Domenico Parma Life and Works

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Domenico Parma e la sua Colombia Era il 1946 quando Domenico Parma giunse in Colombia assumendo l’incarico di ingegnere strutturista presso il municipio di Bogotá e allo stesso tempo impegnandosi come docente a contratto per la cattedra di “Calculo de Estructuras Hiperestaticas” e “Resistencia II” presso la facoltà di Architettura dell’Universidad Nacional de Colombia. Parma aveva sin da subito strutturato anche un suo ufficio professionale nel quartiere di Teusaquillo, esattamente in calle 34#19 n.5 così come riportato nell’elenco dei docenti dell’Universidad Nacional in cui si evince anche la presenza di altri colleghi italiani quali l’architetto Bruno Violi, l’ingegnere Vincenzo Nasi e l’ingegnere Angiolo Mazzoni. In realtà tra la fine degli anni ’30 e la prima metà degli anni ’40 molti europei erano emigrati in America Latina; da un lato le leggi razziali, applicate anche in Italia a partire dal 1938, avevano costretto molte persone di origine ebraica a trovare rifugio in territori sicuri, mentre dall’altro la seconda guerra mondiale aveva ridotto molto le opportunità di lavoro e tanti giovani trovarono fortuna oltreoceano. Esattamente dopo 60 anni dall’arrivo di Parma in America Latina, nel 2006, ho raggiunto per la prima volta la Colombia su invito dell’Universidad de Ibagué per corsi di storia dell’architettura presso la Escuela Internacional. Questa terra non poteva che accogliermi con un’opera di ingegneria italiana in quanto a quei giorni l’aeroporto internazionale di Bogotà, El Dorado, era ancora quello progettato dallo studio Cuéllar Serrano Gómez y Cía con cui Parma aveva iniziato una proficua collaborazione a partire dal 1949 fino al 1962 quando aprì il suo studio Domenico Parma Asociados Ltda Ingenieros Consultores. Erano attribuite proprio a Parma infatti le arditezze strutturali della grande copertura dell’area centrale dell’edificio aeroportuale oggi purtroppo dismesso. A quell’epoca infatti osservando la struttura non mi fu difficile capire che si trattava di ingegno nostrano ma soprattutto opera di un ingegnere che si era formato in un periodo molto interessante per la storia delle costruzioni in Italia e per le importanti sperimentazioni proposte dall’ingegnere Pier Luigi Nervi e dall’ ingegnere Riccardo Morandi. Con quest’ultimo Parma aveva lavorato proprio in Colombia per la realizzazione del ponte Laureano Gómez sul fiume Magdalena nel dipartimento dell’Atlantico presso la città di Barranquilla. Come lo è stato per me nel 2006 anche per Parma l’impatto con la Colombia certamente non lo lasciò inerte; differentemente trovò terreno fertile per operare anche se il contesto culturale, poco avanzato nel settore ingegneristico, non facilitò subito la messa in atto delle sue proposte; infatti non mancarono piccoli contrasti soprattutto con Rafael Urdaneta, suo direttore presso il Dipartimento di controllo progetti del Municipio di Bogotá. Le cose certamente cambiarono quando Domenico Parma entrò nello studio Cuéllar Serrano Gómez y Cía, una società di ingegneria molto attiva su tutto il territorio nazionale e che già a quei tempi vantava numerosi progetti al fianco soprattutto di architetti che hanno scritto importanti pagine di storia dell’architettura colombiana da Carlos Martínez Jiménez, a José María Obregón Rocha, Pablo de Valenzuela y Vega fino a Rogelio Salmona. Tuttavia come per me la Escuela Internacional dell’Universidad de Ibaguée le intense attività accademiche svolte a Bogotá sono state e sono tuttora una continua palestra di vita, per Parma le numerose attività progettuali svolte per oltre un decennio presso la Cuéllar Serrano Gómez y Cía certamente gli consentirono di prendere importanti contatti nella società colombiana, di mettersi alla prova con una differente cultura ma principalmente di lavorare su progetti innovativi, introducendo lui stesso, grazie alle competenze della sua formazione italiana, soluzioni ardite e geniali. In realtà Parma giunse in Colombia in un momento storico e politico molto delicato e la uccisione del candidato presidenziale Jorge Eliécer Gaitán Ayala il 9 aprile del 1948 aveva segnato per sempre la storia di questo paese tanto che ancora oggi nonostante i buoni propositi dei governi che si sono succeduti è difficile affermare che il periodo della Violencia, che iniziò proprio dopo questo assassinio, possa considerarsi terminato. Nell’ultimo curriculum (hoja de vida) che Parma aveva redatto poco prima della sua scomparsa avvenuta il 26 gennaio 1989, e pubblicato nella monografia curata dall’amico Claudio Varini, sono elencate le principali opere in cui era intervenuto come strutturista e non è difficile riscontrare che tutte le architetture che hanno segnato il periodo della modernizzazione nella capitale colombiana, e non solo, portano il suo nome. Progettista di oltre 60 edifici e più di 70 ponti tra Colombia ed Ecuador tutt’oggi è riconosciuto come uno dei più innovativi e creativi ingegneri che hanno operato in Colombia nel XX secolo. Tra i principali progetti in cui partecipò come ingegnere accanto ad importanti firme dell’architettura moderna colombiana annotiamo la Biblioteca Luis Ángel Arango (1957-1966) nella Candelaria su progetto di Esguerra, Saenz, Urdaneta e Semper; Bavaria Centro Internazionale (1963/64) su progetto dello studio Obrégon e Valenzuela; Museo dell’Oro (1966) su progetto di Esguerra, Saenz, Urdaneta e Semper, la Torre Avianca (1963-1968); la Torres del Parque su progetto dell’architetto Rogelio Salmona (1965-1970); il Centro Colseguros (1968-1974) sempre su progetto dello studio Obrégon e Valenzuela così come la Torre Colpatria (1972-1979), il ponte Laureano Gómez sul fiume Magdalena (1970-1974); questi solo per citare alcuni dei numerosi ed importanti progetti molto ben descritti nel presente volume curato da Fausto Giovannardi e Alessandra Parma. Questo volume tuttavia non è solo una monografia ma qualcosa che va oltre i documenti d’archivio, le citazioni storiografiche e le opere di ingegneria. Le pagine di questo libro parlano della vita di Domenico Parma in Colombia, delle emozioni, dei dispiaceri, dei successi professionali e di vita, degli insuccessi, dei premi e delle amicizie che a tutti coloro che vi hanno vissuto, per differenti motivi, questa terra ha donato.


Riconoscimenti che un pò tutti custodiamo dentro di noi con orgoglio in quanto consapevoli che abbiamo lasciato un segno positivo della nostra esistenza e della nostra Italia anche in Colombia. A trent’anni ormai dalla scomparsa di Domenico Parma numerosi sono gli studi realizzati sulle sue opere e tanti i ricercatori che continuano ad interrogarsi sulle geniali soluzioni ingegneristiche e le innovazioni introdotte dall’ingegnere italiano. Non ultimi i riscontri ricevuti anche da suoi allievi poi divenuti amici, come l’ingegnere Jaime Santamaría Serrano che aveva iniziato proprio la sua attività negli anni ’60 nello studio di famiglia, ossia la già citata società d’ingegneria Cuéllar Serrano Gómez y Cía, come direttore supervisore presso il cantiere del ponte Laureano Gómez in Barranquilla, un’opera di ingegno e di grande orgoglio per l’Italia oggi più che mai. Ma accanto agli elogi di tanti colleghi colombiani anche i ricordi più sentiti che, come autore di questa prefazione, vorrei citare annotando l’impegno di altri italiani come l’ingegnere Giorgio Sivori e Camillo Zorio che hanno accompagnato Parma durante la sua vita professionale nonché contribuito anche allo sviluppo della cultura italiana in Colombia, fondando istituti per la formazione tutt’oggi attivi. Un sentito ringraziamento anche alla mia concittadina lucchese, Giovanna Giangrandi, disegnatrice tutta la sua vita presso lo studio Parma a Bogotá e a cui devo proprio i racconti delle ultime emozioni di una straordinaria esperienza lavorativa. Che questo libro possa essere di guida e buon auspicio per tanti giovani e meno giovani che intraprendono con coraggio e visione un futuro oltre i propri confini nazionali. Grazie Domenico Parma per tutto quanto hai fatto e ci hai lasciato.

Prof. Arch. Olimpia Niglio Accademica, Academia Colombiana de Historia de la Ingeniería y de las Obras Públicas


Premessa

Domenico Parma, straordinario ingegnere, progettista nel terzo quarto del secolo scorso, di gran parte delle strutture degli edifici più importanti di Bogotà, è praticamente sconosciuto in Italia. La sua è una storia importante di una vita piena, troncata prima di poter tornare dov’era nato per scrivere le sue memorie. Una storia che andava scritta e che è stato possibile scrivere quando ho incontrato Alessandra. Fausto Giovannardi

“Cara mio Sandrin'....” cosi cominciavano quasi tutte le sue lettere. E subito si apriva un mondo. Un modo di raccontare, di pensare, di “estrapolare”come diceva lui, di vagare qua e la nelle emozioni. Ed io li ad assaporare ogni parola, a leggere e rileggere racconti ed impressioni. Una calligrafia bella, ordinata ma personalissima. Guardavo le lettere e pensavo ai fiumi di memorie di calcolo scritte a mano dei suoi progetti. E lo riconoscevo sempre. Racconti limpidissimi, lettura del mondo sempre viva e nuova, unica, le scoperte e le tristezze. Poi ogni tanto arrivava il biglietto dell' aereo ed io a volare gia' come impazzita per la casa col groppo in gola, sognando quello che mi aspettava.

Domenico e Alessandra


Domenico Parma Chiavari,1920 - Bogotá,1989

Gli anni della formazione Domenico Maria Eugenio Cesare Parma è nato il 28 giugno 1920, a Chiavari, vicino a Genova, da Giò Batta Cesare Parma e da Margherita Bianca Marré. Il padre, geometra, aveva un cantiere di sabbia e ghiaia a Chiavari e la mamma era pittrice, figlia di studiosi (un parente era Giacomo Devoto, autore del dizionario Devoto-Oli della lingua italiana). Ha un fratello, Emilio1, di tre anni più grande di lui. Al liceo fra i suoi amici ci sono Giorgio Sivori e Fausto Galante, che continueranno gli studi con lui iscrivendosi alla Facoltà d’ingegneria della Regia Università di Genova2.Tra i docenti ha Carlo Federici3, che insegna geometria proiettiva ed analisi algebrica, e che ritroverà anni dopo in Colombia. Sono anni duri. Durante la guerra la loro casa di Chiavari è bombardata e trovano rifugio a Temossi, vicino a Borzonasca, nell’entroterra, dove la madre aveva delle proprietà. Qui conosce Mariella Lignarolo, di tre anni più giovane, anche lei sfollata con la famiglia4. La zia Bianca in un ritratto fattogli dalla madre. Ha conosciuto la mamma durante la guerra. La famiglia della mamma viveva in Colombia perché il nonno da molti anni lavorava lì. Era ingegnere, nato a Palermo ma lavorava a Genova, ed in Sud America era andato subito dopo la prima guerra mondiale inviato dal Genio civile di Genova, per il quale lavorava, per un contratto di realizzazione di ferrovie. Gli era piaciuto moltissimo il paese, lavorava tra Ecuador e Colombia, e le possibilità che offrivano per un giovane ingegnere in gamba. Chiuso il contratto col Genio Civile si è messo in proprio. E’ tornato in Italia per sposarsi con la sua fidanzata di Rapallo ed è subito ripartito con lei stabilendosi inizialmente a Guayaquil in Ecuador. Dove è nata mia mamma ed altre due figlie. Un quarto figlio è nato in Italia durante un viaggio per vedere i parenti. Poi si sono trasferiti a Bogotà dove il nonno, sempre curioso e mobile, si era rimesso a fare l’ingegnere, ma non so esattamente in cosa. Forse per la Municipalità di Bogotà. 1

Emilio, celibe, dal 1980 Domenico lo portò a Bogotà con se, ed alla sua morte è vissuto a Borgonasca con Alessandra.

