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World Energy Outlook 2022: così l’emergenza sta spingendo la transizione energetica PAG

COSÌ L’EMERGENZA STA SPINGENDO LA TRANSIZIONE ENERGETICA

IL REPORT ANNUALE DELLA IEA “WORLD ENERGY OUTLOOK 2022” EVIDENZIA COME L’INNALZAMENTO DEI PREZZI DEL GAS ABBIA SPINTO I GOVERNI DI TUTTO IL MONDO A PUNTARE IN MANIERA PIÙ DECISA SULLE FONTI RINNOVABILI, IN PRIMIS SUL FOTOVOLTAICO

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SECONDO L’IEA LA QUOTA DELL’ENERGIA PULITA PRODOTTA DA SOLARE ED EOLICO DOVREBBE SALIRE AL 70%. CONSIDERANDO SOLO IL FOTOVOLTAICO, ENTRO IL 2030, SU BASE ANNUA, LA NUOVA POTENZA SOLARE INSTALLATA A LIVELLO GLOBALE POTREBBE OSCILLARE INTORNO AI 650 GW. ERANO 150 I GW REALIZZATI SOLO UN ANNO FA DI GIANLUIGI TORCHIANI

Capacità installata e produzione per tipologia di impianti (2010-2050)

l caro energia è stato, dopo la guerra in Ucraina, la notizia peggiore di questo 2022, gravando su famiglie e imprese, con conseguenze spesso drammatiche. Eppure, la situazione di emergenza sembra

Iaver spinto il pianeta a correre con più decisione verso le rinnovabili e la transizione energetica. Questa la considerazione decisamente ottimistica che scaturisce dalla lettura del World Energy Outlook 2022 della IEA, rilasciato a fine ottobre. Il punto di partenza del report è rappresentato inevitabilmente dallo shock post bellico: la riduzione delle forniture di gas naturale all’Europa e le sanzioni europee sulle importazioni di petrolio e carbone dalla Russia hanno tagliato una delle principali arterie del commercio energetico globale”, dando luogo a “un vero e proprio tumulto energetico”. Oltre a innalzare i prezzi delle materie prime energetiche a livelli mai visti prima, la crisi energetica ha alimentato le pressioni inflazionistiche e creato un rischio di recessione globale, assicurando un guadagno inaspettato di 2 trilioni di dollari per i produttori di combustibili fossili (in termini di fatturato supplementare rispetto al 2021). I Governi di tutti i Paesi del mondo hanno provato in qualche modo a reagire, impegnando ben oltre 500 miliardi di dollari, principalmente nelle economie avanzate, così da proteggere i consumatori dagli impatti più immediati del caro energia, cercando al contempo di garantire forniture di combustibili alternativi, nonché aumentando nel breve termine la produzione di elettricità alimentata a petrolio e carbone e accelerando il flusso di nuovi progetti di energie rinnovabili.

SALGONO GLI INVESTIMENTI IN ENERGIE PULITE

SPAZIO INTERATTIVO

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re per il medio-lungo periodo, complice anche la volontà di uscire dalla situazione di dipendenza energetica da un numero ristretto di importatori, che il 2022 ha clamorosamente dimostrato. Innanzitutto la previsione è quella di una forte crescita degli investimenti annuali in energia pulita, che dovrebbero salire a oltre 2.000 miliardi di dollari entro il 2030 (stante le attuali politiche), con un aumento di oltre il 50% rispetto a oggi. Ma, secondo uno scenario più avanzato delineato IEA, esiste la possibilità di arrivare anche a 4.000 miliardi di dollari di investimenti annuali. Ma da dove arrivano questi numeri così elevati? Nel 2022 sono stati lanciati numerosi piani pubblici che stimoleranno questi investimenti tra cui l’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti, grazie al quale la capacità solare ed eolica annuale statunitense aumenterà di due volte e mezzo rispetto ai livelli odierni. Molto noto è ovviamente il piano Repower UE dell’Unione Europea, che punta in maniera determinante sulle fonti pulite per spezzare la dipendenza del Vecchio Continente dal gas di importazione russa. Da segnalare il programma Green Transformation (GX) del Giappone, che fornisce un importante impulso ai finanziamenti per tecnologie tra cui nucleare, idrogeno e ammoniaca a basse emissioni. Le politiche pubbliche stanno spingendo l’energy transition anche in India, che sta procedendo spedita verso il suo obiettivo nazionale di capacità rinnovabile di 500 GW nel 2030, quando le energie rinnovabili garantiranno quasi i due terzi della domanda di elettricità del Paese.

