S&H Magazine n. 235 • Aprile 2016

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06 04 Caterina Murino 06 Pinuccio Sciola

Quattro passi nel Giardino Sonoro

07 Uomo e Cane

15 #perchènoino? Niente Dis-Coll per i precari dell'Università

16 Chirù Il nuovo romanzo di Michela Murgia

Il ruolo del veterinario comportamentalista

18 Hitweets

Tra playoff e coppe europee

19 Bullismo e Cyberbullismo

08 Dinamo in bilico

10 Il dentista risponde

20 Il mistero di Ellen Giles

12 Nasodoble

22 Cover Story

13 Appuntamenti di Aprile 14 In Viaggio: Palma di Maiorca

24 Guida ai locali

Curiosità sul mondo odontoiatrico

Da SeMiCerchi a Musica contro le mafie

S&H MAGAZINE

Anno XXI - N. 235 / Aprile 2016 www.seh-net.it - redazione@seh-net.it Direttore Responsabile Marco Cau Ufficio Grafico Giuseppina Medde Hanno collaborato a questo numero: Diego Bono, Luigi Canu, Morena Deriu, Daniele Dettori, Manuel Di Cristo, Nike Gagliardi, Erika Gallizzi, Giuseppe Massaiu, Paola M. Ruiu, Marco Scaramella Redazione Predda Niedda Strada 18 bis - Sassari Telefono 079.267.50.50

Veronica Abozzi

29 Segnali di Fumo Stampa Tipografia TAS S.r.l. - Sassari in Copertina Veronica Abozzi. Foto: Domenico Rizzo

esse&acca editoria.pubblicità.grafica grafica

Pubblicità 335.722.60.54 Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Sassari al n° 324 del 8.7.1996. Copyright © 1996. È vietato riprodurre disegni, foto e testi parzialmente e totalmente contenuti in questo numero del giornale.

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DI PAOLA M. RUIU FOTO DOMENICO RIZZO

CATERINA MURINO Il teatro, il cinema e l'amore per la sua Sardegna

Il 23 febbraio scorso, a Sassari, è andato in scena al Nuovo Teatro Comunale il dramma Doppio sogno, tratto dal testo di Arthur Schnitzler, con la regia di Giancarlo Marinelli. Lo spettacolo è al secondo anno di repliche e tra i protagonisti spiccano, tra gli altri, Ivana Monti, Ruben Rigillo, Rosario Coppolino e l’attrice sarda Caterina Murino. Lei è una nostra vecchia conoscenza! Avevamo avuto modo di incontrarla all’Estasi’s Disco di Santa Teresa, il 20 agosto del 1997, in occasione della finale di Miss Sardegna, dove “Sassari & Hinterland” presenziava in giuria (foto a destra). Decidiamo di approfittare dell’occasione per rincontrarla e fare due chiacchiere. Arriva in teatro da sola, indossa un paio di jeans, maglietta a collo alto nera, capelli semi raccolti e neanche un filo di trucco. Saluta tutti, si presenta ai giornalisti che la attendono e prende in mano la situazione guidandoci in platea per concedersi alle interviste. Si guarda intorno estasiata, non aveva ancora solcato il Nuovo Teatro Comunale! La osservo, mentre attendo il mio turno, è ammaliante e da lì a poco sedurrà anche me. Mi si siede accanto ed è lei a rompere il ghiaccio facendomi i complimenti per la maglietta che indosso. Mi ha già conquistata! L’ultima volta che ci siamo incontrati era durante la finale di Miss Sardegna, dove staccasti il biglietto per Miss Italia. Quanto e come è cambiata la tua vita da allora? Una vita di valigie fatte e disfatte che non ne possono più di me, ma chi me l’ha fatto fare! È cambiata tanto, è cambiata tantissimo e come dico sempre, sopratutto ora che sono in Francia, sono un’“impostora”, sinceramente non so che ci faccia qua. Però la barca sta andando avanti e quindi continuo a remare e poi mi fermo, la barca cammina per me, poi riprendo e si vedrà dove si arriverà. Come hai accennato vivi in Francia, come molti sardi ti sei recata all’estero per lavoro. Quanto questa decisione è stata libera e quanto dettata da necessità esterne al tuo volere?


#shMAG Ci sono veramente pochi posti al mondo dove andare per fare questo mestiere, in Italia a Roma o Milano. Poi ci sono Parigi, Londra, New York, Los Angeles, bisogna trovarsi in uno di questi luoghi per poter lavorare in questo campo, se no è veramente complicato. Quindi non è che posso dire che ho dovuto lasciare la Sardegna perché non offre possibilità, anzi, voglio un po’ spezzare una lancia a favore della nostra isola, non è tanto colpa della Sardegna se ci sono poche occasioni di lavoro per noi attori, ma piuttosto il fatto che le opportunità siano concentrate in pochi centri in tutta Italia. Negli ultimi tempi in Sardegna sembra esserci un certo fermento dal punto di vista cinematografico, tu stessa sei protagonista di “Bianco di Babbudoiu”, uscito nelle sale lo scorso 17 marzo, pensi ci sia lo spazio per lo spettacolo, per il cinema? Assolutamente sì, credo che anche la Sardegna Film Commission stia facendo un buon lavoro e credo anche che ci siano tanti talenti sardi che io, appunto, ho rincontrato anche nel film Bianco di Babbudoiu. Tra qualche mese dovrei anche girare il film Chi salverà le rose di Cesare Furesi (con Carlo Delle Piane e Lando Buzzanca ndr). Ci son veramente tantissimi artisti sardi e io non posso che essere fiera di partecipare a progetti provenienti dalla mia isola. Nella tua carriera hai avuto tanti ruoli, hai iniziato come modella, sei diventata attrice, sei ambasciatrice Amref e recentemente Mamuthone e Issohadore ad Honorem, in quale di queste tante anime ti rispecchi di più? Non lo so ancora! Forse per capirlo dovrei fermarmi ogni tanto, ma non voglio fermarmi, credo di essere bulimica di lavoro. Ora stai anche per lanciare una linea di gioielli ispirati alla Sardegna. Sì, a motivo della tradizione della filigrana sarda sono sempre stata una grande patita del nostro oro. E quindi sto iniziando a collaborare con Soha Sardinia per lanciare poi il mio marchio totalmente ispirato alla Sardegna. Ho già contattato diversi artigiani sardi coi quali collaborerò. Ho studiato gemmologia a Parigi e con un gem-

mologo ho fatto un viaggio nello Sri Lanka dal quale sono appena tornata ed ho trovato delle pietre meravigliose legate ad una cosa nostra della quale però non posso ancora svelare niente. In ogni caso, utilizzando la filigrana o non utilizzandola, il tema della Sardegna è sempre presente. Voi tutti sapete quanto sono attaccata alle mie radici e trasferire il mio attaccamento in questi lavori è fondamentale per me. Ma per capirlo mi son dovuta spingere fino in Cina, in cerca di ispirazione. Il primo gioiello che ho disegnato è stata la Peonia viola che è tra i più venerati nella cultura orientale. Un giorno sono andata sul sito internet della regione Sardegna e ho scoperto che la Paeonia mascula è il simbolo della nostra isola ed è esattamente il primo gioiello che io ho creato. Quindi mi son detta “tutto ritorna”. Un segno, i segni che cerchiamo ogni tanto... Ah ma io ne ho tanti! Bisogna saperli ascoltare i segni perché ci sono! In questo momento sei in scena con “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler, testo da cui Stanley Kubrick ha tratto il suo ultimo lavoro “Eyes wide shut”. Il regista Giancarlo Marinelli si è ispirato solo al romanzo o anche al film? Sicuramente del romanzo c’è tutta la crisi del matrimonio che è stata ripresa anche da Kubrick. Ci sono alcuni riferimenti al film di Kubrick, però diciamo che Marinelli è andato oltre, è andato oltre Schnitzler stesso. Schnitzler ha scritto questo libro durante la sua piena crisi matrimoniale dovuta al suicidio della figlia quindicenne. Ed è quindi questa tragedia che fa scaturire la crisi coniugale e Marinelli ha voluto appunto mettere questo tema al centro del nostro spettacolo. In particolare tu interpreti ben cinque personaggi, quanto è complicato? È stato complicato all’inizio, dove provavo una fatica fisica piuttosto che mentale. L’altro giorno ho iniziato a fare dei sogni strani, degli incubi, in cui entravo in una scatola, ne uscivo e rientravo subito in un’altra. Ed era appunto il frutto di aver ripreso con lo spettacolo. Ma ora che la macchina è lanciata viene automatico, si entra in un meccanismo che rende tutto più facile.

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Per tornare alla Sardegna, a parte gli affetti, qual è la cosa che ti manca di più? Il cielo, a parte il cibo, ma il colore del cielo della Sardegna è quello che mi manca di più, sicuramente. Qual è il doppio sogno di Caterina Murino? Non c’è un doppio sogno perché significherebbe che vorrei una doppia vita parallela con un filo rosso a congiungerle. Dal momento che la mia vita è abbastanza già doppio sogno/incubo con questi cinque ruoli, incastri di film su film, viaggi su viaggi, con le famose valigie fatte e disfatte di cui sopra, sinceramente vorrei un solo sogno, però lo sto vivendo, perciò solo una cosa: non svegliatemi! Concludo l’intervista e chiedo se posso scattarle qualche foto. In quel momento vacilla, ritorna ad essere una donna come tutte noi, preoccupata per quella totale assenza di trucco. La sua è una bellezza che non ha bisogno di ostentazione e bastano pochi minuti perché riprenda coraggio e si conceda alla macchina fotografica con la stessa disponibilità e gentilezza con cui ha risposto alle domande fatte poco prima.

Bae in bonora Caterina e a torrare sana!


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Foto Fondazione Pinuccio Sciola

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Quattro passi nel GIARDINO SONORO di Pinuccio Sciola di Morena Deriu A 19 chilometri da Cagliari, nella parte bassa del Campidano, sorge un paese che è anche un museo. Dal 1968, le pareti scure delle vecchie abitazioni in fango e paglia si sono animate dei colori dei murales e ben presto è accaduto anche a quelli più candidi delle abitazioni moderne. In questo museo a cielo aperto, in cui i murales dei sansperatesi si affiancano a quelli di artisti internazionali, sorge un Giardino Sonoro, dove le piante sono in pietra e la musica arriva inaspettata dalla roccia. È il Giardino Megalitico di Pinuccio Sciola, a San Sperate, il paese delle pesche, dei murales e (non da ultimo) del Maestro che ha permesso alla pietra di “cantare”. Sciola è un sansperatese doc: è nato a San Sperate nel 1942 e nonostante abbia passato buona parte della vita viaggiando da un capo all’altro del mondo (ha studiato a Firenze,

Salisburgo, Madrid, Parigi, Città del Messico, Vienna ed esposto in tutta Europa), è in Sardegna che ha dato vita alle pietre sonore. È il 1996; l’anno successivo saranno esposte per la prima volta a Berchidda, in occasione del Time in Jazz, e da allora hanno suonato in tutto il mondo (Berchidda inclusa, nel 2011, tra le mani del percussionista Pierre Favre, dove hanno debuttato in concerto). C’è un posto, però, in cui (forse più di tutti) le pietre sonore di Pinuccio Sciola sono “di casa” ed è San Sperate. Qui Sciola vive ancora oggi, nel paese dove nel ’68, di rientro da Parigi, è stato tra i protagonisti e primo promotore della trasformazione del piccolo centro in un museo a cielo aperto. La casa del Maestro (in via E. Marongiu, al numero 21) è un museo; il cortile laboratorio è aperto al pubblico e a chi lo visita può

capitare di imbattersi nello stesso Sciola, tra opere concluse, altre appena avviate e materiali pronti per essere scolpiti. Qui come nel Giardino Sonoro (un aranceto di proprietà di Sciola in Via Oriana Fallaci, a pochi metri dalla casa), i grandi protagonisti sono i calcari e i basalti, scolpiti e incisi per dare voce alla loro musicalità. Passeggiare nel Giardino, tra megaliti che ricordano menhir, immersi nel profumo degli agrumi, è un’esperienza che tutti raccontano con una nota di magia. La pietra fredda, dura e silenziosa si trasforma in strumento musicale, grazie alle incisioni parallele ricavate sulla roccia. E se non ci sono le mani esperte del Maestro a farle suonare, può bastare anche un soffio di vento; allora quelle che, a un primo sguardo, sembrano “solo” sculture svelano la loro natura musicale: suoni diversi, molto strutturati, che possono ricordare lo stridere del vetro o del metallo ma anche la voce umana. Nullo di classico né di scontato; ogni suono è diverso, dipende dalla densità della pietra e dall’incisione. Per i visitatori, accompagnati dalle guide, ci sono poche e semplici regole da seguire: è vietato correre e consumare pasti; è permesso registrare video anche professionali (previa richiesta di autorizzazione) e portare con sé cani al guinzaglio.

