Diverse Specie n.9 | Magazine di Essere Animali

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È il magazine di Essere Animali, associazione no profit che crede in una società senza crudeltà nei confronti degli animali. Ogni giorno ci impegnamo a costruirla tramite indagini che creano consapevolezza e con campagne che promuovono cambiamenti legislativi e spingono persone e aziende a compiere scelte virtuose.

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Viale Pietramellara 33 - 40121 Bologna CF 97676200153 Tel - 02 87199702 / Fax - 02 89950142 essereanimali.org info@essereanimali.org /essereanimali -

Direttore Responsabile Marco Di Cosmo Aut. Tribunale Bologna / n° 8369 del 12/10/2015


EDITORIALE

NON CI FERMIAMO MAI S IMO N E MO N T U SCHI Presidente - Essere Animali

Durante questo periodo difficile le nostre attività non si sono fermate, abbiamo dimostrato capacità di reazione davanti alle situazioni di crisi e raggiunto importanti risultati per gli animali.

I mesi appena trascorsi non sono stati dei più facili. La diffusione mondiale del coronavirus, oltre a mostrarci nel modo più tragico le conseguenze dell’aumento della produzione di carne e del sistema di allevamento intensivo, ha portato nelle vite di tutti noi timori e cambiamenti mai affrontati prima. Anche all’interno di Essere Animali abbiamo vissuto queste difficoltà ma, nonostante le settimane di lockdown, pur essendo stati costretti a rivedere le nostre attività, siamo riusciti a essere un’importante voce in difesa degli animali. Autorevoli programmi televisivi hanno diffuso servizi d’inchiesta, realizzati con il contributo del nostro team investigativo, che hanno portato alla luce i rischi sanitari di un sistema di produzione alimentare che devasta gli habitat naturali e sfrutta e uccide miliardi di animali. Gli allevamenti intensivi sono crudeli, insostenibili e considerati uno dei fattori di rischio per l’insorgenza delle pandemie. Riuscire a raggiungere con questo messaggio sei milioni di persone, ovvero il numero degli spettatori che hanno seguito le inchieste di Indovina chi viene a Cena e Report, è stata la risposta più bella alle difficoltà incontrate. Ma non è tutto, perché le ispezioni negli allevamenti assieme ai giornalisti sono solo una parte del nostro lavoro di indagine. Da inizio anno abbiamo pubblicato anche quattro ulteriori investigazioni, diffuse su media e telegiornali, ma soprattutto raccolto risultati delle campagne che da tempo portiamo avanti. Da segnalare la grande partecipazione alla Settimana Veg, la nostra iniziativa per diffondere la scelta vegan, andata quest’anno oltre ogni previsione, ma soprattutto la chiusura dell’allevamento degli orrori, in cui un nostro infiltrato aveva documentato gravissimi maltrattamenti nei confronti degli animali. Le investigazioni e la mobilitazione di migliaia di persone hanno spinto l’azienda a cessare l’attività. Anche questa è una bella risposta.


BLOCCATI A CASA MA SEMPRE ATTIVI

L’impegno del nostro team investigativo durante il lockdown

INVESTIGAZIONI

Quella dell’8 marzo è stata l’ultima notte in cui il nostro team investigativo ha visitato un allevamento: il giorno dopo, il lockdown ha bloccato l’Italia. Le indagini sono state sospese, ma gli investigatori assunti sotto copertura hanno dovuto continuare il loro lavoro ‒ gli allevamenti e i macelli di tutta Italia sono infatti rimasti aperti, non senza registrare centinaia di contagi a causa delle scarse o inesistenti precauzioni anticovid.

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al 9 marzo per oltre due mesi, come tutti gli italiani, sono rimasto chiuso in casa. Dopo i primi giorni di sconforto ho iniziato a pensare a come poter sfruttare al meglio questo periodo di inattività sul campo. L’unico “luogo” che potevo visitare era il web e per questo la mia ricerca doveva basarsi sui dati presenti in rete. Ispirato da tutta una seria di articoli che facevano il punto sui principali

F R A NCESCO CE CCARELLI Responsabile Investigazioni Essere Animali

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fatti politici, canzoni, film e imprese sportive realizzate nella decade appena conclusa, ho deciso di fare un quadro sull’andamento dell’industria zootecnica tra il 2010 e il 2019. Il risultato, frutto di un grande lavoro di équipe, è confluito in un report nel quale abbiamo raccolto e analizzato la quantità di animali allevati e macellati e i consumi di carne nei dieci anni appena trascorsi. Il report mostra che se da una parte la carne prodotta nei macelli italiani è calata di 4,5 milioni di quintali (-11%), dall’altra il numero di animali macellati è aumentato di 37 milioni. Questa apparente contraddizione è da attribuire a una forte diminuzione delle macellazioni di animali pesanti, di grossa taglia, a carne rossa (bovini e maiali) e al considerevole aumento dei consumi – e quindi anche delle uccisioni – di polli, cioè animali leggeri, di piccola taglia, a carne bianca. Tutte le informazioni raccolte nel report sono state inviate alle istituzioni, ONG, università e ai media perché crediamo possa essere uno strumento da cui partire per intraprendere azioni concrete utili a cambiare un sistema di produzione ingiusto e non più sostenibile. Un altro fatto interessante accaduto durante la quarantena è stata la pubblicazione poco prima di Pasqua dell’indagine realizzata in alcuni allevamenti ovini in Sardegna. Nessuna organizzazione per i diritti animali aveva mai documentato la terribile fine degli agnelli nella regione con il più alto numero di pecore presenti in Italia. Oltre alle immagini che mostrano quanta crudeltà si nasconda dietro al consumo di carne di agnello, un aspetto degno di nota sono i numeri raggiunti nella diffusione dell’indagine. Sapevamo che in quel periodo le preoccupazioni di


