Maurizio Vitiello
GIAMPIERO
POGGIALI BERLINGHIERI Percorsi ludici tra fantasia e magia a cura di
Enzo Le Pera
Maurizio Vitiello
GIAMPIERO POGGIALI BERLINGHIERI Percorsi ludici tra fantasia e magia a cura di
Enzo Le Pera
Maurizio Vitiello
Giampiero Poggiali Berlinghieri Percorsi ludici tra fantasia e magia a cura di Enzo Le Pera
Progetto grafico e impaginazione Stefania Maranzano estefian@icloud.com Tel. 392 6424695 con la collaborazione della
Galleria d’arte Il Triangolo viale Alimena 31/d 87100 Cosenza www.galleriailtriangolo.com info@galleriailtriangolo.com tel./ fax 0984 73633 In copertina: Bruco, scultura 1995
Sommario 5 10 11 41 53 60 62 63
La favola bella di Poggiali Berlinghieri di Maurizio Vitiello Il laboratorio di fantasia e magia di Laura Monaldi Dipinti e Sculture Affiches I manifesti delle mostre Il maestro al lavoro e con amici Cenni biografici e Opere nei musei e pinacoteche Casa studio 50 anni di attivitĂ artistica 23 volumi per documentarla
La favola bella di POGGIALI BERLINGHIERI Maurizio Vitiello
L’attività pluriennale di Giampiero Poggiali Berlinghieri ci permette di inserirci in una significante resa di motivati indirizzi creativi, ad ampio spettro, su direttrici variegate e, principalmente, ludiche. Quindi, la chance dell’arte che gioca su di un piano di qualificazione europeo ci permette di assistere a combinazioni legittime, che si legano a proposte di degno respiro. Nelle sue opere si leggono tensione creativa, senso del futuro, peso cognitivo, misuratissima e calibratissima valenza di taglio squisitamente gioioso. L’artista riesce a coltivare approfondimenti sui sentieri dell’arte contemporanea; in ogni caso riesce a superare sempre i momenti di forte crisi. Le sue varianti iconiche portano al dialogo, alla conversazione, al confronto serrato; sociologicamente l’occasione della lettura delle sue produzioni di multiple incidenze ci permette di conoscere e valutare ventagli del mondo. L’arte, riflettendo, può attivare la capacità di stimolare la parte sensitiva e istintiva delle persone e aumentare la sensibilità mentale della lettura critica e su questa base si comprende che l’arte può farci meglio conoscere il mondo che ci circonda. Ogni suo lavoro mira all’impatto sociale, ogni sua opera offre, principalmente, interpretazioni e mai rappresentazioni. Il prendere insieme e con sé, grazie ai sensi e al pensiero, vissuto estetico e, nel contempo, sociale suggerisce un alto percorso creativo volto a rinnovare, modificare, se non a riformulare, la capacità interpretativa del proprio sguardo sul mondo. Anche un solo suo quadro, o, meglio, una combinazione immaginaria, è un viaggio alla scoperta del mondo, oltre a essere un ramo valido a far acquisire contenuti di conoscenza. Le sue opere d’arte risultano cunei utili per catturare il senso del mondo; la sua sottile forza di diamante, incredibilmente, quindi, gladiatoria, gli offre un repertorio per regolare percorsi. Nelle manifestazioni artistiche correnti, a cui partecipa, i suoi elaborati non perdono smalto, anzi, riescono a salire di quota; si riconosce la voglia di esprimersi, di esserci, di discutere. La sua arte è un salvacondotto per una dimensione accettabile, un incredibile passepartout, perché qualcosa si salvi da un naufragio incombente o da uno tsunami incontrollabile, straordinariamente improvviso e acutamente inarrestabile: la sua arte è sentimento di difesa ad oltranza. L’artista cerca di preservare e tutelare, fermamente, il giudizio critico dell’i-
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dea che si fa immagine, al di là e al di sopra di qualsiasi clima politico e di ribaltamento epocale. Le sue opere d’arte, dai disegni alle plastiche, sono veri e propri dispositivi, nonché adatti strumenti visivi, per esplorare l’identità del mondo e per vagliare le cognizioni del sé. Come ben si avverte, c’è esigenza di sollevarsi dai silenzi e dall’anestesia etica collettiva. Bisogna analizzare il mare magnum delle coniugazioni visive, che cambia, incessantemente, per poter accogliere e significare autorevoli intendimenti e inquadrare, così, un focus di trattamenti ulteriori. L’artista pilota e governa motivi sensibili e ripete continue ricerche per agguantare novità, in un’alternanza quotidiana, nell’attività