Giorgio Bompadre - Factory snc

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Premio Nazionale di Cultura Frontino Montefeltro XXVII Edizione

Giorgio Bompadre Incisioni

Domenica 21 Settembre 2008 MonteďŹ orentino PU


Incontri Artistici a Frontino A cura di Gastone Mosci e Raimondo Rossi 1. Giorgio Bompadre a Montefiorentino, 2008

Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro Progettazione grafica: Diana Vaselli, Factory Fotografia: Factory - Urbania Stampa: Rotograf - Fermignano

In copertina: L’immagine riproduce particelle in campo magnetico che alimentano delle orbite, immagine tratta da un filmato dedicato alla Fondazione Giuseppe Occhialini in un’intervista ad Antonio Vitale per Rai 1.

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Giorgio Bompadre L’ icona della ricerca

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Alla scoperta dell’universo di Gastone Mosci

L’artista di Ancona si è manifestato a Urbino come un“caso” dell’incisione: ha stravolto, in breve tempo, fra gli anni Cinquanta e Sessanta, le strutture della calcografia. Ha lavorato la lastra con un inesausto impulso di astrattismo. Ha messo in crisi i chierici dell’incisione della Scuola del Libro, ha privilegiato all’inizio nella puntasecca solo il nero con esili fili di luce - le sue croci -, è infine approdato al bianco ed al rilievo. La sua acquaforte era altro, apparteneva alla famiglia della calcografia, ma percorreva un sogno poetico senza cromatismi, era nell’arco del silenzio, nell’assedio delle luci, “nell’ora bianca” - lo stato poetico di Mariarita Stefanini - ed in una fenomenologia martoriata e inquieta di costruttivismo che attraversava l’Europa. Giorgio Bompadre (21 settembre 1929 - 9 febbraio 2005) ha percorso i tempi delle “cadute”, del “distacco”, della “natura morta”, e successivamente della “incisione bianca a rilievo” con propri segni geroglifici e matematici - come uno “scriba moderno”, dice Toni Toniato – che lo hanno imposto alla attenzione critica della Biennale di Venezia del 1964. E’ approdato poi, non per caso, nel mondo caro ad Antonio Vitale, laureato oggi dal Premio Frontino Montefeltro, e del suo grande maestro, Giuseppe Occhialini (1907 - 1993), entrambi fisici straordinari. Vitale come Bompadre va alla scoperta dell’universo, espresso dall’artista nelle inquietudini leopardiane, nei pensosi arcobaleni, nei canti notturni, con il linguaggio dell’incisione, della pittura e della scultura. Dal contesto del moto dei corpi celesti, dai segni di laboratorio con le particelle in campo magnetico che alimentano le orbite, viene costruito il manifesto che guida la piccola mostra di Bompadre, un’icona d’intuizione creativa, misteriosa per il nostro tempo, ma con la risorsa della bellezza che rapisce e fa intuire orizzonti infiniti.

3. “Saette”, litografia, formato mm. 830 x 600, disegno 735 x 615, 27/50, 1987.

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Figure del cosmo di Toni Toniato

L’armonia celeste che governa le costellazioni figurative di Giorgio Bompadre si fonda sui meccanismi di una nuova fisica dell’immaginario, dove i corpi geometrici, le loro orbite, le scie che lasciano lungo lo spazio, costituiscono il tracciato calcolato ma nello stesso tempo imprevedibile delle energie della luce. L’ordine visivo di queste trame figurali segue una razionalità vitale traducibile secondo le leggi di un’interna sintassi musicale, tesi, arsi, rotture improvvise della catena degli ossimori formali: frecce che rimbalzano all’indietro, direzioni che ruotano su se stesse. Iridi naviganti nel cosmo su traiettorie e parabole ellittiche, cromi dagli splendori inauditi, tutti questi significanti si ritagliano e riemergono da fondi di bianco immacolato o da luoghi di tenebra non oltrepassabile. Questo mondo di alchimie e di simboli elementari risuona delle profondità non dissimili da quelle evocate dai canti leopardiani. Materia dell’astrazione nell’opera di Giorgio Bompadre non è soltanto quella dei vocaboli visivi da lui inventati o di correlate analogie con una remota cultura propria delle geometrie dell’arcano, ma è piuttosto il sistema compositivo il quale rispecchia nel proprio ordine gli equilibri sottili, le magie inaugurali delle forze del proprio universo espressivo formato da numeri e sigle misteriose, da coniugazioni di lessici cromatici sconfinati in un afflato cosmico di eventi inattesi. Vi si coglie la misura di un “infinitum” tradotta nella medesima adimensionalità dei propri spazi luminosi, in un “continuum” che salda forma e spazio, gesto ed emozione, apparenza e sostanza nella concretezza effettuale dell’immagine, delle sue ineludibili verità poetiche. 1998

2. “Canto notturno N°2”, litografia, formato mm. 820 x 600, disegno 735 x 615, 48/55, 1988.

