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Costo copertina €6

Direttore responsabile Flavia Colli Franzone

TREND

The Look

Glamour ed eccessi

SUA MAESTÀ RIHANNA Uno stile versatile che spazia dallo sportswear all’ultra chic. Pag. 13

Issue #39 - Ottobre 2015

Labels to Watch

The Topic

FEMMINILITÀ TRANSGENDER

Il 2015 consacra il nuovo trend. Pag. 16

SCOMMETTERE SU SE STESSI

10 giovani presentano i propri brand. Pag. 20

Shops

MILANO DA AMARE

Un percorso shopping-oriented con nuovi indirizzi social e lifestyle. Pag. 34

SENSUALITÀ AGENDER

Se c’è una chiave di lettura comune per le molteplici tendenze che si rilevano dalle collezioni Resort 2016, è di sicuro l’assenza di qualsiasi compromesso. Che si tratti di scelte cromatiche, di tributi agli ultimi decenni del XX secolo, di decorazioni o materiali, la via intrapresa è sempre e comunque molto decisa. Pattern arcobaleno fanno così da contraltare ad aggressivi total look in nero, mentre plissé, ruches e paillettes forniscono la materia prima con la quale esercitarsi in virtuosismi estetici. Pag. 28

MORTI DI FAMA

Ombre e luci sul Festival

Il backstage di Ivan Damiano Rota

Inizia da questo numero una rubrica ironica sul dietro le quinte degli eventi glamour del mondo del cinema e della moda. Sotto i riflettori il Festival del Cinema di Venezia, una edizione un po’ sottotono, con alcune feste meno riuscite di altre. Vip e celeb si sono trovati a dover metter mano al portafoglio per non andare affamati o per prendere un drink. Pag. 8

FASHION SECRETS

#followmystyle Streetstyle di Alessandro Enriquez

PH. VINCENZO GRILLO

Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Milano

LANVIN

FASHION&CINEMA

I segreti per apparire più belle e valorizzarsi durante le settimane della moda di quattro tra le “prede” dello streetstyle italiane più seguite del momento, Eleonora Carisi, Linda Tol, Erika Boldrin e Valentina Siragusa, che hanno svelato i loro segreti di stile e bellezza. Pag. 11

Eddie Redmayne in una scena del film The Danish Girl di Tom Hooper, distribuito dalla Universal Pictures, nelle sale italiane da febbraio 2016

La moda esplora nuove vie di espressione stilistica, dove il confine fra maschile e femminile è quasi inesistente e la seduzione non ha genere. Come nel film The Danish Girl.

Se la moda ha fatto dell’ambiguità uno dei temi più forti di queste ultime stagioni, uscendo poi allo scoperto con messaggi chiari di capi maschili vs femminili e viceversa, il cinema ha toccato l’argomento della identità di genere con autenticità e introspezione. The Danish Girl del regista Tom Hooper (vincitore di un Oscar per

il Discorso del Re) affronta il tema transgender attraverso la storia vera di Lili Elbe (ex Einar Wegener), pittore paesaggista della Danimarca dei primi anni del ‘900 che ha vissuto due vite, la prima con una moglie a Copenhagen, e la seconda a Parigi con una nuova identità. Applausi convinti alla attesa proiezione al Festival di Venezia - il

GUCCI

film in Italia uscirá nelle sale a febbraio 2016 - e tifo da stadio per il protagonista Eddie Redmayne (anche lui insignito della prestigiosa statuetta per La Teoria del Tutto). Cosi moda e cinema ancora una volta condividono lo spirito dei tempi, portandoci a riflettere in questo numero sulle tendenze della moda, sia attraverso le im-

magini delle collezioni sia con l’analisi del sociologo Emanuele Bassetti in un anno, come il 2015, in cui il fashion system è sempre più libero da etichette. Scopri le Film Review a pag. 42

ENGLISH TEXT INSIDE P. 44


FASHION ILLUSTRATED

Issue #39 - Ottobre 2015


FASHION ILLUSTRATED

Issue #39 - Ottobre 2015


FASHION ILLUSTRATED

Issue #39 - Ottobre 2015


L'EDITORIALE

Tutto quanto fa “presente” (e non tendenza)

I

l secondo decennio del secondo millennio sta rimettendo in discussione il vocabolo più usato e abusato di questi ultimi anni. La parola “fashion” viene digitata su Google in media 8,5 milioni di volte al mese, mettendo centinaia di migliaia di persona con un semplice click a conoscenza di tutte le proposte moda di blog, siti, giornali, e-commerce, magazine on line, stylist, web influencer, aziende, eccetera. Informazioni globali e universali che consumano così velocemente la tendenza del momento, da vederla superata immediatamente, al click successivo, da nuove informazioni e foto postate. Nell’era digitale, le tendenze si accavallano, si amplificano e modificano, filtrate dalle migliaia di occhi e gusti delle persone. Ecco che tutto diventa “evergreen”, trasversale, transtagionale e soprattutto a-gender. Un segnale inequivocabile, comunicato anche dalle passerelle che sfilano contemporaneamente outfit maschili e femminili, come è avvenuto alla sfilata Gucci, durante la Fashion Week Uomo per la primavera/estate 2016, con il nuovo indirizzo creativo di Alessandro Michele. La camicia con il fiocco? Sarà il nuovo classico della prossima stagione, sia per lei sia per lui. Una rivoluzione? Piuttosto l’evoluzione di uno stile sempre più trasversale. Le stampe? Resistono ancora, meglio se 3D per l’estate a venire. Il colore? Niente paura, dal color-blocking alle nuove sfumature del giallo, all’effetto rainbow, non c’è timore di sbagliare. E poi non dimentichiamoci del denim, che si fa sofisticato e lussuoso, delle paillettes che tornano a contagiare gli abiti (ma avevano mai smesso di farlo in questi ultimi anni?). Tutto questo fa “presente” (e non tendenza), confermando l’eclettismo di un decennio, quello che stiamo vivendo, nel quale si intrecciano tanti filoni creativi con ripescaggi di suggestioni di altri periodi del passato, gli anni Ottanta, Novanta e sempre i Settanta. E’ stato questo forse il periodo dello scorso millennio più ricco di tendenze, una quasi ogni anno, a partire dagli ultimi strascichi del flower power e dell’hippie style dei tardi anni Sessanta, alle prime avvisaglie che, intorno al 1978, anticipavano le silhouette e le forme a triangolo rovesciato dei successivi anni Ottanta; in mezzo, fra questi due estremi, tanti altri stili che hanno alternato influenze orientali, stratificazione, workwear, maglieria oversize. Non per niente anche Biblioteca della Moda ha allestito, in collaborazione con theMicam, una mostra sulle calzature degli anni Settanta, un percorso raccontato attraverso immagini tratte dall’editoria di moda italiana del periodo per evidenziare non solo il prodotto, ma anche il mood e il lifestyle dell’epoca. Se gli anni Settanta ci ricordano soprattutto le zeppe, i plateau, i cuissard e i tacchi grossi, c’erano altri modelli più semplici e raffinati che pescavano dal decennio precedente. Era quindi inevitabile, in questo numero che anticipa la donna della primavera/estate 2016, parlare dei numerosi filoni creativi che contagiano l’abbigliamento e gli accessori, nel tentativo di immortalarli sulla carta stampata, prima che vengano contaminati e superati dai click degli utenti del web. @fcollifranzone

Concessionaria esclusiva per la pubblicità

Direttore responsabile FLAVIA COLLI FRANZONE f.colli@fashionillustrated.eu Hanno collaborato: Enrico Albamonte, Diana Barbetta, Giovanna Caprioglio, Giuliano Deidda, Marco Magalini, Valentina Mascarello, Cristina Taccani Illustrazioni: La Fille Bertha Traduzioni: Ruth Kidanemariam Impaginazione MICHELA CLERICI m.clerici@fashionillustrated.eu Redazione Corso Colombo 7, 20144 Milano. Tel. +39 02 87365694 www.fashionillustrared.eu - info@fashionillustrated.eu

MILANO FASHION MEDIA Via Alessandria 8, 20144 Milano. Tel. +39 02 58153201 www.milanofashionmedia.it - info@milanofashionmedia.it Responsabile di Testata PAOLA CORDONE pcordone@milanofashionmedia.it Ufficio traffico GIADA STRAZZELLA traffico@milanofashionmedia.it Stampa TECNOSTAMPA S.r.l. Via Brecce, 60025 Loreto (AN) Tel. +39 0719747511 - www.piginigroup.com Distribuzione INTERCONTINENTAL S.r.l. Via Veracini 9 - 20124 MILANO Tel.+39 02.6707.3227 - Fax +39 02.6707.3243 ic@intercontinental.it

La pubblicazione Fashion Illustrated è edita in Italia e all’estero da EDIZIONI LA MODÉ ILLUSTRÉE una divisone di Biblioteca della Moda www.bibliotecadellamoda.it Chairman DIEGO VALISI dvalisi@milanofashionmedia.it Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 138 del 22.03.2010 © 2012, tutti diritti riservati. Abbonamento 2015: 10 numeri euro 48. Mandare una mail a pconti@milanofashionmedia.it -Tel. +39 02 92853174. Gli abbonamenti possono ave­ re inizio in qualsiasi periodo dell’anno. La riservatezza per gli abbonati è garantita dal pieno rispetto della legge 675/96 sulla privacy. I dati forniti verranno utilizzati esclusivamente per l'invio della pubblicazione, non verranno ceduti a terzi per alcun motivo. Photo credits: Per le immagini senza crediti l'editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. L'editore è a piena disposizione per l'assolvimento di quanto occorre nei loro confronti.


Contributors 6

Special guests

FOTOGRAFO

Vincenzo Grillo

ALESSANDRO ENRIQUEZ

IVAN DAMIANO ROTA Ha iniziato al “Giornale di Bergamo” per poi curare su “Chi” la lettissima rubrica “Vippissime News” per più di dieci anni. I suoi orizzonti si sono poi ampliati con “Panorama”, “Sette”, “Novella 2000”, “Panorama.it” e altre testate. Ora si è aggiunto il sito “Dagospia” con la più cliccata rubrica di gossip “Milano Confidential”, e “Lampoon”, dove compila la trasversalissima classifica dei social rankers. A tutto questo si aggiunge la sua attività di autore televisivo: ultimo suo lavoro “Grand Hotel Chiambretti”, dove è apparso anche nel cast nel ruolo del portiere di notte. Viene inoltre inserito tra i socialites più in vista in quanto confidente di attrici, signore del jet set , imprenditori e bloggers: non c’è evento importante al quale manchi, ma rifugge il presenzialismo estremo e fine a se stesso. Tra i suoi nuovi progetti un’avventura nel mondo musicale come autore e il suo primo libro: “Vita (quasi) smeralda: una città fatta a pezzi”. Pag. 8

Definirlo stilista è riduttivo. La mente dietro 10x10 AnItalianTheory, infatti, unisce il talento per la moda, alla passione per la scrittura, collaborando con grazia.it, Elle e Marie Claire. Nato a Palermo, con origini tunisine e spagnole, inizia dopo la laurea un percorso cosmopolita, da Barcellona a Londra, dove frequenta la Central Saint Martin, per poi approdare a Milano, dove studia all’Istituto Marangoni e in seguito si unisce all’ufficio stile di Costume National, mentre insegna nelle prestigiose scuole di moda meneghine, tra cui lo IED, dove ancora mantiene le sue docenze. Pag. 11

JANE MONNINGTON BODDY E' Head of Womenswear, Colour, Beauty, Swim and Intimates di WGSN, e vanta oltre vent'anni di esperienza nel settore della moda mondiale. Prima di entrare in WGSN, Jane è stata per 7 anni Senior Director di Stylesight, creando le tendenze di stagione e colore a livello mondiale. In precedenza, ha lavorato come designer per Yves Saint Laurent ed Emanuel Ungaro. In precedenza aveva creato una sua linea di maglieria, venduta in negozi di lusso come Selfridges e Flannels. Pag. 24

EMANUELE BASSETTI Scienziato della comunicazione e sociologo, lavora nel campo della comunicazione e dei nuovi media, occupandosi in particolare di innovazione dei processi comunicativi. In ambito accademico, collabora da 11 anni con l’Università di Bologna insegnando presso i corsi di lauree in “Scienze internazionali e diplomatiche”, “Sociologia” e “Scienze della comunicazione”. A livello di ricerca ha approfondito il tema dell’ e-Democracy ed è titolare di uno dei primi studi italiani sugli impatti sociali del web 2.0 come strumento di partecipazione sociale, specialmente quando si considerano le nuove generazioni (L’ e-democracy per i giovani, Franco Angeli, 2010). A livello aziendale è consulente strategico nello sviluppo del branding, con particolare riferimento a realtà pubbliche e private, votate all’internazionalità. Attualmente collabora con l’agenzia Menabò Group nella creazione di progetti di comunicazione ad alto valore aggiunto, in particolare per quanto riguarda il settore fashion. Pag. 16

BARBARA FRANCHIN

PAOLO LUNGO

NIGEL JOYCE Laureato in disegno tessile a Manchester, approda nel 91' a Como - Centro del Tessile Italiano. Cosi comincia una carriera durante la quale si distingue come uno dei più ricercati disegnatori tessili. Nel 99' diventa Art Director e successivamente AD di uno degli studi più importanti nel mondo del disegno per tessuto, la New Age. Nel 2013 inizia a prendere forma il trend book prodotto dalla sua società, Newsprint. Il libro è un importante strumento creativo che suggerisce le tendenze del decoro della superficie e del colore con due anni di anticipo. Collaboratore di ComOn e docente all' Istituto Marangoni di Milano, oggi la sua azienda è punto di riferimento di tendenze e disegni per tessuto. Pag. 26

FASHION CHI LEGGE

Maddalena Corvaglia

Maddalena Corvaglia sul set dello shooting del marchio TALCO fall winter 2015-16

Ph. Giuliano Koren

Barbara Franchin è la fondatrice e l’anima di ITS - International Talent Support, luogo privilegiato in cui emergono i giovani talenti di domani. Tutto inizia nel 2001, con la creazione di EVE, agenzia che l’anno seguente lancia la prima edizione di ITS e che setaccia, nelle principali scuole a livello mondiale, i giovani creativi nel settore fashion. Il fatto che Barbara Franchin sia nata a Trieste, città di confine, aperta e curiosa verso il diverso e la coltivazione di punti di vista alternativi, è la naturale matrice di un percorso professionale del tutto atipico. Non è incidentale dunque che la triestina Franchin abbia avvertito l’urgenza di fare ricerca, identificare e sostenere la creatività in un orizzonte internazionale. Pag. 20

A 30 anni, è uno dei fotografi di Street Style italiani più conosciuti. Figlio d’arte, ha iniziato giovanissimo come apprendista nell’affermato studio fotografico del padre, a Vibo Valentia. Terminati gli studi all’istituto professionale per i servizi commerciali, decide di intraprendere la professione di famiglia. Oggi di base a Milano, immortala i personaggi più influenti durante le settimane della moda di Parigi, Londra, New York e del capoluogo lombardo, per le più importanti testate internazionali, tra cui Harper’s Bazaar, Elle France e Marie Claire UK.

Personaggio poliedrico, Paolo Lungo ha un percorso veramente misto. Parte dall'illustrazione, continua con la grafica, la fotografia e l'immagine moda in generale. Si occupa di comunicazione visiva e art direction, passando attraverso uffici stampa e agenzie. Da più di quindici anni docente in scuole di settore (comunicazione nella moda, principi di grafica e image consulting) si occupa ora di ricerca tendenze e formazione per aziende di abbigliamento, accessori e anche cosmesi. Ha cominciato da qualche anno anche a occuparsi di personal shopping e consulenza d'immagine per privati; inoltre negli ultimi due ha allargato le sue collaborazioni anche alla Rai dove occupa uno spazio in un programma e dove mette a disposizione la sua esperienza per consigliare le telespettatrici negli acquisti. Pag. 13

Finita nel 2002 l’esperienza a Striscia la notizia, affianca Miguel Bosè nel reality show “Operazione Trionfo”. Negli anni successivi, prende parte ad alcuni programmi in onda su Happy Channel e SKY Vivo, diventa inviata speciale di Alberto Castagna nel programma “Stranamore” per due edizioni, e coconduttrice de “La Domenica del Villaggio” con Davide Mengacci. Oltre a programmi radiofonici, tra il 2006 e il 2007 conduce “Balls of Steel” con Marco Mazzocchi. Nel 2008 è la volta dello show “Scalo 76” su Rai 2. Nel gennaio 2008 conduce con Franco Neri “BravoGrazie”. Dal 2009 al 2011 è opinionista fissa nel talk “L’Arena”. Il 16 settembre 2012 presenta con Massimo Giletti, in diretta dal Canada, la manifestazione “Una voce per Padre Pio nel mondo”. Dal settembre 2012 al novembre 2014 è una delle opinioniste di “Verdetto Finale” e di “Domenica Live”. Nell’estate del 2013 è una delle concorrenti di “Jump! Stasera mi tuffo”, su Canale 5. Nel giugno 2013 presenta con Massimo Giletti, l’evento religioso di Rai 1 “Una voce per Padre Pio” e poco dopo conduce da sola “Maddy va veloce” sul canale Nuvolari. Nel maggio 2014 partecipa alla prima edizione del nuovo talent “Si può fare!” condotto su Rai 1 da Carlo Conti. Nell’estate 2015 collabora con il gruppo Norba e presenta le cinque tappe previste per i concerti del “Battiti Live”. Pag. 46


Contents 7

MORTI DI FAMA

8

Festival di Venezia / Ombre e luci

STYLE

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Fashion secret / #followmystyle

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Get the look / Sua maestà Rihanna

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The eye / Non c’è stile senza personalità Intervista a GIUSY VERSACE

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The Topic / Femminilità transgender

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Highlights

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Labels to watch / Scommettere su se stessi

MAKING OF

SPOTLIGHT

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25

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Focus / Bohemian Romantic

Shops / Milano da amare

The Moodboard / La calda estate 3d

World News

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Focus / Print passion

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Trend / I top 6 del 2016

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Trend / Glittering Prize

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Trend / Femminilità Cyber Fantasy

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Beauty / Red carpet caleidoscopico

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Digital / La democrazia del lusso

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Agenda / Icone in mostra

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Reviews / Storie di creatività

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English Text

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Fashion chi legge / Il gioco della moda di Maddalena Corvaglia

Un’ immagine di Giovanni Gastel della mostra fotografica “Un eterno istante” in esposizione dal 15 settembre fino a fine ottobre presso lo showroom di Poltrona Frau a Milano (pag.42).


Morti di Fama Festival di Venezia 8

BACKSTAGE di IVAN DAMIANO ROTA

I

ncredibile Juliette Binoche, attrice dai modi gentili e dall’eleganza inconsueta, presente alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con il film “L’Attesa”, opera prima di Piero Messina: ha preteso un’ estetista per manicure e pedicure per tutto il tempo in cui è rimasta a Venezia. Una volta va bene, ma non si capisce perchè la volesse ogni giorno, anche perchè il costo era di ottocento euro al giorno. Nel film, accanto a lei, la vera scoperta del festival, l’attrice Lou de Laâge, bella come il sole e corteggiata da tutti: ha puntato gli occhi su di lei il grande Fabrice Luchini. Folle di fan in attesa di Johnny Deep, anche se a rubargli la scena è stata la moglie Amber Heard, al Lido per presentare il bellissimo “The Danish Girl”, film sul primo uomo sottopostosi all’operazione per il cambio di sesso. L’attrice esibisce due tatuaggi letterari: un verso di Pablo Neruda e uno di Omar Khayyam in persiano, del quale non ha voluto rivelare a nessuno il significato. Depp è rimasto al Lido per tre giorni, ma nessuno l’ ha visto sino alla presentazione di “Black Mass”, film di cui è protagonista. Ingrassato e imbolsito, ha deluso le aspettative e si dice che non si volesse lavare: prima del red carpet, i suoi assistenti lo hanno letteralmente buttato sotto la doccia per fare in modo avesse un aspetto decente. Atteso poi alla festa della Warner Bros alle 23, è arrivato solo dopo l’una di notte molto su di giri. Il giorno dopo i signori Depp hanno chiamato Sandro, lo stesso motoscafista che portò i Clooney a spasso per la laguna lo scorso anno: volevano provare lo stesso brivido...

Ombre e Luci 1. 2.