cadenzata di studio. I suoi passi riescono a equilibrare racconti-reportages, anche per poter resistere da viaggiatore dell’ anima e per animare di significativo appeal e di attrattiva seduzione i suoi intelligenti lavori. Poggiali Berlinghieri si mette in discussione, continuamente, in questa “società sempre più liquida” e le sue costruzioni s’apprezzano come resilienti identità culturali. La sua arte, che è, essenzialmente, sequenza di ventagli di pensieri, nonché carico passaggio di obiettivi e di dislocazione di visioni, sostanzia l’ idea che possa coinvolgere, e non poco. Il ripristino di una memoria elastica è un formidabile assunto che favorisce la conversazione e promette immagini coinvolgenti e perlustrazioni riflessive. Un insieme di articolate produzioni sottolineano una creatività che non è mai scemata, tra algoritmi di passioni e soprassalti e tra ragionatissime carature e variegate disposizioni di carattere plastico-grafico-segniche. Le procedure dell’artista seminano interessi traslati, simbolici, metaforici, allegorici e superano la perentorietà del varco immaginativo di Instagram. In una chiara declinazione operativa, aperta a un linguaggio elastico, promuove, potenzia e valorizza quella particolare percezione dell’attualità con cui poter sostenere le sue molteplici complessità. Concretizza, motiva e attiva sapide attenzioni sul nostro danzante quotidiano per allargare, indi, uno spettro di partecipazione visiva; si intuisce, così, un bisogno vivo di proporsi e di relazionarsi, tout-court col mondo. Dialogare è naturale convenienza sociologica e la vena pervia ci rende uno spirito attivo e costruttivo. I suoi lavori sono fiamme animate a rendere costruzioni d’intelletto per tagli di valutazioni, giudizi, opinioni.
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L’emozione prende voce e si manifesta nei dati visivi, sempre ben concertati, e gestisce campi e livelli empatici. Le opere di Giampiero Poggiali Berlinghieri risultano di frontiera e agganciano pittura e scultura, vivificano il design e riqualificano l’opera-oggetto in un assett installativo di caratura, in cui gioia e ironia qualificano una teoria indomita di rimandi. Al cospetto delle sue opere si è tentati di riguadagnare giochi infantili e di ripercorrerli per rimanipolarli e farli propri. Nel tessuto degli assemblaggi spicca un equilibrio, che fa combaciare precisione e un oltranzismo fantasy. Il suo pensiero costruttivo sorregge le dinamiche, semplici e avvedute, e il gusto, irrefrenabile, di eleganti e divertenti forme, che racchiudono manifeste e palesi connessioni ludiche; emerge un personalissimo alfabeto, determinato e acquisibile, e da questo chiaro fronte visivo s’indirizzano segni, simboli, segnature, segnacoli ad essere linguaggio, che s’imprime nell’impatto fruitivo. Questi dati costitutivi, facilmente rilevabili, dettano la misura dell’intervento e rincorrono misteriose vie, legate, però, a un mondo di accezioni possibili, di tendenze virtuali, di potenzialità possibili. Un mondo altro è schiuso per esistere. Gemmazioni insolite, frazioni amebiche, concrezioni agglutinanti, proliferazioni di minimali sensi rilanciano una biologia segnica, che intende affrontare, per invero, un new space per arrivare a rimandi di colonizzazioni galattiche possibili e a universi paralleli. Si coglie, in questo sforzo di allungarsi all’universo, la volontà dell’artista di guardare al domani per altri mondi possibili e per altre civiltà intergalattiche, che sentiamo che esistono. Poggiali Berlinghieri, fondamentalmente fiorentino, ha iniziato il suo percorso artistico nel lontano 1968, procedendo da valente autodidatta, con una prima personale alla famosa Galleria Inquadrature di Firenze, di Marcello Innocenti, figura mitica, che ricordiamo come navigatore periscopico alla continua ricerca dell’arte espressa da giovani talenti. Seguono numerosissime personali sia in Italia che all’estero. Opere di Poggiali trovano collocazione in collezioni museali pubbliche e private; un suo autoritratto fa parte della raccolta degli autoritratti della Galleria degli Uffizi di Firenze. Degli anni Ottanta si ricordano due considerevoli esposizioni, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara nell’88, e a Palazzo Strozzi
