Accessori donna n 25

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MILANO | via Montenapoleone 2, via Montenapoleone 3 NEW YORK | 720 Fifth Avenue W56th Street MASSIMOBONINI.COM

MASSIMOBONINI

Direttore responsabile Flavia Colli Franzone

www.fashionillustrated.eu

MERCATI

Accessorio globale

Intervista

MATTEO MARZOTTO

Ricerca e innovazione per mantenere la leadership di Fiera Vicenza. Pag. VIII

Issue #25- Marzo/Aprile 2014

Ideazione

ACCESSORI PER PASSIONE I new designer puntano sui materiali e i dettagli. Pag. X

Focus

COLOMBIA

Il Paese si prepara con gli accessori per competere a livello globale. Pag. XII

MODA&CINEMA

LEZIONI DI STILE Dalla mostra "Lady Dior As Seen By"

Con i mercati esteri che recuperano le perdite del 2012 e confermano i segnali di ripresa dell’economia mondiale, il settore delle calzature tiene testa. Un ulteriore segnale positivo è quello legato alla produzione, che torna a crescere grazie anche ad una accelerazione che ha permesso di avere una variazione positiva non solo in valore ma anche in volume. L’incremento medio della produzione nei primi 9 mesi del 2013 risulta dell’1,4% in quantità e del 2,9% in valore. Una maggiore offerta di prodotto che soddisfa la crescente domanda di calzature made in Italy. Parlando invece di pelletteria, i mercati principali verso cui è destinato il flusso export del settore sono la Francia (un 15% sul valore complessivo), USA (8,5%), Hong Kong (7,6%), Giappone (7,5%) Regno Unito (5,6%) e Germania (5,5%). Questi sono mercati nei quali da tempo la presenza della pelletteria italiana è apprezzata e consolidata e che, nel complesso, assorbono circa il 50% del fatturato estero realizzato dal settore . Vi sono poi mercati emergenti nei quali l’interesse verso la produzione di settore made in Italy è, negli ultimi anni, in progressivo aumento e verso i quali le aziende stanno diversificando la loro attività di business; tra questi, in particolare, la Federazione Russa, la Corea del Sud gli Emirati Arabi: mercati che movimentano valori export ancora modesti, ma che evidenziano trend di espansione costanti e di rilievo.. Pag. IV

TREND

Winter in black Nicole Kidman nel film Grace di Monaco prossimamente in uscita distribuito in Italia da Lucky Red.

Nella moda è un continuo ritorno agli anni Cinquanta, quando Grace Kelly diventava un simbolo di indiscussa eleganza. Loriblu

Rassicurante, transtagionale e oltre le mode, il total black non mancherà fra i colori del prossimo inverno. Soprattutto nella calzature. E ancora di più per i booties, declinati in diverse altezze, e ormai modelli passe-par-tout in ogni guardaroba. I più nuovi acquistano effetti tridimensionali grazie all’abbinamento di materiali lucidi e opachi, ruvidi e lisci e di dettagli come le fibbie e la pelliccia. Pag. VII

Star di Hollywood e Principessa, il glamour dell’attrice e l’eleganza regale delle teste coronate. Un binomio che si addice a Grace Kelly che, proprio per la sua eleganza innata, per saper fare moda e non seguirla, è diventata una icona di stile. Così appare nel film Grace di Monaco, un esempio di intramontabile bon ton, destinato a

resistere a tutte le mode. Negli accessori i trend tornano spesso agli anni a cavallo fra i Cinquanta e i Sessanta: dalle scarpe con le punte più corte, alle collane discrete, dai guanti lunghi al cappello importante, fino alle borse a mano (presenti con insistenza nelle collezioni delle ultime stagioni), complementi irrinunciabili del vesti-

Gherardini A/I 2014/15

re quotidiano per chi non vuole cedere ai colpi della moda. Il film di Olivier Dahan, in uscita a maggio in Italia, ritrae Grace Kelly, interpretata da Nicole Kidman, in un momento cruciale della sua vita, quando nel 1956, neo sposa del principe Ranieri, si trova a dover scegliere se rinunciare alla sua fan-

tastica carriera di attrice - lei musa del regista Alfred Hitchcock che l’aveva diretta in film cult come La finestra sul cortile, Il delitto perfetto e Caccia al Ladro - o diventare la principessa più affascinante della storia. Anche lontana da Hollywood riuscì a interpretare alla perfezione il ruolo di Principessa, moglie e madre.


Sommario II

MERCATI

IDEAZIONE

4

10

Una ventata d’ottimismo proviene dal settore calzaturiero e della pelletteria.

Oggetti che nascono dallo studio dei materiali e dei dettagli per farne pezzi unici.

Accessorio globale

FOCUS COLOMBIA

6

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Il nero si illumina con tocchi di colore nelle borse.

INTERVISTA

8

Matteo Marzotto. Promuovere il well-done in Italy

PAOLA RAVAZZOLI

Accessori per passione

TREND

Stile in equilibrio

Contributors

Bogotà fa le scarpe al Sud America

La Colombia si prepara per competere a livello globale anche lottando contro al contrabbando.

FASHION CHI LEGGE

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Da 25 anni affianca la madre Anna Ravazzoli nella gestione delle due prestigiose boutique in Corso Genova a Milano. Dedicate completamente alla donna, gli spazi accolgono il top della creatività internazionale. Grazie all’attenta ricerca delle collezioni, le boutique sono un punto di riferimento per lo shopping esclusivo di accessori speciali e di abbigliamento delle migliori griffe. Pag.VI

Va' dove ti porta l’istinto Parola alla blogger Alessandra Airò.

Vicenzaoro e le altre fiere degli accessori devono proteggere l’artigianalità.

Special guest

FASHION CHI LEGGE

Alessandra Airò

Classe 1984, pugliese di nascita ma romana d’adozione. Pensa che il mondo sarebbe un posto migliore se la cheescake non facesse ingrassare, i tacchi non si incastrassero nei sampietrini e se la sveglia non esistesse. Adora le commedie romantiche, le polaroid in bianco e nero, la gente che ride e che balla, lo zucchero filato, la libertà di pensiero, perdersi tra le vie di una città che non conosce, innamorarsi. Nella vita sogna di essere felice, e di svegliarsi ogni mattina con i capelli in ordine. Gestisce da anni un blog di lifestyle sul portale di Grazia.it. Pag.XIV

L'opera "Pin" dell'artista Alessandro Ciffo, presentata durante l'ultima edizione di Milano Unica dall'Azienda Testa di Romentino (NO).

