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SASSARI
079 216539
CAGLIARI QUARTU S.E. - NUORO
PIZZA, BEVANDA, CAFFE O DOLCE
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PIZZE AL TAGLIO
all'Emiciclo anche farcite! PATATE FRITTE
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05 Via Rosello, 25 079 238052
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Orari 10:00 -13:00 17:30 -21:00 Consegna a domicilio 19:00 - 21:00 Chiuso la domenica
04 04 Bimbo in Spalla Il blog per la famiglia che viaggia
05 Alessandra Polo Alla scoperta dei #social e della Sardegna
20 15 Libri
John Lennon si è fermato a Sassari?
16 Titu Andronicu. Sa mudadura La tragedia di Shakespeare in lingua sarda
06 Amsicora Ichnusa Museum
18 HITWEETS
07 Chi salverà le rose?
19 Onties
L’esordio cinematografico di Cesare Furesi
08 Dinamo appannata Calano i rendimenti di Bell e Savanovic
10 Il dentista risponde Come si sviluppa e come si previene la carie
12 SVM Trio Work in progress... ive
13 inSardegna ad Aprile 14 La primavera degli asparagi
Un tour tra i sapori dell’Isola
20 In viaggio Lisbona
21 Albino Manca
Il sogno americano dello scultore di Tertenia
22 Jack Devecchi Il basket nel sangue
24 Antonio Gramsci 80 anni dopo
26 GUIDA AI LOCALI
NUOVA APERTURA Emiciclo Garibaldi, 7 079 234240 Orari 11:00 - 14:00 18:00 - 21:30 (venerdì e sabato chiudiamo alle 22:00)
Domenica 12:00 - 14:00 18: 00 - 21:00
na a domicilio a Conseg 12:00 - 14:00 pranzo
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seh #shMAG
Bimbo in Spalla il blog per la famiglia che viaggia di Paola M. Ruiu Per racchiuderlo in una definizione tecnica bisognerebbe dire che si tratta di un family travel blog, ma per la sua creatrice “Bimbo in spalla” è molto di più: è la sua famiglia; e non per modo di dire come viene solitamente usata questa espressione, ma è letteralmente la sua famiglia. Loro sono mamma Giuseppina, papà Paolo, il bimbo Michele e il cane Otto e insieme formano un team unico in Sardegna, ovvero quello di blogger che raccontano la Sardegna a misura di famiglia. Giuseppina è una storica dell’arte che dopo gli studi è rientrata nell’isola attratta dalla forza di gravità della nostra terra che non ci permette mai del tutto di andare via. Abituata a percorrere la Sardegna in lungo e largo non si è arrestata neanche quando ha scoperto di essere in attesa di Michele, due anni e viaggiatore già da prima che nascesse. Da quel momento in poi i suoi viaggi hanno preso un’altra piega e si è da subito dovuta scontrare col fatto che le esigenze erano cambiate: ora bisognava organizzare tutto in funzione della famiglia. Come ama sempre dire: «quando si ha un bambino piccolo un fasciatoio cambia la giornata». Andando alla ricerca di siti e strutture ricettive che offrissero i
servizi adatti, ha avuto un’intuizione vincente ovvero sfruttare la propria esperienza personale per aiutare altre mamme e altri papà ad affrontare un viaggio in Sardegna in maniera più comoda e facile. Ma a quello che doveva essere solo un hobby, Giuseppina dedicava sempre più tempo, mettendoci impegno e professionalità e col crescere dell’interesse il suo passatempo stava diventando qualcosa di più, un allegro, curioso e stimolante lavoro! All’interno del variegato mondo dei blog presenti nell’isola c’era un vuoto, a mancare era un family travel blog e “Bimbo in spalla” si stava apprestando a colmare questa lacuna diventando il primo e, finora, unico punto di riferimento turistico per famiglie in Sardegna. La nostra terra viene generalmente pubblicizzata solo per le mete balneari, ci si concentra su un turismo limitato alla stagione estiva e raramente si prendono in considerazione le zone interne e le famiglie. Giuseppina, Paolo e Michele propongono una Sardegna “alternativa” fatta di musei, siti archeologici, piccoli paesi, adatta alle famiglie 365 giorni l’anno. Non solo, si spingono anche oltre i confini isolani e tutti i loro viaggi sono documentati sul sito bimboinspalla.com dove si possono trovare le descrizioni di luoghi
singolari e poco conosciuti, itinerari, storie e incontri con persone speciali; è ricco di consigli pratici su come organizzare un viaggio con un bambino, quali strutture ricettive rispondono alle esigenze di una famiglia o quali musei sono più sensibili al coinvolgimento dei piccoli visitatori. Il tutto diviso in categorie e argomenti facilmente consultabili anche da smartphone. Nato poco più di un anno fa “Bimbo in spalla” conta ora diverse collaborazioni con Enti e aziende che operano nel settore turistico tra cui anche i colleghi blogger delle altre regioni italiane che già da tempo vivono questa realtà come consolidata. Vi lasciamo con un paio di domande a mamma Giuseppina che in questo progetto mette professionalità, curiosità e amore, virtù da trasmettere a suo figlio Michele che, dal canto suo, si diverte e ha
sicuramente un bellissimo bagaglio di emozioni e di conoscenze che lo stanno arricchendo nonostante la giovanissima età. Qual è lo scopo di questo blog? Lo scopo è quello di far conoscere una Sardegna a misura di famiglia che non sia solo mare e spiagge perché ci sono davvero tante destinazioni che possono essere visitate in qualsiasi stagione. Ma è anche uno strumento col quale contribuire alla valorizzazione, alla promozione di questa terra che amo profondamente. Come pensi si evolverà “Bimbo in spalla”? Onestamente non lo so! Non sapevo che sarebbe diventato un family travel blog e al momento non so che cosa sarà tra qualche mese. Il blog cresce e noi con lui e mi piace quest’aspetto dell’essere in continuo movimento, non per niente il logo riprende la figura di due trottole!
Alla Certosa di Pavia
Tra le opere del Museo Ciusa
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Capo Malfatano
Alla scoperta dei #social e della Sardegna con
Spiaggia Su Giudeu
di Manuela Stacca Laureata in Psicologia a Roma, con un master in Gestione dei Processi Formativi conseguito a Bologna, cofondatrice dell’account Instagram @igersitalia e fondatrice di @igers_sardegna, vincitrice del Premio Treccani nel 2016, Alessandra Polo (@alessandrapolo), sassarese residente a Cagliari, è un’affermata social media strategist che si occupa di web marketing turistico, di comunicazione e formazione, per aiutare le aziende a sfruttare al meglio le potenzialità dei #socialnetwork. E proprio attraverso i social, ha dato un’importante contributo nel valorizzare e promuovere la #Sardegna, in Italia e non solo, riuscendo ad avvicinare le persone alla cultura e alle tradizioni del proprio territorio.
ALESSANDRA POLO
Alessandra, ormai operi da anni in ambito turistico come social media strategist, ma a che punto siamo? Le aziende stanno iniziando a comprendere il potere dei social network? Sono sempre di più le aziende che comprendono le potenzialità della comunicazione sui social network, eppure c’è ancora molta ignoranza. A volte mi stupisco di come ci sia ancora poca conoscenza delle piattaforme. Ormai i social sono una realtà imprescindibile, ma la vecchia generazione, in particolar modo, fa molta fatica a comprendere e approcciare questo strumento. Ti definisci prima di tutto una persona curiosa. La curiosità unita all’impegno e alla creatività penso siano la chiave per usare con intelligenza i social e ottenere dei risultati concreti. Sei d’accordo? È fondamentale. L’essere curiosi,
Torre del Porticciolo (Premio Treccani)
andare alla ricerca di continui stimoli, scoprire nuove cose, unito alle competenze e alla voglia di presidiare uno strumento sono sicuramente le basi per fare un buon lavoro. Ciò che ci spinge, me e le persone con le quali lavoro, è la passione, la voglia di far conoscere e raccontare questo territorio meraviglioso, far scoprire una realtà che non è solo il #mare, ma anche molto altro, dalle #leggende, ai #piattitipici, l’#archeologia, l’#artigianato. Nel 2016 sei stata insignita del Premio Treccani per aver “permesso di scoprire luoghi della Sardegna molto distanti da quelli raggiunti tipicamente dal turismo di massa”. Immagino sia stato grande motivo di orgoglio. Non me lo aspettavo. Mi ha sorpresa e inorgoglita molto, proprio per la motivazione scelta. Mi ha fatto molto piacere. Sono tante le mostre, contest e challenge che hai organizzato attraverso l’account @igers_sardegna, attualmente uno dei più seguiti in Italia. Pochi mesi fa, hai tenuto ad Alghero una Open Lesson per l’“Instant Festival A Digital Life”, in collaborazione con Alghero Turismo. C’è un progetto al quale sei particolarmente legata? Al prossimo. In anteprima, ti svelo
che sto organizzando un workshop sulla #FoodPhotography, durante il quale si insegneranno tecniche e trucchi per raccontare al meglio il #cibo, fotografandolo in modo particolare. Lo scopo è far venir voglia di mangiare un piatto attraverso una foto. Francesco Pruneddu (@ch_ecco, vice-regional di Igers Sardegna) sarà il docente, io avrò un piccolo spazio in cui parlerò dell’importanza di sfruttare i social per raccontare questo tema. Ti posso solo dire che si terrà al nord [della Sardegna], in un posto molto fotogenico. L’introduzione delle “Stories” su Facebook e WhatsApp ha fatto molto discutere, mentre su Instagram sono arrivati gli “album di foto”. Cosa ne pensi delle ultime novità apportate dal team di Mark Zuckerberg? Penso che le #stories su Facebook e su WhatsApp siano abbastanza ridicole: su Facebook, secondo me, non faranno strada, su WhatsApp non le prendo proprio in considerazione, a differenza di quelle di Instagram, che se ben fatte e ragionate sono utili, così come le “dirette”. Gli “album di foto” su Instagram invece possono rivelarsi interessanti per fare un bel racconto. Hanno solo un’unica pecca: al momento, le foto devono essere esclusivamente quadrate. Curiosando nella tua gallery personale di Instagram, ho notato che ultimamente hai una predilezione per le tonalità sul viola e rosa. Semplice vezzo creativo o qualcosa di più? Semplice vezzo creativo: io lo chiamo il mio periodo #pink. È nato per caso, per ora mi stanno piacendo queste tonalità e così sto continuando ad usarle. Mi piace l’idea di una gallery con un filo conduttore, che abbia una sua coerenza.
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seh #shMAG
AMSICORA ICHNUSA MUSEUM La vita di Amsicora Capra in un museo-bus itinerante
di Manuel Di Cristo La storia della Sardegna racconta di illustri personalità, che dalle arti alla politica hanno reso onore ad una terra ricca di fascino e contraddizioni. Tuttavia, lo scorrere del tempo, lascia talvolta cadere nell’oblio frammenti importanti di questa storia, anche quando ne permangono testimonianze concrete e attuali nella vita di tutti i giorni. È quello che è accaduto, ad esempio, con uno dei più importanti imprenditori della Sardegna del ‘900, Amsicora Capra, ovvero il padre della birra sarda per antonomasia: l’Ichnusa. Qualcuno però ha deciso di restituire alla memoria collettiva il ricordo di questo personaggio, trasformando un vecchio bus in un museo itinerante con a bordo oltre 4000 oggetti inerenti la figura di Amsicora Capra e le sue attività, Ichnusa in primis; Alessandro Zecchino, questo il nome dell’ideatore e promotore dell’iniziativa, ha lavorato con passione e sacrificio per vedere ultimato il suo Amsicora Ichnusa Museum e oggi nutre la speranza di poter iniziare a breve il suo tour per la Sardegna. Come racconta Alessandro, tutto ha inizio con un sogno in una notte d’agosto del 2013: «sognai un’abitazione abbandonata, con all’interno delle botti e delle vacche; attraverso una voce che mi guidava ho rinvenuto una cassa con la scritta “Ichnusa”. Dopo alcuni giorni trovai un’abitazione simile a quella del sogno e, rintracciato
colui che aveva le chiavi, la esplorai: c’erano, in effetti, 3 botti enormi, abbeveratoi di vacche e pulendo sotto il guano di piccioni è comparsa una cassa in legno di Ichnusa degli anni ’40». Da allora ha preso avvio un’incessante ricerca di cimeli Ichnusa all’interno di luoghi abbandonati del territorio isolano: vecchie miniere, abitazioni, pozzi, gallerie, vecchi spacci, cantine e persino scavi sotto terra. Durante le perlustrazioni è emersa la centralità della figura di Amsicora Capra, da cui l’idea di reperire articoli, fotografie e materiali che potessero raccontarne la storia. Alessandro, che lavora in un ingrosso di bevande a conduzione familiare, fa tutto questo per semplice passione: «per ora non ho sponsor di nessun genere; tutto è stato fatto col sudore del mio lavoro, con l’aiuto di tanti amici che ho conosciuto grazie al progetto o di quelli di vecchia data». Tra questi gli artisti Matz, co-ideatore dell’aspetto estetico del bus, Lucio Schirru, con cui Alessandro ha collaborato per creare il busto di Amsicora Capra, Sylvie Diana che ha realizzato il dipinto della parte anteriore del bus e poi gli amici che hanno aiutato nell’allestimento e nelle ricerche; «chiaramente anche il sostegno morale sulla pagina Facebook è stato molto significativo per proseguire lungo il cammino che ho tracciato», aggiunge Alessandro. La scelta del bus come sede del Museo risponde all’idea di omaggiare da un lato l’ex autista di autobus (ora in pensione) che fece
entrare Alessandro nell’abitazione dove è stato raccolto il primo pezzo del Museo, e dall’altro lato rimanda indirettamente alla storia di Amsicora Capra, che fu anche proprietario della tranvia del Campidano e del Poetto. Il Museo è già stato presentato al programma di Canale 5 “Tu si que vales”, ottenendo grande apprezzamento da parte del pubblico e dei giudici. Intanto il numero dei reperti continua ad aumentare, poiché le ricerche non sono affatto terminate; nel mese di marzo, ad esempio, Alessandro si è recato a Sassari presso l’ex Ospedale psichiatrico Rizzeddu e l’ex Saponificio Ledà, ma sono ancora numerosi i siti da esplorare. L’Amsicora Ichnusa Museum, però, vuole andare oltre la mera esposizione di reperti. L’idea che anima il progetto è quella di far conoscere il Museo e la storia contenuta in esso, animando al contempo il territorio isolano con eventi che possano dare respiro alle attività locali e, perché no, riuscendo magari a creare nuova occupazione. A tutto ciò si aggiunge la valenza sociale che il progetto già si è dato, realizzando uno spot sulla sicurezza stradale ambientato a San Sperate e caricato su YouTube. In attesa che il Museo itinerante accenda i motori e cominci il suo tour, non resta che seguirne gli aggiornamenti sulla pagina Facebook “AIM Amsicora Ichnusa Museum”.