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di Firenze nell’89, che racchiudono due momenti antologici dell’intensa attività dell’artista. Moltissimi critici autorevoli hanno scritto su Giampiero, da Tommaso Paloscia, che abbiamo visto più volte in azione all’Arte Fiera di Bologna, a Pierre Restany, illustre critico francese, trapiantato in Italia, sino ad Antonio Paulucci, immenso conoscitore dell’arte, che dagli Uffizi al Vaticano, è stato e resta un magister di classe, critico indiscusso. Pierre Restany indagatore delle pieghe del contemporaneo lo ha accostato, rivalutandone l’opera, al Nouveau Réalisme, che ha per oggetto materiali desunti dalla realtà, anche quella più banale, come anche gli objets trouvés che vengono raccolti in sculture tridimensionali. Ricordiamo che autori importanti da Yves Klein a Jean Tinguely, da Martial Raysse a César Baldaccini, e a Daniel Spoerri, Jacques Villeglé, Christo, Gerard Deschamps, Edoardo Puglisi, Mimmo Rotella, Arman, Niki de Saint Phalle ne fecero parte. Poggiali Berlinghieri nel 1975, è stato premiato per il suo lavoro dall’ Associazione Artisti Plastici Jugoslavi, e soggiorna al villaggio artistico di Poçitely; è stato segnalato, nel 1975, sul Catalogo Bolaffi da Tommaso Paloscia e da Umberto Baldini, nel 1981; espone, nel 1984, alla mostra Contemporary Art Made in Florence, chiamato dalla Fondazione John Wamaker di Filadelfia; nel 1985 è insignito della cittadinanza onoraria a Vitulano, dopo aver eseguito un murale sulla facciata del Municipio; nel 1986, al Forte Belvedere di Firenze, partecipa a una rassegna curata da Renato Barilli. Le opere dell’artista, ribadiamo, avvalorano dispositivi con articolazioni e connessioni fabulistiche, giocando a sponda con frammentati reliquati da pop art e relatività ludiche di un secondo futurismo, in special modo dei ‘Giocattoli’ di Fortunato Depero. Da ricordare che la sua scultura di acciaio ‘Pegaso’ è esposta a Sesto Fiorentino, in Piazza XXX novembre, e che ha esposto, ottenendo lusinghieri successi, negli anni Ottanta, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara e a Palazzo Strozzi a Firenze. Suoi lavori si possono vedere alla Galleria degli Uffizi di Firenze; al Parco d’ Arte Pazzagli di Rovezzano; al consistente MAGI ‘900 Museo delle eccellenze artistiche e storiche di Pieve di Cento; alla Città dei
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Bambini di Genova; al famoso Parco di Pinocchio di Collodi; allo splendido e icastico Museo Marino Marini di Firenze; al Museo di Arte Religiosa Contemporanea DiArt di Trapani. Poggiali Berlinghieri, da autodidatta fino alla laurea honoris causa, ricevuta, nel 2013, dall’Accademia di Belle Arti di Agrigento ‘Michelangelo’ in “Arti Visive e Discipline dello Spettacolo”, si è spinto nel tempo a raccogliere, inseguire e a esercitare una limpida joie de vivre, una solarità piena, una felicità di sintesi. Il potere esecutivo dei suoi artifizi rimarca gioia e libertà, chiavi di saggi paradisi. Dagli anni Ottanta è passato a determinare dipinti, sculture, pitto-sculture ludiche, che intrigano e determinano reciprocità umane e cinetiche interazioni sociali. Nelle sue calzanti redazioni automatismi sonori, luminosi, cinetici premiano l’artifex e il suo fuoco creativo e, inoltre, una pedagogia della misura si estroflette come nel Pegaso di Sesto Fiorentino. Da trasformatore e da convinto ammiratore della scienza ha prodotto ‘La scienza ci salverà’, un’installazione scultorea alta oltre sei metri, eseguita in ferro e acciaio colorato, animata da un motore rotante e luci led, che La Fondazione Arpa, pose il 3 Maggio 2019, dedicata “Ai medici e agli Infermieri che si sono distinti per esemplare impegno, senso del ruolo ed orgoglio di appartenenza nel fare grandi gli Ospedali Riuniti di Pisa”. Quest’opera guarda alla ricerca e alla scienza, su cui ha sempre fatto riferimento; perché, sono per l’artista le sole influenze utili a salvaguardare il pianeta Terra e a farci, eventualmente, guadagnare i cieli dell’infinito, in cui remote somiglianze viventi potranno accogliere gli umani e permetterci, quindi, un salto di qualità, agganciandosi alle più rosee fantasie. I sogni di Giampiero Poggiali Berlinghieri volano alti per incontrare le favole belle dell’universo.