Fashion Illustrated è edito da BIBLIOTECA DELLA MODA. Stampa: MCAZIENDAGRAFICA SRL


FASHION ILLUSTRATED

Issue #25 - Marzo/Aprile 2014


Mercati IV

ACCESSORIO GLOBALE

Una ventata d'ottimismo proviene dal settore calzaturiero e della pelletteria. L'accessorio diventa fonte di business irrinunciabile. Il futuro è in Cina, Canada e Corea del Sud. Di MARCO MAGALINI

I

l mercato degli accessori tiene e allarga sempre più i suoi orizzonti. Il termometro congiunturale del settore calzaturiero italiano fa segnare una lieve crescita per i primi nove mesi del 2013, ma la forbice tra i mercati continua ad allargarsi e tra la domanda interna e quella estera si è aperta ormai una voragine. Questo lo spaccato emerso dallo studio Assocalzaturifici, l’Associazione che rappresenta i calzaturifici italiani. L’Eldorado è all’estero, con mercati stranieri che recuperano le perdite del 2012 e confermano i segnali di ripresa dell’economia mondiale. Un ulteriore segnale positivo è quello legato alla produzione, che torna a crescere grazie anche ad una accelerazione che ha permesso di avere una variazione positiva non solo in valore, ma anche in volume. L’incremento medio della produzione nei primi 9 mesi del 2013 risulta dell’1,4% in quantità e del 2,9% in valore. Una maggiore offerta di prodotto che soddisfa la crescente domanda di calzature made in Italy. “Si tratta comunque di un recupero molto parziale e conseguito rispetto a bassi livelli di partenza – precisa Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici -. Ciononostante è un segnale della vitalità delle aziende calzaturiere italiane che non sono state a guardare, ma che si sono guadagnate spazio sui mercati internazionali”. Uno dei vantaggi competitivi che fanno la differenza, più difficile da perseguire anche a causa del freno al credito, è la dimensione. “Le aziende più grandi hanno avuto la possibilità di differenziare meglio i propri mercati, rendendosi più impermeabili alle tempeste congiunturali che colpiscono i singoli Paesi. Sono delle vere e proprie multinazionali tascabili che hanno saputo prima delle altre cogliere i segnali di ripresa. Le imprese meno grandi, e soprattutto quelle ancora troppo focalizzate sul mercato interno, continuano a soffrire”. In effetti i dati elaborati da Assocalzaturifici parlano chiaro: l’export nella prima parte dell’anno è cresciuto del 4,4% in valore e dell’1,5% in volume, facendo raggiungere un nuovo record di valore esportato con circa 6,3 miliardi di euro per 173,5 milioni di paia vendute oltre confine. L’Unione Europea, dove vendiamo 7 scarpe su 10, mostra incrementi inferiori alla media, sebbene di segno più (+1,2% in valore e +0,8% in volume). Tra i principali Paesi comunitari è cresciuta ulteriormente la Francia (+8,6% in valore), che ha rafforzato così il primato tra i nostri mercati di sbocco; stenta ancora invece la Germania (+0,2% in valore, -1,5% in volume); male Paesi Bassi e Spagna (-8,5% e -9% rispettivamente). Il Regno Unito cresce solo in valore (+4,2%). Ma è sui mercati extra-UE (+8,3% nel complesso, con un +3,2% in quantità) che si sono evidenziate le performance più favorevoli: hanno trovato conferma il recupero negli Stati Uniti e in Canada (+4,2% e +13% rispettivamente in valore) e, soprattutto, l’espansione in Russia, Kazakistan e Ucraina (+10,5%, +9,1% e +7,9%) e sui mercati del Far East (+11,8%

Le imprese meno grandi e che non esportano continuano a soffrire globalmente). Tra questi ultimi, in aumento del 25,2% la Cina e del 12% la Corea del Sud. “Esportiamo il 70% del fatturato – spiega Renato Curzi, Ceo di Linea Marche Spa, proprietaria del marchio Vic Matié -. Ovviamente l’Europa è e deve restare un mercato importante, oltre all’Est Europa, agli Usa, al Middle East e al Far East, la Cina. In questi mercati, l’italianità è un plus sul quale dobbiamo puntare: il made

Una delle foto della mostra itinerante "Lady Dior As Seen By", di Christian Dior. Ph. Roxanne Lowit, Nothing like the real thing, 2010

in Italy deve essere un valore percepito e quindi lo comunichiamo proponendo articoli che contengono in sé la comunicazione: il design, lo stile, la qualità, la ricerca, il dettaglio… Valori percepiti e reali che si possono ottenere esclusivamente da brand che lavorano realmente in Italia, con tutta la storia e la cultura che ha questo Paese per il manufacturing e che permettono di realizzare prodotti speciali, unici e fortemente riconoscibili. A livello distributivo oggi poniamo molta attenzione, oltre ai retailer multibrand di abbigliamento ed accessori, anche a tutte quelle catene di retailer nei department stores di tutto il mondo ed ovviamente all’evoluzione dei clienti che operano nell’e-commerce. Tra l’altro, il brand Vic Matié aprirà lo store on line a metà dell’anno 2014”. E la situazione italiana? “Il mercato italiano è un mercato maturo, in forte difficoltà e in cambiamento, ma resta per noi del made in Italy, anche se per un numero più ristretto di clienti, importante e comunque di riferimento per tutti gli altri mercati internazionali. È mia convinzione che un marchio come Vic Matié deve esse-

re sempre molto forte nel mercato di provenienza e noi lavoriamo anche per questo”. Italianità al centro anche per Italian Holding Moda, un progetto innovativo che Cleto Sagripanti ha scelto di avviare insieme a un gruppo di manager di successo. Si tratta di una Holding che vanta un portafoglio di marchi della moda tra loro complementari “per i quali andremo a studiare strategie retail mirate con l’obiettivo specifico di portare il made in Italy nel mondo e nello specifico nei mercati che già hanno una grande attrazione per il prodotto italiano come Russia, Estremo Oriente, Paesi Arabi ed Usa. Il valore del distretto è la risorsa più importante che può vantare la nostra manifattura italiana e proprio su questo il nostro progetto intende puntare”. BORSE APERTE Parlando invece di pelletteria (borse, cinture e accessori), i mercati principali verso cui è destinato il flusso export del settore sono la Francia (un 15% sul valore complessivo), USA (8,5%), Hong Kong (7,6%), Giappone (7,5%) Regno Unito (5,6%) e Germania

