Fabio Finucci
SCEGLI DI AMARTI
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Dedico questo libro a tutte le persone che lo leggeranno.
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PREFAZIONE
"Se pensi di essere "sbagliato" e che devi fare un lungo percorso personale di crescita interiore, tecniche, corsi ecc, allora fa quello che credi giusto per te, io posso solo dirti che per me tu non sei affatto "sbagliato" e devi solo convincerti di questo. AMATI COSI' COME SEI!"
In queste mie riflessioni, nate da intuizioni e consapevolezze che avvertivo nel mio quotidiano tramite una profonda conoscenza di me stesso ed una conoscenza esterna spirituale che risuonava nel mio cuore, credo di aver compreso che il nocciolo di tutta la spiritualità sia raccolta nell'amare se stessi, trovare cioè quell'amore universale che per primo possiamo avvertire in noi stessi per poi propagarlo agli altri e alla vita intera. Tutto parte da noi stessi, dal nostro sentire, perchè siamo anche creatori della propria vita, perciò creiamo quello che siamo dentro, se siamo amore creiamo amore, se siamo in conflitto con noi, creiamo conflitto all'esterno, quell'esterno che prontamente ce lo riflette affinchè ne prendiamo coscienza. L'amore non ha una mèta da raggiungere, esso stesso è la mèta, non chiede perfezione, perchè ama comunque senza giudizio alcuno ed in qualsiasi punto del cammino esso è lì, raggiungibile e disponibile, pronto ad aprirci alla vita, a prepararci quel terreno fertile dove il proprio seme possa germogliare nella pace di noi stessi che, come un'alchimia interiore del maschile e femminile, cioè degli opposti che si uniscono dentro di noi, genera il seme della trasformazione, quel seme divino che aspetta di essere risvegliato in noi. Spero che queste mie riflessioni possano aiutare a dare quegli stimoli giusti per poter accendere la propria luce interiore, così da realizzare quell'essere d'amore quale si è nel profondo di sé. Buona lettura!
P.S. Questi miei scritti sono articoli a sĂŠ che scrivevo ad ogni mia nuova consapevolezza, per farne un libro li ho raccolti tutti e cercato di dar loro un ordine e continuitĂ di argomentazione, qualora al lettore, passando da un articolo all'altro, senta in alcuni articoli come un non collegamento, in quel caso me ne scuso, ma l'importante credo sia comprenderne l'insieme del messaggio.
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CAPITOLO 1
CREATORI DELLA PROPRIA REALTA' DAL CAOS ALLA COSCIENZA
La vita dell'essere è piena di sensazioni, di emozioni, sentimenti sia belli che brutti, è come un groviglio senza un ordine preciso, un caos in cui l'uomo li sente sparpagliati, ora l'uno ora l'altro senza riuscire a darsene una spiegazione. Sente l'invidia, la gelosia, la gioia, la tristezza, la depressione, l'amore ecc, li sente, esistono e basta. Poi cosa succede? L'uomo inizia a dare un ordine a tutto ciò, ossia inizia a comprenderne il perchè, il suo significato e la vita, da semplice esperienza e sensazione diventa intelligente e cosciente. I maestri del Cerchio Firenze '77 dicevano che i “sentire” (gli esseri) appaiono in successione (non c'è contemporaneità di sentire non equipollenti tra loro), prima appaiono quelli meno evoluti fino ai più evoluti e prendevano ad esempio un libro già completo in sé e con la sua storia e significato, ma in cui prima appaiono tutte le lettere A dislocate qua e là in ogni pagina del libro, poi tutte le B fino poi alla Z, il “sentire” più alto. Ora è chiaro che finchè vedrò solo le lettere A e B sarà per me tutto confuso e senza spiegazione e solo quando tutte le lettere sono inserite io riesco non solo a vedere tutte le lettere, ma anche leggere la storia e il suo significato.
Ecco che l'essere inizia la sua vita prima nello stato di cristallizzazione col regno minerale, poi col regno vegetale e quello animale. Qui tutte le emozioni, sensazioni si sentono e basta. L'animale li sente ma senza giudicarsi e senza capire da dove nascono e se sono giusti oppure no. Con l'uomo si inizia a dare un significato alla vita oltre a vivere le sensazioni, un significato che va oltre la semplice esperienza. L'uomo è una fase molto critica dell'essere, perchè appunto dal caos passa all'ordine, alla comprensione di tutto ciò. Questo significa che noi all'inizio proviamo emozioni e sentimenti diversi, sia buoni che cattivi, perchè fanno parte del nostro essere e in questo caos di sentimenti si tende ad accettarne alcuni ed eliminarne altri, ma è solo nell'accettarli tutti che noi passiamo alla fase successiva del sentire, cioè quella della comprensione tramite l'intelligenza o l'intuito che dà il significato di tutto ciò. E' come aprire una radio, un televisore o un computer, avere tutti i pezzi piccoli e grandi, montarli per poi farli funzionare e una volta in funzione, io ascolto la musica, non guardo più la radio in sé; guardo la tv o il computer, il suo funzionamento e non più l'accessorio in sé, dò significato alla vita, trascendo la materia pur contenendola. Se i pezzi che ho dislocati per montare la radio, ne prendo alcuni e ne elimino altri, questa non funzionerà mai ed io non potrò ascoltare la musica. Capire che ogni pezzettino è parte di un tutto, e non è scartandola che poi comprenderò il senso del tutto. Solo quando ho tutti i pezzi io potrò montare il tutto e far funzionare quel magnifico strumento che siamo e viverlo nel suo pieno significato come la musica per la radio, il film per la tv e tutte le funzionalità per il computer.
Quindi noi ci troviamo prima con tutte queste miriadi di sensazioni sparse e di tutti i tipi come un caos (amore,odio,altruismo,gelosia, coraggio, viltà ecc. ecc), eppoi iniziamo a capirne il senso, ma questo senso si svilupperà in noi solo nel momento che ho tutti i pezzi, tutti i sentimenti e sensazioni e anziché separarli, inizio ad assemblarli. In natura tutto è naturale, il seme cresce e diventa pianta, il bambino diventa adulto e ciò avverrà comunque, ma noi possiamo rallentarlo, bloccarlo per un periodo finchè non comprendiamo il significato della vita. Noi sentiamo ogni cosa ma in modo confuso all'inizio, senza un ordine preciso o una sua comprensione e in questo caos noi giudichiamo, scegliamo e dividiamo, ma la verità è l'insieme, la realtà è il tutto, non il qualcosa si e qualcosa no, perciò vedremo, sentiremo e vivremo l'insieme, l'intero, solo accettando e comprendendo ogni suo pezzo, ogni sua parte, ogni suo sentire, solo allora ne vedrò l'interezza e da lì anche il suo significato, la sua trascendenza. Ogni passaggio successivo di coscienza esige la completezza del passaggio precedente per poi dare il giusto valore alla vita.
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Coscienza di esistere
C'era una frase di Kempis (un Maestro del Cerchio Firenze '77 – tratto dal libro “Per un mondo migliore” pag. 197 edizioni Mediterranee) che non riuscivo a capire e nemmeno ad accettare, per cui mi riservavo di riuscire a comprenderla più in là. Diceva:"DAL MONDO IN CUI VI PARLO, NESSUNO PUO' VEDERE CIO' CHE NON CREDE, MAI LA PROVA VIENE PRIMA DELLA CERTEZZA. LA REALTA' E' NELL'INTIMO DELL'ESSERE E SOLO LI' PUO' ESSERE SCOPERTA". ( dal libro “Per un mondo
migliore” Ed. Mediterranee) Mi dicevo,Kempis promuove la fede cieca? E come si fa prima a credere? Poi, negli ultimi mesi, ho passato un brutto periodo,ogni cosa sembrava evolversi in negativo, dalle più grandi, alle più piccole. Mi sentivo il fantozzi della situazione, il puntaspilli di Dio, come dicono i Maestri. Perchè ogni cosa mi doveva andare storto? Poi pensavo, che se anche qualcuno mi avesse detto che la situazione sarebbe migliorata, non gli avrei creduto, se anche fosse venuto un guaritore, non avrebbe fatto effetto su di me, perchè non credo di meritarmelo, data anche la mancanza di fiducia in me stesso. (L'io, figlio della dualità, cresce sempre nel dualismo premio-punizione, dovute anche a culture passate e creando sensi di colpa, e se pensiamo di averli sepolti con la ragione, ci sbagliamo, sono ancora lì, nel profondo di noi). Ad un certo punto mi venne in mente proprio la frase di Kempis: "NESSUNO PUO' VEDERE CIO' CHE NON CREDE", e così ho capito.
Non potevo vedere la mia vita rosea e felice,semplicemente perchè io non ci credo. La vita riflette quello che noi crediamo, perchè quel "credo" è la formazione della nostra attuale coscienza. Questa mia attuale coscienza limitata, mi fa credere di non meritare amore o agio e in questo modo mi auto-punisco inconsciamente e proietto la mia vita in quel senso. Quel "credo" è la vera radice di noi stessi. E' quel "quid" della nostra coscienza che si è formata negli anni,diventando la nostra coscienza attuale. Questa coscienza va al di là del nostro "io". Questa nostra coscienza si proietta esternamente, manifestando la nostra vita esteriore, e questa, di riflesso, ci riporta a comprendere la nostra coscienza. Ma è sbagliato dire "nostra", perchè, in realtà, siamo noi stessi; noi "siamo" coscienza, non un io che "ha" la coscienza. Dio "è" vita, non Uno che vive o che ha creato la vita, e la vita è una vita intelligente, cioè Coscienza. Dio "è" Coscienza Assoluta! E noi anche siamo coscienza, limitata ma coscienza, cioè coscienza di esistere. E secondo il grado di coscienza che abbiamo, proiettiamo la nostra vita esteriore, ecco perchè noi non possiamo vedere ciò che non crediamo, perchè quello che "crediamo" è la nostra coscienza e quello che vediamo, non è altro che il suo riflesso, la sua manifestazione. Non si tratta, quindi, di fede cieca, ma di pura consapevolezza. E se noi siamo coscienza di esistere, perchè è il nostro vero essere, e se coscienza è vita,allora io non sono "uno che vive", ma sono la "stessa vita" . 12
CREDERE Osservati e guarda quanto tu ci credi. Tu puoi guarire il tuo corpo se è malato; osservati e guarda quanto tu ci credi realmente. Tu puoi vivere una vita felice se vuoi; osservati e guarda quanto tu ci credi realmente. Tu puoi fare tante cose se ci credi veramente. Il tuo “crederci” è la pratica alle tue teorie, è il risultato pratico alla tua consapevolezza. Non è sperare e non è neanche credere che possa succedere, è crederci nel profondo di te stesso, è esserne sicuri, è sentirlo dentro di sé, è il nucleo della propria coscienza, è quel “quid”, quel “sentire” che esiste e persiste sempre in te. Quel “crederci” sei tu! E' sentire la vita dentro di sé, è sentirla tanto da rendersi protagonisti della propria vita e non più solo spettatori; è essere “compatti” in se stessi. E ora osservati e guarda quanto tu ci credi realmente in te stesso. Niente avviene se tu non ci credi che avvenga; non proviene da un autosuggestione, proviene dal profondo di te. Per “credere” non occorre “saper fare” o “sapere come”, basta “crederci”. “CREDERE E' LA SICUREZZA NELL'INSICUREZZA”, “E' LA CERTEZZA NELL'INCERTEZZA”. Credere è sapere di non sapere e sapere che non è importante sapere. Per credere non occorre pensare-fare-realizzare, esso fonde il tutto in un'istante. Quando tu credi in te, nella vita, niente ti è impossibile.
LASCIA CHE SIA Quando ti libererai del tuo “voler” creare, si aprirà la tua natura creativa. Quando ti libererai del tuo “voler” amare, si aprirà la tua natura amorevole. Quando ti libererai del tuo “voler” unirti al tuo Sè, si aprirà la tua natura divina. Tu non hai bisogno di “volere”, tu “SEI”. Lascia che la tua vera natura sia e senza volerlo accadrà. Lasciati essere!
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SOVRANITA' In un momento di ascolto in me stesso, ho percepito-immaginato l'abbraccio di Dio, ma, pur sentendo pace e amore, c'era in me qualcosa che non capivo e mi dava agitazione finchè non avessi compreso. Questo voler comprendere lo sentivo come uno staccarmi da quelle braccia immaginarie, ma uno staccarmi necessario affinchè potessi comprendere quello che non capivo e percependo anche il suo beneplacito.E' così che ho compreso la sovranità, il grande dono di Dio. Io penso che questo distacco (inteso come sentirlo, non come un distacco vero e proprio ovviamente) sia voluto per renderci indipendenti, autonomi, sovrani. Proprio come nella nostra vita quando un figlio lascia i propri genitori per poter diventare anche loro genitori, Dio vuole farci creatori e non solo creature. Mi viene in mente la Genesi biblica, quando Adamo ed Eva stavano nell'Eden, che io considero come un raccontare la vita interiore dell'uomo nel rapporto con Dio in senso figurato, simbolico. Lì stavano benissimo, ma erano inconsapevoli, erano creature che usufruivano divinamente del loro stato, non avevano coscienza di poter diventare creatori loro stessi, di diventare Dio, del potenziale che avevano in loro. Il diavolo diceva loro che con la conoscenza del bene e del male sarebbero diventati come Dio e aveva detto una cosa giustissima. Sarebbero diventati come Dio ed è a questo che Dio stesso ci vuole portare. Il diavolo è la parte di noi che non conosciamo, è l'altra faccia di Dio che ci stuzzica per smuoverci. Adamo ed Eva non si sarebbero mai mossi da lì, tanto stavano bene, proprio come noi se stessimo qui come in paradiso.
Noi cerchiamo l'illuminazione, il risveglio, l'ascensione, ma diciamoci la verità, se avessimo una villa con piscina e campo da tennis, palestra ecc, una famiglia che adoriamo e ci adora, vivessimo beatamente di rendita, circondati e amati da amici, sai quanto ci importerebbe dell'illuminazione. Ecco che allora, per farci smuovere dalla nostra pigrizia e renderci sovrani, ci fa conoscere l'altro lato di noi dovuto al provvisorio allontanamento da Dio, ci fa conoscere l'ombra di noi stessi per diventare sovrani e coscienti. Aveva ragione il diavolo, diventeremo come Dio, è questo il grande regalo di Dio. E' questo il suo vero allontanamento, ci allontana come un genitore che vuole che anche il figlio diventi lui stesso genitore, che sia proprio come Lui, a immagine e somiglianza. O meglio siamo noi a sentire l'impulso di allontanarci, magari senza capire in un primo momento. Questo è sempre stato visto come una punizione, un castigo, ma come potevano peccare Adamo ed Eva se ancora non conoscevano il male? Infatti il racconto biblico dice solo che videro il frutto dell'albero bello e appetitoso e niente più. Se sentiamo l'allontanamento di Dio e quindi di conseguenza la sofferenza, è per diventare autonomi, indipendenti, sovrani, per diventare Dio e vivere e sentire come Dio. Perciò non vediamoci come vanagloriosi o esaltati, perchè il vero peccato è non sentirsene degni, non accettare questo grande dono. Se sentiamo un vuoto dentro di noi, se sentiamo che Dio ci ha dimenticati è solo perchè, come un bambino che muove i primi passi, si allontana per farci camminare da soli, poi ci abbraccia se abbiamo paura, ma poi ci riallontana per farci tentare ancora ed avere sempre più fiducia in noi. Non è giudizio, non è bene o male, è semplicemente la strada per diventare come Lui, per essere IO SONO.
Tutto questo ci spaventa un po', abbiamo avuto esperienze negative, sappiamo di saper fare del male e vorremmo delegare altri per le nostre creazioni che riteniamo più bravi oppure Dio stesso, vorremmo semplicemente ritornare nell'Eden, esprimere i nostri desideri eppoi far provvedere a Dio, ma noi siamo coscienza, cioè sostanza di Dio e coscienza è idea e realizzazione allo stesso tempo, spirito e materia indivisibili e non occorre saper fare, saper creare, perchè è insito nella sostanza coscienza, che è creatività stessa, pensiero e realizzazione indivisibili. E' sostanza indifferenziata che diventa creazione al solo risveglio. Dio non pensa eppoi realizza, pensiero e realizzazione sono un tutt'uno nella coscienza, cioè Egli semplicemente “E'”. Spirito e materia sono tutt'uno, non sono separati. Il risveglio della coscienza è la creazione che da “potenziale” diventa “di fatto”. Mi raffiguro un po' i “quanti” che nella fisica quantistica sono onde e, se osservate, diventano particelle. Ecco Dio è il grande osservatore e noi siamo un po' come i “quanti”, ma Dio ci fa partecipi, non vuole essere solo lui l'osservatore e guidarci col suo sguardo, non vuole risvegliarci col suo sguardo, vuole che siamo noi stessi a risvegliarci, a diventare coscienza, cioè trasformare in fatto il potenziale, a far diventare la materia indifferenziata in creazione di fatto. Ecco, ogni coscienza che si risveglia è come il "quanto" che da onda diventa particella, cioè passa dallo stato inconscio allo stato conscio, dallo stato di potenza o neutro alla realizzazione vera e propria. Ogni essere che prende coscienza di sé, che si risveglia, accende una luce in più nella creazione totale. La creazione, il big bang, il caos, è come una creazione in potenza e cioè è come se tutto fluttuasse come onde, ma ogni “quanto”,
ogni essere al suo risveglio diventa particella e la creazione prende vita. E' come se ogni essere, al risveglio, creasse se stesso, perchè, a differenza della particella che ha bisogno dell'osservatore per esistere, la coscienza, la sostanza di Dio è essa stessa osservatore, cioè può osservare se stessa e perciò prendere coscienza, risvegliarsi, eppoi contribuisse a realizzare “di fatto” tutta la creazione, cioè la Coscienza di Dio. Ma anche, ogni coscienza risvegliata può creare un suo mondo e, dall'infinitamente grande si passa all'infinitamente piccolo. Dio non ha dimensioni. Tutte le coscienze diventano indipendenti, sovrane, perchè è la sostanza stessa di Dio, la natura stessa di Dio che lo è, pur facendo capo alla Coscienza Assoluta che è Dio. Ed ecco l'ologramma della creazione: il grande modifica il piccolo e il piccolo modifica il grande pur rimanendo intatta la Coscienza Assoluta perchè è solo questioni di risveglio, di “potenziale” e “di fatto” e quindi non modifica vera e propria. L'interno modifica l'esterno e viceversa, tanto sopra quanto sotto. La particella-coscienza diventa sovrana e realizza la maestà creativa dentro e fuori, sopra e sotto, perchè non ha limiti, non ha barriere, dentro e fuori sono solo termini umani che non danno un vero significato. Ogni "idea-immaginazione-creazione" che potremmo avere è già compresa nel pensiero di Dio e quindi in realtà non si modifica niente, sarebbe come pensare ad un Dio in espansione, ma Dio è Essere e non divenire. Quello che modifica la creazione è il passaggio dallo stato di “potenziale” allo stato “di fatto”.
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INIZIAMO A PLASMARE LA NOSTRA VITA Un giorno, ragionando tra me e me su una cosa, alla fine concludevo dicendomi, beh questo è quello che penso io, ma io non sono così intelligente da pretendere che abbia ragione. E subito mi è scattata una molla. E perchè non diventarlo? Al di là che lo sia o no, perchè non ricostruirci un nostro carattere e un nuovo fisico? Sappiamo che se non siamo intelligenti, per fare un esempio, non è perchè veramente non lo siamo, ma solo perchè non ci crediamo, perchè nelle nostre esperienze passate ci siamo convinti di non esserlo e così la nostra biologia umana ha seguito questa nostra convinzione e abbiamo vissuto plasmandoci un carattere che ci è servito per comprendere noi stessi, la vita dentro noi stessi e quindi il significato della vita stessa. Ora sappiamo però che tutto parte da noi, dalle nostre convinzioni in conformità con il volere dell'universo, quindi perchè non iniziare a capovolgere questo concetto? Perchè non iniziare a crearci un nuovo noi stessi partendo da noi stessi? O aspettiamo la nuova energia come una manna dal cielo? Forse la nuova energia è già dentro di noi e aspetta che ne diventiamo consapevoli proprio per usarla. Ecco che allora, i codici sono già installati, tutto è pronto, chi è che ha fermato tutto? La nostra poca convinzione di non sapere ancora cosa fare, come funziona, ma potrebbe funzionare proprio così, iniziando a trasformare noi stessi con l'unico modo che sappiamo fare e cioè con la consapevolezza che tutto è possibile, con la consapevolezza che tutto parte dalle nostre convinzioni e l'universo fa il resto. Non diciamo più io sono poco intelligente e più di tanto non arrivo a capire, oppure io sono insensibile o altro, quelle sono cose del nostro passato che noi ci siamo creati nel nostro inconscio, nella nostra inconsapevolezza, ma come inconsapevolmente
abbiamo creato il nostro noi stessi di adesso, ora iniziamo a creare il nostro nuovo noi stessi consapevolmente. Finora ho creduto di essere poco intelligente e quindi la mia biologia ha creato anche un cervello limitato, ora invece mi convinco che posso diventare intelligente, e in questa convinzione creerò una biologia che lavorerà sul mio cervello magari aumentandomi la ghiandola pineale. Forse creare la nuova terra vuol dire partire sempre da noi stessi e trasformandoci in questo nostro nuovo essere, trasformeremo di conseguenza anche la nuova terra. Forse lasciare il nostro passato non vuol dire solo perdonare i nostri errori o gli altri che ci hanno fatto del male, sapendo che tutto aveva una logica, ma forse vuol dire appunto lasciare tutta l'idea che avevamo di noi stessi, ma anzichè aspettare che la divinità in noi ci assorba e ci faccia diventare divini, diventiamolo consapevolmente, attivamente e non passivamente, cioè collaboriamo con la divinità, noi ci mettiamo la consapevolezza, lei fa il resto.
