L'Uomo di Desiderio N. 24 - Equinozio di Primavera

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SOMMARIO 2

L’editoriale di Athon S::G::M::

FILOSOFIA DELLO SPIRITO

L’UOMO DI DESIDERIO

5

Rivista Ufficiale dell’O::E::M:: Ordine Esoterico Martinista

Shin, la lettera del fuoco sacro di Avatar S:::I:::

13

Il potere del cuore di Faber I::I::

19

La Meditazione di Ereskigal

26

L’eggregore di Ignis

33

La Dea Maat, giustizia e verità: un Simbolo, una Sofia di Issaseck

CONTATTI Sito web www.ordineesotericomartinista.org Pagina Facebook ordine esoterico martinista

LE PAGINE DELLE CORRISPONDENZE

36

Amore ed Eros nell’ode di Re Salomone alla regina di Saba di Avatar

47

Apuleio e l’asino d’oro di Anna Maria Corradini

51

Astrologia e spiritualità: dal karma al dharma di Paola Pierpaoli

L’ANGOLO DELL’ARMONIA

56

All’ombra dei silenzi di Mimmo Martinucci

n. 24 anno VII Equinozio di Primavera

57

Vulcano di Ennio Prestipino

Responsabile Antonio Urzì Brancati

LE PAROLE DEI MAESTRI PASSATI

59

Coordinamento di redazione Maurizio Pizzuto Progetto grafico e impaginazione Carmelo Scarfò

In Copertina Particolare della Primavera da: “Una maschera per le quattro stagioni”, Walter Crane (1905-1909), Olio su tela

2

Il mito di Elena di Bent Parodi, di Belsito


L’uomo di desiderio

L’editoriale di Athon S::G::M::

E’

il sesto anno che questa rivista viene pubblicata. È la rivista dell’Ordine Esoterico Mar-

tinista e viene pubblicata il giorno dei due solstizi e dei due equinozi. Oggi assume una veste nuova. Il Martinismo indica una via che non muta nel tempo. Esso é legato infatti alla Tradizione che

nista. Da oggi questa rivista è curata da

trova la sua essenza nella conoscenza

altri Fratelli. Rifletterà senza dubbio la

dell’Ordine Universale. Poiché però è

loro personalità pur mantenendo saldi i

giusto che produca i suoi effetti in que-

principi ispiratori del Martinismo. Il

sto mondo, nel mondo manifesto, se-

cambio dei curatori, come ben disse il

condo le regole apprese percorrendo il

Fratello che fino al numero precedente

cammino che lo stesso Martinismo ci

ha curato la rivista, giova ad evidenzia-

indica, è necessario che ciò che lo testi-

re il pluralismo di stile che non può che

monia e lo illustra sia adeguato, oltre

fare bene all’Ordine. Io aggiungo che

che al luogo, anche al tempo in cui

pur essendo questo un mezzo molto

esplica la funzione. Adeguarsi vuol dire

utile per far conoscere fuori dal Tempio

anche esprimere la personalità terrena,

l’essenza del nostro Ordine, il bene di

personalità con regole tratte dalle quel-

un Ordine Martinista dipende moltissi-

le universali, di coloro che la nostra ri-

mo dalla capacità di questo di far per-

vista curano. In questi primi sei anni di

correre ai suoi adepti la via, difficile,

vita la nostra rivista è stata curata da

della conoscenza assoluta. Non vi è

due persone. Dobbiamo esser grati a

dubbio che questo risultato lo si rag-

questi Fratelli che hanno impiegato, ol-

giunge se vengono adoperati e bene gli

tre al loro tempo, anche la loro profes-

strumenti che il Martinismo, e quindi

sionalità e la loro intelligenza, elementi

gli inspiegabilmente numerosi Ordini

questi utili a portare avanti questa rivi-

che ad esso si ispirano o che di esso

sta che mi piace definire il nostro stru-

hanno il nome, mettono a disposizione

mento di conoscenza dell’Ordine Marti-

dei propri adepti. Sappiamo però che 3


gli strumenti visibili e descritti da di-

è solo del Martinismo ma di tutti gli Or-

versi libri o riviste anche non Martini-

dini Esoterici, ritengo utile riportare an-

ste, non sono sufficienti. Occorrono altri

cora una volta le parole conclusive del

strumenti che, invisibili e quindi non

meraviglioso libro di Cornelio Agrippa

descrivibili nei libri o nelle riviste pri-

“La Filosofia Occulta”: << se qualcuno,

ma accennate, vengono forniti dal co-

o per sua incredulità o per l’inerzia del

smo e da altre dimensioni a chi, ben uti-

suo intelletto, non otterrà il suo deside-

lizzando gli strumenti visibili, ha già

rio, dia la colpa alla sua ignoranza non

compiuto una buona parte del cammi-

a me; non dica che io ho errato, od ho

no Esoterico ed ha nel suo gruppo un

scritto di proposito il falso, od ho men-

Filosofo Incognito in grado di assister-

tito, ma accusi se stesso che non capisce

lo. Io sono convinto che il nostro

i nostri scritti. ESSI INVERO SONO

“Ordine Esoterico Martinista” abbia

OSCURI E VELATI DA MOLTI MI-

tutto quanto sia utile per percorrere la via della conoscenza assoluta; possiede

STERI, NEI QUALI É FACILE CHE ACCADA A MOLTI DI ERRARE E

gli strumenti manifesti e le sue Logge; i

PERDERE IL SENSO.>>

suoi gruppi, sono guidati da Filosofi Incogniti preziosi per chi vuole ed è in

Questo è un argomento molto comples-

condizione di ultimare il percorso.

so e, spero, poterlo trattare a parte.

È opportuno a mio avviso ripetere

Intanto la mia speranza è che possiate

quanto è stato già detto molte volte, uti-

continuare a trarre beneficio da questa

le specie per i profani. Un Ordine Eso-

rivista che pur apprezzando il suo stile

terico in possesso degli strumenti atti

rinnovato ricordo a me stesso e ai suoi

all’Operatività, come è il Martinismo, e

lettori che è stata fondata per dar voce

che possa disporre di meravigliosi re-

alle Sorelle ed ai Fratelli che hanno ade-

sponsabili della Loggia o del Gruppo,

rito a quest’Ordine. Sarà bello, per chi

non può in mancanza di altri elementi,

sa già, continuare ad ascoltare la loro

far percorrere all’adepto la via che con-

voce, le loro riflessioni, le loro speranze,

duce alla conoscenza assoluta. L’ele-

i loro interrogativi; spero possa essere

mento indispensabile per percorrere la

utile anche a coloro che ancora non san-

via esoterica è il desiderio, insieme alla

no ma desiderano sapere.

capacità di utilizzare tale desiderio, per Equinozio di Primavera, 2021

spogliarsi di tutta la lebbra, di tutti i metalli, accumulati fin dalla nascita. Per rafforzare questo intendimento che non 4


Filosofia dello spirito

Shin, la lettera del fuoco sacro di Avatar S:::I:::, Collina di Palermo, Loggia “La Castalia”

U

nico tra tutti gli alfabeti al

Shin, come scritto, significa Shen

mondo, quello ebraico riunisce

cioè "dente" e sta ad indicare la ca-

in sé degli insegnamenti profondi che

pacità di masticare e recepire la

sono racchiusi nella triade:

realtà esterna, prima che venga assi-

· NOME (significato o vibrazione

milata dalla nostra coscienza.

del suo suono)

Da sempre i denti sono simbolo di

· NUMERO (valore numerico)

sapienza e, come le vie sapienziali,

· FORMA (aspetto grafico)

sono 32 (10 Sephirot + 22 lettere dell’alfabeit). "Shin" è sinonimo di "cambiamento", trasformazione e dinamismo. Governa la testa così che ogni variazione, per essere veramente evolutiva, deve partire dal cervello affinché abbia la consapevolezza per vedere la realtà delle cose. Tutti i cambiamenti e le trasformazioni devono venire riflesse dalla coscienza con interesse, non devono essere il risultato di conclusioni avventate, sentimentali o inconsce.

Shin, la lettera di fuoco

Shin significa anche "ripetizione”.

Ciò significa che ogni lettera custodisce

Pertanto sommando i concetti oppo-

e manifesta queste tre caratteristiche.

sti: "Mutamento" e "Ripetizione", si

Quella trattata in questo lavoro è la

ottiene la connessione con la Sa-

Shin. Shin vale 300 ed è la 21° lettera

pienza, il cui numero come già sot-

delle 22 dell’alfabeto ebraico. Insieme

tolineato, è 32 come i denti della

ad Alef e Mem è una delle 3 lettere ma-

bocca. In Ghematria, che è una parte

dri, significa “dente” e la sua forma è

della cultura misterica ebraica che cerca

quella del fuoco e del cervello.

di svelare la corrispondenza fra le paro5


le e il loro valore numerico, Shin corri-

siamo in possesso. In Shin è fonda-

sponde a 300 che esprime il concetto di

mentale l'idea di simmetria, difatti è

Ruach Elohim ("Spirito di Dio").

composta da tre lettere “Vaw” e da

Trecento è anche la parte ghematrica di

quattro " Yod”. Sommando i loro ri-

Pachad Yitzach che significa "Il timore

spettivi valori numerici otteniamo

di Isacco" in quanto dietro ad ogni pau-

58 che equivale alla parola Chen ov-

ra e preoccupazione c’è sempre e sol-

vero "grazia simmetrica". Dato che

tanto l'Amore infinito di Dio e pertanto,

la Shin presiede la testa e quindi

quando giungeremo a questo convinci-

tutte le attività pensanti, è naturale

mento, ogni cosa ci sembrerà gioiosa e

che la principale qualità del pensie-

nulla potrà più preoccuparci. Altra

ro debba essere quella di rivelare

espressione che vale 300 è Ben Avra-

grazia, simmetria, amore e bellezza.

ham che significa "Figlio di Abramo",

Il pensiero rettificato è la conforme

appellativo dato a tutti coloro che si

combinazione di tutte le facoltà

convertono all'ebraismo. Il riferimento

mentali: logica, intuizione, razioci-

è a Shin che rappresenta il fuoco bru-

nio, fantasia, ragione, paradosso,

ciante che vivificò Abramo nella sua

concretezza ed astrazione.

lunga e sofferta ricerca del principio

"Essere Simmetrico" in definitiva

Uno che sta al di sopra della creazione.

equivale a espandersi sia a destra

Infine 300 vale anche la parola Tzir cioè

che a sinistra, sia sopra che in sotto.

"asse". Qui la Shin, che è la lettera che

Visto che Shin è la testa, che in or-

governa la testa, ci fa comprendere co-

dine di importanza e di priorità è la

me essa non stia solo sopra il corpo, ma

parte più importante del corpo, es-

penetri nel suo interno, tramite la co-

sa ind ica la precede nza, il pr inci-

lonna vertebrale che costituisce l'asse

pio e l’or ig ine. La test a infa tt i è

portante del corpo. Shin raffigura il

la pr im a ad us cire d all’uter o m a-

Fuoco già fin dalla sua forma in quanto

te rno per a ffa cciars i a lla vit a per

ricorda tre lingue di fuoco alimentate

un per iod o più o me no lun go e

dal medesimo ceppo. Tale fuoco è tri-

più o men o fe lice. La Te sta sar à

plice: fisico, spirituale, divino. Questa tri-

des t ina ta a fare da tra in o d ur an -

logia riproduce il desiderio di cono-

te il cam m in o ev olut ivo, a ricor-

scenza e illuminazione che ha sede

darci la nostra provenienza e a non far-

nel nostro cervello secondo quanto

ci dimenticare la direzione verso la qua-

affermato nello "Sefer Yetzirà", il

le dovremo tornare. Nella tradizione

più arcaico testo cabalistico di cui

ebraica il "Capo" e la "Testa" so6


no, nonostante tutto, dotate di

condo il suo asse trasversale, ma se-

umiltà. La rottura fisiologica del-

condo quello longitudinale davanti-

la testa è l'origine del settenario

dietro e sopra-sotto. In anatomia in

come dimostrato dalle sette aper-

base all’evoluzione embrionale posse-

ture del viso: due occhi, due orec-

diamo tre cervelli: uno posteriore,

chie, due narici e una bocca.

uno mediamo, uno frontale che corri-

Essendo Sette il numero perfetto, si rafforza il concetto che afferma come la Testa sia il territorio più importante del corpo umano e per-

tanto, quando essa viene rettificata, tutto il resto lo sarà di conseguenza. Dalla dimensione corpo an im a

fuor ies con o

d alle

se tte

aperture del viso i sette doni basi-

lari: · Sapienza, · Ricchezza, Attivazione dei Chakra

· Fertilità, · Vita,

spondono al Romboencefalo, al Me-

· Governo,

sencefalo, al Prosencefalo.

· Pace,

Per non allontanarmi troppo dal tema

· Bellezza.

trattato, mi riservo in futuro, magari con un altro articolo, di approfondire

Essi si proiettano sui Chakra atti-

questo aspetto di Shin confrontando

vandoli, rettificandoli ed energiz-

analogie e funzioni con il cervello

zandoli affinché possano essere

umano. Fatte queste doverose presen-

pronti a ricevere dall’ alto in basso

tazioni su quanto vale e su ciò che

la grande forza dell’universo, se-

raffigura la lettera Shin, poniamo l’at-

condo una direzione contraria alla

tenzione su quello che è la vera essen-

Kundalini che, ancora assopita, ri-

za, la rappresentazione sacra della

ceverà come ultima stazione i be-

sua immagine: il fuoco. Scrivere sul

nefici influssi astrali che ne ricari-

significato religioso ed esoterico del

cheranno il vigore. Sulla scorta di

fuoco, significa raccontare tutta la sto-

ciò il cervello si analizza non se-

ria dell’umanità fin dai suoi albori, 7


essendo questo l’elemento che ha

FUOCO CHE MANGIA E NON BE-

sempre accompagnato l’uomo nel suo

VE: È il fuoco fisico che viene alimen-

percorso interiore. Il fuoco è sempre

tato dai solidi, si trova nel mondo di

stata una prerogativa degli dei il cui

Assiah quindi nel gradino più basso.

simbolo vivente è il sole i cui raggi

FUOCO CHE BEVE E NON MAN-

estendono la vita, impartiscono la sa-

GIA: È il Fuoco dei malati cioè la feb-

pienza alle menti e stimolano le fun-

bre che causa la sete ma non il deside-

zioni psichiche, solitamente dormienti

rio di cibi solidi. È il fuoco delle emo-

nell’uomo. Questo significato è estre-

zioni e si riferisce al mondo di Yetzi-

mamente mistico. Il Fuoco pone un

rah.

confine alle cose portandole al loro

FUOCO CHE BEVE E MANGIA: È il

consumarsi, così come la Forza è il

"Fuoco di Elia". che sfidò i falsi profe-

principio che circonda e contrasta l'e-

ti ed i sacerdoti idolatri che invadeva-

sistenza stessa. Il livello inferiore in

no Israele. Il Fuoco di Elia è situato

cui il Fuoco si manifesta, è l'inferno,

nel mondo di Briah.

una delle tre Killipoth ovvero le rap-

FUOCO CHE MANGIA LE COSE

presentazioni del male e delle forze

UMIDE E QUELLE SECCHE: "È il

spirituali impure. In ebraico "inferno"

fuoco dell'altare". Si tratta del Fuoco

è tradotto in Ghei che dà il nome alla

che scese dal cielo il giorno in cui Sa-

valle vicino Gerusalemme dove si

lomone inaugurò il Tempio di Geru-

portavano i rifiuti della città per bru-

salemme. Corrisponde al mondo di

ciarli. L’inferno" è l'agente che purifi-

Atziluth, il mondo della rettificazione

ca la consapevolezza dalle passioni

di cui il Tempio di Gerusalemme ne è

sbagliate, rendendola atta alla vita

il simbolo.

della beatitudine. Il Fuoco dell'infer-

FUOCO CHE RESPINGE IL FUOCO:

no rettifica e purifica gli errori dei vi-

È il "Fuoco dell’Arcangelo Gabriele"

ziosi e incendia i desideri, le passioni,

che salvò in terra di Babilonia tre

l'insoddisfazione e l'animosità.

ebrei condannati al rogo di una forna-

Secondo la Torah il fuoco possiede la

ce perchè si erano rifiutati di servire

qualità della trasformazione attraver-

un idolo locale. Il fuoco venne devia-

so i suoi pregi ed i suoi lati negativi.

to uccidendo gli aguzzini e ridando la

Nel Talmud vengono distinti sei tipi

vita ai fedeli israeliti. Questo è il fuo-

di Fuoco che si relazionano ai mondi

co di Keter, la Corona.

della Cabala:

FUOCO CHE MANGIA IL FUOCO: È il "Fuoco della Shekhinah, della Pre8


senza Divina che guidava Israele nel

tempi del Cristianesimo Gnostico so-

deserto. Viene chiamata "Fuoco che

prattutto in Basilide, anche se il suo

divora il Fuoco” poiché la Shekhinah

utilizzo è molto più antico ed ha avu-

è infinitamente più potente di esso.

to origine in culture differenti. Quan-

Questo tipo di Fuoco, si riferisce al li-

do comparirono i primi alfabeti, le

vello della Qav che significa "Linea",

lettere non rappresentarono solamen-

il raggio di Luce Infinita che si è este-

te un suono, ma anche riferimenti spi-

so all'interno del vuoto creato dalla

rituali relativi al senso del divino ed

Tzimizt che esprime il concetto di

al percorso misterico ed iniziatico.