(5,5%). “Questi sono mercati nei quali da tempo la presenza della pelletteria italiana è apprezzata e consolidata e che, nel complesso, assorbono circa il 50% del fatturato estero realizzato dal settore – spiega Mauro Muzzolon, direttore generale Mipel e Aimpes -. Vi sono poi mercati emergenti nei quali l’interesse verso la produzione di settore made in Italy è, negli ultimi anni, in progressivo aumento e verso i quali le aziende stanno diversificando la loro attività di business; tra questi, in particolare, la Federazione Russa, la Corea del Sud, gli Emirati Arabi: mercati che movimentano valori export ancora modesti, ma che evidenziano trend di espansione costanti e di rilievo”. Parlando in macro, secondo ISTAT, le esportazioni sono passate da 4,21miliardi di euro a 4,67miliardi, trainate da piccola pelletteria e borse. Gli accessori di piccole dimensioni sono cresciuti di circa il 20% (847milioni), mentre le borse del 10% (3miliardi). All’estero piacciono sempre più anche le cinture (+8,52%, per un valore di 307milioni) e le valigie (+5,38%, che volano a 265milioni), mentre


Mercati V

DESTINAZIONI DELLA PELLETTERIA MADE IN ITALY

L'EXPORT DELLE CALZATURE

+13% +25,2% CINA

+12%

CANADA

+10,5% RUSSIA

SALONI DELL'ACCESSORIO

15%

7,6%

FRANCIA

COREA DEL SUD

HONG KONG

8,5% FRANCIA

7,5%

onostante il nuovo calendaN rio delle fiere, che prevede un anticipo delle date del secondo

GIAPPONE

FONTE: Dati Assocalzaturifici

LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE

NEL MIRINO SCARPE E OCCHIALI

Uma Thurman in Versace Eyewear

Sono le piattaforme di commercio elettronico del far east le più pericolose (contraffazione al 73% nelle calzature e 54% negli occhiali nel b2c). Dallo studio elaborato dal Ministero dello Sviluppo Economico, Assocalzaturifici e ANFAO emerge che anche il contrasto deve essere trasversale, perché crossing è la truffa: dalle grandi Piattaforme di commercio elettronico, seguite dal “WEB1.0” e infine i Social Network. Secondo le stime di Assocalzaturifici, il fatturato perso a causa del falso oscilla dai 190 e i 240 milioni di euro. Nel 2012 sono state sequestrate calzature per un valore pari a 17,2 milioni di euro, ossia circa il 2,9% del totale dei prodotti sequestrati, percentuale che cresce sino all’8,8% se si considera il valore dei sequestri di calzature nel periodo 2008-2012. “Si parla spesso di contraffazione di marchio, presupponendo quasi che soffrano di tale fenomeno criminoso solo le grandi griffe – commenta Cleto Sagripanti, presidente Assocalzaturifici e FIAMP, Federazione Italiana Accessori Moda e Persona -. In realtà è un problema vissuto anche dalle piccole e medie aziende, il tessuto manifatturiero italiano che il mondo ci invidia e che rappresenta un patrimonio fondamentale di cui vive l’economia del nostro Paese. Per questo Assocalzaturifici ha voluto approfondire lo studio con un'analisi autonoma e un focus sul made in Italy e sulle principali modalità con cui la falsa indicazione di origine si articola on line, consapevoli che la lotta alla contraffazione non può essere disgiunta dalla lotta al falso made in Italy e a fenomeni come l’Italian sounding”. È tra i 100 e i 150 milioni di euro di fatturato annuo, invece, la perdita stimata da ANFAO per le aziende italiane del settore e di oltre 500 posti di lavoro. Questo ovviamente senza considerare il danno all’erario in termini di IVA e tasse non riscosse. M.M.

cala in modo drastico l’esportazione di cartelle e portadocumenti (-8,72%). “Anche per noi i mercati esteri sono fonda-

Ci vorranno almeno un paio d'anni prima che la situazione italiana si normalizzi mentali – afferma Marco Campomaggi -. Attualmente esportiamo oltre l’80% della nostra produzione, in particolare il prodotto Campomaggi è molto richiesto in Europa dove i mercati più consolidati sono la Germania , la Francia e i paesi scandinavi: paesi nei quali il consumatore riconosce nelle nostre borse l’unicità e la particolarità di un prodotto curato nei minimi dettagli, con la garanzia del Made in Italy. Abbiamo inoltre da poco inaugurato l’e-commerce, canale di vendita sicuramente in crescita vista l’immediatezza e rapidità con cui il consumato-

re può acquistare da ogni parte del mondo. I mercati su cui stiamo puntando per poter espanderci a breve sono gli USA e l’Asia, ma senza fare mosse azzardate. Sin dai primi contatti con potenziali distributori cerchiamo di capire se la strategia di distribuzione possa essere in linea con il brand, indipendentemente dal fatturato”. LA QUESTIONE ITALIANA Con riferimento al mercato domestico, invece, la contrazione dei consumi nazionali (-3% nel primo semestre 2013), aggravata da una situazione di diffusa insolvenza sta penalizzando in modo importante le aziende prevalentemente rivolte al mercato domestico, generando anche una forte mancanza di liquidità e costringendo molte imprese ad uscire dal mercato. “Ci vorranno almeno un paio d’anni prima che la situazione torni a normalizzarsi anche se è difficile il riposizionamento ai livelli pre-crisi – continua Muzzolon -. Rimane al momento la fascia alta della domanda, che si rivolge non solo a prodotti con brand noto ma anche a quelli dalle caratteristiche qualitative elevate che

DESTINATION WORLDWIDE

possono trovare riscontro nelle produzioni realizzate da numerose aziende presenti nel mercato. Si è creata – favorita anche dalla crisi – una netta demarcazione nelle scelte del consumo finale, sempre più orientato a una polarizzazione degli acquisti verso i due estremi opposti dell’offerta: il prodotto di lusso e di qualità elevata da una parte e quello cheap dall’altra. Ciò ha generato difficoltà per le imprese tradizionali, che hanno perso i punti di riferimento tradizionali del loro business. Un’offerta di qualità elevata, la capacità di rinnovare il prodotto anche dal punto di vista stilistico, la cura nella scelta dei materiali - dai pellami agli accessori - la cura dei dettagli e il “saper fare” che è nella tradizione manifatturiera e artigianale del settore, sono gli strumenti messi in campo dalle aziende per reagire alla crisi e continuare a proporsi, specie nei mercati che offrono nuove opportunità di business, con un’offerta che vada anche incontro ai nuovi bisogni del consumo finale e ai mutamenti di una società che si sta trasformando per reagire alla crisi”. @magalinimarco

