IMPORTANTI ARREDI, SCULTURE E DIPINTI ANTICHI
Prato, 27 Ottobre 2023
IMPORTANTI ARREDI, SCULTURE E DIPINTI ANTICHI ASTA PRATO Venerdì 27 Ottobre 2023
ASTA N. 239 I
ACQUISIZIONE DI OGGETTI E DIPINTI PER LE ASTE Per l’inserimento nelle vendite all’asta organizzate dalla Farsettiarte per conto terzi: chiunque fosse interessato alla vendita di opere d’arte moderna e contemporanea, dipinti antichi, mobili, oggetti d’arte, gioielli, argenti, tappeti, è pregato di contattare la nostra sede di Prato o le succursali di Milano e Cortina (l’ultima nel periodo stagionale). Per le aste della stagione autunnale è consigliabile sottoporre le eventuali proposte sin dal mese di giugno, mentre per la stagione primaverile dal mese di dicembre. ANTICIPI SU MANDATI Si informano gli interessati che la nostra organizzazione effettua con semplici formalità, anticipi su mandati a vendere per opere d’arte moderna e contemporanea, dipinti antichi, mobili, oggetti d’arte, gioielli, argenti, tappeti, in affidamento sia per l’asta che per la tentata vendita a trattativa privata. ACQUISTI E STIME La FARSETTIARTE effettua stime su dipinti, sculture e disegni sia antichi che moderni, mobili antichi, tappeti, gioielli, argenti o altri oggetti d’antiquariato, mettendo a disposizione il suo staff di esperti. Acquista per contatti, in proprio o per conto terzi. OPERAZIONI DI REGISTRAZIONE E PARTECIPAZIONE ALL’ASTA Compilando e sottoscrivendo il modulo di registrazione e di attribuzione di una paletta numerata, l’acquirente accetta le “condizioni di vendita” stampate in questo catalogo. Tutti i potenziali acquirenti devono munirsi di una paletta per le offerte prima che inizi la procedura di vendita. È possibile pre-registrarsi durante l’esposizione; nel caso l’acquirente agisca come rappresentante di una terza persona, si richiede una autorizzazione scritta. Tutti i potenziali acquirenti devono portare con sè un valido documento di identità ai fini di consentire la registrazione. Le palette numerate possono essere utilizzate per indicare le offerte al Direttore di vendita o banditore durante l’asta. Tutti i lotti venduti saranno fatturati al nome e all’indirizzo comunicato al momento dell’assegnazione delle palette d’offerta numerate. Al termine dell’asta l’acquirente è tenuto a restituire la paletta al banco registrazioni. Ogni cliente è responsabile dell’uso del numero di paletta a lui attribuito. La paletta non è cedibile e va restituita alla fine dell’asta. In caso di smarrimento è necessario informare immeditamente l’assistente del Direttore di vendita o banditore. Questo sistema non vale per chi partecipa all’asta tramite proposta scritta.
ATTENZIONE PERSONALE E SERVIZI PER QUESTA ASTA
PAGAMENTO, RITIRO, SPEDIZIONE MAGAZZINAGGIO DEI LOTTI ACQUISTATI
Offerte scritte I clienti che non possono partecipare direttamente alla vendita in sala possono fare un’offerta scritta utilizzando il modulo inserito nel presente catalogo oppure compilando l’apposito form presente sul sito www.farsettiarte.it.
Ritiro con delega Qualora l’acquirente incaricasse una terza persona di ritirare i lotti già pagati, occorre che quest’ultima sia munita di delega scritta rilasciata dal compratore oltre che da ricevuta di pagamento.
Offerte telefoniche I clienti che non possono partecipare direttamente alla vendita in sala possono chiedere di essere collegati telefonicamente per i lotti con stima minima non inferiore a € 500,00. Per assicurarsi il collegamento telefonico inviare richiesta scritta via fax almeno un giorno prima dell’asta al seguente numero: 0574 574132; oppure compilare il form presente sul sito www.farsettiarte.it Si ricorda che le offerte scritte e telefoniche saranno accettate se accompagnate da documento di identità valido e codice fiscale.
Informazioni e assistenza Farsettiarte tel. 0574 572400 - Stefano Farsetti - Sonia Farsetti - Giancarlo Chiarini
Pagamento Il pagamento potrà essere effettuato nelle sedi della Farsettiarte di Prato e Milano. Diritti d’asta e modalità di pagamento sono specificati in dettaglio nelle condizioni di vendita. Ritiro Dopo aver effettuato il pagamento, il ritiro dei lotti acquistati dovrà tenersi entro il 10 Novembre 2023. I ritiri potranno effettuarsi dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30, sabato pomeriggio e domenica esclusi. Trasferimento dei lotti acquistati I lotti acquistati e non ritirati entro il 10 Novembre 2023 verranno trasportati a spese dell’acquirente presso i depositi della C.F.S. con tariffa da concordare di volta in volta. Spedizioni locali e nazionali Lo smontaggio e il trasporto di ogni lotto acquistato saranno a totale rischio e spese dell’acquirente. Per consegne in Italia si potrà prendere contatto con: Autotrasporti Il Marzocco Via Antella 59, Antella (FI) - Tel. 055 620970
ASTA PRATO Venerdì 27 Ottobre 2023, ore 15,30 Sabato 28 Ottobre 2023, ore 15,30
ESPOSIZIONE
PRATO I SESSIONE Dal 21 al 27 Ottobre ultimo giorno di esposizione Venerdì 27 Ottobre, ore 10,00 - 12,30 Lotti 1 - 141 orario dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 16,00 alle ore 19,00 (festivi compresi)
Prato, Viale della Repubblica (area Museo Pecci) 59100 - Tel. +39 0574 572400
www.farsettiarte.it
info@farsettiarte.it
CONDIZIONI DI VENDITA 1) La partecipazione all’asta è consentita solo alle persone munite di regolare
paletta per l’offerta che viene consegnata al momento della registrazione. Compilando e sottoscrivendo il modulo di registrazione e di attribuzione della paletta, l’acquirente accetta e conferma le “condizioni di vendita” riportate nel catalogo. Ciascuna offerta s’intenderà maggiorativa del 10% rispetto a quella precedente, tuttavia il banditore potrà accettare anche offerte con un aumento minore.
2) Gli oggetti saranno aggiudicati dal banditore al migliore offerente, salvi i limiti
di riserva di cui al successivo punto 12. Qualora dovessero sorgere contestazioni su chi abbia diritto all’aggiudicazione, il banditore è facoltizzato a riaprire l’incanto sulla base dell’ultima offerta che ha determinato l’insorgere della contestazione, salvo le diverse, ed insindacabili, determinazioni del Direttore della vendita. È facoltà del Direttore della vendita accettare offerte trasmesse per telefono o con altro mezzo. Queste offerte, se ritenute accettabili, verranno di volta in volta rese note in sala. In caso di parità prevarrà l’offerta effettuata dalla persona presente in sala; nel caso che giungessero, per telefono o con altro mezzo, più offerte di pari importo per uno stesso lotto, verrà preferita quella pervenuta per prima, secondo quanto verrà insindacabilmente accertato dal Direttore della vendita. Le offerte telefoniche saranno accettate solo per i lotti con un prezzo di stima iniziale superiore a 500 €. La Farsettiarte non potrà essere ritenuta in alcun modo responsabile per il mancato riscontro di offerte scritte e telefoniche, o per errori e omissioni relativamente alle stesse non imputabili a sua negligenza. La Farsettiarte declina ogni responsabilità in caso di mancato contatto telefonico con il potenziale acquirente.
3) Il Direttore della vendita potrà variare l’ordine previsto nel catalogo ed avrà
facoltà di riunire in lotti più oggetti o di dividerli anche se nel catalogo sono stati presentati in lotti unici. La Farsettiarte si riserva il diritto di non consentire l’ingresso nei locali di svolgimento dell’asta e la partecipazione all’asta stessa a persone rivelatesi non idonee alla partecipazione all’asta.
4) Prima che inizi ogni tornata d’asta, tutti coloro che vorranno partecipare saranno tenuti, ai fini della validità di un’eventuale aggiudicazione, a compilare una scheda di partecipazione inserendo i propri dati personali, le referenze bancarie, e la sottoscrizione, per approvazione, ai sensi degli artt. 1341 e 1342 C.c., di speciali clausole delle condizioni di vendita, in modo che gli stessi mediante l’assegnazione di un numero di riferimento, possano effettuare le offerte validamente.
5) La Casa d’Aste si riserva il diritto di non accettare le offerte effettuate da acquirenti non conosciuti, a meno che questi non abbiano rilasciato un deposito o una garanzia, preventivamente giudicata valida da Farsettiarte, a intera copertura del valore dei lotti desiderati. L’Aggiudicatario, al momento di provvedere a redigere la scheda per l’ottenimento del numero di partecipazione, dovrà fornire a Farsettiarte referenze bancarie esaustive e comunque controllabili; nel caso in cui vi sia incompletezza o non rispondenza dei dati indicati o inadeguatezza delle coordinate bancarie, salvo tempestiva correzione dell’aggiudicatario, Farsettiarte si riserva il diritto di annullare il contratto di vendita del lotto aggiudicato e di richiedere a ristoro dei danni subiti.
6) Il pagamento del prezzo di aggiudicazione dovrà essere effettuato entro 48
ore dall’aggiudicazione stessa, contestualmente al ritiro dell’opera, per intero. Non saranno accettati pagamenti dilazionati a meno che questi non siano stati concordati espressamente e per iscritto almeno 5 giorni prima dell’asta, restando comunque espressamente inteso e stabilito che il mancato pagamento anche di una sola rata comporterà l’automatica risoluzione dell’accordo di dilazionamento, senza necessità di diffida o messa in mora, e Farsettiarte sarà facoltizzata a pretendere per intero l’importo dovuto o a ritenere risolta l’aggiudicazione per fatto e colpa dell’aggiudicatario. In caso di pagamento dilazionato l’opera o le opere aggiudicate saranno consegnate solo contestualmente al pagamento dell’ultima rata e, dunque, al completamento dei pagamenti.
7) In caso di inadempienza l’aggiudicatario sarà comunque tenuto a corrispondere a Farsettiarte una penale pari al 20% del prezzo di aggiudicazione, salvo il maggior danno. Nella ipotesi di inadempienza la Farsettiarte è facoltizzata: - a recedere dalla vendita trattenendo la somma ricevuta a titolo di caparra; - a ritenere risolto il contratto, trattenendo a titolo di penale quanto versato per caparra, salvo il maggior danno. Farsettiarte è comunque facoltizzata a chiedere l’adempimento.
8) L’acquirente corrisponderà oltre al prezzo di aggiudicazione i seguenti diritti d’asta: I scaglione da € 0.00 a € 20.000,00 28,00 % II scaglione da € 20.000,01 a € 80.000,00 25,50 % III scaglione da € 80.000,01 a € 200.000,00 23,00 % IV scaglione da € 200.000,01 a € 350.000,00 21,00 % V scaglione oltre € 350.000 20,50 % Diritto di seguito: gli obblighi previsti dal D.lgs. 118 del 13/02/06 in attuazione della Direttiva 2001/84/CE saranno assolti da Farsettiarte.
9) Qualora per una ragione qualsiasi l’acquirente non provveda a ritirare gli
oggetti acquistati e pagati entro il termine indicato dall’Art. 6, sarà tenuto a corrispondere a Farsettiarte un diritto per la custodia e l’assicurazione, proporzionato al valore dell’oggetto. Tuttavia in caso di deperimento, danneggiamento o sottrazione del bene aggiudicato, che non sia stato ritirato nel termine di cui all’Art. 6, la Farsettiarte è esonerata da ogni responsabilità, anche ove non sia intervenuta la costituzione in mora per il ritiro dell’aggiudicatario ed anche nel caso in cui non si sia provveduto alla assicurazione.
10) La consegna all’aggiudicatario avverrà presso la sede della Farsettiarte, o nel diverso luogo dove è avvenuta l’aggiudicazione a scelta della Farsettiarte, sempre a cura ed a spese dell’aggiudicatario. 11) Al fine di consentire la visione e l’esame delle opere oggetto di vendita, queste verranno esposte prima dell’asta. Chiunque sia interessato potrà così prendere piena, completa ed attenta visione delle loro caratteristiche, del loro stato di conservazione, delle effettive dimensioni, della loro qualità.
Conseguentemente l’aggiudicatario non potrà contestare eventuali errori o inesattezze nelle indicazioni contenute nel catalogo d’asta o nelle note illustrative, o eventuali difformità fra l’immagine fotografica e quanto oggetto di esposizione e di vendita, e, quindi, la non corrispondenza (anche se relativa all’anno di esecuzione, ai riferimenti ad eventuali pubblicazioni dell’opera, alla tecnica di esecuzione ed al materiale su cui, o con cui, è realizzata) fra le caratteristiche indicate nel catalogo e quelle effettive dell’oggetto aggiudicato. I lotti posti in asta da Farsettiarte per la vendita vengono venduti nelle condizioni e nello stato di conservazione in cui si trovano; i riferimenti contenuti nelle descrizioni in catalogo non sono peraltro impegnativi o esaustivi; rapporti scritti (condition reports) sullo stato dei lotti sono disponibili su richiesta del cliente e in tal caso integreranno le descrizioni contenute nel catalogo. Qualsiasi descrizione fatta da Farsettiarte è effettuata in buona fede e costituisce mera opinione; pertanto tali descrizioni non possono considerarsi impegnative per la casa d’aste ed esaustive. La Farsettiarte invita i partecipanti all’asta a visionare personalmente ciascun lotto e a richiedere un’apposita perizia al proprio restauratore di fiducia o ad altro esperto professionale prima di presentare un’offerta di acquisto. Verranno forniti condition reports entro e non oltre due giorni precedenti la data dell’asta in oggetto ed assolutamente non dopo di essa.
12) Farsettiarte agisce in qualità di mandataria di coloro che le hanno commissionato la vendita degli oggetti offerti in asta; pertanto è tenuta a rispettare i limiti di riserva imposti dai mandanti anche se non noti ai partecipanti all’asta e non potranno farle carico obblighi ulteriori e diversi da quelli connessi al mandato; ogni responsabilità ex artt. 1476 ss cod. civ. rimane in capo al proprietario-committente.
13) Le opere descritte nel presente catalogo sono esattamente attribuite entro i
limiti indicati nelle singole schede. Le attribuzioni relative a oggetti e opere di antiquariato e del XIX secolo riflettono solo l’opinione della Farsettiarte e non possono assumere valore peritale. Ogni contestazione al riguardo dovrà pervenire entro il termine essenziale e perentorio di 8 giorni dall’aggiudicazione, corredata dal parere di un esperto, accettato da Farsettiarte. Trascorso tale termine cessa ogni responsabilità di Farsettiarte. Se il reclamo è fondato, Farsettiarte rimborserà solo la somma effettivamente pagata, esclusa ogni ulteriore richiesta, a qualsiasi titolo.