"Restrizione"; la Linea è l'origine

Queste concezioni aprirono le porte

dell'immanenza di Dio nel mondo

del vero Cristianesimo, quello delle

che, pur restando totalmente trascen-

origini, che celavano il grande Miste-

dente, fa si che il Fuoco divori il Fuo-

ro del Cristo e del Regno, dottrine ve-

co. La lettera Shin è per noi Martinisti

late che erano anima e luce dell'inse-

un simbolo fondamentale, in quanto

gnamento pubblico e segreto di Gesù.

in essa si concentrano gli arcani che ci

Per quest’ultimo sapere, Gesù era il

accompagnano nel nostro progredire

Divino Alchimista, esperto di tutti i

individuale inculcandoci il concetto

più nascosti enigmi, supremo artigia-

di reintegrazione. Della funzione Sa-

no nell'arte di dissolvere il Fisso e di

cra di Shin si trovano tracce sin dai

coagulare il Volatile per realizzare in

Il Fuoco e l’albero della vita

9


sé la Grande Opera, in quanto nel suo

me meglio crede e dì pronunziarlo a

stesso nome si celavano i misteri in

suo modo, senza che per questo cam-

cui erano inseriti le idee di Luce Su-

bi l'intima essenza del nome. Se spez-

prema e di Verità Nascoste.

ziamo in due il Nome Sacro, facciamo del Principio della Vita Spirituale una

cosa separata dalla Vita Materiale. Otteniamo così la separazione di Dio dall'uomo, dando origine alla Grande Illusione,

causa

della

distruzione

dell'Armonia Universale, dell'antago-

nismo violento del binario: in una parola realizziamo la Profanazione del Nome di Dio. Se poi introduciamo fra

Tetragramma

i due termini di questa antitesi artifi-

Il più grande di tali misteri è l’enigma

ciosa la lettera Shin che significa Fuo-

sacro che racchiude ogni finalità divi-

co e quindi per estensione il «Logos »,

na e si esplica nell’interpretazione del Tetragramma che esprime la relazione armonica fra Cielo e Terra, fra Dio e l'Uomo, praticamente segnala l'Armonia Universale, .‫יהוה הוה‬. Sovrapponendo infatti le 4 lettere del Suo nome impronunciabile otteniamo, attraverso le loro forme, la sagoma dell’uomo primordiale, l’essere vivente creato da Dio a sua immagine e somiglianza. Ciò significa che il Principio (IOD) della vita (HE) è stret-

Uomo primordiale

tamente connesso (VAU) con la Vita stessa (HE) in modo da formare un

il « Cristo», vedremo l'Armonia rista-

tutto unico e armonico in cui Dio è in

bilirsi interamente, e i due termini

noi e noi siamo in Dio. In questo è in-

della Parola spezzata ricomporsi in

sito il Nome Ineffabile, formato di so-

una nuova Parola, che è Iod-He-Shin-

le consonanti, in modo tale che cia-

Vau-He, cioè Jehoshuah, il Nome

scuno è libero di mettervi le vocali co-

ebraico del Nazireno (non Nazareno). 10


Questo nome pertanto diviene l’em-

dente potere trasmutatorio, Filosofia dello YHSVH, spirito

blema

le

Jeshua. Passiamo dunque dalle quat-

re in tegrazione

tro alle cinque lettere cioè dal Tetra-

dell'Universo per opera del Cristo Co-

grammaton al Pentagrammaton che

smico, reintegrazione dell'Umanità

rappresenta nell’esoterismo cristiano

per opera del Cristo Terrestre, reinte-

lo Spirito Santo, il quale "scende" nel

grazione dell'Uomo per opera del Cri-

nome di Yahweh a comporre il nome

sto Interiore. Questa dottrina esoteri-

del figlio Jeshua. Nel Pentagramma-

ca non era comunque nuova. Essa di-

ton le lettere assumono come signifi-

riassuntivo

Reintegrazioni:

di

tutte

Ricostituzione dell’Armonia Universale

fatti era la sintesi viva di tutto ciò che

cato elementare: Yod - Fuoco; He -

fin dai più lontani giorni i Grandi

Acqua; Shin - Etere (o Spirito); Vaw -

Maestri Passati del Mondo Antico

Aria; He - Terra. Shin diviene essenza

avevano insegnato ai più fedeli disce-

invisibile eterea, cedendo a Yod le

poli sotto i più svariati veli, avevano

proprietà del fuoco.

scritto nei libri sacri, nei poemi eroici,

Secondo la tradizione Jeshua corri-

nei sistemi filosofici e nelle rappre-

sponde al nome ebraico di Gesù, e

sentazioni religiose. Con “l'irruzione”

quindi lo rappresenterebbe poiché in

della Shin nel Tetragramma, il Nome

lui discendono il Cristo e lo Spirito

Sacro si trasforma da impronunciabile

Santo conformandolo alla stessa natu-

e ineffabile, in una formula dall'evi-

ra di Dio. In definitiva Shin è la tra11


Filosofia dello spirito

scendenza di Dio nell’uomo attraverso l’unzione Cristica. Nell'occultismo rinascimentale le lettere verranno posizionate sul pentagramma seguendo l'ordine originario degli elementi e

ruotando di 180 gradi: è questo il limite invisibile, la barriera da non oltrepassare per non sconfinare dalle dottrine esoteriche a quelle occulte. Ogni iniziato pertanto dovrebbe sape-

re se e dove fermarsi, oppure se valicare il confine.

12


Filosofia dello spirito

Il potere del cuore di Faber

P

la boscaglia. Questa strada ha un Cuore? E’ l’unico interrogativo che conta. Se ce l’ha, è

erché “il potere del Cuore”? Perché nel corso delle ultime

una buona strada. Se non ce l’ha, è da scartare…”

tornate della mia Loggia ci siamo spesso interrogati con i Fratelli e le Sorelle

sulla VIA CARDIACA, sul suo significato, sugli strumenti che utilizziamo

Ebbene, fratelli e sorelle; siamo Martini-

per perseguirla e sul perché abbiamo

sti perché il Martinista ha deciso di per-

scelto di diventare Martinisti.

correre una strada che ha un Cuore, che

E con riguardo al Cuore, apro questa

anzi conduce direttamente al Cuore del

mia breve riflessione partendo da alcu-

Mondo; una strada al tempo stesso bel-

ne parole tratte da un testo di C. Casta-

lissima e niente affatto semplice.

neda.

Egli è un uomo, una donna che ha scelto di non seguire la corrente profana, di

“Ogni strada è soltanto una tra un milione

non vivere una esistenza governata dal

di strade possibili. Se sentite di non doverla

Fato, che si svolge quotidianamente e

seguire non siete obbligati a farlo in nessun

quotidianamente si perde fra mille im-

caso. Non è un affronto a voi stessi o ad altri abbandonarla, se è questo che vi suggeri-

pegni profani, che si consuma sempre

sce il Cuore. Ma la decisione di continuare per quella

vissuta- fino alla fine dei giorni.

strada, o di lasciarla non deve essere provocato dalla paura, o dal nudo ragionamento,

corrente: non è solo una metafora, ma

o dall’ambizione. Osservate ogni strada attentamente e con

consapevolezza quotidiana; egli ha

calma. Provate a percorrerla tutte le volte che lo ritenete necessario. Poi rivolgete una

compresa e conquistata oltre il velo

uguale a se stessa, trascinata – e non Il Martinista ha scelto di andare controuna scelta di vita, un lavoro di fatica e compreso che vi è un’altra vita che va

dell’apparenza. Questa corrente che la

domanda a Voi stessi, e soltanto a Voi stes-

moltitudine segue e tutto trascina ha –

si. Quella strada ha un Cuore? Ci sono vie che passano attraverso la boscaglia, o sotto

spesso- nei miti, sembianza femminile, è l’Acqua che tutto travolge, la Notte, 13


l’Abisso primordiale, la Matrice, la Ser-

Come un Fratello ha avuto modo di

pe potente. Ed il percorso controcorren-

specificare in uno dei nostri precedenti

te è un viaggio pericoloso, sofferto e

incontri, si tratta di un lavoro reale e

condotto sul filo di un rasoio; i mostri

quotidiano: si tratta di osservarsi e sor-

sono in agguato, pronti a divorare chi

prendere le nostre pulsioni, i nostri

ha avuto l’ardire di avviare il cammino

‘egoismi’ sul nascere; si tratta di rico-

senza la forza e la consapevolezza ne-

noscerli e di non lasciarsi soggiogare da

cessarie: simbolicamente i mostri sono

essi: invece di seguire meccanicamente i

il coccodrillo che attende il Matto dei

nostri istinti, si prova a individuarli,

Tarocchi o l’Ammit degli antichi Egizi

non a sopprimerli ma a governarli: da

che attendeva il risultato della pesatura

questa forza di Volontà e da questa re-

delle anime per divorare chi non aveva superato la prova (Guenon, Simboli

sistenza, abbiamo detto che si sprigiona un calore, un’ Energia che l’iniziato

della Scienza Sacra, pagg 309-312).

è chiamato a canalizzare e sublimare.

Per risalire la corrente, come accade

Questa è in realtà solo la prima parte

realmente quando si nuota contro i flut-

dell’Opera

ti, per affrontare il Cammino della pro-

COMPIERE), un lavoro che in realtà

pria Reintegrazione, è necessaria infatti

non ha mai termine, neanche più tardi

una FORZA DI VOLONTA’ non co-

quando, procedendo nel percorso ini-

mune, per combattere le tendenze a

ziatico, si raggiunge una maturità supe-

rientrare nella corrente profana, per

riore.

non cedere alla lusinga di una vita più

Perché gli ‘ego’ sono molti e –dietro

semplice e comoda. Per risalire la cor-

l’apparente unità- ciascun uomo contie-

rente, il Martinista ha scelto di combat-

ne dentro di sé un mondo complesso di

tere i propri egoismi, la propria voglia

pulsioni ed istinti.

di ‘potere’. Intendiamoci, ciò che si de-

Questo continuo insorgere degli egoi-

ve superare non è il corpo, ma il rap-

smi, questa dura battaglia con le

porto che l’Io ha con esso, quel rappor-

‘Acque’ è testimoniata, nella mitologia

to di “brama”, di “sete perenne”, che lo

greca, dallo scontro di Ercole con l’Idra

trascina senza controllo e senza meta,

di Lerna (nome per nulla casuale), le

innamorato della propria immagine

cui teste rinascevano e si moltiplicava-

esteriore (il mito di Narciso) e dei pro-

no ogniqualvolta venivano tagliate.

pri bisogni profani. E’ -al tempo stesso-

E, nel Vangelo cristiano , in Marco 5,8-

un lavoro di purificazione e di sublima-

9: a Gesù che gli chiedeva di uscire da

zione.

un uomo posseduto, alla domanda 14

(PRIMO LAVORO DA


‘come ti chiami?’ il diavolo risponde ‘Io

Rune tu troverai,

sono legione, perché siamo in molti’.

lettere chiare, lettere grandi, lettere possenti che dipinse il terribile vate,

E tuttavia voglio essere chiaro su un

che crearono i supremi numi, che incise Hroftr degli dei”.

punto: non si tratta solo di lavorare sui propri bisogni e sui propri istinti: il ve-

ro salto di qualità si compie quando si comprende che per progredire è necessario fermare la Mente, il Pensiero di-

“La Mente, con la sua visione duale non

scorsivo che secoli di razionalismo ci

razione’, perché percepisce la realtà co-

hanno insegnato a ritenere come l’unica

me un insieme di elementi separati e

modalità possibile per conoscere il

distinti gli uni dagli altri, che siano uo-

mondo.

mini o cose”.

Secondo il punto di vista moderno, è la

Per evitare di trasformare l’energia prodotta con il lavoro iniziatico in

è infatti capace di vedere la ‘non sepa-

ragione che governa l’Uomo ed egli

te la realtà solo negli aspetti rivelatigli

pensieri, occorre pertanto che la mente taccia.

dai sensi fisici e dagli strumenti scienti-

Quando riusciamo a far tacere la Men-

fici.

te, aumenta infatti in noi la capacità di

In realtà nel nostro percorso, Fratelli e

sentire la vita, la realtà intorno a noi e

Sorelle, siamo chiamati ad operare real-

noi stessi, come un’unica sostanza vi-

mente un capovolgimento; operazione

brante di cui siamo parte, dove non esi-

mirabilmente rappresentata nella XII^

ste separazione alcuna (Uno, il Tutto).

carta dei Tarocchi (l’Appeso) e nel mito

E’ questo il SECONDO LAVORO DA

di Odino, il dio norreno che -per ap-

COMPIERE: fermando la mente, libe-

prendere l’arte delle rune e della divi-

randola da tutte le sue ordinarie funzio-

nazione- rimane appeso per nove giorni

ni (rumore mentale, preoccupazioni,

e nove notti all’albero Yggdrasill.

giudizi, ricordi, ansie e preoccupazioni

può conoscere direttamente e veramen-

per il futuro) si comincia ad avvertire “Lo so io, fui appeso al tronco sferzato dal

una flebile voce interiore.

vento per nove intere notti,

Si realizza una prima apertura del Cuo-

ferito di lancia e consegnato a Odino, io stesso a me stesso,

confini si dissolvono, che abbandonia-

su quell’albero che nessuno sa dove dalle radici s’innalzi. (…)

marcazione fra noi ed il mondo che ci

re: quando cominciamo a notare che i mo la distinzione io–tu, la linea di decirconda, abbiamo un primo segnale 15


che siamo sulla giusta via “Ascolta

volontà, dirige l’ energia vitale verso

Israele, il Signore Dio Tuo: il Signore è

un’immagine, la impressiona come una

Uno”. L’iniziato rimane consapevole,

pellicola fotografica, attraversando la

ma la sua è una consapevolezza nuova,

quale l’Energia universale crea un cor-

‘espansa’, che abbraccia in un vincolo

po energetico dell’immagine, renden-

di solidarietà tutte le cose del Mondo,

dola in questo modo reale.

tutti i livelli dell’Essere.

Paracelso non a caso definiva l’immagi-

Per potenziare questa prima consape-

nazione un magnete, che -con la sua

volezza, questa prima apparizione della

forza- attira gli oggetti del mondo ester-

stella del mattino, abbiamo un ulteriore

no all’interno dell’uomo per poi trasfor-

lavoro

marli. “L’immagine esteriore deve dive-

da

compiere

ed

alcuni

‘strumenti’ privilegiati a disposizione.

nire immagine interiore. Occorre riprodurla perfettamente nella oscurità del

Il primo di essi è l’ IMMAGINAZIO-

proprio campo mentale, modellando la

NE CREATRICE: la natura e l’utilizza-

luce astrale. Occorre divenire tutt’uno

zione di questo strumento meriterebbe

con essa: io sono l’immagine, l’immagi-

un lavoro a parte; qui voglio solo sotto-

ne è in me. Come la gallina cova l’uovo

lineare che l’ Iniziato -se vuole progre-

(diceva un iniziato), così l’immagine vi-

dire- deve imparare a penetrare il piano immaginale, il mondo dell’Anima:

vente deve essere scaldata nell’interiori-

si tratta del Mondo di Mezzo, quel

stante. Ecco appunto, questo calore dol-

mondo in cui il Corpo fisico ed il mon-

ce, questo fuoco interno che occorre

do divino dello Spirito entrano in con-

aver preparato dentro di sé, è proprio il

tatto. Attraversando ‘la porta stretta’, l’

frutto della traslazione della coscienza

Iniziato penetra in questa dimensione,

dalla testa al cuore… (E’ QUESTO IL

in questo luogo che è il luogo interme-

TERZO LAVORO DA COMPIERE).

dio per eccellenza. Ordinariamente

L’immagine non è solo percepita con la

“l’anima, la scintilla divina e immortale

vista interiore, ma ha un odore, un co-

rinchiusa nella prigione del corpo viene

lore, una vita (S. MAYORCA, la dina-

ingannata e distratta dai sensi esteriori

mizzazione dell’Immagine)”.

che le impediscono di riconoscersi nella

E’ un lavoro che si compie nel Silenzio,

sua vera natura e ricongiungersi con le

che ha i suoi ritmi e i suoi tempi.

sue autentiche origini”. Attraverso la

L’iniziato deve quindi imparare a pa-

pratica dell’immaginazione creatrice l’

droneggiare la luce invisibile della sua

Iniziato, invece, con un preciso atto di

mente; deve imparare a fissare (in Stel-

tà del cercatore con calore dolce e co-

16


le) ciò che è incerto e mutevole ( la Lu-

zione alcuna” (Il Potere segreto del

na) - (“Il Cervo Bianco”, rivista).