semestre 2014 della fiera theMicam dal 31 agosto al 3 settembre, rimane confermata l’edizione di marzo 2014 in programma da domenica 2 a mercoledì 5 marzo. “Dopo aver ascoltato a lungo i buyer e le aziende, abbiamo deciso di anticipare le date di theMicam per incontrare le esigenze del mercato e le tempistiche di business e per valorizzare la manifestazione all’interno del calendario fieristico internazionale – afferma Cleto Sagripanti, presidente theMicam -. Si tratta di un profondo rinnovamento della manifestazione che, oltre a prevedere un’anticipazione delle date per tutto il sistema fieristico di Assocalzaturifici anche per gli appuntamenti di Shanghai, Mosca e Monaco, si traduce in un nuovo format espositivo”. Stesse date anche per la 105esima edizione di Mipel The Bagshow, la fiera internazionale della borsa e dell'accessorio promossa da Aimpes, che ha anticipato la campagna stampa all’insegna dell'energia dirompente del glam-rock. “Sbaglia chi pensa si tratti di una semplice campagna d'immagine - afferma Giorgio Cannara presidente Mipel e Aimpes -; la nuova scelta tematica è un preciso passaggio del percorso di ripensamento profondo di tutta la fiera al quale stiamo lavorando con costanza e coerenza da ormai un anno e che già in settembre ha portato i primi risultati concreti in termini di partecipazione e affluenza”.

CAMPOMAGGI

Il primo week end di marzo (dall’1 al 3) è anche l’appuntamento per il salone Mido, dedicato all’occhialeria. La fiera, punto di ritrovo per gli addetti ai lavori di tutto il mondo, conferma i numeri della 43° edizione. I risultati in termini di affluenza hanno segnato un +3% di visitatori, di cui circa il 60% stranieri. Confermato il numero di espositori, che si avvicina a quota circa 1100, provenienti da tutto il mondo. In attesa dell’appuntamento Out of Mido, che fa il bis. Dopo il debutto dello scorso aprile, viene confermato anche per quest’anno l’appuntamento con il meglio del design eyewear durante i Saloni del Mobile di Milano. Nei 4 giorni di manifestazione avevano transitato nella zona oltre 100 mila persone: molti gli stranieri, circa il 70%, con una importante presenza di visitatori asiatici, dagli Stati Uniti e dal Sud America, molti i brasiliani. M.M.

COSTUME NATIONAL A/I 2014-15


Trend VI

PREVIEW A/I 2014-15

L'OPINIONE

Poco colore, ma effetti speciali per gli accessori

Stile in EQUILIBRIO Il rassicurante nero delle calzature è illuminato da tocchi di colore nelle borse.

di PAOLA RAVAZZOLI Anna Ravazzoli boutique

Il nostro core business negli ultimi anni si è focalizzato principalmente sull’accessorio. Trovo che sempre di più borse e scarpe siano dei pezzi molto importanti e indispensabili per determinare i glamour di stagione. Sicuramente punteremo sulla qualità, sul made in Italy e sulle forme che assecondano un lusso quotidiano. Poco colore, ma tanti effetti speciali dettati dai pellami, che diventano i protagonisti degli accessori. Per l’autunno/inverno 2014-15 abbiamo fatto le nostre scelte pensando anche ai capi di abbigliamento. Infatti le nostre clienti amano acquistare soprattutto il total look: borse e scarpe avranno forme pulite, eleganti, semplici, ma con pellami preziosi. Il modello di punta è la shoulder bag, ma ci saranno clutch e shopNel per dalle linee chic e conguardaroba temporanee. del prossimo Rispetto allo scorso anno inverno ci sarimarranno i non ranno grandi booties, cambiamenti: le shoulder bag l’inverno esige il nero, come e le sneakers sempre, ma con il cambio di stagione c’è voglia di staccare con cromatismi solari che diano positività come il radiant orchid, il colore dell’anno. Fra i modelli, rimarranno in guardaroba i booties e gli stivali al ginocchio, molto amati dalle donne, perché sono protettivi e antifreddo. Anche le sneaker continueranno a giocare un ruolo di primo piano nel vestire quotidiano, perché sono calzature veloci e facilmente abbinabili. E sono anche quelle che si sanno rinnovare più facilmente: ad esempio per la prossima stagione hanno nuovi accessori come i lucchetti. Il nostro negozio, da sempre e per scelta, si concentra su griffe importanti e famose soprattutto per l’accessorio; oggi le borse e le scarpe di Saint Laurent, Celine, Givenchy, Lanvin sono un vero must have. Accanto a questi brand, sentiamo la necessità di proporre anche marchi meno noti e di giovani stilisti, che riservino però una grande attenzione alla qualità dei materiali. Come in passato abbiamo creduto nella postina di Zanellato, facendola diventare un oggetto di culto, oggi puntiamo anche su Paula Cademartori per le bag e su D-Side per le sneaker.

1. GUCCI PRE FALL 2. RODO 3. PAULA CADEMARTORI 4. PIQUADRO OPERA COLLECTION

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U

n tocco di colore? Con la borsa si può. Anzi il color block si addice soprattutto alle strutture rigide che, anche nelle dimensioni medio-grandi prendono la forma di clutch e borse a mano, da alternare alle shopper e alle shoulder bag. Contorni ben definiti con geometrie spezzate dalle patelle ancorate con fibbie e chiusure a cartella, fantasie che fanno riferimento alle correnti Nouveau e Liberty, effetti di lucido-opaco ottenuti con abbinamento di materiali contrastanti. Lo spazio è salvaguardato dalla costruzioni dei modelli con ampi soffietti che rendono quotidiane anche borse come le clutch e le pochette che nascono per un uso serale.

L’UOMO IN BORSA ulle passerelle per l’autunno/inverno più ampi. Se le forme spesso si ripetono, S 2014-15 è stato un susseguirsi di bor- la fantasia fa appello ai materiali e alle lasoni, shopper, buste e zaini. L’uomo sem- vorazioni: pelli trapuntate e sfumate per i brerebbe non poterne fare a meno nella quotidianità, ma a utilizzare la borsa sono soprattutto gli orientali, con i giapponesi in pole position. Fatto sta che nelle collezioni di pelletteria e in quelle degli stilisti, la borsa maschile si conquista spazi sempre

modelli di Emporio Armani, vitello liscio o muflone per il borsello di Costume National, pellami a grana grossa e lane oppure cocco lucidissimo per le proposte di Trussardi, vitello sfoderato o cocco per le maxi bag e shopping con manici in bamboo bru-

CORNELIANI


Trend VII

1. VIC 2. SERGIO ROSSI PRE FALL 14 3. IDUNA BONELL 4. CHARLINE DE LUCA 5. OJOUR BY GIORGIA CAOVILLA 6. BALDININI 7. MOSCHINO PRE FALL 14

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Gherardini cresce all’estero e riapre a Milano