EUROVO ABBANDONA FORNITORE DI UOVA dopo la nostra indagine

Il mese di luglio si è aperto con una buona notizia: il Gruppo Eurovo ci ha comunicato di aver chiuso definitivamente i rapporti Essere Animali

di fornitura con l’azienda proprietaria degli allevamenti in cui abbiamo documentato maltrattamenti sulle galline ovaiole. L’indagine è stata realizzata da un nostro investigatore sotto copertura in alcuni allevamenti di galline in gabbia e a terra, situati in diverse province dell’Emilia-Ro-

tutti erano rivolte alla salute dei propri cari e della comunità, ma allo stesso tempo non volevamo far passare inosservata la sofferenza che gli animali continuavano a subire. Anche le notizie sui media erano tutte rivolte all’emergenza COVID-19, per cui non ci aspettavamo di ottenere grande copertura mediatica. Per questo motivo abbiamo chiesto espressamente a tutti i nostri contatti un aiuto nel condividere e far girare il più possibile le immagini e le informazioni raccolte nell’indagine: la risposta è stata eccezionale. Abbiamo raggiunto oltre 3 milioni di persone sui social!

magna e di proprietà di un’unica azienda fornitrice di marchi di uova reperibili comunemente al supermercato, di cui alcuni spacciati per biologici. Pubblicati nell’ottobre del 2019, i filmati shock mostrano brutali maltrattamenti sugli animali e le prove di una frode alimentare in corso. Le immagini hanno trovato spazio anche su diversi telegiornali nazionali, inclusi il Tg1, Tg2 e Tg3. Dal punto di vista legale, la magistratura ha aperto delle indagini che si concentrano

Senza dubbio, la notizia ricevuta negli ultimi mesi che più ci sta a cuore è la conferma della chiusura dell’allevamento di maiali di Senigallia a seguito di una nostra investigazione. Un allevamento dove gli animali malati venivano uccisi con una mazza di ferro. Ricordo ancora benissimo il giorno in cui Marco, il nostro investigatore, mi ha raccontato per la prima volta quel fatto. Come tutti i sabati ci incontravamo in un bar vicino alla stazione di Forlì per fare il punto della situazione. Appena arriva lo abbraccio e mi dice: «Ieri hanno ammazzato una scrofa a martellate, ma non l’ho ripresa bene». Mentre parla ho già collegato l’hard disk, trovo la clip e inizio a guardare. La brutalità che vedo mi congela e rimango un attimo interdetto: le inquadrature erano le migliori che avesse fatto finora, per cui gli chiedo: «Perché mi hai detto che non hai ripreso bene. Mi hai fatto venire un colpo!», e lui: «Il fatto è durato 30 minuti ma sono riuscito a filmare solo un quarto d’ora, perché poi mi hanno chiamato a fare altro». Mi alzo in piedi, lo abbraccio e gli dico: «Quel posto lo chiudiamo!». Non finirò mai di ringraziare Mar-

sulle violenze e le condizioni di vita delle galline, oltre che sulla presunta “truffa bio”. Non crediamo si tratti di una vittoria, ma è certamente un passo importante: lancia un monito verso altri allevatori ad astenersi dal commettere illegalità e dal compiere atti crudeli verso gli animali da allevamento.

co per il coraggio che ha avuto. Se quel posto ora è chiuso è soprattutto merito suo. Il 31 maggio è il giorno in cui il team investigativo ha ripristinato le sue attività dopo lo stop forzato. Da quel giorno non abbiamo più smesso di lavorare, e anche ora i nostri investigatori e le nostre investigatrici stanno lavorando su diversi fronti per documentare abusi e maltrattamenti contro gli animali. Abbiamo molto lavoro in cantiere da mostrarvi, perciò rimanete collegati, ci faremo sentire presto.

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MALTRATTAMENTI E USO SCONSIDERATO DI ANTIBIOTICI INVESTIGAZIONI

Indagine negli allevamenti fornitori di Aia

Un investigatore di Essere Animali ha lavorato sotto copertura per diversi allevamenti fornitori del marchio AIA.

