FARE ALA PORTFOLIO
Fare Ala è un collettivo transnazionale che nasce a Palermo nell’autunno del 2009 dall’incontro di artisti italiani, spagnoli e francesi accomunati dall’esigenza di creare un luogo aperto di discussione e di confronto intorno alla questione relativa alla funzione sociale dell’arte e alle possibili relazioni tra pratica artistica e dimensione urbana e sociale. Intorno a questa riflessione confluiscono esperienze, percorsi ed orientamenti teorici, anche molto differenti tra loro, che conducono alla realizzazione di progetti artistici incentrati sulla valorizzazione delle diversità, l’apertura a continue collaborazioni e la moltiplicazione dei linguaggi espressivi: dal video alla pittura, dalla street art alle installazioni, dalla mail art fino agli interventi performativi. I membri del collettivo, il cui numero varia continuamente, operano in varie città europee ed extraeuropee. I tre nuclei principali sono dislocati a Murcia, Palermo e Córdoba (Argentina), città che rappresentano altrettanti punti di una rete transnazionale dinamica ed eterogenea. Ciascun gruppo sviluppa sia progetti locali sia progetti comuni condotti secondo modelli di creazione collettiva che sfruttano la dispersione geografica e le potenzialità della rete internet. Al di là delle peculiarità delle pratiche artistiche e dei temi affrontati dai singoli gruppi nazionali, il collettivo condivide un set di modi operandi condivisi che si radicano in una visione della pratica artistica quale strumento di indagine e di riflessione che non può prescindere dall’esplorazione della dimensione storica, relazionale e politica dei contesti sociali entro i quali gli artisti sono chiamati di volta in volta ad operare. I progetti presentati in questo portfolio rappresentano una selezione relativa all’attività artistica del nucleo Fare Ala attivo a Palermo.
Work in progress - ZAC ZAC è un museo/laboratorio che nasce all’interno di un grande hangar dei Cantieri Culturali della Zisa di Palermo, vasta area ex-industriale già protagonista di una grande “rinascita culturale” di Palermo durante gli anni Novanta e poi, fino a pochi mesi fa, abbandonata per più di un decennio. Il collettivo Fare Ala, chiamato lo scorso dicembre a partecipare al progetto ZAC ri-focalizza l’attenzione sulla memoria degli operai attivi durante gli anni ‘60, ‘70 e ‘80 all’interno delle ex-officine, tema già affrontato dal gruppo pochi anni prima. A partire dal ritrovamento, all’interno di un edificio dei Cantieri Culturali della Zisa, di un archivio abbandonato e relativo alla storia lavorativa di operai attivi nell’area industriale palermitana ed in altre realtà industriali della regione, prende avvio un processo di ricerca complesso e multiforme che tenta di riconnettere la memoria dei vecchi lavoratori alle istanze sociali e politiche del presente. Se da una parte l’indagine si concentra sulla ricostruzione di alcuni frammenti della storia industriale che collega Catania e Palermo (ricerca che confluisce nella mostra From Archive to Action) dall’altra si focalizza l’attenzione sulle tracce lasciate dalle trasformazioni architettoniche che, all’interno dei Cantieri Culturali, rappresentano parte della memoria delle agitazioni e degli scioperi dei lavoratori dei decenni precedenti e che continuano oggi ad influenzare le relazioni tra cantieri e città. In ambedue i casi, la ricerca, muovendosi lungo traiettorie temporali eterogenee, piuttosto che tendere verso una fase conclusiva o esaurirsi nella produzione di un oggetto finale, assume i tratti di un processo ramificato ed espansivo scandito da movimenti talvolta divergenti, occasioni di incontro e di approfondimento, azioni, relazioni, viaggi. Momenti di formalizzazione in parte ancora in progress, in parte pregressi e relativi a tappe
precedenti della ricerca, testimoni di differenti fasi di un percorso processuale che nasce dall’esigenza di riattivare ed interrogare una memoria che, per anni sommersa, diviene spunto per una riflessione sulle realtà del presente. L’urgenza politica che anima l’intero progetto si connette, quindi, alla necessità di focalizzare l’attenzione sul particolare momento storico attuale, alla possibilità di creare, attraverso l’arte, nuove occasioni di discussione sulle criticità relative alle condizioni dei lavoratori di oggi. Analogamente, i rami della ricerca riguardanti le relazioni tra cantieri e tessuto urbano diventano spunto per sollevare la questione delle responsabilità sociali e culturali connesse alla ri-appropriazione e alla ri-attivazione di uno spazio pubblico di produzione e fruizione della cultura collocato nel tessuto urbano di un quartiere popolare.
