anno 2 DICEMBRE 2016 n° 3
IL MAGAZINE DI ESSERE ANIMALI
Mostriamo La realtà a milioni di persone Campagna #Viadagliscaffali: 4 aziende smettono di vendere foie gras!
DIVERSE SPECIE è il magazine di Essere Animali, associazione no-profit che attraverso investigazioni, campagne informative e di pressione, promuove un cambiamento sociale e politico nei confronti degli animali. Per noi l’abolizione di ogni sfruttamento non è solo una scelta personale, ma una questione di giustizia nei confronti di individui che, pur appartenenti a specie differenti dalla nostra, condividono con noi la gioia come il dolore.
Scopri in queste pagine il nostro impegno e le nostre attività!
s o mm a ri o
pagina 2
pagina 8
Editoriale
1
Divieto d’accesso
2
Foie gras, 4 grandi vittorie
6
Pellicce, facciamo il punto
8
L’ava n z a t a d e l m o n d o ve g a n
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I nostri salvataggi
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Essere Animali in azione
18
Parole per riflettere
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Come usiamo i fondi
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Essere Animali onlus
pagina 18
via Antonio Zoccoli 27
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Direttore Responsabile Marco Di Cosmo Aut. Tribunale Bologna n° 8396 del 12/10/2015
E D I TO R I A L E
Realizzare questo terzo numero della rivista Diverse Specie – Un Solo Pianeta, in particolar modo pianificare gli articoli che raccontano le attività che abbiamo svolto in questi primi mesi del 2016, è stato un modo per fare un’analisi delle tante battaglie che portiamo avanti. Per questo vogliamo aprire questo editoriale ringraziandoti, perché è merito tuo se abbiamo ottenuto risultati che riteniamo essere veramente importanti. Ma, che tu ci creda o no, non è solo il tuo contributo economico a sostenerci. E’ qualcosa di più. Ogni nuovo socio, ogni persona che si avvicina e ci scrive ‘sono con voi’ rappresenta un attestato di fiducia per noi indispensabile. Grazie quindi se 10 milioni di persone hanno visto le immagini che abbiamo diffuso all’interno dei servizi televisivi in onda su Tg1, Report, Speciale Tg1 e Piazza Pulita. Fino a qualche anno fa ciò che accadeva all’interno degli allevamenti intensivi era appannaggio solo degli addetti ai lavori. Ora invece, anche grazie alle indagini che abbiamo svolto, si è scatenato un vero e proprio dibattito sociale. Basta dire che l’80% degli italiani, secondo una recente indagine della Commissione Europea, vuole saperne di più. Le terribili condizioni degli animali allevati e l’ingiustizia che si cela dietro la loro uccisione sono entrate a pieno titolo fra le questioni di rilevanza nazionale. Grazie perché la tua fiducia è stata la benzina nel motore del nostro team investigativo, impegnato in questo lavoro difficile e rischioso. E i risultati concreti non sono tardati ad arrivare. Ne parliamo in un articolo in cui analizziamo il calo del consumo di carne e di altri prodotti di origine animale. In queste pagine leggerai poi che il tuo supporto è stato fondamentale per spingere quattro importanti catene di supermercati a cessare le vendite di foie gras ed aderire alla campagna #ViaDagliScaffali, lanciando così un forte messaggio per chiedere la fine della tortura del ‘gavage’, l’alimentazione forzata. Con te abbiamo anche organizzato decine di proiezioni del documentario Cowspiracy, che si sta rivelando essere un potente mezzo per comunicare quanto gli allevamenti, oltre a far del male agli animali, siano anche la principale causa di inquinamento del pianeta, nostra unica casa. E’ stato il tuo aiuto a permetterci di protestare contro gli esperimenti su animali, di organizzare decine di eventi informativi e ancora di scendere in strada per dire no alla loro reclusione in delfinari e circhi. Sappiamo che la strada è ancora lunga. Lo dimostra la battaglia per ottenere il divieto di allevare animali da pelliccia. Insieme siamo riusciti a fermare la nascita di nuovi allevamenti ma il Parlamento ancora non ha approvato la proposta di legge che salverebbe migliaia di animali da una morte crudele. Cara socia, caro socio, non ci sono quindi solo buone notizie anzi, c’è ancora molto da fare. Sappiamo che può essere fin troppo facile scoraggiarsi ma, come nella vita, anche nell’attivismo per gli animali, la fiducia reciproca e il confronto possono essere il balzo che fa superare gli ostacoli. Il cammino verso un mondo diverso sembra a volte essere davvero infinito, ma vogliamo intraprenderlo e fare del nostro meglio per costruire il domani che verrà, di cui siamo e saremo responsabili, con le nostre scelte e le nostre azioni. Noi ci siamo... Grazie per la tua fiducia.
diverse specie un solo pianeta
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DOSSIER
20 ore di filmati
racchiusi in un video di 3 minuti Una frequenza di immagini esclusive che documentano dove e come vivono gli animali prima di finire al macello. Luoghi in cui è Vietato l’accesso, svelati dal nostro team investigativo che per sei mesi ha documentato diversi allevamenti intensivi in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, regioni con la maggiore concentrazione di animali. Scene forti, fortissime, diffuse in anteprima da uno Speciale del Tg1 e viste da 1 milione di persone. Mostrano cosa può accadere quando gli animali sono considerati come macchine di produzione di cibo. Mostrano gli allevamenti per quello che sono: un fallimento morale della nostra società.
ANIMALI ALLEVATI IN ITALIA
MAIALI
BOVINI
POLLI
CONIGLI
8.634.730
5.535.696
459.864.693
20.421.835
(dati IZS 2015)
(dati IZS 2015)
(dati ISTAT 2014)
(dati ISTAT 2014)
VITA NATURALE 15 ANNI
VITA NATURALE 20 ANNI
VITA NATURALE 8 ANNI
SCROFE
MUCCHE
GALLINE
TACCHINI
535.865
1.862.127
49.000.000
25.200.000
(dati IZS 2015)
(dati Clal 2015)
(dati AssoAvi 2015)
(dati FAO 2013)
VITA NATURALE 15 ANNI
VITA NATURALE 20 ANNI
Ancora oggi riceviamo telefonate che ci segnalano allevamenti di suini in cui gli animali ‘sono rinchiusi in gabbie terribili, come quelle del vostro video’. Chiediamo informazioni ma il riferimento è sempre quello, a Divieto d’Accesso - La cruda realtà degli BRESCIA allevamenti intensivi, l’indagine che abbiamo diffuso ad aprile sul Corriere.it in un articolo di Beatrice Montini. E le gabbie terribili sono quelle di contenzione, dove le scrofe vivono immobilizzate durante parte della gravidanza e dopo aver partorito i maialini. Chi ci telefona ci esorta ad intervenire, ‘non sono vegetariano, ma per favore aiutate quegli animali... è sicuramente una situazione illegale’. Spieghiamo che non è così, che l’interpretazione attuale della legge italiana consente l’utilizzo di queste EVISO gabbie. Certo non perTREV tutta la loro NA vita, maVERONA per buona parte. Ci chiedono se dopo vivranno in un recinto all’aria aperta.