14) Né Farsettiarte, né, per essa, i suoi dipendenti o addetti o collaboratori, sono
responsabili per errori nella descrizione delle opere, né della genuinità o autenticità delle stesse, tenendo presente che essa esprime meri pareri in buona fede e in conformità agli standard di diligenza ragionevolmente attesi da una casa d’aste. Non viene fornita, pertanto al compratore-aggiudicatario, relativamente ai vizi sopramenzionati, alcuna garanzia implicita o esplicita relativamente ai lotti acquistati. Le opere sono vendute con le autentiche dei soggetti accreditati al momento dell’acquisto. Farsettiarte, pertanto, non risponderà in alcun modo e ad alcun titolo nel caso in cui si verifichino cambiamenti dei soggetti accreditati e deputati a rilasciare le autentiche relative alle varie opere. Qualunque contestazione, richiesta danni o azione per inadempienza del contratto di vendita per difetto o non autenticità dell’opera dovrà essere esercitata, a pena di decadenza, entro cinque anni dalla data di vendita, con la restituzione dell’opera accompagnata da una dichiarazione di un esperto accreditato attestante il difetto riscontrato.
15) La Farsettiarte indicherà sia durante l’esposizione che durante l’asta gli
eventuali oggetti notificati dallo Stato a norma del D.lgs del 20.10.2004 (c.d. Codice dei Beni Culturali), l’acquirente sarà tenuto ad osservare tutte le disposizioni legislative vigenti in materia. Tale legge (e successive modifiche) disciplina i termini di esportazione di un’opera dai confini nazionali. Per tutte le opere di artisti non viventi la cui esecuzione risalga a oltre settant’anni dovrà essere richiesto dall’acquirente ai competenti uffici esportazione presso le Soprintendenze un attestato di libera circolazione (esportazione verso paese UE) o una licenza (esportazione verso paesi extra UE). Farsettiarte non assume responsabilità nei confronti dell’acquirente per eventuale diniego al rilascio dell’attestato di libera circolazione o della licenza. Le opere la cui data di esecuzione sia inferiore ai settant’anni possono essere esportate con autocertificazione da fornire agli uffici competenti che ne attesti la data di esecuzione (per le opere infra settanta/ultra cinquant’anni potranno essere eccezionalmente applicate dagli uffici competenti delle restrizioni all’esportazione).
16) Le etichettature, i contrassegni e i bolli presenti sulle opere attestanti la proprietà e gli eventuali passaggi di proprietà delle opere vengono garantiti dalla Farsettiarte come esistenti solamente fino al momento del ritiro dell’opera da parte dell’aggiudicatario.
17) Le opere in temporanea importazione provenienti da paesi extracomunitari
segnalate in catalogo, sono soggette al pagamento dell’IVA sull’intero valore (prezzo di aggiudicazione + diritti della Casa) qualora vengano poi definitivamente importate.
18) Tutti coloro che concorrono alla vendita accettano senz’altro il presente regolamento; se si renderanno aggiudicatari di un qualsiasi oggetto, assumeranno giuridicamente le responsabilità derivanti dall’avvenuto acquisto. Per qualunque contestazione è espressamente stabilita la competenza del Foro di Prato.
19) Il cliente prende atto e accetta, ai sensi e per gli effetti dell’art. 22 D. Lgs n.
231/2007 (Decreto Antiriciclaggio), di fornire tutte le informazioni necessarie ed aggiornate per consentire a Farsettiarte di adempiere agli obblighi di adeguata verifica della clientela. Resta inteso che il perfezionamento dell’acquisto è subordinato al rilascio da parte del Cliente delle informazioni richieste da Farsettiarte per l’adempimento dei suddetti obblighi. Ai sensi dell’art. 42 D. Lgs n. 231/07, Farsettiarte si riserva la facoltà di astenersi e non concludere l’operazione nel caso di impossibilità oggettiva di effettuare l’adeguata verifica della clientela.
I SESSIONE DI VENDITA Venerdì 27 Ottobre 2023 ore 15,30
IMPORTANTI ARREDI, SCULTURE E DIPINTI ANTICHI
Dal lotto 1 al lotto 141
I CONDITION REPORT VERRANNO RILASCIATI SOLAMENTE PER I LOTTI CON UN PRIMO PREZZO DI STIMA SUPERIORE A € 500 Per la lettura del Catalogo Le misure delle opere vanno intese altezza per base. Per gli oggetti ed i mobili, salvo diverse indicazioni, vanno intese altezza per larghezza per profondità. La data dell’opera viene rilevata dal recto o dal verso dell’opera stessa o da documenti; quella fra parentesi è indicativa dell’epoca di esecuzione. Il prezzo di stima riportato sotto ogni scheda va inteso in EURO. La base d’asta è solitamente il 30% in meno rispetto al primo prezzo di stima indicato: è facoltà del banditore variarla.
Si prega di leggere attentamente le informazioni riguardanti pagamento, ritiro, spedizione, magazzinaggio.
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Piano con marchettatura a losanga, ripetuta sui fianchi, fronte liscio a due cassetti con cornicetta a gola, gambe troncopiramidali e grembialina, cm. 98x131x64 ognuno.
Piano modanato con balaustra, fronte mosso, un cassetto e due sportelli, gambe mosse con piedi applicati in bronzo dorato. Intarsio a marchetteria a losanghe e spina di pesce, cm. 90x52,5x32,5.
Piano mistilineo in marmo venato grigio, fronte a due cassetti con pannelli centrali a rilievo, angoli smussati, gambe mosse con piedi leonini in bronzo, cm. 81,5x72x47.
Stima € 2.800 / 3.800
Stima € 900 / 1.200
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Coppia di cassettoni lastronati in legno di noce e radica
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Comodino Luigi XVI intarsiato in legni vari
Comodino Luigi XVI lastronato a spina di pesce con legni vari
Stima € 1.400 / 2.000
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Scrivania da centro Luigi XVI lastronata e intarsiata in legni vari e noce Piano e fianchi con intarsio centrale a rosone e petali di fiore a ruota, cinque cassetti finti sul retro, quattro cassetti piccoli e uno grande sul fronte, gambe mosse con applicazioni di bronzo ai piedi, cm. 81x131x76. Stima € 2.800 / 3.800 5
Trumeau a due corpi lastronato in radica e legni vari con filettature in legno chiaro
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Nel corpo superiore cappello a doppia voluta con cimasa e due ante centinate; corpo inferiore a ribalta con vano interno a cinque cassettini mossi e cinque scomparti lisci; fronte a tre cassetti mossi con cornice a gola; fianchi lisci, basamento a cornice architettonica con piedi a mensola e voluta, cm. 268x122,5x63 (chiuso), cm. 268x122,5x84 (aperto), Napoli, XVIII secolo. Stima € 5.000 / 6.000 6
Coppia di comodini Luigi XV lastronati in noce e legni vari
Piano in marmo a breccia gialla e rosa, fronte e fianchi mossi e bombati, due cassetti, gambe mosse con piedi applicati in bronzo, cm. 84x53,5x32 ognuno. Stima € 2.800 / 3.800
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Tavolino Luigi XV intarsiato in noce e legni vari Piano quadrato finemente intarsiato con motivo a tappeto, composto da rosone centrale all’interno di una stella a otto punte e otto rosoni più piccoli in ottagoni a corona. Motivo a nastri a losanghe intrecciate sui bordi, ripetuto sulle fasce, un cassetto, gambe troncopiramidali con intarsio a festoni. Lievi mancanze, cm. 75x88x90. Stima € 1.800 / 2.400 8
Mobile a doppio corpo in legno di mogano con rilievi in bronzo dorato
Parte superiore a un’anta con tre vani interni e fini decori in bronzo dorato. Fascia superiore con festoni di uva e maschera di Medusa in corona di alloro al centro; due cariatidi sugli spigoli e fregio “musicale” con lira e ornati a intreccio di foglie e fiori sull’anta; parte inferiore con fregio a rosette, gambe a faretra, traverse intrecciate con cimasa a vaso ornato di fiori. Firma F. Linke, cm. 181x95x43, François Linke, Francia, XIX secolo.
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Stima € 13.000 / 18.000 9
Scrittoio a ribalta lastronato in legno di noce
Intarsi in legno chiaro a motivo di ornati, volute e fiori. Parte superiore a due corpi, cassetti a giorno e cassettino centrale, specchio con cornice modanata al centro; vano centrale della ribalta a tre cassettini mossi e quattro vani centinati; piano con segreto, fianchi e gambe mossi con applicazioni in bronzo dorato, cm. 141,5x53x88, Francia. Stima € 2.800 / 3.800
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Commode in legno di mogano con rilievi in bronzo dorato
Piano modanato in marmo venato rosso, due cassetti modanati, gambe mosse. Decori con rilievi in bronzo dorato raffiguranti: ghirlanda di rose con coppia di uccelli posati su trofei militari sul fronte; fasce ornate di uva e volute sotto il piano; teste leonine reggifestone su foglie d’acanto sugli spigoli del fronte; foglie di acanto e volute sui piedi; cm. 90x142x58, Francia, inizio XIX secolo. Stima € 16.000 / 20.000 11
Piccolo tavolo in legno di mogano con rilievi in bronzo dorato Piano circolare in marmo venato grigio, un cassetto, quattro gambe a faretra e traverse curve incrociate raccordate da una cimasa, applicazioni in bronzo dorato sulla fascia raffiguranti fine fregio con festoni, putti e volute. Firma F. Linke, cm. 64,5x60,5 ø, François Linke, Francia, XIX secolo. 11
Stima € 7.000 / 9.000
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Monumentale trumeau a due corpi lastronato in legno di noce e radica
Corpo superiore con cornice a trabeazione e cimasa finemente intagliata e dorata a foglie e volute, due ante centinate a giorno con cornice mistilinea; corpo inferiore a ribalta con vano interno a tre cassetti e tre vani mossi,
piano a cornice mistilinea, tre cassetti mossi con cornice sul fronte, mensoline a doppia voluta sugli spigoli smussati, basamento a cornice architettonica con piedi a mensola, cm. 300x181,5x83 (chiuso), cm. 300x181,5x94 (aperto), Napoli, XVIII secolo. Stima € 30.000 / 40.000
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Coppia di commode lastronate e finemente intarsiate in noce e legni vari
Piano modanato seguendo la curvatura del fronte e dei fianchi in marmo giallo con venature in ocra e bianco, bordo a becco di civetta. Fronte a due cassetti e fianchi mossi e lievemente bombati al centro; gambe mosse. Applicazioni in bronzo dorato agli angoli del fronte, ai quattro piedi e alle maniglie. Intarsio filettato con stella a otto punte sui cassetti e sui fianchi. Fregio intarsiato a nastro con ornati che incornicia i cassetti e i pannelli dei fianchi. Grembialina mossa al fronte e lastronatura dei fianchi a rombo con lisca di pesce. Restauri, cm. 99,5x144x67 ognuna, Napoli, XVIII secolo. Stima € 80.000 / 100.000 13 - fianco
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Credenza in legno di noce
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Mobile da sacrestia in legno di gattice
Due sportelli con pannelli mistilinei a croce greca, dentello sottopiano, basamento a cornice architettonica mistilinea, cm. 98x204x66, Toscana, XVI secolo. Difetti.
Credenza in legno di gattice Piano a cornice baccellata, fasce con borchie lignee, due ante con pannello a losanga, base a cornice architettonica, cm. 116x113x46. Difetti.
Due sportelli con decoro a formelle mistilinee, provenienza Guido Bartolozzi Antichità, Firenze; cm. 100x236x61,5, Siena, fine XV secolo. Difetti.
Stima € 6.000 / 8.000
Stima € 3.000 / 5.000
Stima € 4.000 / 6.000
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Stemma in marmo scolpito ad altorilievo Lo stemma è sormontato da un elmo a visiera che ricade sui fianchi a forma di foglia di acanto piumata, con mascherone tra due volute alla base dell’elmo, cornice a volute e cartoccio e scritta sulla base: M.F.V / E.S.C. / F. Sullo stemma sono presenti tre stelle a otto punte che sormontano un compasso con una banda curva traversa, cm. 106x67, XVII secolo. La stella a otto punte appare negli stemmi relativi alla famiglia Chigi. Stima € 4.000 / 6.000
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Scuola veneta inizio XVII secolo
Busto di Cristo Scultura in marmo, cm. 28 h. 18
Stima € 1.500 / 2.000
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Scuola toscana fine XVI secolo
Crocifisso Scultura in legno policromo, cm. 104x96 Lievi restauri sulla policromia. Questo Crocifisso in legno policromo di area attendibilmente toscana, sembrerebbe derivare da un modello già attribuito da James Beck (1990) a Benedetto da Maiano e successivamente spostato alla mano di Raffaello da Montelupo, 1530 circa, da Maria Grazia Ciardi Duprè dal Poggetto.