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NON CI FISSIAMO NEI NOSTRI PROBLEMI Oggi mi si era creato un problema, come al solito in questo mio delicato periodo e mi veniva naturale pensarci e quindi soffrirci, poi ho considerato che non dovrei pensarci più di tanto ed ho anche capito il perchè. Quando avviene un problema, a noi ci viene naturale pensarci per risolverlo eppoi, nella dualità, a forza di insistere, lo possiamo anche risolvere, ma nella nuova energia funziona il fluire e non la forza. Tutto l'universo è un fluire, ma noi abbiamo la capacità di fissare l'osservazione e perciò, in questa nostra capacità, creiamo la realtà materiale. Come ci insegna la fisica quantistica, i "quanti" hanno duplice valenza, ossia sono "onde" che fluiscono, ma se noi le osserviamo diventano "particelle". Ora anche i nostri problemi diventano reali se noi li fissiamo, se noi stiamo lì a pensare sempre al problema e più lo pensiamo, più esso si materializza e si ingrandisce. C'è una statistica che dice che le persone più soggette ad ammalarsi sono quelle che più hanno paura di ammalarsi ed è perchè questi fissano maggiormente il problema, non lo lasciamo fluire e dissolversi da solo. L'universo sa cosa fare, tutt'al più noi possiamo scegliere, cioè indirizzare le energie per poi lasciarle fluire, ma se le fissiamo troppo, se ci pensiamo troppo, se le osserviamo e controlliamo troppo nel loro proseguire, ecco che esse si bloccano e diventano particelle e non più onde che fluiscono. Abbiamo un problema? Cerchiamo di farcelo scivolare addosso, di farlo fluire e si risolverà da solo o ci darà quell'intuito giusto per risolverlo, lo so che non è facile, ma se lo pensiamo troppo, lo materializziamo maggiormente, lo fissiamo ed esso permane per tutto quel tempo in cui ci preoccupiamo. Ecco l'importanza della fiducia ed anche della consapevolezza.
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LA PAURA Nella paura non si vince e non si perde, essa semplicemente "é". Vuoi combatterla, analizzarla, trasformarla, superarla; provare di essere più forte, ma così facendo tu te la proponi, te la proietti ed essa appare sempre come paura, altrimenti, se non ne avessi, non sarebbe paura, quindi ogni volta che tu la vuoi superare, vincere, o provare a sentirti più forte, non fai che proiettartela davanti ed essa appare, perchè sei tu che te la crei, sei tu che la te la poni davanti appunto per vincerla e così facendo non potrai mai vincerla perchè tu la ricrei ogni volta che la richiami a te. Puoi superare con sforzo una tua specifica paura, ma non la paura in sè. Quando comprendi questo, accetti che essa semplicemente esiste, che è una parte oscura di te che accetti, senza vincenti nè vinti, allora passi oltre, smetti di creartela nella tua vita, di proiettartela davanti, la lasci andare e scegli di non avere più paura, ossia di non procurartela più, perchè lei non è più forte di te, è una tua creazione e appare solo se tu la richiami a te. La nostra convinzione di sentirci degni, di meritarci l'amore fa si che pensiamo di dover sconfiggere la paura, che non possiamo amare se abbiamo paura, e questo è anche vero, invochiamo la divinità che ci aiuti a non avere paura, ma tutto questo ti porta a volerti confrontare, misurare con essa, cioè a volerti controllare se hai superato le tue paure, senza pensare che proprio questo confronto, controllo, constatazione evoca la sua presenza, cioè ti crei quella situazione che ti permette di vedere se hai superato la tua paura e questo è un paradosso dal momento che, ricreandola per confrontarti, la fai apparire di nuovo e così pensi di non averla superata. Tu la richiami ogni volta che pensi di doverla subire, ogni volta che pensi che è più grande di te e non riesci ad andare oltre la
paura, quando ti senti inferiore ad essa e quando vuoi provare a superarla, ma la superi solo quando la molli, quando comprendi che è parte di te e scegli di non avere più paura, allora smetti di creartela e proiettartela ancora. Non puoi rassegnarti a tenertela, perchè essa ti sfida a superarla, ma la superi senza combatterla, cioè diventando consapevole di te stesso, del tuo potere, perchè il compito della paura è proprio farti sapere chi sei veramente. Allora, in questo senso tu puoi veramente scegliere di amare e vivere, non più sopravvivere, la vita non diventa più una sfida, perchè non hai più un nemico da sconfiggere, ma solo una situazione che ti ha aiutato a conoscerti meglio, però ora hai scelto di andare avanti nell'amore senza più la paura, senza più il suo opposto; non più dualità. Considera in che percentuale nel tuo quotidiano pensi alle preoccupazioni e quanto invece alle gioie. Quelle percentuali sono le energie che tu dai alle tue situazioni, energie che si materializzano nel tuo vissuto, pensa quindi che queste percentuali dei tuoi pensieri sono le creazioni che dai alla tua vita. Scegli consapevolmente di amare, lascia andare la paura ed essa non apparirà più nella tua vita; se tu comprendi di essere tu il creatore della tua vita, compresa la paura, puoi scegliere consapevolmente e la tua scelta è l'amore, perchè noi siamo amore.
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CAPITOLO 2
L'AMORE CHE TRASFORMA IO SONO QUELLO CHE SONO A volte penso a come mi piacerebbe rivedere mia madre, abbracciarla, ma la vorrei vedere così com'era in vita, con quel suo corpo che lei stessa non amava perchè un pò su di peso e qualche difetto qua e là. Io non so com'è adesso, potrebbe essere un angelo di luce, ma io la vorrei rivedere com'era, nè più nè meno; era quello il corpo, la persona che io amavo. Questo mi fa anche pensare che anch'io un giorno non ci sarò più, rimarrò come coscienza, ma questo corpo non l'avrò più e sicuramente anche questo mio corpo mi mancherà anche se sarò diventato un essere di luce e penserò a quanto poco invece ho amato questo corpo, a quanto poco ho amato questa persona che sono. E penso alle parole di Tobias che mi hanno colpito molto e che diceva che ogni volta che moriva, la prima cosa che pensava era: "Mi sono amato? Ho amato me stesso?" Quante volte ci rivediamo bambini o ragazzi o anche adulti e vorremmo ritornare indietro per amarci perchè ci siamo resi conto che in quel momento, preoccupati per il futuro o per una certa situazione, non lo abbiamo fatto e ora invece, dato che quelle preoccupazioni sono passate, vorremmo ritornare indietro per amarci e abbracciarci. Io credo che la nostalgia dipende appunto dall'amore mancato, ossia abbiamo nostalgia soprattutto di quelle situazioni in cui sentiamo che non ci siamo amati e inconsciamente vorremmo ripeterla per rimediare. Però questo amore mancato in passato
possiamo recuperarlo adesso, amandoci adesso. Tante volte penso, guardando un film o una partita o altro, come sarebbe bello essere un divo dello sport, della musica, del cinema, alto, bellissimo e che tutti adorano, ma poi rifletto e penso a quanto sto offendendo quello che sono ora, quanto questi pensieri offendono la mia persona di ora e mi immagino a testa bassa in uno spigolo che si sente rifiutato da me stesso e allora, sempre nell'immaginario lo vado a prendere ed abbracciare forte forte chiedendogli scusa dei miei pensieri offensivi e irrispettosi. E anche pensare di diventare un maestro spirituale o un illuminato offende quello che io sono. Anche pensare ad un'evoluzione, che poi è un'illusione perchè non esiste il divenire ma l'essere, pensare a diventare più grande, più cosciente non fa che offendere quello che sono ora. E' vero, noi non ci accettiamo così come siamo! Ora le parole di Adamus, "Io sono quello che sono", mi appaiono più chiare, più limpide e quando dice "Io sono quello che sono, perchè non me ne frega niente" le trovo giuste. Io sono quello che sono, perchè non me ne frega niente di essere un maestro, di essere evoluto, di essere illuminato. Io sono quello che sono e non voglio essere altro, perchè voglio amare questo "io sono quello che sono" senza se e senza ma.
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IL PERDONO Se devo essere sincero, la parola "perdonare se stessi" o "perdonare" in generale non mi piace molto. Quando si comprende che ogni fase della vita è solo uno strato della coscienza che va dal più basso al più alto, non c'è niente da perdonare o farsi perdonare. Sarebbe come dire ad una persona di perdonarsi di essere stato un bambino, oppure ad un laureato, di perdonarsi di essere stato alle elementari. Io credo, anzi, che il perdono sia un voler trasformare qualcosa da cattivo a buono, ma non c'è da trasformare niente, c'è invece da accettare tutto, semmai rilasciarlo che è diverso dal perdonarlo. Come diceva Tobias con l'esempio dei 4 shaumbra che incontravano il serpente, questo serpente, ossia le nostre paure, non vogliono essere trasformate o cambiate, sono una parte di noi e solo con la loro accettazione possiamo integrarle e rilasciarle. Queste energie poi, ridiventano neutre e ci ritornano come potenziali. Finchè saremo nella situazione di trasformare in buono, o volerci sentire buoni e bravi e quindi perdonare le cose che riteniamo cattive, non facciamo altro che alimentare le energie dualistiche. Non c'è da dividere, da trasformare niente. Perdonare può voler dire "non accettarti" o "non accettarmi" a meno che non ti penti e questo non è una vera accettazione. Ho fatto qualcosa di sbagliato? Mi sento in colpa di qualcosa? Accettiamolo! Sentiamolo questo sentimenti ostico, viviamolo senza darci colpe, conviviamo con questo sentimento finchè non saremo liberi dal giudicarci. Permettiamo di sentire la tortura della mente che non vuole sentire questo senso di colpa e nel suo perdono cerca solo di evitare questo dolore. Finchè lo sentirà come un dolore, egli sarà ancora nel "giudizio" e quindi, anche perdonandosi o perdonando gli altri, non ne sarà
uscito da questo suo giudicare. Nell'accettare invece questo suo lato "brutto", nel non giudicarlo, nel non sentire più il bisogno di "perdonarsi" o "perdonare", avrà realizzato una unione con se stesso del bene e del male. L'amore incondizionato, secondo me, nascerà proprio nel non sentirci più in colpa di qualcosa ma senza avere più il bisogno di perdonarci, in questo modo significherà che ogni tipo di giudizio in noi sarà svanito. Stare bene con se stessi sia nel bene che nel male è segno di aver trasceso questo giudizio continuo. Se l'amore incondizionato non cerca la perfezione per amare, non cerca di cambiare e trasformare per poter amare, vuol dire che è un amore senza condizione appunto e quindi si aspetta solo accettazione di ogni parte di noi.
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LA PACE INTERIORE Ti lamenti quando vedi le ingiustizie e non ti accorgi quanto sei ingiusto con te stesso, ogni volta che non ti accetti per quello che sei e non ti ami. Ti fa orrore vedere persone che abusano degli altri e non ti accorgi quante volte abusi di te stesso, ogni volta che ti tratti male, che usi il tuo corpo con spregio, ogni volta che ti crei una malattia perchè credi di non meritare di stare bene. Ti arrabbi nel vedere la violenza altrui e non ti accorgi quante volte violenti te stesso perchè pensi di dover essere importante e raggiungere chissà cosa prima di poterti amare e ogni volta che, per soffocare un tuo vuoto interiore che non riesci a sopportare, ti costringi a fare qualcosa anche contro i tuoi stessi desideri e il tuo stesso benessere. Hai orrore della guerra e proclami la pace e non ti accorgi di quante poche volte ti senti in pace con te stesso e quante volte la eviti solo perchè la mente ti dice che devi fare qualcosa per esserne degno. Non si lotta per la pace, lo si diventa. Siamo così importanti che tutto l'universo riflette ed espande quello che siamo, e vuole che ci riconosciamo come esseri d'amore unici affinchè ci rispecchiamo nell'intera creazione come se ognuno di noi fosse un mondo nell'intero universo. Diventiamo amore e pace dentro di noi e come un frammento di ologramma capace di cambiare l'intero ologramma, vedremo l'amore e la pace nel mondo......... e l'universo ci sorriderà. 29
IL MAESTRO Il Maestro più grande è quello dentro di te, non perchè sia il più grande di tutti, ma perchè lo è per te. Ascoltalo e non abbassarlo pensando che gli altri siano migliori del tuo. Il Maestro in te è il tuo massimo e quando tu sei il massimo di te non hai mancanze, perciò non temi e non ti interessano i confronti e proprio per questo sei Maestro, Autentico, Unico, Autonomo e Sovrano.
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IL GIUDICE INTERIORE Il nostro vero nemico è il nostro giudice interiore, quello che crei ogni volta che ti concentri nelle tue paure, nelle tue preoccupazioni, perchè queste preoccupazioni della vita quotidiana, immancabilmente danno voce al tuo giudice interiore che ti dice: "Forza, fai qualcosa, non startene lì impalato, devi fare qualcosa per cambiare questa situazione, lo vedi, non sei capace di niente, non vali nulla, sei un fallito, guarda cosa combini, niente di buono." Tu lo ascolti, perchè senti che ha ragione, senti che la tua vita non ti ha valorizzato, che non sei riuscito ad essere una persona importante o degna di rispetto, ma questa sua ragione decade quando scopri che questo comportamento ti manca di rispetto, calpesta il tuo essere, lo schiaccia e lo scaraventa per terra senza indugio né pudore. Tu non meriti questo! Queste paure, queste preoccupazioni non giustificano in alcun modo questo trattamento nei tuoi confronti. Non permettere più a nessuno che ti manchi di rispetto, nemmeno e soprattutto alle tue preoccupazioni, perchè sono queste il tuo vero nemico, sono queste che poi si materializzano all'esterno creandoti il nemico fisico nella tua vita, il giudice interiore che diventa anche esteriore nel tuo lavoro, nella società, nella tua famiglia ecc. Non permettere più a nessuno di trattarti male, di mancarti di rispetto, non permetterlo più al tuo giudice interiore che ti condiziona tutta la tua vita. Fa che l'amore per te stesso alzi la voce su di lui ogni volta che prova a trattarti male, ad offenderti. Prova a credere di più nell'amore, che nella paura. Le creazioni dell'amore sono di gran lunga migliori di quelle della paura. Credici!
Non permettere pi첫 che le tue preoccupazioni alzi la voce su di te e ti manchi di rispetto; AMATI!
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AMORE INCONDIZIONATO Se hai sensi di colpa, frustrazioni e paure è perchè il tuo amore è ancora condizionato, condizionato dal risultato, dalla situazione affettiva, di lavoro. L'amore condizionato dice NO al vero amore, dice "aspetta", non sono ancora pronto, devo prima diventare qualcuno o risolvere tale situazione o condizione. Ma amare a seconda delle condizioni è un amore duale, se le cose vanno bene amo e sono felice, e di conseguenza se le cose vanno male non amo e sono triste. Se perciò hai ancora dubbi e frustrazioni, ricordati che la vita ti sta dicendo che il tuo amore non è totale. Ama incondizionatamente e non avrai più dubbi perchè in qualsiasi situazione tu sai amare. E' facile amare quando tutto va bene, ma amare in situazioni difficile è aver maturato l'amore vero, quello senza condizionamenti e in questo amore saprai creare ed espandere gioia e amore e la tua vita sarà amore e gioia. Quando l'amore lo cerchiamo all'esterno esso diventa passivo e aspetta qualcuno o qualcosa per attivarlo, ma l'amore è già dentro di noi ed essere consapevoli di questo vuol dire attivarlo e quindi donarlo. Ecco la differenza tra il dare e l'avere amore. Spesso questo dare-avere è confuso come un meritarsi qualcosa, che bisogna comportarsi bene affinchè poi si riceva, o anche di dare ma solo al fine poi di ricevere, quindi non è un generare attivo, ma ancora un dare-passivo. Il dare-avere è una dualità quando è passivo, perchè risponde ad una mancanza che si vuole sopperire e sentendo la mancanza in noi la cerchiamo fuori e diventiamo passivi e questo fa si che noi dipendiamo da quello che vogliamo, che desideriamo, che cerchiamo e quindi oscilliamo a seconda se lo possediamo o no.
Avere coscienza di "essere amore" vuol dire "generarlo", esserne attivi. Quando in noi non ci sono più sensi di colpa, frustrazioni, giudizi, quando capiamo che ogni nostra azione o comportamento è solo uno stato di coscienza del momento che comunque va compreso, accettato ed amato, il giudizio scompare, iniziamo ad accettarci veramente così come siamo e in questo noi conserviamo la capacità di amare che è già in noi senza più cercarla fuori. Questo amore diventa compatto, integro senza più sentirne la mancanza che ci obbliga poi a cercarlo fuori. Quell'amore condizionato che è frutto della mancanza, della sfiducia, dei sensi di colpa ecc, piano piano viene sostituito sempre più dall'amore incondizionato che è quell'amore senza giudizio, quell'amore attivo che genera indipendentemente dalle situazioni. Se proviamo solo a pensare di non darci più colpe per qualcosa, di non giudicarci se abbiamo fatto bene o male una cosa, se era meglio fare questo o quello, ma invece accettiamo tutto quello che nel momento abbiamo deciso di fare o di essere, scopriamo che senza tali giudizi su noi stessi l'amore fluisce e noi ci sentiamo veramente liberi in qualsiasi situazione ci troviamo, perchè la libertà è inibita ogni volta che abbiamo paura di dire o di fare, ovvero di essere.
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SENTIRSI PULITI DENTRO Quando ti alzi al mattino sentiti pulito, come se iniziassi a vivere oggi. La tua coscienza ha raggiunto tale livello grazie alle tue esperienze passate che hanno contribuito a formare la tua coscienza di adesso. Ogni esperienza è una fase del “sentire” necessaria per evolvere. Ogni passo ed esperienza in più che facciamo, ogni consapevolezza in più che acquisiamo però ci fa vedere la precedente come “errata”, incompleta e pensiamo di essere “sbagliati”, ma non è un errore, è un'esperienza del livello di coscienza che avevamo allora e non dobbiamo vergognarcene, perchè senza quell'esperienza non saremmo capaci di proseguire nel nostro cammino. Si vergogna il laureato di essere stato alle elementari? L'adulto di essere stato bambino? Le cose cosiddette cattive che abbiamo fatto sono derivate dalla paura, ma anche la paura è amore, perchè la paura ti vuole proteggere, ti dice stai attento, proteggiti, è un amore agli albori, non ancora maturo, perchè in questa protezione tende anche ad essere violento pur di proteggersi. Anche la rabbia è amore, perchè non ci sentiamo compresi, non ci sentiamo rispettati, amati e questo genera rabbia, difesa e quindi amore per noi stessi, solo che lo pretendiamo dall'altro, mentre l'altro ti rivela invece che sei tu a non darti amore, perchè se sei in pace con te stesso, non generi violenza o rabbia, se sei in pace con te stesso non sei geloso e invidioso. Cerchiamo il potere ma solo per allontanare la paura il più possibile e sentirci sicuri nel nostro porto e per attirare amore verso di noi.
Tutti questi meccanismi inconsci sono generati da una sola cosa: “ricerca d'amore”. E se questa ricerca d'amore ha scaturito violenza, gelosia, invidia, possesso ecc era solo perchè era un amore ancora agli albori, alla fase iniziale per proteggere la propria fragilità, la propria delicatezza. Si, perchè siamo esseri delicati, così delicati che dobbiamo accudirci, rispettarci e amarci come bambini, come se fossimo noi stessi nostro figlio, così delicato, così bisognoso di protezione, coccole e amore. Amiamoci in ogni fase del nostro cammino, non critichiamoci, non giudichiamoci continuamente pensando di essere sbagliati e che dobbiamo migliorarci, perchè l'unico miglioramento che possiamo avere è nell'amore a noi stessi così come siamo. Se ci sentiamo invidiosi, gelosi, possessivi ecc, comprendiamo da dove proviene questo, ossia dal bisogno di amore che sentiamo dentro e perciò diamocelo prima a noi stessi, accettiamoci con questi difetti, perchè essi ci rivelano solamente che ora non ci stiamo amando, solo questo è il loro messaggio e non per punirci, giudicarci o farci sentire sporchi dentro. Noi siamo PULITI dentro di noi, senza colpe, l'unica colpa è quella di non amarci. Se ci amiamo non possiamo più commettere errori, come diceva S. Agostino: “ Ama e fa ciò che vuoi”, perchè chi ama, non commette errori, quegli errori che ci terrorizzano, ma che non sono altro che dubbi e giudizi su noi stessi, perchè ancora non ci fidiamo di noi, perchè ancora non ci amiamo, perchè ancora non ci sentiamo PULITI quali invece siamo. Spazza via tutto quello che credi sia brutto e sbagliato in te, spazzalo via con l'amore, amati in tutto, anche in questi “difetti”, perchè se ne conosci l'origine sai che l'unica cura per essi è
l'amore, essi persisteranno ogni volta che non ti ami, perchè stanno gridandoti che vogliono il tuo amore. Diceva Gesù: ”Vi do un comandamento nuovo, amatevi come io vi ho amati”, questo voleva dire che se uno ama non ha bisogno di rispettare i comandamenti dati fino ad allora, perchè l'amore li assorbe tutti. Questo comandamento nuovo annullava tutti e dieci i precedenti, perchè appunto chi ama non ha bisogno di un elenco di giusto comportamento, l'amore sa come comportarsi senza avere regole o dogmi. Amati e sentiti PULITO dentro di te, perchè l'amore pulisce, purifica e quando avrai smesso di tormentarti, quando ti sentirai veramente pulito dentro di te, ti sentirai anche nuovo ogni giorno e sentirai che non c'è più una méta da raggiungere e vivrai e assaporerai ogni momento della tua vita con gioia e serenità. E in questa ritrovata purezza d'animo permetterai alla tua divinità di manifestarsi in te e allora non sentirai più paura o mancanza, sarai avvolto dall'amore che ti circonderà e si espanderà dovunque andrai.
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LA RICCHEZZA INTERIORE Quando comprenderai che le tue esperienze negative, la tua incapacità, le tue rabbie, le tue vergogne, i tuoi sensi di colpa, le tue paure, fanno parte della tua ricchezza interiore e non della tua mancanza, questa tua ricchezza si estenderà nella tua vita esteriore, perchè l'abbondanza esteriore non è altro che la consapevolezza della propria ricchezza interiore che si espande all'esterno. Queste esperienze di vita arricchiscono la tua anima e la rendono più forte e ti sta portando verso la realizzazione dell'amore incondizionato.
