Guida al Sonno dei Bambini - Family Nation

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Ciao dal team di Family Nation!

Benvenuta nella nostra Guida al Sonno dei Bambini!

Abbiamo deciso di raccogliere tutti i nostri migliori consigli riguardanti il sonno dei più piccoli all’interno di questo speciale per accompagnare i genitori nel percorso di crescita dei loro bambini e per aiutarli a scoprire e testare alcuni dei nostri segreti a riguardo.

Esistono tante credenze e falsi miti rispetto al sonno dei bambini, tanti metodi per renderlo sereno e altrettanti strumenti per accompagnare i più piccoli verso la tranquillità.

Con la nostra guida vogliamo aiutarti! Come?

Con articoli e approfondimenti scritti dalle nostre esperte del sonno, ma non solo!

In Family Nation da sempre ci impegniamocon passione e amore - per scegliere i migliori prodotti per bambini e famiglie, basandoci su criteri di praticità e qualità. All’interno della Guida troverai tutti i nostri consigli sui prodotti più amati da grandi e piccini, per accompagnare il sonno dei tuoi bambini e renderlo un momento rilassante e piacevole.

Questa Guida ti sarà utile per scoprire tante tips semplici che potranno aiutarti ad affrontare al meglio questo delicato momento della giornata!

Con questa Guida non abbiamo la pretesa di risolvere in maniera incontrovertibile i problemi legati al sonno di ogni bambino! Ricorda che ogni piccolino è diverso e ha bisogni differenti.

La chiave vincente è sempre quella di ascoltare il nostro bambino e le sue necessità, per trovare - per lui e insieme a lui - la soluzione più adatta.

Quello che ti offriamo non è una soluzione universale, ma tutta la nostra conoscenza riguardo al sonno dei bambini, attraverso la quale speriamo tu possa trovare la tua formula magica! Tra gli ingredienti noi abbiamo già aggiunto tutto il nostro amore, la nostra cura, la passione e la dedizione con cui svolgiamo quotidianamente il nostro lavoro e le nostre ricerche.

Per ogni dubbio o domanda non esitare a contattarci, saremo felici di aiutarti in ogni tua necessità.

Buona lettura!

GUIDA AL SONNO - FAMILY NATION

E SE MIO FIGLIO NON DORME? manuale di sopravvivenza per neo-genitori

Spesso si pensa che il bambino “buono” dorma e il bambino “cattivo” dorma male, che ci sia stata una responsabilità da parte dei genitori e che se i bambini non dormono dobbiamo rassegnarci fino ai tre anni. Il sonno in realtà è un mondo molto complesso, che si interfaccia con componenti organiche, pratiche, emotive e anche di orari e abitudini.

Quello che cerco di fornire ai genitori sono informazioni efficaci che aiutino a semplificare questo modo così affascinante ma anche difficile.

Nei primi mesi di vita per dormire i piccoli si abituano a contatto, suzione e movimento.

Alcuni di questi condizionamenti involontari rimangono nella loro coscienza legati alla fase del sonno e li portano a gestire i risvegli in modo non autonomo. Per questo motivo a volte più interveniamo più li svegliamo, anche se sembra paradossale! I risvegli fisiologici nei bambini possono essere gestiti in maniera autonoma dai piccoli. Se gli orari sono regolari ma ci sono numerosi risvegli, dobbiamo iniziare a valutare un tipo di addormentamento più autonomo e una gestione dei risvegli in presenza sì del genitore, ma che aiuti i bambini a trovare un loro proprio modo di addormentarsi.

Una routine quotidiana del sonno dovrebbe prevedere un intervento progressivamente minore da parte del genitore per aiutarli a favorire un rapporto con il sonno più sereno e autonomo.

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a cura di Elena
@elena_the_nanny
Biondi

Ecco 7 spunti utili per iniziare ad approcciare al meglio il mondo del sonno dei piccoli:

1. Swaddling

Lo swaddle, utilizzato nei primi mesi di vita, è uno strumento magico!

Si tratta di una pratica che se eseguita nel modo adeguato può aiutare a far riposare meglio il piccolo e a farlo sentire più tranquillo. Infatti ricorda al neonato la sensazione di stare nel grembo materno. Il momento migliore per iniziare, è dai primissimi giorni, in modo che possa adattarsi alla posizione sin da subito. Per sicurezza deve sempre dormire a pancia in su, possibilmente inserito all’interno di un cuscino anti ribaltamento. Il tessuto per la fasciatura deve sempre

essere adatto alla temperatura esterna, la fasciatura sulle gambe deve essere morbida mentre le braccia e il busto possono essere fasciate leggermente di più.

2. Rumori bianchi

Un generatore di rumori bianchi è qualcosa che porto sempre con me nella mia borsa di Mary Poppins quando seguo dei clienti durante le notti.

3. Ambiente del sonno coerente tra giorno e notte

Buio e con la giusta temperatura. Fino ai sei mesi-un anno il bambino può stare in camera con noi, poi è preferibile trasferire il piccolo nel proprio ambiente. Sono fondamentali la temperatura intorno ai 23 gradi, umidificatore, White Noise Machine ed una culla sicura.