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Giovani promesse al Lido. Domenico Diele, uno dei protagonisti della fiction “1992”, ha fatto arrossire le signore presenti a una cena, presentandosi con un paio di pantaloni incredibilmente attillati. Altro bellissimo il regista Brady Corbet, un tempo attore scandaloso per Gregg Araki, che ha presentato “The Childhood of a Leader” con il Liam Cunningham del “Trono di Spade”, assalito dalle ragazzine che lo hanno aspettato per ore fuori dall’hotel oscurando la fama di Robert Pattinson, suo antagonista nel film. Assalto anche verso il Premio Oscar Eddie Redmayne, protagonista di “The Danish Girl”: l’attore è stato tratto in salvo da Alicia Vikander, sua moglie nel film. Nastassja Kinski è una persona dolcissima: se ne andava in giro per il Lido con un’amica cantando le vecchie canzoni di Lucio Battisti e Fabrizio De Andrè. Un sorriso per chiunque e tanta disponibilità. Ad un certo punto, però, si è indispettita e ha tirato un bicchiere di vino contro un giornalista. Tutti a dire che è una pazza, ma bisogna sapere che l’attrice non sopporta che le vengano fatte domande sul grande (solo al cinema) padre Klaus Kinski, con il quale ha avuto un rapporto molto difficile. Persino al cantautore Antonello Venditti, che le si è rivolto dicendole: “Conoscevo suo padre”, Nastassja ha risposto: “Non ne voglio proprio parlare!” Nemo profeta in patria. Il vero film “cult” della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia è stato

MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2015: 1. JOHNNY DEEP E LA MOGLIE AMBER HEARD IN ALEXANDER MCQUEEN 2. ELISA SEDNAOUI IN GIORGIO ARMANI PRIVÈ 3. JULIETTE BINOCHE IN GIORGIO ARMANI PRIVÈ 4. LUCA ARGENTERO IN GUCCI 5. EDDIE REDMAYNE E ALICIA VIKANDER

“Non essere cattivo”, film postumo del regista Claudio Caligari, storia di ragazzi di vita d’ispirazione pasoliniana nella Ostia degli anni novanta. Il film è molto crudo, ma, nonostante questo, il protagonista Luca Marinelli, già visto in “La Grande Bellezza” e in “Tutti i santi giorni” di Paolo Virzì, è diventato un sex symbol. Sguardo intenso e look perfetto, è stato inseguito da orde di ragazzine adoranti. Non da meno le attenzioni verso Alessandro Borghi, altro bel protagonista del film. In molti si sono chiesti perchè l’opera non fosse in concorso.

A Venezia anche Martina Stoessel, l’amatissima attrice di “Violetta” che fa impazzire le ragazzine, per accompagnare il fidanzato Peter Lanzani nel cast del film argentino “El Clan”. E’ rimasta defilata per lasciare tutto lo spazio al compagno. Infatti non ha firmato autografi deludendo i fan: la teen-star si scusava con tutti sussurrando: “Non posso, questo red carpet è tutto per il mio amore”. Grande tributo a Ursula Andress con una mostra fotografica ai Granai della Giudecca, dedicatale da Vanity

Fair: l’attrice si è commossa, ma a farla arrivare è stata anche la presentazione della linea di borse Luvé a lei dedicata: la fibbia della bag è uguale a quella dell’indimenticabile bikini che l’attrice svizzera indossò in “Agente 007. Licenza di Uccidere” con Sean Connery. Proiezioni di spezzoni dei suoi film e tante foto, tra cui quelle indimenticabili con James Dean, che le parlava sempre del suo amore per Marlon Brando. La leggenda dice che la notte in cui l’interprete di “Gioventù Bruciata” si schiantò, uscisse proprio dalla casa dell’attrice.

Una donna dalla simpatia devastante il cui più caro amico, udite udite, è il cantautore Cristiano Malgioglio. Scherzando, ad una giornalista ha detto: “Ora, però, non lo voglio più vedere: sono anni che dice di volermi preparare la sua speciale pasta siciliana e non lo ha ancora fatto”. Le serate più esclusive si sono svolte a casa dell’archistar Luca Bombassei: nella splendida residenza di Palazzo Tre Oci alla Giudecca, con vista su piazza San Marco, sono passati alcuni dei più nuovi attori e registi della spe-


Morti di Fama Festival di Venezia 9

Una Mostra d’Arte Cinematografica un poco sottotono, a parte qualche festa riuscita: per il resto una laguna che pullulava di morti di fama, ma anche morti di fame in quanto ai cari cocktail e dinner mancavano cibo e drink. Gli ospiti, per bere, dovevano portare la mano al portafoglio: cose mai successe, pensando che stiamo parlando di serate “blasonate” organizzate da autorità nel mondo dell’arte, della moda e della carta stampata. Ecco una serie di chicche semiserie che possono rendere l’atmosfera non sempre allegra e glamorous.

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GALÀ JAEGER-LECOULTRE: 1. I FUOCHI D’ARTIFICIO A CONCLUSIONE DEL GALÀ 2. EDUARDO NOVILLO ASTRADA, CATHERINE DENEUVE, KIT CHAN, JAEGER-LECOULTRE CEO DANIEL RIEDO, BRAND AMBASSADOR CARMEN CHAPLIN, TERRY GILLIAM, CLARE MILFORD HAVEN E IL DIRETTORE DEL FESTIVAL ALBERTO BARBERA. FESTA LAMPOON-TIFFANY: 3. JON KORTAJARENA A PALAZZO PISANI MORETTA SEDE DELLA FESTA 4. ARISA. 5. TILDA SWINTON ALL’ EVENTO JACOB COHËN E L’UOMO VOGUE 6. NASTASSJA KINSKI IN LE SILLA SUL RED CARPET.

rimentale sezione Orizzonti. Il clamore è stato lasciato agli altri, qui solo riservatezza e presenza di competenti in campo cinematografico. Per raggiungere la terrazza al quarto piano, gli ospiti passavano per i tre piani del museo, dove è in allestimento una mostra con gli abiti di Antonio Marras. Menù prettamente veneziani: bigoli in salsa, sarde in saor e polentina con tecie. Grande cena e ballo per i “Lampooner” con “Keeponsunshine”, progetto fotografico in collaborazione

con Tiffany: tanti protagonisti del jet set e della nobiltà veneziani: tra i ritratti spiccavano quelli di Umberta Gnutti Beretta e Gianmaria Sainato. Alla cena, tra i commensali, Amanda Lear, Malika Ayane e due bellissimi come Luca Argentero e Jon Kortajarena. Poi tutti a ballare e infine lo showcase di Arisa. Molti ospiti stranieri si chiedevano chi fosse. E poi Carlo Mazzoni e Roberta Ruiu hanno travolto Martina “Violetta” Stoessel nelle danze: i divini attori Alan Capelli e Federico Riccardo Rossi, prossime star, non le toglievano

lo sguardo di dosso. Altrettanto glamour la cena esclusivissima di Chopard in onore di Juliette Binoche: in un palazzo defilato solo cento ospiti, tra i quali l’archistar Luca Bombassei. Dal 2 al 12 settembre i riflettori erano puntati su Palazzina G, il cinque stelle firmato Philippe Stark, che, ancora una volta, si confronta con la passione per il cinema e diventa protagonista della 72ma edizione della Mostra del Cinema Internazionale di Venezia ospitando i dinner party e gli after party dei film e delle cele-

brities più importanti. Con un jolly in più: le serate dedicate esclusivamente alle star della scena internazionale che hanno reso PalazzinaG una location ancora più elitaria. Il salotto più unconventional della Laguna si conferma, così, il “must be the place” della scena veneziana, grazie a due sponsor d’ eccezione, Chopard e Moet&Chandon, e alla partnership con Rai Cinema, la cui lounge dedicata all’interno di PalazzinaG ha assicurato la presenza in loco dei protagonisti del cinema italiano. Si è iniziato il 3 settembre con il party per il film

“Spotlight” di Thomas McCarthy, dedicato al duro e controverso tema della pedofilia nella chiesa cattolica, e in particolare in quella americana, con la presenza delle due star hollywoodiane interpreti del film, Mark Ruffalo e Stanley Tucci. Guest star della prima parte della serata è stata la top model Hilary Rhoda: presenza costante sulle passerelle dell’alta moda e una delle modelle preferite di Anna Wintour, è stata celebrata da un raffinato party firmato Chopard. La sera del 5 settembre, la cena e il party after dinner in onore del film “The Childhood of a Leader” di Brady Corbet, la storia dell’ educazione politica e civile di un giovane ragazzo americano, interpretato dal volto più amato del cinema dell’ultimo decennio, la star Robert Pattinson. L’ attore inglese è arrivato a PalazzinaG insieme all’attrice francese Bérénice Bejo, che interpreta sua madre nella pellicola, già candidata all’Oscar per il pluripremiato “The Artist”. Inoltre, cena in onore di Brian De Palma, il poliedrico artista celebrato dal documentario “De Palma”. Le atmosfere di PalazzinaG si sono tinte, nei giorni finali della Mostra, con i colori del tricolore: protagonista è stato il cinema italiano con il party per “La prima luce” diretto da Vincenzo Marra e con Riccardo Scamarcio, toccante protagonista di una pellicola che si concentra sulle relazioni cosmopolite dei nostri giorni, sulle loro difficoltà e sulla volontà di un padre di stare con suo figlio. Il giorno successivo, venerdì 11 settembre, il dinner e l’after dinner per il film di Giuseppe Gaudino, “Per amor vostro”, in cui Valeria Golino interpreta la dolente moglie di un camorrista con tre figli, di cui uno sordomuto. Alla serata, oltre all’attrice, erano presenti anche gli attori del cast, Massimiliano Gallo, attore e cantante napoletano, e Adriano Giannini, figlio d’arte e apprezzato interprete di numerosi film italiani. Da 10 anni Jaeger-LeCoultre si adopera con passione per sostenere e promuovere la cultura della settima arte. Jaeger-LeCoultre ha grandi affinità con il mondo del cinema e ne condivide una missione comune: trasformare ogni secondo in un istante di eternità. Lido di Venezia, 7 settembre 2015 - Jaeger-LeCoultre ha organizzato una cena di gala all’Hotel Excelsior, nel cuore della Mostra del Cinema, riunendo oltre 200 ospiti internazionali, amici della Maison. Daniel Riedo, CEO di Jaeger-LeCoultre, ha accolto gli invitati: da Alberto Barbera, Direttore della Mostra, Carmen Chaplin, Catherine Deneuve, Maribel Verdú, Cristiana Capotondi, l’attrice Stefania Rocca con la sorella Francesca, il regista internazionale Terry Gilliam, Daniel Bruhl, la cantante Kit Chan, i giocatori di polo Eduardo Novillo Astrada e l’ambasciatrice del brand Clare Mountbatten, Marchesa di Milford Haven. Il cocktail di benvenuto e la cena di gala si sono svolti nell’incantevole scenario dell’isola del Lido di Venezia, sulla spiaggia di sabbia dorata: una delle località di mare più eleganti del mondo. L’ambientazione dell’evento, come un quadro racchiuso in una cornice fra mare e cielo, si ispira all’ultima collezione di Jaeger-LeCoultre, dedicata all’astronomia. La serata si è conclusa con un’esplosione di fuochi d’ artificio che hanno illuminato la laguna.


FASHION ILLUSTRATED

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Issue #39 - Ottobre 2015

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Fashion Secrets 11

STREETSTYLE di ALESSANDRO ENRIQUEZ

#followmystyle

È cosi difficile diventare prede dello streetstyle? Quali sono i segreti per apparire più belle e valorizzarsi durante le settimane della moda? In viaggio tra New York, Londra , Milano e Parigi, abbiamo analizzato gli stili di alcune “prede” che ci hanno svelato i loro segreti. Complice il fotografo Vincenzo Grillo, con il quale abbiamo selezionato dal suo archivio le personalità italiane più amate e seguite del momento, Eleonora Carisi, Linda Tol, Erika Boldrin e Valentina Siragusa. A loro ho abbinato quattro nuovi accessori della s/s 2016, tutti all’insegna dell’amore. E, infine, il mio consiglio.

ELEONORA CARISI

ha conquistato tutti i fotografi streetstyle già da diverse stagioni ed è riuscita a ottenere un posto speciale all’interno dello starsystem della moda che la vede come una “blogger-avanzata”, non solo un’ appassionata di moda, ma una gran presenzialista. Per molti è già una nuova celebrity da invitare e coccolare e per diversi brand è il volto dei loro marchi. Tipologia italiana, colori mediterranei, neo da diva e charme da schianto. Il suo segreto non poteva non essere la cura della sua bellissima chioma, morbida e perfetta, in pieno stile anni ‘60. Amante del mare e dell’estate non poteva che portare con sè le onde del suo Mediterraneo tra i capelli.

Per Eleonora la borsa in pelle con motivi “cuore” matelassè 10x10 AnItalianTheory

LINDA TOL

eterea, ormai più italiana che olandese, ha un fascino androgino riconoscibile a distanza. Look mai troppo sexy e tacchi mai troppo alti, ma nonostante queste sue “privazioni” non smentisce una bellezza unica nel suo genere, leggera, algida e da ragazza adulta che sa conquistare con la testa e con gli occhi, un pubblico che ama la semplicità. Il suo segreto non poteva che riguardare il suo sguardo: “patch eyes” agli occhi la sera prima di ogni streetstyle. Cambia look costantemente, di stagione in stagione, e il suo caschetto bianco è ormai parte del passato. Seguite online le prossime gallery con tutte le sue evoluzioni su www.fashionillustrated.eu

Per Linda la borsa con la scritta “LOVE” Les Petits Joueurs

ERIKA BOLDRIN

è una ragazza determinata, lunghi capelli mossi e look ricercati che l’hanno resa internazionale. Amante del mix and match, Erika trasforma ogni suo abbinamento in look originali e creativi. Il denim e il canvas la caratterizzano maggiormente, mixati alle grafiche che spezzano i colori neutri pieni. Non potrebbe uscire senza una manicure perfetta, smalti dai colori chiari e talvolta esattamente opposti, neri e vincenti. Anche per lei un altro segreto riguarda lo sguardo, che rende intenso caricando le sue lunghe ciglia di mascara nero. Non si può dire che passi inosservata la bella blogger!

Per Erika sandalo con tacco gioiello di Lodovico Zordanazzo

VALENTINA SIRAGUSA è la più pic-

cola delle quattro “moschettiere” e, per una strana coincidenza, risulta essere la più principesca. I suoi modi sono delicati e i suoi colori chiari la rendono una perfetta “signorina” della moda. Le sue nuance non potevano che essere legate alle tonalità pastello, soprattutto il giallo e il rosa la contraddistinguono e i suoi outfit sono sempre curati nei minimi dettagli. Neanche le infante spagnole sarebbero cosi perfette! Il suo segreto risiede nell’altezza dei tacchi, sempre alti, quando può, che le regalano una postura da modella, pronta a solcare le vie più popolate delle metropoli, per avviarsi verso le sfilate più imporanti.

Per Valentina Anello in argento di Lavinia Fuksas

 Io ho solo un segreto da consigliare oltre ai capelli perfetti e pettinati:

contro la stanchezza una maschera sul viso a base di dentifricio prima di uscire dall’hotel. Il risultato? Viso riposato in un batter d’occhio. Alessandro Enriquez


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Style GetThe Look 13

IL PERSONAGGIO DA IMITARE di PAOLO LUNGO

Sua maestà Rihanna

A lei la corona del sapersi reinventare, osando e lanciando le tendenze. Quello di Rihanna è uno stile ultra-versatile, che spazia dallo sportswear, al greige di Armani, per poi entrare nel palazzo di Versailles come testimonial della nuova aristocrazia che sceglie Dior. Un look camaleontico tutto da copiare.

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guardo languido e intrigante, fisico atletico e indubbie capacità canore, rendono Rihanna una perfetta macchina da showbiz. Inutile elencare la lista infinita di riconoscimenti e record spazzati via nella sua relativamente breve carriera, qui parliamo di look; ma effettivamente spesso ci si domanda se, nell’era dell’immagine, quest’ultima possa aver influito sul percorso di un’artista. La risposta è sicuramente si! Ma soprattutto è importante la duttilità e il sapersi reinventare nel corso del tempo seguendo e talvolta lanciando le tendenze. Anche in questo Rihanna è una vera maestra e l’abbiamo vista veramente in tutte le salse, dal casual al super elegante, dal romantico al punk, ma sempre riuscendo a mantenere la propria identità ed il proprio dna. Di sicuro non passa inosservata e non solo perché sia

una star internazionale, ma anche perché sa giocare con i look e si vede che è perfettamente cosciente del proprio aspetto e di come sfruttarlo al meglio. Personalmente la preferisco quando è in versione casual/chic, trovo che riesca a dare il meglio e credo che sia il genere che le appartiene maggiormente. Come porta lei anche solo una banalissima felpa grigia, non lo fa nessuno! Sarei veramente curioso di entrare nelle sua (probabilmente immensa) cabina armadio, per capire come è organizzata ,perché se ci si prende la briga di googolarla cercando le immagini dei suoi look, si trova veramente di tutto, per non aprire il capitolo hairstyling… Decisamente eclettica e amante sia del colore che del nero assoluto, ama gli accessori forti. Riesce a portare con nonchalance qualsiasi tipo di tacco e non disdegna l’oversize, soprattutto nei “sopra”, che poi sposa con dei nude look nella parte inferiore degli outfit. Insomma, Rihanna ci piace, ci piace anche perché spesso osa e perché lo fa con innata disinvol-

tura. Di sicuro però c’è che una bella parte del guardaroba è composta da capi streetwear con una grossa predilezione per lo stile hip hop (perlomeno per il suo privato) mentre scarseggiano i capi minimal. Proprio per questo stranisce la collaborazione dell’artista con Giorgio Armani. Nel 2012, oltre ad aver posato per la campagna di Emporio Armani Underwear, a Rihanna è stato chiesto di “disegnare” una capsule collection per Armani Jeans ed Emporio. Che la cantante comunque abbia amato e continui ad amare le creazioni di Re Giorgio, lo dimostra il fatto che spesso indossi dei suoi abiti o dei suoi completi. Come in occasione della sua recente apparizione ai BET Awards al Microsoft Theatre di Los Angeles, dove si è presentata con un completo (giacca e gonna pantalone) color oro, appunto di Giorgio Armani. Il colore, assolutamente non scelto a caso e azzeccatissimo perché in perfetta armonia con il tono ambrato della sua pelle ,l’ha resa appariscente ma sofisticata allo stesso tempo. Scelta perfetta anche

perché attenua il contrasto con il corpo e riesce a far passare in secondo piano il fatto che sotto alla giacca Rihanna non porti assolutamente nulla! Con gli accessori ad accompagnare i suoi tatuaggi, visto che il completo era di taglio pulito, ci è andata giù pesante. Oltre a diverse tipologie di collane e catenelle, con tanto di dragone cinese e orecchini di brillanti ,ha indossato bracciali con dettagli color ambra ed anelli importanti, che hanno reso l’insieme comunque molto Rihanna style. Anche se decisamente lontana dalla donna androgina e minimale che ci si aspetta di vedere quando si immagina un look Armani, a una come lei tutto è concesso, soprattutto su un palco come quello...

Il look da copiare 2 1

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Rihanna - credit Christopher Polk

1. ARMANI PRIVE 2. PAULA CADEMARTORI 3. GUCCI 4. VERSACE

5. MARNI 6. EMILIO PUCCI 7. GSTAR RAW 8. CASADEI


Style The Eye 14

INTERVISTA A GIUSY VERSACE di GIULIANO DEIDDA

Non c’è stile senza personalità Da professionista della moda, ad atleta, a personaggio televisivo. Giusy Versace racconta il suo approccio allo stile e il suo rapporto con gli accessori.

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a vita di Giusy Versace è divisa in due grandi capitoli, separati da un tragico incidente nel quale perde entrambe le gambe all’età di 28 anni. Nel primo, è una giovane donna con una brillante carriera nella moda. Nel secondo, diventa una star dello sport. E’ la prima atleta italiana della storia a correre con amputazione bilaterale e, in cinque anni, colleziona undici titoli italiani, un record europeo nel 2012 e diversi record nazionali. E’ anche un simbolo, un esempio positivo per tutti coloro che hanno delle disabilità. La sua forza e grazia la portano nel 2014 alla vittoria del talent Ballando con le Stelle, facendola trionfare anche nel mondo del glamour. Il suo punto di vista su moda e stile non può che essere originale, per cui abbiamo conversato dell’argomento con lei, dopo il suo debutto a La Domenica Sportiva su Rai 2. Hai alle spalle una carriera come retail manager di un’importante azienda di moda, cosa amavi di più del tuo lavoro, e cosa invece detestavi? Onestamente non mi ricordo lati negativi della mia professione passata. Mi occupavo della parte commerciale, ovvero delle boutique, e seguivo tutti gli aspetti, dalle nuove aperture agli ordini, dal reclutamento del personale agli imput per il visual merchandising. Ho avuto la fortuna di viaggiare molto, dato che ero la responsabile per l’Europa, per cui posso solo dire di avere dei ricordi soddisfacenti. Ti manca lavorare nella moda? Sì, sono onesta. Anche se ho trovato il modo di tenermi molto impegnata. Data la tua professionalità nel settore, quanto e come pensi sia cambiato il mercato negli ultimi 10 anni? Ci sono stati parecchi cambiamenti dovuti a ragioni economiche, a cominciare dalla crisi. Inoltre, l’affermazione dei marchi d’abigliamento low cost ha creato non poche difficoltà al Made in Italy. Ormai, anche chi ha una certa disponibilità economica frequenta i brand a basso costo, perché sono di moda. Per questo i

nomi di fascia alta devono mantenere sempre più elevata la qualità delle proposte. Tieni sempre a sottolineare che il tuo cognome non ti ha agevolato nella carriera. Sono però curioso di sapere quanto ti ha influenzato il fatto di essere nata nella famiglia Versace, nel senso che immagino si respirasse a casa una certa sensibilità nei confronti della moda. Lo ripeto sempre perché è vero e ne sono fiera, anche perché ho ricevuto diverse porte in faccia, nonostante le mie parentele. In effetti, però, credo che ci sia qualcosa nel DNA della nostra famiglia. Quand’ero piccola ero molto brava a disegnare i figurini, ma non sono mai stata una creativa. A casa nostra quell’aggettivo ha un significato profondo, che può essere associato solo al genio che ho avuto la fortuna di avere per zio (Gianni Versace, ndr). Il mio vero talento, ovvero l’attitudine al commercio, è venuto fuori crescendo, forse dopo essere stata sollecitata in questo senso da mia

madre, che aveva un negozio di arredamento ed elettrodomestici, fin da bambina. Era lì che facevo i compiti di scuola nel pomeriggio, e che passavo i fine settimana durante le aperture pre-natalizie. Ho letto che la tua passione sono le borse e i tacchi alti, quante borse e scarpe possiedi? Oggi prevale il numero delle borse, per ovvie ragioni, e preferisco non sapere quante sono. Dopo l’incidente mi sono liberata di quasi tutte le mie amate scarpe coi tacchi vertiginosi, perché ovviamente non potevo più utilizzarle, e ho preferito regalarle a chi ne aveva bisogno. Mi sono riavvicinata ai tacchi in occasione della mia partecipazione a Ballando con le stelle, e mi sono emozionata per essere riuscita non solo a camminare, ma anche a ballare. Le altezze che mi posso permettere ora sono decisamente più contenute, comunque, anche se ci sono alcuni vantaggi. Per esempio, se mi piacciono un paio di scarpe, le posso comprare anche se non sono comodissime (ride).