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LO SCONOSCIUTO IN NOI C'è uno sconosciuto in noi che non affiora, forse perchè ne abbiamo ancora paura e inconsciamente lo teniamo a distanza, non lo vogliamo ancora conoscere. Eppure sappiamo che esso risolverebbe tutti i nostri problemi. Basiamo tutto su quello che già conosciamo di noi, le nostre fondamenta personali, la nostra personalità e ci è difficile capire che non sono tutto di noi stessi, ma al tempo stesso sappiamo che non possiamo affidarci al nostro solo conosciuto, altrimenti la nostra vita sarebbe monotona, sempre con lo stesso passo, con la stessa impronta. Rivelati nostro sconosciuto! Abbiamo paura ma siamo anche affascinati da te. So che chi ti allontana da noi siamo noi stessi, o meglio il concetto che abbiamo di noi stessi, l'individualità che ci siamo costruiti negli anni. Ti cerchiamo come un punto nascosto dentro di noi, invece sentiamo una voragine, un abisso, un'immensità, un qualcosa di immenso non identificabile e questo ci spaventa un po', ci da le vertigini. Non sei qualcosa a cui aggrapparci, sei inafferrabile, ma al tempo stesso attaccato, appiccicato a noi come fossimo un solo corpo. E in questo è come se fossimo te, siamo così appiccicati che è come se fossimo te, perchè ogni cosa che fa uno automaticamente fa anche l'altro, ogni cosa che sente l'uno automaticamente sente anche l'altro. Ma l'uomo vive lo “sconosciuto”, l'ignoto, sempre con una certa paura o diffidenza eppure sappiamo che noi siamo come la punta di un iceberg che affiora in superficie mentre la parte più grande è ancora sotto la superficie. Il nostro inconscio è enorme, la nostra anima è immensa e per forza, in questa nostra vita per noi si rivela
come lo “sconosciuto” ed è proprio questa la nostra forza: che non siamo finiti, ma immensi! Invochiamo la nostra divinità che è immensa e sconosciuta, però ne abbiamo paura, perchè la nostra mente non ne ha ancora fatto esperienza. Questo“sconosciuto in noi” ci mette agitazione, un senso di vuoto e di vertigini ogni volta che ne percepiamo la sua essenza, ci sentiamo soffocare e lo teniamo a distanza. Esso si avvicina a noi con grande delicatezza, rispettando le nostre paure, appare goccia dopo goccia come un distillato. Noi lo invochiamo ma ne abbiamo paura. Come percepiamo un senso di vuoto, di incapacità, come cioè sentiamo un mistero avanti a noi, un qualcosa che la mente non conosce e non può controllare la allontaniamo subito senza permettere di sentirla, di assaporarla, assaggiarla, viverla. Essa è piena di consapevolezza se permettessimo di sentirla in noi, è la nostra anima che vuole farsi strada in noi, che vuole unirsi benchè già lo sia, ma noi non riusciamo ancora a percepirla perchè questa innata e istintiva paura ce lo impedisce. E in questo vuoto poi, sorgono mille dubbi, iniziamo a pensare che qualcosa non va, che abbiamo sbagliato qualcosa, che non siamo capaci di niente, che non sappiamo cosa fare e nemmeno cosa vogliamo e il giudizio ci tormenta. Questo ignoto è il nostro essere che non conosciamo ancora, ma siamo noi e non possiamo avere paura di noi stessi. Accettiamo di non sapere tutto, accettiamo di non saper fare, accettiamo di non conoscere tutto di noi, ma accettiamo anche di aver paura di quello che ancora non conosciamo e soprattutto, non affibbiamoci colpe per non sapere, non tormentiamoci di dubbi e giudizi per non sapere come e cosa fare. La paura è il contrario dell'amore, possiamo vederla come il buio contrapposto alla luce, che se c'è il buio non c'è luce e
viceversa, se c'è luce non c'è buio. In questo contrasto mi domando: nel buio è importante accendere la luce o non avere paura del buio? Certo, quando si accende la luce non si ha più paura del buio, ma forse non avere paura del buio ti rende più forte. Nella paura non c'è amore, se ci fosse non sarebbe paura, sarebbe solo l'idea della paura (parlo di paura mentale, non fisica), però in questa paura io posso amare “me che ho paura”, ossia concentrare l'attenzione non sulla paura ma su me stesso e se non riesco ad amare la paura, riesco però ad amare “me che ho paura”, liberandomi dei dubbi, giudizi che alimentano maggiormente questa paura, accettando di non sapere e di avere paura. In questo io divento la medaglia dalle due facce, il giano bifronte che unisce i due opposti, l'essere che contiene la dualità integrandola e non più combattendola. Amare se stessi nell'ignoto, nella paura dell'ignoto, nella paura in sé, amarsi senza più giudicarsi, avere dubbi, perchè ci accettiamo così come siamo, con le nostre insicurezze, incertezze, con le nostre paure...ecco che allora, queste stesse paure, questo stesso ignoto si affievolisce, perchè le nostre energie non sono più volte alla paura di non farcela, alla paura di non sapere, ma sono rivolte a noi stessi, all'amore per noi stessi, all'amore che non possiamo dare alla paura stessa, all'ignoto stesso, allo sconosciuto in noi, ma che possiamo dare e rivolgere a noi che abbiamo paura, a noi che non conosciamo ancora, a noi....che semplicemente ci accettiamo e ci amiamo per quello che siamo, per quell'essere meraviglioso quale siamo ma che ancora non ci crediamo di esserlo, ma forse, se non ci crediamo di esserlo è proprio perchè dobbiamo ampliare il nostro amore a quello che crediamo imperfetto, incompleto, perchè ogni cosa possa essere amata, anche nella sua imperfezione presunta o reale. Rivolgiamo l'attenzione non al fatto, all'accaduto in sé, non alla paura in qualcosa, ma a noi stessi che abbiamo paura,
concentriamoci in noi stessi, al nostro sentire e senza giudizio, accogliamoci in questo sentire, con delicatezza e rispetto per noi stessi diamoci calore, affetto ed amore per quello che stiamo sentendo, come farebbe una mamma al proprio bambino, al nostro bambino interiore, diamo affetto e amore a “noi che abbiamo paura”, a “noi che non sappiamo”,a “noi che pensiamo di essere sbagliati”. Questo significa accogliere lo Sconosciuto in noi, accettare cioè di non sapere e accettare anche di avere paura per non sapere, per non conoscere l'ignoto, per non sapere cosa ci capiterà, cosa ne sarà di noi. Questo Sconosciuto siamo noi stessi che ancora non ci conosciamo, è il nostro essere di cui ne conosciamo solo una parte, una piccolissima parte e non dobbiamo avere paura di noi stessi, perchè questo sconosciuto ha grande rispetto e delicatezza di noi, delle nostre paure e corazze interiori e non le vuole stravolgere ed entra in punta di piedi, con dolcezza e delicatezza, con estremo amore, ma anche determinazione. E se non riusciamo ad amarlo come Lui ci ama, se ne abbiamo ancora paura, non importa, iniziamo ad avvicinarci a Lui amando per primo noi stessi, noi stessi che siamo Lui, amandoci nell'interezza e non nella divisione. Questo amore per noi unirà i due opposti che sono solo le due facce della stessa medaglia e quella medaglia siamo noi che entrambe le contiene e proprio per contenerle entrambe siamo “COMPLETI”, siamo Esseri completi. L'imperfezione che avvertiamo è per l'amore che non riusciamo a dare ad ogni faccia di noi, ad ogni sfaccettatura, ad ogni aspetto di noi. Conoscere i due opposti di noi ci rende completi, ma l'amore che diamo ad uno solo ci fa sentire incompleti, perchè solo l'amore unisce e completa, quell'amore che è forza creatrice, energia universale, spirito divino, alito di vita ed è anche quello Sconosciuto che è in noi, quello sconosciuto che siamo noi.
L'AMORE, FORZA CREATRICE Nel campo della spiritualità, la fisica quantistica ha permesso di vedere la vita con una consapevolezza molto più alta del passato o almeno ha verificato e sperimentato quanto saggi del passato affermavano. Sappiamo che siamo noi a creare la nostra realtà, ma pur sapendo questo, riesce ancora difficile creare una vita migliore per noi. Io credo che tutto l'universo si muove nell'armonia e credo che quest'armonia non la dia uno sforzo psicologico o mentale su come bisogna fare ad andare d'accordo, ma la dia l'amore, la cui armonia è insita. Sappiamo di essere i creatori della nostra realtà, però pensiamo anche se quello che creiamo o vogliamo creare sia poi in sintonia col volere divino, perchè altrimenti la nostra creazione non si avvererà. E qui si innescano tutti quei meccanismi psicologici su come poterla realizzare affinchè vada a buon fine, facendo leva sulla legge di attrazione, sui nostri potenziali assopiti, sui pensieri positivi o autosuggestioni ecc. Io dico semplicemente questo:”Crea con amore, attraverso l'amore e per amore e vedrai che non avrai bisogno di aspettare il beneplacito divino, di sapere se è in armonia con l'universo o se è il volere di Dio; sono più che sicuro che lo è.” (Battiato cantava “Tutto l'universo obbedisce all'amore”). Credo che l'amore sia quella forza creatrice, quell'energia universale, quell'essenza vitale, quello spirito divino che sincronizza e soddisfa ogni bisogno e desiderio di tutto l'universo e che va molto oltre il semplice sentimento. E' quel motore, quell'onda energetica che dà energia e vitalità a tutta la creazione e al suo manifestarsi.
Vuoi aiutare te stesso? Amati! Vuoi aiutare gli altri? Amali! Vuoi aiutare il mondo? Amalo! Noi impariamo a conoscere l'amore attraverso noi stessi, perchè ogni cosa che sentiamo e viviamo è sempre e solo tramite noi stessi. Non possiamo sentire le emozioni, i sentimenti altrui se non come confronto con il nostro sentire. Tutto parte da noi stessi e così anche l'amore parte da noi stessi, non possiamo amare gli altri e la vita se non amiamo noi stessi. Se c'è tensione in noi, conflitto interiore, come possiamo dare amore? Come possiamo essere pace all'esterno se non siamo pace in noi? Questo amore diventa il motore di tutto l'universo, di tutta la vita e della sua manifestazione. Noi creiamo la nostra vita e l'amore dà vitalità alla sua manifestazione. Ma spesso riesce difficile dare vitalità alla nostra vita, dare quell'energie d'amore perchè essa prosperi, proprio perchè è difficile amare se stessi e crescere nell'amore. Molte volte amiamo più l'immagine che vogliamo avere di noi che quello che siamo veramente e questo ci distoglie e ci crea delle difficoltà di comprensione. Vediamo di comprendere queste difficoltà. Ci sono giorni in cui ci amiamo profondamente e tutto sembra sorriderci, amiamo ogni cosa e situazione che ci sta attorno, ma poi, basta un giorno che siamo più concentrati nelle nostre preoccupazioni quotidiane che iniziano i conflitti interiori, mi rimprovero che non va bene, che sto sbagliando, che non sono capace, che ho risposto male a tal de tali e non va bene, che sono sbagliato e così facendo non mi amo più, perchè sto concentrando tutto me stesso al raggiungimento di un ideale da seguire.
Il giusto comportamento è concentrarci sempre in noi stessi e non sull'ideale, perchè altrimenti usciamo da noi stessi, non siamo più centrati. Un giorno mi gira storto, pazienza, mi accetto, non mi giudico, non inizio a torturarmi dicendomi che devo migliorare, perchè anche il volersi migliorare significa che io non mi sto accettando e quindi creo un conflitto dentro di me tra il mio ideale da seguire e il mio essere e l'amore per me stesso è dimenticato e di conseguenza l'amore per la vita. Ho detto di “non giudicarsi”, ma anche qui bisogna prestare attenzione, perchè, se me lo pongo come obiettivo da seguire, nel momento che mi scappa un giudizio, mi dico subito: “no, non devo giudicarmi” e così facendo non faccio altro che prolungare il giudizio, dando un altro giudizio al giudizio. Mi è scappato un giudizio? Pazienza, lo osservo e lo accetto! Se mi dico di aver sbagliato continuo a non accettarmi e a non amarmi. A volte ci capita di fare cose o scelte e ci domandiamo se siano giuste o sbagliate, non è importante sapere se sono giuste o no, piuttosto sapere quanto amore mettiamo in ciò che facciamo o scegliamo, perchè quando lo fai per e con amore ogni dubbio svanisce. L'amore è il motore della vita, se c'è amore la tua creazione diventa florida e viva. Se fai una stessa cosa, ma senza amore, la fai perchè credi che sia giusto farla ma non ne sei convinto, non ti parte dal cuore, oppure la fai perchè pensi di avere l'approvazione celeste o di qualcuno che ci tieni o ancora perchè credi di volerla ma ti è suggerita dalla paura e non dall'amore, la tua creazione potrebbe non darti i frutti sperati proprio perchè non la coltivi col cuore, con amore, con tutto te stesso. La vita è un po' come una piantina che coltivi e nutri; se c'è amore cresce bene, se non c'è amore non cresce bene.
Se poi non siamo decisi su cosa fare, non importa, rimani in pace con te stesso, non c'è cosa migliore di essere in pace con noi stessi e in questa pace riesci ad assaporare ogni attimo della tua vita, ogni piccola situazione quotidiana vivendo il momento ora, perchè rimanendo in pace con te stesso sei presente a te stesso e quindi riesci a godere dell'attimo presente e sicuramente, in questa pace, in questo amore per te stesso poi, fiorirà anche quell'imput, quell'ispirazione, quell'intuito che ti aprirà a sapere cosa fare e verrà dalla passione e non dallo sforzo della mente che ha paura di sbagliare. E' importante concentrare sempre l'attenzione in noi stessi, stare centrati in noi stessi, essere presenti in ogni istante a noi stessi, senza voler raggiungere una mèta. un ideale. Accettare ogni cosa di noi, accorgersi ed osservarsi, ma senza giudicarsi, rimproverarsi o criticarsi, altrimenti usciamo dall'amore per noi stessi, e continuiamo nei nostri conflitti interiori che poi portiamo all'esterno di noi. Non è importante l'obiettivo, la mèta per quanto alta essa possa essere, ma è importante rimanere a noi stessi, concentrare l'amore in noi stessi, solo allora potremo anche espanderlo. Nel mio precedente scritto “Lo sconosciuto in noi” sottolineavo proprio questo e cioè che se mi scopro di aver paura o avere dubbi ecc, non devo concentrarmi sulla paura stessa o dubbio e sentirmi poi debole e frustrato accusandomi, ma concentrarmi su me che ho paura, su me che ha dubbi, accettandomi ed amarmi nella mia paura e nel mio dubbio. Non posso amare quella paura in quel momento, ma posso amare me che ho paura. E' per comprendere come rimanere centrati in se stessi e non disperdersi in un ideale da seguire. ESSERE E' PIU' IMPORTANTE DI “VOLER” ESSERE.
A questo mi viene da concludere con un altro mio precedente scritto:
Quando ti libererai del tuo "voler" creare, si aprirà la tua natura creativa. Quando ti libererai del tuo "voler" amare, si aprirà la tua natura amorevole. Quando ti libererai del tuo "voler" unirti al tuo Sè, si aprirà la tua natura divina. Tu non hai bisogno di "volere", tu "SEI". Lascia che la tua vera natura sia e senza volerlo accadrà. Lasciati essere!
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L'AMORE E' VITA "Quando fai una cosa o una scelta, non pensare se sia quella giusta o sbagliata, tu mettici tutto il tuo amore e vedrai che ogni dubbio svanirà". Non è importante quello che uno fa, ma con quanto amore lo fa, perchè è l'amore che dà vita alle cose; perchè l'amore è vita!
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L'AMORE L'amore è la tua vera essenza ed è una scoperta sempre nuova che fluisce e si espande dal tuo cuore. L'idea che tu hai dell'amore invece, è quello che tu conosci dal passato e vuoi proiettarlo nel tuo futuro e parte dalla tua mente che ha paura e cerca protezione. Lascia fluire ed espandere quel cristallo puro che è nel tuo cuore, quel Cristo, quell'amore puro ed eterno, non coprirlo coi veli dell'idea della tua mente che è condizionata dalle tue esperienze umane dovute al senso di separatività e limitatezza della sua stessa natura. L'amore parte dal cuore e si espande oltre la mente; l'idea dell'amore parte dalla mente e va al cuore, ma non lo espande, lo copre col suo velo. Liberati, svuotati di ogni idea e lascia che l'amore fluisca libero in te e si espandi ovunque. Amare è liberarsi dell'idea di noi stessi ed " ESSERE", allora non "si ama", "si è amore" e i due diverranno uno!
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ESSERE Io sono un vigliacco o io sono un eroe, fa molta differenza, ma ciò non ha alcuna importanza. Io sono uno stupido o io sono un genio, fa molta differenza, ma ciò non ha alcuna importanza. Io sono un ladro o io sono un santo, fa molta differenza, ma ciò non ha alcuna importanza. Al di fuori dell'"IO SONO" c'è la differenza, ma non ha alcuna importanza.
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CAPITOLO 3
LA NUOVA CONSAPEVOLEZZA L'EQUILIBRIO INTERIORE La dualità ci insegna a camminare, proprio come un cammino fisico in cui ci si sposta da una gamba all'altra e si va avanti. Così ci troviamo che nel nostro vivere tendiamo a spostare le nostre energie in una direzione e subito dopo la direzione opposta ci ribilancia. Non importa quale sia la direzione, comunque poi l'altra la fa ritornare in equilibrio, proprio come la legge fisica che dice che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Spesso noi usiamo le energie senza avere consapevolezza in noi del perchè le indirizziamo in quel punto o situazione e per questo, di risposta, la natura ribilancia con il suo opposto, con il gioco appunto della dualità. Per esempio, se noi spostiamo le energie reagendo ad un vuoto interiore che ci sta opprimendo, cioè non sentiamo pace in noi e subito cerchiamo energie per riempire questo vuoto interiore, magari cercando del cibo, o cercando qualche approvazione, noi le cerchiamo all'esterno di noi, in qualche forum, in un club, tra gli amici, nelle discussioni, sui libri o in corsi e seminari ecc. E per un po' ci sentiamo bene, soddisfatti, abbiamo acquistato alcune piccole energie, forse solo delle briciole, ma ci fanno sentire meglio. Almeno per un po'. Però così abbiamo smosso le energie dualistiche e quindi dato energia anche alle energie opposte, perchè abbiamo seguito la strada della paura, dell'io che ha paura e cerca appoggi esterni. Non abbiamo ascoltato il cuore
che ha energie proprie ed è un generatore di energia, ma abbiamo ascoltato la mente che le va a cercare fuori o anche nel passato o immaginando il futuro secondo la sua idea e quindi origina lo sbilanciamento. In pratica, anzichè attingere alle nostre proprie energie, noi le proiettiamo fuori di noi e quindi l'esterno agisce come uno specchio rimandandocele, tramite la consapevolezza, di riflesso dentro di noi. Così si alternano in noi gli alti e bassi senza renderci conto che noi stessi li alimentiamo. La consapevolezza tende a farci comprendere proprio questo. Capire in noi cosa e perchè cerchiamo determinate energie e, soprattutto, quale parte di noi le cerca, se il nostro io umano o il nostro sé. La mente, normalmente reagisce a qualche nostro malcontento cercando di riempirlo, mentre il cuore agisce dalla pace interiore, dall'equilibrio interiore, è quindi una vera azione. Se l'azione parte dal cuore, dall'equilibrio, dalla passione del cuore, allora è pura e non aziona energie dualistiche, contrariamente se l'azione parte dalla mente per una re-azione a qualcosa, allora aziona energie dualistiche. Conoscere se stessi, la natura vera del nostro pensiero o comportamento credo sia fondamentale, non tanto per creare azioni buone o cattive, degne o non degne, ma in quanto uscire dalla dualità, non alimentare più le sue energie. L'io umano si nutre di queste, quindi, consapevolizzandole sempre più, togliamo energia all'io, diminuendone sempre più il suo apporto su di noi e, di conseguenza, permettere al nostro sé di entrare in sostituzione, di aprirgli la porta. In questo però, l'io ne soffre moltissimo, lui cerca sempre appigli in cui appoggiarsi e non trovandoli li cerca in ogni modo ed in maniera anche molto sottile da nasconderli alla nostra consapevolezza. Lui ha bisogno di appoggi, non ama il vuoto, si sente morire e griderà, si arrabbierà tantissimo e alimenterà ulteriormente questi alti e di conseguenza i bassi o viceversa. Quindi più ci avviciniamo alla sua radice, a comprenderlo
appieno e più i suoi alti e bassi sono forti, ma comprendere questo suo gioco, è comprendere le ragioni e le azioni della dualità fino ad uscirne completamente, dopodichè inizieremo a camminare con le gambe del proprio cuore, nell'equilibrio senza fine e senza più oscillare da una parte all'altra. Iniziamo a "vivere" e non più a "sopravvivere". Sia chiaro, non c'è niente di male nella dualità, è il cammino naturale della vita, la natura tutta è un cammino di prove e tentennamenti fino a raggiungere il proprio equilibrio, quindi niente costrizioni o giudizi e critiche e violenze a noi stessi, solo un naturale cammino sempre più nell'equilibrio di noi stessi.
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L'abbondanza esteriore è la consapevolezza della propria ricchezza interiore che si espande all'esterno. Non c'è una mèta da raggiungere, ma una strada da amare. In te c'è tutto quello che cerchi. "Tu" sei quello che desideri. Risplendi in tutta la tua grandezza. L'amore incondizionato è quando inizi a togliere il "soggetto" e l'"oggetto" all'amore. Si dice che dopo la tempesta viene il sole, ma il sole c'è anche durante la tempesta, è sempre lì, sopra le nuvole. Esso è dentro di te, nel profondo di te e c'è sempre, anche quando vedi tutto nero.
- Più che cercare di sentirti degno, trova la tua dignità. - Non puoi conoscere il tuo vero essere, puoi solo “esserlo”. - L'amore è la tua essenza, non cercarlo, sii!
