23 Fashion Illustrated Design

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Design

Direttore responsabile Flavia Colli Franzone

www.fashionillustrated.eu

MERCATI

Destinazione Emirati Arabi Uniti

Ideazione

DESIGNER DI BOTTEGA

Alla scoperta dell'artigianalità più autentica. Pag. 10

www.designillustrated.eu

Ideazione

Produzione

Le tendenze 2013/14 dei tessuti per la casa. Pag. 16

La filosofia del brand ruota intorno alla pelle. Pag. 18

NATURAL RICHNESS

BAXTER

Digital

PRODUZIONE E WEB

Crowdfunding ed e-commerce per i giovani creativi. Pag. 20

CONTAMINAZIONI

RAFFINATE ATMOSFERE

Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Milano

Performing Art Centre di Zaha Hadid

Obiettivo Hong Kong? Meglio far rotta sugli Emirati Arabi Uniti. Centro di riesportazione verso gli altri paesi del golfo e il Nord Africa, con tasse e dazi limitati, Dubai è una città in forte espansione aspettando l’Expo del 2020. Dopo la battuta d’arresto dell’economia nel 2009, oggi la città dei grattacieli, delle piste da sci nel deserto e delle architetture più all’avanguardia è tornata a correre e ad offrire grandi possibilità di business agli stranieri sia come importazioni sia come creazione di succursali in loco, grazie alle opportunità offerte dalla tax free zone. A questo si aggiungono la limitata tassazione su persone fisiche e giuridiche, la burocrazia molto snella, un dazio del 5% su tutte le merci (tranne tabacchi e liquori) e una previsione di crescita del PIL del 3,6% stimata nel 2014. E’ da sfatare però l’idea dello sceicco che arriva con il portafoglio pieno di dollari. Alcuni di loro sono competenti, ma spesso i loro manager e la manodopera locale non sono all’altezza. Pag. 13

TREND

Materiali e sostanza al centro del design

Libreria Budri

Un mix di forme, materiali, colori e significato. Il design contemporaneo conferma la sua già nota attenzione alla sostanza vera. Designer e aziende stanno ad esempio rivalutando le potenzialità del marmo. Uno degli ambienti che hanno ispirato maggiormente è la cucina, tradizionalmente vestita in marmo, dai lavelli ai piani cucina, ma non mancano progetti di arredo fatti in pietra. Dal marmo al metallo, un’altra tendenza è orientata alle strutture solide ma esili alla vista: come giunchi a riva, gli arredi lasciano intravedere l’ambiente circostante inframezzandolo con interruzioni ottiche. Fino ad arrivare all’indiscusso sovrano del momento: il tondino in ferro, con il quale si costruiscono sedute e tavolini apparentemente sospesi nell’aria, light ma in realtà solidissimi. Ma non vince solo il nuovo. Materiali dismessi e arredi datati hanno una seconda vita, cambiando destinazione d’uso. Pag. 18

Embeth Davidtz e Julian McMahon nel film Il potere dei soldi distribuito da Moviemax. Interni di Armani/Casa.

Gli stilisti collaborano con il cinema per vestire gli attori e per ricreare ambienti raffinati ed eleganti. Come gli interni di alcune scene firmate da Giorgio Armani per il film Il Potere dei Soldi.

La moda si è alleata con il grande schermo già da tempo. Giorgio Armani già lo aveva fatto negli anni Ottanta, quando aveva creato il guardaroba di Richard Gere in American Gigolò per proseguire poi con altri film cult, da Shaft a Io Ballo da sola, da Ocean’s Thirteen a Tje Social Network,

solo per citarne alcuni. Ma l’osmosi fra moda e cinema è ancora più profonda: contamina gli ambienti, si insinua nel lifestyle, diventa parte del film stesso. E’ quello che accade in Il Potere dei Soldi diretto da Robert Luketic, interpretato da Harrison Ford, con Liam Hemsworth, Gary Oldman e Amber

Giorgio Armani: “Collaborare per realizzare la visione di David Brisbin in questo film mi ha dato l’opportunità di far vivere Armani/Casa in un contesto credibile e appropriato”

Heard, dove è ancora Giorgio Armani a creare alcuni ambienti che fanno da sfondo a diverse scene chiave. Divani, lampade, tavoli e sedie Armani/Casa vanno a caratterizzare con forza la scenografia, dando corpo all’atmosfera elegante e raffinata dell’appartamento moderno e lussuoso nel quale Adam

Cassidy, il giovane e rampante uomo d’affari interpretato da Liam Hemsworth, si trasferisce. Ancora una volta, la collaborazione dello stilista si estende anche ai costumi di Jock Goddard, impersonato da Harrison Ford, impeccabile nel completo blu notte a due bottoni e nel blazer grigio cemento.


DESIGN ILLUSTRATED


DESIGN ILLUSTRATED

L'EDITORIALE

Contaminazioni

L

a matrice tutta italiana del “saper fare” e del “bello e ben fatto” accomuna la moda e il design, due mondi fino a qualche anno fa lontani e diversi soprattutto nella formazione – molti stilisti hanno imparato il mestiere nelle sartorie e nelle botteghe, mentre i designer hanno un background più accademico – ma ormai vicini per affinità culturali e destinazioni di mercato. La moda e l’arredo hanno infatti obiettivi comuni ed i Paesi a cui si rivolgono in questo difficile momento economico sono spesso gli stessi. Archiviata la “vecchia” Europa che non sembra smuoversi dal suo torpore negli acquisti, sotto i riflettori rimangono i mercati extraeuropei soprattutto quelli interessati all’alto di gamma. Comune denominatore rimane la Russia, che nei primi 4 mesi del 2013 è crescita per l’arredo del 9,3% e per la moda del 4,6% nei primi 7 mesi di quest’anno. Per l’arredamento – diversamente da quanto compare nella top ten del tessile - si piazzano al primo posto gli Emirati Arabi Uniti che, grazie all’expo del 2020 a Dubai, al rilancio dell’edilizia e alle limitate tassazioni, stanno attirando aziende e società straniere nelle zone franche. Dubai diventa così la nuova Hong Kong, porta d’ingresso non solo negli Emirati, ma anche centro di riesportazione verso gli altri Paesi del Golfo e il Nord Africa. Un altro punto in comune è l’evoluzione del retail. La moda si contamina sempre di più con altre merceologia e i concept store sono multisensoriali e trasversali offrendo una shopping experience a 360 gradi che include abbigliamento, pezzi di arredo e food. Primo esempio di questa azzeccata formula sono stati a Milano 10 Corso Como e a Parigi Mercì, per arrivare alla prossima riapertura nel capoluogo meneghino di Brian & Barry, a gennaio 2014. Un intero palazzo, suddiviso in 12 livelli, dove si alternano abbigliamento, design (curato da Ecliss Milano), food con Eataly e il ristorante Asola. E, infine, il design si fa sempre più social, come la moda. I creativi e le aziende si incontrano sul web, si fanno conoscere con un click, propongono app per risolvere problemi estetici sia di abbigliamento che di arredamento della casa. Nel design, più che nella moda, si sta sviluppando il fenomeno del crowdfunding, ovvero un modello di finanziamento che parte dal basso, mobilitando risorse e persone che si uniscono per realizzare progetti. Un esempio su tutti è Eppela, che permette al consumatore che si trasforma quasi in imprenditore, di finanziare progetti creativi e innovativi in vari settori, dall’arte al cinema, dal design alla musica, dall’innovazione sociale, alla scrittura fino alla moda. Fertilizzazioni reciproche tra settori che in comune hanno il background culturale del paese che li esprime, la capacità manifatturiera, il gusto e il fascino tutto italiano di prodotti che continuano a dare @fcollifranzone un contributo irrinunciabile all’economia del paese.

Sommario MERCATI

8

È Dubai la nuova Hong Kong IDEAZIONE

1O

Designer di bottega

16

Natural Richness

17

Dal Salone Satellite a La Rinascente TREND

13

15

Strutture ultralight PRODUZIONE

18

La pelle è nel Dna Marmo extra-ordinario di Baxter

14

Recupero con stile

DIGITAL

20

La produzione inizia dal web

LIBRI

21

In libreria, le pubblicazioni da non perdere.

DESIGN CHI LEGGE

22

Outsider sì, ma che passione!

di Candela Novembre


Masthead 4

Direttore responsabile FLAVIA COLLI FRANZONE f.colli@fashionillustrated.eu Publisher MARCO POLI mpoli@milanofashionmedia.it Progetto grafico BUREAUBUREAU www.bureaubureau.it Impaginazione GIULIA QUAGLIA g.quaglia@fashionillustrated.eu Redazione VIRGINIA SIMONI v.simoni@fashionillustrated.eu Hanno collaborato Diana Barbetta, Marco Magalini, Federica Motta

Redazione Corso Colombo 7 20144 Milano Tel. +39 02 87365694 www.fashionillustrared.eu info@fashionillustrated.eu Concessionaria esclusiva per la pubblicità MILANO FASHION MEDIA Via Alessandria 8 20144 Milano Tel. +39 02 58153201 www.milanofashionmedia.it info@milanofashionmedia.it Responsabile testata PAOLA CORDONE pcordone@milanofashionmedia.it Segreteria di Direzione SAMUELA MARTINELLI smartinelli@milanofashionmedia.it Ufficio traffico GIADA STRAZZELLA traffico@milanofashionmedia.it Stampa Fashion Illustrated è stampato da MCAZIENDAGRAFICA SRL Via Alcide de Gasperi, 4 22072 Cermenate (CO) info@mcaziendagrafica.it La pubblicazione Fashion Illustrated è edita in Italia e all’estero da BIBLIOTECA DELLA MODA Corso Colombo 9 20144 Milano Tel. +39 02 83311200 info@bibliotecadellamoda.it www.bibliotecadellamoda.it

Periodico bimestrale registrato presso il Tribunale di Milano n. 138 del 22.03.2010 © 2012, tutti diritti riservati. Nessuna parte della pubblicazione può essere riprodotta in qualsiasi forma rielaborata con l’uso di sistemi elettronici senza l’autorizzazione dell’editore. Testi, fotografie e disegni: riproduzione vietata. Qualsiasi tipo di materiale inviato in redazione, anche se non pubblicato, non verrà in alcun modo restituito. Tutte le immagini contenuta in questo progetto sono a puro scopo illustrativo e tutti i diritti appartengono ai rispettivi autori. Abbonamento 2013: 8 numeri e 2 The Black Book of Retail euro 49. Mandare una mail a info@libreriadellamoda.it tel. 02 83311216 – 02 58153201 La riservatezza per gli abbonati è garantita dal pieno rispetto della legge 675/96 sulla privacy. I dati forniti verranno utilizzati esclusivamente per l'invio della pubblicazione, non verranno ceduti a terzi per alcun motivo.

Photo credits Per le immagini senza crediti l'editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. L'editore è a piena disposizione per l'assolvimento di quanto occorre nei loro confronti.