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il laboratorio di fantasia e magia
Laura Monaldi
Lo studio di Giampiero Poggiali Berlinghieri è un mondo ironico e favolistico da scoprire e dal quale rimanere meravigliati nella gioia che sprigionano le forme variegate e i multi-cromatismi che si presentano a prima vista; è un luogo di personaggi, macchine, paesaggi e animali nel quale immergersi per scoprire una poetica della materia e dell’oggetto, che dalla banalità e dall’insignificante porta alla visione di una storia infinita fatta di ironia e di immaginazione, dove le nuove creature si muovono e vivono fra artigianalità e tecnologia, fra tecnica e ingegno, fra concettualismo, astrattismo e materiali poveri. Quadri, pittosculture e oggetti interattivi si muovono nella presa di coscienza dell’artista che non esiste limite alla creazione e alla possibilità di creare opere d’arte, poiché è solo attraverso l’intuizione primaria e l’intenzionalità che la mano estetica, plasmando e colorando, può giungere all’autenticità e alla purezza di un prodotto in grado di musealizzare lo spazio più angusto di questo mondo. Artista autodidatta da sempre «innamorato della pittura» e del Futurismo, suo primo “amore primitivo”, Giampiero Poggiali Berlinghieri si è mosso per i sentieri impervi dell’Arte cercando di indagare, analizzare e scoprire il mistero celato fra le pieghe cromatiche e formali delle opere che più lo affascinarono nella sua giovinezza, riuscendo pian piano a soddisfare le proprie frenesie di ricerca e giungendo a una decisa presa di coscienza individuale su come le personali esigenze espressive dovevano evolversi. Trovata la propria dimensione, la strada più consona a una personalità gioiosa e giocosa, il lavoro di Giampiero Poggiali Berlinghieri è andato nella direzione del divertimento e del continuo rinnovamento di sé e delle forme che man mano hanno preso concretezza nelle sue mani, con una spontaneità, una immediatezza e una istintività inedita e originale. Le sue opere di fatto nascono da una libertà ludica, quasi estemporanea, che non guarda a modelli di riferimento, ma si riflette perfettamente nel proprio presente storico, in quanto sintesi culturale di un mondo in continua trasformazione, esattamente come l’animo dell’artista che non si ferma di fronte ad alcun supporto, ma continua a sperimentare i limiti della propria immaginazione e un infinito richiamo al desiderio di vedere oltre la razionalità.
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Dipinti
acrilici su tela
Sculture
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Biodiversity, 2019 Un tuffo nel blu, 2019
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Biodiversity, 2019 13
Controsole, 2018
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Senza titolo (dal ciclo Paesaggio), 1997
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Obbiettivo punto rosso, 2016
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Il tempo e lo spazio, 2017
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Ostentato ottimismo, 2013
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Piccoli bagliori, 2015
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ProbabilitĂ remote, 2019
Personaggio incerto, 2018 21
Viaggio nel tempo, 2019
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Una coppia, 2017
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Simbiosi astrale, 2018
Simbiosi, 2019 24
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Composizione virtuale, 2019
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Sogno virtuale, 2019
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Un cerchio bianco, 2019 28
Sogno virtuale, 2019
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Evento viola, 2012
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Il colore del bianco, 2018
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Torta con led, 2011
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Scultura, 2014
33 33
Alien 2017 ferro dipinto e lampade solari cm 250x80x30
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Solar Jan 2015 ferro dipinto, pannello solare e led cm 226x75x35
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Ex libris 2018 gatto bronzo e acciaio cm 205 x 40 x 21