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CHI SALVERÀ LE ROSE?
di Diego Bono La Sardegna si rende orgogliosa di imporsi come scenario per affrontare un argomento tutt’oggi molto dibattuto, ancora discriminante e, per alcuni, attualmente controverso: attraverso la prima fatica cinematografica di Cesare Furesi la tanto discussa tematica dell’omosessualità assume finalmente una seria forma narrativa, accettata e quindi esposta nella sua veste migliore o, semplicemente, come afferma lo stesso regista, più pura, ossia l’amore. In una poetica location d’eccezione quale la città di Alghero ed i suoi bastioni, è difatti l’amore il vero protagonista di “Chi salverà le rose?” (Spin off di “Regalo di Natale” di Pupi Avati e prodotto e distribuito dalla “Corallo Film”), quello incondizionato e limpido tra Giulio Santelia (un Carlo Delle Piane in gran spolvero) avvocato e vecchio professionista di poker e Claudio (Lando Buzzanca al massimo della sua forma), oramai malato e costretto da otto anni ad una vita arginata in un letto. Giulio ha rinunciato al gioco pur di rimanere quanto più possibile vicino al proprio amato, ma le cure e le spese ospedaliere chiedono il loro prezzo e così l’anziano giocatore non trova altra soluzione se non vendere, poco alla volta, i mobili della propria villa e, persino, ipotecare l’albergo di famiglia; Claudio non sa e non deve sapere nulla, non ha bisogno di ulteriori preoccupazioni, ma solo della rosa che, ogni mattina, gli porta il suo amato.
I guai giudiziari, i problemi fiscali e le paure bussano, però, ben presto alla porta, e in un clima insostenibile di sconforto e disperazione, Giulio si vede costretto a chiedere l’intervento della saggia figlia Valeria (l’ex bond girl Caterina Murino), assente da troppo tempo, e di suo nipote Marco (Antonio Careddu); tuttavia, forse, la soluzione sarà vestire, ancora una volta, l’ultima per sempre, i panni dell’imbattibile giocatore di poker. Al regista Cesare Furesi abbiamo chiesto di parlarci di quest’opera così dolce, sensibile e necessaria, che ha portato il panorama del cinema sardo indipendente ad una freschezza e raffinatezza come in rare occasioni. Ciao Cesare, innanzitutto, perché scegliere proprio Alghero come location principale? Alghero è la mia città ed essendone innamorato ce l’ho messa tutta per poter realizzare un film proprio in questa ambientazione. La storia è fondamentalmente ambientabile ovunque, ma dando vita ad un film all’età di quasi sessant’anni, ho trovato giusto e necessario provare a raggiungere questo obiettivo, tentando quindi di dedicare qualcosa di importante alla mia città. Come mai l’idea di raccontare una storia la cui tematica risulta ancora oggi, per molti, così difficile da accettare e comprendere? Per quanto riguarda il discorso dell’omosessualità io trovo un filo di congiunzione tra disabilità e omosessualità nel suo fattore
“discriminante”, mi spiego meglio: in entrambi i casi si vive una vita difficile, non si ha una “libertà totale” a causa di preconcetti e pregiudizi. Ho affrontato quindi il tema dell’omosessualità in base proprio alla mia esperienza di disabilità, essendo difatti relegato ad una carrozzina da circa dieci anni, ho compreso e concepito cosa possa voler dire, sebbene per motivi molto diversi, essere discriminati, vivere una vita difficile per essere un “diverso” e non essere liberi di esprimersi al meglio. Questo film è sì un’opera sull’amore, ma forse, principalmente, sulla libertà. Tra gli attori presenti in questa opera ricordiamo Carlo Delle Piane, Lando Buzzanca e Caterina Murino, ma come è stato lavorare con queste grandi personalità di spicco? Dal mio punto di vista è stata un’esperienza incredibile, non avrei mai pensato di poter dirigere Carlo, Lando Buzzanca o un’attrice internazionale come Caterina Murino, quindi, soprattutto durante la fase di preparazione del film, ho vissuto tutto questo con una certa ansia e timore, ma poi, come logico che sia, è accaduta una magia: il raggiungimento degli intenti. Sia io che l’attore, anche il più importante, abbiamo lo stesso obiettivo, non resta quindi che unirsi e superare le paure per poter ottenere il miglior risultato possibile, crescendo insieme e imparando l’uno dall’altro.
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David Lighty
MESE IMPEGNATIVO PER UNA DINAMO APPANNATA Calano i rendimenti di David Bell e Dusko Savanovic. Ingrana l'ultimo arrivo David Lighty.
di Erika Gallizzi. Foto: Luigi Canu Periodo faticoso per la Dinamo Banco di Sardegna Sassari, non tanto per il numero di impegni, quanto per una condizione fisico-atletica non ottimale. Dopo le fatiche della Final Eight di Coppa Italia e il mix di viaggi e gare, con il surplus di discrete energie mentali investite, in Fiba Basketball Champions League la Dinamo è arrivata al mese di marzo piuttosto provata. Il ruolino di marcia in campionato è di due vittorie e due sconfitte, mentre in Champions, la squadra allenata da coach Federico Pasquini, ha centrato due vittorie e una sconfitta, con l’accesso ai quarti di finale, ora in corso di svolgimento. Biancoblù in difficoltà con le squadre di alta classifica nella Serie A italiana. Dopo aver aperto il mese della primavera con la vittoria colta con Pistoia, con il punteggio di 81-75, la Dinamo è incappata in una sconfitta interna con l’inarrivabile EA7 Emporio Armani Milano e poi in un’altra in casa della Sidigas Avellino degli ex Marques Green e David Logan, veri e propri suoi “carnefici” nell’occasione. Nella gara con Milano, arrivata a Sassari priva di diversi giocatori ma ugualmente ben attrezzata, la Dinamo non si è mal comportata, considerando l’evidente gap tra le due squadre. Una prima parte di gara abbastanza solida l’ha tenuta non lontano dalla capoli-
sta incontrastata di questo campionato, seppur sempre all’inseguimento, mentre è stato piuttosto penalizzante l’avvio del terzo periodo, in cui i meneghini hanno maturato uno scarto consistente. Nonostante ciò, il Banco è rientrato in partita fino ad avere, nell’ultimo quarto, anche la possibilità di passare in vantaggio in alcune occasioni, cosa però mai avvenuta. Ed è terminata 8275 per gli ospiti. Con Avellino, invece, lo svantaggio in doppia cifra ampia è arrivato già sul finire del primo quarto e la rimonta negli ultimi minuti del secondo, grazie a Lacey. La seconda parte del match è stata sostanzialmente equilibrata, fino a metà ultima frazione, quando proprio i due ex, Green e Logan, hanno messo fine alla contesa fermando il punteggio sul 77-65. L’ultima gara di campionato del mese, in casa della Vanoli Cremona, è stata di quelle classiche “da Dinamo”, ovvero, vietata ai deboli di cuore e vinta di un solo punto, 78-77, con un ultimo minuto in cui l’audacia è stata premiata anche da una buona dose di fortuna. Dinamo partita molto bene con un super Lighty ed un altrettanto importante Lacey, ma già alla fine del primo quarto il punteggio era nuovamente in parità e in avvio di secondo la Vanoli premeva sull’acceleratore. Rapidissimi capovolgimenti di fronte, strappi e controstrappi, fino ad arrivare a 46” dal termine sul 77-74 per i cremonesi. Alla fine, sono stati due li-
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David Bell
beri sbagliati da Thomas ed una palla persa dalla Vanoli su rimessa, ad aprire le porte della vittoria, sancita dai liberi di Stipcevic e Lighty. Capitolo Fiba Basketball Champions League. Dopo l’accesso “col brivido” al “Round of 16”, trovato, come noto, eliminando il CEZ Nymburk in modo rocambolesco, la Dinamo ha sfidato e battuto, in un doppio scontro di andata e ritorno, la formazione francese del Le Mans Sarthe. Prima gara al PalaSerradimigni, con la Dinamo che si è imposta con il punteggio di 79-63 in una gara che ha proposto tante insidie per i sassaresi, nonostante l’ampio scarto finale raggiunto con una “sfuriata” nell’ultimo quarto. In terra francese, nella gara di ritorno, il Banco ha bissato il successo, stavolta per 68-66, al termine di un match sostanzialmente equilibrato. Con questo doppio successo, la Dinamo si è assicurata la partecipazione ai quarti di finale della competizione, risultato storico e punto più alto raggiunto dalla società sassarese in un torneo europeo. E l’avversaria “pescata” nel sorteggio è stata l’AS Monaco, con prima gara da disputare, stavolta, nel Principato e ritorno al PalaSerradimigni. Il match di andata non è stato uno di quelli da incorniciare per la Dinamo, uscita sconfitta, alla fine, con il punteggio, tutto sommato contenuto, di 62-73, dopo essere stata sotto di 22 lunghezze in avvio di ultima frazione. Folle rimonta messa in moto da Stipcevic e Lighty, con quest’ultimo che ha dimostrato di aver già raggiunto un buon feeling con i compagni e con il canestro. Per poter passare il turno ed accedere alla Final Four, la Dinamo dovrà battere i francesi di almeno 12 lunghezze nella gara di ritorno al PalaSerradimigni. L’ultimo atto della competizione è in programma il 28 (semifinali) e 30 aprile (finalissima e finalina per il terzo e quarto posto), in una sede da definire. Sarà una delle quattro squadre qualificate ad organizzare la manifestazione e, in caso di passaggio del turno, il presidente della Dinamo Stefano Sardara ha già fatto sapere che candiderà Sassari ed il PalaSerradimigni. Per la prima volta da quando è arrivato, la Dinamo in questo periodo deve fare i conti con un vertiginoso calo di rendimento da parte di David
Bell. L’esterno statunitense ha perso brillantezza e precisione al tiro, tanto che nella penultima partita di campionato, giocata ad Avellino, ha giocato solo 9’ e scritto a referto una bella virgola, mentre nell’ultima, disputata a Cremona, è rimasto a casa cedendo il proprio posto a Josh Carter. Un altro importante elemento in evidente calo è Dusko Savanovic, che alterna periodi di giocate che fanno spellare le mani al pubblico sassarese ad altri in cui manifesta evidenti difficoltà dal punto di vista fisico. Con il punto di domanda relativo alla Champions, il mese di aprile riserva comunque impegni non semplici in campionato. La Dinamo, infatti, aprirà il mese accogliendo l’Enel Brindisi del suo ex allenatore, Meo Sacchetti, con il quale è dapprima salita per la prima volta nella sua storia in Serie A ed ha poi vinto tutto, in Italia. Brindisi ha di recente accolto nel suo roster “l’enorme” pivot ex Olimpia Milano Samardo Samuels. Successivamente, il Banco farà visita alla Dolomiti Energia Trento, attualmente al quarto posto in classifica e nel turno pasquale di sabato 15 aprile, ospiterà un altro grande ex, Drake Diener, che veste ora la maglia della Betaland Capo d’Orlando, squadra che precede il Banco in classifica di una posizione (quinta). Il mese terminerà con una trasferta a Torino e, infine, con la vicecapolista Umana Reyer Venezia di MarQuez Haynes, che arriverà al PalaSerradimigni domenica 30. I PROSSIMI INCONTRI DI CAMPIONATO a
10 Giornata ritorno - 2 aprile ore 18:15 Banco di Sardegna SS - Enel Brindisi 11a Giornata ritorno - 8 aprile ore 20:45 Dolomiti Energia Trento - Banco di Sardegna SS 12a Giornata ritorno - 15 aprile ore 20:30 Banco di Sardegna SS - Betaland Capo d’Orlando 13a Giornata ritorno - 23 aprile ore 18:15 Fiat Torino - Banco di Sardegna SS 14a Giornata ritorno - 30 aprile ore 18:15 Banco di Sardegna SS - Umana Reyer Venezia
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seh #shMAG Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferimento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on-line argomenti clinici ed extra-clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.