Hai una borsa preferita allora? Diciamo che ne ho una con una storia, che risale al mio incidente. Quel giorno avevo con me una borsetta bianca a cui ero molto affezionata, che è stata ovviamente rovinata in quelle circostanze. Qualche anno dopo, in occasione del mio trentesimo compleanno, lo zio della famosa maison (Santo Versace, ndr) mi ha regalato un bauletto bianco di Versace Couture, che tengo con una cura maniacale. In realtà lo utilizzo poco perché ho paura di rovinarlo. Una volta l’ho usato mentre indossavo un paio di jeans che l’hanno un po’ macchiato. Per una settimana non ho dormito fino a che non ho trovato una lavanderia in grado di sistemarlo. Qual è la tua idea stile? Ormai la mia divisa è la tua da ginnastica, mentre nel tempo libero indosso sempre jeans e T-shirt. Seguo ancora la moda, ma penso che ognuno debba trovare il suo stile personale, l’equilibrio per valorizzare la propria figura. Io cerco sempre di portare

capi che mi facciano stare bene e a mio agio, che mi rappresentino. Tendo ad essere sempre me stessa, anche davanti alle telecamere. Non rinuncio ai jeans nemmeno per la Domenica Sportiva, magari abbinati a camicie e giacche più eleganti. Dove, quando e come preferisci far shopping? Non amo fare shopping. Avendo lavorato nel settore non mi rilassa girare per negozi, per cui lo faccio in modo mirato, solo se devo cercare qualcosa in particolare. Inoltre, sono l’incubo di chi mi accompagna perché, per deformazione professionale, faccio più attenzione all’organizzazione e all’atteggiamento di chi ci lavora, che a quello che dovrei comprare, per cui amici e parenti mi accusano spesso di essere ipercritica.

Giusy Versace nella foto di Jennifer Lorenzini per la copertina del suo libro Con la testa e con il cuore si va ovunque (Mondadori)

L'ACCESSORIO CULT: IL BAULETTO

BIANCHI E NARDI 1946

FENDI

GIORGIO ARMANI

TOD’S


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Style The Topic 16

Femminilità TRANSGENDER FASHION SOCIOLOGY di EMANUELE BASSETTI

Dall’Unisex al genderless

E’ la svolta più marcata della moda che dopo stagioni entra con forza nel guardaroba femminile. Completi rigorosi che nascondono la silhouette e tessuti maschili.

Nel 2015 il fashion system si apre a una moda sempre più libera da etichette, ma con il paradossale rischio di rinforzare i più obsoleti stereotipi di genere.

ARMANI

JIL SANDER

S

ebbene lo stile “unisex” sia da decenni ampiamente sdoganato, è solo negli ultimi anni che molteplici case di moda hanno concretamente fatto dell’annullamento del genere un marcato terreno di esplorazione. Oggi si parla non a caso di “genderless”, uno stile i cui protagonisti non sono più abiti indossabili indifferentemente da uomini e donne, bensì indumenti che contribuiscono a rendere i tratti sessuali di chi li indossa meno identificativi. Ma le frontiere dell’innovazione culturale non conoscono barriere e il 2015 verrà certamente ricordato come l’anno in cui lo stile “transgender” è entrato a pieno titolo nell’immaginario collettivo, anche grazie al clamore provocato dall’ex campione olimpico Bruce Jenner presentatosi in abiti femminili su Vanity Fair America per testimoniare il proprio percorso di transizione da uomo a donna. Se lo stile genderless si discosta da quello unisex per la capacità di agevolare una costruzione della propria identità più libera che in passato ma in cui l’uomo e la donna rimangono pur sempre ancora riconoscibili, lo stile transgender porta questo percorso ancora oltre, rivolgendosi a

 “Le frontiere dell’innovazione culturale non conoscono barriere e il 2015 verrà ricordato come l’anno in cui lo stile “transgender” è entrato a pieno titolo nell’immaginario collettivo” chi necessita di mascherare perfettamente le caratteristiche sessuali geneticamente determinate. Non a caso il dibattito pubblico ha celebrato questo stile come il simbolo di una società finalmente priva di preconcetti, più emancipata e innovativa. Un’interpretazione quest’ultima che non convince tuttavia appieno, in quanto l’apertura verso una moda apparentemente priva di etichette si è paradossalmente accompagnata a un rafforzamento dei classici stereotipi di genere. Quando oggi si parla di transgender è indiscutibile che a riscuotere maggiore successo, sui media così come sulle passerelle, sia infatti ciò che riesce a ricalcare meglio la figura e lo stile tipicamente femminili (l’uomo transgender è ancora sporadico). Celebri modelle, attrici e donne transgender come Lea T., Andreja Pejić, Hari Nef e la già citata Caitlyn (il nuovo nome scelto da Bruce Jenner) affascinano per la loro femminilità fatta di eleganza, delicatezza, magrezza, fotogenicità, con il rischio di trasformare chi è protagonista di questa rivoluzione culturale in un fenomeno tanto più celebrato quanto più vicino al già visto, all’atteso, al conforme. Non a caso la modella e attrice transessuale Vittoria Schisano ha recente-

mente ammesso come al grande pubblico interessi per lo più l’eleganza di una persona transgender, un’eleganza che deve essere ottenuta esasperando la propria femminilità, lasciando così lo spettatore basito e senza parole. E quando questo aspetto manca la risposta sociale è tutt’altro che entusiasmante. Lo ha dimostrato Conchita Wurst (vincitrice dell’Eurovision Song Contest 2014), le cui doti canore sono state in parte eclissate dal dibattito sulla sua barba. Lo suggerisce il caso di Lana Wachowski (coregista della celebre trilogia cinematografica Matrix e da alcuni anni transgender) il cui aspetto poco femminile non le ha permesso di raggiungere una forte notorietà, nonostante lo Human Rights Campaign Visibility Award conseguito nel 2012. Ma non mancano neppure esempi nostrani, come il recente caso di Vladimir Luxuria che, immortalata al mare dai paparazzi, è stata ridicolizzata dai rotocalchi nazionali per i chili di troppo, l’incipiente calvizie, l’atteggiamento virile, fino a farne per Roberto D’Agostino un vero e proprio “invito all’eterosessualità”.Due pesi e due misure quindi, tra celebrazione eccessivamente entusiastica e ingiustificato spregio, che tuttavia hanno

in comune il protagonismo degli stereotipi di genere, solitamente associati alle donne e che i più disparati movimenti femministi stanno cercando da decenni di estirpare. Un’incongruenza che testimonia la necessità per l’argomento transgender di più tempo per essere assimilato a livello sociale, anche se fortunatamente non mancano interessanti spiragli verso un modo più maturo di affrontare la questione. Ricordiamo ad esempio il contributo fornito dallo stilista Shayne Oliver, special guest al Pitti Uomo 2015. In un gioco di forme e colori tra il genderless e il transgender, la sua collezione “Hood By Air” apre il discorso della fluidità di genere anche allo stile maschile, dimostrando come questo tema possa andare oltre all’imitazione del già visto, aprendo nuove strade per una moda effettivamente capace di facilitare e supportare un percorso di esplorazione personale, qualsiasi sia il suo risultato finale. In senso orario: La collezione “Hood By Air” dello stilista Shayne Oliver, Conchita Wurst al Padova Pride Village e L’ex campione olimpico Bruce Jenner (ora Caitlyn Jenner), in abiti femminili per Vanity Fair America.

BOTTEGA VENETA

GUCCI

MANILA GRACE


FASHION ILLUSTRATED

Issue #39 - Ottobre 2015

18-09-2015

9:57

Pagina 1

a.d. AnnaBi & Laura Magni - ph. Davide Buncuga

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details of unexpected

www.mauriziomiri.com • info@mauriziomiri.com


Style Highlights 18

NOVITÀ a cura di GIULIANO DEIDDA

Fashion dates 5.

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1. Giunge alla decima stagione l’iniziativa di Giorgio Armani a sostegno dei giovani creativi. In occasione della nuova edizione di Milano Moda Donna, gli spazi dell’Armani Teatro ospitano la sfilata di DAIZY SHELY. Israeliana d’origine e italiana d’adozione, nel 2011 crea la linea che porta il proprio nome e nel 2014 vince il concorso Who is on next?. La giovane stilista ha una personalità piena di sfaccettature: a volte oscura e misteriosa, altre volte romantica e immaginifica, caratteristiche che si riflettono nelle sue creazioni. “La mia iniziativa a sostegno dei giovani designer è giunta alla decima edizione: un bel traguardo, che conferma la validità di questo progetto. Il futuro è in mano alle nuove generazioni e sono felice di poter contribuire in maniera attiva. Mi auguro che il mio supporto sia di buon auspicio a Daizy Shely, la stilista che ho scelto per questa stagione”, ha dichiarato Giorgio Armani. (Foto di Alberto Zanetti). 2. L’amicizia tra Kean Etro e Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, è nata qualche anno fa, durante una conversazione su amore e universalità, pubblicata quest’anno sulla monografia che celebra la maison, curata da Renata Molho, ed edita da Rizzoli. I due condividono la stessa visione del mondo, e hanno le idee chiare su cosa bisogna fare per migliorarlo. Per questo, dopo aver supportato l’associazione nel progetto 10.000 orti in Africa, che si prefigge l’obiettivo di realizzare orti ecosostenibili nelle scuole e nei villaggi del continente, formando una rete di leader consapevoli del valore della propria terra e della propria cultura, ETRO è partner di Slow Food anche per l’evento Terra Madre Giovani - We Feed the Planet, in programma a Milano dal 3 al 6 ottobre. Per quattro giorni, il Mercato Metropolitano e Superstudio Più ospiteranno dibattiti e momenti di scambio tra migliaia di contadini, allevatori,

pescatori e pastori sotto i quarant’anni, provenienti da tutto il mondo. Obiettivo di questi confronti sarà cercare le soluzioni per nutrire il pianeta in modo “buono, pulito e giusto”, con lo scopo di indicare modelli alimentari alternativi a quelli attualmente dominanti. 3. Un omaggio alla pelle italiana, non attraverso la solita mostra, ma con lo short movie I COME FROM: è questa l ‘iniziativa prestigiosa che l’Associazione dei conciatori (Unic) ha scelto per promuovere i pellami italiani nel mondo, celebrandone le origini con la voce narrante di Ricky Tognazzi. Il filmato è stato proiettato per la prima volta al Teatro Litta il 9 settembre e successivamente sará presentato ovunque LINEAPELLE organizzerà i suoi eventi. Si parte da Pompei, dove Unic ha contribuito al restauro del complesso conciario sepolto dall’eruzione del Vesuvio del 79 D.C. L’inizio è fatto di scene di vita sociale e commerciale del tempo fino arrivare ai giorni nostri, con scene basate sul prestigio e la raffinatezza degli attuali accessori in pelle. 4. Una mostra che celebra i 70 anni del brand MORESCHI che ha fatto del WALKING PLEASURE la sua missione fin dal 1946. Un percorso espositivo sofisticato, che vuole sottolineare la passione dell’azienda per il creare e per l’attenzione ai dettagli. La dinamicità della camminata è il motore dell’intera installazione, progettata da Migliore+Servetto Architects come un’esperienza multisensoriale: l’odore del pellame, il fruscìo delle foglie sotto i piedi, l’incontro tattile con le materie prime, la visione di proiezioni luminose, video e immagini. Il Walking Pleasure coinvolge il visitatore in un racconto personale, diviso in diverse sezioni che ripercorrono la storia del brand.

5. THE LEATHER AGE LE 8 CIVILTÀ DELL’ANATOLIA, è la mostra in apertura il 26 settembre a Palazzo Serbelloni, che racconta le 8 civiltà dell’Anatolia attraverso i capi-scultura in pelle della designer turca Hatice Gokce. Si tratta di un progetto del Turkish Leather Council per promuovere la pelle turca attraverso installazioni fra arte e design, che fanno rivivere le civiltà Ittita, Lidia, Arzawa, Frigia, Ionia, Urartu, Assiria e Troiana, creando un legame con il passato che allo stesso tempo è rivolto al futuro. Gökçe, unisce concetti come corpo e identità, esaminati in una lettura storica ed antropologica propria di questi territori. Dopo Istanbul, Pechino e Shanghai è la prima volta che la mostra arriva in Italia, con il patrocinio di Camera Nazionale della Moda Italiana, per sottolineare le caratteristiche di eccellenza della pelle turca, fiore all’occhiello del Paese. 6. Per celebrare l’anniversario dei trent’anni del suo brand, TOMMY HILFIGER ha organizzato, insieme al curatore d’arte Jeffrey Deitch, una mostra tributo alle icone del rock del ventesimo secolo, in calendario alla galleria S|2 di Sotheby’s a Londra, dal 22 settembre al 30 ottobre. “In molti casi, i musicisti erano molto più influenti nel mondo della moda degli stilisti stessi”, spiega Hilfiger, che ha dato all’esposizione lo stesso titolo del libro scritto a quattro mani con il giornalista musicale Antony Decurtis nel 2000. La mostra celebra gli artisti che hanno innovato per sempre sia la musica che lo stile, influenzando l’estetica globale, attraverso le immagini dei migliori fotografi del settore, tra cui Roberta Bayley, Janette Beckman, Bruce Davidson, Terence Donovan, James Fortune, Bob Gruen, David Hurn, Elliott Landy, Gered Mankowitz, Kevin Mazur, Ralph Morse, Terry O’Neill, Neal Preston, Mick Rock, Ethan Russell, Jerry Schatzberg, Gene

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Shaw, Alfred Wertheimer e Baron Wolman. I ritratti commissionati a Shepard Fairey, artista di strada, graphic designer e illustratore, danno il tocco di contemporaneità all’esposizione. L’elenco delle icone della musica celebrate è decisamente ricco, e include tutti i classici: Beatles, Rolling Stones, David Bowie, Elton John, Jimi Hendrix, Diana Ross, Madonna, Elvis Presley, Lenny Kravitz, Janis Joplin, Deborah Harry, Ramones, Sex Pistols e Little Richard. (Foto di Bob Gruen, Debbie Harry, 1976). 7. Nuovo epicentro per MILANO MODA DONNA (23/28 settembre). Il nuovo Fashion Hub è infatti all’Unicredit Pavillion di piazza Gae Aulenti, punto di partenza per un percorso che si snoda fra 70 sfilate, 105 presentazioni e 26 eventi. Oltre ai big della moda, in calendario anche Damir Doma e Daizy Shely, Arthur Arbesser e Vivetta, marchi emergenti che hanno esordito nelle ultime stagioni. Sono tre invece i debutti da segnalare: Peter Dundas per Roberto Cavalli, Massimo Giorgetti per Emilio Pucci e Arthur Arbesser per Iceberg. Il Fashion Hub ospita la prima edizione del Fashion Hub Market, il nuovo progetto di CNMI a sostegno dei nuovi brand di abbigliamento e accessori italiani e internazionali. Se i giovani continuano a sfilare a Palazzo Reale, invece The Mall è la nuova location per presentazioni e sfilate utilizzata da alcune Maison. Continuano ad affermarsi le due fiere che vanno in scena nei giorni caldi della manifestazione, dal 26 al 28 Settembre, White nei tradizionali spazi di Via Tortona, e Super, all’interno di FieraMilano City. Piena collaborazione e sostegno alla moda da parte del Comune e delle Istituzioni cittadine, come ha sottolineato l’assessore alla Moda e Design Cristina Tajani, e come ha ribadito Carlo Capasa, presidente di Camera Moda, durante la presentazione del calendario e degli eventi della prossima edizione.


Style Highlights 19

NOVITÀ a cura di VALENTINA MASCARELLO

On Stage punta sui giovani

Sogni di lusso 6.

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I tessuti italiani sono saliti in passerella e si sono trasformati in abiti, cappotti, completi da uomo nelle mani – e nel concept creativo – di 10 stilisti scelti per la sfilata On Stage, progetto di Milano Unica in collaborazione con The Woolmark Company. Location d’eccezione, via Montenapoleone, e parterre di alto profilo, dal Sindaco di Milano allo stilista Sir Paul Smith, da Carlo Capasa presidente di Camera Moda e Claudio Marenzi di Smi, a Rosita Missoni e tante altre istituzioni, per applaudire i giovani: Luca Larenza con la sua maglieria in stile bohémien metropolitano, Ms Min con cappotti e capi in maglia dalle linee pulite, Miuniku con una donna in color blocks, Pieter con il formale che incontra l’informale nei capi per l’uomo, Ricostru con il suo stile minimalista, Sid Neigum e gli effetti 3D dell’origami, Sulvam per un uomo dalle linee semplici, Weber+Weber e l’omaggio al feltro, Yojia Jin ispirata da Alice in Wonderland, Ultrachic e il suo viaggio fra le atmosfere pop newyorkesi e la tradizione giapponese.

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LUCA LARENZA

1. Ha debuttato il 10 settembre sul web, l’applicazione Bao Bao Music. Permette di creare musica elettronica in modo molto semplice, grazie a un’interfaccia la cui grafica è ispirata alle borse BAO BAO ISSEY MIYAKE. Gli iconici moduli triangolari, allineati su una griglia, incorporano un suono ognuno e si attivano cliccandoci sopra. Scorrendo sopra il mouse da sinistra a destra si riproducono i suoni che, combinati, diventano dei veri e propri pezzi strumentali. Da segnalare che la musica porta la firma del super produttore giapponese Cornelius. 2. E’ un segno dei tempi, il fatto che Madonna abbia annunciato sui social la lista delle griffe che si sarebbero occupati del guardaroba per il Rebel Heart Tour, partito il 9 settembre. Interessante anche la presenza tra i nomi annunciati di Alessandro Michele per GUCCI. Si tratta di un’ulteriore consacrazione per il nuovo corso della griffe e per il suo direttore creativo, che commenta così: “Collaborare con Madonna è stata un’esperienza meravigliosa e una grande opportunità. Ora che ho avuto l’occasione di vederla a lavoro, ho davvero capito quanto sia fantastica!” Il risultato è un outfit di ispirazione gipsy, composto da una tuta in pizzo e lurex jacquard, gonna nera in crêpe de Chine, scialle in georgette con frange di seta, e guanti in pizzo. Completano il look gli stivali stringati in pelle, “postati” su Instagram dalla cantante quest’estate, e un cappello a falda larga con fiori di seta. 3. Dopo Vivienne Westwood, Gareth Pugh e Karl Lagerfeld, tanto per citarne alcuni, è arrivato anche JEREMY SCOTT ad aggiungersi al portfolio delle collaborazioni d’eccezione di MELISSA. Il designer ha infatti presentato, durante la sua sfilata primavera estate 2016 a New York, il 14 settembre, gli stivaletti e i sabot frutto della collaborazione. “Ho voluto giocare con il concetto dei gonfiabili da piscina. Sono un fan

dell’attitudine al divertimento di Melissa”, ha affermato Scott a proposito. Inoltre, dal giorno dopo la sfilata il modello Melissa Inflatable Mule + Jeremy Scott AD è disponibile in anteprima presso i monomarca Galeria Melissa a New York, Londra e San Paolo e nei multimarca più importanti nel mondo, tra cui 10 Corso Como a Milano. 4. E’ un’iniziativa di beneficienza quella che coinvolge Margherita Missoni e la piattaforma Videdressing a favore dell’associazione O’Africa. Sul portale online di appassionati di moda sono disponibili una selezione di capi e accessori firmati MISSONI, provenienti direttamente dal guardaroba della stilista. Tutti i proventi della vendita saranno devoluti a O’Africa, l’associazione fondata da Lisa Lovatt Smith, ex capo redattore moda di Vogue Spagna, che sviluppa progetti per aiutare i bambini del Ghana in difficoltà e le loro famiglie. Sensibile a questa causa e al tempo stesso fervente ammiratrice di Margherita Missoni e del suo impegno, Meryl Job, fondatrice di Videdressing, ha sposato da subito con entusiasmo questa iniziativa: un progetto che lega, ancora una volta, la moda ad una buona causa. 5. Ha debuttato in anteprima mondiale il 3 settembre, nell’ambito del programma delle Giornate degli Autori – Venice Days, Les 3 Boutons, decimo cortometraggio della serie MIU MIU Women’s Tales, opere firmati da donne che propongono un punto di vista inedito e critico sulla femminilità nel XXI secolo. La regia è nelle mani dell’ottantasettenne Agnès Varda, la precorritrice della Nouvelle Vague del cinema francese, e quest’anno vincitrice della prima Palma d’oro d’onore al Festival di Cannes. Protagonista del corto, è una quattordicenne rurale, interpretata dalla debuttante Jasmine Thiré, alla quale il postino consegna un pacco, mentre lei sta mungendo una capra. Dalla scatola esce fluttuando un

magico abito da ballo fucsia, di una taglia dieci volte più grande della sua. “Ho visto immediatamente la contrapposizione tra vita di campagna e alta moda”, spiega Varda. Incuriosita, la ragazzina si addentra nelle pieghe del vestito. Da questo momento in poi Jasmine ci coinvolge in una antifiaba moderna, attraverso grotte e stalagmiti, strade e vetrine, ossessioni e una quotidiana, crescente consapevolezza di sé. 6. In occasione dell’ottantacinquesimo anniversario del brand, PININFARINA lancia la sua prima collezione lifestyle. Icon85, è frutto della collaborazione tra aziende leader del Made in Italy che portano lo stile italiano nel mondo come Barakà, De Rigo, Horo, Napkin, The Bridge e Visconti. Il risultato di questa unione? Sei prodotti tutti da scoprire , come un bracciale dalle linee dinamiche, un paio di occhiali da sole dal carattere sportivo, una polo, uno strumento di scrittura, un borsone da viaggio di lavorazione artigianale, una penna stilografica dalle linee pulite. Una famiglia di prodotti pensati per chi ama l’eleganza italiana e vuole affermare il proprio stile, per chi nei prodotti cerca l’emozione. 7. Gli occhiali best seller firmati SATURNINO EYEWEAR, Jupiter 1, sono proposti in versione deluxe per un’edizione limitata, frutto del connubio con il colosso del settore ottico-oftalmico Essilor. Realizzati artigianalmente in Italia, la loro costruzione ha bisogno di dieci passaggi manuali. La montatura in acetato, caratterizzata dal ponte in alluminio e dalle aste che terminano a forma di plettro, si sposa in questa speciale edizione con le lenti a specchio, colorate con speciali pigmenti naturali, che consentono una percezione assolutamente reale dei colori. Inoltre, uno speciale trattamento della superficie interna delle lenti riduce i riflessi, proteggendo gli occhi e il contorno occhi dagli effetti dannosi dei raggi UVA e UVB.

