IM M O B ILE STO R IC O DI PRIMARIA IMPORTANZA PA R TE D EL CO M P LE S S O MO N U M E N TA LE DEL M A U S O L E O TR IV U L Z IO VIC O L O SA N T A CA T E R IN A N . 3-5, MIL A N O
LUGLIO 2020
«Ogni progetto ‘sostenibile’ di trasformazione non può prescindere da una considerazione sul valore intrinseco del passato. La tradizione e la Storia sedimentata in un luogo rappresentano l’energia intrinseca di un territorio: sono l’investimento delle generazioni passate da salvaguardare, da far fruttare nel presente, e la premessa necessaria per ogni ipotesi di trasformazione futura». (Prof. arch. Benno Albrecht)
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VI S TA AE R E A
Lʼimmobile oggetto dʼintervento, ubicato al civico n. 3/5 del vicolo Santa Caterina, è unʼespansione del progetto del Bramantino e un tempo ospitava lʼalloggio dei canonici del Mausoleo Trivulzio. La pianta dellʼedificio è rettangolare e si sviluppa su quattro livelli fuori terra e uno interrato. In prospetto sono ancora evidenti i capitelli e le lesene realizzati in continuità con il corpo principale del Mausoleo che si affaccia su piazza San Nazaro. Lʼaccesso avviene dal vicolo Santa Caterina (in prossimità della piazza) attraverso una piccola apertura successiva alla costruzione del Mausoleo. I piani sono collegati tra di loro da un unico corpo scala. A ovest dellʼoriginario corpo cinquecentesco si trova lʼingresso di una vecchia osteria dove originariamente si trovava un piccolo cortile.
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IL VIC O L O D I SA N TA CA T E R IN A Lo stretto vicolo di Santa Caterina che collega a nord via Pantano e a sud corso di Porta Romana, prende il nome dalla piccola chiesa e Luogo Pio di S. Caterina che risale al tempo di BernaboĚ€ Visconti, verso il 1363. Sia la chiesa che il resto del vicolo di Santa Caterina hanno un forte legame con la storia di San Nazaro, una delle quattro basiliche milanesi fatte costruire da SantĘźAmbrogio. Il Vicolo Santa Caterina e il Mausoleo Trivulzio (stampa del 1815) da Civico Archivio FotograďŹ co - Biblioteca Trivulziana
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BA S I L I C A D I SA N NA Z A R O L’immobile è unʼespansione del Mausoleo Trivulziano della Basilica di San Nazaro e si trova nel vicolo Santa Caterina che a sua volta si ricollega tramite la piazza San Nazaro a corso di Porta Romana, asse storico che collegava Milano a Roma. L’edificio è storicamente legato alla sviluppo dellʼarea del Brolo, un vasto appezzamento di terreno coltivato con case che si estendeva dal Verziere allʼattuale Porta Romana. Questʼarea è inoltre caratterizzata da una delle più significative opere rinascimentali di Milano: lo «Spedale di Poveri» (Ospedale Maggiore) noto anche come la «Caʼ Granda», oggi una delle sedi storiche dell’Università Statale di Milano, realizzata su progetto del Filarete (Antonio Averlino) e iniziata nel 1456.