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INGIUSTIZIE E FIDUCIA NELLA NUOVA ENERGIA Leggo spesso articoli che criticano i fatti delle persone, conosciuti o meno, importanti o meno, persone che tentano di danneggiare noi per proprio egoismo o voglia di potere e lo sbandieriamo come portatori di giustizia. Noi stiamo ancora combattendo contro quelle che riteniamo ingiustizie, ma lo facciamo in modo vecchio, con la dualità, facendoci paladini del bene che lottano contro il male. Invochiamo a gran voce, invitiamo gli altri a collaborare, ad aprire gli occhi, ci arrabbiamo con chi non comprende la situazione o non gli interessa. Questa non è nuova energia! In pratica noi crediamo che il governo o gli altri, possano fare il bello e cattivo tempo e noi cerchiamo di impedirglielo. Siamo sicuri che glielo impediamo? O forse credendo così noi gli diamo più energia? O forse credendo che gli altri abbiano veramente potere su di noi non facciamo altro che dargli la nostra energia per poi inveire contro di loro come vittime? Quando non si ha una propria forza interiore, si cerca di rubarla agli altri o a sminuire gli altri per portarli alla nostra altezza. E la lotta continua! Perchè non pensiamo invece a far crescere in noi la propria forza? Perchè non avere fiducia in noi e credere in noi stessi, prendere cioè energia in noi stessi evitando di doverla rubare all'esterno? Se pensiamo che gli altri possono sopraffarci, gli diamo le energie per farlo veramente e diventiamo come topolini contro l'elefante, perchè abbassiamo le nostre energie e le diamo agli altri. E se poi non vinciamo, ci rassegniamo e diciamo “tanto non c'è niente da fare, vincono sempre loro, hanno il potere loro”. E certo, ma chi glielo da questo potere? Noi, credendolo, appunto! Siamo noi a creare la nostra vita, ma la creiamo con le proprie credenze, con le proprie convinzioni, con la propria fiducia, perciò
se crediamo nel potere altrui, allora dobbiamo subirlo, ma se invece crediamo in noi, siamo convinti al cento per cento della nostra forza interiore, allora non occorre nemmeno forzare le cose, perchè queste nostre reali convinzioni saranno la vera forza che fluirà nell'universo per il cambiamento. Spesso ci si avvisa di qualche virus che gira nel web, bene, anche io l'ho fatto e mi è anche servito, ma d'ora in poi non lo farò più. No, perchè questo non è vivere, questo è barricarsi in casa, basta con queste paure, viviamo sereni e fiduciosi e se proprio una cosa ti arriva, si vede che ti doveva arrivare, ma comunque è per il tuo bene, lo hai creato tu per il tuo bene. In questo modo, un avviso qui e uno là, le notizie brutte qui, le paure di là, le probabilità di questo e quell'altro, viviamo nel terrore, nella paura e non la vinciamo cercando di annullarli con gli avvisi, con le proteste, con le critiche, ma li vinciamo non dandogli più interesse, non dandogli più la nostra energia. Se siamo veramente convinti di noi stessi, del nostro potere interiore, della nostra propria vita, di essere veramente creatori responsabili di noi stessi e della nostra vita, non dovremmo aver paura degli altri, nessuno in effetti ci vuole male se noi non glielo permettiamo, nessuno ci vuole distruggere se non le nostre stesse paure e preoccupazioni. In questa energia, nessuno può farti del male e nemmeno ci penseranno a fartelo. Ma con le nostre preoccupazioni, abbassiamo notevolmente le nostre energie e allora si che diventiamo vulnerabili e alla mercè degli altri. APRIAMOCI ALLA FIDUCIA! Viviamo sereni e fiduciosi, compattiamo le energie dentro di noi e non disperdiamole per fortificare chi stiamo combattendo, ossia quell'illusorio nemico, allora si che la nuova energia funzionerà. Se non siamo convinti noi di questo, poi non prendiamocela col governo o con chi sia. L'universo ti fa vedere ciò a cui tu credi, se credi nella loro forza, questo sarà, se credi nella tua forza, questa
sarà. Se veramente siamo nella nuova energia, dimostriamolo prima a noi stessi, poi agli altri. La forza interiore smuove le montagne anche senza muoversi da casa. Ognuno esprime il proprio stato di coscienza, non serve inveire contro di loro, ma loro sono quelli che hanno potere e ci soccombono, pensiamo, no, loro in realtà non possono, quello che ha potere sono le nostre paure, quelle paure che sono energia uscente da noi, quelle ci devono preoccupare, non la situazione o le persone. -------------------------------------------------------La fiducia è la porta dell'amore, se essa è aperta, spalancata, l'afflusso dell'energia d'amore ci avvolge e ci abbraccia, se essa è semi aperta, socchiusa, si apre e si chiude, appena aperta per sbirciare e controllare eppoi socchiudere per paura, ecco che l'amore entra nella stessa maniera che noi usiamo la porta. Abbiamo paura di fidarci, di noi principalmente eppoi degli altri. Tante esperienze negative ci hanno portato a non fidarci e così continuiamo a sbirciare per vedere se possiamo fidarci oppure no. Noi non conosciamo bene noi stessi, il nostro essere e questo porta a non fidarci di noi stessi, oltretutto ci sentiamo agli albori della vita, quindi ancora inesperti e questo fa crescere maggiormente in noi la diffidenza. Quest'ultima appunto, crea le situazioni in cui la fiducia perde consistenza, se noi sentiamo sfiducia, espandiamo sfiducia nelle situazioni di vita, magari incontrando persone che si approfittano di noi o altro, ma non è la situazione a far crescere in noi la sfiducia, ma la sfiducia che è dentro di noi a creare tale situazione. Se io ho dubbi, creo situazioni dubbiose, se ho giudizio, creo situazioni dove c'è giudizio, se ho sfiducia creo situazioni di sfiducia. Credendo di subire le situazioni che mi si presentano, anziché sapere che sono proprio io a crearle, ecco che la mia sfiducia mi fa essere cauto nella vita, inizio a controllare, cioè rifacendomi
all'esempio di prima, inizio ad aprire la porta solo per sbirciare e controllare se è il caso di fidarmi o no, poi la richiudo per paura, poi la riapro poco per volta, controllo, giudico quel poco che vedo dalla fessura.....e l'amore cosa fa? Risponde esattamente al nostro comportamento, cioè entra poco ed esce, riappare e si richiude, alti e bassi, tira e molla. Così facendo noi crediamo di valutare con cautela per paura di rimanere delusi, perchè abbiamo paura di spalancare del tutto la porta della fiducia totale, invece proprio questo nostro comportamento non permette all'amore di entrare totalmente nella nostra vita. Spalancare la porta della fiducia in modo totale vuol dire aprire la porta all'amore per farci avvolgere da quell'energia. La sfiducia negli altri è conseguenza alla sfiducia in noi stessi, nella nostra anima, crediamo che gli altri possano farci del male mentre le situazioni della vita sono solo lo specchio che il nostro essere, la nostra anima si serve per farci comprendere chi siamo veramente, che tutto proviene da dentro di noi. Questa totale fiducia è fondamentale in un rapporto d'amore, un rapporto d'amore che inizia dal rapporto con te stesso, con la tua anima, perchè la tua anima vuole fiducia totale per donarti tutto il suo amore, se non le dai fiducia totale ed incondizionata, l'amore della tua anima non potrà esprimersi, ma sarà in proporzione alla fiducia che tu le dai e te lo farà vedere nel tuo quotidiano, attraverso le persone, attraverso i rapporti con gli altri, cioè ti farà sentire come si sente lei nel rapporto di fiducia e d'amore che tu le riservi, te lo farà sentire nelle tue emozioni, nei tuoi sentimenti, nella tua personalità così da consapevolizzare, radicare, rafforzare il vostro rapporto d'amore che lei ha incondizionatamente, ma che tu stenti a darle, preso ancora dalle aspettative, dai giudizi e dai dubbi. Avere fiducia incondizionata in noi stessi, nella nostra anima e quindi nella vita è sentirsi veramente liberi, uniti all'universo, abbondanti e pieni di vita e di amore.
LIBERTA' O SICUREZZA? In questa dimensione umana l'uomo è alla ricerca di una sopravvivenza, di limitare i danni e sofferenze del proprio corpo e della propria mente e in questo si costruisce un riparo, un rifugio sia fisico che psicologico ed inizia a vivere con una corazza protettiva. Tutto è protezione per lui. Si protegge dal nemico, dalle intemperie atmosferiche, da tutto e da tutti ed è giusto che sia così, la protezione è istintiva, ma poi, con l'evolversi della sua coscienza queste paure piano piano fanno spazio ad un bisogno di libertà, di vivere e non più sopravvivere. Inizia a comprendere che la ricerca di protezione, di rifugio ti porta come conseguenza una prigionìa, una dipendenza da qualcosa o da qualcuno in ogni settore, lavoro, sentimenti ecc. Fino ad un certo punto questa cosa va bene, la sicurezza di una protezione è una buona scelta, ti senti al sicuro e questo ti fa accettare una certa prigionìa, piccola o grande che sia, ma l'uomo evoluto non l'accetta più, la sua anima inizia a scalpitare, vuole il suo giusto spazio e in questo ti pressa a tal punto che ti fa sentire quella prigione, che prima ti piaceva, soffocante. Sempre più soffocante! La tua anima vuole spazio, vuole emergere, vuole espandersi ed ora questa corazza inizia a pesare sempre di più. C'è la paura di non riuscire a sopravvivere, di fare il passetto verso la fiducia, ci si blocca. Allora la vita cambia, i tuoi muri protettivi iniziano a crollare, le tue convinzioni anche, perdi il lavoro, le persone care; ti senti destrutturato e la depressione è alle porte. Inizi a svuotarti di tutto senza più appoggi, ti senti perso, mentre invece stai camminando senza più le stampelle. Certo all'inizio fa paura, a volte si cade, ma ci si rialza sempre.
E' il prezzo della libertà! La vera libertà. Uno pensa di sentirsi libero con un buon lavoro, una bella casa, un conto in banca e una famiglia cara, ma tutto questo porta anche a dipendenze, a paure di perderle; si sta sempre in allerta e questa non è vera libertà. Scegli se proteggerti o essere libero, se vuoi la sicurezza o la libertà, perchè l'una esclude l'altra. Non si può stare con i piedi su due staffe. Se vuoi sentirti sicuro e protetto sappi che la tua anima prima o poi si ribellerà, spazzerà via tutto appena sente che tu sei pronto, che è ora di fare il grande passo, la tua grande trasformazione. E questa sua prigionìa te la farà riflettere fuori di te, la proietterà nel tuo mondo, nel tuo quotidiano e ti farà sentire soffocato e prigioniero proprio come sente lei quando vuole espandersi, quando vuole che tu diventi anima. Te la rifletterà nelle persone vicine, nel lavoro, nel tuo ambiente; non incolpare nessuno, nemmeno te stesso, ma sappi leggere il messaggio della tua anima. Ti ribellerai, ti arrabbierai tantissimo, le manderai non so quanti accidenti vari, ti infurierai con lei, ma lei insisterà e sarà sempre più opprimenti finchè non capirai tutte le tue paure, tutti i tuoi aspetti, tutto di te e soprattutto comprenderai che se vuoi la libertà, non la devi cercare nella sicurezza, nella protezione dal mondo, ma dentro di te, perchè solo quella libertà non ha dipendenze, non ha qualcuno sopra o sotto di te e libertà è leggerezza, quindi via corazze interiori, via dipendenze altrui, via condizionamenti e compromessi. Sentiti leggero come l'aria, come il tuo stesso respiro, nella leggerezza la tua anima si fa strada e ti avvolge in un tenerissimo abbraccio. Abbracciati e togli tutti i tuoi sensi di colpa e paure, amati e corri verso la fiducia in te, verso la tua libertà, verso la tua leggerezza senza restrizioni e vola libero in ogni luogo; le ali saranno la tua anima.
L'ABBONDANZA Nel mio blog, ho definito l'abbondanza come “la consapevolezza della propria ricchezza interiore che si espande all'esterno”, quindi, secondo me, non è cercarla all'esterno di noi, ma trovarla al nostro interno, rendersene consapevoli che è già in noi tanto da poterla espandere all'esterno. Invece molto spesso l'idea che abbiamo di essa è di avere abbondanza di soldi e vivere liberi e felici. Pensiamoci un attimo: chi è in noi che ci fa desiderare un'abbondanza economica? Non certo la consapevolezza di essere già ricchi interiormente, anzi denota propria una “mancanza” che sentiamo in noi. Pensiamo che avere un bel conto in banca, un buono stipendio o pensione e una casa tutta nostra sia abbondanza; si che lo è, ma se noi dipendiamo da questo non è libertà, ma protezione, se questa proviene dalla paura di vivere non è libertà, perchè la paura comunque rimane, magari di perdere tutto e la paura non è libertà, ma chiusura e questa abbondanza è solo provvisoria. La vera abbondanza è quando otteniamo tutto ciò che ci serve sapendo che siamo noi stessi a generarla, ma senza la paura di non saper vivere, senza esserne dipendenti, senza esserne subordinati o succubi, senza possederla, perchè anche la possessione è chiusura, protezione. Paradossalmente otteniamo l'abbondanza quando non la cerchiamo, perchè il non cercarla significa sentirla dentro e quindi espanderla, mentre il cercarla significa sentire mancanza e quindi non espanderla. La paura della sopravvivenza ci fa desiderare questo, il senso di protezione vuole l'abbondanza, ma la protezione non è libertà, è “sopravvivere” e non “vivere”. Finchè confondiamo la protezione
con la libertà, noi invece di espandere l'abbondanza espandiamo paura, chiusura, blocco, isolamento, perchè la protezione è costruirsi una corazza, costruirsi una prigione, una fortezza interiore ed esteriore che ci fa sentire protetti, ma ci chiude in una prigione; è rafforzare il proprio io", la propria personalità a discapito della propria anima. Ho già descritto questo anche in un altro mio articolo (“libertà o sicurezza?”), ma ci ritorno, perchè ritengo importante comprendere bene questo. Espandere le energie non è chiudersi, e quindi non è proteggersi, la protezione non ci apre, per un po' ci fa stare tranquilli, ma poi iniziamo a sentire un soffocamento dell'anima che vuole espandersi ed inizia una lotta tra la personalità che vuole protezione, sicurezza e l'anima che vuole libertà ed espansione. Passare dalla sopravvivenza al vivere vero e proprio. Il discorso della montagna di Gesù è molto esplicativo: “Perciò io vi dico: non prendetevi pensiero del domani, di ciò che mangerete,
né di come coprirete il vostro corpo. Non è la vita più del cibo e il corpo più degli indumenti? Guardate gli uccelli dell'aria, essi non seminano, né mietono, né raccolgono, eppure il vostro padre celeste li nutre. Non siete voi da più di essi? Chi di voi, preoccupandosi, più aggiungere un centimetro alla propria statura? E perchè vi date pensiero dei vostri vestiti? Guardate i gigli del campo come essi crescono; essi non s'affannano, né tessono eppure io vi dico che neppure Salomone, nel suo splendore, era vestito come uno di essi. Perciò, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi è e domani è gettata nel forno, non vestirà egli molto di più voi, uomini di poca fede? Non preoccupatevi dicendo: che cosa mangeremo o di cosa vestiremo, poiché il padre celeste sa che voi avete bisogno di queste cose.
Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno aggiunte. Non pensate al domani, poiché il domani penserà a se stesso. Ad ogni giorno basta la sua pena.” Noi cerchiamo sempre una protezione per paura e questa paura ci chiude a noi stessi e quindi di conseguenza agli altri, ci blocca il flusso energetico, non espande i nostri potenziali. Ci piace vivere in una fortezza sia fisica che psicologica, e ci stiamo bene, ci sentiamo protetti. Almeno finchè non iniziamo a sentirla come una prigione, ma questa prigione non ha chiavi, siamo liberi, se vogliamo, in ogni momento, liberi di andarcene, ma noi non vogliamo andarcene, perchè abbiamo paura, vogliamo solo abbellire questa nostra prigione e niente più. Però l'anima conosce tutto questo e ci sprona sempre più a cercare e volere ad ogni costo la nostra vera libertà. Chi ci trattiene? Chi ci impedisce di essere liberi? La nostra personalità che ha paura e forte del suo passato, delle sue esperienze passate crede di aver ragione, crede di riuscire a risolvere i suoi problemi con lo sforzo, con la mente, spingendo e concentrandosi a trovare le soluzioni. E così continua nel vecchio modo. Noi siamo divini, chi risolve veramente i nostri problemi è l'anima (altro mio articolo “L'intelligenza dell'anima”), però noi non ci crediamo, siamo abituati a risolverli nell'altro modo e non gli diamo fiducia. Diamo potere al denaro ma esso è solo un mezzo di cui l'anima si può servire, il vero potere è dell'anima, i potenziali da cui attingere sono dell'anima. Parliamo di “fluire”, di “lasciarsi andare”, del “non importa” di Tobias, però non lo facciamo mai, non molliamo mai la presa.
La vera libertà? Sceglila, ma veramente non solo con la mente eppoi ritorni ad occuparti dei tuoi problemi quotidiani, scegli di non risolverli così, scegli di farli risolvere alla tua anima, alla tua “gnost”, scegli di fidarti. Ritengo 3 punti importanti nel nostro cammino: la consapevolezza, la fiducia e il sentire. La prima è importante per comprendere la vita in modo più ampio e non ristretto alla sola personalità, questa permette di sfociare nella fiducia e quindi nel lasciarsi andare, nel non voler più controllare nella vecchia maniera, nel non voler controllare in senso generico, e infine il sentire che è quando inizi a sentire la tua stessa divinità. Una volta sentita la propria divinità, credo non occorra più né la consapevolezza, né la fiducia che sono, secondo me, solo le strade per arrivare al sentire la propria divinità, ma finchè non la sentiamo ancora, è importante avere la consapevolezza e successivamente una fiducia sempre più ampia tanto da farci mollare la presa, il controllo. Questo sappiamo che non è facile, anzi è molto difficile, però finchè non scegliamo di lasciarci andare, di lasciare che la propria divinità prenda lei le redini della nostra vita, le energie non fluiscono, i potenziali rimangono bloccati e l'abbondanza non scorre. Finchè ci immergiamo nella nostra personalità umana, gli diamo energia e chiudiamo le porte al divino in noi. Poi chiediamo l'aiuto divino, ma è come invitarlo e allo stesso tempo tenergli la porta chiusa. Così attendiamo un po' e non arriva niente, ci chiudiamo nella sfiducia e continuiamo a rimboccarci le maniche e voler risolvere le nostre situazioni nel solito modo. Aprire questa porta e tenerla aperta è mollare la personalità, è scegliere la nostra divinità, mollare i problemi quotidiani, mollare il credere di risolverli nel vecchio modo, con la mente, con le
soluzioni di cui ci siamo serviti fino ad ora. Questa sarà la vera libertà, potremmo anche dire una libertà da noi stessi, intesa come identificazione in un “io”, intesa come crederci solo umani. Spostiamo la nostra consapevolezza dalla propria personalità alla propria divinità, dal sentirsi “io” al sentirsi “anima”, accogliamo la nostra anima nella nostra umanità, ospitiamola in noi, facciamo entrare il divino e permettiamo di “sentirci” divini. L'abbondanza avviene nella piena libertà di se stessi, libertà dalle paure, dai sensi di colpa, dai giudizi e dubbi ecc. e dalla consapevolezza di chi siamo veramente. Sblocchiamo il sentirci in colpa, il non meritarci l'abbondanza, smettiamo col non sentirci capaci, smettiamo col giudicarci ed avere dubbi su noi stessi; abbiamo sentito l'umanità sulla nostra pelle, abbiamo sentito tutto ciò che c'era da sentire, abbiamo la saggezza, abbiamo tutto, facciamo il passo, molliamo la presa, apriamoci davvero al divino, lasciamo che entri davvero in noi, già lo è, ma lo teniamo a distanza, ci abbiamo messo un muro tra noi, tra il sentirci “personalità” e il sentirci “anima”. E' solo una questione di identità, di consapevolezza. Noi siamo limitati non perchè lo siamo veramente, ma perchè ci “sentiamo” limitati. L'altro lato del velo è solo spostare questa consapevolezza dalla personalità alla divinità in noi, ma questo dipende da noi, nessuno può farlo o sceglierlo per noi. Scegliamolo in modo consapevole, con estrema fiducia fino a “sentire” la nostra propria divinità e viverla.
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IL LIBERO ARBITRIO Il tuo libero arbitrio lo limiti con le tue scelte, con la tua limitatezza; il massimo libero arbitrio che puoi ottenere è fareavere la volontà di Dio. Potrà sembrare essere una sua marionetta, ma la sua volontà è immensa, la sua volontà è la creazione, mentre il tuo libero arbitrio ti restringe a te stesso, al tuo limite, alla tua relatività. La tua volontà è ben poca cosa. Quando comprendi che il massimo del tuo libero arbitrio, il massimo della tua volontà è fare la sua volontà, allora non avrai più limiti, sarai immenso. Non è un atto devozionale, è comprendere che la sua volontà è creazione, è espansione, mentre la tua è ristretta. Le tue scelte saranno sempre limitate, relative, per quanto vorrai scegliere, saranno sempre ben poca cosa a confronto della volontà di Dio. Lui è al di sopra delle scelte. Tu sei la sua scelta, tu sei la sua stessa scelta. Tu sei la volontà di Dio che si è limitato nella scelta, nel fare una scelta e questa scelta è la tua relatività, sei tu. Quando tu scegli, limiti ulteriormente la sua scelta, mentre se fai la sua volontà, la sua scelta, riabbracci l'immenso, e il relativo, il limite, ridiventa illimitato. Se scegli non puoi vivere il qui ed ora, l'eterno presente. Se scegli ti limiti ulteriormente. Integra il bene e il male, il bello e il brutto, il piacere e dispiacere, trascendili e la tua sarà l'immensità e non il limite. Vivere il qui ed ora è assaporare tutto, accogliere tutto. Se tu scegli non puoi vivere il qui ed ora, perchè creerai un futuro. L'obiettivo, la mèta crea il futuro, il tempo, un punto di arrivo. La scelta è raggiungere un obiettivo o dividere l'immenso, limitarlo. Integra la dualità, trascendila, così avrai ottenuto il tutto senza nemmeno doverlo scegliere, perchè se lo scegli, seguiresti un obiettivo, creeresti il futuro e non raggiungeresti il tutto, l'eterno presente.