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4. Giorno e notte, luce e buio

Non è vero che la luce di giorno “li abitua a dormire ovunque”, aiutare il bambino con il buio, non solo lo aiuta a non distrarsi ma favorisce la comprensione della differenza tra il giorno e la notte.

5. Seguire le fasi di sviluppo

Durante il terzo e il quarto mese è il momento in cui consolidare le loro abitudini legate al sonno.

Una routine, un ambiente specifico, degli orari precisi, un addormentamento dolce e senza troppi movimenti in culla sono l’ideale. È il momento in cui iniziare a consolidare le loro capacità di addormentarsi parzialmente in autonomia. Nei primi mesi di vita un neonato può dormire fino a 18-20 ore al giorno, in genere questo ritmo dura un mese al massimo, più comuni sono le 16-18 ore complessive fino al terzo mese, 14-16 dal terzo mese in poi, fino ad un ritmo di 1 un’ora di pisolino la mattina, due ore nel pomeriggio, 30 minuti in serata e 12 ore la notte, verso il quarto mese.

6. La chiave del sonno

È necessario che la “chiave del sonno” sia interna. Legata ad una sicurezza che i bambini portano con loro. Il nostro compito è aiutarli a trovare questo magico elemento e guidarli verso un addormentamento che sia soltanto loro.

7. Gli errori dei genitori

I genitori in questo contesto non sbagliano: tentano, fanno del loro meglio e se stanno leggendo questo articolo è perché

vogliono migliorarsi. Il nostro ruolo, come consulenti del sonno, è farli sentire accolti e compresi. Le mamme e i papà fanno quello che possono con le capacità e le informazioni a disposizione. Non dormire non semplifica le cose, perciò accantoniamo la parola “errore” e concentriamoci su termini come “miglioramento”, “soluzione”, “comprensione”.

A dormire in maniera più efficace si può imparare e spesso anche con un percorso molto più lineare e meno complesso di quello che si pensa. Io sarò sempre a vostra disposizione per aiutarvi a capire di più, per quello che so e che spesso imparo da voi e dai più piccoli.

Un abbraccio,

Tata Elena

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La maggior parte dei bambini non dorme quando ha sonno ma soprattutto quando ha le condizioni favorevoli per farlo. Sta a noi creare un ambiente che li aiuti ad addormentarsi! Come creare un ambiente favorevole al sonno?

1. LUCE

Per quanto riguarda la luce va valutato il grado di sensibilità di ogni bambino: alcuni si addormentano soltanto al buio, altri no. Nelle prime settimane di vita conviene scandire le ore del giorno ed evitare che ci sia sempre e solo buio durante le ore di sonno. Dopo le prime 6-8 settimane tendenzialmente i bambini iniziano a preferire la penombra. Per l’allattamento è utile una lucina calda delicata, non vicina al viso del bambino, ma necessaria per con-

6 ESSENZIALI per la nanna dei neonati

trollare che sia posizionato correttamente.

Dopo i 2 anni del bambino si può lasciare una lucina notturna nel caso in cui il bambino sviluppi qualche paura, per aiutarlo ad addormentarsi serenamente. Un’ottima idea sono le lucine di A Little Lovely Company, che oltre a fare una luce delicata possono essere gli “scaccia paure”, intorno ai quali inventare qualche storia per tranquillizzare i bambini.

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2. TEMPERATURA

La temperatura è un tema decisamente più oggettivo: quella ideale per la stanza sta tra i 18 e i 20 gradi con 40%-60% di umidità. Il bambino va vestito in base ai gradi della camera. Quando il bambino è molto piccolo è bene evitare coperte e piumoni; una buona soluzione è il sacco nanna, che garantisce il contenimento, il calore e la sicurezza (perché non c’è possibilità di soffocamento). Dall’autunno alla primavera è ottimo un sacco nanna da tog 2.5, cambiando l’abbigliamento del bambino in base alla temperatura esterna. Il sacco nanna ha un bottoncino sulla manica in modo da evitare che il bambino ci scivoli dentro.

Il sacco nanna durante le stagioni più fredde è ottimo anche durante l’allattamento e il cambio, perché evita che il bambino subisca sbalzi termici e riduce i tempi.

Per i primi 2-3 mesi va benissimo anche la fasciatura con la classica mussola (swaddling). Inoltre la fasciatura è ottima anche per calmare e tranquillizzare il bambino, riportandolo alla sensazione dell’utero della mamma. La mussola è molto traspirante, e così si evita che il bambino si surriscaldi all’interno.

3. RUMORI

Il silenzio assoluto è innaturale: che il bambino debba dormire in silenzio è una convinzione errata. Al tempo stesso è sbagliato anche pensare che il bambino debba abituarsi a tutti i suoni innaturali, come la televisione o l’ambulanza. Anche in questo caso va valutata la sensibilità di ciascuno.