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razie al lavoro coraggioso di un nostro investigatore abbiamo documentato per la prima volta in Italia l’intero ciclo di allevamento del pollo in un’azienda proprietaria di diversi allevamenti e fornitore di Aia – il principale produttore di carne avicola in Italia. L’indagine sotto copertura, durata un mese, ci ha permesso di raccogliere immagini poi trasmesse dal Tg1 in prima serata e quindi viste da milioni di persone in tutta Italia. I filmati mostrano una breve vita di sofferenza: a un solo giorno di vita, i pulcini provenienti dall’incubatoio raggiungono l’allevamento e vengono gettati a terra con violenza da un’altezza di oltre un metro. I ritmi di lavoro sono frenetici, in un solo giorno vengono scaricati anche 90.000 pulcini che a causa del violento impatto con il terreno possono ferirsi o peggio morire. Durante il periodo di allevamento vengono nutriti con mangimi iperproteici che li fanno ingrassare rapidamente. Vivono in capannoni che possono contenere fino a 30.000 animali, 20 per metro quadrato, senza la possibilità di accedere all’aperto. La lettiera su cui giacciono non viene mai cambiata, anche quando è ormai carica dell’ammoniaca proveniente dalle loro deiezioni e questo provoca loro dolorose dermatiti e perdita delle penne. Date le dure condizioni ed essendo selezionati geneticamente per avere un petto di grosse di-

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Le immagini che abbiamo raccolto mostrano le crudeltà che vengono inflitte agli animali da parte degli operatori. [...] Immagine ripresa da uno degli investigatori sotto copertura

mensioni, i polli sviluppano malformazioni, oltre a problemi cardiaci, respiratori e neurologici. A sole sei settimane sono pronti per essere trasportati al macello: il peso del loro petto è adatto alle richieste di mercato, ma talmente grande da impedire ormai ogni movimento o sostegno. Ma questo non basta: le immagini che abbiamo raccolto mostrano le crudeltà che vengono inflitte agli animali da parte degli operatori. Abbiamo già menzionato l’impressionante scarico dei pulcini, ci sono poi gli animali malati gettati ancora vivi tra i cadaveri o soppressi dopo ore di agonia, oppure polli falciati con la motozappa che rivolta la lettiera.


“Un agente patogeno che entra in un allevamento avicolo è praticamente a Disneyland, perché trova popolazioni tutte uguali dove è facilissimo per lui diffondersi.” Dr. Luca Busani, Dipartimento di Malattie Infettive

In aggiunta ai maltrattamenti, la nostra indagine documenta peraltro una consuetudine tanto diffusa quanto pericolosa: l’utilizzo massiccio e sistematico di antibiotici. Un uso che, date le condizioni di sovraffolamento nei capannoni avicoli, serve a garantire la sopravvivenza del maggior numero di animali, ma che non fa che contribuire all’antibiotico resistenza. Un fenomeno che rappresenta una minaccia per la salute umana globale, come già dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Essere Animali

dell’Istituto Superiore della Sanità

La resistenza agli antibiotici sta già avendo un impatto sulle nostre vite: il nostro Paese è primo in UE per morti legate alla resistenza a questi farmaci, parliamo di 10.000 morti in Italia su un totale di 33.000 in Europa. La somministrazione di antibiotici negli allevamenti per trattare in modo preventivo tutti gli animali verrà vietata dall’Unione Europea a partire dal 2022. Nel frattempo però questa pratica è di routine in tutti gli allevamenti, che siano avicoli, bovini, suini o ittici e mette a rischio la salute di tutti.

GRUPPO AMADORI PATTEGGIA PER MALTRATTAMENTO DI ANIMALI

essere adottate severe misure di

dopo la nostra inchiesta con Report

lunga fase di indagini.

Nel 2016 il nostro team investigativo ha accompagnato

Gli indagati, che hanno scelto di patteggiare, sono il

la giornalista Sabrina Giannini all’interno di un alleva-

rappresentante legale di una società controllata al 100%

mento di maiali di una società del Gruppo Amadori.

da Amadori, condannato per il reato di uccisione e

Le immagini diffuse dalla trasmissione Report sono

maltrattamento di animali (art. 544 bis e ter c.p.) a

state viste da 2,5 milioni di persone e le terribili con-

3 mesi di reclusione (pena sospesa) e a una multa di

dizioni in cui erano detenute le scrofe hanno suscitato

22.500 euro. Il custode e responsabile dell’allevamento

un’enorme indignazione.

è stato invece condannato per il reato di abbandono

biosicurezza. Dopo la messa in onda del servizio, ENPA ha presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Forlì, a cui è seguita una

di animali (art. 727c.p.) a un’ammenda di 1.600 euro. Il nostro team investigativo ha visitato inoltre alcuni allevamenti di polli, anche loro di una società

Chiuse le indagini, i due indagati hanno scelto di pat-

controllata da Amadori. Le telecamere nascoste

teggiare per evitare il processo e ottenere uno sconto

hanno filmato operatori del carico mentre urinano

della pena. L’ufficio GIP del Tribunale di Forlì ha accolto

all’interno degli allevamenti, dove dovrebbero invece

la loro richiesta.

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Non solo coronavirus

DOSSIER PANDEMIA

La pandemia di coronavirus ci ha messo di fronte a una verità ormai innegabile: l’intero sistema di produzione di carne favorisce l’emergere e la trasmissione di malattie zoonotiche.