Bibliografia di riferimento: La bottega di Giuliano e Benedetto da Maiano nel Rinascimento fiorentino, a cura di M.G. Ciardi Duprè dal Poggetto, catalogo della mostra, Fiesole, 1994, Octavo Editore, Firenze, 1994, p. 55, n. 12, p. 70, tav. 12. Stima € 12.000 / 18.000
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Scuola toscana del XVI secolo
Madonna col Bambino Scultura in stucco policromo e dorato, cm. 80 h. Perizia di Leo Planiscig, Firenze, ottobre 1946, con attribuzione a Jacopo della Quercia. Restauri sulla policromia e sullo stucco. Questa Madonna col Bambino fa parte di un gruppo di sculture in stucco e gesso policrome conosciute in diversi esemplari in musei e collezioni private, il più delle volte attribuite alla Bottega del Ghiberti o Donatello. Si tratta di una produzione per tabernacoli o di devozione domestica che fu ripetuta fino a tutto il secolo XVII e più tardi imitata. L’iconografia è quella della cosiddetta “Madonna della tenerezza” (la glicofilusa bizantina), con il Bambino che avvicina la sua testina alla guancia della Madre. Variamente attribuite alle botteghe di Ghiberti e Donatello queste Madonne in stucco
policromo furono ripetutamente rifatte, spesso calcando sugli originali o rimodellate, da tutta la seconda metà dell’Ottocento fino ai primi decenni del Novecento. Per la controversa attribuzione del prototipo originario a Ghiberti si deve notare quanto segue. Nessuno degli studiosi “classici” del Ghiberti, Leo Planiscig (1949), Richard Krautheimer (1956), ha inserito nel corpus maggiore del Ghiberti qualcuna di queste Madonne. Un tentativo di allargare il campo delle attribuzioni è stato compiuto nel 1965 da Giuseppe Marchini (Ghiberti “ante litteram”, in Bollettino d’Arte, n. III-IV, luglio-dicembre 1965, pp. 181-193) dove appaiono proposte di attribuzione a Ghiberti di alcune Madonne (quella di Sant’Angelo in Vado), poco pertinenti con questo modello. L’attribuzione alterna del
modello a Ghiberti e/o a Donatello è ripetuta sovente anche oggi. Nell’unico ampio e autorevole studio sulle Madonne del Quattrocento di John Pope-Hennessy (1980), che rimane il più valido a tutt’oggi, si possono segnalare, come attribuite, una Vergine e Bambino in terracotta della Memorial Art Gallery, Rochester, e un’altra del Victoria and Albert Museum, ambedue Madonna della tenerezza, ma diverse dalla nostra (Pope-Hennessy, The Study and Criticism of Italian Sculpture, Princeton University Press, Princeton, 1980, cit., p. 66, nn. 24, 25). Il modello di questa Madonna non appare neppure repertizzato nel saggio di Pope-Hennessy (cit., pp. 223-265). Tuttavia una Madonna col Bambino (Madonna Ford) del Detroit Institute of Arts, terracotta policroma dorata, del tipo “della tenerezza”, vicina
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alla nostra ma più caratterizzata espressivamente, già attribuita da Valentiner (1938) a Ghiberti, è stata recentemente spostata a Donatello. Della stessa Madonna Ford esiste una replica in terracotta al Conservatorio delle Signore Montalve alla Quiete, Firenze, ambedue datate al 1410-35 ca. (Donatello e i suoi. Scultura fiorentina del primo Rinascimento, a cura di Alan Phipps Darr e Giorgio Bonsanti, Detroit Institute of Arts, Firenze, Forte di Belvedere, 15 giugno - 7 settembre 1986, pp. 132-135, nn. 23, 24). La datazione della Madonna Ford in terracotta di Detroit è stata confermata dall’analisi alla termoluminescenza “che ha confermato che il rilievo è stato cotto non più tardi del XV secolo”. Anche di questa Madonna, come la gran parte di quelle del Quattrocento, si conoscono diverse più tarde repliche
in stucco e gesso, realizzate da calchi e quindi formate. Va detto che la Madonna Ford ha conosciuto il solito “balletto attributivo” delle diverse Madonne del tempo: Valentiner (1938), Middledorf (1938, 1979-81), PopeHennessy (1964), Avery (1986) hanno confermato l’attribuzione al Ghiberti, mentre diversamente Ragghianti (1938) a Michele da Firenze, e Bellesi (1977), Schlegel (1979), Knuth (1982) l’hanno attribuita al giovane Donatello. Va infine segnalato che la nostra Madonna può presentare un’analogia stilistica nel volto con quello della Madonna col Bambino, terracotta policroma, di Nanni di Bartolo, al Museo di Ognissanti a Firenze (Donatello e i suoi, cit., pp. 193-194, n. 68). In conclusione il problema attributivo e quello di datazione di questi gruppi di Madonne, laddove non sia suffragato
da adeguate analisi scientifiche, chimiche e spettroscopiche, non si può risolvere e la scultura potrebbe essere stata realizzata in un tempo ben più tardo rispetto alle sue caratteristiche stilistiche. Stima € 8.000 / 10.000 21
Scuola Italia settentrionale fine XVI secolo
Cristo deposto Scultura in terracotta policroma, cm. 73 h. Lievi cadute e restauri sulla policromia. Questo Cristo deposto sembra appartenere attendibilmente all’area di scultori di devozione religiosa emiliana. Stima € 7.000 / 9.000
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Scuola tedesca del XVI secolo
Madonna col Bambino Scultura in legno, cm. 105 h. Questa Madonna col Bambino, in cui ambedue le figure hanno in mano una melagrana, è senza dubbio una scultura di elevata qualità appartenente all’area tedesca della seconda metà del XV secolo. Per un raffronto stilistico indicativo si veda la Madonna col Bambino della Chiesa Conventuale di Heggbach, 1470 ca., attribuita al Maestro di Ulma dell’altare di Tiefenbronn. Anche la nostra Madonna aveva la corona e il raffronto stilistico dei due volti può denotare un’area comune. Si deve tuttavia considerare che nell’arte gotica la persistenza iconografica e l’uso di modelli continua anche per diversi decenni successivi. Bibliografia di riferimento: Wilhelm Pinder, La scultura tedesca nel XV secolo, Phanteon, Milano, 1937, vol. III, pp. 27, 41, tav. 41. Stima € 10.000 / 14.000
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Scuola Italia centrale fine XVI secolo Busto di Maria Vergine Scultura in legno policromo, cm. 46 h. Restauri. Stima € 4.000 / 6.000
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Scuola Italia centrale fine XV - inizio XVI secolo
Crocifissione (Cristo doloroso) Scultura in legno policromo, cm. 195x133 Ridipinture e cadute di mestica. La croce sagomata dietro a quella latina è un’aggiunta posteriore. Di notevole forza espressiva questo Cristo doloroso, nonostante le alterazioni delle ridipinture, mostra i caratteri tipici della scultura lignea del XV secolo. Attendibilmente appartenente a un’area periferica della cultura toscana, la disposizione del perizoma a superfici piatte denoterebbe un certo arcaismo, così come la sottolineatura delle costole. Il volto invece, sostenuto
da un’espressione intensa di dolore sublimato nello spirito, rimanda ad alcuni modelli senesi, come quello del Crocifisso di Montalcino, Chiesa di Sant’Egidio, di qualità straordinariamente superiore, che qualcuno aveva avvicinato al Valdambrino (1363 - 1435). Bibliografia di riferimento: Margrit Lisner, Holzkruzifixe in Florenz und in der Toskana, Bruckmann, Monaco, 1970, p. 26, tavv. 49, 50. Stima € 20.000 / 30.000
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Scuola toscana fine XV secolo
Aquila Scultura in marmo, cm. 71 h. Bibliografia: Giancarlo Gentilini, Scultura decorativa e arredi lapidei, in Desiderio da Settignano. La scoperta della grazia nella scultura del Rinascimento, a cura di Marc Bormand, Beatrice Paolozzi Strozzi, Nicholas Penny, Musée du Louvre Éditions, Parigi, 2007, pp. 218-221, p. 221, fig. 119. Stima € 30.000 / 40.000
Esempio possente e insieme raffinato di scultura architettonica, questa aquila marmorea, simbolo dell’Evangelista Giovanni, è stata attribuita da Giancarlo Gentilini a Desiderio da Settignano (1430 ca. - 1464). Secondo Gentilini la scultura, un leggio realizzato verso il 1462, sarebbe dunque da inquadrare in quel gruppo di opere che Desiderio realizzò in collaborazione di altri o solo, di arredi liturgici in marmo: la “grandiosa edicola da erigersi nell’area presbiteriale di San Lorenzo a Firenze”, i cui frammenti, come i “cherubini angolari”, sono ora al Museo del Bargello. Seppure l’ipotesi attributiva di Gentilini non sia stata poi ripresa e sviluppata e indipendentemente da chi sia l’autore, questa Aquila marmorea è un’opera senza alcun dubbio rilevante nella scultura toscana del Rinascimento. Di elevata qualità formale sono il trattamento finissimo delle piume del corpo e l’espressione decisa della testa.
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Scuola veneta prima metà XVI secolo Vergine annunciata Scultura in legno policromo e oro, cm. 108 h. Restauri. Stima € 25.000 / 35.000
Scultura lignea al naturale di notevole effetto espressivo questa Vergine annunciata doveva aver fatto parte di un gruppo plastico con un Angelo annunciante probabilmente posto in una cappella di chiesa, date le dimensioni, e non destinato alla devozione domestica. La visione della scultura doveva essere per forza frontale, dato l’incavo di intaglio nel retro. La definizione stilistica porterebbe ad assegnare all’area veneta la scultura e apparentemente questa Vergine sembra risentire delle opere di Pietro (1435 - 1515) e di Tullio Lombardo (1455 - 1532), capiscuola dominanti nella scultura veneziana del XV secolo. Per confronto di vedano le due figure femminili allegoriche (forse due Virtù) poste a fianco della lunetta che sovrasta la tomba monumentale del Doge Pasquale Malipiero (1462), in Santi Giovanni e Paolo, Venezia, quelle delle tre Virtù del monumento funebre al Doge Nicolò Marcello (1474), nella stessa chiesa, e ancora le statue della Prudenza e della Fede del monumento funebre equestre di Nicola Orsini, attribuite a Tullio Lombardo. Si deve considerare che l’influsso delle sculture e dei modelli stilistici dei Lombardo si proiettò, seppure in modi diversi, in altri scultori, come il nostro, nei decenni seguenti. Bibliografia di riferimento: Courtauld Institute Illustration Archives, Archive 2, 15th &16th Century Sculpture in Italy. Part 11, editor Constance Hill, Venezia, Harvey Miller, 1983, Università di Londra, tavv. 2/11/15 e 2/11/16, 2/11/42 e 2/11/93.
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Lorenzo di Mariano detto il Marrina Siena 1476 - 1534
San Pietro Scultura in terracotta, cm. 121 h. Perdita della mano sinistra e lievi rotture. Bibliografia: Gabriele Fattorini, Lorenzo di Mariano detto il Marrina: sculture in terracotta da Montefollonico, in Torrita. Storia, arte, paesaggio, n. 5, novembre 2014, Circolo Culturale Fra Jacopo da Torrita, pp. 47-57, p. 49, fig. 2. Stima € 50.000 / 60.000
Importante esempio della scultura senese a cavallo del Quattro-Cinquecento questo San Pietro costituiva, in coppia con un San Paolo ora in collezione privata, uno dei problemi attribuzionistici più interessanti della critica relativa. Le due terrecotte sono state collocate stilisticamente accanto al San Pietro e al San Paolo, terrecotte policrome, già nella Pieve di Montefollonico e ora nel Museo Diocesano di Pienza, che “scoperte” da Adolfo Venturi erano state da questi attribuite alla mano di Domenico Beccafumi (A. Venturi, Storia dell’arte italiana, X. La scultura italiana del Cinquecento, III, Hoepli, Milano, 1937, p. 965, figg. 844-845). Il nostro San Pietro, alto cm. 121 mentre quello di Pienza è alto cm. 114, si differenzia dal secondo prima di tutto per una maggiore volumetria del corpo, e quindi una più rilevante modellazione del panneggio che in quello di Pienza è meno aggettante. In più questo San Pietro presenta un mantello che in modo più spavaldo si annoda sulla spalla sinistra del Santo, alla maniera dei busti imperiali romani. Anche le due teste messe a raffronto si differenziano essendo quella del nostro descritta con una espressione più orgogliosa – il Santo ha ricevuto da Cristo le chiavi del regno – che non quella di Pienza. Le due sculture dunque, la nostra e quella di Pienza, non sono assolutamente da intendersi come repliche di uno stesso modello essendo al di là del comune soggetto svolte secondo una risoluzione plastica l’una diversa dall’altra. I Santi Pietro e Paolo di Montefollonico, già attribuiti da Venturi a Beccafumi, vennero successivamente assegnati da Alessandro Bagnoli allo scultore Giovanni Andrea Galletti (Siena, 1499 - 1539), nel catalogo della mostra senese Domenico Beccafumi e il suo tempo, Milano, 1990, pp. 572-575, n. 195. A tale autore, cioè Galletti, fu anche assegnato il San Paolo, germano del nostro, passato in asta da Sotheby’s, New York, 27 gennaio 2011, lotto n. 432. In studi successivi lo stesso Bagnoli (1991), Laura Martini (Restauri a Montefollonico, 1991), e infine Gabriele Fattorini (Lorenzo di Mariano detto il Marrina: sculture in terracotta da Montefollonico, 2014), ricomponendo l’intero corpus della scultura del Marrina gli hanno restituito le due statue di Montefollonico e la presente versione del San Pietro. Rimane aperto il problema della cronologia su quale delle due coppie di Santi Pietro e Paolo preceda l’altra, oppure se come ha scritto Fattorini “entrambe non dipendano dalla conoscenza di illustri modelli che non sono giunti fino a noi” (Fattorini, cit., p. 57). Tra le opere di Marrina, che viene considerato uno dei maggiori protagonisti della scultura del Rinascimento a Siena, si ricorda anche l’elegantissima cornice marmorea “all’antica” dell’Altare Marsili, con la pala della Natività dipinta dal Beccafumi nella Chiesa di San Martino a Siena.
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Scuola fiamminga del XVIII secolo
La battaglia delle Amazzoni Grisaglia su carta, cm. 58,5x77 Copia dal dipinto di Peter Paul Rubens conservato all’Alte Pinakothek di Monaco. Stima € 900 / 1.300 29 29
Scuola fiamminga del XVII secolo
Gatto addormentato Tempera e matita su pergamena, cm. 19,5x29 Il disegno sembra essere eseguito da un artista nell’ambito di Cornelis II Visscher (Haarlem 1628/29 - 1658). Stima € 900 / 1.300 30
Vincenzo Camuccini (attr. a) Roma 1771 - 1844
Morte di Socrate Inchiostro a seppia acquerellata su carta, cm. 40x53,5 Reca scritta in basso a destra entro etichetta: Disegno originale del celebre Barone Vincenzo Camuccini. Sullo stesso soggetto si veda il dipinto di Jacques-Louis David. 30
Stima € 800 / 1.000
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Scuola napoletana inizio XIX secolo
Tre dipinti raffiguranti Natura morta con fiori Olio su tela, cm. 74x120 ognuno Restauri. Stima € 2.500 / 3.500 32
Ignoto del XIX secolo Ritratto di dama Olio su tela, cm. 42x34,5 Restauri. Stima € 2.000 / 3.000
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Scuola emiliana fine XVII secolo Assunzione della Vergine Olio su tela, cm. 89x69 Restauri. Stima € 1.500 / 2.000 34
Scuola fiamminga fine XVII secolo Adorazione dei pastori Olio su tavola, cm. 107x76 Restauri. Stima € 2.000 / 3.000 35
Scuola tedesca del XVI secolo
San Giovanni di Patmos e San Paolo Olio su tela, cm. 106x87,5 Restauri. Il dipinto presenta nello stile ancora echi del Manierismo internazionale. 34
Stima € 1.000 / 1.500
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Scuola emiliana fine XVII secolo Gesù nell’Orto dei Getsemani Olio su tela, cm. 65,5x59 Restauri. Stima € 1.800 / 2.400 37
Scuola francese fine XVII secolo Le Pie Donne al sepolcro Olio su tela, cm. 85,5x73 Restauri. Stima € 1.200 / 1.800 38
Scuola caravaggesca fine XVII secolo
Ritratto di fumatore di pipa Olio su tela, cm. 100x80 Restauri. Questo Ritratto di fumatore di pipa è un dipinto attendibilmente da ascrivere a un pittore caravaggesco dell’Europa del Nord. La politezza della luce e del chiaroscuro sfumato e non a forti contrasti segnala il possibile influsso nell’orizzonte visivo dell’ignoto autore del dipinto di modelli di pittori come Hendrick Terbrugghen (1588 - 1629), Dirck van Baburen (1595 ca. - 1624). Bibliografia di riferimento: Benedict Nicolson, Caravaggism in Europe, second edition, revised and enlarged by Luisa Vertova, Allemandi, Torino, 1989, vol. III, nn. 1072, 1073, 1074, 1075, 1182, 1189, 1191. Stima € 2.800 / 3.600
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Scuola Italia centrale del XVII secolo
Sant’Andrea in adorazione del legno della Croce Olio su tela, cm. 178,5x121 Restauri e mancanze. Stima € 1.500 / 2.000 40
Scuola Italia centro-settentrionale del XVII secolo Scena storica. Tributo Olio su tela, cm. 238x166 Restauri e mancanze. Stima € 1.800 / 2.400 41
Scuola veneta del XVIII secolo
Maddalena penitente (copia da Tiziano) Olio su tela, cm. 85,5x68,5 Restauri e strappo. 40
Stima € 1.500 / 2.000
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Scuola veneta del XVII secolo Sacra Famiglia con San Giovannino, Sant’Anna e ritratto di donatore bambino Olio su tela, cm. 112x147,5 Restauri. Si noti che il globo terracqueo in vetro su cui poggia la mano sinistra il Bambino si ritrova nell’iconografia del Cristo Salvator Mundi.
