France/isco Salamone

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a cura di

Fausto Giovannardi


Le origini dei Salamone Il bisnonno di Francesco Salamone era un agricoltore, conosciuto come “cartafauza”, che morì colpito da un fulmine mentre era al lavoro nei campi. La vedova Rosa Benintende emigrò con i figli piccoli in Argentina, a La Plata dov’erano i figli più grandi Vito e Giuseppe, scappati da Leonforte perché perseguitati dalla mafia. Anni dopo provarono a tornare a Leonforte, ma ebbero brutte disavventure e ritornarono definitivamente in Argentina e si stabilirono a Paranà (Prov. Entre Rìos). Uno dei figli, Francesco Salamone Benintende, contribuì alla fondazione della cittadina di Viale (Prov. Entre Rìos). Ebbe cinque figli, tre femmine e due maschi, uno di questi, Salvatore ritornò a Leonforte per prendere moglie. Francesco Salamone Benintende con la moglie Catalda Quattrocchi e i figli Salvatore, Sara, Antonia, Rosa e Pietro. Francesco Salamone fu uno dei primi Leonfortesi che emigrò in Argentina. Contribuì alla fondazione della cittadina di VIALE (prov. Entre Rìos) dove morì nel 1920. Francesco fu il nonno dell’ingegnere e architetto Francisco Salamone (1897-1959).

Foto e nota da E. BARBERA, Appunti di storia Leonfortese, Armenio editore, Leonforte 2009

Francesco Salamone, figlio di Salvatore e di Antonia D’Anna è nato a Leonforte (Enna) il 5 giugno 1897, come risulta dai registri dell’Anagrafe di quel comune siciliano. A causa di un incendio, che ha distrutto gli archivi comunali, non è dato conoscere l’anno del suo trasferimento in Argentina, che però sembra essere avvenuto tra il 1903 ed il 1906, dove il padre aveva la famiglia e vi svolgeva l’attività di muratore. La coppia ebbe quattro figli, Angelo, Giuseppe, Carlo e Francesco ed una figlia Giuseppa. (Ángel, José, Carlos, Francisco, Josefa). Francesco, oramai Francisco, si dimostra ottimo studente e si diploma “Maestro mayor de obras” presso la Escuela Técnica Otto Krauser di Buenos Aires per poi iscriversi la Universidad Nacional de Córdoba, frequentando corsi anche in Italia e Spagna, dove si laurea prima in architettura (1919) e poi in ingegneria civile (agosto 1922). Ancora studente, con il fratello Ángel costituisce una impresa di costruzioni stradali. Nel 1919 vince la medaglia d’oro ed il gran premio d’onore per il progetto di un Panteon presentato in due esposizioni internazionali a Milano e Barcellona1. 1

Dato presente nel suo CV presentato in occasione della iscrizione alla Sociedad Central de Arquitecto, ma non riscontrabile. La mostra di Milano è l’Esposizione Internazionale del Lavoro.


Appena laureato apre uno studio nella città di Córdoba e realizza in associazione con un costruttore locale, tale Ferreyra, alcuni edifici residenziali ed un cinematografo a Valle Hermoso, Punilla. La sua qualifica professionale è registrata nelle associazioni ai numeri: 605 Centro Argentino de Ingenieros (1922) e 957 Sociedad Central de Arquitectos (1924). Nel 1923 si candida per la Unión Cívica Radical a senatore nel dipartimento di Punilla. La sua destrezza oratoria, l’abilità nell’argomentare le sue idee progressiste non riuscirono però a fare breccia nell’apparato del partito, in mano ad Amedeo Sabattini. Non eletto, si allontana dalla politica attiva2. Nel 1924 arriva secondo al concorso per il disegno di copertina della rivista della Sociedad Central de Arquitectos di Buenos Aires, dove è iscritto ed ottiene una Menzione speciale nel concorso per l’ampliamento della Universidad Nacional de Córdoba. Dal rendiconto presentato nel novembre 1924 per l’iscrizione alla Sociedad Central de Arquitectos apprendiamo che ha in corso a Córdoba il progetto del Panteón del Maestro3 dietro incarico del locale Centro de los ingenieros, e che ha realizzato nella stessa città4 questi edifici: Casa signorile in Avenida Argentina 640 Casa di appartamenti per il dr. Ricardo Villeda, in calle Dean Funes nn. 168,170,172,174 Petit Hotel in calle Alvear n. 160, dr. Allende Casa de negozio tra 25 de Mayo e Alvear Progetto del Grand Hotel Victoria – non costruito Petit Hotel Garźon