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DESIGN ILLUSTRATED

arketipo firenze

arketipo.com

20/12/13 14:37


Contributors 6

Special guests

ILLUSTRATORE

Vito Nesta

JACOPO ATTARDO

MARVA GRIFFIN WILSHIRE

Ha tenuto workshop di marketing non convenzionale presso l’Accademia di Comunicazione di Milano e crede che Wikipedia sia la più grande invenzione del nostro secolo (e che questo sia solo l’inizio). Nel 2001 entra nel settore della comunicazione come fotografo, poi la sua carriera si evolve nel 2006 iniziando con il ruolo di project manager in Borderline-adv e poi per il gruppo Ninja Lab. Nel 2008 è uno dei fondatori di Brand Storming srl e successivamente diventa Content Manager per Borderline Ideas. Nel 2012 assume il ruolo attuale di Head of Digital presso RedCellgruppo WPP. Ha anche un suo blog personale jacopoattardo.wordpress.com che racconta in modo ironico il mondo dei new media. Pag. 20

Venezuelana d’origine ma milanese d’adozione, Marva Griffin Wilshire è una delle persone più influenti nel mondo dell’arredo. Esordisce come assistente/ pr presso l’ allora C&B (oggi B&B Italia) a fianco di Piero Ambrogio Busnelli, diventando poi corrispondente per l’Italia di alcune riviste della Condé Nast – Maison & Jardin, Vogue Decoration, American House & Garden, American Vogue. Per otto anni organizza la mostra del tessuto Incontri Venezia. È curatrice, già dalla prima edizione nel 1998, del SaloneSatellite, un’iniziativa del Salone Internazionale del Mobile, collaudato trampolino di lancio internazionale per giovani creativi e scuole di design di tutto il mondo, ed è responsabile della stampa internazionale per Fondazione Cosmit Eventi/Salone Internazionale del Mobile. Dal 2001 è membro dell’Architecture & Design Commitee del Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Pag. 17

FERDINANDO FIORE Nato a L’Aquila, laureato in Scienze Politiche alla L.U.I.S.S. di Roma e in Geografia presso La Sapienza di Roma, è stato titolare di cattedra in Diritti dell’Uomo e il Centro di Ricerche e Studi sui Diritti dell’Uomo dell’Università L.U.I.S.S. Entrato all’ICE nel 1992, si è occupato di formazione e di cooperazione, con particolare riferimento agli organismi internazionali. Dal 1997 al 2000 è stato in servizio presso l’Ufficio ICE di Amman, Giordania con competenza su Cisgiordania e Gaza. È stato Direttore dell’Ufficio ICE del Cairo da settembre 2000 ad aprile 2001 poi dirigente dell’Area Rapporti con le Istituzioni e successivamente dell’Area Coordinamento Europa MEDA. È stato Direttore dell’Ufficio ICE di Dubai dal 2003 al 2008, con competenza su Bahrein, Oman e Qatar e in seguito Dirigente dell’Area Beni Strumentali, Tecnologia, Servizi presso la Sede di Roma. Dal 2011 è tornato a dirigere l’Ufficio ICE di Dubai. Pag. 8

MASSIMO ZANATTA Direttore della School of Design Istituto Marangoni, è laureato in Ingegneria presso il Politecnico di Milano. Ha iniziato la sua carriera lavorativa presso Total ed Erg come Project Manager. Si è occupato di portare avanti lavori innovativi e di sviluppo, così come nuovi format commerciali. Ha anche avuto modo di instaurare relazioni con le istituzioni, ministeri, associazioni di brand e partner commerciali. Zanatta ha esperienza nel campo dell’educazione e tiene seminari per svariate scuole. Oltre al design è appassionato anche di arte contemporanea. Pag. 14

Interessato al mondo del design, Vito Nesta si è laureato in Industrial Design a Firenze. Il viaggio è una costante nella sua vita, è una necessità usata per dare continui stimoli alla sua creatività, perché non c'è conoscenza senza cognizione. Si interessa di tutto ciò che viene dalla progettazione, dalla grafica all'architettura, dall' illustrazione alla fotografia fino alla pittura. “Il design è molto importante per me perché le idee e le emozioni, i pensieri e le intuizioni si fondono in esso, e con esso emerge l'anima del progettista”. www.vitonesta.com

DESIGN CHI LEGGE

Candela Novembre

Nata e cresciuta in Argentina, Candela Novembre arriva in Italia nel 1997 per fare la modella. Fino al 2003 ha girato il mondo, sfilando e posando per i migliori marchi del fashion system italiano e internazionale: da Marni a Marras, da Pucci a Cavalli, da Kenzo a Vera Wang a tanti altri. Sono anni segnati da un nomadismo intenso e dalla collaborazione con maestri dell'obiettivo del calibro di Bruce Weber, Deborah Turbeville, Michel Comte, Nathaniel Goldberg. Dopo aver fatto base a Parigi, Londra e New York, ora Candela vive a Milano con il marito Fabio Novembre e le due figlie Verde e Celeste, nate nel 2004 e nel 2008. Si definisce un work in progress, continua ad amare la moda e alterna collaborazioni da modella e stylist a incursioni nella comunicazione digitale per grazia.it e per il magazine online redmilk. Da non perdere su Instagram: candela_grazia_it.


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p. Paola Navone - ph. Andrea Ferrari

LE EMOZIONI NON VANNO RACCONTATE, VANNO VISSUTE.

Milano, via Medici 15 路 Roma, via Gregorio VII 308/310 | www.baxter.it


Mercati 8

L'OPINIONE

Il potere d’acquisto e il turismo spingono il made in Italy Testo di FERDINANDO FIORE Direttore Ufficio ICE Dubai

O

ggi il reddito procapite degli Emirati Arabi Uniti (54.700 US$) è uno dei più alti al mondo e il PIL continua a crescere: il Fondo Monetario Internazionale prevede un incremento del 3% nel 2013. Grazie ad un’economia in crescita, a un’alta capacità di spesa da parte delle famiglie locali e alla presenza di notevoli flussi turistici, il mercato degli EAU presenta un alto grado di assorbimento per prodotti di consumo  Il gusto e di lusso. Senza dioccidentale menticainfluenza il re che gli Emirati mercato arabo sono un importante centro di riesportazione verso gli altri Paesi del Golfo, del Medio Oriente e del sub-continente indiano. Tutto ciò concorre a fare degli EAU un mercato che offre ottime opportunità commerciali ai prodotti Made in Italy, da sempre riconosciuti come sinonimo di eleganza, design e qualità. Le esportazioni italiane nel settore arredo sono passate da 112 mln di euro nel 2010 a 122 nel 2011, per arrivare a 137 mln di euro nel 2012. Un trend molto positivo che si registra anche nel primo semestre 2013 con una crescita del 38% rispetto allo stesso periodo del 2012. La domanda interna si indirizza verso mobili moderni di taglio classico: mobili semplici, dalle linee pulite, di design attuale. E’ evidente in ciò l’influenza dei gusti occidentali. Non c’è più grande preclusione verso gli accostamenti più spinti: si vede convivere in uno stesso ambiente un salotto modernissimo e un mobile di stile classico tradizionale. La caratteristica peculiare del mercato degli Emirati è quella di essere multiculturale, a causa delle diverse etnie che convivono sullo stesso territorio (l’80% della popolazione è immigrata). Pertanto non è possibile definire una tendenza univoca nei gusti e nelle preferenze della popolazione in campo di arredamento.Altra specificità degli EAU è la bassa età media della popolazione che giustifica forse la spiccata preferenza per i colori brillanti e linee semplici che si è andata delineando negli ultimi anni. Nei paesi industrializzati gli acquisti di mobili vengono fatti con una previsione di durata di 10-12 anni, cioè più o meno il doppio della durata prevista per i beni di consumo durevoli. Negli Emirati si cambiano i mobili, o almeno si fanno sostanziali modifiche, ogni 2-4 anni. Ciò a causa dell’elevato turn-over dei lavoratori espatriati nel paese.

E’ Dubai la nuova Hong Kong HUB FINANZIARIO DEGLI EMIRATI ARABI UNITI, CENTRO DI RIESPORTAZIONE VERSO ALTRI PAESI DEL GOLFO E IL NORD AFRICA, TASSE E DAZI LIMITATI: UNA CITTÀ IN FORTE ESPANSIONE ASPETTANDO L’EXPO DEL 2020. di FLAVIA COLLI FRANZONE

Il Performing Art Centre di Zaha Hadid, uno degli edifici che, insieme al Louvre di Jean Nouvel, al Guggenheim Museum di Frank Gehry,al Marittime Museum di Tadao progetto architettonico a Saadiyat Island nell'emirato di Abu Dhabi, capitale politica e culturale degli Emirati Arabi Uniti.

F

inita l’era dei Paesi Bric, oggi è la volta di un nuovo binomio a trainare il business: i mercati NEMA, ovvero Middle East & North Africa. Proprio i 7 Emirati, nonostante la loro superficie di soli 83.600 km quadrati, sono in fermento in vista dell’expo del 2020 a Dubai. Dopo la battuta d’arresto dell’economia nel 2009 dovuta a un mix fra recessione mondiale e scoppio della bolla immobiliare, oggi Dubai, che rappresenta il fulcro commerciale degli Emirati, è tornata a correre e ad offrire grandi possibilità di business agli stranieri sia come importazioni sia come creazione di succursali in loco, grazie alle opportunità offerte dalla tax free zone. A questo si aggiungono la limitata tassazione su persone fisiche e giuridiche, la burocrazia molto snella, un dazio del 5% su tutte le merci (tranne tabacchi e liquori) e una previsione di crescita del PIL del 3,6% stimata nel 2014. Le strategie di business e comunicazione in questo mercato sono state affrontate nell’incontro “Italia verso il Middle East” organizzato da Twister in ottobre presso il Sole24 Ore. E’ decisamente positivo il quadro che è uscito dalla relazione di Mauro Marzocchi, segretario della Camera di Commercio delle Aziende italiane negli Emirati. Dal punto di vista finanziario, dopo un 2012 in crescita (+33,5%) la borsa di Dubai ha messo a punto una performance positiva nel 2013 con

l’indice FTSE-Nasdaq in crescita del 36,9% nei primi sei mesi dell’anno. Quanto all’economia, gli EAU sono il quinto produttore al mondo di petrolio e gas e il terzo per le riserve di idrocarburi. Le recenti politiche economiche varate dal Governo mirano al consolidamento delle finanze pubbliche per porle al riparo dalla volatilità del prezzo del petrolio. Sul piano politico, la SACE colloca gli Emirati nella categoria Ocse 2 su 7 (dove 1 rappresenta il rischio minore e 7 il massimo). Il presidente degli EAU e governatore di Abu Dhabi, Khalifa bin Zayed al-Nahyan, ha confermato l’orientamento liberale della politica economica del Paese che gode di una stabilità interna che condiziona positivamente l’economia e le previsioni di crescita.

EAU: TERRA NON DI CONQUISTA, MA DI INVESTIMENTI

“Gli EAU sono una grande piattaforma commerciale e di servizi, una porta d’ingresso per accedere all’Iran e ai Paesi africani – sottolinea Giovanni Castellaneta, presidente SACE – Bisogna però andarci preparati, considerarli una terra di investimento e non di conquista. L’Italia gode di una posizione privilegiata per l’appeal che esercita il suo lifestyle in molti settori fra cui la moda, il design e la cucina. Sono 160 le imprese italiane stabilite negli Emirati”. Nel

2012 gli Emirati hanno rappresentato per l’export italiano l’ottavo mercato di sbocco con un valore di 5.510 milioni di euro (più di quanto l’Italia esporta in Brasile o in India). “Per presidiare al meglio il mercato, la formula vincente e più snella è quella di essere presenti direttamente con una società a responsabilità limitata dove il socio locale detiene almeno il 51% delle quote – spiega Roberto Granello di Kelmer Middle East – Non è richiesto un capitale sociale minimo e il numero di soci può variare da 2 a 50”. Vi è poi la possibilità di aprire una società in zona franca, un’area geografica circoscritta destinata alla promozione del commercio e servizi, all’esportazione e apertura dell’economia nazionale. Ogni zona franca è gestita da una autorità ad hoc preposta alla registrazione delle società, rilascio licenze, visti, ecc. La peculiarità di operare in zona franca è che il 100% del capitale e del controllo è straniero, non ci sono restrizioni valutarie o dazi doganali in ingresso e uscita; è necessario avere un agente commerciale locale/distributore o fatturazione diretta ad entità giuridica in possesso di licenza locale.

