanto riguarda la famosa gara equestre della Sartiglia di Oristano. Il nome stesso sembra derivare dalla parola spagnola “Sortija” (indicante la corsa agli anelli). Il significato ancestrale della manifestazione risiede in realtà nel termine latino “sors” (sorte): gli antichi popoli del bacino Mediterraneo erano soliti richiedere agli dei la fertilità della terra attraverso particolari riti agrari. Il protagonista assoluto della Sartiglia di Oristano è la maschera di Su Componidori (dallo spagnolo Componedor) che ha il compito

di iniziare la gara infilando la spada nella prima stella. Lo seguono i cavalieri. La tradizione vuole che dal numero delle stelle “infilate” dipenda la penuria o la ricchezza del raccolto. Se Su Componidori e la Sartiglia assomigliano al capo corsa e alle gare agli anelli iberiche - almeno per quanto riguarda la loro componente etimologica e rituale - i festeggiamenti oranesi non sono esenti dalle somiglianze con il Carnevale spagnolo che, specie nelle zone rurali, conserva una grande quantità di maschere e feste strettamente connesse al rapporto tra uomo e natura. Su Bundu è l’eroe del Carnevale di Orani, piccolo paese del nuorese. È un essere metà contadino e metà animale, che indossa un cappotto, pantaloni di velluto e gambali di cuoio. Una spaven-

tosa maschera zoomorfa, con lunghe corna e un enorme naso, ne ricopre il volto. Su Bundu anima il corteo impugnando un forcone e mimando il gesto della semina, senza riservarsi dall’emettere suoni animaleschi. Nonostante la sua apparenza inquietante egli è buono. Infatti, secondo una leggenda, fu un impavido contadino a permettere alle genti di Sardegna di godere di una ineguagliabile abbondanza di materie prime. L’agricoltore, travestitosi da Bundu, convinse i demoni, durante una notte tempestosa, a rispettare la comunità di Orani e i frutti della semina. Se ci spostiamo di mille miglia a ovest verso la provincia aragonese di Huesca in Spagna, troveremo innumerevoli similitudini tra Sos Bundos e i Trangas. I Trangas sono le maschere tipiche del Carnevale di Bielsa che sfoggiano camicie a quadri e una maschera di caprone con corna imponenti. Terrorizzano i partecipanti alla festa con movimenti osceni e con l’assordante rumore dei loro campanacci. Ma la loro funzione trascende - proprio come nei Bundos - l’apparenza.

Si tratta infatti di un rito propiziatorio: i Trangas si impegnano a spaventare non le genti, bensì l’inverno e gli spiriti maligni e colpiscono violentemente il suolo con le loro “troncas” affinché la terra si risvegli dal gelo e i contadini possano cominciare a seminare. A concludere il viaggio tra i Carnevali di Spagna e Sardegna una similitudine impressionate: quella tra i Diavoli di Luzón e Su Battileddu di Lula. Volti interamente coperti da fuliggine, robuste corna scure, pesanti campanacci e vesti nere o interamente realizzate in pelli di capra. Entrambe le maschere, così affini nell’aspetto, sono altrettanto dissimili nel loro ruolo. Mentre le maschere spagnole sfilano danzanti per la città cercando di allontanare gli spiriti, a Su Battileddu di Lula spetta la parte dell’agnello sacrificale. Catturato e picchiato dai guardiani del bestiame, cade a terra sfinito e muore, per poi risorgere grazie a un bicchiere di vino. Il Carnevale di Lula trae probabilmente le sue origini dai riti di Dioniso. Nei riti dionisiaci il corteo, ebbro di vino, si abbandonava al ritmo del coro in una danza ossessiva, frutto di quella particolare fonte di “possessione” che gli antichi chiamavano entusiasmo. La cerimonia si concludeva con la caccia e lo smembramento dell’animale, un epilogo che ricorda proprio quello del Carnevale di Lula. Il Carnevale è la festa per eccellenza in cui la tradizione, gli antichi mestieri, gli eterni presagi e le più recondite paure umane (la povertà e la morte) si fondono. Le maschere, con i loro campanacci danzanti, con le loro forme animalesche e scure e – non meno comunemente – con i loro colori festosi e la mise buffonesca, non fanno altro che rimettere in scena dall’alba dei tempi l’unica guerra davvero eterna: quella tra bene e male.


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Joe Perrino’s Grog

BOMBA W W LA GUERRA

di Marco Scaramella

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opo L’esercito del male, uscito nel 2015 e che vantava la partecipazione di Pino Scotto ex-leader dei Vana‐ dium, Joe Perrino e i suoi Grog tornano a scuotere la scena del rock underground italiana con il loro secondo album dal titolo Bomba W W la guerra. I Grog si presentano nella loro formazione originale con Joe Perrino alla voce, John Solinas alla chitarra e Jim Solinas alla tastiera e le new entry della sezione ritmica Mar‐ cello Capoccia al basso e Gabriele Lobina alla batteria. Questo nuovo lavoro dei Grog vanta alcune importanti partecipazioni come quelle di G.L. Perotti (Extrema/Rebel Devil), Ergobeat e Gianni Ma‐ roccolo (Litfiba, CCCP, CSI, Marlene Kuntz). Abbiamo incontrato Joe Perrino’s Grog per farci raccontare di questo nuovo lavoro. Come nascono i Joe Perrino’s Grog? I Grog nascono e si evolvono da un vecchio progetto di Joe Perrino, Elefante bianco, e rappresentano quella voglia di gridare la rabbia in faccia alla società, in un periodo buio, fatto di egoismo e

di grande confusione, dove la tecnologia la fa da padrone, mentre la gente perde il contatto con la realtà. Cosa rappresentano il titolo e la copertina dell’album? Il titolo è provocatorio. Esprime la rabbia di vivere in mondo ormai fatto di violenza, un mondo di guerra. La copertina nasce dall’intenzione di distaccarsi dal solito stereotipo che realizzano tutti i gruppi rock. Grazie alla collaborazione tra Antonio Solinas, editor di Panini Comics, e Paolo Gallina, premiato come miglior fumettista emergente al Treviso Comic Book Festival, è stata creata una copertina a fumetti dal tratto americano, che rappresenta dei supereroi del rock, che ricordano un po’ le atmosfere di Mad Max, ma che in realtà sono paladini della libertà e della pace che, al posto delle armi, imbracciano gli strumenti per sparare rock contro ogni violenza gratuita. Le nostre armi sono gli strumenti, la musica, le parole, che aprono e squarciano, speriamo, le menti degli ascoltatori. Il tutto senza prendersi mai troppo sul serio.

Bomba è composto da sei tracce. Di cosa parlano? Questo album vuole gridare il disappunto, la rabbia e il senso di frustrazione della gente per bene che rimane schiacciata da una società e una situazione politica internazionale al collasso. L’album parte subito forte con Bomba, traccia dai ritmi tirati e dal testo che tratta una tematica importante e pericolosa come la questione palestinese ed i popoli senza nazione. Il brano è caratterizzato da ritmi pulsanti che spingono un testo molto duro. Nel ritornello si può apprezzare la partecipazione di G.L. Perotti. La più grande delusione, è la seconda traccia dell’album. Il brano inizia con un ritornello dai toni pop, per poi virare decisamente su un hard rock pesante. Questo brano si scaglia fermamente contro l’uniformazione del pensiero e la banalizzazione degli ideali. La giostra di Momotti, è un mid tempo pesantissimo, che rappresenta già dal titolo il conflitto tra la spensieratezza dell’infanzia (incarnate simbolicamente nella giostra) e le paure che si incontrano crescendo (personificate in Mo-

motti, l’uomo nero). Le atmosfere claustrofobiche e i ritmi pesanti ci catapultano dentro quella che è la sindrome di Peter Pan. La mia piccola Hiroshima, si apre con una melodia strumentale giapponese. Rappresenta quella voglia di cercare qualcosa di nuovo quando un rapporto inizia a consumarsi e l’amore sparisce l’asciando spazio all’odio. Questo brano è caratterizzato dal finale a sorpresa dove Ergobeat (Gabriele Eretta) interviene con un suo cammeo in puro stile hip hop newyorkese anni 80/90. Oltre il dolore dell’incomprensione, rappresenta la difficoltà o l’incapacità che spesso si ha di esprimere i propri sentimenti nel rapporto fra uomo e donna. Madre, è un brano introspettivo che parla del dolore causato dalla perdita della madre, dolore che supera qualsiasi eventuale conflitto. Il basso di Gianni Maroccolo regala una straordinaria intensità al brano. Il nuovo lavoro di Joe Perrino’s Grog è edito e distribuito da Mi‐ notauro Records ed è disponibile dallo scorso 15 dicembre.