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L’ED I F I C I O NO T E ST O R I C H E L’edificio è parte del complesso monumentale del Mausoleo Trivulzio, costruito a partire dal 1512, sul fronte della Basilica Paleocristiana di San Nazaro in Brolo, per volontà del Gran Maresciallo di Francia Gian Giacomo Trivulzio. Il mausoleo fu originariamente progettato da Bartolomeo Suardi detto il Bramantino, ma l’edificazione fu portata a termine da Cristoforo Lombardi. Il settore del complesso monumentale qui preso in considerazione è un corpo di fabbrica di pianta rettangolare addossato alla parete settentrionale del Mausoleo Trivulzio, rispetto al quale presenta un prospetto leggermente arretrato e un inferiore sviluppo dell’articolazione in alzato. La partitura decorativa dell’esterno è rimasta incompiuta: le superfici delle facciate sono scandite da lesene sormontate da capitelli d’ordine dorico e strutturate sulla base scale dimensionali e moduli tipologici analoghi a quelli distintivi dalle paraste del Mausoleo. Originariamente la destinazione funzionale era strettamente correlata alle attività di culto previste all’interno del Mausoleo. Infatti, Gian Giacomo Trivulzio dotò il Mausoleo di dodici canonici, indipendenti rispetto alla Basilica di San Nazaro, con il compito di celebrare perpetuamente uffizi in memoria della Famiglia Trivulzio, risiedendo nell'edificio posto in vicolo Santa Caterina n°3-5. La Casa Canonicale dei religiosi addetti ai servizi della cappella gentilizia, prevedeva un’articolazione in spazi per la residenza e la vita comunitaria dei religiosi, oltre ad una «[...] una stanza posta al piano superiore, utilizzata ad Oratorio […]»
1/2 cont. L’originaria scansione spaziale interna dell’edificio è stata profondamente alterata da interventi edili stratificatisi in epoche successive, con 1) il tamponamento di aperture che mettevano in comunicazione i vani della Casa Canonicale con il mausoleo Trivulzio, 2) il frazionamento delle volumetrie interne, assai alterate sia in alzato per la formazione di solai in legno (a livello del piano terreno e del primo piano), sia in pianta con l’innalzamento di tramezzi. A questo proposito, informazioni preziose riguardo i materiali costitutivi e lo stato dell’immobile sono riportate in documenti relativi alla cessione in affitto ad uso abitativo dei locali dell’ex Canonica. I verbali di consegna dell'edificio ai primi affittuari documentano lo stato di fatto dell’immobile e la sua conformazione nel periodo pre setteottocento. Dai documenti settecenteschi si desume che l'ingresso dell'edificio era in vicolo Santa Caterina n°5, ex n°4661. Attraverso quattro gradini in pietra antistanti alla porta d’ingresso, si accedeva ad un locale (attuale ambiente H), probabilmente in un primo momento a doppia altezza e in seguito frazionato in livelli di alzato con la realizzazione di un solaio in legno. II locale d'ingresso, con pavimento in cotto e soffitto in legno, conduceva alla scala in pietra che portava ai piani superiori; sulla parete sinistra vi era un’apertura, tamponata già nell'ottocento, che permetteva l'accesso al locale attiguo (attuale ambiente E) caratterizzato da pavimento in pietra, soffitto in legno e due finestre verso il cortile, condivise con il locale al piano superiore, al quale si accedeva mediante una scaletta in legno, sostituita in seguito da una scala a chiocciola e definitivamente rimossa nel 1869.
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L’ED I F I C I O NO T E ST O R I C H E Nel cortile, ambiente B al di sotto dell’attuale intonaco civile rustico si sono individuate finiture sovrapposte a calce di cui la più antica con decorazioni geometriche. L’attuale ambiente F era classificato come cucina con pavimento in pietra, soffitto in legno e camino in pietra con cappa in cotto. Uscendo dalla cucina si passava a un cortiletto (attuale B), con pavimento in cotto e pietra; una porzione di circa metri 1.50 di fronte alla cucina risultava coperta da una tettoia in beole con trabeazione lignea impostata su mensole in granito, che proteggeva anche l’attigua scala d’ ingresso alla sottostante cantina, descritta come spazio ipogeo coperto con volte di mattoni pieni lunettate, impostate su murature perimetrali e su un grande pilastro in posizione semi-centrale. La scala di accesso alla cantina era provvista, nel periodo ottocentesco, di una sorta di bussola di accesso con porta. Nell'angolo a sud del cortiletto era già esistente nel 1795, il luogo