Il dentista risponde Curiosità sul mondo odontoiatrico
LA CARIE
Come si sviluppa e come prevenirla. menti ricchi di zuccheri raffinati, introdotti con frequenza in bocca, formano un ottimo terreno di crescita per i batteri, che si nutrono proprio di questi substrati. Al contrario, mangiare alimenti duri, ricchi di fibre, che necessitano cicli masticatori lunghi, determina proprio un effetto meccanico di auto pulizia che protegge i denti. In più gli alimenti naturali, crudi, la frutta e la verdura contengono una gran quantità di sostanze che rinforzano le difese del corpo, e portano ad una flora batterica dentro la bocca meno cariogena. Se a questi concetti di sana alimentazione uniamo le corrette manovre
il consumo di cibi raffinati o con alti contenuti di zucchero aumenta esponenzialmente la sua incidenza anche nella fasce medio-alte. Al contrario, studiando particolari comunità che hanno pochi contatti con il cosiddetto “mondo civilizzato”, ci si è resi conto che il mantenimento delle antiche regole alimentari portava ad avere bocche sane e denti in condizioni perfette, nonostante queste popolazioni non usassero spazzolino e dentifricio. La carie può quindi essere considerata una malattia della civiltà, che può essere facilmente prevenuta seguendo adeguate regole nella alimentazione e nel comportamento quotidiano. Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@shmag.it.
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Questa è una delle domande che mi viene rivolta più spesso, soprattutto da genitori preoccupati per la salute dei denti dei loro bambini, ma anche da ragazzi e ragazze che, dopo un’igiene o uno sbiancamento, chiedono informazioni sulla prevenzione di questa malattia. La salute orale e la sua tutela stanno per fortuna diventando un argomento sempre più in voga negli ultimi anni e i pazienti diventano ogni giorno più curiosi, interessati e attenti. Fondamentalmente la carie è provocata dai batteri presenti nel cavo orale, che si nutrono degli zuccheri introdotti con la dieta, producendo metaboliti acidi ad azione corrosiva sui tessuti duri del dente. Prima viene attaccato lo smalto, che viene disgregato, e si apre così la strada agli strati sottostanti, costituiti da dentina. Questa viene “rammollita” e via via si va in profondità, fino alla zona dove sono presenti le fibre nervose, che, quando raggiunte e irritate, determinano il classico dolore, il mal di denti. Quindi la carie nasce da una serie di fattori legati al nostro stile di vita. Sono importanti gli alimenti che introduciamo nella dieta, sia come tipo sia in che modo, e i microorganismi presenti nella nostra bocca. Gli ali-
di igiene orale, saremo ben certi che la nostra bocca e soprattutto i denti ne trarranno gran giovamento. I bambini devono essere abituati sin dalla tenera età a lavare i denti dopo colazione, pranzo e cena, questi momenti devono essere dei rituali che, se inseriti nei concetti educativi fin dall’infanzia, accompagneranno la persona per tutta la vita. Una curiosità di rilievo a proposito della carie è la sua diffusione. Quest’ultima è infatti una delle malattie più comuni al mondo e da studi recenti è stato accertato che colpisce, almeno una volta nella vita, il 90% della popolazione a livello globale. Il paradosso è che il suo sviluppo è in crescita tanto nei paesi poveri o in via di sviluppo (per mancanza di conoscenze sull’igiene o il basso livello delle cure) quanto in quelli sviluppati, dove
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SVM Work in progress... ive di Damiano Cancedda Partire dal jazz per arrivare chissà dove, passando dal progressive, lambendo i territori del math-rock. Si può riassumere così l’idea nuova degli SVM, una delle note isolane più liete in tema di sperimentazione in campo musicale. In barba a quella che è la tradizione Jazz in Sardegna, il trio, composto da Andrea Sanna (alle tastiere), Mauro Medde (al basso) e Nicola Vacca (alla batteria), si forma nel 2014 con l’idea di comporre dei brani destinati al “Conad Jazz Contest”: in ballo c’è la possibilità di suonare nel prestigioso palco dell’Umbria Jazz. La manciata di pezzi composti in saletta con i pochi strumenti a disposizione mette in evidenza un’alchimia che non lascia indifferenti: il trio centra il bersaglio e parte per Perugia, ottenendo quei riconoscimenti che gli infonderanno
la consapevolezza di essere sulla strada giusta e continuare insieme. Incontriamo Andrea Sanna e Nicola Vacca - che già vantavano diverse esperienze musicali insieme - nel loro studio di registrazione, ed è ancora vivido in loro il ricordo di quell’esperienza. Umbria Jazz: l’inizio di tutto. Nicola: Non ci sembrava vero. Quasi ci eravamo scordati di aver partecipato al contest, poi all’improvviso ecco il verdetto. Arriviamo a Perugia e l’esperienza si rivela fantastica. I nostri brani vengono apprezzati e finiamo primi tra i partecipanti sardi, ottenendo anche una riconferma per l’anno successivo in qualità di ospiti per il “Jazz Contest Preview”. Era il vero inizio di tutto. Da luglio 2014 in poi suoniamo in tantissimi posti, avevamo guadagnato credibilità. Definire il vostro genere non è un’impresa semplice... Andrea: Rispetto ai primi tempi più
marcatamente jazz e legati all’improvvisazione, ora ci sentiamo un trio che tenta di fondere al meglio tutte le influenze personali in una nuova soluzione. Sono sempre stato restio a definire gli SVM un trio jazz in realtà. Ci ispiriamo alla psichedelia e al progressive rock dei King Crimson ed Emerson Lake and Palmer, ma ci preme sottolineare che il tutto è condito da una vena e un approccio “rustico”, che rende il tutto più genuino e meno controllato, alla moda di John Zorn. Non esiste una definizione: abbiamo mescolato le nostre attitudini. La nostra identità è in evoluzione, in una sorta di “work in progress... ive”. A volte per raggiungere un’identità si deve passare attraverso dei compromessi. Nicola: Con Andrea suoniamo da tanti anni insieme nonostante l’età. Notavo la sua maturazione stilistica intrapresa in conservatorio, ed era molto stimolante stargli dietro. Migliorare insieme richiede una
sorta di compromesso che è il sacrificio, perciò abbiamo suonato ovunque, qualsiasi genere, ed è giusto così. La gavetta è un compromesso che ti porta ad un’identità e una maturazione stilistica coerente con le proprie idee. L’album “Always Know”: un concept spaziale tra sperimentazione e rigore. Andrea: Si ispira al messaggio binario mandato dal radiotelescopio di Arecibo verso la galassia di Ercole, che conteneva le informazioni della vita sulla terra e in generale sull’essere umano. Ci siamo immaginati il viaggio intrapreso dal messaggio e abbiamo tentato di trasformarlo in musica, ispirandoci anche alle tematiche space-rock tanto care ai primi Pink Floyd. Il titolo dell’album significa “sempre consapevoli”, di non essere soli, ma consci di poter trovare tutto o niente nello spazio infinito: è un pensiero filosofico. Dietro le righe del titolo c’è una citazione di Thelonious Monk, che sa di leggenda, che vi invito tutti a ricercare. Un disco ancora in gestazione... Andrea: Abbiamo deciso di ritardare l’uscita del disco attendendo le avances di un’etichetta interessata alla produzione. Vogliamo valorizzare i nostri sforzi. Ci siamo proposti a tante etichette indipendenti ricevendo tanti riscontri positivi, e accettando poi la proposta dell’americana Odradek Records, che ci finanzierà il progetto per metà. Una campagna di crowdfunding che avvieremo a breve coprirà, speriamo, le spese restanti. Chiederemo l’aiuto dei nostri fan, e stiamo già pensando ad una ricompensa per i loro sforzi. Seguite gli SVM sulla loro pagina Facebook @svmband e sul loro canale YouTube.
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inSardegna... I migliori eventi di Aprile Dal 29 MARZO al 2 APRILE: Cagliari al Teatro Massimo. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, con Daniele Russo e Elisabetta Valgoi, regia Alessandro Gassmann. 1° APRILE: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00/21:00. III edizione rassegna "Tribù Teatrali": "Dr. Jekyll & Mr. Hyde - The strange show", di e con Fabrizio Paladin. Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. “Titu Andronicu. Sa mudadura”, dal Tito Andronico di W. Shakespeare, ideazione, adattamento e regia di Daniele Monachella. Cagliari al Fabrik club, ore 21:00. Concerto degli “Ex Otago”. 2 APRILE: Cagliari alla Galleria Comunale d'Arte, ore 11:00. “Musei in Musica 2017 - Il suono delle immagini nell'arte del '900”. Cagliari al Ferai Arts Factory, ore 18:00/21:00. III edizione rassegna "Tribù Teatrali": "Dr. Jekyll & Mr. Hyde - The strange show", di e con Fabrizio Paladin. Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXVII Stagione di teatro per ragazzi: “La strega dei bottoni”, di Akròama (CA), (6-11 anni). Porto Torres al Teatro Comunale "Andrea Parodi", ore 19:00. XXVII Festival “Etnia e teatralità”: “La scuola delle mogli”, di Molière, regia Guglielmo Ferro. Santa Teresa di Gallura all’auditorium Comunale Nelson Mandela, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Quante storie”, di e con Vauro Senesi e Barbara Alberti. 4 APRILE: Alghero al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Figli di un Dio minore”, di Mark Medoff, con Giorgio Lupano, Rita Mazza; regia Marco Mattolini. Cagliari al Teatro Massimo, ore 21:00. “Titu Andronicu. Sa mudadura”, dal Tito Andronico di W. Shakespeare, ideazione, adattamento e regia di Daniele Monachella. 5 APRILE: Cagliari al Fabrik club, ore 20:00. Concerto di “Paul Gilbert”. Cagliari al Teatro Massimo M2, ore 21:00. XVI edizione “Le Salon de Musique La via della seta”: “Affinità con i cieli notturni” di Astrid Katcharyan. Ozieri al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Figli di un Dio minore”, di Mark Medoff, con Giorgio Lupano, Rita Mazza; regia Marco Mattolini. 6 APRILE: Olbia al Cine Teatro Olbia, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “I vicini”, con Iris Fusetti, Davide Lorino, Barbara Moselli, regia Fausto Paravidino.
men Consoli "Eco di Sirene Tour". Cagliari al Fabrik club, ore 21:00. Concerto dei “Management del Dolore Post-Operatorio”. Cagliari al Bflat, ore 22:00. Concerto di Ivano Icardi “So Far Away Tour”. San Gavino Monreale al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Paolo Swings, Francesca Sings”, con The Paolo Nonnis Orchestra, special guest Francesca Corrias (voce). 8 APRILE: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00/21:00. III edizione rassegna "Tribù Teatrali": "Il mercante di monologhi", di e con Matthias Martelli, regia Domenico Lannutti. Sassari al Teatro Verdi, ore 21:00. Concerto di Carmen Consoli "Eco di Sirene Tour". 8-9 APRILE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio. Stagione di Danza 2016/2017: “Serata Ravel / The Ravel Project”, coreografie Pascal Rioult, musiche Maurice Ravel. 9 APRILE: Cagliari al Fabrik club, ore 9:00-20:00. VI edizione del “Vinyl Sardegna”, mostra mercato del disco usato e da collezione. Cagliari al Ferai Arts Factory, ore 18:00/21:00. III edizione rassegna "Tribù Teatrali": "Il mercante di monologhi", di e con Matthias Martelli, regia Domenico Lannutti. 9-11 APRILE: Cagliari al Teatro Lirico. Stagione lirica e di balletto 2017: “Turandot”, dramma lirico in tre atti e cinque quadri, musica Giacomo Puccini, scene Pinuccio Sciola. 14 APRILE: Cagliari al Fabrik club, ore 21:00. Concerto dei “Fast Animals and Slow Kids”. 14-15 APRILE: Cagliari al Teatro Lirico. Stagione concertistica 2017, direttore Alpesh Chauhan. Cagliari al Bflat, ore 21:30. Concerto dell’UK Quartet di Sebastiano Dessanay.
7 APRILE: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Serata Ravel / The Ravel Project”, coreografie Pascal Rioult, musiche Maurice Ravel. Cagliari all'Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. Concerto di Car-
Dal 22 al 25 APRILE. III edizione del “Bosa Beer Fest”
Dal 22 al 25 APRILE: Bosa sulle rive del Fiume Temo. III edizione del “Bosa Beer Fest”. 23 APRILE: Cagliari alla Galleria Comunale d'Arte, ore 11:00. “Musei in Musica 2017 - Il suono delle immagini nell'arte del '900”. 24 APRILE: Alghero al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Mistero Buffo”, di Dario Fo, con Ugo Dighero. Dal 26 al 30 APRILE: Cagliari al Teatro Massimo. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Mariti e Mogli”, con Monica Guerritore e Francesca Reggiani, regia Monica Guerritore. 27 APRILE: Cagliari al Fabrik club, ore 21:00. Concerto dei “Spidergawd”. 30 APRILE: Palau nel parcheggio di Via Fonte Vecchia ore 21:30. Concerto di Noemi.
Mostre
16 APRILE. Concerto del rapper Salmo
16 APRILE: Santa Teresa di Gallura in Piazza Vittorio Emanuele I, 21:30. Concerto del rapper Salmo.
7-8 APRILE. Concerto di Carmen Consoli "Eco di Sirene Tour"
"Come ti frego i servizi sociali", di Pier Natale Sanna, regia Pierangelo Sanna. Porto Torres al Teatro Comunale "Andrea Parodi", ore 21:00. XXVII Festival “Etnia e teatralità”: “Sono una donna laceroconfusa”, con Grazia Scuccimarra.