La Baracca è un luogo di incontro e di condivisione che nasce dall’esigenza di costruire all’interno del laboratorio/museo ZAC una “casa” capace di catalizzare relazioni e collaborazioni, uno spazio che accogliere momenti di convivialità e di discussione. Dell’installazione in questione non rimane che una documentazione fotografica, per motivi di allestimento la Baracca è stata infatti smontata. Questa circostanza si pone in linea con l’idea di lavoro time specific, un’opera che assume senso pieno e mantiene la sua ragion d’essere entro una durata temporale e in rapporto al mutevole panorama relazionale in risposta al quale essa nasce.
Baracca Installazione 30 m² circa 2013
«Il ponte é una metafora di ciò che mette in relazione unità che stanno tra loro distanti oltre che distinte, rendendo possibili passaggi e congiunzioni altrimenti impensabili. Immagine concreta del simbolo, il ponte rimanda a ciò che l’uomo ha imparato a costruire per superare la condizione dolorosa e paralizzante di scissione e isolamento tra sé e l’altro (dimensione interpersonale) o tra parti di sé (dimensione intrapsichica). […] Il ponte è cioè esperienza concreta di unità e diversità insieme, di opposti che solo in quanto si sono riconosciuti tali possono infine arrivare a congiungersi». Rosemary Gordon: Il ponte: una metafora dei processi psichici, Boringhieri, 2003 L’installazione Ponte propone una trasfigurazione simbolica degli aspetti relazionali più rilevanti che stanno caratterizzando l’esperienza collettiva di ZAC. Lo spazio laboratoriale rappresenta un luogo dinamico dove i differenti significati offerti dal concetto di ponte vengono declinati e rielaborati. Il processo di realizzazione ha previsto la partecipazione di diversi artisti, realizzando una possibilità di confronto e collaborazione che incarna il fulcro semantico dell’idea stessa di ponte.
Ponte
Installazione: corda, spago, canne 1 x 30 m 2013
La Struttura, che sin dall’inizio della fase laboratoriale ZAC diviene un luogo di co-creazione, assume, in una fase successiva, la funzione di “casa� dove confluiscono, temporaneamente e in vista della presentazione al pubblico, le formalizzazioni relative ai differenti rami del processo di ricerca sviluppato durante i mesi di laboratorio.
Struttura Installazione 6x5x3m 2013
Nel video Il Muro il dott. Ottavio Piombo propone una ricostruzione relativa allo sciopero e alle agitazioni che coinvolsero gli operai di Aeronautica Sicula nel 1959 e che condussero l’azienda a disporre l’innalzamento del muro di cinta che separa tuttora i Cantieri Culturali alla Zisa dal tessuto urbano circostante. L’innalzamento fu deciso dai dirigenti dell’azienda per impedire la solidarietà che si era creata tra cittadini ed operai che aveva consentito il protrarsi delle agitazioni. La ricostruzione si basa sulle ricerche condotte dal collettivo Fare Ala e dal dott. Ottavio Piombo e prende avvio dal confluire delle informazioni raccolte attraverso testimonianze dirette e da quelle rintracciate tra le pagine dei giornali dell’epoca. «In contrasto con quei fatti affiorati, con quel piano subdolo che costringeva gli operai nella loro isola-fortino, c’è il lavoro di Fare Ala, nato e condotto nel segno di un principio dialogico e processuale, coltivando l’idea di relazione e di comunità. Così, ascoltando il racconto del dottor Piombo, figlio di operai comunisti ed egli stesso voce di una sinistra perduta e radicata nel sociale, si affastellano tra il ricordo e l’immaginazione le voci e i gesti di decine di lavoratori senza nome, asserragliati al di qua di una muraglia fisica, quanto simbolica». Helga Marsala, Storia di un muro, tra la fabbrica e il quartiere. Fare Ala incontra il dottor Ottavio Piombo, Artribune, maggio 2013 http://www.artribune.com/2013/05/storia-di-un-muro-tra-la-fabbrica-e-il-quartiere-fareala-incontra-il-dottor-ottavio-piombo-a/