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Stima € 2.500 / 3.500 43
Scuola Italia meridionale fine XVII secolo Annunciazione Olio su tavola, cm. 45,3x61,5 Restauri. Stima € 800 / 1.000 44
Scuola veneta del XVII secolo Adorazione dei pastori Olio su tela, cm. 90,5x126 Restauri. Stima € 1.800 / 2.400
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Jacques Courtois, detto il Borgognone (attr. a) Saint-Hyppolyte 1621 - Roma 1676
Battaglia di cavalleria davanti a una città turrita Olio su tela, cm. 58,5x86 Restauri. La battaglia denota un legame anche con lo stile di Michelangelo Cerquozzi.
Bibliografia di riferimento: La battaglia nella pittura del XVII e XVIII secolo, a cura di Patrizia Consigli, saggi di Federico Zeri e Gianni Cavazzini, Silva, Parma, 1994, figg. 13-19. Stima € 4.000 / 6.000
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Scuola emiliana del XVII secolo
Battaglia di cavalleria Olio su tela, cm. 54,5x100,5 Restauri. Il dipinto è da collocarsi nell’ambito di Francesco Graziani detto Ciccio Napoletano, attivo nella seconda metà del XVII secolo. Stima € 2.500 / 3.500 47
Pietro Paltronieri, il Mirandolese (attr. a) Mirandola (Mo) 1673 - Bologna 1741
Paesaggio con rovine, fontana e figure e Paesaggio con rovine, piramide e figure Tempera su carta, cm. 53x45,5 ognuno Le due tempere presentano i caratteri del genere archeologico pre-romantico della pittura del Mirandolese al livello più alto. Stima € 3.500 / 5.500 48
Scuola francese del XVIII secolo Figura femminile Olio su tela, cm. 44,5x30 Stima € 2.500 / 3.500
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Viviano Codazzi (ambito di) Bergamo 1603 ca. - Roma 1670
Paesaggio con architetture, figure e una danzatrice Olio su tela, cm. 75x99 Restauri. Le ombre fortemente proiettate e il rigore della composizione prospettica corrispondono a quelle di Codazzi e del figlio Niccolò, ambito nel quale il dipinto deve collocarsi. Stima € 4.000 / 6.000
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Viviano Codazzi (ambito di) Bergamo 1603 ca. - Roma 1670
Paesaggio con rovine architettoniche, figure e un vascello nello sfondo Olio su tela, cm. 50x103 Restauri. Il dipinto nell’impaginazione della veduta corrisponde a quelli della bottega del Codazzi e del figlio Niccolò. Stima € 3.000 / 4.000
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Viviano Codazzi (ambito di) Bergamo 1603 ca. - Roma 1670
Paesaggio marino con ruderi di architetture e figure Olio su tela, cm. 50x103 Restauri. Il dipinto nell’impaginazione della veduta corrisponde a quelli della bottega del Codazzi e del figlio Niccolò. Stima € 3.000 / 4.000
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Scuola fiamminga fine XVII secolo
Deposizione dalla Croce con Giuseppe di Arimatea e la Vergine Olio su tavola, cm. 49,5x30,5 Restauri. L’ignoto pittore sembra imitare lo stile di Quentin Massys (1465 - 1530). In particolare la testa del Cristo e quella di Giuseppe ricordano quelle della Deposizione del Maestro della Magdalena Mansi di Bonn, collezione Virnich. Bibliografia di riferimento: Max J. Friedländer, Die Altniederländische Malerei. Quentin Massys, Berlino, P. Cassirer, 1929, vol. VII, n. 91, tav. LXII.
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Stima € 5.500 / 6.500 53
Scuola fiamminga del XVII secolo
Apollo e le Muse Olio su tavola, cm. 56x82 Restauri e cadute di colore. Il dipinto, già attribuito a Hendrick van Balen il Vecchio (1575 - 1632), potrebbe essere anche riferibile al figlio dello stesso nome (1623 - 1661), per i caratteri stilistici simili a quelli del padre. 53
Stima € 2.800 / 3.600
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Scuola fiamminga del XVII secolo
Deposizione con la Madonna e San Giovanni Olio su tavola, cm. 53,5x40 Restauri. Stima € 1.500 / 2.000 55
Adrian van der Kabel Rijswijk 1631 ca. - Lione 1705
Paesaggio con architetture e figure Olio su tela, cm. 58,5x82,5 Reca firma in basso a destra: K[abel]. Cadute di colore e restauri. Stima € 3.500 / 4.500 56
Scuola fiamminga fine XVII secolo Scena pastorale Olio su tela, cm. 56,3x67,5 Restauri. Stima € 1.800 / 2.400
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Scuola fiamminga del XVII secolo
Scuola fiamminga del XVII secolo
Salita al Calvario Olio su tela, cm. 112,5x149,5 Restauri.
Sposalizio nel Tempio Olio su tela, cm. 74x135,5 Restauri. Da notare, oltre la prospettiva a pianta centrale con doppio colonnato, la presenza di molti personaggi con vesti orientali e moresche, abbastanza rara nell’iconografia tradizionale.
Stima € 15.000 / 20.000
Stima € 6.000 / 8.000
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Scuola fiamminga del XVII secolo
Un episodio della storia romana Olio su tavola, cm. 73,5x128,5 Restauri. Il dipinto sembra ispirarsi alla pittura di Peter Paul Rubens. Stima € 3.000 / 5.000
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Scuola fiamminga del XVII secolo
Interno di locanda con scene di vita Olio su tavola, cm. 73,5x108,5 Restauri. Il dipinto sembra attendibilmente opera di un pittore della scuola di
Haarlem, in rapporto stretto con le “scene di genere” simili di Isaak van Ostade (Haarlem 1621 - 1649) e di Cornelis Bega (Haarlem 1631 - 1664), si vedano le teste dei personaggi molto vicine a quelle del dipinto di Bega, Merry company in a tavern, 1661 ca., Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique, Bruxelles, inv. n. 3369.
Bibliografia di riferimento: Masters of Seventeenth-Century Dutch Genre Painting, a cura di Peter C. Sutton, Philadelphia Museum of Art, Gemäldegalerie, Berlino, Royal Academy of Arts, Londra, Philadelphia Museum of Art, 1984, pp. 132-134, 290, 291, tav. 32, cat. n. 94, tav. 33, cat. 2. Stima € 4.000 / 6.000
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Hendrick Mommers (attr. a) Haarlem 1623 ca. - Amsterdam 1693
Festa paesana con danza intorno a un albero della Primavera Olio su tavola, cm. 42x54 Restauri. Vissuto ad Haarlem e Amsterdam dove lavorò, Mommers fece anche un soggiorno in Italia. Pittore di qualità, vicino per certi aspetti a Pieter van Laer, tanto che i suoi dipinti sono stati a volte scambiati per quelli di quest’ultimo. Le figure del nostro dipinto ricordano quelle di Mommers, ma il cielo non corrisponde a quelli suoi usuali. Bibliografia di riferimento: Holländische Malerei in den Museen der Sowjetunion, a cura di Jurij Kuznecov e Irene Linnik, Aurora Kunstverlag, Leningrado, 1989, nn. 171, 213 (simile al nostro). Stima € 4.000 / 6.000 62
Thomas Wyck (attr. a ) Beverwijck, 1616 ca. - Haarlem 1677
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Veduta ideale di porto Olio su tela, cm. 82x64 Expertise di Francesca Baldassari, senza data. Restauri. Stima € 4.000 / 6.000 63
Scuola romana del XVII secolo Gesù consegna le chiavi a San Pietro Olio su tela, cm. 92,5x69,5 Restauri. Dipinto di notevole qualità, può essere avvicinato ai pittori del Seicento francese orientati verso il classicismo. In particolare si confronti con opere come la Natività di Laurent de la Hyre (1606 - 1656) e i dipinti di Eustache Le Sueur (1616 - 1655). Bibliografia di riferimento: Pierre Rosenberg, Jacques Thuillier, Laurent de la Hyre, 1606-1656. L’homme et l’oeuvre, Skira, Ginevra, 1988, pp. 192, 193, n. 128, tav. 128 a; Alain Mérot, Eustache Le Sueur, 1616-1655, Arthena, Parigi, 1987, figg. 449, 450. Stima € 3.000 / 5.000 63
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Cornelis de Wael (attr. a) Anversa 1592 - Roma 1667
Scena di vita carceraria Olio su tela, cm. 97,5x142,5 Restauri. Cornelis de Wael, figlio e allievo di Jean-Baptiste e fratello di Lucas, completò i suoi studi in Italia. Attivo a Genova come autore di pale di chiesa, fu anche un “battaglista” di successo e autore di soggetti militari. Le sue opere furono acquistate per il re di Spagna Filippo III. Stima € 14.000 / 18.000
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Scuola fiamminga del XVII secolo
Adorazione dei Magi Olio su tela, cm. 114x200 Restauri. Questa Adorazione dei Magi appartiene senza dubbio a un artista della Scuola di Rubens e in particolare può essere avvicinabile ad altri due dipinti di soggetto simile di Jacob Jordaens (1593 - 1678), l’Adoration des Mages, 1617 ca., Polonia, Chiesa di Skalbmierz, e più in particolare l’Adoration des Mages, 1644 ca., Kassel, Staatliche Gemäldegalerie. Bibliografia di riferimento: R.A. d’Hulst, Jacob Jordaens, Albin Michel-Fonds Mercator, Anversa, 1982, pp. 79, 195, nn. 47, 165. Stima € 20.000 / 30.000
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Antonio Zanchi (attr. a) Este (Pd) 1631 - Venezia 1722
Adorazione dei Magi Olio su tela, cm. 150x92 Restauri. Il dipinto sembra riferibile stilisticamente all’ultima fase dell’attività di Zanchi, quando la sua tavolozza cromatica si era scurita. Stima € 8.000 / 10.000
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Scuola Italia centro-settentrionale del XVII secolo Giuditta Olio su tela, cm. 71x58 Restauri. 67
Stima € 5.000 / 7.000
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Scuola fiorentina del XVII secolo
San Francesco, San Carlo Borromeo, San Filippo Neri e Sant'Antonio Abate Olio su tela, dittico, cm. 118x70 ognuno Restauri. Sul fondo della tela sinistra paesaggio di Firenze con Santa Maria del Fiore. Stima € 5.000 / 6.000 69
Scuola marchigiana fine XVI secolo
Flagellazione di Cristo Olio su tela, cm. 62,5x53 Restauri. Il dipinto denota un influsso dei “modelli” di Simone de Magistris (1538 - 1613). Stima € 3.000 / 5.000
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Scuola emiliana del XVI secolo Natività con due Santi francescani e pastori: sullo sfondo Annuncio ai pastori Olio su tavola, cm. 191,5x126,5 Il dipinto reca il monogramma B.P. Restauri. Già attribuito a Martino Bonfini. Stima € 10.000 / 15.000 71
Scuola lombarda del XVII secolo
Due opere raffiguranti Natura morta, vaso di fiori Olio su tela, cm. 49x39 ognuno Restauri. La coppia di opere sembra riferibile a modelli di area lombarda della seconda metà del Seicento e agli esempi di Giuseppe Vincenzino, Giovanni Saglier e Margherita Caffi. Stima € 4.000 / 5.000
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Scuola veneta inizio XVII secolo
Paesaggio con scena di mercato Olio su tela applicata su tavola, cm. 103,5x115,5 Restauri. Il dipinto presenta nel soggetto e nella composizione caratteri derivati dalla pittura dei Bassano, nonostante la costruzione architettonica e il paesaggio di sfondo possano alludere a un influsso nordico. Stima € 5.000 / 7.000 73
Scuola emiliana del XVII secolo
Adorazione dei Magi Olio su tela, cm. 118x95 Restauri. Questa Adorazione dei Magi, forse modelletto o derivazione per una pala più grande, di elevata qualità compositiva e squillante accento cromatico, sembrerebbe appartenere alla scuola emiliana. Per confronto si veda L’Adorazione dei Magi di Simone Cantarini (1612 - 1648), della Collezione Torreggiani Salina di Firenze, che presenta caratteristiche di cultura pittorica vicine alla nostra. Bibliografia di riferimento: Adriano Cera, La pittura emiliana del ‘600, Longanesi, Milano, 1982, tav. 18 (sotto S. Cantarini). Stima € 2.500 / 3.000
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Élisabeth-Louise Vigée Le Brun (attr. a) Parigi 1755 - 1842
Ritratto di fanciulla come Diana, Ritratto di fanciulla come dama e Ritratto di fanciulla come Vesta Olio su tela, cm. 17,2x14,8 (ovali) ognuno 74
Stima € 9.000 / 12.000
75
75
Domenico Pecchio Casaleone (Vr) 1687/1712 - Verona 1760
Paesaggio con veduta marina, cascata, castello e pescatori Olio su tela, cm. 67,5x102 Expertise di Ferdinando Arisi, senza data. Restauri. Ferdinando Arisi ha assegnato questo paesaggio a Domenico Pecchio, pittore veronese del Settecento, che sembra risentire dello stile dello Zuccarelli e di Ernesto Daret. Stima € 3.000 / 5.000 76
Carlo Antonio Tavella (attr. a) Milano 1668 - Genova 1738
Paesaggio fluviale con lavandaie Olio su tela, cm. 76,5x70 Restauri. Stima € 1.800 / 2.400
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Scuola fiorentina del XVII secolo
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Giuditta con la testa di Oloferne (copia da Cristofano Allori) Olio su tela, cm. 132,5x106 Restauri e lievi cadute. Dalla Giuditta con la testa di Oloferne di Cristofano Allori (Firenze 1577 - 1621), una delle sue opere più fortunate, il cui autografo ascritto al 1616 si trova nella Galleria Palatina di Firenze, esistono numerose copie realizzate nel Seicento, secondo due varianti distinguibili dalla testa della Giuditta. La nostra tela sembra classificabile come appartenente al tipo della collezione G. Luzzetti, con differenza notevole nel manto bianco sulla testa della fantesca. Bibliografia di riferimento: Sandro Bellesi, Catalogo dei pittori fiorentini del ‘600 e ‘700. Biografie e opere, Edizioni Polistampa, Firenze, 2009, vol. II, p. 11, n. 10; Francesca Baldassari, La pittura del Seicento a Firenze. Indice degli artisti e delle loro opere, Robilant+Voena, Torino, 2009, pp. 116, 117, nn. 3, 4. Stima € 3.000 / 5.000
78
Francesco Curradi (attr. a) Firenze 1570 - 1661
Adorazione dei pastori Olio su tela, cm. 87x63,5 Expertise di Francesca Baldassari, Firenze, 18-11-2004. Restauri. 78
Stima € 3.000 / 5.000
79 79
Giovanni Camillo Sagrestani Firenze 1660 - 1731
Storie della Vergine: l’educazione della Vergine Olio su tela, cm. 176,5x116,5 Restauri. Bibliografia: Piero Bigongiari, Il Seicento fiorentino tra Galileo e il «recitar cantando», Sansoni Editore, Firenze, 1982, tav. 148. Stima € 4.000 / 6.000
80
Scuola napoletana inizio XVIII secolo
La Morte e la fanciulla e Il Tempo Olio su tela modanata, cm. 192x63 ognuno Recano alla base delle iscrizioni in latino e la data 1709. Danneggiati. I due dipinti allegorici sono probabilmente parti della decorazione architettonica di una cappella. Stima € 2.000 / 3.000
80
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Scuola napoletana del XVII secolo
San Francesco Olio su tela, cm. 119,5x86 Restauri. 81
Stima € 2.000 / 3.000
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Scuola napoletana fine XVII secolo Presentazione al Tempio Olio su tela, cm. 157x200 Restauri. Stima € 4.000 / 6.000 83
Scuola Italia centrale del XVII secolo San Filippo Neri Olio su tela, cm. 134,5x98,5 Restauri. Stima € 1.800 / 2.400
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Scuola napoletana del XVII secolo Allegoria Olio su tela, cm. 208x112,5 Restauri. Stima € 2.800 / 3.400
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Scuola napoletana del XVII secolo
Crocifissione con le Marie, San Giovanni e la Maddalena Olio su tela, cm. 125,5x97 Restauri. Il dipinto presenta una composizione complessa che pone al centro, in primo piano, il gruppo delle Marie e il Cristo Crocifisso di scorcio in secondo piano. Stilisticamente si sentono anche suggestioni della scuola romana. 85
Stima € 4.000 / 5.000
86
Scuola napoletana fine XVII secolo Assunzione della Vergine Olio su tela, cm. 103x76 Restauri. Stima € 2.000 / 3.000 87
Scuola napoletana del XVIII secolo
Natività con i pastori Olio su tela, cm. 103x153,5 Restauri. Il dipinto riprende la composizione da quelle tipiche di Francesco Solimena e di De Mura. Stima € 4.000 / 6.000
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Scipione Compagno Napoli, 1624 ca. - post 1680
Scena pastorale, 1654 Olio su tela, cm. 59x75 Firma e data in basso al centro: Scipione Compagno F 1654. Restauri.