Già impegnato come “contratista”, partecipa alla licitazione per la costruzione del nuovo Mercato Sur di Córdoba5, con l’unica offerta presentata, che però non viene accolta per il costo elevato. Nel 1926 partecipa al concorso per la Bolsa de Comercio di Rosario, non vince ed accusa la giuria di aver fatto vincere un progetto che, per lui, è un calco del Banco de la Repùblica de Uruguay. Contrariato per il conservatorismo della Sociedad Central de Arquitectos, che non sostiene il rinnovamento dell’architettura, appiattita nel sostenere e proporre progetti “beaux arts”, non rinnoverà l’iscrizione e toglierà la scritta “architetto” dai suoi biglietti da visita6. 2

Sulla sua adesione politica, ci sono documenti che lo collocano all'interno del partito Radical antirigoyenista, una frazione dell’ UCR che ha innescato la caduta del governo nel 1930. Questi radicali hanno partecipato alla "concordanza" un ampio arco fronte politico, che ha sostenuto Agustin Justo (1932-1938) ed a questa ala radicale appartenevano il successivo presidente. 3 Trattasi della cappella cimiteriale dell’associazione in cui vengono sepolti gli associati che non hanno cappella propria. 4 Oggi non ne esiste più nessuno 5 “Los mercados cordobeses (1573-1982)” di V. Manavella y Z. Nieto, dell’ Archivo Histórico Municipal Cordoba. 6 Non fu solo in questa posizione, comunque rimasta una minoranza. L’uscita dalla SCIA avviene nel 1933.