GLI EMIRATI E L’ARREDO FRA FIERE ED EVENTI

Secondo il Centro Studi Cosmit/FederlegnoArredo nel periodo gennaio/aprile 2013 le esportazioni italiane del settore negli EA


Mercati 9

IL MERCATO IN CIFRE

66

L'INTERVISTA

milioni

passeggeri all'aeroporto di Dubai

+6,4%

25

export italiano 1° semestre 2013

le free zones a Dubai

FONTE: Camera di Commercio Italiana negli EAU

NUOVI PROGETTI

IL LIFESTYLE FENDI È DI CASA A DUBAI

Prima che la moda, intesa come lifestyle, diventasse un segno distintivo del made in Italy, Fendi ha aggiunto l’arredo al suo mondo in continua evoluzione, già nel 1989. Sarà anche per questa ventennale esperienza nell’arredo che la griffe romana collabora con la Damac Properties, una delle maggiori imprese di costruzioni private di lusso di Dubai e del Medio Oriente, per l’arredo d’interni di ville esclusive che saranno realizzate nel prestigioso complesso residenziale Akoya by Damac proprio a Dubai. Un nuovo concetto di vivere raffinato sarà alla base di queste ville arredate Fendi, che sorgono su un’isola al centro di un progetto di circa ventotto milioni di metri quadri, e affacciate sul Trump International Golf Club di Dubai. “Questo progetto segna un altro momento importante nella storia della Maison e Damac”, ha dichiarato Pietro Beccari, Presidente e Ceo di Fendi. “A seguito del successo delle proprietà di lusso realizzate a Dubai e Riyad, queste nuove ville propongono i materiali più esclusivi, oggetti raffinati e intramontabili, ambienti cinematografici caratterizzati da una manifattura eccellente, incarnando perfettamente il nostro dna”. Akoya by Damac è un complesso di lusso autonomo con ristoranti esclusivi, un centro commerciale, scuole e tutti i servizi di alta qualità in un ambiente verde e spazioso che accoglierà fino a 30.000 abitanti. Damac Properties vanta una collaborazione di lunga data con Fendi, iniziata con il lancio di Damac Esclusiva a Riyad in Arabia Saudita e con le Residenze nella Marina di Dubai.

o Ando e al Sheikh Zayed National Museum di Norman Foster, fa parte dell'ambizioso

sono cresciute del 29,4% rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente, anche se questo mercato rappresenta per il made in Italy solo il 2% del totale dell’export. Secondo le previsioni della ricerca "Belli e ben fatti" realizzata dal Centro Studi di Confindustria, nel 2018 i nuovi mercati assorbiranno oltre 33 miliardi di euro di prodotti di arredamento, circa 13 miliardi in più rispetto al 2012, +68% in sei anni. Si prevede che Russia e Cina si consolideranno come volano degli acquisti, con un contributo congiunto pari a 2,7 miliardi nel 2018; Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita con oltre due miliardi di euro si confermeranno nel 2018 nella top 5 dei mercati più attrattivi per il settore fra i paesi emergenti. In particolare, gli Emirati Arabi, grazie al traino della domanda alberghiera e all’impulso dell’edilizia residenziale, rappresentano un mercato di interesse centrale per le imprese italiane. Da prendere con le dovute cautele, però. “Non è un mercato facile – spiega Alessandro Ficco, brand manager di Martini Light Qatar che da 10 mesi presidia il mercato con un ufficio e un altro a Dubai – perché è competitivo. E’ da sfatare l’idea dello sceicco che arriva con il portafoglio pieno di dollari. Alcuni sceicchi sono competenti, ma spesso

i loro manager e la manodopera locale non sono all’altezza. Al made in Italy è riservata una grande attenzione, purchè sia veramente prodotto in Italia, come facciamo noi. Il Qatar è in fase di espansione in vista dei mondiali di calcio del 2022. Ma dopo quella data cosa succederà?”. Quali sono i gusti di questi mercati in materia di illuminazione? “Richiedono prodotti speciali e customized (es. chandelier) per le case e gli alberghi. Essendo un paese all’avanguardia, cerchiamo di spingere i LED anche se non hanno problemi di energia. Per gli esterni chiedono prodotti RGB”. Anche i Guzzini è presente nei paesi arabi da molto tempo e nel 2014 prevede l’apertura di una sede anche in Arabia Saudita. “Abbiamo percorso tutti gli step necessari per stabilire una presenza negli Emirati – spiega il vicepresidente Paolo Guzzini – trovando prima un partner commerciale per esportare, poi un ufficio di rappresentanza fino all’attuale quartier generale in zona franca dove lavorano 20 persone”. L’interesse del mercato per l’arredo è dimostrato dal numero e dalla qualità degli appuntamenti fieristici dedicati al settore: da Hotel Show, la fiera che da 14 anni Dubai de-

Fare business negli

Emirati attraverso Srl con socio locale al 51% o con società nelle zone franche

dica all’ospitalità e all’industria del turismo in tutte le sue forme, a Index, la più importante e visitata mostra di interior design degli Emirati, che lo scorso anno ha accolto a Dubai 20mila persone, fino a Cityscape, il grande evento dedicato al mondo del real estate che si svolge in momenti diversi a Dubai e ad Abu Dhabi. Parata di star alla nuova fiera per il design contemporaneo, Downtown Design Dubai (organizzata dal team di Art Dubai e Design days Dubai) dove, dal 29 ottobre al 1 novembre, ha partecipato anche il Temporary Museum for New Design di Superstudio con una selezione di Iconic Design/Selected Objects per esprimere l’eccellenza del made in Italy con installazioni di grande impatto con Massimo Crema e Ermanno Rocchi per Melogranoblu; Giulio Cappellini, Karim Rashid, Marc Sadler, Marcel Wanders, Guglielmo Berchicci per SLIDE; Rita Rijillo per Crjos Design Milano; Paolo Ulian, Caterina Di Michele, Franco Zavarise per Zava; Loris Cardoni per Tagina; Guido Maletti per Maletti, Dorota Koziara per Astrini Design, MOWOstudio, Sotyrys e Aleksander Pantopulos per Landor. Dall’11 al 14 novembre 2013, inoltre, l’ICE ha organizzato a Dubai, assieme a CNA e Confartigianato, la terza edizione di Italian Luxury Interiors: una mostra esclusiva in cui 36 espositori hanno presentato alcune delle più raffinate produzioni di arredo e complemento, artigianato artistico, illuminazione e tessuti. @fcollifranzone

Restare italiani per conquistare gli occidentali d'oriente

Samuele Mazza, direttore creativo dell'omonimo brand, che appartiene a Formitalia luxury group, racconta la sua consolidata esperienza negli Emirati Arabi. Da quanto lavorate negli Emirati? Da molto tempo, anche prima della grande crisi che per un periodo ha paralizzato Dubai. Già con il marchio Visionnaire, che poi ho ceduto alla Ipe Cavalli, fin dall'inizio gli Emirati hanno rappresentato un rilevante fatturato... Una importante collaborazione con il gruppo Altaire ha portato grandi risultati già allora. Conquista o investimento? Non si parla di conquista, ma di sinergie. Collaboriamo con un universo di grandi e piccole realtà consolidate in quell'area. Molti occidentali vi si sono trasferiti e con personaggi medio orientali, per lo più libanesi o indiani, hanno sviluppato progetti che attingono dalle nostre collezioni. Un mercato non lo si conquista, vi si dialoga... E’ come una "storia d'amore". Come è organizzata la distribuzione? La nostra organizzazione negli EAU è subordinata ai suddetti personaggi… Esistono realtà professionali che sono radicate nel territorio. Noi dobbiamo restare italiani, mandare dall'Italia i prodotti, i progetti. A loro, i clienti finali, piace pensare che tutto sia autentico... che arrivi da Milano o da Firenze o da Verona: tutto ciò li fa sognare. Il PIL dell'area è in crescita del 3,6%. Previsioni per il 2014? Sono ottime, noi siamo molto amati dalle donne in genere, e soprattutto dalle donne arabe e medio orientali... I nostri arredi vengono recepiti come prodotti di moda, femminili e fashionable, noi corrispondiamo ai desideri di una società matriarcale, come quella. Le donne sono le padrone assolute della casa. Con la linea Samuele Mazza abbiamo in programma l'apertura di almeno 4 showroom nelle capitali degli Emirati. Stiamo lavorando ad un hotel a Doha, vari negozi di abbigliamento, boutique di gioielli e scarpe. Sempre a Doha abbiamo progettato anni fa un intero quartiere per conto di uno sceicco, che proprio il prossimo anno inizierà la costruzione. Noi siamo parte del gruppo toscano Formitalia luxury group che produce anche la linea arredamento di Aston Martin, Lamborghini, Mercedes Maybach... Quanto conta il made in Italy? Il Made in Italy conta moltissimo in alcuni settori notoriamente leader, che noi chiamiamo le 4 F: Fashion, Furniture, Food e Ferrari. Siamo italiani, lavoriamo on demand e questo si può fare solo dall'Italia. Quindi avremo delle showroom negli Emirati, ma non toglieremo il piacere ai nostri clienti di quella zona, di venire a "trovarci" spesso, che per loro è molto importante. Poter viaggiare, sentirsi occidentali d'oriente... A cura di MARCO MAGALINI


Ideazione 10

NUOVI ARTIGIANI

Designer di bottega

La nuova generazione dei creativi guarda ai maestri del passato per investire sul futuro. Alla scoperta dell’artigianalità più autentica, fatta di forme archetipe e lavorazioni dimenticate. Testo di VIRGINIA SIMONI

U

na filosofia che parte qualche decennio fa. Anzi forse è sempre stata radicata nella nostra cultura. L’insegnamento di Ugo La Pietra, artista che fin dagli anni ’60 ha indagato lo stretto rapporto tra arte, design e territorialità, è stato rispolverato e una nuova tendenza si sta facendo strada nel mondo del design italiano e internazionale. Il recupero e l’interesse verso le arti applicate o artigianato artistico, da sempre grande risorsa dell’economia italiana, sono oggi i nuovi protagonisti del settore. Il concetto è diventato fonte di ispirazione per nuovi esempi di designer che prediligono la manifattura rispetto al “classico” processo creativo che spesso inizia e finisce col disegno. Il design nel senso più puro del termine, lascia quindi posto all’artigianalità. Ci sono varie interpretazioni però. C’è chi non crea prodotti nuovi, ma preleva “semplicemente” dei modelli dal passato da traslare nella contemporaneità. È il caso di Segno Italiano, dal 2010 collettivo dei designer Alberto Nespoli, Domenico Rocca, Fabio Don e Paolo Tarulli, che insieme formano l’esempio più significativo in Italia di questo nuovo trend. Andare a scavare nell’italianità più autentica e rimettere in produzione oggetti iconici della cultura nazionale, questa in sostanza la loro idea. Lavorare sugli archetipi italiani per eccellenza rendendoli di attuale estetica. Una filosofia semplice, chiara e diretta, come il processo produttivo che viene innescato. “Dopo varie