Ex libris 2005 Bronzo cm 228 x 40 x 40 Farfalla Acciaio cm 300 x 65 Tartaruga 2006 Bronzo cm 60 x 35 x 17 36
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Killer 2013 ferro dipinto cm 215x57x50
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La scienza ci salverĂ 2016 ferro cm 147x61x36
39 39
Affiches
I manifesti delle mostre
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Firenze 1966 Modena 1976
Sesto Fiorentino 1970 Firenze 1976
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Tavarnelle Val di Pesa (Fi) 1977
Firenze 1979
Firenze 1979
Firenze 1980
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Colonnata (Fi) 1981 Firenze 1983
Firenze 1982 Faenza 1984
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Sesto Fiorentino (Fi) 1984 Trieste 1986
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Grosseto 1985 Siena 1987
Ferrara 1988
Firenze 1989 Volterra 1991
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Montecatini Terme (Pt) 1993 Taverna (Cz) 1995
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Montecatini Terme (Pt) 1995 Treviglio (Bg) 1996
Firenze 1996
Firenze 1997
Firenze 1997
Ravenna 1997
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Firenze 1997 Bergamo 1998
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San Marino 1998 Chiavenna (So) 1999
Firenze 1999 Genova 2004
Bolzano 2004 Malcesine (Vr) 2004
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San Benedetto del Tronto (AP) 2004 Chianciano Terme (Si) 2009
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Firenze 2007 Vicchio (Fi) 2011
Berlino 2012 Vadena (Bz) 2019
Firenze 2012 Torino 2019
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Maestro al lavoro e Con amici Il
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Il Maestro nello studio Con Enzo Le Pera
Con Carlo Palli
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1- Con Andrea Barducci e Antonio Paolucci; 2- Con Attilio Maltinti; 3- Con Adriano Bigi e Pierre Restany; 4- Con Paola Butali; 5- Con Aldo Frangioni. 55
1- Con Ceccherini, Alessandro Mayer, Fabrizio Borghini; 2- Con Laura Monaldi; 3- Con Loretta Guiggi e Irene Barbensi; 4- Con Pier Francesco Bernacchi; 5- Con Tobia RavĂ , Jahel Beer, Maria Luisa Trevisan. 56
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1- Con Gloria Campriani; 2- Con Tiziana Leopizi e altra amica; 3- Con Riccardo Guarneri e Giuseppe Calonaci; 4- Con Francesca Mariotti; 5- Con Fabio Cavallucci. 58
1- Con Alessandro Schiavetti; 2- Con Carlo Cioni; 3- Con Daniele Lombardi; 4- Con Fulvio Falorsi; 5- Con Corrado Marsan; 6- Con Anna Cecchetti. 59
Cenni
Biografici
Giampiero Poggiali Berlinghieri, Firenze 1936. Ordina la sua prima personale alla Galleria Inquadrature di Firenze, a cui fanno seguito altre 80, in Italia e all’estero. Un suo autoritratto è nella raccolta degli autoritratti della Galleria degli Uffizi di Firenze. Nell’88 espone al Palazzo dei Diamanti di Ferrara e nell’89 a Palazzo Strozzi di Firenze, mostre che segnano due momenti antologici della sua attività. Negli anni ‘90 esegue numerose installazioni, documentate dalla monografia a cura di Pierre Restany: Poggiali sculture e installazioni 1969-1995, Ed. Museo Civico di Taverna, CZ. Nel 1996 è significativa l’installazione Simposio al Museo Marino Marini, patrocinata dal Comune di Firenze. Nel 1997 pubblica da LoGisma l’opera multimediale interattiva Delfo, una pinacoteca virtuale di oltre 300 immagini di quadri, sculture, installazioni e 5 video, con musiche elettroniche originali. Nel ‘99, in Piazza XXX Novembre a Sesto Fiorentino, FI, il Soprintendente ai Beni Artistici e Storici di Firenze, Antonio Paolucci, inaugura il monumento Pegaso di acciaio inox policromo. Nel 2002 è invitato dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi di Pescia, PT, dove realizza una grande installazione documentata nel libro C’era una volt@, Morgana Edizioni. Inoltre il Consiglio Regionale della Toscana lo invita a Palazzo Capponi Covoni di Firenze dove espone l’installazione