MIUNIKU

PIETER

SULVAM

NEIGUM


Style Labels to Watch 20

SCOUTING di VALENTINA MASCARELLO

L'OPINIONE

Identità creative cercasi Testo di BARBARA FRANCHIN, Fondatrice & Direttrice ITS

I concorsi di moda rappresentano un’opportunità unica per un giovane creativo che voglia entrare nel mondo del fashion. Al tempo stesso, confrontandosi con altri creativi, possono rappresentare un importante momento di autoanalisi e riflessione per comprendere se ci si sta presentando al meglio delle proprie possibilità. La creazione di un portfolio non è affatto cosa semplice. Il punto di partenza non è semplicemente avere un’idea, è saperla descrivere e sviluppare, partendo dalla creazione di un concept che introduca al progetto attraverso un breve testo e delle immagini di ricerca che raccontino da dove arriva l’ispirazione. Attraverso disegni artistici e tecnici molto chiari (avere una buona mano nel disegno rappresenta ancora un importante biglietto da visita), accompagnati da campioni dei materiali che si intendono utilizzare e dove, deve essere estremamente chiaro Ph. Giuliano Koren come verranno sviluppati i pezzi L’idea e con quali tecnon basta, niche costruttive. E non possono bisogna mancare fotosaperla grafie molto chiare (non ser- raccontare e ve photoshop), sviluppare idealmente dei pezzi finiti, altrimenti dei prototipi o - se si è ancora nelle prime fasi di sviluppo – di lavori precedenti che dimostrino le proprie effettive capacità, altrimenti è come lanciare il sasso e nascondere la mano. Ma prima di tutto questo, è fondamentale individuare la propria identità. Dobbiamo sapere chi siamo per raccontarci e per dare forza e credibilità al nostro progetto. Di non secondaria importanza è come si intende raccontare la propria idea. Scegliere di farlo in maniera efficace, concisa e soprattutto chiara è sicuramente il modo migliore. Non esiste un “numero di pagine” standard per il portfolio perfetto, ogni progetto è diverso ma ogni progetto deve essere raccontato senza aggiungere nulla di superfluo. Si tratta di un vero e proprio sforzo di comunicazione dove il principio guida è l’equilibrio degli elementi presentati. È un passaggio cruciale, perché permette di capire e prendere coscienza della propria collezione, che non un è un concetto astratto, bensì fattibile e realizzabile. Il passaggio dall’idea creativa, impalpabile, al pezzo finito, reale. Avere un metodo nella presentazione della propria idea e concentrarsi sui propri punti di forza sono gli ingredienti chiave per convincere e riuscire. Il metodo si acquisisce con lo studio e la ricerca, che non devono smettere mai. Altrimenti vuol dire che non si ha più fame, e tanto vale passare ad altro. La scuola gioca un ruolo fondamentale nella maturazione del talento. Quest’ultima, infatti, deve cercare di stimolare la creatività facendo emergere i punti di forza degli allievi. E’ un laboratorio di crescita e sviluppo del talento. La creatività infatti non si insegna, è innata, è qualcosa di magico. P.S Essere fashion victim non è la strada giusta.

Scommettere su se stessi CATERINA BELLUARDO Vive e lavora a Londra la fashion designer Caterina Belluardo, che nel 2013 ha lanciato la sua collezione di footwear unisex e che quest’anno presenta la sua seconda capsule collection, in collaborazione con Lanificio F.lli Cerruti. Laureata al Royal College of Art, Caterina combina la sua passione per il footwear maschile con l’insegnamento dello shoemaking in alcune scuole private della capitale inglese. Lavorazioni artigianali e un’accurata scelta dei materiali sono il cavallo di battaglia della stilista siciliana, conditi da una profonda passione per le linee geometriche e colori vivi che ricordano il collettivo Memphis degli anni 80. Oltre alla creazione di scarpe, la fashion designer disegna e realizza gioielli e accessori, collezione Catamiao.

KYME SUNGLASSES Kyme Sunglasses prende ispirazione dalla natura, più precisamente dalle onde, metafora di costante energia e movimento, che in greco si traduce in kyme. Un brand tutto Made in Italy che produce le sue collezioni nella terra veneta di Cadore, in provincia di Belluno. La strategia di base del brand è quella di ridimensionare e rielaborare modelli di successo che possano avere un grande appeal sul mercato. Creati dal “saper fare italiano” e grazie alla qualità dell’acetato di cellulosa by Mazzucchelli, gli occhiali di Kyme Sunglasses si posizionano sul mercato con un’ identità marcata, un forte impatto visivo e diverse varianti cromatiche, spesso in limited edition.

LA MÉRICAINE Il sogno americano vissuto da una ragazza francese, Valérie Hernandez, che dopo numerosi anni nel campo dello sportswear decide di fondare nel 2014 il suo brand, La Méricaine. Una collezione di mantelle e coperte ispirati ai nativi americani, che si adattano perfettamente alla città, allo stile urban e con un tocco vintage. La prima collezione si chiama Hitting Stores ed è un vero e proprio omaggio ai grandi spazi aperti, dove la protagonista indiscussa è la natura. Pattern a righe in otto varianti diverse, verticali o orizzontali richiamano i colori della terra e la collezione di cuscini e borse completano l’offerta de La Méricaine.

SOLOVIÈRE Solovière è il frutto della visione della designer parigina Alexia Aubert, dopo aver maturato 10 anni di esperienza nel mondo del fashion con la creazione di calzature maschili e femminili per brand come Christian Louboutin, Pierre Hardy, Oscar De La Renta, Mulberry, Pierre Balmain. Il brand di calzature maschili nasce nel 2014 a Parigi, con l’obiettivo di dare un tocco di leggerezza ed esaltare la silhouette maschile, proponendo uno stile senza tempo. Pattern colorati e texture elaborate rappresentano il trait d’union tra classico e contemporaneo, e l’accurata scelta dei materiali come flanella antracite mixata con il vitello tinto, il velluto e la vachette naturale rappresentano i punti di forza del brand parigino.


Style Labels to Watch 21

Dieci giovani Designer puntano tutto su loro stessi e sulla loro creatività. Dopo aver lavorato per firme di moda prestigiose, si propongono al mercato con un brand home-made, prodotti ricercatissimi e di qualità. Pigiami, mantelle e accessori frutto di un’indagine costante tra nuove tecnologie e forme d’espressione d’avanguardia.

YII Yii, fa base a Kuala Lampur in Malesia e la sua carriera da fashion designer inzia all’età di 19 anni, dopo la prematura scomparsa del padre. Laureato al Raffles Design Institute nel 2011, il suo design si dibatte tra un cuore da bambino e la morbosità di un adulto. “Ho sempre creduto che ogni bambino fosse un artista, sono tendenzialmente più avventurosi e la loro brutalità diverte noi adulti. A volte mi chiedo se potessimo non crescere mai, così che le cose possano rimanere belle e divertenti come quando si è bambini”. Non a caso l’ispirazione di Yii deriva dall’occhio infantile che viene ispirato da ciò che lo circonda e la frase “we never grow up” accompagna il brand fin dall’inizio. Il punto forte del brand? Linee pulite che trasmettono serenità e che si mescolano al caos sorprendente creato, dalle fantasie delle diverse creazioni.

LEE WOOD DI L72 Inglese d’origine, italiano d’adozione Lee Wood inizia con la professione di commesso, che ben presto si trasforma in quella di store manager. Nel settore del retail coltiva la passione per il design diventando assistente e poi stylist a Londra per più di tre anni. Nel 1998 Lee si trasferisce a Milano dove entra a far parte del team creativo della maison Versace, seguendo diverse collezioni come Versus Donna. Nel 2013 il designer inglese apre il suo studio di design e consulenza, Studio L72, che segue diversi aspetti legati al mondo della moda come women’s and men’s ready-to-wear, pelletteria e calzature, gioielleria, profumi, eyewear e collezioni Casa. La prima collezione targata L72 si ispira alla libertà, esplorando nuove forme.

SIMON SCOTT Dopo aver lavorato per numerose firme della moda, Il designer Simon Scott, famoso oltreoceano per il suo estro creativo, lancia la sua personale linea di calzature. La collezione di sneakers per la stagione primavera-estate 2016, vede la collaborazione con il marchio Metal Fashion per la produzione e Studio Zeta per la distribuzione. Slip-on in pelle sdrammatizzate da disegni e poemi scritti a mano che evocano la street art, sneaker basket in canvas multicolor ed espadrillas, realizzate con mix-match di pelli e tessuti colorati.

LE MADAMADORÈ La storia di Le Madamadorè nasce nel 2009, con un laboratorio che da subito ha puntato alla sperimentazione e reinterpretazione non convenzionale delle tecniche ceramiche abbinate ad altri materiali. Dopo numerose collaborazioni con il mondo del fashion, come Dolce & Gabbana, Versace, Max Mara e Blumarine, nel 2014 nasce il brand Le Madamadorè, che vede come protagoniste Renata e Cristina Cosi. Equilibrium è il nome dell’ultima collezione Le Madamadorè: armonia compositiva ottenuta dalle superfici materiche delle terre a contrasto con la luminosità degli smalti ceramici. I mood della collezione sono ispirati all’essenzialità della natura, al design e al glam degli anni 60-70.

LES BOHÉMIENS

MAISON MARCY

Dietro il brand Les Bohémiens c’ è la creatività di Francesco De Falco e Pasquale Vittorio D’Avino, due studenti dell’università Luiss Guido Carli di Roma. Giovanissimi, entrambi originari di Napoli e amici, dai banchi di scuola sono passati agli showroom di moda. Les Bohémiens prende ispirazione dall’incontro tra arte contemporanea e artigianalità italiana, dando forma a uno stile votato alla libertà e all’anticonformismo. Nelle intenzioni di Francesco e Pasquale c’è la volontà di raccontare la metamorfosi dei costumi della loro generazione, che filtri le tendenze anti -mainstream, come la musica, il cinema e le influenze culturali.

Marcy Szwarcburt, dopo una lunga carriera passata al timone dell’azienda Donaldson e cinque anni di riflessione, nel 2012 fonda Maison Marcy lanciando la sua personale linea di pigiami e pantaloni per uomo e donna. L’esperienza, la passione per i tessuti e il senso dell’umorismo sono i punti di forza del designer belga. Il brand Maison Marcy valorizza la cura dei dettagli e le lavorazioni artigianali, creando capi per il comfort in casa, ma non solo. Pigiami dal tocco elegante e dallo stile dandy, che mixano i tessuti con diverse stampe come i pois e lo scozzese, dalle nuance rigorosamente delicate.


FASHION ILLUSTRATED

Issue #39 - Ottobre 2015


FASHION ILLUSTRATED

Issue #39 - Ottobre 2015


Making of Focus 24

THE SEASON'S GUIDE di JANE BODDY

Bohemian Romantic

Maxi dress e punto vita in evidenza segnano il cambiamento rispetto alla scorsa stagione estiva. I colori si fanno più delicati e femminili.

I

l trend bohemian si è molto evoluto da quando è apparso sulle passerelle nell’autunno 2015. Da quel momento in poi questo stile è diventato più soft, mentre le silhouette hanno assunto contorni più ampi. I tessuti puntano sul classico, con ricami inglesi e leggere decorazioni floreali, le palette di colori invece si smorzano diventando delicate e femminili, privilegiando il rosa tenue, il crema e il bianco pergamena. Il Bohemian Romantico – come ci piace chiamarlo – sarà il protagonista per la stagione primavera/estate 2016. Il look sperimenterà novità e freschezza grazie anche a un design dal taglio moderno astratto. Lo stile stesso è fatto per diventare sempre più sperimentale, sia nelle silhouette, sia nei colori e nei tessuti. Per quanto riguarda le forme, il focus si sposterà dalle tuniche e dalle silhouette ad A delle ultime stagioni, per puntare gli occhi sul punto vita, che diviene il protagonista. I grandi volumi rimangono importanti, ma il tutto sarà più sciolto e alleggerito dall’ idea di fluidità. Da annotare maxidress è la parola chiave. Anche se il più grande cambiamento, insieme al sopracitato “punto vita”, sarà l’approccio nella scelta dei tessuti. Grande attenzione per le texture, che prenderanno ispirazione dalla trama dei tessuti, come lo jacquard, o attraverso decorazioni e ricami. Il “pezzo unico” si è già affermato come capo essenziale, soprattutto grazie al tocco militare. La differenza per la p/e 2016 la faranno gli orli e i polsini che cresceranno di dimensione. Combinati con una scelta di tessuti più fluida, l’effetto generale sarà più soft, sognante e romantico. Le bluse invece saranno il must della p/e 2017. Ancora una volta i volumi, in coppia con la scelta di materiali fluidi, saranno essenziali. Il focus si sposterà sulle maniche, che evidenzieranno un altro aspetto centrale per questo nuovo approccio bohemian: il gioco di volumi. Parlando di styling, occhi puntati sul mix di forme grandi e piccole per enfatizzarne l’effetto importante. Questo si aggiungerà al messaggio generale, donando alla moda attuale un approccio design oriented.

LE TENDENZE SECONDO WGSN Dalla strada alle collezioni della prossima stagione estiva, i cambiamenti secondo i trend elaborati da WGSN, che fornisce le previsioni sulle tendenze, i dati sulle performance dei prodotti e le informazioni operative ai settori del retail e dello stile. Negli anni si è costruita una solida reputazione nell'offerta di servizi globali di informazioni e previsioni sui trend con un anticipo fino a 5 anni. I suoi servizi e prodotti innovativi consentono ai 75.000 utilizzatori nel mondo di ridurre i rischi e prendere decisioni più sicure / www.wgsn.com

DALLA P/E 2015...

ROMANTIC BOHEMIA BLOUSE

ROMANTIC BOHEMIA DRESS

...ALLA P/E 2016

 ROMANTIC BOHEMIA ONE PIECE


Making of The Moodboard 25

IL MOOD di STUDIOZETA.ORG

La calda estate 3D

50 sfumature di giallo

Sarà una stagione dai molteplici effetti: da quelli tridimensionali dei tessuti alle stampe trompe l’oeil. La primavera/estate 2016 si tinge di colore e di buonumore.

“S

ono ormai due anni che affermo che il periodo che stiamo vivendo, “gli anni ’10”, – dice Mauro Galligari, fondatore della showroom di Milano Studiozeta.org - sarà ricordato per un moda femminile gridata, forte, molto accesa, gioiosa e divertente. La donna della prossima primavera/estate 2016 non solo seguirà ancora questa tendenza, ma addirittura si spingerà oltre”. Sotto i riflettori della stagione saranno materiali, fogge e stampe a effetto tridimensionale. I tessuti in guardaroba avranno movimentazioni 3D su basi jacquard e su brochette. I colori saranno tanti, con la prevalenza del rosso e soprattutto del giallo in tante sfumature: dal giallo tenue al più fresco e frizzante giallo limone e ancora dal giallo quasi neon (che ricorda le luci della città di notte) al divertente giallo canarino. Le stampe a effetto trompe l’oeil completeranno le scelte di capi “must have” da indossare assieme a stampe tridimensionali, ottenute sia facendo passare i quadri di stampa molteplici volte sui tessuti, che mediante pressioni a freddo sui materiali o anche con i classici ma intramontabili pizzi. Gli abiti, le gonne, i top e anche gli accessori avranno dettagli tridimensionali molto belli da vedere e gradevoli da toccare. Insomma, per essere cool la prossima estate occorre vivere, vedere ed essere in un colorato mondo 3D.


Making of Focus 26

MODA DONNA di NIGEL JOYCE

Print passion

Le stampe non passano (ancora) di moda e fra toni zuccherosi, atmosfere psichedeliche e influenze che guardano a Oriente, la moda donna sarà all’insegna del colore.

The Mood

Chapter 1 /

FOODSHION

Un tema trasversale all’uomo e alla donna della prossima stagione, sul quale spira un vento proveniente da Oriente, dall’Arabia fino al Giappone, portando con sé influenze che insaporiscono un tema etnico decorativo con elementi dei tappeti e dei kimono.

Gucci

The Mood

Chapter 2 /

MIAMI VICE

Come per l’uomo anche per la donna della p/e 2016 le notti tropicali di Miami offrono spunti per vestirsi di stampe animalier psichedeliche, atmosfere da jungle, e stampe che richiamano i grandi nomi degli anni Ottanta.

Roberto Cavalli

The Mood

Chapter 3 /

SWEET TOOTH

Un trend zuccheroso, un’aria di dolce, malizioso romanticismo pervade l’abbigliamento di stampe che rubano le righe dai candy cane, i fiori dai dolci caramellati e le geometrie dai coriandoli colorati che decorano i cup cake.

Chanel Le ispirazioni per i trend elaborati in questa pagina sono tratti dal Cahier Newsprint per la p/e 2016.


FASHION ILLUSTRATED - ADVERTORIAL

Issue #39 - Settembre 2015

ATHLEISURE: CON ISKO™ IL DENIM GUARDA AL FUTURO Comodità e look up-to-date: ecco l’ultima tendenza

M

oda e sport: due mondi prima separati e che ora invece si toccano, dando vita a un nuovo trend destinato a cambiare definitivamente il nostro modo di vivere. Si tratta dell’athleisure, la nuova dimensione del fashion che domina strade e passerelle in tutto il mondo e che è così amato proprio perché si adatta perfettamente alle esigenze della contemporaneità: comfort, stile, bellez-

za, totale libertà di movimento. ISKO™, leader mondiale per la produzione di tessuto denim, da sempre mette l’innovazione al primo posto per portare l’industria del jeans al di là delle frontiere convenzionali; ecco quindi che nasce ISKO ARQUAS™, la piattaforma di ricerca che reinventa le regole del denim per dare un carattere unico all’athleisure. Sempre sulla scia di questa ricerca del denim

del futuro, ISKO™ si prepara a lanciare la terza edizione del suo fashion talent ISKO I-SKOOL™ dedicato agli studenti delle scuole di design e marketing più influenti del mondo, coloro che saranno i protagonisti del domani del settore. Qui, l’athleisure si conferma una delle tematiche principali, per raccogliere ispirazioni e contaminazioni con uno sguardo sempre rivolto al futuro.

ISKO ARQUAS™, il lato active del denim

ISKO I-SKOOL™ 3: pronti a conoscere lo stile di domani?