esperienze all’estero, ci siamo interrogati su come fosse percepita l’italianità a livello internazionale. - racconta Alberto Nespoli - I nomi conosciuti erano sempre gli stessi, i grandi brand del design, sempre tesi verso innovazione e nuove tecnologie. Abbiamo fatto un passo indietro, anzi in avanti, e abbiamo capito che la nuova chiave di lettura doveva essere quella di ridare vita alla tradizione in modo radicale”. Segno Italiano può essere inteso come lo Slow Food del design. Si parla di distretti e prodotti locali. Si pensi che solo in Italia esistono 65 comprensori storicamente legati alla produzione di ceramica. Da questa ricchezza di tradizione e cultura si possono riportare sul mercato pezzi che sono già stati conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Questo tipo di processo ha anche una forte connotazione sociale, si cerca infatti di rimettere in moto produzioni scomparse e quindi ricreare delle opportunità di lavoro per le nuove generazioni. Un esempio del nostro lavoro – continua Alberto Nespoli - sono i vetri di Empoli. Erano 20 anni che nessuno li soffiava più. Gli artigiani sono stati molto coinvolti e hanno accolto con entusiasmo il nostro progetto”. La produzione artigianale di design in Italia ha avuto inizio nel '900 con il periodo industriale, poi a metà del '900 ha vissuto la fase

artistica con i grandi nomi come ad esempio Giò Ponti, per poi scomparire negli anni '90. Come spesso capita, le piccole realtà di eccellenza non sono state in grado di reinventarsi e sopravvivere commercialmente. Con questo metodo le nuove generazioni hanno l’opportunità di riprendere in mano la propria storia e il proprio futuro. In questo contesto di evoluzione del design contemporaneo, si collocano anche nuove figure. Come quella di Giacomo Moor, il designer falegname di Milano. Classe 1981, fin dal liceo inizia a lavorare in bottega dove impara il mestiere di falegname. Si iscrive poi al corso di design del Politecnico di Milano dove si laurea con una tesi sul legno. Una volta terminati gli studi apre il proprio laboratorio di via Padova, dove da allora disegna e realizza, con l’aiuto della sua squadra, pezzi unici su misura e serie limitate per clienti privati e negozi. “I vantaggi del mio metodo di lavoro sono vari:” spiega Giacomo “tecnici, perchè posso plasmare il legno esattamente come desidero, conoscendo bene le varie essenze e le caratteristiche di ognuna. Economici, per il cliente, che non è costretto a commissionare il lavoro all’architetto che poi a sua volta lo deve ordinare all’artigiano. E il vantaggio personale. Infatti riesco sem-

L'artigianato

artistico è oggi il nuovo protagonista del settore.

pre a concretizzare i miei progetti, che non rimangono mai solo su carta. Lavorare con le proprie mani è sempre un grande plus, perchè permette di creare in modo più immediato e naturale ciò che si ha in mente”. La questione della differenza tra produzione industriale e artigianale è sempre viva: “Il mio lavoro è un continuo stimolo a non replicarsi mai, ma creare ogni volta un’opera nuova. Del resto lo stesso legno non è mai uguale a se stesso, pieno di personalità e imperfezioni. Posso modificare in corso d’opera il progetto, per migliorarne la struttura ad esempio, cosa non possibile nella produzione di massa. Da designer quale sono, credo molto nella qualità progettuale, che deve essere sempre presente nel processo di lavorazione”. Anche le grandi aziende di design, in questo caso di illuminazione, si stanno avvicinando a questa filosofia. Artemide infatti ha messo in produzione una nuova lampada con un occhio più sensibile verso l’artigianalità. “Empatia” nasce infatti dal connubio tra la grande tradizione del vetro soffiato e la LED technology di Artemide. Il forte interesse per le potenzialità espressive del materiale ha portato l’azienda a collaborare con i maestri vetrai di Murano, per acquisire il pieno controllo della particolare plasticità del vetro veneziano, lavorando sull’equilibrio tra superficie e luce, tra sottili densità e trasparenze. Ne risultano oggetti chiari, puri, che la lavorazione artigianale rende a tutti gli effetti dei pezzi unici. @virginia_simoni

In alto Ceramica Atesina Collezione Callegari, vetri verdi di Empoli, Trionfi di frutta in Ceramica Atesina e Sedia leggera di Chiavari di Segno Italiano. In basso cucina Yukon di Giacomo Moor (foto di Gionata Dellacà©) e Lampada Empatia di Artemide.


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Trend 13

RIVISITAZIONI

Marble under 25

MARMO

extra-ordinario

Da rivestimento classico, il marmo diventa il protagonista di un nuovo e ambizioso progetto aziendale affidato ad un team giovanissimo.

Non più rivestimento agé e appannaggio di ville classiche e ‘museali’, il marmo viene utilizzato per arredi contemporanei. Testo di MARCO MAGALINI

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esigner e aziende stanno rivalutando le potenzialità del prezioso materiale naturale. Uno degli ambienti che hanno ispirato maggiormente i creativi è la cucina, tradizionalmente vestita in marmo, dai lavelli ai piani cucina, ma non mancano progetti di arredo interamente fatti in pietra. Lo Studio Lievito ad esempio ha progettato Type, un dosapasta ‘tutto d’un pezzo’ realizzato in marmo di Carrara. A prima vista sembra un carattere di stampa, ma in realtà misura le dosi di spaghetti da usare per 1, 2, 3 o 4 persone. A produrlo, in modo del tutto artigianale, è un collettivo di artigiani di Carrara. Per finanziare questa autoproduzione lo Studio Lievito ha lanciato una campagna di crowdfunding con Eppela. com per raccogliere fondi che permettano di far partire la produzione (limitata a 200 pezzi al momento) e la distribuzione online. Sempre in marmo, sempre dello Studio Lievito, ma questa volta per Opinion Ciatti, è la collezione Elementare, un set di piccoli utensili da cucina in marmo che riproducono le forme geometriche basilari. Il set comprende un piccolo mortaio con pestello sferico, un matterello cilindrico, una lama per tritare con manico triangolare e un cubetto per rimuovere le squame del pesce, tutto collocato su una piccola base di marmo con piano a specchio. Marble addicted è il brand Marsotto edizioni che ha debuttato nell’ottobre del 2009 con la prima collezione di complementi d’arredo multifunzionali, per appoggiare e contenere, rigorosamente monocolore in marmo Bianco di Carrara. La prima direzione artistica è stata del designer inglese James Irvine, che ha messo a punto un linguaggio progettuale preciso, fatto di proporzioni esatte e di segni calibrati e di processi ben conosciuti. Tra i designer più attivi, Thomas Sandell, Jasper Morrison, Konstantin Grcic e Ross Lovegrove. Di grande risalto anche il progetto in marmo Hearthquake 5.9 di Patricia Urquiola per Budri. Tutto nasce dal terribile terremoto in Emilia del maggio 2012, un evento che ha coinvolto in modo importante l’azienda, che ha sede a Mirandola. Da quel misfatto nasce una interpretazione creativa ed energica della Urquiola. Earthquake Bookcase è famiglia di librerie modulari e combinabili caratterizzate da una forma irregolare, ricavate da listelli di marmo inclinato. Un mix sismico di forme irregolari, colore e significato. @magalinimarco

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1. BUDRI 2. MARSOTTO EDIZIONI 3. DE LA ESPADA 4. STUDIO LIEVITO 5. OPINION CIATTI 6. NEUTRA 7. SALVATORI 8. LITHOS DESIGN

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L’antica tradizione dei maestri tagliatori della zona della Valpantena in provincia di Verona incontra la freschezza di un team creativo giovane e dinamico. A fare da tramite c’è Scandola Marmi, un’azienda che opera nel settore della lavorazione del marmo da più di 40 anni. Pur mantenendo un’impronta familiare e una attenzione alle produzioni di tipo artigianale l’azienda, da sempre specializzata in pavimenti e rivestimenti in marmo, ha ampliato la propria organizzazione con un nuovo ramo aziendale dedicato ai prodotti di design. Il tutto sotto l’art direction di Manuel Barbieri (classe 1990). Follia o imprenditoria illuminata? I primi risultati sembrano incoraggianti: il progetto è stato presentato a settembre a Macef e Marmomacc e i primi buyer sono stati Lovethesign.com, partner esclusivo per il mercato online europeo, La Rinascente di Milano e Barneys New York. “Il New design project è un insieme di oggetti dalle linee pulite pensati per essere realizzati in tutte le varianti di pietre disponibili in azienda per venire incontro ai gusti degli utenti – racconta Barbieri -: un vassoio, un orologio da parete, un sottopentola, un vaso, un portacandele, un set da tavola, un appendiabiti pensati inizialmente per la vendita online e dunque, nonostante il pregiato materiale, studiati per essere funzionali, leggeri e pratici da spedire. Credo che sia compito anche dei designer ideare dei prodotti facili da vendere”.

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Dall'alto: City e Shot Collection


Trend 14

DISFARE E RIFARE

RECUPERO con stile

Materiali dismessi e arredi datati hanno una seconda vita.

L'OPINIONE

Testo di MARCO MAGALINI

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Per il successo del made in Italy la formazione ha un ruolo cruciale Testo di MASSIMO ZANATTA Direttore School of Design Istituto Marangoni

possibile insegnare fashion È e design? Questa è probabilmente una delle domande che

CAMINI: IL BRAND FRANCESE FOCUS

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lla smania di nuovo prevale la voglia di far rivivere un arredo del passato, un mobile, un pezzo di legno o un oggetto vecchio e rovinato. Dandogli una seconda possibilità: rinascere come qualcosa di diverso. Un vero e proprio stile di vita, lo shabby, che diventa sempre più vicino ad un’estetica contemporanea e minimale che di quel look trascurato (questo il significato letterale del termine) ha ‘riciclato’ ben poco. Tra i tanti fautori di questa originale concezione di nuovo spicca Riva1920, con il progetto Briccole. Si tratta di pali di quercia che, dismessi e sostituiti nella laguna di Venezia, sono stati utilizzati per creare nuovi arredi mantenendo l’aspetto ‘used’. Vicini nel concetto ma lontani dall’estetica di Rachel Ashwell, la designer inglese che alla fine degli Anni Ottanta aveva introdotto questo stile in Italia recuperando dei vecchi mobili in disuso, c’è anche Zanotta con il tavolo Raw disegnato da Garth Roberts. Struttura in acciaio verniciato, color grafite, un piano composto da doghe in legno di rovere massello invecchiato, spessore 42 mm, proveniente da foresta con gestione sostenibile, ossidato mediante vaporizzazione termica, finitura ad olio. Oppure il progetto di Droog, un albero caduto che può servire da panca. Oppure ancora gli arredi CromARTica, che danno vita ad una collezione di pezzi unici che, grazie al colore e all’estro artistico, rinascono sotto una luce diversa conservando però la propria storia e le emozioni del proprio passato.

FOCUS È UNO STORICO MARCHIO FRANCESE DI CAMINI DI DESIGN CHE DA SEMPRE MIXA CREATIVITÀ E FUNZIONALITÀ. ACCANTO ALLA NUOVA PRODUZIONE DI CAMINI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE, VIENE RICONFERMATO LO STILE SENZA TEMPO DI ALCUNI MODELLI PIÙ CLASSICI.