UCCISE A 2 ANNI I MASCHI A 1 GIORNO VITA NATURALE 8 ANNI
LOMBARDIA
VITA NATURALE 15 ANNI
Vorremmo poter dire di sì, ma rac- Il video Divieto d’Accesso mostra contiamo la verità, descriviamo i ca- come vivono questi animali, offrendo La regione più e la metà dei maiali in allevamenti Italia pannoni da cui i con maiali, mabovini anche tutti uno spaccato degli intengli altri animali allevati per produrre sivi del nostro paese. Il nostro team cibo, usciranno solo per essere cari- investigativo ha documentato: cati su un camion e trasportati al macello. Non c’è erba, sole... gli animali • maiali feriti, con enormi cisti e tuvivono in gabbia o allevati ‘a terra’, mori, alcuni lasciati morire in agonia NEGLI ALLEVAMENTI AL GIORNO NELLA cure; PROVINCIA DI BRESCIA IL NUMERO rinchiusi a migliaia MUOIONO in strutture sosenza 600 BOVINI MACELLO • vitellini DI MAIALIrinchiusi SUPERA QUELLO ABITANTI vraffollate inPRIMA cui DI siARRIVARE respiraALun’aria in boxDEGLI e isolati dalle malsana, carica delle esalazioni delle loro madri a causa della produzione deiezioni. industriale di latte; Sono gli allevamenti intensivi, nati • conigli in stato di grave sofferenza, nella seconda metà del secolo scorso stipati a 2/3 individui in minuscole VENETO per far fronte alla maggiore esigenza gabbie in batteria; di ‘cibo’ dovuta ad un aumento ver- • galline in fase di putrefazione avanLa regione con più allevamenti di polli, tacchini e conigli tiginoso della popolazione mondiazata, all’interno delle gabbie, a le e in seguito all’industrializzazione stretto contatto con gli animali vivi. dell’agricoltura, che ha permesso di coltivare grandi quantità di cereali necessarie per pianificare la nascita di numeri prima impensabili di animali. 30% DELLA PRODUZIONE ITALIANA 44% DELLA PRODUZIONE IN EUROPA 600 milioni oggi quelli allevati ogni CON PIÙ un’idea... CONIGLI D’ITALIA anno solo LA inPROVINCIA Italia, per dare nella provincia di Brescia il numero dei maiali supera quello degli abitanti.
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EMILIA-ROMAGNA
ANIMALI AL
SCROFE
MUCCHE
GALLINE
TACCHINI
DOSSIER
535.865 1.862.127 49.000.000 L’infografica di queste pagine traduce in numeri un problema diffuso, non casi isolati, 25.200.000 ma un vero e proprio (dati IZS 2015) (dati Clal 2015) (dati AssoAvi 2015) (dati FAO 2013) ‘sistema’ che calpesta anche le minime esigenze etologiche degli animali per offrire carne, latte e uova a un prezzo ridotto. Ed è servito a qualcosa? 1 miliardo di persone nel mondo soffre ancora oggi la fame e viviamo in un pianeta sempre più inquinato dagli stessi allevamenti intensivi. Non siamoUCCISE noi i colpevoli A 2 ANNI di questa situazione, ma possiamo I MASCHI A 1 GIORNO Sempre più essere laVITA soluzione. quello di ‘non portare a tavola la sofferenza’. stanno NATURALE 20 ANNI VITApersone NATURALE lo 15 ANNI NATURALEIl15nostro ANNI invito èVITA NATURALE 8 ANNI abbandonando la carne, anche grazie alla diffusione delle nostreVITA investigazioni in importanti programmi tv. LOMBARDIA La regione con più bovini e la metà dei maiali in Italia
BRESCIA
NEGLI ALLEVAMENTI MUOIONO AL GIORNO 600 BOVINI PRIMA DI ARRIVARE AL MACELLO
NELLA PROVINCIA DI BRESCIA IL NUMERO DI MAIALI SUPERA QUELLO DEGLI ABITANTI
VENETO La regione con più allevamenti di polli, tacchini e conigli
TREV EVISO VERONA NA
30% DELLA PRODUZIONE ITALIANA
44% DELLA PRODUZIONE IN EUROPA
LA PROVINCIA CON PIÙ CONIGLI D’ITALIA
EMILIA-ROMAGNA La regione con più allevamenti di galline
SU 109 ALLEVAMENTI, SOLO 6 SONO BIOLOGICI
DOVE SONO ALLEVATE LE GALLINE IN ITALIA
SPECIALE TG1 parla di noi! Alcune clip contenute nel video Divieto d’Accesso sono state diffuse in anteprima nel servizio ‘Sono solo animali?’ di Roberta Badaloni, un interessante approfondimento sul dibattito che si è aperto in tutto il mondo su consumo di carne e scelta vegan. Siamo molto felici di aver contribuito in modo significativo alla realizzazione di questa puntata, non solo con immagini inedite ma anche con interviste e filmati delle nostre principali campagne. Il servizio, della durata di un’ora è stato visto da 1 milione di persone ed ha offerto una panoramica di una società che sta finalmente iniziando a chiedersi se sia giusto uccidere e mangiare gli animali anche se non ne abbiamo bisogno.
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C A M PA G N E
4 grandi vittorie per gli animali Nello scorso numero vi raccontavamo dell’indagine che abbiamo realizzato in Francia negli allevamenti per la produzione di foie gras, dove abbiamo documentato il terribile processo del ‘gavage’, l’alimentazione forzata subita da anatre e oche. Ora, in seguito alla pubblicazione di queste immagini sono già quattro le catene di supermercati che hanno scelto di cessare le vendite di foie gras e aderire alla campagna #ViaDagliScaffali.
1/
Il gruppo Pam Panorama, che conta in Italia 153 supermercati, è stata la prima società della grande distribuzione a maturare questa scelta. Pochi giorni dopo la diffusione del video siamo stati contattati dal settore Marketing e in un successivo incontro è stato formalizzato l’impegno immediato della Società. Una vittoria doppiamente importante perché entro breve tempo il loro settore Acquisti avrebbe proceduto al solito acquisto di foie gras in prossimità delle festività natalizie.
2/ Convincere Eataly, la catena di punti vendita considerata dall’autorevole rivista economica Forbes uno dei ‘brand’ più influenti
al mondo, è stato invece un lavoro più complesso. Dopo un insistente pressing siamo riusciti ad ottenere un primo incontro che però, nonostante un blando impegno a valutare la futura politica in merito all’acquisto di foie gras, non si è concretizzato nell’auspicata adesione alla campagna #ViaDagliScaffali. Ma non ci siamo dati per vinti e abbiamo organizzato una serie di azioni a Milano e Bologna davanti agli store Eataly, ampiamente riprese da quotidiani nazionali e locali. Sui media sempre più frequentemente il nome e il marchio di Eataly erano associati alla vendita di foie gras e questa nostra scelta strategica ha portato buoni frutti.
3/ Con Conad è stata una “settimana di pressione” sui social network ad essere vincente. Il consorzio nazionale ha scelto di eliminare
il foie gras sia dai prodotti “private label”, cioè quelli a marchio Conad, sia dai prodotti di altri marchi referenziati e distribuiti a livello nazionale. Con l’aiuto di tanti attivisti stiamo monitorando gli oltre 3000 supermercati e ipermercati Conad, che mantengono autonomia nella scelta dei prodotti da vendere, per invitarli a cessare del tutto le vendite di foie gras, seguendo la politica del consorzio nazionale.
4/ Anche Esselunga, leader nazionale della grande distribuzione, ha pubblicamente preso un impegno a non vendere più foie gras
in seguito ad una mobilitazione online e un flashmob davanti ad uno dei loro punti vendita di Milano. Mail, telefonate e messaggi di consumatori hanno spinto Esselunga a postare un chiarimento sulla loro pagina facebook al riguardo. Obiettivo raggiunto!