Piegare” le regole del denim: è questa l’essenza di ISKO ARQUAS™, piattaforma che interpreta il denim in chiave athleisure. Un’idea pioneristica, come da sempre è il carattere di ISKO™, resa ancora più efficace grazie al fondamentale apporto di CREATIVE ROOM™, la divisione stile e ricerca dell’azienda. L’activewear si arricchisce quindi di ispirazioni moda per offrire il look perfetto per lo stile di vita contemporaneo, adatto al tempo libero e alla lezione di yoga, ideale per la danza e per muoversi in bicicletta come per le attività outdoor. Sempre con la massima comodità e uno stile up-to-date. Le tecnologie ISKO™ sono ovviamente il cuore del potere innovativo di ISKO ARQUAS™: i suoi concept già cult del settore denim sono stati il punto di partenza per questa ricerca, declinati in un’inedita veste. I tessuti ISKO FUTURE FACE™ e ISKO BLUEJYM™ hanno svelato tutto il loro potenziale athleisure, grazie alla loro “doppia anima” a metà tra denim e felpa. L’icona JEGGINGS™ha sviluppato la sua versione JEGGINGS™ ACTIVE, tessuto stretch capace di garantire altissima comodità e flessibilità. ISKO™ conferma con ISKO ARQUAS™ la sua padronanza del mercato e delle tendenze, fornendo – o anticipando? – una risposta concreta e all’avanguardia ai bisogni della contemporaneità.

erso il denim del futuro, con coloro che ne saranno i maggiori protagonisti. L’athleisure è al centro di uno dei mood con i quali sono chiamati a misurarsi gli studenti delle migliori scuole di moda del mondo nella cornice di ISKO I-SKOOL™, fashion talent ISKO™ che coinvolge alcuni dei più importanti istituti di moda e marketing del mondo. Nel nuovo anno accademico saranno tante le novità che daranno ulteriore scossa alla terza edizione del talent, che però conserverà la sua struttura di base. Gli studenti di marketing dovranno pensare e tradurre in realtà un progetto dedicato al fashion, mentre quelli del design si cimenteranno, grazie al fondamentale apporto di CREATIVE ROOM™, con l’ideazione e la successiva creazione di abiti che interpretino i trend del denim del futuro. I giovani talenti dovranno liberare la loro creatività, mentre compito di CREATIVE ROOM™ sarà proprio quello di tradurre in realtà le idee degli studenti con un pensiero rivolto anche all’effettiva possibilità di industrializzazione delle loro creazioni. Concretezza, talento, anticipazioni dei trend: anche questo è ISKO I-SKOOL™, proiezione perfetta del carattere di ISKO™, che ha l’innovazione da sempre saldamente intrecciata al suo DNA.

V

ISKO, ARQUAS, ISKO I-SKOOL, CREATIVE ROOM, ISKO FUTURE FACE, JEGGINGS and ISKO BLUEJYM are trademarks of SANKO TEKSTIL.


Making of Trend 28

Oltre l’Agender

I top 6 del 2016 TREND TO WATCH di GIULIANO DEIDDA

Gli outfit più interessanti della collezioni Resort 2016 evidenziano come la contemporaneità ridisegni e decontestualizzi il passato Fendi

Vionnet

Preen by Thornton Bregazzi

ANTONIO MARRAS

n un momento storico nel quaIdiverse le l’attenzione dei media verso le identità sessuali è ai massimi

storici, le passerelle sembrano aver preso una posizione molto chiara in merito, in linea con la loro essenza. Niente di nuovo, in realtà, da sempre, moda, musica e arti in genere sono affascinate ed influenzate dalle ambiguità, e sperimentano la contaminazione di estetiche maschili e femminili. Dallo stile garçon di Chanel, al glam rock alla disco degli anni settanta, dai tailleur di Armani, alla femminilizzazione dell’uomo alla metà degli anni novanta, abbiamo assistito a un continuo mescolarsi delle estetiche maschili e femminili, per poi tornare a una netta separazione, secondo i gusti del momento storico. La differenza, oggi, è che siamo abituati a chiamare le cose con il proprio nome, grazie a un accesso più immediato alle informazioni, che ha contribuito alla caduta di molti tabù. Per questo non si è gridato allo scandalo quando Alessandro Michele ha rivoluzionato l’immagine di Gucci a gennaio, con un’estetica decisamente giovane e agender che, dopo poche stagioni, ha fruttato al marchio un recupero dei ricavi maggiore delle aspettative. La formula è infatti stata rafforzata, collezione dopo collezione, facendo sfilare sempre le proposte maschili e quelle femminili insieme, e creando in poco tempo dei nuovi classici, come la blusa con il fiocco, da portare sotto l’abito maschile, sia per lui che per lei. Accompagnare le sfilate uomo con delle anticipazioni delle pre-collezioni donna, del resto, sta diventando un’abitudine sempre più diffusa, in modo da evidenziare i punti di contatto tra i due universi stilistici, sempre più vicini, rafforzando così l’identità della griffe. Christopher Bailey, per esempio, ha utilizzato il pizzo, materiale non ortodosso per l’abbigliamento maschile, naturalmente realizzato da piccoli laboratori artigianali inglesi, per creare camicie e cravatte da uomo, in abbinamento perfetto agli abiti patchwork delle proposte femminili della collezione resort di Burberry Prorsum. Antonio Marras e Prada, invece, hanno declinato lo stesso artwork su differenzi pezzi per lui e lei, la stampa “uccello del paradiso” il primo, il disegno jacquard a forma di razzo la seconda. (G.D.)

1 INDIGO REVOLUTION Il denim gioca un ruolo di primo piano all’interno delle nostalgiche collezioni Resort 2016. Il classico tessuto, sinonimo di stile facile e basic, è riletto dalle griffe per la nuova stagione in chiave sofisticata e lussuosa. Karl Lagerfeld addirittura propone per Fendi dei pezzi che sembrano realizzati in denim, ma in realtà fatti di materiali molto più nobili, dalla seta stampata, o tessuta in modo da avere la tipica mano ‘ruvida’, allo shearling.

Missoni

3

2 OPTICAL RIVIERA L’ispirazione marinara è uno dei temi costanti delle collezioni primaverili, soprattutto per l’uomo, tanto da essere a volte sintomo di mancanza di idee. Ma se, come nella prossima stagione, viene rielaborata in chiave femminile e decontestualizzata, abbandonando il classico binomio bianco-blu, e sostituendolo con l’optical, il discorso è diverso. Il brand inglese Preen by Thornton Bregazzi va oltre, proponendo top e capispalla con il collo da marinaio che richiamano un certo stile New Wave degli anni ottanta.

PLEATS PLEASE

A sorpresa, il plissé si è rivelato una delle tendenze più diffuse per la Resort 2016. Issey Miyake a parte, i cui virtuosismi legati a questa tecnica sono un marchio di fabbrica e continuano a stupire di stagione in stagione, si è visto declinato su tutte le tipologie di tessuti, silhouette e lunghezze. Da Vionnet spiccano delle pieghe fluide, quasi dei petali, che disegnano una longuette dai colori pastello. Per il direttore creativo, Goga Ashkenazi, è uno dei modi per sottolineare il mood tipicamente primaverile della collezione. Bally

Givenchy

4 RAINBOW Gli studi sul colore diventano estremi nella nuova stagione. Il color-blocking, la cui popolarità è in continua crescita da almeno un anno, diventa virtuosistico, includendo quante più tonalità possibili. Angela Missoni, però, ha preferito proporre un tributo all’artista Sonia Delaunay, da sempre punto di riferimento anche per la madre Rosita, e si ispira a lei nella creazione di stampe e caleidoscopici mosaici. Uno dei punti forti della collezione è sicuramente il classico pattern “onde stereo”, in una brillante nuova versione.

6

5 WAVING Il ritorno delle ruche è forse il fenomeno più evidente di queste collezioni. Sono adottate praticamente da tutti e in tutte le possibili declinazioni, dagli abiti a sirena stratificati di Balmain, ai tailleur stile Dynasty di Oscar De La Renta, fino ai blouson hippy di Au Jour Le Jour. Givenchy le utilizza in versione maxi per definire la silhouette vittoriana del completo composto da giacca senza maniche e longuette tagliata sui lati.

SARTORIAL PINK

L’abito da uomo rosa è stato una sorpresa delle collezioni maschili per la prossima primavera e, a conferma che la moda sta prendendo una direzione comune per i diversi generi, ecco comparire la versione per lei, possibilmente doppio petto, e declinata in diverse intensità di rosa su differenti silhouette. Pablo Coppola lo interpreta per Bally in modo decisamente rétro, optando per linee sottili e pantaloni che si allargano in fondo nascondendo le scarpe.

DETAILS TOTAL GLAMOUR

PRADA

DIOR

GHERARDINI

GIANCARLO PETRIGLIA


Making of Trend 29

Eccentricità Classica

VERSUS di GIULIANO DEIDDA

Glittering Prize Il ritorno delle paillettes a impreziosire virtuosismi cromatici. E non solo per le proposte da sera. 1

3

2 DIANA ROSS & THE SUPREMES IN AND OUT OF LOVE (1968)

essuna decorazione è sinoniN mo di femminilità, glamour ed eccesso come le paillettes. Non c’è

L

a primavera 2016 si preannuncia come una stagione in cui l’aspetto ludico ha un ruolo dominante nella moda, al limite dell’eccesso. Gli elementi ci sono tutti, dall’uso esasperato dei colori, alla rivoluzione delle silhouette, ispirate agli anni settanta, dalle trasparenze all’overdose di decorazioni. In questo contesto effervescente, arriva a completare il quadro anche una pioggia di paillettes, utilizzate in modo più o meno ortodosso, a ricoprire abiti da cocktail, ma non solo. Il look da disco diva è una febbre che ha contagiato quasi tutti, dando vita ad un tourbillon scintillante. E non si tratta di pezzi monocromatici, naturalmente, i lustrini sono inseriti in giochi di colore elaborati, per impreziosire i disegni. Julie de Libran, per esempio, li utilizza per enfatizzare l’iconico pattern arcobaleno di Sonia Rykiel, su un abito aderente che non avrebbe sfigurato addosso a Jerry Hall in una serata allo Studio 54. In modo simile, Alber Elbaz per Lanvin disegna con le paillettes delle maxi righe orizzontali su un abito lungo, da portare sopra una camicia animalier, all’interno di una collezione Resort che fa degli abbinamenti inaspettati un must, ignorando di proposito le divisioni tra abbigliamento da giorno e da sera. Anche per Karl Lagerfeld le cosiddette “occasioni d’uso” sono un concetto irrilevante. “Non ho la più pallida idea di cosa sia la vita pratica”, afferma infatti lo stilista durante la sfilata Resort di Chanel a Seoul, mentre presenta in passerella la sua visione della Corea, lasciandosi ispirare dal paese soprattutto dal punto di vista cromatico, come è evidente dalle righe di lustrini in sbieco che decorano un morbido abito da cocktail. Nicolas Ghesquière va addirittura oltre per Louis Vuitton, per lui un top a maniche lunghe decorato da un patchwork scintillante si indossa con pantaloni da jogging e flip flop.

BLUMARINE

1. BALMAIN RESORT 2016 2. CHANEL RESORT 2016 3. SONIA RYKIEL RESORT 2016 4. RACHEL ZOE RESORT 2016 5. LOUIS VUITTON RESORT 2016 6. LANVIN RESORT 2016

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BRIAN ATWOOD

SERGIO ROSSI

da stupirsi che per arrivare alla loro origine bisogna tornare indietro fino all’Egitto del 1300 a.C.. Risalgono ai tempi di re Tutankhamon, infatti, i primi ritrovamenti di abiti regali decorati con piccoli dischi d’oro. Solo una civiltà dall’estetica così evoluta, poteva concepire un’idea del genere. Infatti, la prima vera diffusione delle paillettes, avvenne molto dopo, nel settecento illuminato, quando anche le classi meno abbienti iniziarono ad avere interesse per l’abbigliamento sfarzoso, utilizzando metalli non preziosi per le decorazioni degli abiti per le occasioni speciali. Nel ventesimo secolo i lustrini sono realizzati in acetato, e accompagnano, tutti i fenomeni culturali e le mode più esagerati e festosi. Basti pensare al charleston negli anni venti, con le sue coreografie pensate apposta per far ondeggiare gli “scandalosi” abiti scintillanti. Negli anni sessanta, le paillettes sono inglobate nel futuristico immaginario dell’epoca, proposte in dimensioni esagerate sui mini abiti di Paco Rabanne, come quello indossato da Audrey Hepburn in “Due per la strada” (1967), o esibite sui palcoscenici dalle dive della musica soul, a partire da The Supremes. Nel decennio successivo, cambiano le mode e le silhouette, ma non il gusto per i lustrini, anche grazie alle scelte estetiche d’impatto delle nuove scene musicali, dal glam rock, la cui immagine androgina fa scuola ancora oggi, alla disco, le cui icone, da Donna Summer a Gloria Gaynor, brillano sotto le luci stroboscopiche. E’ proprio in quegli anni, nel 1977, che un giovanissimo Enrico Coveri esordisce sulle passerelle di Parigi con una collezione esplosiva, della quale il quotidiano ‘Les Figarò’ scrive: “Le paillettes stanno a Coveri come le catene a Chanel”. Inutile dire che gli eccessivi anni ottanta non possono farne a meno nel loro turbinio di sfarzo e colori, basti pensare a due personaggi simbolo dell’immaginario dell’epoca, Joan Collins in versione ‘Dynasty’ e Madonna con la giacca di paillettes nere in ‘Cercasi Susan Disperatamente’. (G.D.)

ENRICO COVERI P/E 1984


Making of Trend 30

MODA E CINEMA di ENRICO MARIA ALBAMONTE

Femminilità CYBER FANTASY

Fra neoprene, nappa e metallo in passerella si prefigura una bellissima umanoide da brivido per l’estate 2016. 3

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A

lgida e metallica, la nuova seduzione evoca una cyber doll siderale, un’intelligenza artificiale tutta curve e gonne a corolla, ma di pelle o di neoprene, eletti dai rabdomanti dello stile a materiale di culto per le collezioni dedicate alla primavera-estate 2016. Laserato, fustellato, serigrafato e colorato in vividi toni acidi a contrasto con il nero più dark e inquietante, il nuovo neoprene superstar, utilizzato a piene mani da Donatella Versace e da Alexander Wang, alternato alla pelle più retro futuribile, la nuova ‘nappa imbrigliata’ nella visione ironica e dissacrante di Jeremy Scott per Moschino o nelle felpe di Costume National, traccia nuove traiettorie nel look modernista di questa femme fatale irresistibile, non priva di una certa coquetterie memore delle silhouette di Alaïa e Norma Kamali, simili a mercurio liquido sulla pelle. Decisa e sensuale come la ‘Lucy’ di Luc Besson, interpretata da Scarlett Johansson o sensuale e manipolatrice come il robot Ava, impersonato sul grande schermo da Alicia Vickander protagonista rivelazione di ‘Ex Machina’, il thriller sci-fi di Alex Garland sui nuovi scenari aperti dal dialogo con gli automi, sempre più umanizzati, la nuova vedette delle passerelle di Milano, Parigi, Londra e New York sarà una glamazon un po’ eighties. Inevitabile il richiamo alle sublimi replicanti di ‘Blade Runner’ ma anche alla voce suadente del processore che fa innamorare il solipsista Joaquin Phoenix, interprete principale di ‘Her’ di Spike Jonze. Scultorea ma soft, la struttura che modella la sua glaciale bellezza: il suo guardaroba sporty glam privilegia un gusto paracadutista da fashion warrior del futuro, ‘piacevolmente aggressiva’ come l’ha definita Karl Lagerfeld. Le cerniere aperte all’improvviso su colori squillanti come lampi di una nuova identità estetica, definiscono una linea bodycon, tecnica e grafica, dove il piacere dell’avventura si concilia con un tocco soffuso di velato romanticismo, in attesa di seguire le nuove gesta di Lisbeth Salander, eroina di Stieg Larsson nel romanzo ancora inedito ‘Quello che non uccide’, quarto episodio della saga di Millenium, già un cult per gli amanti del genere.

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1. VERSACE 2. UN FRAME DEL FILM EX MACHINA DI ALEX GARLAND, COURTESY OF UNIVERSAL PICTURES 3. COSTUME NATIONAL 4. DIOR CRUISE 2016 5. MOSCHINO 6. DIRK BIKKEMBERGS 7. DSQUARED2


FASHION ILLUSTRATED

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Issue #39 - Ottobre 2015


Making of Beauty 32

LE NOVITÀ di CRISTINA TACCANI

Red Carpet CALEIDOSCOPICO Protagonista? Il potere evocativo del colore: armonia di polveri minerali, giusti punti luce e virtuosismi tricologici.

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B

ackstage e trasformazioni glamour, celebrities e tappeto rosso, settembre invita a sperimentare nuance e colori alternando armonie a un ritmo incalzante modulato dal dualismo occhi e labbra. E se è vero che le emozioni passano dallo sguardo, si accentua il pigmento sulla palpebra e si allunga la forma all’infinito. Questione di equilibrio, per occhi che si vestono di colore e richiedono un finish labbra effetto nude. Quando la teoria dei colori passa per il rosso di lipstick volumizzanti e il punto forte sono ciglia folte ad alta intensità, la telecamera esige perfezione: entra in gioco l’invisibile e straordinaria tecnologia del make up, che vince la sfida (all’ultimo) del più temuto zoom.

IL SEGRETO DEI MAKE-UP ARTISTS PER UN LOOK DI LUNGA DURATA? Il primer, anche se invisibile, è diventato indispensabile, rimuove la lucidità ed enfatizza il finish del fondotinta garantendo una base ideale, in grado di creare la tela perfetta per qualsiasi look HD, minimizza la visibilità di imperfezioni e rughe, anche a prova di un semplice selfie. Primo step l’applicazione di abbondante crema idratante e primer. Nei backstage, Max Factor All Day Flawless Primer, è un prodotto che prepara, copre e corregge le imperfezioni della pelle, creando così la base per realizzare trasformazioni glamour di lunga durata. Pat McGrath, Max Factor Global Creative Design Director, inverte il tradizionale metodo di applicazione di fondotinta, illuminante e cipria per ottenere un finish opaco con effetto tridimensionale. Prima si applica il primer seguito dall’illuminante, e poi si completa il look applicando fondotinta e cipria. Il vantaggio? Maggiore definizione al viso e luminosità alla pelle, mantenendola sempre matte. Il segreto di Max Factor Facefinity All Day Primer con SPF 20 è

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1. MARIA GRAZIA CUCINOTTA ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA INDOSSA JAEGER-LECOULTRE WATCH FILENAMEBT3D2019 ©SEBASTIANO PESSINA 2. COLLISTAR 3. MAKE UP FOR EVER 4-5. CHANEL 6-7. MAC 8. MAX FACTOR 9.SHISEIDO

la presenza di micro correttori che agiscono insieme per assorbire sudore e sebo, e per favorire l’applicazione del fondotinta.

L’INVISIBILE ENTRA IN SCENA Chi lavora a stretto contatto con gli artisti dei set televisivi e cinematografici conosce le richieste legate all’utilizzo delle telecamere digitali e della nuova tecnologia 4K, ben quattro volte più esigente in termini di definizione. Con Ulra HD, Dany Sanz, fondatrice e Direttrice Creativa di Make Up Forever, ha raggiunto un’incredibile svolta tecnologica: un nuovo fondotinta, in 18 tonalità, ad altissima performance che risponde in modo preciso alle richieste del 4K e così ultra perfezionato da rendere l’aspetto della pelle uniforme, naturale e luminoso. Il cuore della nuova formula Ultra HD è l’innovazione tecnologica in tema di texture, granulometria e colore. Il risultato? Un concentrato perfezionatore e illuminante della pelle con tre ingredienti chiave, che enfatizzano la bellezza ad alta precisione anche sugli Smartphones e sui tablets che accompagnano il nostro quotidiano. Particelle riflettenti che correggono le imperfezioni in modo trasparente, potenziatori della luminosità che stimolano la microcircolazione sanguigna, nascondono le imperfezioni e ravvivano l’incarnato spento e opaco e sfere di acido ialuronico dalla diffusione lenta per un’idratazione costante e un effetto di riempimento 24-ore, che cancella otticamente linee sottili e rughe. OMBRA E LUCE Il coutouring diventa fondamentale, efficace, ma naturale, complici i pigmenti giusti e l’arte di sfumare, per una bellezza che aspira alla perfezione da red carpet senza rinunciare alla naturalezza e alla sofisticata discrezione. Per scolpire i lineamenti, accendere l’incarnato, e

armonizzare il colorito, il trio di polveri, effetto 3D Face Color Enchanging trio di Shiseido, assorbe il sebo in eccesso e modella il viso, scolpisce l’ovale definendo gli zigomi, effetto bonne mine, garantendo un finish perfetto e di lunga durata. Zoom sulle labbra che si vestono, di un moderno totem, il nuovo gioiello cosmetico: rossetto Art Design® di Collistar, fuori il rigore ascetico ed essenziale di un guscio di metallo c platino-oro e sulle labbra cromia e texture. La formula sfrutta l’efficacia ristrutturante e liftante di un prezioso estratto di bacche rosse, l’attivo stimola la produzione di collagene e di altre proteine che favoriscono compattezza e turgore. La luminosità si unisce alla potenza della tavolozza in 18 colori e si associa alla texture ultra-cremosa, che illumina il sorriso e il viso. Per enfatizzare lo sguardo sotto l’obiettivo, renderlo magnetico e conturbante, entra in scena il mascara M·A·C Upward Lash black – nero, dando materia alle ciglia convertendole in magiche trasformatrici di forma, creando livelli vertiginosi di volume, lunghezza e curva in pochi secondi e con un’istintiva gestualità. L’interpretazione si intensifica sulle note del blu dallo spirito ribelle, il quartetto dello sguardo Les 4 Ombres collezione Blu Rhythm di Chanel, concentrano nuance e materia. I pigmenti puri lasciando pulsare il colore: turchese luminoso, blu notte, nero fatale e bianco scintillante di Tissé Jazz; il tratto grafico lungo la palpebra della mina grigio argento dello Stylo Yeux Waterproof Perle de Lune accentua l’emozione languida, mentre l’eyeliner Ligne Graphique Dream Blue sublima la naturalezza della palpebra e l’allure sofisticato di Noir Noir si fonde con la notte e stilizza uno smoky eye. Tutta la bellezza racchiusa in uno sguardo, sotto gli occhi della telecamera, nel delicato passaggio, tra il giorno e la notte e ai tocchi di luce delle prime ore della sera, in un battito di ciglia. (Ciack! )

Status Stellari

New trend: Virtuosismi tricologici in equilibrio naturale

pesso l’ispirazione è un nodo. E’da S lì che prende forma l’idea di una nuova acconciatura, spiega Adalber-

to Vanoni, Direttore Artistico Aldo Coppola, o molto spesso si portano in passerella tendenze attinte dalla storia, dalle favole, dalla strada. Un po’ storici del costume, artisti, artigiani, forse antropologici e di sicuro un po’ psicologi, i maestri della coiffure couture, non sono meri esecutori di nuovi look per star annoiate, ma esperti conoscitori dell’animo umano. “La cosa fondamentale è comprendere l’identità e la personalità della donna che ho davanti”, precisa Vanoni, “l’acconciatura è come un abito da indossare, deve essere portata con facilità, aggiungendo solo fascino”. Gran dose di personalizzazione, per padroneggiare palcoscenici da soirées, la consulenza qui si fa trasversale e si allarga allo studio del volto, della fisicità, lasciando libertà di espressione al guizzo artistico e all’esperienza degli hair stylist. Via libera a colli lunghi scoperti, belle spalle per acconciature raccolte, che danno dinamismo alla figura. D’ispirazione mediterranea con riga centrale, il raccolto in una treccia che si fissa alla base in orizzontale, che sfoggia un pettine da mantiglia in tartaruga, che può essere sostituito da fili di perle o broche, alla ricerca del nuovo trend Barocco. Per un look romantico e contemporaneo, adatto alle giovani star, si fissano piccole broche di brillanti, come fermagli nei punti dove s’intreccia la forma, che scende trasversalmente sulla spalla, perfetto e seduttivo su un abito assimmetrico. Ciuffo alto rock, grande manualità nel gestire cotonatura e geometrie triangolari, per l’esecuzione della doppia banana, che chiude la massa verso l’interno, lasciando un effetto finale destrutturato e naturale. Gli ingredienti per realizzare un look speciale, tengono conto della verità non nascosta, dell’ identità esibita e sincera, avere un professionista alleato, è molto più divertente ed efficace, anche per renderci più intense.