Cuore, Alberto Chiara, pag. 100).

In questo modo, la corrente caotica e

Rivolgendosi ad essa noi ‘la attiviamo’

confusa del pensiero e delle immagini

diventandone sempre più consapevoli,

mentali, mosse inconsciamente dalla

e rendendola in questo modo sempre

brama e dall’io, non sarà più in balia

più operante nella nostra vita: “se rima-

delle ingannevoli ombre lunari ma po-

nete in me e le mie parole rimangono in

trà -finalmente- conoscere il potere del

voi, chiedete quel che volete e vi sarà

Cuore. In questa dimensione l’energia

dato” (Giov. 15,7) . Essa fluisce dappri-

non viene più avvertita come una cor-

ma lentamente e poi con forza attraver-

rente cieca, fatale che tutto trascina e

so le immagini. L’Iniziato la percepisce,

contro la quale bisogna lottare ma come

l’asseconda, vibra e diventa tutt’uno

un Fluido vitale che ha un senso ed una

con essa.

direzione, che gli alchimisti e gli iniziati di ogni tempo hanno chiamato in modi

In cosa altro soccorre l’operatività mar-

diversi ma coincidenti: è il Mana dei

tinista?

Polinesiani, l’Orenda degli irochesi, il Chi dei cinesi, l’etere degli antichi, la

Il lavoro della Volontà e dell’ Immagi-

luce astrale di Elifas Levi.

nazione creatrice è potenziato dal RI-

In questo mondo intermedio non esiste-

TO: la ripetizione diuturna dei gesti,

rà più l’uomo separato: siccome è la

delle formule, dei salmi, delle preghiere

stessa energia universale, opportuna-

plasma l’Iniziato e lentamente lo tra-

mente assecondata, che trasforma la

sforma, modellandolo in profondità.

sua immagine in realtà, l’iniziato scopre

I saggi indù sostengono a ragione che,

di potersi affidare ad essa e che anch’e-

ripetendo a lungo il mantra, ad un certo

gli è parte di essa, anch’egli è parte di

punto sarà il cuore a ripeterlo e non più

un Tutto. Non a caso Gesù ogni volta

la mente; è la stessa azione profonda ri-

che realizza un miracolo ripete: “non io

conosciuta dai monaci ortodossi alla

ma il Padre mio ha fatto questo”.

pratica dell’esicasmo che, proprio per

“Tutti i Maestri passati ci parlano di

questa ragione, può essere definita una

questa

preghiera del Cuore.

realtà

onnipotente,

sovra-

mentale, che è la nostra Essenza e che si

Se poi il rito, la preghiera è eseguita IN

trova su di un livello dove ‘Tutto è

CATENA, si riattiva quotidianamente

Uno’, dove il Creatore ed il Creato sono

la carica iniziale e secolare di quella

una cosa sola e non esiste più separa-

energia, moltiplicando il ‘quantum’ di 17


forza alla quale si accede. Il nostro Gran

l’Energia universale farà il resto, atti-

Maestro lo ha ribadito, poche settimane

randola dentro di noi, come una mera-

fa: “Lavora, compi i riti previsti, prega

vigliosa onda essa si espande e si pro-

ed il resto verrà da sé”.

paga a tutti gli aspetti del nostro Essere. “L’Uomo diventa quello che ‘vede’

Concludo ricordando la chiave ultima,

dentro di sé” , dicevano i Rishi all’ ini-

fondamentale, che tutti gli iniziati indi-

zio dei tempi, al tempo dei Veda.

cano e senza la quale nessuna realizza-

“La sola iniziazione che cerco con tutto

zione, nessuna re-integrazione è possi-

l’ardore della mia Anima è quella attra-

bile: l’AMORE.

verso cui possiamo entrare nel Cuore di

“L’unica legge che regola il flusso

Dio e far entrare il cuore di Dio in noi

dell’Energia all’interno di ognuno di

per creare un matrimonio indissolubile,

noi è l’Amore. (…) L’Amore in qualun-

che ci renda l’amico, il fratello, lo sposo

que sua forma crea un’apertura di tutto

del nostro Divino Riparatore – scriveva

il nostro essere, provocando una spon-

Louis Claude de Saint-Martin.

tanea espansione dei nostri canali ener-

Non c’è altro mistero per arrivare a

getici, i quali permettono così il fluire in

questa santa iniziazione che quello di

noi di una quantità maggiore di ener-

immergerci sempre più nelle profondi-

gia, che cresce sempre più al crescere

tà del nostro essere e di non lasciare la

dell’intensità dell’Amore (…).

presa fino a che non siamo pervenuti a

Più impariamo a portare la mente al Si-

sentire la sua vivente e vivificante radi-

lenzio e più aumenta la nostra capacità

ce, poiché allora tutti i frutti che dove-

di amare, perché affiora in noi la perce-

vamo portare, secondo la nostra specie,

zione del Sé, della nostra Essenza più

si produrranno naturalmente in noi e

pura. E’ solo l’illusoria e buia atmosfera

fuori di noi”.

creata dalla mente a separarci infatti dalla realtà vera del Sé.” (CHIARA A., Il potere segreto del Cuore) Dobbiamo amare il più possibile quanto stiamo contemplando nella nostra visione: è questo il momento ed il modo

in cui attiviamo il cuore. ‘Infiammarsi pregando’, amare quanto ‘vediamo’: questo è il segreto, e null’altro occorre sapere per realizzare la ri-unione col Sé; 18


Filosofia dello spirito

La meditazione di Ereskigal

T

ra gli aspetti più strettamente

rate nei vademecum e\o quaderni di

rituali ed operativi, tra quelli

istruzione sono estremamente sinteti-

che ci accompagnano quotidianamente,

che e, dunque, offrono occasione di ul-

la meditazione occupa un posto parti-

teriore riflessione e approfondimento:

colare. Sebbene praticata da tutti, non

in primo luogo, è corretto ritenere che

tutti ne comprendono appieno l’obietti-

le 14 meditazioni sono fondamentali

vo, l’efficacia nel tempo ed i risultati

per il completamento dello status di As-

conseguibili per e su se stessi.

sociato (e poi di quelli successivi), sic-

La meditazione si presta, infatti, a di-

ché esse non possono essere considerate

versi gradi di lettura ai quali, pur nella

un semplice prologo all’attività del pri-

autonomia di ciascun S::I::I::, è possibile

mo grado, limitata per di più nel tempo

offrire un contributo per una più esatta

al periodo di tre lune, dovendosi al con-

comprensione e valorizzazione.

trario ritenere che la loro importanza

Nel corso del rituale di iniziazione al

sia tale da consigliarne l’uso durante

grado di Associato Incognito, viene

tutta la vita iniziatica, qualunque sia il

conferito al neofita il dovere di ripetere,

grado dell’operatore, pur con le modifi-

per la durata di tre lune, la operazione

che previste per i gradi successivi quan-

di “Meditazione per due giorni”, che

to alla durata temporale di ciascun ciclo

“si esegue per 28 giorni consecutivi a parti-

di meditazione. Devo, inoltre, ricordare

re dal giorno successivo il novilunio”. Nel

che il Superiore Incognito Iniziatore a

Rituale quotidiano, poi, è prescritto che,

capo di ogni Gruppo può sempre inte-

dopo la rituale apertura dei lavori,

grare le attività che quotidianamente è

compiute le altre operazioni previste,

chiamato a svolgere ciascun Fratello ed,

l’Associato

alla

in questa ottica, ribadisco la opportuni-

“Meditazione della giornata”, nel corso

tà\necessità della costante e corretta

della quale occorre proporsi la realizza-

pratica meditativa senza limitazioni

zione di quanto ivi previsto. Questo è,

temporali di sorta. Le 14 meditazioni: la

dunque, lo schema operativo in tutti gli

prima cosa che è doveroso notare è la

Ordini Martinisti. Le espressioni adope-

loro formulazione; esse sono tutte indi-

deve

procedere

19


rizzate “contro” qualcosa. Sembrereb-

sioni preliminari, mi sembra necessario

be, dunque, che non si lavori “per”

approfondire la meditazione come stru-

qualcosa ma solo “contro” (nel caso

mento operativo, se cioè esse possano

specifico i difetti oggetto delle medita-

essere vissute ad un livello diverso e

zioni stesse). In realtà, già con una pri-

più sottile. Si può affermare che essa

ma riflessione è possibile evidenziare

non è mera riflessione, per quanto an-

come ogni combattimento, e non vi è

che questa possa essere utile? La rispo-

dubbio che ciascun martinista debba

sta è già in quanto scritto nelle istruzio-

lottare innanzi tutto per migliorare se

ni: “Proporsi la realizzazione” dell’og-

stesso, è sì formalmente contro un limi-

getto della meditazione può significare

te, o più limiti (l’oggetto delle 14 medi-

e significa cosa ben più importante e

tazioni), ma nello stesso tempo si serva

profonda del semplice indugiare sul

di esse proprio per la affermazione di

pensiero seme. Significa, innanzi tutto,

principi positivi: se io combatto contro

ritenere che quel pensiero possa portare

la pigrizia, per ciò stesso sto afferman-

dei frutti, e che questi frutti possano

do la mia volontà di essere attivo parte-

consentire un cambiamento dello stato

cipe della mia costruzione interiore, la

di coscienza di ciascuno, avvicinandoci

mia volontà indefessa di miglioramen-

alla reintegrazione.

to. Mi pare che la modalità espressiva

Ora, per quanto concerne il mio pensa-

adoperata non si possa prestare ad

re, le cinquantadue meditazioni di Se-

equivoci di sorta, e vada letta proprio

dir, dalle quali sono tratte le nostre

nel senso prospettato.

quattordici, risentono forse di un ecces-

Così, la riflessione sul desiderio di po-

so di afflato religioso, che poco ha a che

tenza (la prima che si incontra) significa

fare con un Ordine Iniziatico in quanto

essere umili esecutori della volontà del-

tale. Pur riconoscendo la insostituibile

la divinità, non dovendosi intendere la

utilità delle 14 meditazioni, per come

propria operatività come manifestazio-

reiterate nel tempo, e non vi è infatti

ne di un potere personale; lavorare con-

fratello o sorella che non ne abbia tratto

tro lo spreco significa tentare di costrui-

o ne tragga beneficio ed un sostanziale

re una linea coerente dell’essere, evitan-

mutamento della propria capacità di

do il superfluo ed il ridondante giacché

concentrazione e attenzione, ad esse an-

ogni cosa e ogni gesto hanno il loro

drebbe quanto meno aggiunto un ulte-

tempo ed il loro modo; l’egoismo con-

riore elemento di valenza esoterica,

trasta con la volontà di condivisione dei

conforme cioè alla natura sostanziale di

doni ricevuti, ecc. Esposte queste rifles-

un Ordine Martinista. 20


Questo proposito, forse, potrebbe esse-

ottica, ogni Superiore Incognito ha il

re raggiunto già con una strutturazione

dovere di seguire chi a lui si affida, in-

più complessa della meditazione, piut-

segnare con una prudente, accorta ed

tosto che con un cambiamento che ap-

assoluta disponibilità il come persegui-

parirebbe non conforme alla nostra tra-

re il risultato. Ritengo, pronto a modifi-

dizione. Esporrò, dunque, seppure sin-

care o integrare quanto affermerò, che

teticamente, le mie idee in materia.

l’uso corretto della meditazione può

Affermo, innanzi tutto, che essa medi-

contribuire molto all’innalzamento del

tazione possa essere oggetto, oltre che

livello individuale. Se il percorso cui

del quotidiano lavoro di ciascuno, an-

ciascuno di noi si dedica presuppone,

che dei cd. Lavori di loggia o gruppo.

come ogni via iniziatica, un momento

Infatti, ancora una volta si deve riflette-

di morte e rinascita, occorre giustamen-

re sulla circostanza che le tornate servo-

te pensare ad eliminare preliminarmen-

no e devono contribuire a rendere com-

te gli aspetti negativi ed erronei della

prensibile l’obiettivo perseguito con la

nostra personalità; da qui, giustamente,

ritualità quotidiana; in una parola, a

la negatività apparente dei pensieri se-

concorrere a spiegare il perché ed il co-

me. Ma, compiuto questo primissimo

me della rituaria e del nostro operare. I

passo, occorre costruire un nuovo mo-

lavori di gruppo però non sono la ri-

do di essere, cosa che è possibile osser-

produzione di una loggia massonica,

vando se stessi, eliminando le false rap-

con la quale non hanno nulla a che ve-

presentazioni di sé, al fine di pervenire

dere, e delle forbite relazioni che si

alla costruzione di un nuovo centro del

ascoltano in quel contesto, totalmente

proprio essere. Come operare per rag-

estraneo al nostro, tanto sul piano degli

giungere lo scopo? Il primo passo, co-

obiettivi, quanto su quello dei metodi.

me detto, è una accorta autosservazio-

Ribadisco: il senso del nostro vivere il

ne, onde assumere coscienza delle pro-

Martinismo consiste nel tentare un pro-

prie caratteristiche, riconoscerne l’origi-

fondo cambiamento della nostra strut-

ne e le contraddizioni. Tale procedi-

tura mentale, onde consentire un avvi-

mento presuppone un atteggiamento

cinamento alla trascendenza ed alla co-

distaccato, impersonale, e dunque la

noscenza del sé. Tale percorso di avvici-

esecuzione costante di una serie di eser-

namento parte dalla idea che sia possi-

cizi, specificamente indicati nei vari va-

bile ritornare ad uno stato edenico e da

demecum, la cui importanza è fonda-

questo ad una piena coscienza della no-

mentale per il processo modificatorio di

stra sostanza più profonda. In questa

cui si scrive. Occorrerà integrare gli 21


esercizi indicati con quelli di disidenti-

del giorno per salire verso le sfere più

ficazione e di autoidentificazione, cioè

sottili, con coscienza ma con il necessa-

imparare a riconoscere il proprio nu-

rio distacco interiore. Il pensiero seme

cleo centrale, quello dell’essere, non co-

sarà stato interrato e vi sarà il tempo in

stituito dal corpo o dalle emozioni, dai

cui esso porterà i suoi preziosi frutti,

desideri o dalla mente, ma dalla piena

perché avremo saputo ricevere in noi

consapevolezza della propria essenza.

quanto esso ci può offrire,

Questo presuppone un lungo allena-

-

mento sull’atto volitivo, senza il quale

avremo ottenuto il corretto atteggia-

nulla è possibile. Quanto alle tecniche

mento e fatto lavorare i pensieri seme,

rimando alla corposa letteratura in ma-

utilizzare le nostre creazioni interiori

teria. Il compito iniziatico che ci siamo

verso la diffusione e irradiazione delle

assunti è poi di contribuire al migliora-

stesse verso l’umanità tutta. Dovremo

mento del mondo nella sua globalità.

avere fiducia che questo accada, così

Dunque, i traguardi che si raggiungono

come accadrà. Questo processo di crea-

sul sé vanno irradiati verso l’umanità.

zione varrà per noi e per il creato.