La campagna continua Aiutaci a mettere il foie gras #ViaDagliScaffali
STOP FOIE GRAS – V iva il cambiamento vir tuoso Quale migliore testimonial per la campagna #ViaDagliScaffali se non un grande chef? Pietro Leemann, del ‘Joya’ di Milano, il primo ristorante interamente vegetariano ad essersi giudicato la rinomatissima stella Michelin, ha scelto di supportare la nostra battaglia e in un video diffuso anche sull’importante trasmissione Eat Parade di Rai 2 esorta al cambiamento: «In passato ho cucinato e mangiato foie gras, ma successivamente ho riconsiderato il mio rapporto con gli animali. Il cibo è un veicolo conviviale di accrescimento della cultura attraverso l’esperienza. Per me è un inno alla natura, che sento amica, e alla vita. È possibile cucinare in modo buono e sano anche senza utilizzare foie gras, la cui produzione non è eticamente sostenibile» Ringraziamo Pietro per essersi cimentato nella realizzazione di una ricetta di alta cucina, “Il Pianeta Verde”, realizzata interamente con ingredienti vegetali e gustosa alternativa al foie gras. Ma soprattutto per essersi fatto portavoce con noi di un messaggio di rispetto ed empatia per tutti gli animali.
L’obiettivo della nostra campagna è far cessare le vendite di foie gras all’interno dei supermercati della grande distribuzione, per lanciare un forte messaggio alle forze politiche europee in direzione dell’abolizione del ‘gavage’. Difatti, nonostante in Italia e in tutta l’UE sia vietato alimentare forzatamente gli animali, la deroga a questo divieto, concessa a Francia, Belgio, Ungheria, Spagna e Bulgaria (paesi in cui la produzione di foie gras è considerata ‘pratica corrente’) condanna milioni di animali a subire ancora una tortura raccapricciante.
Cosa aspetti ad aiutarci? Auchan, Bennet e Carrefour non hanno ancora aderito alla campagna #ViaDagliScaffali • Se ancora non l’hai fatto firma e condividi la petizione che trovi su: www.stopfoiegras.org • Chiedici le cartoline da firmare e consegnare direttamente ai supermercati. Scrivi a info@essereanimali.org 7
PELLICCE
FACCIAMO IL PUNTO I dati diffusi recentemente da Kopenhagen Fur sono migliori di quanto ci aspettassimo: nel 2015 in tutto il mondo la produzione di pelli di visone è calata del 25%. Il numero di animali uccisi nel 2013 aveva toccato il picco più alto della storia, con oltre 87 milioni di visoni trasformati in pellicce. Numeri calati a 72 milioni nel 2014 e a 54 milioni nel 2015. Tuttora una strage incredibile in nome della moda. Percezione dell’evoluzione del mercato della pellicceria da parte degli operatori Qualcosa sta cambiando Nei paesi scandinavi, considerati uno dei regni della produzione di pellicce, il numero di pelli prodotte è calato da 4 a 3,5 milioni. E in Norvegia si avvicina sempre di più la discussione sul divieto di questa pratica, ormai sostenuto da ampia maggioranza della popolazione. Anche in Est Europa, dove molti allevatori di visoni si sono spostati per fuggire a divieti e restrizioni, si è visto per la prima volta un calo notevole, da 16 a 14 milioni di visoni. Il segnale più forte arriva però dalla Cina che negli ultimi anni ha guidato buona parte del mercato globale delle pellicce. Ma da un paio di anni la bolla economica del mercato pellicceria in Cina è scoppiata e, in soli due anni, l’allevamento di visoni nel paese è calato dell’80%.
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ULTIMI 3 ANNI
PROSSIMI 3 ANNI
4%
3% 21%
51%
75% IN CRESCITA STABILE IN DECLINO
46%
C A M PA G N E Presa di coscienza
In Europa l’attenzione su questi allevamenti è sempre maggiore, anche grazie al lavoro di associazioni che portano avanti investigazioni e campagne di sensibilizzazione. Il segnale più importante è vedere lavori di ottimo livello in paesi come Polonia o Lituania, grazie all’associazione Open Cages/Otwarte Klatki. Oppure la campagna che Obraz ha promosso in Repubblica Ceca, portando 30 parlamentari e il Primo Ministro a firmare la proposta di abolizione. Anche in Belgio, dove già due regioni del paese hanno vietato l’allevamento di animali da pelliccia, l’associazione Animal Rights ha mostrato immagini molto crude provenienti da un allevamento, portandolo poi alla chiusura. La discussione per vietare questa pratica è in corso al Parlamento.
E in Italia?
Non si hanno ancora i dati relativi alla produzione dell’ultimo anno, ma nel 2012 e 2013, nel pieno del boom mondiale di questo settore, l’Associazione Italiana Allevatori Visoni prometteva guadagni incredibili e pensava di moltiplicare il numero di allevamenti. A distanza di poco possiamo dire che questo non è successo. Grazie al nostro intervento e a quello di cittadini, istituzioni e comitati abbiamo bloccato molti progetti, mantenendo la produzione agli stessi livelli. Ma uno dei segnali più importanti di quanto anche nel nostro paese la coscienza stia cambiando è il calo dell’8% annuo nelle vendite di pellicce, confermato dall’Associazione Italiana Pellicceria. La stessa che tra i suoi aderenti ha diffuso un questionario e ottenuto risposte poco positive: il 75% dei pellicciai ha visto gli ultimi 3 anni in declino e la maggior parte tra loro prevede ulteriore declino in futuro.
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AMIANTO SUI VISONI
Durante le nostre investigazioni abbiamo appurato che molte delle tettoie di questi allevamenti sono di eternit, materiale ampiamente usato in passato nell’edilizia e oggi conosciuto per gli effetti devastanti sulla salute. Poiché la polvere di amianto è altamente cancerogena risulta obbligatoria una bonifica, in tempi diversi a seconda del degrado. Abbiamo quindi provveduto a segnalare questa problematica a tutti i Comuni e le ASL nel cui territorio sono presenti allevamenti con le tettoie di amianto, 12 in totale. Il Comune di Calvagese della Riviera (BS) ha emesso un’ordinanza sindacale che impone la bonifica delle coperture più degradate dell’allevamento.
A Borgo Virgilio (MN) sono stati accertati non solo numerosi tetti in amianto degradato ma anche vari abusi edilizi, che hanno portato ad un’ordinanza di demolizione della struttura. Anche se sopra i capanni vi fossero dei pannelli solari, invece di un materiale che causa gravi forme di tumore, non esiteremmo comunque a chiedere la chiusura di queste strutture, ma ci sembra importante agire su più fronti e sfruttare ogni possibilità di puntare i riflettori su ciò che accade al loro interno.
IN AZIONE A FOSSOLI
M A N T O VA : S T O R I C O A L L E VA M E N T O IN DEMOLIZIONE
Lunedì 30 novembre 2015, alle prime luci del mattino, siamo entrati all’interno dell’allevamento di visoni di Fossoli (MO). Due attivisti sono saliti sul tetto dei capanni e altre quattro si sono incatenate alle gabbie degli animali. Scopo dell’azione: occupare la struttura per impedire l’uccisione dei visoni, e chiedere al Governo di vietare con urgenza gli allevamenti di animali da pelliccia, obiettivo della nostra campagna Visoni Liberi. Per oltre 5 ore abbiamo resistito, i maggiori media nazionali hanno parlato della nostra azione riaprendo un dibattito pubblico su questo argomento. Per tutte quelle ore siamo stati a stretto contatto con gli animali imprigionati, abbiamo visto tutta la loro bellezza e la loro voglia di libertà. Questo ci ha resi ancor più determinati nel vincere la nostra battaglia, per vedere finalmente vuote quelle gabbie! 10
Dal 1974 a Borgo Virgilio (Mantova) è stato attivo un allevamento di visoni gestito da Antoniazzi Ivano. Migliaia di animali sono nati, cresciuti e stati uccisi in questa struttura: circa 10mila ogni anno. Grazie a una nostra segnalazione, riguardante le tettoie di amianto presenti nell’allevamento, sono state scoperte numerose irregolarità e abusi edilizi. Oltre alla presenza di amianto diverse strutture risultavano prive di autorizzazioni in quanto l’allevamento era stato condonato solo in piccola parte. Per questi motivi è stata emessa dal Comune un’ordinanza di demolizione per quasi tutta la struttura. Si è inoltre scoperto, durante questi controlli, che l’allevamento risultava inattivo da poco meno di un anno. Confidiamo di vedere presto l’ordinanza messa in atto.