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Stima € 4.000 / 6.000
Stima € 4.000 / 6.000
Scuola romana fine XVII secolo Scena del Vecchio Testamento Olio su tela, cm. 81,5x136,5 Restauri.
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Nicolò Brencola (attr. a)
Scuola napoletana del XVIII secolo
Napoli, XVIII secolo
La samaritana al pozzo Olio su tela, cm. 101,5x128,5 Restauri.
Bacco ubriaco, 1782 Olio su tela, cm. 53x100 Reca firma e data sul lato destro: Nicolò Brencola fecit 1782. Restauri.
Stima € 3.500 / 4.500
Stima € 3.500 / 4.500
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Scuola veneta del XVII secolo Cristo deposto: scena notturna Olio su tela, cm. 97,3x120,8 Restauri. Il dipinto, di notevole impatto luministico, mostra un ipotizzabile rapporto con la pittura spagnola. Stima € 3.000 / 5.000 93
Luca Giordano (studio di) Napoli 1634 - 1705
Ester e Assuero Olio su tela, cm. 91x116 Restauri. La tela raffigura Ester e Assuero ed è di qualità. Sembra una replica con
poche varianti del dipinto maggiore, Ester e Assuero, olio su rame, cm. 66,5x81, che insieme a un dipinto omologo, Salomone e la Regina di Saba, della stessa misura, si trova alla Galerie di Aschaffenburg, Monaco di Baviera, inv. n. 6250. Bibliografia di riferimento: Oreste Ferrari, Giuseppe Scavizzi, Luca Giordano, L’opera completa, Electa, Napoli, 2000, tomo I, p. 349, n. A636, tomo II, p. 812, fig. 825 (riprodotto il rame di Monaco).
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Stima € 4.000 / 6.000
Stima € 7.000 / 9.000
Niccolò De Simone (attr. a) Attivo a Napoli dal 1636 al 1655
Via al Calvario Olio su tela, cm. 60,5x100 Restauri. Vecchio allievo di Massimo Stanzione, De Simone collaborò col maestro a molte delle sue opere a Napoli tra le quali la pala della Madonna del Rosario e gli affreschi della cupola maggiore nella chiesa di San Lorenzo Maggiore nel 1653.
Una raccolta di opere della scuola dei Bassano Il gruppo di ventiquattro dipinti di genere bassanesco che seguono facevano parte di una raccolta privata formata per la massima parte nella seconda metà del secolo passato, e documentano, nella varietà degli stili e dei soggetti, la fortuna e la diffusione che l’officina di Jacopo da Ponte detto Bassano (Bassano del Grappa 1515 ca. - 1592) ebbe fino a tutto il XVII secolo. Senza dubbio questa fortuna, documentata dal numero elevato di committenze, era legata alla “novità” che i Bassano introdussero nella concezione del “paesaggio biblico-pastorale” facendone un vero e proprio genere. Per la massima parte queste tele di bottega o di seguaci sono riconducibili a modelli noti di Jacopo, Francesco il Giovane (1549 - 1592), Gerolamo (1566 - 1621), e Leandro (1557 - 1622), tutti figli di Jacopo.
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Bottega di Francesco Bassano il Giovane del XVII secolo Cristo fustigato Olio su tela, cm. 104x124 Restauri. Il gruppo centrale di Cristo tra i due manigoldi ripete quello del Cristo spogliato, Cremona, Museo Civico, attribuito a Francesco Bassano.
Bibliografia di riferimento: Edoardo Arslan, I Bassano, Casa Editrice Ceschina, Milano, 1960, vol. 2, n. 242. Stima € 4.000 / 6.000
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Scuola dei Bassano del XVII secolo
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Cena di Emmaus Olio su tela, cm. 49x64,5 Restauri. Stima € 2.000 / 3.000 97
Scuola dei Bassano del XVI secolo
Gesù nell’Orto dei Getsemani Olio su tela, cm. 38x29 Restauri. Esiste dello stesso soggetto, una scena notturna, un’altra versione diversa nella posizione degli Apostoli (Arslan, vol. 2, n. 247), nella collezione Calamai di Firenze. Un’altra versione, di stile meno coloristico, più tarda, di dimensioni maggiori (cm. 107x98) in collezione Orsini. Va segnalato anche che sia la figura del Cristo con l’aureola a stella, sia i tocchi di luce sulle vesti degli Apostoli, appaiono tecnicamente simili a quelli della Crocifissione del Museu Nacional d’Art de Catalunya, Barcellona, assegnata a Jacopo Bassano. Bibliografia di riferimento: Edoardo Arslan, I Bassano, Casa Editrice Ceschina, Milano, 1960, vol. 2, n. 247. Stima € 2.500 / 3.500
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Scuola dei Bassano del XVII secolo
Gesù a casa di Marta e Maria Olio su tela, cm. 93x131 Restauri. Stima € 3.000 / 5.000
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Scuola dei Bassano del XVII secolo Annuncio ai pastori Olio su tela, cm. 103,5x132 Restauri. Stima € 3.000 / 5.000
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Scuola dei Bassano del XVII secolo Mosè fa scaturire le acque Olio su tela, cm. 133,5x201,5 Restauri. Stima € 3.000 / 5.000
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Scuola dei Bassano del XVII secolo
Orfeo incanta gli animali Olio su tela, cm. 93,5x121 Restauri. Il dipinto mostra affinità strette con altre repliche e versioni dello stesso soggetto già ascritte alla bottega di Francesco Bassano (1549 - 1592).
Gesù caccia i mercanti dal Tempio Olio su tela, cm. 97,5x114 Restauri. Di questo soggetto, che ebbe grande fortuna nella bottega dei Bassano, esiste una versione maggiore ben più imponente, la cui “invenzione” risalirebbe a Jacopo e Francesco, poi ripresa da Gerolamo Bassano, alla National Gallery di Londra, con la composizione in verso opposto di questa.
Il Paradiso Terrestre (L’uscita dal Paradiso Terrestre) Olio su tela, cm. 101x134 Restauri. Dello stesso soggetto esiste una versione con la composizione diversa alla Galleria Doria Pamphilj di Roma, attribuito a Jacopo Bassano con la collaborazione di Francesco. Bibliografia di riferimento: Jacopo Bassano 1510-1592, a cura di Beverly Louise Brown e Paola Marini, Bassano del Grappa, Museo Civico, 5 settembre - 6 dicembre 1992, poi Fort Worth, Kimbell Art Museum, 23 gennaio - 25 aprile 1993, Nuova Alfa, Bologna, 1992, p. 134, n. 48.
Stima € 3.000 / 5.000
Stima € 3.000 / 5.000
Stima € 3.000 / 5.000
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Scuola dei Bassano del XVII secolo 101
Scuola dei Bassano del XVII secolo
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I quattro dipinti (lotti 104, 105, 106, 107) costituiscono una serie di allegorie delle quattro stagioni, un genere fortunato della bottega dei Bassano, ogni allegoria riproduce scene della vita agricola. 104
Scuola dei Bassano del XVII secolo
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Scuola dei Bassano del XVII secolo
Paesaggio con scena di mercato Olio su tela, cm. 151x189 Restauri.
Paesaggio con scena di mercato e tosatura di un gregge Olio su tela, cm. 151,5x189 Restauri.
Stima € 2.500 / 3.500
Stima € 2.500 / 3.500
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Scuola dei Bassano del XVII secolo
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Scuola dei Bassano del XVII secolo
Paesaggio con contadini e armenti Olio su tela, cm. 152x189 Restauri.
Paesaggio con scena di mercato e macellazione del suino Olio su tela, cm. 151x190 Restauri.
Stima € 2.500 / 3.500
Stima € 2.500 / 3.500
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Le quattro opere (lotti 108, 109, 110, 111) riprendono dipinti di Leandro Bassano.
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Scuola dei Bassano del XVII secolo
Scena di mercato (Allegoria della Primavera) Olio su tela, cm. 101x141 Restauri.
Scena di vita domestica (Allegoria dell’Estate) Olio su tela, cm. 97x138,5 Restauri. L’Estate richiama nel gruppo della dama di destra con la giovinetta che offre un piatto di ciliegie e il compare con la ventolina in mano, il dipinto L’Estate di Leandro Bassano, Vienna, Kunsthistorisches Museum. Bibliografia di riferimento: Edoardo Arslan, I Bassano, Casa Editrice Ceschina, Milano, 1960, vol. 2, fig. 314.
Stima € 3.500 / 5.500
Stima € 3.500 / 5.500
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Scuola dei Bassano del XVII secolo
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La vendemmia (Allegoria dell’Autunno) Olio su tela, cm. 97x138,5 Restauri.
Lavorazione del suino (Allegoria dell’Inverno) Olio su tela, cm. 100,5x140,5 Restauri.
Scuola dei Bassano del XVII secolo
Stima € 3.500 / 5.500
Scuola dei Bassano del XVII secolo
Stima € 3.500 / 5.500
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Jacopo da Ponte detto Bassano (studio di) Bassano del Grappa (Vi), 1515 ca. - 1592
Paesaggio con annuncio ai pastori Olio su tela, cm. 130x176 Restauri. Stima € 10.000 / 15.000
Jacopo da Ponte detto Bassano (studio di) Bassano del Grappa (Vi), 1515 ca. - 1592
Ingresso degli animali nell’Arca di Noè Olio su tela, cm. 130x177 Restauri. È una replica dell’omonimo dipinto che si trova all’Arcivescovado di Kromeriz che faceva parte di un gruppo di quattro dipinti sulla storia
di Noè: Noè costruisce l’Arca, Ingresso degli animali nell’Arca di Noè, Il Diluvio e Sacrificio di Noè. Rispetto all’esemplare di Kromeriz il nostro presenta una ripetizione esatta nella composizione delle figure ma un paesaggio montano ben diverso sullo sfondo e nelle quinte arboree. Il paesaggio mostra affinità con quelli tipici della scuola fiamminga degli stessi anni.
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Bibliografia di riferimento: Pallucchini, 1982, p. 50; Rearick, 1986, p. 186; Ballarin, 1988, p. 10; Jacopo Bassano 1510-1592, a cura di Beverly Louise Brown e Paola Marini, Bassano del Grappa, Museo Civico, 5 settembre - 6 dicembre 1992, poi Fort Worth, Kimbell Art Museum, 23 gennaio - 25 aprile 1993, Nuova Alfa, Bologna, 1992, pp. 170, 171, n. 64. Stima € 10.000 / 15.000
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Bassano del Grappa (Vi), 1515 ca. - 1592
Bassano del Grappa (Vi), 1515 ca. - 1592
Stima € 10.000 / 15.000
Stima € 10.000 / 15.000
Jacopo da Ponte detto Bassano (studio di) Scena biblica Olio su tela, cm. 130x176 Restauri.
Jacopo da Ponte detto Bassano (studio di) Annuncio ai pastori Olio su tela, cm. 131x176,5 Restauri.