Tutto deve essere rispettato: dalla natura (ci sono appositi cestini, dove buttare cartacce e quant’altro) alle sculture, su cui non è permesso arrampicarsi, percuoterle o avvicinarsi senza autorizzazione. Durante la visita però, che ha un costo di 5 euro (il biglietto è gratuito per disabili, accompagnatori e bambini sotto i 6 anni; dai 6 ai 12, il costo è di 3 euro), è possibile provare l’emozione di suonare la pietra e, in occasioni particolari, anche di mangiare e bere un buon calice di vino. Nel Giardino si organizzano, infatti, proiezioni, concerti, seminari, conferenze e aperitivi, su cui è possibile tenersi aggiornati attraverso il sito della Fondazione Sciola (www.psmuseum.it), dove sono presenti anche tutte le informazioni su come prenotare una visita. In molti hanno scritto e continueranno a scrivere su questo Giardino incantato e le mani del suo creatore, ma nessuna recensione e nessun commento potrà dare un’idea della loro magia più delle parole dello stesso Pinuccio Sciola. “Le mie sculture per ora sono qui, nei luoghi in cui le ho piantate, perché mettessero radici e tornassero a vivere. Un giorno che non conosco, spero tornino all’Universo che le ha generate”.


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Migliorare l’interazione tra uomo e cane

Il delicato ruolo del veterinario comportamentalista.

Gabriele Tosciri con Lulù

di Nike Gagliardi Gabriele Tosciri è un veterinario comportamentalista, si occupa cioè della risoluzione delle difficoltà comportamentali ed educative del cane. Gli ambiti in cui la sua attività si svolge spaziano dalla pet therapy, al recupero di cani “problematici” all’addestramento per la ricerca di persone scomparse. Ma in cosa consiste esattamente il suo lavoro e quali sono i vantaggi di una più corretta e serena interazione tra l’essere umano e i suoi compagni a quattro zampe? Per rispondere a questi quesiti e scoprire di più sulla sua delicata professione lo abbiamo intervistato per i nostri lettori.

Qual è stato il tuo percorso formativo? I cani mi son sempre piaciuti, sin da bambino, una passione che mi ha spinto a diventare veterinario. Già durante gli anni dell’università cominciai a frequentare i campi d’addestramento e a entrare in contatto con persone specializzate nel settore del comportamento animale che mi sottoposero cani problematici e m’introdussero al mondo della pet therapy. Ma fu il recupero di Boris, un cucciolo di pitbull molto traumatizzato che mi venne regalato due anni prima della laurea, a incoraggiarmi nell’intraprendere questa specializzazione: nel giro di pochi mesi, il cagnolino oltre a venire “recuperato” ricevette anche un’istruzione e un addestramento. Non solo, nonostante fosse ancora molto giovane, iniziò a essere impiegato durante le sedute di pet therapy raggiungendo performance elevate. Dopo la laurea conseguii il dottorato di ricerca in Benessere Animale con indirizzo sul Comportamento grazie al quale potei studiare la psiche canina in tutti i suoi aspetti. Durante quegli anni ebbi inoltre modo di confrontarmi con personaggi del calibro di Raymond Coppinger, uno dei maggiori esperti nel settore, e con l’associazione Bocalan che si occupa della preparazione di cani per disabili. Quali sono le problematiche più comuni che spingono le persone a chiedere il tuo aiuto? Uno dei problemi più frequenti è legato alla banalizzazione del canale comunicativo: mi viene riferito che il cane è disobbediente ma in realtà, molto spesso, il cane non ha idea di cosa gli venga chiesto e reagisce a un atteggiamento nervoso con altrettanto nervosismo. Altre problematiche molto diffuse sono quelle legate all’ansia da separazione o alla scelta di un cane che per razza e caratteristiche non si adatta bene allo stile di vita della sua famiglia, per esempio un cane da lavoro affidato a delle persone anziane. Equivale a mettere un atleta in una condizione di riposo forzato. L’energia dell’animale in qualche modo deve venir

fuori e, se non gli vengono offerti gli stimoli giusti, finisce per farlo in maniera distruttiva. Uno dei tuoi “recuperi” a livello comportamentale è Lulù, un incrocio di pitbull con una storia particolare... Sì, Lulù fu abbandonata legata al guard-rail con museruola e guinzaglio nei pressi del canile. Lì provarono a prendersene cura ma manifestava una forte aggressività sia verso i suoi simili che nei confronti delle persone e fu quindi trasferita in un’altra struttura dove il suo carattere peggiorò ulteriormente. Quando mi chiamarono per tentarne il recupero fu perché la cagnolina era talmente ingestibile che rischiava la soppressione. “Lu” si attaccò moltissimo a me ma ci volle un lavoro quotidiano di circa due mesi per recuperarla pienamente, al termine del quale poteva stare serenamente in compagnia di altri cani e persone. Capitò poi l’occasione di istruirla nella ricerca delle persone disperse e oggi è uno dei cani abilitati a tale scopo: è passata dall’essere considerata un pericolo per la società a svolgere un lavoro utilissimo per l’uomo e, anzi, a essere in questo una professionista dotata di grande talento. Nei canili esistono tantissimi altri cani come Lu, nascosti dietro una grata, che aspettano solo che le loro problematiche vengano comprese e risolte, che venga data loro una possibilità. Quanto potrebbe essere importante per un canile la collaborazione con figure professionali come la tua? In Sardegna i canili sono gestiti da persone poco formate a livello professionale che non considerano la struttura come un luogo dove il cane viene recuperato e dove si lavora per aumentarne “l’indice di adottabilità”. Una figura professionale specializzata potrebbe aiutare a risolvere i problemi comportamentali legati alla situazione passata e presente del cane e a valutare attentamente le adozioni e la compatibilità tra adottato e adottanti, in modo che gli affidamenti abbiano tutti buon esito.


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DINAMO IN BILICO: Tra l’incertezza playoff e la querelle sulle coppe europee.

Il nuovo coach Federico Pasquini

di Erika Gallizzi Foto: Luigi Canu Ancora sofferenza per la Dinamo Banco di Sardegna e ulteriori ribaltoni per cercare di rattoppare una stagione fino ad ora da dimenticare. Via anche coach Calvani e Pasquini al suo posto sulla panchina, biglietto di sola andata per gli Stati Uniti per Tony Mitchell. Tutto mentre la classifica mette sempre in discussione la partecipazione ai playoff e lascia la Dinamo in bilico, con la regular season che terminerà il 30 aprile. Dopo la sirena della partita che ha visto il Banco perdere in casa con Bologna, coach Marco Calvani ha rassegnato le dimissioni, comunicate al presidente Sardara ed al GM Pasquini fuori dagli spogliatoi, poi anche ai giornalisti in sala stampa. La dirigenza si è riservata di prendere una decisione, sull’accettarle o meno, ed il giorno dopo le ha di fatto ufficializzate in una conferenza. Conferenza alla quale ha partecipato anche l’ormai ex allenatore biancoblù, piuttosto provato e commosso per l’epilogo della sua esperienza sassarese.

Posto che risultava difficile pensare che potesse essere sostituito col terzo allenatore “esterno” della stagione, la soluzione più conveniente sembrava quella di affidare la squadra agli assistenti Maffezzoli e Citrini. Invece non era una strada percorribile a detta della società, per cui la scelta è ricaduta sull’ugualmente “interno” Federico Pasquini, assente dalle panchine ormai da diversi anni e mai in carriera alla guida di una squadra di questo livello. Guardare avanti, ritrovare il sorriso e la voglia di giocare insieme, la compattezza, l’attenzione ai timeout, queste le cose fondamentali sulle quali Pasquini ha impostato il suo lavoro fin dall’inizio. Un’impostazione prima di tutto “psicologica” per una squadra arrivata ad essere in completa balìa degli eventi, totalmente sfiduciata ed in pieno panico nei momenti caldi delle gare. L’esordio di Pasquini sulla panchina biancoblù non ha coinciso con una bella gara della Dinamo, andata a perdere piuttosto male a Pesaro. Ed ecco l’altro scossone: Tony Mitchell fuori rosa definitivamente. Due mesi in maglia Dinamo per uno

che in questa stagione ha collezionato tre squadre. A dire il vero, la cosa non ha sorpreso più di tanto, l’elemento si conosceva e si sapeva che aveva un carattere bizzoso e “fumantino”. Peraltro, pochi giorni dopo la partenza di Calvani, lo stesso allenatore aveva ringhiato contro il giocatore in un’intervista, definendolo una grande delusione. Ma viene spontaneo, allora, chiedersi per quale motivo Mitchell venisse tenuto ostinatamente in campo e, allo stesso modo, non sia mai stato interessato dal turnover che portava un extracomunitario obbligatoriamente in tribuna. Successivamente, qualche voce ha anche parlato di una preferenza per David Moss espressa da Calvani prima dell’operazione di mercato, ma su questo forse non si saprà mai la verità. In ogni caso, Mitchell a casa e la Dinamo è tornata a vincere dopo tre sconfitte consecutive. Lo ha fatto contro Capo d’Orlando, non un’avversaria eccelsa. Intensità, aggressività difensiva, energia, voglia di collaborare per un secondo tempo giocato davvero a mille. E con Alexander e Logan tornati, non a caso, su livelli super. Non è


#shMAG andata allo stesso modo a Trento, reduce dal raggiungimento della semifinale di Eurocup a spese dell’Olimpia Milano. Un film piuttosto già visto diverse volte in questa stagione: recupero nella seconda parte di gara, possibilità di vincere la partita, ma qualche errore proprio nel momento clou e squadra che poi soccombe ai supplementari. Capitolo Europa, puramente “da scrivania” e non “da parquet”. L’argomento è un po’ lungo ed intricato, così come tutto ciò che sta causando. Cercando di farla breve, la situazione è questa: ormai da più di dieci anni la Fiba (Federazione Internazionale) non organizza le coppe europee, delegate invece a Uleb/Euroleague, con il commissioner Jordi Bartomeu. Circoscrivendo il tutto a Eurolega ed Eurocup, c’è da dire che dall’anno prossimo le due competizioni subiranno delle modifiche e, per l’Italia, oltre a Milano in possesso dal novembre scorso di una licenza A decennale per l’Eurolega, Bartomeu ha proposto a Sassari, Reggio Emilia e Trento una licenza triennale per l’Eurocup, che le tre società hanno giustamente accettato, visti gli interessi in ballo, la certezza di poter programmare ed i ritorni certi che si hanno da una competizione comunque già collaudata. Fiba, però, ha deciso di tornare in scena nelle coppe che contano (quest’anno è rientrata in punta di piedi “nel giro” con la Fiba Europe Cup, l’equivalente dell’EuroChallenge degli anni scorsi, ovvero la terza coppa per importanza) e l’anno prossimo avrà la sua Champions League. La Lega Basket, ovvero l’insieme dei club della Serie A, dopo una prima versione “ad inviti” bocciata, ha aderito alla Champions diventandone azionista, ma lasciando alle singole società la libertà di scegliere a quale coppa partecipare, se