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di Sara Cardia. Foto: Ji Young Lee

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embra ormai lontano il tempo in cui i giovani sardi dovevano accontentarsi di guardare fuori dalla finestra e immaginare di trovarsi altrove, barricando le proprie passioni in camerette e i propri sogni in cassetti, perché ora non devono più nascondere quello sguardo bruciante di curiosità che varca l’orizzonte del loro mare, sempre più diretto a Oriente. Sono infatti tantissimi i fan (giovani e non) delle culture asiatiche che hanno scoperto – e con sollievo – di poter finalmente condividere tutto quell’entusiasmo ingiustamente represso con persone che, come loro, sono state travolte (nel senso migliore del termine) dalle Asian Waves, ovvero le tendenze provenienti dall’Asia, grazie a numerose iniziative organizzate periodicamente in tutta l’isola, culla di queste ritrovate libertà d’espressione. Ed è quindi così che l’orizzonte si estende fino al Giappone e che i colori invadono le città – non per magia, ma per abilità sartoriali – dove chiunque può diventare il/la proprio/a eroe/eroina, come nel caso dei tantissimi eventi Cosplay che hanno ormai conquistato più di una città sarda. Da Sassari, padrona del Sassari Cosplay, mega evento organizzato a settembre su due giorni e ricco di ospiti esclusivi (youtuber, fumettisti, artisti di fama mondiale, cosplayers professionisti),

Verso l’Oriente e oltre

Le Asian Waves conquistano i giovani sardi manifestazioni e tornei di videogames, a Oristano e Marrubiu, palcoscenici dell’OPF Cosplay, giornata che interessa tra l’altro anche i più famosi doppiatori delle serie animate, a Nuoro, che seppur in misura minore si fa notare con il Due Archi Cosplay & Contest, e infine a Cagliari, organizzatrice di due eventi ugualmente importanti e punto di riferimento di questo mondo “animato”: il Giocomix, fiera organizzata a novembre che spazia anche all’universo dei film e delle Serie-Tv, condita da panels e workshops aperti a tutti (sul Giappone e non solo), e il Beach Cosplay Party, gara di abilità tra cosplayers allestita invece a luglio sullo scenario del Lungomare Poetto.

Ma il viaggio, ben lontano dalla fine, ha conosciuto una nuova meta: la Corea. Più recente è infatti il caso, inedito, della KoreART, la primissima giornata coreana organizzata a Cagliari lo scorso 17 dicembre presso l’Auditorium Comunale dall’Istituto Culturale Coreano e dell’Agenzia Governativa “Arts Council Korea” in occasione delle imminenti Olimpiadi invernali di Pyeongchang. Non sembrava vero a tutti gli appassionati colpiti stavolta dalla Korean‐ Wave (la graduale influenza globale della cultura coreana, specialmente dovuta al KPop) di potersi trovare faccia a faccia con parlanti nativi con i quali confrontarsi, chiedere le proprie curiosità, nonché apprezzarne la cultura ricchissima e sfaccettata, grazie all’allestimento di una mostra di foto sulla Corea, accolta da sguardi sognanti, alla messa a disposizione di una selezione di abiti tradizionali che era possibile provare, toccando con mano, anche solo per una sera, l’emozione di essere ancora una volta qualcun altro e altrove, e al concerto organizzato come ciliegina sulla torta e presenziato dal Korean Global Musician Group e della Sardinia Orchestra, magistralmente diretti da Sungwan Park. Una sola giornata, e una sola la parola – anche questa coreana– per descriverla: 대박! (daebak, ovvero “magnifica”, “un grande successo”). Se i fautori di queste affascinanti culture sono stati finalmente e giustamente premiati per la perseveranza e la dedizione ammirevoli con queste incredibili iniziative (nella speranza che non siano le ultime), non sarà forse perché, dopotutto, sono anche i sardi ad aver avuto una qualche influenza? Che la nostra isola susciti sguardi stupefatti e pieni di ammirazione non dovrebbe sorprendere nessuno, nemmeno se questi ultimi arrivano dall’estremo Oriente, cosa che ci porterebbe a ipotizzare, allora, l’esistenza di una Sardinian‐Wave forse ancora in fase di gestazione, ma già assolutamente rilevante. Non è più semplice curiosità, come se vivessimo in una vera e propria El Dorado. Esotica, selvaggia, multiculturale, paradisiaca, la nostra isola si è già costruita una fama niente male, forse meno tecnologica e all’avanguardia, ma già consapevole che il mare non è una barriera, che “isola” non è sinonimo di “chiusura”, e che ogni cultura trasportata dalle “onde” (in tutti i sensi) è più che benvenuta.


14 S&H MAGAZINE

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FABIO MANUEL MULAS Racconto al mondo la mia Sardegna

DI DANIELE DETTORI FOTO GIANMICHELE MANCA

a Sardegna nel sangue, un’anima cosmopolita e, nel cuore, tanto cinema. Tantissimo, anzi, e i riconoscimenti non si sono fatti attendere. Fabio Manuel Mulas sta ancora gestendo il grande successo del suo Bandidos e Balentes – Il codice non scritto, un film indipendente che ha visto la luce nel 2017 e che, al momento, sta facendo il giro del mondo (venticinque nazioni, riconoscimenti impossibili da elencare) raccogliendo premi e critiche entusiastiche. Ma uno spirito libero non ha tempo per riposare, così il regista è già all’opera sul prossimo lavoro che, come il precedente, vedrà la Sardegna protagonista. Le riprese de Il sequestro Locci partiranno il prossimo mese di marzo: intanto approfittiamo per svelarvi qualche retroscena sul film e sulla vita del suo creatore. Come ti sei avvicinato al cinema? All’età di 14 anni, insieme con un’amica che ora fa la regista in Inghilterra, scrivemmo per gioco un’opera che aveva per tema la follia. Ebbe un buon riscontro e diventò poi un video che rappresentò il primo approccio con questo mondo. In seguito ho continuato a maturare questa passione, dapprima facendo il ragazzo immagine per pagarmi gli studi privati di dizione e recitazione mentre lavoravo nell’esercito a Montorio Veronese, e in seguito trasferendomi a Roma e iniziando a entrare nell’ambiente dello spettacolo. Ho partecipato, tra gli altri, al film di Wladimiro Bersani Devil’s Dogs ‐ I cani del diavolo, come co-protagonista; e al film La leggenda senza storia, un lavoro di Enzo Giovanni Castellari ispirato al bandito siciliano Salvatore Giuliano, di cui sono stato protagonista e direttore casting. Perché, a un certo momento, decidi di dedicarti alla Sardegna? Ho vissuto alcune esperienze che mi hanno segnato profondamente. L’omicidio di mio padre quando ero ancora bambino e che mi allontanò dalla Sardegna; poi, in seguito, la morte di un bambino che io stesso volevo adottare mentre mi trovavo in Kosovo, con l’esercito, per la missione di pace. Questa vicenda, tra l’altro è diventata un romanzo, Occhi di guerra, presentato anche negli USA, a Brooklyn. Ecco, al mio rientro con la mia attività di scrittura, ho conosciuto Gianluca Pirastu che mi


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ha raccontato la storia della principessa/strega Donoria, un personaggio femminile molto singolare in quel di Rebeccu, frazione di Bonorva in provincia di Sassari. Si narra che lanciò una maledizione per effetto della quale, ancora oggi, Rebeccu non superi le trenta case. La vicenda mi ha appassionato e da subito è nata l’idea per un film kolossal di ambientazione medioevale, per ora uscito come romanzo. Dal fantasy ho deciso di passare alla tradizione e alla cultura sarde, per far conoscere la nostra isola e raccontarne le sue realtà. Così è nato Bandidos e Balentes e, tra poco, Il sequestro Locci. Bene, parliamo di questo progetto. L’idea è nata dallo stesso protagonista della storia, Luca Locci. Ci siamo conosciuti alle Cortes Apertas di Orgosolo, nella casa del suo emissario (si chiama così, in gergo, la persona designata dalla famiglia di un rapito per la gestione delle trattative con i rapitori, ndr). È nata un’amicizia, lui mi ha raccontato la storia del suo sequestro e io l’ho voluto in Bandidos e Balen‐ tes. In un secondo tempo, insieme con suo padre e con gli sceneggiatori Gianluca Pirastu e Tonino Pischedda, abbiamo iniziato a scrivere il film attingendo da un manoscritto degli stessi Locci che non è mai stato pubblicato. Come avvenne il sequestro? Era il 1978. Luca, in vacanza con la famiglia, stava rientrando mentre tutti guardavano la partita dei Mondiali di calcio Italia – Brasile. Per strada c’era il deserto. Partendo da Macomer, una macchina li ha seguiti per un tratto di strada, poi è scomparsa. Al loro arrivo a casa, la madre è entrata insieme con il figlio più grande, mentre Luca è rimasto fuori a giocare con gli amichetti. In quel momento la macchina è ricomparsa e lo hanno rapito. Secondo il racconto di Luca avevano, in precedenza, già tentato tre volte di sequestrarlo ma senza riuscire. I rapitori quel giorno erano decisi: avevano stabilito che l’ultima volta sarebbe stata quella buona, in un modo o nell’altro; quindi sarebbero entrati anche dentro casa per prenderlo. Questo è un dettaglio inedito, raccontato sul suo manoscritto. Per i tuoi film scegli attori non professionisti. C’è qualche nome noto con cui vorresti lavorare?