C A M PA G N E # S A LVAV I S O N I L’ A P P E L L O A L PA R L A M E N T O
TA R A N T E G N AT E E V I S O N I
Nell’ultima settimana di Aprile, assieme a LAV, abbiamo lanciato una mobilitazione nazionale affinché venga avviato al più presto l’iter parlamentare delle Proposte di Legge per il “Divieto di allevamento, cattura e uccisione di animali per la produzione di pellicce”. Durante tutta la settimana, in diverse città, sono state fatte azioni simboliche dirette ai parlamentari facenti parte delle Commissioni Sanità e Agricoltura, responsabili della situazione “dormiente” della Proposta di Legge. Abbiamo portato il nostro appello non solo in piazza, ma anche sui principali quotidiani nazionali e locali (per una tiratura complessiva di circa 800.000 copie) e la mobilitazione ha trovato spazio anche su molti media online, oltre che sui social network. A metà settimana la mobilitazione si è spostata davanti a Palazzo Montecitorio. Oltre una sessantina di attivisti si sono riuniti, simulando un’assemblea unificata delle due Commissioni e componendo la scritta che ha caratterizzato questi giorni di iniziative: #SALVAVISONI Da alcuni politici abbiamo ottenuto delle reazioni positive, che speriamo si traducano al più presto in fatti concreti.
La lunga vicenda dell’allevamento di Antegnate non si è ancora del tutto conclusa, ma stanno finalmente arrivando sviluppi positivi per gli animali. Il TAR ha infatti bocciato il ricorso degli allevatori, dando piena ragione al Comune, che aveva negato i permessi all’allevamento per la vicinanza alle abitazioni. Non dandosi ancora per vinti, gli allevatori hanno fatto ricorso anche al Consiglio di Stato, aggrappandosi a quest’ultima speranza. Rimaniamo dunque in attesa di un’ultima sentenza, sperando di poter mettere una volta per tutte la parola fine a questa vicenda che nonostante i vari dinieghi, divieti, irregolarità e proteste è ancora in corso. Vogliamo vedere chiuso al più presto questo allevamento, come sarebbe già dovuto accadere da tempo, visto che è stato aperto senza alcun permesso.
I L N U O V O A L L E VA M E N T O N O N S ’ H A D A F A R E Ad aprile al Comune di Lendinara (RO) è stata presentata una richiesta di apertura di un nuovo allevamento da 10mila visoni. Dopo una segnalazione dal comitato Ambientalista locale abbiamo seguito da vicino questa vicenda e scoperto che il progetto era stato presentato dall’azienda di Massimiliano Filippi, proprietario già di un allevamento di visoni a Galzignano Terme (Padova) nonché presidente di FederFauna. Il Comune di Lendinara si è dimostrato fin da subito contrario al progetto e disponibile ad un dialogo. Abbiamo presentato una proposta di mozione contro gli allevamenti di animali da pelliccia (già approvata e firmata da diversi Comuni) che è stata accolta e firmata durante la seduta del Consiglio tenutasi per discutere di questa questione. Inoltre è stata approvata una modifica del regolamento comunale per vietare simili allevamenti sul territorio. Grazie alla tempestività della mobilitazione ed alla sensibilità del Comune siamo riusciti a bloccare l’apertura di questo nuovo allevamento. Il problema si è però poi riproposto a Villadose, a pochi km di distanza, dove la battaglia legale è ancora aperta. Anche qui però abbiamo dalla nostra parte comitati e cittadini, che si sono uniti a decine al corteo del 22 ottobre. 11
I N V E S T I G A Z I ON I
Le nostre immagini in onda su Report! A fine maggio l’autorevole programma tv condotto da Milena Gabanelli si è occupato di antibiotico-resistenza, un problema enorme per l’intera umanità, già sollevato dalla FAO nel 2013 nel rapporto World Livestock 2013: Changing Landscapes Disease. Siamo molto orgogliosi di aver contribuito a questa puntata, vista in prima serata da ben 2,5 milioni di persone, e di aver collaborato con il più stimato e importante programma giornalistico della TV italiana. SOFFERENZA ANIMALE Nel servizio, curato da Sabrina Giannini, sono state diffuse diverse immagini documentate dal Team Investigativo di Essere Animali in alcuni allevamenti intensivi: maiali allevati in gabbie grandi come il loro corpo e circondati dai topi, polli rinchiusi a migliaia in capannoni, dipendenti che caricano con violenza gli animali e urinano in mezzo a questi. Immagini che come ogni puntata di Report hanno creato un caso e fatto parlare notevolmente, sui media ufficiali e sui social network, soprattutto per il coinvolgimento di una grande azienda alimentare italiana. Le sofferenze patite da questi animali sono palesi, ma non è tutto, queste terribili condizioni costituiscono anche una gravissima minaccia anche per gli esseri umani. ANTIBIOTICO RESISTENZA Il 70% degli antibiotici utilizzato nel mondo viene impiegato proprio negli allevamenti. Anche se negli ultimi anni il loro consumo a scopo zootecnico è stato ufficialmente disincentivato e limitato anche dalla legge, che ne vieta l’uso preventivo, il loro impiego resta comunque alto e in gran parte ineliminabile, poiché le condizioni di sovraffollamento e di promiscuità in cui vivono gli animali lo rendono una necessità, anche al fine di prevenire il diffondersi di malattie all’interno degli allevamenti. 12
Ma dagli animali agli esseri umani il passo è breve: ciò avviene tramite lo stesso consumo di carne ma non solo, infatti nello stomaco degli animali si stanno sviluppando batteri resistenti agli antibiotici che si stanno diffondendo pericolosamente in tutto il mondo. In futuro alcune malattie o infezioni potrebbero quindi non essere più curabili proprio a causa di questa antibiotico-resistenza e già ora il Commissario UE per Salute e Sicurezza Alimentare Vytenis Andriukaitis ha dichiarato che ogni anno si stimano circa 25.000 decessi collegati a questo solo nell’Unione Europea. Il fenomeno è in aumento e costituisce un enorme problema con il quale dovremo fare i conti finché esisteranno gli allevamenti intensivi. La stessa inchiesta di Report ha
comprovato la presenza di batteri estremamente pericolosi in alcune confezioni in vendita proprio nei supermercati italiani. LA SOLUZIONE Siamo in emergenza e dobbiamo fare qualcosa, ma non è necessario attendere grandi manovre sanitarie, possiamo agire sin da subito, rivedendo le nostre abitudini alimentari ed eliminando il consumo di carne e prodotti di origine animale, che oggi sappiamo essere assolutamente superfluo. Per gli animali stessi, detenuti in condizioni ignobili; per l’ambiente, stremato dall’impatto ambientale degli allevamenti intensivi, ma anche per noi e per la nostra salute.