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A Genova, dal 1870, vi sono le Regie scuole superiori: la Navale e quella di Scienze economiche e commerciali, più tardi, dal 1936, assimilate nella Regia Università degli Studi di Genova con i titoli di Facoltà di Ingegneria e di Economia e Commercio. 3

Carlo Federici (1906-2005) fu professore alla Regia Università di Genova. Venne invitato come professore dall´Università Nazionale della Colombia e giunse a Bogotà l´8 aprile 1948.Nominato Direttore del Dipartimento di Matematiche, ed era considerato un vero e proprio Maestro. E´ stato membro onorario della Accademia di Scienze Esatte e Naturali della “American Society for Cybernetics”, Professore Emerito della Università Nazionale, Dottore Honoris Causa della Università Nazionale e di quella della Javeriana a Bogotà. E´ stato altresì fondatore della Scuola Colombiana di Epistemologia. 4

Mariella è la maggiore, ha due sorelle (Adriana e Dora) ed un fratello Mario. Dora e Mario lavoreranno con Domenico Parma a Bogotá e qui Dora conoscerà Giorgio Sivori. Patricia Nasi è figlia di Adriana, con tre fratelli. Daniela Sivori è figlia di Dora, morta quando lei aveva 9 anni.


Nel 1940 decidono di fare un grande viaggio di vacanze e partono tutti in nave, genitori e quattro figli adolescenti, per rivedere le famiglie. Ma in Italia li coglie la guerra e non riescono a ripartire subito. Passano tutta la guerra in Liguria, prima a Rapallo vicino alla famiglia della nonna, e poi a Temossi (micro paesino frazione di Borzonasca nell’entroterra a 15 km da Chiavari) dove sfollano per scappare dai bombardamenti e cercare di sopravvivere. Trovano una casetta nei boschi che riescono a prendere in affitto e lì restano per tutta la durata della guerra. Cinque anni durissimi, mangiando il poco che si trovava e coltivando qualcosa, sempre con la paura delle rappresaglie dei tedeschi che facevano incursioni in cerca dei partigiani. Anni anche eroici, riescono in qualche modo a cavarsela, nascondendo i figli nei boschi e raccogliendo castagne e patate. Ma, perché anch’essi sfollati da Chiavari, conoscono la famiglia di papà. Che aveva trovato rifugio in una casa non lontana. Sempre a Temossi. La madre di papà, Margherita, era molto conosciuta ed amata in zona. La sua famiglia Marrè era originaria di Borzonasca. Famiglia molto unita, lei pittrice figlia di studiosi (un parente era il famoso Giacomo Devoto del dizionario Devoto-Oli della lingua italiana), il nonno geometra con lavori a Chiavari (dove abitualmente risiedevano). E subito si sono affiatati ed aiutati a vicenda. Per trovare il poco cibo e dividerselo , per nascondersi, per crescere i figli sotto la guerra. Sapevano quasi tutti suonare qualche strumento (non mio papà), la mamma suonava la fisarmonica, in mancanza del pianoforte che aveva studiato a Bogotà. E sono riusciti, in qualche modo, a trovare momenti di divertimento. Cantavano, si riunivano, cucinavano qualcosa, andavano per funghi. Ma sempre col terrore dei tedeschi. Gli alleati hanno bombardato anche Borzonasca credendo, da false informazioni, che vi si trovasse un comando militare dei tedeschi. Ed i tedeschi facevano rastrellamenti improvvisi. Sono riusciti a salvarsi tutti. Intanto papà studiava ingegneria a Genova, che raggiungeva quando ci riusciva tra bicicletta, a piedi, in treno … e la mamma stava in famiglia. Papà, bellissimo, di poco più di 20 anni, come la mamma, che era del 1923. Si sono innamorati, naturalmente. Il 2 luglio 1942 viene arruolato nell’artiglieria contraerea a Firenze, per poi spostarsi a Sabaudia in dicembre, alla scuola Ufficiali, dove diventa sottotenente di complemento il 25 luglio 1943. Viene poi assegnato al 1° Reggimento di Artiglieria contraerea di Casale Monferrato, dove rimane fino al 8 settembre del 1943. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la zona di Genova è sotto l’occupazione Tedesca ma con una forte presenza partigiana nell’appennino ed anche in città, che cresce con il passare del tempo, fino ad arrivare alla liberazione di Genova a seguito dell’insurrezione avvenuta tra la sera del 23 e il 26 aprile 1945, che rappresenta l’unico caso europeo in cui un intero dispositivo militare tedesco si arrende alle forze della Resistenza senza alcun intervento bellico da parte degli Alleati che sopraggiungono soltanto il giorno dopo, accolti da una città martoriata ma fiera di mostrare ai vincitori una ritrovata dignità civile. Sono anni drammatici, ma riesce comunque, frequentando assiduamente l’Università, a laurearsi in ingegneria civile il 14 giugno del 1944. .Il 18 gennaio 1946, dopo avere ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione si iscrive all’ordine degli ingegneri di Genova. Il 25 febbraio del 1946 sposa Mariella, e poco dopo nel maggio dello stesso anno, con l’Italia distrutta dalla guerra, decidono di trasferirsi in Sud America, dove la famiglia della moglie aveva delle proprietà e lavoro5.

Appena finita la guerra papà si è laureato. Il nonno materno ha deciso di ripartire subito per la Colombia a vedere cosa era rimasto della sua casa e delle sue attività. Si sono sposati a Chiavari, con due cappotti fatti con le coperte di guerra ma bellissimi, e sono partiti tutti insieme. La famiglia della mamma ed i due sposini. Papà aveva lasciato a Chiavari la famiglia, genitori ed un fratello, Emilio. Papà è partito anche lui in cerca del nuovo mondo. Ed il nonno, che conosceva l’ambiente di Bogotà, lo ha presentato negli uffici degli ingegneri della Municipalità. Dove è stato subito assunto mi pare col ruolo di verificatore dei nuovi progetti strutturali che venivano presentati.

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Il padre di Mariella è Gaetano Lignarolo, architetto ed ingegnere con il fratello Giovanni, pure lui ingegnere, emigrati nei primi decenni del 1900, in Colombia. Costruisce edifici a Buenaventura, il teatro Jorge Isaacs nel 1931 a Calì, per poi trasferirsi a Cartagena. Nel 1958 brevetterà un sistema per il carico del combustibile solido nelle caldaie a vapore. Una sua nipote, Maria Luisa Lignarolo, sarà Miss Colombia nel 1971. Muore a Roma nel 1983.


La Colombia a quel tempo L'inizio degli anni '50 in Colombia è segnato da una serie di eventi importanti per la cultura architettonica locale: 1.La fine della seconda guerra mondiale nel 1945 e l'inizio della guerra fredda, 2.L'assassinio del candidato del partito popolare Jorge Eliécer Gaitán nel 1948 che ha scatenato un periodo di violenza politica che ha spinto la gente dalle campagne nelle città, 3.La visita di Le Corbusier a Bogotà nel 1947 che è stato segnalata dagli storici come prova dell'influenza del maestro sull'architettura colombiana del periodo, 4.La modernizzazione della pubblica amministrazione, in particolare la creazione dell'Istituto di credito territoriale (ICT) nel 1942 che a partire da quel momento si sarebbe fatto carico di progettare e costruire alloggi di interesse sociale, 5.L'adozione un linguaggio visivo moderno da parte del Ministero delle Opere Pubbliche come simbolo di uno stato moderno, 6.La laurea nel 1944 della prima generazione di architetti colombiani formati nel paese e 7.La fondazione della rivista Proa nel 1946, con la quale la cultura architettonica del tempo ottenne uno spazio per tentare di installare da lì e con una prospettiva disciplinare un insieme articolato di temi contingenti per tutta la società. Mondragón, Hugo. La revista Proa. DPA: Documents de Projectes d'Arquitectura", 2008, núm. 24, p. 90-95. Nel giugno del 1947 Le Corbusier è a Bogotà per tenere alcune conferenze, invitato dall’ambasciatore Angel Zuleta, che aveva conosciuto a New York nella commissione per la nuova sede dell’ONU e dal sindaco Fernando Mazuera. Grande fu l’entusiasmo dei giovani architetti colombiani che conoscevano la sua opera ed i suoi scritti e la sua presenza ebbe un impatto molto forte che fu considerato come il battesimo della nascente architettura moderna. Bogotá era una piccola città di 600.000 abitanti, in cui però le idee di progresso e modernizzazione erano fortemente diffuse da dieci anni di governo liberale. Tra gli urbanisti si discuteva dello sviluppo disordinato e della marginalità e l’occasione di avere Le Corbusier non poteva che dare frutti. Alla partenza Le Corbusier aveva strinto un preaccordo di lavorare al nuovo piano regolatore in collaborazione con Town Planning Associates (TPA) di New York guidata dal suo allievo Josep Lluís Sert e da Paul Lester Wiener. Due anni dopo Le Corbusier ritornò a Bogotà per firmare il contratto che lo vedeva coinvolto insieme a TPA ed al gruppo locale di lavoro, costituito dal Municipio di Bogotà con la guida di Herbert Rieter e Carlos Arbelaez Camacho. Le Corbusier rientrato al suo atelier di rue de Sèvres a Parigi iniziò a lavorare al Piano Direttore di Bogotà con Rogelio Salmona, Germán Samper e Reinaldo Valencia, i tre giovani architetti colombiani che lavoravano nel suo studio. Il Piano viene terminato nel giugno 1950 e presentato alle Autorità di Bogotà il 5 aprile 1951. Pur se non avrà seguito, per le mutate condizioni politiche, il lavoro ed il contatto con Le Corbusier ottiene il risultato di aprire al movimento moderno i giovani architetti colombiani, proprio all’inizio di un grande periodo di crescita.

Le Corbusier, Piano Direttore di Bogotá (1950) © IDPC–MdB Instituto Distrital de Patrimonio Cultural, Museo de Bogotá


Via dalla guerra, nel nuovo mondo ... Bogotá. 1947 Entra a lavorare nella Secretaría de Obras Públicas di Bogotà, come revisore dei progetti strutturali dei lavori presentati per l’autorizzazione a costruire. Il 2 maggio nasce il primo figlio Cesare. Nello svolgimento del suo incarico entra in contatto con l’ing. José Gómez Pinzón, socio di Cuellar-SerranoGómez6 a cui contesta alcuni errori di calcolo respingendogli molti dei progetti che sono stati presentati presso l'ufficio per l'approvazione. Di fronte alla frustrazione che poteva comportare il rifiuto dei progetti presentati, Gómez Pinzón, evita di entrare in conflitto e riconoscendogli una grande competenza, non esita ad offrirgli una posizione in CuSeGo con garanzie migliori di lavoro rispetto a quelle del settore pubblico.

1948 Così nel 1948, Domenico Parma entra nello studio Cuéllar Serrano Gómez come ingegnere strutturista, per divenire, ben presto, capo del Dipartimento di Calcolo ed una figura di primo piano all'interno dell'innovativa squadra guidata da Gabriel Serrano Camargo. A quel tempo a Bogotá7, la grande crescita della popolazione porta ad una forte domanda di abitazioni sociali a cui lo Stato risponde con la creazione del BCH ( Banco de Crédito ipotecario) nel 1930 e del ICT (Instituto de Crédito Territorial) nel 1939. Tra il 1946 ed il 1949 vengono anche incentivate le cooperative di abitazione. Vi è una grande opportunità per costruire. Il cemento armato, noto nel paese da vari decenni, diviene la tecnica costruttiva più utilizzata ed in questo periodo, in cui l'estetica delle strutture diventa pubblicità delle opere, cresce e si forma un’architettura originale ed un nutrito gruppo di società di progettazione e costruzione che permettono lo sviluppo della città. Domenico Parma arriva in Colombia, appena laureato, quindi senza esperienza lavorativa e con la sola conoscenza universitaria del lavoro dei grandi ingegneri italiani. Le sue basi gli permettono però di poter guardare senza timore alle sfide che il prorompente sviluppo in corso in Colombia, gli pongono. Il processo di modernizzazione in atto lo vede protagonista 8 distinguendosi nell'adattamento delle tecniche del calcestruzzo armato all'ambiente Colombiano. Al tempo non vi erano norme di calcolo ed il riferimento erano i manuali tedeschi. Parma si orienta sui codici degli Stati Uniti ed in particolare a quelli della California che gli permettono di affrontare anche gli aspetti sismici. La sua sarà una continua elaborazione di un codice personale frutto dello studio e della ricerca sperimentale. All’interno della società Cuéllar, Serrano, Gómez, sviluppa, intorno al 1950, con lo stimolo di José Gómez Pinzón e l’intuizione di Gabriel Serrano, reduce da un viaggio in Brasile, il sistema di solai chiamato “Reticular celulado”, che consisteva in lastre alleggerite attraverso l'utilizzo di cassette in calcestruzzo prefabbricato, che fungono da stampo a travetti che formano una griglia. Questo sistema, che eliminava le travi dei telai, accelerando i ritmi costruttivi e riducendo i costi di produzione, è stato un notevole progresso tecnico di quel tempo e il primo brevetto Colombiano di utilizzo internazionale. Si impegna inoltre nell’uso della tecnica di precompressione del calcestruzzo 9, che per le condizioni locali, si orienta nella post-tensione, e più in generale nello sviluppo di tecniche di prefabbricazione.