19 APRILE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, 18:00. Stagione concertistica “Amici della Musica” 2017: Maria Musti e Francesca Musti, un concerto per due pianoforti. Tempio Pausania al Teatro del Carmine, ore 21:00. Stagione di Prosa e Danza 2016/2017: “Indaco”, coreografie Cristiano Fagioli, Alessandra Odoardi, Ylenia Mendolicchio, Leonardo Cusinato, Daniel Ruzza. 21-22 APRILE: Cagliari al Teatro Lirico. Stagione concertistica 2017, direttore Alpesh Chauhan, pianoforte Michail Lifits. 22 APRILE: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00/21:00. III edizione rassegna "Tribù Teatrali":
Fino al 16 MARZO: Sassari nella Sala Duce del Palazzo Ducale, ore 10:00/13:00 - 16:30-19:00 (lun-ven), ore 10:00/13:00 (sab), chiuso domenica. "Barocco Andino Contemporaneo: l’influenza dei Maestri italiani nella Scuola di Cuzco (Perú)”. Fino al 14 MAGGIO: Cagliari al Cartec - Cava Arte Contemporanea, ore 10:00-18:00 (mer-lun), chiuso martedì. Mostra fotografica “Enosim. Il posto delle anime” di Thierry Konarzewski, a cura di Raffaella Venturi. Cagliari al Palazzo di Città, ore 10:00-18:00, chiuso lunedì. Mostra “Segno e memoria nelle incisioni di Paladino”. Fino al 21 MAGGIO: Nuoro al MAN, ore 10:00/13:00 - 15:00-19:00, chiuso lunedì. Mostre "Berenice Abbott: Topografie", prima mostra antologica in Italia dedicata ad una delle più originali e controverse protagoniste della storia fotografica del Novecento. Fino al 15 GIUGNO: Sassari all'Ex Convento del Carmelo, ore 10:00/13:00 - 17:00-20:00, chiuso lunedì. Mostra "Altri Esotismi. Artisti sardi e Orientalismo”.
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la primavera degli ASPARAGI di Eleonora D'Angelo La primavera è in arrivo con i suoi profumi, i suoi colori vivaci e con i frutti della terra, ricchi di sapore delicato e inconfondibile come quello degli asparagi. È durante la stagione primaverile che dalla Gallura alla Baronia, dal Monte Acuto al Sassarese fino ai Campidani di Cagliari e Oristano iniziano a fiorire gli asparagi, ed è proprio nei mesi di marzo ed aprile che si concentrano gli appuntamenti dedicati alla degustazione di primi piatti ed altre prelibatezze a base di germogli di asparago (i turrioni): la parte più tenera utilizzata in cucina. Prima di segnare in agenda gli eventi in programma, ecco qualche curiosità sulla storia degli asparagi in Sardegna e sui loro molteplici usi. L’asparago che fiorisce nell’isola in primavera è del tipo spinoso, appartenente alla famiglia delle Liliacee (nome scientifico Asparagus stipularis Forsskal) ed è chiamato con nomi diversi in base al luogo di raccolta (brodau, arbarau, sparau, isparagu). L’asparago sardo spinoso ha una storia antichissima, che risale a migliaia di anni fa quando venne importato dai popoli della Mesopotamia, dove cresceva rigoglioso sulle rive dei fiumi Tigri ed Eufrate. Il suo utilizzo già allora non si fermava in cucina perché gli asparagi erano noti tanto per il sapore squisito quanto per le numerose proprietà benefiche. L’asparago infatti è un antinfiammatorio naturale, famoso anche per le sue qualità depurative e antiossidanti (è consigliato da dietologi e nutrizionisti nelle diete dimagranti), è ricco di sali minerali e di vitamine A, C, E e del gruppo B e migliora i livelli di glucosio nel sangue prevenendo il diabete. Grazie all’alto contenuto di potassio inoltre aiuta le persone affette da patologie legate al sistema nervoso e cardiocircolatorio. Gli asparagi selvatici crescono in Sardegna da fine gennaio ad aprile, prediligono le zone calde e umide, i luoghi assolati, ed è facile trovarli vicino ai muretti a secco, nelle pinete a mare (basta fare una passeggiata nei dintorni di Orosei e Siniscola), nei pressi di ruscelli e laghi, comunque fino a 1300
metri di altezza. I raccoglitori meno esperti possono incontrare difficoltà nel riconoscerli subito, o quanto meno nel vederli, perché possono fiorire anche a distanza dall’asparagina. Durante le spedizioni di raccolta è consigliabile portare con sé un paio di forbici e una volta individuato l’asparago recidere gli ultimi 25/30 centimetri, cioè la parte commestibile e più morbida situata al confine fra gambo duro e gambo soffice. Una delle tradizioni culinarie più antiche in Sardegna è la cottura degli asparagi alla brace con il lardo, avvolti in un cartoccio di carta argentata conditi di solo olio e sale (una volta venivano avvolti nelle foglie di asfodelo), ma da Nord a Sud dell’isola sono tante altre le ricette. Fra le più apprezzate e semplici da realizzare basta citare la pasta con asparagi e pancetta o con ricci o arselle, la carne agli asparagi o la crema di asparagi, per assaporarne meglio il gusto e ancora la frittata di asparagi, la lasagnetta di funghi e asparagi con besciamella. Ma quali sono gli eventi dedicati alla primavera degli asparagi? Da non perdere la 30° Edizione della Sagra dei finocchietti selvatici, dell’asparago e del gusto di Sardegna, che si terrà a Boroneddu domenica 2 aprile. Sempre domenica 2 aprile a Villanova Truschedu in occasione della Sagra dell’Asparago, sarà possibile gustare asparagi preparati con riso di Simaxis, e unire i sapori della terra ad una visita guidata al nuraghe di Santa Barbara, ad un trekking nella meravigliosa Valle del Tirso o ad una visita alla Mostra della Flora e della Fauna di Sardegna realizzata dall’Agenzia Forestas. Tutte le curiosità sulle erbe aromatiche e officinali saranno svelate durante la dimostrazione dell’estrazione di olii essenziali a cura di Raimondo Usai, che si terrà nel Centro Sociale di Villanova dalle ore 09:30. Nel corso degli appuntamenti non mancheranno musica e balli in piazza: per maggiori informazioni contattare le Pro loco di Boroneddu (email: prolocoboroneddu@yahoo.it) e Villanova Truschedu (proloco.villanovatruschedu@gmail.com).
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JOHN LENNON SI
È FERMATO A SASSARI?
“John Lennon si è fermato a Sassari?” Così esclamò sorpresa una mia amica all’annuncio in anteprima del titolo del mio ultimo libro sulla storiografia della società contemporanea. “Ma io pensavo che John Lennon non fosse mai venuto a Sassari!”. Forse anche Carlo Levi, mi domando, avrà dovuto rispondere a chi gli chiedeva: “Ma Gesù Cristo è veramente passato ad Eboli?”.
di Diego Bono È in questo modo che comincia l’avventura narrata nel libro dello scrittore sassarese, Pierluigi Cherchi, con una domanda sul senso di metafora e di allegoria letteraria; “un’avventura”, quella esposta nella sua ultima opera “John Lennon si è fermato a Sassari” (EDES edizioni) che si dirama nel tempo e tra le generazioni, che non presenta, però, un unico centrale protagonista, un unico luogo o un unico tempo: i personaggi principi esposti nell’opera siamo tutti noi, il luogo è l’intero nord Sardegna e il tempo è “l’era dell’acquario”. John Lennon, quindi, non risulta essere nient’altro che un simbolo, l’icona perfetta di quel movimento culturale che è la “beat generation”, una rivoluzione intellettuale che ha conquistato le strade, le scuole, le piazze e i locali di tutto il mondo nel ventennio che scorre tra gli anni ‘60 e ‘80 del novecento, un modo di pensare, di vivere ed agire che è riuscito ad arrivare in ogni mente e luogo, intaccando anche una città come Sassari, trasformandola ed evolvendola, ma soprattutto
aprendola verso un mondo sino ad allora lontano dal capoluogo turritano. È in questo periodo che la città conosce il primo, vero, abbozzato, concetto di globalizzazione culturale: la prospettiva di isolamento e inattaccabile tradizione tipica dell’isola sino a quel periodo, così, va poco a poco sparendo per aprirsi a quel concetto di americanizzazione e inglesizzazione che ovunque sta, poco alla volta, prendendo piede, uniformando il mondo, ma dando anche vita ad uno dei più importanti scontri generazionali mai esistiti. “John Lennon si è fermato a Sassari” mostra una Sassari molto diversa da quella di oggi, l’autore, come una guida turistica di un museo che è lo spazio-tempo, illustra al “turista”, ad esempio, la nascita (e la morte) di forme di comunicazione rivoluzionarie che tentano, nel sogno anarchico simbolo di quegli anni, di liberarsi dal giogo del monopolio Rai: è negli anni ‘70, infatti, che nascono le prime radio pirata (da citare Radio Holiday, Radio Sassari Centrale e Radio NordOvest, oggi la moderna Radio del Golfo), ossia trasmissioni radio che “si impossessano” di frequenze abbandonate per lanciare messaggi e musica. Ed è forse proprio la musica la vera protagonista dell’opera, esponendosi come chiara espressione del rinnovamento culturale; ecco quindi comparire in Piazza Castello i primi “metallari” e “punk” che, vestiti di pelle e borchie, alternano le energetiche note degli “importati” “Black Sabbath” con quelle dei neonati e nostrani Coro degli Angeli (in seguito i Tazenda), mentre in tutta l’isola nascono piano bar, scuole di musica e band emergenti che tentano di imitare quel ritmo rock d’oltreoceano. Questo periodo è caratterizzato, però, anche e principalmente da un forte spirito politico e di tumulti sociali: non sono rari gli scontri tra i “monumenteros” (i ragazzi che occupano i gradini di Piazza d’Italia) che cantano la rivoluzione e i giovani di destra che popolano il Bar Silvio di Via Roma. Cherchi, con il suo saggio carico di testimonianze dirette trascina chi ha consumato la movida turritana di quegli anni in un turbinio di ricordi e, a volte, malinconia. L’opera, tuttavia, risulta forse ancora più importante e, soprattutto, dedicata a chi, invece, quegli anni non li ha vissuti, offrendo la possibilità alle nuove generazioni che non hanno mai fatto esperienza di “quella Sardegna”, di comprendere e capire come i propri genitori abbiano trascorso la propria gioventù, quali esperienze abbiano vissuto, quanto l’esagerata differenza generazionale, forte e pressante, non sia un concetto relegato solo alla modernità e, in particolar modo, in che mondo e contesto socioculturale questi ultimi siano cresciuti, quindi, trovarne differenze e similitudini.
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di Manuela Stacca Il primo aprile debutta a Sassari, al Teatro Comunale, lo spettacolo “Titu Andronicu. Sa Mudadura”, tratto dalla prima tragedia di Shakespeare, una delle sue opere più violente, e anche meno conosciute e trasposte, che racconta la vendetta del generale romano Tito ai danni di Tamora, regina dei Goti. In occasione della prima nazionale dello spettacolo (a Cagliari, arriverà il 4 aprile al Teatro Massimo), abbiamo intervistato il regista e attore sassarese Daniele Monachella, che ha ideato e diretto questa nuova versione dell’opera shakespeariana, riadattata in lingua sarda e ambientata nell’isola. Una produzione Mab Teatro, sostenuta dalla Fondazione di Sardegna e patrocinata dal Cedac, che porta sulla scena un cast tutto isolano. Tito Andronico segnò un cruento esordio per il drammaturgo inglese. Perché hai scelto proprio questa particolare opera? Per la sua contemporaneità e per la violenza espressa attraverso la letteratura. Ciò che accade in scena può sembrare assurdo ma non è nient’altro che lo specchio della nostra epoca. Violenza fisica e verbale e senza ragione, accanimento e lotta per la conquista del potere, senza alcun freno. Vorrei che il pubblico si ponesse una domanda, in particolare: “serve a qualcosa questa violenza?” Puoi spiegarci il significato del titolo “Titu Andronicu. Sa mudadura”? Oltre il titolo in sé, che richiama il personaggio cardine della vicenda, abbiamo voluto aggiungere “Sa mudadura”, un termine che richiama alla mutazione, al cambiamento. Nello sviluppo drammaturgico vedremo i personaggi “mutare” pelle, trasformarsi in sanguinari
TITU ANDRONICU. SA MUDADURA
Daniele Monachella porta a teatro la tragedia di Shakespeare assassini, seppure conservando buoni principi. In questo preciso momento storico, la realtà ci fa assistere ad una violenta mutazione verbale e fisica dell’uomo. Molto più fantasiosa della finzione teatrale. La tua versione teatrale si discosta molto dal testo di partenza? Non si discosta, il testo di partenza rimane sacro e detta le linee guida, fondamentali per la messa in scena. Ho voluto spostare l’azione dalla Roma Imperiale a un’isola, idealmente la Sardegna, un non luogo dominato dall’ambizione personale, dalla sete di potere, dalla violenza fine a se stessa che dà vita
a una girandola di sangue. La scelta del sardo nasce dalla volontà di sdoganare la lingua, attraverso il teatro in questo caso. Inoltre il suono delle parole recitate in sardo arricchisce il testo di nuove e piacevoli armonie. Lo stupro e la tortura ai danni di Lavinia è una delle scene più cruenti dell’opera. Puoi anticiparci qualcosa in merito a questa scena? Abbiamo costruito la scena giocando sulle suggestioni e sulla trasformazione del personaggio in un essere fantastico. L’attrice che interpreta Lavinia (Manuela Ragusa)
è anche una cantante. Venite a vedere che cosa succederà sulla scena! Lo spettacolo unirà teatro e cinema, con la proiezione di alcune sequenze girate all’Argentiera, Sorso, Sassari e Porto Torres. Perché questa scelta? La multimedialità ormai fa parte del nostro linguaggio comune. Ho pensato che il cinema al servizio del teatro fosse funzionale. Inoltre, leggendo con attenzione i testi di Shakespeare, ti rendi conto che sono gli archetipi delle nostre attuali sceneggiature: ad esempio, il cosiddetto “A parte”, quando un attore parla direttamente al pubblico, può essere “letto” come un primo piano recitato dall’attore che guarda direttamente l’obiettivo della macchina da presa. Tra perfidia e sadismo, l’opera dà una visione piuttosto cinica del mondo, dove a prevalere è la legge del più forte. Qual è invece la tua visione del mondo di oggi? Ho una visione ottimistica seppur penso che stiamo andando verso la deriva morale. Occorre ritornare nelle piazze, confrontarsi dal vivo e non da dietro gli schermi, guardarsi negli occhi, vivere onestamente, lottare per un ideale e non aver paura del giudizio altrui. Dovremmo creare bellezza! Tra i tuoi lavori recenti c’è la realizzazione dell’audiolibro “Un anno sull’Altopiano” di Emilio Lussu e il doppiaggio per la serie tv israelita “Fauda” disponibile su Netflix. Progetti futuri che puoi anticiparci? Attualmente sono nel cast di “Questo nostro amore 80” con Neri Marcorè e Anna Valle. L’audiolibro è alla seconda edizione e a breve inizierà il doppiaggio della seconda serie di “Fauda”.