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Francesco Bassano il Giovane (studio di) Bassano del Grappa (Vi) 1549 - 1592
Paesaggio con contadini (Pastorale) Olio su tela, cm. 78X110,5 Restauri. Il dipinto è chiaramente ripreso da quello della Galleria di Dresda, Gli Israeliti nel deserto. Il pittore ha ripetuto la figura del contadino che sorregge il tino con due donne in basso. Stima € 5.000 / 7.000
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Scuola dei Bassano del XVII secolo
Scena di mercato (Preparativi della cena di Cana) Olio su tela, cm. 114,5x185 Restauri. Stima € 5.000 / 7.000
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Francesco Bassano il Giovane (attr. a) Bassano del Grappa (Vi) 1549 - 1592
Le tessitrici Olio su tela riportata su faesite, cm. 150x221 Restauri. In rapporto allo stile ultimo di Jacopo, ma più attendibilmente vicino ai modi di Francesco il Giovane, figlio di Jacopo. Questo Le tessitrici è un’opera di discreta qualità stilistica e con un particolare effetto luministico. Esiste un’altra tela dello stesso soggetto ma di diversa composizione al Museo Thorvaldsen di Copenaghen, riprodotto in Edoardo Arslan, I Bassano, Casa Editrice Ceschina, Milano, 1960, vol. 2, tav. 231. Stima € 25.000 / 35.000
in oro delle vesti indicherebbero l’appartenenza dell’opera all’area veneto-dalmata. Nelle figure delle Pie Donne sembra di avvertire echi di modelli della pittura veneziana (Tiziano e Tintoretto), mentre in quella di San Giovanni influssi di area nordica e fiamminga. Stima € 3.000 / 5.000 121
Scuola lombarda inizio XVII secolo
119 - aperto
Natività con annuncio e adorazione dei pastori Olio su tela, cm. 117x171 Restauri. La Natività con annuncio e adorazione dei pastori sembra da assegnare a un ignoto pittore di area lombarda. Sebbene la composizione e gli effetti di luce e ombra già risentano del “naturalismo” seicentesco, certi accenti rimandano ai pittori ancora legati alla tarda maniera cinquecentesca. Da notare l’uso prezioso dell’oro a foglia nelle aureole della Vergine e di San Giuseppe e quella raggiata del Bambino, più tipici della scuola ferrarese. Stima € 5.000 / 7.000 122
Scuola emiliana del XVII secolo
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Scuola marchigiana del XVI secolo
Trittico con scene del Vangelo e due Santi Olio su tavola, cm. 60,5x76,5 (aperto), cm. 60,5x38 (chiuso) Restauri. Il trittico è composto da tre ante: in quella laterale sinistra Angelo annunciante e San Giovanni Battista; al centro, Madonna col Bambino e Sant’Anna; nell’anta destra la Vergine
annunciata e San Martino che taglia il manto per il povero. Stima € 4.000 / 6.000 120
Scuola veneto-dalmata inizio XVII secolo Deposizione di Cristo con San Giovanni e le Marie Olio su tavola, cm. 73x89 Restauri e lievi cadute di colore. Il tipo di tavola e la decorazione
Scena di mercato Olio su tela, cm. 114x168 Reca in basso al centro il monogramma G [...] XVIII, parzialmente leggibile. Restauri. Dipinto di notevole qualità, questa scena di mercato, anche allegoria religiosa, con la “lavanda dei piedi” al centro e la “cena” a sinistra sul fondo, mostra caratteri stilistici affini alla pittura di genere emiliana, con echi da Annibale Carracci, La bottega del macellaio e Il martirio di Santo Stefano, una qualità che si conferma anche nei dettagli degli animali e nella natura morta. Per il “piglio” narrativo e allegorico si confronti con la Parabola del servo cattivo di Domenico Fetti, Dresda, Gemäldegalerie. Stima € 5.000 / 7.000
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Scuola Italia centrale fine XVI secolo
Madonna incoronata con Santa Caterina d’Alessandria e Sant’Antonio Abate Olio su tavola centinata, pala d’altare, cm. 218,5x156,5 Restauri. La pala appartiene attendibilmente alla larga area dei pittori marchigiani influenzati dalla cultura veneta e da Lorenzo Lotto. Stima € 15.000 / 20.000
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Marco Bello (attr. a) Venezia 1470 ca. - 1523
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Madonna con il Bambino, San Giovannino e San Zaccaria Olio su tavola, cm. 35x50 Restauri. Il dipinto, la cui attribuzione a Marco Bello è stata suggerita oralmente da Anchise Tempestini, mostra nella tipologia stilistica della Madonna, del Bambino e del Santo notevoli affinità con due Madonne, la prima dell’Accademia Carrara di Bergamo e la seconda in collezione privata, Venezia, e con una Sacra Famiglia con San Giovannino e un Vescovo Benedettino, della collezione Berenson, Villa “I Tatti”, già attribuita a seguace di Vincenzo Catena e successivamente a Marco Bello (si veda Anchise Tempestini, Marco Bello tra Giovanni Bellini e Vincenzo Catena, in Scritti di Storia dell’Arte in onore di Federico Zeri, vol. I, Electa, Milano, 1984, pp. 315-322, e Anchise Tempestini, Il catalogo di Marco Bello. Nuovi contributi e riflessioni, in Studi di storia dell’arte, n. 11, Ediart, Todi, 2000, pp. 29-72). Stima € 4.000 / 6.000
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Scuola toscana inizio XVII secolo
Sacra Famiglia con tre Angeli Olio su tela, cm. 131x129 Restauri. L’ignoto pittore autore del nostro dipinto si può definire un seguace di Francesco di Giovanni Botticini (Firenze 1446 ca. - 1497). Pittore “eclettico”, formatosi prima col Verrocchio e poi con Botticelli (nonostante nella sua pittura si trovino anche influssi del Ghirlandaio
e di Cosimo Rosselli), fu uno dei più prolifici della seconda metà del Quattrocento. La nostra Sacra Famiglia con tre Angeli, olio su tela, riprende a modello alcuni dei tondi più belli del Botticini, come la Madonna che adora il Bambino con San Giovannino e cinque Angeli, Firenze, Galleria Palatina, e la Madonna che adora il Bambino con San Giovannino e due Angeli, Parigi, Louvre, dei quali ricalca esattamente
il Bambino: due “tondi” in cui l’influsso del Botticelli è fortissimo. Dal volto della Madonna e dalla presenza del San Giuseppe, diversi dai “tipi” del Botticini, si potrebbe ipotizzare che si tratti di un imitatore del secolo successivo. Bibliografia di riferimento: Lisa Venturini, Francesco Botticini, Edifir, Firenze, 1994, tavv. 106, 107. Stima € 10.000 / 15.000
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cerchia di Giovanni Bellini, ma al suo interno Heinemann ha cercato di distinguere dodici autori diversi, raccolti in due gruppi e considerando all’interno della bottega anche degli artisti estranei al legame di parentela. I più famosi, come Girolamo, furono allievi di Gentile e Giovanni Bellini e si collocano stilisticamente nella pittura veneziana del primo Cinquecento. La nostra Madonna col Bambino e due committenti, coniugi, di qualità non comune tra le opere della bottega dei Santacroce, già attribuita a Girolamo da Santacroce, (1485 ca. - 1556), appare in base a considerazioni stilistiche più vicina a quelle di Francesco Rizzo da Santacroce (attivo dal 1508 al 1545 ca.) allievo di Francesco di Simone (1440 ca. - 1508), discepolo di Giovanni Bellini. Si veda per confronto la paletta Madonna col Bambino, San Bernardino e due donatori, riprodotta in Fritz Heinemann, Giovanni Bellini e i belliniani, Neri Pozza Editore, Venezia, 1962, vol. 1, pp. 153-157, vol. 2, p. 559, tavv. 632, 633.
Scuola veneta del XVI secolo
Madonna col Bambino e due committenti Olio su tavola, cm. 56x72,5 Restauri. La Famiglia Santacroce, come viene definita da Fritz Heinemann, fu una laboriosa bottega di artisti attivi nella
Stima € 8.000 / 10.000
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Scuola Italia centrale fine XVI secolo Assunzione della Vergine Olio su tavola, cm. 110,5x119,5 Restauri. 127
Stima € 4.000 / 6.000
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Scuola veneta prima metà XV secolo
Madonna dell’Umiltà Tempera su tavola a fondo oro, cm. 47x34 Restauri. La Madonna, seduta in terra e non sul trono, col Gesù Bambino deposto in grembo, cosiddetta dell’Umiltà, appartiene all’iconografia tardo gotica e conosce una discreta diffusione nel primo Rinascimento Europeo. Si tratta di un’immagine simbolica che rappresenta insieme la nascita di Cristo e prefigura, nel richiamo alla deposizione nella posa del Bambino, la sua storia terrena fino alla morte. La diffusione di questo tipo iconografico avvenne in tutta l’Europa centrale, da Parigi alla Borgogna, da Colonia fino all’Italia, e conobbe diverse varianti. Uno degli esempi più alti è quello della Madonna del Roseto, Museo di Castelvecchio, Verona, di Stefano da Verona (Verona 1379 ca. - post 1438), uno dei maggiori esponenti della pittura tardo-gotica in Italia, autore di un gruppo di affreschi a Mantova e Verona e di alcune Madonne su tavola (Palazzo Venezia e Galleria Colonna, Roma), nonché della Adorazione dei Magi, 1435, Milano, Brera. Questo “stile fiorito” del tardo gotico, avvertibile nell’uso ad arabesco decorativo di particolari come le foglie e i fiori sul terreno, e nelle decorazioni delle vesti, si manifestò anche attraverso esempi altissimi (Gentile da Fabriano, Pisanello, Zavattari e Michelino da Besozzo), nella pittura lombarda e veneta e in particolare a Verona. Il nostro dipinto, pur a un livello di devozione domestica più popolare, manifesta l’eco di questo stile internazionale.
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Stima € 8.000 / 10.000
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Scuola lombarda del XV secolo
San Giovanni Battista Tempera su tavola a fondo oro, cm. 16,5x14 Restauri. Comunicazione orale di Federico Zeri, già attribuito erroneamente alla Bottega di Andrea del Castagno. Stima € 8.000 / 10.000
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Ignoto pittore marchigiano del XVI secolo
Angelo annunciante e Madonna annunciata (Annunciazione dello Studiolo) Olio su tavola centinata, dittico, cm. 162x61 e cm. 161x59 Restauri. La precedente attribuzione orale a Lorenzo Lotto sembra da respingere in quanto, al di là della qualità del dipinto, non corrisponde alla tipologia stilistica del pittore. Si vedano infatti le radicali differenze rispetto alle Annunciazioni del Lotto: quella con l’Angelo
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annunciante e Vergine annunciata di Jesi, Pinacoteca Civica, e quella di Recanati, Pinacoteca Civica. Qualche ricordo del Lotto si potrebbe più facilmente vedere nell’Angelo ma quello del nostro pittore è più “manieristico” di quelli di Lotto. Più vicino appare l’Angelo della lunetta della Visitazione sempre a Jesi (Lorenzo Lotto nelle Marche. Il suo tempo, il suo influsso, catalogo a cura di Paolo dal Poggetto e Pietro Zampetti, Ancona, 4 luglio 11 ottobre 1981, Centro Di Editore, Firenze, p. 334, n. 83). Stima € 18.000 / 24.000
Jacopo di Giovanni di Francesco detto Jacone (attr. a) Firenze 1492 - 1554
San Sebastiano Olio su tavola, cm. 85,5x64 Studio di Claudio Strinati con attribuzione a Jacopo di Giovanni di Francesco detto Jacone, in data 20 maggio 2020. Restauri e lievi cadute di colore. Scrive Claudio Strinati nello studio attributivo: “Si tratta infatti di un dipinto inequivocabilmente databile al sedicesimo secolo, quindi al tempo di Andrea del Sarto e dunque la prima tesi è che non ci troviamo di fronte
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ad una derivazione posteriore ma ad un’opera eseguita al tempo del Maestro stesso. Tuttavia il punto cruciale della questione è nel chiarire se l’opera qui in esame sia stata eseguita entro la morte di Andrea del Sarto, contestualmente al momento in cui il grande pittore mise mano al prototipo; o posteriormente. [...] Vasari nella bibliografia del Sarto, cita un cospicuo gruppo di allievi diretti, alcuni dei quali oggi celeberrimi come il Pontormo, altri quasi dimenticati dalla storiografia moderna. Tra questi c’è l’autore del nostro quadro. Si tratta di Jacopo di Giovanni Francesco detto Jacone (Firenze 1492-1554). Di lui Vasari dice che Andrea del Sarto, “mentre
ch’egli lavorò, si valse di lui come appare nelle sue opere; e massime nella facciata del cavalier Buondelmonti in su la piazza di Santa Trinita”. Questo lavoro in particolare è scomparso poi nel corso del tempo ma di Jacone restano varie opere tra cui una grande pala d’altare da lui eseguita pochissimi anni dopo la morte di Andrea, verso il 1535, oggi conservata nella pinacoteca comunale di Città di Castello. La pala rappresenta la Madonna col Bambino tra i Santi Francesco e Sebastiano. Ebbene le frecce dipinte in questa pala hanno la stessa identica tipologia della freccia turca retta in mano dal nostro San Sebastiano e presente in
tutte le versioni derivate dal famoso prototipo. Tra tutti gli allievi di Andrea soltanto Jacone ha riproposto in una sua opera originale lo stesso modello creato da Andrea per il prototipo destinato alla Compagnia di San Sebastiano. [...] La somiglianza del modo di disegnare tra il nostro quadro e questa pala, la somiglianza della stesura cromatica tra il nostro quadro e questa pala e il particolare delle frecce, inducono a pensare che il dipinto qui in esame sia stato dipinto da Jacone immediatamente dopo la scomparsa del maestro Andrea, cui era tanto legato e da lui stimato”. Stima € 10.000 / 15.000
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Scuola toscana del XVI secolo
Madonna col Bambino e San Giovannino Olio su tavola, cm. 92,5x67 Restauri e cadute di colore. La tavola senza dubbio di scuola toscana deve attendibilmente collocarsi nell’ambito della pittura senese ed è stilisticamente riferibile a Andrea Piccinelli detto Brescianino (Siena dal 1507 al 1525 ca.).
Per confronto si veda la testa della nostra Madonna con quella della Maria Vergine Annunciata del Brescianino nel Lindenau-Museum, Altenburg (Archivio Fotografico Fondazione Federico Zeri, inv. n. 36782). Stima € 10.000 / 15.000
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Scuola toscana inizio XVI secolo
Sacra Famiglia con San Giovannino Olio su tavola, cm. 87,5x72,5 Restauri. La nostra tavola, di notevole qualità, si può attendibilmente assegnare a un pittore attivo a Firenze o Siena nei primi decenni del Cinquecento. Mentre stilisticamente il Bambino e San Giovannino sono vicini
a quelli di Michele Tosini detto del Ghirlandaio (1503 1577), spesso confuso con Francesco del Brina, la testa della Vergine sembra risentire anche dei modelli del “classicismo” senese ispirati a Baldassarre Peruzzi (1481 - 1536). Stima € 25.000 / 35.000
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Scuola italo-ispanica fine XV - inizio XVI secolo
San Michele Arcangelo Tempera su tavola a fondo oro, cm. 136x52,5 Restauri. La tavola a fondo oro con San Michele Arcangelo sembrerebbe parte di un polittico attendibilmente appartenente ad un’area di cultura pittorica periferica.