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Cuellar-Serrano-Gómez, (anche CuSeGo nel seguito) fondata nel 1933 era uno degli studi tecnici e impresa di costruzioni di Bogotà, più prestigioso dell’epoca. 7

Nel 1913 Bogotà aveva 120.000 abitanti, nel 1930 240.000, nel 1951 715.000, nel 1973 2.645.000, oggi quasi 8 milioni, suddivisi in 20 zone che riuniscono 1.214 barrios. 8 L’altro protagonista dell’ingegneria strutturale in Colombia a quel tempo è l’ing. Guillermo Gonzales Zuleta (1916-1995) vincitore per tre volte del premio nazionale d’ingegneria. 9

La precompressione è una tecnica industriale consistente nel produrre artificialmente una tensione nella struttura di calcestruzzo armato, allo scopo di migliorarne le caratteristiche di resistenza. I processi industriali per realizzare la precompressione sono sostanzialmente di due tipi: a cavi aderenti (sistemi a cavi pre-tesi) - a cavi scorrevoli alle estremità (sistemi a cavi post-tesi). Il primo necessita di stabilimenti di produzione, mentre il secondo viene realizzato direttamente in opera.


Cuéllar Serrano Gómez Lo studio/società Cuéllar, Serrano Gómez y Cia è stato costituito il 3 ottobre 1933 dall’associazione tra l’ing. Gabriel Serrano Camargo con l'architetto Camilo Cuéllar Tamaya e l'ingegnere José Gómez Pinzón, compagno di scuola di Gabriel Serrano. Inizialmente costruirono case a La Merced ed altri quartieri, muovendosi all'interno dei parametri stilistici degli anni '30, con Serrano che progettava, Gomez che seguiva gli aspetti costruttivi e Cuellar dell'amministrazione. Le inquietudini intellettuali dei tre soci portano a configurare l'ufficio come un'avanguardia architettonica. Le competenze di Gabriel Serrano nel campo della architettura ospedale hanno aperto alla società una carriera eccezionale. Il primo, l'ospedale San Carlos de Bogotá (1947-48), era all'epoca il più moderno e il più attrezzato del paese e nella sua costruzione furono provate le prime tecniche di calcestruzzo precompresso. Dopo questo progetto pionieristico, costruirono molti ospedali e cliniche nei decenni successivi e divennero la società leader di questo tipo di costruzione nel paese. Poi, con la costruzione dell'Hotel Tequendama compiono un altro notevole progresso. La sua struttura di 18 piani fu costruita tra luglio 1950 e luglio 1951, in un'esibizione di efficienza sconosciuta in Colombia. La società si sviluppa ulteriormente durante la seconda metà degli anni '40, grazie alla collaborazione del geniale architetto Gabriel Lagarcha (1921-1986), allievo di Serrano e dell'ingegnere Domenico Parma, con lo sviluppo del sistema costruttivo chiamato "reticular celulado". Negli anni 50 è lo studio/società più grande della Colombia. Progettano e realizzano numerose opere di valore per l'architettura moderna in Colombia, rappresentative per il loro carattere innovativo con l'uso di un linguaggio internazionale moderno, di nuove tecniche e sistemi di costruzione standardizzati. In CuSeGo, si sono formate generazioni di tecnici, carpentieri, muratori, pavimentatori, falegnami, imbianchini, idraulici, elettricisti, ecc. Nel periodo di punta, negli anni '60, l'azienda è riuscita a eseguire 40 o 50 progetti simultanei, aveva alle dipendenze circa 5.000 lavoratori e uno staff di oltre 150 tra impiegati e tecnici. Questa crescita ebbe un effetto negativo sulla qualità del design, che mostrerà una graduale standardizzazione, con la ripetizione degli stessi principi estetici. Tuttavia garantendo sempre la qualità dell’esecuzione. Nel 1962 CuSeGo ottiene il Premio Nazionale di Architettura per l'edificio Ecopetrol nella I Biennale di Architettura. La società esiste ancora e si chiama oggi, CUSEGO S.A.

Camilo Cuéllar Tamayo, nato a Bogotá nel 1909,figlio di un noto medico, si laurea in architettura nel 1934 presso la Architectural Association School of Architecture di Londra, associato al Royal Institute of British Architects, e alla Sociedad Colombiana de Arquitectos. Sposato nel 1939 con Lucia Duran Y Duran Borrero, hanno avuto tre figli. È il più longevo dei soci e muore a 95 anni il 1 dicembre 2004. Gabriel Serrano Camargo, nato a Sogamoso (Boyacá) nel 1909,laureato prima ingegnere (1933) e poi architetto (1949) alla Universidad Nacional, dove inizia ad insegnare nel 1937, occupandovi posizioni importanti, la Commissione delle Arti Plastiche, il Consiglio di Amministrazione del Museo d'Arte Moderna, la Cassa dell'edilizia popolare ICT. Nel 1947 riceve il Premio Nazionale di Ingegneria e successivamente è decorato dal Presidente della Repubblica con la Cruz de Boyacá; nel 1948, a seguito del "Bogotazo", il governo lo inserisce nella commissione "Pianificazione della ricostruzione del Bogotà". Nel 1949, si laurea in Architettura presso l'Università Nazionale con una tesi con l'architetto Bruno Violi (Milano 1909 - Bogotá 1971), figura chiave per l'architettura moderna in Colombia. È stato presidente della Sociedad Colombiana de Arquitectos, della Federazione panamericana delle associazioni di architettura, professore della Universidad de los Andes, membro della giunta direttiva del Piano regolatore di Bogotà. Negli anni si configura sempre più come rappresentante dell’architettura della Colombia sulla scena internazionale, promuovendo il XII Congreso Panamericano de Arquitectos nel 1968. Muore a New York il 9 maggio 1982 José Gómez Pinzón, nato a Soacha Bogotà) nel 1909, laureato ingegnere civile alla Universidad Nacional (1933), docente, come Serrano, presso la facoltà d’ingegneria di cui è stato decano e poi rettore dell’Università nel 1957. È stato Ministro delle opere pubbliche nel 1941-42 e nel 1958 Ambasciatore in Germania, nonché coordinatore, in qualità di consigliere Presidenziale, della Comisión Especial de Rehabilitación, voluta dal Frente Nacional dopo la caduta della dittatura del gen. Rojas Pinilla. Presidente onorario della Cámara Colombiana de la Construcción, al momento della morte, nell’aprile 1988 aveva il titolo di Gran Maestro e Grado 33 della Massonería colombiana del rito scozzese.


Il Reticular Celulado Origine del sistema reticular celulado Dalle osservazioni e disegni di dettaglio che l’architetto Gabriel Serrano riportò dalla sua visita in Brasile nel 1947 nacque l’idea che creò l’innovativo sistema di interpiani prefabbricati in calcestruzzo conosciuto poi come “reticular celulado”. Lo sviluppo di questo sistema reticolare si svolse sotto il coordinamento dell’ingegnere José Goméz Pinzón, amministratore della società e l’iniziativa e responsabilità tecnica dell’ingegnere Domenico Parma, con la collaborazione dell’ingegnere Andrius Malko. PROA n. 263 1976 pag. 16 (trad. FG) Stimolato dalla curiosità di Gabriel Serrano, che aveva visto le tecniche di alleggerimento dei solai in Brasile durante un viaggio del 1947, e dall’esuberanza di José Gómez Pinzón, pure lui ingegnere, sviluppano un sistema d’impalcato che caratterizzerà tutta la sua opera e quella della CuSeGo per diversi decenni: l’“Entrepiso Reticular Celulado”, un sistema di solaio alleggerito che utilizza cassoni in cemento armato prefabbricati, con cui si è accelerano i ritmi costruttivi e abbassano i costi di produzione, eliminando le travi. Un avanzamento tecnico che ha contribuito notevolmente alla standardizzazione del lavoro nelle grandi opere, soprattutto delle torri di uffici che caratterizzano questo periodo. Nel 1949 cominciò il suo utilizzo, promosso attraverso cataloghi e presentazioni alle associazioni del settore in città colombiane e all'estero (con impianti di prefabbricazione in 9 paesi). Il sistema raggiunse un'immensa diffusione, con miglioramenti continui progettati da Parma per ottimizzarne la produzione e l’utilizzo. Tra i suoi benefici immediati, le importanti economie nelle armature di acciaio e delle quantità di calcestruzzo rispetto ai solai tradizionali, la incorporazione di elementi prefabbricati e la meccanizzazione della produzione. Al fine di divulgarne l’uso, elabora un manuale, in cui spiega il sistema di analisi di portali equivalenti per sostenere, con le sue parole "il calcolo di questo sistema strutturale in maniera relativamente rapida, raggiungendo una approssimazione ragionevole e controllata ".

Nella Foto Parma nel cantiere dell’edificio Navier (1948, vedi scheda in Opere)


1948-50 All’inizio, per farsi esperienza, viene incaricato di seguire i lavori di costruzione dell’ospedale San Carlos. E’ il primo ospedale che la società progetta e costruisce e di cui Gabriel Serrano diverrà maestro indiscusso. Una grande opera dove viene impiegato anche la tecnica del cemento armato precompresso per la costruzione di un serbatoio per l’acqua e dove, nelle strutture degli edifici, faranno la prima comparsa le tecniche d’impalcati alleggertiti che poi si svilupperanno nel Reticular Celulado.

I classici ospedali di Bogotá hanno il marchio personale di Gabriel Serrano Gómez, un innamorato dell'architettura finalizzata al servizio della salute. Dalla sua matita "magica" sono nati i progetti di opere tanto significative e famose come l'Ospedale San Carlos (1941), San Juan de Dios (1948), San Ignacio (1950), San Rafael e Simón Bolívar. Questo, senza contare le cliniche David Restrepo, San Pedro Claver e Colsubsidio, nella carrera 11 con calle 67. Serrano, el arquitecto detrás de los megahospitales de Bogotá EL TIEMPO 30 de octubre 2009 Diviene ben presto capo del dipartimento di calcolo della società,in cui lavorano 18 persone , quasi tutti stranieri. Gli italiani sono i suoi due amici ingegneri, Fausto Galante e Giorgio Sivori Fumagalli (marito di Dora Lignarolo,cognata di Domenico Parma) Domenico Tommasini, incaricato delle prove sui terreni e topografia ed al disegno: Giovanna Giangrandi, Giuseppe Marani, Camillo Zorio, Dora Lignarolo, Giorgio Cantore, Alberto Guzzardi, Argo Galante. In questo periodo si rinnova e consolida l’amicizia con il suo professore Carlo Federici, venuto a Bogotà nell’aprile del 1948, con un incarico biennale dell’Università Nacional, per l’interessamento di Gustavo Uribe, console di Colombia a Genova. Oltre al lavoro universitario, viene inviato dalla Sociedad Colombiana de Ingeniería a tenere corsi di calcolo vettoriale ed anche Parma lo invita a tenerne presso la CuSeGo. Con il prof. Federici nacque una grande amicizia. Fondata anche sull’amore per la matematica. Papà mi raccontava di grandi chiacchierate, pranzi domenicali, gite con lunghe camminate colombiane. In quegli anni c’era a Bogotà un piccolo manipolo di italiani che naturalmente si frequentavano.


Di tutti i lavori Domenico Parma conservava una dettagliata documentazione, di cui, purtroppo è rimasto ben poco.