In linea generale ci sono dei suoni rilassanti, ovvero quelli delicati e costanti che

mantengono la stessa frequenza e che richiamano le sensazioni uditive uterine. Nell’utero non c’è silenzio! I rumori sentiti con maggiore chiarezza sono il suono della circolazione sanguigna e del battito del cuore. I dispositivi di rumori rosa (quelli più naturali, come il rumore del mare o del vento) e bianchi (quelli più “artificiali”, come il suono dell’aspirapolvere o del phon) richiamano molto questi suoni uterini, e al tempo stesso attenuano quelli esterni.

Il dispositivo di rumori bianchi non è sostituibile da un tablet o un telefono, che essendo collegato a internet genera onde elettromagnetiche, da cui è meglio tener lontani i bambini quando possibile.

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4. LETTI E CULLE

L’ambiente in cui dorme il neonato dev’essere vuoto, privo di ogni tipo di decorazione (paracolpi, cuscini, pupazzi). Il paracolpi per esempio, oltre a non essere sempre sicuri, non permettono la traspirabilità della culla, a differenza della retina.

Anche l’ancoraggio delle culle da co-sleeping al lettone è importantissima: la culla dev’essere posizionata esattamente all’altezza del letto, per evitare che si creino degli “scalini” tra il lettino e il letto dei genitori. Una delle culle più adattabil e facilmente regolabili in altezza è la Roomie Glide di Joie: oltre ad essere una comodissima culla da co-sleeping, ha anche la funzione doldolo, che culla dolcemente il bambino. È comodissima perché è anche facilmente ripiegabile e trasportabile: super!

Cos’è la SIDS?

La SIDS è la sindrome della morte in culla e può verificarsi nel primo anno di vita, con un’incidenza molto più alta tra i 2 e i 4 mesi.

L’ambiente in cui il bambino dorme dev’essere vuoto: niente cuscini, coperte e pupazzi. Niente dev’essere mantenuto nella culla o nel lettino durante il sonno. Sarebbero da evitare anche i paracolpi, per dare maggior traspirabilità alla culla stessa.

Dopo l’anno di vita - con discrezione - il lettino può iniziare a contenere qualche pupazzetto che concili l’addormentamento e il sonno, ma senza esagerare! Questo è importante anche per aiutare il bambino a comprendere qual è lo spazio del gioco e quale del sonno.

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5. BABY MONITOR

Il baby monitor è la soluzione perfetta per tenere d’occhio i bambini mentre dormono da ogni luogo e in ogni momento. Questo permetterà ad ogni genitore di sentirsi sicuro e rassicurato durante i riposini del proprio bimbo.

Ormai ce ne sono di modernissimi, che si collegano tramite app a qualsiasi telefono cellulare e che mandano notifiche se rilevano suoni o movimenti. Ad esempio, lo Zen Control di Béaba permette di attivare numerose funzioni aggiuntive, come il talkie-walkie, il termometro, lo zoom 2x, la riproduzione di ninna nanne e la registrazione di video.

6. CIUCCI E MASSAGGIAGENGIVE

Alcuni bambini hanno bisogno di un oggetto per stimolare la suzione, come ciuccio e massaggiagengive, ma ci sono sempre pareri contrastanti. La soluzione è sempre quella di ascoltare il proprio bambino per capirne le necessità e trovare la soluzione più adatta al suo benessere!

Per esempio, ci sono bambini che hanno bisogno della suzione, ma questo bisogno non può essere assecondato solo attraverso quella esclusivamente nutritiva. La suzione rilascia endorfine, per questo rilassa e concilia il sonno. Associare questa sensazione di rilassamento alla suzione nutritiva può essere sbagliato, perché si associa il risveglio al nutrimento, e diventa un’abitudine sbagliata soprattutto durante la crescita.

Se il bambino si abitua al ciuccio va bene, non c’è niente di male!

Le cose importanti sono due:

• Sceglierne un tipo che abbia una tettarella morbida e facile da “schiacciare”, per evitare che vada a impattare negativamente sullo sviluppo del palato e della bocca;

• Rimuoverlo appena il bambino cresce e non ha più il bisogno fisiologico della suzione.

Sono Alma, puericultrice, consulente del sonno infantile certificata e mamma. La mia missione è quella di accompagnare i neo-genitori in difficoltà nel percorso di miglioramento, comprensione a gestione del sonno dei loro bimbi.

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RUMORI BIANCHI cosa sono e come aiutano il sonno

Dolce dormire! Il sonno, una tra le attività più amate al mondo, dal 2008 ha una festa dedicata: ogni anno, nel venerdì che precede l’equinozio di primavera si celebra la Giornata Mondiale del Sonno.

Il suo obiettivo, oltre ad essere quello di sottolineare i numerosi benefici di un riposo corretto e salutare, è di diffondere e accrescere conoscenze e consapevolezze circa le patologie legate al sonno.