Nel 1928 si sposa con Adolfina Emilia Croft (1906 – 1975?), figlia del vice console dell’impero austro-ungarico di Bahía Blanca7. Con Finita, come viene chiamata Adolfina, avranno quattro figli: Ricardo, Roberto, Ana María e Stella Maris. Nel 1933, a Villa Maria (Provincia di Córdoba), dove si è trasferito con la famiglia, in una casa in Buenos Aires 1042, viene incaricato8 del progetto del Palazzo Municipale – un enorme edificio che contiene anche un teatro – non realizzato. L’anno dopo lavora all’ampliamento della Casa de España la cui sala d’ingresso viene affrescata da Fernando Bonfiglioli9. Realizza poi anche l’edificio della Biblioteca Sarmiento. Rimane affascinato dal film “ Metropolis” di Fritz Lang, che torna a vedere più volte. Gli si aprono gli occhi su un’altra architettura così diversa dall’accademismo “beaux art” neocolonialismo ed inizia a documentarsi voracemente sulle nuove tendenze che si sviluppano al di fuori dell’Argentina. La sua prima opera “diversa” fu il Matadero Municipal di Alta Gracia con richiami “art decó” nel serbatoio dell’acqua10. Pare che in questo periodo abbia lavorato anche nella provincia di Santa Fé. Una prova ne è l’ingresso al Parco Municipale di Venado Tuerto. Nel 1934 progetta il palazzo municipale per la vicina cittadina di Las Varillas (vedi foto a lato), costruito dal contratista ing. Felipe Goldember ed inaugurato il 22 marzo 1936 in cui sono evidenti gli elementi decorativi di stile Art Decó e l’organizzazione attorno al patio circolare. Nel 1935 viene inaugurato un altro suo progetto importante, la ristrutturazione della piazza principale della città di Villa Maria, la Plaza Centenario, in cui compaiono i primi segni della sua idea di architettura urbana: la piazza come luogo di vita, di sosta e d’incontro e non uno spazio cerimoniale. Ad ogni incrocio dei percorsi colloca una fontana la cui forma richiama immagini di Metropolis. Progetta poi Plaza San Martin e Plaza Indipendencia. Sempre a Villa Maria progetta il Macello e la facciata dell’edificio della Asistencía Pública e con la sua impresa realizza alcune opere stradali. Ma tutto nella struttura pubblica è pieno di corruzione ed i lavori ne risentirono, in particolare quelli del macello che non porta a compimento. Intanto si trasferisce a Buenos Aires e, senza abbandonare l’attività della ditta stradale, inizia a pensare ad un impegno maggiore nel settore delle opere pubbliche. La Legge N° 4017 del 1928 sui Bonos de Obras Publicas Municipales, permetteva ai municipi in cui non era presente un ufficio tecnico adeguato, di indire direttamente licitazioni con professionisti ed imprese per l’esecuzione del loro programma di opere pubbliche. I finanziamenti resi disponibili con la legge di “colonización agrícola”, aprivano un mercato immenso ad un ingegnere volenteroso in grado di fornire agli “intendenti”,(spesso veri e propri “cauduilli) delle piccole e sperdute cittadine della pampa, un servizio completo11. Consigliandosi con l’amico ing. Francisco Marseillán (1894-1959), si organizza in una struttura da appaltatore (contratista), in cui è l’unico responsabile ma vi sono coinvolte varie imprese, artigiani, artisti, etc.

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Non fu solo in questa posizione, comunque rimasta una minoranza. L’uscita dalla SCIA avviene nel 1933. Il fidanzamento ed il matrimonio sembra siano stati contrastati dalla famiglia della sposa; Joseph Oliver Croft, nato a Trieste nel 1868 e Adolfina Vlieghe.

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l il intendente era Parajón Ortiz del suo stesso schieramento politico. Nato a San Paolo Brasile (1883-1962) ha vissuto sempre a Villa Maria dove ora vi è a suo nome un museo di belle arti. 10 Da R.Longoni ed altri, attribuito però all’ing. Luís Medina Alende 11 Gli intendenti di ciascun distretto erano i veri detentori del potere in quanto erano anche deputati e/o senatori del governo provinciale 9


Mentre lavora al progetto preliminare per un edificio residenziale in Av. 9 de Julio a Buenos Aires e per un Hotel a Punta Vidal, Corrientes gli si concretizza l’occasione che cambierà la sua vita per i successivi 40 mesi ed il suo futuro.

40 mesi ... di lavori nella Pampa Il suo primo incarico lo ottiene da Hortencio Miguel, intendente di Balcarce e senatore provinciale. Una grossa commessa: il macello, l’ingresso del cimitero, quattro delegazioni, l’officina per la manutenzione dei mezzi (corralón) e la piazza centrale con al centro una grande terrazza circolare con una confiteria, che i cittadini chiameranno “torta de bodas”. Sempre per interessamento di Miguel, ottiene anche l’appalto per la Escuela Normal da parte della Provincia. Tutte le opere s’inaugurano il 6 dicembre 1937 quando Manuel Antonio Fresco (1888-1971) è da poco risultato eletto governatore della provincia12. Il giovane ingegnere, dai risultati evidenti agli occhi di tutti, deve aver impressionato positivamente il nuovo governatore. Con questo biglietto da visita, gli risulta semplice fare contratti con le municipalità di Laprida, Coronel Pringles, Rauch, Alberti, Alem, Tornquist, Alsina, Pellegrini, (Tres Lomas e Salliqueló), Azul, Gonzales Chaves e Guaminí. Saranno anni di lavoro intenso ed impegnativo. Nel 1937, l'anno di maggiore impegno, lo studio lavorava 24 ore, applicando criteri di standarizzazione, sistematizzando i dettagli e componenti, ripetendo le "parti", ma mai il risultato finale. Nei palazzi municipali l'appalto comprendeva anche i mobili e gli apparecchi d'illuminazione.