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
RE|MI, di Sandro Cubeddu
A Sassari un nuovo modo di intendere pizza e lievitati C’è un nuovo ristorante a Sassari, che in realtà è una pizzeria ma, nei fatti, vuole essere qualcosa di più: un nuovo modo d’intendere il piatto italiano tradizionale per eccellenza. Re|Mi nasce nel novembre dello scorso anno ma l’idea prende forma nella mente di Sandro Cubeddu circa cinque anni fa quando, insoddisfatto dal consueto e un po’ anonimo concetto di pizza, decide di andare alla ricerca di una proposta in grado di fare la differenza: un prodotto da gustare in condivisione, capace di guadagnare pari dignità rispetto a una qualsiasi portata di un ristorante d’haute cuisine e dunque meritevole d’essere presentato, fetta dopo fetta, dall’entrée sino al dessert, come coerente percorso gustativo. Una pietanza da assaporare lentamente e da mangiare con le mani (nel
rispetto della sua originaria natura di street food ma, soprattutto, al fine di non smembrarne con coltello e forchetta il sapiente accostamento di sapori che, giungendo al palato in un unico morso, può svelare meglio il proprio bouquet) che ha la propria ragion d’essere nel claim che leggiamo sul menù: ricerca, passione e innovazione. Innovazione ma anche conservazione e recupero della genuinità della tradizione: per questo Re|Mi oppone un netto rifiuto all’utilizzo di prodotti industriali e a basso costo, basando il proprio marchio distintivo sulla cura con cui vengono selezionati i grani e le farine, sulla scelta di una lievitazione naturale e di ingredienti certificati e made in Italy (in gran parte biologici e provenienti dal territorio sardo) che rendono ogni portata succulenta e
facilmente digeribile. Un “ritorno alle origini” coniugato a una vocazione alla sperimentazione e alla combinazione creativa dei condimenti: quello che troverà il fortunato avventore recandosi nel locale situato in via Coradduzza è uno staff che si dedica a lui proponendogli di riscoprire la pizza (o gli altri lievitati, dal pan-crok agli impasti a doppia lievitazione) declinata tanto nelle sue forme classiche (un evergreen fra tutti: la Margherita) quanto in quelle più ricercate e inusuali (come nella pizza “Italy”, in cui burrata, pomodoro ed erbette vengono sposati con una salsa di lamponi, o come il ricercato connubio tra gambero rosso, stracciatella, bottarga e gel al bergamotto servito su una base a doppia lievitazione). Per suggellare piacevolmente la vostra scelta, il personale sarà inoltre lieto di consigliarvi come accompagnare al meglio la pietanza – se, per esempio, con una speziata birra artigianale o con un corposo bicchiere di cannonau – al fine di amplificare la vostra esperienza sensoriale. A partire da due differenti idee di impasto, uno biscottato e soffice e l’altro fragrante e alveolato, la fantasia del numeroso staff si scatena alla ricerca di abbinamenti in grado di gratificare i palati più esigenti. Si tratta di un lavoro d’equipe: attraverso le grandi vetrate della cucina a vista, possiamo osservare il team di questa pizzeria gourmet
collaborare con passione tanto all’elaborazione di quelle ricette che rendono unico ogni piatto che in tutte le normali mansioni volte alla sua preparazione. La filosofia del Re|Mi è infatti quella di un progetto condiviso da tutti coloro che vi prendono parte: non solo braccia ma cuori e cervelli che lavorano fianco a fianco con l’obiettivo di arricchire e delineare una piccola grande realtà della ristorazione sassarese. E il risultato, è il caso di dirlo, è da leccarsi i baffi.
#cinguettii tecnologici a cura di Marco Cau Nokia 3310
Brionvega RadioFonografo rr226-O
Dodici anni dopo il suo ritiro dal mercato, rinasce uno dei cellulari più venduti della storia. Avrà un display da 2.4″ QVGA (240x320 pixel) e fotocamera da 2MP con LED flash. Sarà alimentato da una batteria removibile da 1200mAh con autonomia di 22 ore in conversazione, 31 giorni in standby, fino a 51 ore in riproduzione di musica e 39 ore di ascolto di radio FM.
Nuova versione del RadioFonografo firmato nel 1965 dai designer Achille e Pier Giacomo Castiglioni. È un all-in-one che racchiude in un solo dispositivo giradischi stereofonico Pro-Ject con testina Ortofon, radio AM e FM, amplificatore e diffusori a compressione a due vie. Potete spostare le casse nella maniera più idonea all’ambiente circostante, per un’esperienza d’ascolto stimolante ed intrigante.
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#shMAG seh 19 di Daniele Dettori C’è un nuovo brand al quale possono rivolgersi gli amanti dei viaggi, della tradizione e, soprattutto, del buon cibo. Un brand che coniuga la possibilità di conoscere la storia più profonda dei luoghi insieme con le loro specialità culinarie, interamente centrato sulla Sardegna. Onties contiene l’isola già nel nome: si tratta infatti di un’espressione algherese che significa “dov’è?”. «È la domanda che ci ponevamo anche noi quando, magari con amici, cercavamo un determinato posto o un locale», racconta Davide Troisi, quasi 28 anni, originario proprio di Alghero. Lo abbiamo incontrato con il suo socio e coetaneo Riccardo Melis, di Nuoro. Loro sono le menti dietro questa nuovissima piattaforma che si propone come punto di riferimento per la costruzione di itinerari enogastronomici locali, rivolti a turisti e operatori del settore. «Ci siamo accorti che mancava un vero punto di contatto tra l’enogastronomia tradizionale e l’offerta turistica, così abbiamo pensato di crearlo sul web». In effetti, l’idea è innovativa e può aprire ampi scenari replicabili anche fuori dall’isola. Proprio fuori dalla Sardegna, anzi, possiamo dire che tutto ha avuto inizio, come spiega Riccardo. «Ci siamo conosciuti a Milano, dove abbiamo studiato Marketing, comunicazione aziendale e mercati globali. Poi i nostri percorsi formativi si sono separati ma siamo rimasti in contatto, anche perché ci accomuna la passione per il mondo digitale e le possibilità che offre verso nuove forme di impresa.»
Un tour tra i sapori dell’Isola
ONTIES
Così, al rientro in Sardegna nel 2016, i due amici decidono di concretizzare quanto già andavano sognando e progettando da tempo. L’occasione arriva con un bando dell’Università di Sassari, che prevede un percorso di sviluppo dell’idea attraverso l’incubatore aziendale. Dopo aver superato la prima selezione, la fase successiva è stata quella di costruire il grosso del business a livello concettuale, per poi metterlo in pratica attraverso ricerche di mercato, contatti con operatori del sistema turistico e studi sui diversi target. «Due obiettivi che da subito ci siamo posti con Onties hanno riguardato anzitutto l’offerta di un servizio utile e di un certo richiamo; e poi anche la conseguente possibilità di un allungamento della stagione turistica, non limitata alle sole coste ma rivolta anche verso l’entroterra, dove c’è tutto un patrimonio di valore inestimabile fatto di cibi e cultura.» Capiamo meglio, allora, come funziona in pratica l’idea dietro Onties. Un disciplinare ben definito stabilisce quali sono le attività coinvolgibili nel progetto: troviamo botteghe, ristoranti, cantine, fattorie didattiche e tutti quegli esercizi che possono raccontare
l’enogastronomia di un luogo. «A quel punto possiamo contattarli e presentare la nostra proposta, che contiene la creazione di un profilo sulla piattaforma e la possibilità di vendere le varie esperienze. Nel caso di una cantina, per esempio, si può programmare la visita ai vigneti con al termine la degustazione dei prodotti o altri servizi». Sul profilo vengono riportati i costi e tutte le informazioni utili al turista. Altro contenuto sulla piattaforma sono le cooking class, esperienze di condivisione dove non si impara soltanto a preparare un cibo ma se ne esplorano le origini, insieme con la cultura e le tradizioni del posto. Attualmente, Davide e Riccardo forniscono supporto anche a quelle attività che, magari nate da poco, hanno bisogno di una spinta in termini promozionali per far conoscere i propri servizi. «Superata la prima fase, che
riguardava la validazione della nostra idea di business (in pratica, capire se potesse funzionare sul mercato reale), siamo entrati a marzo nella seconda fase, che terminerà a settembre, e ci condurrà a costituirci come impresa innovativa, come start-up». All’interno dei propri spazi sulla piattaforma, per ciascuna attività sono presenti degli indicatori che misurano la percentuale di rispetto dei valori di Onties: autenticità, territorialità e tipicità. Un sito in evoluzione, quindi, che ha le carte in regola per attirare l’attenzione degli investitori. «Ci piacerebbe e anzi lanciamo un appello, magari per trovarli proprio in Sardegna». Non rimane altro da fare che cliccare sul sito www.onties.com, aggiungerlo ai preferiti e scegliere l’itinerario enogastronomico più adatto a ciascuno.
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in viaggio:
LISBONA di Daniele Dettori Capitale del Portogallo, collocata più a ovest di tutto il continente europeo, lambita dalle acque dell’oceano Atlantico che si incontrano in un piccolo golfo sulla foce del fiume Tago; Lisbona è anche tra le città multicultrali con maggiore afflusso turistico. Un altro suo importante primato, questa volta decisamente tragico, riguarda il terribile terremoto del 1755 che colpì la città all’improvviso, il giorno di Ognissanti, cambiandone profondamente il corso della storia. Cosa vedere. Sette sono i colli sui quali sorge Lisbona, ripartiti in diversi quartieri o “barrios” tutti molto caratteristici. Tra questi ultimi, uno degli irrinunciabili è Baixa, parte del centro storico che si distingue per l’impianto urbanistico classico, frutto della ricostruzione dopo il terremoto. Fu il Marchese di Pombal a dirigere i lavori generali, regalando alla città
edifici e infrastrutture antisismici davvero all’avanguardia per l’epoca e che sopravvivono ancora oggi. A questi si è aggiunto, ai primi del Novecento, l’Elevador de Santa Justa: l’edificio neogotico, realizzato in ferro, regala dalla sua cima uno splendida visuale. Barrio Alto è invece il quartiere che, a lungo sede della ricca borghesia lisbonese, è oggi rinnovato e scisso tra la sua vocazione artistica e quella mondana, come luogo di sviluppo di importanti correnti ma anche della movida locale. I suoi vicoli in forte pendenza, sui quali si affacciano le case multicolore d’altri tempi, sono attraversati dalle linee dei tram che quotidianamente trasportano residenti e turisti. A proposito, gli Elétricos meritano un piccolo approfondimento: questi mezzi su rotaia, dall’aspetto antico, sono stati rimessi a nuovo pur mantenendo gli stessi scheletri di quelli che giravano per le vie della città tra Ottocento e Novecento. È previsto un biglietto per
salire a bordo, naturalmente, e da rinnovare a ogni corsa al costo di poco meno di 3 euro ma, se prevedete di rimanere a Lisbona più giorni, potete acquistare la carta Viva Viagem presso le stazioni della metropolitana tagliando di circa la metà il costo per ciascun biglietto. Tra i percorsi serviti da questi mezzi, quello del bus 28 è sicuramente il più turistico e conduce nel cuore del quartiere di Alfama, altra porzione del centro storico e sede di importanti e bellissimi monumenti. Qui è possibile passeggiare tra le strade medioevali e arrivare fino al Castello, restaurato negli anni quaranta del secolo scorso. Tra le sue mura si sono dati battaglia, uscendone vincitori, i crociati cristiani contro i mori d’Africa subito dopo l’anno Mille. Retaggi della cultura moresca sono presenti un po’ ovunque a Lisbona, tanto più nella città vecchia. Anche l’antica Cattedrale Se, raggiungibile a piedi dal Castello, è stata edificata nel dodicesimo secolo sui resti di una moschea. Cavalcando le epoche è possibile poi spostarsi verso i resti dell’Anfiteatro romano con l’annesso museo nel quale è possibile ammirare la collezione di reperti coevi emersi dagli scavi nella zona. A proposito di musei, vogliamo segnalare anche il Museo del Fado,
dedicato alla malinconica ma piacevolissima musica portoghese intorno alla quale è stata raccolta una ricca collezione di strumenti musicali, spartiti, melodie e cimeli tra i più diversi e curiosi. Ancora, il Museo dell’Oriente raccoglie, nei pressi del porto, tantissime testimonianze delle commistioni culturali tra Portogallo e Asia; e il Museo Nazionale delle Carrozze, così come il Museo della Marina costituiscono, ciascuno nel proprio ambito, raccolte storiche di grande pregio e interesse. Con la Feira da Ladra vi diamo infine una dritta sul mercato delle pulci lisbonese, un luogo molto caratteristico dove potrete trovare oggettistica per tutti i gusti: è anche un ottimo posto in cui andare a caccia di souvenir. Cosa mangiare. Ci sono specialità di pesce, a Lisbona, per ciascun piatto del vostro menù. I pasteus de bacalhau (bocconcini di baccalà), per esempio, sono uno stuzzicante antipasto di frittura, al quale potete far seguire dell’arroz de marisco (una versione portoghese della paella spagnola) insieme con sardine e polpo alla griglia, come ottimo secondo, accompagnati dal sapore fresco e fruttato di un buon vinho verde.