Intanto entra come socio e progettista in alcune imprese di produzione di materiale per l’edilizia: Prefabricaciones Ltda. (1948, soci CuSeGo, D.Parma, Antoniotti), per la produzione dei blocchi per il RetCel e di blocchi strutturali Unicel (Bovedilla) per le lastre armate in una sola direzione; Filotécnica nel 1949, con lo scopo di progettare e costruire macchinari per i cantieri di costruzioni (tra i soci, l’emigrato Italiano Ugo Ciurlo, che nel 1972 brevetterà un nuovo pannello prefabbricato nervato e Domenico Tommasini) e nel gennaio 1950 Prefabricaciones Cúcuta Ltda10 nella città di Cúcuta, (Pablo Vanegas, Domenico Parma, Cuellar Serrano Gómez y Cía come soci fondatori)

Foto da Claudio Varini Op.cit. La fabbrica di blocchi a Usaquén. Colonne a V, copertura nervata che si alza tra i pilastri per lasciare spazio alla luce. (1950-1951) Hotel Tequendama Bogotá Costruito tra il 1950 e il 1951, la sua struttura a 18 piani significò un notevole progresso nelle costruzioni in Colombia. Il progetto e la realizzazione erano a carico di Cuellar, Serrano, Gómez associati con la firma statunitense Holabird Rood & Burgee. Gli ingegneri Gomez e Parma propongono per i 18 piani, una struttura intelaiata in cemento armato con impalcati in Reticular Celulado, in contrasto con quella metallica proposta dai partners nordamericani. Domenico Parma viene inviato a Chicago per argomentare la proposta di CuSeGo. L'incontro fu un successo e gli americani accettarono di questo sistema costruttivo, in grado di costruire un piano alla settimana

1951-52 1951 il 24 maggio nasce la figlia Alessandra. CuSeGo brevetta il Reticular Celulado.

Nella costruzione dell’Hipodromo de Techo (1952-54) su progetto strutturale dell’ing. Guillermo González Zuleta11, Parma si occupa per CuSeGo, della parte relativa al post-tensionamento delle sottilissime volte12. La collaborazione esecutiva con González Zuleta, proseguirà anche per la Plaza de Toros di Cali (1956), dove oltre alla precompressione si occuperà anche di parti in reticular celulado. 13

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Dal 1969 PRECONCRETOS S.A ancora attiva oggi.

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Guillermo González Zuleta (Bogotá, 1916 – 1995) ingegnere civile progettista di strutture e professore universitario. È considerato il più grande ingegnere Colombiano. 12

Club Hippique, Bogotá. Hermida Guzman, Architecte. Gonzalez Zuleta et D. Parma, Ingénieurs, “L’Architecture d’Aujourd’hui”, 89 (1960), p. xxix.

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El desarrollo de la edificacion en concreto armado en Colombia: el caso de los pioneros Domenico Parma y Guillermo Gonzalez Zuleta (1945-85).


1953-56 José Gómez Pinzón, per CuSeGo promuove la creazione di una fabbrica di mattoni di buona qualità, di cui l’azienda aveva bisogno e di cui il paese era carente. Collabora con lui il giovane torinese Pier Carlo Boggio da poco in CuSeGo, dietro presentazione dell’architetto Tommasini. Nasce così la Ladrillera Santafé, la cui prima fabbrica fu costruita, tra il 1954 ed il 1956, nel comune di Usme, dove i giacimenti di argilla avevano mostrato eccellenti qualità per l’uso industriale. Nello stesso anno, CuSeGo costituisce la Equipos, Andamios y Encofrados con lo scopo di realizzare apparecchiature e casseformi per il settore delle costruzioni. In CuSeGo il gruppo di italiani è notevole ed i titolari ne incentivano l’iniziativa, anche per attività autonome, ed è così che il 15 giugno 1955 viene costituita la società commerciale Baldosines Alfa Ltda con soci Pier Carlo Boggio, Francesco e Antonio Pacini, Domenico Parma, Giorgio Sivori, Georges Sokolow,tutti di origine italiana, escluso il francese Sokolow. La società, che commercializza piastrelle, stenta a decollare 14. Sivori ne uscirà nel 1957 e Parma nel 1958. 1954-58 Edificio Ecopetrol Bogotà Progetto e costruzione della Cuellar,Serrano y Gomez. Vincitore del Premio Nacional de Arquitectura del 1962. Pare che Serrano si sia ispirato al Lever House (1952) di SOM a New York, ma le strutture, opera di Domenico Parma, sono sicuramente originali.Strutturalmente vi è una piano interrato di fondazione ed il piano terra di grande altezza con 18 grandi pilastri posti su tre file e coronati da una grande piastra che aggetta sul fronte laterale. Solo i 4 grandi pilastri centrali proseguono in altezza a completare il sostegno degli impalcati, realizzati in Reticular Celulado e sostenuti lungo tutti i bordi esterni dai fitti pilastri snelli posti in facciata 1955-59 Aeropuerto Eldorado Bogotà Alla fine degli anni '40 Bogotà aveva tre piccoli aeroporti: Techo, Santa Cecilia, Madrid (militare). Con il governo guidato dal tenente generale Gustavo Rojas Pinilla - ingegnere civile – prendono corpo numerosi progetti infrastrutturali per modernizzare il paese. Il nuovo aeroporto internazionale di Bogotà è tra questi. Nel 1954, viene creata la società Empresa Colombiana de Aeródromos ECA. Nel 1955, il gerente di ECA, colonnello Jorge Téllez, insieme al progettista Domenico Parma, danno avvio all'ambizioso progetto del nuovo aeroporto che sarà considerato uno dei migliori a livello internazionale. La prima parte del lavoro si è concentra sulla pista di 3.800 metri di lunghezza. La seconda parte del lavoro, relativa alla costruzione dell'edificio,da parte della Cuellar Serrano Gomez, fu finita nel 1959, completando così un progetto architettonico faraonico per il tempo, del costo di 100 milioni di pesos di allora. Il terminal aveva diversi piani per ospitare tutti i servizi relativi alle operazioni aeree, tra cui uffici amministrativi, torre di controllo, ristoranti, banche, magazzini, sale conferenze, uffici turistici; oltre al check-in e alle aree di arrivo dei passeggeri. Notevole la lobby in cui Parma impiega travi in calcestruzzo precompresso che gli permettono di raggiungere una luce di 20 metri. Il nuovo edificio occupava 34.000 metri quadrati e il suo parcheggio aveva una capacità di 1.000 veicoli. Il 10 dicembre 1959 il nuovo aeroporto viene inaugurato dal Presidente della Colombia. Il suo nome è legato alla leggenda della “città d’oro” cercata invano dagli esploratori europei nelle Americhe.

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La società, parte del Grupo Empresarial ALFA, è ancora attiva.


Manifesto Premio Nacional de Arquitectura. I Bienal Colombiana de Arquitectura. 1962 Rivista Escala n.3

A testimonianza della risonanza mondiale dell’ingegneria italiana, la rivista PROA pubblica, sul n. 103 di settembre 1956, uno scritto di Pier Luigi Nervi, dal titolo: “Las estructuras en la arquitectura.”

È di questo periodo l’incontro con Félix Candela, invitato a Bogotá per una conferenza al CINVA 15 a cui farà seguito la collaborazione in alcuni lavori, per il tramite dell’ingegnere-architetto di Cali, Jaime Perea Suarez16. Tra questi da ricordare la copertura per il supermercato «Belmonte» (1961) e nel 1970, in occasione della preparazione dei VI Juegos Panamericanos del 1971 a Cali, al gruppo di progettisti con Borrero e Zamorano, Candela e Perea, che partecipano al concorso per l’Unidad Deportiva Alberto Galindo.

1956-58 Biblioteca Luis Angel Arango, Bogotà Il banco de la Republica, nel 1955 decise di costruire un edificio che ospitasse la biblioteca dell’istituto. Del progetto fu incaricata la società Esguerra Sáenz Urdaneta Suárez Ltda, che per le strutture si è affidata all’ing. Domenico Parma. Di particolare interesse la sala di lettura principale a doppia la cui copertura è una volta reticolata nervata, in calcestruzzo a vista, sul tipo del RetCel, con una luce di ventotto metri nella direzione longitudinale e ventisei in quella trasversale, priva di sostegni.

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Il Centro interamericano per l'alloggio e la pianificazione (CINVA) è stato creato nel giugno 1951 attraverso un accordo tra l'Organizzazione degli Stati Americani (OAS) e il governo colombiano, come progetto del Programma di cooperazione tecnica della OAS, in cui fu deciso di istituire un Centro Interamericano per la Sperimentazione e la Formazione sulle abitazioni, tra l'Istituto di Credito Territoriale, l'Unione Panamericana e l'Università nazionale della Colombia. CINVA è l'ente incaricato di fornire consulenza tecnica su alloggi e pianificazione. 16

Probabilmente Jaime Perea Suarez, si trovava ad Austin per completare gli studi. Vedi Giaime Botti Piattaforma Colombia, op.citate.


1957-60 In società con Rafael Obregòn, Rafael Esguerra ed altri, compra un veliero, il Tavana, che tengono al porto di Cartagena, con il quale naviga appena gli è possibile alle isole del Rosario in cui i tre hanno una casa di vacanza17. E poi l' isola. Avventura iniziata nei primi anni 60 insieme ad un gruppetto di professionisti colombiani ma soprattutto grandi amici (Rafael Esguerra, architetto, Rafael Obregon, architetto, e Alberto Vejarano, cardiologo, i primi componenti del gruppo, poi ampliato nei decenni successivi). A Bogota' formavano in quegli anni l'élite della progettazione, si stimolavano a vicenda ed erano pionieri nei primi grandi progetti. Li ricordo, soprattutto papa' e Rafael Esguerra, chini su enormi disegni nei tavoli dell' ufficio di progettazione e calcolo di papa'. Un dialogo fittissimo di ipotesi, correzioni, schizzi manoscritti su idee al confronto. Esguerra era un architetto con una grande preparazione tecnica, meccanica e costruttiva. In quegli anni erano una combinazione perfetta perche' ognuno migliorava e rendeva possibile l'dea dell'altro. Ho visto prendere forma i piu'importanti progetti colombiani di quegli anni. Poi passavano al cantiere. Buffi, papa' altissimo e dinoccolato, e Rafael piccoletto ma pieno di energia positiva. E sempre ad indicare qualcosa, a notare le modifiche o gli errori. Assolutamente instancabili. Ripensandoci oggi sembrano sensazioni impossibili. Nessuna lite, nessuna frizione, solo grandissima fusione di due competenze cosi' importanti. E si divertivano sempre. Quando ero presente mi coinvolgevano e mi spiegavano. Per loro il lavoro di quegli anni rappresentava la vita stessa. Era un continuo rinnovarsi e conoscere. Papa' passava dai ponti alle cernie delle isole del Rosario come parte sempre di un unico pensiero che amava comunicare e raccontare. Avevano in comune anche una grande passione per il mare. Trovarono un terreno disponibile nelle isole del Rosario, di fronte a Cartagena e Baru'. Vi costruirono una casa elementare in legno mezza a palafitta e mezza sul terreno corallino. Progetto ineccepibile e perfetto di Obregon. Tetto di foglie di palma, niente stanze solo un grande unico ambiente aperto sul mare, un mezzanino affacciato sul salone da raggiungere con scaletta a pioli dove dormire. Salone che proseguiva in una grande terrazza sull' acqua. Luce, vento, mare. Vita spartana, lampade a petrolio (solo piu' tardi misero un piccolo generatore di elettricita' ) e mare tutto il giorno. Insieme comprarono una barca a vela, spartana anche quella, il Tavana. Misura giusta per raggiungere l' atollo da Cartagena e fare qualche giro per mare e per fondali corallini.