Firenze ti @mo con la pubblicazione di Morgana Edizioni. è inserito in Generazione anni Trenta della Storia dell’arte italiana del ‘900 di Giorgio Di Genova. Nel 2002 il Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del 900 G. Bargellini di Pieve di Cento, BO acquisisce 4 grandi opere, per le Collezioni Permanenti. Nel 2004 per Genova Capitale Europea della Cultura, realizza per La città dei bambini, l’installazione Animali e piccoli habitat; alla Galleria Civica di Bolzano l’installazione Farfalle per Mosè Romano Beer; nella Ex Chiesa di San Rocco e Palazzo dei Capitani di Malcesine, VR, mostra e installazione Ex libris; nella Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, AP, l’installazione Ti ho conosciuta in chat. Nel 2004 al Palazzo del Podestà di Pescia, PT, nella Gipsoteca Libero Andreotti, con l’installazione Piccoli Habitat, viene presentato il primo volume monografico, Ed. Galleria Sangallo di Firenze. Del 2006 la mostra al Castello Scaligero di Malcesine, VR, con presentazione del libro: Opere multimediali e interattive di luce e in movimento, Ed. Morgana. Nel 2007 mostra Audioritratto, Palazzo Medici Riccardi, Firenze, con presentazione del libro Ritratti e Autoritratti 19722007, Ed. Morgana. Nel 2009 mostra Biodiversity a Chianciano Terme, presentazione del libro Biodiversity, a cura di Alessandra Borsetti Venier e testo di Nicola Micieli, Ed. Morgana 60
Due personali nel 2011, presso Ellequadro a Palazzo Ducale di Genova, e al Museo Casa di Giotto, Vespignano - Vicchio, FI. Nel 2012 personali al Plus Berlin, Berlino; e Sculture solari e opere, Ecologicamente compatibili, a La Barbagianna: una casa per l’arte contemporanea, Pontassieve, FI, con presentazione del video-catalogo n. 2, Ed. Morgana. Nel 2013 l’Accademia di Belle Arti Michelangelo di Agrigento gli conferisce la laurea ‘honoris causa’. Nel 2014 installazione Infinito al Centro Cult. Fidia, Città della Pieve. Nel 2015 esce la monografia POGGIALI BERLINGHIERI 1968-2014, a cura di Nicola Micieli e Alessandra Borsetti Venier. Nel 2016 nello Spa-
zio Glicine di Firenze la sua personale è presentata da Corrado Marsan. Nel 2017 editi due volumetti: La scienza ci salverà, Ed. Arpa, Pisa, e Creatività tecnologica, Ed. Fondazione Collodi. Nel Salone Centrale nella Fondazione Santa Rita, Prato, allestimento permanente di 38 opere. Nel 2019 installazione permanente La scienza ci salverà nella rotatoria Maria Di Vestea Fischmann davanti agli Ospedali di Cisanello, Pisa; e la pubblicazione del volume Le memorie del presente, a cura di Enzo Le Pera e Ghislain Mayaud, Ed. Rubbettino. 4 tesi di Laurea sono state dedicate all’opera di Poggiali Berlinghieri.
Opere nei musei e pinacoteche
Premio del Fiorino, Unione Fiorentina, FI; Raccolta Autoritratti, Uffizi, FI; Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, AR; Pinacoteca C. Studi Marsicani, Avezzano, AQ; Pinacoteca Comunale Buti, PI; Fondaz. Ragghianti, LU; Pinacoteca Comunale Faenza, RA; Pinacoteca Civica Vitulano, BN; Pinacoteca Comunale Rosignano M.mo, LI; Pinacoteca Comunale Modica, RG; Musei Civici Palazzo dei Diamanti, FE; Consiglio Regionale della Toscana, FI; Pinacoteca Comunale Pescia, PT; Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ’900 Pieve di Cento, BO; Pinacoteca Civica Rocca S. Giovanni, CH; Pinac. Comunale S. Benedetto del Tronto, AP; Pinacoteca Comunale Ventimiglia, IM; Museo Civico Taverna, CZ; Museo Civico Treviglio, BG; Pinac. Castello di Palagio Fiorentino Stia, AR; Loggetta Lombardesca, RA; Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea S. Marino; Biblioteca Nazionale Centrale, FI; Palazzo Comunale Chiavenna, SO; Museo Civico, BZ; Pinacoteca Comunale Malcesine,VE; Museo Internaz. Ceramiche Faenza, RA; Fondazione Naz. Carlo Collodi, PT; DiArt, TP; Galleria R. De Grada San Gimignano, SI; Museo Epicentro, Gala di Barcellona, ME; Casa di Giotto, Vicchio, FI; MUDAC, Floridia, SR; Pinacoteca Comunale Chianciano Terme, SI; Ambasciata d’Italia a Monaco, Montecarlo; MOCA, Montecatini Terme, PT; Museo dell’Accademia Michelangelo, AG; Fondazione Peccioli per l’Arte, Peccioli, PI; Museo delle Otto Ruote, Finale Emilia, MO; Pinacoteca Comunale, GR; Museo Nazionale d’Arte Contemporanea, Mostar, Bosnia Erzegovina; Young Museum, Pal. Ducale, Revere, MN. 61
Casa / Studio Firenze 2019
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50 anni di attivitĂ artistica 23 libri per documentarla
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Stampato in Italia nel mese di Ottobre 2019 da Rubbettino print - Soveria Mannelli, per conto di Fondazione Santo Lico Largo Alcide De Gasperi 1 - 89900 Vibo Valentia (VV) Via CittĂ di Castello 24 - 00191 Roma
€ 25,00