I disturbi del sonno interessano moltissimi bambini, soprattutto nei primi mesi di vita: a volte niente sembra tranquillizzarli. Sono, infatti, numerosi i fattori che influiscono sul sonno dei piccolissimi, come la scorretta temperatura degli ambienti o l’incostanza negli orari di riposo. Nei primi mesi di vita

si formano e si consolidano alcune parti del cervello e del corpo, e il sonno rappresenta un momento di centrale importanza in questo delicato processo. Affinché tutto proceda al meglio, il riposo del bambino dev’essere sereno, profondo e riposante. Quando niente sembra funzionare è il momento di provare con i rumori bianchi.

Cosa sono i rumori bianchi?

Tecnicamente, i rumori bianchi contengono al loro interno tutte le frequenze udibili dall’orecchio umano, e sono suoni costanti e continui. Prendono questo nome dal fatto che il colore che rappresenta l’unione di tutte le possibili frequenze visive è, appunto, il bianco. I rumori bianchi sono il corrispettivo sonoro del colore bianco.

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cura di
a
Martina Ragucci

Fanno parte dei rumori bianchi suoni come quelli della pioggia che cade o del vento tra gli alberi; ma anche il rumore del phon o del ventilatore.

Per riprodurli, una soluzione decisamente più pratica è quella che prevede l’utilizzo di appositi apparecchi generatori di rumori bianchi.

Nick Webb - ingegnere specializzato nel suono e nelle vibrazioni, ma soprattutto genitore alle prese con il sonno della propria bambina - ha sviluppato uno di questi apparecchi, Wooshh. Wooshh permette di scegliere tra 8 tipi di suono diversi ed è progettato per spegnersi in autonomia quando desiderato (da una a dieci ore dopo la sua accensione). Le sue piccole dimensioni permettono di spostarlo e utilizzarlo ovunque.

Come per ogni cosa, però, si raccomanda di non esagerare: per evitare inconvenienti - come micro-risvegli o problemi all’udito - è consigliabile che il volume dell’apparecchio non sia troppo alto, che sia posizionato ad una distanza adeguata dal bambino, e non sia utilizzato per un tempo prolungato: una volta che il bambino dorme, non è necessario che resti attivo!

Perché i rumori bianchi sono così rilassanti?

Per i neonati, i rumori bianchi hanno un effetto estremamente rilassante perché richiamano i suoni che, già dalla 24esima settimana, percepivano nel grembo materno.

Tali rumori, inoltre, hanno un forte potere calmante per via della loro assenza di picchi o sbalzi improvvisi: coprono delicatamente tutti i rumori esterni, permettendoci di rilassarci appieno, cullati da un suono costante e lieve.

Soprattutto nei neonati, rendono l’addormentamento più rapido e il persistere del sonno più semplice, con benefici evidenti.

Uno studio condotto nel 1990 su circa 40 neonati dal sonno difficile ha dimostrato come l’80% dei bambini sottoposti ai rumori bianchi riesca ad addormentarsi in cinque minuti, mentre solo il 25% dei bambini che non li ascolta riesce a farlo alla stessa velocità.

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GUIDA AL SONNO - FAMILY NATION GUARDA IL VIDEO WOOSH: RUMORI bianchi e rosa a cura di Alma Giorgis @alma_dolcenanna VEDI TUTTO IL VIDEO SU @MYFAMILYNATION

SONNO DEI BAMBINI: qual è la temperatura giusta?

a cura di Elena Biondi @elena_the_nanny regolazione dei neonati è diversa dalla nostra, e che cambierà solo a partire dal terzo mese circa. Per queste ragioni, imparare a percepire la temperatura di una stanza e scegliere con cura i tessuti da far indossare ai nostri piccoli è fondamentale per garantire loro un sonno più sereno e una maggiore sensazione di comfort.

Gli esseri umani ragionano per estremi: o almeno, sanno concentrarsi meglio su di essi, rispetto a quanto c’è nel mezzo. Vale lo stesso anche per la temperatura, che è una cosa che ci ritroviamo a notare solo quando fa molto caldo o molto freddo, dandola altrimenti per scontata. Se rabbrividiamo mettiamo allora i termosifoni al massimo, mentre se stiamo sudando spariamo l’aria condizionata a più non posso, con il rischio di prendere il raffreddore.

Con la nascita di un bambino, regolare correttamente la temperatura in casa (e quindi saper notare le infinite gradazioni nel mezzo tra caldo e freddo) diventa una competenza importantissima, che è meglio non sottovalutare. Umidità e temperatura hanno infatti un impatto importante su molti aspetti della vita quotidiana, e inoltre dobbiamo ricordare che la termo-

Ricordo ancora il corredino che mia nonna mi preparò alla nascita. All’epoca, era un’usanza abbastanza comune. Ogni tanto lo vedo ancora nell’armadio dei ricordi, e un po’ sorrido. Nacqui un settembre romano molto caldo, ma il mio corredino era tutto in lana… Lana pesante, che solo a vederla inizio a sudare! Per mia nonna, i bambini andavano coperti a prescindere dalla stagione: un tempo si diceva che dovessero stare sempre al caldo. Ma sarà la verità?