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casa da fine settimana islas del Rosarios 1957 in CIUDAD Y ARQUITECTURA MODERNA EN COLOMBIA 1950-1970 Presencia y vigencia del patrimonio moderno, M.P. Fontana, E. Henao, I. Llanos, M.Y. Mayorga


Erano gli anni di Cousteau...le prime bombole ad aria compressa, le primissime attrezzature rudimentali per immergersi. Papa' ed Esguerra costruirono, da soli in modo artigianale, entrambi maniaci della meccanica, un piccolo compressore per caricare le bombole. Ricavato addirittura dal motore di un piccolo aereo da turismo, campo che Esguerra conosceva benissimo. Aveva lui stesso un piccolo aereo che pilotava per andare ad ispezionare il territorio Colombiano.Li ricordo ore ed ore manipolare il compressore, sull'isola, e confabulare per smontarlo e rimontarlo, modificarlo, aggiustarlo, trovare soluzioni quando si rompeva sull' isola deserta. Ma mai e poi mai si poteva rinunciare ad immergersi. La prima volta che mio fratello Cesare ed io, 1963, (lui 16 anni ed io 12) lo raggiungemmo dall' Italia a Cartagena per le vacanze estive lui ci aspettava all' areoporto svettando (mt. 1,87) sulla popolazione locale assiepata all' uscita. Ci sembrava di essere arrivati su marte. Spauriti dal primo viaggio da soli in aereo ma sicuri di trovarlo li'. Il Tavana, che oggi tra le barche lussuose dei porti sembrerebbe poco piu' di una canoa, ci sembrava immenso. Una spesa veloce per i vicoli di Cartagena, solo l'essenziale, riso, patate, scatolette di pomodoro, olio....e, finalmente, alle 5 di mattina partenza per le isole. Felicita' totale ed assoluta. Ci raccontava dei venti, delle correnti, ridacchiavamo con i due ragazzi di Cartagena che ci accompagnavano nel viaggio per dare una mano, imparavamo con loro lo spagnolo.Papa' aveva “l' erre moscia” e noi a ridere a crepapelle a sentirlo parlare in uno spagnolo arrotolato ma affascinante. L' isola un sogno. Gia' dalla prima sera avevamo dimenticato comodita' , modernita' , rumori che non fossero vento e mare. Ed il primo giorno scuola di mare. Regole, disciplina delle immersioni. Tecniche per respirare, sicurezza. Lui sulla terrazza che ci raccontava tutto, ci smontava gli erogatori per farci capire bene come funzionavano. Lo chiamavamo “il capo” e giu' risate. Ma sul mare era molto severo. Per chi sgarrava la vacanza in acqua era finita. Ma una volta stabilite le regole, via nell' avventura. Lui davanti, noi sui due lati, abbiamo esplorato un mare fino ad allora conosciuto solo dai ragazzi delle isole. Abbiamo conosciuto la vitalita' piu' sfrenata e contagiosa di pesci, coralli, luci, riflessi. Papa' come sempre aveva la situazione sotto controllo perche' noi eravamo due ragazzini alle prime armi ma non per questo ci faceva rinunciare a conoscere la grande natura. Ci coinvolgeva anche nei gesti piu' semplici. Ecco cosa aveva di speciale con noi. Non lo abbiamo mai sentito dire cose tipo “...lascia fare a me che tu non sei capace...”. Diceva piuttosto “...smonta tu quel fucile subacqueo e puliscilo prima di rimontarlo...cosi' capisci come funziona..!...e quando pescherai la nostra cena sarai piu' soddisfatta..!” La cena, riso e pesce, sotto una capanna, rumore della brezza, e via con i racconti della giornata. Sciami di barracuda sopra le nostre teste, sguardi sgranati davanti a cernie e parghi giganteschi, il fondale che si allontana per la corrente e ci si sente persi, papa' che vede per primo la grande manta avvicinarsi e mi fissa dritto dritto dalla maschera facendo segno di stare calmi, fermi, e guardare perche' e solo curiosa e non ci fara' nulla. Settimane in un altro mondo e poi si tornava tutti inselvatichiti a Bogota'. E ricominciavano le riunioni in ufficio, gli enormi disegni interminabili, e fogli e fogli e fogli di calcolo. Così ogni estate, ogni Natale, ogni anno. Noi tornavamo ai nostri studi, io in Italia e Cesare poi a Boston, ma con qualcosa dentro che sapevamo solo noi.

“ Sono qui, solo. Abbiamo cominciato i lavori di rinnovo

(della casa). C’è un grande fervore. Gli operai sono gente dell’isola con un branco di fratelli e figli. Tutti martellano senza fermarsi e preferiscono battere sopra cose molto sonore. Però quando dico che si va a pescare, martelli e mestole volano via ed in un secondo tutti sono sulla barca. Heriberto (il guardiano dell’isola) è il capomastro generale; da ordini ad un segretario, che a sua volta li passa ad un sottosegretario e così a seguire. Tutto questo è molto allegro, sincero, divertente. I giorni sono bellissimi, il cielo nel pomeriggio s’incendia. L’acqua, per le piogge recenti,è molto trasparente; l’isola del Tesoro sembra a due passi. Molti anni fa, oggi, andammo alle quattro del mattino, a Casarza, alla messa dei morti, dopo al mattino a cacciare tordi. Erano giorni grigi, piovosi, freddi. Il cappello sempre tirato al collo della giacchetta” Lettera alla figlia Alessandra 1968

Nella foto: Domenico Parma e Rafael Esguerra, nella casa sull’isola.


1958 Cavalcavia sulla Avenida 26 Bogotá Tra le sue molteplici attività Domenico Parma si occupa di calcestruzzo precompresso e in una serie di cavalcavia sull’avenida 26 (oggi Av. Eldorado) utilizza gli ancoraggi e la tecnologia di precompressione BBRV brevettata nel 1944-488, dalla società Svizzera BBR Holding, impresa importante a livello mondiale e primo sistema utilizzato in Colombia. Fino al 1956 l’impegno di Parma è totalmente per CuSeGo, poi hanno inizio le collaborazioni con i più importanti studi del paese. Il primo incarico importante è infatti di quest’anno per l’edificio del SENA con Esguerra, Sáenz, Urdaneta y Suárez ed a seguire con loro nel 1959, il Pan American Life. Con Obregón y Valenzuela, nel 1958 il Banco del Comercio e poi nel 1962 il Conjunto Bavaria, vincitore del premio Nazionale d’Architettura del 1966. Nel 1959 progetta le strutture del Banco cafetero a Calì, su progetto di Borrero, Zamorano y Giovanelli, studio con sede a Cali, composto dagli architetti colombiani Fernando Borrero e Alfredo Zamorano, e dall'ingegnere italiano Renato Giovanelli. In questo periodo un “incontro causale” lo mette in contatto con Rogerio Salmona, astro nascente dell’architettura Colombiana, in un rapporto che porterà alla realizzazione di opere diventate icone della città. Del 1959 sono gli Apartamentos El Polo, che nel 1964 ottiene una menzione alla II Biennale di architettura Colombiana, e del 1961 il progetto per la Cooperativa Los Cerros. La sua fama si diffonde rapidamente e viene chiamato a progettare le strutture del Teatro El Fundador (1959-65) a Manizales, al cui progetto lavora un gruppo di 10 architetti locali. Al lavoro chiama a collaborare un italiano,, l’ing. Fausto Galante Trapani che si occupa delle fondazioni su pali. A seguire, con gli architetti Luis Ignacio Esguerra Urrea & Ernesto Herrera Madero, realizza le Residencias BCH (1961-64) e con Valenzuela y Roca Centro commerciale El Chicò (1961-62), entrambi a Bogotá. 1956 Edificio del SENA La struttura è concepita attraverso quattro grandi pilastri ad albero con quattro braccia ognuno, a sostenere una grande piastra dello spessore di 1,10 mt che porta i 10 piani superiori con impalcati di reticular celulado. 1959-67 Pan American Life Del tutto originale la soluzione strutturale con l’utilizzo di elementi prefabbricati e precompressi, le cui dimensioni e caratteristiche permettono di posizionare i pilastro solo sul perimetro, lasciando l’interno completamente libero, e la tecnica costruttiva: "La costruzione di una nave in un cantiere navale così è stato descritto il processo costruttivo dell’edificio, in cui prima sono state costruite le colonne, su cui è stata montata una gru a ponte, (progettata da Parma) che sollevava e posizionava gli elementi prefabbricati dei vari impalcati. La sua importanza è riconosciuta anche in Italia tanto che il 2 giugno 1959, gli viene conferita l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Il distacco definitivo da CuSeGo lo vede impegnato nel grande progetto del 1962-69 della Torre Avianca, con Esguerra, Sáenz, Urdaneta y Suárez, che con la sua altezza di 161 metri, sarà l'edificio più alto della Colombia a quel tempo. L'aspetto che si distingue maggiormente in questo edificio particolare è il processo costruttivo. Poiché il terreno in questa zona richiedeva particolare attenzione in termini di scavo e di portanza. L'edificio è stato costruito a partire dal livello del piano terreno procedendo contemporaneamente verso l’alto e verso il basso.

1961 La moglie ed i due figli rientrano a Chiavari il 9/10/1961, Domenico rimane a Bogotà. Hanno deciso di separarsi. Papà è sempre rimasto a Bogotà, salvo qualche fugace viaggio per vederci in Italia. Pur mantenendo con noi contatti molto stretti ed affettuosi. Lettere lunghissime e frequenti che andavano e venivano attraversando l’oceano …! 1961-65 Caja de Crédito Agrario a Barranquilla Considerato uno dei lavori migliori dell’arch. Fernando Martinez Sanabria18, le sue principali caratteristiche si basano sulla combinazione di varie figure geometriche, che costituiscono un’insieme di forme che si adattano perfettamente alla funzione a loro destinata. La costruzione è stata realizzata con criteri bioclimatici, proteggendo gli uffici dal sole diretto e consentendo la libera ventilazione. Con il Decreto 1802 del 19 ottobre, 1995 è stato incluso nel patrimonio dell’ architettura moderna in Colombia da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.Le strutture di Domenico Parma sono un insieme di telai e pareti in cemento armato con impalcati in reticular celulado, con fondazioni su pali.

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Fernando Martínez Sanabria (Madrid, 1925 - Bogotá, 1991), nato in Spagna, giunse in Colombia nel 1938 a seguito della guerra civile, è stato professore della Universidad Nacional de Colombia, ed è considerato come il pioniere dell’architettura organica in Colombia.


Ha inizio l’avventura in prima persona 1962 Nel 1962, quando la CuSeGo modifica la sua organizzazione interna, apre un proprio ufficio di progettazione strutturale, "Domenico Parma Marré", con la matricola professionale n. 2095, in Calle 75 # 7-75, . Giovanna Giangrandi, capo disegnatrice. Consuelo Puccini, Nohra Portilla, Agustín Cruz e la moglie disegnatori. É tra i soci fondatori di Colombiana Béton centrifugado, Cobec SA, impresa dedicata alla costruzione di pali centrifugati. Vi rimarrà fino al 1981 1962-66 Ponte sul Rio Magdalena Nel 1962 il governo della Colombia inizia a pensare alla costruzione di un ponte sulla foce nord-orientale del fiume Magdalena, in prossimità del porto di Barranquilla. Nell’agosto 1966 il lavoro viene appaltato alla Cuéllar, Serrano, Gómez e Domenico Parma si occupò del progetto. Problemi politici portano alla revoca del contratto e passeranno quattro anni fino al 1 agosto 1970, dove a seguito di un concorso l’appalto viene assegnato al consorzio vincitore formato da Cuéllar, Serrano, Gómez di Bogotá e Lodigiani Spa di Milano. Il progetto viene affidato all’ing. Riccardo Morandi e Parma svolge un ruolo importante nel gruppo progettuale.

