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Questo non è un articolo sullo storytelling | STEFANIA ZULIAN

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STEFANIA ZULIAN FASHION, MARKETING AND

Questo non è un articolo sullo storytelling JUNE 14, 2013 | STEFANIA ZULIAN | ESPERIENZA DEL PRODOTTO, MARKETING ESPERIENZIALE, STORIA DEL PRODOTTO, STORYTELLING | LEAVE A COMMENT Ricorderò questa settimana come la settimana dello storytelling.

La settimana dello storytelling è iniziata con una giornata intera dedicata allo storytelling – evento che per la salute del mio fegato avrei dovuto evitare maquestaèunaltrastoria – ed è continuata con una serie di articoli sullo storytelling. Alcuni di questi (http://www.fmvmag.com/it/italiano-diimprenditori-eroi-e-clienti-principesse-il-potere-dello-storytelling/)sono stati scritti da me stessa medesima in relazione all’evento di cui sopra, altri sono giunti alla mia attenzione proprio in questa settimana per motivi a me sconosciuti. E anche al Fashion Camp della scorsa settimana si è parlato di storytelling.

Storytelling is the new black, fa molto figo parlarne e scriverne, ma sinceramente ci siamo anche rotti le palle. Tutto questo per dirvi che io stavo quasi quasi per pubblicare un altro articolo su questo argomento, ma credo di fare un favore a me stessa e anche a quelle poche anime temerarie che mi leggono posticipandone la pubblicazione a data indefinita.

Quindi, questo NON è un articolo sullo storytelling. Questo è un articolo su una storia.

Nel 2011 io ero in Inghilterra per uno stage di sei mesi presso Copper Alloys Ltd. Copper Alloys è una piccola azienda situata a Stoke-On-Trent, più o meno a metà tra Manchester e Liverpool, che produce componenti in lega a base di rame. All’epoca stavo concludendo i tanto sofferti studi in Commercio Estero e, mentre i mei compagni di corso avevano trovato uno stage a Londra, New York, Miami o Sidney, io lavoravo nell’ufficio marketing di Copper Alloys, a Stoke-On-Trent. Non male per una mmuodaiola che ha metà armadio rosa cipria, vero? In realtà questa esperienza ha http://stefizulian.wordpress.com/2013/06/14/questo-non-e-un-articolo-sullo-storytelling/#more-367

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rappresentato un punto di svolta importante per diverse ragioni e ancora oggi ricordo i sei mesi a Stoke con tanta nostalgia. Mi ha insegnato che aldilà di quanto puoi spendere in marketing e del tipo di comunicazione che fai, tutto parte dal prodotto e ritorna al prodotto. Sembra ovvio, è la prima cosa che ti insegnano quando studi le 4P, ma io credo che troppo spesso ciò venga dimenticato e che molti prodotti oggi siano costruiti sul marketing, quando dovrebbe essere il contrario.

Copper Alloys è un’azienda piccola, ma molto specializzata. I componenti in lega a base di rame non sono semplici tubi, sono pezzi molto costosi pensati per sottomarini, impianti di desalinizzazione, aerei. Sono richieste certificazioni importanti e tanta, ma davvero tanta, conoscenza delle proprietà del prodotto e delle sue applicazioni. Nell’ufficio marketing e vendite di Copper Alloys non si progettano campagne social, non si parla di marketing esperienziale, le giornate vengono trascorse al telefono, a parlare con i buyer di aziende di piccole, medie e grandi dimensioni. E quando devi convincere il buyer di Rolls Royce che i tuoi prodotti costano così tanto perchè sono i migliori, non puoi raccontargli storielle, devi parlare di prodotto, prodotto e ancora prodotto.

Simon è il responsabile tecnico di Copper Alloys, nonché una delle persone più carine che ho conosciuto in Inghilterra. Vive con sua moglie Ruth e i suoi due cani nello Staffordshire, in un paese circondato dal verde. Simon ha circa 50 anni, va a caccia, coltiva la propria verdura, produce il suo vino e la sua birra. Ha ospitato me e il mio coinquilino e collega Diddue un paio di volte ed è stata un’esperienza stupenda. Londra è una città magnifica, ma non è una città inglese. Londra è Londra, l’Inghilterra è altro e io ho conosciuto l’Inghilterra degli inglesi grazie a persone come Simon. Giusto per darvi un’idea, questo posto qui:

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(http://stefizulian.files.wordpress.com/2013/06/dsc00178.jpg) Oltre alla vita all’aria aperta, al buon cibo e ai suoi cani, Simon ama l’alluminio-bronzo, lo adora così tanto da essere diventato il più grande esperto di alluminio-bronzo dello stato. Parlerebbe per ore di alluminio-bronzo e a casa sua ci sono addirittura foto di costruzioni in alluminio-bronzo.

Quando Diddue finì il suo stage a Copper Alloys, organizzammo una festa e io chiesi a Simon se riusciva a recuperare da qualche parte un boccale di birra dallo stile tradizionale come regalo d’addio. Lui me ne procurò uno appartenente alla sua collezione, un vecchio boccale con il fondo in vetro che aveva scovato in un mercatino dell’usato. Mi raccontò che quel boccale in realtà non era di alluminio al 100%, ma conteneva anch’esso delle tracce di rame, e che quindi – gioia infinita – anche quel boccale era nei fatti in alluminio-bronzo. Si mise a spiegarmi che ciò era dovuto al fatto che nella stessa fabbrica in cui quel boccale era stato prodotto si lavorava anche il rame e che un po’ delle polveri del metallo sparse nell’aria erano finite lì dentro. La polvere di rame si attacca dappertutto, anche sulle pareti, come su quelle di un vecchio stabile vicino a casa sua che mi aveva mostrato tempo addietro. Alla fine, si trattava soltanto di un vecchio bicchiere di metallo senza particolari fronzoli, senza niente di prezioso, ma in mano a Simon era un pezzo straordinario e io ero affascinata, come lo ero tutte le volte in cui mi raccontava dei suoi viaggi o di come faceva il vino o di quando andava in canoa con i cani.

Simon è un ingegnere, e credo che per lui il valore immateriale e potere evocativo di un prodotto siano concetti sconosciuti. Che potere evocativo potrebbe mai avere una valvola in cupronickel per http://stefizulian.wordpress.com/2013/06/14/questo-non-e-un-articolo-sullo-storytelling/#more-367

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sottomarini? Il valore di un prodotto sta nelle sue prestazioni, punto e basta. Tuttavia, tutte le volte in cui leggo di personalità di marca, di esperienza del prodotto, di emozioni e di coinvolgimento del consumatore, io ripenso a Simon, al suo amore per l’alluminio-bronzo e alla storia di quel boccale. Nessuna strategia di comunicazione, nessun copywriting, nessun trucco da markettaro, solo tanta passione, nient’altro.

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