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STAPELSTEIN MUOVERSI DIVERTENDOSI
Stapelstein conquista piccoli e grandi creando soluzioni semplici per il movimento. I prodotti sono durevoli e possono essere riciclati al 100%. I prodotti sono realizzati in EPP (polipropilene espanso) a rispar-
Original Rainbow 175€ mio di risorse, sono prodotti in Germania e realizzati utilizzando solo aria e vapore puri, senza plastificanti, additivi o altro. Divertimento colorato, gioioso e sicuro!
Non solo lampada in sette colori differenti, ma rumori e ronzii bianchi registrati da fonti reali quali il battito cardiaco all'interno di una mamma o il rumore del mare del Mar Baltico; sono rumori rilassanti che filtrano i suoni dall'ambiente circostante e assicurano ai bambini un sonno calmo e tranquillo. Quando il bambino inizia a piangere, la lampada si accende con il ronzio, illumina e calma il bambino.
Molo Cool For Kids
Molo, il brand danese fondato nel 2003 ha conquistato negli anni sia grandi che bambini. I capi sono colorati, innovativi e di qualità, le tinte forti e le stampe danno carattere a tutte le collezioni. Eccentrico, ma anche basico, Molo è un marchio certificato GOTS e specializzato nell'uso di poliestere riciclato. Molo ha l'obiettivo di diventare interamente sostenibile nei prossimi anni. Noi lo amiamo e speriamo anche voi!
Childhome La Nuova Mommy
È versatile, colorata e alla moda, la nuova Mommy Bag firmata Childhome. Il suo look sportivo con dettagli in pelle conquisterà tutte le mamme.
La borsa ha diversi scomparti e bande elastiche per mettere ordine al suo interno, è di dimensioni grandi e ha una cerniera speciale che rimane facilmente aperta. Dalla borsa di ogni giorno a borsa cambio con fasciatoio insluso, la potrai usare anche come borsa per l’ospedale o per un week end in vacanza.
Colorati, in legno e dalle forme più diverse sono i giochi firmati Grapat, che parte dall'idea che il gioco ha qualcosa di sacro, come un mondo parallelo governato dalle sue stesse regole e tempi. Sono giochi senza istruzioni, con l'unica premessa di lasciar fare, senza fretta. Il materiale di legno e colorato incita, invita, crea mondi fantastici, reali o inventati. Il legname per produrre i giochi proviene da foreste sostenibili.
Con Grimm's il divertimento non finisce mai! Mille combinazioni possibili nel creare mondi fantastici, costruire paesaggi, case e recinzioni e tanto altro ancora. I giochi sono realizzati in legno proveniente da foreste sostenibili mentre i tessuti sono certificati Oeko-tex per l'assenza di sostanze chimiche nocive. Sicuri, eco-friendly e bellissimi, i giocattoli Grimm's non annoieranno mai e ti permettono di viaggiare con la fantasia.
Ciao Gaia, ciao Michele ben ritrovati!
Siete stati presenti sulla cover del numero 10 del magazine di Family Nation dove ci avete raccontato il bel progetto di LaTendaInSalotto; ne avete fatta di strada… e di figli, che belli che siete!
Ci conosciamo da tanto tempo ma per chi ancora non vi conoscesse, eccovi qui (dal profilo Ig) con la vostra bio che ci piace tanto: "La tenda in salotto Gaia Rota e Michele Cattaneo + 4
Ci piace fare l’aperitivo e parlare di diritti." Oltre a fare figl*, evidentemente.
Partiamo proprio dalla vostra bio, avete sempre parlato di diritti e con il tempo la vostra voce si è fatta sentire di più. Quali sono ad oggi i diritti per cui vi battete e che trattate maggiormente?
M: Quando è nato il blog, “Latendainsalotto" si poneva proprio l’obiettivo di portare la voce delle cosiddette “famiglie allargate” di cui, secondo noi, ancora troppo poco si parla a livello di diritti ed opportunità nonostante si stima che in Italia siano presenti circa mezzo milione di famiglie come la nostra. Con il tempo però ci siamo accorti che erano anche molti altri i temi comuni nelle famiglie italiane per i quali ritenevamo importante “alzare la voce" e per questo ci siamo sempre di più appassionati a tematiche trasversali per parlare ad un numero sempre più ampio di interlocutori. In particolare, soprattutto ultimamente, abbiamo posto la nostra attenzione sui temi della suddivisione del carico di cura e domestico in ottica “gender neutral" e dell’identità digitale dei minori. Oltre a questo Gaia, insieme ad altre attiviste, sta in questi giorni lavorando ad una proposta di legge per i diritti delle partorienti.
Sono cambiate le aspettative sul ruolo della mamma e del papà in Italia? Ci è capitato di leggere commenti ai vostri post o reel in cui ancora emerge che ci siano delle aspettative sociali molto diverse tra il ruolo della donna e dell’uomo all’interno di una famiglia.
Pensate che la società in cui viviamo sia ancora lontana dall’idea di parità nella coppia o c’è speranza?
M: Il blog ci consente quotidianamente di entrare in contatto con esperienze molto diverse dalla nostra e da quella delle famiglie appartenenti alla nostra cerchia di amici stretti. Ci rendiamo conto che, nonostante quantomeno ultimamente si stia cercando di dare maggiore evidenza ad esperienze sempre più lontane dalla logica patriarcale di cui, ancora oggi, un numero davvero predominante di famiglie sono loro malgrado, si fatica ancora molto a problematizzare quegli automatismi tradizionalmente imposti che, tante volte, sembrano davvero essere parte di una cultura quasi inattaccabile.
Per noi porsi delle domande è il primo passo per provare a trovare delle nuove strade e, di conseguenze, delle “nuove tradizioni”.