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SCEGLIERE LA TOTALITA' Una sera cercavo un pennello di gomma che mi serviva, ne ho quattro con forme diverse, ma con il manico uguale. Nel prenderlo, mi sono venuti su prima gli altri tre e infine quello che cercavo. Subito mi sono detto: "e ti pareva, succede sempre così, quello che cerchi è sempre l'ultimo", poi però mi si è accesa una lampadina che mi ha originato una mia riflessione. Pensando ad Adamus a quando dice che in ogni cosa, un fiore, una goccia d'acqua, un sasso, lì c'è anche tutta la sua storia, non solo, ma tu ci puoi anche sentire tutta la storia di chi lo ha toccato, la mano di un uomo, il vento, la pioggia e via via arrivare poi fino all'origine del mondo, ho collegato i miei pennelli a questo e mi sono detto: " Quel pennello non ha solo quella forma, ma le contiene tutte" e forse mi ha voluto dare questo messaggio e cioè la SCELTA TOTALE. Pensavo al nostro sentirci caratterialmente ben identificati, io sono vile o coraggioso, intelligente o stupido, generoso o avido ecc, ma in realtà noi siamo tutti quei caratteri, è solo una tal situazione che ci ha fatto conoscere un lato del carattere che poi nella memoria si è rafforzato convincendoci di essere così. Una situazione che in quel momento era nata per un determinato motivo, ma non posso certo escludere che nel mio essere esiste anche l'altro lato di quel carattere, cioè il suo opposto. Nel mio essere ci sono tutti i caratteri possibili, caratteri che poi io, per mia convinzione, ho accettato e maturato in me escludendo gli altri. E' un po' come vedere la vita sempre più nel particolare, anziché nella totalità, cioè come prendere un microscopio ed osservare il particolare e cercare di analizzarlo in tutte le sfumature possibili o trasformarlo, ma esso sfugge alla mia vista solo quando non lo guardo più al microscopio, quando cioè io alzo il mio sguardo osservando l'insieme, non più il particolare, togliendo l'occhio dal
microscopio infatti quel determinato particolare scompare pur continuando ad esistere. E' come vedere le nostre caratteristiche non più separandole, io sono vile e non coraggioso ed analizzare quella viltà che non scomparirà mai semplicemente perchè esiste, ma considerare che io sono entrambe, sia vile che coraggioso è spostare lo sguardo dal microscopio e iniziare a vederle nella sua totalità. Se guardiamo la natura essa cresce sempre nella totalità, una foglia è prima un piccolo bozzolo, ma lì essa è totale, poi una piccola fogliolina, ma lì c'è sempre la sua totalità, è completa seppur piccola. Ogni forma di vita è sempre completa in sé seppur piccola all'inizio, cresce come insieme e non come particolare, contrariamente alle costruzioni dell'uomo che invece iniziano separate e solo alla fine si vede il progetto completo. Iniziare a vedere la vita nella sua totalità è alzarci di consapevolezza ed avvicinarci sempre più alla sua completezza. Intestardirsi ad analizzare al microscopio ogni cosa e non alzare mai lo sguardo non porta ad una crescita. La verità in questo senso è una verità che non riscontro coi suoi contrari come dualismo, come confronto, ma una verità che inizio a percepire come totalità, come insieme. I maestri del Cerchio Firenze '77 facevano l'esempio dell'arancia, se la guardi al microscopio non vedi più l'arancia, essa scompare, vedi delle particelle, atomi, molecole ecc, solo quando alzi lo sguardo dal microscopio e non selezioni più il particolare vedi l'arancia intera, ossia la realtà dell'arancia. Dibattersi sulle molecole, atomi e rimanere in quella visione, non si avrà mai la realtà dell'arancia. Non intestardiamoci a dire io sono così o cosà, perchè in noi ci sono tutti i caratteri dell'umanità, imparare a vederci nella totalità e non più nel particolare è iniziare a vedere la vita un gradino più
alto, con una consapevolezza più rivolta alla totalità che al particolare, alla completezza della vita intesa come insieme delle parti e ognuna delle parti trasmette la sua essenza come contributo alla totalità e non come contrasto delle parti. Noi non siamo i nostri aspetti, siamo un essere molto più esteso. E' imparare a vedere una cosa o situazione non come "facente parte di un tutto", ma come "un tutto che si rivela nella parte", cioè cambia la sua prospettiva di veduta, la sua prospettiva di consapevolezza. D'altronde si è sempre detto che Dio è in ogni cosa, che Dio è ogni cosa, perciò qualsiasi cosa non può essere separata o facente solo parte. Una scelta che non è più duale, cioè scegliere a discapito di altro, scegliere scartando l'altro, scegliere spezzando la cosa, ma scegliere nell'interezza, nella totalità. Ricordiamo anche che nel campo della fotografia olografica, se si prende un tassello di una fotografia, una piccola parte, essa non rivela solo quella parte presa, ma l'intera fotografia, più o meno offuscata a seconda se è un piccolo tassello o grande, contrariamente invece ai puzzle, dove un tassello è quello e basta e non rivela l'intero puzzle. Oltre alla totalità del carattere, c'è anche la totalità delle scelte. I maestri del Cerchio Firenze '77 parlavano di “varianti”, cioè davanti ad una scelta noi abbiamo più possibilità di scelte e, pur scegliendone una, tutte le altre scelte possibili esistono ugualmente, un po' come quanto è ipotizzato dalla fisica quantistica a proposito degli universi paralleli. Se consideriamo che il nostro essere non è solo in quella scelta che facciamo, ma lo è in tutte, perchè effettivamente tutte quante esse possono vivere, iniziamo a vedere noi stessi in modo più ampio, siamo quell'essere che ha fatto sia l'azione sbagliata che quella giusta, sia l'azione vile che quella eroica, perchè ci sono entrambe le possibilità, esistono in noi se noi non le escludiamo per convinzioni passate. Non importa quale abbiamo scelto, non
condanniamoci per una scelta sbagliata fatta dalla nostra umanità, perchè il nostro essere le contiene entrambe, la nostra umanità funge come un microscopio che ci fa vedere la vita più nel dettaglio, ma noi non dobbiamo identificarci troppo in questo dettaglio, analizzarlo troppo, perchè allunghiamo i tempi di separatività, del sentirci separati dal Tutto. Noi siamo creatori della propria vita, ma non essendone ancora convinti, ci immergiamo nelle nostre stesse creazioni attribuendoci poi delle parti da recitare, delle esperienze da vivere sempre più nel dettaglio, ecco che allontanarsi dal microscopio della vita e vedere dalla totalità, significa rendersi sempre più conto che sono solo nostre creazioni e noi ne siamo i creatori, renderci consapevoli quindi di essere creatori e non creature, guardarci più dall'alto, senza sentirci circoscritti nelle situazioni che creiamo, perchè essendo consapevoli che quelle situazioni le abbiamo create noi, riusciremo ad estraniarci da queste, a seconda di quanto ci siamo immersi. Pensiamo di risolvere le situazioni negative analizzandole, puntualizzandole, schematizzandole, ma così facendo gli diamo sempre più energia rimanendo nel dettaglio quando invece basterebbe alzarsi di livello non creandole più. Solo così perderebbero l'energia e la sussistenza. Questo significa alzarsi di livello, alzarsi in consapevolezza e, ritornando all'esempio di prima, vedere la realtà dell'arancia e non intestardirsi nell'osservarla al microscopio e quindi vederci più nella nostra vera realtà che nella sola nostra umanità. La vita cresce nella totalità, la fisica quantistica si muove nel considerare le “possibilità” e quindi nel vedere la vita non più nel dettaglio, ma nella globalità, in modo quantico......ecco forse iniziare a vivere vedendoci, considerandoci più multidimensionali potrebbe aiutarci ad uscire dal nostro piccolo guscio, dalla nostra piccola individualità e vedere la vita in modo quantico e non più lineare.
CAPITOLO 4
OLTRE LA MENTE
L'INTELLIGENZA DELL'ANIMA Leggevo molto tempo fa in un libro di filosofia orientale che l'intelligenza è nell'aria, è dello spirito divino e l'uomo ha solo la capacità di recepirla. Mi colpì molto questo, fin da allora credevo fosse una proprietà umana, una sua capacità, ma forse era vero così, c'è un'intelligenza nell'anima del mondo, nell'anima umana e noi possiamo solo sentirla e comprenderla. Proprio oggi questa affermazione si è maturata maggiormente in me. Se ho un problema, non lo risolvo con la mente, ma con l'ascolto dell'intelligenza della mia anima, diventare cioè ricettivo nella comprensione della sua risoluzione da parte dell'anima. Nella nostra dimensione noi conosciamo l'amore con la dualità di un soggetto che ama ed un altro che è amato e così conosciamo tutte le cose tramite le due facce della stessa medaglia. Avere un problema e risolverlo sono le due facce della stessa medaglia che è l'intelligenza. Noi però siamo abituati a risolverlo con la nostra mente che si rifà all'esperienza del passato anche se sa benissimo che certe intuizioni gli provengono dall'anima, però è come cercare di risolverle dal basso, dalla nostra dimensione, ma l'anima vede e sa dall'alto, da un punto di vista molto più alto e vasto, dall'immensità, mentre il nostro punto di vista è molto ristretto. Abbiamo un problema? La nostra anima sa come risolverlo, o meglio, il problema e la sua risoluzione sono la stessa cosa solo
divise momentaneamente affinchè noi potessimo conoscere l'intelligenza. Quindi la risoluzione è già insita nel problema e l'anima già sa come risolverlo, perciò ascoltiamo con la mente vuota come essa ci porta alla sua risoluzione, alla sua conoscenza. Diventiamo ricettivi nel lasciarci trasportare al conseguimento della sua risoluzione. Vedere il suo processo di funzionalità, ascoltare i suoi passi, le sue intuizioni che entrano in noi o semplicemente le sue dinamiche nel conseguimento dello stesso. In questo però ci vuole una totale fiducia ed essere vuoti dai propri giudizi e sensi di colpa che spesso noi conserviamo dentro di noi. Questi ci impediscono di lasciarci fluire dall'intelligenza animica e trasportarci nel flusso risolutore, spesso al primo passo diventiamo scettici, ci rimproveriamo che forse sbagliamo, ci vengono i dubbi e abbandoniamo questa ricezione dell'anima nel suo svolgersi e ritorniamo alla mente ed ai suoi sforzi di risoluzione. Abbandoniamo i sensi di colpa in noi, accettiamo tutto in noi, svuotiamoci di tutte queste nostre zavorre e diventiamo leggeri come l'aria e in questa leggerezza, fiducia ed amore lasciamoci guidare dall'anima, dalla sua intelligenza e dal suo amore.
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LA TORRE DI BABELE Come dal racconto biblico, l'uomo volle costruire una torre così alta da voler toccare il cielo e raggiungere Dio, ma questa non si realizzò mai e addirittura Dio li disperse dando origine a diverse lingue. Nella mia esperienza personale ho potuto constatare questo: spesso ci prefiggiamo degli obiettivi, delle presunte soluzioni, dei metodi, dei fini molto elevati per poi accorgerci che dopo poco, essi ci crollano. Proprio come la Torre di Babele. Da sempre l'uomo ha bisogno di appoggi sia materiali che psicologici o spirituali, ma ogni volta che questi appoggi diventano un obiettivo da raggiungere, questi crollano, si dissolvono o non ci soddisfano più e cerchiamo altro. Nella spiritualità specialmente, si cercano parole, verità da seguire, da mettere davanti a noi come obiettivo, per iniziare un percorso ed ecco che, una volta che ci viene a crollare questo obiettivo, ci sentiamo, togliere la terra sotto i piedi, e questo ci spaventa e così ri-iniziamo un'altra ricerca, un altro obiettivo più solido da poter seguire e così via. Si parla d'amore, di fiducia, di altruismo, di lasciar fluire il proprio Sè, di abbandonarsi a Lui, ma poi ci accorgiamo che lo controlliamo, che verifichiamo i nostri piccoli successi spirituali, se siamo andati avanti, giudichiamo i nostri passi......in pratica non ci spostiamo di un millimetro dalla nostra dualità, dal nostro limite e quel "sentire" interiore rimane bloccato. Forse potremo parlare allora di essere vuoti, ma anche il vuoto potrebbe essere un mezzo per voler "possedere" il nostro Sè. Potremo tirare fuori tantissime vie da percorrere nel nostro cammino spirituale, ma ognuna, immancabilmente crollerà.
Il Sè non vuole controllo, ma totale fiducia! Ecco un'altra bella parola da riempirci la bocca, ma anche qui, la fiducia, per quanto bella, potrebbe crollare, qualora, sottilmente vorremmo controllarla e farla nostra. C'è stato un momento che nella mia vita sentivo l'importanza della fiducia, che se non avevo fiducia non sarei cresciuto, la nuova energia non sarebbe arrivata ecc., e questo mi disperava, iniziavo a crearmi sensi di colpa perchè non sentivo questa fiducia, mi sentivo incapace di crescere, così, con tutto questo ragionare in me ho capito che non dovevo prestarne troppa attenzione, che della fiducia ne avevo costruito un capisaldo, una via da seguire e questo mi rendeva inquieto, incapace, pauroso. Così ho realizzato che questo preoccuparmi era derivato dal voler seguire una via, una mèta da raggiungere, proprio come costruirsi una torre di babele. Nel momento in cui ho pensato che "fiducia" e "sfiducia" non sono altro che due sentire diversi e nient'altro, tutte le mie paure interiori, sensi di colpa e incapacità dovuto al voler raggiungere un traguardo,sono svaniti e, di conseguenza e paradossalmente, la mia fiducia era diventata anche più forte. La fiducia vera e propria non deve fissarsi come un fine da raggiungere, la devi sentir crescere dentro di te rimanendo nel vuoto di te, senza appoggi, senza sentire la terra sotto i piedi, devi sentirti come "sospeso" in aria, lì l'"io" si dispera, perchè vuole appoggi e cercherà in tutti i modi di trovare un'altra verità, un'altra filosofia di vita da seguire, insomma tutto quello possibile e immaginabile purchè esso si senta sicuro, ma la vera fiducia nasce propria dall'insicurezza del proprio "io". LA FIDUCIA E' IL PONTE, IL PASSAGGIO DALL' IO AL SE '. In
pratica stai passando la tua consapevolezza dal sentirti un "io" al sentirti il tuo vero "essere". E' un cambio di consapevolezza.
Se rimaniamo in questo vuoto di noi, se piano piano riusciamo a "sopportare" questo vuoto di noi senza farci prendere dalla paura, allora diventerà terreno fertile per trovare la fiducia in noi, NON QUELLA FIDUCIA INSEGUITA COME OBIETTIVO, PERCHE' QUELLA FIDUCIA E' SOLO L'APPOGGIO CHE VUOLE L'"IO" PER SENTIRSI SICURO, ma per scoprire la vera fiducia verso il nostro
Sè. Per sentirci sempre più "essere" anzichè "io". E' renderci consapevoli di noi stessi, "Vivere" e "sentire" Il momento "ora", come un eterno presente, senza giudizio e senza un fine. "Fa che la tua mano destra non sappia cosa fa la sinistra". La spiritualità è un flusso continuo di verità dove, appresa una, si è già pronti per la prossima e continuare nella crescita. Oggi scopro l'importanza di una verità e domani dovrei già essere pronto ad abbandonarla per poter apprendere la successiva. E' il fluire del fiume che va al mare, e ogni volta che noi fissiamo queste verità è come mettere dei sassi, delle dighe. Dovremmo valutarla il tempo necessario per capirla, poi essere già liberi per far spazio alla prossima. Costruire dei capisaldi di verità nella spiritualità è come volerla limitare all'uomo, quando spiritualità vuol dire trasformare l'uomo.
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LA NON CONOSCENZA Quando cresce la fiducia in noi, in Dio, nella vita stessa, le certezze non hanno più importanza. Con la fiducia che tutto è programmato bene, che tutto è volto per il nostro bene, scopriamo la bellezza dell'incertezza, la sentiamo come un avere avanti a sè un orizzonte illimitato in cui spaziare, creare, liberarsi e correre con gioia. La fiducia comprende e lascia spazio avanti a sè, invece la certezza comprende, ma è racchiusa in se stessa, non va al di là del suo compreso. La certezza la senti come un limite, come un costruirsi una fortezza e vivere ristretti in quelle mura. E' come mettere una musica in una cassetta e sentire sempre quella,anzichè sentire musica sempre nuova. Alimentare in noi questa fiducia ci fa sentire liberi di spaziare nel non conosciuto, nell'incertezza gioiosa di sentirci sempre nuovi in ogni istante, senza più cristallizzarci in concetti e convincimenti. Sentirci vuoti dentro di noi, affinchè venga sempre riempito del nuovo, sempre riempito da nuove intuizioni. La vita è movimento, lasciamoci trasportare da questo flusso sempre nuovo. Dali (un Maestro del Cerchio Firenze '77) dice: “Tutto deve essere sempre posto nuovamente in discussione. Guai se l'uomo si fissasse per tutta la durata della propria esistenza dei capisaldi dei quali poi mai più volesse prescindere. Non vi diciamo che questi devono essere fissati per il tempo necessario a comprendere, ma con molta semplicità e facilità possono essere, anzi debbono essere, abbandonati e sottoposti, via via, a nuove verifiche." La conoscenza è diversa dalla certezza, si può conoscere e convincersi anche senza la certezza che lo sia. La conoscenza è
importante, ma la certezza, per noi non lo è, tanto è vero che viviamo nell'illusione eppure questa ci porta ugualmente ad evolvere. Non è importante conoscere la verità per noi ora, perchè le nostre convinzioni, vere o sbagliate che siano, ci fanno comunque crescere, per cui la certezza diventa solo un supporto dell'io che vuole sicurezza, perchè si sente insicuro, fragile, vulnerabile. La non conoscenza è come l'intuizione in cui tu sai, ma senza ragionamento, perchè si avvicina di più al sentire, quel sentire che è identificazione e non più percezione. La certezza è assorbire ogni cosa al proprio ragionamento, mentre la fiducia è espanderla alle cose, come il colore nero che assorbe in sè tutti i colori e il colore bianco che invece li espande tutti. Vivi tranquillo, sereno e fiducioso, perchè tanto la certezza di essere nel vero è meno importante di quello che crediamo, è un sentire gioioso e libero di vivere nell'incertezza e soprattutto nel predisporsi continuamente ad accogliere in te le energie dell'universo, svuotandoti dalle tue paure e insicurezze lasciando campo libero al nuovo, alla scoperta continua, come quando vivi in un sogno e lo stai esplorando momento per momento senza sapere cosa succederà successivamente, e ti accorgi che proprio in questa insicurezza, in questa scoperta continua, sta la bellezza del vivere.
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ASSORBIMENTO - ESPANSIONE Consideriamo la fisica dei colori. Si sa che il colore bianco ha in sè tutti i colori e li riflette, li espande e questa espansione fa vedere il bianco. Contrariamente il nero assorbe tutti i colori ma non li espande. Ecco a me piace vederla così la cosa, equiparandola anche al respiro e cioè nella vita c'è una fase di assorbimento e un'altra di espansione e cioè inspirazione ed espirazione. In un primo momento, la fase della coscienza ha bisogno di conoscere, di assorbire e per questo deve appoggiarsi ad un'identità, un punto di riferimento, come accatastare la conoscenza in un magazzino, poi, fatto questo, ha bisogno di espanderla questa conoscenza, proprio come il respiro che prima inspiri eppoi devi per forza espirare. Nel processo dell'assorbimento in cui occorre un'identità, a questa si contrappone per forza la non-identità, quello che non è me e questa la chiamiamo "mancanza", cioè quello che crediamo fuori di noi e che non conosciamo. Tutto quello che è fuori di noi cerchiamo di metterlo nel nostro magazzino e accumulare conoscenza, ma questa fase, come il colore nero che assorbe solamente senza espandere, è la fase nera, è la fase oscura e l'individuo ha la sua oscurità che chiama peccato o altro. Alla fine di questa fase, una volta integrato il tutto, viene la fase dell'espansione. Queste due fasi mi piace anche accostarlo alla "vecchia" e alla "nuova" energia, cioè nella vecchia energia abbiamo assorbito in noi, infatti in qualche canalizzazione mi pare si parlasse che la vecchia energia fosse vibrazionale o magnetica, ma la nuova energia è espansionistica. Ora, in questa nuova energia si entra nell'espansione, nella
coscienza di avere assorbito quello che dovevamo ed ora dobbiamo espanderla. La ricerca di perfezione, la soluzione, il sentirsi degni o indegni sono cose che limitano, circoscrivono, mentre noi siamo proiettati all'infinito e nell'infinito c'è scoperta continua. Ogni volta che vogliamo risolvere un accaduto o cambiare il nostro carattere, noi rimaniamo nel limitato, ci giriamo nell'individualità e non permettiamo l'espansione. L'espansione è non risolvere niente, altrimenti circoscriviamo, chiudiamo; l'espansione è lasciare tutto aperto senza colpe, perchè non esistono colpe, non esiste il giusto e lo sbagliato. Se accettiamo l'uno o l'altro, rimaniamo nei loro limiti e non ci espandiamo. Lasciare tutto aperto, irrisolto vuol dire espandersi, vuol dire abbracciarli come esperienza totale, è uscire dal limitato ed espandersi all'illimitato. La soluzione, la mèta, il fine, il risolvere, il catalogare sono forme di chiusura, come mettere dei paletti, dei limiti, un punto di arrivo e questo va bene nel finito, nel limitato, ma noi siamo infiniti e nell'infinito c'è espansione continua e quindi apertura continua senza soluzione, altrimenti siamo un limitato, un individuo chiuso proiettato all'infinito, cioè sarebbe "infinitamente limitato", invece con apertura senza delimitazioni, sarebbe veramente "infinito". E' uscire dalla dualità, non dare più energia alla dualità, uscire dalla mente che analizza, cataloga, circoscrive. La mente non lascia la presa finchè non ne è convinta, perchè essa ci protegge, non è un corpo estraneo, siamo noi stessi ed è solo quando comprende veramente il suo limite che molla la presa. La mente soffre quando si sente indegna o incapace e vuole sempre risolvere la questione, invece non deve più risolvere niente, deve solo sentire tutto ciò senza più giudicarsi, solo così si
apre all'infinito, alla scoperta continua di sè. Adamus parla dello Sha-Dhar, ossia dare vita alla vita, espandere la nostra radianza e questo mi ricorda molto il “soffio vitale”, il soffiare nel corpo di argilla e dare vita all'uomo. Noi siamo un “centro di coscienza”, espandiamo la nostra energia, la nostra luminosità, la nostra ricchezza interiore, il nostro amore e irraggiamo tutto intorno a noi per beneficiarne e farne beneficiare a chi ancora non sa o non crede di essere Maestro di se stesso, di essere un faro, una luce, un sole.