Per Il sequestro Locci abbiamo contattato alcuni attori conosciuti. Posso dirti che stanno leggendo la sceneggiatura Marco Bocci e Maria Grazia Cucinotta. Ancora, però non abbiamo nessuna conferma. C’è poi un’attrice internazionale, molto famosa e che speriamo di avere sul set: Grecia Colmenares. Da noi è nota per telenovelas come Manuela, Milagros, Topazio. È una carissima amica, ci siamo conosciuti nel 2009 su Twitter e da allora ci sentiamo regolarmente. Si è detta pronta per venire in Italia a girare il film ma sto ancora cercando di capire in quale contesto inserirla. Vorrei affidarle un cameo speciale. Inoltre, tra le nuove scoperte, abbiamo trovato anche il bambino che interpreterà Luca Locci. È il suo sosia, praticamente è identico a Luca da piccolo ed è anche bravo a livello recitativo. Ha vinto alcuni premi, da poco, oltre ad aver lavorato con Ennio Morricone. Ha sette anni e mezzo, come Luca all’epoca dei fatti, ed è molto sveglio. Durante i casting ha emozionato tutti, anche la famiglia Locci che era presente. Gli abbiamo chiesto di scrivere la lettera dalla prigionia, com’era successo allora, e l’ha fatta uguale. Lo stesso Luca si è emozionato e ha lasciato la stanza perché non ce la faceva a stare lì. Progetti per il dopo? È già pronto un altro film con Enzo Acri, il regista napoletano di Un camorrista perbene. Lavoreremo insieme a Conteso, un film che racconta di femminicidio, bullismo, figli contesi. Gireremo tra la Campania e la Sardegna per valorizzare entrambi i territori e realizzare un gemellaggio interculturale tra la città di Napoli e la nostra isola. Qui faremo tappa ad Alghero, a Oristano, nel nuorese, e poi vorremmo portare il film al Festival di Venezia. Sarà molto crudo, sul modello di Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino; un film sul sociale che racconterà, tra le altre cose, quello che sono oggi i ragazzi cosiddetti “bulli” di quartiere. Ho ricevuto anche un’offerta da parte di un importante armatore russo per girare un film di spionaggio a Odessa. Si tratta di un lavoro in preparazione, anche in quel caso è un storia molto complicata: un film sulla mafia russa, non molto allegra come cosa (ride, ndr). Ho dato la mia disponibilità ma siamo in fase di trattativa e c’è da capire come si svilupperà tutto l’insieme.


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MARIA ANTONIETTA MAMELI INTERVISTA ALLA FOTOGRAFA CAGLIARITANA CHE HA CONQUISTATO NEW YORK

di Diego Bono

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a diversi anni il volto della fotografia internazionale annovera tra le fila una talentuosa artista sarda che con i propri scatti è riuscita a far innamorare non solo la città di New York, ma l’intero pianeta. Maria Antonietta Mameli (Cagliari – 1969) nasce avvocato, una laurea ottenuta a soli 23 anni col massimo dei voti che nel 1995 le aprirà le porte, a Roma, di uno degli studi più autorevoli della nostra penisola; ma è il 2002 che per la Mameli giurista sarà l’anno della “riscoperta”. Per via di un master in Diritto internazionale alla Georgetown University, l’avvocatessa cagliaritana scoprirà infatti la città di New York, un luogo magico e tanto carico di stimoli da portarla alla dettagliata esplorazione di una passione presente da sempre, ma dimenticata e inscatolata negli impegni della vita precedente: la fotografia. I suoi scatti e la sua “Free composition” (composizione artistica in cui il soggetto viene estromesso dal superfluo) non impiegano molto tempo prima di essere notati dai più grandi nomi del settore di tutto il mondo, raggiungendo anche l’autorevolissima galleria d’arte fotografica “Bruce Silverstein” e portando perfino l’artista a firmare, con un proprio scatto, la copertina di una delle riviste più prestigiose del mondo: il TIME (dicembre 2017). Con grande onore ospitiamo tra le nostre pagine le parole di una personalità sarda dalla sbalorditiva carriera. Lei ha alle spalle un lungo percorso da legale, ma è da sempre grande appassionata di fotografia: come si è affacciata per la prima volta a questo incredibile mondo? Per quanto riguarda la fotografia, la macchina fotografica è stata nelle mie mani fin da tenera età, ma nel 2005, tramite un

amico comune, ho conosciuto un artista che mi ha insegnato tutto quello che di tecnico c’è da sapere e soprattutto mi ha spinto a “sperimentare” con una bellissima Nikon FE2 che ho acquistato di seconda mano, per poche centinaia di dollari, nel febbraio del 2006. Da allora non ho mai smesso di scattare e di esplorare le potenzialità creative della fotografia. Le sue stampe sono popolate da diversi protagonisti, ma come sceglie i soggetti da ritrarre? Fino ad ora la mia fonte di ispirazione più importante è stata sicuramente la città di New York con la sua inesauribile energia, nonché i newyorkesi che la popolano. Non vado mai alla ricerca di qualche cosa di preciso, ma reputo importante essere lì, pronta a scattare. I luoghi di New York che stimolano la mia creatività sono tanti, ma hanno tutti una caratteristica comune: pullulano di persone e hanno un punto dal quale posso osservare, totalmente inosservata. Può spiegare ai meno esperti che cosa caratterizza la sua “Free composition”? E quale tra le sue creazioni è la più rappresentativa di questo stile?

Long Take #1, 2010 Maria Antonietta Mameli - Bruce Silverstein Gallery


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Free Composition #2, 2010 Maria Antonietta Mameli - Bruce Silverstein Gallery

che questo possa essere un aspetto negativo o positivo? E ha qualche consiglio da offrire a chi si vuole approcciare a questa realtà artistica? La fotografia d’arte non sarà mai in competizione con gli scatti degli smartphone, mentre un consiglio che mi sento di dare a chi vorrebbe intraprendere la via della fotografia è: “non aspettate la musa ispiratrice, il lavoro porta lavoro”.

Mi ha contattato la redazione del TIME spiegandomi che stavano lavorando ad una storia sulle truppe speciali delle forze armate americane e mi hanno chiesto di creare un’immagine ad hoc per illustrare l’articolo. L’immagine di copertina è il risultato di tanti scatti e molte ore di lavoro nella mia “camera oscura digitale”. Per quanto riguarda la composizione dell’immagine ho avuto completa carta bianca da parte della redazione; questo mi ha permesso di lavorare con assoluta libertà creativa. La ringraziamo moltissimo per il tempo concesso; per concludere, una domanda rivolta più alla Maria Antonietta professionista che artista: oggi con gli smartphone la fotografia è stata completamente sdoganata, pensa quindi

Foto Claudia Balbi

Una costante della mia produzione creativa è, sicuramente, il lunghissimo lavoro di post produzione che segue ogni scatto, in modo da isolare e definire il soggetto. “Human Observations - Free Composition” è il titolo di una mia serie fotografica che ho scattato dal ponte di Manhattan volta ad immortalare l’incessante via vai dei passanti in uno dei quartieri più interessanti di New York: Chinatown. Tra i traguardi più importanti della sua carriera vi è certamente l’esposizione in una delle gallerie d’arte fotografica più importanti del pianeta: la celebre galleria “Bruce Silverstein”, ma anche in fiere di settore di tutto il mondo. Vedere il proprio lavoro esposto nelle fiere internazionali d’arte più importanti del mondo come a Parigi, Basilea, Miami, Beijing e a New York, in una delle gallerie più prestigiose specializzate in fotografia d’arte è surreale, eppure, al tempo stesso, fonte di grande ispirazione per il lavoro futuro, spingendomi a dare il meglio e provare sempre nuovi scatti. La copertina del TIME di dicembre ha visto come protagonista una sua composizione, come è nata la collaborazione con la celebre rivista americana?


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#cinguettii tecnologici a cura di Marco Cau

Dji Mavic Air È un drone pieghevole con componenti di alto livello come la fotocamera con sensore da 12 Megapixel grande 1/2.3 pollici e obbiettivo f/2.8. Può catturare immagini in modalità hdr oppure riprendere video in 4K da 100 mbps a 30 fps. La memoria interna da 8 GB è espandibile tramite microSD. Ha un’autonomia di volo di 21 minuti e raggiunge una velocità massima di 68,4 km/h. I bracci e le eliche si ripiegano su loro stessi per permettere di infilarlo comodamente nella borsa; pesa appena 430 grammi.

Agam Aroma Moodo

Razer Blade 2017

Diffusore di aromi smart per profumare la casa. Può ospitare quattro cialde con le essenze, a scelta tra diversi set. Grazie all’app si può avviare o interrompere la diffusione degli aromi, miscelare e modificare l’intensità di ciascuno per creare un’atmosfera personalizzata.

Potente laptop per il gioco con una scocca completamente nera; il simbolo posto al centro del coperchio si illumina di un verde acido quando lo si accende. Il monitor da 14 pollici è disponibile in due diverse risoluzioni: Full Hd da 1.920×1.080 pixel o 4K da 3.840×2.160 pixel. È dotato di processore Intel Core i7-7700HQ, scheda grafica Nvidia Gtx 1060 con 6 GB di RAM, 16 GB di RAM e storage da 256 GB a un terabyte. Queste caratteristiche lo rendono perfetto per la realtà virtuale. Completano la dotazione una webcam da 2 Megapixel, due speaker Dolby Digital Plus Home Theater Edition e una vasta scelta di porte, una Thunderbolt 3, tre USB 3.0 e una Hdmi. Pesa solo 1,86 chilogrammi; purtroppo non è ancora disponibile in Italia.