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ARS, Ebola, Zika, Mers, H1N1 (influenza suina), H5N1 e H7N9 (due forme di influenza aviaria), COVID-19. Queste sono solo alcune delle malattie zoonotiche – cioè trasmesse dagli animali all’uomo attraverso un salto di specie detto spillover – comparse negli ultimi anni. Alcune di queste, come il COVID-19, la Mers o la SARS, non provengono direttamente da un animale in allevamento; altre, come l’influenza aviaria e suina, hanno avuto origine in allevamenti intensivi, definite dai massimi esperti come vere e proprie bombe a orologeria pronte a esplodere da un momento all’altro.

MARIA MAN CU SO Web Content Editor -

Nonostante alcune differenze, il filo conduttore che lega che tutte queste malattie è uno solo: lo sfruttamento degli animali. Nel caso del COVID-19, l’aumento imponente di CAFO (Concentrated Animal Feeding Operations) nelle aree rurali ha spinto sempre più contadini e piccoli allevatori verso zone incoltivabili, vicino alle foreste. In molti qui hanno iniziato a ripiegare verso attività economiche alternative, come la caccia di animali selvatici da vendere nei “wet market”. Con l’aumentare della presenza umana in ecosistemi dove pipistrelli e altri animali selvatici potevano in passato vivere indisturbati, è aumentato enormemente anche il rischio del salto della specie del virus da un animale all’essere umano. La diffusione del COVID-19 ne è una prova e ci dà la misura di quanto l’uomo sia parte di un ecosistema che non bada a confini di specie, né a quelli geografici. Le forme di influenza suina e aviaria invece, di gran lunga molto più letali del COVID-19, si sono sviluppate negli allevamenti intensivi, veri e propri incubatori di virus. Nel libro Big farms make big flu, Rob Wallace spiega che negli allevamenti in cui vivono ammassati migliaia di polli e tacchini selezionati geneticamente, un virus può agire indisturbato senza di fatto incontrare varianti genetiche che ne possano impedire la diffusione, con il rischio che venga poi trasmesso agli esseri umani. Il tasso di letalità dell’H7N9 è di oltre il 30%, quello dell’H5N1 ancora più alto. Secondo un’ipotesi del CDC (Centers for Disease Control and Prevention), se negli Stati Uniti ci fosse stata una pandemia di H5N1, il tasso di letalità sarebbe arrivato al 60%.

Essere Animali

Anche l’ONU si è espressa sull’argomento in un report pubblicato il 6 luglio che indica l’al-

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Essere Animali

ALLEVAMENTI E MACELLI: ZOONOSI E CONTAGI


MUCCA PAZZA Dagli allevamenti di bovini, 1986

SARS

AVIARIA

Dagli allevamenti di zibetti, 2002

Dagli allevamenti di polli, galline, tacchini, 2003

Origine: Cina

Origine: Cina

Origine: Gran Bretagna

+190mila casi

+8mila casi

+500 casi

INFLUENZA SUINA

MERS

CORONAVIRUS

Dagli allevamenti di maiali, 2009

Dagli allevamenti di cammelli e dromedari, 2012

+1.6 milioni casi

+800 casi

Origine: Messico e USA

Origine: Arabia Saudita

levamento intensivo come uno dei fattori di rischio per l’insorgenza di pandemie. Gli autori dello studio Preventing the next pandemic avvertono che future epidemie emergeranno presto «a meno che i governi non prendano attivamente misure che impediscano che altre malattie zoonotiche si diffondano tra la popolazione umana». Le pandemie come il COVID-19 sono «prevedibili» secondo i ricercatori, e possono essere considerate «il risultato preannunciato del modo in cui la popolazione umana si procura e produce cibo, commercia e consuma animali e infine altera l’ambiente circostante». Un altro aspetto che la pandemia di COVID-19 ha messo in luce è che gli allevamenti e i macelli non si limitano a essere ambienti di proliferazione di virus: sono anche diventati dei focolai che mettono in pericolo la salute dei lavoratori della filiera e di tutti coloro con cui entrano in contatto. I focolai hanno colpito Paesi in tutto il mondo: negli Stati Uniti i giganti dell’industria della carne hanno dovuto chiudere numerose strutture

Dal mercato della carne, 2019 Origine: Cina

+35,8 milioni casi a causa del numero di contagi, difficili da gestire in luoghi in cui anche le minime norme di distanziamento sono impossibili da rispettare. In Italia casi di contagio sono stati registrati, tra gli altri, in Puglia, a Mantova, Trento, Caivano (Napoli), Vazzola (Treviso). In Europa ci sono stati contagi nei mattatoi di Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Belgio e persino in Germania, uno dei Paesi europei meno colpiti dal virus. Il 20 aprile scorso sul Guardian usciva un articolo in cui Jonathan Safran Foer e Aaron S. Gross dichiaravano: «Siamo preoccupati di produrre mascherine per il viso, ma sembriamo indifferenti agli allevamenti che stanno producendo le pandemie. Il mondo sta bruciando e mentre la benzina bagna la miccia che abbiamo ai piedi noi ci armiamo di più estintori». L’immagine che evocano è molto puntuale: gli estintori che ci siamo ostinati a usare per anni si sono rivelati fallaci e non ci salveranno. Abbiamo bisogno di strumenti più efficaci e soprattutto di azioni immediate, prima che la fiamma raggiunga la miccia.

