SolareB2B - Aprile 2022

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#EFFICIENZA E RISPARMIO ENERGETICO SOLARE B2B - APRILE 2022

WALL BOX: LA RICARICA CHE VINCE GRAZIE A PRATICITÀ E RISPARMIO I TREND FOTOGRAFANO UN BUSINESS QUASI TRIPLICATO NEGLI ULTIMI DUE ANNI, CHE PER ALCUNI PRODUTTORI ARRIVA A VALERE L’80% DELLE VENDITE DI SISTEMI DI RICARICA. IN ITALIA IL 70% DEGLI E-DRIVER NE POSSIEDE GIÀ UNA, E CONFERMA DI UTILIZZARLA COME UNICO CHARGING POINT NEL 38% DEI CASI DI MATTEO BONASSI

S

i chiamano wall box, tradotto letteralmente in italiano scatole a parete, ed è il termine con cui vengono ormai comunemente identificate le stazioni per ricaricare le auto elettriche (BEV e ibride plug-in) in ambito domestico, oppure spesso utilizzate su suolo privato ad accesso pubblico.

COME FUNZIONANO Le wall box sono sostanzialmente dispositivi in grado di ricaricare l’auto collegandola alla rete domestica in corrente alternata tramite un cavo apposito con presa standard di Tipo 1 (solitamente adoperata dai marchi di veicoli americani e asiatici) e di Tipo 2 (più diffusa in Europa). Le wall box sono disponibili con potenze differenti. Le più diffuse partono da 3,4 kW, per salire a 7,4 kW fino a 22 kW in trifase. L’installazione, a seconda dei kW supportati, richiede un adeguamento della potenza del contatore e la potenza della stazione di ricarica in fase d’acquisto va valutata soprattutto in base alla potenza massima con cui è possibile ricaricare la propria auto: inutile, ad esempio, installarne una da 22 kW se il veicolo consente ricariche fino a 7 kW. Le wall box sono in grado di trasferire la corrente al veicolo in maniera stabile, prevenendo surriscaldamenti ed eventuali sbalzi di tensione. Inoltre le wall box più diffuse sono “intelligenti” e quindi in grado di monitorare il flusso di corrente alla vettura in modo da ridurlo oppure ottimizzarlo, se necessario, per evitare che il contatore salti a causa di sovraccarichi dovuti, ad esempio, all’utilizzo di più elettrodomestici contemporaneamente. Le wall box rappresentano inoltre il giusto compromesso

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tra velocità di ricarica e risparmio. Le ricariche domestiche sono sensibilmente vantaggiose rispetto a quelle effettuate presso le stazioni pubbliche. Si stima una spesa di 0,30 euro al kW per uso domestico contro tariffe che oscillano tra gli 0,5 e gli 0,79 euro al kW presso le stazioni ultra fast. Inoltre, se la wall box viene accoppiata a un impianto fotovoltaico il costo può scendere fino a 0,07-0,10 euro per kW.

I NUMERI Secondo le stime di una survey effettuata da Juniper Research, entro il 2026 a livello mondiale il 55% delle ricariche verrà effettuato in ambito domestico tramite una wall box e si prevede che nel 2026 si conteranno più di 21 milioni di famiglie che sceglieranno di ricaricare l’auto tramite una wall box contro i 2 milioni registrati nel 2021. Riguardo invece al panorama italiano, secondo un report pubblicato da Motus-E in collaborazione con Quintegia la presenza di una wall box giocherà un ruolo determinante nella decisione di acquistare un’auto elettrica. A conferma di quanto la possibilità di ricaricare il veicolo a casa propria sia un fattore importante nella scelta di passare all’elettrico abbandonando l’endotermico, il 65% dei consumatori italiani comprerebbe un’auto elettrica solo potendo contare sulla possibilità di ricaricarla a casa. Restando tra i confini italiani, la survey Smart Mobility Report realizzata lo scorso anno dal Politecnico di Milano ha rivelato che oltre il 70% dei possessori di un veicolo elettrico possiede anche un punto di ricarica domestico e il 38% di questi ha confermato di utilizzare quasi esclusivamente la wall box di casa per ricaricare la propria auto. Il

sondaggio ha inoltre confermato come le wall box, quindi la ricarica privata, nel decennio in corso avranno un ruolo di primo piano nella diffusione dei veicoli elettrici, con una crescita che continuerà a essere molto sostenuta fino al 2030. Considerando lo scenario più equilibrato tra quelli presi in considerazione dalla survey, ovvero quello definito “Policy Driven” (in cui gli incentivi statali dovrebbero continuare a sostenere la mobilità elettrica nei prossimi anni), sono previsti 1 milione di wall box installate entro il 2025 e oltre 3,2 milioni di punti di ricarica privati attivi entro la fine del 2030.

I TREND In Italia il mercato delle wall box ha subito un’impennata a partire dallo scorso anno. Nel 2021, grazie al Superbonus 110%, in tanti – e paradossalmente per la maggior parte utenti che ancora non erano in possesso di un’auto elettrica – hanno deciso, in previsione futura, di installarne una come opera trainata e gratuita, abbinandola, nel corso della ristrutturazione, a un impianto fotovoltaico. «Principalmente oggi ci viene richiesta un’installazione che predisponga al mondo della mobilità elettrica», spiega Francesco Zaramella, responsabile tecnico Nuove Energie di Viessmann Group, «ovvero l’utente finale che sta facendo una ristrutturazione, magari installando un impianto fotovoltaico, sta rivoluzionando la propria casa e in questo frangente introduce anche una wall box. I nostri installatori la propongono insieme al pacchetto del fotovoltaico e dell’accumulo». La spinta del Superbonus ha rivoluzionato, per certi aspetti, anche il business delle aziende pro-


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