A Z I ON I
In Azione contro gli esperimenti sugli animali
Il 24 aprile è la Giornata Mondiale per gli Animali nei Laboratori e in tutto il mondo si svolgono manifestazioni per chiedere di porre fine all’utilizzo degli animali nella ricerca scientifica. In questa ricorrenza abbiamo realizzato un’importante azione dimostrativa davanti ad uno dei centri autorizzati in Italia a compiere esperimenti su primati, il Galletti Lab di Bologna. 100 attivisti si sono dati appuntamento davanti a questo Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna dove, da oltre 30 anni, si studia il cervello dei macachi, sottoposti ad esperimenti terribili che prevedono l’impianto di elettrodi nel cranio. La manifestazione è stata ripresa dai principali quotidiani e agenzie stampa nazionali tra cui ANSA, La Repubblica e Il Fatto Quotidiano, riaccendendo il dibattito sulla sperimentazione animale.
La situazione in Italia
Verso una scienza etica
Gli animali coinvolti nella ricerca scientifica in Italia sono ancora tantissimi. Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Gazzetta Ufficiale, nel 2014 sono stati utilizzati 691.666 animali. Nonostante si tratti di un numero ancora impressionante, la buona notizia è che di anno in anno c’è un calo dei numeri e per la prima volta si è scesi al di sotto delle 700.000 unità, quando fino a pochi anni fa sfioravano il milione. Tra questi 454 scimmie e 191 cani, ma gli animali più utilizzati rimangono sempre topi (485.820), ratti (129.446) e porcellini d’india (17.099), anche se negli ultimi anni la ricerca si è spostata sempre più verso altre specie come polli (28.215) e pesci (18.837). Tutti costretti a vivere nelle gabbie dei laboratori e a subire esperimenti che causano gravissime sofferenze fisiche e psicologiche. In Italia da marzo 2014 è in vigore la nuova legge che ha vietato, tra l’altro, luoghi come Green Hill, l’allevamento di cani beagle destinati ai laboratori, oggetto di un incredibile campagna antivivisezionista che ha portato alla chiusura della struttura. Avvenimenti che mostrano come l’attivismo e la sensibilizzazione possano portare risultati concreti, ma che sono anche lo specchio dell’alta percentuale di italiani, circa l’80%, che condanna in toto questi esperimenti.
La sperimentazione animale è purtroppo ancora percepita dai ricercatori come un ‘sacrificio necessario’, nonostante crescano ogni anno nel mondo il numero di scienziati che dichiarano che tale pratica potrebbe essere superata, investendo più fondi nei metodi sostitutivi che non prevedono l’utilizzo di animali. Un esempio viene dall’Olanda, nazione che vuole diventare un punto di riferimento per la ricerca non cruenta e dove la Camera dei Deputati del Parlamento ha approvato all’unanimità una mozione con la quale chiede la revisione dei test effettuati sui primati e una loro sostituzione in tempo brevi. 13
L’avanzata del mondo vegan Qualcuno, per sminuirne la portata, dice che sia una moda tanto se ne sente parlare. Ma noi siamo sicuri di no. Oggi la scelta vegan è entrata prepotentemente nel lessico comune e tutti sanno di cosa si tratta, ma soprattutto è cresciuta esponenzialmente sia l’offerta di prodotti, locali e negozi specifici, quanto la percentuale di popolazione che ha abbracciato questa scelta. Dall’ultimo sondaggio Eurispes a gennaio 2016 ben il 7,1% degli italiani segue una dieta vegetariana e l’1% quella vegana, rendendo l’Italia a fianco con la Germania il paese più veg d’Europa. In pratica quasi un italiano su dieci dice no alla carne. Ma se ovviamente a questa crescita del mondo veg viene associata la passione per il cibo e l’offerta culinaria, il dato più
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importante per noi è l’effetto che possa avere per gli animali. Secondo una ricerca Nielsen dal 2010 i consumi di carne diminuiscono costantemente del 5% l’anno, mentre si assiste ad un incremento esponenziale di prodotti vegetali, come ad esempio l’aumento del 17% nel 2015 della vendita di latte di soia, riso o mandorla e la crescita a doppia cifra di zuppe di verdura pronte (38%). Allo stesso tempo Coldiretti lamenta un notevole calo dei consumi di carne di maiale (10%) e manzo (6%), minore invece per il pollo (1%). Il consumo di latticini in Italia è calato del 33% negli ultimi 10 anni. Inoltre nel 2015 la carne per la prima volta ha perso il primato ed è diventata la seconda voce del budget alimentare degli italiani, dopo l’ortofrutta. Dati incoraggianti e che stanno già portando ad una diminuzione degli alleva-
menti e degli animali uccisi ogni anno. Solo in Lombardia si contano 1,5 milioni di maiali in meno, mentre sempre Coldiretti annuncia la “sparizione” di 700mila conigli e 300mila bovini dagli allevamenti italiani. Quindi lo spostamento delle abitudini alimentari, che sia la scelta vegetarianavegana o anche la sostituzione graduale di alcuni prodotti come stanno facendo milioni di persone, sta incidendo in modo significativo sulla vita degli animali. Perché se siamo in tanti anche con un piccolo gesto possiamo creare un’onda di cambiamento. Quindi avanti tutta, scegli anche tu di diventare parte di quest’onda, per gli animali, l’ambiente e la tua salute!
se t t im a n a veg
OGNI ANNO MIGLIORE
Si è tenuta dal 23 al 29 maggio e anche quest’anno la Settimana Veg ha ricevuto interesse e ampia partecipazione, ma soprattutto ha aiutato molte persone a passare ad un’alimentazione cruelty-free. Scopo di questa iniziativa è infatti aiutare chi sta già pensando di passare a una dieta vegetariana o vegana, dando spunti sull’alimentazione, con ricette, consigli e soprattutto creando una sorta di sfida comune in cui ci si prova assieme per 7 giorni. Perché alla fin fine lo scalino più grande da fare è il primo, poi le cose vanno avanti da sole con semplicità.
Da vegetariana grazie alla vostra settimana sono passata a vegana :) sto molto bene e sono davvero felice della mia scelta!
Sono vegetariana da tre anni, ma dopo la settimana “di prova” non consumo quasi più latticini o uova, se non in pochi casi.
Marta
Lucrezia
Queste sono solo alcune delle testimonianze di chi ha partecipato quest’anno, seguendo il menù preparato dalla nutrizionista Denise Filippin con l’insostituibile aiuto dello chef Marco Bortolon e della foodblogger Lucia Valentina Nonna.
I RISULTATI Da un sondaggio fatto subito dopo la settimana il 75% dei partecipanti ha seguito una dieta puramente vegan tra i 5 e i 7 giorni , ma ben l’86% delle persone ha detto di aver provato a continuare con questa alimentazione anche nei giorni successivi alla Settimana Veg. La Settimana Veg inoltre è stata considerata utile dal 49% di persone che vogliono eliminare completamente i prodotti animali e da un altro 45% che invece si vuole impegnare a ridurli.