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Oggi gli esperti e i pediatri come il Dottor Roberto Albani consigliano di mantenere in casa una temperatura mite, e di non accaldare troppo i neonati con tessuti come la lana, che farebbero sentire loro troppo caldo.

È vero, il diverso sistema di termoregolazione dei neonati non garantisce loro una risposta pronta in caso di freddo eccessivo, come accade per noi, e per questo è giusto proteggerli dall’evenienza: tuttavia, ricordiamoci che l’estate è calda anche per loro, e solo perché è giusto difenderli dal freddo non dovremmo far sentire troppo caldo coprendoli troppo (soprattutto d’estate, ad agosto, con 30° o più!). Se consideriamo poi il fatto che i neonati sudano meno, e principalmente dalla testa, possiamo ben capire come paradossalmente i climi più dolci, con il termometro attorno ai 20°, siano da preferirsi a quelli estremi.

Eppure ogni bambino è differente. Potrebbero esserci dei piccoli che preferiscono stare un po’ più al fresco e piccoli che preferiscono stare più il caldo: come capirlo?

Eccovi tre consigli su come regolare meglio la temperatura di una stanza e gestire il guardaroba del vostro neonato.

Munitevi sempre di un termometro nella stanza per verificare la temperatura. Come ho già detto, la temperatura ideale dovrebbe essere di circa 20°, ma può oscillare tra i 18° e i 22°. In inverno, attenzione anche all’umidità della stanza, che volete mai essere troppo secca;

Se delle volte manine e piedini possono sembrarvi più freddi quando dormono, non abbiate paura, è normale nei bambini piccoli. Tenete sotto controllo la loro temperatura corporea, controllando semmai dalla zona del torace, senza però esagerare;

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Utilizzate uno Swaddle nei primi mesi e un Sacco Nanna in quelli successivi.

Swaddle e Sacco Nanna consentono ai piccoli di dormire in sicurezza alla giusta temperatura, e anche di potersi muovere, ma senza esagerare, in modo da sentirsi contenuti. Il contenimento, si sa, per loro è molto rilassante.

IL SACCO NANNA

Non molti conoscono il Sacco Nanna e quindi merita un inciso. È uno strumento molto sottovalutato ma che invece io adoro, soprattutto per il modo in cui riesce a tenere al caldo i vostri piccoli. Noi adulti non siamo i soli a scalciare via le lenzuola: al contrario, un Sacco Nanna è un po’ come un lenzuolo che si indossa, riuscendo ad avvolgere i bambini per tutta la notte. Senza contare i vantaggi che offre limitando la loro mobilità durante la fase di addormentamento, e quelli riguardanti la sicurezza. È sconsigliato, infatti, far dormire i bambini più piccoli con lenzuoli e coperte pesanti per il rischio di soffocamento.

Sia dello Swaddle che del Sacco Nanna esistono versioni estive e invernali, perciò scegliete con cura i tessuti in base alla stagione, senza sottoporli a temperature eccessive. Utilizzando il Tog (un misuratore che misura il peso dello del Sacco Nanna) potrete regolarvi in base alla stagione, con un 0.2 Tog ideale per le temperature superiori ai 27° e un 3.5 Tog per quelle inferiori ai 15°.

Prestare attenzione a dettagli come i tessuti e la temperatura di una stanza è solo una piccola accortezza, ma ve lo assicuro: farà la differenza nella qualità del sonno dei vostri piccoli, soprattutto in questi primi mesi.

Elena Biondi,

Sono Elena, la Tata del sonno, Newborn Expert, Tata neonatale e Sleep Consultant. Da 12 anni ascolto genitori in Italia e in Europa, alle prese con i problemi del sonno. Da più di 20 lavoro nel mondo dell'infanzia, sia a Roma, mia città natale che in giro per l'Europa, Stati Uniti e Canada.

www.latatadelsonno.com

IG: @elena_the_nanny

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Come scegliere il sacco nanna?

Ti aiutiamo noi attraverso questa comoda guida! Ecco tutti gli aspetti da considerare nella scelta di quello perfetto.

1. Cos’è il sacco nanna e a cosa serve?

Ultimamente è cresciuta molto l’attenzione sul sacco nanna, ormai sempre più popolare e utilizzato anche in Italia. Ma che cos’è e a cosa serve?

Il sacco nanna è un accessorio per il sonno e il riposo dei bambini, e costituisce un’ottima e sicura alternativa alla classica copertina. Il sacco nanna può essere considerato una coperta che si indossa, un vero e proprio “sacco” chiuso sul fondo e sui lati, dotato di un foro per il capo e due per le braccia del piccolo: grazie alla capacità di avvolgere con morbidezza, è infatti un prodotto particolarmente consigliato per donare a neonati e bambini un

GUIDA ALLA SCELTA del sacco nanna

Tutto ciò che devi sapere per scegliere quello perfetto!

sonno ristoratore, tranquillo e di qualità.