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Gli orizzonti sconfinati di Mariano Apa

[ ... ] Dalla (sua) cultura europea ne discende una sintonia con il “luogo”, con le Marche. Certo le colline sono dell’Appennino, certo il mare è l’Adriatico, certo questi sono i cieli della notte urbinate: ma è pur vero che l’astrazione delle forme riconduce tutto alla terra come dea-terra, alla mitologia del naturalismo favoloso dei “fiori notturni” e delle “croci viventi” di liciniana fattura. Come ha scritto Marchiori: “Bompadre dal suo osservatorio antico di Urbino, filtra ogni dato attraverso una esperienza tecnica raffinata e perfetta, e non si lascia ingannare dagli illusionismi ottici o dal dinamismo ossessivo delle sollecitudini multicolori: il suo impegno ha la misura di una singolare lucidità intellettuale”. Quelle che Marchiori chiamava “scie luminose nell’astratto cielo bianco” sono le direttrici intellettuali di Bompadre, sono le intuizioni veloci e fresche che ripropongono l’antico sapore della verità tenuta nascosta. Circonferenze spezzate, coni aperti, orizzonti sconfinati, profondità inaudite: tutto il senso del macrocosmo riposa in questi quadri veri microcosmi, vere raffigurazioni evocanti le antiche miniature: una concentrazione della pittura come concentrazione di energia. L’infinito è raccontato e custodito nella miniatura di faesite. Come ha scritto Bompadre, per una sua poesia: “ ... mettete il mio corpo in una conchiglia / e lasciatela sulla riva / dell’Adriatico ... ”. 1986

3. “Trittico della Croce” con scritto di Gastone Mosci, 1985, puntasecche a colori, 500x540 mm, 1960.

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Bianco compendiario di Raimondo Rossi

Urbania, 11 settembre 2008. Il sole tenta di spuntare. Dormono tutti a casa mia, ma questo non c’entra. Il mio amico G., per facilitarmi il compito di mettere sulla carta un pensiero su Bompadre, mi ha confezionato un sacchetto di stoffa con vari cataloghi dell’artista. Invano. Non ho voluto approfittarne per paura che la mia idea si corrompesse. Credo che Bompadre amasse il compendiario come fece, nel Cinquecento, un’ala di decoratori ceramisti che preferirono i bianchi, avversando lo stile ricco. Andate a Urbania nel Museo Diocesano e troverete un piatto da pompa di più di trenta centimetri, smaltato a tutto bianco. Sull’apice spunta lo stemma del cardinale Della Rovere, allora commendatario dell’Abbazia di San Cristoforo del Ponte di Casteldurante. Certo il bianco di Bompadre ha fatto evoluzioni inimmaginabili come nei Canti notturni. Ascoltando Leopardi? (Mia figlia Camilla, fortunata, possiede il Canto n. 23, tecnica mista, cm 20 x 25. L’ha lasciato nella sua camera: non si è ricordata di portarlo nella sua nuova casa dove dovrà nascere Lorenzo).

4. “6” incisione bianca a rilievo, formato cornice cm. 37 x 38, pressione mm. 66 x 98, prova d’artista, 1964. 5. ”9” incisione bianca a rilievo, formato cornice cm. 37 x 38, pressione mm. 69 x 88, 24/25, 1964.