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I GIORNALISTI RAI ATTACCATI DALL’INDUSTRIA DELLA CARNE DOSSIER PANDEMIA

A loro va tutto il nostro sostegno

Pretendere che informazioni di interesse per la salute di tutti siano tenute nascoste al pubblico è un fatto di una gravità inaudita. Equivale a difendere i propri interessi, a scapito di quelli della collettività e dell’umanità intera.

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in dai primi mesi dell’inizio della pandemia di COVID-19, Essere Animali si è impegnata con dedizione per mostrare il legame tra produzione di carne e rischio di zoonosi. Lo abbiamo fatto in molti modi, pubblicando numerosi articoli sul nostro sito e su media come Il Fatto Quotidiano e Lifegate, con interviste radio e collaborando con programmi Tv. Ad esempio con Sabrina Giannini, conduttrice di Indovina chi viene a cena, e con il giornalista della trasmissione Report Luca Chianca, abbiamo collaborato a interessanti inchieste, portandoli all’interno di diversi allevamenti intensivi. Le immagini, filmate assieme ai giornalisti poco prima del lockdown, sono state trasmesse nei loro programmi d’inchiesta e viste da milioni di persone. Nelle puntate del 29 marzo e 5 aprile, Sabrina Giannini si è focalizzata sull’emergenza del COVID-19, e ne ha ricostruito la storia analizzandone le cause. Ha spiegato come le conseguenze dell’impatto ambientale delle produzioni animali favoriscano la diffusione dei virus e di come l’utilizzo massiccio di farmaci negli allevamenti favorisca l’antibiotico resistenza. Il lavoro di denuncia della giornalista ha attirato le ire delle organizzazioni di categoria, incluse Assocarni e Carni Sostenibili, che hanno accusato lei e altri suoi colleghi di «saturare i

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telespettatori con informazioni imprecise, frammentate e non contestualizzate». A pochi giorni di distanza, anche Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, e il giornalista Luca Chianca sono stati attaccati da Coldiretti e Cia – Agricoltori Italiani, per il servizio andato in onda il 13 aprile, in cui è stata approfondita la relazione tra lo smaltimento dei liquami animali e l’inquinamento atmosferico – un fattore che favorisce la diffusione dei virus. Per questo motivo, insieme ad altre organizzazioni abbiamo inviato una lettera aperta al Presidente e al Consiglio d’Amministrazione della Rai in sostegno ai giornalisti duramente attaccati dagli industriali della carne e della zootecnia. Nella lettera abbiamo espresso massima solidarietà a Sabrina Giannini, Luca Chianca, Sigfrido Ranucci e Mario Tozzi, conduttore di Sapiens, anche lui criticato per un servizio in cui si è parlato di come la produzione di carne su scala globale contribuisca a deforestazione, inquinamento, danni alle riserve idrogeologiche e ai terreni e perdita di interi habitat. A loro andrà sempre il nostro appoggio, così come a tutti i giornalisti che si occupano di portare alla luce scomode verità.

Sabrina Giannini, Sigfrido Ranucci, Mario Tozzi Giornalisti Rai


Essere Animali

L’OLANDA VIETA GLI ALLEVAMENTI DI VISONI COVID-19 in quasi 60 aziende

I Paesi Bassi hanno deciso di anticipare al 2021 il divieto di allevare visoni per produrre pellicce. Troppi i casi in cui gli animali trasmettevano il virus ai lavoratori negli allevamenti. Timide le risposte del Ministero della Salute italiano.

L’

Olanda è stata a lungo uno dei principali produttori di pelliccia al mondo e conta circa 120 allevamenti di visoni. Durante la primavera scorsa, in piena pandemia, sono stati individuati numerosi casi di coronavirus in alcuni allevamenti di visoni, sia fra gli animali stessi che fra i lavoratori. Ad oggi sono circa 60 le aziende olandesi in cui è stato riscontrato il virus, la metà del totale. Secondo le autorità olandesi è plausibile che siano stati i visoni a contagiare i lavoratori degli allevamenti. Tutto è nato in un allevamento dove un operatore ha manifestato i tipici sintomi del COVID-19, a cui è poi risultato positivo. Un caso reso noto dalla Ministra dell’Agricoltura olandese Carola Schouten in una videointervista. Dopo la notizia l’allevamento è stato immediatamente chiuso, gli animali sottoposti a rigidi controlli, e sono state prese le doverose precauzioni per i cittadini che vivono nelle immediate vicinanze. La pandemia ha spinto il Nederlands kabine, il collettivo dei ministri e dei segretari di stato dei Paesi Bassi, ad anticipare di tre anni il divieto di allevare i visoni nel Paese. Il governo olandese aveva infatti già scelto nel 2013 di vietarli, con una decisione storica che fissava al 2024 il termine ultimo per la dismissione degli allevamenti. Ciò che cambierà è che già da novembre di quest’anno le aziende olandesi non saranno più autorizzate ad allevare nuovi animali e da marzo 2021 dovranno chiudere. Secondo fonti dell’Aia, il governo olandese stan-

AIUTACI A CHIUDERE GLI ALLEVAMENTI DA PELLICCIA Grazie a indagini, campagne e azioni legali siamo riusciti a chiudere diversi allevamenti di visoni e a ridurre drasticamente il numero di animali uccisi. Ma in Italia, a differenza di molti Stati europei, la produzione di pellicce è ancora consentita. Aggiungi il tuo nome alla richiesta per un divieto di allevamento di animali per la loro pelliccia!