Manuel Fresco La “Década Infame” comincia nel 1930 con il colpo di stato che porta alla dittature di José Félix Uriburu. Tutto il periodo si caratterizza per la frode sistematica elettorale, la corruzione generalizzata e a repressione degli oppositori. In questo periodo13 fu promulgata la legge di “colonización agrícola” ed avviato un progetto di crescita economica basato sullo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento tra i popoli rurali dell’interno, con l’obbiettivo di ridurre le importazioni. In questo quadro s’inserisce l’opera di Manuel Fresco di realizzazione di opere pubbliche tra gli abitati della pampa, dotandoli di infrastrutture che ancora oggi funzionano. Vennero asfaltate molte strade, costruiti municipi, piazze, macelli, cimiteri ospedali ed opere fognarie ed acquedottistiche.

Con lo slogan “Dio, Patria e casa” il governatore Fresco, dichiarato ammiratore di Mussolini, decide di avviare un piano ambizioso di edificazione nei 110 municipi della Provincia. Il programma è chiaramente “antiurbano” giacché intende contrastare il flusso migratorio verso la città e potenziare e consolidare il radicamento rurale dotando la provincia di infrastrutture e migliorandone la vivibilità. Nella visione di Fresco ogni nucleo urbano doveva avere al centro il Palazzo Municipale, all’ingresso il Macello ed all’uscita il Cimitero. Il palazzo municipale doveva essere il “cuore” urbano con un’alta torre che supera il campanile e l’orologio a segnare il tempo ufficiale. Il Macello doveva essere il simbolo orgoglioso del lavoro industrializzato. Il Cimitero doveva essere architettonicamente importante perché avere i propri morti vicino consolidava l’appartenenza al luogo in cui si viveva. 12

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Con votazioni palesemente piene di brogli.

Non solo i sistemi totalitari dello stalinismo, del nazismo, del fascismo, esportato nella regione iberoamericana, ma anche democrazie quali quella statunitense con il New Deal Roosveltiano, videro nell‘impulso dell’ingegneria pubblica e nello sviluppo di centri urbani importanti strumenti di riattivazione economica dopo la Grande Crisi del 1929.


Secondo l’autore di La tierra elegida, Juan Forn, mentre il “patrizio” ministro dei Lavori Pubblici della Repubblica, Jose Maria Bustillo, affidava a suo fratello Alejandro, l’urbanizzazione della nota spiaggia Bristol di Mar del Plata (gioiello della corona della Provincia) a Fresco restava l’enorme cortile posteriore, cioè il sud-ovest della Provincia di Buenos Aires, su cui lasciò operare il giovane Salamone. Uscendo dai margini della Capitale Federale, la provincia ha un primo cordone conosciuto come Grande Buenos Aires, attivo, popoloso e denso. Ma oltre a questo, c'è la pampa umida, una rete di percorsi che si intersecano e uniscono 134 comuni (in quegli anni, circa 110), dove il paesaggio rurale è il denominatore comune. Un territorio di oltre 300 mila chilometri quadrati, con circa 15 milioni di abitanti. Un piccolo paese all'interno di un altro. È questo il territorio di Salamone. Tra Fresco e Salamone non vi fu amicizia ma solo rispetto dei ruoli. L’ingegnere seppe rappresentare con il suo lavoro i principi del governo conservatore, ma non ne trasse vantaggi oltre il compenso del suo lavoro.

Tra il 1936 e il 1940

le pianure della pampa a sudovest di Buenos Aires videro sorgere decine di edifici pubblici che per molti dei 34 umili insediamenti che le ospitarono, ex fortini eretti contro gli assalti delle locali popolazioni indiane o abitati nati intorno alle stazioni ferroviarie, significarono l‘arrivo del progresso.

