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Le finalità dell’associazione

Oltre ai soci fondatori, oggi fanno parte di Aiaga circa 200 professionisti tra gestori di flotte, compratori di auto aziendali, responsabili del personale, responsabili acquisti, facility manager, responsabili dei servizi generali, enti ed altre organizzazioni pubbliche e private che possiedono o utilizzano autoveicoli aziendali. Scopo principali dell’associazione, come recita lo statuto è: “La promozione di studi e ricerche nel settore dell’auto aziendale, la promozione di attività di formazione ed aggiornamento degli addetti all’acquisto ed alla gestione di auto aziendali da utilizzare per l’attività dell’azienda o anche come elementi dei pacchetti retributivi di quadri e dirigenti aziendali, nonché la promozione di studi, ricerche e formazione nel settore della mobilità aziendale”.

mento ad hoc. La stessa azienda potrebbe avere dei problemi a livello fiscale, perché magari sta “vendendo” energia in maniera non conforme». Può raccontarci qualche esempio virtuoso di aziende che hanno elettrificato le proprie flotte?

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«Tra le multiutility che operano sul territorio, Engie sta lavorando molto in questo senso: è una multinazionale francese che sta puntando in questa direzione con soluzioni ad hoc. Posso poi citare la mia esperienza personale in Barilla, dove dal 2015 abbiamo adottato l’ibrido cavalcando un’iniziativa di Volkswagen, che con il super ammortamento ci ha permesso di costituire una flotta di vetture ibride con un investimento congruo. Da quel momento abbiamo sempre preso auto o ibride o elettriche: anche per policy aziendale abbiamo escluso qualsiasi veicolo a motore puramente endotermico». Come operate per i corsi di formazione dedicati ai vostri associati?

«Aiaga eroga i propri corsi attraverso società terze parti. All’interno di questi vengono trattati diversi argomenti: dalla telematica all’operazione di ricarica di un veicolo entrando anche nei dettagli a livello pratico. Non diamo delle indicazioni di profilo commerciale, siamo un’associazione no profit, quindi raccontiamo l’offerta, spieghiamo molto chiaramente come funzionano le cose e le tecnologie che si affacciano sul mercato. Ad esempio, in passato ci è capitato di dover mettere in guardia i nostri associati da un fornitore di colonnine molto blasonato sulla carta, che però proponeva con un sistema informatico antidiluviano. È chiaro che tutte queste nozioni oggi vanno nella direzione del Green Deal dettato dell’UE, ma bisogna avere anche il coraggio di raccontare le incongruenze, le criticità dei passaggi in maniera imparziale. Si parla molto di auto elettriche, ma troppo poco di transizione energetica. Ci si è subito concentrati sull’ultimo anello della catena senza affrontare i problemi che stanno alla radice. A Milano ad esempio durante l’estate si verificano ancora blackout per l’utilizzo dei climatizzatori, bisognerà capire come risponderà la rete al fabbisogno delle auto. Sicuramente è una visione che si realizzerà a lungo termine, ma ci sono alcuni punti su cui bisogna lavorare».

E-ricarica marzo 2023

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