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a Fashion Week milanese è l’ocL casione perfetta per inaugurare negozi. Gherardini scende in campo

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col nuovo negozio di Via Spiga rinnovato nel concept da Studio 63. Lo store ricrea l’elegante atmosfera sospesa tra gli anni 50 e 60, che strizza l’occhio al mood aristocratico fiorentino e ai film “A Single Man” di Tom Ford e “Io Sono l’Amore” di Luca Guadagnino, attraverso l’uso di materiali nobili, soprattutto travertino, noce e ottone satinato. All’apertura della boutique meneghina si affianca una forte tendenza all’internazionalizzazione che prevede, secondo i piani dell’azienda, il potenziamento del mercato asiatico, con un focus sul Giappone, considerato il mercato più strategico, e messicano. “Nel panorama economico attuale credo che essere presenti nei mercati internazionali più cruciali ed emergenti sia un vero valore aggiunto e ci permette di premiare gli sforzi che abbiamo fatto negli ultimi anni per potenziare il brand ” spiega Lorenzo Braccialini, direttore marketing e comunicazione di Gherardini. Un percorso di continua crescita quello della maison fiorentina che si espande su tutti i mercati mondiali e che attualmente vede il brand generare il 30% del turnover in Italia e il 70% all’estero con un fatturato totale che nel 2013 si è attestato sui 18 milioni di euro.

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di rigore il nero. Come sempre per l’inverno la fa da padrone soprattutto nelle calzature, femminili, ma anche un po’ aggressive con l’aggiunta di dettagli come le fibbie e le borchie oppure tagli geometrici. Intramontabili i booties, con punte affusolate o arrotondate, che sono ormai un classico nel guardaroba, dalle linee più aeree con i tacchi a stiletto a quelle più solide per la presenza di tacchi dritti e grossi. Il total black è sdrammatizzato e assume effetti tridimensionali grazie all’abbinamento di materiali, pelle e suede, vernice e tessuto matellassè, o l’intervento di profili in pelliccia.

EMPORIO ARMANI

SALVATORE FERRAGAMO

MARNI

ERMANNO SCERVINO


Intervista VIII

Promuovere il WELL DONE in Italy FIERA DI VICENZA

E’ questa la mission di Matteo Marzotto, il fil rouge che accomuna Vicenzaoro alle altre iniziative fieristiche negli accessori. Perché l’artigianalità è un patrimonio da difendere e proiettare a livello globale.

D

opo il cambio ai vertici di Fiera di Vicenza, il nuovo presidente Matteo Marzotto parla di sfide da cogliere e del futuro degli accessori, soprattutto i gioielli, core business della Fiera, ma anche di altre manifestazioni in programma, come Origin Passion and Beliefs, l’evento dedicato ai giovani designer, in programma dall’8 all’11 maggio.

quello degli EAU che attrae numerosi buyer internazionali. Il nostro obiettivo è consolidare le relazioni con gli operatori e i sistemi distributivi, supportando attivamente le aziende ad affrontare i nuovi scenari del mercato globale. Come sta reagendo il settore orafo di fronte alla crisi generale? Siamo fiduciosi e crediamo nelle potenzialità del sistema Italia. I segnali del settore per quest’anno sono moderatamente incoraggianti, supportati dai dati che ci giungono dal 2013: nei primi 10 mesi le esportazioni italiane di gioielleria sono cresciute, in termini di valore nominale, dell’8%, e si collocano in nicchie di mercato distintive caratterizzate da un alto valore aggiunto. Dunque un segnale importante, che evidenzia la dinamicità delle aziende del comparto e conferma che chi sceglie ed investe nel mercato estero viene premiato. Per quanto riguarda Vicenza, sono soprattutto le esportazioni verso gli USA, la Svizzera e gli Emirati Arabi a crescere, rappresentando ormai il 45% del totale. Direi, pertanto, che possiamo guardare al futuro con realistico ottimismo e concreta fiducia.

Come pensa di mettere a frutto in una Società fieristica la sua esperienza nel mondo del lusso e del turismo? I settori di punta di Fiera di Vicenza, Jewellery e Lifestyle&Innovation, non sono dissimili da altri importanti comparti del made in Italy - che ritengo siano ri-definibili nel nuovo concetto di well done in Italy - caratterizzati da notevoli capacità produttive di qualità, spesso, per contro, con dimensioni aziendali non in grado di affrontare da sole il mondo attuale. Una Fiera deve intendersi come una grande azienda di servizi, oltre che una vetrina privilegiata, capace di interpretare i cambiamenti e offrire risposte concrete alle imprese, di puntare sulla forza dei grandi brand e sulla loro promozione, di rilanciare e far fruttare settori ad alto potenziale, di stringere alleanze e sinergie tra i diversi soggetti in campo. Il tutto per favorire l’internazionalizzazione del sistema economico, così come la circolazione di idee, innovazioni e persone. Fiera di Vicenza ha già fatto passi enormi in questa direzione, ma non si può rimanere fermi. Desidero proseguire in questo cammino, mettendo a sistema la mia esperienza. VicenzaOro è la punta di diamante della Fiera di Vicenza. Su quale aspetto si concentrerà per mantenere la leadership della manifestazione? Sappiamo che nel settore dell’oro e del gioiello abbiamo competitori importanti nel mondo; dobbiamo dunque insistere imperativamente sulla qualità del manifatturiero italiano perché saremo in grado di raccogliere la sfida e competere a testa alta nei mercati globali solo continuando a valorizzare l’eccellenza sia della nostra industria orafa e gioielliera sia del nostro concept di Fiera. Una leadership che può essere mantenuta soprattutto grazie a importanti investimenti in ricerca e innovazione, abbinati al “saper fare”, all’abilità artigianale che è nel DNA proprio dell’Italia. E poi, imprescindibile, un profilo sempre più internazionale.