http://www.youtube.com/watch?v=y6EKvzSyQ90
Il Muro Still da video DVD - PAL 4’03’’ 2013
Nel video la Scalata l’alto muro che divide i Cantieri Culturali alla Zisa dal tessuto urbano circostante diviene oggetto di una simbolica scalata. Due membri del collettivo si arrampicano simultaneamente lungo le due facce del muro descrivendo due traiettorie possibili di attraversamento della barriera. Durante l’azione vengono applicate sia sul versante interno che su quello esterno due fotografie che rendono visibili, da ambedue le prospettive, la porzione panoramica relativa ai Cantieri e quella relativa al quartiere che il muro nasconde alla vista in un punto determinato. La scalata diventa un atto simbolico che, riattualizzando la memoria dell’innalzamento del muro (scaturita nel 1959 da un tentativo di evitare la solidarietà e le relazioni tra operai e cittadini del quartiere) vuole riportare l’attenzione sull’attuale funzione di un limite storico che diviene oggi l’emblema della separazione tra Cantieri culturali e quartiere, tra i luoghi di produzione della cultura e la città. All’azione del collettivo segue la decisione dell’amministrazione comunale di creare un passaggio pedonale proprio nel punto in cui pochi giorni prima avviene la scalata. Gli interventi fotografici vengono tolti dagli operai e il muro viene abbattuto rendendo reale quanto suggerito dall’illusione fotografica. Mentre pratica artistica e pratica sociale convergono fino a sovrapporsi, la ricerca del collettivo prosegue documentando e monitorando le fasi di creazione della nuova apertura e raccogliendo le opinioni degli abitanti del quartiere in attesa dell’ufficiale apertura del nuovo passaggio.
Scalata Still da video DVD - PAL 2’32’’ 2013
Senza Titolo Fotografia: documentazione dell’ apertura del nuovo passaggio 2013
From Archive to Action Mostra personale a cura di Katiuscia Pompili, Bocs, Catania, 20 aprile – 25 maggio 2013. «Un archivio abbandonato ritrovato ai Cantieri Culturali della Zisa nel 2011 diviene per i Fare Ala un’epifania, un momento di rivelazione sulla natura del luogo in cui agivano artisticamente. Due anni dopo apre ZAC Zisa Zona Arti Contemporanee e il collettivo viene chiamato a produrre un’opera nel laboratorio aperto ai Cantieri Culturali della Zisa; i documenti salvati dal macero divengono spunto per una ricerca sulla storia dei cantieri e su come finirono insieme foto e cartelle di operai palermitani e catanesi. Il viaggio attraverso la memoria compiuto dai Fare Ala riporta a galla la storia industriale siciliana, risveglia una memoria collettiva a breve termine e riattualizza le problematiche legate al mondo del lavoro. L’archivio sottratto all’oblìo porta gli artisti a collegare le realtà lavorative e sociali di Palermo a Catania; se a ZAC i Fare Ala presenteranno delle opere nate dallo studio, dalla ricerca e dal confronto di quel ritrovamento, da Bocs porteranno se stessi e i processi di elaborazione. Un ensamble di cartelle, fascicoli, foto, articoli di giornali dell’epoca, frammenti di conversazioni telefoniche con gli ex operai, bozzetti e video che ricreano un nuovo archivio, quello del processo di riflessione e creazione. Il lavoro dei Fare Ala è nel processo, nel dibattito partecipativo, nella scoperta e nel confronto col contesto urbano e con la storia. Il work in progress caratterizza la loro poetica, non come sezione di tempo che porta all’opera ma come opera in continuo divenire […].