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A CASA DEL CONTE UGOLINO di Federico Mura

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età della mia famiglia, la parte paterna, è originaria di Siliqua un piccolo paese del Sulcis a circa 35 km da Cagliari. Quindi tutte le volte che con i miei genitori mi recavo a casa dei miei nonni, prima di entrare nel centro del paese, con la faccia attaccata al finestrino, il mio sguardo veniva catturato dal mastio del Castello di Acquafredda, conosciuto anche come il Castello del Conte Ugolino, di conseguenza è un posto che mi ricorda l’infanzia e i miei cari nonni. Dai racconti di mio nonno prima e di mio padre poi ho sempre sentito che per anni il Castello ha versato in uno stato di totale abbandono e per raggiungerlo occorreva arrampicarsi per le pareti rocciose che lo sostengono ormai da secoli, impresa riservata a pochi. Questo sito possiede una storia che parte dall’epoca medievale e per una vicenda alquanto bizzarra arriva fino ai giorni nostri.

Ma andiamo per ordine. La sua costruzione, come detto è di epoca medievale, e questo è documentato dal fatto che il Castello venga citato in una bolla papale risalente al 1238, anche se altre fonti indicano che la sua costruzione sia stata eseguita per volere del Conte Ugolino della Gherardesca, che ne divenne proprietario nel 1257. Anche se quest’ultimo aveva come residenza il Castello di San Guantino ad Iglesias, la fortezza del Castello di Acquafredda veniva utilizzata per controllare l’accesso alla città mineraria, Iglesias appunto, che era ricca di giacimenti di argento, zinco e piombo. Inoltre le vicende del Conte sono presenti anche in alcuni versi della Divina Commedia di Dante, precisamente nel Canto XXXIII dell’Inferno. Il Castello si sviluppa fino ad un’altezza di 256 metri sopra il livello del mare ed è strutturato su tre livelli e probabilmente lo scopo era quello di rendere difficoltoso un eventuale assalto da parte dei nemici.

Il primo livello è rappresentato dal Borgo, a circa 154 metri; qui si trovavano gli alloggi dei soldati, i magazzini per gli alimenti, le armi e gli attrezzi; la vita del Castello si svolgeva soprattutto in queste mura ed ogni abitante aveva un compito ben preciso che in questo caso gli veniva assegnato dal castellano. La parte della Torre Cisterna si trova a circa 200 metri d’altezza è di forma quadrata ed è costituita da tre ambienti visitabili collegati tra loro; era un punto fondamentale, in quanto l’acqua era una componente importante per la vita nel castello e la cisterna consentiva di averne una grande scorta. Essa ha inoltre una particolarità, e qui arriviamo alla storia dei giorni nostri che vi dicevo all’inizio, al suo interno troviamo una scritta incisa a lettere cubitali sulla pietra che riporta un nome: Osvaldo Molino. Osvaldo era un bambino di undici anni che decise di avventurarsi da solo fin qua su attraverso un percorso impervio (al periodo non erano presenti passarelle e corrimani) e una volta raggiunto

l’ambiente della cisterna decise di incidervi il suo nome all’interno. Dopo che passarono alcuni anni si rese conto del danno arrecato, e così nel 2005 scrisse una poesia che trovate esposta all’interno della cisterna per chiedere perdono per quanto fatto all’epoca. Ormai con gli anni quella scritta è diventata parte integrante del Castello. I punti più alti sono due: il Mastio e la Torre di guardia. Il primo non è visitabile e lo si può osservare solo dalla Torre di guardia; esso si trova a 256 metri s.l.m. ed era l’abitazione del castellano, mentre la Torre di guardia raggiunge un’altezza di 248 metri ed è raggiungibile attraverso un passaggio stretto e impervio, ma una volta lassù si può ammirare tutta la zona sottostante mentre si è perennemente accarezzati dal vento. Per chi fosse interessato all’escursione, ecco qualche informazione utile: la visita ha un costo di 4 euro senza la guida e di 6 euro con la guida, a cura della Cooperativa Antarias, che vi consiglio. Il parco possiede anche delle zone pic-nic e un’area ristoro. Dedicato ai miei nonni Anna ed Ennio


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Quel viaggio attraverso l’Europa che, nel corso dell’Ottocento, i giovani intraprendevano per conoscere il mondo, lo proponiamo qui lungo il Bel Paese, alla scoperta delle nostre Regioni d’Italia.

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20 S&H MAGAZINE

TRENTINO ALTO ADIGE

Il Lago di Braies. A destra i canederli

di Daniele Dettori Una terra, diverse culture. Ci spostiamo questo mese nell’estremo nord italiano, al confine con l’Austria in una terra che, della propria doppia anima culturale, è decisa da tempo a farne un punto di forza sia politico che turistico. Il Trentino Alto Adige è, non a caso, un territorio a Statuto Speciale; definizione che ritroveremo per altre quattro tra le Regioni del nostro Paese: si tratta di zone che, per posizione geografica e vicende storiche, godono di particolari forme di autonomia legislativa, amministrativa e finanziaria. La doppia anima del Trentino, nello specifico, racchiude due solidi nuclei di cultura italiana e tedesca che convivono e collaborano – in stretto rapporto con l’Unione Europea – con lo Stato Federato austriaco del Tirolo. Lassù per le montagne. Dimenticate il mare e la macchia mediterranea: tra Alpi e Dolomiti, il Trentino è la terra delle montagne per eccellenza. I bianchi manti di neve, specialmente nel periodo

invernale, ricoprono le case dai tetti spioventi e tegolati, illuminate alla sera dalle luci e dai focolari che scaldano e rinfrancano il corpo e lo spirito. In primavera, i boschi e le valli si risvegliano tingendosi di un verde in cui, nelle belle giornate di sole, è possibile immergersi per lunghe camminate tra i pascoli, come novelli Heidi e Peter alla volta della propria baita nella natura incontaminata. La Val Gardena rappresenta una buona sintesi di tutto questo, con le sue rinomate piste sciistiche e le sue distese di terra che si allungano fino a incontrare il naturale recinto dolomitico che le racchiude. Ricordiamo che, mentre le Alpi sono una catena montuosa che “incorona” il nord Italia, tracciandone un confine naturale con il resto del continente europeo, le Dolomiti costituiscono una sezione delle Alpi, le accompagnano a tratti e prendono il nome dalla particolare pietra di cui si compongono, la dolomia, un carbonato di calcio e magnesio dal colore chiaro, che si sedimenta con facilità in zone saline e lacustri.

In tutti i luoghi, in tutti i laghi. E proprio i laghi sono tra le più grandi attrattive del Trentino; il Lago di Garda in primis, tra i maggiormente noti anche perché è il più esteso d’Italia, con il suo perimetro che abbraccia ben tre Regioni. Ancora, i laghi di Braies e di Careza, il primo perfetto per un’escursione in mezzo alla natura e il secondo circondato da fiabesche leggende. Trento è poi una città ricca di storia e testimonianze medioevali, militari e religiose. L’architettura trova per le sue strade forme espressive esteticamente ricercate: è il caso di Piazza del Duomo, di Palazzo Thun (sede del municipio) o ancora di Palazzo Salvadori (molto importante per la cultura ebraica come antica sede medioevale della sinagoga). Ma non basterebbe lo spazio per citare tutti gli edifici meritevoli. Bolzano, Madonna di Campiglio, Bressanone, sono altre città che non potete non visitare durante il vostro soggiorno in Trentino per calarvi appieno nella sua magica atmosfera nordica. Proprio a Bressanone, per

esempio, potrete trascorrere qualche ora a passeggio per la via dei Portici Maggiori, quasi un piccolo borgo in stile austroungarico, dove fare shopping e gustare i prodotti tipici di questa terra. A tavola. La cucina del Trentino riflette usanze e stili di vita montani, coniugando alimenti del nostro nord con altri tipici d’oltralpe. Tra i primi la polenta, i salami, il lardo, che si sposano con i crauti, le patate e le note dolci dei gustosissimi strudel di mele. I canederli, un primo a base di pane raffermo condito con formaggio, speck e spezie varie, si rivelano perfetti se cotti nel brodo di carne e serviti ben caldi. Un buon pranzo può proseguire poi con della lugànega (salsiccia fresca di carne suina) accompagnata con un contorno di fasoi embragati, tipicamente fagioli cotti con sugo di pomodoro e spezie. Per chiudere, una buona fetta di zelten: fragrante torta a base di frutta secca, dall’impasto comune condito poi con alcune varianti locali a seconda della zona.


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22 S&H MAGAZINE Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferi‐ mento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on‐line argomenti clinici ed extra‐clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.

Il dentista risponde Curiosità sul mondo odontoiatrico

perdere la sua translucenza e scurirsi? Come detto in apertura il dente ha subito un piccolo trauma, magari il bambino è caduto o ha semplicemente sbattuto su qualcosa, per cui è stato leggermente smosso all’interno dell’osso. Questo ha determinato una interruzione del fascio vascolo-nervoso che lo rende “vivo” e quindi non ricevendo più il corretto afflusso di sangue, è “morto”. Ha perso la vitalità. Fatto grave quando succede su un dente permanente nell’adulto, ma di media-bassa gravità quando succede

Il mio bambino di 4 anni ha un dentino che è diventato scuro, che è successo e che devo fare? un evento frequente che i piccoli bambini subiscano traumi, che a volte passano inosservati, magari mentre sono soli e “fortunatamente” non vengono scoperti dai genitori, sempre troppo apprensivi sulla salute del proprio figlio. Mentre nel secolo scorso era facile che le famiglie avessero quattro, cinque o anche più figli, per cui l’attenzione che ogni genitore riponeva su di loro era suddivisa e legata ai fatti realmente importanti, ora che le coppie hanno uno o raramente due figli, tanto più tempo a disposizione, internet sempre connesso, e i gruppi di genitori su Whatsapp sempre attivi, si assiste ad un eccesso di controllo sullo stato di salute di ognuno di loro. Esistono anche delle forme psicopatologiche quando il genitore, per calarsi ancora di più nel ruolo e sentirsi rassicurato della sua funzione, cercano segni o sintomi (magari rapportandoli a fatti avvenuti nella loro infanzia o gioventù oppure sentiti dire o letti sul web) di malattie dalle quali devono proteggere il loro figlio o per le quali vanno dal medico già con una diagnosi preconfezionata.