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1. ZANOTTA 2. DROOG 3. STRAK 4. RIVA 1920

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@magalinimarco

TRIBECA FACTORY

RICONVERSIONE POST-INDUSTRIALE MADE IN TUSCANY Vivere, lavorare, dare party, photo shoot, esposizioni d’arte e così via. Si tratta di Tribeca Factory, la straordinaria riconversione industriale di Raffaele (in arte Lello) Scognamiglio a Prato. L’edificio risale ai primi del ‘900 negli anni ottanta venne convertito in una fabbrica che ruotava attorno al distretto tessile della zona. Entrando nello spazio si ha proprio l’impressione di sentire ancora i cigolii di quel glorioso passato industriale e il restauro conservativo fatto dal designer-artigiano napoletano ha conservato intatta la memoria storica del luogo: travi in legno, pavimenti in

cemento, uffici collocato in due container rosso ruggine posizionati all’interno dello spazio. Ospitato all'interno di questa Ex-fabbrica, lo Studio di progettazione e interior design toscano, focalizza la sua attenzione su progetti per concept-Store, Showroom, Home e Design Fairs, legate al circuito della moda, del design e dell'arte contemporanea. È anche, laboratorio per la realizzazione di pezzi unici, dove vengono lavorati e rivisitati oggetti di recupero a cui viene ridata nuova vita, con un approccio contemporaneo e scelte stilistiche che ne contraddistinguono i progetti. M.M.

ha ispirato sin dalla sua nascita (1935) Istituto Marangoni ed è una domanda ancora di grande attualità. Di sicuro il fashion, il design e le loro molteplici contaminazioni hanno contribuito in maniera determinante ad accrescere il valore e la riconoscibilità internazionale del made in Italy. In questo percorso la formazione ha avuto un ruolo cruciale. Un ruolo che oggi è ancora più determinante se si pensa a quanto il concetto di design – così come  Gli quello di studenti sono fashion – abbia ragl'inesauribile giunto mafonte pulita di turazione creatività, genio e a come sia in cone sregolatezza tinua evoluzione, così tanto permeabile a nuove teorie, studi e applicazioni differenti. In questo contesto gli istituti di formazione giocano un ruolo cruciale per gli aspiranti designer. La formazione, non si dovrebbe mai essere stanchi di ribadirlo, è il vero faro per intercettare, canalizzare, esaltare esperienze e inclinazioni personali. Un mix che, da solo, può servire a creare i protagonisti del domani, proporli alla ribalta e al contempo tutelare gelosamente il livello qualitativo dell’intero sistema: gli studenti rappresentano infatti per l’industria di riferimento la sola e vera inesauribile fonte “pulita” di creatività, genio e sregolatezza. L’insegnamento vocazionale prescinde da due fondamentali pilastri, ovvero: esaltare l’approccio emozionale per valorizzare l’inclinazione creativa e personale e seguire e interpretare i nuovi trend. È necessario quindi chiedersi continuamente in che modo sta evolvendo il settore di attività in cui ognuno di noi opera e il design non fa certamente eccezione. Rispetto della natura ed esaltazione degli elementi del nostro ecosistema, valorizzazione e rilancio delle identità nazionali di ogni Paese, nuove tecnologie e il modo in cui hanno completamente rivoluzionato la nostra percezione degli spazi. Questi sono solo alcuni degli aspetti su cui un aspirante designer ha il dovere di riflettere e interrogarsi costantemente. Solo chi è in grado di innovarsi in continuazione, adattandosi ai molteplici mutamenti del contesto in cui opera, può candidarsi a recitare un ruolo da protagonista nel futuro del settore.


Trend 15

VEDO NON VEDO

Strutture ULTRALIGHT Silhouettes molto esili danno vita a soluzioni d'arredo e a mobili dallo spirito hi-tech. Per una vera e propria oasi metallica. Testo di MARCO MAGALINI

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ome giunchi a riva, lasciano intravedere l’ambiente circostante inframezzandolo con interruzioni ottiche. Sono i nuovi arredi dalla struttura apparentemente esile, vuota, ma in grado di sorreggere pesi importanti come quelli dei libri. A prima vista sembrano giochi d’equilibrio quasi metafisici, salvo poi scoprire che sono realizzati in legni solidi come il rovere, in alluminio o plastiche dense. Come la Comback Chair di Kartell, che gioca con la rivisitazione di un grande classico, la sedia Windsor. La spalliera si costituisce di una struttura esile a sette stecche, che si allarga verso il poggiareni, rinforzato da un bordo di tenuta ad esagoni, e si unisce al sedile tramite esiti fusti verticali a raggiera. O l’ormai must have di Magis, la Chair_One di Konstantin Grcic, la seduta in pressofusione di alluminio lucido o trattamento di fluotitanizzazione verniciato poliestere che ricorda la fisionomia di un ragno. Oppure ancora la libreria Weave, disegnata dalla giapponese Chicako Ibaraki per Casamania e concepita come una freestanding dalla linea esile e leggerissima realizzata con una piattina di metallo molto sottile; o il piccolo portacandela Clip disegnato da Nendo per Discipline. Regna uno stile minimalista che si traduce in linee pulite, nello svuotamento dei volumi e nella funzionalità degli oggetti. La sottile struttura di acciaio dei candelieri evoca la forma dei frutti ed il funzionale sistema a molla permette di adattare ad esso qualsiasi @magalinimarco candela.

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1. LIVING DIVANI 2. KARTELL 3. RO 4. DISCIPLINE 5. MAGIS 6. CASAMANIA

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TONDINI D'AUTORE n vortice strutturale, con soluzione di contiU nuità. Il tondino in ferro regna sovrano tra le sedute e i tavolini e dà vita ad arredi apparentemente sospesi nell’aria, estremamente light ma in realtà solidissimi. Tra i tanti esempi i coffee table Reton e Tamburo disegnati da Antonino Sciortino per il brand Atipico: cilindrici nella forma ma del tutto svuotati nel volume. Egual concetto anche per la seduta Wire Chair di Charles & Ray Eame per Vitra che combina innovazione tecnologica e leggerezza formale. O ancora per le poltroncine, a dondolo o fisse, del brand spagnolo Macedorama, che gioca con il colore e con i patten studiati dall’artista artigiano colombiano Rogelio.

ATIPICO

MACEDORAMA

VITRA


Ideazione 16

HOMEWEAR FABRICS

Natural Richness

Vestire la casa di tessuti dalle tinte naturali e filati preziosi, questa la tendenza 2013-2014. Testo di VIRGINIA SIMONI

L

e tendenze tessuti di arredamento che vestiranno le nostre case quest’anno e il prossimo si possono riassumere in due parole, natural - richness. L’aria di crisi non ha inibito le aziende che puntano ancora sull’altissima qualità dei filati e inserimenti preziosi. Come Rubelli che ci anticipa la collezione 2014 che avrà come filo conduttore il luccichio opulento del giallo oro, usato nelle varie sfumature dei ricchi jacquard, dei caldi velluti e multicolor stampati. Le varie texture assumeranno perciò, attraverso l’impiego di filati brillanti in continuo dialogo con la luce, un aspetto sempre più opulento, nobile, prezioso. Sempre secondo l’azienda veneziana quest’anno hanno successo articoli come lo stampato Pardes con morbide cromie, M.me Butterfly, un ricco lampasso in seta dai colori vivaci, il Grimani tratto da un disegno del Cinquecento, conservato nell’Archivio tessile Rubelli e Les Indes Galantes, un tessuto dalle trame metalliche intrecciate. Limonta invece punta sul tema dell’outdoor, che sul mercato ha una sempre più larga fascia di interesse. Alla collezione basica di uniti è stata aggiunta una parte più decorativa e molto colorata. Una parte della linea è basata su fondi naturali dove è stato inserito un decoro lucido per creare contrasto e per dare un look più accattivante alle basi naturali. Inoltre sono stati proposti una serie di falsi uniti coordinati a disegni rovinati, invecchiati con un look più vintage che stanno riscuotendo un discreto successo tra i clienti. Il tessile per l’interior può anche essere etico e green. SoFarSoNear è una società milanese che con i suoi brands 100% Human Design e SoFarSoNear Studio crede fortemente nel design sostenibile. Tramite progetti personalizzati, si rivolge ai professionisti dell’interior non solo con l’ampia scelta delle proprie collezioni ma con il know-how ottenuto dal forte impegno speso a favore dell’innovazione, della ricerca e della creatività. Come l’articolo Spartito che è stato ispirato dalla musica, un tessuto in rame disegnato da Rebosio+Spagnulo e ispirato alla musica di Daniele Lombardi, che è stato oggetto della recentissima ristrutturazione del caffé e della terrazza dell'Hotel Carlton Baglioni di Milano. Mentre Cheap&Chic, tessuto in 100% Trevira CS (filato antifiamma evoluto) ha un design accattivante e un prezzo molto competitivo. @virginia_simoni

Nei tondi da sinistra tessuti di Limonta e SoFarSoNear. Nella foto grande una proposta Rubelli.

IL SALONE PROPOSTE A COMO

RICERCA E NUOVE TECNOLOGIE, LE ARMI PER COMBATTERE LA CRISI VITTORIA CERIANI, RESPONSABILE IMMAGINE E COMUNICAZIONE DI PROPOSTE, SPIEGA L’EVOLUZIONE DEL SETTORE TESSILE PER L’ARREDO E IL RUOLO DELLA FIERA. Come si è evoluto questo settore? Un tempo esisteva il produttore, ma viveva nascosto. Aveva acquistato i suoi telai, le sue macchine tessili, strutturandosi come industriale, senza però uscire dall’ombra per commercializzare le proprie collezioni. E di fatto si curava poco del suo marchio, non gli attribuiva valore, si accontentava di eseguire articoli per altre figure imprenditoriali che li mettevano poi sul mercato. Adesso non è più così. Per usare una parola nota per altre situazioni, si può dire che l’industriale del tessile abbia fatto outing. Anche se alcuni seguono ancora il vecchio sistema, molti industriali si presentano agli acquirenti col proprio nome, dedicano grande cura alla creatività e costituiscono un

vero archivio tessile frutto di ricerca e tecnologia. E per far ciò, la nascita di Proposte è stata determinante. Come risponde al momento di crisi? Giuseppe De Rita, presidente del Censis, su Obiettivo Crescita di ottobre 2013, ha dichiarato che la tendenza italiana a seguire la cultura dell’ego debba cambiare perché si può crescere solo puntando sul valore del noi. Superare quindi l’individualismo per imparare a fare sistema. In che modo si colloca Proposte in questo contesto? La nostra fiera è ancora in un’isola felice. Dopo

22 edizioni lo zoccolo duro degli espositori è sempre presente e combattivo. Gli organizzatori hanno un profondo senso di responsabilità nei confronti della fiera e si sforzano tuttavia di trovare vie nuove. Quest’anno, per esempio, abbiamo organizzato Proposte Shanghai dove hanno partecipato 23 espositori dichiarandosi poi soddisfatti d’aver affrontato questo grande Paese in continua evoluzione. Quali sono le strategie per il futuro? La strategia è proprio resistere. E per la nostra fiera vuol dire essere fedeli alle motivazioni che l’hanno fatta nascere. La ricerca, la sperimentazione, l’impiego delle nuove tecnologie, il mettere a frutto le competenze ac-

quisite che rendono appetibili i nostri prodotti in tutti i paesi del mondo. E forse anche non temere più concorrenza e copiature, proprio per la consapevolezza di saper fare le cose meglio degli altri e più belle di come le fanno gli altri. I mercati su cui puntare? Vietnam e Corea del Sud. Superato poi l’acronimo Bric, pare che la nuova sigla per indicare i paesi emergenti sia Civets che sta per Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia, Sudafrica, con l’aggiunta di Emirati Arabi Uniti e Australia. Per quanto si riferisce all’Europa, il CdA di Proposte indica i Paesi del Nord.