Ogni opera di Salamone è unica, diversa dalle altre, originale. Sono composizioni diverse che utilizzano un linguaggio comune. Ognuno degli edifici, mostra senza remore lo scopo per cui è stato costruito. I palazzi municipali caratterizzati dalla monumentalità, che simbolizza l’avanzata della civilizzazione sopra il deserto, si trovano nel cuore urbano con lo scopo di governare simbolicamente la vita degli abitanti del villaggio, sono sormontati da una torre, più alta del campanile, coronata da un enorme orologio che segna il tempo ufficiale. I macelli, funzionali nella loro rappresentazione architettonica, costruiti come il simbolo della nuova industrializzazione degli allevamenti, con le facciate decorate simbolicamente con lame enormi. Uno dei principali è quello di Coronel Pringles la cui torre simbolizza la lama di un coltello. I cimiteri, in cui è sottolineato il confine tra la vita e la morte, marcando l'ingresso con angeli custodi, iscrizioni monumentali RIP (requiescat in pace) e Cristi giganteschi. Per Salamone il cimitero è uno spazio di esclusiva necessità simbolica, in relazione con aspetti umani che trascendono il potere municipale. Li caratterizza con portali di una monumentalità comparabile a quella del municipio ma di maggiore teatralità e drammaticità. Salamone vinceva gli appalti in provincia anche perché costruiva con il calcestruzzo, più economico del mattone, essendo amico di Alfredo Fortabat, proprietario della Loma Negra C.I.A.S.A. la più importante azienda produttrice di cemento di Argentina, che gli faceva un buon prezzo per il materiale. Seguiva i lavori con un aeroplano che pilotava da solo, atterrando nelle strade. Era l’unico mezzo che gli permetteva di seguire così tanti lavori a


centinaia di chilometri di distanza. Nel 1938 fu premiato come l’americano con più ore di volo. Molte le sue passioni, tra le quali anche la roulette al Casinò.

Alcuni dati: Laprida costruito in 4 mesi Saldungaray in 3 mesi Azul in 6 mesi Rauch 273 km da Buenos Aires Azul 306 km Balcarce 406 km Coronel Pringles 534 km Guaminí 574 km Saldungaray 578 km Tornquist 598 km Carhué 626 km Lavori stimati ad oggi in 26,5 milioni di dollari In quaranta mesi realizza l’opera titanica di costruire dal niente, tra i popoli sperduti della pampa, opere monumentali di edifici pubblici in uno stile personalissimo, con un ecletticismo creativo, in cui combina elementi di art dèco, futurismo, funzionalismo razionalista e classicismo. Realizza le sue opere in calcestruzzo, la pietra liquida, che rifinisce in intonaco liscio e bianco. Progetta accuratamente gli interni, luminosi e funzionali, in cui impiega pezzi di granito provenienti dalle cave delle sierras pampeanas, infissi in ferro, metallo cromato ed opaline negli apparecchi luminosi e noce per i mobili. Tutte le costruzioni sono eseguite con strutture di cemento armato, tamponate con muratura di mattoni, cosa che gli ha consentito di concretizzare, alla fine del decennio 1930, schemi strutturali avanzati ed ardite soluzioni architettoniche. Gli altri materiali utilizzati e che contribuiscono alla modernità di queste opere sono la carpenteria metallica, le piastrelle di calcare monocromatico, le piastrelle in granito, le ringhiere galvanizzate delle scale e balconi, le piastrelle in ceramica e le malte a base di cemento Portland con diversi inclusioni. Notevole l'uso di elementi prefabbricati, principalmente arredi per le piazze e parchi-panchine, fioriere, fontane, ecc, che venivano costruiti in una fabbrica a Buenos Aires, e poi trasportati per ferrovia fino al luogo di installazione. Si tratta di elementi dello spessore di 4 cm costituiti da tre diversi strati di materiale cementizio, con quello esterno di colore bianco per l’aggregato di marmo di Carrara frantumato, l’intermedio grigio scuro del calcestruzzo con l’armatura di rinforzo e quello interno grigio chiaro della malta fine. Salamone ha sempre "personalizzato" ogni intervento evitando la ripetizione di forme, inventando e differenziando per ogni occasione. Questo sforzo titanico non lo ha lasciato sempre soddisfatto, oltre ad obbligarlo a vivere in costante impegno per le scadenze e responsabilità. Tre litri di caffè e un centinaio di sigarette al giorno lo tenevano sveglio, ma non necessariamente del tutto lucido come voleva. Apparivano alcuni errori ed i temuti imprevisti nelle opere. Si racconta che nel Consiglio Comunale d’Azul circolava la voce scherzosa che per il loro cimitero, RIP non significava “Réquiem In Pace”, ma bensì “Resulta Imposible de Pagar”. Alla fine del '38 iniziarono i problemi economici del programma, a cui si sono aggiunti la caduta del valore delle obbligazioni comunali nella Borsa, la carenza di materiali e soprattutto problemi o politici tra Fresco e Castillo, nuovo Presidente. I contratti con Pilar, Lobería e Tres Arroyos, firmati tra il 1938 ed il 1939, ebbero problemi concreti di finanziamento, parziale o totale. A Chascomús, dopo diversi colpi di scena, fu costruito solo il palazzo municipale, l'unico in stile "neocoloniale", che aveva usato solo per piccole delegazioni e altre opere minori. Inaugurato nel 1942, questo lavoro chiude il ciclo delle grandi opere di Salamone.