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FASHION ILLUSTRATED Issue #39 - Ottobre 2015

ph. Jacopo Moschin

01/09/15 14:31


Spotlight Shops 34

CITTÀ DA SCOPRIRE di MARCO MAGALINI

Milano da amare

Città dai mille volti, sa coniugare il lusso di locali e boutique esclusive con i luoghi più intimi della “milanesità”. Passando per l’arte e la cultura con i nuovi indirizzi.

Le colonne di S. Lorenzo

“U

Milan

na volta girovagavo nei desolati quartieri periferici e vagabondavo lungo i terrapieni delle ferrovie, affascinato dal pittoresco romantico di Porta Ticinese, dei canali. Adesso c’è la metropoli dei grattacieli, la city un po’ avveniristica, un po’ provinciale: un misto tra il risotto e l’acciaio, che mi diverte”. Queste le parole con le quali Alberto Lattuada, regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico italiano, descriveva Milano. Una città multisfaccettata, capace di coniugare il lusso internazionale delle boutique della moda con le tovaglie a quadretti delle trattorie “alla buona”. Una visita shopping-oriented non può che partire dal “Quadrilatero”: un reticolo di strade, simbolo inconfondibile di eleganza e Made in Italy. Punto di incontro per milioni di turisti ogni anno, attirati dal glamour e dai nomi altisonanti dei più importanti fashion designer. L’area, delimitata da Via Manzoni, Via della Spiga, Corso Venezia e Via Montenapoleone, conosciuta in tutto il mondo, permette di ammirare le ultime collezioni del prêt-à-porter, alta gioielleria design e profumi, e fare un tuffo nel passato grazie alle botteghe storiche (riunite in un apposito “Albo delle Botteghe Storiche”, come la pasticceria Cova dal 1817 o Pisa Orologeria dal 1940). Un vero e proprio Quadrilatero d’Oro che ospita anche diversi eventi. Tra i più importanti, la Vogue Fashion Night Out, ai primi di settembre, in concomitanza con la Settimana della Moda: una lunga serata in cui gli atelier rimangono aperti sino a tardi, ospitando dj set,

Porta Romana

personaggi celebri, collezioni in anteprima; oppure la Vendemmia in Boutique, momento nel quale alcune delle più prestigiose cantine nazionali presentano la nuova annata nei negozi del quartiere. Esperienza immancabile anche quella di perdersi deliberatamente nel crogiuolo di viette che compongono Brera: il quartiere dell’atmosfera senza tempo, distante dalla frenetica vita metropolitana della restante parte della città. Ogni terza domenica del mese, fatta eccezione per agosto, Via Fiori Chiari, Via Madonnina e Via Formentini si trasformano e accolgono banchetti dedicati al modernariato, ai gioielli, ai libri e anche ai vestiti. Un’iniziativa che vede la sua nascita nel 1981 e che, da allora, si ripropone animando, durante il giorno, tutta la zona. A due passi da Brera si estende anche quella che molti definiscono la “Nuova Milano”: Porta Garibaldi e Corso Como. Quest’ultima è una strada di Milano che costituisce una delle aree principali della vita notturna milanese. E’ qui che si trovano ristoranti, pizzeria, pub e lounge bar che animano le serate nella capitale lombarda soprattutto durante la settimana della moda, e dove è possibile incontrare personaggi dello spettacolo, magari in una delle discoteche più famose della città come Hollywood Milano, Loolapaloosa, Executive Lounge Milano e Shocking Club. Ma soprattutto, molto conosciuto e apprezzato dai milanesi è 10 Corso Como, un angolo di Milano dove arte, moda, musica, design e cucina si incontrano. Il luogo ideale dove fare shopping, rilassarsi e scoprire le nuove tendenze metropolitane e internazionali.

IL MERCATO DEL DUOMO - Una grande fucina di esperienze culinarie: 4 piani che il Gruppo Autogrill ha interamente dedicato al gusto e alla passione per le cose genuine. Un vero e proprio ritrovo di alta gastronomia milanese: quattro piani e tremila metri quadri con dentro tutto il meglio di ciò che vorremmo raccontare al mondo. Lo spazio, aperto e libero, è perfetto per tutti quelli che vogliono vivere e riscoprire i valori e i sapori autentici del territorio e dei suoi produttori. Galleria Vittorio Emanuele II, www.ilmercatodelduomo.it

I NUOVI INDIRIZZI

DA SEGNARE IN AGENDA ULTRACHIC - Il brand Ultràchic apre nel cuore di Milano, in via Meravigli. Il marchio, creato da Viola Baragiola e Diego Dossola, ha da poco vinto il premio speciale della giuria al concorso Time-Contemporary Fashion Award, il progetto internazionale di brand accelerator promosso e organizzato da White e dalla Camera Italiana Buyer Moda, in collaborazione con Lancia e Farfetch e con il patrocinio del Comune di Milano. Via Meravigli 18 -www.ultrachic.it PAVAROTTI MILANO RESTAURANT MUSEUM Ha aperto a Milano, tra le volte della Galleria Vittorio Emanuele, il ristorante dedicato a Luciano Pavarotti, nel quale fino a ottobre si potranno mangiare piatti tipici della cucina modenese. Il Pavarotti Milano Restaurant Museum è un risto-museo di seicento metri quadri, stretto fra il Teatro alla Scala e il Duomo, con sette sale, una lounge, un bar e un negozio di memorabilia. Galleria Vittorio Emanuele II - 4° piano Piazza Duomo 21, www.pavarottimilano.com


Spotlight Shops 35

THe Best of the Class: Imarika

marika è una boutique milanese che nasce nel IMorelli 1979 con una piccola vetrina in Via Giovanni e da allora ha continuato a distinguersi in

tutto il mondo per l’attenzione alla qualità dei capi e per la ricerca. Un luogo tranquillo che ha come assoluta protagonista la donna e non il capo di abbigliamento. La filosofia della boutique è quella di avere in negozio abiti di brand importanti (come Comme des Garcons, Jil Sander, Antonio Marras, Rochas…) uniti ad artigiani che provengono da tutto il Mondo, frutto di una ricerca costante da parte dei buyer. Quello che contraddistingue da anni la boutique è la capacità di mescolare brand famosi e piccoli artigiani al fine di creare uno stile personale per ogni donna. Nel corso degli anni lo stile di Imarika è sempre diventato più definito, uno stile unico, elegante e sempre creativo ed esclusivo. I buyer di Imarika, Benedetta Bevilacqua, il figlio Maximiliano e Marta privilegiano, nella loro ricerca creatività, artigianalità, fatto a mano e tessuti raffinati. Questo impegno deriva dalla sua filosofia che si fonda su tre elementi chiave: un concetto di bellezza di derivazione platonica, come qualità non fine a se stessa, ma quale manifestazione della verità e del bene. Una visione del buon gusto, vicina a quella di Gadamer, quale concetto morale più che estetico: il gusto nel vestire come linguaggio, come espressione della propria personalità. Infine una concezione della donna ispirata al pensiero di Edith Stein: una donna sempre contemporanea e femminile, che non rinuncia, anzi sottolinea, nelle sue scelte estetiche e di stile personale le proprie qualità: l’accoglienza e la tenerezza. Nel 2014 la boutique ha ricevuto il Premio “Chi è chi Award” in partnership con Camera Nazionale della Moda come Miglior Boutique di Ricerca di Milano. Imarika è il frutto di un lavoro corale di persone: Benedetta Bevilac-

People at Imarika

Indirizzi fra moda e lifestyle

HIGHTECH - Nato nel 1982, è oggi un negozio di 2.000 mq nel cuore di Milano, nella palazzina costruita negli ultimi anni dell’Ottocento che ospitava la fabbrica d’inchiostri del Corriere della Sera. Officina del nuovo e dell’insolito: gli spazi conservano l’atmosfera industriale dell’origine, che fa da cornice alla vasta offerta di arredamento, oggettistica, profumeria, accessori moda e casalinghi. La fantasia di accostare generi diversi è il disegno di una personalità forte, che si diverte negli spazi che cambiano con il cambiare delle stagioni, con i colori, i profumi e le forme, nella salda convinzione che il segreto della bellezza sia nella semplicità e nel rispetto delle piccole cose, anche quando si fanno in grande. P.zza xxv Aprile , 12 - www.cargomilano.it

qua insegna e ricorda ogni stagione al suo gruppo l’importanza di “ricominciare da capo” per dare alle clienti sempre qualcosa di speciale. Insieme a lei la sorella Pina Bevilacqua, il figlio Maximiliano Cattaneo, Marta Marconi in qualità di Visual e Cool hunter e le responsabili marketing Antonella e Cheryl. Ultima, ma assolutamente non per ordine di importanza, c’è Carmen, la sarta. Non aver dimenticato la tradizione sartoriale italiana, tipica degli anni 50’, è un elemento fondamentale per la boutique. IMARIKA, V.le Morelli, 1 20129 Milano +39/02.76005268 - info@imarika.com

TEAROSE- Tearose offre una shopping experience alla ricerca dei migliori brand di beauty, interior design e fashion tra marchi storici e designer emergenti. La decennale esperienza in flower design si declina nella creazione di piccoli e grandi eventi, ma l’arte sta nel saper incantare con un bouquet e un centrotavola. Via Manzoni, 27 - www.tearose.it

NONOSTANTEMARRAS- Fuori dal centro, lo spazio si nasconde in quella che era un’ex officina all’interno del civico 8 di via Cola di Rienzo. Oltre ad abiti e accessori firmati Marras, è possibile trovare libri, oggetti, fiori e opere d’arte ma anche bere qualcosa e assaggiare dolci sardi e altre prelibatezze. Via Cola di Rienzo, 8 www.antoniomarras.it PESCETTA MILANO - Un nuovo gioiellino nel cuore di Milano, dove trovare il meglio di epoche e stili diversi amalgamati tramite forme colori e materiali, dal 18esimo secolo al design anni ‘60, passando per il Neoclassico e per l’ Art Deco. Il primo dei 3 negozi di famiglia ha aperto a Verona nel 1986 e da quel momento non ha mai smesso di dedicarsi alla ricerca dei pezzi di antiquariato più interessanti e di qualità, sia in Italia che all’estero. Corso Magenta, 96 www.pescetta.it

ANTONIA - Un negozio di moda all’avanguardia, nel cuore pulsante di Milano. La boutique è un progetto del celebre architetto Vincenzo de Cotiis: 600metri quadri, espressione contemporanea di arte e di funzionalità. Tre le aree in cui è suddiviso il negozio: Uomo, Donna e accessori. Via Cusani, 5 www. antonia.it

WAIT AND SEE - “Aspetta e guarda” è l’invito di questa boutique nel cuore di Milano. Un negozio con rimandi internazionali, nel contesto di un antico convento del ‘700, che la proprietaria, la designer Uberta Zambeletti, ha saputo reinventare creando uno spazio accogliente e pieno di personalità. Via Santa Marta, 14 www.waitandsee.it

MUSEO DEL DESIGN 18801980 - Dopo il successo dell’anteprima durante la Milano Design Week, in collaborazione con Borsa Italiana, il Museo del Design 1880-1980 ha riaperto i battenti, ma stavolta nella nuova sede di Via Borsi 9. Via G. Borsi, 9 www.museiitaliani.org

FONDAZIONE PRADA - Non solo un tuffo nell’arte fra mostre permanenti e progetti in divenire; la visita vale la pena anche per una sosta nel suggestivo Bar Luce, progettato dal regista Wes Anderson che ha ricreato l’atmosfera di un tipico caffè della vecchia Milano. Largo Isarco, 2 www.fondazioneprada.org


Spotlight World News

a cura di GIOVANNA CAPRIOGLIO

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WWW.DIGIDAY.COM

THE INDEPENDENT

27 agosto 2015

31 agosto 2015

Che fine hanno fatto le seconde linee?

I social media al potere

Un’analisi dell’influenza dei social media sui brand di moda.

Da quando il lusso si è aperto al digitale, le seconde linee sono diventate obsolete. Di HILARY MILNES

H

ilary Milnes in questo articolo analizza come le seconde linee dei grandi marchi di grande successo negli scorsi decenni siano diventate obsolete nella moderna industria della moda. Queste linee erano nate per attirare un pubblico più giovane, con una capacità di spesa minore, ma che aspirava ad avere qualcosa di quel brand e fino a oggi avevano anche portato un buon volume d’affari (si pensi a Marc by Marc Jacobs e CK per Calvin Klein). Il loro boom è stato a fine anni novanta, ma la moda è indubbiamente cambiata. I consumatori di oggi fanno ricerca e shopping attraverso il web e i cellulari e i grandi brand sono stati troppo lenti nell’adeguarsi a questi nuovi strumenti, come conferma Ruth Bernstein, fondatore dell’agenzia creativa Yard: “Il multicanale sta diventando fondamentale per i brand che non sono ‘nativi digitali’, ma questo richiede moltissimo tempo, energia e risorse; con le seconde linee si deve dividere l’attenzione su due brand diversi con due diverse voci ed è molto difficile”. Una rapida occhiata ad alcuni dei designer che hanno dismesso le loro seconde linee dimostra che questo modello di business ha perso il suo senso: Marc by Marc Jacobs quest’anno è stato riassorbito nella prima linea. D&G di Dolce e Gabbana si è disperso nel 2011, la Miu

Miu di Prada è stata riposizionata come un altro brand. DKNY sta ancora in piedi ma le cose non sembrano andare per il meglio: la stessa Donna Karan ha recentemente lasciato il ruolo di direttore creativo e Aliza Licht, la famosa responsabile dei social media conosciuta come @DKNYPRGirl, non collabora più col marchio. L’analisi di Hilary Milnes vede una duplice causa nel fallimento di queste linee: la sofferenza dei negozi in questo mondo “multicanale”, ma soprattutto l’invasione dei brand sia fast fashion come H&M e Zara che di lusso più abbordabile come Tory Burch e Michael Kors. “Negli anni Novanta queste linee avevano molta meno competizione di oggi” conferma Rony Zeidan, fondatore dell’agenzia di branding Ro New York che continua: “non c’è più lusso né appeal intorno a questi brand: il mercato è troppo diversificato e i consumatori hanno molte opzioni”. Secondo la società di analisi Fashionbi oggi il 5% del mondo del lusso è venduto online e la percentuale sale al 6.7% per il resto del mondo del fashion. Questo sembra un piccolo dato, ma in realtà “la visibilità del fashion e delle sfilate online ha cambiato la moda radicalmente, come mai era successo prima – afferma Zeidan. Tutti oggi vedono le sfilate online, sei mesi prima che i prodotti arrivino nei negozi, e il fatto di essere costantemente in contatto con il mondo della moda ha inconsciamente causato una spaccatura tra quello che i consumatori offrono e quello che viene loro offerto. Asos, Zara e H&M sono in grado di mettere quasi immediatamente sul mercato imitazioni dei prodotti in passerella a un prezzo irrisorio. H&M collabora persino con famosi designer. In confronto a tutto questo, le seconde linee sono lente nel mettersi al passo con i trend che i loro stessi designer hanno appena creato. La conclusione è lasciata a Painstil di Fashionbi: “le seconde linee sono state una buonissima idea per l’epoca, ma i social media e l’e-commerce hanno completamente cambiato il modo di acquistare. Un brand del lusso deve per forza di cose assumere dei talenti che conoscano queste dinamiche e le tengano vive nell’online”.

Di REBECCA GONSALVES

C

apire il proprio consumatore è sempre stata la chiave per il successo di un business. Internet e i social media hanno però rivoluzionato il peso dell’opinione del consumatore nel processo decisionale e, forse, anche creativo di un’azienda di moda. The Independent si chiede se questo sia giusto o meno. I retailer più “smart” hanno sfruttato al massimo questo nuovo potere delle persone per ampliare il proprio business, usando internet spesso in modo anche abbastanza intrusivo. Lo conferma a The Independent Stephanie Horton, a capo del marketing di Farfetch.com: “Lavorando su molti mercati, sappiamo molte cose sui nostri consumatori, tra cui ad esempio gli orari abituali di acquisto; in Giappone raramente acquistano durante gli orari di lavoro, in Germania preferiscono fare shopping la domenica. Per di più, oggi i social media hanno permesso di avere un feedback immediato sull’opinione dei follower/consumatori. “Il mondo della moda è sempre stato piuttosto inaccessibile al consumatore finale- conferma Anita Barr, direttore moda di Harvey Nichols- oggi invece i clienti hanno un livello d’accesso come mai prima d’ora, sono più informati di sempre e in più

THE TIMES

hanno delle piattaforme in cui condividere le loro informazioni ed opinioni; per noi i social media sono strumenti di ascolto importantissimi.”Non importa quale piattaforma, c’è un modo passivo e uno attivo di legarsi a un brand, ma ultimamente i consumatori stanno propendendo per quest’ultimo. Un esempio sono state le proteste dei consumatori sull’immagine del corpo che stavano promovendo sia Top Shop che Victoria’s Secret ed entrambe i brand hanno sentito il dovere di rispondere direttamente alle accuse sulla piattaforma social. Persino il lusso non ne è immune, vedi Hermès con la polemica sul coccodrillo usato per le Birkin Bag, in cui è intervenuta la stessa Jane Birkin. “I brand si sentono tenuti a rispondere molto più di un tempo – conferma Graeme Moran, fashion editor di Drapers – il potere dei social media ha davvero dato voce a ciascuno di noi e in questo senso ha spostato il potere. Oggi è necessario che i marchi rispondano, perchè qualcosa che diventa virale può essere davvero dannoso”. Aziende e retailer sono sempre più consapevoli di quanto sia fondamentale corteggiare il consumatore e fidelizzarlo; i social media sono la risposta attuale a questa necessità. L’effetto a catena di tutto questo è che i retailer cambiano a seconda delle necessità dei consumatori, dagli orari di consegna alla qualità dei prodotti, fino al servizio. Per piccoli business che non possono permettersi un’analisi di mercato tradizionale, una connessione immediata con il cliente è impagabile e a beneficiarne sono entrambe le parti. Il feedback positivo è gratificante, ma i designer non dovrebbero permettere che le opinioni influenzino il loro lavoro, afferma Moran, che conslude: “La bellezza di un riscontro diretto è che puoi sapere immediatamente se è positivo o negativo, ma i marchi devono anche evolvere grazie ai feedback positivi, invece di produrre in serie quello che è diventato popolare , o il consumatore poi si annoia”.

3.

4.

26 Agosto 2015 - Di VALENTINE LOW

I magazine messi in imbarazzo da un passo falso di Prada 1.

2.