Ideazione 17

SCOUTING

Dal SaloneSatellite a La Rinascente

Undici designer emergenti selezionati al SaloneSatellite sbarcano alla Rinascente di Milano. Il mall meneghino ha prodotto e messo in vendita i pezzi dei giovani talenti under 35. A cura di MARCO MAGALINI TANIA DA CRUZ

ANTONIO FORTELEONI Selezionato tra i giovani designer dal guru del design Giulio Cappellini nel 2012, Antonio Forteleoni lavora come freelance per diverse aziende e privati e i suoi lavori prendono parte ad alcune tra le più importanti fiere del mondo. Al SaloneSatellite 2013 ha presentato ‘Mirror! Mirror’, una collezione che in realtà è un esperimento di rifrazione. Il suo è quindi un design esperienziale che prevede un contatto tra soggetto ed oggetto. Si tratta di specchi di diverse dimensioni che hanno la caratteristica di sfocare i contorni dell’immagine. Il designer ha ottenuto questo risultato mettendo in pratica un fenomeno fisico tutto basato sui concetti di rifrazione della luce, anteponendo lastre colorate a una distanza ben precisa l’una dall’altra. In questo modo i riflessi penetrano nelle lastre in sequenza e si comportano come lenti che ne scorporano la luce.

Tania Da Cruz nasce in Portogallo, cresce in Belgio, studia in Olanda, dove lavora anche presso lo studio di Marcel Wanders ad Amsterdam e infine approda a Milano come designer freelance, dopo essersi specializzata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. In tutta la sua produzione, e in particolare nella collezione di complementi d’arredo presentata al SaloneSatellite 2013, è evidente come Tania sia stata profondamente influenzata dal nuovo approccio comunicativo appreso a Utrecht e volto alla ricerca dell’aspetto poetico nel progetto. Così gli oggetti acquisiscono la capacità di dare una nuova identità all’ambiente in cui vengono collocati, come nel caso dell’ironico e sorprendente vaso Wig con cui è possibile creare inaspettate acconciature floreali.

VERONICA POSADA Veronica Posada dirige lo studio ‘Si Studio’ nato a Milano nel 2009 e in un secondo momento ‘migrato’ in Cile nel 2011. Il suo obiettivo è quello di realizzare prodotti con una storia, riciclando oggetti del quotidiano e reinterpretandoli in modo che abbiano una nuova vita. È questo spirito che si coglie nelle creazioni presentate al SaloneSatellite 2013, dove si percepisce che il prodotto nasce per migliorare la qualità della vita di chi lo usa, attraverso una metodologia di lavoro che affonda le sue radici nel background culturale del designer, nel rispetto dell’ambiente e delle relazioni umane. Nel prodotto in foto, la designer ha riattualizzato un motivo tradizionale di arredo, i trofei di caccia, rendendoli design-oriented ed eco-friendly. Al puro vezzo estetico, trasformato in un grande origamo, ha aggiunto una seconda funzione: illuminare.

ILARIA INNOCENTI

KAROLINE FESSER La designer Karoline Fesser ha fondato il proprio studio a Colonia nel 2012, dove crea oggetti e mobili per il vivere quotidiano. La sua produzione è caratterizzata dall’equilibrio tra valori materiali e immateriali e lascia sempre spazio all’immaginazione. È l’autrice di ‘Avenue Sample’, una collezione di oggetti in vetro che evocano una strada immaginaria fatta di diverse case. Ogni pezzo rappresenta un building dove i componenti sono fissati uno sopra l’altro, proprio come i piani di una casa. Lo spazio circoscritto dal vetro è rigorosamente suddiviso da tre strati di legno, per proteggere e dare valore all’ipotetico contenuto. Un gioco estetico equilibrato, che valorizza l'arte vetraria rendendola del tutto contemporanea.

Ilaria Innocenti lavora a Milano nell’ambito del product e dell’interior design per privati e aziende. Nel 2012 ha creato un marchio proprio, Ilaria.l, con cui firma originali oggetti per la casa. Al SaloneSatellite 2013 ha presentato ‘Adobe’, una linea di prodotti in terracotta per l’ufficio e l’homework, realizzati utilizzando l’antica tecnica di produzione manuale dei mattoni. Il suo nome infatti deriva dall’impasto di argilla, limo, sabbia e fibre vegetali utilizzato da molte popolazioni in ogni epoca per realizzare il più comune materiale da costruzione. ‘Adobe’ è composta da 5 pezzi dalle forme pure, ingentiliti da frame di metallo colorato che sostengono i volumi in terracotta e ne esaltano l’aspetto essenziale.

MATIAS RUIZ MALBRAN Matias Ruiz Malbran è partner dello studio Ruizsolar, fondato nel 2006 a Santiago del Cile e attivo nell’ambito della progettazione architettonica per clienti pubblici e privati. Questo designer predilige l’uso di materiali semplici che esaltano le forme degli oggetti, come dimostra la sua Sticklamp L 120, che al SaloneSatellite 2013 ha ottenuto una speciale menzione. La lampada da soffitto è realizzata in legno e corda rossa, funziona con un led a basso consumo energetico e colpisce per il design minimale e immediato. Di grande impatto anche la sedia M100, che nasce dall'interesse di sviluppare una sedia usando pochissimi elementi: acciaio e corda. Il primo serve per dare corpo alla struttura primaria, il secondo per sostenere ergonomicamente chi si siede. La sedia M100 è composta da 90 metri di corda in polipropilene intrecciato, e 10 metri di barre in acciaio a coste.

L'OPINIONE

Trattateli con rispetto

Testo di MARVA GRIFFIN WILSHIRE Curatore SaloneSatellite

el 1997 il management di N Cosmit mi ha chiesto di “fare qualcosa per portare i giovani de-

signer al Salone Internazionale del Mobile”: è così che ho iniziato a pensare al SaloneSatellite. Allora non esisteva nulla dedicato ai giovani. Non avevano un luogo di riferimento preciso per mostrare le loro creazioni, frequentato da chi poi prende le decisioni aziendali e collocato in un contesto prestigioso. Il mio scopo è stato quindi quello di portarli a esporre proprio a fianco dei grandi nomi per farli interagire direttamente con loro. Oggi, dopo 17 anni, il mondo dell’ar-  Il design dei giovani redamento - dalle fiere talenti vende inter nazionali alle gallerie/negozi - sono interessati ai giovani, creando eventi abbastanza simili al SaloneSatellite, ma il successo del Satellite è proprio questo: la vicinanza con gli imprenditori italiani ed esteri presenti al Salone Internazionale del Mobile che quindi vengono qui, conoscono personalmente i designer, toccano con mano i loro prototipi e da lì inizia un rapporto diretto, altrimenti interrotto dall’ostacolo strutturale e gerarchico delle aziende, oramai impossibilitate a gestire dei rapporti così personali. Questo sistema one-to-one ha aperto la strada a tantissimi designer che, nel corso degli anni, hanno disegnato per i più grandi nomi del design, da Kartell a Magis, passando per Alessi o Flos etc. Al SaloneSatellite si verificano situazioni molto particolari e stimolanti come nel caso della Rinascente, il più importante grande magazzino italiano [vedi articolo a sinistra], che ha commissionato ai ragazzi una piccola produzione dei prototipi presentati al SaloneSatellite 2013 da vendere nel suo Design Supermarket (fino a dicembre). Questa è una linea di condotta apprezzabile perché supporta concretamente i giovani designer e li tratta ‘alla pari’ dei grandi nomi. Anche perché proprio queste grandi firme del design, nel rapporto di lavoro con le aziende, partono già con una marcia in più: conoscono l’azienda, lo stile e gli aspetti produttivi e quindi presentano dei prodotti già in linea con lo stile e le capacità realizzative del brand, il quale ha quindi meno problemi produttivi. Il mio consiglio ai giovani appena laureati e sconosciuti è quindi quello di focalizzarsi appieno sugli appuntamenti, come il SaloneSatellite, che li mettono in contatto diretto con le aziende… incanalate li i vostri sforzi e meno sull’invio di cv a tappeto. Il mio monito è rivolto a dare spazio ai nuovi nomi: casi concreti come Patrick Jouin, Carlo Contin, Nendo, Davide Groppi e tantissimi altri dimostrano che il new design vende.


Produzione 18

BAXTER

Questione di PELLE

Industrializzare un progetto artigianale, produrre tanti divani, ma sempre uno alla volta. Una contraddizione? No se ognuno diventa un pezzo unico nell’attenzione ai dettagli.

Da sinistra, scelta e controllo qualità della pelle fatto da personale altamente specializzato; fase della cucitura, realizzata rigorosamente a mano; collezione Belle de Jour, realizzata mediante una tecnica esclusiva di piegature e plissettature manuali della pelle, al fine di creare diversi pattern; Paolo Bestetti, Ceo.

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a pelle è nel Dna di Baxter. Intorno alla pelle e alle sue caratteristiche ruota la filosofia di produzione dell’azienda che si concentra su valori come qualità, confort, unicità dei prodotti. La naturalità dei materiali (il cuoio viene sapientemente lavorato prevalentemente nel suo spessore originale e tinto con aniline naturali, nel pieno rispetto delle sue proprietà intrinseche), l’unione di tradizione e avanguardia, la ricercatezza delle finiture e delle sfumature dei colori, sfociano in una produzione che prende le distanze dal “seriale” per avvicinarsi al pezzo unico: divani e poltrone estremamente curate nei dettagli a cui si sono aggiunti anche letti, tavolini e complementi d’arredo. Il pezzo non è mai concepito avulso dall’ambiente, ma prende corpo nella visione d’insieme. “Pensiamo agli spazi come luoghi con una storia da raccontare a cui diamo voce attraverso la contaminazione di design, colore e finiture, materiali e oggetti”, conferma il Ceo Paolo Bestetti. La collaborazione nel tempo con designer di spicco ha contribuito ad allargare gli orizzonti stilistici e creativi della produzione. Tra passato e presente i designer legati a Baxter sono Paola Navone, Christophe Delcourt, Matteo Thun e Antonio Rodriguez, Piero Lissoni, Draga Obradovic e Aurel K. Basedow, Giuseppe Manzoni, Marco Milisich, Roberto Lazzeroni. A loro spetta esaltare al meglio le potenzialità della pelle, come spiega Paolo Bestetti. Tutto parte dalla pelle. Qual è l’importanza dei materiali nelle sedute e quali caratteristiche devono avere? Ogni singolo prodotto Baxter è immediatamente riconoscibile dall’altissima qualità del pellame. La pelle usata per la realizzazione dei prodotti è un materiale meraviglioso che muta e si scopre giorno dopo giorno regalando a chi ne entra in contatto un’esperienza coinvolgente a 360°. Sicuramente, uno dei must fondamentali di tutto il nostro lavoro è l’attenta e scrupolosa ricerca sulle pelli che nascono da un processo di concia caratterizzato da antiche ricette che rispettano la naturalezza del pellame mantenendo al tempo stesso una completa traspirabilità della pelle, indispensabile per preservare un comfort elevato. Non di minore importanza sono sicuramente i materiali delle sedute e vere e proprie che devono garantire una resistenza che duri nel tempo.