Nel marzo del 1940 Fresco fu destituito dal suo incarico.

Il breve ritorno ad una vita normale Salamone continua a lavorare nelle provincie del nord, per le Amministrazioni pubbliche con l’impresa di opere stradali. Accusato di alcune irregolarità in un appalto a Tucumán14, che aveva firmato come direttore tecnico, su suggerimento del suo amico ed avvocato Antonio Tróccolo, si trasferisce a Montevideo per evitare la carcerazione preventiva. Parte da solo, lasciando a casa la moglie ed i tre figli, convinto di starci poco e che tutto di sarebbe chiarito velocemente. Invece furono tre anni lunghi e duri. Ad inizio del 1945, ancora a Montevideo, una lettera di Finita gli porta la brutta notizia della demolizione della “torta de bodas” nella Piazza di Balcarce. Veniva meno anche la possibilità di riscuotere il residuo onorario delle ultime opere. Queste contrarietà, la solitudine dell’esilio, il diabete, recenti problemi cardiaci, lo stavano trasformando in un infermo. Rientra a Buenos Aires a fine del 1945, ed il 16 settembre nasce il suo quarto e ultimo figlio, Stella Maris, ma neppure il buon nome e l’onore restituitigli e l’indennizzo statale, lo riporta all’antico impulso. Compra un piccolo albergo in Uruguay 1231 e lo trasforma nella sua abitazione. Quattro piani, con spazio sufficiente anche per gli hobby di Finita ed anche un pollaio nella parte posteriore. Qualche stanza viene destinata agli uffici della S.A.F.R.R.A. una società costituita con i figli e con la quale realizzano alcuni edifici nella capitale, completamente lontani dal suo stile personale degli edifici costruiti nella pampa, pochi decenni prima e da tutti dimenticati. Nella sua grande casa, tutte le sere tiene “salotto“ con gli amici, tra i quali lo storico Ricardo Levene (1888-1959), lo scrittore Arturo Capdevilla (1889-1967) e monsignor Fermín Emilio Lafitte (1888-1959) già arcivescovo di Còrdoba e dal 1956 amministratore apostolico della Arcidiocesi di Buenos Aires. Fumando un Commander15 dietro l’altro, con gli amici gusta piatti prelibati, parlano e commentano i fatti del giorno e ogni tanto mostra le sue “arquicaricaturas”, ritratti ironici e sfaccettati, sul tipo dei suoi Cristi. La serata si chiude sempre con una partita a poker ed il vermouth. Anche se dimenticato, non ha perso la voglia di sognare/progettare e nei momenti liberi lavora ad un progetto simbolico: una torre altissima, come la torre di Babele, sormontata da un grande faro per segnalare l’ingresso al porto agli uomini di buona volontà che fuggono dalla guerra e dalla miseria, come aveva fatto la sua famiglia. Un edificio enorme posto al centro della città, tra Nueve de Julio y la Avenida de Mayo. 64 piani in quattro corpi scalettati di sedici piani cadauno, con un profilo simbolico che richiamava quello dell’Argentina. Finita era l'opposto di Francisco, trascorreva una vita solitaria con lunghe vacanze sulla costa, vicino alla stazione termale di Miramar. Un giorno, intorno al 1951-52, ci volle restare. Con i figli si trasferì in un edificio a Mar del Plata, mentre Francisco rimase a Buenos Aires, continuando a fare tardi e trascurando la salute. La situazione economica lo costringe a vendere la casa di calle Uruguay, in cui lascia l’anima. Compra un duplex dove va ad abitare con Stella, la figlia piccola. La sua salute peggiora ed ogni giorno gli fanno visita gli infermieri, per la iniezione del diabete. Siamo nel 1959 e la sera del 7 agosto, Finita è a Buenos Aires e mangia qualcosa con il marito, poi si spostano in salotto e conversano tranquillamente; tutto sembra a posto. Con loro c’è Stella 14