D

i tutti i terribili incidenti che possono accadere nel fragile e sensibile mondo della moda (vestire in verdino quando tutto il mondo sa che il colore dell’anno è il vinaccia, oppure indossare gli skinny jeans che sono palesemente fuori moda) ci sono pochi disastri che possono competere con la “Calamità dello stesso vestito”. In questo caso poi non si tratta semplicemente di due donne che indossano lo stesso abito allo stesso evento, ma si tratta di un problema più imbarazzante, fastidioso e anche fonte di ilarità successiva:

la catastrofe di quando due (o più) copertine mettono lo stesso abito in cover, per di più del numero di settembre il più importante dell’anno. Così l ’introduzione dell ’articolo apparso sul The Times.

1. KATY PERRY SULLA COPERTINA DI ‘VOGUE JAPAN’ DI SETTEMBRE 2015 2. ROSIE HUNTINGTON SULLA COPERTINA ‘HARPER’S BAZAAR UK’ DI SETTEMBRE 2015 3. RITA ORA SULLA COPERTINA DI MARIE CLAIRE DI LUGLIO 2015 4. LILY DONALDSON SULLA COPERTINA DI ‘ELLE UK’ DI AGOSTO 2015


FASHION ILLUSTRATED

Issue #39 - Ottobre 2015


Spotlight Digital Fashion 38

LE NOVITÀ a cura di VALENTINA MASCARELLO

La democrazia del lusso Usato o a noleggio il settore del lusso online continua a crescere e nascono nuove piattaforme che lo rendono alla portata di tutti con un semplice click.

Il digital shopping cresce del 27% (2014)

3/4 dei consumi di personal luxury sono influenzati dall’online Tra 10 anni sarà digitale 1 acquisto su 5

La cabina armadio di Carrie Bradshaw in Sex and the City Foto: progetto di Videdressing e Margherita Missoni per O’ Africa. Dati: Digital Luxury Experience 2015 di Altagamma/McKinsey.

S

iamo nel 2009 e Carrie Bradshaw, la fashion victim più celebre delle serie televisive di Hollywood (Sex and the City), scopre dalla sua assistente che non è più necessario investire capitali nello shopping di lusso quando si possono comodamente affittare abiti e accessori anche solo per una serata. Un cambiamento importante che dà vita al concetto di lusso a portata di tutti e apre le porte a nuovi servizi e nuovi modi di concepire l’acquisto, soprattutto con l’avvento della modalità 2.0 e degli e-commerce. Ma la puntata di Sex and the City è ambientata nel 2009 e oggi molte cose sono cambiate. Per comprendere la proporzione del cambiamento di questi anni, dati interessanti sono quelli forniti dal Digital Luxury Experience

2015 di Altagamma/McKinsey, che dichiara che dal 2009 il settore online dell’e-commerce dei prodotti di lusso è cresciuto del 27% con un totale che si aggira intorno ai 14 miliardi di euro. Sempre secondo il report le vendite digitali per la persona sono il 6% del totale delle vendite del settore lusso (2014), trainate dai siti monomarca (28%), dal beauty e dall’ abbigliamento. Il dato che più ci interessa, è quello del segmento delle vendite del lusso accessibile, dove sono digitali l’8,5% dei ricavi. Ecco che entra in gioco il connubio lusso accessibile-digitale, che ha fatto la fortuna di molti e-commerce. Ma quante soluzioni di business sono state create intorno a questo mercato in continua crescita? Molte e per tutti i gusti... Uno dei pionieri di questo settore è il sito

francese Vestiarie Collective. Nato nel 2009 è la prima piattaforma di social shopping online specializzata nella moda di seconda mano di alta gamma, che negli anni ha fatto strada arrivando ad oggi a più di 280000 articoli, 3000 marche internazionali, e un traffico digitale di circa 3000000 persone in 40 paesi diversi. Un altro esempio di successo Made in France è quello di Videdressing. La storia di questa piattaforma nasce da un’esigenza personale, quella della sua fondatrice, Meryl Job, che, cercando di rivendere la propria collezione di abiti firmati ad altre fashion victim, decide di creare una community in cui gli articoli di moda usati rappresentino il fulcro del progetto. Così, grazie anche al co-fondatore Renaud Guillerm, nel 2009 nasce Videdressing

che oggi pubblica 3000 novità al giorno tutte da acquistare. Ma noi donne si sa, abbiamo gusti volubili in fatto di moda e se l’abito o l’accessorio di lusso usato stanca, la soluzione è il noleggio. Lo sanno bene Federica Storace e Valeria Cambrea, fondatrici di Drexcode che dell’outfit a tempo determinato hanno fatto un business. Il sito permette di scegliere tra diversi proposte l’abito dei propri sogni e dopo aver verificato la taglia, si prenota la consegna in 24/48 ore con un click. Anche l’ equipe formata dalle portoghesi Filipa Neto e Lara Vidreiro punta sul concetto di lusso in affitto con la piattaforma Chic by Choice. In base alle richieste ricevute tramite il sito internet, acquistano

gli abiti direttamente dalle boutique e poi li propongono in affitto fino al 90% in meno rispetto al prezzo di costo originale (per ogni abito c’è il prezzo di acquisto e quello di noleggio a confronto). Idee semplici ed efficaci per permettersi un outfit da haute couture a prezzi democratici. Come in una favola, abiti e accessori di Hérmes e Gucci, Vuitton e Prada, Dior e Chanel, diventano accessibili anche a poche centinaia di euro. Niente paura quindi se non avete la cabina armadio di Carrie, il guardaroba delle fashion victim oggi è virtuale!


FASHION ILLUSTRATED

Issue #39 - Ottobre 2015

I N S P I R E D B Y PA S S I O N

Pochi luoghi al mondo ospitano destinazioni da sogno per la luna di miele, uno di questi è l’Oceano Indiano, e Constance Hotels and Resorts propone lussuosi resort in isole paradisiache.

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Vivi il vero lusso in uno dei nostri hotel della gamma Ultimate. Fuggi dalla quotidianità e vivi la Resort experience in uno dei nostri resort della gamma Unique. Prova una U-experience: chiama il numero (203) 402 2772/73 o visita il sito www.constancehotels.com

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Spotlight Agenda 40

LE NOVITÀ a cura di VALENTINA MASCARELLO

Icone in mostra

NONSOLOMODA

AZZEDINE ALAIA COUTURE / SCULPTURE Galleria Borghese – Roma 11 luglio / 25 ottobre

GIARDINI DI SETA Tessuti, abiti e botanica del territorio lariano

PORTRAIT OF AN ICON National Portrait Gallery St. Martin’s Place – Londra 2 luiglio / 18 ottobre

PAC – Milano Ottobre / gennaio 2016

Musée d’Art moderne (MAM) - Parigi 2 ottobre / 20 gennaio 2016

La prima volta in Europa. Il musée d’Art moderne organizza una mostra sulla serie monumentale delle Shadows (Ombre) di Andy Warhol, installazione lunga 130 m in cui sono collocati 102 quadri realizzati in 17 colori diversi dall’artista nel 1979. Una rappresentazione insolita rispetto alle opere dell’artista americano che coinvolgono lo spettatore a 360° gradi.

JACKSON POLLOCK: BLIND SPOTS Tate - Liverpool 30 Giugno / 18 Ottobre

Jackson Pollock, Number 7, 1952

La mostra organizzata dal Tate di Liverpool rende omaggio al controverso Jackson Pollock. L’artista, pioniere dell’ action painting e della tecnica dello sgocciolamento del colore, nell’ultimo periodo della sua carriera passa da tele piene di colore a tele chiamate “black pourings”, ovvero colate nere. Oltre alle opere dai toni scuri, la mostra ospita anche i quadri più celebri del pittore americano.

THE FABRIC OF INDIA

LA MODE RETROUVÉE, LES ROBES-TRÉSORS DE LA COMTESSE GREFFULHE

Victoria & Albert Museum - Londra 3 ottobre / 10 gennaio 2016

Palais Galliera – Paris | 7 Novembre / 20 marzo

Un’ esposizione che porta alla scoperta di uno dei guardaroba più chic della storia europea, quello della Contessa de Greffulhe. Cugina di Robert de Montesquiou e moglie del Conte Henry Greffulhe, la Contessa, Élisabeth de Caraman-Chimay all’anagrafe, diventa la regina dei salotti parigini trasformando le attività di beneficienza in public relation. Una vita sociale intensa richiede ovviamente numerosi outfit da poter utilizzare a ogni evenienza. Cappotti, giacche kimono, abiti da giorno e da sera con pattern orientali dalle sfumature oro e argento, sono solo alcuni dei 50 modelli esposti al Palais Galliera firmati da grandi stilisti.

IL NUOVO VOCABOLARIO DELLA MODA ITALIANA

Victoria and Albert Museum, London

ANDY WARHOL. SHADOWS

C’è tempo fino al 18 ottobre per visitare una delle maggiori retrospettive dedicata all’icona del cinema Audrey Hepburn. Oltre 70 immagini, molte delle quali inedite, (messe a disposizione dai figli Luca Dotti e Sean Hepburn Ferrer) che ripercorrono la vita pubblica dell’attrice che con la sua eleganza ha saputo conquistare Hollywood. Un percorso espositivo che esalta le doti artistiche dell’attrice, partendo dagli esordi come ballerina in Chorus girl nel West End londinese, alla carriera cinematografica iniziata nel 1951 con il film Gigi. Nella parte finale della mostra una serie di copertine di riviste d’epoca (cinematografiche e di moda), foto di scena e materiale d’archivio inedito raccontano la storia di una vera e propria icona non solo del cinema, ma anche di stile, ricercatezza ed eleganza.

© Otto / Galliera / Roger-Viollet

La prima retrospetttiva che analizza il lavoro del Superstudio, il gruppo italiano che tra il 1966 e il 1978 ha influenzato il mondo dell’architettura internazionale in maniera radicale. Il percorso espositivo presenta i progetti più importanti, i pezzi di design più iconici, che ispirano gli architetti contemporanei come Zaha Hadid, Rem Koolhaas e Bernard Tschumi.

In occasione V&A’s India Festival, il museo presenta una serie d’iniziative ed eventi che esplorano la cultura dell’Asia del sud di oggi e di ieri, con una particolare attenzione ai gioielli e ai tessuti. “The fabric of India” è un percorso espositivo che analizza i tessuti indiani, rigorosamente homemade, dal 3° secolo al 21° secolo. Nei secoli le diversi regioni si sono specializzate nella fabbricazione dei filati, basandosi sulle condizioni climatiche del luogo, dando vita a un’ampia offerta e a diversi prodotti di alta qualità come la seta dorata di Assam e il fine cotone del Bengala o la caratteristica tintura rossa del sud est indiano.

BARBIE - THE ICON

Triennale – Milano | Novembre 2015 / Marzo 2016

Mudec – Milano 28 ottobre 2015 / 13 marzo 2016

Un’analisi dei linguaggi e della natura della moda italiana attraverso i brand e i designer che ne stanno cambiando il corso. Ecco svelato il fil rouge della mostra “Il nuovo vocabolario della moda italiana”, che porta allo scoperto la creatività italiana e la sua capacità di rigenerarsi in ogni occasione. Un’ esposizione attiva che si fa promotrice di designer emergenti e brand indipendenti che operano in Italia e all’estero. Ampio spazio anche ai creativi internazionali che hanno scelto il bel paese per la nascita delle loro collezioni. Il risultato? Una mappatura dei diversi linguaggi del fashion italiano contemporaneo che coralmente formano il nuovo vocabolario italiano della moda.

Il Mudec apre le porte a una delle icone più famosa a livello globale: Barbara Millicent Robert, che per tutti è Barbie. La bambola per antonomasia, nel corso della sua longeva vita (nata il 9 marzo 1959) ha intrapreso mille professioni diverse, rappresentato 50 diverse nazionalità, ma soprattutto ha indossato 1 miliardo di abiti utilizzando 980 milioni di metri di stoffa. Curata da Massimiliano Capella l’esposizione ripercorre la storia di Barbie, interprete dei cambiamenti estetici e culturali della nostra società diventando un punto di riferimento a livello globale.

Barbie Millicent Roberts

SUPER SUPERSTUDIO

© Iconic Images/Douglas Kirkland

Un percorso espositivo che esalta il rapporto tessuto-botanica dal Settecento a oggi con diversi abiti realizzati da grandi stilisti italiani e internazionali. La mostra si apre con tessuti floreali del 1800 provenienti da collezioni private e archivi storici, proseguendo con abiti del 1900 che rendono omaggio all’alta moda da Biki a Capucci, Ferré, Valentino, fino all’Haute Couture parigina con Dior e Yves Saint Laurent, senza dimenticare il prêt à porter internazionale con Ken Scott e Leonard.

Villa Borghese apre le porte alla contaminazione tra scultura e moda con uno stilista che fa di questo rapporto il suo stile: Azzedine Alaia. La mostra, curata dalla direttrice Anna Coliva insieme a Mark Wilson, esalta gli abiti del fashion designer franco-tunisino accostandoli alle opere permanenti del museo tra cui Bernini e Canova. Come quest’ultimi plasmavano la materia per la creazione delle loro opere anche lo stilista plasma gli abiti direttamente sul corpo, avvolgendo ed esaltando le forme femminili. La Galleria Borghese propone sessanta capi che coprono tutto il percorso artistico di Azzedine Alaia, dai suoi esordi nei primi anni ’80 alla collezione alta moda 2015/2016.

Azzedine Alaia/Galleria Borghese/Ilvio Gallo

Villa Sucota - Como Villa Bernasconi - Cernobbio 11 luglio / 11 ottobre 2015


FASHION ILLUSTRATED

Issue #39 - Ottobre 2015


Spotlight Reviews 42

NONSOLOLIBRI di DIANA BARBETTA

Storie di creatività

Created by Fabio Grande from the Noun Project

MOVIES COMING SOON IO E LEI Regia: Maria Sole Tognazzi Interpreti: Margherita Buy, Sabrina Ferilli, Fausto Maria Sciarappa, Domenico Diele, Ennio Fantastichini Uscita: 1 ottobre 2015 Trama: Una storia d’amore normale. Le protagoniste, però sono d’eccezione. Margherita Buy e Sabrina Ferilli sono le due interpreti scelte da Maria Sole Tognazzi per questa commedia che racconta con leggerezza il rapporto di due donne diversissime tra loro, ma innamorate ormai da cinque anni. La scelta è chiara: non si tratta di trasgressione, il tema non è (più) la diversità, ma la quotidianità di un amore come tutti gli altri.

BOOKS Created by Derrick Snider from the Noun Project

GRACE: THIRTY YEARS OF FASHION AT VOGUE Phaidon, pp.408, € 125.00

MANOLO BLAHNÍK GESTI FUGACI E OSSESSIONI Fotografie di Michael Roberts Rizzoli, pp.488, € 140

Lo stilista spagnolo Manolo Blahník celebra oltre 40 anni di creazioni con una monografia edita da Rizzoli curata e ideata dallo stesso stilista che ripercorre sia la vita che le opere attraverso scatti fotografici realizzati appositamente per il libro e immagini tratte dai suoi diari con inoltre 250 bozzetti esecutivi. Un elegante libro illustrato che ripercorre la carriera artistica di uno degli stilisti più amati nel contemporaneo, noto al grande pubblico per aver riportato alla ribalta il tacco a spillo in una decade, gli anni Settanta, in cui imperava uno stile radicalmente opposto. Le scarpe di Manolo Blahník, rese popolati dalla serie Sex and the City sono ormai entrate nell’immaginario collettivo femminile, non solo per gli avveniristici accostamenti cromatici ma anche per l’artigianalità che sta alla base della loro creazione caratterizzata da un accurato lavoro manuale e spesso lontana dalle dinamiche della produzione seriale. La pubblicazione è inoltre arricchita da alcuni omaggi che lo stilista dedica ai suoi numi tutelari fra i quali spiccano i nomi di Anna Piaggi, Luchino Visconti, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Diana Vreeland, Tennessee Williams e Cecil Beaton.

“Grace: Thirty Years of Fashion at Vogue” è una pubblicazione a cui Grace Coddington iniziò a lavorare nel 2002 con il supporto del suo collaboratore Jay Fielden oggi finalmente ristampata da Phaidon. La leggendaria direttrice creativa di Vogue America divenuta molto popolare grazie anche alla sua memorabile partecipazione nel film The September Issue del 2009, racconta in questa monografia di oltre 400 pagine i suoi primi trentanni di lavoro per le edizioni di Vogue Inghilterra e America. La prefazione del libro è a cura di Anna Wintour, e del designer Karl Lagerfeld. Inoltre, aneddoti personali e storie che raccontano il lavoro svolto con celebri fotografi come Cecil Beaton, Irving Penn, Bruce Weber, Steven Meisel e Mario Testino e con personaggi della moda come Naomi Campbell, Jerry Hall, Linda Evangelista e Manolo Blahnik, corredano questa leggendaria raccolta monografica.

UN ETERNO ISTANTE La mia vita Autore Giovanni Gastel Mondadori Electa, pp. 144, € 16.90

È sempre stata l’immagine a far parlare di lui ma questa volta Giovanni Gastel, il grande fotografo di moda, sceglie di raccontarsi attraverso le parole con un libro dal titolo “Un eterno istante” edito da Mondadori. Un racconto che ricompone per la prima volta la sua carriera attraverso avvenimenti, persone e incontri, come quello che ha siglato l’inzio di un importante sodalizio creativo, con Flavio Luccchini e Gisella Bormioli dei rispettivi Mondo Uomo e Donna, magazine testimoni di una grande stagione per l’editoria di moda italiana, fino a giungere alla definitiva consacrazione internazionale di Gastel nella capitale francese con Elle. Un libro che mette a fuoco un’ immagine di Giovanni Gastel inedita, intima come lo sono le sue fotografie in cui riaffiorano vividi ricordi della sua vita professionale e privata.

PADRI E FIGLIE Regia: Gabriele Muccino Interpreti: Russell Crowe, Amanda Seyfried Uscita: 1 ottobre 2015 Trama: Il cast per il ritorno alla regia di Gabriele Muccino è spettacolare: Russel Crowe, Amanda Seyfried, ma anche Diane Kruger e Jane Fonda. Sono i protagonisti di una storia di rapporti familiari travagliati, che punta tutto sulle emozioni: Russel Crowe interpreta un romanziere famoso che, rimasto vedovo, deve lasciare la figlia per curare una grave malattia. Ventisette anni dopo le avvicina nuovamente per ricreare il rapporto ormai perduto.

MUSIC: ANTHEMS FOR DOOMED YOUTH / The Libertines

Created by Juan Pablo Bravo from the Noun Project

A distanza di dieci anni i The Libertines tornano con un nuovo album, “Anthems For Doomed Youth” in uscita il 4 settembre. La band di Pete Doherty e Carl Barat ha registrato quest’anno il suo terzo album, prodotto da Jake Gosling, in Thailandia in sole sei settimane tra aprile e maggio presso i Karma Sound Studios. Il disco che verrà pubblicato in CD, vinile e Box Deluxe contiene 12 inediti con 4 bonus track nella versione deluxe. Universal

ANGELS & GHOSTS / Dave Gahan & Soulsavers Un album nato da una vera e propria collaborazione transoceanica, dalla campagna inglese a Manhattan, quella tra Dave Gahan e Rich Machin dei Soulsavers, sodalizio nato già nel 2012 con l’acclamato “The Light the Dead See” e riconfermato dall’album “Angels & Ghosts” in uscita il 23 ottobre. Sonorità scure di derivazione gospel e blues colorano tracce dalla nuda bellezza, tratto distintivo delle loro canzoni. Sony Music

COMPTON / Dr.Dre

Maconochie Photography

Ispirato a Straight Outta Compton il film che racconta origini, ascesa e declino dello storico collettivo gangsta rap degli N.W.A. (in uscita in Italia il 1 ottobre), Compton rappresenta come lo stesso Dr.Dree afferma “il gran finale della sua carriera”. Un album che esce a distanza di 16 anni dal suo ultimo lavoro ed è colmo di ospiti: da Eminem a Kendrick Lamar, passando per Ice Cube, Xzibit, Snoop Dogg e altri grandi nomi del rap. Universal

CROSSEYED HEART / Keith Richards

“Crosseyed Heart” è il terzo album da solista per Keith Richards, il primo dopo 20 anni, composto da 15 tracce in cui riemerge tutto ciò che ha sempre amato: reggae, rock, country e blues. Scritto insieme a Steve Jordan che è anche coproduttore, l’album annovera la partecipazione di svariati artisti tra cui Norah Jones con cui Keith Richard ha scritto e cantato il pezzo intitolato Illusion. Universal

LIFE Regia: Anton Corbijn Interpreti: Robert Pattinson,

Dane DeHann, Joel Edgerton, Alessandra Mastronardi, Stella Schnabel Uscita: 8 ottobre 2015 Trama: Il racconto dell’amicizia tra James Dean e il fotografo della Magnum Dennis Stock dura il tempo di un viaggio, ma permette di fermare un momento storico e la figura di uno dei suoi protagonisti con l’intimità della biografia. Il film ferma la figura del giovane James Dean come astro nascente della nuova cultura giovanile degli anni ’50, attraverso lo sguardo d’eccezione del fotografo esteta, che lo immortala mentre diventa un’icona.