La leadership di Fiera

Vicenza può essere mantenuta grazie a investimenti in ricerca e innovazione abbinati al saper fare italiano

Matteo Marzotto La Fiera punta già da tempo sull'internazionalizzazione presidente Fiera di Vicenza con la presenza di espositori in manifestazioni estere, da Hong Kong a Dubai, da Las Vegas a San Paolo. C’è l’intenzione di intensificare le presenze all'estero? il consumatore evoluto è sempre più attratto da prodotti Oggi Fiera di Vicenza è una consolidata piattaforma che caratterizzati da una creatività originale, che mi piace rideesporta il suo format e know-how di promozione dell’o- finire in Italian well done. Per il 2014 abbiamo elaborato reficeria e gioielleria made in Italy a livello globale. Sia- un road show internazionale che ci vedrà partecipare a 20 mo tuttavia consapevoli della necessità di dover rafforzare appuntamenti in tutto il mondo, con particolare riguardo il nostro presidio in paesi strategicamente rilevanti, in cui a un mercato ad alto potenziale e in forte crescita, come

Fiera Vicenza ha in programma a maggio una nuova manifestazione sugli accessori, Origin Passion and Beliefs, un evento focalizzato sugli emergenti, quindi con un mood diverso rispetto a VicenzaOro. Qual è il fil rouge che lega queste manifestazioni? Rispondo con un’espressione: la promozione internazionale del well done in Italy nei comparti del luxury e del fashion. Origin è la piattaforma di interconnessione tra il più qualificato “saper fare” italiano, i migliori designer indipendenti e i più selezionati buyer esteri del settore accessorio-moda. Vicenza vuole così proiettare l’artigianalità, fiore all’occhiello del nostro Paese, in un contesto globale. Con la specifica esigenza, certo, di valorizzare la risorsa dei giovani talenti, patrimonio fondamentale delle dinamiche evolutive delle filiere made in Italy. Qual è secondo lei il ruolo dell'accessorio oggi all'interno della moda e come si può valorizzare in un contesto fieristico? Ormai l’accessorio è una componente essenziale del fashion. Seppure dal mio personale punto di vista, io ritenga che il cuore del luxury resti l’abbigliamento, perché esercita una forte attrazione evocativa. Ciò nonostante, negli ultimi 15 anni il comparto si è molto allargato e il concetto stesso di fashion si è evoluto. Ed ora non si ferma più ai soli abiti, ma è diventato un lifestyle che include gli accessori, fra cui i gioielli, gli oggetti preziosi, sono una parte rilevantissima. Per valorizzare questo connubio credo sia necessario ideare concept trasversali, di cross fertilization tra settori e competenze diverse ma riconducibili alla medesima capacità di rappresentare e creare uno stile di vita.

GIOIELLI OLTRE LE MODE guarda lontano. La sua progettazione nasce da Imalungioiello percorso che tiene conto delle influenze della moda, anche delle attitudini e delle scelte dei consumatori.

Che sono sempre più attenti all’eccellenza italiana, alla capacità del brand di comunicare, attraverso il prodotto, esclusività e personalizzazione. Una mission che persegue Verdi, che ad ogni stagione reinterpreta i modelli iconici della maison, i bracciali, con nuove combinazioni di pietre, come quelli che avvicinano i diamanti bianchi a zaffiri rosa e lavanda, diamanti champagne ed acquamarine, oppure oro rosa a zaffiri multicolor e perle australiane. Per Pasquale Bruni, l’icona è il fiore a cinque punte che viene declinato in vari colori grazie all’utilizzo di quarzo rosa, milky o brown. Nuance senza tempo, che favoriscono l’acquisto del gioiello, accessorio sempre più destinato a valorizzare ed esaltare l’abito.

VERDI: BRACCIALI CON DIAMANTI BIANCHI, ZAFFIRI ROSA E LAVANDA, DIAMANTI CHAMPAGNE E ACQUEMARINE

PASQUALE BRUNI: ANELLO DELLA COLLEZIONE BON TON


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Ideazione X

NEW ENTRY

Accessori per PASSIONE Oggetti che nascono dallo studio dei materiali e dei dettagli per farne pezzi unici.

Brand emergente, Noritamy è creato dall’architetto Elinor Avni e il gioielliere Tammar Edelman. In bilico fra classico e moderno, la collezione si caratterizza per l’uso di materiali diversi che spaziano dai metalli al legno, dal tessuto alla pelle dove lo studio sulle forme diventa dominante. Design pulito e minimalista e attenzione ai dettagli si traducono in bracciali, collane e accessori che sintetizzano l’incontro fra moda e architettura, facendo di ogni pezzo un oggetto che veste e personalizza l’abbigliamento e l’outfit.

GEOMETRIE IN CALZE Complice una spiccata sensibilità verso il mondo della moda, oltre che una forte esperienza internazionale, Jure Stropnik nel 2013 decide di fondare il marchio di accessori Iuri. Minimalismo, geometria, architettura e cura dei dettagli: sono queste le caratteristiche che definiscono il brand Iuri. Per il debutto del marchio, nel novembre 2013, sono state lanciate le Iuri Socks: un insieme di figure geometriche dai colori contrastanti e dal design innovativo. Linee sintetiche e precise, innestate su diagonali e parallele racchiuse dentro forme e figure razionali, uno spettacolo ottico che evidenzia la forte precisione e cura dei dettagli. Le calze Iuri sono realizzate con filati di altissima qualitá come il cotone egiziano o la lana cashmere, e caratterizzate da forte resistenza e comfort. Il prodotto è disponibile in taglia unica per uomo e per donna ed è rigorosamente Made in Italy.

Artselab nasce dall’idea di Giuliano Balestra, designer di calzature dall’esperienza ventennale, che vanta collaborazioni con numerosi brand italiani ed internazionali. La sua passione per il disegno è innata. Con una matita e un foglio bianco, le sue idee prendono vita, diventando dei veri e propri schizzi d’arte. Per la prossima stagione invernale, la collezione si divide fra l’anima rock e quella heavy: total black, lampi oro e argento e tocchi di giallo fluo imprimono forza alle calzature. Innovazione e avanguardia sono gli ingredienti sui quali punta il designer per stupire. Il brand è distribuito da Massimo Bonini Showroom.

FUTURISMO DALL’ANIMA ARTIGIANALE

OMAGGIO ALL’ARTIGIANALITÀ Una storia familiare quella di Rita Cordini e della figlia Ilaria Ricci, nata dalla passione per la moda e l’artigianalità, ma soprattutto dall’impegno nella valorizzazione del made in Italy e del talento italiano. Con questi presupposti esordisce il marchio Cordini Rita, borsette in tessuti e filati di alta qualità realizzate interamente a mano con broccati, damaschi, pizzi, sete, rasi e tessuti vintage. Segno distintivo è la presenza di bottoni Swarovski e gioiello. Ogni borsa viene accompagnata dall'idea e dalla scelta dei materiali alla fase operativa vera e propria, dove inizia a prendere forma, fino alla rifinitura. Ogni borsa è unica e ogni modello può essere riprodotto in un numero limitato e numerato.