Queste brevi considerazioni comporta-

Tutto ciò comporta la necessità prelimi-

no una meditazione che potrà seguire,

nare di rileggere le 14 meditazioni. Da-

in linea generale, questo schema:

ta per scontata ed evidente l’ispirazione

-

Essendosi posti in posizione co-

religiosa, la domanda da porsi è se le

moda (è molto più importante assume-

stesse possano essere lette su di un pia-

re una postura che consenta il rilascia-

no più elevato o più sottile, come sino

mento, piuttosto che atteggiamenti for-

ad ora ho tentato di indurre ciascuno a

zati che distoglierebbero la mente dagli

fare. Mi sembra che non vi siano parti-

obiettivi prefissi), con una idonea respi-

colari problemi a riconoscere un conte-

razione eliminare i pensieri inutili, cer-

nuto di tal fatta alla prima meditazione,

cando di raggiungere uno stato di silen-

quella intorno al desiderio di potenza.

zio interiore,

Essa pone, infatti, per il Superiore Inco-

-

Leggere con calma la meditazione

gnito Iniziatore, prima che per ogni fra-

del giorno, controllando la nostra atten-

tello o sorella, un problema fondamen-

zione; si constaterà, se l’atto volitivo è

tale: il riconoscere che ogni risultato ot-

ben indirizzato, che il pensiero seme “ci

tenuto lungo la via intrapresa, pur

parlerà”,

ascrivendosi alla forza di volontà dimo-

-

Se sapremo fare quanto sopra, sa-

strata, appartiene tuttavia alla divinità

remo in grado di usare la meditazione

con la quale, grazie al come del percor22

A questo punto sarà possibile, se


so personale, si instaura una relazione

ziaticamente alla pretesa di potenza.

bidirezionale. Non è un caso che sia

Potremo sperare di comprendere fino

esplicitamente affermato nella medita-

in fondo questa solo se avremo la capa-

zione de qua che le pratiche esoteriche

cità di indirizzare correttamente le no-

“provocano spesso confusione nello spazio

stre energie, per permetterci non solo

immateriale e cagionano a lunga scadenza

un operato “sano, vivo, armonioso” ma

reazioni negative”. “Per comandare alle for-

indirizzato verso i giusti miracoli, come

ze naturali, bisogna prima essere padroni di

richiesto per l’appunto dal controllo del

se stessi” ed, ancora, “se possediamo un

desiderio di potenza. La cupidigia può

potere dobbiamo usarlo per il bene, mai per i

essere intesa in vari modi, tutti collegati

nostri interessi…”. Chiediamo a dio il

in qualche modo all’egoismo ed al desi-

permesso di usarlo, e di poteri ne ab-

derio di potenza. Non vi è dubbio, in-

biamo molti altri. Guai tuttavia ai

fatti, che al centro dell’avarizia, come

“maghetti”, che l’esperienza stritolerà

dell’egoismo o del desiderio di potenza,

secondo leggi iniziatiche ineludibili ed

vi sia sempre una ipertrofia dell’io che

eterne. Dunque, tale meditazione può

resta, al fine iniziatico, non semplice-

essere letta simbolicamente, come cor-

mente di impedimento bensì di allonta-

rettivo da apportare al proprio carattere

namento da qualsiasi vero risultato.

onde sviluppare la doverosa umiltà

Quanto nei nostri curricula e palmares

operativa, generosa di doni, ovvero es-

è servito effettivamente alla nostra cre-

sere la premessa per traguardi iniziatici

scita reale? Forse nulla. Ma indicare e

ben più ambiziosi, che il Martinista tro-

porgere agli altri è solo per dividere un

va, se lo desidera, con certezza lungo la

pane, è donare solo per compensare

sua strada. Esaminandole analiticamen-

quanto si sia ricevuto. Aggiungo solo

te tutte, potremo affermare che la pigri-

che compete al destinatario di questo

zia, lo spreco, la vendetta, la cupidigia

pane da con-dividere, o di questo dono,

sono, invece, ostacoli a qualsivoglia

prendere o meno il pane e mangiare,

progresso. Solo definendoli, scioglien-

accettare o meno il dono ed arricchirse-

doli, superandoli è possibile iniziare

ne. Ma la cupidigia, il trattenere per sé,

realmente la via; sino a quel momento

egoisticamente, è del tutto incompatibi-

essa, per quanti tentativi formali tente-

le con la volontà indirizzata al bene e

remo, ci sarà preclusa. Sono, dunque,

miglioramento proprio e della umanità.

giustamente oggetto di riflessione pre-

Ho inteso, dunque, ribadire ancora una

ventiva rispetto ad ogni pretesa opera-

volta il corretto atteggiamento psichico

tiva. L’egoismo, invece, è collegato ini-

da tenere. Se guardiamo le altre medita23


zioni, ci accorgeremo che ve ne sono al-

“Sapere”, e questa scienza non potrà

cune tutte indirizzate alla valutazione

mai derivare dalla semplice lettura di

ed uso della parola: contro l’elogio ed il

più o meno ponderosi volumi sull’argo-

biasimo, contro la maldicenza, e poi la

mento. Solo un Maestro potrà aiutare

menzogna, la calunnia. Poiché esse so-

ad evitare gli errori più grossolani, es-

no strettamente collegate al suono ed

sere accanto al proprio apprendista per

uso della parola, verranno trattate in un

trasmettergli la propria conoscenza, con

momento immediatamente successivo a

prudenza e costanza: perché volere è

questo capo, giacché nel percorso mar-

presupposto fondamentale, ma reitera-

tinista il suono ha un posto di assoluto

re il proprio intendimento giorno per

rilievo, solo che si consideri il valore as-

giorno è ancora più importante. Da ulti-

soluto della vibrazione nelle pratiche

mo, evidenzio che in tutti i libri dei

magico-teurgiche.

Maestri è sempre contenuto qualche vo-

La undicesima meditazione della serie è

lontario errore, che impedisce a chi non

contro la storditezza e l’impazienza,

è guidato di raggiungere risultati non

che personalmente collego per opposi-

dovuti. Che si rifletta su questa circo-

zione a quella successiva, contro la pau-

stanza. Fatto cenno all’esistenza dei

ra. Senza pazienza e volontà di rag-

Maestri, che occorre avere la fortuna di

giungere l’obiettivo, nulla è possibile. E

incontrare e, purtroppo, il più delle vol-

se l’errore è possibile nonostante tutte

te si tratta di falsi maestri, occorre un

le cautele, esso è certo ove non si ado-

chiarimento anche sulla meditazione

peri l’obbligatorio e lunghissimo adde-

che ha per oggetto l’insubordinazione.

stramento. Sarò noioso, ma questo

Seguire un Maestro comporta la neces-

aspetto è quello che impedisce ai molti

sità di credere in quello che viene inse-

un vero progresso. La paura è apparen-

gnato. “La rivolta porta alla perdizione”, ci

temente opposta, in realtà complemen-

viene ricordato, perché se “la legge alla

tare; ricordo i quattro verbi del mago:

quale dobbiamo obbedire ci appare ingiusta,

Sapere, Osare, Volere, Tacere. Talvolta

la nostra rivolta non farà che rafforzarla”.

nella propria vita iniziatica occorre

Questa la spiegazione del perché tanti

“Osare”, consapevoli tuttavia che si de-

abbandonano il percorso. Infatti, la vera

ve essere disposti a pagarne le conse-

libertà interiore, quella che si raggiunge

guenze, anche pesanti. Senza tale di-

con la costanza, l’obbedienza, la volon-

sponibilità la paura dell’ignoto prevar-

tà coerente, è l’unica che supererà “il

rà, bloccando qualunque sviluppo.

potere di comandarci”, perché avviati an-

Ricordo, ancora, che occorre prima

che noi verso la maestria. 24


L’ultima meditazione trova la sua spie-

Il rischio è quello di cercare a ventaglio

gazione iniziatica in questi presupposti.

in tutto ciò che è possibile, senza saper

La disperazione ci coglierà “perché non

fermarsi e trovare il senso, per di più

abbiamo saputo valere quando ciò era neces-

imputando agli altri quelle che sono le

sario e non abbiamo trovato la forza di farlo per mancanza di fede e di speranza. Dobbia-

proprie incapacità.

mo quindi volere e sperare”. Tutte le meditazioni hanno dunque a che fare, ove lo si voglia, con il percorso iniziatico e ne costituiscono l’ossatura. Senza ricordare la favola della volpe e dell’uva, troppo semplificante, i Fratelli e le Sorelle che non trovano quello che a parole cercavano, in realtà pagano la

loro incostanza, i loro dubbi, la impazienza in un percorso invece lungo tutta una vita, e che occorre voler percorrere con tutte le proprie forze. 25


Filosofia dello spirito

L’eggregore di Ignis

D

alla parola greca ἐγρήγοροι

derno linguaggio occultista. Il primo ad impiegarlo in questo modo è stato

deriva il concetto di grigori,

Eliphas Levi e, se i nostri ricordi sono esatti, è sempre lui che, per giustifica-

termine utilizzato nella letteratura giudaica per individuare angeli o demoni, dei Nephilim. Nel Libro di Enoch il ter-

re tale significato, ne ha dato un'inverosimile etimologia latina facendolo

mine indica un “insieme”, un “gruppo”

derivare da grex, «gregge», quando in-

di persone legate da sentimenti, ideali,

vece il termine è prettamente greco e

da cui sarebbe discesa la razza gigante

in realtà ha sempre e soltanto avuto il

usi e costumi comuni. Una famiglia è

senso di «colui che veglia». È noto

già una potente Egregore; un Ordine

d'altronde che questo termine si trova nel Libro di Enoch, ove designa certe

basato su regole ben determinate, norme di condotta precise seguite da tutti i

entità di carattere piuttosto enigmatico, ma che in ogni caso sembrano ap-

suoi componenti, regole, credenze, fedi ecc. In ambito ermetico-esoterico Eli-

partenere al «mondo intermedio»: ecco tutto ciò che hanno in comune con le

phas Lévi utilizzò eggregore nel senso di forma-pensiero collettiva.

entità collettive cui si è preteso applicare lo stesso nome. Queste ultime in

Questa accezione fu contestata da René Guénon, il quale precisò che, l'ambito

effetti, sono essenzialmente d'ordine psichico, ed è soprattutto questo che

psichico a cui si riferiva tale significato non implica nulla di spirituale, e ancor

determina la gravità dell'equivoco da noi segnalato, perché, a questo propo-

meno di iniziatico, ma consisteva in una

semplice

trasposizione

del-

sito [...] ci appare in definitiva come un nuovo esempio di confusione tra

la psiche individuale in un'entità di gruppo.

psichico e spirituale. »

« In questa accezione si tratta di un

(René Guénon, Iniziazione e realizzazione

termine che non ha niente di tradizionale e rappresenta soltanto

personale, VI, Influenze spirituali ed eggregori ).

una delle numerose fantasie del mo26


La maggior parte delle descrizioni delle

mentali o inclinazioni psicologiche, re-

funzioni di una egregore viene dagli

stando imprigionata.

ambienti della società teosofica fondata da Helena Petrovna Blavatsky nel 1875.

« Se i pensieri di un individuo o i suoi

Esse riguardano eggregore negative, so-

sentimenti sono diretti verso una data

miglianti a larve psichiche aleggiano

persona, la forma-pensiero derivante si dirigerà verso di essa scaricando sui

intorno all'individuo che le ha create,

suoi veicoli astrale e mentale. Se invece il pensiero è egoistico o egocentrico

tali per cui ogni tipo di dipendenza da droghe, alcool, lussuria, costrizione a

(come lo sono la maggior parte dei pensieri), vagherà costantemente in-

ripetere, è dovuto a questi parassi-

ti astrali che ricercano il proprio nutri-

torno al suo animatore, sempre pronto

mento; se questo venisse loro negato si

a reagire su di lui ogni qualvolta egli si trovi in condizione di passività.

determinerebbe la loro distruzione o, almeno, il loro allontanamento. Le egregori

esempio

da

Prendiamo, ad esempio, il caso di un uomo che si abbandona sovente a pen-

positive, quelle nate ad

una

viva

preghie-

sieri impuri; egli potrà dimenticare fintanto che è occupato nello svolgi-

ra collettiva, da una terapia di gruppo, da un'energia di guarigione o in gene-

mento regolare delle suo occupazioni giornaliere, anche se le forme-pensiero

rale da un rituale che può essere di natura sciamanica, evidentemente presen-

da lui create gli aleggiano sempre intorno come una nebbia densa, perché

tano altra qualità. Il tema fu affrontato nello specifico da due delle maggiori

la sua attenzione è diretta altrove ed il suo corpo astrale non è sensibile che a

figure rappresentative del movimento teosofico, Annie Besant e Charles Webster

vibrazioni della medesima natura. Ma quando la tensione si rallenta e l'uomo

Leadbeater, nel libro Le forme pensiero del 1901. Le forme-pensiero, scrivono, sono

si riposa lasciando la mente libera da qualsiasi pensiero concreto, egli si

una specie di vibrazione scaturita da un individuo o da un gruppo, che continua

sentirà di nuovo assalito dall'insidia di vibrazioni impure. »

a vivere di vita propria, cibandosi dello stesso tipo di pensieri da cui sono state generate, stimolando così le persone

(A. Besant, C. W. Leadbeater, Le Forme

con cui entrano in contatto a proseguire

pensiero [1901], trad. it., pag. 30, Milano,

a svilupparli. La persona che ne è coin-

Anima Edizioni, 2005).

volta si troverebbe così sottomessa a ripetuti schemi di pensiero, proiezioni 27


Con l'appoggio di alcuni disegni inseri-

no in costui un'energia mentale già pre-

ti nel libro, Besant e Leadbeater chiari-

disposta alla loro frequenza vibratoria.

scono i principi con cui si formano que-

Pensieri malvagi rivolti ad una persona

ste entità: la qualità dei sentimenti da

spiritualmente edificata non potrebbero

cui hanno origine i pensieri ne determi-

trovare in essa alcun accessibilità né op-

na il colore: ad esempio l'odio dà luogo

portunità per installarsi nel suo campo

al nero, la rabbia al rosso, l'avarizia e

aurico, e verrebbero rimandati verso

l'egoismo al marrone, l'affetto al rosa,

colui che li ha originati.

la religiosità al blu; la natura dei pensieri ne fissa la forma: ad esempio una

« Nessun impasto di materia può vibrare all'infuori di determinati limiti,

forma-pensiero di amore e protezione assumere l'aspetto di uno scudo che si

e se la forma-pensiero si trova oltre i confini entro i quali l'aura può vibrare

colloca su di essa, allontanando possibi-

non potrà avere su di essa effetto alcu-

li attacchi malefici contro di lei e poten-

no. Anzi verrà respinta. [...] Da ciò pro-

ziandone le capacità benefiche; i tali-

viene il detto che un cuore puro ed

smani hanno espresso queste qualità

una mente elevata sono i migliori pro-

rivolta ad una persona cara tenderà ad

tettori contro possibili aggressioni; essi costruiranno un corpo astrale e un

benefiche. La precisione dei pensieri si rimanda sulla loro limpidezza: una for-

corpo mentale di materia fine e sottile, tale da non poter rispondere alle vi-

ma-pensiero ben definita avrà molta più potenza di una vaga e offuscata.

brazioni di materia pesante e grossolana. » (Annie Besant, Charles Webster Leadbeater , Le Forme pensiero [1901], trad. it.,

Per quanto riguarda la forma, Besant e Leadbeater identificano tre tipi di forme-pensiero: quelle fatte ad immagine del soggetto stesso che le produce,

pag. 34, Trieste, Società Teosofica Italiana,

quando immagina di trovarsi in qual-

1991).

che luogo; quelle che prendono la forma di oggetti o persone a cui si rivolga

Rudolf Steiner, sostenitore della dottri-

la propria attenzione; quelle non ricon-

na teosofica ma in seguito separatosi

ducibili a realtà concrete, che manife-

per fondare il movimento antroposofi-

stano la natura dei sentimenti da cui so-

co, descrisse varie forme-pensiero, sia

no originate e sono indirizzate ad altre

benefiche che malefiche. Steiner dice

persone. Questi pensieri tuttavia, sia

che si tratta di entità elementali, come

positivi che negativi, non possono in-

gli

fluire sull'aura di un altro se non trova28

spiriti

della

natura

presenti


nei quattro elementi, ma che possono

che lo ha pensato; ma questo contenu-

essere generate dall'uomo ed entrare a

to provoca degli effetti nel mondo spirituale; e questi rappresentano il pro-

far parte del suo karma (o destino) in

cesso percepibile per l'occhio spirituale. Il pensiero parte quale realtà effet-

una vita successiva, andando a costituire la sua fisionomia, o se maligne, im-

tiva da una persona e scorre verso un'altra. E il modo come questo pen-

pedendo lo sviluppo animico. Le falsità e i pensieri cattivi, specie se

siero agisce sull'altra persona, viene sperimentato come un processo perce-

collettivi, porterebbero ad alimentare dei veri demoni astrali, che graverebbe-

pibile nel mondo spirituale. Così per colui in cui sono stati svegliati i sensi

ro sulle atmosfere di luoghi e di comu-

nità terrestri, dando vita anche a feno-

superiori, l'uomo fisicamente percepibile è solamente una parte dell'intero

meni ambientali distruttivi. Tra le altre cose descrisse come le for-

uomo.

me sonore attraggono esseri elementali

Quest’uomo fisico diventa il centro di

della stessa frequenza, in grado di ri-

percuotersi

sui

pensieri

effluvio animici e spirituali. »

umani:

una musica elevata e sublime è penetra-

Se le egregore viene compreso come

ta da entità buone, una disarmonica e

forma-pensiero di natura collettiva, può

violenta è costituita invece da esseri

essere assimilato per certi versi all'in-

mostruosi. Anche i macchinari elettro-

conscio collettivo teorizzato da Carl

magnetici e gli strumenti della moderna

Gustav Jung. Il concetto di "egregore"

civiltà industriale svilupperebbe schiere di elementali arimanici.

come forma-pensiero di gruppo è inol-

Agli effetti

tre stato sviluppato nelle opere del-

acustici del linguaggio coincidono, se-

la Golden Dawn e della Rosa Croce ed è

condo Steiner, delle forme-pensiero co-

stato oggetto degli scritti di autori co-

me quelle prodotte anticamente dalle

me Valentin Tomberg. Esistono Egrego-

parole dei sacerdoti egizi per porle a

re fisiche (formate cioè da uomini o da

guardia dell'ingresso alle piramidi.

esseri viventi) ed Egregore spiritua-

Ogni pensiero è per Steiner un'entità

li che solitamente derivano da quelle

viva, al quale occorre risalire per com-

fisiche. Ci sono Egregore fisiche che

prenderne il modo in cui esplica i suoi

professano idee, usi, ritenuti buoni, mo-

effetti.

rali, altruistici, sociali, di elevazione spirituale, di avvicinamento al Creato-