ANIMALI SALVATI Abbiamo provato a fare dei calcoli. Solo partecipando a questa Settimana Veg le persone che hanno risposto al sondaggio hanno risparmiato la vita a più di 1.000 animali! Un numero che però dobbiamo moltiplicare se si tiene conto di quanti stanno continuando su questa strada. Insomma, un successo a tutti gli effetti e che ripeteremo ancora! Se non lo hai ancora fatto puoi scaricare il ricettario su www.essereanimali.org/settimana-veg
SFERE DI CECI per le sfere: 2 lattine di ceci cotti (oppure 250g di ceci secchi) 1 limone 120g olio di oliva sale e acqua q.b. 200g mandorle a filetti Tostare in padella le mandorle e stenderle a raffreddare. Frullare i ceci con il succo del limone, l’olio e l’acqua necessari ad ottenere un composto cremoso ma lavorabile con le mani. Sistemare di acidità con il succo di limone e salare a piacere. per la salsa di broccolo: 50g cime di broccolo 30g olio di oliva sale, pepe bianco q.b. Mettere le cime di broccolo in acqua bollente e salata, fino a che non risultino tenere al cuore. Raffreddarle velocemente in acqua e ghiaccio e scolarle. Frullarle con l’olio, sale, pepe e aggiungendo acqua fredda regolarne la densità. per la maionese base: 25g succo di limone filtrato 75g latte di soia non zuccherato 165g olio di mais sale q.b. Nel bicchiere del frullatore ad immersione versare il succo di limone ed il latte di soia. Immergere il frullatore e azionarlo avendo cura di alzarlo ed abbassarlo nei liquidi in modo tale da incorporare aria. Nel contempo versare a filo l’olio fino a che non si ottiene un’emulsione stabile. Correggere di sale. A questa base possiamo aggiungere tutti gli aromi che più ci aggradano (senape, aglio grattugiato, curcuma in polvere, curry, paprika, liquirizia in polvere...). Utilizzando due cucchiai da minestra bagnati, creare delle masse di paté di ceci che verserete sopra alle mandorle fredde e già tostate. Aiutandosi con le mani, “impanare” le sfere, rotolandole nelle mandorle. Stendere per ogni piatto le salse e servire. 15
I NO S T R I S A LVATA G G I
VIOLA E LE ALTRE Si chiamano Viola, Sara, Lola, Beverly, Vale, Sere e Jo. Le abbiamo incontrate in un allevamento intensivo per la produzione di uova, durante una delle nostre indagini. Eravamo lì per documentare le ‘gabbie arricchite’ in cui ancora oggi sono rinchiuse in Italia circa 35 milioni di galline. Il nostro scopo era mostrare come queste gabbie, che hanno sostituito quelle ‘in batteria’ vietate da gennaio 2012, anche se contengono alcuni arricchimenti ambientali e sono leggermente più grandi rispetto alle precedenti causano comunque gravi sofferenze agli animali. Ogni gallina infatti ha a disposizione uno spazio irrisorio, solo 750 cmq. Per capirci chiudete un attimo questa rivista, ecco... gli animali vivono in una superficie poco più grande di questo foglio. Non possono distendere le ali, non hanno mai accesso ad un ambiente esterno e molte sono prive di gran parte delle piume, a causa dello sfregamento continuo con le sbarre della gabbia e del cannibalismo, problematica che la stessa legge evidenzia all’interno degli allevamenti intensivi. Per limitare queste ferite ogni gallina viene debeccata, mutilata dell’estremità del becco entro i primi dieci giorni di vita. Ma questo non è l’unico terribile segreto che si cela dietro questi allevamenti: milioni di pulcini maschi, incapaci di produrre uova, vengono uccisi appena nati, ‘macerati’ in macchine tritatutto. Durante questa indagine però non ci siamo limitati a filmare le condizioni degli animali, ma abbiamo compiuto un piccolo gesto che crediamo possa essere portavoce di un messaggio più grande. Viola, Sara, Lola, Beverly, Vale, Sere e Jo quella sera sono venute via con noi, le abbiamo liberate prima che finissero al macello, dove vengono mandate tutte le galline quando, stremate dalla vita a cui sono costrette, la loro produzione di uova cala.
una storia a lieto fine 6 mesi dopo... Appena fuori dall’allevamento le nostre 7 amiche galline sono state portate in un luogo sicuro, dove persone amorevoli si sono prese e si prenderanno cura di loro, senza sfruttarle e ucciderle. Dopo le prime visite veterinarie Viola e le altre hanno conosciuto la loro nuova casa, uno splendido spazio verde dove tuttora vivono in compagnia di altri animali. Abbiamo documentato in un video il momento della liberazione ma non solo, 6 mesi dopo siamo tornate a trovarle per vedere come procedeva la loro riabilitazione. Siamo rimasti anche noi increduli nel vedere netti miglioramenti, gran parte delle loro penne sono ricresciute, segno che l’aria fresca e la libertà possono fare miracoli per curare le ferite. Solo Beverly e Sara ne sono ancora parzialmente prive, ma per ristabilirsi hanno davanti una vita intera, in cui potranno finalmente razzolare e soddisfare pienamente ogni esigenza etologica. Anche la loro produzione di uova è cambiata. Negli allevamenti infatti ogni gallina ne depone anche 300 l’anno. Ritmi innaturali, considerato che Viola e le altre, liberate in un ambiente esterno con diversi stimoli e alimentate con mangime naturale, in 6 mesi ne hanno fatte poco più di 50. Prima erano considerate fabbriche di uova, ora individui da rispettare e proteggere. 16
PREMIO FELICE
SECONDA EDIZIONE: UN SUCCESSO! 200 bambini e intere classi di scuole primarie hanno partecipato a questo concorso di scrittura che ha l’importante scopo di educare i più piccoli al rispetto verso gli animali. Il Premio Felice è prima di tutto un gioco con cui bimbi e ragazzi fino ai 14 anni possono esprimere la loro personalità, scrivendo una storia che abbia come tema gli animali, ma è anche un modo per contribuire ad aiutare i rifugi presenti in Italia. Infatti la premiazione dei migliori racconti, valutata dai nostri educatori, viene organizzata in uno dei santuari che ospitano animali salvati dagli allevamenti intensivi e dalla macellazione. L’appuntamento diventa così un’esperienza formativa che permette di entrare in contatto con gli animali e conoscerli e per l’occasione la nostra associazione dona una somma di 1500 euro ogni anno a rotazione ad ogni rifugio, come contributo per il mantenimento degli animali e per il sostegno alle tante attività didattiche organizzate che, come il Premio Felice, hanno l’obiettivo di costruire un mondo migliore. Felice, che dà il nome a questo concorso, è un cagnolino la cui storia è il simbolo di un cambiamento possibile. Salvato da un canile lager dove avrebbe terminato i suoi ultimi giorni, malato, solo e sempre rinchiuso in un piccolo box, Felice, nonostante la sua non proprio giovane età, è stato adottato da una famiglia che ha saputo vedere in lui un essere da aiutare e proteggere. Oggi Felice corre libero nei prati, ringrazia e sembra dirci che tutti quanti noi possiamo fare molto per gli animali, scegliendo di rispettarli. Ed è questo è il messaggio del Premio Felice, che esorta i più piccoli in difesa dei più deboli.
Puoi leggere i racconti su questo link: essereanimali.org/2016/04/premiofelice2016 Quest’anno la premiazione si è svolta a Ippoasi, un rifugio situato a San Piero a Grado (PI), in un’area verde che ospita circa un centinaio di animali salvati da allevamenti, macelli e situazioni di maltrattamento. I racconti che ci sono giunti sono stati tutti molto avvincenti ed è stato veramente difficile decretare i vincitori. Bellissimi i racconti di Alessandro, autore de La volpe scalza, Matilde, che ci ha parlato del maialino Mick e Gianmarco con La storia del mio cane Shira. Questi tre giovani scrittori hanno ricevuto una ricca selezione di libri editi da Sonda Edizioni e, con le loro famiglie, hanno visitato Ippoasi e conosciuto gli animali ora curati e accuditi dai volontari del rifugio. Arrivederci alla terza edizione del Premio Felice! 17
Ancona, 31 MARZO
Milano, 5-6 novembre
Anche quest’anno migliaia di persone hanno partecipato al MiVeg, ormai festival di riferimento per tutta Italia, organizzato assieme a Vitadacani Onlus. foto: Francesco Castaldo / Essere Animali
BOLOGNA, 1 NOVEMBRE
La nostra campagna di affissione sulla crudeltà degli allevamenti intensivi arriva anche nelle Marche, centinaia di manifesti in tutta la città di Ancona.