2. Quando si usa?

È perfetto per essere utilizzato in casa - nella culla o nel lettino, durante la notte o i riposini giornalieri - così come all’aperto - ad esempio per un giro in carrozzina, assicurandosi che sia adatto alle temperature esterne.

Il sacco nanna classico può essere usato dai primissimi giorni di vita fino ai 3-4 anni circa. Ne esistono anche dei modelli dotati di due pratici aperture per i piedini, indicati fino ai 6 anni circa e perfetti per tutti i bambini che vogliono potersi alzare in totale libertà!

A seconda del TOG e di come il bambino viene vestito al suo interno, il sacco nanna può essere utilizzato pressoché in ogni stagione.

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3. Cos’è il TOG?

Il TOG è l’unità di misura utilizzata per determinare la pesantezza - e quindi il calore - del sacco nanna. Ecco i nostri consigli per scegliere il giusto sacco nanna e vestire al suo interno il bambino in base alla temperatura esterna:

- Da 22°C in su consigliamo un sacco nanna leggero - da 0.5 a 1.5 TOG - e di vestire il bambino con un body a maniche corte o solo il pannolino.

- Da 18°C a 20°C consigliamo un sacco nanna pesante - da 1.5 a 2 TOG - e di vestire il bambino con un body a maniche lunghe e una tutina leggera da notte.

- Da 16°C a 18°C consigliamo un sacco nanna invernale - da 2.5 a 3+ TOG - e di vestire il bambino con un body a maniche lunghe e una tutina invernale.

4. Come scegliere il sacco nanna?

È sempre più presente un’ampia gamma di sacchi nanna sul mercato, ma quali sono le caratteristiche che gli esperti reputano indispensabili per assicurarsi di aver scelto quello giusto?

Ogni bambino è a sé, così come sono diverse le preferenze e le esigenze di ogni famiglia, quindi chiaramente la scelta non sarà universale! Ecco, però, di seguito le caratteristiche più richieste e ricercate nella scelta di un sacco nanna:

1 - La cerniera con apertura completa, preferibilmente dal basso: assicura una facile vestizione e permette di cambiare il pannolino senza stress, non scoprendo interamente il bambino durante questo momento. Un’altra importante caratteristica della cerniera è che sia sicura: meglio, quindi, che sia coperta in modo da non venire in contatto con la pelle del bambino.

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2 - I fori delle maniche regolabili con comodi bottoni automatici sotto le braccia: per evitare che il bambino scivoli al suo interno e assicurare che resti correttamente coperto per tutta la durata del sonno. Per le notti più fredde non sono da preferire i sacchi nanna a maniche lunghe? No! Sarà sufficiente scegliere un sacco nanna con TOG più alto o semplicemente vestire in maniera più pesante il bambino al suo interno. Inoltre, le maniche lunghe per molti bambini risultano fastidiose, un impedimento alla mobilità!

4 - Un materiale sicuro: i più sicuri sono i sacchi nanna realizzati in 100% cotone certificato Oeko-Tex o GOTS e quelli in lana merino.

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5 - La giusta taglia: i sacchi nanna si dividono in taglie, e la scelta avviene sulla base dell’altezza del bambino. Si potrebbe avere la tentazione di acquistare un sacco nanna più grande per far sì che duri nel tempo, ma non sarebbe la scelta giusta! Così facendo non potrebbe garantire al bambino la giusta sicurezza, e perderebbe la sua efficacia!

3 - Il giusto TOG: per farlo è necessario tener presente la temperatura nella stanza e il tipo di indumenti con cui si intende vestire al suo interno il bambino. Ricordiamo però che per misurare la temperatura corporea di un bambino non dobbiamo farci ingannare da quella delle sue manine, sicuramente più fredde, ma dobbiamo misurarla all’altezza del del torace.

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Ecco come scegliere la taglia giusta:

• un sacco nanna lungo 70 cm è perfetto fino circa ai 6 mesi di età;

• un sacco nanna lungo 85-90 cm è indicato dai 6 ai 24 mesi di età circa;

• un sacco nanna lungo circa 85 cm e dotato di fori per i piedini è perfetto per bambini da 1 a 3 anni circa;

• un sacco nanna lungo 110 cm e dotato di fori per i piedini può essere indossato da bambini da 4 a 6 anni.

5. Perché il sacco nanna è più sicuro delle classiche copertine?

Una delle caratteristiche per cui il sacco nanna è sempre più richiesto e utilizzato è la sicurezza che garantisce al bambino durante il sonno. Oltre che per la possibilità di cadere e lasciare scoperto il bambino, lenzuoli e copertine volanti sono sconsigliati per il rischio di soffocamento che comportano. Il sacco nanna, invece, ha la capacità di rimanere sempre al suo posto, mantenendo il bambino al caldo e al sicuro.

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SONNO: gli effetti del rientro a scuola

a cura di Alma Giorgis @alma_dolcenanna

Al momento del rientro o dell’ingresso a scuola i bambini possono riscontrare delle problematiche relative al sonno. Dobbiamo preoccuparci?