“sotto” Euroleague o Fiba. Tutto questo ha creato un caos terribile. Fiba ha minacciato di escludere le nazionali dei paesi coinvolti con club “dissidenti” dai tornei sotto la propria organizzazione, con possibilità di estendere l’esclusione ad altre competizioni, di conseguenza la Fip, spinta e spalleggiata dal Coni, con in ballo il pre-olimpico di Torino e la candidatura di Roma per le Olimpiadi, ha invitato le tre società italiane a ripensarci per evitare sanzioni (addirittura possibile esclusione dal campionato, ma più probabilmente punti di penalizzazione in classifica) ed ha revocato la convenzione che conferiva direttamente alla Lega Basket l’organizzazione del calendario del campionato, la gestione dei tesseramenti, l’aspetto mediatico. Naturalmente, in tutto questo, non vengono toccate le “potenti” dell’Eurolega, ma solo

I PROSSIMI INCONTRI DI CAMPIONATO 11a Giornata ritorno - 3 aprile ore 18:15 Banco di Sardegna SS - Pasta Reggia Caserta 12a Giornata ritorno - 10 aprile ore 18:15 Banco di Sardegna SS - Manital Torino

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le “piccole” di Eurocup. Ma attenzione, perché non sono solo le tre italiane ad aver sottoscritto l’accordo con Bartomeu, ma ci sono in ballo anche società spagnole, turche, greche, lituane, tedesche, russe e della Lega Adriatica, mentre la Francia pare abbia scelto la competizione Fiba. Se è vero che Fiba mette in chiaro nei regolamenti che le federazioni nazionali debbano approvare l’iscrizione delle società a tornei per club della Fiba stessa, che Eurolega ed Eurocup non saranno più dall’anno prossimo a nessun titolo, resta pur vero che si parla di imposizioni, sulle modalità di svolgimento della propria attività, a società professionistiche che potrebbero rivolgersi all’Antitrust per dirimere la faccenda. Uleb, invece, ha già presentato ricorso alla Commissione Europea per le ripetute pressioni operate da Fiba sui clubs.

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13a Giornata ritorno - 17 aprile ore 20:45 Grissin Bon Reggio Emilia - Banco di Sardegna SS 14a Giornata ritorno - 24 aprile ore 18:15 Giorgio Tesi Group PT - Banco di Sardegna SS 15a Giornata ritorno - 30 aprile ore 20:30 Banco di Sardegna SS - EA7 Emporio Armani MI


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Il dentista risponde

Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferimento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on-line argomenti clinici ed extra-clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.

Curiosità sul mondo odontoiatrico

Quand’è che bisogna estrarre i denti del giudizio? I denti del giudizio sono uno dei più comuni cliché di discorsi in ambito dentistico. Fino a un paio di decenni fa era prassi la loro estrazione appena si evidenziavano durante la pubertà. Questi denti sono un retaggio antico, che affonda le sue radici in epoche dove i cibi erano molto più rozzi e non raffinati. Mangiare carne dura o pesce secco, radici, bacche, alimenti crudi e pane duro andavano ad usurare i denti nelle loro pareti laterali, diminuendo rapidamente il loro diametro col passare degli anni. In tal modo permettevano l’eruzione dei denti del giudizio senza problemi, garantendo una buona masticazione anche in età adulta. Tutto questo ora non avviene più, in quanto la nostra alimentazione basata su cibi morbidi, cotti e raffinati, non determina la naturale usura dei denti. Perciò i denti del giudizio sono diventati un retaggio della nostra evoluzione senza una vera utilità, che può diventare un problema se questi non trovano posto in arcata come spesso succede. È curioso sapere che nelle ultime generazioni è comune trovare bambini che non li hanno neanche più. È una risposta della natura stessa, avendo compreso da tempo che non ne abbiamo più bisogno.

Una credenza comune sui denti del giudizio è che la loro crescita, in una bocca con denti non più rimpiccioliti dall’usura, tende ad esercitare una tale forza sui denti anteriori che alla fine li porta ad accavallarsi tra loro. Per questo motivo era molto frequente che un dentista, fino a poco tempo fa, preferisse estrarli tutti e quattro, per evitare i problemi estetici dei denti storti. Io non sono di questa idea, questa si basa sul presupposto che quattro denti possano esercitare dal dietro all’avanti una pressione tale da spostare gli altri 12, come se in una partita di rugby una mischia venisse vinta da un unico giocatore contro 7 di pari stazza. Una cosa molto, ma molto improbabile. Quando il dente del giudizio non trova spazio, piuttosto che spingere gli altri tende ad includersi, ovvero a non apparire neanche in arcata, rimanendo dentro la gengiva e l’osso. Spesso nella sua inclusione assume una posizione orizzontale. Questa posizione non è di per se stessa un problema e un dente incluso può rimanere tale per tutta la vita. L’estrazione diventa necessaria se si crea una continuità con l’ambiente orale uscendo in parte dalla gengiva. A questo punto i batteri hanno la strada aperta per colonizzare il dente sepolto, creando una tasca che facilmente si infetta determinando dolore gengivale, infezioni e ascessi. Ecco, questi sono i casi in cui è necessario effettuare l’estrazione. Un altro

motivo per programmare l’estrazione è quando in corso di una terapia ortodontica esiste la necessità di spostare verso l’indietro i penultimi molari, e questo non è possibile se sono presenti i denti del giudizio (ottavi). Allora certo faranno una brutta fine. Una considerazione riguardo alle analisi da svolgere prima di effettuare l’estrazione, in quanto spesse volte le radici del dente del giudizio inferiore è molto vicino ad un importante nervo che passa all’interno dell’osso, il nervo mandibolare inferiore. Una lesione dello stesso porta a una situazione di aneste-

sia o parestesia nella zona del labbro inferiore corrispondente, che a volte è transitoria, mentre nei casi più gravi dura tutta la vita. Ecco che un’indagine radiologica diventa imprescindibile prima di effettuare l’estrazione, mediante una panoramica dentale nei casi più semplici, o con un’indagine tridimensionale (TAC dentale o ConeBeam) nei casi più complessi. Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@seh-net.it.

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NASODOBLE Da “SeMiCerchi” al Premio “Musica contro le mafie”

di Nike Gagliardi Nasodoble è un progetto musicale nato a Sassari nel 2004 che si è evoluto attraverso la pubblicazione di tre album, accogliendo contaminazioni e scavalcando barriere di genere. Un ensemble che, a partire da un nucleo di brani originali scritti da Alessandro Carta (a.k.a. Nicola di Bànari), lavora alla costruzione di un sound ricco e ipnotico. Nel dicembre 2015 i Nasodoble si sono aggiudicati il Premio “Musica contro le mafie” con la canzone Cazz boh, un brano che definisce la Sardegna attraverso i tragici problemi che la attanagliano scorrendo lieve come una filastrocca. Abbiamo intervistato Alessandro per raccontarci qualcosa di più su quest’importante esperienza e sul loro ultimo lavoro in studio, “SeMiCerchi”. “SeMiCerchi” sembra essere caratterizzato da una certa eterogeneità sia a livello musicale che testuale. Cosa rappresenta questo disco all’interno del vostro percorso musicale? “SeMiCerchi” contiene un’ulteriore evoluzione per quel che riguarda la ricerca di sonorità maggiormente calate nel presente, che ci rispecchino di più nella tensione a un equilibrio tra leggerezza e “peso specifico”. La propensione verso l’eterogeneità in qualche modo ci definisce. Io sono uno claustrofobico, che non si sente a suo agio se non ha una via d’uscita a portata di mano e probabilmente questo si riflette sul

nostro approccio musicale: vediamo un disco come un caleidoscopio, un’entità non soggetta a classificazioni. In un album ci interessa lavorare sul filo rosso che lega i paesaggi sonori che vogliamo ricrearvi all’interno. Allo stesso scopo utilizziamo anche la parola, spessissimo come puro suono, come strumento evocativo e ritmico. Ad esempio, Canzone per l’ostato, pur essendo un brano di denuncia, ha un approccio essenzialmente ludico nei confronti del testo: il miracolo delle parole sta nei suoi semi, basta invertire poche lettere e ti si svelano nuovi significati. Giocarvi significa rivelare aspetti del reale non immediati, sovvertire le regole del tradizionale canale comunicativo. In “Cazz boh”, seppure attraverso le maglie dell’ironia, appare una netta presa di posizione politica. Ce ne vuoi parlare? Una presa di posizione politica risiede già nel nostro approccio alla parola, nel modo in cui diamo vita ai pezzi senza un’intenzione commerciale ma con l’unico fine di evocare un’emozione a prescindere dal fatto che possa essere vendibile. Le emozioni non sono qualcosa di facilmente controllabile, sono in grado di deflagrare da un momento all’altro e per questa ragione si cerca d’imbrigliarle in una forma “preconfezionata” grazie a sistemi di comunicazione tesi alla commercialità. Cazz boh è una canzone politica poiché affronta le problematiche secondo un approccio civile, che

concerne il senso d’appartenenza a una collettività. Non esprime un giudizio e, quando lo fa, è sotto forma di domanda retorica: un’operazione ben riuscita di comunicazione di una verità che noi sardi dobbiamo aver il coraggio di vedere e di raccontarci; per farlo dobbiamo trovare un linguaggio che ci renda credibili, che sia aggregante. In qualche modo è stato un esperimento di new communication nonostante la forma sia quella atavica della trallalléra. Cosa ci puoi raccontare riguardo alla vostra partecipazione al concorso “Musica contro le mafie”? Abbiamo vinto il concorso “Musica contro le mafie” attraverso il sostegno popolare che si è creato intorno al brano e questo ha dato un grande senso alla nostra partecipazione. Soprattutto, è stato fondamentale avere l’occasione non solo di suonare il pezzo di fronte alle giurie, ma di poterlo spiegare ai ragazzi che componevano una di esse, di fare il punto su chi siano i soggetti in campo, su cosa succeda in Sardegna. La maggior parte delle cose dette in Cazz boh infatti non salgono mai agli onori della

cronaca. Ci siamo quindi presi lo spazio per parlare del significato profondo della canzone sia alla Casa del Jazz a Roma, un luogo confiscato alla mafia, sia al Casinò di Sanremo al cospetto, oltre che dei ragazzi, di molti magistrati e operatori antimafia: un’esperienza indimenticabile. Quali sono i vostri progetti nell’immediato futuro? In questo momento stiamo girando il video, diretto da Bonifacio Angius, di Summer on a Solitary Beach, unica cover presente nell’album. I prossimi concerti saranno invece il primo di aprile a Cagliari e il tre a Giba (CA). Ricordiamo ai nostri lettori che per scoprire tutte le novità sul progetto musicale Nasodoble possono visitare il sito www.nasodoble.com.