Nel caso in cui un bambino presenti un dente scuro, questo di solito è un incisivo superiore, uno dei due dentini anteriori nella mascella, quelli che per primi si vedono quando si sorride. La mamma viene colpita da questo fatto in quanto altera l’estetica della bocca e teme possa portare gravi conseguenze alla futura dentatura da adulto. Per cui si presenta dallo specialista odontoiatra chiedendo una visita urgente per chiarirsi ogni dubbio sul futuro della situazione orale per proprio erede. Fondamentalmente cosa è successo? Cosa ha portato questo dentino a

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nel bambino. Questo perché il dentino verrà perso nel giro di uno due anni, per essere sostituito dal permanente, per cui del danno in questo caso non rimarrà segno. Se per caso dovesse svilupparsi un piccolo ascesso, evidenziato dalla presenza di una piccola pustolina bianca sulla gengiva al di sopra del colletto del dente, sarà semplicemente necessario farlo drenare attraverso un piccolo foro che si determinerà nella parte posteriore del dente, senza bisogno di effettuare una anestesia, quindi in maniera semplice e rapida. Se invece il bambino ha un’età compresa tra la fine dei tre e l’inizio dei quattro, sarà sufficiente effettuare una chiusura dello spazio che conteneva vasi e nervi con del materiale medicamentoso adatto, per portare il dente senza problemi sino alla sua naturale perdita ai sei anni. Concludendo posso affermare, e il buon senso consiglia, che il compito del dentista sarà quello di rassicurare la madre, dopo aver constatato che il bambino sta bene e non presenta segni o sintomi che possano portare a un danno concreto. Come mi insegnava un vecchio e saggio pediatra, il loro compito era per il 90% rassicurare le madri e per il 10% curare i bambini, così dobbiamo proseguire noi odontoiatri. Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@shmag.it.

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Fitness & Benessere

Sono un padre, un marito e un trainer esperto in percorsi di dimagrimento, obesità e sovrappeso. Aiuto quotidianamente le persone che vogliono cam‐ biare forma fisica, e spesso anche la propria vita.

a cura di Matteo Sassone

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SCONFIGGERE L’OBESITÀ L’identikit di chi ce l’ha fatta

n quest’articolo voglio raccontare alcuni tentativi di cambiamento coronati dal successo e spiegare come le vecchie abitudini possano essere sostituite dalle nuove sfociando in un rinnovamento fisico, emotivo e psicologico. Qualsiasi situazione può essere ribaltata: sempre più spesso mi trovo ad avere a che fare con persone che hanno sofferto di obesità riuscendo poi a trovare una soluzione, nonostante i tentativi falliti li avessero spinti a credere di non esserne più in grado. Tutti, applicando alcuni semplici principi, possiamo farcela se per noi è davvero importante cambiare. Invece di analizzare rischi e percentuali connessi all’obesità, cercheremo di fornire delle risposte esaurienti e concrete, le stesse a cui sono giunti coloro

PUSH-UPS

che sono riusciti a uscirne e, per farlo, partiremo dallo smentire una falsa ma radicata convinzione ovvero che mangiare meno permetta di dimagrire, quando spesso è vero il contrario; è comunque fondamentale dare una svolta alle proprie abitudini. Nove persone su dieci, tra coloro che soffrivano di obesità, per cercare di dimagrire commettevano infatti alcuni di questi errori. Colazione troppo povera: anche se ai loro occhi una pasta e il cappuccino o, in alternativa, fette biscottate e marmellata apparivano una colazione nutriente perché contenenti “molte” calorie, in realtà costituiscono un pasto che, fortemente sbilanciato verso i soli carboidrati/zuccheri, crea una conseguente digestione veloce e una bassa sazietà. La

colazione di chi ha risolto è ora basata sui tre macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi). Modificare il primo pasto della giornata è un modo per dedicarsi del tempo e segnalare alla mente e al corpo che si desidera cambiare, facilitando così tutte le scelte che faremo nel resto della giornata. Yogurt bianco, frutta, frutta secca, oppure colazioni “salate” a base di toast al prosciutto possono costituire il primo step verso una svolta. Escludere i carboidrati (come pasta, pane o riso) dai pasti: nutrienti che ora vengono invece introdotti in tre/quattro su cinque dei pasti consigliati. Inoltre: hanno iniziato a fare la spesa consci di cosa mettevano nel carrello anziché comprare alimenti dalle confezioni invitanti. Hanno sostituito lo yogurt alla frutta con lo yogurt bianco, caffè al ginseng e simili con qualcosa che non contenesse zucchero, hanno scelto di mangiare frutta fresca e secca anziché considerare il caffè o il cappuccino uno spuntino. Hanno così semplicemente mutato e potenziato ciò che consumavano

Esercizio di potenziamento degli arti superiori, coinvolge però tutto il corpo. Parti con le braccia tese e le mani in appoggio a terra, con una distanza pari a quella delle spalle, contraendo gli addominali. Assicurati di avere i gomiti vicino al

abitualmente continuando a godere della pausa caffè. La scienza infatti ci conferma che una cattiva abitudine non va eliminata lasciando un vuoto ma sostituita con una che apporta un beneficio. Alcuni non esercitavano nessun tipo di attività fisica oppure frequentavano la palestra ma senza reali benefici e con un conseguente abbassamento dell’umore. Ora hanno scoperto che l’introduzione di brevi (e particolari) sequenze di 15‐30 minuti di allenamento permette loro di essere più attivi e freschi mentalmente e i più forti fisicamente ma soprattutto più felici, carichi di energia positiva per affrontare al meglio la giornata. Spesso la soluzione risiede in poche semplici regole: basta introdurre piccole modifiche e saremo più propensi a mantenere le nuove abitudini senza esaurire la nostra capacità di autocontrollo. Sei pronto al cambiamento? Tu puoi essere il prossimo!

dorso e con le gambe tese, se riesci, o in alternativa con le ginocchia in appoggio se hai difficoltà, scendi fino a sfiorare il pavimento senza perdere la tensione. Fai 3 serie ripetendo il movimento tra le 5 e le 12 volte con pause di 90 secondi.

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24 S&H MAGAZINE

DUE OBIETTIVI STAGIONALI SFUMATI PER LA DINAMO SASSARI La squadra stenta a crearsi un’identità, i tifosi mormorano e la società li bacchetta. Ma si crea anche il gruppo per l’anno prossimo.

Levi Randolph e Scott Bamforth (sotto)


shmag.it 25

di Erika Gallizzi. Foto: Luigi Canu

S

tagione, per il momento, da dimenticare per la Dinamo Banco di Sardegna Sassari. Quando sembra che si sia finalmente trovata la quadratura del cerchio, infatti, la squadra piomba in un tunnel che più nero non si può e si smarrisce. È ciò che è successo ancora e, dopo un periodo di vittorie e sprazzi di bel gioco, i biancoblù/biancoverdi hanno perso completamente la verve e, a questo punto, rimarcato che la squadra non ha ancora un’identità precisa. Stavolta, però, l’involuzione è pesantissima, perché ha “sottratto” al Banco due obiettivi stagionali: la qualificazione alla Final Eight di Coppa Ita‐ lia, appuntamento fisso dal secondo anno di Serie A all’anno scorso, ed il passaggio del turno in Fiba Basketball Champions League. Coach Federico Pasquini, in panchina, sta soffrendo e non ha la squadra in mano, ma sembra quasi che si metta la testa sotto la sabbia, ci si tappino naso e orecchie (anche occhi?) e si provi a individuare solo altre responsabilità. Per esempio di Levi Randolph, ormai virtualmente tagliato dalla società sassarese. Un giocatore che, dopo un avvio di stagione straordinaria, si è sicuramente trasformato (in negativo), ma che raramente ha giocato nel suo ruolo di guardia. E va bene volere dei “jolly”, che nel basket moderno ci sono e fanno comodo, ma snaturare forzatamente giocatori sta diventando una pessima abitudine che poco paga. Un reiterato errore, insomma. Probabilmente col giocatore è anche successo qualcosa, che non è dato sapere, dal momento che è stato rispedito a Sassari da solo tra una trasferta di campionato ed una di Coppa, e pure mandato ad allenarsi alla Cagliari Dinamo Academy, prima di essere reintegrato in rosa e portato a referto nella gara con Torino. Ad ogni modo, con lui in partenza, c’è un altro atleta in arrivo, la guardia-ala statunitense, ex Brindisi, Josh Bostic. Si pensava un “3-4”, ruoli decisamente più scoperti rispetto al sovraffollato spot di guardia, invece no. Poi c’è la questione Tavernari, che nelle ultime partite ha giocato discretamente più di tutto il resto della stagione, e non solo in coppa dove le assenze lo hanno fatto rientrare tra gli effettivi. In campionato, infatti, nelle ultime due partite ha giocato 38 minuti, sui 51 totali. Poco prima di questa “folata di minutaggio”, si vociferava che il giocatore avesse chiesto di essere ceduto, per poter giocare. Inoltre, la Dinamo è ancora priva di Stipcevic, fermo da un mese per una frattura ad un dito della mano destra, che ha richiesto un intervento chirurgico di urgenza il 31 dicembre. Quando si dice “mettersi il vino (spumante, in questo caso) in fresco”. Il play croato dovrebbe comunque rientrare a breve. In mezzo alle brutte notizie ed alle situazioni, per così dire, “strane”, sono arrivate le conferme, per la prossima stagione, di Scott Bamforth e Dyshawn Pierre, indubbiamente ottime ed anche un po’ “utilizzate”, nel periodo buio, per indorare la pillola ad un ambiente deluso ed arrabbiato. Queste due conferme si sommano ai contratti già firmati, sempre per la prossima stagione, da Spissu, Polonara e Stipcevic, e dovrebbe a breve aggiungersi quello di Shawn Jones.