Si indicano solo come esempi di riferimento e non di attribuzione i tre Angeli Musicanti del Retablo della Porziuncola, Pinacoteca Nazionale di Cagliari, e il San Michele Arcangelo che schiaccia il demonio, del Retablo di San Pietro, 1500 ca., che si distinguono, come nella nostra tavola, per un uso debordante dei decori a oro.
Bibliografia di riferimento: Retabli. Arte sacra in Sardegna nei secoli XV e XVI, a cura della Soprintendenza dei Beni Artistici per le Province di Cagliari e Oristano, M&T Sardegna, Cagliari, 1993, pp. 93, 95, 99. Stima € 20.000 / 30.000
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Pittore tardogotico veneto del XV secolo
Madonna col Bambino, Santa Caterina d’Alessandria, una Santa e due Angeli Tempera su tavola cuspidata a fondo oro, cm. 82x51,5 Restauri e lievi cadute. Già attribuita a Jacobello del Fiore (documentato dal 1394 e morto nel 1439), questa paletta non sembra stilisticamente assegnabile all’opera
del pittore, soprattutto se comparata con la Madonna col Bambino più matura della Raccolta Berenson di Firenze, in cui i volti appaiono più quattrocenteschi che nella nostra, ancora pervasa da caratteri gotici a meno che non si collochi nel periodo iniziale della sua attività. Tuttavia la qualità formale del dipinto rimane alta. In via del tutto ipotetica la nostra tavola potrebbe essere assegnata a
un pittore ignoto, operante a Venezia negli stessi anni, come Giovanni di Francia, documentato dal 1429 al 1439, seguace di Jacobello e di Giambono. Bibliografia di riferimento: Bernard Berenson, Pitture italiane del Rinascimento, la scuola veneta, Phaidon-Sansoni, Firenze, 1958, vol. I, pp. 91, 96-98, tavv. 38, 41. Stima € 35.000 / 45.000
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Andrea Vanni (attr. a) Siena 1332 ca. - 1414 ca.
Santo Apostolo Tempera su tavola a fondo oro, cm. 52,5x54,5 Restauri. Bibliografia: Archivio Fotografico Fondazione Federico Zeri, inv. 5988 (con attribuzione ad Andrea Vanni). Stima € 40.000 / 50.000
Il fondo oro, parte superiore di un pannello di polittico raffigurante Santo Apostolo (Testa di Profeta o Evangelista) e due Profeti sui pennacchi, di cui uno con cartiglio, in precedenza attribuito a Lippo Vanni, sembra attendibilmente da assegnare ad Andrea Vanni. Scrive Bernard Berenson: “Vanni Andrea: Siena, ca. 1332 - 1414. Perhaps pupil of Lippo Memmi, strongly influenced by Barna and by works of Simone Martini and the Lorenzetti. Partner of Bartolo di Fredi in 1353, worked with Antonio Veneziano in the Duomo di Siena 1370. First journey to Naples 1375. Documented again in Naples 1383” (Bernard Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Central Italian & North Italian Schools, Phaidon, Londra, 1968, vol I, testo pp. 440-442, vol II, tavv. 387-398). Dipinto di alta qualità stilistica sembra assai vicino alle teste dei Profeti che fiancheggiano a figura intera la Crocifissione (tavola, cm. 105x90), “fastigio centrale” di un grande polittico smembrato proveniente dalla Chiesa dell’Alberino, fuori porta Ovile a Siena (per confronto si veda in Piero Torriti, La Pinacoteca Nazionale di Siena, i dipinti dal XII al XV secolo, Sagep, Genova, 1980, p. 188, n. 114). Le teste dei Profeti del precedentemente menzionato Fastigio della Pinacoteca di Siena presentano delle barbe “fluenti e finemente tratteggiate [...] di grande effetto anche per il colore che, ove è più vivo, contrasta con il compatto fondo oro”. Si segnala anche la forte affinità stilistica tra le teste dei due Profeti con cartiglio della nostra tavola con quelle dei due Profeti della Crocifissione già ricordata, e l’eleganza paleografica del cartiglio di quello di destra. Berenson riproduce un pannello raffigurante un Evangelista, della collezione Malcove di New York, proveniente da un polittico già nel Monastero di Sant’Eugenio di Siena (cit., vol. I, p. 441; vol. II, tav. 394) che presenta forti affinità nel modellato del volto e nello sguardo con quello del nostro dipinto.
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Pierre-Henri de Valenciennes (scuola di)
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Tolosa 1750 - Parigi 1819
Ignoto del XIX secolo
Stima € 9.000 / 13.000
Stima € 4.000 / 6.000
Veduta di città dell’Italia centrale Olio su tela, cm. 63x74,6 Reca firma in basso a sinistra: Valenciennes. Restauri.
Veduta delle cascate di Tivoli Olio su tela, cm. 100x163 Restauri. Reca firma illeggibile in basso a sinistra.
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Alois Friedrich Schönn Vienna 1826 - Krumpendorf 1897
Scena di mercato (Scena risorgimentale con bandiera tricolore), 1871 Olio su tela, cm. 120x193 Firma e data in basso a sinistra: A. Schönn 1871. Restauri. Nato a Vienna nel 1826 e morto in Carinzia nel 1897, Alois Friedrich Schönn è stato un pittore importante nel genere di quadri risorgimentali e come orientalista. Dal 1841-42 studiò incisione e dal 1845 al 1848 la pittura di genere storico presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna. Nel 1848-49 partecipò alla Guerra di Indipendenza Italiana fissando sulla tela scene di battaglia come L'assalto al campo fortificato di Lodrone, 1848, Vienna, Museo di Storia Militare, e La partenza dei volontari per l'Italia il 3 aprile 1848, Museo di Vienna. Nel 1851-52 intraprese, dopo aver visitato l’Ungheria, la Francia, l’Italia, la Galizia e i Paesi Bassi, il primo grande viaggio in Oriente, visitando la Grecia, la Turchia, la Palestina e l’Egitto, risalendo il Nilo fino alla cateratta di Nubia, e al ritorno dall’Oriente visitò la Sicilia. Pittore raffinato e versatile Schönn eccelleva non solo in dipinti militari e orientalisti ma anche nelle “scene di
mercato”, come quella del Mercato a Sarajevo, genere al quale appartiene anche il nostro dipinto. La scena raffigura una città dell’Italia meridionale con nello sfondo una chiesa dalla quale parte una processione: in primo piano un mercato con banchi di venditori ambulanti, donne e ragazzi. Sulla destra legata a un albero una bandiera tricolore con lo stemma sabaudo affissa al bastone con le bande orizzontali e non verticali come è d’uso. In secondo piano si notano due carabinieri, uno a sinistra, l’altro più piccolo a destra. L’architettura delle case ricorda quelle dei dipinti orientalizzanti dell’autore. Bibliografia di riferimento: Fritz Pollak, Schönn Alois, Allgemeine Deutsche Biographie, (ADB), Duncker & Humblot, Lipsia, 1908, vol. 54, pp. 158, 159; August Schaeffer von Wienwald, Alois Schönn, in Berichte und Mitteilungen des Altertums-Vereines zu Wien, vol. 44, (1911), pp. 85-94. Stima € 25.000 / 35.000
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Giovanni Paolo Panini Piacenza 1691 - Roma 1765
Rovine architettoniche con soldati sotto una statua romana Olio su tela, cm. 69,5x108,5 Comunicazione scritta di Maurizio Marini, senza data. Restauri. Maurizio Marini dopo aver rilevato i caratteri distintivi del dipinto, tipici dello stile del Panini - la formazione a Piacenza nell’ambito dei “quadraturisti” dell’area dei Bibiena dal 1708 al 1711, l’arrivo a Roma in contatto con Benedetto Luti e Andrea Locatelli, l’attenzione verso una
visione preromantica del paesaggio ripresa dal Ghisolfi e Salvator Rosa - ne colloca la presenza nella sua fase matura quando era aiutato dal figlio. Si può notare in quest'opera l’esatta disposizione prospettica, la sapiente conoscenza archeologica dei dettagli architettonici e della statua romana e infine la freschezza di stesura nelle figure, tutti caratteri questi della sua migliore pittura. Stima € 45.000 / 55.000
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Giovanni Paolo Panini Piacenza 1691 - Roma 1765
Marco Curzio che si getta nella voragine, 1720 ca. Olio su tela, cm. 43,5x114 Comunicazione scritta di Ferdinando Arisi, senza data. Lievi restauri. Secondo Ferdinando Arisi questo dipinto raffigurante Marco Curzio che si getta nella voragine, sarebbe “la prima versione, in ordine di tempo, di un soggetto che egli trattò ripetutamente”. Ha scritto ancora Arisi nella comunicazione: “Per il gusto compositivo è vicino all’Ifigenia in Aulide del Museo di Bath (si veda il mio libro sul Panini alla figura 47), affine anche per la contaminazione di monumenti classici con edifici rinascimentali e barocchi. Nella luminosità nebbiosa del fondo, dietro le rovine d’un portico, s’intravede un cupolone che assomiglia, più che al Pantheon, all’edificio funerario a due ordini (ricostruzione ideata della Mole Adriana?) inserito in quel dipinto. Anche per questo dovremmo essere poco prima del 1720, data con la quale non contrastano il gioco cromatico-luministico e certe macchiette d’animazione, come l’uomo seminudo sdraiato in primo piano, che sono frequenti nel repertorio paniniano. Il rilievo dell’uomo col cavallo è identico in un dipinto del Museo di Mosca che A. Busiri Vici ritiene del Ghisolfi (Locatelli, Roma, 1976, ill. 25) ed io la copia da un originale perduto del Panini. Nella collezione Galli di Carate Brianza c’è
una versione di questo Marco Curzio che dovrebbe essere di poco posteriore, variata sul muoversi delle macchiette ma organizzata con lo stesso ritmo”. Senza dubbio l’insieme di monumenti architettonici romani che Panini ha inserito nella veduta, la Piramide di Caio Cestio, il Colosseo, la Colonna Traiana, la Colonna Aureliana, l’Arco di Costantino, che corrispondono poi a quelli più visitati del Grand Tour, denotano un gusto archeologico tipico del Panini che, dopo aver studiato la prospettiva con i pittori quadraturisti emiliani, fu un prolifico autore di decorazioni architettoniche e vedute nei palazzi romani (Villa Patrizi, Palazzo De Carolis), e autore di serie di stampe su Roma e delle celebri Carceri, grandi incisioni di interni monumentali che hanno avuto un ruolo decisivo nell’invenzione romantica del Paesaggio pittoresco, di gran moda poi durante il secolo XVIII e fino ai giorni nostri. Bibliografia di riferimento: Ferdinando Arisi, Gian Paolo Panini e i fasti della Roma del ‘700, Ugo Bozzi Editore, Roma, 1986. Stima € 65.000 / 85.000
INDICE B Bassano il Giovane (attr. a) F. 118 Bassano il Giovane (studio di) F. 116 Bello (attr. a) M. 124 Bottega di Francesco Bassano il Giovane del XVII secolo 95 Brencola (attr. a) N. 91 C Camuccini (attr. a) V. 30 Codazzi (ambito di) V. 49, 50, 51 Compagno S. 88 Courtois, detto il Borgognone (attr. a) J. 45 Curradi (attr. a) F. 78 D Da Ponte detto Bassano (studio di) J. 112, 113, 114, 115 De Simone (attr. a) N. 94 De Valenciennes (scuola di) P. 137 De Wael (attr. a) C. 64 Di Francesco detto Jacone (attr. a) J. 131 Di Mariano detto il Marrina L. 27 G Giordano (studio di) L. 93 I Ignoto del XIX secolo 32, 138 Ignoto pittore marchigiano del XVI secolo 130 K Kabel A. 55 M Mommers (attr. a) H. 61 P Paltronieri, il Mirandolese (attr. a) P. 47 Panini G. 140, 141 Pecchio D. 75 Pittore tardogotico veneto del XV secolo 135 S Sagrestani G. 79 Schönn A. 139 Scuola Italia centrale del XVII secolo 39, 83 Scuola Italia centrale fine XV - inizio XVI secolo 24 Scuola Italia centrale fine del XVI secolo 23, 123, 127 Scuola Italia centro-settentrionale XVII secolo 40, 67 Scuola Italia meridionale fine XVII secolo 43 Scuola Italia settentrionale fine del XVI secolo 21 Scuola caravaggesca fine del XVII secolo 38 Scuola dei Bassano del XVI secolo 97 Scuola dei Bassano del XVII secolo 96, 98, 99, 100, 101,
102, 103, 104, 105, 106, 107, 108, 109, 110, 111, 117 Scuola emiliana del XVI secolo 70 Scuola emiliana del XVII secolo 46, 73, 122 Scuola emiliana fine del XVII secolo 33, 36 Scuola fiamminga del XVII secolo 29, 53, 54, 57, 58, 59, 60, 65 Scuola fiamminga del XVIII secolo 28 Scuola fiamminga fine del XVII secolo 34, 52, 56 Scuola fiorentina del XVII secolo 68, 77 Scuola francese del XVIII secolo 48 Scuola francese fine del XVII secolo 37 Scuola italo-ispanica fine XV - inizio XVI secolo 134 Scuola lombarda del XV secolo 129 Scuola lombarda del XVII secolo 71 Scuola lombarda inizio del XVII secolo 121 Scuola marchigiana del XVII secolo 119 Scuola marchigiana fine del XVI secolo 69 Scuola napoletana del XVII secolo 81, 84, 85 Scuola napoletana del XVIII secolo 90, 87 Scuola napoletana fine del XVII secolo 82, 86 Scuola napoletana inizio del XIX secolo 31 Scuola napoletana inizio del XVIII secolo 80 Scuola romana del XVII secolo 63 Scuola romana fine del XVII secolo 89 Scuola tedesca del XVI secolo 22, 35 Scuola toscana del XVI secolo 20, 132 Scuola toscana fine XV secolo 25 Scuola toscana fine del XVI secolo 19 Scuola toscana inizio del XVI secolo 133 Scuola toscana inizio del XVII secolo 125 Scuola veneta del XVI secolo 126 Scuola veneta del XVII secolo 42, 44, 92 Scuola veneta del XVIII secolo 41 Scuola veneta inizio del XVII secolo 72, 18 Scuola veneta prima metà del XV secolo 128 Scuola veneta prima metà del XVI secolo 26 Scuola veneto-dalmata inizio del XVII secolo 120 T Tavella (attr. a) C. 76 V Vanni (attr. a) A. 136 Vigée Le Brun (attr. a) . 74 W Wyck (attr. a ) T. 62 Z Zanchi (attr. a) A. 66