#shMAG

inSardegna... Gli appuntamenti di Aprile 15 APRILE: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di Danza: "Romeo e Giulietta”, Junior Balletto di Toscana. Cagliari al BFLAT Jazz Club, ore 22:00. Concerto di Marina Rei “Parole a Confine”. Samassi al Biggest, ore 22:00. Concerto dei Marlene Kuntz “Lunga Attesa Tour 2016”.

1-2 APRILE. “Un'ora di tranquillità” con Massimo Ghini.

1-2 APRILE: Sassari al Nuovo Teatro Verdi, ore 21:00. “Un'ora di tranquillità” di Florian Zeller, con Massimo Ghini, Galatea Ranzi, Claudio Bigagli, Massimo Ciavarro. 3 APRILE: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXVI Stagione di teatro per ragazzi: “Cuore di pane” (3-8 anni). 4 APRILE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. “Un'ora di tranquillità” di Florian Zeller, con Massimo Ghini, Galatea Ranzi, Claudio Bigagli, Massimo Ciavarro. 5 APRILE: Sassari nella Sala “Pietro Sassu” del Conservatorio di Musica, ore 21:00. “I concerti di primavera”. Dal 6 al 10 APRILE: Cagliari al Teatro Massimo. Stagione di prosa 2015-16: "Orchidee" di Pippo Delbono, con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, musiche Enzo Avitabile.

16 APRILE: Sassari al Nuovo Teatro Verdi, ore 21:00. “Lillo&Greg Best of”. Alghero al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di prosa 2015-16: "I Viaggi d’Oggi" scritto e diretto da Maurizio Giordo, con Mauriziaccio Giordo e Marcus Pintus. Porto Torres al Teatro Comunale "Andrea Parodi", ore 21:00. XXVI edizione del Festival "Etnia e teatralità": "Le nostre donne" di Eric Assous regia Livio Galassi con Edoardo Siravo, Manuele Morgese, Emanuele Salce.

13 APRILE: Macomer alle Caserme Mura Padiglione Tamuli, ore 21:00. Stagione di prosa 2015-16: "Novantadue - Falcone e Borsellino, 20 anni dopo" di Claudio Fava, con Filippo Dini, Giovanni Moschella, Pierluigi Corallo, allestimento e regia Marcello Cotugno. 14 APRILE: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di prosa 2015-16: "Novantadue Falcone e Borsellino, 20 anni dopo" di Claudio Fava, con Filippo Dini, Giovanni Moschella, Pierluigi Corallo, allestimento e regia Marcello Cotugno. Sassari nella Sala “Pietro Sassu” del Conservatorio di Musica, ore 21:00. “I concerti di primavera”.

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23 APRILE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. “L'uomo che amava le donne” con Corrado Tedeschi. Alghero al Centro Storico, ore 17:30. XIII edizione Festivalguer “meravigliOZamente”: OZ. 23-24 APRILE: Berchidda. “XIV Rally dei Nuraghi e del Vermentino”. 25 APRILE: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Concerto di Paolo Fresu, Richard Galliano e Jan Lundgren “Mare Nostrum II”.

17 APRILE: Nuoro al Teatro Eliseo, ore 21:00. Spettacolo “Lillo&Greg Best of”.

26 APRILE: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. “Grandi interpreti della musica”: I giovani interpreti dei Conservatori di Sassari e Cagliari. Tempio Pausania al Teatro Del Carmine, ore 21:00. Stagione di prosa 2015-16: "Qualche volta scappano" con Pino Quartullo, Rosita Celentano, Attilio Fontana, regia Pino Quartullo.

18 APRILE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. Spettacolo “Lillo & Greg Best of”.

28 APRILE: Sassari nella Sala “Pietro Sassu” del Conservatorio di Musica, ore 21:00. “I concerti di primavera”.

Dal 19 al 21 APRILE: Sassari al Nuovo Teatro Verdi, ore 21:00. Musical “Tutti Insieme Appassionatamente” con Luca Ward e Vittoria Belvedere, regia Massimo Romeo Piparo.

29 APRILE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. “Eccomi Tour”, concerto di Patty Pravo. 30 APRILE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. “Aenigma” con il mago Antonio Casanova.

Mostre

8 APRILE: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00-21:00. “Pasion Prohibida - El Niño peloso” di Daniele Coni, con Laura Calvia, Elisa Casula, Daniele Coni e Roberto Fara, regia BobòScianèl. Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. “Grandi interpreti della musica”: London Brass Ensemble. 9 APRILE: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 21:00. “Pasion Prohibida - El Niño peloso” di Daniele Coni, con Laura Calvia, Elisa Casula, Daniele Coni e Roberto Fara, regia BobòScianèl. Sassari al Palazzo di Città, ore 21:00. “Drag Factor”. Alghero al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di prosa 2015-16: "Piccoli suicidi in Ottava Rima - Vol. I e II" ideazione Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo, con Gabriele Carli, Giulia Gallo, regia Giovanni Guerrieri.

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20-21 APRILE. "Matti da slegare" con Enzo Iacchetti e Giobbe Covatta.

20 APRILE: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di prosa 2015-16: "Matti da slegare" di Axel Hellstenius, con Enzo Iacchetti e Giobbe Covatta, regia Gioele Dix. Dal 20 al 24 APRILE: Cagliari al Teatro Massimo. Stagione di prosa 2015-16: "Venere in pelliccia" di David Ives, con Sabrina Impacciatore e Valter Malosti, regia Valter Malosti.

Fino al 10 APRILE 2016: Cagliari al Palazzo di Città, ore 10:00-18:00 (mar-dom), chiuso lunedì. Mostra “Eurasia, fino alle soglie della Storia”: Capolavori dal Museo Ermitage e dai Musei della Sardegna. Nuoro al MAN, ore 10:00-13:00 / 15:00-19:00 (mar-dom), chiuso lunedì. Mostra 80/90. Arte in Sardegna - "La costante resistenziale (#2)". Mostra "Living Room", personale dell'artista francese Michel Blazy, a cura di Lorenzo Giusti. Fino al 1° MAGGIO 2016: Sassari al Museo Nazionale “G. A. Sanna”, ore 9:00-20:00 (marsab), ore 9:00-14:00 (dom), chiuso lunedì. Mostra fotografica “Pietre dal passato” Domus de Janas: arte e architettura in antichi sepolcri prenuragici.

21 APRILE: Sassari nella Sala “Pietro Sassu” del Conservatorio di Musica, ore 21:00. “I concerti di primavera”. Nuoro al Teatro Eliseo, ore 20:30. Stagione di prosa 2015-16: "Matti da slegare" di Axel Hellstenius, con Enzo Iacchetti e Giobbe Covatta, regia Gioele Dix. Arzachena all'Auditorium Comunale, ore 21:00. Stagione di prosa 2015-16: "Sconcerto Rock" con Gene Gnocchi.

Fino al 3 LUGLIO 2016: Nuoro al MAN, ore 10:00-13:00 / 15:00-19:00 (mar-dom), chiuso lunedì. Mostra 80/90. Mostra “Roman Signer Films and Installations”.

22-23 APRILE: Sassari al Nuovo Teatro Verdi, ore 21:00. “La Scena”, con Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti, regia Cristina Comencini.

Segnalaci i tuoi appuntamenti a: redazione@seh-net.it

Fino al 15 LUGLIO 2016: Orani al Museo Nivola, ore 10:00-13:00/16:30-20:00, chiuso lunedì. Mostra di Andrea Branzi “La Metropoli Primitiva”.


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#shMAG

in viaggio

Palma di Maiorca di Daniele Dettori Forse i giovanissimi non lo ricorderanno ma la meta di questo mese, nei primi anni Novanta, è stata tappa di un intricato giallo internazionale. Una modella italiana raccontò di aver avuto a che fare con un terrorista che proprio lì risultava però essere morto alcuni anni prima. Lei era Donatella Di Rosa, lui era Gianni Nardi. Stiamo parlando di Palma di Maiorca. Una città come Palma di Maiorca, seppure di fama turistica ed estiva per eccellenza, si può in realtà godere tutto l’anno grazie al suo clima mite e temperato e alle numerose attrattive che mette a disposizione per tutte le fasce di età. Anzi, proprio questo periodo permette di approfittare di sconti e offerte che in alta stagione sono più difficili da trovare. Facendo poi parte dell’Unione Europea (è situata nell’arcipelago delle Baleari, Spagna), per accedervi dall’Italia è sufficien-

te una carta di identità valida per l’espatrio ed è importante sapere che anche eventuali spese sanitarie, negli ospedali pubblici, sono rimborsabili fino all’80%. Cosa vedere. Le bellezze paesaggistiche naturali sono tra le più apprezzate e caratteristiche di Maiorca, isola della quale il Comune di Palma è la città principale. Il Parco Naturale di Mondragò, per esempio, vanta una grande ricchezza ornitologica e vegetale, inserita in un contesto di torrenti e scogliere che offrono la possibilità, per il visitatore, di percorrere vari itinerari a piedi o con la bici. Anche l’Arcipelago di Cabrera, istituito nel 1991 come Parco Nazionale Marittimo-Terrestre, rappresenta un piccolo paradiso che si estende per circa diecimila ettari nel Mar Mediterraneo e racchiude al suo interno, oltre a numerose specie protette, anche i retaggi delle culture che nei secoli hanno abitato in quel territorio: tra queste i cartagi-

nesi, i bizantini e i pirati berberi, le cui rovine della fortezza di El Castillo svettano ancora su quelle acque che secoli fa proteggevano. Anche il sottosuolo di Maiorca è conosciuto e apprezzato per le sue numerose grotte e formazioni naturali di stalattiti e stalagmiti: tra queste le Grotte di Artà, le Grotte di Hams e le Grotte del Drago, la cui ampiezza permette di ospitare periodicamente anche concerti di musica classica. Vogliamo segnalare qui, inoltre, tutti i numerosi villaggi, di varie dimensioni, che Maiorca offre a chi volesse esplorarla avendo qualche giorno in più di vacanza: Valdemossa e Deià, per esempio, hanno conservato intatto il loro aspetto medioevale caratteristico; Cap de Formentor ospita invece il suo celebre faro mentre Lluc è considerato un piccolo centro spirituale. E veniamo ora a Palma città: cominciamo con la Cattedrale di Santa

Maria di Palma, il centro religioso per eccellenza, realizzato nel 1601 in stile gotico e sottoposto a restauro nel corso dell’Ottocento a causa di un terremoto che ne danneggiò la facciata. Il gotico ha lasciato anche altre influenze a Palma, per esempio nel Palazzo dell’Almudaina, residenza del Re di Spagna, e nella Llotja, ex palazzo della borsa ora adibito a ospitare mostre artistiche. I Bagni Arabi rappresentano invece una splendida testimonianza del periodo omonimo vissuto dalla città. Oggi, di loro, rimane la bellissima struttura con il giardino che ospita molte piante caratteristiche. Ancora, sotto le mura della Cattedrale si può visitare il Parc de la Mar, un parco con laghetto artificiale dove è stato realizzato un murale che è la copia di un quadro di Mirò. Del giallo internazionale di cui vi abbiamo parlato in apertura preferiamo invece non svelarvi la fine. Lasciamo a voi il compito di documentarvi sulla vicenda e ricostruirla proprio come investigatori provetti. Cosa mangiare. E dopo tanto girovagare cosa si può gustare di tipicamente locale? Il pane maiorchino, anzitutto, o Pa mallorquì, tradizionalmente preparato senza sale. L’Arròs Brut è invece un piatto a base di carne, verdure e riso molto simile alla paella. Tra i dessert annoveriamo la Greixonera de brossat, una torta a base di formaggio, e il Gatò, una torta di mandorle (qualcosa di simile la abbiamo anche dalle nostre parti, seppure di consistenza più dura) di solito accompagnata con del gelato. Da bere, infine, dell’ottimo vino che a Maiorca trova terreno fertile per la produzione, tanto che da qualche tempo si organizzano visite guidate per i turisti nelle principali tenute vinicole, realizzando diversi percorsi a seconda degli abbinamenti enogastronomici.