C’è da dire che, però, le polemiche ed il “fermento” non mancano. Anzi, ad ogni partita c’è un malumore nuovo e su quello ci si concentra. E quindi si è passati da un post su Instagram di Bamforth, forse travisato dal corrispondente di un sito internet, in cui sembrava che lo stesso atleta fomentasse una levata di scudi in favore del compagno di squadra Randolph, poi smentito dal presi‐ dente Sardara con la pubblicazione di una chat privata tra sé ed il buon Scott (per la verità anche con termini dialettali offensivi che si potevano evitare), ai fischi a Pasquini durante la presentazione della squadra in occasione della gara interna con Torino. In quest’ultimo caso, il presidente della Dinamo si è presentato in sala stampa piuttosto amareggiato perché “Non mi sento il presidente di questa Dinamo. Se noi stiamo diventando quanto visto stasera, io non mi ci riconosco più”. Ma è stato discreto, la settimana prima, anche il post-Cantù, con gli attacchi a coach Pasquini colpevole di essersi fatto fischiare un fallo tecnico a 50” dalla fine dei tempi regolamentari, sul +3 e palla in mano. La gara è poi terminata con la vittoria di Cantù dopo un tempo supplementare. E c’è da immaginare che quell’episodio sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato ai fischi di una settimana dopo. È vero che tra le due c’è gare c’è stato un match di Coppa al PalaSerradimigni, in cui i mugugni sono stati lievemente sussurrati, ma ancor più vero è il fatto che in Coppa le tribune presentano ampissimi spazi vuoti ed in campionato no. Tornando al campo ed ai freddi numeri, il mese di gennaio ha portato tra sconfitte (terrificante quella in casa del fanalino di coda della classifica, Pesaro, che ha segnato la non partecipazione alla Coppa Italia) e due vittorie in campionato, mentre in Champions la vittoria è stata una e le sconfitte due. Come detto, anche il passaggio del turno in Champions League è ormai impossibile, mentre il Banco è in corsa per un posto nella Fiba Europe Cup, la coppa minore. Il mese di febbraio sarà “corto” in tutti i sensi, visto lo stop per la Final Eight e gli impegni delle Nazionali. Per la Nazionale Azzurra, Achille Polonara è stato messo in “preallarme” dal CT Meo Sac‐ chetti, per le prossime due gare dei Fiba World Cup 2019 Qualifiers. La lista è di 24 atleti e da questa scaturiranno i convocati al raduno previsto a Treviso a partire dal 19 febbraio. Le gare in programma sono due: venerdì 23 contro i Paesi Bassi e lunedì 26 a domicilio della Romania. L’Italia è attualmente prima nel suo girone con due gare vinte su altrettante disputate; le prime tre accedono alla seconda fase. Comprese le due di febbraio, mancano in tutto quattro gare al termine del girone.

I PROSSIMI INCONTRI DI CAMPIONATO 18a Giornata - 4 febbraio ore 18:00 Grissin Bon RE - Banco di Sardegna SS 19a Giornata - 11 febbraio ore 18:15 Banco di Sardegna SS - Segafredo Virtus BO I PROSSIMI INCONTRI DI CHAMPIONS LEAGUE

Game 14 - 7 febbraio ore 20:30 Banco di Sardegna SS - Enisey Krasnoyarsk


26 S&H MAGAZINE

inSardegna... I migliori eventi di Febbraio

11-13 FEBBRAIO. Sa Sartiglia

Dal 31 GENNAIO al 4 FEBBRAIO: Cagliari al Teatro Massimo. Stagione di Prosa 2017/2018: “Il Padre”, di Florian Zeller, con Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere, regia Piero Maccarinelli. 1‐2 FEBBRAIO: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. “Robin Hood - Il Musical”, di Beppe Dati, con Manuel Frattini e Fatima Trotta, regia di Mauro Simone, coreografie di Gillian Bruce. 2 FEBBRAIO: Cagliari al Bflat Jazz Club, ore 22:15. “Beatles Show”, concerto dei The Vaghi. 3 FEBBRAIO: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 20:30. “ XX BS – 20 anni di Gospel” con Maria Giovanna Cherchi e Gatto Panceri. Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. “Robin Hood - Il Musical”, di Beppe Dati, con Manuel Frattini e Fatima Trotta, regia di Mauro Simone, coreografie di Gillian Bruce. Alghero al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2017/2018: “Pss pss”, di e con Camilla Pessi e Simone Fassari, regia Louis Spagna. Ca‐ gliari al Fabrik Club, ore 21:00. Concerto di Ensi. Carbonia al Teatro Centrale, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2017/2018: “Quotidianamente Insieme”, di e con Andrea Tedde e Marta Proietti Orzella, regia Andrea Tedde. 3‐4 FEBBRAIO: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXVIII Stagione di teatro per ragazzi: “Riccioli d’oro e i tre orsi”, La Botte e il Cilindro (SS), (3-11 anni). 4 FEBBRAIO: Riola Sardo al Crossodromo Comunale Le Dune, ore 7:00. Campionati Internazionali d'Italia di Motocross 2018. San Sperate al Teatro Scuola Civica di Musica, ore 18:00. I edizione “Civic'Art” - Festival di Musica, Teatro e Cinema: “Sincretico”, musica di Vince Abbracciante. 5 FEBBRAIO: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di Prosa 2017/2018: “Il Padre”, di Florian Zeller, con Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere, regia Piero Maccarinelli. 9 FEBBRAIO: Cagliari al Bflat Jazz Club, ore 22:00. Concerto Carmen Souza ft Theo Pascal Trio. 10 FEBBRAIO: Cagliari al Fabrik Club, ore 21:00. Colombre in concerto. Arzachena all’Auditorium Comunale , ore 21:00. Stagione di Prosa e Musica 2017/2018: “Un mondo a più voci”, Mario Arcari (oboe, clarinetto, flauto dolce, fiati etnici, voci), Ellade Bandini (batteria), Giorgio Cordini (chitarra, bouzouki). 11 FEBBRAIO: Oristano dalle ore 10:00. Sartiglia del Gremio dei Contadini.

15-16-19 FEBBRAIO. Massimo Ranieri "Sogno e son desto...”

13 FEBBRAIO: Oristano dalle ore 10:00. Sartiglia del Gremio dei Falegnami. 14 FEBBRAIO: Alghero al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2017/2018: “Il mondo non mi deve nulla”, di Massimo Carlotto, con Pamela Villoresi e Claudio Casadio, regia Francesco Zecca. 15 FEBBRAIO: Nuoro al Teatro Eliseo, ore 21:00. "Sogno e son desto... In viaggio", spettacolo di Massimo Ranieri. Cagliari al Bflat Jazz Club, ore 21:30. Concerto del Tony Marongiu Quintet. 16 FEBBRAIO: Porto Torres al Teatro comunale Andrea Parodi, ore 21:00. XXVIII edizione Festival “Etnia e Teatralità": “La dolce guerra”, di e con Elena Ferrari e Mariano Arenella. Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. "Sogno e son desto... In viaggio", spettacolo di Massimo Ranieri. Cagliari al Teatro Massimo, ore 21:00. “Letteres Sonores” XVII edizione “Le Salon de Musique”: Ensemble Trame Sonore. Cagliari al Bflat Jazz Club, ore 22:00. Concerto di Greta Panettieri. 17 FEBBRAIO: Cagliari al Fabrik Club, ore 21:00. Concerto degli Herbert Stencil. San Ga‐ vino Monreale al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di Prosa, Musica e Danza 2017/2018: “Pulsazioni - Danza, musica, poesia”, regia Ricky Bonavita e Ugo Bentivegna. 18 FEBBRAIO: Cagliari in via Azuni, ore 10:30. XI edizione della “Vespiglia”. Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXVIII Stagione di teatro per ragazzi: “Oscar va in città”, Is Mascareddas (CA), (3-11 anni). San Sperate al Teatro Scuola Civica di Musica, ore 18:00. I edizione “Civic'Art” - Festival di Musica, Teatro e Cinema: “Il circo di cartapesta”, spettacolo teatrale per piccoli e grandi sognatori. 19 FEBBRAIO: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. "Sogno e son desto... In viaggio", spettacolo di Massimo Ranieri. Alghero al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2017/2018: “Il Mantello di Pelle di Drago”, del Jas Art Ballet, coreografie e regia Massimiliano Volpini. 20 FEBBRAIO: Cagliari alla Fiera, ore 21:00. "Prisoner 709 Tour", concerto di Caparezza. 22 FEBBRAIO: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. “Carpe Diem”, concerto del Paolo Fresu Devil Quartet. Arzachena all’Auditorium Comunale , ore 21:00. Stagione di Prosa e Musica 2017/2018: “Angelicamente Anarchici - Don Andrea Gallo e Fabrizio De André”, diretto e interpretato da Michele Riondino.