FIRENZE, 1 NOVEMBRE
Per il World Vegan Day 2016 siamo entrati in azione nel centro di Bologna e con un’installazione abbiamo mostrato da dove viene il prosciutto. Per il World Vegan Day 2016 anche a Firenze i nostri attivisti, in Piazza della Repubblica, hanno rappresentato un allevamento intensivo di polli. foto: Matilde Fineschi / Essere Animali
foto: Luca Bertaccin / Essere Animali
MILANO, 22 GIUGNO BaRI, 19 marzo
Un’attivista incelofanata dentro una vaschetta di polistirolo, un’azione contro l’uccisione di capretti e agnelli nel periodo pasquale. 18
Eccoci con Peter Singer, uno dei padri del movimento dei Diritti Animali in Italia per un ciclo di conferenze coorganizzate con Edizioni Sonda.
E S S E R E AN I M A L I I N A Z I ON E LIVORNO, 18 GIUGNO
BRESCIA, 21 OTTOBRE
A fianco di Marco Verdone, LAV e Ippoasi per salvare il “Progetto Gorgona”
MILANO, 4 OTTOBRE
Le nostre attiviste per un circo senza animali. foto: Marco Lattanzi / Essere Animali
MILANO, 23 GENNAIO
Per la Giornata Mondiale per gli Animali abbiamo voluto ricordare una semplice verità.
Flash Mob per stimolare le persone a cambiare prospettiva. foto: Francesco Castaldo / Essere Animali
In una bolla!
Ancora proteste al delfinario di Rimini Come far parlare della situazione paradossale del delfinario di Rimini, ora chiamato acquario? Dopo la scorsa intensa estate di proteste, ci abbiamo provato di nuovo il giorno di apertura di questa stagione, realizzando un flash mob che ha fatto molto discutere.Un’attivista si è rinchiusa in una “bolla” proprio davanti all’ingresso, per rappresentare le privazioni a cui sono sottoposti gli animali utilizzati negli spettacoli. La situazione ha dell’incredibile: nonostante il sequestro dei 4 delfini e il conseguente rifiuto del Ministero dell’Ambiente al rilascio della licenza di giardino zoologico, indispensabile per detenere questi animali, il ‘delfinario’ ha ottenuto dal Comune di Rimini la licenza di ‘spettacolo viaggiante-acquario’, con la quale può continuare a esibire animali di altra specie, come i leoni marini.
Per loro vivere in una vasca è come per noi vivere rinchiusi in una bolla.
Riesci a immaginarti che vita squallida? La mobilitazione per chiudere definitivamente l’Acquario di Rimini continua! 19
D A L L E NO S T R E S E D I L O C A L I
BRESCIA In questa città ha sede uno dei gruppi più attivi di Essere Animali. Oltre alle azioni descritte in queste pagine abbiamo organizzato a distanza di pochi mesi ben due proiezioni del film Cowspiracy. Entrambe sono state un enorme successo, sia per l’affluenza del pubblico, sia per il Patrocinio del Comune rilasciato alla nostra associazione per la concessione del rinomato cinema Nuovo Eden. Inoltre per il secondo anno consecutivo abbiamo parlato agli studenti del liceo scientifico Calini per i Dies Fasti, contribuendo a portare all’interno dell’Istituto una discussione sullo sfruttamento degli animali e sulle scelte etiche che ognuno di noi può fare. E’ non è tutto! Il gruppo di Brescia porta avanti con continuità attività di informazione e aggregazione, come cene di raccolta fondi, tavoli informativi e volantinaggi. Per chi volesse prendere parte alle attività: brescia@essereanimali.org
FLASHMOB PER UNA PASQUA SENZA SANGUE
Ad una settimana esatta dalla Pasqua abbiamo messo in atto un’azione volta a far riflettere circa il consumo di carne di agnello e capretto durante le festività. Una strage silenziosa che avviene in nome della tradizione e che condanna a morte 400.000 cuccioli ogni anno. In una delle più importanti piazze di Brescia sono state posizionate numerose sagome a grandezza naturale. Un vero e proprio “gregge” a simboleggiare la voglia di vivere di tutti gli animali: sembravano piccoli agnelli liberi al pascolo. Purtroppo per gli agnelli la realtà è ben diversa. Ma grazie a campagne di sensibilizzazione come la nostra sempre più persone stanno scegliendo di lasciare gli agnelli fuori dalla tavola.
UNITI PER UN CIRCO SENZA ANIMALI
Una foto da una giornata contro il circo a Brescia, in cui abbiamo coinvolto decine di persone, dai più piccoli ai più grandi, tutte schierate dalla parte degli animali e a sostegno della nostra battaglia per un circo privo di violenza e sfruttamento.
IN AZIONE PER I MAIALI
La provincia di Brescia è tra le più estese d’Italia con circa 1.264.152 abitanti (ISTAT). Nel mese di marzo negli allevamenti della provincia sono stati censiti 1.366.340 suini. Salta subito all’occhio che il numero complessivo della popolazione umana è inferiore a quello dei maiali allevati. Per rendere visibile questa cifra incredibile a maggio ci siamo presentati davanti a uno dei tanti allevamenti per un’azione simbolica. Le cifre stampate sui cartelli riportano il numero totale di maiali allevati nella provincia di Brescia, per ricordare ognuno degli individui direttamente coinvolti in questa continua e incessante produzione. Il video dell’azione, visibile sul nostro canale Youtube, è stato ripreso da varie testate locali e TV regionali, tramite le quali abbiamo potuto parlare non solo della sofferenza dei maiali ma anche dei pericoli che una tale concentrazione di allevamenti e animali ha per l’ambiente. 20
N E W S D A L M ON D O
I TA L I A A R M AN I D I C E S TOP A L L E PELLICCE Il Gruppo Armani in accordo con Fur Free Alliance ha ufficializzato il suo impegno all’abolizione dell’uso di pellicce animali da ogni suo prodotto. A partire dalla stagione autunno inverno 2016/2017 tutte le collezioni del Gruppo Giorgio Armani saranno fur-free. «Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni – ha dichiarato Giorgio Armani – ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali.» Armani è tra i brand più influenti nel campo dell’alta moda internazionale, per questo la sua svolta etica potrebbe avere delle ricadute su altri marchi e influenzare in modo positivo tutto il settore.
USA IL PRIMO S ANT U A R I O PER DELFINI IN NO R D A M E R I C A
L’acquario nazionale di Baltimora ha annunciato che entro il 2020 sposterà i suoi otto delfini in un nuovo santuario marino, il primo a nascere in Nord America. Una decisione senza precedenti. Già da 4 anni la struttura aveva interrotto gli spettacoli, consentendo ai visitatori esclusivamente di osservare gli animali nella vasca mentre interagivano con gli istruttori. Nel 2013 c’era stata un’altra svolta importante: l’acquario aveva deciso di cambiare la propria mission e di trasformarsi da parco attrazioni in un centro di conservazione della vita marina. Una scelta fatta con convinzione, che è stata determinante per la decisione finale sulla sorte dei delfini.
A R G E NT I NA B U E NO S A I R E S : Z OO C H I U D E E LIBERA GLI AN I M A L I
USA S TOP ALLA STRAGE DI PULCINI PER LE UOVA Dal 2020 mai più uccisioni dei pulcini maschi per l’industria delle uova americana. Lo annuncia la United Egg Producers, associazione di categoria che racchiude il 95% del settore in tutti gli Stati Uniti. Questa decisione storica eliminerà la sofferenza a centinaia di milioni di animali, ed è resa possibile da nuove tecnologie che permettono di distinguere i sessi prima della schiusa delle uova. È infatti adesso pratica comune in tutto il mondo uccidere i pulcini maschi appena nati, che non fanno uova ma non sono nemmeno utili per l’industria della carne. La Germania ha già imposto entro la fine del 2016 l’applicazione di queste nuove tecnologie.