1963 Chiusa Filotécnica fonda quella che sarà la sua impresa madre: Ingeniería Mecanica Colombiana per produrre macchinari per i lavori edili ed un proprio sistema di postensionamento; con cui registra 2 brevetti: 1963 nuovo macchinario per fabbricare blocchi di calcestruzzo con alta percentuale di vuoti, utile per la costruzione di muri e solai. Nel seguito ne fecero 5 versioni diverse. 1971 Sistema per il postensionamento di piastre, travi e altre strutture di calcestruzzo. La fabbrica era a Bosa, un paesino fuori Bogotà a sud, che poi è diventato un sobborgo. IMC per Parma sarà un laboratorio di ricerca più che un’attività lucrativa. 1963 Edificio Alejandro Angel Progetto e costruzione: Pardo Restrepo Santamaria Ltda 1963-65 Fundación Cristiana de la Vivienda San Cristóbal Progetto: Rogelio Salmona con Hernan Vieco, costruttore: Cuellar, Serrano, Gomez & CIA 1963-66 Conjunto Bachué - Tisquesusa L’edificio è all’interno del Centro Internacional di Bogotá, costruito tra il 1950 ed il 1982, a partire dall’Hotel Tequendama, l’edificio Bochica, gli edifici Residencias Tequendama ed appunto l’edificio Bachué, costruiti da Cuéllar-Serrano-Gómez, a seguire il conjunto Bavaria di Obregón y Valenzuela, ed in ultimo il secondo edificio Bauché, sempre di CuSeGo. Domenico Parma ha di fatto progettato tutte le strutture. 1963-67 Edificio Banco Central Hipotecario Il progetto e la costruzione della sede del BCH fu oggetto di una competizione privata, in cui risultarono vincitori Esguerra Sáenz Urdaneta e German Samper. 1963-68 Museo del Oro Nel 1961 il Banco de la República acquistò alcuni terreni di fronte al Parque de Santander con l’intenzione di farci la nuova sede del Museo del Oro. Il progetto architettonico è opera di Germán Samper, allievo di Le Corbusier, con le originali strutture di Parma, che permettono all’architetto la realizzazione del sogno di un’architettura sospesa. L’edificio sembra infatti un grande scatola sospesa sulla vetrata del piano terra. Premio Nazionale di architettura 1970. 1963-80 Torri Hotel Hilton La storia della costruzione delle due torri è lunga e complicata. Inizia nel 1963 con l’incarico all’arch. Fernando Martinéz Sanabria, considerato il pioniere dell’architettura organica in Colombia, di progettare un edificio per uffici alto 28 piani, che poi diventano 41 e ceduto alla catena Hilton, che lo riadatta ad Hotel. Nel 1980 inizia la costruzione della seconda torre, quella a nord, per un altro Hotel Hilton in vista dei Mondiali del 1986 in Colombia. 1964-70 Complesso residenziale torri del parco Un progetto di abitazioni di carattere sociale, in un lotto contiguo alla Plaza de toros. Progetto di Rogelio Salmona, che modella elementi verticali con superfici intersecate e ritmate mediante rototraslazioni, dove la massa si alterna a dilatazioni orizzontali continue che trasmettono un senso di leggerezza. Setti sottili in cemento armato, disposti radialmente, sono attraversati da leggeri solai con struttura reticolare alleggerita. 1965-66 Multifamiliar San Francisco


Progetto di Esguerra Saenz Urbaneda Samper, é stato il primo esempio di costruzione di abitazioni prefabbricate a grande scala a Bogotà. 1967-69 Planetario de Bogotá Progetto Salgado, Piedrahita y Escallón S.A, costruito da: Pizarro, Pradilla, Caro y Restrepo Ltda. Il progetto di Parma, prevede una cupola in membrana di cemento armato con elementi reticolari, con la tecnica Zeiss-Dywidag per luce di 25 m. 1967-74 Edificio Sede della Sociedad Colombiana de Arquitectos Progetto di Rogelio Salmona e Luis Eduardo Torres Il progetto è risultato vincitore di un concorso e come compenso Salmona ebbe l’ultimo piano, per il suo studio professionale. 1968-79 Centro Administrativo Municipal (CAM) di Cali Progetto Esguerra, Saenz. Urdaneta, Samper & Cia con Ricaurte, Carrizosa & Prieto, Ltda 1968-71 Biblioteca Central de la Universidad Nacional de Colombia Sede Bogotá Architetto capogruppo Alberto Estrada 1968-71 Centro Colseguros Progetto: Obregon, Valenzuela y Cía Ltda. Strutture: Domenico Parma con Carlos Hernadez Una torre di 39 piani ed una piattaforma di 6 che, a partire dal terzo, si scalettano formando terrazze. La struttura è un grande albero con forti radici e un solido tronco con tanti rami. 1969 Torre de Seguros Colombia Progetto architettonico: Jiménez & Cortés Boshell e RGM Arquitectos. Torre di 34 piani. Le fondazioni sono del tipo a cassoni per raggiungere i livelli portanti profondi. 1970 Edificio Seguros Tequendama Progetto arch. Manuel Restrepo Umaña È uno dei primi edifici in Bogotà con la struttura a vista. 38 piani per un altezza di 122 metri. 1970-72 Edificio “El Museo” Progetto Rogelio Salmona. L'Edificio è una torre di 16 piani, per appartamenti,. 1971 Torre Mazuera (progetto) Progetto( non realizzato): Esguerra, Sáenz y Samper con Pizano, Pradilla y Caro Fernando Mazuera Villegas (1906-1978), sindaco di Bogotà nel 1947-48 e 1957-58 ed importante costruttore, voleva costruire l’edificio più alto dell’America del sud. La crisi economica e la salute non gli permisero di realizzare questo edificio che sarebbe, senza dubbio, diventato un simbolo di Bogotà e dell'architettura Colombiana di quegli anni. Una torre di 60 piani a pianta quadrata, con un nucleo centrale dei servizi, con quattro enormi colonne d’angolo e le facciate in grigliato strutturale. 1971-73 Sede Automóvil Club de Colombia Progetto arch. Rogelio Salmona e Luis Esguerra.

1965 Per i risultati nel suo lavoro, il 21 gennaio 1965, a Roma gli viene conferita l’onorificenza di ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Andavamo spesso, anni 70, a trovare mio fratello Cesare che studiava a Boston dopo il liceo romano. Prima matematica, poi fisica, poi cibernetica PHD. Chiacchierate interminabili su matematica e tutto il contorno. Loro due, sempre. Ma erano sempre discussioni divertenti. Io, molto meno intelligente di loro, mi bevevo tutto quello che dicevano come se capissi. In realtà' ne afferravo poco ma adoravo il loro modo di esporre le idee. Tranquilli, centrati sui loro interessi. Io non ero protagonista, ma sempre con la vaga sensazione che dovevo tenere memoria di tanta intensità'. Rideva come un matto quando parlava con Cesare. Lo adorava e lo prendeva in giro. Gli diceva appunto di non prendersi troppo sul serio, che anche se lui lavorava e studiava per mandare l'Apollo sulla luna, tra lui ed un albero aveva sempre più ragione l'albero.

"Ho l'impressione che Cesare, nelle sue indagini, proceda molto bene ... la sua ultima tesi è: Studio della propagazione di una non uniformità in un plasma in non equilibrio. Lo avrei chiamato: colpo di coda del barracuda nel mare in tempesta ... " Lettera alla figlia Alessandra 1971

1971-72 Il prossimo giugno è necessario cominciare il lavoro Mazuera. Pertanto stiamo iniziando seriamente i disegni. 60 piani, studio oscillatorio, equazioni differenziali, calcolatore, prove su modello, etc. Entusiasmante. Lettera alla figlia Alessandra 1971


Non mi sono mai trovato di fronte ad un anno nuovo come questo. Con lavori tutti importanti. - Installazione finale blocchi - Sviluppo cavi (a) - Sviluppo pannelli - Sviluppo gru (b) - Oscillazione elastoplastica delle grandi masse (sarà il titolo del mio libro finale) - Torre Mazuera – Torre Nacional de Seguros – Torre Avianca II19 Purtroppo sono quasi solo e un poco stanco. Solamente in (a) e (b) ho validi aiuti. Il 15 di gennaio verrà qui a farmi visita il presidente generale della F.I.P che presiederà il congresso di Russia. Sono tutte cose incredibili che mi fanno vivere in uno stato di tensione. Lettera alla figlia Alessandra 31.12.1971 I miei programmi sono lavorare – lavorare - lavorare. Sono terribilmente solo e il libro sopra il Giappone è gigantesco. L’edificio Mazuera mi obbliga a studiare e soprattutto a pensare molto. Un edificio così alto in cemento armato non lo ha mai fratto nessuno. Per di più in zona sismica. Devo ristudiarmi tutte le nozioni di matematica avanzata. Farò uno studio del modello negli Stati Uniti a Chicago. Sarebbe molto divertente ed interessante se non avessi da fare i disegni pazzi per Rogelio (Salmona), disegni di macchine, stare dietro ai problemi di gestione, di organizzazione, di relazioni pubbliche, economiche etc... Nel campo dell’edilizia economica e popolare stiamo studiando cose che credo buone con Rogelio. L’imperativo è devozione assoluta alla natura. Tecnica avanzata solo per le strutture in quanto implicano un problema di sicurezza. Tutto artigianale e con materiali antichi. ... Io devo andare assolutamente in Russia a settembre. Gli inglesi mi hanno nominato presidente della sezione colombiana F.I.P. e come tale devo assistere al congresso. E mi hanno proposto per una vicepresidenza generale o qualcosa di simile. Tutte cose molto buone se uno avesse il tempo. Forse nel viaggio passerò per l’Italia. Lettera ad Alessandra 1972 Mi ha fatto visita Mr. Philip Goolding, il capo della Fédération internationale de la précontrainte. È lui che presidierà il congresso in Russia... con la usuale flemma inglese ha sostenuto che le applicazioni della postcompressione di qui, sono le più importanti del mondo, e senza tanti giri di parole, lui che dirigerà il congresso in Russia... dice che devo assolutamente portare i miei lavori al congresso, di non mancare assolutamente. Lettera ad Alessandra 1972 All’ultimo minuto, adducendo una giustificazione per i troppi impegni, non andrà al Simposium sull’applicazione della precompressione alle strutture antisismiche a Tbilisi, Georgia URSS 25/30 settembre 1972.

19

La torre Avianca II, prevista poco lontano dalla prima, non sarà realizzata, come la torre Mazuera.


Domenico Parma Asociados Ltda Ingegneros 1972 Il 25 aprile, lo studio si trasforma nella società Domenico Parma Asociados Ltda Ingegneros. Gli associati sono Giorgio Sivori20 e Camillo Zorio, che segue l’amministrazione. Membro supplente di una commissione ACI, il suo nome è conosciuto negli USA dove il brevetto del sistema di ancoraggio per postcompressione gli genera molti contatti, e dove viene invitato dal vice presidente del gruppo Californiano della FIP, Ben C. Gerwick a tenere conferenze (Los Angeles, NYC).

1973 Premio Nazionale di architettura 197321 Laboratorios de ingeniería de la Universidad del Valle - Cali (Esguerra, Sáenz,Urdaneta, Samper; 1968) Domenica scorsa sono arrivato a Chicago con Ramiro (Ramirez) come sempre da Jaime (Moreno) e Ana che sono ospiti squisiti. Lunedì tutto il giorno con James Wiss Eltsner 22 per organizzare le prove dinamiche e contrattare formalmente la sua prestazione (Ramiro). La notte festa in casa di Jaime con la solita compagnia degli ingegneri di Chicago. Tutti ottimi amici e buone persone. Martedì con la General Dynamics per trattare il problema dei blocchi23 a Chicago. La direzione di general Dynamics mi dice in via ufficiale che mi compreranno al prezzo di 3,70 dollari

20

Giorgio Sivori, nato il 31 agosto 1919. Ingegnere strutturista, associato con Parma e socio in numerose società durante CuSeGo e dopo.

21

L’attribuzione a Parma non è sopportata da certezze.

22

Probabilmente si deve intendere la WJE associated, (Wiss, Janney, Eltsner) società di primaria importanza per prove d’ingegneria.

23

Trattasi delle macchine ed impianti per la produzione di blocchi per il sistema reticular celulado.


ciascuno, tutti i blocchi che saremo capaci di produrre in loco per loro. Devo fare i conti e rispondergli il prima possibile ... ora le nuove macchine e le installazioni rispondono molto bene. In Porto Rico le cose marceranno in uno o due mesi. Il primo montaggio è quasi terminato, ci sono ritardi per le parti elettriche. In Venezuela stanno trasferendo la fabbrica vicino agli inerti artificiali leggeri e fanno le cose in grande ... In USA, Porto Rico e Venezuela la pressione del mercato sopra i blocchi è molto forte. Lettera alla figlia Alessandra 1973 Gli eventi non vanno però come si aspetta, ma lui continua a lavorare intensamente. Papà' aveva una forza interiore che non ho mai più' trovato altrove. Che attingeva a tante componenti. Legatissimo alla storia delle sue origini: la mamma, mia nonna, che dipingeva ritratti a olio che andavano a cogliere il punto centrale della persona che rappresentava. Un Sacro Cuore, ora esposto nella cattedrale di Chiavari, del quale diceva: il viso di Gesù e' venuto cosi bello perché' pensavo ad Eugenio (suo padre). E mio padre a ridere come un matto quando me lo raccontava immaginando la faccia del vescovo quando sentiva queste parole cosi ingenue. Nonna che mescolava mattine dipingendo ad olio alla luce del giardino, e mattine a mettere a punto la salsa di pomodoro per la polenta. Esattamente con la stessa dedizione. Sorridendo, occhi blu come papà', e raccontandomi quanto fosse intelligente e divertente Nino fin da piccino. Nelle serate insieme a Bogota' andavamo avanti ore ed ore a ripetere questi racconti. Ma il punto centrale era sempre raccontare dei suoi boschi. Ogni odore, ogni luce sotto ai castagni, ogni camminata infinita per andare a caccia col nonno. La pena per la cacciagione presa. Univa la precisione di come si tiene il fucile, come si pulisce, come funziona, (mira infallibile si, aveva pure questa) alla commozione per la piccola preda e studio della sua perfezione naturale. Mi ha descritto ogni piuma, ogni riflesso. E sempre raccomandandomi “ti portero'con me ma ricordati che si prende solo quello che serve per il pranzo della domenica. Non un tiro di piu, prima di tutto il rispetto per gli animali ed il loro mondo. Che e' loro prima che nostro”. Passavamo ore, quando veniva lui a trovarci a Chiavari o a Roma (dove con mamma e Cesare ho abitato una decina di anni) a osservare un quadro della nonna. Il ritratto, appunto, del padre della nonna. Il mio bisnonno Eugenio Marre'. Un ritratto straordinario che lo coglie nel suo giardino di Borzonasca. Il giardino si intuisce, non si vede. Solo un fondale di foglie verde scuro e lui seduto con in mano un libro. Ecco, papa diceva che li c'era tutto il suo mondo. E che avrebbe passato, lui stesso, gli ultimi anni della sua vita nel giardino di Borzonasca a scrivere un libro. Calcoli, vita e racconti.