Fino al 25 FEBBRAIO. Mostra “Nuragica”

23 FEBBRAIO: Sassari al Teatro Verdi, ore 21:00. VIII edizione “I Grandi Interpreti della Musica”: Ensemble Spira Mirabilis. 24 FEBBRAIO: Alghero al Teatro Civico, ore 21:00. I edizione di “JazzAlguer - música per tots”: Cadmo, trio formato dal pianista Antonello Salis, dal bassista Riccardo Lay e dal batterista Mario Paliano. Sassari al Teatro Comunale, ore 21:15. 6ª edizione “La Grande Corrida della Sardegna”. Cagliari al Bflat Jazz Club, ore 22:00. “25 per gamba”, concerto dei Bob Boys. 24‐25 FEBBRAIO: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXVIII Stagione di teatro per ragazzi: “Il gatto con gli stivali”, La Botte e il Cilindro (SS), (5-14 anni). 25 FEBBRAIO: San Sperate al Teatro Scuola Civica di Musica, ore 18:00. I edizione “Civic'Art” - Festival di Musica, Teatro e Cinema: “Seven Steps to Heaven”, tributo ai grandi del Jazz. 26 FEBBRAIO: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di Prosa 2017/2018: “New Magic People Show”, con Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi, Luciano Saltarelli. 27 FEBBRAIO: Carbonia al Teatro Centrale, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2017/2018: “Odyssey Ballet”, con Emanuela Bianchini, regia e coreografie Mvula Sungani.

Mostre Fino al 19 FEBBRAIO: Sassari nella Sala Duce del Palazzo Ducale, ore 10:30-13:00 / 16:3019:00, chiuso domenica e lunedì. "L'olocausto e l'oblio", mostra di Pietro Sanna. Fino al 25 FEBBRAIO: Sassari all’Ex Convento del Carmelo, ore 16:00-21:00 (mar-ven), ore 10:00-14:00 / 16:00-21:00 (sab-dom), chiuso lunedì. Mostra “Nuragica”, il più sorprendente viaggio nel tempo tra ricostruzioni e realtà virtuale. Nuoro al MAN, ore 10:00-13:00 - 15:0019:00, chiuso lunedì. Mostre “Una visione astratta”, opere dalla Collezione Maria Cernuschi Ghiringhelli e “Emisferi Sud”, mostra di Michele Ciacciofera. Fino all’11 MARZO 2018: Cagliari alla Galleria Comunale d'Arte, ore 10:00-18:00, chiuso lunedì. Mostra “Modigliani: Opera sola”. Fino al 18 MARZO 2018: Collinas al Museo Naturalistico del Territorio “G. Pusceddu”, ore 9:00-19:00, chiuso lunedì. Mostra “Avventura tra i ghiacci. Pole Position”.

Per segnalarci un evento scrivi a eventi@shmag.it


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28 S&H MAGAZINE

Un caffè o un pasto veloce! SA SSA R I Bar Capital

Snack Bar.Ristorante

Via Mosca, 19.  392/9701310 Bar Giardino

Caffetteria

Via Roma, 55.  079/274009 Bidda Bar

Wine Bar.Birreria

Piazza d’Italia, 7.  338/7684283 Cafè Set

Snack Bar.Ristorante

Via Roma, 4.  340/4060745.  Nessuno Caffè del Corso

Snack Bar.Ristorante

Shardana

Snack Bar.Birreria

Corso Vittorio Emanuele II, 17.  079/232470.  Domenica

Via Asproni, 6/a.  328/2679594

Caffè Lounge P

Solin

Snack Bar.Ristorante

Snack Bar.Ristorante

Via Vardabasso, 5/b.  079/280953.  Nessuno

Galleria Tanit.  079/262519.  Nessuno Caffè Milano

Snack Bar

Vanilla Cat

Caffetteria.Pasticceria

Via Alghero, 24.  327/5470727

Via Sulcis, 38.  334/7275200 Caffè Mokador di Monserràt

Snack Bar.Ristorante

Galleria Monserràt.  079/219182.  Nessuno

ALGH ERO

Cantina Mazzotti

Snack Bar.Ristorante

Piazza Mazzotti, 3.  393/2367636.  Domenica Carletto Cafè

7000 Caffè

Caffetteria.Snack Bar

Via Alghero, 69.  Domenica

Snack Bar.Pranzi Veloci

Via XX Settembre, 94.  Domenica sera Alguer Caffè

City Caffè

Snack Bar.Ristorante

Via Zanfarino, 30.  079/275975.  Domenica E Allora?!

Snack Bar.Gelateria

Via Don Minzoni, 4.  079/5622648.  Nessuno Bell’Agio

Snack Bar.Ristorante

Wine Bar.Caffetteria

Via Maiorca, 47/51.  079/980103.  Nessuno

Via Verona, 31.  079/275394.  Nessuno

Cafè Latino

Family Cafè

Bastioni Magellano, 10.  079/976541.  Nessuno

Snack Bar.Tabacchi.Ricevitoria

Via Carbonazzi, 18.  079/274247.  Domenica  Lotto, Totocalcio, Superenalotto, Totip

Carlos Primero

Funky Stuff

Ciau Ciau

Snack Bar

Snack Bar.Gelateria

Piazza Civica, 15.  079/9336617

Caffetteria.Focacceria

Snack Bar.Griglieria.Paninoteca

Via Tempio, 7/b.  340/8522748.  Domenica.  Live music

Piazza Sulis, 8.  334/1190962.  Nessuno

Il Caimano Distratto

Cyrano

Cocktail Bar.Live Music

Il Posto di Altogusto

Wine Bar.Libreria

Via Vittorio Emanuele II, 11.  079/9738303.  Domenica

Piazza Tola, 9.  079/6018742.  Nessuno Snack Bar.Ristorante

Hot Ciccia Cafè Bistrò

Caffetteria.Ristorante

Predda Niedda Strada 2.  079/2670000.  Domenica

Via Eleonora D’Arborea, 12.  340/7193041

Jro Caffè

Il Tocco Del Prete

Snack Bar.Tabacchi

Via Carlo Fadda, 14.  079/2857065.  Nessuno New Life Cafè

Birreria

Piazza Teatro, 1.  342/1673408.  Nessuno Snack Bar

La Pantera Rosa Cafè

Snack Bar

Via Walter Pasella, 20/a - Li Punti.  347/4095845.  Domenica

Via Asfodelo, 9.  348/1445906.  Domenica

San Baylon

L’Altra Vineria

Caffetteria.Pasticceria

Viale Adua, 24.  079/9332114

Wine Bar

Via Principe Umberto, 68.  079/6014954.  Nessuno Orange

COLAZIONI APERITIVI PRANZI VELOCI

Snack Bar.Ristorante.Pizzeria

Via XX Settembre, 2/4.  346/5944925.  Nessuno.  Live music

P ORTO TORRES Bar Galleria

Snack Bar

Via Sassari, 61.  079/9145349.  Domenica Cristallo

rinfreschi e buffet per i vostri eventi

Sassari . Viale San Pietro 27 Tel. 331 4490233

Snack Bar.Pasticceria

P.zza XX Settembre, 12/14.  079/514909.  Lun sera.  Live music Falò Cafè

Snack Bar.Ristorante

Via Mare, 12.  079/5902793.  Domenica Tropical

Lungomare Balai, 70

Lounge Bar


BAR | RISTORANTI | PIZZERIE | PANINOTECHE | PUB | GASTRONOMIE | GELATERIE | PASTICCERIE | CLUB

BAR . TAVOLA CALDA RICEVITORIA .................................................................

Via Caniga, 1 . Sassari q 079 262519

Speed Date

S E NN O R I & S O R S O

Ristorante.Pizzeria.Snack Bar

Predda Niedda Strada 8.  079/262520.  Nessuno St. Joseph Pub

Buena Vista Cafè

Snack Bar

Via Cottoni - Sennori.  079/362273.  Lunedì

Tritus

Cafè Cattari

Caffetteria

Via Marina, 37 - Sorso.  079/3055088.  Lunedì Dal Gusto

Wine Bar.Ristorante

Snack Bar.Paninoteca

Via Cottoni, 17 - Sennori.  079/361512.  Nessuno New Zanzibar

Ristorante.Pizzeria

Via Asproni, 2.  079/274052.  Nessuno

A LG HER O

Via Cottoni, 63 - Sorso.  079/9105748 Ibiscus Cafè

Pub.Pizzeria.Paninoteca

Via Asproni, 20/22.  079/272455.  Nessuno

Al Refettorio

Ristorante

Vicolo Adami, 47.  079/9731126.  Nessuno Snack Bar

Via Roma Superiore, 164 - Sennori.  349/7274524

Cohiba

Ristorante.Birreria

Via Pola, 12 - Fertilia.  079/932004.  Nessuno Da Bruno

Dove mangiamo?