Le preoccupazioni sono normali, ma non esageriamo! Si tratta di cambiamenti che creano scombussolamenti nei bambini, ma che sono risolvibili. Sono aspetti transitori! Anche il modo in cui noi genitori affrontiamo queste situazioni fa la differenza.

Quali sono le cause principali che creano scombussolamento in questo momento?

È il cambiamento a generare una difficoltà

sulla routine del sonno. Quando il cambiamento da novità diventa abitudine vedremo scemare queste difficoltà.

Consideriamo anche che molto varia in base al tipo di ambientamento. Se è veloce, può essere d’impatto e il bambino può risentirne, necessitando di più tempo per riassestare il proprio sonno. Se invece è più graduale, può anche non avere riscontri negativi sulle abitudini legate al sonno.

Inoltre, non è detto che le difficoltà legate al sonno si riscontrino con l’ingresso a scuola, ma possono riscontrarsi anche in seguito, nel momento in cui il bambino razionalizza la nuova routine.

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Si possono anche riscontrare delle regressioni a livello di autonomia nell’addormentamento. Come fare?

Ci sono tante piccole strategie, che cambiano da situazione a situazione. Con i bambini più grandi si può impostare un discorso che non è possibile con i più piccoli. Dobbiamo andare alla base e capire qual è stato il cambiamento che ha sconvolto la loro normalità: può essere successo qualcosa a scuola, una piccola cosa che ha generato turbamento. Per farlo dobbiamo indirizzare il bambino nella comunicazione, e non fare domande generiche. Oppure una buona soluzione è sempre quella di rivolgersi alle insegnanti.

A volte il bambino smette di dormire tranquillamente nella sua cameretta e richiede la vicinanza del genitore, ad esempio di

dormire con lui nel lettone. Se vogliamo che il bambino si senta sicuro a dormire autonomamente nella cameretta, mostriamogli che non c’è niente di cui aver paura, rendendo quello spazio un luogo sicuro. Se richiede vicinanza invece che accoglierlo nel lettone possiamo andare noi nella sua stanza per tranquillizzarlo e per far sì che associ un pensiero positivo a quel luogo.

Consigli per evitare un passaggio troppo netto dalla routine estiva (o comunque da una routine più “rilassata” a quella scolastica)?

L’ideale è sempre fare le cose gradualmente. È bene ristabilire gli orari prima della scuola, in modo da abituare i bambini ai risvegli anticipati.

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Teniamo sempre a mente che il ritorno, ma soprattutto l’ingresso, a scuola sono già di per sé momenti carichi di emozioni.

I bambini spesso non dormono quando hanno sonno, ma quando hanno le condizioni per farlo: se la luce resta accesa, o se sono distratti da molti stimoli o voci,è probabile che non vogliano andare a dormire o che non riescano ad addormentarsi. Per questo, quando arriva l’ora della nanna tutto intorno ai bambini deve “spegnersi”, in modo da fargli credere che tutto intorno a loro si fermi, altrimenti rinunciarvi sarà troppo difficile per loro! È quindi bene ridurre tutto ciò che può agitare o distrarre il bambino.

Quante sono le ore che un bambino dovrebbe dormire?

Non c’è una risposta univoca a questa domanda. In linea di massima un bambino di 3-4 anni che non dorme il pomeriggio può aver bisogno anche di 12 ore di notte. Se invece continua a fare il pisolino pomeridiano le ore notturne possono diminuire. Consideriamo che ogni bambino è a sé, non ci sono regole.

Fino a che età è consigliato il pisolino pomeridiano? E quanto deve durare circa? Come organizzarsi con la scuola?

Di solito i bambini hanno un sonno diurno fino ai 3-5 anni, ma capita che alcuni lo perdano prima dei 3 anni. Non dormendo si accumula il cortisolo, ovvero l’ormone dello stress e della veglia. Il corpo lo produce per non addormentarsi, e questo inevitabilmente rende il sonno più leggero e può frammentarlo, creando un circolo vizioso. Anche in questo caso non c’è una risposta univoca o una regola che valga per tutti. In generale se il bambino esce da scuola intorno alle 16 è consigliata non più di mezz’ora di riposino, per non intaccare il riposo notturno.

E se con la scuola aumentano i risvegli notturni? Come affrontarli?

Prima di capire come muoverci dobbiamo identificare le cause. Di base le soluzioni stanno sempre nell’accoglienza, nell’ascolto, nell’osservazione. Cerchiamo una comunicazione per capire se ci sia qualcosa che non va. Piuttosto che fare domande possiamo raccontare la nostra giornata, e sicuramente questo porterà i bambini a raccontare la loro con più facilità.

Sonno e schermi luminosi, come gestire questo delicato rapporto?