« Il contenuto di un pensiero vive come tale soltanto nell'anima di colui

re, ed altre che seguono indirizzi con29


trari; Egregore spirituali “buone” o

nanche debellata. (Terre e città sante;

“cattive”, “positive” o “negative” a se-

luoghi magici che si potenziano con de-

conda del punto di vista dal quale si os-

terminati riti o solo con il visitarli; o che

servano. Per comporre una Egregore

si debellano anche

fisica capace di produrre una Egregore

“sacrilegio” che provoca la disgregazio-

spirituale, possono bastare anche due

ne della “sostanza”).

persone; mentre non c’è alcun limite al

Secondo Ambelain: Il Teurgo “non ha

loro numero. Tanto più forte è la perso-

da temere alcuna «spiegazione» che di-

nalità dei partecipanti alle Egregore fi-

minuisca i suoi poteri poiché egli scarta

sico e tanto più intensi sono i poteri di

di primo acchito ogni fattore materiale

chi lo dirige, tanto più potente risulta

dotato di una qualsiasi virtù occulta,

l'Eggregore spirituale che se ne distacca

ogni forza racchiusa o infusa con dei

ad onde continue, una dietro l’altra, fin-

riti nei suoi supporti materiali.”

ché l’azione perdura. Robert

Ambe-

Per Eliphas Lévi, i rapporti ideologici di

lain, in proposito alla creazione ed al

forza vigenti tra le egregore dominanti

comportamento delle Egregore spiri-

sulla Terra riflettono le relazioni astrali

tuali si richiama alla teoria dello

tra i pianeti.

con

un

solo

“spazio” considerato come una serie di “campi intensi” saturi di energie sconosciute, “vive”, per cui può confondersi

« Le forze organizzatrici dei sistemi stellari influiscono oggi sulla no-

con quelle dell’“etere vitale” (il Mana),

stra Terra. Le vere egregore, cioè colo-

sostanza impalpabile, invisibile e non

ro

percettibile che tuttavia è onnipresente

gli astri del cielo con i loro occhi che scintillano in continuazione. Sono

e si insinua ovunque, (più psichica che

che

vegliano

di

notte,

sono

gli angeli che governano le stelle. » (Eliphas Lévi, Le Grand Arcane (1898),

fisica), distribuita con una maggiore o minore “consistenza”, tanto che un po-

pag. 275, Parigi, G. Trédaniel, 1990)

sto o l’altro può esser più favorevole per un determinato vizio o una deter-

In quest'ottica si è sostenuto che le egre-

minata virtù. Questa “sostanza” frutto

gore possano essere strumenti per agire

di vibrazioni, che si può anche concepi-

sulla storia a livello archetipico, infon-

re come “luce” , si trova distribuita

dendo mutamenti sociali e antropologi-

ovunque ma non nella stessa quantità e

ci. Gli esoteristi Omraam Mikhaël Aïvan-

non con la stessa “densità” o potenza.

hov e Peter Deunov si eressero portatori

Ne consegue che può essere più o meno

dell'eggregore della cosiddetta « Fratel-

influenzata, potenziata o diminuita, fi30


lanza Bianca Universale», al fine di

Ma l'essenziale consiste nel compren-

spingere, a loro dire, l'avvento della

dere come si può formare un egregore potente che lavori nel mondo, che aiu-

nuova Era dell'Acquario, apportando

ti e illumini le creature. Solamente, attenzione: si può anche essere puniti e

nutrimento con particolari simbologie e rituali. In tal senso agirebbero anche le

fulminati da un egregore se si ha tradito l'ideale che rappresenta. Sì, gli egre-

egregore di chiese e logge massoniche, che oltre a presiedere all'insegnamento

gori si vendicano contro i membri che li hanno traditi. » (Omraam Mikhaël Aïvanhov, La morte e la vita nell'aldilà, pp. 24-25, Edizioni Prosve-

di dottrine tradizionali, accrescerebbe poteri in grado di operare, sia consciamente che inconsciamente, sull'evolu-

zione del mondo.

ta, 1987).

« Un egregore è un'entità collettiva

Nei Riti iniziatori, l’Iniziazione tenta di

creata dal pensiero di tutti gli individui appartenenti a un raggruppamen-

ottenere

la

concentrazione

delle

to, a un popolo, oppure a una religione; per esempio [...] i loro pensieri, i

“influenze” (Egregore) benefiche e pro-

loro desideri che vanno tutti nella medesima direzione formano un egregore

parte trasferire con i suoi gesti e le sue

impregnato, nutrito, quella collettività.

gliato da parte di uno dei partecipanti

modellato

pizie al fine di possederle per poterle in parole sul postulante; un solo gesto sba-

da

al Rito, una sola parola in più detta

Anche noi, come Fratellanza Bianca Universale, abbiamo un egregore. Tut-

dall’Iniziatore o dal suo assistente

te le religioni, tutti i movimenti spiritualisti hanno la loro. Lo stesso accade

grado più elevato o ad altro Rito, o ad-

per i movimenti politici. A volte, in al-

contraria) può rendere tutto vano ed

to, quegli egregori combattono fra di

anche pericoloso.

loro a chi sarà il più forte. Ogni egregore aiuta la comunità che lo ha formato: esso è uno straordinario serba-

Da queste brevissime e sommarie indi-

toio di energie. Inoltre possiede una forma simbolica, spesso quella di un

reazioni diverse da quelle desiderate.

animale: orso, tigre, gallo, aquila, co-

commettendo un sacrilegio.

(parola che appartenga a cerimonia di dirittura estranea al Rito, se non ad esso

cazioni è comprensibile intuire la facilità di commettere un errore o provocare

Ed è altrettanto facile “disgregare”

lomba, ecc.

Ricordando il detto: “Il modo superiore è mosso da quello inferiore, e questo da quel31


lo” (cfr. “Tavola di smeraldo” e “Tavola di

con un’ampiezza minore. Ciò annulla

rubino”) si deve tenere presente che

gli sforzi di chi tenta di potenziare la

qualsiasi energia di qualunque specie, è

propria Egregore spirituale con conti-

originata e condizionata da e ad una

nui rinvii ed impulsi. Se le due Egrego-

frequenza e questa ad una ampiezza.

re hanno la stessa ampiezza, si verifica

La frequenza di un energia è rappresen-

il fenomeno della “interferenza” per cui

tata dal numero di vibrazioni, nell’unità

si annullano. Si deduce che è molto dif-

di tempo, della materia o della sostanza

ficile mantenere il controllo di una

che la energia compone. Se la sostanza

Egregore spirituale che si è generata, se

o la materia fossero prive di frequenza,

non si è certi di poter produrre una fre-

l’energia esisterebbe soltanto in poten-

quenza tale da generare la risonanza.

za. Quando le Egregore fisica entra in azione (dirige la sua potenza verso un

Gastone Ventura: “Ogni Eggregore fisi-

determinato scopo, con il Rito, passan-

co produce quindi, con le sue azioni,

do dallo stato di potenza all’atto) il

forze invisibili quando di carattere ma-

campo egregorico entra in frequenza e

gnetico, quando di carattere elettrico,

si stacca dal corpo propagandosi e som-

quando di carattere vitale, che sono gli

mandosi gli uni agli altri fino a costitui-

Eggregori spirituali prodotti dagli Eg-

re le Egregore spirituale. Può tuttavia

gregori fisici. Ad esempio, una folla di

darsi ( e si verifica quasi sempre) che le

fedeli in preghiera è un Eggregore fisi-

Egregore più debole entrata in risonan-

co: la sua azione – naturalmente tanto

za, non arriva ad acquistare la stessa

più efficace quanto più sentita, e tanto

ampiezza della più forte per mancanza

più ancora se la preghiera è per tutti

di impulsi da parte di questa (impulsi

una e se è guidata, convogliata da chi

provenienti dall’ Egregore fisica che lo

ne ha i poteri, verso un determinato

ha generato). L’incontro fra Egregore di

obiettivo - produce l’Eggregore spiri-

frequenza diversa provoca la creazione

tuale.”

di una nuova Egregore che ha per frequenza la componente delle due frequenze originarie. Se il senso della frequenza di due Egregore della stessa se-

quenza ma di ampiezza diversa è in opposizione, si genera il fenomeno del “disturbo” che provoca la produzione di una Egregore della stessa frequenza 32


Filosofia dello spirito

La Dea Maat, giustizia e verità: un Simbolo, una Sofia di Issaseck

L

a Dea Maat è una delle divinità

funzione punitiva, ma erano considera-

più importanti nella cultura egi-

te un modo per vivere bene e rispettare

zia. Essa è colei che rappresen-

gli altri. Ecco l’elenco con una traslitte-

ta l’evoluzione spirituale, il suo nome

razione fonetica di alcuni di questi pre-

è citato più di ogni altra dea, di fatti

cetti.

viene vista come l’essenza di tutte le

1) Non uccidere e non permettere che

Dee. Maat, non è tanto una divinità con

nessuno lo faccia.

un volto, ma una filosofia, un simbolo

N SEMAR I OUNDJOUT

spirituale, l’energia cosmica, la forza

2) Non tradire la persona che ami o il

che pervade l’universo. Lei è l’incarna-

tuo coniuge.

zione simbolica dell’ordine mondiale,

N IR I IOUYT M SET MAAT

la giustizia, la correttezza, l’armonia e

3) Non vivere nella collera.

la pace. Maat viene identificata molto

N REKH I NTET

spesso con Iside, dea dai diecimila no-

4) Non spargere terrore nelle persone.

mi, sorella e sposa del dio Osiride.

N IR I BOU DJOU

MAAT rappresentava una delle divini-

5) Non assalire e non provocare dolore

tà più importanti. Emblema della Giu-

al prossimo.

stizia e della Verità, i suoi simboli erano

N ROU REN I IAT NET HEREP

“la bilancia” e soprattutto “la piuma”,

HEMOU

che compare sempre sulla sua testa nel-

6) Non sfruttare il prossimo e non prati-

le raffigurazioni. MAAT personifica

care la schiavitù.

l’Ordine Cosmico contrapposto al caos

N NEMEHE I HEMOUOU M HET EF

sterile e i suoi sacerdoti avevano elabo-

7) Non fare danni che possano provoca-

rato una serie di prescrizioni, di regole

re dolore all’uomo o agli animali.

da seguire per migliorare la società.

N IR I BOUT NTJEROU

Gli Ebrei più tardi copiarono molte di

8) Non causare spargimento di lacrime.

queste regole, radicalizzandole con

N SEMER I

Mosé nei Dieci Comandamenti. In Egit-

9) Rispetta il prossimo.

to invece tali norme non avevano una

N SEMA 33


10) Non rubare ciò che non ti appartie-

N HEBI I DEBHOU

ne.

18) Non parlare dei fatti altrui.

N OUDJ I SEMA

N HEBI I SETJAT

11) Non mangiare più cibo di quanto te

19) Non ascoltare di nascosto fatti al-

ne spetti.

trui.

N IR I MENET HER NEB REMET

N SIAT I AHOUT

12) Non danneggiare la Natura.

20) Non ignorare la Verità e la Giusti-

N HEBI I SEBOU M ROU PEROU

zia.

13) Non privare nessuno di quello che

N OUAH I HER MOUT NET IOUSOU

ama.

21) Non giudicare male gli altri senza

N OUDJ I NTJEROU PAOUTIOU

conoscerli.

14) Non dire falsa testimonianza.

N NEMEHE I M TEH N MEHAT

N NEHEM I FENHOU AHOU

22) Rispetta tutti i luoghi sacri.

15) Non mentire per far del male ad al-

N NEMEHE I ITTET M RA N

tri.

NEHNOU

N NEK I ES

23) Rispetta e aiuta chi soffre.

16) Non imporre le tue idee agli altri.

N KEF I HOUOUT HER SEMOU SEN

N DADA I

24) Non arrabbiarti senza valide ragio-

17) Non agire per fare del male agli al-

ni.

tri.

La Dea egizia Maat

34


N SEHET I APEDOU N TOUR NTJE-

37) Non uccidere gli animali senza una

ROU

ragione seria.

25) Non ostacolare mai il flusso dell’ac-

38) Non agire con insolenza.

qua.

39) Non agire con arroganza.

N HAM I REMOU N HAOUT SEN

40) Non vantarti del tuo benessere di

26) Non sprecare l’acqua per i tuoi biso-

fronte ad altri.

gni.

41) Rispetta questi principi.

N HESEH I MOU M TER EF

42) Rispetta la legge se non contrasta

27) Non inquinare la terra.

con questi principi.

N DEN I DENIT HER MOU ASOU

28) Non nominare il nome dei NETERU

Precetti con un senso ovviamente non

invano.

solo letterale, ad esempio in geroglifico,

N AHEM I HET M AT ES

la prima lettere di ogni precetto è un

29) Non disprezzare le credenze altrui.

onda triangolare che ha con suono N

N TEHI I SOUOU HER SETPET

prima lettera del principio Nun (il cie-

30) Non approfittare della fede altrui

lo) ma anche Acqua in quanto principio

per fare del male.

primordiale riportando al mito stesso

N SENI I MEMENET HER HET

della Creazione.

NTEJER 31) Non pregare né troppo né troppo poco gli Dei. N HESAF I NTJER M PEROU EF IOU I WAB I SEPA (RIPETUTO 4 VOLTE COL SIGNIFICATO : SONO PURO) 32) Non approfittare dei beni del vicino. NEN KHEPER BOU DJOU R I M 33) Rispetta i defunti. N SENET I NTJER 34) Rispetta i giorni sacri anche se non credi.

35) Non rubare le offerte fatte agli Dei utilizzandole per te stesso. 36) Non disprezzare i riti sacri anche se non ti aggradano. 35


Le pagine delle corrispondenze

Amore ed Eros nell’ode di Re Salomone alla regina di Saba di Avatar

U

na donna di singolare bellezza

brare così a prima vista uno dei tanti

un giorno si presentò alla corte

avvenimenti presenti nella Bibbia, ma

di Salomone seguita da uno stuolo di

in realtà questo apparente scorcio di

accompagnatori, portando in dono al

cronaca giudaica, citato anche dallo sto-

sovrano uno straordinario numero di

rico Giuseppe Flavio, occulta una impe-

oggetti di valore, oro, pietre preziose,

netrabile ed intrigante vicenda che mai

drappeggi

verrà chiarita, lasciando adito a qualun-

e

soprattutto

semi

di

Boswellia Sacra, l’albero dell’incenso di

que congettura e supposizione.

cui era ricchissima la terra da dove pro-

Lei era Makeda l’etiope oppure Bilqis

veniva. La fama del Re l’aveva provoca-

dello Yemen o la bella e anonima Sula-

ta e forse incuriosita e pertanto forte era

mita, ma in ogni caso l’appellativo con

in lei il desiderio di conoscerlo e soprat-

la quale è conosciuta e che le diede fin

tutto di interrogarlo. Soddisfatta delle

da allora grande fama fu quello di Regi-

risposte e riconosciuta la sapienza e la

na di Saba. La sua permanenza a Geru-

saggezza del capo del popolo ebraico,

salemme fu tutt’altro che breve, tanto

tornò felice al suo paese, potrebbe sem-

da ispirare quella meravigliosa ode che addirittura trova spazio nel canone dei libri biblici e che tante intense analisi e controversie ha acceso nel corso dei secoli tra storici, studiosi e religiosi: il

Cantico dei Cantici. E’ il Canto Sublime ebraico (Shir has Shirim), l’Asma Asmaton dei greci ed il Canticum Canticorum dei latini, ma soprattutto è la più famosa ed immortale tra le liriche dedi-

cate all’amore. Anche se la tradizione vuol attribuire a Re Salomone in persona la paternità dell’opera, in realtà essa venne scritta intorno al IV secolo a.C.

Re Salomone

36


per poi essere regolarizzata dai Masore-

“Mi baci con i baci della sua bocca! Sì, le

ti anni dopo la nascita di Gesù.

tue tenerezze sono più dolci del vino” (Cantico dei Cantici, VII- 2, 6)

Il contenuto dello scritto, da qualunque posizione venga interpretato sostanzialmente riconduce ad una lettura di in-

Versi come questi riecheggiano per tut-

certo contenuto riguardo il “taglio” che

to il Cantico pervadendo attraverso

fu in illo tempore impresso e che a

mille vibrazioni il lettore. L’armonia

tutt’oggi non dirime il naturale dubbio

poetica delle parole funge da miccia che

di essere dinanzi ad un testo sacro op-

infiamma di passione ogni passaggio.

pure ad un testo di chiara impronta

L’amore non viene presentato come un

profana, o meglio, pagana.

sentimento puro ma come un impetuoso fiume in piena dove partecipazione e tormento non riescono ad appagare l’aspirazione che anima e corpo ambiscono ad ottenere per placare il desiderio di possesso. Salomone, monarca saggio ed equilibrato viene “fulminato” dall’ improvvisa apparizione di quella donna splendida, intelligente incantatrice in grado di sedurlo con la bellezza e le domande che gli propone. “Non state a guardare che sono bruna, poiché mi ha abbronzato il sole. I figli di mia madre si sono sdegnati con me: mi hanno messo a guardia delle vigne; la mia vigna,

la mia, non l’ho custodita.” “Come sei bella, amica mia, come sei bella! I tuoi occhi sono colombe”. “Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso! Anche il nostro letto è verdeggiante”.