Lui si chiama Dinu Bodiciu, origine romene e diploma al London College of Fashion, tre anni fa. La sua prima collezione di accessori, esposta al Victoria & Albert museum conquista Lady Gaga, che ne indossa subito un cappello. La sua predilezione per le forme tridimensionali e per i tessuti lanieri e corposi dà vita a pezzi scenografici (ha lavorato anche come costumista teatrale e scenografo) ma dal tocco ludico e talvolta poetico. Futuristi ma dall’anima artigianale. Come la sua ultima collezione di cappelli con visiera ‘Frozen orchids’, in feltro nei colori pastellati, anche dalla calotta sagomata e sfaccettata e barretta in plexiglas, smalto o metallo. E hanno già conquistato negozi come Colette a Parigi e il concept store 3939 a Londra.

L'anima Atelier di Hogan ’accessorio, quello con la A L maiuscola, deve imprimere carattere all’abito, valorizzarlo,

LA MODA INCONTRA L’ARCHITETTURA

CALZATURE FRA HEAVY E ROCK

CALZATURE

FUSIONE DI FISICO E VIRTUALE Brasiliano, nato a Franca nel 1987, una città famosa per la tradizione della manifattura di scarpe e accessori, Breno inizia la sua carriera giovanissimo; a 24 anni s’iscrive al corso post-diploma in Footwear & Accessories Design a Polimoda, dove approfondisce la sua conoscenza tecnica e sviluppa una visione più matura del design di calzatura. È stato selezionato come Polimodatalent per la sua collezione “TransPerception”, in cui si mostrano i confini e i limiti della percezione umana, una dimensione dove fisico e virtuale si fondono per dare vita a una nuova realtà. Nelle sue creazioni si avverte un progetto preciso, quasi matematico, che ruota intorno al concetto di simmetria e sviluppato in cinque forme che subiscono un processo di trasformazione fino al raggiungimento di un sottile equilibrio tra calzata ed estetica.

renderlo sempre nuovo, anche se non è della stagione in corso. Una grande responsabilità, quindi, che il brand ottiene solo attraverso lavorazioni personalizzate ed esclusive. Anche Hogan ha fatto proprio questo concept con la collezione Atelier, un progetto di haute-couture che vede protagonista il modello iconico Interactive. La calzatura diventa così un accessorio unico e prezioso, creato non più in serie, ma artigianalmente, utilizzando materiali pregiati e lavorazioni accurate. Ricami fatti a mano e impreziositi da cristalli, paillettes e perle, colori ricercati e delicatamente femminili sono il leitmotiv dei sei modelli Spring Flower, Diva, Surya, Black Rose, Diadem, Circle Pearls proposti per la primavera/estate 2014 e in vendita a partire da fine marzo in selezionate boutique Hogan e sull’e-commerce Hogan.com. Una strada, quella della personalizzazione, destinata a ripetersi ad ogni stagione per il modello Interactive, nato in casa Hogan nel 1997 con l’intenzione di proporre un nuovo concetto di sneaker che diventasse il simbolo dell’eleganza informale. Uno stile urbano, sia per l’uomo sia per la donna, destinato a durare, lontano dalle mode del momento e adatto alle diverse occasioni d’uso quotidiano.


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Focus

COLOMBIA

XII

REPORT

Bogotà fa le scarpe al Sud America

Lotta al contrabbando e nuove strutture aziendali. La Colombia si prepara per competere a livello globale. Di MARCO MAGALINI

D

opo la crisi provocata dall'invasione di calzature asiatiche nel mercato colombiano, i produttori nazionali sono convinti che i loro prodotti possano riconquistare la posizione dominante nel mercato locale. Questo confermato anche dalle proiezioni della Associazione colombiana di calzature e articoli di pelletteria, Acicam, che dicono che tra 3-5 anni i produttori nazionali avranno una quota dell' 80% nel mercato domestico. Il dato sorprendente, che fa riflettere su quanto questo mercato sia humus fertile per le aziende del settore, riguarda la condizione attuale: il prodotto colombiano ha oggi una quota del 40%. Secondo il presidente di Acicam, Luis Gustavo Florez, che abbiamo incontrato a Bogotà durante la fiera IFLS, “questa scarsa performance attuale è il risultato di una concorrenza sleale da parte delle calzature asiatiche. L'industria del cuoio e delle calzature ha risentito di una grande quantità di importazioni illegali e le conseguenze negative sono state una sotto-fatturazione rispetto alle potenzialità del settore”. In effetti, dati alla mano, il fenomeno ha volumi spaventosi: più del 25% delle scarpe sono entrate in modo illegale, a meno di 1 dollaro al paio. Questo dovuto soprattutto alla necessità dei malavitosi dell’area geografica di riciclare il denaro conseguito in modo illegale. Ecco che il Presidente e il Ministro dello sviluppo economico hanno pre-

25% L'import illegale di calzature

7,7 milioni Paia di scarpe importate

Uno dei modelli di Juan Carlos Valbuena, designer colombiano di calzature.

so provvedimenti ancor più serrati e dal 1 marzo entrerà in vigore un decreto che avvia un processo di coalizione tra le varie istituzioni per analizzare il problema e trovare una soluzione condivisa. Ad ogni modo, per tutelare concretamente i produttori interni, è stato esteso per altri due anni un decreto locale di limitazione alle importazioni, il qui ‘adorato’ numero 074. Mentre nel 2012, da gennaio a ottobre, sono state importate 16,4milioni

di paia di scarpe, nello stesso periodo del 2013, l’import è sceso a 7,7milioni. Per il mercato colombiano, tanto affannato dalle questioni legate alle importazioni – da italiani che siamo fa strano essere tanto concentrati sull’import anziché sull’export -, è fondamentale inseguire anche il fattore di vendita all’estero. La ventinovesima edizione dell'ILFS, l'International Footwear and Leather Show, una delle più importanti manifestazio-

ni fieristiche sudamericane legate al mondo della calzatura e della pelletteria (4-8 febbraio), è quindi stata una delle poche occasioni per fare affari con gli stranieri. 11mila i metri quadrati di esposizione nei quali 530 espositori nazionali e 56 internazionali hanno mostrato le collezioni autunno inverno a più di 12mila compratori specializzati nel settore, provenienti dall’area geografica panamericana (USA compresi). “Il fatturato dimostra che

il risultato del settore sta tenendo rispetto al 2014, anzi – dichiara in una nota il presidente della Colombia -. Anche le esportazioni stanno registrando buoni risultati, passando da 160.253.628$ del 2012 ai 193.785.096$ del 2013. La Colombia vuole dare un messaggio forte di supporto anche all'import leale, che gioca con prezzi onesti e che danno opportunità reali al commercio interno, non al contrabbando. La lotta a questo fenomeno si traduce in più lavoro per i lavoratori colombiani e maggior qualità in questo settore. Talento, innovazione ed efficienza devono essere i driver della crescita”. La manifestazione fieristica è stata organizzata da Acicam, il cui presidente ha anche organizzato un calendario di appuntamenti per sensibilizzare gli imprenditori locali sui temi della creatività, dell'innovazione e della ricerca (per le aziende locali non è così scontato avere un ufficio stile), oltre a seminari tematici volti a stimolare la creazione di identità di brand e di collezione. “Un grande aiuto in fatto di promozione del nostro paese proviene anche da Proexport – continua Flores -, un organo governativo dedito alla creazione di network internazionale di business. È un partner fondamentale per raggiungere lo scopo di superare sempre più i limiti alle esportazioni e facilitare con efficacia lo sviluppo internazionale delle industrie". @magalinimarco