FIRMA SU

www.visoniliberi.org

zierà circa 180 milioni a sostegno degli allevatori, una cifra elevata per un settore in crisi in tutto il mondo per l’evidente crudeltà nei confronti degli animali, che ha spinto stilisti, case di moda e consumatori ad abbandonare l’utilizzo di pellicce. In Italia, il Ministero della Salute si è limitato a stilare un Protocollo Covid che prevede che gli allevamenti debbano essere messi in isolamento solo in caso di presenza di sintomi di coronavirus. La risposta del Ministero è molto timida e non tiene in considerazione casi di visoni infetti ma asintomatici, quindi comunque potenziali serbatoi di virus. Il Governo italiano ha perso l’occasione di seguire l’esempio olandese e legiferare un tanto atteso divieto per questa pratica, considerata crudele dalla quasi totalità degli italiani.

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LA SETTIMANA VEG 2020 È STATA UN SUCCESSO

L’evento sulla diffusione della scelta vegan più grande d’Italia

PROMOZIONE VEG

La sesta edizione della Settimana Veg è stato l’evento sulla diffusione della scelta vegan più grande e partecipato d’Italia! Questo ha solo confermato le nostre aspettative: sono sempre di più le persone interessate ad una scelta veg e lo scopo del nostro progetto è accompagnarle e sostenerle in questo importante percorso.

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ono stati più di 21.600 gli iscritti che, dal 18 al 24 maggio, hanno seguito le ricette di Elefante Veg, i suggerimenti nutrizionali di Silvia Goggi e i nostri consigli. Il 51,9% di loro ha inoltre coinvolto familiari, parenti e amici, quindi i numeri dei partecipanti sono decisamente maggiori! A causa delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria abbiamo potuto realizzare esclusivamente eventi online, a differenza degli scorsi anni, ma questo non ha fermato il grande suc-

BR E ND A F ER RET T I Outreach manager Essere Animali

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cesso dell’iniziativa. Abbiamo infatti promosso dirette sui social e creato una grandissima community online.

I NUMERI DEL SONDAGGIO Ogni anno, a fine evento, proponiamo un sondaggio ai partecipanti per trarre le conclusioni, testare l’efficacia di questa iniziativa e ricevere i fondamentali consigli che rendono l’evento migliore a ogni edizione. Come abbiamo già evidenziato, l’aumento dei partecipanti rispetto agli scorsi anni è stato davvero notevole. Oltre 21.600 persone hanno scaricato il ricettario guida: più del doppio rispetto al 2019. La maggior parte dei partecipanti ha definito la propria alimentazione onnivora, vegetariana o pescetariana, solo il 22% si sono dichiarati vegan. Anche il dato dei partecipanti non-veg è in crescita rispetto agli scorsi anni. Più della metà, vegani già esclusi, ha seguito un’alimentazione vegetale tra i 7 e i 6 giorni e l’85% ha risposto che la sta proseguendo tutt’ora. Quasi la totalità dei partecipanti ha trovato la Settimana Veg un’esperienza utile nel raggiungimento del proprio obiettivo e la consiglierebbe a un amico. La motivazione più sentita è quella legata alla sofferenza degli animali, di seguito troviamo il miglioramento della propria salute e, in ultimo, l’ambiente.


ANIMALI RISPARMIATI Questo è uno dei numeri più importanti che ci piace dare e che ci rende davvero felici: con questa partecipazione, in una sola settimana e senza contare i familiari degli iscritti, abbiamo fatto un calcolo basato sui dati dell’Università di Oxford e stimato un totale di almeno 14.000 animali risparmiati! A questo numero va sommato anche l’impatto delle persone che stanno continuando con una alimentazione vegetale e le persone coinvolte dai partecipanti. Un gran bel risultato! Siamo davvero entusiasti e ci stiamo già preparando per riproporre questo bellissimo evento anche il prossimo anno, con tante sorprese e novità.

Se hai perso la Settimana Veg sei ancora in tempo per provarla!

VAI SU

www.settimanaveg.it Iscriviti e riceverai le mail giornaliere con le ricette e i nostri consigli.

vogliamo superare i 20mila! Stiamo già scaldando i motori preparando i contenuti per ottenere un progetto sempre più pratico ed efficace. Abbiamo in programma tante novità, prima tra tutti è quella di lanciare

SAVE THE DATE!