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#shMAG seh 21 di Emanuela Ravot Ci sono persone che partono da piccoli paesi, attraversano il mondo e lasciano traccia di sé; molti sono artisti, la cui storia merita di essere raccontata. Albino Manca, scultore di Tertenia, ha vissuto le vicende politiche e culturali del suo tempo e ne è diventato a suo modo protagonista. Nato nel 1897, a sedici anni è volontario nella Prima Guerra Mondiale; in trincea mentre lavora bossoli di granata e pietre, uno scultore cimiteriale nota la sua vena artistica e, finita la guerra lo prende come apprendista nella sua bottega di Cagliari. Con i primi guadagni Albino, appena ventenne, si trasferisce a Roma, lavora al cantiere del Vittoriano e s’iscrive all’Accademia delle Belle Arti, dove nel 1926 si diploma. La Capitale gli offre l’opportunità di avere per maestri P. Canonica, C. Fontana e E. Luppi, e di produrre opere di gusto classico per celebrare il Regime Fascista e gli aristocratici del tempo. Negli anni Trenta va in America, ma dopo due anni il visto non gli viene rinnovato così rientra in Italia con l’obiettivo di preparare una mostra negli Stati Uniti, improntata sul gusto americano. Ma ritornare non sarà semplice, riuscirà a ripartire con il visto e un consistente finanziamento, solo nel 1938. Nel frattempo a Cagliari, decora il palazzo della Legione dei Carabinieri, realizzando cinque medaglioni bronzei e quattro statue colossali, in linea con il gusto del tempo: L’Età Fascista, La Giustizia, La Nuova Giovinezza, Il Dovere. I primi tempi in America sono duri (porterà lì la famiglia solo nove anni dopo!); il progetto della mostra è messo da parte, per specializzarsi
Albino Manca Il sogno americano dello scultore di Tertenia nella creazione di gioielli che produrrà con influenze Liberty e d’arte giapponese. Solo nel 1944, ottiene la cittadinanza americana ma ormai è introdotto nella comunità artistica e nella società bene newyorkese ed ha uno studio nel quartiere di Greenwich Village. Negli anni Cinquanta inizia la produzione di medaglie commemorative, fondando anche una propria società di distribuzione e vendita che sarà in seguito la sua attività primaria. Le committenze importanti sono degli anni Sessanta: nel 1963, Albino realizza il monumento dedicato ai 4596 marines caduti nell’Atlantico durante
la Seconda Guerra Mondiale “East Coast Memorial”, una gigantesca aquila stilizzata di bronzo che artiglia una corona d’alloro su un’onda; l’opera imponente, è alta 8 metri, ha un’apertura alare di 13 m e collocata nel Battery Park di Manhattan. Nel 1969, realizza “The gate of life” del Queens Zoo nel Flushing Meadows Corona Park, cancellata in bronzo che rappresenta i regni della natura: terra, mare e aria. Albino Manca muore a New York nel 1976, per sua volontà sepolto a Tertenia, lascia al paese numerose opere, prototipi, attrezzi ed arredi dello studio americano. Un modello in scala ridotta della “Diving Eagle”
orna la Piazza Kennedy di Tertenia, il resto dell’eredità si trova nel Museo Civico Albino Manca, in via Doria 12 (visitabile solo su prenotazione). Il museo merita una visita per scoprire attraverso la produzione di questo scultore uno spaccato internazionale della nostra storia recente. Benché si sviluppi su due piani è privo di barriere architettoniche e consente un approccio tattile alle opere, esperienza percettiva consigliata a tutti, dai grandi ai bambini. Il percorso museale è multimediale, inizia con un video introduttivo sulla vita di Albino Manca e prosegue attraverso la visione delle produzioni originali dell’artista; non manca l’esposizione degli strumenti con cui lo scultore realizzava i calchi e le cere delle opere. Del suo più famoso soggetto, l’aquila, possiamo osservare i prototipi bronzei in scala realizzati per la scelta definitiva dell’opera, i disegni della bozza del soggetto, nonché numerose foto delle diverse fasi di realizzazione. Il museo conserva anche alcuni gioielli in bronzo ed argento realizzati dall’artista e una raccolta di numerose monete commemorative con i relativi calchi in gesso. Una stanza del museo è interamente dedicata ai soggetti femminili e conserva l’opera “Fanciulla dormiente” che nel 1935 fu esposta alla Quadriennale Romana. In un’altra sala, sono esposti i soggetti naturalistici da lui tanto amati: “Gazzella e fico d’India” e “Gru coronata”. Attualmente entrambe le opere sono a Sassari, inserite nel significativo contesto della mostra Altri esotismi. Artisti sardi e orientalismo, visitabile fino al 15 giugno, presso l’Ex Convento del Carmelo.
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JACK DEVECCHI
IL BASKET NEL SANGUE
ato a Sant’Angelo Lodigiano 32 anni fa, da 11 si è stabilito in Sardegna, per rincorrere e realizzare i propri sogni professionali, indossando la canotta della Dinamo Sassari e, da qualche anno, la fascia di capitano. Lui è Giacomo Devecchi, cestista professionista nato con la “palla a spicchi” nel sangue. Ha praticato il nuoto ed il tennis, ma il suo vero amore è sempre stato il basket e intorno ad esso ha costruito la sua vita, vedendolo anche come punto fisso per il suo futuro. “Gli sport di squadra si addicono di più al mio carattere – dice Jack – A me piace il gruppo, ti aiuta a crescere. Insegna tanto, il rispetto degli altri e delle regole, degli equilibri all’interno dello spogliatoio, saper stare nel gruppo”. Diploma di geometra in mano, ma
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DI ERIKA GALLIZZI FOTO DOMENICO RIZZO
“ormai ricordo solo le tabelline” ed il corso di laurea in “Ingegneria logistica e dell’ambiente” abbandonato a malincuore perché inconciliabile con gli impegni cestistici. Persona di un’educazione, un’umiltà ed una disponibilità uniche, sempre col sorriso sul volto, non ha faticato ad entrare nel cuore dei sassaresi e dei sardi. Ed è diventato un po’ sardo anche lui. Fin da piccino ha sempre respirato l’aria dei palasport, con lo zio Vittorio Gallinari (papà di Danilo, ora in NBA) che giocava da professionista. La scelta dello sport da praticare, dunque, è stata naturale, grazie anche ai centimetri, dalla sua parte già quando era piccolo. Ha iniziato in una piccola scuola basket di un paese vicino al suo, Borghetto Lodigiano, poi è andato a Lodi e nelle giovanili dell’Olimpia Milano, squadra per la quale simpatizzava, insieme a quelle in cui giocava lo zio, ormai alla fine della sua carriera di giocatore, come Livorno e Verona.
#shMAG seh 23 Sei sbarcato a Sassari nel 2006, in prestito da Montegranaro e così è stato per un paio di anni. Poi non sei più andato via. Qual è stata la primissima impressione che hai avuto di Sassari appena sei arrivato e cosa, poi, ti ha “rapito”? Arrivavo da due belle annate a Montegranaro, dove la squadra era arrivata in Serie A, ma non avevo spazio e allora ho deciso di rimanere in Legadue e provare una nuova esperienza. Qua c’era un buon progetto, però avevo un contratto di prestito, quindi il pensiero era ovviamente quello di tornare alla casa madre, dopo una o due stagioni. Non è stato così, perché qui mi sono trovato veramente bene da subito. Le ambizioni della società diventavano sempre più serie, dunque ho scelto di restare e provare a vincere qualcosa con Sassari. Sono rimasto colpito da subito dalla società, che all’epoca non era quella attuale ma aveva già una bella impronta di serietà e dava garanzie e tranquillità per lavorare bene, cosa tutt’altro che scontata e facile da trovare. E poi la gente è fantastica. Sono nato in un paesino, poi ho vissuto una grande città come Milano quando ho fatto lì le giovanili, ma questa per me è la giusta dimensione. Se rinascessi, faresti ancora il giocatore di basket? Qual è la cosa più bella del tuo lavoro e quale, invece, la cosa meno piacevole? Rifarei senz’altro il giocatore di basket. È ciò che ho sempre sognato da bambino e che mi piace fare. Noi siamo dei privilegiati a 360°, ma è ovvio che si devono fare dei sacrifici, come in tutti i lavori. Io li ho sempre fatti, ma volentieri, con l’obiettivo di arrivare ad un certo livello. Ce l’ho fatta, mentre ci sono tanti che pur facendo tanti sacrifici purtroppo non riescono ad arrivare al livello a cui sono arrivato io. Ma credo che prima o poi si venga sempre ripagati. Io sono stato ripagato nella maniera migliore possibile, ho realizzato il mio sogno di giocare in Serie A e di vincere dei titoli. Che ruolo ha lo sport nella crescita di un bambino e di un ragazzo? È importantissimo e a me ha dato davvero tanto. Ho anche avuto la fortuna di giocare con compagni di diverse culture e modi di pensare, e questo mi ha arricchito molto. Tra una partita e l’altra, un volo e l’altro, non hai tanto tempo libero… Quel poco che hai, come ti piace trascorrerlo? Adoro viaggiare ed è una cosa che non mi pesa anche quando viag-
sento addosso. Ma non penso di andare via da qui nemmeno una volta che appenderò le scarpe al chiodo. Mi trovo veramente bene, quest’isola mi ha proprio rapito. Poi non si sa mai cosa riserverà il futuro, quindi non si può escludere niente a priori, ma io spero di far parte del progetto Dinamo più a lungo possibile. Pensi mai al tuo futuro e a quando smetterai di giocare? Cosa ti piacerebbe fare? Ci ho sempre pensato ed ora che quel momento, via via, diventa più vicino, ci penso ancora di più. Mi piacerebbe rimanere nella pallacanestro e nel mondo Dinamo, attualmente una delle realtà più belle in Italia anche come organizzazione societaria. E sono convinto che si possa ancora crescere. Non ho tra le mie doti migliori la pazienza, per cui non farò mai l’arbitro o l’allenatore. Non fa per me, mi vedo più in un ruolo dirigenziale. giamo per le trasferte. Nel tempo libero mi piace studiare e organizzare i viaggi che poi farò in estate. Mi piace informarmi e conoscere bene le culture, scoprire cose un po’ particolari e non limitarmi a vedere una chiesa o un monumento. Quindi, spesso, sto lì a cercare itinerari, esperienze di altri viaggiatori. Ogni tanto leggo, letture leggere, perché non sono un grande amante dei libri, anche se mi piacciono quelli sportivi, che trattano di qualsiasi sport, soprattutto le autobiografie. Poi qualche serie televisiva e film”. In questi anni, anche per gli impegni promozionali della squadra, hai avuto modo di girare la Sardegna. C’è un posto che ti ha colpito in modo particolare? Sono tutti bellissimi. Vado molto volentieri a visitare luoghi nuovi ed incontrare gente qui in Sardegna. Ciò che mi ha colpito sempre tantissimo è l’attaccamento alla propria terra, l’orgoglio che ha il popolo sardo. Si avverte, si sente e non avevo mai visto una cosa del genere. E vogliono condividere questo orgoglio. Sono qui da tanti anni e sento che i sardi mi vedono come uno di loro. Questo mi fa immensamente piacere. Non dimenticherò mai il giorno che siamo tornati dopo la vittoria dello Scudetto: da Olbia a Sassari, ad ogni incrocio c’era qualcuno che ci salutava sventolando bandiere e sciarpe. Il Devecchi giocatore concepisce un futuro lontano da Sassari? Come giocatore no, questa maglia mi ha dato veramente tanto e me la
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di Daniele Dettori Roma. Siamo nel 1937. È la mattina del 27 aprile. Nella clinica Quisisana, dove è ricoverato da circa una settimana, muore uno fra i più grandi pensatori del ventesimo secolo. Il suo nome rimanda al Partito Comunista d’Italia, ai Quaderni e alle Lettere dal carcere. Il suono nome è Antonio Gramsci. Nato ad Ales, un paesino della Marmilla oristanese nel 1891, il piccolo Antonio viene alla luce in una famiglia del ceto medio, quarto di sette figli. Il cognome tradisce l’origine albanese per parte di padre, sebbene diverse generazioni addietro. Signor Ciccillo (Francesco) Gramsci è impiegato presso l’Ufficio del Registro a Ghilarza e signora Peppina (Giuseppina) Marcias, conosciuta in paese, diventa causa di litigio con la sua famiglia d’origine. Il matrimonio viene infatti avversato a causa della differenza di classe sociale ma, forse complice la distanza (la famiglia di Ciccillo vive in Campania), i due riescono a sposarsi. Le difficoltà, però, cominciano presto: Antonio ha un paio d’anni quando si presentano i primi sintomi della tubercolosi ossea; la malattia ne segnerà il fisico e le condizioni di salute per tutta la vita. Ha solo sette anni, poi, quando suo padre viene arrestato. La vittoria di una corrente politica avversa a quella per la quale Ciccillo aveva dichiaratamente parteggiato conduce a una rivalsa dei vincitori nei confronti dei vinti: si tratta di un periodo storico in cui la lotta politica è particolarmente sentita in tutta Europa e lo stesso Antonio lo sperimenterà in prima persona molti anni dopo, quando rivestirà un ruolo di spicco all’interno del Partito Comunista d’Italia.