NUOVI TALENTI CERCASI (DISPERATAMENTE) Arrivati in Colombia li abbiamo cercati per giorni, chiedendo a chiunque se ci fossero e, se sì, dove si trovassero. Ma la voglia del ‘bello straniero’ prevale e in pochi sanno farci dei nomi veramente pertinenti di ‘purosangue colombiano’. Stiamo parlando di loro, dei giovani designer colombiani che si stanno facendo strada in un mercato all’inverosimile esterofilo. Una volta trovati, grazie ad una giornalista olandese trasferitasi prima in Spagna e poi in Colombia, quello che salta all’occhio è la loro tenacia da veri leoni. Il The Place è un negozio concettuale chiamato Olga Piedrahíta, il nome di una stilista locale, la cui madre ha aperto trentacinque anni fa una ‘boutique-art gallery-atelier’ che ospita collezioni di 28 designer colombiani. “Senza voler peccare di presunzione, il nostro lavoro è molto importante per questo Paese – ci raccontano made e figlia -. In Colombia non è usuale che i giovani designer abbiano degli atelier su strada nei quali mostrare e vendere le loro collezioni. Questo è un posto creativo a trecentosessanta gradi nel quale mettiamo in vendita i loro prodotti, dopo averli scelti con cura grazie ad una osservazione preliminare che dura per uno/due anni. In questo spazio organizziamo presentazioni, mostre

d’arte e di fotografia e abbiamo un laboratorio sartoriale in grado di supportare i talents anche dal punto di vista dello sviluppo collezione”. Oltre al negozio, nei giorni di permanenza a Bogotà, è stato organizzato un concorso nazionale di disegno di calzature, che ha affiancato l'appuntamento meramente fieristico (vedi sopra)%. Il contest si chiama “innovacion para tus pies” ed è uno dei pochissimi appuntamenti nazionali di promozione dei giovani creativi colombiani. 800 i partecipanti al concorso, che è terminato con la consegna di una borsa di studio per un corso di sviluppo collezione presso l'istituto Ars Sutoria, a Milano, per il vincitore assoluto, Catalina Delgado. Catalina ha vinto con una collection di stivali a sandalo stringati dalla forte componente sensuale, a tratti fetish. Secondo premio a Juan Carlos Valbuena, con una collezione di calzature che reinterpretano il tema punk (pelle e tartan, con minuterie metalliche e spille applicate) e il terzo a Juanita Jaramillo, con scarpe dal fit giapponese ma pattern tipici colombiani. L’appuntamento con i giovani creativi sarà a luglio a Medellin, dal 22 al 24, con la settimana della moda colombiana. @magalinimarco

in senso orario, la designer Olga Piedrahíta e alcuni scatti del negozio - galleria.


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8-11 maY 2014

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V I C E N Z A , I T A LY


FASHION CHI LEGGE

Va' dove ti porta l’istinto

Scelgo gli accessori col cuore. Senza alcuna logica o regola e senza seguire la moda del momento. di ALESSANDRA AIRÒ illustrazione di NICOLA GOBBETTO

O

gni volta che mi viene chiesto come scelgo un accessorio, sia esso un paio di scarpe – l’ennesimo - una collana per illuminare il classico trio t-shirt bianca-jeans seconda pelleblazer blu, un cappello o una clutch dove tentare di incastrare il mio micro cosmo, la risposta è sempre la stessa: con l’istinto. Senza alcuna logica, senza alcuna regola se non quella del cuore. Può sembrare banale e forse lo è ma funziona esattamente così. D’istinto, null’altro. Gli accessori sono i giocattoli della moda, in grado di dare voce alla parte più giocosa di noi. All’anima più camaleontica di ogni donna. Al desiderio di cambiare sempre pur rimanendo fedeli a noi stesse. E parlano di noi più di quanto a volte non facciamo noi stesse. Lo fanno in maniera sincera, spudorata a volte, discreta in altri casi. Sussurrata, spavalda, egocentrica o con un filo di voce. Ma lo fanno. Ed è in loro che noi riponiamo le aspettative più alte, come ad esempio quella di rivoluzionare un tailleur visto e rivisto, come quella di illuminare un vestito dal taglio classico, come quella di farci risparmiare spazio nel mini trolley per il week-end, come quella di farci sentire perfette anche quando dall’ufficio passiamo direttamente alla cena semplicemente calzando un paio di decolté e uno scialle di cachemire.

E così la mattina già in ritardo sulla tabella di marcia o la sera davanti all’armadio con la calma del sabato parto sempre da un paio di scarpe. E scelgo che donna essere indossando un paio di tacchi o calzando degli anfibi di pelle nera. E lo stesso faccio in un negozio, in una showroom o a una sfilata. Lascio che a scegliere l’accessorio non sia la testa o la moda del momento ma solo il desiderio. Impazzisco per le pochette luminose ed esagerate, quelle che implicano il dover scegliere tra il telefonino e le chiavi di casa, per i gioielli vistosi che rimangono impressi nella memoria e in cui rivedo me bambina con le mani immerse nella bigiotteria di mamma, per i cappelli a falda larga rubati ad una foto in bianco e nero e per quelli che sembrano usciti dai ferri della nonna, per le scarpe. Tutte e indistintamente, scelte rigorosamente con il cuore. Come succede con gli uomini. E con i consigli sensati delle amiche, con tutti i “è l’ultima volta con le volte che ci siamo dette che bisogna mettere la testa a posto". Salvo poi perderla quella testa, di nuovo, e mandare avanti il cuore. E un paio di scarpe.


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MILANO PROSSIME EDIZIONI 31 AGOSTO / 3 SETTEMBRE 2014 15 / 18 FEBBRAIO 2015 IL MEGLIO DELLA CALZATURA

NEXT EDITIONS 31 AUGUST / 3 SEPTEMBER 2014 15 / 18 FEBRUARY 2015 THE BEST IN FOOTWEAR Fiera Milano Nuovo Quartiere Rho New Fair Grounds Rho info@micamonline.com tel. +39 02 43829.1 www.micamonline.com

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