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L’importanza di un approccio digitale all’energia PAG

L’IMPORTANZA DI UN APPROCCIO DIGITALE ALL’ENERGIA

I SISTEMI DI CONTROLLO E GESTIONE DINAMICA DELL’ENERGIA HANNO UN COSTO DI IMPLEMENTAZIONE LIMITATO E CONSENTONO UN RISPAMIO SUI CONSUMI CLASSIFICABILE TRA IL 2% E IL 10%. QUESTO CONSENTE UN PAYBACK DELL’INVESTIMENTO PER LA LORO ADOZIONE IN 6-18 MESI, RENDENDOLI STRUMENTI APPREZZABILI DALLE AZIENDE CHE SI TROVANO IN DIFFICOLTÀ A CAUSA DEL CARO BOLLETTE

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DI PAOLO QUAINI (INTELLERA CONSULTING SRL)

Nell’attuale contesto di caro energia, perché non si assiste a un vero e proprio movimento di imprese, grandi o piccole, al fine di fare operativamente qualcosa per proteggersi dai costi attuali? Ma anche dal rischio che, in futuro, non ci si ritrovi nella stessa condizione? Le risposte a questa domanda sono varie e cambiano di contesto in contesto. Inoltre, non va trascurato il fatto che numerose aziende si sono in realtà mosse nella direzione giusta. Una ragione della mancanza di proattività deriva dalla non conoscenza di azioni immediate e dal costo di attivazione limitato se paragonato al beneficio in bolletta. A esse peraltro possono essere associati altri interventi più strutturali con impatto nel medio periodo e quindi in 12-18 mesi.

LA DIGITAL ENERGY

Tra le azioni poco note ma subito implementabili ci sono gli strumenti di controllo, remotizzazione e gestione dinamica dell’energia classificabili come “digital energy”. Si tratta ancora di un terreno spesso sconosciuto sia in termini di contenuti sia per i numerosi benefici diretti e indiretti che portano ai loro utilizzatori. Innanzitutto, occorre sapere che il mercato di queste soluzioni è attivo da tempo. Alla luce dei risultati di questi anni di esercizio, i benefici minimi derivanti dall’utilizzo di questi sistemi varia dal 2% di risparmio sui consumi dei processi industriali al 10% di risparmio sui consumi dei consumi degli edifici indistintamente industriali o commerciali. Questi sistemi consentono sostanzialmente di gestire al meglio gli sprechi, ossia le accensioni e le regolazioni irrazionali degli edifici. Consentono inoltre di gestire in maniera intelligente il sistema, ossia l’integrazione dinamica delle esigenze e dei funzionamenti delle varie parti dello stabilimento, dell’edificio o del complesso di edifici.

ESEMPI PRATICI

Per meglio comprendere i concetti, ecco qualche esempio. Un ospedale dotato di diversi sistemi di controllo per ciascuno dei padiglioni di cui è composto, ottiene importanti risultati partizionando e regolando le mandate della rete di riscaldamento secondo una gestione integrata delle richieste dei differenti padiglioni nei diversi momenti del giorno e della settimana. Così facendo inoltre può modulare i consumi elettrici per massimizzare l’autoconsumo dell’impianto fotovoltaico e minimizzando gli scambi con la rete. Un altro esempio può essere quello di un’azienda che, mettendo in relazione le informazioni di processo con quelle dell’edificio che ospita la produzione, in inverno comincia a regolare l’accensione e lo spegnimento dei sistemi di riscaldamento non più in maniera standard, ma in maniera dinamica. Il tutto in funzione del contributo termico delle macchine di processo. Tale azienda, nel fare ciò, si potrebbe anche accorgere che, tramite un telo ad apertura automatica posizionato all’ingresso del magazzino, potrebbe risparmiare il 20% dei consumi termici invernali. Infine, poniamo il caso di un’azienda che, presso le sue sedi dislocate sul territorio nazionale, tutte di recente costruzione, inizi a raccogliere i dati e ingaggi i propri energy manager locali in un contest, sulla base dei benchmark di consumo puntuali per impianto nelle varie sedi ottenuti con sistemi digitali. Le analisi condotte le permetterebbero di interrogarsi e agire sui comportamenti delle persone e sulle regolazioni, ottenendo mediamente un 15% di risparmio annuale di energia.

PAYBACK IN 6-18 MESI

Investire in questi sistemi significa oggi installare software che si posizionano a monte di sistemi di gestione degli edifici e delle apparecchiature, integrandoli e comandandoli in logica sistemica. Tipicamente i modelli di offerta di queste soluzioni si configurano come una una-tantum per l’impostazione della piattaforma e per l’hardware eventualmente mancante, al quale si aggiunge un modello SaaS (Software as a Service) per la gestione nel tempo. Dati alla mano, il payback di queste soluzioni con i soli risparmi derivanti dal taglio degli utilizzi irrazionali di risorse si colloca tra i 6 ed i 18 mesi, senza considerare i benefici indiretti. Nello specifico però il panorama delle soluzioni disponibili è ampio e non ci sono scelte standard. Un supporto nella selezione dello strumento più adeguato all’azienda in funzione dei suoi obiettivi e del reale punto di partenza (asset, processi, competenze) aiuterà a massimizzare il ritorno dell’investimento nel tempo di queste piattaforme.

BENEFICI INDIRETTI

Il primo vantaggio indiretto di questi sistemi si nota nel bilancio di sostenibilità: tutte le aziende sono impegnate nella misura dei propri impatti sull’ambiente e sugli ecosistemi. Questi strumenti si posizionano, nel caso minimalista, come contributori ai dati dei bilanci di sostenibilità, ma possono essere essi stessi la piattaforma in cui incominciare a concentrare i KPI (quanto meno ambientali ed energetici) di sostenibilità dei processi e con i quali misurare i criteri ESG di valutazione degli investimenti. Infatti, grazie a questi strumenti e alle informazioni storiche e previsionali che ne derivano, è possibile effettuare il calcolo del ritorno degli investimenti e la loro prioritizzazione (rendendo dinamici e sempre aggiornati gli audit energetici), integrando le logiche economiche tradizionali (IRR, payback, ecc.) con parametri ESG. Infine, grazie a questi strumenti è possibile abilitare l’azienda a un ruolo proattivo sui temi energetici, come l’apertura a tutti i servizi di interazione con la rete (dai mercati della capacità, ai servizi di gestione dinamica in funzione delle richieste del sistema, all’integrazione dei sistemi di autoproduzione di sito o di autoconsumo collettivo come le comunità energetiche rinnovabili) e considerare iniziative di economia circolare.

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