FINE DELLA CORSA PER IL GAS

C’è poi un ulteriore aspetto destinato a spingere le rinnovabili nel prossimo futuro: sinora l’avanzata delle tecnologie pulite era stata “tappata” dal gas. Una fonte che era stata indicata da esperti e istituzioni internazionali come fondamentale per la transizione energetica, grazie al minore impatto ambientale rispetto a carbone e petrolio. Ma il 2022 ha dimostrato come sia pericoloso legarsi eccessivamente a questa fonte, peraltro soggetta a oscillazioni di prezzo notevoli. Per questo motivo, nel World Energy Outlook le stime per il gas sono state riviste nettamente al ribasso: stante le politiche attuali, la domanda mondiale è destinata ad aumentare di meno del 5% tra il 2021 e il 2030, rimanendo poi stabile intorno ai 4.400 miliardi di metri cubi fino al 2050. Ad esempio, la spinta pro green ener-

gy dell’Inflation Reduction Act ridurrà la domanda di gas naturale degli Stati Uniti prevista nel 2030 di oltre 40 miliardi di metri cubi rispetto alle proiezioni dell’anno scorso anno. Anche la Ue, con Repower EU, cercherà nel medio termine di limitare le importazioni e il consumo di gas naturale. Oltre alle rinnovabili, il ruolo del gas sarà ridimensionato dall’impiego più rapido delle pompe di calore, nonché da nuove misure di efficienza energetica.

ELETTRIFICAZIONE DEI CONSUMI

L’altra grande tendenza destinata a cambiare le dinamiche del settore energetico globale è la progressiva elettrificazione dei consumi: la domanda globale di elettricità aumenterà di 5.900 terawattora (TWh) nello Scenario delle politiche dichiarate (Steps) e di oltre 7.000 TWh nello Scenario degli impegni annunciati (APS) entro il 2030. In particolare nelle economie avanzate i trasporti spingeranno fortemente all’aumento della domanda di elettricità, per effetto della sempre maggiore penetrazione di mercato delle vetture elettriche. A produrre questa elettricità saranno sempre più le rinnovabili: la quota green nella generazione di elettricità globale salirà dal 28% nel 2021 a circa il 50% entro il 2030 e all’80% nel 2050. In particolare la capacità annuale installata del fotovoltaico a livello globale passerà dai 151 gigawatt (GW) del 2021 ai 370 GW del 2030, per poi arrivare a quasi 600 GW nel 2050. La IEA però lancia un allarme sulla resilienza della filiera delle green energy, paventando il rischio di “nuove vulnerabilità derivanti da prezzi dei minerali critici elevati e volatili o da catene di approvvigionamento di energia pulita altamente concentrate”.

MENO CARBONE NEL MIX ENERGETICO

Al contempo, si assisterà a un rapido declino dell’impiego del carbone nella generazione elettrica, che dovrebbe ridursi a un ruolo marginale. Non a caso, la IEA evidenzia come la quota di combustibili fossili nel mix energetico globale, oggi ancora ostinatamente alta, intorno all’80%, andrà progressivamente a ridursi. Entro il 2030, stante le politiche attuali, il livello scenderà al di sotto del 75%, per attestarsi poco al di sopra del 60% entro il 2050. Con conseguenze positive relativamente alle emissioni globali di CO2 legate all’energia: il picco, 37 miliardi di tonnellate (Gt) all’anno, dovrebbe essere raggiunto già nel 2025, per poi scendere a 32 Gt entro il 2050. Ma è possibile essere ulteriormente ottimisti: nello scenario Emissioni nette zero entro il 2050 (NZE) le emissioni scenderanno ad appena 23 Gt nel 2030 e a zero nel 2050, una traiettoria coerente con il contenimento dell’aumento della temperatura a meno di 1,5 °C nel 2100. «La tesi ambientale per l’energia pulita non aveva

Domanda di combustibili fossili, 1990-2050

bisogno di rinforzo, ma le argomentazioni economiche a favore di tecnologie pulite convenienti e competitive in termini di costi sono ora più forti, così come la tesi della sicurezza energetica», spiega Faith Birol, direttore esecutivo della IEA. «L’allineamento odierno delle priorità economiche, climatiche e di sicurezza ha già iniziato a muovere il quadrante verso un risultato migliore per le persone del mondo e per il pianeta. È essenziale coinvolgere tutti, soprattutto in un momento in cui le fratture geopolitiche su energia e clima sono ancora più visibili. Ciò significa raddoppiare gli sforzi per garantire che un’ampia coalizione di paesi abbia un interesse nella nuova economia energetica. Il viaggio verso un sistema energetico più sicuro e sostenibile potrebbe non essere agevole. Ma la crisi di oggi rende chiarissimo il motivo per cui dobbiamo andare avanti».

ENTRO IL 2050 SI ASSISTERÀ A UN RAPIDO DECLINO DELL’IMPIEGO DEL CARBONE NELLA GENERAZIONE ELETTRICA. LA QUOTA DI COMBUSTIBILI FOSSILI NEL MIX ENERGETICO GLOBALE, OGGI ANCORA OSTINATAMENTE ALTA, INTORNO ALL’80%, ANDRÀ PROGRESSIVAMENTE A RIDURSI. ENTRO IL 2030, STANTE LE POLITICHE ATTUALI, IL LIVELLO SCENDERÀ AL DI SOTTO DEL 75%, PER ATTESTARSI POCO AL DI SOPRA DEL 60% ENTRO IL 2050

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