La scelta del materiale impone dei limiti alla creatività? In realtà non sono dei limiti, è più una sorta di sfida. Lavorando con materiali del tutto naturali è importante riuscire a capirne i pregi e le proprietà. È un vero e proprio processo di conoscenza sia per quanto riguarda le origini del materiale di riferimento sia per il processo produttivo in sé. È in questo senso che non vedo dei limiti, ma un maggiore impegno da parte del designer. Sono proprio i designer infatti che esaltano il materiale per creare prodotti riconoscibili e di altissima qualità instaurando un vero e proprio legame tra la materia, l’artista e l’azienda stessa. Come avviene il processo creativo e lo sviluppo prodotto? Il processo creativo nasce sicuramente da un’analisi delle tendenze e da una continua ricerca per quanto riguarda i segnali di cambiamento del mercato, sempre però con la consapevolezza che questi cambiamenti debbano andare a rafforzare l’identità aziendale e al tempo stesso creare una sorta di continuità della visione dell’azienda. È attraverso le tendenze che si modificano i mood, ma il prodotto deve comunque essere e rimanere un pezzo evergreen destinato a durare nel tempo. Come si riesce a conciliare una produzione industriale con un prodotto semi-artigianale? Quello che abbiamo fatto sin dall’inizio è stato tentare di industrializzare un progetto artigianale, cercando di produrre tanti divani ma sempre rigorosamente uno alla volta, prestando al singolo prodotto l’attenzione che merita. Ci rifacciamo quindi a economie di scala per quanto riguarda i volumi senza però mai tralasciare una cura maniacale per i dettagli. Ci sono delle fasi nella lavorazione che vi distinguono e danno un valore aggiunto al prodotto? Ogni singolo prodotto Baxter segue un processo di customizzazione che ha inizio con la selezione delle pelli. La pelle infatti viene scelta attentamente per quel determinato prodotto richiesto da quel determinato cliente, in modo da assecondare ogni singola richiesta. Anche la fase del taglio è un momento molto importante della lavorazione di un prodotto, in quanto necessita di personale con una lunga e consolidata esperienza in questo campo. Per quanto riguarda la fase dedicata alla cuci-

tura invece, ci serviamo di macchine utilizzate nell’ambito della moda per la realizzazione di scarpe, debitamente modificate per adattarle alle esigenze dell’arredamento. Com’è cambiato il concetto/progettazione di poltrone e divani? Sicuramente la parte creativa è e deve restare svincolata dalle regole di mercato. Il marketing infatti non deve in alcun modo essere la linea guida dello sviluppo creativo, che al contrario deve essere libero e indipendente. È importante vivere il prodotto in modo artistico lasciandosi guidare dall’ispirazione e dalla sensibilità. Ci sono margini per la sperimentazione in questo ambito e voi cosa fate? Il cuoio è un materiale che permette di fare molta ricerca e molta sperimentazione, ci sono infatti ancora molti mondi da esplorare. È una materia duttile e al tempo stesso pregiata che può essere soggetta a numerose interpretazioni. Le ultime novità a riguardo sono una speciale tecnica di piegature e plissettature manuali della pelle, al fine di creare diversi pattern e le pelli stampate. Queste pelli vengono serigrafate a mano e reinterpretate con texture ispirate ai disegni dell’archivio tessile degli anni ’50. Qual è la vostra ricetta anticrisi in questo difficile momento di mercato? Sicuramente è molto importante scegliere dei partner affidabili e trovare insieme a loro delle soluzioni per affrontare questo periodo. Allo stesso tempo stiamo puntando molto sui mercati esteri consolidati che sono quelli che stanno sentendo meno la crisi, senza per questo abbandonare quelli che invece ne sono stati colpiti. Come stanno cambiando i vostri mercati di sbocco? Ci stiamo spostando verso Est. Questi mercati hanno sicuramente un potenziale molto elevato e allo stesso tempo stanno dando segnali di ripresa. Tra le new entry c’è sicuramente anche il Sudamerica. Ci sono molti mercati potenziali che al giorno d’oggi non danno risultati, ma che hanno un valore molto alto.


DESIGN ILLUSTRATED

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Digital 20

A cura di VIRGINIA SIMONI

DESIGN ONLINE

L'OPINIONE

La produzione inizia dal web Tra crowdfunding e siti di e-commerce, le nuove soluzioni smart per vedere realizzati i progetti dei giovani creativi.

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n un periodo di crisi come quello contemporaneo la creatività non si arresta, anzi cerca nuove forme di finanziamento per continuare a stupire. Il fenomeno che sta avendo grande successo in questo ambito è il crowdfunding, ovvero un modello di finanziamento che parte dal basso, mobilitando risorse e persone che uniscono le proprie forze per realizzare dei progetti. È sorprendente quante piattaforme online stiano nascendo, e quanto riescano realmente a concretizzare i sogni di artisti e designer, ma non solo. Uno degli esempi più conosciuti è Eppela, fondata nella seconda metà del 2011 da Nicola Lencioni. Permette di finanziarie progetti innovativi e creativi nei campi di arte, tecnologia, cinema, design, musica, fumetto, innovazione sociale, scrittura, moda o no profit. Funziona così: si prefissa un traguardo economico da raggiungere e una scadenza cercando di divulgare il più possibile l’inizio del crowdfunding. Se l’obbiettivo viene raggiunto o superato, le somme offerte vengono prelevate dal sostenitore e accreditate al progettista, che a quel punto provvederà a corrispondere le ricompense. In caso di successo Eppela trattiene una somma pari al 5% della cifra raccolta come commissione. In caso contrario non viene effettuata alcuna transazione di denaro e non c’è alcuna commissione della piattaforma a carico del progettista. Il procedimento è più o meno lo stesso per tutti i siti di crowdfunding. In Italia ce ne sono vari: Starteed, Produzioni dal Basso (PdB), Crowdfunding - Italia, De Revolutione, We are Starting. Un altro modo per aiutare chi un progetto in produzione ce l’ha già, sono i siti di e-commerce dedicati ai nuovi talenti. Nel marzo 2013 è nato, dalla passione di quattro giovani talenti, Swart, che propone una ricca selezione di prodotti rigorosamente italiani, tutti nati dal lavoro di designer che gestiscono l’intera filiera produttiva: dall’ideazione alla progettazione, dalla produzione alla promozione. L’obiettivo del sito è farsi garante di prodotti che si distinguono per qualità, intesa come capacità manuale unita a un approccio progettuale rigoroso e creativo. La volontà di Swart, quindi,

è quella di valorizzare e potenziare il Made in Italy emergente coniugando la praticità dell’e-commerce con la possibilità di distribuzione oltre confine. All’interno delle categorie casa, persona e bambini sono raccolti prodotti di arredo, illuminazione, accessori, gioielli, tessuti e giochi. La selezione comprende 160 prodotti di designer già noti nello scenario italiano dell’autoproduzione ma anche di giovani realtà in crescita che propongono oggetti inediti mai commercializzati prima sul web.

Dall'alto Talç di Iskra Sguera, lampada Babele e Fâl Fâl di Layla Mehdi Pour dal sito Swart. I 6 step di Eppela.

A cura di STEFANO MANUEL MANZINI

IMAGE & VIDEO HOMESTYLER INTERIOR DESIGN

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Lasciati ispirare dai meravigliosi interni di design, progetti e trend. Poi guarda la tua casa e comincia a sperimentare con i modelli in alta qualità 3D di prodotti reali. Il realismo vi lascerà a bocca aperta. Usare questa app è molto semplice, bisogna scattare la foto di una stanza per ricrearne la versione 3D per poterla arredare con veri mobili. Scegli l’illuminazione e gli accessori come specchi, tappeti e quadri e condividi la tua creazione con gli amici tramite social network o email.

Testo di JACOPO ATTARDO Head of digital di Red Cell

Quando siamo alla ricerca di ispirazione creativa la prima cosa che ci viene in mente è ovviamente di recarci a Milano in Corso Come 10, bere due o tre Black Velvet – perverso nettare degli dei composto da Veuve Clicquot e Birra Guinness che servono solo dalla Franca – e poi gironzolare senza tempo e quanto basta per la libreria al primo piano. Se invece volete fare gli intellettuali, potete fare la stessa cosa, ma combinando il bar Campari con la Tr i e n n a l e Milano. La creatività Ma se per si trova sul web. caso non potete re- Invece di cercare carvi né in ispirazione con Tr i e n n a l e, un cocktail in né dalla S o z z a mano, meglio ni, potete cliccare su sempre riStumbleupon e correre al web dove Behance in effetti si trovano diversi siti perfetti per cercare ispirazioni creative. Certo, potreste usare Pinterest o Etzy, ma per farlo dovreste avere almeno in mente di quale tipo di ispirazione siete alla ricerca, se invece non ne avete davvero idea, non temete, perché anche in questo caso il web ha ben due risposte per voi, una più stramba dell’altra. Cercate i 2 migliori (e più strambi) siti web dove trovare ispirazione creativa. Il migliore e più strambo di tutti è sicuramente Stumbleupon (letteralmente “inciampare in”), www. Stumbleupon.com. Una volta selezionati i vostri interessi creativi (design, fotografia, ecc.) premete il tasto “stumble” e il sistema caricherà per voi siti, articoli, tutorial, immagini eccetera, che corrispondo ai criteri impostati. Potete segnalare quali vi piacciono e quali no, in modo che le proposte siano sempre più vicine ai vostri gusti. Attenzione perché crea un effetto di distorsione temporale per cui potreste passare intere giornate a “inciampare” in un’idea creativa dietro l’altra se riuscire a smettere. Il secondo è Stumbleupon, www.Behance.net, social network molto in voga tra i creativi di tutto il mondo. Potete sfogliare centinaia di portfolio di designer, web designer, fotografi, registi, illustratori, di tutto il mondo, tra cui quelli dei direttori creativi delle maggiori agenzie pubblicitarie. Vi ci potete perdere per giornate intere e, oltre all’ispirazione, potreste trovare anche il creativo che fa per voi.

LE APPLICAZIONI DESIGN DA NON PERDERE DESIGN

Ispirazione 2.0

GRAPHIC EYEEM

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Una nuova app di photo editing dalla grafica accattivante vi farà dimenticare Instagram. Oltre a poter modificare le immagini con ben 17 filtri diversi, funziona come un social. È possibile vedere le foto che condividono le persone vicino a te e creare delle connessioni con altri user a te affini in tutto il mondo. Più userai EyeEm più l’applicazione saprà creare un flusso magico pieno di storie che ti interessano.

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Gravie è un’app veloce e di semplice utilizzo che aiuta a realizzare fantastici video direttamente dal tuo Iphone o Ipad. Bastano pochi minuti scegliendo tra gli 8 temi proposti, template grafici e clip art. Il caricamento su Facebook o Youtube è automatico, ed è possibile vedere le anteprime direttamente nella library dello smartphone. Tra le varie funzioni avanzate di Gravie puoi trovare anche il modo di modificare lo stile del tuo girato grazie a 5 filtri diversi.

NOTEGRAPHY

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Notegraphy è un'applicazione web e mobile che ripensa il modo di scrivere e condividere testi online attraverso il design. È possibile creare layout splendidamente formattati in tempo reale, che si tratti di una sola parola, o un intero romanzo, a soltanto tre punti il testo risulterà sempre pieno di stile. Sono disponibili più di 25 collezioni attentamente curate da alcuni dei migliori graphic designer del mondo. Le note vengono salvate a livello locale per essere inviate via e-mail e WhatsApp o condivise sui social network.