Álvaro Sáenz, Rafael Esguerra, Domenico Parma, Germán Samper. Foto a pag 250 di : German Samper - Diego Samper edizione . ISBN 978-958-976536-2-0 Agosto 2011


L’incendio della Torre Avianca Sia la concezione architettonica che strutturale e il rigore e la qualità costruttiva della torre di Avianca sono stati testati con intensità il 23 luglio del 1973, a seguito di un grande incendio originatosi al 14° piano (in realtà il 13° che però per superstizione non risulta) con le fiamme che si alzarono da quel livello fino all’ultimo piano. Un evento che ha causato 4 morti, con oltre 100 persone evacuate dalla copertura in elicottero, con qualche danno alla struttura e alle facciate. Tuttavia, dopo il rispettivo controllo e verifica della struttura, Parma, incaricato dalla proprietà e con il supporto di Richard C. Elstner della Wiss Janney Elstner Associates, Northbrook, Illinois e Jaime Moreno di Material Service Corporation Chicago, Illinois, è riuscito a identificare le zone su cui necessitava intervenire, e dopo un anno la torre fu resa di nuovo completamente funzionale. Al settimo congresso della FIP tenutosi a New York, a fine maggio 1974, la relazione di Domenico Parma si concluse tra gli applausi. A Bogota' aveva a casa, in soggiorno, un tavolo rettangolare grandissimo, dove lavorava. Scriveva moltissimo, disegnava a mano, rifletteva e progettava. Ho visto nascere i progetti più' belli, quelli più difficili, quelli piu rognosi. E me li raccontava sempre. L'idea da dove era nata, dove si incagliava, come funzionava e perché. Una delle cose più' belle e' che era umile. Talmente sicuro di quello che studiava e su cui si concentrava che non aveva mai bisogno di fare sfoggio della sua bravura. Lo faceva e basta. Certe volte era stanchissimo. Esagerava. Passava dalla fabbrica di meccanica e blocchi e ufficio di disegno, a casa sfinito. Cena leggera (aveva insegnato, col mio aiuto, alla governante che viveva con lui, Mercedes, che gli accudiva casa e tutto, le ricette liguri). Facevamo il pesto, il minestrone, le verdure ripiene. Sonno, e poi sveglia verso le 5. Entrava felice in camera mia tutto fresco e mi svegliava. Per andare insieme in ufficio. Io assonnatissima, ero in vacanza, in teoria. Anni 70/80. Non sentiva ragioni. Era felice di cominciare la giornata, piu di un' ora di traffico forsennato raccontando progetti e problemi. Arrivati in ufficio mi metteva ad un tavolo e mi spiegava come disegnare a mano, a matita, un intero piano di un edificio con blocchi (reticular celulado), pilastri, ferri. E cosi'ho cominciato anch'io la mia avventura di progetto e cantieri. Lavoravo con lui tutta l' estate. Cataste immense di disegni, riunioni, lui sempre a spiegare a tutti cosa e come dovevano farlo. Ad ogni cliente, per ogni progetto, trovava una soluzione particolare. Ma detestava l' idea dell'originalita'. O meglio, di quelli che volevano fare gli originali a tutti i costi. Diceva sempre che un progetto doveva essere “quello giusto” e basta. Senza tante storie. Aveva un' aderenza alla realta', quando progettava, che mi colpiva. Sulle emozioni era un sognatore, ma sui progetti era micidiale. Lucidissimo. Pronto a rimettere tutto in discussione se la cosa non funzionava. Diceva spessissimo che “l' autocritica” era elemento fondamentale. Nei progetti come nelle persone. In un modo tutto suo univa la grandiosita' del pensiero dell'uomo all'umilta' di sapere di essere sempre uno dei tanti su questo pianeta. I presuntuosi lo facevano uscire dai gangheri. Ma se trovava l'umilta', anche nella vita contadina o elementare di tante persone, ne esaltava la nobilta' naturale. Soffriva di grandi malinconie. Sentiva la solitudine, particolare per lui e generale per l' uomo nell'universo. Leggeva le poesie di Evtusenko, i libri di Henry David Thoreau, che adorava Ma uno dei suoi aspetti migliori era quando si rideva. Una leggerezza straordinaria, ridevamo di tutto, ogni racconto si tingeva di ironia. Raccontava della sua giovinezza a Borzonasca descrivendo i vari personaggi del paese. Rideva fino alle lacrime. Dava l'idea di una persona profondamente sana. Ogni cosa al suo posto ma senza mai prendersi troppo sul serio.

Viveva con Mercedes, l’impiegata che si occupava della casa e della cucina, e Toiffel, un bellissimo cagnone nero. Qualche volta lo accompagnavo a qualche conferenza, soprattutto nel periodo dell'edificio di Avianca, a Bogota', a Quito, a Caracas. Sorrido ancora, le sue esposizioni erano belle, chiare, emanava un fascino straordinario dato anche da questa intelligenza pazzesca, e tutti, sempre, ne erano rapiti. Spiegava molto, rendeva tutto evidente e dritto al punto.


1975 Fonda Construcciones Modulares per la commercializzazione di prodotti di questo tipo. Soci: Domenico Parma Asociados, IMC, Colombiana Béton Centrifugado. 1972-73 Concorso per Coliseo de Exposiciones Agropecuaria Al concorso partecipa con gli architetti Rogelio Salmona e Guillermo Bermúdez. Progetto non risultato vincitore, la cui proposta si basa su una unità di base in struttura metallica spaziale isostatica, il cui accorpamento permette le forme più disparate. 1974 Torre Telecom, Edificio Florentino Vezga Progetto e costruzione: Obregón Valenzuela y Cía Ltda Una torre di 14 piani ad uffici, oltre a tre piani interrati per parcheggi. Il piano terra, più alto e con mezzanino, contiene le funzione pubbliche con un piccolo auditorium. 1974 Spostamento dell’edificio CUDECOM L'edificio per uffici, costruito nel 1954-55 in struttura a telai di cemento armato con interpiani in reticular celulado, alto 7 piani e mezzanino, con pianta ad L ed in cui vi erano 72 appartamenti e negozi al piano terra, ad inizio degli anni ’70 ostacola lo sviluppo di Bogotá che richiedeva la costruzione di nuove strade che collegano il centro con l'ovest della città.L’ing. Antonio Páez Restrepo, noto ed affermato geotecnico, presentò alla Secretaría de Obras Públicas del distretto, nel 1973, un progetto per "salvare questa opera costosa mediante la sua traslazione orizzontale nelle proprietà vicine occupate da edifici di seconda categoria che dovevano essere acquistati. Per quattro mesi, un gruppo di 12 ingegneri, guidato da Páez, si è concentrato su uno studio rigoroso dell'edificio e delle procedure, macchinari necessari ed operazioni per il trasferimento. Domenico Parma si è occupato della progettazione delle strutture necessarie alla traslazione. Per fare questo furono progettate due strutture, una fissa ed una mobile. La struttura fissa composta da due parti, all’interno dell’edificio da una serie di travi di calcestruzzo armato, appoggiate sulle vecchie fondazioni, che abbracciano la base delle colonne, ed all’esterno da 8 travi a T rovesce, a formare le corsie di transito per la traslazione di 29 metri. 1975-83 Museo de Arte Moderno MAMBO Progetto di Rogelio Salmona. L’edificio è un volume quasi cubico, costruito in mattoni a vista e cemento armato, caratterizzato da un gioco di piani chiusi nelle facciate e spazi espositivi interni che si sviluppano, attorno a una robusta scala in diagonale, punto fisso per ogni livello. 1976-81 Edificio “Alto de los Pinos” Progetto di Rogelio Salmona, per un edificio di 17 appartamenti di differente tipologia, progettato in forma scalettata per adattarsi alla forte pendenza del terreno (45°) ed a sei pini maestosi posti al centro del lotto. 1977-78 Casa Daniel Arango Progetto di Rogelio Salmona di una casa unifamiliare sulle pendici delle colline di Bogotá. 1977-80 Ciudadela Real de minas, Bucaramanga Progetto di Esguerra, Sáenz y Samper Ltda, di una cittadella per 60.000 abitanti, 120.000 mq 464 unità d’abitazione. 1977-80 Edificio Davivienda Progetto e costruzione di Pizano Pradilla Caro Restrepo. Una torre di 25 piani,alta circa 89 mt.


Gli ultimi anni Spesso era stanchissimo ma non l'ho mai sentito lamentarsi. Quando era al limite appoggiava la stilografica dei calcoli e mi descriveva esattamente l'albero del giardino di Borzonasca sotto al quale avrebbe voluto fare una “siesta” e che gli mancava. Io ero sdraiata sul divano davanti al tavolone a leggere Rex Stout e aspettare che finisse per cenare insieme. “ Sandrin vieni un po' qui a guardare questo schema......” Ha avuto soci, collaboratori, amici. Ma solissimo in realtà'. Non tutti coltivavano sincerità'. Lavoravano tanto, tutti, ma Nino Parma emergeva troppo rispetto agli altri, anche se c'erano momenti di complicità'. Di certo non era un affarista, e di questo veniva spesso rimproverato, ma aveva altro per la testa. Era totalmente e assolutamente disinteressato. E quindi esposto alle grandi delusioni provocate dalle frustrazioni o dalla malafede di altri. Ma posso anche dire, ripensandoci ora, che aveva una forza interiore straordinaria, come le sue idee, che lo facevano sempre guardare oltre.

1979 1979-82 Centro de Convenciones de Cartagena de Indias Progetto di Esguerra Sáenz y Samper, vincitore di un concorso in associazione con Carlos Hernández, Eduardo Samper e Fernando Erazo. Progetto delle strutture: Domenico Parma e Hernán Sandoval Arteaga y Cía. Ltda. Costruzione 1982 da parte della impresa locale Civilco. Anno drammatico. Muore, a Boston colpito da un fulmine, il figlio Cesare24 (32 anni). Gli affari vanno male.

24

Cesare, dopo il liceo a Roma, ha studiato ingegneria meccanica a Chicago alla Northwestern, poi master e PHD a Boston al MIT aeronautica ed astronautica.