Veganuary anche a livello corporate incoraggiando le aziende a promuovere ed ampliare la loro proposta vegan durante il mese di gennaio e mantenerla anche in seguito. Riteniamo sia davvero fondamentale spin-

A gennaio torna Veganuary, dopo il grande successo

gere le aziende ad avere sempre più opzioni vegetali.

e interesse dello scorso anno non potevamo non

Secondo i sondaggi, uno degli ostacoli maggiori per

riproporre questo fantastico progetto. Un mese di

intraprendere una scelta veg è proprio la difficoltà di

supporto per un cambiamento verso un’alimenta-

reperire pasti e sostituti vegetali, per questo è più che

zione vegetale, con ricette, consigli pratici, nutrizionali

mai necessario intervenire anche in questo settore e

e tanti approfondimenti. Sono stati più di 15mila i

ci auguriamo che sia un grande successo come lo è

partecipanti dello scorso anno e quest’anno

già all’estero.

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PER UN CAMBIAMENTO IN TUTTA EUROPA Una campagna per fermare i finanziamenti agli allevamenti intensivi

CAMPAGNE

Nel mese di maggio la Commissione Europea ha pubblicato i primi contenuti della strategia Farm To Fork, che dovrebbe guidare le scelte da qui al 2030 per quanto riguarda l’alimentazione e le politiche agricole.

I

nsieme ad altre organizzazioni stiamo facendo pressione per chiedere necessarie aggiunte ai piani per ora proposti dalla Commissione, che comunque hanno già alcuni obiettivi interessanti: •  rivedere e migliorare la legislazione su allevamenti, trasporti e macellazione, con standard più elevati di quelli attuali; •  introdurre per la prima volta nelle discussioni anche l’acquacoltura e quindi le prime norme in difesa dei pesci; •  ridurre del 50% l’utilizzo di antibiotici in zootecnia e acquacoltura; •  stanziare 10 miliardi di euro in ricerca per

CL AUD IO P O MO Responsabile Sviluppo Essere Animali

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aumentare la disponibilità di “proteine alternative”, come quelle di origine vegetale e altri prodotti sostitutivi della carne; •  la promozione di un’etichettatura che contempli anche gli aspetti climatici, ambientali e sociali dietro alla produzione del cibo. Seppure queste proposte siano dei passi in avanti, ancora una volta l’Unione europea ha perso una grande opportunità: quella di bloccare definitivamente i sussidi agli allevamenti e ai prodotti di origine animale. I sussidi europei tengono infatti in piedi questo sistema obsoleto, crudele e insostenibile. In un’Europa in cui le nuove generazioni sono sempre più attente all’ambiente e agli animali, e a soli dieci anni dal punto di non ritorno per salvare il pianeta, non è più possibile fare scelte fiacche e parziali. Per questo abbiamo partecipato attivamente alla campagna “Stop Pandemics Start Here”, coordinata in Europa da Eurogroup For Animals, di cui siamo membri da alcuni anni. Oltre ad aver inviato una lettera aperta alla Commissione europea e ai ministri, insieme ad altre associazioni italiane abbiamo organizzato un tweetstorm di grande successo: nel giro di poche ore sono stati realizzati più di 50mila tweet diretti agli europarlamentari e l’hashtag #StopPandemie è diventato rapidamente trending topic. Il sistema alimentare deve essere rivisto alla radice, gettando le basi per un’alimentazione del futuro davvero sostenibile. E se lo stesso documento Farm to Fork afferma che «un’alimentazione sana e basata su vegetali riduce il rischio di epidemie e l’impatto sull’ambiente del nostro sistema alimentare», cosa aspettiamo a muoverci seriamente in quella direzione? Non c’è tempo da perdere, né per gli animali né per il Pianeta. Per questo continueremo a far sentire la nostra voce!


MIL A NO

30 Maggio 2020

Negli allevamenti il lockdown non finisce mai Con la fine del lockdown abbiamo voluto realizzare un flashmob per far riflettere le persone sull’analogia delle sensazioni di isolamento e prigionia provata in questi mesi, e quella che per gli animali negli allevamenti è invece una triste normalità. Per loro infatti non esiste una “fase 2”.

BRESCIA 6 Giugno 2020

Gli allevamenti intensivi sfruttano gli animali e inquinano il Pianeta Abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sulle principali criticità degli allevamenti intensivi, dalle condizioni riservate agli animali fino all’inquinamento di cui queste strutture sono responsabili.

L A SPEZ IA

15 Settembre 2020

In azione per i diritti dei pesci Abbiamo realizzato un’azione di grande effetto srotolando in mare, davanti a un allevamento di pesci, uno striscione di 30 metri quadrati, con lo scopo di portare alla luce le condizioni di vita di questi animali sfruttati dall’industria alimentare.

ONL INE

Pasqua #IoNonLoMangio In questi mesi di lockdown abbiamo dovuto ovviamente rinunciare a tutte le iniziative in strada che avevamo in programma: non abbiamo potuto realizzare flashmob, volantinaggi, i festival e i vari banchetti informativi, ma il nostro attivismo non si è certo fermato. Abbiamo infatti rivisto e adattato i vari progetti trasformandoli online, così facendo ogni attivista ha potuto partecipare e fare la sua parte direttamente da casa. In particolare una delle iniziative di sensibilizzazione più riuscite è stata senza dubbio quella svolta in occasione di Pasqua per la strage degli agnelli. Abbiamo lanciato la campagna #IoNonLoMangio e chiesto alle persone di farsi una foto con il nostro cartello: l’iniziativa è diventata virale sui social e ci sono pervenute centinaia di foto. Il nostro messaggio è stato forte e chiaro!