E’ così che da Palermo, seguendo le tracce di quei primi abitanti dei cantieri della Zisa, sono arrivati a Catania; da un archivio abbandonato nasce un nuovo archivio formato di incontri, discussioni e nuove memorie. Il processo di ricerca e analisi viene raccontato da Bocs e preannuncia la sintesi formale delle opere che saranno esposte ai Cantieri Culturali della Zisa. Un incontro che unisce le due città dal punto di vista della storia, del lavoro, della politica e dell’arte. Tutto il materiale esposto non è da intendere come avanzo ma come possibile genesi di altrettante infinite opere». Katiuscia Pompili, From Archive to Action, aprile 2013 http://parking095.blogspot.it/2013/04/fare-ala-from-archive-to-action.html http://www.artribune.com/2013/05/storia-di-un-muro-tra-la-fabbrica-e-il-quartiere-fareala-incontra-il-dottor-ottavio-piombo-a/
From Archive to Action Installazione 150 x 700 cm 2013
From Archive to Action Installazione 150 x 700 cm 2013
From Archive to Action Installazione 150 x 700 cm 2013
La Peste Un progetto di Alessandro Bazan, esposizione collettiva a Palazzo Costantino e Palazzo Di Napoli , curata da Salvatore Davì e Tiziana Pantaleo. Palermo 14 -15 agosto 2012. Mostra inaugurata presso le sale del piano nobiliare di Palazzo Costantino, nei pressi dei Quattro Canti di Città inaugurata in concomitanza con il Festino di Santa Rosalia. Il progetto ideato da Alesandro Bazan e curato da Salvatore Davì ha proposto gli interventi site specific di circa 50 artisti in maniera da connettere le sale del Palazzo con la cittadinanza e portare a conoscenza di quest’ultima, dell’importante monumento abbandonato da circa 60 anni, saccheggiato e vessato. «Il percorso della mostra sarà un momento di riflessione sulle attuali condizioni in cui l’intera città versa, al culmine del suo degrado e della sua apparentemente atavica decadenza, proprio per questo il titolo, “La Peste”, vuole allegorizzare una condizione nella quale il morbo sussiste ancora e permea tutta la struttura della città, e al contempo un rinnovato bisogno di un atto che la liberi ancora una volta da questo flagello. Un’azione laica che si fonde all’esperienza religiosa che la festa stessa incarna nella sua 388° edizione». Salvatore Davì, La Peste, 2012 http://www.tribenet.it/read.php?read=14369-la-peste
P e P luce sono due interventi site specific sviluppati all’interno di Palazzo Costantino. Essi collegano il percorso urbano della processione religiosa dedicata a Santa Rosalia agli spazi interni del palazzo. P costruisce una serie di connessioni tra le strade incluse nel percorso della processione, che vengono tracciate attraverso segni cromatici, e le pareti di una delle stanze abbandonate. Una mappa topografica della città si inserisce negli interstizi della superficie degradata della stanza in questione. I punti urbani tracciati dai segni cromatici vengono indicati nella mappa connettendosi, attraverso fili dello stesso colore, alle fotografie che documentano tali segni alla parete adiacente. P luce, utilizzando la luce delle candele, illumina, ricreando la forma del percorso della processione, una delle stanze meno accessibili e buie del palazzo. Lavoro site specific, infine, ironizza sulla leggerezza con la quale, sempre più frequentemente, vengono richiesti agli artisti interventi site specific senza tenere conto delle criticità degli spazi o senza comunicarli agli stessi. L’opera rappresenta i piedi di un membro del collettivo martoriati dalle pulci che infestano il palazzo. La pulce, vettore della peste (morbo dal quale Santa Rosalia salva la città nel Seicento) ritorna con il suo drammatico carico di simboli a rivivificare con feroce ironia la decadenza di una città ancora avviluppata nel morbo storico cui il titolo della mostra fa cenno.
P Installazione: fotografie, carta, fili 300 x 250 cm 2012
P luce Installazione: candele, persiane 800 x 300 cm 2012
Lavoro Site Specific C-Print 70 x 50 cm 2012
Indifferenziata Esposizione personale per il progetto collettivo 4Canti, Qamm Palermo, giugno 2012. Indifferenziata è un’installazione realizzata dal collettivo Fare Ala presso lo spazio palermitano Qamm nell’ambito del progetto espositivo 4 Canti @ Qamm. Il progetto, curato da Alessandro Pinto, ha indagato la valenza simbolica di uno spazio urbano come i Quattri Canti di Città attraverso il dialogo e la contaminazione dei punti di vista sviluppati in tempi successivi da quattro differenti artisti. L’idea che anima Indifferenziata è la possibilità di interpretare i Quattro Canti come possibile luogo di incontro tra istanze differenti, spazio di crash linguistico e relazionale. L’installazione realizzata intorno a questa idea ricostruisce una mappa della città che, come una matrice di possibilità, accoglie lavori temporalmente e linguisticamente distanti tra loro. Un paesaggio dove fluttuano insieme frammenti di interventi pregressi e documentazioni di opere prodotte nelle varie parti del mondo dai nuclei internazionali del collettivo. Un crocevia di segni, di durate e di incontri che delinea un possibile ritratto della complessa rete urbana che disegna la città.