#shMAG di Manuel Di Cristo

Prosegue la battaglia di ADI e FLC CGIL per il riconoscimento del sussidio alla fascia più debole del mondo della ricerca italiana. Con l’approvazione della Legge di Stabilità 2016, dottorandi, assegnisti e borsisti di Ricerca sono stati esclusi dai potenziali beneficiari della Dis-Coll: una scelta che ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani) e FLC (Federazione Lavoratori della Conoscenza) contestano e che giudicano l’ennesimo smacco, arrecato dalle Istituzioni, nei confronti della ricerca italiana. Prima di tutto, però, è bene chiarire di che cosa si sta parlando. La DisColl è stata introdotta nel nostro ordinamento con il decreto legislativo n. 22/2015; si tratta di un’indennità di disoccupazione per collaboratori coordinati e continuativi (anche a progetto) che abbiano involontariamente perso la loro occupazione. Prevista in via sperimentale per l’anno 2015, è stata poi riconfermata anche per l’anno 2016 dalla Legge di Stabilità; ma assegnisti, borsisti e dottorandi – che pure sembrerebbe naturale collocare tra i soggetti destinatari del provvedimento – non sono stati tutelati da questo ammortizzatore durante lo scorso anno e non lo saranno nemmeno quest’anno. Una scelta che ha fatto infuriare le categorie interessate, le quali versano annualmente i contributi alla gestione separata INPS (quella riferita ai lavoratori autonomi senza partita IVA); da qui l’idea di una petizione, #perchènoino?, che ha raccolto migliaia di firme e che mirava a persuadere le Istituzioni circa un cambio di rotta in materia. Dopo l’approvazione del decreto nel

#perchènoino? Dottorandi, assegnisti e borsisti di Ricerca rivendicano la Dis-Coll per le loro categorie

marzo 2015, non risultava chiaro se i precari della ricerca fossero inclusi o meno dal provvedimento; l’Onorevole Ascani ha pertanto rivolto un’interrogazione parlamentare al Ministro del Lavoro, che ha fugato ogni dubbio: il decreto non si estende ai ricercatori, in quanto il loro non si configurerebbe ancora come un impiego ma come «formazione». Un concetto ribadito anche in una lettera di risposta ad un interpello inviato al Ministro del Lavoro nell’estate scorsa e che ha lasciato notevoli perplessità per almeno due motivi: 1) il pagamento dei contributi alla gestione separata INPS fa presupporre che i ricercatori si inseriscano a pieno diritto nella

categoria dei lavoratori autonomi senza partita IVA; 2) La Carta Europea dei Ricercatori afferma che «tutti i ricercatori che hanno abbracciato tale carriera devono essere riconosciuti come professionisti ed essere trattati di conseguenza. Si dovrebbe cominciare nella fase iniziale della carriera, ossia subito dopo la laurea, indipendentemente dalla classificazione a livello nazionale». Forti di queste argomentazioni, i ricercatori – che prima dell’interpello di inizio estate avevano organizzato un presidio davanti alla sede del Ministero – hanno deciso di presentare ugualmente all’INPS domanda per la Dis-Coll, in modo da poter

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impugnare di fronte al TAR il diniego dell’Ente e ottenere una sentenza favorevole nel campo della giustizia amministrativa. La petizione #perchénoino?, intanto, ha continuato a raccogliere numerose adesioni. La battaglia si è allora spostata in Parlamento, in seno alla discussione sulla Legge di Stabilità 2016: l’approvazione, in Commissione Lavoro, dell’emendamento a prima firma Gribaudo – che estendeva la Dis-Coll agli assegnisti di Ricerca – si è tradotta in un nulla di fatto dopo il passaggio in Commissione Bilancio. Le speranze delle categorie interessate sono appese all’Ordine del giorno A/529, volto a impegnare eventuali risorse in avanzo in favore degli assegnisti disoccupati. Il MIUR e il mondo accademico non sembrano aver preso una posizione netta – ed anche di questo i ricercatori precari non sono affatto soddisfatti – cosa che invece ha fatto il mondo studentesco: il CNSU (Consiglio Nazionale Studenti Universitari), nell’adunanza del 2-3 Marzo, ha approvato all’unanimità una mozione con cui si richiede espressamente che la Dis-Coll venga estesa a dottorandi, assegnisti e borsisti; il fronte della protesta si è quindi esteso e sarà difficile, per le Istituzioni, liquidare la vicenda per meri problemi di cassa. D’altronde, l’idea che quello di assegnisti, dottorandi e borsisti sia un lavoro e non solo una fase del percorso formativo, sembra trovare il sostegno – oltre che dei riferimenti normativi indicati espressamente da ADI e FLC – da chiunque abbia diretta conoscenza di quanto viene fatto ogni giorno dai ricercatori delle Università italiane. La battaglia, pertanto, sembra essere solo all’inizio e nei mesi a venire potrebbero esserci nuovi sviluppi.


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#shMAG di Diego Bono

CHIRU

Storia di generazioni

L’amore è indubbiamente un sentimento che vive in svariate forme: si presenta come la passione tra un uomo e una donna, la tenerezza tra una madre e un figlio, la solidarietà tra due vecchi amici... e il rapporto di crescita e insegnamento tra un allievo e il suo maestro. È proprio su quest’ultima incarnazione dell’emozione che la scrittrice Michela Murgia pone le basi del suo ultimo romanzo intitolato Chirù (edito da Einaudi): intricata storia d’amore tra un uomo e una donna, ben lontana dagli stereotipi narrativi che hanno accompagnato questo genere letterario lungo gli anni (il discostamento dalla classicità lo si evince già dai capitoli, qua sostituiti con “lezioni”). Non c’è sesso, non c’è erotismo, ma solo la genuina voglia di imparare e di insegnare, di mettere a confronto due generazioni, il tutto illustrato da una narrazione tagliente e schietta che ci mostra due personaggi tanto tormentati quanto simili. Eleonora è una trentottenne attrice di teatro, stanca, disillusa, dal passato turbolento e dalla vita burrascosa (il padre violento, la madre sottomessa, una costante sofferenza interna che metterà a dura prova anche il suo rapporto con altri uomini). Chirù invece ha diciotto anni, la leggerezza dei suoi anni ricorda il volo di un passero, così come il suo nome, ma ciò che lo caratterizza è la sua innata capacità col violino, suonato non tanto per passione, quanto per imposizione degli aristocratici genitori di un hobby adatto a ricoprire e rafforzare il suo ruolo sociale, un passatempo presto diventato lavoro per un ragazzo che si sente solo e abbandonato dalla sua stessa famiglia. Sarà proprio questo senso di lontananza da tutto ciò che lo circonda che spingerà lo sfrontato musicista a presentarsi ad Eleonora e chiedere a quest’ultima alcune lezioni. Ma cosa può imparare un musicista da un’attrice? L’arte del saper vivere. È questo che Chirù vuole disperatamente conoscere, ed è questo che Eleonora, non senza qualche titubanza, gli fornirà. L’autrice Michela Murgia (Cabras, 1972) si afferma immediatamente nel panorama letterario sardo con importanti opere quali Il mondo deve sapere e Presente, ma è con il pluripremiato romanzo Accabadora (vincitore del premio

Dessì nel 2009 e l’autorevole premio Mondello nel 2010) che l’artista raggiunge la fama nazionale e internazionale (alcune sue opere sono fonte di lettura persino in Cina e Taiwan) esportando ovunque non solo la tradizione, gli usi e i costumi sardi, ma anche, e soprattutto, la sua poetica narrativa. La lirica Murgia, difatti, analizza con cura e grazia femminile il “passaggio del testimone”, mostrando come gli antichi riti di passaggio, seppur modernizzati ed evoluti, ancora vivano e siano presenti nella nostra società (L’Accabbadora inizierà la figlia al suo “mestiere”, così come Eleonora trasmetterà il suo sapere di vita al giovane violinista). Ma Michela Murgia è anche sperimentazione letteraria: l’esempio più lampante è dimostrato proprio nella sua ultima fatica, “Chirù”, infatti non si presenta solo come un romanzo, ma anche come pagina Facebook in cui l’autrice permette al giovane artista di prendere vita e rispondere direttamente ai lettori, raccontando in prima persona la propria giornata con Eleonora, i problemi tipici adolescenziali, i dilemmi musicali, presentando ai cultori “l’altra faccia del romanzo” (l’intero libro è infatti narrato secondo il punto di vista dell’attrice) che procede di pari passo con le tempistiche dell’opera principale, esponendo, di fatto, due libri diversi con una storia in comune. Grazie all’organizzazione Lìberos, alla Soprintendenza Archeologica della Sardegna, in collaborazione con il Circolo turritano dei lettori “L’isola dei senza colore”, l’8 marzo (in occasione della Festa della donna), la scrittrice ha potuto presentare la sua importante creazione al pubblico presente, in una suggestiva location d’altri tempi: il museo Archeologico nazionale Antiquarium Turritano, una scenografia che lei stessa ha definito “metafora delle macerie dell’anima”, chiarendo i dubbi dei lettori, e rispondendo alle loro curiosità. Chirù è un libro che scava nell’anima e nella mente, un’opera che riesce ad immedesimare il lettore anche in vite così distanti e particolari evidenziando un dolore, che per motivi diversi, ognuno ha inciso nel proprio Io.

“Io Chirú lo riconobbi dall’odore di cose marcite che gli veniva da dentro, perché quell’odore era lo stesso mio.”



#cinguettii tecnologici a cura di Marco Cau BQ Aquaris X5 Design accattivante con telaio in alluminio anodizzato e scocca posteriore in plastica. Dual SIM, processore Snapdragon 412 fino a 1,4 GHz, memoria RAM da 2 GB e interna da 16 o 32 GB espandibile con schede microSD. Il display è un po’ carente, 5 pollici LCD con risoluzione HD 720x1280 pixel. La fotocamera posteriore è da 13 megapixel, con un sensore Sony IMX214 e doppio flash; la fotocamera frontale invece è da 5 megapixel con flash. € 249,90

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BULLISMO E CYBERBULLISMO Come difendersi?