necessario, ovvero una sorta di servizio. Ugualmente presente era la porta verso vicolo Santa Caterina N°4662, preceduta da tre gradini coperta da tetto. Secondo quanto desumibile dai documenti sette-ottocenteschi, l’attuale assetto del piano ammezzato appare il meno alterato dai successivi interventi edili. Sono infatti menzionati tre locali: il primo sovrastante la cucina al piano terreno, con un gradino in pietra all'ingresso, pavimento e volte in cotto, camino e una finestra sul cortile (attuale ambiente I); il secondo accessibile dal primo o attraverso la scaletta in legno posta a piano terreno, sempre con pavimento e volte lunettate in cotto, una finestra su vicolo Santa Caterina e due sul cortile (attuale ambiente J);
2/2 contz. il terzo sovrastante il locale d’ingresso, sempre con pavimento e volta in cotto (attuale ambiente K). Al piano primo sono menzionati i seguenti locali: una stanza (attuale ambiente O) con finestra sul cortile, camino con focolare in cotto, nicchia in spessore di muro e una sorta di latrina; un grande spazio (attualmente tripartito nei tre ambienti N M L) raggiungibile attraverso altri 3 gradini, anch'esso con camino in cotto e tre finestre, due sul cortile e una sul vicolo. Nel 1830 venne tamponata una finestra che poneva in comunicazione questo ampio vano con lo spazio del Mausoleo; il lavoro fu eseguito chiudendo l'apertura con mattoni posti in posizione verticale. Le indagini effettuate nell’ambiente P hanno evidenziato la presenza di una canna fumaria nello spessore del muro. Al piano secondo sono menzionati un piccolo locale (attuali ambienti S e T), con pavimento in cotto, soffitto in legno avente una finestra sul cortile e una latrina e una camera grande (attuali ambienti U V W X) sempre con pavimento in cotto, soffitto in legno, camino in cotto e tre finestre; due sul cortile ed una sul Vicolo. Si menziona infine un sottotetto con locali corrispondenti a quelli sottostanti coperti da tetto con trabeazione lignea e coppi in cotto. Dallo sbarco dell'ultimo livello di scale si accedeva ad un passaggio, nell'ottocento munito di cancello in legno, che conduceva all'interno del Mausoleo alla quota della balconata ottagonale in corrispondenza del fregio ed alle bifore che illuminano il corpo centrale; inoltre dal medesimo livello si innalzava una scaletta elicoidale in materiale lapideo che conduceva alla cupola, alla copertura del Mausoleo ed alla Lanterna.
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L’ED IF IC IO STA T O AT T U A L E
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IN D A G I N E MA T E R I C O ST R A T I G R A F I C A Nel complesso la maggior parte dei saggi stratigrafici hanno rivelato una notevole complessità stratigrafica, con una sequenza di più livelli di finitura sovrapposti, pertinenti a fasi cronologiche differenziate. Infatti le caratteristiche morfologiche dei vari livelli di intonaco e di finiture superficiali sovrappostisi nel tempo, permette di distinguere tra materiali moderni, relativi a fasi cronologicamente recenti, e materiali più tradizionali, legati a procedure esecutive raffinate, proprie delle tecniche costruttive di età storica. Il saggio stratigrafico eseguito al piano rialzato (IS 01) nell’ambiente F ha evidenziato la presenza di più finiture cromatiche antiche a calce, sovrapposte ad un intonachino liscio tipo marmorino. La presenza di più livelli di finitura a calce e l’individuazione del più antico livello in intonaci a marmorino è stata confermata anche ai piani sovrastanti. Per quanto concerne il piano ammezzato i saggi effettuati sulle superfici delle coperture voltate (IS 02 nell’ambiente I, IS 03 IS 04 nell’ambiente J, IS 06 IS 07 nell’ambiente K) hanno posto in luce una stratificata successione di finiture cromatiche a calce, sovrastanti ad un antico intonaco a marmorino, che, in assenza di gravi alterazioni dovute a degrado, conserva una tenue colorazione neutra e una notevole compattezza superficiale, qualità tali da valorizzare la complessa partitura architettonica dei sistemi di copertura originali. I saggi effettuati sulle pareti dell’ambiente K (IS 05, IS 08) hanno portato alla luce una complessa sequenza di finiture a calce, tra le quali è stato possibile individuare partitura decorativa policrome con finte cornici, poste a scandire una fascia perimetrale di base, distinta dalle sovrastanti specchiature parietali. A questo proposito, analoghi risultati sono stati conseguiti a livello del secondo piano (IS 18 e IS 19, ambiente V).