Frattanto, il piccolo Gramsci si dimostra molto dotato per gli studi che conduce, però, con enormi difficoltà; l’estrema povertà nella quale è precipitata la famiglia dopo l’arresto del padre e le sue condizioni di salute rappresenteranno una prova durissima che tornerà molto spesso anche nei suoi scritti. Terminati gli studi ginnasiali a Ghilarza e poi quelli liceali a Cagliari con ottimi voti, Antonio vince una borsa di studio che gli consentirà, con qualche integrazione da parte della
famiglia, di iscriversi all’Università di Torino. Animo fortemente indipendente – e nei primi anni di attività anche indipendentista –, si avvicina al mondo del giornalismo incoraggiato da Raffa Garzia, suo professore negli anni cagliaritani. Sposata la causa socialista con l’iscrizione al partito, affiancherà al suo attivismo proprio la professione di giornalista, scrivendo per Il Grido del Popolo, l’Avanti!, L’Ordine Nuovo. I suoi scritti sono inizialmente pezzi di satira e critiche di spettacoli
ANTONIO GRAMSCI 80 ANNI DOPO
Il dipinto dello street artist "Solo" sulla facciata della scuola “A.Gramsci” nel quartiere "Trullo" di Roma
teatrali ma non passerà molto tempo prima che anche l’animo politico trovi libero sfogo sulla carta stampata. È sua convinzione che la classe operaia debba prendere, anzitutto, autocoscienza della propria situazione e, successivamente, il potere per sovvertire uno stato di cose che la conduce a restare sottomessa rispetto alla classe dominante, quella borghese e industriale. Si inseriscono in questo filone i suoi scritti sulla Questione meridionale, sulla situazione degli agricoltori ma anche sui problemi e sulle conseguenze della Rivoluzione Russa. Proprio in Russia, durante un periodo di ricovero in sanatorio, Antonio Gramsci conosce Giulia Schucht, anche lei degente nella struttura, che diventerà sua moglie. Da lei avrà due bambini ma non potrà passare con loro molto tempo. Salito ai vertici del partito, si consuma il suo arresto da parte del governo fascista, in applicazione delle leggi speciali del regime. Siamo nel novembre 1926. Passeranno circa dieci anni prima che possa usufruire di una scarcerazione, dovuta in parte alle pressioni internazionali portate avanti da intellettuali antifascisti sul regime e, in parte, alle sue sempre peggiori condizioni di salute. Oggi, a ottant’anni dalla morte di Antonio Gramsci (peraltro ammantata di mistero, come diversi momenti della sua vita ancora oggetto di ricerca storica), la sua eredità è enorme. Fioriscono in tutta Italia studi, centri e iniziative in suo onore. Dalla carta stampata agli odierni mass media, il pensiero gramsciano affascina e stimola la riflessione. Nato in un momento politico estremamente complesso, conserva ancora un’attualità che lo rende immortale.
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Guida ai locali
Un caffè o un pasto veloce! SA SSA R I Bar Capital
Snack Bar.Ristorante
Via Mosca, 19. 392/9701310 Barberry’s Mondo Gelato
Snack Bar.Gelateria
Via Roma, 18. Nessuno Bottega
Snack Bar.Ristorante
Viale Adua, 40. 345/7719613. Nessuno Cafè Garibaldi 2.0
Snack Bar
Emiciclo Garibaldi, 25. 327/9907897. Nessuno Cafè Ristretto
Caffetteria
Via De Gasperi, 7. 329/1235308. Nessuno Cafè Set
Il Posto di Altogusto
Snack Bar.Ristorante
Predda Niedda Strada 2. 079/2670000. Domenica Snack Bar.Ristorante
Via Roma, 4. 340/4060745. Nessuno
Jro Caffè
Snack Bar.Tabacchi
Via Carlo Fadda, 14. 079/2857065. Nessuno
Caffè Azuni
Snack Bar
Caffè del Corso
Kill Bill Bar
Cocktail Bar.Bruschetteria
Via Tempio, 46. Nessuno. Live music
Viale Mancini, 13. 347/2389999. Nessuno Snack Bar.Ristorante
L’Angolo
Snack Bar.Ristorante
Corso Vittorio Emanuele II, 17. 079/232470. Domenica
Via Pasquale Paoli, 9. 393/0504700. Domenica
Caffè Duemila
Lotus Cafè
Snack Bar.Ristorante
Via Amendola, 70. 320/7619908. Nessuno
Snack Bar
Via Attilio Deffenu, 46. 329/3542205
Caffè Italiano
Snack Bar
Via Roma, 38. 328/0057291. Domenica
Metropolitan Bar
Caffetteria.Ristorante
Via Attilio Deffenu, 8. 338/1979887. Nessuno
Caffè Lounge P
Snack Bar.Ristorante
Galleria Tanit. 079/262519. Nessuno
Millenovantotto
Caffetteria.Ristorante
Piazza Fiume, 10. 348/6111879
Caffè Mokador di Monserràt
Snack Bar.Ristorante
Galleria Monserràt. 079/219182. Nessuno Caffetteria Saint Mary
Mocambo Caffè
Wine Bar.Ristorante
Via Roma, 97. 079/280905. Domenica Snack Bar.Ristorante
Moliendo Cafè
Piazza Santa Maria. 340/8401326. Nessuno
Viale Trento, 1. 392/1422592. Domenica
Cantina Mazzotti
Nuts
Snack Bar.Ristorante
Snack Bar.Ristorante
Juice Bar
Piazza Mazzotti, 3. 393/2367636. Domenica
Via Asproni, 12/b. 079/4803121. Domenica
Coco Loco Cafè
Omar Cafè
American Bar.Ristorante
Via Roma, 170. 079/281521. Domenica Davidson Cafè
Snack Bar.Ristorante
C.C. La Piazzetta. 079/260458. Nessuno Cortesantamaria. 079/200185. Nessuno E Allora?!
Caffetteria.Pasticceria
Shardana
Via Verona, 31. 079/275394. Nessuno
Snack Bar.Birreria
Via Asproni, 6/a. 328/2679594 Solin
Snack Bar.Tabacchi.Ricevitoria
Via Carbonazzi, 18. 079/274247. Domenica Lotto, Totocalcio, Superenalotto, Totip Il Caimano Distratto
San Baylon
Viale Adua, 24. 331/9877605 Snack Bar.Ristorante
Family Cafè
Snack Bar.Ristorante
Via Giagu, 1. 349/1036822
Snack Bar.Ristorante
Via Vardabasso, 5/b. 079/280953. Nessuno Tris Bar
Snack Bar
Via Tempio, 17. 079/271240 Cocktail Bar
Piazza Tola, 9. 391/4981685. Nessuno
Vanilla Cat
Caffetteria.Pasticceria
Via Alghero, 24. 327/5470727
ALGH ERO 7000 Caffè
Snack Bar.Pranzi Veloci
Via XX Settembre, 94. Domenica sera Alguer Caffè
Snack Bar.Gelateria
Via Don Minzoni, 4. 079/5622648. Nessuno
BAR . TAVOLA CALDA RICEVITORIA .................................................................
Via Caniga, 1 . Sassari q 079 262519
Alice Cafè
Snack Bar.Tabacchi
Via Vittorio Emanuele, 84. 347/6606954. Domenica Alma Cafè
Snack Bar
Via Sassari, 113. 331/8676057 - 392/3062720. Dom Anbarok
Via Garibaldi, 7. 079/4924493. Giovedì
Snack Bar.Gelateria
BAR | RISTORANTI | PIZZERIE | PANINOTECHE | PUB | GASTRONOMIE | GELATERIE | PASTICCERIE | CLUB Boba Caffè
Snack Bar
Via XX Settembre, 132/b. 079/9893054. Nessuno Cafè Latino
Snack Bar
Bastioni Magellano, 10. 079/976541. Nessuno Cafè Royal
Snack Bar.Pasticceria
Via XX Settembre, 187. 338/8618533. Nessuno Cake Cafè
Caffetteria.Pasticceria
Via Planargia, 12. 079/985173 - 338/5411372. Lunedì Ciau Ciau
Snack Bar.Griglieria
Piazza Sulis, 8. 334/1190962. Nessuno Cyrano
Wine Bar.Libreria
Via Vittorio Emanuele, 11. 079/9738303. Domenica Il Milese
Snack Bar.Focacceria
Via Garibaldi, 11. 079/952419. Martedì Lu Barril
Caffetteria.Ristorante
SENNO R I & SO R SO
Via Mazzini, 7. 079/4803101. Nessuno Orange
Snack Bar.Ristorante.Pizzeria
British Cafè
Snack Bar
Via XX Settembre, 2/4. 346/5944925. Nessuno. Live music
Via Tiziano, 7 - Sorso. Domenica
Papallero
Buena Vista Cafè
Snack Bar.Ristorante
Via Asfodelo, 21. 079/4128420 Red Passion
Snack Bar
Via Gramsci, 2. 079/4121489. Nessuno. Live music Slow Bakery
Caffetteria.Torteria
Via Cagliari, 30/32. 079/9104755. Nessuno Try Club House
Snack Bar
Via Vittorio Emanuele, 21. 347/7975572. Lunedì
Caffetteria
Via Marina, 37 - Sorso. 079/3055088. Lunedì Cafè Cortina
Snack Bar
Via Roma, 173/a - Sennori. Martedi Dal Gusto
Wine Bar.Ristorante
Via Cottoni, 63 - Sorso. 079/9105748 Snack Bar.Paninoteca
Via Cottoni, 17 - Sennori. 079/361512. Nessuno Mary’s Bar Snack Bar
Via Sassari, 61. 079/9145349. Domenica
Snack Bar.Gelateria
Via Roma, 137 - Sennori. Live music Paradise Cafè
Snack Bar
Via Roma Superiore, 160 - Sennori
Black Ark
Cocktail Bar
Piazza del Comune. 345/9783010. Nessuno. Live music Cristallo
Cafè Cattari
Ibiscus Cafè
PO R T O T O R R ES Bar Galleria
Snack Bar
Via Cottoni - Sennori. 079/362273. Lunedì
Snack Bar.Pasticceria
Zanzibar
Snack Bar
Via Roma, 64 - Sennori. 349/7274524
Piazza XX Settembre, 12/14. 079/514909. Lun sera. Live music Falò Cafè
Snack Bar.Ristorante
Via Mare, 12. 079/5902793. Domenica Gatto Nero
Snack Bar.Pub
Via Amsicora, 28. 348/8802084. Nessuno Il Porticciolo
Cocktail Bar
Via Libio, 1. Nessuno Tropical
Lungomare Balai, 70
SA SSA R I
Lounge Bar
Via Mare, 34. 345/8515043. Nessuno. Live music Tito’s
Dove mangiamo? Bada Bing Bar Graziella
Lounge Bar
Ristorante.Pizzeria.Paninoteca
Via Siotto Pintor 2/f. 329/6088683. Domenica Pizzeria.Snack Bar.Tabacchi
Via Buddi Buddi, 54/56. 079/316263. Giovedì Bowling
Ristorante.Pizzeria
Via Luna e Sole, 1. 079/9145265 Braceria Mangiafuoco
Bisteccheria
Via Catalocchino, 8/a. 347/4294090. Lun, Mar Cut & Grill
Bisteccheria
Via Predda Niedda, 19. 346/1298121. Domenica El Burladero
Ristorante.Pizzeria
C.C. La Piazzetta. 079/262211. Nessuno Gambrinus Pub
Pub.Birreria
Viale Trieste, 6. 347/7021854. Martedì Il Piccolo Veliero
Pizzeria.Trattoria
Via Napoli 94/A. 079/4921710. Domenica Il Posto
Via Enrico Costa, 16. 079/233528
Ristorante.Pizzeria
28
seh #shMAG Ches Sardegna
Ristorante.Pizzeria
Via XX Settembre, 150. 079/6140990. Nessuno Ci Voleva
Spaghetteria
Via Nuoro, 6. 340/1402124 - 348/2395831. Nessuno CriBu’s
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Via Valverde, 42. 079/982890 - 348/9687244. Nessuno Da Bruno
Ristorante
S.S. S.M. La Palma - Fertilia. 079/930098. Nessuno Demodè Bistrot
Ristorante.Pizzeria
Via Veneto, 2. 079/985194. Martedì. Consegna domicilio El Trò
Ristorante.Pizzeria
Lungomare Valencia, 3. 339/2086484. Nessuno Fronte del Porto iPub
Pub.Birreria
Via Duca degli Abruzzi, 23. 079/274977. Lunedì La Gemma del Vesuvio
Trattoria.Pizzeria
Ristorante.Pizzeria
Via IV Novembre, 63. 079/281255. Mar. Consegna domicilio La Pinta
Ristorante.Pizzeria
Via Saffi, 27. 079/236903. Martedì. Consegna domicilio L’Asfodelo
Il Capricorno
Pizzeria.Paninoteca
Via Diez, 60. 079/986225. Mer. Consegna domicilio Il Corallo
Piazza Colonnello Serra, 9. 344/1338228. Lunedì La Perla Rosa
Ristorante.Snack Bar
Via Asfodelo, 47. 079/9739501. Domenica
Ristorante.Pizzeria
Via Roma, 134. 079/272826. Nessuno
Ristorante.Pizzeria
Via Kennedy, 20. 079/982772 - 328/8054588. Martedì Il Pavone
Ristorante
Piazza Sulis, 3. 079/979584 La Botteghina
Ristorante.Pizzeria al metro
Via Principe Umberto, 63. 079/9738375. Martedì La Lanterna
Meson de España
Cucina Spagnola
Via Enrico Costa, 90. 345/4657735. Dom, Lun Mò… pizza!