di Marco Scaramella Nell’iconografia cinematografica statunitense degli anni ’80, siamo abituati a vedere il bullo della scuola, cool e palestrato, perseguitare il classico nerd, goffo e impacciato ma molto intelligente, dagli occhiali spessi, che indossa abiti fuori moda e ha una passione per le materie scientifiche. Puntualmente, l’imbranato nerd, subisce crudeli dispetti e atti di bullismo e, se gli va bene, viene solo rinchiuso in un armadietto. Uno degli ultimi episodi di bullismo, non troppo tempo fa, ha avuto come protagonista una ragazza di Nuoro, alla quale è stata attribuita l’etichetta di “porta iella”. Per cinque mesi, la ragazza ha patito quotidianamente, soffrendo in silenzio, le vessazioni dei suoi compagni di scuola, ai quali si sono aggiunti ragazzi di altre scuole, per via del passaparola in città. Con grande coraggio, la ragazza si è confidata

con i genitori i quali, a loro volta, si sono rivolti alla Questura di Nuoro che ha consigliato di inoltrare una lista, con i nomi dei presunti colpevoli, ai dirigenti scolastici. Il fenomeno del bullismo, affonda le radici in quella parte oscura dell’animo umano che trae piacere dominando e prevaricando il più debole, per mezzo di insulti, minacce, violenza fisica e psicologica. Il bulletto danneggia deliberatamente il compagno che, quasi sempre, appare debole sia fisicamente che emotivamente. Il bullo, a sua volta, soffre di gravi problemi e sfoga il suo malessere, tormentando altre persone. Chi subisce la violenza, si tiene tutto dentro per vergogna o per paura di rappresaglie da parte del bullo, e lo fa a danno della propria autostima. Con il dilagare dei social network, il fenomeno del bullismo, ha subito una naturale evoluzione in cyberbullismo. Questo tipo di aggressione, non rimane circoscritta all’am-

biente scolastico, ma viene attuata in maniera costante e sistematica tramite chat, sms e social network, senza lasciare un attimo di tregua al bersaglio dei maltrattamenti. Se nel primo caso si viene perseguitati solo incontrando fisicamente il bullo, sul web è facile che qualcuno diventi il protagonista di gruppi creati ad hoc nei social network e che venga dileggiato anche da più utenti, in molti casi sconosciuti. Probabilmente sono cambiati anche i bersagli del bullismo. Se prima si prendeva di mira qualcuno etichettato come “secchione”, ora si preferisce perseguitare chi non veste alla moda o chi non può permettersi uno smartphone all’ultimo grido. Ma è possibile difendersi? Quella stessa filmografia statunitense anni ’80, nella quale il bullo di turno rinchiude il nerd negli armadietti, ci insegna che non è vero che si è destinati a soffrire in silenzio, e che alzare la testa e dire basta ai mal-

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trattamenti quotidiani è possibile. Pensiamo a personaggi come l’imbranato George McFly, della serie Ritorno al futuro, che trova la forza di ribellarsi, riuscendo ad avere la meglio contro il bullo che lo tormenta da una vita, per difendere la ragazza di cui è innamorato. In attesa che la legge in materia di bullismo e cyberbullismo, ancora oggetto di discussione in parlamento, venga approvata, gli esperti forniscono alcuni consigli per difendersi dai soprusi dei bulletti. In caso di bullismo, è utile cercare di stare in compagnia di amici o nelle vicinanze di persone adulte, tentare di ignorare il bullo mostrandosi calmi e sicuri di sé perché è possibile che l’aggressore perda interesse. In caso di cyberbullismo, è bene bloccare il molestatore e segnalare il suo profilo al social network o al forum all’interno del quale si subisce l’attacco. Può essere una buona idea, salvare sul proprio computer gli screenshot delle conversazioni, delle chat, delle immagini e di tutto il materiale che può rappresentare una prova. Anche se non è semplice, è importante riuscire ad ignorare le provocazioni, le offese e le molestie. Il rimedio più efficace, però, rimane parlare e, senza vergogna o timore, raccontare l’accaduto ad un adulto, sia esso un genitore o un insegnante. In alternativa ci si può rivolgere al numero verde antibullismo 800 66 96 96 istituito dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) nel corso della campagna di comunicazione “smonta il bullo”. Il numero è attivo per chiunque volesse segnalare casi di bullismo e ricevere sostegno. Per informazioni potete visitare il sito www.smontailbullo.it.


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IL MISTERO DI VIA ROMA

Nel 1914 il caso di Ellen Giles divise gli animi: Suicidio oppure Omicidio?

di Daniele Dettori La storia che stiamo per raccontarvi è ambientata in una Sassari che nessuno di noi ha conosciuto, in un’epoca tramandata solo attraverso qualche sbiadito fotogramma dei luoghi principali della città, giunto a noi attraverso libri, stampe e cartoline. Il nostro viaggio, infatti, questa volta non è attraverso lo spazio ma attraverso il tempo, sul filo di un’eco percepibile ancora oggi, a distanza di oltre un secolo dai fatti. Siamo nel 1914, la sera del 15 gennaio. In Via Roma si trova l’abita-

zione di una studiosa americana che da tempo vive in Sardegna, dove conduce le sue ricerche sugli usi e i costumi locali. Una donna moderna, indipendente: una rarità, per l’epoca, dalle nostre parti. Il suo corpo verrà trovato di lì a breve con un proiettile nel petto. Il nome della donna è Ellen Rose Giles. Trentotto anni, proveniente da una famiglia piuttosto benestante di Philadelphia negli Stati Uniti (Pennsylvania), Ellen Rose ha dedicato la sua vita allo studio e alle arti. Si interessa di filosofia, archeologia, fotografia e antropolo-

gia, e ha al suo attivo diverse pubblicazioni con riviste e giornali d’oltreoceano sulle quali riporta fedelmente i risultati delle ricerche che conduce. Suo padre era una grande finanziere che, morendo quando lei era molto giovane, ha lasciato alla famiglia una ricca eredità. Ellen comincia a viaggiare per il mondo dopo aver conseguito la laurea al Bryn Mawr College, una scuola femminile di libere arti poco fuori dalla sua città. Con il titolo in tasca parte, insieme alla mamma e alle sorelle, in giro per il mondo dove imparerà a parlare diverse lingue e a conoscere le numerose culture che diverranno per lei parte focale dei suoi studi. Tra i luoghi da lei visitati, sappiamo esserci Australia, Africa, Medio Oriente e, in Europa, almeno Germania, Francia e Italia. La sua vita sembra una delle tante storie esotiche raccontate nei romanzi d’avventura dell’epoca, tra resti archeologici e civiltà perdute o sull’orlo dell’estinzione. È su una di queste che si focalizza la sua attenzione una volta giunta in Italia. L’isola misteriosa del grande romanzo portato al successo da Jules Verne nel 1875, Ellen sembra trovarla in Sardegna, una terra austera, arcaica, e proprio per questo così affascinante. Ma torniamo alle circostanze della morte. I giornali si divisero da subito tra quelli locali, che parlarono di suicidio, e quelli americani che invece caldeggiarono immediatamente la pista dell’omicidio. In effetti, gli elementi che conducono a questa seconda ipotesi ci sono tutti: vediamoli.

È risaputo che Ogliastra, Sulcis e Barbagia furono per Ellen terreni di studio, tanto che proprio una faida familiare sulla quale indagò per le sue ricerche divenne poi una pista di indagine senza che però si approdasse a nulla di concreto. La pistola rinvenuta nella stanza del delitto apparteneva alla stessa Ellen, che pare l’avesse comprata a scopo di difesa, ma il proiettile entrò nel petto senza bucare i vestiti: la donna era forse stata rivestita dopo l’omicidio? E, in questo caso, da chi? Si considerò un possibile delitto passionale e ancora oggi si parla di un giovane di nobili origini che sparì da Sassari in seguito alla morte di Ellen. Un collegamento non si può escludere anche se, certo, sarebbe utile saperne di più su questa persona. A tal proposito, per chiunque fosse interessato a conoscere più a fondo i tanti particolari della vicenda, rimandiamo al libro di Alberto Mario Pintus e Maria Giovana Cugia dal titolo Il Caso Giles, edito dall’Associazione Storica Sassarese. Il libro, che è andato a ruba negli anni passati, è comunque disponibile presso la Biblioteca Comunale della Città. Di Ellen Rose Giles rimangono oggi un loculo, nel cimitero di Sassari, e una lapide di marmo con sopra inciso il suo nome. Facendo un giro alla ricerca di notizie sul web relative alla vicenda si può trovare facilmente l’aneddoto del misterioso visitatore che, settimanalmente, lascerebbe un fiore sulla tomba della giovane donna. Ebbene, alcune settimane fa siamo stati al cimitero, abbiamo visitato la tomba di Ellen e proseguito poi la passeggiata. Sulla via del ritorno ci siamo accorti che, nel frattempo, qualcuno aveva davvero deposto sulla sua lapide un piccolo girasole.



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DI NIKE GAGLIARDI FOTO DOMENICO RIZZO

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VERONICA

ABOZZI

eronica Abozzi è la protagonista della nostra cover story di aprile: ventisei anni, un sorriso aperto e tanta passione per l’opera lirica. Oltre a coltivare la sua carriera di soprano solista partecipando a concorsi e audizioni, Veronica si divide tra il lavoro come corista per l’Ente Concerti Marialisa De Carolis e l’insegnamento in una scuola privata olbiese. L’abbiamo intervistata per conoscerla un po’ più a fondo, sapere quali siano le sue aspirazioni e quali invece le difficoltà di chi intraprende il suo stesso percorso. Puoi raccontarci qualcosa riguardo al tuo percorso formativo? A diciassette anni mi sono iscritta al Conservatorio di Sassari, dove ho studiato per sei anni. A vent’anni ho debuttato accompagnata dal coro e dall’orchestra del conservatorio nel “Requiem für Mignon” di Schumann, diretta dal maestro Michele Nitti. In seguito ho collaborato con l’Orchestra Filarmonica della Sardegna, con la quale ho partecipato al 1° Raduno Regionale dei Carabinieri all’Arena Fenicia di Sant’Antioco e al Gran Galà della Lirica a Porto Cervo. Da due anni partecipo inoltre alla stagione lirica col coro dell’Ente Concerti di Sassari. Nel 2015 sono arri-


#shMAG vata seconda all’audizione bandita dall’Ente Concerti Marialisa De Carolis e, a Salerno, sono stata selezionata per il ruolo di Annina in “Traviata”. Continuo tuttora a studiare privatamente e cerco di prepararmi al meglio per nuove audizioni; la mia è una professione che richiede un impegno costante: ci vuole una grande dedizione e molto, molto carattere per fare strada. Cosa ti ha portato a intraprendere questa carriera? Ho sempre amato cantare, sin da piccola. Il mio è stato un percorso insolito: normalmente chi intraprende questa strada viene incoraggiato da un familiare che ama l’opera e “contagia” coi suoi ascolti anche il ragazzo. Purtroppo i giovani difficilmente sono invogliati ad avvicinarsi a questo tipo di musica, spesso viene guardata con sospetto, vige il pregiudizio che si tratti di un genere noioso. Io sono giunta a questo mondo arrivandovi da tutt’altra parte e, più precisamente, attraverso il symphonic metal, un genere melodico in cui confluiscono vocalità liriche ed elementi orchestrali. Grazie a esso ho scoperto che mi era più semplice cantare con l’impostazione lirica: da lì è nato l’interesse che sarebbe poi divenuto il mio lavoro. Quali sono i ruoli o i repertori musicali che hai amato o in cui ti piacerebbe cimentarti? Essendo un soprano lirico ovviamente stravedo per i ruoli che sono caratterizzati da questo registro vocale. Ultimamente sto studiando l’aria di Micaela nella “Carmen” di Bizet, una parte che mi piace moltissimo. Un grande sogno è quello d’interpretare Violetta in “Traviata” poiché sono un soprano lirico che possiede le agilità, un soprano di coloratura, e la parte di Violetta richiede proprio queste caratteristiche: costituirebbe per me una straordinaria palestra. Tra le altre opere che mi appassionano c’è la “Bohème” di Puccini (ogni volta che l’ascolto non riesco a non commuovermi) nella quale la parte di Musetta si addice alle mie caratteristiche vocali. Questi sono solo alcuni dei primi nomi che mi vengono in mente: l’Opera offre una moltitudine di storie, ruoli, arie da studiare e scoprire in tutta la loro bellezza e complessità. Come ti prepari all’interpretazione di un ruolo? Noi cantanti dobbiamo studiare e scaldare la voce ogni giorno: esercitare la tecnica, lavorare sulla respirazione, cercare un suono “giusto”, pulito. Gran parte dell’impegno consiste poi nell’analisi dello spartito, nell’imparare a conoscerlo a fondo, a capirne le dinamiche, a comprendere appieno le indicazioni del compositore. È fondamentale, inoltre, avere un insegnante, una guida che ti trasmetta le nozioni inerenti a una particolare interpretazione. Ci sono delle cantanti il cui lavoro ti è d’ispirazione? Tra le grandi che hanno fatto la storia del canto lirico in Italia, mi piace moltissimo Mariella Devia, ne ammiro la tecnica formidabile. Forse la cantante al cui lavoro mi ispiro di più è però Angela Gheorghiu: lei è un modello dal quale