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LASCIARE ANDARE Il lasciare andare è abbandonare l'idea di chi sono, è dimenticare il mio io con le sue gioie e paure. E' lasciare andare non come "io" che lascio andare, ma proprio lasciare l'idea di me come personalità, lasciare l' idea di un soggetto che pensa di lasciare andare. Quando si è pronti a questo, allora si apre un mondo, un universo non più concentrato in un io, ma espanso; quel tu diventa universo.
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IL VUOTO Eppoi giunge un tempo in cui le parole non hanno più senso, in cui ogni risposta non ha più valore, in cui ogni giudizio e dubbio non esistono più; In cui senti il bisogno di liberarti di tutto. E' il tempo del vuoto, del silenzio, dove ogni cosa viene accantonata, persino i valori, le consapevolezze sono solo contenitori di informazione e niente più. E' il tempo della leggerezza, della libertà totale; del vero inizio. Non più una storia da vivere, una via da percorrere, un obiettivo da raggiungere. Nel vuoto niente ha più importanza. Nel vuoto inizi a risorgere, ad essere nuovo, a conoscerti come veramente sei. Le memorie, gli strati di conoscenza, i collegamenti col passato, sono solo accumuli, depositi, macerie di una vita ormai logora. La morte del vecchio, la nascita del nuovo. Nel vuoto non esistono le aspettative, cosa puoi aspettarti se niente più desideri? E se niente più ami desiderare, cosa può mancarti? Ecco allora che il vuoto diventa pieno! E se niente più vuoi conquistare, vuoi accumulare, perchè tutto ti sembra così pesante e desideri solo la leggerezza del vuoto, di cosa ti potresti preoccupare? Allora in questo vuoto ti senti ricco.
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CAPITOLO 5
RISVEGLIARSI
ESSERE VERITA'
Pochi giorni fa mi sono svegliato con questa convinzione: “ NON PUOI CONOSCERE “ESSERLO””.
IL
TUO
VERO
ESSERE,
PUOI
SOLO
Poi ho pensato ai maestri del Cerchio Firenze '77 che dicevano: dove siamo noi, non si conosce una verità, la si "è", e pensavo ancora alla fusione dei sentire equipollenti. La conoscenza è duale, presuppone il conoscente e il conosciuto, il percepiente e il percepito, sono vibrazioni di diversa velocità o disequilibrate o di diversa limitazione, solo così c'è la conoscenza esterna o duale, ma la vera conoscenza è "essere" quella verità (i maestri dicevano anche che dall'esterno neanche Dio può conoscersi e, aggiungo io, dall'interno solo tramite questa diversità, altrimenti c'è conoscenza tramite fusione). Quindi io penso che la conoscenza serva fino ad un certo punto, fino a quella porta, poi c'è la fusione, ma questa fusione irrigidisce il nostro io che ha paura, che la sente come una sua morte anche se non lo è, e si blocca, cerca altre conoscenze, altra sapienza quando invece, giunti in quel punto, ogni altra sapienza diventa una zavorra. In questo caso, lasciare il già saputo è alleggerirsi, abbandonarsi alla fusione, permettere che entri il divino in noi o la fusione.
La coscienza fa tesoro delle nostre esperienze e non le perderà mai, ma questo noi non lo sentiamo, perchè siamo abituati a conoscere in modo duale, tramite il confronto, il controllo dei propri miglioramenti e non vogliamo mollare questa presa di consapevolezza, anzi pensiamo che dobbiamo conoscere di più e continuiamo a voler controllare la propria coscienza, i propri progressi, non ci si sente mai pronti, ma la coscienza non la si può controllare, la si può solo "essere", perchè anche il controllo è dualità, presuppone uno che controlla e il controllato, perciò puoi solo fonderti in essa per continuare il cammino di verità, non più conoscerla in modo duale, dall'esterno. Può anche accadere, in questa ritrovata saggezza, che ci si ritrova in una posizione molto comoda, molto soddisfacente, dove, per la nostra evoluzione, siamo cercati dagli altri, ci sentiamo stimati e apprezzati, molti sono richiesti per conferenze, sono conosciuti come scrittori....insomma ci si sente su un piedistallo, o meglio sulla cattedra del gran maestro e lì, anziché continuare nella nostra verità, nella nostra unione col divino, ci si ferma, ci si rallenta a questa nuova, bella e seducente situazione. E' quello che Adamus chiama “Makyo”. E' per questo motivo, che ad un certo punto, la stessa consapevolezza, sapienza e il conosciuto devono essere abbandonati per il prossimo passo che è "fusione", che è "essere quella verità". Naturalmente questa fusione sarà facilitata dall'amore, perchè proprio come nella fisicità, l'unione, la fusione tra due elementi avviene tramite l'amore. Se sono in conflitto dentro di me e di conseguenza con l'altro o il mondo intero, non permetterò mai questa fusione, anche se è il divino in me, perchè solo l'amore, la pace, la serenità interiore mi fa vedere il vero potenziale che è l'amore, questa forza creatrice, che unisce e crea proprio come nella fisicità, questa energia universale, potenziale immenso dove
attingere tutte le proprie energie che sono ancora assopite dentro di noi. Questo amore e leggerezza dalle proprie zavorre che la paura me le faceva vedere come necessarie per la propria protezione, mentre invece si sono poi rivelate come impedimenti per il mio proseguo, faranno si che questa fusione, questo “nuovo essere”, non sia più duale, ma compatto, uno, pronto per proseguire nella coscienza dell'essere, pronto per “essere verità” , per essere “Io sono”.
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LA CHIUSURA DEL CERCHIO Mi è difficile abbandonarmi a questo amore per me, per la vita, perchè guardando dentro di me, mi sono accorto che è come se dicessi:" Aspetta, devo prima sistemare alcune cose". Dentro di me, avvertivo l'esigenza di realizzarmi, di sentirmi affermato come uomo prima di poter chiudere il cerchio della mia vita. Volevo poter essere soddisfatto di me stesso, di aver compiuto almeno discretamente quello che mi prefiggevo nella vita. Poi ho capito che tutto questo significava solo una cosa, e cioè la "mancanza d'amore e fiducia per me stesso", che io interpretavo nella mia vita come un dovermelo conquistare, diventando un bel soggetto o realizzando una passione ed affermarmi in essa. E una volta raggiunto questo, allora forse, sentendomi più degno d'amore, ottenere più fiducia e amore per me. Ma l'amore e la fiducia di sè, non fa parte del gioco dualistico che se sono felice mi amo, se non lo sono mi deprimo. La vera maestrìa ed il vero creatore ama ed ha fiducia in se stesso indipendentemente dal gioco delle parti. Non si giudica più e non ha paura di sbagliare, perchè comunque sia, lui si ama ed ha fiducia in se stesso nel "qui ed ora" e non ha bisogno di crearsi un futuro per conquistarsi l'amore per se stesso. Annullando questo suo bisogno di amarsi in futuro (avendolo già in sè), vive con tutto il suo essere, e tutte le sue energie sono presenti nel "qui ed ora" e non più dislocate, proiettate in un futuro.
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ETERNO PRESENTE Quello che conta è il "presente", ma non solo inteso nel senso del tempo, ma dell'essere. Come quando a scuola si faceva l'appello e si rispondeva "presente", ossia come dire, eccomi, sono qui, ci sono, ci sono con tutto me stesso, con tutto il mio essere. E' raggiungere la consapevolezza dell'"IO SONO". I maestri del Cerchio Firenze '77 ci spingevano a considerare la cosiddetta liberazione come una possibilità dell'adesso, del qui ed ora e non di un tempo lontano. Quando pensiamo che un giorno lo diventeremo, non facciamo altro che crearlo quel futuro, si, noi stessi lo posticipiamo non credendolo possibile ora. E' come se dicessimo a noi stessi:"Adesso no, non sono pronto, non mi sento degno, capace, forse domani...." ecco che così pensando, noi non siamo "presenti" in quel momento e posticipando questa possibilità, creiamo quel futuro che rimanda il vivere il "momento ora". Noi creiamo un ologramma interiore di insicurezza, di non convinzione, di paura e questo ologramma interiore non fa che proiettare l'ologramma esteriore, cioè la nostra quotidianità, nelle stesse condizioni che io ho creato nel mio essere interiore. Non fa che crearlo quel futuro, che posticiparlo a dopo. Questa insicurezza è l'insicurezza dell'io, che pensa inconsciamente di non meritarsi ancora quell'eterno presente e quindi di dover ancora sudarsela, di dover ancora fare tante altre cose. E' lui stesso che si nega tale possibilità, tale realizzazione. Quando in noi non ci sono più queste paure, queste incomprensioni, quando iniziamo a stare bene con noi stessi, allora ci godiamo veramente l'attimo, il presente. Come quando siamo soddisfatti di noi stessi, magari dopo aver raggiunto un obiettivo importante per noi, ci sentiamo bene, vivi e ci godiamo
appieno quel nostro momento con grande soddisfazione, questo potrebbe essere un piccolo assaggio di ciò che sarà. I maestri dicevano sempre che lo spostamento da un piano all'altro, da una dimensione all'altra non è altro che uno spostamento di "consapevolezza". Raggiungere il proprio Sè, il proprio essere è identificarsi in esso e non più in un io che diviene. Forse lo spazio-tempo non è altro che lo spazio inconsapevole tra il sè ed il Sè, tra l'io e il Sè divino, quello spazio-tempo che scompare non appena diventiamo consapevoli del nostro vero essere, non appena ci identifichiamo nel nostro Sè.
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IDENTITA'
L'identificazione va oltre l'amore per se stessi e la fiducia in sè, per quanto importanti anche questi al fine di iniziare ad essere cocreatori e maestri di sè. Perchè l'amore per se stessi è comunque sempre duale, ossia si crea un "soggetto" che ama e un "oggetto" che è amato, anche se questi sono la stessa cosa. Amare un "qualcosa" o un "chi", prefigge sempre una dualità, come lo stesso pensiero che deve per forza farsi una domanda per poi rispondersi. Identificarsi, invece, è vero amore, perchè non è uno staccarsi da sè per poi amarsi, ma è l'unione dei due sè e l'amore è unione, non separazione. Per quanto tu potrai amarti come soggetto e oggetto dell'amore, non è mai come l'identificazione in cui diventi uno. "Essere Amore" più che "amare". Finchè mi sento un "io" che si ama o che ama, esprimo un amore duale ed umano, ma il vero amore è l'unione col Sè, ossia l'dentificazione in esso. SII CHI SEI!
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Un giorno mi sono svegliato con un pensiero, pensavo a me, a quello che sento, a quello che vivo, a quello che mi fa vibrare, emozionare, al mio sentire insomma eppoi riflettevo:" Noi ci
domandiamo sempre chi siamo, è la domanda per antonomasia che l'uomo si porge da sempre senza mai darsi una risposta, o meglio le risposte sono anche tante, ma quella in cui lui riesce veramente ad identificarsi. Ci si identifica in un io, poi ci rendiamo consapevoli che siamo anche divini, ecco che questa mattina, dopo queste riflessioni mi è sorta una domanda: "Ma poi a me cosa importa sapere chi sono? Cambia forse qualcosa se quello che io vivo e "sento" ha un soggetto che percepisce, indipendentemente dal soggetto? Oppure noi siamo semplicemente "Vita"? Ci rendiamo conto cosa vuol dire vivere senza sentirsi soggetto? Vivere con "coscienza " di vivere, non vivere in modo passivo. Non siamo forse noi una "coscienza"? E la coscienza ha proprio bisogno di un soggetto? Il soggetto direbbe che ha coscienza, ma la coscienza senza soggetto semplicemente "è". Non direbbe più "io ho", ma direbbe "sono". Allora non "avrebbe" vibrazione, ma "sarebbe" vibrazione, non "avrebbe" un sentire, ma "sarebbe" un sentire, non avrebbe un'emozione, ma sarebbe quell'emozione. Una conoscenza, per quanto evoluta, non sarebbe mai paragonabile a quando si "è" quella conoscenza. Questo dicevano i Maestri del Cerchio Firenze '77 e questo ora si sta maturando in me. Tempo fa scrissi queste parole mi mi venivano di getto:
"Conoscere può diventare maggior sicurezza dell'io, non conoscere è lasciare che la vera conoscenza pervada il tuo essere, senza possederla. Ma se tu vuoi non conoscere per conquistare la conoscenza, allora è ancora il tuo io che vuole una continua sicurezza.
Conoscere è conquistare; non conoscere è "essere la conoscenza". Conoscere è importante per capire la non conoscenza, poi diventa importante il vuoto. Il vuoto è non avere più paura del futuro, di non essere più radicati nel passato. Il vuoto è libertà, è perdere l'identità. Perdere l'identità è uscire dalla dualità, non creando più un soggetto. Perdere l'identità è aprirsi al sentire; è vivere. Perdere la propria identità è poterci identificare in Dio."
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IDENTIFICAZIONE L'identificazione è la massima conoscenza che abbiamo, perchè è il “sentire”, la “coscienza” di essere. All'inizio si conosce esternamente qualsiasi cosa, poi c'è l'intuito che nasce da dentro di sé e infine c'è l'identificazione. L'essere ha conosciuto tutti i gradini dell'esistenza, prima come minerale, poi come vegetale, poi come animale e umano e poi ancora per quello che sarà. E per poter conoscere questi gradini, egli ha “vissuto” nell'identificazione di questi, cioè vivendo, sentendosi quegli stessi gradini. E così, piano piano è diventato uomo, o meglio ora si identifica nell'essere umano. E come essere umano si identifica anche nei suoi attributi, nella sua personalità e carattere. Io sono un uomo, eppoi sono timoroso, intelligente, gioioso, triste, incapace, benevolo, cattivo ecc.. Se non si fosse identificato in un uomo, non avrebbe potuto conoscere la gelosia, l'invidia, la vergogna, l'orgoglio, la felicità, la soddisfazione ecc. Ecco che tutto questo è sia vero sia non vero, nel senso che è vero perchè lo sente, lo vive, ci si identifica, sia non vero perchè lui non è tutto questo, ma l'unica maniera che aveva per conoscere queste sfaccettature, vibrazioni o come vogliamo chiamarle, era appunto identificarsi in un essere umano. Quindi l' essere è uomo finchè si identifica in esso ed è un uomo con la sua personalità e carattere finchè si identifica in tutto ciò e questo è vero perchè esiste, ma non è vero perchè l'essere è anche molto di più, però essendo questa l'unica maniera per conoscere, deve per forza identificarsi in ogni gradino del suo essere, dal più basso al più alto, fino ad arrivare a identificarsi in Dio. Questa identificazione non ha niente di errato, perchè altrimenti non avremmo potuto conoscere l'esistenza in ogni sua forma
fisica, astrale e mentale, dalla cristallizzazione all'essere umano, ma allo stesso tempo l'uomo ha la possibilità di uscire da questa conoscenza per eccellenza, con la consapevolezza. Allora lui sa a cosa è servito tutto ciò e se ne stacca piano piano, diventando un uomo che vive nel mondo ma senza essere più assorbito dal mondo. Piano piano la sua consapevolezza si alza e si identificherà in forme sempre più alte, fino a rendersi conto che in realtà non ha un'identità soggettiva, perchè può essere tutto e niente allo stesso tempo; lui è “coscienza”, è la “vita stessa”. Identificarsi non vuol dire essere quello per cui ci si identifica, quando si identificherà in Dio, non vuol dire che sarà Dio, ma che lo conosce, sentirà come Dio. Noi siamo tutto e niente, non abbiamo un'identità vera e propria, siamo un “sentire”, una “coscienza” che vive e sente, ma senza avere un'identità, senza essere un soggetto. Lo diventa ogni volta che vorrà, perchè siamo multidimensionali, potrà essere chiunque, identificarsi in qualunque cosa o essere proprio perchè non ha una vera e propria identità, soggettività, altrimenti ridiventerebbe limitato e circoscritto.
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TU SEI Nel momento che cerchi il tuo Sè, te ne sei già separato. Nel momento che cerchi amore, l'hai già allontanato da dentro di te. Non cercare quello che già hai o troverai anche il suo opposto. Non cercare nemmeno te stesso o creerai il tuo io. Ogni volta che cerchi qualcosa metti in moto la dualità. Conoscila, siine consapevole, ma poi lasciala andare, allora tutto ritornerà a te, ma se continuerai a volerla o a cercarla, tu in realtà la allontani da te e il mondo diventerà il tuo specchio. Tu semplicemente SEI!
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IL RITORNO DEL CRISTO La storia biblica ci dice che gli ebrei non hanno riconosciuto il Cristo che da tempo aspettavano, quello che li avrebbe liberati dai soppressori; hanno ascoltato la loro mente, l'immaginario che avevano del Cristo e non hanno ascoltato le sue parole, il suo essere, col proprio cuore; lo hanno rifiutato. Penso che la storia biblica sia anche una storia individuale in ognuno di noi, ogni fatto esterno è anche un fatto interiore che avviene nel nostro inconscio. E in questo credo che anche noi non riconosciamo il Cristo dentro di noi, quello vero ma che forse non ci piace, non assomiglia all'immaginario che abbiamo di lui nella nostra mente. Alto, biondo, con gli occhi azzurri, che fa miracoli, che è amato e con grande carisma. Eppure Cristo dice che lui è anche nel mendicante, nel bambino e che dovremmo saperlo vedere anche nella creatura più abbietta. Allora vediamo un mendicante, immaginiamo che sia Lui, gli facciamo l'elemosina e pensiamo di ricevere poi il premio in paradiso per essere stati bravi a riconoscerlo. No, non è questo il saperlo riconoscere! Noi fuggiamo sempre con l'immaginario per cercare la nostra divinità e pur sapendo che è dentro di noi aspettiamo che lei si unisca a noi, magari credendo che purchè questo avvenga dobbiamo comportarci bene, dobbiamo diventare perfetti, realizzare grandi opere o diventare grandi maestri spirituali. E così continuiamo a tenerla lontana! Noi non siamo o non ci sentiamo quell'immaginario essere divino che vorremmo e per questo rifiutiamo di riconoscerci tali. E' un po' come non riconoscere che Cristo è già in noi che sta aspettando che gli apriamo la porta.
Insomma io non so fare niente, ho tot difetti, mi sento brutto, come posso essere il Cristo? Non siamo alti, biondi e con gli occhi azzurri? Non sappiamo fare miracoli? Il nostro immaginario vuole che diventiamo stimati, onorati, famosi e con grande carica energetica, un grande carisma; allora no, non può essere, non è quello il Cristo che volevo, lo rifiuto......e la storia continua.........la ricerca continua.........e il vero Cristo dentro di noi, il Cristo che siamo noi aspetta.......aspetta che ci riconosciamo. Se non lo riconosciamo con la mente lo rifiutiamo, ma è solo quando lo accettiamo e lo riconosciamo nel cuore che iniziamo anche a sentirlo. Egli è nel profondo di noi, sprofondiamo nel nostro essere e riconosciamolo. Si parla tanto di essere nel “qui ed ora” e cosa vuol dire questo se non immergerci completamente nel nostro essere, se non essere “presenti” in noi stessi senza più lasciare che la mente immagini un altro Cristo, un altro noi stessi. Il Cristo vero è già ritornato, o meglio non se n'è mai andato, è dentro di noi e aspetta che lo riconosciamo, ed è solo allora, quando lo riconosciamo che diventiamo Lui, che ci uniamo alla nostra divinità, perchè siamo sempre stati Lui, solo che con la mente abbiamo voluto vagare e come gli ebrei biblici non abbiamo voluto riconoscerlo, non siamo stati in grado di riconoscerlo. Osserviamoci nel quotidiano, quante volte fuggiamo con la mente, coi pensieri senza essere “presenti” in noi? Quante volte ci mettiamo nei panni degli altri che ci vedono immaginando come potrebbero vederci. Recitiamo una parte che vogliamo che l'altro veda e non siamo presenti in noi. Immaginiamo un ideale a cui vogliamo aspirare e in quello ci vogliamo uniformare. Creiamo un ideale, un modello in cui rifletterci....e non siamo “presenti”, non siamo nel “qui ed
ora”, non siamo totalmente nel nostro essere. Siamo in piccola percentuale nel nostro essere, nell'altra maggior parte di percentuale c'è l'immaginario di chi vogliamo essere e lo seguiamo tanto da non accettare altre immagini, altre realtà. Seguiamo un immagine e non la verità, seguiamo l'illusione e non la realtà di noi stessi e allora poi come potremo riconoscere ciò che è vero in noi? L'immaginario di un modello da seguire proviene da paure interiori, dai dubbi e giudizi su noi stessi, è in contraddizione con se stesso, perchè vuole allontanare le paure creando un modello perfetto non sapendo che questo modello porterà sempre con sé le sue paure, perchè esso nasce dalle nostre paure, le conserva e se le porta dietro, perciò non sarà mai raggiungibile in perfezione come vorremmo ed è per questo che sono illusioni. La realtà invece, semplicemente “E'”! La verità è nuda e non piena di maschere e immagini. Liberarsi, svuotarsi di tutto questo ci fa vedere un essere in noi più reale, più vero, più limpido e più ci vedremo limpidi e più riconosceremo il Cristo in noi. Diventiamo “veri e presenti” in noi, senza più paure che creano immagini illusorie. Questa “presenza” in noi è importante, fondamentale, perchè essa è l'”unione” con la divinità in noi, perchè siamo sprofondati nel profondo di noi stessi ed abbiamo toccato la propria divinità. Lì siamo uniti in noi stessi e riconosciamo il Cristo in noi, il Cristo che siamo. Non accettare l'essere che siamo è non riconoscere il Cristo in noi e aspettare che lui si conformi al nostro immaginario. Se ci dicessero che Cristo si trova nell'altro continente,
prenderemo il primo aereo per raggiungerlo; se ci dicono che è dentro di noi immaginiamo che sia staccato da noi, ma se ci dicono che siamo noi, non vogliamo saperne, perchè non accettiamo noi stessi. Non lo riconosciamo perchè è troppo vicino (“Nessuno è profeta nel suo paese”), allora è meglio pensarlo lontano e più è lontano e più rispecchia il nostro immaginario di Cristo. C'è un Cristo mentale ed un Cristo vero, reale ma che non sappiamo riconoscere. Spesso il Cristo che vogliamo è solo quello che può risolverci i nostri problemi quotidiani, proprio come pensavano gli ebrei, non quello che ci trasforma. Noi vogliamo “usare” la propria divinità per i nostri comodi e ci allontaniamo non appena sentiamo “puzza” di trasformazione totale. E' quello il Cristo che vogliamo, quello che ci fa diventare belli e bravi, carismatici e potenti, ma rimanendo nella nostra individualità, perchè vogliamo sentire gli “applausi”.....dopo tanta fatica........un po' di gloria! Ci piace immaginarci secondo il nostro modello di individualità e non siamo facili a lasciarlo. Ma noi non siamo solo un'individualità, siamo l'interno e l'esterno, siamo l'”io” e il “non-io”, siamo il maschile (individualità) e il femminile (il contenitore che contiene ed avvolge l'individualità), siamo l'uomo e l'anima; siamo il mondo intero. La nostra individualità è solo il “punto di osservazione con cui vediamo il mondo, la vita, noi stessi”. Si, perchè noi non siamo solo “uno che vive”, ma siamo la “vita” stessa. Molti anni fa feci un sogno, avevo una casa, un castello ed ero deciso a visitarlo fino all'ultima stanza. Scesi in una scala a chiocciola ed arrivai all'ultima stanza, c'era un uomo di colore e io sapevo che lui era il vero padrone del palazzo ed era lì da 6 anni
(il numero della divinità). Io lo riconobbi ed ero meravigliato che se ne stava laggiù per tanti anni, lui che era il vero padrone e mentre così pensavo, quell'uomo si avvicinava e ad ogni passo era diverso, fino ad assomigliare al Cristo. E' tempo di pasqua, è tempo di resurrezione, il Cristo è già in noi, lo era dal giorno della nostra nascita, riconosciamo l'essere meraviglioso quale siamo e liberiamo il Cristo che siamo. Smettiamo di cercarlo con la mente, con l'immaginario, innamoriamoci di noi, del Cristo in noi che è esattamente come noi, liberiamolo dall'elemosinare il nostro amore, smettiamo di volerlo diverso da noi stessi. Riconosciamolo in noi e il ritorno del Cristo diverrà realtà, non più una speranza immaginaria.