Da qualche tempo gira sui mezzi di comunicazione un nuovo termine tanto discusso, il cosiddetto “mammo”. Tale parola sarebbe categoricamente da abolire, ci potete spiegare voi il perchè?
Come è possibile che ancora si definisca ‘mammo’ un babbo che si occupa dei figli?
Inutile dire che anche la lingua italiana sia sempre più contraddistinta da termini apparentemente innocui che però sono intrisi di una tradizione che oggi, per le condizioni sociali, di vita, economiche e lavorative delle varie famiglie italiane non può più in alcun modo essere attuale e sostenibile.
Il cambiamento deve nascere sicuramente dal basso e passa certamente anche dall’utilizzo corretto della terminologia di cui disponiamo grazie alla lingua italiana, ma siamo davvero sicuri che possa trovare terreno fertile in uno Stato che riconosce solo alla donna la possibilità di beneficiare della NASPI se si licenzia dal lavoro entro l’anno di età del figlio?
Questa come molte altre gravi lacune sul piano normativo oltre che la totale assenza di un pensiero concreto legato alle politiche per le famiglie in ottica NON assistenzialista non ci forniscono una prospettiva, ma siamo comunque convinti che l’errore più grande sarebbe quello di non lottare affinché le cose possano cambiare.
L’immagine anche ‘pubblicitaria’ del babbo che non sa fare niente in casa o con i figli (che sceglie vestiti sbagliati ecc) si vede in TV, su instagram e nei vari canali media, voi invece proponete un modello diverso in cui la competenza, come il carico è condivisa. Quanto ha contribuito il fatto che condividete il carico di lavoro in famiglia? Vi va di condividere il vostro metodo organizzativo?
Proprio pochi giorni fa abbiamo criticato quei blogger che scelgono di perpetuare questa immagine stereotipata dell’uomo.
I social, in particolare IG e TIKTOK, hanno una copertura davvero importante e crediamo che oltre all’intrattenimento “ironico” sarebbe importante condividere più spesso contenuti di qualità che, anche in maniera simpatica, ci possano mostrare che un altro mondo è possibile. Nella nostra esperienza sia il carico domestico che il carico lavorativo sono equamente suddivisi. Abbiamo scelto di basarci nella suddivisione dei compiti esclusivamente su ciò che ci piace o non ci piace fare, delegando a terze persone ciò che non ci piace proprio e che facciamo controvoglia. Ad esempio io (Michele) mi occupo della preparazione dei pasti, apparecchio/ sparecchio, pulizia cucina. Gaia è la responsabile della lavanderia e dell’asciugatrice, piegatura e riordino dei vestiti nei cassetti. Io non so davvero quale sia l’ammorbidente, lei non ha idea di dove siano le cipolle. Stirare non ci piaceva, pertanto abbiamo deciso di non farlo e di portare in stireria le cose che non possiamo proprio fare a meno di stirare.
Si parla di un carico notevole per le mamme: il carico di lavoro effettivo, mentale e organizzativo e in Italia si fanno sempre meno figli… che le cose siano collegate? Diteci voi, che di figli ne avete ben 4!
A tutti coloro che ci chiedono “Ma come fate?” rispondiamo che l’unico modo per farcela è fare squadra. E’ lo stesso discorso che facciamo ai nostri figli e alle nostre figlie quando spieghiamo loro che se un camion ha sei ruote ne basta una sgonfia per doversi fermare. Per ora ci stiamo riuscendo, speriamo di continuare così :)
E in tutta questa organizzazione, per i più curiosi, riuscite a ritagliare del tempo per voi due?
Questo è sempre stato un punto centrale per noi.
Pensare che la famiglia che siamo sia nata dalla coppia che eravamo ci aiuta a prenderci dei momenti solo per noi a cui non credo saremmo mai capaci di rinunciare.
Ad esempio ieri sera abbiamo messo a letto Lavinia, Brando, Nilde e Tea, abbiamo riordinato casa e ci siamo vestiti eleganti.
Alle 22:00 abbiamo ordinato cena d’asporto, acceso una candela in centro al tavolo e siamo andati “dentro” a cena. Quando invece riusciamo ad organizzarci meglio con l’aiuto dei nonni o della babysitter ci prendiamo l’intera serata libera per andare a qualche concerto o qualche festival, Sono dei momenti che riteniamo importanti per noi. Sono piccole cose, ma non devono mancare per riscoprirci anno dopo anno anche come coppia e non solo come genitori.
Michele, un’ultima domanda, ma non svelarci troppo… Ci hanno molto toccato la tua esperienza e le tue parole alla nascita di Nilde. Quell’averla conosciuta così poco nei suoi primi attimi di vita e quel diritto genitoriale non riconosciuto. Con la piccola Tea le cose sono andate diversamente?
Si, mentre Nilde è nata in piena pandemia, momento in cui abbiamo dovuto necessariamente sottostare alle rigide limitazioni imposte dal COVID alla presenza del papà o della figura di riferimento all’interno dei reparti insieme alle mamme nella degenza post-parto, con Tea abbiamo voluto optare, proprio per ovviare ad una situazione ancora troppo confusa sull’apertura dei reparti ospedalieri di degenza, per le dimissioni anticipate.
In accordo con i sanitari siamo tornati a casa a 12 ore dal parto e abbiamo potuto vivere insieme tutti i primi attimi di vita della nostra nuova bimba. Sono stati giorni sospesi e bellissimi, una "degenza domestica" con i controlli dell’ostetrica qui a casa, in cui siamo riusciti a dedicarci un momento esclusivo per accogliere la nuova arrivata tra cibo d’asporto, coccole e innumerevoli pannolini. È stato a tutti gli effetti un secondo meraviglioso viaggio di nozze.