Gli schermi luminosi generano una luce bianca e fredda che richiama quella di mezzogiorno. Ostacolano la produzione di melatonina e riducono il sonno, ingannando il cervello e facendogli credere che non sia il momento di dormire. Gli schermi luminosi generano tanti stimoli sonori e visivi, che i bambini così piccoli non sono in grado di elaborare e questo porta ad un sovraccarico del sistema nervoso. Piuttosto che prima di dormire, possiamo permettere ai bambini di guardare tablet o telefono prima di cena, in modo che trascorra del tempo prima che arrivi il momento di dormire.

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5 MITI DA SFATARE sul sonno dei bambini

Ci sono tantissime convinzioni e luoghi comuni sul sonno dei più piccoli. Un mondo che si conosce ancora poco pur essendo una delle tappe di sviluppo più importanti per i piccoli. Credo sia più facile pensare secondo Come tutti i campi dove si cercano delle linee guida, forse a volte troppo nette, inevitabilmente si creano dei miti, che spesso si consolidano, evitando di farci vedere delle sfumature essenziali. Cerchiamo di sfatare almeno qualcuno di questi miti...

1. Se vanno a dormire tardi si svegliano presto.

Dipende dalla fascia di età, dal ritmo e dalla

qualità del loro sonno diurno. Alcuni bambini hanno bisogno di meno ore di sonno e tentare di metterli a letto leggermente più tardi potrebbe funzionare. Sono pochi i casi in cui questo avviene e prima di ipotizzare una cosa simile bisognerebbe aver analizzato gli orari diurni, la quantità di sonno diurna, la quantità di sonno notturna e la distribuzione di pasti e/o poppate durante il giorno e la notte.

Generalmente però molti piccoli vengono messi a letto troppo tardi rispetto alle loro reali esistenze di addormentamento dettate dal loro ritmo circadiano. Questa è la componente più comune. Nei primi 3/4 mesi si può cercare un andamento orario ma non essendo presente un ritmo circadiano consolidato è poco plausibile trovare il giusto orario di addormentamento.

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Più crescono, e il sonno diurno prende un ritmo, più è possibile individuare il momento del sonno ideale, quello che realmente gli appartiene e che aiuta in un sonno notturno più continuativo.

2. Bisogna smettere di allattare altrimenti non dormono.

Questo non solo è un mito ma una sciocchezza. Per chi allatta al seno e ha scelto questo percorso ma anche per chi si gode una coccola dopo o durante il biberon. Un conto è cercare un ritmo notturno per le poppate, specialmente dopo il quarto mese, un conto è sentirsi di dover smettere di allattare.

Prima cosa essenziale se il vostro e il loro riposo funzionano non avete un problema: tendenzialmente si analizza il ritmo del sonno dopo il quarto mese. Se dopo il quarto quarto/quinto mese il sonno notturno è molto frammentato e le poppate sono frequenti, possiamo cercare un ritmo diverso, ma questo non significa smettere! Significa trovare un ritmo diverso e dissociare suzione e addormentamento, lasciando spazio fra una poppata e l’altra quando possibile.

3. Non prendiamoli in braccio altrimenti prendono il vizio.

I piccoli non prendono il vizio. Capricci e vizio sono parole molto abusate al giorno d’oggi.

4. Bisogna mantenere degli orari rigidi per dormire bene.

Gli orari sono importanti ma non devono essere mai troppo rigidi. Cerchiamo sempre di osservarli per capire quello che serve e soprattutto ciò che funziona. Esiste una routine che aiuta ma non deve

mai essere rigida. Soprattutto nei primi mesi non sarà facile scoprire qual è il ritmo giusto. Non sarà facile ma nemmeno impossibile.

5. Vuole dormire solo con me non vuole il papà.

È naturale che la mamma sia la figura primaria di attaccamento. È naturale e bello. Imprescindibile, ma soprattutto con il tempo non vuol dire che sia l’unico modo in cui possono addormentarsi.

A volte i cuccioli piangono per una situazione che non riconoscono e uno dei modi per far loro capire che è tutto ok è quello di sperimentare. Fate sperimentare ai papà la messa a letto. So che nei primi mesi non viene spontaneo ma con il tempo imparate a delegare perché le braccia dei papà, come di altri membri della famiglia, sono un luogo sicuro.

Cercare di coinvolgere di più i papà farà anche aumentare il senso di sicurezza dei piccoli nel momento in cui non vi percepiscono nelle immediate vicinanze aiutando non poco anche con l’ambiente culla. Spesso i passaggi graduali sono anche quelli più naturali.

Vi spaventa che possano protestare ma è più una protesta per verificare se sono al sicuro che un no assoluto. Certo ci saranno giorni in cui la mamma è la mamma ma alternarsi o anche delegare ogni tanto ha sempre aspetti positivi.

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Speriamo che questa Guida al Sonno dei Bambini possa essere per voi uno spunto di riflessione e un aiuto per affrontare al meglio questo argomento.

Vogliamo prendervi per mano e accompagnarvi lungo la strada che vi aspetta, fatta sì di qualche difficoltà ma lastricata di bellissimi momenti che vi attendono e di ricordi da fissare nella memoria.

Dalla nostra Family alla tua famiglia,

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