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GLI ASPETTI, I NOSTRI POTENZIALI Ho iniziato questo libro con il capitolo “Dal caos alla coscienza”, mettendo in risalto ogni aspetto di noi, dal più piccolo al più grande, dal più brutto al più bello, facendo l'esempio di una radiolina con tutti i suoi pezzi di montaggio per poi raggiungere al “suono”, cioè il fine della radiolina, quindi alla trascendenza di tutti gli accessori contenuti dentro l'oggetto stesso. Tutto questo per comprendere la relazione di tutto un insieme nella vita della creazione e in questo capitolo credo di poter concludere come un cerchio tutto questo mio dialogare. Passando per il capitolo “Sovranità”, in cui mi rifacevo ai potenziali espressi ed inespressi, in questo mio ultimo articolo voglio parlare di un'altra mia consapevolezza e cioè che i nostri aspetti, che pensavamo di annullare in un primo momento, di integrare in un secondo momento, ma visti sempre un po' come o una zavorra da portare o come qualcosa che faceva si parte di noi, ma ormai superata, invece penso ora che proprio questi nostri aspetti sono i nostri potenziali risvegliati. Come un fiore ancora chiuso nel suo bozzolo e lo stesso fiore aperto in tutta la sua bellezza, ecco che questi aspetti li vedo come chiusi nel suo bozzolo finchè sono governati dalla paura e perciò inespressi della loro reale bellezza, ma che, una volta liberato dalla paura, una volta accettato ed amato, lo si libera dal suo bozzolo ed esso diventa perciò quel bellissimo fiore aperto e libero che emana tutto il suo profumo e bellezza. Penso che proprio loro sono anche i nostri angeli, le nostre entità che crediamo al di là del velo, insomma una volta risvegliati della nostra vera natura divina, ci sentiamo comodi in noi stessi come un re sul suo trono respirando la nostra sovranità.
Quello che sento però, non è un sovrano coi suoi sudditi, ma un sovrano che mette sul trono tutti quanti i suoi aspetti, ognuno è sovrano, proprio come l'olografia in cui si vede l'insieme e ogni piccolo tassello rivela anch'esso tutto l'insieme. E' come se Dio si vedesse da punti di vista e di sentire diversi pur rimanendo se stesso e qui mi viene la frase biblica: “E Iddio vide che tutto era buono assai”, mentre contemplava la sua creazione. Ecco che Dio si compiace della propria creazione, ossia di se stesso, del suo essere e così noi una volta che tutti gli aspetti sono sbocciati e sono diventati “potenziali”. Non c'è un divenire, un qualcosa che cresce, ma qualcosa che si sblocca e si espande in tutta la propria bellezza. Potrei dire piuttosto qualcosa che si comprime (blocco) per far si che la materia si esprima, più è compresso e più la materia è densa, quindi una necessità affinchè la creazione venga vissuta in toto. Questo nostro essere sono tantissimi “sentire”, innumerevoli sentire, dal più piccolo al più grande, dal più limitato al meno limitato che fanno parte di un tutto sovrano pur essendo ognuno sovrano in sé, e questo insieme è l'essenza stessa. Questo preclude l'importanza di vivere nella compattezza del proprio essere senza escludere nulla in sé, perchè l'amore di tutto il nostro essere fa sbocciare quel fiore che è l'aspetto, che sembra brutto quando è chiuso nel suo bozzolo, chiuso nella sua paura, ma che diventa stupendo una volta aperto nella sua fragranza, una volta liberato dalla sua paura, una volta divenuto “amore” esso stesso aggiungendosi con tutta la sua fragranza e bellezza insieme a tutti gli altri aspetti. Siamo esseri incredibili, in noi c'è un mondo, un universo intero, perchè ogni aspetto proviene dal mondo minerale, eppoi vegetale, poi animale e uomo per infine trascendere nella divinità. Quante vite ci sono in noi, quanti aspetti-sentire ci sono in noi, sono loro
che ci fanno sentire la vita per poi poterne godere appieno una volta divenuti potenziali, sono loro che danno l'insieme di un unico corpo al fine poi di trascendere il significato della vita stessa, proprio come la musica per la radiolina, per farci infine dire ad ognuno: “E vidi che tutto era buono assaiâ€?. Per ultimo non posso che associare questa nostra integrazione degli aspetti con la discesa al limbo del Cristo, quando scende nel limbo per liberare le anime del purgatorio, prima della sua ascesa. Ecco questa figurazione, secondo me, è proprio per significare, in ognuno di noi, questa nostra discesa nel liberare i nostri aspetti ed integrarli del tutto per poter completare il nostro essere.
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Divagazioni IL VALORE DELLA VITA
Come artista sento intorno a me poco apprezzamento o meglio, tutti ammirano e lodano la qualità dei miei lavori, ma non sanno dare il giusto valore ad essi. In un primo momento ho pensato che questo era dovuto al fatto che io stesso non mi do valore e l'esterno me lo fa notare, però ultimamente sentivo che invece io sono cosciente del mio valore, come mai allora la gente non lo avverte? Poi un giorno ero nel soggiorno ed osservavo un po' tutto quello che c'era all'interno, guardavo il tappeto, la lavorazione, i disegni ricamati, guardavo il tavolo, molto semplice, però le gambe in ferro avevano la sua bella lavorazione. Spesso guardo un programma televisivo “Com'è fatto” (How it's made) che fa vedere tutte le fasi della lavorazione di un qualunque oggetto, da quello più semplice, una matita ad esempio, a quello più complicato che può essere persino una roulotte. E' incredibile scoprire quanto lavoro, quanta intelligenza e conoscenza ci sta dietro a tutto questo. Realizzare il materiale migliore che comporta quindi una conoscenza nel settore fatta di esperimenti, scoperte scientifiche, chimiche, fisiche, biologiche con tutte le sue evoluzioni. L'intelligenza meccanica dei vari robot automatici che realizzano in catena di montaggio tanti piccoli manufatti con una precisione incredibile. Il bagno in liquidi particolari contro polveri, ossidazioni ecc ecc. C'è da rimanere esterrefatti! Tutto questo ti fa apprezzare molto di più ogni piccola cosa, non solo nella bellezza, nella ricchezza ed intelligenza della natura
stessa coi sui panorami, tramonti, aurore, alberi, foglie, fiori con la loro stupenda simmetria, sfumatura di colore, anche a seconda se sta al freddo, quindi protetti con foglie con peluria o vellutati oppure più sottili, per non parlare poi del mondo animale ecc ecc, ma anche in quelle piccole cose create dall'uomo in tutta la sua lavorazione artistica, artigianale ed industriale. Osservo una semplice borsa, guardo quella del mio computer, e vedo il suo tessuto robusto perchè non si rompa, le sue forti cuciture, la cerniera, una scoperta non da poco, i suoi scomparti, le sue imbottiture per contenere un prodotto delicato come il computer. Insomma immaginate ogni piccola o grande cosa quanto lavoro, quanta intelligenza, ricchezza e bellezza ci sta dentro. Spesso noi osserviamo con occhi critici, pensiamo all'operaio sfruttato, all'imprenditore corrotto, a chi deturpa il paesaggio e sfrutta la natura, ma per un momento cerchiamo di vedere il tutto senza tali giudizi, cerchiamo di dare il giusto valore alle cose in sé, alla vita in sé coi suoi annessi e connessi. E' meraviglioso! Come artista poi, sono abituato a guardare l'espressione umana, le movenze, gli atteggiamenti, le pieghe dei vestiti per cercare poi di riprodurli più verosimilmente possibile e questo mi permette di apprezzare maggiormente ogni piccola sfumatura dei gesti, delle espressioni delle persone. Se ascolti una persona parlare, senti le sue tonalità a seconda del suo respiro, acute quando prende il respiro, basse quando sta per finire il respiro e ognuno con il proprio timbro......senti una musica, una melodia, se poi ci abbini l'accompagno delle sue gesta nell'esprimersi, delle risa allora diventa oltre ad una musica, anche una recita teatrale e senza pagare il biglietto.
Ritornando all'inizio del discorso, partendo da un valore che sentivo mancato nei miei confronti, ho potuto però comprendere quanto anche io davo così poco valore alla vita stessa. Gli altri non comprendevano quanto lavoro, conoscenza, studio e passione c'era nelle mie opere, come esattamente io non comprendevo quanta ricchezza, bellezza, intelligenza e amore c'è in tutta la creazione. Spesso si parla di abbondanza vista però come una cosa personale, forse aprirci ad accogliere l'abbondanza in noi vuol dire prima comprendere quanta abbondanza c'è già tutto intorno a noi senza che noi l'apprezziamo, proprio come la mancanza del valore nei miei confronti mi ha spinto a capire quanto poco valore davo alla vita intorno a me. Ciò significa che dobbiamo imparare a capire ed apprezzare le cose prima di averle e non solo le cose, ma anche i sentimenti. Non è questione di un dare-avere che sa di premio-punizione, piuttosto di comprendere per poter poi avvalorare maggiormente. E dare valore ai sentimenti e alle cose è anche amarle di più, perchè essere coscienti ti porta ad amare di più la vita. Quando comprendiamo qualcosa, ne capiamo il significato, questa scoperta non ci porta anche ad apprezzarla e quindi ad amarla di più? Ecco che coscienza è uguale ad amore, più diventiamo coscienti e più sappiamo amare. E il percorso creativo realizza così appieno l'armonia e l'amore dell'universo!
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GIOCARE AD ESPLORARCI Ultimamente mi sto divertendo ad esplorarmi, a provare a ricominciare a vivere di nuovo. Dentro di me sento un gran desiderio di iniziare una nuova vita, cambiando aria, città, ricominciare da zero, aspettando che l'universo mi venga incontro con qualche occasione o proposta, nel frattempo, sto giocando a rinnovarmi con me stesso. Com'è possibile questo? Semplice, facendo tutto in modo diverso! Per esempio, prima di giocare a tennis con un mio amico, faccio il battimuro, con la differenza che lo faccio con il braccio sinistro (io sono destro). Certo, all'inizio non mi ritrovavo molto e la voglia di passare al braccio destro era sempre impellente, ma resistevo. Faccio tutto con il sinistro, anche raccogliere la pallina in terra con la racchetta e piano piano, devo dire che sto migliorando. Il miglioramento viene naturale con la perseveranza, anche se tu non volessi, migliori per forza, proprio come nella vita. Questa cosa è divertente perchè non sei esigente con te stesso, sai che non importa se ci riesci o no, che non devi migliorare a tutti i costi, lo fai solo per esplorarti, per sentirti in maniera diversa. Spesso si pensa sempre al raggiungimento delle cose, a farle bene e velocemente e se non si riesce, poi ci si deprime ecc ecc. In questa maniera non si pensa a tutto ciò, ma solo ad esplorarci in qualcosa di nuovo per noi. Un'altra cosa che mi piace fare è camminare al buio dentro casa, sentire cosa provo, se paura di qualcosa o solo paura di rompere qualcosa. E' bello stare lì al buio e sentire cosa provo. All'inizio si è sempre tentati di accendere la luce, ma sforziamoci di non farlo, almeno per un po'. Tocco gli oggetti che mi fanno da guida, ma li tocco in modo diverso, sento il legno e il tessuto della seggiola, magari mi ci siedo per un pò lì al buio per ascoltare meglio.
Sento, tocco le cose al solo gusto di sentirle. Di giorno non lo facciamo mai. Quando abbiamo tutti i sensi, gli uni annullano gli altri, ad esempio, in questo caso la vista non permette di toccare, vediamo l'oggetto, lo scansiamo e finisce lì, ma in questa maniera, l'oggetto diventa importante se non abbiamo la vista di esso. Oppure provare a scrivere o a disegnare con l'altra mano, senza pretese, così solo per sentire sensazioni nuove in cose che facciamo sempre e non ci facciamo più caso. Un'altra cosa che facevo molti anni fa, quando smontavo dal lavoro alle 5,30 di mattina e la strada era deserta, mi divertivo a percorrere la strada del ritorno a passo d'uomo, immaginando che avrei dovuto farmela a piedi se non avessi avuto la macchina e magari bagnarmi se pioveva. Noi non ci pensiamo più ormai, ma l'auto ti permette di stare comodamente seduto, osservare il panorama e girare dove tu vuoi, con la musica, il caldo se fuori è freddo, il fresco se fuori è caldo. Siamo sempre presi dal raggiungimento della meta, dal traffico, dalla strada e dimentichiamo la bellezza di questo mezzo. Insomma proviamo a ritornare un po' bambini ed esplorare noi stessi ed il mondo in modo nuovo, diverso, facendo anche le cose di sempre, ma in modo atipico per noi. In questo modo ci rimettiamo in discussione, ironizziamo su noi stessi, ci prendiamo in giro in modo simpatico, senza pretese, solo per gioco. Spesso ci vergogniamo di fare alcune cose, io ad esempio mi vergogno di ballare perfino da solo, non sapendo i passi mi sento ridicolo e questo non mi piace, ma se mi abituo a mettermi in discussione facendo le cose in modo diverso, a sentirmi impacciato per gioco, imbranato solo per ridere ed esplorarmi, chissà che poi diventi un'abitudine in me questo sentirmi impacciato che poi la cosa anzichè rendermi ridicolo con me stesso, mi faccia semplicemente sorridere. Ci sono tanti modi di esplorarsi e giocare con se stessi, perchè non provarci?
Ognuno avrà sicuramente un'idea di fare le cose di sempre ma in modo inusuale. Anche questo è un modo di rinnovarsi. Anche questo è un modo di creare. A volte ci si sente come se avessimo un para-occhi, facciamo le cose nel nostro solito modo e ci sentiamo sicuri una volta imparato; rimettiamo tutto in discussione, ri-iniziamo di nuovo, senza più para-occhi, guardiamo il tutto a 360°, con gli occhi di un bambino che sta esplorando la vita.
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LA MIA CASA Ho speso tutta la mia vita a cercare di costruirmi la mia casa per proteggermi dal vento, dalla pioggia, dal freddo e dalle intemperie esterne. Cercavo di farla con i materiali più all'avanguardia e tecnologici che esistevano al momento; ci mettevo impegno e tanto lavoro, ma ogni volta che stavo per finirla, trovavo che nel frattempo, i materiali di costruzione si erano evoluti, erano più tecnologici e questo faceva sì che non mi sentivo più tanto sicuro nella mia casa. Così, con tanta amarezza e tristezza, ma soprattutto con tanta paura e insicurezza della mia casa fatta con mattoni vecchi, mi rimettevo al lavoro per ricostruirla, convinto che quella sarebbe stata l'ultima volta a cui avrei dovuto rimetterci le mani. Ma non era così, perchè ancora una volta i materiali di costruzione si erano di nuovo evoluti, ancora più tecnologici e, odiando questa stessa tecnologia a cui non riuscivo mai a stargli dietro e, soprattutto, che faceva sembrare la mia casa sempre insicura, mi rimettevo all'opera, convinto sempre che sarebbe stata l'ultima volta che ci rimettevo le mani. Vi è piaciuta la mia storiella? Come? Dite che fine ha fatto la mia casa? Quale casa? Ah, quella che mi doveva proteggere dal vento, dalla pioggia, dal freddo e dalle intemperie esterne? Beh, non ce l'ho più! Ho capito che non ho più motivo di temere il vento, la pioggia, il freddo e le intemperie esterne e me ne vado libero in ogni dove; il mondo è diventato la mia casa.
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IL MAESTRO E IL DISCEPOLO Discepolo: "Maestro voglio diventare perfetto, il più grande tra gli uomini, cosa devo fare per diventarlo?" Maestro: "Perchè vuoi diventare perfetto e il più grande degli uomini? Il discepolo ci pensa un po', poi ...dice: "beh perchè così non avrei più paura di niente, sarei rispettato, stimato, amato da tutti." Maestro: "Ne sei sicuro? Oppure susciteresti invidia e gelosia da alcuni e stima da altri?" Discepolo: "Beh si, anche." Maestro: "Quindi non saresti comunque stimato e amato da tutti, ma sempre da qualcuno si e qualcun'altro no anche se diventassi perfetto." Discepolo: "E' vero, però io smetterei di avere paura se fossi perfetto." Maestro: "Sei sicuro di questo?" Discepolo: "Si." Maestro: "Pensaci bene. Perchè vuoi diventare perfetto?" Discepolo: "Per non avere paura." Maestro: "Quindi questo tuo desiderio nasce dalla tua paura, dalla tua mancanza in qualcosa che vuoi colmare diventando perfetto." Discepolo: "Si è così." Maestro: "Lo vedi, la tua paura sta guidando la tua volontà, la fa nascere, la segue nel suo cammino e rimane lì, perciò anche se tu diventassi perfetto non avresti comunque eliminato la tua paura che continuerà poi a far decadere la tua provvisoria perfezione. Tu costruiresti un grattacielo con le fondamenta fragili?" Discepolo: "No certamente, perchè crollerebbe da lì a poco." Maestro: "Così è quando tu vuoi creare o raggiungere qualcosa partendo dalle tue paure, queste immancabilmente prima o poi crollerebbero. Guardale le tue paure, osservale, ma non giudicarle,
perchè nel momento che le giudichi tu ti industri anche per volerle eliminare e, come hai visto, costruendo il tuo essere su basi fragili. Osservati senza giudicarti, comprendi la radice delle tue paure, da dove provengono, solo così tu non continui a dar loro energia, solo ascoltandole senza giudizio fermi la loro energia ed in questa stasi, puoi comprenderle ed arrivare al significato che loro ti trasmettono. Quando lo avrai compreso tu non avrai più paura e quindi non sentirai più il bisogno di diventare perfetto. Quando comprendi te stesso, non solo non avrai più paura, ma amerai te stesso, gli altri e la vita e quindi non sentirai più nemmeno il bisogno di diventare il più grande, perchè quel desiderio era derivato da una mancanza che tu sentivi dentro di te, una mancanza che avrai colmato col tuo amore, perchè l'amore non ha preferenze, non ha obiettivi, non ha ambizioni; l'amore colma ogni vuoto interiore, è grande di per sè, non ha bisogno di diventarlo. La paura e l'amore sono i due opposti, come il buio e la luce, se c'è l'uno non c'è l'altro e viceversa oppure esistono in proporzioni inverse, più è grande l'una più piccola è l'altra. L'amore è già dentro di te, ma è offuscato dalle tue paure, come il sole con le nuvole, quando avrai tolto le tue nubi, il tuo sole interiore apparirà in tutta la sua folgorante bellezza senza bisogno che tu faccia niente, perchè esso è la tua vera essenza, la tua vera natura. Ora dimmi, vuoi ancora diventare perfetto e il più grande degli uomini?" Discepolo: "No maestro, ora ho capito da cosa è generato questo mio desiderio e non devo fare chissà quali cose straordinarie per diventarlo, devo solo comprendere me stesso, lì è ogni risposta ed ogni traguardo." Maestro: "Ora ti dirò anche di più. Finora tu hai pensato di essere succube delle tue paure ed hai provato ad eliminarle, ma più le volevi eliminare e più concentravi la tua attenzione su di esse e più queste persistevano. Osservandoti tu hai calmato un po' queste energie permettendoti di guardarle bene dentro di te. Quando tutto
diventa chiaro dentro di te, tu capisci che comunque le tue paure esistono, solo non dai loro più energia, cosa ti fa pensare questo?" Discepolo: "Mi fa pensare che io non riesco ad eliminarle del tutto, che queste esistono comunque, ma io non do più energia a loro, non do più vita. Maestro: "Esatto, e quindi cos'altro ti fa pensare questo? Discepolo: "Che sono io ad averle create? Maestro: "Esatto, tu sei il creatore della tua stessa vita e quando comprendi questo, quando lo senti nelle tue viscere, allora sai che non si tratta più di vincere su qualcosa, sulla paura o altro, non è un braccio di ferro tra te e qualcosa di cui tu ne sei succube, ma che tu crei la tua vita, sei padrone di te stesso, che vive e sente tutto e non lotta più con se stesso, con le sue stesse creazioni e, avendo compreso la bellezza e l'amore del proprio essere crea solo la sua stessa perfezione, quella perfezione che non è l'opposto dell'imperfezione, ma la completezza del proprio essere, limpido e puro che è sempre stato."