“Il tuo grembo è come un tondo calice che sempre trabocca di bevanda. Il tuo corpo è

un mucchio di frumento ornato da rose. I tuoi due seni sono come due cerbiatti gemel-

La Femme Fatale travolge il sovrano più

li……. Come sei bella e amabile, tu, amore mio, fonte di piacere!”

cendolo impazzire d’amore per lei.

giudizioso e ponderato della storia fa-

37


Secondo la tradizione il Re le dedica

pretazione spirituale del Cantico dei

questa meravigliosa lirica che altro non

Cantici affermando con risolutezza che:

è che un inneggiare a tutte quelle emozioni ed ai turbamenti che accendono

«Il mondo intero non vale il giorno in cui è

non soltanto il pensiero ma anche l’a-

spetto materiale e organico inteso come

stato dato a Israele il Cantico dei Cantici. Tutte le Scritture sono sante, ma questo è il

frenesia sessuale e appagamento dei

vero“Santo dei Santi”»

sensi. Il seme del loro turbinoso rapporto darà come frutto Menelik, futuro im-

Così il Cantico entrò a far parte del

peratore d’ Etiopia, a suggello di una

canone ebraico e l’interpretazione alle-

relazione che, seppur adultera e strana-

gorica fu definita come unica esegesi

mente benedetta da YHWH venne com-

ammissibile in contrasto con quella let-

presa tra i libri dell’Antico Testamento.

terale (diffusissima) che ne faceva un

Che a scrivere queste odi sia stato Salo-

culto dei rapporti carnali. In definitiva

mone come vuole la leggenda oppure

l‘ermeneutica del Cantico esalta i mo-

(ipotesi molto più realistica) si tratti di

menti tangibili dell‘ amore che Dio ri-

arcaiche ballate tradizionali che veniva-

versa al suo popolo in una allegoria che

no recitate durante gli sposalizi israeli-

evidenzia il rapporto tra Dio e Israele e

tici ha importanza solo dal punto sto-

quello di Israele per il suo Dio.

riografico, per il resto sono altri i quesiti

Il tutto come un saldo e santo matrimo-

che vengono posti ed ai quali si è tenta-

nio tra due sposi. Ciò fa del Cantico un-

to di dare, ma senza assoluta certezza,

a varietà midrashica che riesamina la

una risposta corretta e definitiva.

relazione tra uomo e donna descritta a

Il primo e sicuramente il più ovvio sot-

proposito di Adamo ed Eva nella Gene-

tolinea come mai la Bibbia, sacro tratta-

si. Alla stessa maniera la Chiesa Cristia-

to dell’ Ebraismo e della Cristianità, ab-

na interpreta la magia di questa esal-

bia potuto annoverare tra i suoi libri un

tazione del sentimento come l‘ atto d‘

testo così ridondante per lussuria e sen-

amore che Cristo Gesù (sposo) dona

sualità. A Jamnia in Palestina nel 95 d.c

all’umanità (sposa) e come quest’ultima

una importante Sinodo giudeo-farisaico

ricambi in egual misura il preziosissimo

stabilì quali fossero i testi religiosi da

regalo. Si viene a creare così una corris-

considerare Sacre Scritture per inserirle

pondenza biunivoca, vera fonte di co-

nella Tanakh. Aqiba ben Joseph , famo-

noscenza e sapienza che attraverso

so Rabbi considerato uno dei più

l’estasi mistica che solo l’amore Divino

grandi Tannaiti presentò la sua inter-

può elargire, unisce creatore e creato. 38


E‘ in sintesi quella condivisione di amo-

L’Agape è l’aspetto esteriore dell’ amo-

re sacro ed inviolabile che lega in co-

re, quello equilibrato, senza interesse,

munione l‘ uomo alla liturgia del sop-

immateriale, mistico, una sorta di dono

rannaturale e che prende il nome di

che viene concesso all’uomo quando si

Agape. L’essenza dell’Agape, la sua

porge ai suoi simili. Lo stato d'animo

verità, il suo dimostrato e la sua rivela-

opposto si identifica con l’ Eros che in-

zione nascosta stanno nel contenuto

tegra invece l’aspetto interiore con il

sostanziale aldilà del significato della

desiderio materiale, corporeo e tangibi-

stessa parola. Non si tratta di una entità

le del possesso. Agape ed Eros: Amore

astratta ma di una parte racchiusa la cui

Divino il primo, Amore Umano il se-

sostanza interna si dirama come il ri-

condo. Questo spiega perché il Banchet-

verbero di mille bagliori pronti a

to dei primi Cristiani, quello in cui si

catturare e stordire i nostri sensi.

celebrava l’Eucarestia, venne chiamato

Il termine Àgape o Agàpe probabilmen-

Agape cioè il punto estremo in cui Dio

te deriva dal greco ἀγάπη, agápē oppu-

nella sua immensa bontà e nel suo

re dal latino caritas ed esprime Amore

sconfinato amore consentiva di mani-

Imparziale, affettuoso, senza limiti e sta

festarsi sublimamente attraverso il pane

quindi ad indicare un sentimento

ed il vino ai suoi seguaci ed ai suoi

smisurato di spinta verso il prossimo

discepoli. Nell'antichità questa forma di

con una intensità quantizzabile per affi-

dogma religioso è spesso presente ed il

nità allo spirito rivelando così una emo-

cibarsi

zione che suggestiona chi lo riceve.

«banchetto totemico» ciò che oggi costi39

di

Dio

veniva

chiamato


tuisce il «Sacramento della Comunio-

vazioni possiamo iniziare a comprende-

ne». Questa utopia, al contrario, nella

re quanto sia vitale ed indissolubile il

filosofia Platonica viene mortificata dal

vincolo che lega un uomo ad un altro

desiderio ossessivo dell’accoppiamento

attraverso il processo eucaristico di co-

carnale visto come necessità ultima per

munione inteso come unità energetica

il perfezionamento dell’essere figurato.

che vibra ed accomuna intenti e temati-

Questi due concetti per secoli sono stati

che unitarie. Il pasto consumato in co-

oggetto di dispute teologiche e metafi-

munità dopo un rito, emblema di unio-

siche fino ai nostri giorni anche se per

ne e coesione è una tradizione che si

completezza bisogna aggiungere a qu-

perpetua infinita ed immortale fin dalla

este varietà dell’amore anche una terza:

notte dei tempi da quando l’Homo Sa-

la Philia. Philia è il compromesso tra

piens si nutriva della preda dopo il

Eros e Agape. Difatti mentre Eros è

sacro rito della caccia. Da allora e fino

l’amore che ci incendia per un altro es-

ai giorni nostri nessuna Setta, nessun

sere o per un ideale e Agape è l’idea

Ordine, nessuna Confraternita ha mai

dell’amore

dalla

osato privarsi del suo banchetto dopo

coscienza di adesione all’ universale ci

una Celebrazione. Dalle antiche caste

unisce e ci circonda, Philia è l'amore che

sacerdotali Essene, Egizie, Orientali at-

ci spinge a comprendere e a penetrare il

traverso gli Ordini Cavallereschi Medi-

significato profondo delle cose.

oevali fino ai giorni nostri l’ Agape ha

Benedetto XVI nell’ Enciclica “Deus

sempre costituito uno dei momenti di

Caritas Est “invece unifica e prospetta i

maggiore intensità collettiva proiettata

modelli di amore come espressioni in-

verso l’aggregazione spirituale utiliz-

tegrative di un solo sentimento. Scrive

zando semplicemente la materia basila-

l’ex Pontefice: «Eros e Agape, amore

re e fondamentale di cui ogni essere vi-

ascendente e amore discendente, non si

vente non può fare a meno: il cibo.

lasciano mai separare completamente

La fusione tra spirito e materia (non in

l’uno dall’altro. La fede biblica non

pane solo vivet homo ) crea una fonte

costruisce un mondo parallelo o un

energetica ricca di essenze vitali e prin-

mondo contrapposto rispetto all’origi-

cipi immateriali che alchemicamente

nario fenomeno umano che è l’amore,

sciolgono qualsiasi barriera e combina-

ma accetta tutto l’uomo intervenendo

no tra loro intenti e forze generando le

nella sua ricerca di amore per purificar-

più alte forme di pensiero

la, dischiudendogli al contempo nuove

mensali fino a raggiungere l’ eggregore

dimensioni». Da queste prime osser-

pura e sublime. Allo stesso modo il

che

partendo

40

dei com-


cibarsi di amore per una coppia è essen-

nogamia, aveva creato un suntuoso ha-

ziale alla perfetta fusione non soltanto

rem. D’altra parte era nato dall’adulte-

della carne ma anche e soprattutto dello

rio che commise suo padre David con

spirito. Da queste premesse si può capi-

Betsabea, sposa di Uria un soldato Ittita

re quanto il Cantico dei Cantici sia di-

che lo stesso David mandò in guerra a

ventato, nella letteratura cristiano-

morire per sottrargli la moglie.

giudaica, una fonte di apprendimento e

Salomone era inoltre uno sfrenato lus-

di esperienza mistica attraverso cui la

surioso e fino a tarda età il debole per le

fede e l’amore per Dio si fondono insie-

donne straniere non lo abbandonò mai.

me creando quell’ unità che porta l’es-

Naturale quindi che vedendo la splen-

sere materiale a diventare integralmen-

dida Regina di Saba non si fosse lascia-

te una cosa sola con la Divinità.

to sfuggire l’occasione di corteggiarla e

Dato ampio spazio all’interpretazione

possederla.

religiosa, a questo punto è opportuno “…Ma re Salomone amava molto le donne straniere: la figlia del faraone, donne di

prendere in esame altri aspetti relativi

al Canto, quelli più oscuri e nascosti che

Moabit e di Sidone, donne ittite. Donne di quei paesi, di cui il Signore aveva detto ai

rendono l’opera un affascinante e misteriosa vicenda tutta da scoprire. 1011 a.C e morto nella stessa località

figli d’Israele: Non andate da esse e non lasciatele venire presso di voi; poiché esse se-

circa 80 anni dopo governò Israele per

durranno i vostri cuori fino a farvi adorare

oltre quatto decenni. La sua figura vie-

le loro divinità. Proprio a tali femmine si

Re Salomone nato a Gerusalemme nel

era affezionato Salomone. E aveva settecento mogli e trecento concubine della terra di

ne accostata a quella di un monarca saggio, colto imparziale ed onesto al

Keb; e le sue donne sedussero il suo cuore.” (Antico Testamento, libro dei Re- XI, 1)

quale fu attribuito la costruzione del famoso Tempio più volte distrutto e ricostruito nel corso dei secoli.

E’chiaro che per dedicarle un’ode la Re-

In realtà, numerosi scritti e le molte no-

gina di Saba dovette essere la sua più

tizie tramandate oralmente come si fa-

preziosa amante, capace di stimolare in

ceva a quei tempi, non lo descrivono

lui nuove motivazioni e di accendere

con quell’alone di santità che si vuol far

particolari sensazioni che nessuna delle

credere, piuttosto lo dipingono come

altre gli aveva provocato.

un burbero sovrano, incline al lusso, at-

Doveva essere una donna libera, disini-

tratto dal danaro e soprattutto delle

bita, sensuale e vogliosa capace di ade-

donne per le quali, alla faccia della mo41


scare gli uomini soltanto con uno

Dio ed il suo popolo utilizzato da que-

sguardo o con il suono della sua voce.

st’ultimo come scudo protettivo. Qualunque esercito ne fosse entrato in

“Attirami dietro a te, corriamo! M’introduca il re nelle sue stanze: gioiremo e ci ralle-

possesso diventava imbattibile.

greremo per te, ricorderemo le tue tenerezze più del vino”. (Cantico dei Cantici 1-4)

bo Melek figlio di Salamone, il quale

Makeda, Regina di Saba portò in gremnon appena cresciuto, si premurò di rubare l’Arca prima di diventare impera-

Era anche consuetudine che le donne

tore d’ Etiopia. Di essa non si ebbe più

più colte del tempo anche se sovrane

notizia, nessuno mai la rivide oppure è

fossero maghe o sacerdotesse e pertan-

a conoscenza del luogo dove potrebbe

to in grado di “stregare” in mille modi

essere nascosta. Si dice che ancora oggi

le loro vittime per raggiungere i loro

si trovi in nel paese etiope di Axum cu-

occulti scopi. Israele possedeva l’arma

stodita nella Chiesa di Santa Maria di

più micidiale del tempo, quella capace

Sion. Dal momento del furto per Sala-

di abbattere da sola le mura di Gerico,

mone cominciò un periodo triste, nero,

lo strumento più potente mai esisistito

pieno di problemi e sventure che lenta-

al cui cospetto si veniva uccisi se non si

mente, anche se in tarda età e per espia-

adottavano le adeguate misure.

re in terra le sue colpe lo portò alla morte. Ma aldilà di questi fatti presunti o reali come si può inquadrare la figura di Makeda? Difficile trarne un commento preciso ed attendibile. La storia si amalgama alla leggenda fino a creare un personaggio immaginario, ma al contempo favoloso e ricco di spunti. Perfino il colore della sua pelle non è risaputo anche se si preferisce pensarlo come scuro in relazione alla sua presunta terra d’origine. Insomma la Regina di Saba fu una delle tante

“Madonne Nere” di cui la storia e la reSi trattava dell’Arca dell’Alleanza cu-

ligione fanno tuttora incetta per propor-

stodita nel Tempio perché considerato

re agli studiosi ed ai fedeli dei prototipi

il Sacro Dispositivo che sancì il patto tra

su cui ricamare le più sublimi e miste42


ma la mia vigna non l’ho protetta. Dimmi tu che ami la mia anima, dove porti gli animali al pascolo, dove riposi il mezzogiorno, cosicché io non debba vagabondare nelle greggi dei tuoi compagni.”

(Cantico dei cantici, I- 5,7) Makeda o Bilquis o la Sulamita oppure chissà chi fosse entrò prepotentemente nella vita di uno dei regnanti più famo-

si di ogni epoca, ma soprattutto riuscì a trovare uno spazio tutto suo nel più grande e famoso testo sacro d’ogni tempo. Ma ci sono sicuramente altre interpretazioni sul colore della pelle che esulano dalla passionalità e dall’erotismo. Il riferimento è alla simbologia carica di significati contenuti nel nero, che trariose congetture. Dalla Madre Terra fi-

smettono esotericamente una serie di

no alla Vergine Maria, passando per Isi-

messaggi nascosti. Chi ha tramandato

de, Astarte e Mefite la bellezza della

pertanto la storia di questa donna ama-

donna veniva identificata non soltanto

ta da un Re così influente e celebre vo-

dalle sue forme e fattezze ma anche per

leva sicuranente passare ai posteri se-

quanto riusciva ad esprimere in termini

grete conoscenze non a tutti accessibili.

di sensualità. E le sfumature della car-

Il colore nero per definizione rappre-

nagione scura in quei tempi così remoti

senta la tenebra, la negatività, il rifiuto,

dovevano suscitare nell’uomo una vo-

l’abbandono, il lutto, la sconfitta e crea

luttà ed un desiderio non indifferente.

quel senso di buio interiore ed esteriore di cui l’uomo ha paura e che cerca di

“Sono nera e tuttavia desiderabile, o figlie di Sion, come le capanne di Kedar, co-

esecrare. Ma è veramente così oppure è

me i tappeti di Salomone. Guardate come sono nera; è stato il sole a bruciarmi così. I

In realtà il nero custodisce in sé antichi

figli di mia madre si adirano contro di me. Essi mi hanno posta a custode delle vigne;

che nessun altro colore riesce a propor-

un falso mito da sfatare? poteri cosmici energetici e vibrazionali re. Le forze telluriche contenute nelle 43


pietre scure sono le più potenti e bene-

solto. A testimonianza di questo, artisti

fiche se ben veicolate. Il nerò è il primo,

e scultori Medievali, raffigurarono Ma-

vero, importante momento della tra-

keda come un ibrido metà essere uma-

sformazione alchemica senza la quale

no e metà animale. Nello specifico la

nessun processo può essere innescato.

donna nascondeva sotto la veste delle

La trasmutazione della materia durante

gambe equine molto pelose, una specie

la fase della nigredo è la colonna por-

di mezzo centauro con gli arti d’asino

tante del cambiamento e del rinnova-

anziché di cavallo. Secondo altra icono-

mento. Il nero è il Caos inteso come

grafia le zampe erano quelle di un’oca e

istante primitivo della nascita materiale

così furono rappresentate in alcune sce-

dapprima e spirituale dopo, ciò che gli

ne incise sui portali delle chiese gotiche.

antichi Egizi consideravano sacro per-

Queste metamorfosi resero la Regina di

ché legato al simbolo dell’Unità Primor-

Saba molto cara agli alchimisti che ve-

diale tant’è che si definivano Kemiti

devano in lei l’emblema della trasfor-

cioè nativi della Kemet ossia “terra Ne-

mazione e della variazione degli ele-

ra”, definizione sicuramente collegata

menti in grado di passare cioè da uno

alle iniziazioni Osiridee e Isiache.