Indifferenziata Installazione 600 x 400 cm 2012
Indifferenziata Particolari installazione 2012
A’ Mon Avis. Various Works of International Artists Un progetto collettivo ideato da Astrid Bossuyt, co-curato e co-prodotto. Spazio 117 Palemo, maggio 2012. Progetto espositivo autoprodotto ed autocurato che nasce dalla collaborazione tra vari artisti palermitani ed internazionali e che culmina nella creazione di uno spazio indipendente temporaneo a Palermo. A partire dall’interazione tra l’artista fiamminga Astrid Bossuyt e il collettivo Fare Ala, À Mon Avis, infatti, prima ancora che una mostra, diventa ben presto una galleria temporanea capace di accogliere e moltiplicare linguaggi, energie e relazioni. Ciò è testimoniato dalle imprevedibili collaborazioni con artisti che, come l’attrice e performer Iringó Réti, liberamente e gradualmente si uniscono al nucleo originario e arricchiscono il progetto iniziale. Alle opere prodotte in loco (è il caso, tra gli altri, dell’installazione creata da Marjolein Wortmann) o esposte per la prima volta in occasione dell’apertura, si aggiungono una serie di lavori di artisti internazionali come Pieter Van Nieuwenhuys, Gertjan Bisschop, Celine Mathieu e Sara Gerats.
http://www.killsurfcity.it/intervista-ad-astrid-bossuyt/
Due degli interventi realizzati dal collettivo Fare Ala per À Mon Avis indagano la relazione tra lo spazio espositivo temporaneo e il tessuto urbano entro cui esso è stato costruito. Senza Titolo è un’installazione che crea una barriera bicroma trasparente tra interno ed esterno e prevede una moltiplicazione dei punti di vista attraverso una documentazione fotografica di successivi momenti di fruizione restituendo una visione processuale delle trasformazioni del panorama urbano nel corso della fase espositiva che coincide con la durata della galleria temporanea. Street Stickers è invece una raccolta degli stickers originali le cui copie sono state applicate dal collettivo in varie strade della città.
Senza Titolo fogli di acetato colorato su vetro 300 x 400 cm 2012
Street Stickers Mixed media 150 x 30 cm 2012
Wurzelstock Progetto di Mail - Art nato a Palermo nell’aprile 2012. Wurzelstock è un progetto di mail art che nasce dall’esigenza di indagare ed espandere le possibilità creative e relazionali tra i membri del collettivo e collaboratori esterni attraverso le potenzialità e le temporalità offerte dal mezzo postale. Il progetto si fonda su una serie di regole non rigide delle quali la principale prevede la produzione e l’invio di due lettere per ciascuna lettera ricevuta. Attualmente Wurzelstock, progetto tuttora in corso, coinvolge un gran numero di collaboratori in tutto il mondo. www.wurzelstock.tumblr.com
Il Genio della Vucciria Intervento urbano Piazza Caracciolo, Vucciria, Palermo, dicembre 2011. Intervento di grande formato applicato su una saracinesca di un negozio chiuso di Piazza Caracciolo, cuore pulsante della Vucciria e uno dei più importanti mercati storici di Palermo. Il mito del genio, nume tutelare della città, viene accolto dalla comunità della Vucciria.