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UN MONDO CHE CAMBIA Le notizie che ci hanno fatto gioire

Sono tanti gli avvenimenti dall’inizio dell’anno che ci fanno ben sperare per il futuro degli animali e del pianeta.

BUONE NOTIZIE

M

entre il mondo si trova ad affrontare una crisi di proporzioni epocali, abbiamo deciso di introdurre una rubrica di buone notizie che mostri i risultati che il movimento per i diritti degli animali sta

raggiungendo in ogni parte del mondo. Negli ultimi anni e soprattutto dall’inizio della pandemia, siamo stati inondati di notizie che hanno messo in difficoltà anche i più ottimisti di noi. Eppure, anche se non al ritmo che vorremmo, le cose stanno davvero cambiando. Sempre più persone decidono di adottare un’alimentazione vegetale e ciò che avviene all’interno degli allevamenti intensivi è ormai noto a tutti. Diverse Specie si occupa soprattutto del lavoro di Essere Animali, ma in questa rubrica troverete alcuni dei risultati che associazioni in altre parti del mondo hanno raggiunto e che ci danno speranza per un futuro in cui ogni animale può vivere libero dallo sfruttamento.

1.

LA CINA DICE NO ALLA CARNE DI CANE E GATTO A maggio scorso, il Ministero dell’Agricoltura e degli Affari Rurali cinese ha definitivamente eliminato i cani dalla lista degli animali commesti-

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bili, vietandone in questo modo l’allevamento, la macellazione e il commercio. Anche in Cina verranno quindi considerati come animali da compagnia. La decisione è arrivata dopo il divieto temporaneo di febbraio sul commercio e il consumo di animali selvatici. Di sicuro non è un caso che questi provvedimenti stiano accelerando in un momento in cui l’attenzione mediatica si è concentrata sui wet market i mercati di animali vivi, ormai tristemente famosi per aver dato probabilmente il calcio di inizio alla diffusione del coronavirus. Si tratta di una svolta epocale, che segue il cambiamento di sensibilità nella popolazione. In un sondaggio del 2016 la maggioranza dei cinesi si è infatti detta favorevole al divieto.


2.

LA GRECIA HA VIETATO LA MACELLAZIONE DEI CAVALLI

3.

LA FINE DELLE PELLICCE SI AVVICINA Ormai da diverso tempo, il settore delle pellicce sta affrontando una crisi inarrestabile. Molti stilisti di fama mondiale hanno compiuto un passo storico escludendo finalmente le pellicce dalle loro collezioni e anche diverse banche non finanzieranno più questo settore. In Europa gli allevamenti di animali da pelliccia sono vietati, o normati così rigidamente da non essere di fatto realizzabili, in ben 16 Stati. Recentemente in Polonia, il terzo produttore di pellicce al mondo, il Parlamento ha votato un disegno di legge che vieta l’allevamento di animali da pelliccia. Il disegno di legge dovrà ancora essere discusso in Senato. Inoltre anche la Francia ha votato a fine settembre una legge che farà chiudere i 4 allevamenti di visoni rimasti attivi (oltre a porre fine agli spettacoli con animali nei circhi).

4.

CONSUMI VEG IN CRESCITA

L’emergenza dovuta alla pandemia di COVID-19 ha sconvolto il mondo intero e sta spingendo molte persone a mettere in discussione le proprie abitudini. Tra i cambiamenti più significativi, degno di nota è il dato sul progressivo aumento dei consumi di cibi vegetali in sostituzione della carne.

A partire dal 29 luglio scorso, in Grecia non si potranno più macellare cavalli. A differenza dell’Italia, nel Paese ellenico la carne equina non viene consumata e non sono presenti impianti autorizzati. Negli ultimi anni però, a causa della crescita delle competizioni equestri e dell’ippica, si è registrato un aumento delle macellazioni illegali di questi animali, la cui carne veniva esportata. Un business che iniziava a fruttare, tanto che circolava l’ipotesi di concedere autorizzazioni per mattatoi equini. In Italia grazie anche all’impatto della nostra indagine “Viaggi senza ritorno” il numero di cavalli macellati è calato del 70% dal 2010 a oggi.

L’industria della carne sta soffrendo e accusando il colpo: in Italia il consumo è diminuito del 30% e, secondo i dati Istat, nei primi mesi dell’anno le macellazioni bovine sono scese del 4,5% e quelle suine del 15,8%. La Commissione UE ha stimato per il 2020 un calo della produzione di carni bovine dell’1,7% e dei consumi del 2,7%. La chiusura di alcune strutture, in primis allevamenti e macelli, ha avvicinato ulteriormente le persone all’acquisto di alimenti sostitutivi. Secondo Markets and markets, il settore che riguarda i sostituti della carne potrebbe passare da un valore di 3,6 miliardi di dollari del 2020 ai 4,2 miliardi nel 2021, favorendo a sua volta la spinta per l’alimentazione vegetale. 15


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