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ILLUSIONE Il Tutto; il Niente. Separati da un abisso incalcolabile, tanto grande quanto diversa la loro natura, eppure toccanti l'un l'altro da un punto: il "Qualcosa". Una piccolissima immensità che oscilla e vibra di vita propria trasportando in sè l'equilibrio infinito dove Tutto e Nulla si unificano. Non maledire la tua natura così ostile e contraddittoria dove il tuo vacillare da una parte all'altra, trasportato dai tuoi stessi estremi, ti fa sentire ora infinitamente piccolo, ora infinitamente grande, ma mai Tutto e mai Niente; sempre "Qualcosa". Sei morte racchiusa nella vita e vita racchiusa nella morte, sei tutto racchiuso nel nulla e nulla racchiuso nel tutto. Un punto di equilibrio col quale vivi e sembri morto; sei morto e sembri vivere. Tutto e Nulla si velano in te e trasmettono il loro immenso ed inafferrabile messaggio nella tua misteriosità di essere "Qualcosa". Tu sei.
Vivi di te. Un'esistenza circoscritta la cui capacità di essere te stesso e l'opposto di te, la tua bellezza e la tua bruttezza, il tuo bene e il tuo male racchiusi in te, ti danno quello squilibrio vicendevole da completarti e allo stesso tempo annullarti ogni volta. Sei il peso di te stesso; "Qualcosa" che nella sua intera contraddizione vacilla tra il reale e l'illusorio, tra il Tutto e il Niente.
"Qualcosa" che accusa la sua stessa esistenza, dubitando da un estremo all'altro e gridando la propria disperazione che se Tutto è "Tutto" o se Nulla è "Nulla", esso non può che essere ILLUSIONE.
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COMMIATO E RINGRAZIAMENTI
Questo libro raccoglie, in pratica, gli scritti del mio blog personale http://averate.blogspot.com. L'ho aperto il 27 Dicembre 2010, me lo ricordo bene perchè era il giorno prima del mio compleanno ed è nato perchè avevo alcuni miei scritti sparsi qua e là nel mio computer e non volevo andassero perduti, così un bel giorno li ho raccolti tutti ed è nato questo mio diario personale, per poi proseguire con nuovi articoli di volta in volta. Creato il blog mi sono chiesto perchè non farci anche un libro, forse questi scritti potrebbero essere di stimolo a qualcuno e così li ho proposti a qualche casa editrice. Ringrazio perciò Fabbroni Roberto della "Fabbroni Edizioni" perchè non ha esitato un attimo nel volermelo pubblicare, mostrandomi quindi molta fiducia in quello che ho scritto (Il libro della Fabbroni Edizioni, però, era della prima serie in cui non conteneva parecchi articoli che ho sentito di dover aggiungere successivamente, oltre che cambiare anche molto altro). Spero che il libro abbia un buon riscontro di vendite non solo per me, ma soprattutto per lui, per aver creduto in me. Ringrazio anche Pietro Abbondanza perchè, se nella sua casa editrice tratta soprattutto canalizzazioni, ha voluto però propormi di inserire il mio blog nel suo bellissimo e importante sito di Stazione Celeste, nella sezione "Articoli", aggiornandolo ad ogni mio nuovo articolo. Inutile dire che questa cosa mi rende molto fiero, Pietro è abituato a leggere scritti spirituali e soprattutto canalizzazioni da tutto il mondo per poi farne una cernita e scegliere quelli che
reputa migliori ed è anche editore, per cui essere stato inserito nel suo sito non può che inorgoglirmi. Ringrazio quindi anche lui per aver dato più lustro e visibilità al mio blog e ringrazio tutti voi per le vostre visite e soprattutto per i vostri commenti che mi riempiono di gioia e calore. I vostri commenti sono la linfa vitale per proseguire in questa mia piccola avventura personale e vi ringrazio davvero tanto, soprattutto perchè le vostre parole le sento molto sincere. A tal proposito, in calce, ho voluto inserire maggior parte dei commenti riferiti agli articoli da me esposti di volta in volta. Grazie a tutti! Fabio
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COMMENTI DAL BLOG:
E' un libro eccezionale! Sa dare voce ai pensieri che vengono dal nostro cuore anonimo su “IL MIO LIBRO” Grazie davvero, con la semplicità, la fermezza e l'amore delle tue parole mi aiuti. Silvia B. su “L'EQUILIBRIO INTERIORE”
I tuoi messaggi sono sempre così naturali e arrivano veramente nel profondo...........la verità è semplice! Grazie Catia su “LIBERTA' O SICUREZZA?”
Grazie Fabio, leggerti fa respirare l'anima e il cuore. Shanti su “AMORE INCONDIZIONATO”
Grazie delle tue parole, sono ispirate e bellissime! Unknown su “AMORE INCONDIZIONATO”
GRAZIE 1000! BELLISSIMA RIFLESSIONE SULL'AMORE! Che tutta l'umanità possa vivere, fare esperienza di questo! Il mondo è così proprio perchè purtroppo nella maggioranza c'è assenza di amore. Se ci fosse più Amore non ci sarebbero guerre, conflitti, etc. Quindi iniziamo da noi stessi a praticare e vivere tutto questo! Namastè Marcella su “L'AMORE, FORZA CREATRICE” Mi riempe l'anima leggerti.......... Franca su “L'AMORE, FORZA CREATRICE” Bellissimo,mi aiuta molto a comprendere,grazie! anonimo su “L'EQUILIBRIO INTERIORE” Grazie Fabio, per la luce che ci dai....grazie di cuore! Sebastiano su “LA PACE INTERIORE” Bellissimo,mi aiuta molto,grazie! anonimo su “L'EQUILIBRIO INTERIORE” Bellissimo, grazie,nn c è una parola in più nn una in meno. E' perfetto. Queste parole mi hanno fatto un gran bene e la mia anima sente che sono vere. Tiziana su “SENTIRSI PULITI DENTRO”
Autore oltre il Suo gran sentire, ha una Bellissima Capacità di condividere in maniera semplice, giusta e Elegante. Sento Molta Fratellanza di Anima. La Vita piena di Libertà e Abbondanza a Tutti NOI! Ruslan Potapov su “L'ABBONDANZA” Grazie un messaggio chiaro e semplice che tocca il cuore ne avevo veramente bisogno anonimo su “IL RITORNO DEL CRISTO” Chiaro conciso ed ......ulteriormente illuminante, Grazie! anonimo su ”IL RITORNO DEL CRISTO” Grazie un messaggio chiaro e semplice che tocca il cuore ne avevo veramente bisogno anonimo su “IL RITORNO DEL CRISTO” Grazie per la splendida trasparenza di questo messaggio. Mi ha toccato profondamente anonimo su “IL RITORNO DEL CRISTO” Splendidamente semplice, come la Verità! Grazie dal profondo di me:) Andrea su “IL RITORNO DEL CRISTO”
La migliore lettura e riflessione per questo giorno di Pasqua! anonimo su “IL RITORNO DEL CRISTO” Come quando parla Gesù. Arriva dritto al Cuore degli Uomini. Grazie per la condivisione.Libero Uno, liberi Tutti. Ed è questo il modo di renderlo VIVO nella Nostra carne, nella Nostra Vita, qui Ora; non in quello che vorremo o immaginiamo, ma esattamente dove abbiamo i piedi ORA,con TUTTO lo scenario e gli attori che ci siamo creati. Ancora Grazie Carmen A. su “IL RITORNO DEL CRISTO” Nonostante sia nata e cresciuta in un ambiente cattolico fino al midollo, nessun messaggio della chiesa mi ha mai dato le risposte che cercavo o mi è arrivato al cuore! Quello che ho letto, come dice Carmen, arriva dritto dentro, fa vibrare le corde del cuore, sa di verità. E "la verità vi farà liberi"! Grazie e un abbraccio fraterno a tutti. anonimo su “IL RITORNO DEL CRISTO” GRAZIE ....QUELLO CHE HAI SCRITTO HA SPIEGATO IL MIO MALESSERE DI QUESTO PERIODO....E' STATO DISARMANTE! anonimo su “LA PACE INTERIORE”
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Grazie...a volte certi messaggi sono miracoli, da un ora circa, con dolore, ho scelto..apro e ecco il miracolo questa è la scelta che dovevo fare e queste parole sono la conferma. Vado ad aprire le ali che avevo dischiuso, vado a riprendermi la leggerezza che mi aspetta, vado a respirare nel mio cuore...vado ad odorare il profumo della Libertà.Ciao Anima bella* anonimo su “LIBERTA' O SICUREZZA?” Giro per casa affranto ed abbandonato mentre tutti girano intorno a me felici del loro movimento satellitare...in cerca di un conforto per l'anima...anche minimo, clicco su stazione celeste...ed eccoti qua a ricordarmi ciò che quotidianamente dimentico...grazie per le righe di VERITA'. Un frammento dell'UNO su “LA PACE INTERIORE” Arrivo a te da Stazione >Celeste e ti scrivo per dirti che mi ha molto colpita il tuo blog sin dal bellissimo titolo, poetico e ispirante. L'articolo l'ho letto con attenzione e interesse e, specialmente nella sua prima parte l'ho sentito molto vero. Un saluto e un abbraccio, ciaooo Pia su “LA PACE INTERIORE” Grazie per la semplicità con cui è stata messa a nudo una grande verità. anonimo su “LE INGIUSTIZIE VISTE CON LA NUOVA ENERGIA” 135
Grazie per aver espresso in parole ciò che sento vero nel profondo e che avevo bisogno di far riemergere Laura su “LE INGIUSTIZIE VISTE CON LA NUOVA ENERGIA” grazie:questo è parlar chiaro, diretto, profondo!! ^__^ anonimo su “LE INGIUSTIZIE VISTE CON LA NUOVA ENERGIA” io ho lasciato le stampelle: prima un marito, poi un compagno ai quali permettevo di tenermi prigioniera del loro senso di possesso. Poi di lavori che svolgevo al massimo delle mie capacità, che servivano per vivere, ma che mi toglievano gioia ed energie. Ora, sola, con la massima libertà: senza compagno e senza lavoro, attendo ogni giorno ciò che la Divina Provvidenza ha in serbo per me. Voglio mettere a frutto i miei talenti per il mio bene e per l'aiuto agli altri. Ora la mia anima può accettare solo questo, ci ha messo anni per comprenderlo (ne compirò 60 a settembre) ma è convinta che amare è sentire la libertà, perchè l'amore non incatena, ...ma libera. L'amore è l'unica moneta che può comperare la pace dell'anima. Sonia (in risposta) Ciao, ho letto di te e.....sono me.Ho mollato tutto era inevitabile,coraggio per tutti.Ti abbraccio anonimo su “LIBERTà O SICUREZZA?” bellissimo condivido in pieno un bacio Diva su “LE INGIUSTIZIE VISTE CON LA NUOVA ENERGIA”
grazie, veramente bello! Susy su “LE INGIUSTIZIE VISTE CON LA NUOVA ENERGIA” grazie, lo leggero' spesso. Laura su “LE INGIUSTIZIE VISTE CON LA NUOVA ENERGIA” Bello, bello, bello..........GRAZIE!!!!!!!! anonimo su “L'EQUILIBRIO INTERIORE” un messaggio utile per chi percorrendo il cammino spirituale verso il proprio Sé, inciampa nel dubbio della dualità......... GRAZIE,KRIKI anonimo su “L'EQUILIBRIO INTERIORE” mi piace molto, è molto vero, molto duro da ottenere ma molto bello da raggiungere....sono ancora in cammino anonimo su “L'EQUILIBRIO INTERIORE” GRAZIE, arriva come sempre al momento giusto! anonimo su “L'EQUILIBRIO INTERIORE” Pochi gg fa ho perso mia mamma. Oltre al dolore sono arrivati anche i problemi, problemi con un papà che non ha mai gestito la sua vita e che ora, nel panico, cerca di riempire la sua vita con la mia portandosi via la mia libertà. Sono iniziate le incomprensioni, le sfide, seguite dai sensi di colpa e dal “non sono all'altezza di...”.
Oggi mentre ero in macchina per venire al lavoro, ripensando alla chiacchierata appena fatta con mio padre...molto più amorevole delle precedenti, mi colpisce la scritta sul camion che ho davanti, diceva: AMATI ...e ora leggo qs articolo! “diamo affetto e amore a “noi che abbiamo paura”, a “noi che non sappiamo”, a “noi che pensiamo di essere sbagliati”. Che dire...GRAZIE! Ho alzato gli occhi al cielo e ho detto ai miei fratelli: SIETE MERAVIGLIOSI! Tutto è perfetto. Emanuela su “LO SCONOSCIUTO IN NOI” molto molto molto bello GRAZIE !!! anonimo su “L'EQUILIBRIO INTERIORE” mi piace ciò che hai scritto, condivido pienamente . Tanta PACE a tutti noi. anonimo su “IL RITORNO DEL CRISTO” Grazie Fabio..............GRAZIE !!! Catia su “NON CI RIUSCIRANNO” ottimo chiarimento !! difficile vedere da soli che il rifugio è allo stesso tempo, protezione/prigione, e che alla lunga è soltanto prigione! difficile anche abbandonare i punti di riferimento, anche se li vediamo crollare..vedi famiglia, religione, denaro, posto di
lavoro, ideale politico ecc... Come dici tu è tempo di mollare le stampelle ! Lella C. su “LIBERTA' O SICUREZZA?” Grazie:) anonimo su “LA PACE INTERIORE” sono pienamente d'accordo lo "specchio" del mondo riflette soltanto l'essere di ciascuno di noi...... anonimo su “LA PACE INTERIORE” Condivido pienamente! Dobbiamo avere più attenzione per noi stessi. Solo quello che possediamo possiamo portare agli altri e ritorna a noi come un boomerang. Solo attraverso l'amore che tutto comprende e perdona davvero riusciremo ad accettarci e nello stesso tempo saremo in grado di amare, comprendere e perdonare chi interagendo con noi può inconsciamente ferirci o procurarci piccole e grandi sofferenze. Con l'amore tutto diventerà accettabile e leggero; ci aiuterà a guardare in alto dove brillano le stelle ed è li' che ci sentiremo pienamente parte di un "TUTTO" perchè siamo tutto in tutti. Ciao Roby su “LA PACE INTERIORE” Bellissimo questo scritto, quanta verità! Enea_74 su “IL VUOTO” 139
Ciao, è bello ogni tanto leggere i propri pensieri nelle parole di qualcun altro... *.* anonimo su “LE INGIUSTIZIE VISTE CON LA NUOVA ENERGIA” Forse questa è la strada....comunque sia la penso allo stesso modo utente anonimo su “LE INGIUSTIZIE VISTE CON LA NUOVA ENERGIA” Grazie mi sento vicino a questa verità , sono mesi che tento di dirlo alle persone che conosco, mi guardano come un aliena, Sapere che ci sono altre persone mi rincuora, spero che aumentino, per ora ho trovato un anima con cui condividerlo. Fiocchi di Luce* su “LE INGIUSTIZIE VISTE CON LA NUOVA ENERGIA” Tutto ciò lo sento dentro di me. Ma nonostante tutto non riesco completamente a distaccarmi dal "conosciuto" che mi porto dietro da chissà quante vite. Sono comunque sulla buona strada; il cammino si è fatto meno tortuoso; riesco a intravvedere in fondo la luce. Devo avere soltanto più coraggio e lasciarmi andare al divino che è in me. Anna Maria D. su "L'ABBONDANZA” Grazie mille !!! anonimo su “L'ABBONDANZA” GRAZIE,GRAZIE, GRAZIE!!!!! anonimo su "L'ABBONDANZA”
meraviglioso... Claudia C. su “L'ABBONDANZA” Stupendo:) Alessandro F. su “L'ABBONDANZA” Grazie:) Alessandro T. su “L'ABBONDANZA” è quello di cui ho bisogno oggi... anonimo su “L'ABBONDANZA” Grazie!!!!!! anonimo su “L'ABBONDANZA” Che tenerezza e che amore voglio donarmi! Grazie <3 Silvia B. su “IO SONO QUELLO CHE SONO”
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BIOGRAFIA Il mio percorso spirituale è iniziato con la religione cristiana. Fino ai 22 anni sentivo molto forte questa credenza tanto da sentirmi sul punto di volerla vivere come una vera e propria vocazione, ma poi qualcosa non mi convinceva del tutto e forse ero stanco di dover sempre sentire dagli altri cosa era giusto o no. Volevo iniziare a capire la mia di verità, cosa sentivo veramente dentro di me, libero dai concetti, dogmi e dottrine già imposte. Era la mia verità che volevo cercare e non importava se fosse giusta o sbagliata, quello era il mio “sentire”. Così ho voluto iniziare proprio da zero, pensando da dove proviene il tutto e il “Cogito ergo sum” (Penso dunque sono) mi sembrava molto appropriato in quel momento. Si, il “pensiero” è quello che sento più profondo in me, ma esso proviene comunque dal respiro, mi domandavo; tutta la nostra vita proviene dal respiro e ciò mi aveva ricordato che in oriente, c'erano gli yogi che del respiro avevano una concezione molto alta ed una conoscenza molto profonda. Da lì mi ero procurato alcuni libri di filosofia orientale, prima uno, poi un altro, poi jnana yoga, taoismo, buddhismo zen, Krishnamurti ed altri. Questi libri erano molto istruttivi e mi facevano vedere una conoscenza in cui mi ci rispecchiavo molto, benchè, tuttavia, al primo impatto mi destavano molto stupore e scetticismo. Ma non ci volle molto affinchè quello stupore e scetticismo si trasformasse in risonanza dentro di me. Forse ero già pronto per nuove verità! Le parole del Vangelo “Cercate e troverete” le potei confermare appieno in questa mia ricerca. Non sapevo cosa avrei trovato da quando decisi di conoscere una mia verità, ossia una verità che mi rispecchiava di più e capii che le cose si concatenavano tra loro, come degli anelli che l'uno attirava l'altro e, conoscenza dopo conoscenza, arrivai a sapere di un certo Cerchio Firenze '77.
Chi me ne parlò fu il proprietario della bancarella di libri in cui mi rifornivo in questa mia fame di sapere, benchè lui non ne avesse nella sua bancarella. Quella volta non conoscevo la sincronicità, ma come dicevo, una cosa attirava l'altra. Quei libri sono stati la mia manna dal cielo! Tutt'ora li leggo e li tengo nel cuore, ma evidentemente qualcos'altro bussava alla mia porta. Per caso (o meglio pura sincronicità) incappai in un sito spirituale (Stazione Celeste) e sentii parlare, per la prima volta, di canalizzazioni. Ero scettico su queste cose eppoi mi sentivo già molto forte spiritualmente dopo aver studiato per 25 anni i libri del Cerchio e soprattutto aver fatto un buon uso del “Conosci te stesso”, cosa che fin da piccolo la sentii come di una profonda e fondamentale importanza. Però, come dicevano anche i Maestri del Cerchio, mai cristallizzarsi dentro di noi. Cominciai a leggerne alcune di queste canalizzazioni, ma quelle di Tobias mi toccavano nel profondo, sembrava proprio che leggesse dentro al mio animo, che sapesse quello che mi sentivo dentro di me. Da allora ho approfondito la mia conoscenza di Tobias, AdamusSt.Germain e Kuthumi, ossia le canalizzazioni del Crimson Circle, ma la mia vera guida è sempre quella interiore. Comprendo sempre più l'importanza di ascoltare la propria voce interiore. La tua anima ti mette a disposizione ogni cosa, sia esteriore che interiore affinchè tu poi possa riconoscerla dentro di te. Per concludere devo dire che nel mio percorso ho lasciato molte zavorre interiori ed ora mi sento molto più leggero, libero e... felice che un bel giorno ho ascoltato la mia voce interiore. Fabio 144
INDICE Prefazione.....................................................................................................5 CAPITOLO 1 CREATORI DELLA PROPRIA REALTA'
Dal caos alla coscienza...................................................................7 Coscienza di esistere.....................................................................11 Credere..........................................................................................13 (Lascia che sia)..................................................................................14 Sovranità.......................................................................................15 Iniziamo a plasmare la nostra vita................................................19 Non ci fissiamo nei nostri problemi.............................................21 La paura........................................................................................23 CAPITOLO 2 L'AMORE CHE TRASFORMA
Io sono quello che sono.................................................................25 Il perdono......................................................................................27 La pace interiore............................................................................29 (Il Maestro).....................................................................................30 Il giudice interiore.........................................................................31 Amore incondizionato...................................................................33 Sentirsi puliti dentro......................................................................35 (La ricchezza interiore).........................................................................38 Lo sconosciuto in noi....................................................................39 L'amore, forza creatrice................................................................43 (L'amore è vita).................................................................................48 L'amore.........................................................................................49 (Essere)...........................................................................................50
CAPITOLO 3 LA NUOVA CONSAPEVOLEZZA
L'equilibrio interiore.....................................................................51 (Frasi)............................................................................................54 Ingiustizie e fiducia nella nuova energia......................................55 Libertà o sicurezza?......................................................................59 L'abbondanza................................................................................61 Il libero arbitrio.............................................................................67 Scegliere la totalità........................................................................69 CAPITOLO 4 OLTRE LA MENTE
L'intelligenza dell'anima...............................................................73 La torre di Babele.........................................................................75 La non conoscenza.......................................................................79 Assorbimento – espansione..........................................................81 (Lasciare andare)..............................................................................84 Il vuoto.........................................................................................85 CAPITOLO 5 RISVEGLIARSI
Essere verità.................................................................................87 La chiusura del cerchio................................................................91 Eterno presente.............................................................................93 Identità.........................................................................................95 Identificazione..............................................................................99 Tu sei..........................................................................................101 Il ritorno del Cristo.....................................................................103 Gli aspetti, i nostri potenziali.....................................................109 Divagazioni
Il valore della vita......................................................................113 Giocare ad esplorarci.................................................................117 La mia casa................................................................................121 Il maestro e il discepolo.............................................................123 Illusione......................................................................................127 Commiato e ringraziamenti........................................................129 Commenti dal blog.....................................................................131 Biografia.....................................................................................143