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Veneziana di Giorgio Bompadre

Ponte de le Maravegie peocia dalle nere valve semiaperte mostri le carni molli rosate e per due gocce di limone ti lasci inghiottire Piazza San Marco con gli avvoltoi infreddoliti aspetti che attraversi il triangolo gelido di sole dal millenovecentocinquanta in busta sigillata affrancata da un bollo da lire quaranta indirizzata AL GRANDE MINISTERO vola il mio pensiero Ponte dell’Accademia ladra gabbiana di fili di luce e arcobaleni che io ti incontri e tu mi maledica ti aspetterò domani 6. “Tre arcobaleni”, serigrafia a otto colori, formato mm. 700 x 500, disegno 500 x 350, p.a., tiratura Stamperia Il Colle di Urbino, 1999. 7. “Frammento di arcobaleno”, serigrafia a otto colori, formato 500 x 700, disegno mm. 320 x 470, 36/100, 1984

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Riva degli Schiavoni questi tagli di sole questi chiodi da crocifissione attraversano lo specchio dei sensi gioca la mano con fiori di luce che gabbiani raccolgono con voli leggeri

a Virgilio Guidi

Calle della Donzella vipera nata dalla pietra carsa cambiasti pelle per scendere in laguna al Peoceto Risorto aspetto l’acqua alta che ti risucchi nell’Adriatico Le Zattere vorrei rimanere stare crocifisso in questa luce forse la vita è luce crocifissa nel tempo mettete il mio corpo in una conchiglia e lasciatela sulla riva dell’Adriatico mi basta per bara il suono del mare

a Ezra Pound

“Veneziana”, sei frammenti poetici del 1971 e sei serigrafie d’arcobaleni del 1984 con una nota di Gastone Mosci, formato cm. 35 x 30, 150 esemplari, a cura di Eugenio Luzi dell’Accademia di Belle Arti, Edizione degli Scalzi, Urbino 1986. 14


Opere esposte

1. 2. 3. 4. 5.

Serie di cinque incisioni bianche a rilievo (1964 - 66) ”F 3” incisione bianca a rilievo, formato cornice cm. 37 x 38, pressione mm. 35 x 37, 24/25, 1964. ”6” incisione bianca a rilievo, formato cornice cm. 37 x 38, pressione mm. 66 x 98, prova d’artista, 1964. ”5X 8” incisione bianca a rilievo, formato cornice cm. 37 x 38, pressione mm. 78 x 90, 24/25, 1964. ”9” incisione bianca a rilievo, formato cornice cm. 37 x 38, pressione mm. 69 x 88, 24/25, 1964. “e X3” incisione bianca a rilievo, formato cornice cm. 37 x 38, pressione mm. 70 x 100, p. d’art., 1966.

Serie di sei litografie, tiratura Stamperia Posterula “Quattro arcobaleni”, litografia, formato mm. 830 x 600, disegno 735 x 615, 29/50. 1987. 7. “Notturno”, litografia, formato mm. 830 x 600, disegno 735 x 615, 29/50, 1987. 8. “Saette”, litografia, formato mm. 830 x 600, disegno 735 x 615, 27/50, 1987. 9. “Canto notturno N°1”, litografia, formato mm. 600 x 820, disegno 735 x 615, 37/55, 1988. 10. “Canto notturno N°2”, litografia, formato mm. 820 x 600, disegno 735 x 615, 48/55, 1988. 11. “Canto notturno N°3”, litografia, formato mm. 600 x 820, disegno, 735 x 610, 6.

Serie tre serigrafie 12. “Frammento di arcobaleno”, serigrafia a otto colori, formato 500 x 700, disegno mm. 320 x 470, 36/100, 1984, Cartella “Carlo Bo e Urbino”, insieme a Renato Bruscaglia ed Elio Marchegiani con testo di Carlo Bo, “Urbinate per sempre”, festeggiamenti del 10 settembre 1984 per la nomina a Senatore a vita, Accademia di Belle Arti Urbino, 1985. 13. “Senza titolo”, serie 1992, poi “Disegno”, serigrafia a dodici colori, formato e disegno mm. 500 x 700, 88/100, 1996, per il Premio Frontino Montefeltro XV Ed. con conversazione di Carlo Bo, “Ricordando Du Bos”, e per il 50° anno di Rettorato del Sen. Prof. Carlo Bo, l’8 marzo 1997, a cura di Gastone Mosci, Edizione Fondazione Petrangolini 1996. 14. “Tre arcobaleni”, serigrafia a otto colori, formato mm. 700 x 500, disegno 500 x 350, p.a., tiratura Stamperia Il Colle di Urbino, 1999. Serie delle Croci 15. “Trittico della Croce”, tre puntasecche a colori delle “cadute”, 1960, formato mm. 500 x 540, 1/35, testo di Gastone Mosci, Ed. Stamperia Posterula, 1985.

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Incontri artistici a Frontino 1. Giorgio Bompadre a MonteďŹ orentino, 2008


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