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11) queste verranno esposte prima dell’asta. Chiunque sia interessato potrà così prendere piena, completa ed attenta visione delle loro caratte-
ristiche, del loro stato di conservazione, delle effettive dimensioni, della loro qualità. Conseguentemente l’aggiudicatario non potrà contestare eventuali errori o inesattezze nelle indicazioni contenute nel catalogo d’asta o nelle note illustrative, o eventuali difformità fra l’immagine fotografica e quanto oggetto di esposizione e di vendita, e, quindi, la non corrispondenza (anche se relativa all’anno di esecuzione, ai riferimenti ad eventuali pubblicazioni dell’opera, alla tecnica di esecuzione ed al materiale su cui, o con cui, è realizzata) fra le caratteristiche indicate nel catalogo e quelle effettive dell’oggetto aggiudicato. I lotti posti in asta da Farsettiarte per la vendita vengono venduti nelle condizioni e nello stato di conservazione in cui si trovano; i riferimenti contenuti nelle descrizioni in catalogo non sono peraltro impegnativi o esaustivi; rapporti scritti (condition reports) sullo stato dei lotti sono disponibili su richiesta del cliente e in tal caso integreranno le descrizioni contenute nel catalogo. Qualsiasi descrizione fatta da Farsettiarte è effettuata in buona fede e costituisce mera opinione; pertanto tali descrizioni non possono considerarsi impegnative per la casa d’aste ed esaustive. La Farsettiarte invita i partecipanti all’asta a visionare personalmente ciascun lotto e a richiedere un’apposita perizia al proprio restauratore di fiducia o ad altro esperto professionale prima di presentare un’offerta di acquisto. Verranno forniti condition reports entro e non oltre due giorni precedenti la data dell’asta in oggetto ed assolutamente non dopo di essa. Farsettiarte agisce in qualità di mandataria di coloro che le hanno com-
12) missionato la vendita degli oggetti offerti in asta; pertanto è tenuta a
rispettare i limiti di riserva imposti dai mandanti anche se non noti ai partecipanti all’asta e non potranno farle carico obblighi ulteriori e diversi da quelli connessi al mandato; ogni responsabilità ex artt. 1476 ss cod. civ. rimane in capo al proprietario-committente. Le opere descritte nel presente catalogo sono esattamente attribuite
13) entro i limiti indicati nelle singole schede. Le attribuzioni relative a oggetti e opere di antiquariato e del XIX secolo riflettono solo l’opinione della Farsettiarte e non possono assumere valore peritale. Ogni contestazione al riguardo dovrà pervenire entro il termine essenziale e perentorio di 8 giorni dall’aggiudicazione, corredata dal parere di un esperto, accettato da Farsettiarte. Trascorso tale termine cessa ogni responsabilità di Farsettiarte. Se il reclamo è fondato, Farsettiarte rimborserà solo la somma effettivamente pagata, esclusa ogni ulteriore richiesta, a qualsiasi titolo. Né Farsettiarte, né, per essa, i suoi dipendenti o addetti o collaborato-
14) ri, sono responsabili per errori nella descrizione delle opere, né della
genuinità o autenticità delle stesse, tenendo presente che essa esprime meri pareri in buona fede e in conformità agli standard di diligenza ragionevolmente attesi da una casa d’aste. Non viene fornita, pertanto al compratore-aggiudicatario, relativamente ai vizi sopramenzionati, alcuna garanzia implicita o esplicita relativamente ai lotti acquistati. Le opere sono vendute con le autentiche dei soggetti accreditati al momento dell’acquisto. Farsettiarte, pertanto, non risponderà in alcun modo e ad alcun titolo nel caso in cui si verifichino cambiamenti dei soggetti accreditati e deputati a rilasciare le autentiche relative alle varie opere. Qualunque contestazione, richiesta danni o azione per inadempienza del contratto di vendita per difetto o non autenticità dell’opera dovrà essere esercitata, a pena di decadenza, entro cinque anni dalla data di vendita, con la restituzione dell’opera accompagnata da una dichiarazione di un esperto accreditato attestante il difetto riscontrato. La Farsettiarte indicherà sia durante l’esposizione che durante l’asta gli
15) eventuali oggetti notificati dallo Stato a norma del D.lgs del 20.10.2004
(c.d. Codice dei Beni Culturali), l’acquirente sarà tenuto ad osservare tutte le disposizioni legislative vigenti in materia. Tale legge (e successive modifiche) disciplina i termini di esportazione di un’opera dai confini nazionali. Per tutte le opere di artisti non viventi la cui esecuzione risalga a oltre settant’anni dovrà essere richiesto dall’acquirente ai competenti uffici esportazione presso le Soprintendenze un attestato di libera circolazione (esportazione verso paese UE) o una licenza (esportazione verso paesi extra UE). Farsettiarte non assume responsabilità nei confronti dell’acquirente per eventuale diniego al rilascio dell’attestato di libera circolazione o della licenza. Le opere la cui data di esecuzione sia inferiore ai settant’anni possono essere esportate con autocertificazione da fornire agli uffici competenti che ne attesti la data di esecuzione (per le opere infra settanta/ultra cinquant’anni potranno essere eccezionalmente applicate dagli uffici competenti delle restrizioni all’esportazione).
16) Le etichettature, i contrassegni e i bolli presenti sulle opere attestanti la proprietà e gli eventuali passaggi di proprietà delle opere vengono garantiti dalla Farsettiarte come esistenti solamente fino al momento del ritiro dell’opera da parte dell’aggiudicatario.
17) Le opere in temporanea importazione provenienti da paesi extraco-
munitari segnalate in catalogo, sono soggette al pagamento dell’IVA sull’intero valore (prezzo di aggiudicazione + diritti della Casa) qualora vengano poi definitivamente importate.
18) Tutti coloro che concorrono alla vendita accettano senz’altro il presente regolamento; se si renderanno aggiudicatari di un qualsiasi oggetto, assumeranno giuridicamente le responsabilità derivanti dall’avvenuto acquisto. Per qualunque contestazione è espressamente stabilita la competenza del Foro di Prato.
19) Il cliente prende atto e accetta, ai sensi e per gli effetti dell’art. 22 D.
Lgs n. 231/2007 (Decreto Antiriciclaggio), di fornire tutte le informazioni necessarie ed aggiornate per consentire a Farsettiarte di adempiere agli obblighi di adeguata verifica della clientela. Resta inteso che il perfezionamento dell’acquisto è subordinato al rilascio da parte del Cliente delle informazioni richieste da Farsettiarte per l’adempimento dei suddetti obblighi. Ai sensi dell’art. 42 D. Lgs n. 231/07, Farsettiarte si riserva la facoltà di astenersi e non concludere l’operazione nel caso di impossibilità oggettiva di effettuare l’adeguata verifica della clientela.
GESTIONI SETTORIALI ARTE MODERNA Frediano FARSETTI Sonia FARSETTI Stefano FARSETTI Leonardo FARSETTI ARTE CONTEMPORANEA Leonardo FARSETTI DIPINTI ANTICHI Stefano FARSETTI Marco FAGIOLI
CATALOGHI E ABBONAMENTI Simona SARDI ARCHIVIO Francesco BIACCHESSI COORDINATORE SCHEDE E RICERCHE Silvia PETRIOLI UFFICIO SCHEDE E RICERCHE Federico GUIDETTI Alice NUTI Elisa MORELLO Silvia PETRIOLI Chiara STEFANI
DIPINTI DEL XIX E XX SECOLO Sonia FARSETTI Leonardo GHIGLIA
CONTABILITÀ CLIENTI E COMMITTENTI Cecilia FARSETTI Maria Grazia FUCINI
SCULTURE E ARREDI ANTICHI Marco FAGIOLI Stefano FARSETTI
RESPONSABILE ORGANIZZATIVO SUCCURSALE DI MILANO Roberta MARCIANI
GIOIELLI E ARGENTI Cecilia FARSETTI Rolando BERNINI
DIRETTRICE SUCCURSALE MILANO Chiara STEFANI
FOTOGRAFIA Sonia FARSETTI Leonardo FARSETTI
SEDE DI CORTINA D'AMPEZZO Paola FRANCO SPEDIZIONI Francesco BIACCHESSI
GESTIONI ORGANIZZATIVE
SALA ASTE E MAGAZZINO Giancarlo CHIARINI
PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO Sonia FARSETTI
GESTIONE MAGAZZINO Simona SARDI
COMMISSIONI SCRITTE E TELEFONICHE Elisa MORELLO Silvia PETRIOLI Chiara STEFANI
ASTE ON LINE Federico GUIDETTI UFFICIO STAMPA FARSETTIARTE
Prato, Viale della Repubblica (area Museo Pecci) 59100 - Tel. +39 0574 572400
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE CASE D’ASTE AMBROSIANA CASA D’ASTE DI A. POLESCHI Via Sant’Agnese 18 – 20123 Milano – Tel. 02 89459708 – Fax 02 40703717 www.ambrosianacasadaste.com – info@ambrosianacasadaste.com ANSUINI 1860 ASTE Viale Bruno Buozzi 107 – 00197 Roma- Tel. 06 45683960 – Fax 06 45683961 www.ansuiniaste.com – info@ansuiniaste.com CASA D'ARTE ARCADIA Corso Vittorio Emanuele II, 18 – 00186 Roma – Tel. 06 68309517 – Fax 06 30194038 www.astearcadia.com – info@astearcadia.com BERTOLAMI FINE ART Piazza Lovatelli 1 – 00186 Roma – Tel. 06 32609795 – 06 3218464 – Fax 06 3230610 www.bertolamifineart.com – info@bertolamifineart.com BLINDARTE CASA D’ASTE Via Caio Duilio 10 – 80125 Napoli – Tel. 081 2395261 – Fax 081 5935042 www.blindarte.com – info@blindarte.com CAMBI CASA D’ASTE Castello Mackenzie – Mura di S. Bartolomeo 16 – 16122 Genova – Tel. 010 8395029 – Fax 010 879482 www.cambiaste.com – info@cambiaste.com CAPITOLIUM ART Via Carlo Cattaneo 55 – 25121 Brescia – Tel. 030 2072256 – Fax 030 2054269 www.capitoliumart.it – info@capitoliumart.it COLASANTI CASA D’ASTE Via Aurelia 1249 – 00166 Roma - Tel. 06 66183260 – Fax 06 66183656 www.colasantiaste.com – info@colasantiaste.com EURANTICO S.P. Sant’Eutizio 18 – 01039 Vignanello VT – Tel. 0761 755675 – Fax 0761 755676 www.eurantico.com – info@eurantico.com FABIANI ARTE Via Guglielmo Marconi 44 – 51016 Montecatini Terme PT – Tel. 0572 910502 www.fabianiarte.com – info@fabianiarte.com FARSETTIARTE Viale della Repubblica (area Museo Pecci) – 59100 Prato – Tel. 0574 572400 – Fax 0574 574132 www.farsettiarte.it – info@farsettiarte.it FIDESARTE ITALIA Via Padre Giuliani 7 (angolo Via Einaudi) – 30174 Mestre VE – Tel. 041 950354 – Fax 041 950539 www.fidesarte.com – info@fidesarte.com FINARTE S.p.A. Via Paolo Sarpi 8 – 20154 Milano – Tel. 02 36569100 – Fax 02 36569109 www.finarte.it – info@finarte.it INTERNATIONAL ART SALE Via G. Puccini 3 – 20121 Milano – Tel. 02 40042385 – Fax 02 36748551 www.internationalartsale.it – info@internationalartsale.it LIBRERIA ANTIQUARIA GONNELLI - CASA D’ASTE Piazza D'Azeglio 13 – 50121 - Firenze – Tel. 055 268279 – Fax 0039 0552396812 www.gonnelli.it – info@gonnelli.it MAISON BIBELOT CASA D’ASTE Corso Italia 6 – 50123 Firenze – Tel. 055 295089 – Fax 055 295139 www.maisonbibelot.com – segreteria@maisonbibelot.com PANDOLFINI CASA D’ASTE Borgo degli Albizi 26 – 50122 Firenze – Tel. 055 2340888-9 – Fax 055 244343 www.pandolfini.com info@pandolfini.it STUDIO D’ARTE MARTINI Borgo Pietro Wuhrer 125 – 25123 Brescia – Tel. 030 2425709 – Fax 030 2475196 www.martiniarte.it – info@martiniarte.it SANT’AGOSTINO Corso Tassoni 56 – 10144 Torino – Tel. 011 4377770 – Fax 011 4377577 www.santagostinoaste.it – info@santagostinoaste.it
REGOLAMENTO Articolo 1 I soci si impegnano a garantire serietà, competenza e trasparenza sia a chi affida loro le opere d’arte, sia a chi le acquista. Articolo 2 Al momento dell’accettazione di opere d’arte da inserire in asta i soci si impegnano a compiere tutte le ricerche e gli studi necessari, per una corretta comprensione e valutazione di queste opere. Articolo 3 I soci si impegnano a comunicare ai mandanti con la massima chiarezza le condizioni di vendita, in particolare l’importo complessivo delle commissioni e tutte le spese a cui potrebbero andare incontro. Articolo 4 I soci si impegnano a curare con la massima precisione i cataloghi di vendita, corredando i lotti proposti con schede complete e, per i lotti più importanti, con riproduzioni fedeli. I soci si impegnano a pubblicare le proprie condizioni di vendita su tutti i cataloghi. Articolo 5 I soci si impegnano a comunicare ai possibili acquirenti tutte le informazioni necessarie per meglio giudicare e valutare il loro eventuale acquisto e si impegnano a fornire loro tutta l’assistenza possibile dopo l’acquisto. I soci rilasciano, a richiesta dell’acquirente, un certicato su fotografia dei lotti acquistati. I soci si impegnano affinché i dati contenuti nella fattura corrispondano esattamente a quanto indicato nel catalogo di vendita, salvo correggere gli eventuali refusi o errori del catalogo stesso. I soci si impegnano a rendere pubblici i listini delle aggiudicazioni. Articolo 6 I soci si impegnano alla collaborazione con le istituzioni pubbliche per la conservazione del patrimonio culturale italiano e per la tutela da furti e falsificazioni. Articolo 7 I soci si impegnano ad una concorrenza leale, nel pieno rispetto delle leggi e dell’etica professionale. Ciascun socio, pur operando nel proprio interesse personale e secondo i propri metodi di lavoro si impegna a salvaguardare gli interessi generali della categoria e a difenderne l’onore e la rispettabilità. Articolo 8 La violazione di quanto stabilito dal presente regolamento comporterà per i soci l’applicazione delle sanzioni di cui all’art. 20 dello Statuto ANCA.