stato all’altro in tempi brevissimi quan-

Il nero infine è substrato di altri colori

to un’apertura di gonna. E’ comunque

ed esprime eleganza e raffinatezza.

chiaro il messaggio simbolico trasmesso

Raffigurare pertanto la Regina di Saba

relativo alla ingannevole caducità delle

con la pelle scura aveva lo scopo di ren-

passioni che manifestano in tutta la loro

dere questa donna estremamente impe-

completezza la propria fragilità ed in-

netrabile, quasi una divinità inviata a

stabilità. L’amante focosa, splendida e

Re Salomone per sedurlo e tentarlo, a

seducente che mostra il suo lato nasco-

dimostrazione che il potere di Dio era

sto pronto ad ingannare chi è caduto

in grado modificare anche il tempera-

nella trappola. Che il fine ultimo della

mento e l’assennatezza di un uomo che

relazione tra Makeda ed il Re fosse

la leggenda ci ha presentato come inte-

una truffa per carpire agli israeliti la

gerrimo. Probabilmente nemmeno lo

potente Arca dell’Alleanza può essere

stesso Re d’ Israele mai capì con chi

una chiave di lettura di questo meravi-

avesse a che fare accecato dalla passio-

glioso cantico che aldilà dei contenuti ci

ne e dall’amore per quella donna.

presenta un Salomone diverso da quel-

C’è consapevolezza di veridicità in que-

lo che viene descritto come icona di

sta ipotesi perché il mistero che circon-

saggezza e costruttore del famoso Tem-

da la Regina da sempre è rimasto irri-

pio di Gerusalemme. 44


Ma ogni relazione che si rispetti coin-

sposizione

volge entrambi i partner e da quel che è

(prostituzione Sacra) per assicurare ai

scritto nel Cantico non si esclude affatto

fedeli un ponte diretto con la Divinità

la piena partecipazione e lo slancio af-

attraverso particolari riti legati alla fe-

fettivo ed incondizionato di Makeda.

condità, alla prosperità ed alla trasfor-

Pertanto se vi sia o no un motivo d’in-

mazione fino a giungere a cerimoniali

ganno sicuramente non si percepisce

di gruppo mossi a combattere carestie,

dalle frasi nè dagli atteggiamenti mani-

siccità e punizioni volute dagli Dei.

festati. Molte religioni impongono alla

La potenza dell’atto sessuale era conce-

coppia di unirsi sessualmente soltanto

pita come lo sprigionarsi di un grande

per procreare, definendo impuro e pec-

canale d’energia che trasmutava l’azio-

caminoso se ciò viene fatto per il solo

ne materiale in forza spirituale attraver-

piacere carnale. Questo paradossale

so l’unione del maschio con la femmi-

luogo comune entrava in contradditto-

na. I due opposti coincidono manife-

rio con quella che fu in passato la prati-

stando i principi Ermetici della polarità,

ca della sessualità Sacra.

della vibrazione, del ritmo, del genere,

Sacerdoti e Sacerdotesse iniziavano ra-

della causa-effetto che si fondono in

gazzi e ragazze oppure mettevano a di-

quello che diventerà il principio della 45

il

proprio

corpo


corrispondenza, ovvero la sovrapposizione ambita dall’uomo per avvicinarsi a Dio. Quest’ultima considerazione pertanto potrebbe difendere il legame che unì in maniera così discussa Salomone

e la Regina di Saba, giustificando l’inserimento del Cantico dei Cantici all’interno della Bibbia, anche se tantissimo potrebbe essere discusso in termini di credibilità. In realtà religione e storia ci

hanno abituato a numerosi ribaltamenti della morale e più volte l’etica universale è stata tradita dalla “ragion di stato” temporale e spirituale. Per tale ragione è obbligatorio lasciare

ad ogni studioso la propria interpretazione su questa meravigliosa lirica che appassiona sia per i contenuti che per l’intrigante alone di mistero che la circonda. Salomone e Makeda l’Etiope hanno contribuito in maniera potente, intensa e profonda a lasciare ai posteri, al di là di qualunque congettura e speculazione, il messaggio che fa dell’amore il sentimento varcante ogni confine e della passione tra uomo e donna, anche se non legati da vincoli matrimoniali, un emozionante prototipo di sfida ai convenzionali rapporti di coppia che può anche non essere condiviso, ma fa parte degli umani comportamenti.

46


Le pagine delle corrispondenze

Apuleio e l’asino d’oro di Anna Maria Corradini

L

e “Metamorfosi” o “L’asino d’o-

me ore della notte quando, per un'im-

ro” è un’opera di Lucio Apuleio,

provvisa sensazione di paura, io mi

vissuto nel II secolo d. C. originario di

svegliai […] ero come immerso nel mi-

Madaura, città della Numidia, provin-

sterioso silenzio della notte profonda e

cia romana. La storia, sotto forma di ro-

sentivo lo strano fascino dell'eccelsa

manzo, narra le avventure di Lucio, il

dea che esercita il suo potere sovrano

protagonista, che per un sortilegio ma-

su tutti gli esseri viventi […] così pregai

gico, viene trasformato in asino, conti-

l'onnipotente divinità.

nuando a mantenere le capacità cogniti-

‘O regina del cielo,

ve di essere umano. Tutta la trama si

quest'orrendo aspetto di quadrupede,

snoda attraverso le peripezie tragicomi-

rendimi agli occhi dei miei cari, fammi

che dell’infelice malcapitato, che cerca

tornare il Lucio che ero.E se poi qualche

disperatamente di riprendere sembian-

divinità che ho offesa mi perseguita con

ze di uomo. Si tratta di un viaggio ini-

una crudeltà così accanita, mi sia alme-

ziatico vero e proprio con molti ostacoli

no concesso di morire se non mi è lecito

e prove che Lucio deve superare prima

vivere. Così pregai versando lacrime e

di subire la trasformazione per ripren-

lamenti da far pietà, finché nuovamente

dere il primitivo aspetto.

il sonno non vinse il mio animo spossa-

La sua metamorfosi non sarà solo fisica,

to ed io non ricaddi là dove m'ero steso

ma anche interiore. Tuttavia, riprese le

poc'anzi.Ma avevo appena chiusi gli oc-

sembianze umane, l’autore vuol dimo-

chi, quand'ecco che sulla superficie del

strare al lettore, che l’essere umano è

mare apparve una divina immagine, un

spesso sciocco e non sa trarre insegna-

volto degno d'esser venerato dagli stes-

mento

vita.

si dei. Poi la luminosa parvenza sorse a

Nell’XI libro dell’opera il protagonista

poco a poco con tutto il corpo fuori dal-

invoca la dea Iside con una preghiera

le acque e a me parve di vederla, ferma,

che proviene dal profondo del suo esse-

dinanzi a me. Mi proverò a descrivervi

re. La dea gli appare in sogno in tutto il

il suo aspetto mirabile se la povertà del-

suo splendore: “Dovevano essere le pri-

la lingua umana mi darà la possibilità

dall’esperienza

della

47

[...] Liberami da


di farlo o se quella stessa divinità mi

degli dei, gli Autoctoni Attici Minerva

concederà il dono di un'efficace e facile

Cecropia, i Ciprioti circondati dal mare

eloquenza.Anzitutto i capelli, folti e

Venere Pafia, i Cretesi arcieri famosi

lunghi, appena ondulati, che mollemen-

Diana Dittinna, i Siculi trilingui Proser-

te le cascavano sul collo divino.

pina Stigia, gli antichi abitatori di Eleusi

Una corona di fiori variopinti le cinge-

Cerere Attica, altri Giunone, altri Bello-

va in alto la testa e proprio in mezzo al-

na, altri Ecate, altri ancora Ramnusia,

la fronte un disco piatto, a guisa di

ma i due popoli degli Etiopi, che il dio

specchio ma che rappresentava la luna,

sole illumina coi suoi raggi quando sor-

mandava candidi barbagli di luce. […]

ge e quando tramonta e gli Egizi, così

Indossava una tunica di bisso leggero,

grandi per la loro antica sapienza, vene-

dal colore cangiante, che andava dal

randomi con quelle cerimonie che a me

bianco splendente al giallo del fiore di

si addicono, mi chiamano con il mio ve-

croco, al rosso acceso delle rose […] .

ro nome, Iside regina.Eccomi, sono qui,

Quei lembi e tutto il tessuto erano dis-

pietosa delle tue sventure, eccomi a te,

seminati di stelle scintillanti e in mezzo

soccorrevole e benigna.

ad esse una luna piena diffondeva la

Cessa di piangere e di lamentarti, scac-

sua vivida luce [..] Tale e così maestosa,

cia il dolore, grazie ai miei favori ormai

spirante i profumi felici d'Arabia, si de-

già brilla per te il giorno della salvez-

gnò di parlarmi la dea.

za.Sta' ben attento, invece, agli ordini

<Eccomi o Lucio, mossa alle tue pre-

che ti do: il giorno che sta per nascere

ghiere, io la madre della natura, la si-

da questa notte, come vuole un'antica

gnora di tutti gli elementi, l'origine e il

tradizione, è consacrato a me.

principio di tutte le età, la più grande di

In questo giorno cessano le tempeste

tutte le divinità, la regina dei morti, la

dell'universo, si placano i procellosi

prima dei celesti, colei che in sé riassu-

flutti del mare, i miei sacerdoti, ora che

me l'immagine di tutti gli dei e di tutte

la navigazione è propizia, mi dedicano

le dee, che col suo cenno governa le al-

una nave nuova e mi offrono le primi-

tezze luminose del cielo, i salubri venti

zie del carico. Dunque, con animo puro

del mare, i desolati silenzi dell'oltre-

e sgombro da timore, tu devi attendere

tomba, la cui potenza, unica, tutto il

questo giorno a me sacro.

mondo onora sotto varie forme, con di-

Infatti ci sarà un sacerdote in testa alla

versi riti e differenti nomi.

processione, che per mio volere porterà

Per questo i Frigi, i primi abitatori della

intrecciata al sistro una corona di rose.

terra, mi chiamano Pessinunzia, Madre

Senza esitare tu fatti largo tra la folla e 48


segui la processione, confidando in me,

in piedi che il sonno era a un tratto

poi avvicinati a lui come per baciargli

scomparso, pieno di spavento e di gioia

devotamente la mano e afferrargli le ro-

insieme tutto madido di sudore e, anco-

se. Vedrai che in un attimo ti cadrà que-

ra stupefatto per l'apparizione così net-

sta brutta pelle d'animale che anch'io

ta di quella potente dea […]”

già da tempo detesto. Non aver paura,

Questo racconto di Apuleio è emblema-

ciò che ti dico di fare non è difficile,

tico. Il primo elemento è l’aspetto misti-

perché in questo stesso istante in cui ti

co, lo stato di trance in cui si trova il

sono davanti, sono presente anche al-

protagonista che tra sonno e veglia, av-

trove e al mio sacerdote sto dicendo in

verte già la presenza divina. Poi suben-

sogno le cose che deve fare.

tra la preghiera di invocazione verso un

Per mio comando la folla assiepata ti

essere superiore che possa aiutarlo nel-

farà largo e a nessuno, in questa lieta

la sua disgrazia, la fede e la speranza

ricorrenza e nell'allegria della festa, ri-

giocano un ruolo determinante per l’e-

pugnerà quest'orribile aspetto che hai o

nergia che si sprigiona dalle sue parole.

giudicherà male la tua metamorfosi in-

La figura che appare ai suoi occhi è una

terpretandola addirittura come un fatto

divinità che abbaglia ed emana luce ac-

sinistro. Ma ricordalo e tienlo bene a

cecante. La luce e il globo sulla fronte

mente una volta per tutte, che la tua vi-

(quasi un’aureola) che in questo caso

ta, fino all'ultimo giorno, è ormai consa-

sarebbe la luna, sono gli elementi pre-

crata a me. Del resto mi pare sia giusto

dominanti. L’apparizione è una divinità

che tu dedichi la tua esistenza a colei

femminile che indossa una tunica dai

che per sua grazia ti ha fatto tornare uo-

colori cangianti e un manto arricchito

mo fra gli uomini. E tu vivrai felice, vi-

di fiori, frutti e stelle scintillanti, simbo-

vrai glorioso sotto la mia protezione, e

lo dell’abbondanza, della prosperità,

quando il tempo della tua vita sarà

della gioia. Che è costei? Si presenta co-

compiuto e scenderai agli Inferi, anche

me la madre della natura, la divinità di

allora, in quel mondo sotterraneo, nei

tutti gli elementi. Tutti i popoli la chia-

campi Elisi, dove tu abiterai, vedrai me,

mano con vari nomi, a seconda della lo-

come in questo momento, risplendere

ro fede e delle loro credenze, ma questo

fra le tenebre dell'Acheronte, regina

poco importa, colei che è apparsa rap-

delle dimore Stigie e continuerai ad

presenta la madre di tutte le genti della

adorare il mio nume benigno […] Posto

terra, ma per maggiore comprensione

fine all'augusta profezia l'invitta divini-

al fedele, dice di essere Iside, attualiz-

tà scomparve. Quanto a me mi ritrovai

zando la sua apparizione per l’interlo49


cutore che vive nel II secolo d. C. La vi-

presenza divina. Rito, simbolo, insegna-

sione di Lucio è paragonabile alle estasi

menti camminano sempre assieme in

mistiche legate a tutte le religioni, in

questi fenomeni, per una definitiva con-

quanto si possono constatare elementi

sacrazione del prescelto, che ha avuto la

comuni come lo stato di trance, la luce

visione e a sua volta deve diffondere e

che emana la figura, l’aureola o disco

mettere in pratica le istruzioni date.

luminoso sul capo, che contraddistin-

Lucio ha le sembianze di un asino, ma

gue la sacralità della immagine appar-

attraverso l’intercessione divina, ritor-

sa. Un altro aspetto rilevante è che spes-

nerà ad essere uomo. Si tratta di una

so la personificazione al femminile

metafora per indicare che il cambia-

coincide con la presenza dell’acqua sia

mento esteriore coincide con una totale

come sorgente che sgorga all’improvvi-

conversione spirituale, un vero e pro-

so, o si trova già sul luogo dell’appari-

prio processo iniziatico, che attraverso

zione, come in questo caso, il mare.

il rito e la purificazione, una completa

L’acqua è il primo passaggio fonda-

catarsi interiore, porta verso la luce e

mentale della purificazione.

l’illuminazione. Si vuole sottolineare

Altra caratteristica comune è il fatto che

l’universalità dell’esperienza umana ve-

venga trasmesso un messaggio.

nuta a contatto con il trascendente, fe-

Si tratta dunque quasi sempre di una

nomeno che può verificarsi per tutti gli

madre di tutti gli uomini, benefica e

uomini senza differenza di religioni,

soccorritrice negli affanni. C’è da consi-

razze, confini territoriali, tempi, ma in

derare anche l’aspetto salvifico.

un affratellamento unico della nostra

È venuta per salvare e consolare, aspet-

specie dalla preistoria ai nostri giorni.

to che accomuna le apparizioni nelle re-

Il sacro e il divino sono condizioni

ligioni anche cristiane. Inoltre la fede e

dell’essere umano che non conoscono

la preghiera sono due canali indispen-

differenze o barriere create dall’uomo

sabili per stabilire un contatto con il tra-

nella sua precarietà terrena, che tende a

scendente. Bisogna rilevare che la divi-

dividere e a combattere i suoi simili

nità invia un messaggio indirizzato a

dalla notte dei tempi.

tutta l’umanità, finalizzato a testimoniare la presenza del divino per un

cambiamento radicale nei comportamenti. Nel caso di Iside, tale è il nome della dea, viene dettato il rituale sacro da seguire per la consacrazione della 50


Le pagine delle corrispondenze

Astrologia e spiritualità: Dal Karma al Dharma di Paola Pierpaoli

N

el romanzo di Paulo Coelho,

sonale.” Le parole del vecchio non ave-

“L’alchimista”, si parla di

vano molto senso per il ragazzo,

Leggenda Personale e di Anima del

che tuttavia voleva sapere quali fossero

Mondo. Un giovane pastore ha sognato

quelle forze misteriose: la figlia del

per due notti consecutive che troverà

commerciante sarebbe rimasta a bocca

un tesoro accanto alle Piramidi d’Egit-

aperta. “Sono le forze che sembrano ne-

to. Decide così di partire, vendendo tut-

gative, ma che in realtà ti insegnano

te le sue pecore ed andando incon-

a dimostrare la tua Leggenda Persona-

tro all’ignoto. Entra in questo modo

le. Preparano il tuo spirito e la tua vo-

nella sua Leggenda Personale, che

lontà. Perché esiste una grande verità

lo porterà ad affrontare molte peripezie

su questo pianeta: chiunque tu sia o

ma anche a trovare il suo particolare te-

qualsiasi cosa tu faccia, quando deside-

soro. Ad un certo punto fa la conoscen-

ri una cosa con volontà, è perché questo

za di un vecchio saggio, e questo incon-

desiderio

tro sarà determinante nel decidere di

ma dell’Universo. Quella cosa rappre-

partire. Dal romanzo “L’alchimista” : Il

senta la tua missione sulla terra.”