imparare continuamente. Ogni volta che devo studiare una nuova aria vado subito a cercare sul Web una sua interpretazione. E poi ci sono altre grandi: Luciana Serra, Mirella Freni, solo per citarne alcune. Ovviamente loro rappresentano un traguardo a cui ambire ma, ogni volta che interpreti una parte, devi cucirtela addosso, adattarla alle tue caratteristiche. Qual è il futuro dell’opera lirica in Sardegna? Al di fuori dell’isola c’è, per noi giovani, molta più possibilità di fare carriera. Qui siamo penalizzati dagli spostamenti: per partecipare a un’audizione o a un concorso ovunque nel resto del Paese, è necessario sostenere i gravosi costi delle spese di viaggio e di alloggio. Inoltre in Sardegna, le possibilità di farsi strada per un giovane cantante sono misere. Qui a Sassari è molto attivo l’Ente Concerti che fa delle audizioni ogni due anni e consente ai giovani sardi di emergere. Quali sono i tuoi progetti nell’immediato futuro? Mi piacerebbe moltissimo entrare in un’Accademia di Alto Perfezionamento come ad esempio quella di Rajna Kabaivanska oppure l’accademia diretta da Mariella Devia a Roma o ancora la scuola di Mirella Freni a Modena. Ho l’età giusta per farlo e potrebbe essere un ottimo trampolino di lancio. Per il momento sto studiando per partecipare a concorsi e audizioni allo scopo di venir inserita in un teatro, ottenere borse di studio, attestati o partecipare a concerti di un certo livello. Anche se la possibilità di entrare stabilmente nel coro di un ente lirico non mi dispiacerebbe, la priorità per me è in questo momento scommettere sulla carriera di solista, ciò che mi appassiona di più. Ringraziamo Veronica e, nel rivolgerle l’augurio di soddisfare tutti i suoi sogni, diamo appuntamento ai lettori al prossimo numero!

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Guida ai locali BAR | RISTORANTI | PIZZERIE | PANINOTECHE | PUB | GASTRONOMIE | GELATERIE | PASTICCERIE

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Snack & Wine Bar SASSARI Bar 188 Predda Niedda Str. 22. ¥ Nessuno

Cocktail Bar.Karaoke.Ristorante

Bar Capital Via Mosca, 19. 392/9701310

Snack Bar.Ristorante

Cafè Set Via Roma, 4. ¥ Nessuno

Snack Bar.Ristorante

Millenovantotto Piazza Fiume, 10. 079/2009079

Caffetteria.Ristorante

Moliendo Cafè Snack Bar.Ristorante Viale Trento, 1. 392/1422592. ¥ Domenica New York Cafè Il Vialetto. 079/262499. ¥ Nessuno

Snack Bar.Pranzi Veloci

BAR . TAVOLA CALDA RICEVITORIA

Ricevitoria Lotto 47 Via Carbonazzi, 18. 079/274247. ¥ Domenica. L Lotto, Totocalcio, Superenalotto, Totip Shardana Via Asproni, 6/a. 328/2679594

.................................................... Snack Bar.Birreria

Via Caniga, 1 . Sassari q 079 262519

Caffè del Corso Snack Bar.Ristorante Corso Vittorio Emanuele II, 17. 079/232470. ¥ Domenica

Solin Via Vardabasso, 5/b. ¥ Nessuno

Caffè Duemila Via Amendola, 70. 079/212252. ¥ Nessuno

Sweet Cafè Snack Bar.Torteria.Ristorante Via Pasquale Paoli, 33. 079/4126756. ¥ Domenica

Cake Cafè

Tris Bar Via Tempio, 17. 079/271240

Ci Voleva

Caffè Lounge P C.C. Tanit. 079/262519. ¥ Nessuno Caffè Metrò Emiciclo Garibaldi, 5. ¥ Domenica

Snack Bar

Snack Bar.Ristorante

Snack Bar.Creperia

Caffè Mokador di Monserràt Snack Bar.Ristorante Galleria Monserràt. 079/219182. ¥ Nessuno Caffetteria Montegrappa Via Montegrappa, 70. 079/4924129 - 333/7182726 Caffetteria Universitaria Via Zanfarino, 55. 334/6755193

Snack Bar

Snack Bar.Ristorante

Chocol'Art Via Enrico Costa, 45. 079/239340. ¥ Nessuno

Snack Bar

Davidson Cafè Snack Bar.Ristorante Cortesantamaria. 079/200185. ¥ Nessuno C.C. La Piazzetta. 079/260458. ¥ Nessuno Emiciclo Garibaldi, 26. 079/2014062. ¥ Nessuno Duca Bar Snack Bar Via Duca degli Abruzzi, 34. 079/9147025. ¥ Domenica E Allora?! Via Verona, 31. 079/275394. ¥ Nessuno

Snack Bar.Ristorante

Il Posto di Altogusto Snack Bar.Ristorante Predda Niedda Strada 2. 079/2670000. ¥ Domenica Joy Joy's Cafè Via Coradduzza, 45. ¥ Nessuno

Snack Bar.Ristorante

Kill Bill Bar Cocktail Bar.Bruschetteria Via Tempio, 46. ¥ Nessuno. L Live Music Kogas Wine Bar.Pub Via Muroni, 42. 079/9949532 - 320/5681686. ¥ Domenica Lallo Moto Caffè Viale Porto Torres, 16. ¥ Domenica

Snack Bar

Snack Bar.Pranzi Veloci

Snack Bar

Unico Caffè Snack Bar Viale Porto Torres, 2/b. 340/1895357. ¥ Nessuno

Snack Bar.Spaghetteria

Via Nuoro, 6. 340/1402124 - 348/2395831 Il Milese

Snack Bar.Focacceria

Via Garibaldi, 11 Imperial Bar

ALGHERO 7000 Caffè Via XX Settembre, 94. ¥ Domenica sera

Caffetteria.Pasticceria

Via Planargia, 12. 079/985173 - 338/5411372. ¥ Lunedì

Snack Bar

Via Lamarmora, 5 Snack Bar.Pranzi Veloci

Orange

Snack Bar.Ristorante.Pizzeria

Via XX Settembre, 2/4. 346/5944925. ¥ Nessuno. L Live Music

Alma Cafè Snack Bar Via Sassari, 111/113. 331/8676057 - 392/3062720. ¥ Dom

Perbacco Cafè

Anbarok Via Garibaldi, 7. ¥ Nessuno

Red Passion

Snack Bar.Gelateria

Snack Bar.Ristorante

Via Garibaldi, 29. 079/952421 Snack Bar.Live Music

Via Gramsci, 2. 079/4121489. ¥ Nessuno

Boba Caffè Via XX Settembre, 132/b. 079/9893054

Snack Bar

Cafè Chez Michel Piazza Sulis, 2. 349/0584508. ¥ Nessuno

Snack Bar

SardOa

Wine Bar

Piazza Duomo, 4. 079/4921187. ¥ Nessuno

PORTO TORRES Art Cafè

Snack Bar.Live Music

Via Mare, 34. 347/1791262. L Live Music e Karaoke il weekend Bar Sport

Snack Bar.Ristorante

Piazza Umberto I. 079/514105 Cristallo

Snack Bar.Pasticceria.Gelateria.Live Music

Piazza XX Settembre, 12-14. 079/514909. ¥ Lunedì sera Gatto Nero

Snack Bar.Pub

Via Amsicora, 28. 348/8802084. ¥ Nessuno Impact American Bar

Snack Bar.Pub

Piazza Garibaldi. 327/6129965. ¥ Nessuno. L Live Music Tropical Lounge bar

Lungomare Balai, 70

Snack Bar


www.radiobellavita.it

Sassari . 98.900 Mhz. Alghero . 97.600 Mhz. www.radiobellavita.it Castelsardo . 103.700 Mhz.

Uffici pubblicitĂ : Sassari . Piazza Castello, 11 . Telefono/Fax 079 231851


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#shMAG Braceria Mangiafuoco

Snack Bar.Griglieria

Via Catalocchino 8/a. 347/4294090. ¥ Lun, Mar e Mer cena Capo di Sopra

Ristorante.Pizzeria

Viale Dante, 31. 079/272322. ¥ Lunedì a pranzo Casablanca Kebab

Ristorante Etnico

Via IV Novembre, 26. 320/2861780 Country Club

Ristorante.Griglieria

Via Monte Bianchinu, 54. 349/7136317. ¥ Nessuno Gambrinus Pub

Pub.Birreria

Viale Trieste, 6. 347/7021854. ¥ Martedì Il Posto

Ristorante.Pizzeria

Via E. Costa, 16. 079/233528 iPub

Pub.Birreria

Via Duca degli Abruzzi, 23. 079/274197

SENNORI & SORSO

ALGHERO

La Maison

Ristorante

A. Mary's Bar Snack Bar.Gelateria Via Roma, 113 - Sennori. L Sabato Live Music

Via Tola, 5 (Reg. Tingari). 079/218947 - 328/9323109

Al Solito Posto

Via Principe Umberto, 82 (Piazza Misericordia). 328/9133745

British Cafè Via Tiziano, 7 - Sorso. ¥ Domenica

La Perla Rosa

Snack Bar

Via IV Novembre, 63. 079/281255. L Consegna domicilio

Buena Vista Cafè Via Cottoni - Sennori. 079/362273. ¥ Lunedì

Snack Bar

Cafè Cortina Via Roma, 173/a - Sennori. ¥ Martedi

Snack Bar

Ibiscus Cafè Via Spanu, 1 - Sennori. ¥ Nessuno

Snack Bar

La Pinta

Ristorante.Pizzeria

Via Saffi, 27. 079/236903. ¥ Martedì. L Consegna domicilio L'Asfodelo

Ristorante.Pizzeria

Via Roma, 134. 079/272826. ¥ Nessuno Panefratteria

Ristorante

Via Carlo Alberto, 2. 079/9330921. ¥ Nessuno

Il Risveglio Snack Bar.Ristorante.Pizzeria S.P. 81 km 10,7 - Platamona-Sorso. 079/2829100. ¥ Mer cena