FASHION ILLUSTRATED

Issue #39 - Ottobre 2015


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THE LOOK (p.13) Her Majesty Rihanna Rihanna, the queen of a daring self-reinvention that sets new trends has an ultra-versatile style that ranges from sportswear to Armani’s greige, while entering the Palace of Versailles as the face of the new aristocracy that chooses Dior. Languid and intriguing eyes, athletic physique and unquestionable singing abilities, make of Rihanna a perfect showbiz machine. Listing the countless awards and records wiped away during her relatively short career it’s unnecessary, here, we are talking about look. Although, often we wonder if in today’s era of image, this may influence an artist’s path. The answer is clearly yes! But most of all, flexibility and the art of reinventing oneself with time following and sometimes setting new trends are key. Rihanna has mastered this field as well. We have literally seen her in every possible version, from casual to ultra elegant, from romantic to punk, but always being able to be true to her identity and DNA. She surely never goes unnoticed, and not just for her international stardom, but also for her ability of playing with different looks. It is clear that she is very conscious of her appearance and perfectly knows how to make the best of it. I personally prefer her in her casual/chic version, which I believe suits and complements her best. No one can wear a simple grey sweatshirt like she does! I would be very curious to walk in her (probably huge) closet to see how it is organized, because if you take the time to google her looks, you can really find anything…not to mention the hairstyling chapter. Extremely eclectic, she loves color as well as total black and bold accessories. She can effortlessly wear any type of heels and she is not adverse oversize pieces, especially tops, that match the nude look of the bottom part of the outfits. In other words, we like Rihanna, even because she often dares and she does it effortlessly. Great part of her wardrobe is definitely dedicated to streetwear, favouring a hip hop flavour (at least for her private life), while minimal pieces are harder to find. This is why the collaboration of the artist with Giorgio Armani comes as a surprise. In 2012, besides posing for Emporio Armani Underwear campaign, Rihanna was asked to “design” a capsule collection for Armani Jeans and Emporio. She shows her ongoing love for King Giorgio’s creations by often wearing his dresses or suits. As she did during her recent appearance at the BET Awards at the Los Angeles Microsoft Theatre, where she showed up wearing a Giorgio Armani golden suit (jacket and divided mini skirt). The choice of color, obviously, was not unintentional, and it flawlessly complemented her amber skin, making her stand out while being sophisticated. A perfect choice, even because it softened the contrast with her body, concealing the fact that she wearing absolutely nothing underneath her jacket! She went all out with the accessories

matching her tattoos, since the skirt suit presented a clean cut. Besides the many types of necklaces and chains, among which one with a Chinese dragon, she wore diamond earrings, bracelets with amber details and bold rings displaying her true personality. Although quite far from the androgynous and minimalist woman that we expect from an Armani look, someone like her can just do whatever she pleases.

pled with a fluid fabric choice is essential. Focus will sway to the sleeve, which will highlight another key feature for this new bohemian approach: volume play. With regards to styling, look to mix big and small shapes together for a more dramatic effect. This will add to the overall message, giving the update a more design-led approach.

** 5. WAVING

The comeback of ruching is probably the most evident phenomenon of these collections. Nearly everyone embraces it in all its possible variations, from Balmain’s layered mermaid dresses to Oscar De La Renta’s TRENDS TO WATCH Dynasty-style ladies’ suits and Au Jour Le Jour’s hippie blou(p.28) sons. Givenchy opts for a maxi The Top 6 of 2016 version to define the Victorian silhouette of a suit composed of The most interesting trends sleeveless jacket and pencil skirt from the Resort 2016 collec- with side cuts. tions highlight how contemporaneity redesigns and decon- ** textualizes the past. 6. SARTORIAL PINK 1. INDIGO REVOLUTION Denim plays a leading role in the nostalgic Resort 2016 collections. The classic fabric, synonym of easy and basic style, is revisited by fashion brands with a sophisticated and luxurious twist. With Fendi, Karl Lagerfeld presents items that appear to be made of denim, and are instead made of much more precious materials, as silk, printed or woven resulting in the typical rough layer, and shearling.

RIHANNA - CREDIT CHRISTOPHER POLK

classic “stereo-waves” pattern” in a new brilliant version.

** 2. OPTICAL RIVIERA

The men’s pink suit has been a surprise from the next Spring’s menswear collections and, confirming that fashion is headed towards a common direction for different genders, here comes a woman’s version, possibly double-breasted and interpreted with different pink hues on different silhouettes. Pablo Coppola’s retro translation for Bally features thin lines and trousers that widen towards the end hiding the shoes.

Oltre l’Agender

FOCUS: THE SEASON The maritime inspiration is GUIDE (p.24) one of the recurrent themes for Bohemian Romantic Spring collections, especially The bohemian trend has evolved since it came into being in the autumn of 2015. Since then, the trend has become softer, prettier, while the silhouette has blossomed into roomier territory. Fabrics have focused on the classics such as broderie anglaise and pretty ditsy florals. Colours, on the other hand, have been delicate and feminine, opting for soft pinks, clotted creams and parchment white. The Bohemian Romantic look – as we like to call it – is going to be essential for SS16. This will move on with newness and freshness with the inclusion of more modern abstract designs. The look itself is set to become more experimental too, in terms of silhouette, colour and fabric choice. In terms of shape, the focus will move away from the tunic and A-line silhouette of late; instead, eyes will dart to the waist, as this takes centre stage. Large volume is important too, but things will get looser as we introduce the idea of fluidity. To note: the maxi dress is a key item. Though the biggest move-on, along with the aforementioned waist, will be the approach to fabric. It’s going to get more textural and these textures are going to come from the construction of the fabric, such as jacquard, or via embellishments and embroideries. The one-piece has also established itself as an essential item – mainly due to its military spin. The difference for SS16 however will be the hems and the cuffs as they grow in size. Combined with a more fluid fabric choice, the overall effect will be softer, dreamier and more romantic. As for the blouse, this will be key for SS17. Again, volume cou-

for menswear. So much that, at times, it is a sign indicating lack of ideas. But, if as in the next season, it’s revised with a feminine twist and decontextualized, leaving the traditional white and blue combination behind and replacing it with optical, it becomes a totally different story. The British brand Preen by Thornton Bregazzi goes beyond, offering tops and outerwear with sailor’s neck that recall a 1980’s New Wave style. ** 3. PLEATS PLEASE Unexpectedly, pleats appear to be one of the strongest trends of the Resort 2016. They were presented in every type of fabric, silhouette and length, with the exception of Issey Miyake, whose virtuosisms related to this technique are a trademark and continue to amaze every season. Flowy pleats, almost like petals, stand out at Vionnet outlining a pastel pencil skirt. For Creative Director, Goga Ashkenazi, it’s one of the ways to enhance the typically springy mood of the collection. ** 4. RAINBOW Studies on color become extreme for this new season. Color-blocking, which popularity has steadily continued to grow for at least a year, turn into virtuosism, including as many shades as possible. Angela Missoni, however, preferred paying homage to artist Sonia Delaunay, who has always represented source of inspiration for her mother Rosita as well, creating prints and kaleidoscopic mosaics. One of the highlights of the collection is undoubtedly the

GUCCI

At this moment in time, when the attention of the media towards different gender identities reached its historical high, runways seem to have taken a strong stand, coherent to their essence. Nothing new, actually, fashion, music and arts in general have always been fascinated with ambiguity and they experiment the contamination of masculine and feminine aesthetics. From Chanel’s garçon style, to Glam Rock and 1970’s Disco; from Armani’s suits to the feminization of men in the mid-1990s, we have witnessed a constant mix of masculine and feminine aesthetics that then lead back to a clear separation, in accordance with the taste of that specific time. Nowadays, the difference is that we are all used to call things with their name, thanks to a more immediate access to information, which contributed to the dismissal of several taboos. This is why it didn’t cause any scandal

BURBERRY PRORSUM

when, this past January, Alessandro Michele revolutionized Gucci’s image with a decisively young and agender image that, after just a few seasons, generated revenues for the brand that exceeded expectations. The formula has been strengthened season after season, showing men and women’s looks together and quickly creating new staples, such as the pussy-bow blouse to be worn under masculine suit, for both him and her. Accompanying menswear shows with previews of women’s pre-collections is becoming an increasingly common habit that underlines the contact points between the two style universes, which move closer to each other consolidating the identity of the brand. Christopher Bailey, for example, used the lace, an uncharted material for menswear, provided by small British artisans’ laboratories, to create men’s shirts and ties that perfectly match the patchwork dresses of the women’s looks of Burberry Prorsum Resort collection. Antonio Marras and Prada, instead, interpreted the same artwork on different pieces for him and her; respectively, the ‘Bird of Paradise’ print, and the rocket jacquard pattern.

VERSUS (p. 29) Glittering Prize The comeback of sequins adorning chromatic virtuosity. And not just for the evening looks. Spring 2016 promises to be a season in which the playful side has a leading role in fashion, right at the excess limit. All the elements are present, from the exasperate use of colors, to the revolution of silhouettes, inspired to the 1970’s, from transparencies to an overdose of decorations. In this sparkling context, a shower of sequins completes the picture. They’re employed in a more or less unconventional way, covering not just cocktail dresses. The Disco Diva look has infected almost everyone, giving life to a shimmering tourbillon. And we are obviously not talking about monochromatic pieces; the sequins are inserted into elaborated chromatic games in order to decorate the designs. Julie de Libran, for instance, uses them to emphasize Sonia Rykiel’s iconic


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rainbow pattern on a skin-tight dress that would have looked great on Jerry Hall in a night at the Studio 54. Similarly, Olivier Rousteing outlines with sequins maxi horizontal lines on a long dress to be worn over an animal print blouse for a Resort collection that features unexpected combinations, a must, willingly ignoring the separations between daywear and eveningwear. The so-called “occasions of use” represent an irrelevant concept for Karl Lagerfeld as well. “I have no idea what a practical life is”, states the designer during the Chanel Resort show in Seoul, while presenting his vision of Korea, a country that inspired him, especially from a chromatic point of view, as shown in the diagonal lines of sequins that adorn a soft cocktail dress. Nicolas Ghesquière for Louis Vuitton goes even further, presenting a long-sleeved top decorated by a shiny patchwork worn over jogging pants and flip flops.

FASHION&CINEMA (p. 30) Technical Femininity, Soft Metal Sensuality Among neoprene, napa leather and metal beautiful thrilling humanoid materializes on the catwalk for Summer 2016

THE MOVIE EX MACHINA COURTESY OF UNIVERSAL PICTURES

Cold and metallic, the new seduction evokes a sidereal cyber doll, an artificial intelligence full of curves and swing skirts made of leather or neoprene, elected by style dowsers as cult material for the collections dedicate to the Spring Summer 2016. Lasered, cut, silkscreen printed and painted in vivid acid tones, opposed to the darker and unsettling black, the new superstar neoprene -widely used by Donatella Versace and Alexander Wang- alternates with more futuristic retro leather, with the new ‘entangled napa’ in Jeremy Scott’s ironic and irreverent vision for Moschino or in Costume National’s sweatshirts, defining new trajectories in the modernist look of this irresistible femme fatale, not lacking a particular coquetterie mindful of Alaïa’s and Norma Kamali’s silhouettes, similar to liquid mercury on the skin. Strong and sensual as Luc Besson’s Lucy, played by Scarlett Johansson or sensual and manipulative like the robot Ava, portrayed on the big screen by Alicia Vickander, the amazing protagonist of Ex Machina, Alex Garland’s sci-fi thriller on the opening of new scenarios through the dialogue with increasingly humanized androids. The new vedette of the catwalks of Milan, Paris, London and New York will be a vaguely 1980’s glamazon. The

COSTUME NATIONAL

reference to Blade Runner’s sublime Replicants is inevitable, just as much as the processor’s charming voice that makes the solipsist Joaquin Phoenix -main character of Spike Jonze’s Her- fall in love. Sculptural yet soft is the structure that defines her glacial beauty: her sporty glam wardrobe favours a paratrooper’s taste of a fashion warrior from the future; ‘pleasant aggressively’ as Karl Lagerfeld defined her. Zippers suddenly opened on bright colours as flashes of a new aesthetic identity, outline a bodycon, technical and graphic silhouette in which the pleasure of adventure meets a suffused touch of covert romanticism, waiting to discover the new stories of Lisbeth Salander, the heroine of Stieg Larsson’s unpublished novel, ‘The Girl in the Spider’s Web’, 4th episode of the Millenium saga, which is already a cult for the fans of the genre.

DIRK BIKKEMBERGS

SHOPS (p. 34) A Milan To Love “Once, I used to wander through the desolate outskirts of the city and roaming along railroad beds, enchanted by the picturesque and romantic Porta Ticinese and its canals. Now, there is a metropolis with its skyscrapers, a vaguely futuristic and a bit provincial city: a mix of risotto and steel

that amuses me”. These are the words used by Alberto Lattuada, Italian director, screenwriter, actor and film producer, to describe Milan. A multifaceted city, able to combine the international luxury of fashion boutiques with the checkered tablecloths of unpretentious trattorias. A shopping-oriented visit can only begin from the “Quadrilatero”: a network of streets, an unmistakable symbol of elegance Made in Italy. The meeting point for millions of tourists, attracted by the glamour and high-sounding names of the most important fashion designers every year. The area, enclosed by Via Manzoni, Via della Spiga, Corso Venezia and Via Montenapoleone, and world renown, allows to admire the latest collections of ready-to-wear, high jewelry, design and perfumes, while dipping into the past with the historical shops (included in a dedicated in a “Register of Historical Shops”, as the Cova patisserie since 1817 or Pisa Orologeria since 1940). A true golden Quadrilateral that hosts different events. The Vogue Fashion’s Night Out is among the most important ones, during the first week of September, coinciding with Milan Fashion Week: a long evening in which boutiques stay open till late, hosting DJ sets, celebrities, previews of collections; or the Vendemmia in Boutique, when some of the most prestigious national wineries present their new vintage in the shops of the district. An experience not worth missing is also getting lost in the small streets that make up Brera; the district that features a timeless atmosphere, away from the chaotic life of the rest of the city. Every third Sunday of the month, with the exception of the month of August, Via Fiori Chiari, Via Madonnina and Via Formentini transform welcoming stands dedicated to modern antiques, jewels, books and even clothing. An initiative born in in 1981 that, endures the test of time, animating the whole neighborhood throughout the day. A few steps from Brera, there is what some call the “New Milan”: Porta Garibaldi and Corso Como. The latter is one of the main streets where Milan’s nightlife comes alive. Here are located restaurants, pizzerias, pubs and lounge bars that animate the nights of the Lombardy’s capital and most of all of Fashion Week, and where you can bump into stars of entertainment, maybe in one of the most famous club in town, such as Hollywood Milano, Loolapaloosa, Executive Lounge Milano and Shocking Club. But mostly, well known and appreciated is 10 Corso Como, a corner of Milan where art, fashion, music, design and cuisine meet. The ideal spot where

THE SHOP IMARIKA, V.LE MORELLI 1 - MILAN

to shop, relax and discover new urban and international trends.

WORLD NEWS (p. 36) As luxury goes digital, ‘diffusion’ brands become obsolete digiday.com by Hilary Milnes

The diffusion brand, as it has existed for the past few decades, feels ancient in the modern fashion industry. In fashion, the term “diffusion brand” means a secondary line by a well-known designer. (Think Marc by Marc Jacobs, CK by Calvin Klein.) They are intended to reach a younger, aspirational demographic with lower price points and edgier items — all while generating extra revenue. Diffusion brands had their heyday in the 1990s and early 2000s, but since then, the industry has changed. Today’s consumers are shopping and researching across brickand-mortar, online and mobile channels, and legacy fashion houses have been slow to realign their resources accordingly. “Omnichannel is taking up a lot of focus for these brands that aren’t digitally native, and that’s a lot of time, energy and organizational change,” said Ruth Bernstein, founder of creative agency Yard. “With diffusion lines, you’re splitting your attention to two different brands that have two different voices. Then you must maintain both conversations across channels. It’s hard.” A quick look at some of the designers that have discontinued their diffusion brands demonstrates that the model has lost its luster. Marc by Marc Jacobs was absorbed back into the main Marc Jacobs line in 2015. D&G by Dolce & Gabbana dissipated in 2011. Prada’s Miu Miu was repositioned into a sister brand. DKNY is still hanging on, but things aren’t looking good: Namesake Donna Karan recently stepped down as the brand’s creative director, and Aliza Licht, the brand’s popular social media persona @DKNYPRGirl, has departed.It’s not just that retailers are facing a sink-or-swim situation among new channels. New trends like fast fashion (H&M, Zara) and affordable luxury (Tory Burch, Michael Kors) have eaten up diffusion brands’ stake in the market.“In the 1990s, diffusion brands had much less competition than they do today,” said Rony Zeidan, founder of branding agency Ro New York, who also serves as a contributor at the publication Luxury Society. “There’s no sexiness or luxuriousness around them anymore; the market is too diversified, and shoppers have too many options.” Legacy luxury brands have begun warming up to e-commerce — Burberry stands out as a luxe-to-online success story — but overall progress is slow moving. Design houses like Chanel, Fred Segal and Tom Ford announced only this year that they would begin selling online. Others, like Céline, haven’t budged, still selling product strictly in stores. According to fashion-business analysis firm Fashionbi, online sales currently account for 5 percent of the luxury goods

industry. This is behind that of the overall global industry, where online sales are projected to account for 6.7 percent of all retail this year. “When you’ve got physical retail and e-commerce, all the pieces must work together,” said Bernstein. “If a secondary diffusion line doesn’t make sense, it starts to fall apart.” The Internet has driven that point. Now, fashion shows are streamed runway-side on Periscope, emerging indie brands like Revolve can blast into the mainstream retail industry, and the designers themselves, like Michael Kors and Marc Jacobs, can share behind-the-scenes peeks into collections (and their personal lives) on Snapchat and Instagram. The Web has shed a clearer light on the fashion industry, previously nontransparent to outsiders, and as a result, the previous unattainability of high-end designers is lessened, along with the need for a diffusion brand. “The visibility of fashion and runway shows online has changed fashion in a way we haven’t seen before,” said Zeidan. “Everyone is seeing runway shows online six months before the product is in-store, and the aspect of being in touch with the fashion world online has subconsciously caused a rift between what consumers want and what they’re offered.” Enter brands like Asos, Zara and H&M that create runway imitations for a fraction of the cost, and quickly. H&M has also been home to quick-tosell-out collections in collaboration with designers like Alexander Wang. In comparison, the diffusion brand is slow to react to trends that its own head designer is creating. “E-commerce has sped up the fashion industry,” said Ashley Painstil, editorial director at FashInvest, a business platform and research firm for growing fashion, retail and consumer companies. “From production to reaching the audience, one streamlined approach from the brand is important. Not to mention brand identity is important, and diffusions were watering those down.”DKNY, for its part, has made a smart move in its bid for survival: In Donna Karan’s wake, Dao-Yi Chow and Maxwell Osborne were brought in as the new creative directors. Previously, the pair created trendy, millennial-favorite label Public School — the exact type of brand that’s threatening diffusion brands’ relevance. “Diffusion lines were a good idea for their time,” said Paintsil. “But social media and e-commerce took over millennial shopping habits. A luxury brand has to recruit talent that knows those habits to keep it alive online.”


FASHION CHI LEGGE

Il gioco della moda Per me Il capo salvavita è la camicia, dal taglio perfetto, elegante ma semplice. All’abito molto bello preferisco l’abito che mi faccia molto bella. di MADDALENA CORVAGLIA, illustrazione di LA FILLE BERTHA

A

mo la moda, la trovo uno dei pochi giochi rimasti quando si diventa adulti. Da piccola amavo vestire le Barbie… Da grande vesto me stessa. Quello che da piccola rendeva questo gioco divertente era la fantasia. La libertà di poter azzardare, mischiare, creare un proprio look…ed è esattamente quello che cerco di fare. Mi piace giocare con i contrasti, i colori, gli accessori ....Attenzione! L’importante è attingere dal giusto cassetto e non da quello con i capi che tanto amavamo negli anni 90 e dei quali non riusciamo a sbarazzarci perché sappiamo che un giorno torneranno di moda. La differenza tra moltovecchiofuorimodadabuttare e vintage è quella linea sottile alla quale non oso avvicinarmi. (quello è già un mestiere!). Nell’abbigliamento quotidiano non sono, fortunatamente, un’addicted delle grandi firme. Di giorno, quando non faccio sport, sono sempre molto casual. In jeans (dondup, brand, Oneteaspoon, Talco... ) e canotta che può tranquillamente essere H&M o Zara...I miei salvavita

sono le camicie di Bagutta: taglio perfetto, eleganti ma semplici, perfette in ogni occasione. Trascorrendo inoltre molto tempo negli States mi piace imbattermi nei piccoli negozietti dove trovo delle chicche impagabili come lo zaino peloso gigante che ho trovato a San Francisco. Per serate ed eventi particolari invece, vivo appieno l’orgoglio di essere italiana e la fortuna di vivere a Milano, la città dell’alta moda. Amo gli abiti lunghi da passerella, che fasciano il corpo così tanto da far fatica a camminare a patto che siano semplici e puliti. All’abito molto bello, preferisco sempre l’abito che mi faccia molto bella. Amo nudità e trasparenze sulla schiena, la trovo molto più sexy e meno volgare del seno (sarà l’età che mi fa parlare cosi). Vestirsi è un po’ come travestirsi. Si sceglie cosa o chi si vuole essere in quel momento. Quando indosso anfibi e chiodo mi sento tosta e mascolina ... E purtroppo anche la mia camminata da bulletto di periferia si adegua a quel mood. Mi basta salire su un tacco 12 o entrare in un tubino extraslim e il portamento cambia totalmente.


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Issue #39 - Ottobre 2015

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