Il Genio della Vucciria Acrilico su carta 300 x 250 cm 2011
IO/ SIAMO santachiara Esposizione collettiva curata da Giusi Diana, un progetto del Museo Riso, presso l’Oratorio di Santa Chiara, Palermo, dicembre 2011. Curato da Giusi Diana, il primo progetto espositivo de la Falegnameria, nato dalla collaborazione tra Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, CLAC Centro Laboratorio Arti Contemporanee e Associazione Santa Chiara, IO SIAMO/santachiara è un progetto artistico di partecipazione sociale che mira alla creazione di relazioni tra artisti della scena contemporanea e gli abitanti del Centro Salesiano Santa Chiara - punto di riferimento per i servizi di accoglienza ai migranti che da anni opera in una realtà multietnica come quella del centro storico di Palermo. http://www.tribenet.it/read.php?read=13074-io-siamosantachiara http://www.arteecritica.it/NOTIZIE/2012/notizie-febbraio-01.html
Il germoglio dell’altro L’intervento murale realizzato dal collettivo Fare Ala nell’atrio interno dell’Oratorio Santa Chiara è il risultato di un lungo periodo di permanenza all’interno dell’Oratorio e prende avvio dalle relazioni tessute gradualmente con i suoi abitanti. L’approfondimento di alcune vicende storiche relative alla colonizzazione diventa il filo conduttore per la costruzione di un albero genealogico immaginario che attraversando due secoli di storia si riconnette al presente e ai processi di integrazione degli immigrati di seconda generazione nel centro storico di Palermo. «Una riflessione sul passato coloniale e sulla violenza della storia in cui ritratti da chiché fotografico, documenti di identità, personaggi reali e di fantasia, militari, residui della nostra memoria iconografica sparsi come detriti della risacca della storia grande e piccola sono imbastiti, in mille rivoli possibili, come seguendo le piste di una sola tragica vicenda. Ci piaccia o meno, è la loro storia, è la nostra storia». Sergio Troisi, Il museo va in città. L’arte del “Riso” esce dal Palazzo, La Repubblica, 17 dicembre 2011. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/12/17/il-museo-va-incitta.html
Il Germoglio dell’ Altro Acrilico su muro 7 x 21 m 2011
Il Germoglio dell’altro particolari 2011
Hip Hop Dayz Evento culturale organizzato da Accademia di Belle Arti, Goethe Institut, Istitut Français. Presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, ottobre 2011. Manifestazione promossa dal Centre culturel français, dal Goethe Institut e dall’Accademia di Belle Arti di Palermo. Divieti è il titolo della sezione dedicata alla street art, per la quale il collettivo è stato chiamato ad operare all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa. Il progetto focalizza l’attenzione sugli spazi negati e sull’abbandono in cui versavano i grandi padiglioni dell’ ex area industriale palermitana. Il collettivo realizza una serie di interventi di street art lungo una strada dei Cantieri e ritrova una statua di Santa Rosalia abbandonata e risalente ad un Festino degli anni Novanta. La statua, realizzata da Bruno Caruso, viene ripresa ed inserita in una installazione (Santuzza FareAlata) dove i simboli iconografici della santa vengono ricomposti e stravolti: il teschio si sovrappone al volto creando un’immagine macabra che diviene triste simbolo del velo di desolazione e di morte culturale calato sull’ex cittadella della cultura per circa un ventennio. Archiviati, infine, è un’installazione che rappresenta il primo tentativo di formalizzazione scaturito dal ritrovamento, all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa, di un archivio relativo ai lavoratori dell’ex area industriale nei decenni precedenti. A partire dallo stesso archivio, un nuovo e più complesso processo di ricerca avrà inizio presso ZAC nel 2013.
Senza Titolo Mixed media su pannelli di legno 208 x 270 cm cada uno 2011
Santuzza FareAlata Installazione 3 x 1,5 m 2011
Archiviati Installazione: fotocopie, documenti pervenuti in loco 208 x 270 cm 2011
Archivio Installazione 2011
Hotel des Etrangers/Zeta Esposizione collettiva curata da Giusi Diana, Laboratorio Zeta, Palermo, maggio 2011. Mostra collettiva curata da Giusi Diana che nasce dall’esigenza di dare avvio ad un percorso di indagine e riflessione sulla condizione degli stranieri in Sicilia. Riflessione che nasce proprio a partire dalla scelta della sede della mostra, non un qualsiasi spazio espositivo, ma un luogo-simbolo dell’accoglienza degli stranieri a Palermo, il Laboratorio Zeta, centro sociale occupato ormai da dodici anni che ospita una comunità di rifugiati sudanesi, in gran parte sfuggiti alla guerra civile in Darfur. «La mostra ospitata a Palermo risente inevitabilmente dei drammatici fatti di cronaca che stanno sconvolgendo molti paesi arabi e in particolare il Nord Africa (Tunisia, Egitto e Libia), riportando l’attenzione del mondo sulla sponda del Mediterraneo che ci sta esattamente di fronte, e ridefinendo il ruolo della Sicilia che per la sua essenza di terra liminare tra civiltà sembra incarnare, in questo momento, meglio di altri luoghi le incoerenze e le discrasie del nostro tempo». Giusi Diana, Hotel des Etrangers/Zeta http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/06/08/lo-sguardosugli-stranieri.html
Gli interventi del collettivo Fare Ala all’interno del Laboratorio Zeta si collocano lungo la cortina muraria esterna e le pareti interne del centro. Gli interventi indagano le possibili esperienze di straniamento e riflettono sulle differenti situazioni della dimensione quotidiana connesse all’idea del “ sentirsi straniero”, attraverso la presentazione di diversi casi estratti dal vissuto dei membri del collettivo e degli ospiti del centro, ospiti che hanno collaborato sin dall’inizio al progetto del collettivo diventando produttori attivi delle opere esposte.