Qualcosa su Cesare Mi sono laureata al Politecnico di Milano, 1976. Dopo i primi due anni fatti a Bogotà, all’università de los Andes, avevo deciso di tornare in Italia perché la preparazione de Los Andes, anche se per certi versi molto più “romantica” e affascinante, mi sembrava un pochino ai limiti del mondo. Trovavo che tra il livello dei professionisti eccellenti che conoscevamo ed il livello degli studi, con tutto il rispetto, ci fosse troppa differenza. In quegli anni era più una scuola d’arte, che una scuola tecnica e culturale. Volevo studiare l’Italia, l’Europa, le grandi città, i grandi maestri ed i grandi professori. E così decidemmo, pur con molta malinconia, di farmi tornare e studiare a Milano. Quindi dal ’72 al ’76 ero al Politecnico. Ma i viaggi erano sempre frequenti. Qualche volta ci trovavamo direttamente a Boston da Cesare, e qualche volta tra Bogotà e Cartagena.La mamma ci seguiva da Roma col pensiero nei nostri spostamenti, si era risposata e per fortuna non era sola. Cesare era entusiasta dei suoi studi. Anche lui lettere su lettere di racconti. E quando finalmente ci ritrovavamo era proprio felicità. Cesare non amava molto l’ambiente Colombiano. Ripeteva che secondo lui papà aveva intorno tanti opportunisti che sfruttavano le sue capacità. E detestava l’obbligo di alcune frequentazioni di vita sociale, che ogni tanto toccava sorbirsi. Ma adorava la natura Colombiana. Ha fatto viaggi di perlustrazione con amici americani in jeep, attraversando da Bogotà alla costa per capire meglio questo territorio incredibile. Ad un certo punto disse che la tristezza ogni volta di ripartire dalle isole era talmente forte che voleva vivere li per un lungo periodo. Dovevano rifare il tetto della casa ed alcune riparazioni. E lui si offrì di seguire e partecipare ai lavori. Rimase sull’isola per sei mesi, a vivere fino in fondo quell’incanto. La famiglia di isolani che custodiva la casa lo prese quasi a far parte della esigua popolazione locale. Al mattino lavorava con i ragazzi del posto a rifare tetto e moletti e riparazioni varie. Ed al pomeriggio in mare a pescare e perlustrare. Noi un po’ preoccupati del totale isolamento selvatico continuato. Ma quando andavamo anche noi lo trovavamo talmente sereno e felice e amato dalla gente che ne tornavamo più tranquilli. Poi rientrò a Boston alle sue ricerche ed ai suoi studi, ma mi disse che finalmente non avrebbe più avuto nostalgia delle isole. Che se anche fosse morto giovane (…) nulla poteva più togliergli questo pezzo di vita passato là. Non come una vacanza ma come vita quotidiana. A natale del ’78 ci ritrovammo per l’ennesima volta a Cartagena e furono due settimane perfette. Ho salutato da lontano Cesare al rientro, al Club de pesca dove lasciavamo il Tavana, come se mi si strappasse il cuore. Una figuretta sorridente che diceva “ a presto” e mi mandava un bacio. Non lo rividi mai più. Papà era stanco. A Bogotà aveva molti problemi. Moltissimo lavoro ma con rapporti sempre più difficili con i collaboratori a vari livelli. Verso la fine papà scoprì che praticamente a sua insaputa la fabbrica e tutta la sua attività erano state ipotecate dalle banche. Nei rapporti umani inerenti il lavoro era spesso un sognatore, dava fiducia a quanti di volta in volta si presentavano come capaci di risolvere tutti i problemi commerciali e finanziari dell’azienda. Lui era dedito esclusivamente alla parte tecnica, ed in molti ne trassero vantaggio. La sua superiorità intellettuale, scientifica e creativa gli venne fatta pagare con una sorta di cinismo insopportabile. Furono in tanti a ricavare tanto da papà. Non me la sento di fare l’elenco. Dovrei dire cose molto tristi da un punto di vista etico e morale di persone che si sono sempre vantate di essere dalla sua parte e di fare il suo bene. I fatti hanno dimostrato il contrario. Allora ci ho sofferto molto. Ora mi accorgo della sua grande forza morale, si è sempre tenuto al di sopra di quanti si affannavano ad infangarne l’immagine. Quando papà era stato appena ricoverato ed io ero corsa a Bogotà, Natale 1988, non riusciva quasi a parlare per gli effetti del tumore alla testa.Uno dei suoi più abili adulatori tentò di entrare in camera per “salutarlo”. papà mi fece capire di non farlo entrare, e riuscì a sussurrarmi “…questo qui andrebbe fucilato…come tutti i traditori…” C’era però un grande imprenditore che lo appoggiava e veramente lo aiutò. Di Medellin, che poi mi aiutò moltissimo nelle fasi ultime dopo la morte di papà. Era J. Mario Aristisabal. Aveva stima sconfinata di papà e non lo tradì mai. Comunque penso con convinzione che papà ebbe una vita piena e straordinaria. Con difficoltà grandi di lavoro alla fine ma affrontate senza mai spostarsi da una eleganza di pensiero e di comportamento immensa. Fino alla morte di Cesare. Il 31 agosto ero a Chiavari. Compleanno della mamma … programmando il viaggio di dicembre. E un carro armato ci è piombato addosso a tutta velocità e ci ha disintegrato. Ero in un posto senza telefono, in campagna con la mamma. Arrivano da Chiavari due cugine alle 7 di mattina con una faccia strana. Io ero in giardino a godermi il fresco della prima mattina. Vengono da me e mi dicono una cosa assurda. Che Cesare era morto colpito da un fulmine. Le ho supplicate di non inventare cose da pazzi … impossibili. Ho preso un aereo per Bogotà la sera stessa. Non riuscivo a respirare. Papà mi aspettava all’aeroporto per la coincidenza per Boston. Non abbiamo detto una parola. Abbiamo fatto 10 ore di viaggio senza parlare, disperati. Siamo andati da lui, siamo morti con lui, siamo andati dall’albero colpito insieme a lui dal fulmine, un dolore talmente immenso e insopportabile da rimanere storditi per tutto il resto del tempo, dei mesi e degli anni. Papà non ha mai più parlato di Cesare. E poi piano piano è finito tutto. Siamo stati più vicini possibile, ci siamo abbracciati ormai senza forze. Il resto ha cominciato a contare molto meno. Io li ringrazio, tutti e due, per sempre. Ma mi mancano.


1982 Cede a Sivori e Zorio le azioni della COBEC, mantenendo la Domenico Parma Asociados Ltda Ingegneros25 ed il controllo della IMC. Continua a lavorare, ma la situazione peggiora e nel 1987 COLTENSA gli acquista la IMC (in liquidazione). Sivori e Zorio aprono un loro ufficio di progettazione, la REDI ed acquistano la totalità di COBEC. Fino alla separazione la Domenico Parma Asociados ha fatto 1364 progetti, tra cui 37 di ponti e 41 con RetCel all’estero (Venezuela, Ecuador, Mexico, USA). Tra il 1949 ed il 1989, anno della morte, Domenico Parma ha redatto più di 1600 progetti in 9 paesi, 1400 calcoli di strutture, 68 ponti in 4 paesi, 20 tipi di gru e gru a ponte, 23 tipi di macchinari e 13 studi teorici sperimentali. 1982-85 Banco de Occidente Situato nel Centro Internazionale di Bogotá, sullo stesso lotto dove fu progettata la torre Manzuera, poi non realizzata. L’edificio realizzato, composto da trenta piani, soppalco e quattro interrati per il parcheggio, è su progetto dell'architetto Germán Samper Gnecco, con le strutture di Domenico Parma e lo studio del suolo di Antonio Páez Restrepo. 1984-88 Bulevar Niza Progetto architettonico: Taller de la Ciudad (Arch.ti Carlos Hernández Correa, Eduardo Samper Martínez). Probabilmente il più grande centro commerciale dell’epoca a Bogotà. La costruzione ebbe inizio nel 1985 e durò tre anni e mezzo. L’11 dicembre 1988 vi fu l’inaugurazione. La costruzione è composta da un grande piano interrato e due livelli in elevazione. La base è costituita da un enorme cassone di 120x170x5,5 metri, con all’interno alcuni mezzanini. È l’ ultimo progetto di un grande edificio da parte di Domenico Parma.

1985 Durante la Sextas Jornadas Estructurales de la Ingeniería de Colombia svoltasi a Bogotá alla fine di ottobre 1985, viene presentato il rapporto sulla riparazione del Ponte di Purificación, sulla strada che collega i comuni di Saldaña con Purificación, sul fiume Magdalena. È un ponte sospeso in struttura metallica, di una lunghezza totale di 312 m, sostenuta su due torri metalliche. Ministero dei Lavori Pubblici, con Stirling International Civil Eng., Domenico Parma Asociados, Blodek Roldán y Cia., Dario Farias y Cia Ltda. Nello specifico Parma si occupa della sostituzione dei cavi.

1986 Progetta e calcola il ponte tirantato di Chinchiná (Caldas), che supera una luce di 250 metri di lunghezza

con un unico appoggio intermedio, basato su complessi programmi informatici di sua elaborazione, costruiti con elementi post-tesi tipo Parma e con l'aiuto di macchine create da lui stesso, che non ha potuto vedere concluso per il manifestarsi di una malattia che in breve lo porterà alla morte. 1986-91 Ponte sul rio Chinchinà L’ultimo lavoro di Domenico Parma è il ponte sul fiume Chinchiná (nei pressi di Manizales), che oggi porta il suo nome, costruito dopo l'eruzione del vulcano Nevado del Ruiz, del novembre 1985, che distrusse tutti i ponti sui fiumi Rioclaro e Chinchiná. È un ponte sospeso di due luci di 120 mt ciascuna, con una sola torre centrale, di cemento armato di 65 m di altezza a sezione cava esagonale, per la parte inferiore fino all’impalcato, per poi dividersi in due colonne che sostengono i cavi ognuno formato da 112 fili di acciaio ad alta resistenza da 1/2", comunemente usati nel calcestruzzo precompresso nel paese. I due tratti centrali di 60 metri ad ogni lato della torre, sono sospesi, mentre i due tratti esterni laterali, hanno i cavi che passano sotto l’impalcato sostenendo l’impalcato con puntoni. Questo ponte è diventato un record per il suo basso costo, perché l'impiego di materiali nazionale e la soluzione di travata in cemento precompresso, hanno portato ad un costo molto inferiore rispetto alle tipologie tradizionali per queste luci in struttura metallica. Un'opera che, l'anno successivo alla sua morte, riceverà il Premio di Eccellenza alla Riunione del Concreto tenutasi a Cartagena e che poi sarà intitolato al suo nome. Il 5 agosto 1986 con decreto n. 2547 del Ministerio de Desarrollo Economico, il Presidente della Colombia, gli conferisce l’onorificenza di Ufficiale dell’Orden del Mèrito Industrial, con le seguenti motivazioni: che il dottor Domenico Parma Marré da oltre 40 anni ha messo tutta la sua capacità intellettuale e professionale per lo sviluppo industriale del Paese, attraverso le attività di docenza, ricerca ed esercizio della professione d’ingegnere; 25

La società gli sopravviverà, tanto da essere ancora in liquidazione nel 2017.


che tra le innumerevoli attività sviluppate dal dottor Parma Marré si distacca il calcolo approssimato di 1300 progetti tutti di trascendentale importanza per lo sviluppo industriale del Paese; che il dottor Parma Marré ha dedicato la sua vita allo sviluppo della nostra industria, pubblicando vari libri, tra i quali si evidenzia: “Estudio esfuerza cortante en estructuras de concreto con refuerzo tensionado” Diseño de molderia metálica normalizada para lasfundidas parziale o totales de las estructuras de los edificios de vivienda.

1987 Cede la IMC (licenza per ancoraggi e cavi) alla Compañia Colombiana de tensionamiento, Coltensa, soci: Emcocables, Concocreto, Pretensar SA.

1988 Gli viene assegnato il premio Trayectoria Profesional della Asociación Colombiana de Productores de Concreto (ASOCRETO).

1989 Muore a Bogotà il 26 gennaio 1989 alle due del pomeriggio. La figlia, il fratello Emilio e pochi amici lo accompagneranno nell’ultimo viaggio. Per sua volontà viene cremato e sepolto nel cimitero di Casarza Ligure, nella tomba di famiglia.

Riconoscimenti postumi: -

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Il primo premio José Gómez Pinzón da parte della Sociedad Colombiana de Ingenieros, Sociedad Colombiana de Arquitectos e la Cámara Colombiana de la Construcción, attribuito a “ coloro che si sono distinti per il loro servizio all’ingegneria, all’architettura e all’industria delle costruzioni. Premio Nacional de ingeniería da parte della Sociedad Colombiana de Ingenieros e il premio Excelencia al Concreto, categoria opere civili, da parte di Assocreto per il ponte sospeso sul rio Chinchiná, che riceverà in suo onore il suo nome.


Per la visione completa, potete consultare il libro :


25 ottobre 2018

Domenico Parma ingegnere italiano a BogotĂ by Fausto Giovannardi e Alessandra Parma is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License

Foto di copertina: archivio Alessandra Parma Foto di chiusura: Torre Avianca in costruzione

Alessandra

Domenico

Mercedes

Cesare



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