ragazzo non sapeva neppure cosa fosse

“Anche se si tratta soltanto di viaggia-

la Leggenda Personale. “È quello che

re? O di sposare la figlia di un commer-

hai sempre desiderato fare.

ciante di tessuti? ” “Oppure di cercare

Tutti, all’inizio della gioventù, sanno

un tesoro. L’Anima del Mondo è ali-

quale è la propria Leggenda Personale.

mentata dalla felicità degli uomini. O

In quel periodo della vita tutto è chiaro,

dall’infelicità, dall’invidia, dalla gelosia.

tutto è possibile, e gli uomini non han-

Realizzare la propria Leggenda Perso-

no

nale è il solo dovere degli uomini.

paura di sognare e di desiderare

è

nato

nell’ani-

tutto quello che vorrebbero veder fare

Tutto è una sola cosa. E quando

nella vita. Ma poi, a mano a mano che il

tu desideri qualcosa, tutto l’Universo

tempo passa, una misteriosa forza co-

cospira affinché tu realizzi il tuo desi-

mincia a tentare di dimostrare come sia

derio.” La Leggenda Personale corri-

impossibile realizzare la Leggenda Per-

sponde al dharma, la realizzazione del 51


nostro vero compito sulla terra, voluto

yoga se non avesse perduto il suo com-

da Dio, il Principio Divino, l’Anima del

pagno. A distanza di quasi vent’anni,

Mondo, e le forze che sembra vogliano

lo poteva dire con serenità. Questo è un

tenerci lontani dalla realizzazione della

esempio di cammino dal karma al dhar-

Leggenda Personale sono i blocchi kar-

ma, e di collaborazione con il progetto

mici da cui possiamo farci fermare o

divino. Le prove che dobbiamo affron-

che possiamo trascendere.

tare nella vita non vengono per caso,

La malattia è spesso malattia dell’anima

nessuno ci vuole male.

che non sa decidere se rimanere ancora-

È che a volte è necessario lasciare qual-

ta alle abitudini karmiche, che spesso

cosa a cui teniamo molto prima di in-

non sono piacevoli ma più rassicuran-

traprendere la nostra vera strada. Re-

ti perché note, o, come il pastore de

stare a livello del karma avrebbe signi-

“L’alchimista”,

nell’igno-

ficato per la mia amica cadere nel-

to inseguendo un sogno. Quel sogno

la disperazione o cercare un partner so-

non è un sogno qualsiasi, ma corrispon-

stitutivo per il timore di restare sola;

de al ruolo che ognuno di noi dovrebbe

abbracciare il dharma è stato incontrare

coprire

lo yoga fino a diventare insegnante.

entrare

nell’universo

secondo

il progetto divino.

Astrologicamente il cammino dal kar-

E, nonostante i timori, di quel sogno

ma al dharma è espresso dai no-

sentiamo l’attrazione. Comprendere la

di lunari, nodo sud e nodo nord. I nodi

ragione della nostra presenza sulla ter-

lunari non sono entità fisiche, ma due

ra ed entrare in contatto con il potenzia-

punti nella traiettoria della Luna.

le creativo di cui ognuno di noi dispone

Dal momento che la Luna rappresenta

per realizzare il suo compito vuol dire

l’anima incarnata, si può comprendere

essere più vicini a Dio.

perché i suoi nodi abbiano a che fare

Come diceva il maestro spirituale Osho

con il destino dell’anima sulla terra. In

Rajneesh, “la creatività ci avvicina a

particolare nel nodo sud incontriamo le

Dio, perché Dio è creazione”. A volte la

abitudini karmiche, e nel nodo nord il

perdita di qualcosa che è per noi molto

modo per trascenderle. È tuttavia

importante, può diventare stimolante

nell’equilibrio tra i due nodi lunari

attraverso il dolore. Tempo fa una mia

(che sono sempre opposti, ad esempio

amica, insegnante di yoga, che aveva

nodo sud

perso il marito in giovanissima età

in Bilancia), che possiamo realizzare il

a causa di un incidente stradale, mi di-

dharma, più specificamente attraverso

ceva che non avrebbe mai incontrato lo

le modalità indicate dai quattro angoli 52

in

Ariete,

nodo nord


della carta (ascendente e discendente,

condivisione della propria creatività, si

medio cielo e fondo cielo), e da quelle

possono manifestare attraverso una

che io chiamo configurazioni di guari-

malattia che va ad interessare gli organi

gione (aspetti armonici tra i pianeti).

che meglio esprimono il conflitto stesso.

Lungo questo percorso quasi mai facile,

In altri casi la malattia stessa può essere

possono crearsi blocchi energetici e ma-

funzionale alla realizzazione del dhar-

lattie. Ad esempio il dharma, o, per

ma. Ad esempio, si può avere un handi-

usare un’espressione de “L’alchimista”,

cap fisico per sviluppare l’umiltà di far-

la Leggenda Personale, di chi ha il nodo

si

nord in Leone o nel settore 5 (il settore

o un’eventuale paralisi ci può costrin-

5 è in analogia con il segno del Leone) e

gere ad impiegare il nostro tempo

quindi il nodo sud in Acquario o nel

a studiare o a scrivere un libro.

settore 11, si può riassumere con que-

Nella prima ipotesi il dharma consi-

ste parole “condivisione della propria

ste nell’accettare di diventare umili,

espressione creativa”: Nodo sud in Ac-

nella

quario (o settore 11) vuol dire un karma

un impegno. Avviene così una guari-

in cui si tende a rimandare l’espressio-

gione

ne della propria creatività perché

è possibile quella fisica.

si teme di offendere il gruppo di appar-

La guarigione spirituale permette co-

tenenza

munque, anche in queste circostanze, di

(che

sia

la

famiglia

o

curare

o

di

chiedere

seconda

nel

spirituale,

prendere

anche

non

non

individuale. Nodo nord in Leone

nel corpo fisico. La lettura di un tema

(o settore 5), significa, al contrario, pie-

natale in chiave medica, da parte di un

na espressione di sé. Le persone con

serio esperto del settore, rende possibile

questi nodi hanno spesso difficoltà con

individuare

il terzo chakra (organi digestivi) e con il

ci, generatori di malattia, che si creano

quinto chakra (gola, tiroide).

ogni

La funzione psichica del terzo chakra è

sua crescita spirituale, incontra ostacoli

infatti la consapevolezza del proprio

che giudica insormontabili. Se non vie-

posto nell’universo, mentre quella del

ne individuato il modo di superare

quinto chakra è l’espressione del-

l’impasse, l’anima si ammala nel corpo

la creatività nel sociale.

fisico, a livello di quegli organi che so-

Le difficoltà che si incontrano nel pas-

no costituzionalmente più deboli o che

saggio dall’Acquario al Leone, e nel rie-

sono energeticamente connessi al pro-

quilibrio di queste due energie fino alla

blema che si sta affrontando.

qual

i

ulteriori

se

un gruppo sociale) attraverso l’azione

53

sviluppare

aiuto,

blocchi

volta

malattie

energeti-

l’anima,

nella


E’ possibile attraverso una corretta let-

tutto il mio lavoro di astrologa va

tura del tema, individuare i punti di

in questa direzione, che non una visio-

forza su cui l’anima, e quindi la perso-

ne materialistica della psiche, ma solo il

na, può fare leva per crescere spiritual-

riconoscimento che psiche e anima sono

mente ed operare la sua guarigione;

la stessa cosa, può operare guarigioni

è nello stesso tempo possibile stabilire

profonde e permanenti, perché la vera

quali sono le terapie più adatte a quella

guarigione può

persona perché la guarigione spirituale

tuale.

e quella fisica si compenetrino e si supportino vicendevolmente. A volte una

terapia non è risolutiva non perché il medico non sia bravo o il rimedio non adatto, ma perché quella persona farebbe meglio a curarsi con l’agopuntura, ad esempio, piuttosto che con l’omeo-

pat i a.

Alt r e

v olt e

il

r i m e d io

non funziona perché l’anima deve entrare in maggiore contatto con il suo dharma. Se un serio esperto del settore leggesse in chiave medica il tema natale di una donna che presenti forti valori

Capricorno

accompagnati

da aspetti Luna-Saturno e soprattutto Nettuno-Saturno, potrebbe prevedere l’insorgere dell’osteoporosi dopo la menopausa

e

consigliare

cu-

re preventive. Se si volesse curare questa

persona

a

livello

dell’ani-

ma, bisognerebbe lavorare su quello che il pianeta Saturno (il rapporto con il limite, la struttura e l’impegno; le

ossa) rappresenta nel suo karma e su come trasformarlo affinché abbia una funzione positiva nell’attuazione del dharma. Concludendo, sono convinta, e 54

essere soltanto spiri-


55


L’angolo dell’Armonia

Quando, allo specchio, riflessa E nuda t’appare senz’ombre, Né compromesso La tua coscienza; Allora sei Sui giusti gradini di scala Che lenta conduce

Alla Luce D’antica e vera Conoscenza. Da “All’ombra dei silenzi” di Mimmo Martinucci

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L’angolo dell’Armonia

Fuoco, Ennio Prestipino

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Le parole dei Maestri Passati

Per gentile concessione della moglie, dott.ssa Anna Maria Corradini, pubblichiamo un breve articolo del compianto Bent Parodi, fratello, amico, esoterista e studioso delle religioni. Sono brevi riflessioni sul mito di Elena, che inducono a profonde meditazioni. Elena simbolo di bellezza: Bellezza come bene effimero, strumento del demonio o visione che conduce ad armonia, al mondo delle idee e alla relazione con il nostro mondo interiore, al vero e alla conoscenza. Tutto si consuma in un grande campo di battaglia tra Greci e Troiani che ricorda un altro celebre campo di battaglia, quello della Bhagavad Gita che simboleggia la più difficile delle guerre, quella che l'iniziato deve compiere entro di sé.

Akhenaton

«Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia, ti ha benedetto Dio per sempre. Cingi, prode, la spada al tuo fianco, nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte, avanza per la verità, la mitezza e la giustizia.» (Salmi 44)

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Le parole dei Maestri Passati

Il mito di Elena di Bent Parodi, di Belsito

C

ome tutti ben sanno, Elena è

dai signori della Grecia la stipula di un

stata la più bella donna della

patto impegnativo: Elena avrebbe scelto

grecità arcaica, protagonista dell’Iliade

di sua volontà il marito da sposare e

e della guerra di Troia. In realtà ella

tutti gli altri si sarebbero impegnati nel-

non era una donna, piuttosto una dea,

la buona e nella cattiva sorte a soccorre-

vari miti di origine alludono alla sua

re il prescelto: questo è il motivo per cui

genealogia divina. Secondo la variante

tutti i principi greci furono costretti a

accolta nel poema omerico ella era fi-

partecipare con le proprie flotte e i pro-

gliola di Zeus e di Leda, suo padre

pri soldati alla tragica impresa di Troia.

“umano” era Pindaro, suoi fratelli i

Elena dunque andò a nozze con Mene-

Dioscuri Castore e Polluce. Ammirata

lao, fratello di Agamennone, re di Mice-

sin da fanciulla per la sua straordinaria

ne e comandante della coalizione greca,

bellezza sarebbe stata rapita a sedici an-

recentemente divenuto re di Sparta. Da

ni dall’eroe Teseo con l’aiuto dell’amico

Menelao ebbe una figlio di nome…..

Piritoo e portata ad Atene, dove tutta-

Durante un ricevimento ufficiale alla

via i cittadini si rifiutarono di accoglier-

corte spartana, il giovane Paride, princi-

la. Teseo dunque decise di affidarla alle

pe troiano figlio di Priamo e di Ecuba

cure della madre nella sua proprietà di

ebbe modo di conoscere Elena e ne ri-

Afidna, a nord dell’Attica.

mase sconvolto. Innamorato pazzo, si

Si sposarono ed ebbero una figlia di no-

rivolse ad Afrodite, supplicandola di

me Ifigenia, ben presto tuttavia i Di

trovare il modo di fare invaghire la re-

oscuri la liberarono riportandola alla

gina di Sparta e di poterla rapire e por-

corte di Sparta, laddove Tindaro decise

tarla a Troia. Afrodite acconsentì all’u-

che la ragazza fosse ormai in età da ma-

nica condizione che Paride avesse di-

rito, la offrì in moglie a tutti i principi

chiarato alle divinità dell’Olimpo chi

della Grecia che accorsero in massa, ri-

fosse “la più bella del reame”, la dea

chiamati dal mito della sua straordina-

più seducente del pantheon. Paride non

ria bellezza. Tindaro appositamente

esitò, indicando in Afrodite la campio-

suggeritole dall’astuto Ulisse, pretese

nessa di tutte le qualità estetiche di una 59


divinità femminile. Fu così, che con il

tutti gli altri invasori Greci, tutti vorreb-

favore della dea, approfittando di un

bero assassinarla per punirla di dieci

viaggio di stato di Menelao a Creta, con

anni di strazi e di orrori. Anche stavolta

l’aiuto di un manipolo di Troiani seque-

sarà la sua bellezza a risparmiarla.

strò Elena trasportandola a Troia.

Raccontano le vicende mitiche che il viaggio di ritorno di Menelao, come per tutti gli altri principi greci, fu funestato dall’Ira di Poseidone. La nave del re di Sparta, anziché ritrovare la via di casa, finì in tutte le terre del Mediterraneo orientale, approdando in particolare in Egitto (allusione evidentemente simbolica). Alla fine, ritrovata la via della Grecia, la nave di Menelao approdò nel porto di Argo, proprio nel giorno in cui Oreste aveva vendicato la morte del padre Agamennone uccidendo madre e sorella Clitemnestra e Ifigenia.

Qui fu accolta con grande simpatia dal re Priamo e dalla moglie Ecuba, facendosi ben volere e ben apprezzare in tutta la città. Menelao, tornato a Sparta, infuriato nell’onore, indusse il fratello

Agamennone a promuovere una grande coalizione navale allo scopo di liberare Elena e distruggere la fedifraga Troia. Le vicende sono ben note dal racconto dell’Iliade, la guerra si trascinò

per dieci anni. Vuole il mito che morto Ettore e anche Paride, Elena abbia sposato l’eroe greco Achille. Sul finire della

Alla vista di Elena, considerandola fonte di tutte le tragedie familiari, levò la spada per ucciderla, ma ancora una volta accadde l’imprevedibile.

guerra, dalla terrazza dell’acropoli troiana Elena intravede l’astuto Ulisse camuffato da mendicante. Decide di non tradirlo, a gesti gli segna-

Apollo su ordine di Zeus salvò Elena e fattola immortale la trascinò nell’Olimpo fra gli dei sempiterni.

la la disponibilità ad aiutarlo. Al momento della resa dei conti, con una fiaccola, gli darà il segnale di via libera per

Un altro grande mito, con singolari consonanze col più tardivo ciclo di Artù, vuole che Elena immortale sia stata trasportata col marito Achille, miracolosamente riportato in vita, in un’isola bianca (Leuchè) ubicata nel Mar Nero di fronte alla foce del fiume Danubio, e lì continuerebbe a vivere per l’eternità, in uno stato di perenne giovinezza.

la presa della città. Nelle more Elena è indotta a sposare un altro figlio di Priamo, il principe Euforbo. Durante il sacco della città per favorire i Greci, ella disarma il marito con tutti i suoi commilitoni. E’ così che Menelao

irrompe nel palazzo, uccide Euforbo, alza la spada per colpire Elena; non ne è capace, sconvolto dalla bellezza della

Ma è davvero questa Elena? Essa è in realtà una dea come si diceva, lunare

moglie le risparmia la vita. Alla vista di 60


per l’esattezza. Il suo stesso nome, in greco Eiléne, significa luminosa, splendente. E si tratta di uno splendore riflesso, quello della Luna, appunto. In sostanza Elena è una delle tante epifanie femminili della Grande Madre mediterranea, dell’arcaica religiosità matriarcale pre-indoeuropeo di cui abbiamo ancora tante testimonianze pure in epoca storica. Di questa antica religiosità, poi mescolatasi con le credenze patriarcali dei nuovi venuti dall’Est, sono autorevolissimi testimoni studiosi come il nobile valtellinese Uberto Testalozza(1872-1966), autore di Religione mediterranea, Nuove pagine di Religione mediterranea, Eterno femminino mediterraneo e La donna e il giardino. Il grande studioso fondò una celebre scuola milanese in cui annoverò allievi di grande spessore, tra cui Mario Untersteiner (Fisiologia del mito, Le Origini del tragico e della Tragedia, e I Sofisti). Ultima grande epigona della scuola che precedette la scuola romana di scuola delle religioni fondata nel 1913 da Raffaele Pettazzoni, fu Monoclina Marconi.

L’UOMO DI DESIDERIO 2021

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