Demodè Bistrot Hopera Il Capricorno

Bakkus

Ristorante.Pizzeria

Corso Angioy, 6.  079/230448.  Nessuno

Il Posto

Ristorante.Pizzeria

Ristorante

Piazza Sulis, 3.  079/979584

La Perla Rosa

Ristorante.Pizzeria

Via IV Novembre, 63.  079/281255.  Mar.  Consegna domicilio La Pinta

Ristorante.Pizzeria

Via Saffi, 27.  079/236903.  Martedì.  Consegna domicilio Lupulus Birreria

Pub.Birreria

Via Duca degli Abruzzi, 23.  392/3613157.  Nessuno Meno Male che c’è Mamma

Ristorante.Pizzeria

Piazza Tola, 38.  347/0359597.  Lunedì Cucina Tipica Sarda

Via Carlo Alberto, 2.  079/9330921.  Lunedì Ristorante.Snack Bar

Viale San Pietro, 27.  331/4490233.  Nessuno Sa Madrighe

Pizzeria

Via Milano, 5.  348/1486966 Ristorante.Pizzeria.Spaghetteria

Via Asproni, 18.  079/273749.  Gluten free Spaghettoria S’Artea

Via Arborea, 2/b.  079/4922209 - 392/7683669

Spaghetteria

Ristorante

Via Principe Umberto, 23/25.  079/9337101.  Nessuno Le Nouveau Gourmand

Via Enrico Costa, 16.  079/233528

San Sebastian

Ristorante.Pizzeria

Via Kennedy, 20.  079/982772 - 328/8054588.  Martedì

Janas Restaurant

Via Napoli, 111.  348/4719969.  Lunedì

Royal Art Caffè

Pizzeria.Paninoteca

Il Pavone

Gastronomia Vegetariana e Vegana

Panefratteria

Ristorante.Pizzeria.Snack Bar

Via Diez, 60.  079/986225.  Mer.  Consegna domicilio Il Corallo

Ristorante.Pizzeria.Snack Bar

Predda Niedda Strada 18.  333/6801975.  Nessuno Gusto Veg

Ristorante.Pizzeria

Via Veneto, 2.  079/985194.  Martedì.  Consegna domicilio Piazza Civica, 23.  079/4804011.  Nessuno

SASSARI

Black Stone

Ristorante.Pizzeria

S.S. S.M. La Palma - Fertilia.  079/930098.  Nessuno

Tavola Calda.Gastronomia

Via Asfodelo, 43.  079/9739506 Lo Smeraldo

Pizzeria

Via Carbonia, 36.  079/5907611.  Consegna domicilio Sergio’s

Via XX settembre, 41/a.  079/983434

Pizzeria.Ristorante


 Chiusura  Informazioni aggiuntive

30 S&H MAGAZINE Il Vagabondo

Pizzeria

Pata Pizza

Piazza Ginnasio.  079/975177.  Mer.  Consegna domicilio

Il Veliero

Tria Street Food

Pizzeria

Via Misericordia, 23.  347/5992956

La Divina

Uragano

Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia

La Scacchiera

Pizzeria

Mela Mangio

On The Road

Il Drago

Gastronomia.Paninoteca

Via Mazzini, 13/a.  079/235296.  Domenica Pianeta Pizza

Pizzeria

Via Attilio Deffenu, 5/b.  079/2006777.  Consegna domicilio Pizzeria Cocco

Pizzeria al Taglio.Fainè

Emiciclo Garibaldi, 7.  079/234240.  Nessuno Via Rosello, 25.  079/238052.  Domenica

Vicolo Cabitta.  079/515896 - 338/3609378.  Mercoledì Da Cellino

Ristorante.Pizzeria

Via Balai, 61.  079/5046024.  Martedì.  Consegna domicilio Da Teseo

Ristorante.Pizzeria

Via dell’Autonomia, 4.  079/508106.  Giovedì Fuori Orario

Pizzeria.Paninoteca

Il Corallo 2

Pizzeria Helena

Pizzeria Luna e Sole

Refral Da Renato

Paninoteca

Spizzati

Pizzeria

SEN N ORI & SORSO Arte Pizza

Felix

Pizzeria

Via Fiorentina, 73 - Sorso.  079/350193.  Consegna domicilio

Via Mazzini, 83.  339/5754542.  Consegna domicilio

Pizzeria al metro.Paninoteca

S.S. 131 km 224,4.  079/502286 - 340/5226468.  Mercoledì

Da Bakery

Pepito Pizza

Via Mazzini, 29.  320/8659778.  Domenica El Davalito

Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia

I Gemelli

Qualcosa di dolce?

Pizzeria

SASSARI

Via Marconi, 132.  079/952309.  Martedì Pizzeria.Paninoteca

Via Don Minzoni, 102.  079/6011160.  Pizze senza glutine

Via Roma, 158 - Sennori.  327/7625970 Da Vito

Ristorante

La Nuova Delizia

Pizzeria

Loc. Badde Cossos - Sennori.  079/360245.  Lunedì

Via Goceano, 15.  079/985082.  Lun.  Consegna domicilio

Girasole

La Perla Nera

Ristorante.Pizzeria

Pizzeria

Via Roma Inferiore, 60 - Sennori.  079/362271.  Lunedì

Focacceria

Via Maiorca, 33.  079/980057

Ichnos Express

Pizzeria

Pizzeria 2000

Li Lioni

Ristorante.Pub

Pizzeria

Via Roma, 159 - Sennori.  079/362346

Big Pizza

Central Pub

Pizzeria.Paninoteca

Via Libio, 75.  079/5047066.  Consegna domicilio

Harley Pizza

A LG HER O

Ristorante.Pizzeria

S E NN O R I & S O R S O

Pizzeria.Paninoteca

Via Veneto, 7.  079/5042012.  Nessuno.  Consegna domicilio

Via Fiorentina, 42 - Sorso.  079/350502

Via Ettore Sacchi, 20.  079/502590.  Nessuno

C.so V. Emanuele, 158.  079/5048034 - 392/1880422.  Mar

Pizza Loca

Pizzeria

Ristorante.Pizzeria

Pizzeria.Paninoteca

Gastronomia.Paninoteca

Via Amsicora, 26.  320/0952420

Via De Andrè, 19.  079/299930.  Consegna domicilio

Via Einaudi, 12/B.  349/6372138.  Dom.  Consegna domicilio

Cucina Tipica Sarda

Mordi&Via

Via Zanfarino, 2/f.  079/272341.  Nessuno.  Consegna domicilio

Via Benedetto Croce, 2.  079/9401201 - 339/5640157.  Lun La Rosa Dei Venti

Pizzeria.Paninoteca.Cucina Vegana

Via Ponte Romano, 54.  328/5639782.  Lunedì

Speedy Gonzales Pizzeria.Paninoteca

Via Roma, 118.  079/2670032.  Nessuno

Piazza XX Settembre, 7.  079/513616.  Mercoledì

P ORTO TORRES

Pizzeria.Paninoteca

Corso Angioy, 5.  345/3383330.  Nessuno

Ristorante.Pizzeria

Pizzeria

Via S. Satta, 72/a.  392/4316141.  Consegna domicilio

Via Giagu, 17.  079/2829023.  Lun.  Consegna domicilio

Babbai

Gastronomia

Via Ciriaco Carru, 2.  079/240443.  Lun.  Consegna domicilio Via Chiarini, 1.  389/4512350 - 324/0815157.  Consegna domicilio

PO R T O T O R R ES

Pizzeria.Paninoteca

Via Perantoni Satta, 1.  079/271939.  Lun.  Consegna domicilio

Pizzeria.Gastronomia

Gelateria Bosisio

Gelateria

Via Brigata Sassari, 71.  079/232406.  Nessuno Pagoda

Pasticceria

Via degli Astronauti, 2/b.  079/291272.  Lunedì

Via Roma Inferiore - Sennori.  347/1416411.  Mercoledì

Via Oristano, 13/15.  079/9739132.  Consegna domicilio

Pasticceria Sias

La Cantera

Luna Rossa

Via Baldinca, 67 - Li Punti.  079/399310 - 393/9242341.  Lun

Ristorante.Pub

Pasticceria

Via Cagliari, 28.  079/982359 - 329/2478074.  Nessuno

Via Roma, 145 - Sennori.  349/3018347.  Martedì Zanzibar 2

Pizzeria.Paninoteca

ALGH ERO

Ristorante.Pizzeria

Via Roma, 197 - Sennori.  079/361036 Ciro

Pasticceria

Via Sassari, 35/b.  079/979960.  Lunedì

Take away o domicilio

Il Capriccio

SASSARI

Gelateria

C.so V. Emanuele, 114.  340/1844835.  Nessuno

Al Caminetto

Pizzeria

Via Mastino, 23.  079/280727.  Dom.  Consegna domicilio C’è Pizza per Te

P ORTO TORRES

Pizzeria.Paninoteca

Via Napoli, 6/b.  079/2826049.  Consegna domicilio

Per l’inserimento in questa guida contattaci allo 079.267.50.50




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