Senza Titolo Acrilico su saracinesca 3 x 10 m 2011
Senza Titolo Acrilico su carta su parete 3x5m 2011
Mano a Mano Esposizione personale presso lo Spazio Espositivo Cannatella, Palermo, ottobre 2010 «Nella mostra “Mano a Mano” Fare Ala sottolinea l’importanza dei sistemi di lavoro, sia pianificati che spontanei, nella creazione collettiva e presenta unicamente opere e progetti, realizzati a squadra. Interrogandosi sul concetto di arte a distanza, i ragazzi del gruppo hanno organizzato un vero e proprio progetto di Mail Art; approfittando della distanza fisica che li separa hanno sviluppato una rete d’invii postali tra Palermo, Murcia, Siviglia, Bilbao e alcune città francesi. Un’altra delle originali opere è la costruzione della identità di un personaggio: “Coco” (ora reale), anche qui in primo piano vengono posti la cooperazione e la co-creazione. Nel montaggio “Ric-Over”, i ragazzi utilizzano materiali/flyers di mostre ed eventi artistici come supporto plastico su cui lavorare per creare nuove opere. Nell’esposizione saranno presenti anche video, istallazioni, e lavori dove si fondono pittura, scultura ed altri elementi. Questo appuntamento di FARE ALA allo spazio Cannatella si prepara ricco di sorprese, immagini, suggestioni, racconti visivi, che forniscono testimonianza di un singolarissimo “fare” creativo delle nostre più giovani generazioni, che nel caso appunto di “FARE ALA” hanno il dono di un grande slancio visionario, fuori da sterili contaminazioni, da facili improvvisazioni o peggio dal “riciclo ruffiano” di forme e lingue abusate. Senza ombra di dubbio merito di questo giovane gruppo è soprattutto quello di saper condividere in un abbraccio comune questo “volo” creativo o meglio questo respiro d’arte per restituirci insieme il loro sguardo delle cose del mondo.»
Tiziana Pantaleo, Mano a Mano, ottobre 2010
Snow Ball Installazione: mixed media su carta, fili 250 x 400 cm 2010
Mano a Mano particolari allestimento 2010
Fanzines Fanzines Fare Ala dal 2009 al 2012 Pubblicazioni autoprodotte dal collettivo sin dalla sua formazione, le Fanzines si sviluppano di volta in volta intorno a differenti nuclei tematici. Ciascun tema viene declinato in maniera personale dai singoli membri del collettivo per poi confluire in un testo corale. I numeri delle fanzine pubblicati dal 2011 in poi accolgono numerose collaborazioni con artisti esterni al collettivo.