«Questa situazione di cattività è degradante per gli animali, non è il modo per prendersi cura di loro», ha affermato Horacio Rodríguez Larreta, sindaco di Buenos Aires, annunciando la chiusura dello zoo cittadino dopo 140 anni. Il sindaco ha affermato che i 2.500 animali presenti nella struttura verranno gradualmente spostati in riserve naturali che possono fornire loro un ambiente più adatto. Gli animali più vecchi e quelli troppo malati per essere spostati rimarranno all’interno della struttura, che verrà convertita in un Ecopark dove i bambini potranno imparare a prendersi cura degli animali. La struttura fornirà anche rifugio e riabilitazione per gli animali salvati dal traffico illegale.
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PA R O L E P E R R I F L E TT E R E
S E N Z A C AT E N E N é M AC E L L I di Marco Verdone
Marco Verdone, medico veterinario omeopata di frontiera, ha lavorato per circa 25 anni nel carcere dell’isola di Gorgona (LI). Ha scritto Il respiro di Gorgona – Storie di uomini, animali e omeopatia nell’ultima isola-carcere italiana (Libreria Editrice Fiorentina, 2008), Ogni specie di libertà (Altreconomia Edizioni, 2012) e L’isola delle bestie (Marotta&Cafiero editori, 2015). Un suo capitolo “Non solo animali. Esperienze dall’isola carcere di Gorgona” è inserito nel volume “I giorni scontati. Appunti sul carcere” a cura di Silvia Buzzelli (Sandro Teti Editore, 2012). Ha insegnato medicina omeopatica classica per molti anni introducendola a Gorgona nel 1993. Nel 2015 è stato trasferito a Cecina (LI) dove ha attivato il progetto scolastico “Il Mondo e gli Altri animali”. Le attività e i temi che promuove sono disponibili sul sito www.ondamica.it
Non poteva esser scelto luogo più ricco di simbolismi come il monumento dei “Quattro mori” a Livorno per sostenere la liberazione degli animali allevati nel carcere dell’isola di Gorgona. Quattro uomini “neri” incatenati e sovrastati dalla figura del granduca Ferdinando I de’ Medici. L’uomo bianco, potente e cristiano che costringe in cattività i corsari barbareschi quasi riducendoli allo status di sub-umani, celebrando dolore e rassegnazione attraverso torsioni e smorfie.
Con crescente consapevolezza si stava indirizzando ai principi della nonviolenza, traducendo l’etica in pratica. Quale operazione mentale, emozionale, spirituale e rieducativa più efficace sarebbe quella di risparmiare una vita che vuole vivere e che noi possiamo lasciar vivere. Questa era la potente esperienza in corso. Riconoscere, proprio in un carcere pieno di “libertà”, il rispetto della vita altrui. Di quel non umano che, da sempre e in quanto tale, si trova sotto il nostro pieno potere.
Condizioni simili a quelle di miliardi di esseri animali non umani sottoposti a limitazioni della libertà e a “incatenamenti” più o meno visibili. Quelle stesse condizioni di cui si stanno occupando migliaia di cittadine/i che hanno espresso la volontà di salvare il Progetto Gorgona e tutelare gli animali allevati in questa piccola e ultima isola-carcere. Un carcere che incarcera due volte: gli umani responsabili di un reato e gli animali umani che, senza colpa, rinnovano il contratto a tempo determinato di subordinazione assoluta. “Dipendenti” degli umani, di quello Stato che, dopo aver usufruito sia dei loro (scarsi) prodotti alimentari che della loro capacità rieducativa, li fa uccidere all’interno di un macello presente sull’isola stessa, con il coinvolgimento diretto o indiretto, degli stessi compagni umani di detenzione. Il tutto dopo aver riconosciuto i benefici derivanti dalla relazione tra persone detenute e animali presenti.
Per tale motivo è stata scritta una Carta dei diritti degli animali dell’isola di Gorgona (inserita nel libro a più voci Ogni specie di lìbertà). Per tale motivo un Direttore di questo carcere ha emesso dei Decreti di Grazia, iniziando da alcuni soggetti con storie particolarmente significative, riconoscendo loro lo status di esseri senzienti rifugiati e cooperatori del trattamento. Per tale motivo al Progetto Gorgona è stato riconosciuto il premio letterario “Firenze per le Culture di Pace 2015”. Per tale motivo mi è stata affidata la parola ‘peace’ nell’ambito delle conferenze del TEDx Lake of Como 2015 (Peace with non human animals). Per tale motivo illustri esponenti del mondo giuridico, della cultura, della comunicazione, hanno sottoscritto un importante Appello rivolto alle massime cariche dello Stato, chiedendo la tutela di tutti gli animali presenti, la sospensione di ogni attività produttiva ad essi collegata e, quindi, auspicando la definitiva chiusura del macello presente. Per tutti questi motivi, infine, sabato 18 giugno 2016, circa cento persone provenienti da molte regioni d’Italia, si sono riunite a Livorno proprio sotto quelle statue di esseri incatenati, rispondendo alla mobilitazione promossa principalmente da Essere Animali, Lav, Ippoasi che, insieme ad altre associazioni locali, stanno sostenendo il Progetto Gorgona. In modo ordinato, pacifico e determinato hanno svettato verso il cielo azzurro cartelli con immagini inequivocabili e con un messaggio chiaro: VIA IL MACELLO DA GORGONA.
Contraddizioni che si accavallano. Diritti che si rinnegano. Traguardi che si dimenticano. Un progetto in itinere che si butta “a mare” senza ripensamenti. C’è un però: che in questo luogo è presente un’amministrazione pubblica, c’è un pezzo di Stato, i nostri valori costituzionali (espressi nell’art. 27), le nostre risorse economiche, le nostre aspettative nei confronti dell’istituzione carceraria. Se le persone detenute sono incarcerate (i reati possono prevedere anche altre forme di punizione) ci aspettiamo che questo tempo sia impiegato per migliorarsi rivedendo il passato e il futuro. In Gorgona, carcere dove le persone lavorano in condizioni di particolare libertà, questo periodo viene arricchito da una relazione con tante specie domestiche diverse. 22
Rivolgendo lo sguardo al mare dove a 18 miglia dalla costa, in una piccola isola-carcere, si vuole far valere l’idea semplice che non è possibile rieducare qualcuno uccidendone un altro. Ovunque esso sia e a qualsiasi specie esso appartenga.
C O M E U S I A M O I F ON D I
Questa è la divisione in percentuale di come vengono utilizzati i fondi raccolti da Essere Animali grazie alle donazioni e ai nostri soci. Siamo sempre attenti a indirizzarne l’uso nel modo che possa portare più visibilità per gli argomenti trattati e più risultati concreti per gli animali, riducendo al minimo le spese di gestione e destinando tutto all’attivismo e all’informazione.
I numeri del nostro impegno
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PIU ’ D I # UN B U O N MO T I VO P E R S OS TE NE RE E S S E RE ANIMALI “Se volete andare in fretta, andate soli. Se volete andare lontano, andate insieme.” proverbio africano
In questi ultimi anni la nostra Associazione è cresciuta in modo rilevante, ha sviluppato importanti progetti e posto le basi per una costante attività che possa portare a risultati concreti per gli animali. Se oggi siamo diventati un punto di riferimento per le attività investigative ed informative sulle condizioni in cui versano centinaia di milioni di animali nel nostro Paese, lo dobbiamo anche ai numerosi soci che hanno deciso di sostenerci, contribuendo in maniera significativa a rendere visibile la terribile vita di milioni di animali.
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