Il sondaggio in profondità IS 05bis ha posto in evidenza che gli antichi livelli di finitura a calce individuati sulle superfici parietali, sono ugualmente presenti sugli sguanci di un’antica apertura attualmente tamponata, che poneva in collegamento diretto gli ambienti J e K. Particolarmente interessanti sono stati i risultati dei saggi stratigrafici eseguiti a livello del primo piano, dove un intervento moderno di soppalcatura e di frazionamento degli spazi, ha completamente alterato la percezione dell’originaria articolazione spaziale. I risultati dei saggi eseguiti sulle pareti (IS 11 ambiente N, IS 12 ambiente M) e sulla volta ispezionabile dall’attuale soppalco (IS 14 e IS 15 ambiente R2) hanno consentito di individuare le caratteristiche del più antico livello di finitura, identificandolo in un intonaco a marmorino: l’evidenza materiale documentata dai saggi stratigrafici, conferma la presenza di un unico ambiente sottostante l’ampia volta a padiglione con unghiature e lunette, attualmente ispezionabile solo dal soppalco: data l’ampiezza e l’unitarietà del vano, non si esclude di poter ipotizzare si tratti dell’oratorio, all’interno del quale i Canonici celebravano le funzioni religiose in stretta connessione al mausoleo Trivulzio. Il sondaggio in profondità eseguito nel saggio (IS 12 ambiente M) ha permesso di individuare con precisione parte del profilo di una antica finestra tamponata, il cui perimetro presenta uno sguancio a spigolo vivo per l’alloggiamento degli antoni lignei, sul quale sono conservati brani frammentari dell’antica finitura a marmorino liscio. Le indagini condotte sugli intonaci della scala e sulle superfici parietali di alcuni ambienti al secondo piano, non hanno condotto al reperimento di finiture antiche, al di sotto degli strati di coloritura e di intonacatura cementizia legati a interventi edili del ’900.
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PI A N T I N E
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PI A N I
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FO T O IN T E R N O
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ES E M P I O
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SA G G I O ST R A T I G R A F I C O
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PI A N O IN T E R V E N T I [x 500 mq Tot.] INTERVENTO DI RESTAURO CONSERVATIVO
PROTOCOLLO «AGICROWD»
OPERE EDILI
• La rigenerazione dell'immobile prende in considerazione tutti gli aspetti e le tecniche più innovative della green economy: da quello bio-energetico (anche utilizzando i principi della fisica e medicina quantistica/biorisonanza a contrasto dell'inquinamento elettromagnetico), a quello strutturale (materiali eco-compatibili, utilizzo del verde verticale), etc. sino alla bio-sanificazione permanente. L'idea è sviluppare una nuova concezione di agire e abitare più consapevole per un futuro migliore.
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Impianto cantiere, ponteggi, smantellamento finale Rimozioni, demolizioni non strutturali, scavi, vespai Demolizioni strutturali e opere strutturali Opere di restauro Divisori, controsoffitti, intonaci, pitture Sottofondi, caldane, pavimenti, rivestimenti, soglie, zoccolini • Infissi interni ed esterni, pareti mobili, vetrate • Manto di copertura, opere da lattonerie, ecc. • Fognature, drenaggi, esalazioni
IMPIANTI E RELATIVE ASSISTENZE MURARIE • • • •
Impianti elettrici ed affini e relative assistenze murarie Impianto termico e relative assistenze murarie Impianto idrico-sanitario e relative assistenze murarie Impianto elevatore e relative assistenze murarie
• Nel caso specifico, il Protocollo di trasformazione dell’esistente attraverso l’innesto di corpi architettonici nuovi in un’ottica ’rinascimentale’ di riuso e rivitalizzazione degli spazi sostenibile, acquisterà un valore aggiunto in quanto connesso al recupero di un immobile che appartiene alla Storia di Milano, parte del progetto monumentale commissionato nel 1512 dal condottiero Gian Giacomo Trivulzio al Bramantino, ossia il «Mausoleo Trivulzio» che a sua volta custodisce la Cappella di Santa Caterina che nella struttura a cupola si rifà alla concezione innovativa del Brunelleschi e del Bramante.
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