Ristorante.Pizzeria
Via Giovanni XXIII, 82/a. 079/978556. Lunedì La Saletta
Ristorante.Pizzeria
Cucina Tipica Sarda
Via Kennedy, 27/b. 079/4125748 - 348/0171332. Lunedì
Piazza Musu Martini, 2 - Li Punti. 079/399399. Martedì
La Sartoria del Gusto
Panefratteria
Piazza Duomo, 2. 079/974475. Martedì
Cucina Tipica Sarda
Via Carlo Alberto, 2. 079/9330921. Lunedì
L’Anfora Pub
RE|MI
Via Gioberti, 31. 347/4929926
Ristorante.Pizzeria Gourmet
Via Coradduzza, 17. 333/1378998. Nessuno
Le Nouveau Gourmand
Retrò
Pizzeria
Via Canopolo, 2/a. 079/231211. Lunedì Ristorante.Pizzeria
Predda Niedda Strada 32. 392/8243808-9. Nessuno Ristorante.Pizzeria.Griglieria
Via Asproni, 18. 079/273749. Gluten free Spaghetteria
Via Arborea, 2/b. 079/4922209 - 392/7683669
Via Asproni, 20/22. 079/272455. Nessuno
Ristorante.Pizzeria
Piazzale Segni, 9. 079/2858460. Nessuno
A LG HER O Al Refettorio
Ristorante
Vicolo Adami, 47. 079/9731126. Nessuno Al Vecchio Mulino
Ristorante.Pizzeria
Via Don De Roma, 3. 079/977254 Alguer Mia
Ristorante.Pizzeria
Via Cipro, 17. 079/9739883. Nessuno. Consegna domicilio Bontà Sarda
Ristorante.Pizzeria
Via Don Minzoni, 183. 079/984860. Consegna domicilio Castell de Càller
Pizzeria
Via Columbano, 8. 079/9736052. Nessuno
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Via Joan Mirò (Loc. Taulera). 079/9891026. Lunedì
Pub
Lungomare Dante, 20. 079/6140634. Live music Ristorante.Snack Bar
Via Giovanni XXIII, 3. 079/4121412. Martedì Ristorante
Via Carducci, 3. 079/983429 Nautilus
Ristorante.Pizzeria
Via Asproni, 2. 079/274052. Nessuno Ultimo Piano
Lu Furat
Mos Tapas Restaurant
Pub.Pizzeria.Paninoteca
Tritus
Pizzeria
Via Carbonia, 36. 079/5907611. Consegna domicilio
Món
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Predda Niedda Strada 8. 079/262520. Nessuno St. Joseph Pub
Tavola Calda.Gastronomia
Via Asfodelo, 43. 079/9739506
Miramare
Spaghettoria S’Artea Speed Date
Pub.Caffetteria
Lo Smeraldo
Ristò Park San Sebastian
Trattoria.Pizzeria.Wine Bar
Ristorante
Via Maddalenetta, 4. 333/4300979 Ok Pizza Evolution
Pizzeria
Via S. Satta, 102/104. 079/9733022. Consegna domicilio
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¿ Chiusura i Informazioni aggiuntive The Mill Inn
Pub.Cocktail Bar
Aperto tutti i giorni
Via Maiorca, 37. 079/4460265. ¿ Nessuno Trattoria Cavour
Cucina Tipica Sarda e Marinara
Via Cavour, 110. 079/9738762 - 392/6110258. ¿ Lunedì
PO R T O T O R R ES Babbai
Via Brigata Sassari 71 Sassari | Tel. 079 232406 Gelato senza zucchero Gelato vegano Crepes Gelato alla soia Semifreddi Assortimento di tè e cioccolate Bio
Ristorante.Pizzeria
Vicolo Cabitta. 079/515896 - 338/3609378. ¿ Mercoledì Da Cellino
Ristorante.Pizzeria
Via Balai, 61. 079/5046024. ¿ Martedì. i Consegna domicilio Da Teseo
Ristorante.Pizzeria
Posti a sedere all'interno!
Via dell’Autonomia, 4. 079/508106. ¿ Giovedì Fuori Orario
Pizzeria.Paninoteca
Piazza XX Settembre, 7. 079/513616. ¿ Mercoledì Il Corallo 2
Ristorante.Pizzeria
Il Gobbo
Ristorante
Via Sassari, 57. 079/512464 - 328/1326331. ¿ Mercoledì Ristorante.Pizzeria
Via Ettore Sacchi, 20. 079/502590. ¿ Nessuno Li Lioni
Cucina Tipica Sarda
Pizzeria.Paninoteca
Ristorante.Pizzeria.Steak House
Piazza Garibaldi, 13. 079/501570. ¿ Nessuno Sa Mesa
Pizzeria
Via Perantoni Satta, 1. 079/271939. ¿ Lun. i Consegna domicilio Il Veliero
Pizzeria
Via Ciriaco Carru, 2. 079/240443. ¿ Lun. i Consegna domicilio Il Viadotto
Pizzeria
La Divina
Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia
Via Chiarini, 1. 079/2590063. i Consegna domicilio
C.so V. Emanuele, 158. 079/5048034 - 392/1880422. ¿ Mar Piazza Garibaldi
Il Vagabondo
Via degli Astronauti, 1/c. 079/6013372. ¿ Domenica
S.S. 131 km 224,4. 079/502286. ¿ Nessuno Pepito Pizza
Pizzeria
Via G. Deledda, 157. 392/6768487. ¿ Mar. i Consegna domicilio
Via Lungomare Balai, 2/a. 079/9401201 - 339/5640157. ¿ Lun
La Rosa Dei Venti
I Pini 2
La Scacchiera
Pizzeria
Via Giagu, 17. 079/2829023. ¿ Lun. i Consegna domicilio Lady Pizza
Pizzeria.Paninoteca
Via G. Bruno, 5 - Li Punti. 348/9928201. i Consegna domicilio Trattoria.Pizzeria
Via E. Sacchi, 3. 340/4126848. ¿ Lunedì
Nanni’s Pizza
Pizzeria.Paninoteca
Via Marghinotti, 36. 079/244896. i Consegna domicilio On The Road
Gastronomia.Paninoteca
Via Mazzini, 13/a. 079/235296. ¿ Domenica
S E NN O R I & S O R S O
Pablirus Da Vito
Ristorante
Loc. Badde Cossos - Sennori. 079/360245. ¿ Lunedì Girasole
Pizzeria.Gastronomia
Piazza Università, 7. 389/2070572. ¿ Nessuno Paolino
Gastronomia.Paninoteca
Via Roma Inferiore - Sennori. 347/1416411. ¿ Mercoledì
C.C. La Piazzetta. 079/262252. ¿ Nessuno Cortesantamaria. 079/233921. ¿ Nessuno
La Cantera
Pianeta Pizza
Ristorante.Pizzeria
Ristorante.Pub
Pizzeria
Via Roma, 145 - Sennori. 349/3018347. ¿ Martedì
Via Attilio Deffenu, 5/b. 079/2006777. i Consegna domicilio
Zanzibar 2
Pizza Bis
Ristorante.Pizzeria
Via Roma, 197 - Sennori. 079/361036
Pizzeria
Via Dessì, 7. 079/276160. ¿ Nessuno. i Consegna domicilio Pizza Bis 2
Take away o domicilio Agorà
Pizzeria Cocco
Pizzeria al Taglio.Fainè
Emiciclo Garibaldi, 7. 079/234240. ¿ Nessuno Via Rosello, 25. 079/238052. ¿ Domenica Pizzeria Da Rosy
SASSARI
Pizzeria
Via Florinas, 6. 079/242442. ¿ Nessuno. i Consegna domicilio
Pizzeria.Paninoteca
Via Bruno - Li Punti. 079/398619. ¿ Lunedì Pizzeria.Gastronomia
Pizzeria Emiciclo
Pizzeria.Paninoteca
Via Mazzini, 2/e. 079/233796. ¿ Nessuno. i Consegna domicilio
C.so Margherita di Savoia, 37. 079/6012557. ¿ Lunedì
Al Caminetto
Pizzeria Gnam Gnam
Pizzeria
Pizzeria
Via Mastino, 23. 079/280727. ¿ Dom. i Consegna domicilio
Via Monsignor Saba, 3/a. 380/8991503. ¿ Domenica
C’è Pizza per Te
Pizzeria Helena
Pizzeria.Paninoteca
Pizzeria.Paninoteca
Via Napoli, 6/b. 079/2826049. i Consegna domicilio
Via Zanfarino, 2/f. 079/272341. i Consegna domicilio
Ellas
Pizzeria Luna e Sole
Gastronomia Greca
Fior di Pizza
Pizzeria.Paninoteca
Via Carlo Felice, 20. 079/273548. ¿ Lunedì
Poker Pizza
Pizzeria.Paninoteca
Via Ortobene, 8. 079/2598282. ¿ Mar. i Consegna domicilio
Via Pasquale Paoli, 1. 079/9102546. ¿ Lunedì I 4 Mori
Pizzeria
Via De Andrè, 19. 079/299930. i Consegna domicilio
Via Usai, 33. 079/9103745. ¿ Lunedì
Pizzeria.Paninoteca
Prof. Pane Grosso
Pizzeria.Paninoteca
Via Luna e Sole, 1/e. 079/291084. i Consegna domicilio
30
S&H MAGAZINE Anno XXII - N. 247 / Aprile 2017
EDIZIONE SASSARI
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Refral Da Renato
Paninoteca
Via Roma, 118. 079/2670032. Nessuno Spizzati
Pizzeria
Viale Italia, 51. 079/6040195. Lun. Consegna domicilio Vulcano
Pizzeria.Paninoteca
Direttore Responsabile MARCO CAU
Via Einaudi, 14/a. 079/218898. Dom. Consegna domicilio
Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE
A LG HER O
Hanno collaborato a questo numero: DIEGO BONO, DAMIANO CANCEDDA, LUIGI CANU, ELEONORA D'ANGELO, DANIELE DETTORI, MANUEL DI CRISTO, GIANPIERO FARINA, NIKE GAGLIARDI, ERIKA GALLIZZI, GIUSEPPE MASSAIU, FABRIZIO MANCA NICOLETTI, EMANUELA RAVOT, DOMENICO RIZZO, PAOLA M. RUIU, MANUELA STACCA, ROBERTO TRONCI
Antica Norcineria Il Simposio
Gastronomia
Via Gioberti, 34. 331/2493083. Nessuno Da Bakery
Focacceria
Via Mazzini, 29. 320/8659778 Ichnos Express
Pizzeria.Paninoteca
Via Don Minzoni, 102. 079/6011160. Pizze senza glutine La Nuova Delizia
Pizzeria
Via Goceano, 15. 079/985082. Lun. Consegna domicilio La Perla Nera
Pizzeria.Gastronomia
Via Oristano, 13/15. 079/9739132. Consegna domicilio Redazione Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 mail: redazione@shmag.it
La Piadina del Pozzo
Piadineria.Paninoteca
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L’Angolo della Pizza
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Speedy Gonzales
Pizzeria.Paninoteca
Via Libio, 75. 079/5047066. Consegna domicilio
SEN N ORI & SORSO
Pizzeria
Arte Pizza
Pizzeria
Via La Marmora, 69. 079/974811. Consegna domicilio
Via Fiorentina, 42 - Sorso. 079/350502
Pata Pizza
Felix
Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia
Pizzeria
P.zza Ginnasio. 079/975177. Mer. Consegna domicilio
Via Fiorentina, 73 - Sorso. 079/350193. Consegna domicilio
Rosy & Tony
Harley Pizza
Pizzeria.Gastronomia.Rosticceria
Paninoteca
Piazza Sulis. 333/7590760
Qualcosa di dolce?
PO R TO TO R R ES El Mariachi
Cucina Messicana
@sehmagazine
C.so V. Emanuele, 140/a. 079/4920715. Lunedì
issuu.com/esseacca
Il Drago
Pizzeria.Paninoteca.Cucina Vegana
Via Ponte Romano, 54. 328/5639782. Lunedì Pizzeria.Paninoteca
C.so V. Emanuele, 115. 079/5048324. Consegna domicilio Pizzeria.Paninoteca
Via Sassari, 85. 345/8845887 Mordi&Via
Via Amsicora, 26. 320/0952420
Pizzeria
Gastronomia
twitter.com/sehmagazine
L’Angolo
Pizzeria 2000
Via Roma Inferiore, 60 - Sennori. 079/362271. Lunedì
Via Misericordia, 23. 347/5992956
La Stella
Pizzeria
Via Roma, 159 - Sennori. 079/362346
Sulis Nou
facebook.com/sehmagazine
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Pizzeria.Paninoteca
Via Veneto, 7. 079/5042012. Nessuno. Consegna domicilio
Pizzeria
Tria Street Food
Social & Web
Pizza Loca
Via Mazzini, 83. 342/5030447. Consegna domicilio
Via Simon, 14. 079/974377 Stampa Tipografia TAS S.r.l. - Sassari
Pizzeria
Via Azuni, 13. 079/5048309. Consegna domicilio
Via Minerva 25. 079/4921239. Mar. Consegna domicilio
Lu Vorru
esse&acca
Pianeta Pizza
SASSARI Bellamia
Gelateria.Caffetteria.Pasticceria
Via Chironi, 5/a. 320/8797727. Domenica Dolcinduo
Pasticceria.Yogurteria
Via Tempio ang. via IV Novembre, 41. 079/280176. Lunedì Gelateria Bosisio
Gelateria
Via Brigata Sassari, 71. 079/232406. Nessuno Gastronomia.Paninoteca
Pagoda
Pasticceria
Via degli Astronauti, 2/b. 079/291272. Lunedì Pasticceria Sias
Pasticceria
Via Baldinca, 67 - Li Punti. 079/399310 - 393/9242341. Lun Slurp
Gelateria
Piazza Castello, 4/b. 079/236075. Nessuno
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in Copertina
Pasticceria
Via Sassari, 35/b. 079/979960. Lunedì
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