Libri 21

A cura di DIANA BARBETTA

JASON COHN, BILL JERSEY - FELTRINELLI REAL CINEMA, € 16,90 (dvd con libro )

Hadid. Complete Works 1979–2013 - Philip Jodidio

Fluidità della forma e ritmo continuo

Eames: architetti, pittori, designer

più letterale rispetto all’architetto iracheno. L’assenza di una rigida regolarità nel mondo naturale trova riscontro nel contemporaneo pensiero architettonico, in cui si assiste già dalla fine degli anni Ottanta, ad una radicale inversione di marcia. Dai tempi di Vitruvio il ruolo dell’ architettura è sempre stato quello generare stabilità ed equilibrio, ma oggi si avverte l’esigenza di contaminare la purezza delle forme attraverso l’ibridazione e la decostruzione.

na vita professionale che inconU tra quella sentimentale, quella di Charles Eames e Ray Kaiser, designer americani celebri per aver creato indiscussi oggetti-icone dell’arredo contemporaneo come la Eames

Lounge Chair. Il documentario prodotto da Jason Cohn e Bill Jersey, la cui voce narrante è quella dell’attore James Franco, racconta la vita sia professionale che privata messa in luce dalla grande esposizione mediatica a cui erano continuamente sottoposti, e che gli ha consentito di divenire indiscussi pionieri di quello che può esser definito lo star system del design internazionale. Acuti imprenditori, non solo dei loro progetti ma anche di loro stessi, sono stati tra i primi a comprendere l’importanza di registrare il processo creativo tramite il supporto video, che ha consentito di far conoscere diversi loro progetti, ritenuti visionari nell’ambito del design industriale. Una linea progettuale in cui il dettaglio esce dalla sua dimensione secondaria, per assumere il ruolo prioritario senza perdere il vantaggio di un prezzo contenuto ed accessibile. E’ questo lo scopo degli Eames, realizzare oggetti d’arte per tutti, belli e funzionali.

GIANCARLO DE CARLO - QUODLIBET ABITARE, PP. 144, € 14.00

L'architettura della partecipazione Maxxi Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo. Edito da Taschen, pp.612, € 39,00 (New edition)

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rchitetto controverso, per lungo tempo i suoi ambiziosi e futuristi progetti son rimasti su carta, nonostante siano stati insigniti di numerosi ed importanti premi. Vincitrice del Pritzker 2004 e alla guida di uno studio d’architettura portato avanti da ben 300 collaboratori, Zaha Hadid, architetto iracheno formatasi in Gran Bretagna, è sulla cresta dell’onda da oltre un decennio. Tra i suoi ultimi capolavori, il Rosenthal Center for Contemporary Art a Cincinnati, il Museo MAXXI di Roma e il Teatro dell’Opera di Guangzhou, nonché differenti progetti di design industriale come per esempio quello intrapreso per l’azienda di design Serralunga per cui la Hadid ha realizzato Flow, un particolare vaso in polietilene. Fluidità di forme e movimento sono caratteristiche iperpresenti nei suoi progetti, dalla costruzione di uno spazio espositivo a quella di un semplice oggetto d’arredo, la sua linea espressiva è da sempre coerente e continua. La sua dirompente capacità di rottura con la tradizione, il mettere in discussione l’architettura e il design del passato , fanno di Hadid una coraggiosa interprete della contemporaneità. Un approccio progettuale che si basa in fondo sull’osservazione della natura, dei suoi ritmi e cicli vitali, delle sue forme. Il riferimento all’elemento naturale diviene metafora, come lo è stato per altri importanti architetti del passato, da Frank Lloyd Wright a Toyo Ito anche se come afferma Patrik Schumacher, intimo collaboratore di Hadid, il loro ancorare le opere in un contesto naturale era forse in un senso un

Un approccio progettuale che si basa sull’osservazione della natura, dei suoi ritmi e cicli vitali, delle sue forme. Il riferimento all’elemento naturale diviene metafora...

«L'utopie c'est la réalité de demain» sosteneva Le Corbusier. Affermazione che incontra il consenso di Giancarlo De Carlo, architetto genovese attivo nel secondo Novecento. Noto internazionalmente per esser stato tra i fondatori del movimento Team X, docente

presso lo IUAV di Venezia, fondatore di Spazio & Società»nonché dell’ILAUD, International Laboratory of Architecture and Urban Design. “An Architecture of Participation” è un saggio edito nel 1972, in cui confluiscono riflessioni esposte in una conferenza con Jim M. Richards e Peter Blake. Ai relatori vien chiesto di esprimersi sull’architettura degli anni Settanta, di dare pareri sulle problematiche e questioni del periodo, e De Carlo esordisce così: « […] gli architetti contemporanei dovrebbero fare di tutto perché l’architettura dei prossimi anni sia sempre meno la rappresentazione di chi la progetta e sempre più la rappresentazione di chi la usa». In netta contrapposizione col principio della specializzazione della città e con la «tipizzazione delle attività umane, elabora un’utopia ma realistica in ogni sua parte. L’uomo, da tempo estromesso dal processo creativo, diviene co-attore in quella che viene definita l’architettura della partecipazione.

IN BREVE  Karl Lagerfeld

IL MONDO SECONDO KARL Rizzoli, pp.176, € 20,00

In un’epoca ormai lontana dai salotti settecenteschi connotata dal concetto di «salotto globale», in cui sprazzi di coversazioni e punti di vista personali viaggiano in etere, raccogliere testimonianze e cita-

zioni di grandi personalità del nostro tempo è quanto meno un’operazione necessaria, soprattutto se il personaggio di cui si parla è Karl Lagerfeld, “il maestro della reivenzione” a detta di Vogue. Personaggio poliedrico dalle innumerevoli passioni, dalla moda alla fotografia, erede di quella mondaneità parigina che fino alla metà del nostro secolo ha connotato l’ambiente culturale europeo e non solo. Un’eredità ingombrante e non sempre di facile gestione, in cui all’eleganza intellettuale bisogna saper abbinare un'acuta visione del reale e saper proferire semplici e taglienti commenti. Ed in questo Lagerfeld è campione indiscusso, come egli stesso afferma: «Non mi preparo le battute la mattina prima di uscire, semplicemente mi escono così». Semplicità e schiettezza come tratti distintivi. Idolatrato e conteso dalle più importanti maison di moda contemporanee, Lagerfeld si racconta attraverso la forma

dell’aforisma, alternando sentenze e riflessioni. In linea con quanto accadeva nella secolare tradizione lettararia, attraverso la massima si svela la sua visione della vita, un ritratto sfaccettato e incompleto ma pur sempre pregnante.  Michelangelo Sabatino

ORGOGLIO DELLA MODESTIA. Architettura moderna italiana e tradizione vernacolare Franco Angeli, pp. 28, € 35,00 Una puntuale ricotruzione storica in cui Michelangelo Sabatino, professore associato all’Università di Houston e direttore del Dipartimento di Storia, sottolinea la costante presenza di una tradizione vernacolare in tutta l’architettura del Novecento. La tesi sostenuta da Sabatino cerca di sovvertire la ormai dilagante ipotesi che sotto l’influenza del dominio fascista, l’architettura del tempo abbia solo strumentalizzato il classicismo, inoltre dimostra l’eterogenerità

della tradizione vernacolare caratterizzata da multiformi aspetti derivanti soprattutto dalla diversificazione geografica del nostro territorio. Attraverso una rilettura di fonti letterarie, etnografiche, iconografiche ed architettoniche si dimostra come l’Italia sia giunta alla Modernità grazie anche al contributo dato dall’adozione di modelli abitativi rurali apparte-

nenti alla nostra tradizione e di lavorazioni artigianali. Un’attenta analisi che indaga un terreno di ricerca ancora inesplorato.  Massimo Costa

TEMPORARY RETAILER: VERSO UNA NUOVA PROFESSIONE Lupetti Editore, pp.144 , € 18.00 Nell’ormai instabile situazione economica, creare delle nicchie temporanee di vendita è un’esigenza sentita da diverse e sempre più ampie categorie merceologiche, in primis dalla moda e dal design. Stiamo parlando del “temporary shop”, fenomeno imploso in Inghilterra agli albori del secolo scorso e nel nostro Paese solo nel 2005. Una vera e propria realtà di mercato, divenuta la moderna formula di vendita, in grado di garantire profitti con ridotte prestazioni in termini di tempo. Massimo Costa descrive questa particolare formula di vendita, focalizzandosi in modo

particolare sulla figura della temporary retailer, professione dai tratti eclettici in grado di affrontare complessità organizzativa ottenendo apprezzabili risultati in termini economici e d’immagine. I libri recensiti sono consultabili presso Biblioteca della Moda, Via Alessandria 8 - Milano www.bibliotecadellamoda.it


DESIGN CHI LEGGE

Outsider sì, ma che passione!

Grazie a mio marito Fabio (Novembre) ho scoperto il design. Una realtà democratica dove tutto è possibile. di CANDELA NOVEMBRE illustrazione di VITO NESTA

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l mio rapporto con il design è cambiato radicalmente nel corso del tempo. Prima di arrivare in Italia per fare la modella, parliamo di ormai 17 anni fa, posso dire che ignoravo il design completamente. Io sono argentina e da quelle parti, negli anni novanta la professione del designer non era molto diffusa. Avevamo altro a cui pensare. Rispetto al nuovo, ero molto più attratta dal vintage e mi piaceva immaginare la storia vissuta degli oggetti che scovavo. Poi con mio marito Fabio Novembre tutto è cambiato. Con lui ho scoperto il lato umano di questo settore, e ho iniziato ad apprezzarlo. Dall'interno mi sono resa conto che rispetto al mondo spigoloso della moda i designer fanno molta più squadra, ponendosi tutti sullo stesso piano. Hanno creato questo settore da zero, in tempi recenti, identificando ognuno una sua specificità, senza tanta invidia e senza pestarsi i piedi a vicenda. A Fabio ad esempio piace unire, creare sinergie. Quando sta sviluppando un nuovo progetto, lo condivide senza gelosie o paure con altri colleghi, o addirittura è il primo che passa quel lavoro ad un ‘competitor’ se ritiene quella persona più adatta a soddisfare la richiesta del cliente. Nella moda tutto ciò sarebbe impensabile. Oggi posso dire di aver imparato molto sul design, pur rimanendone volontariamente una outsider. Da completa estranea, quando vado da mio marito, e succede spesso visto che casa e studio sono confinanti, lui e i suoi collaboratori mi

interpellano spesso sui progetti del momento per avere un feedback schietto, senza influenze professionali, ma soprattutto fresco: loro spesso giocano con lo stesso modello 3d per giorni fino a conoscerlo a memoria. Per me ogni oggetto è una sorpresa. E se per mia natura nell'arredo almeno tendo a preferire la praticità all'estetica - l'esatto opposto di come vivo la moda - resto sempre affascinata dalle forme scultoree e fuori scala che riempiono il capannone un po' fabbrica di cioccolato dove lavorano. Sono oggetti divertenti ed è facile interagire con sedie o poltrone dai tratti umani, quasi fossero delle persone vere. La mia best friend? La poltrona Nemo, disegnata da Fabio per Driade che mi fa compagnia in giardino quando sorseggio il caffè la mattina. Anche nel mio lavoro faccio il possibile per far si che moda, design e architettura si contaminino, inserendo nei miei servizi arredi di design o scegliendo location architettonicamente interessanti; fondendo il significato internazionale della parola designer (stilista) con quello italiano (progettista). Ovviamente con un padre ed un madre così, le mie figlie sono subissate di input, e pur non capendo esattamente le nostre professioni fino in fondo - ho comunque difficoltà a spiegarle anche a me stessa - hanno già una precisa idea di ciò che è estetico e piacevole alla vista. In alcuni casi si spingono addirittura a commentare la disposizione dei mobili in casa di amici, dando suggerimenti di styling a modo loro.


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NUMERO 118

Il magazine di lifestyle metropolitano Not for sale • 6 numeri all’anno Distribuito nei luoghi dove nascono i trend: negozi, locali, cinema, musei, gallerie d’arte. Per un totale di 800 location in 10 città Milano | Torino | Verona | Padova | Bologna | Firenze | Roma | Bari | Napoli | Palermo Si trova anche in 120 boutique The Best Shops di Camera Buyer

Edito da Biblioteca della Moda - Corso Colombo 9, 20144 Milano info@bibliotecadellamoda.it Concessionaria esclusiva per la pubblicità - Milano Fashion Media - Via Alessandria 8, 20144 Milano info@milanofashionmedia.it

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