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di Pmi: la crescita è con il modello del cammello

Strategicamente poco considerate fino a un paio di anni fa, le piattaforme digitali business to business sono sempre più spesso indicate come una chiave per il futuro del B2B. Un sistema di startup che ha grandi progetti, senza inseguire logiche di sviluppo rapido in stile unicorno, ma puntando a crescere e scalare in modo lento e responsabile. Marketplace che mettono in contatto eccellenze dell’artigianalità made in Italy con brand e retailer internazionali e stanno trasformando le filiere e i modelli logistici. Hanno il vantaggio di offrire competenze digitali, scalabilità, inclusione finanziaria, trasparenza e ora, grazie al proliferare dell’intelligenza artificiale, una migliore business experience

DI ANDREA BIGOZZI

Possono essere le piattaforme di marketplace B2B quel centro di gravità permanente che le Pmi della manifattura italiana ricercano per restare competitive all’interno del sistema della moda globalizzato? E uno strumento come il business matching digitale tra brand affermati o emergenti e la filiera locale - caratterizzata generalmente da piccoli artigiani e commercianti e, più in generale, dal ceto medio produttivo - è in grado di rendere ancora più solido il consenso intorno al brand “made in Italy”, divenuto ormai un asset dal valore inestimabile in termini di reputazione e di visibi- lità, ma anche tra i più venduti nei mercati internazionali grazie a un export che nel 2022 ha superato gli 80 miliardi di euro? Sono diversi i segnali che vanno nella direzione di dare una risposta positiva a queste due domande.

Se infatti la manifattura italiana digitalizzata appare ancora un cantiere, è pur vero che piccoli produttori e laboratori - più lenti delle grandi aziende nel cambiare strategia nel corso degli anni, a causa della mancanza di risorse e di accesso alle conoscenze sulle possibilità a portata di mano - iniziano a scoprire anche i vantaggi delle piattaforme digitali B2B. Lo fanno affidandosi sempre più spesso a realtà italiane che mettono in contatto eccellenze dell’artigianalità made in Italy con brand e retailer internazionali, a cui possono offrire le proprie produzioni senza intermediari e risparmiando su costi e tempi. Fattori, questi, spesso decisivi per continuare a essere competitivi, pur mantenendo alto il livello qualitativo.

«C’è una grande domanda di manifattura italiana in tutto il mondo, che i marketplace B2B possono aiutare a soddisfare. Il settore è ancora un blue ocean: c’è tanto da fare, specie per conquistare la piena fiducia delle Pmi. La penetrazione di mercato è ancora bassa (siamo in una forbice tra il 5 e il 10%), ma non mi stupirei se nel giro di cinque anni il 40% delle transazioni avvenisse attraverso i canali digitali B2B»: questa la previsione di David Clementoni, fondatore di Italian Artisan, piattaforma digitale che lavora già con 750 aziende della moda made in Italy dove brand, distributori e negozianti di tutto il mondo - attualmente gli iscritti sono circa 15mila - possono accedere per progettare, realizzare e commercializzare prodotti sviluppati da laboratori artigianali e aziende italiane.

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