Fanzines Copertine delle fanzines vari formati 2009-2012
Curriculum Vitae FARE ALA Gruppo artistico transnazionale nato a Palermo nel novembre del 2009 www.fareala.blogspot.com 2013 - From Archive to Action, esposizione personale, BOCS, Catania, a cura di Katiuscia Pompili. - Festival de Autoedición, Tenderete 5, Valencia, Spagna. - Collaborazione con Fabrizio Basso per la creazione del suo nuovo progetto, Bad Trip, nell’ambito dei “Transiti” previsti dal programma di attività culturali di ZAC, Zisa Zona Arti Contemporanee, Palermo. 2012 -
Collettivo selezionato per il museo/laboratorio ZAC, Zisa Zona Arti Contemporanee, Palermo. Laboratorio Errático Audiovisual, workshop, festival simultáneo de videoarte, InMediTerraneum, Matadero, Madrid, Spagna. Transatlántica (atto II) esposizione personale, Azotea, Murcia, Spagna. Transatlántica (atto I) esposizione personale, Casa 13, Córdoba, Argentina. Chi cavalca la tigre non può scendere, esposizione collettiva, progetto di Katia Licari e Sergio Cascavilla, Complesso monumentale Tommaso Fazello, Sciacca (Agrigento). La Peste, esposizione collettiva presso Palazzo Costantino organizzata da Alessandro Bazan e curata da Tiziana Pantaleo e Salvatore Davì. Indifferenziata, installazione per il progetto I Quattro Canti, Qamm, Palermo. Incubarte, Festival di arte indipendente, Valencia. Lavagna Urbana, Laboratorio e Fanzine#11 Special Edition, manifestazione organizzata da Addio Pizzo, Giardino Inglese, Palermo. Teatro Valle Occupato, esposizione collettiva. Progetto co-curato da L’Arsenale e Teatro Valle, Roma. A’ Mon Avis, various works of international artists. Esposizione collettiva, progetto ideato da Astrid Bossouyt a curatela partecipata, Spazio 117, Palermo.
2011 - IO SIAMO/Santachiara, esposizione collettiva a cura di Giusi Diana. Museo Riso - Oratorio di Santa Chiara, Wall painting Il germoglio dell’altro e Fanzine#10 “IO SIAMO MOLTA GENTE” . - HIP HOP DAYZ 2011, installazioni, videoarte, interventi di street art. Accademia di Belle Arti di Palermo, Goethe-Institut e Centre culturel français, Cantieri culturali alla Zisa, Palermo.
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Fanzine #9. Murcia . Performance FREE MODE AUDIOVISUAL, JAM SESSION, Sala PROGRESO 80, Murcia. UNA RED DE MIRADAS, Ocho y medio, Alicante. Fanzine #8. “Perro+pensar”, Siviglia. Intervento ESPACIOS DISPONIBLES in collaborazione con A VER e BASURAMA, Festival MUCHO MAS MAYO, Cartagena, Spagna FREE MODE, esposizione personale, Sala PROGRESO80, Murcia. HOTEL DES ETRANGERS, esposizione collettiva a cura di Giusi diana, Laboratorio Zeta, Palermo. Fanzine, Murcia. Presentazione di Fanzine #7 Microficciones, Romea 3, Galería de Arte, Murcia. Esposizione colletiva I PARK ART, Palermo. Intervento CULTURA COMPARTIDA (O FARE ALA RECOMIENDA), Festival IMAGINA, San Javier, Murcia. Esposizione collettiva GARABATOS DESATENTOS, Facolta di Belle arti di Murcia , Facoltà di Belle arti di Sevilla, Facolta di Belle arti di Palermo. ratos desorientados, Caleidoscopio project, Azotea, Murcia. - Fanzine #5, Palermo. - Fanzine #6, Sevilla. - Fanzine #4 “Desabróchense los cinturones”. Murcia. 2010 - Esposizione personale “DESABRÓCHENSE LOS CINTURONES”. Librería Itaca. Murcia. - Fanzine #3, Murcia. - “3 ART DAYS2010”, tre giornate conclusive della mostra “MANO a MANO”: creazione di spazi aperti alla videoarte, performances, teatro, musica. Spazio Cannatella. Palermo. - Esposizione personale “MANO A MANO”. Galleria Spazio Cannatella. Palermo. - Esposizione collettiva “I PARK ART”. Palermo. - Esposizione collettiva “VIDEO NELLA MENTE”. Centro di arte contemporanea. Modica. - Fanzine #2 “Fa(Re Ar)tE”. - Performance “X”, Anomalia, Palermo. - Mostra personale “FARE ALA. BALLARÒ”. Torre di San Nicolò. Palermo. - Performance pittorica e musicale presso Torre di San Nicolò con Gianni Gebbia e Larry Nash. Palermo. - Mostra collettiva “IL PENSIERO DEL FUORI”. Antico ospedale psichiatrico. Palermo. - Fanzine #1 “Tecnología y Sociedad”. - Workshop con Gianni Gebbia, Accademia di Belle Arti, Palermo.
2009 - Fanzine #0 “Fare Ala”
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