Retrò

Paradise Cafè Via Roma Superiore, 160 - Sennori

Ristò Park

Snack Bar

Ristorante.Pizzeria

Pizzeria

Via Canopolo, 2/a. 079/231211. ¥ Lunedì Ristorante.Pizzeria

Predda Niedda Strada 32. 392/8243808-9. ¥ Nessuno Spaghettoria S'Artea

Spaghetteria.Ristorante

Via Arborea, 2/b. 079/4922209 - 392/7683669. ¥ Domenica

Ristoranti & Pizzerie

Speed Date

Snack Bar.Ristorante.Pizzeria

Predda Niedda Strada 8. 079/262520. ¥ Nessuno. L Karaoke St. Joseph Pub

SASSARI

Pub.Pizzeria.Paninoteca

Via Giorgio Asproni, 20/22. 079/272455. ¥ Nessuno

Asterix

Pizzeria.Paninoteca

The Jesse James Saloon

Pub.Birreria

Via Sardegna, 3. 079/200075. L Consegna domicilio

Il Vialetto. 079/262077. ¥ Nessuno. L Karaoke tutti i giorni

Bakkus

Tritus

Griglieria.Pizza al metro

Corso Angioy, 6. 079/230448. ¥ Nessuno Black Stone

Bar.Ristorante.Pizzeria

Ristorante.Pizzeria.Piatti Messicani

Villa Gorizia

Ristorante.Pizzeria

Via Cipro, 17. 079/9739883. ¥ Martedì. L Consegna domicilio Bontà Sarda

Cucina Tipica.Pizzeria

Via Don Minzoni, 183. 079/984860. L Consegna domicilio Boqueria

Ristorante

Via Cagliari, 13 (Mercato Civico). 334/2742322 Castell de Càller

Ristorante.Pizzeria

Via Joan Mirò (Loc. Taulera). 079/9891026. ¥ Lunedì Il Capricorno

Pizzeria.Paninoteca

Via Diez, 60. 079/986225. ¥ Mercoledì. L Consegna domicilio Il Pesce d'Oro

Ristorante.Pizzeria

Via Catalogna, 12. 079/952602. ¥ Lunedì a pranzo e Mercoledì La Lanterna

Ristorante.Pizzeria

Via Giovanni XXIII, 82. 079/978556 La Saletta

Cucina Tipica

Via Kennedy, 27/b. 079/4125748 - 348/0171332. ¥ Dom, Lun cena Le Nouveau Gourmand

Tavola Calda.Gastronomia

Via Asfodelo, 43. 079/9739506 Lido Lo Smeraldo

Borgo di Torre Tonda

Ristorante.Pizzeria

Alguer Mia

Ultimo Piano

Ristorante.Pizzeria

Ristorante.Pizzeria

Via Don De Roma, 3. 079/977254

Via Lido, 18. 079/9739518

Piazzale Segni, 9. 079/2858460. ¥ Nessuno

Via Torre Tonda, 26. 079/232777 - 333/8513317. ¥ Nessuno

Al Vecchio Mulino

Via Giorgio Asproni, 2. 079/274052. ¥ Nessuno

Predda Niedda Strada 18 333/6801975. ¥ Nessuno

Ristorante

Ristorante.Pizzeria

Pizzeria

Via Carbonia, 36. 079/5907611. L Consegna domicilio Ristorante.Pizzeria

Via G. De Martini, 79. 079/398351. ¥ Domenica. L Live Music

Lu Furat

Via Columbano, 8. 079/9736052. ¥ Nessuno

Pizzeria


¥ Chiusura L Informazioni aggiuntive

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Take Away & Domicilio SASSARI Agorà

Pizzeria.Gastronomia

Via Mazzini, 2/e. 079/233796. L Consegna domicilio Al Caminetto

Pizzeria

Via Mastino, 23. 079/280727 - 342/1521774. ¥ Domenica C’è Pizza per Te

Pizzeria.Paninoteca

Via Napoli, 6/B. 079/2826049. L Consegna domicilio Fabry Pizza

Pizzeria.Paninoteca

Via Prunizzedda, 92/a. 079/3762124. ¥ Lunedì mattina Miramare

Pub.Live Music

Lungomare Dante, 20. 079/6140634

Pizzeria

Via Perantoni Satta, 1. 079/271939 - 346/6315018. ¥ Lunedì

Ok Pizza

Pizzeria

Via S. Satta, 102/104. 079/982736. L Consegna domicilio Pasta&Co...

Ristorante

Largo San Francesco, 6. 079/9105739. ¥ Nessuno Poco Loco

Il Vagabondo

Ristorante.Pizzeria al metro

Snack Bar.Ristorante

Via Asfodelo, 47. 079/9739501. ¥ Domenica Trattoria Cavour

Ristorante

Via Cavour, 110. 079/9738762 - 392/6110258. ¥ Lunedì Vecchio Forno

Pizzeria

Via Ciriaco Carru, 2. 079/240443 - 340/1696886. ¥ Lunedì La Divina

Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia

Via Chiarini, 1. 079/2590063. L Consegna domicilio

Via Gramsci, 8. 079/983604 Taverna Catalana

Il Veliero

Pizzeria.Griglieria

Via Carrabuffas, 36. 079/982890 - 348/9687244. ¥ Nessuno

La Scacchiera

Pizzeria

Via Giagu, 17. 079/2829023. ¥ Lun. L Consegna domicilio On The Road

Gastronomia.Street Food.Paninoteca

Via Mazzini, 13/a. 079/235296. ¥ Domenica Paolino

Gastronomia.Paninoteca

Cortesantamaria. 079/233921 C.C. La Piazzetta. 079/262252 Piadineria Torre Tonda Poker Pizza

Babbai

Piadineria

Via Torre Tonda, 8. 079/233690. ¥ Domenica

PORTO TORRES Ristorante.Pizzeria

Pizzeria.Paninoteca

Via Ortobene, 8 ang. Via Marghine. 079/2598282. ¥ Martedì

Vicolo Cabitta. 079/515896 - 338/3609378. ¥ Mercoledì

Prof. Pane Grosso

Il Corallo 2

Via Luna e Sole, 1/e. 079/291084

Ristorante.Pizzeria

Pizzeria.Paninoteca

Via Lungomare Balai, 2/a. 079/9401201 - 339/5640157. ¥ Lunedì

Soul Food

Il Gobbo

Via Cesare Battisti, 9. 079/4923238 - 338/9752881. ¥ Nessuno

Ristorante

Via Sassari, 57. 079/512464

Spizzati

La Rosa Dei Venti

Ristorante.Pizzeria

Via Ettore Sacchi, 20. 079/502590. ¥ Nessuno Ristorante

S.S. 131 km 224,4. 079/502286. ¥ Nessuno Pizzeria.Paninoteca

C.so V. Emanuele, 158. 079/5048034 - 392/1880422. ¥ Martedì Piazza Garibaldi

Ristorante.Pizzeria.Steak House

Piazza Garibaldi. 079/501570. ¥ Nessuno. L Giropizza Sa Mesa

Ristorante.Pizzeria

Via E. Sacchi, 3 (fronte Porto). 340/4126848. ¥ Domenica

SENNORI & SORSO Da Vito

Ristorante

Loc. Badde Cossos - Sennori. 079/360245. ¥ Lunedì Girasole

Ristorante.Pizzeria

Via Roma Inferiore - Sennori. 347/1416411. ¥ Mercoledì La Cantera

Ristorante.Pub

Via Roma, 145 - Sennori. ¥ Nessuno La Chicca Piperita

Pizzeria

Viale Italia, 51. 079/6040195. ¥ Lunedì Vulcano

Li Lioni Pepito Pizza

Pizzeria.Paninoteca

Bar.Ristorante.Pizzeria

Sorso-Marritza SP 81 - Sorso. 079/367150 - 366/3017419

Pizzeria

Via Einaudi, 14/a. 079/218898. L Consegna domicilio

ALGHERO Ichnos Express

Pizzeria.Paninoteca

Via Don Minzoni, 102. 079/6011160. L Pizze senza glutine


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Il Marchese Golosone

Gastronomia.Pizzeria

Via Pascoli, 49. 079/4923362. ¥ Nessuno La Nuova Delizia

Pizzeria

Via Goceano, 15. 079/985082. ¥ Lunedì. L Consegna domicilio La Perla Nera

Pizzeria.Gastronomia

Via Oristano, 13/15. 079/9739132. L Consegna domicilio La Piadina del Pozzo

Via Brigata Sassari 71 Sassari | Tel. 079 232406 Gelato senza zucchero Gelato vegano Crepes Gelato alla soia Semifreddi Assortimento di tè e cioccolate Bio

Piadineria.Paninoteca

Via Minerva 25/Via Columbano 9. 079/4921239 Luna Rossa

Pizzeria

Via Cagliari, 28. 079/982359 - 329/2478074. ¥ Nessuno Pata Pizza

Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia

Posti a sedere all'interno!

P.zza Ginnasio. 079/975177. ¥ Mer. L Consegna domicilio

Pasticceria Pasticcioni

PORTO TORRES Il Drago

Pizzeria.Paninoteca.Vegan Food

Via Ponte Romano, 54. 328/5639782. L Consegna domicilio La Stella

Pizzeria.Paninoteca

C.so V. Emanuele, 115. 079/5048324 - 345/4200395 Pizza Loca

Pasticceria Sias Slurp

Gelateria

Piazza Castello, 4/b. 079/236075. ¥ Nessuno

Pizzeria

Paninoteca.Pizzeria

Via Libio, 75. 079/5047066. L Consegna domicilio

ALGHERO Gelateria

Golositas 2

Gelateria

Via Cagliari, 39. ¥ Nessuno Pizzeria

Via Fiorentina, 73 - Sorso. 079/350193. L Consegna domicilio Harley Pizza

Ayò Goloso

Piazza Porta Terra, 6. ¥ Nessuno

SENNORI & SORSO Felix

Pasticceria

Via Baldinca, 67. 079/399310 - 393/9242341. ¥ Lunedì

Via Veneto, 7. 079/5042012 - 349/3725138. ¥ Nessuno Speedy Gonzales

Pizzeria

Via Roma, 159 - Sennori. 079/362346

K2

Gelateria

Via Roma, 73. ¥ Nessuno. L Gelati per vegani ed intolleranti L'Aurora

Pasticceria.Panificio.Pasta Fresca

Via Manzoni, 83. 079/983508 - 391/4078618. ¥ Dom sera Los Cornettos

Pizzeria 2000

Pasticceria

Via Sulcis, 36. 079/6013940. ¥ Mar. L Consegna domicilio

Pizzeria

Via Roma Inferiore, 62 - Sennori. 079/362271. ¥ Lunedì

Cornetteria

Via Gilbert Ferret, 47. 079/983532. ¥ Dal lunedì al giovedì

PORTO TORRES

Pasticcerie & Gelaterie

Il Capriccio Gelateria Corso Vittorio Emanuele, 114. 340/1844835. ¥ Nessuno

SASSARI Dolcinduo

Pasticceria.Yogurteria

Via Tempio ang. via IV Novembre, 41. 079/280176. ¥ Lunedì Gelateria Bosisio

Via Degli Astronauti, 2/b. 079/291272. ¥ Lunedì

SASSARI

Gelateria

Via Brigata Sassari, 71. 079/232406. ¥ Nessuno Pasticceria Pagoda

Circoli Privati

Pasticceria

La Locanda dei Golosi club

Via Domenico Demuro, 29. 079/380259. ¥ Lunedì Pancho Villa

Viale Porto Torres, 5. 348/5577907. L Circolo Endas

PORTO TORRES Green House Club

Via A. Volta. 333/9422894. L Live Music e Cabaret il weekend

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che dicono le bugie e hanno il naso lungo. Leggi il messaggio e capirai che è x te! Mo. smettila di fare Letizia pom****. lla ragazza pepperina A de I Giardini della Mercede, Alghero: Sei uno schianto!

urora, ho cambiato vita A per te, spero che tua mamma capisca che sono un'altra persona.

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IL GIOCO PUÓ CAUSARE DIPENDENZA GIOCA CON MODERAZIONE E CONTROLLO LA PRATICA DEL GIOCO A PREMIO IN DENARO É VIETATA AI MINORI DI 18 ANNI E PUÓ CREARE DIPENDENZA (avvertenza ai sensi dell'art. 7 comma 5 del D.l. n. 158/2012 conv. con modifica della l. n.189/2012) É POSSIBILE ACCEDERE A MAGGIORI INFORMAZIONI SUI SITI INTERNET DELLA AAMS (www.aams.gov.it) E TRAMITE QUELLI DEI CONCESSIONARI CERCANDO GIOCO RESPONSABILE.


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