A Tucuman, il governatore era radicale (Campero), però i rapporti sono stati più di natura commerciale che politica. Da questo è venuto l’affare "non regolare" che ha portato Salamone in tribunale e l'esilio. 15 sigarillos


che ricorda che ore dopo, nel bel mezzo della notte, si svegliò di soprassalto per le urla della madre. Corse in camera dei genitori, dove il padre respirava a fatica. Lo abbraccia, lo sostiene in grembo, e in pochi minuti, lo vede morire. Aveva 62 anni. Fu sepolto due giorni dopo nel cimitero de la Recoleta, per essere poi traslato nel cimitero Jardín de Paz.



L’oblio La sua opera è stata dimenticata per la persecuzione politica che ha subito, favorita certamente dalla sua non velata controversia con la Societad Central de Arquitectos, essendo etichettato come “architetto del regime”. Salamone fu un convinto antiperonista, rifuggendo per sua natura dal populismo. Per tutta la vita è rimasto sempre un radicale un poco aristocratico,con un carattere forte e spigoloso ed anche questo spiega il suo isolamento. "Passò come l'architetto di Fresco, identificato con il personaggio politico: così è diventato fascista e compromesso, e persino fu inventata quella frase: 'Quello che Fresco dispone lo costruisce Salamone'. Per 50 anni ha pesato quest'ombra su di lui. Nelle storie locali delle città dove le opere hanno cambiato la prospettiva urbana, storica e politica non si parlava di Salamone. Parlare del sua presunto fascismo è una leggerezza che non fa onore alla verità. Tra Salamone e Fresco c'era una relazione che non era amichevole, era rispettosa. Non ci sono prove documentali che sono stati amici. Le lettere sono distanti, non c'è familiarità. Dopo che le opere furono terminate, non ci sono state relazioni personali.” Lazzari Eduardo, presidente de la Junta de Estudios Históricos del Buen Ayre 2009.El Gran Buenos Aires Radar – Dom. 16.08.2009 Página|12 "Salamone era un progettista maledetto per essere associato con il Decennio Infame, Fresco e il fascismo. Ma in realtà, esteticamente, è stato un selezionatore dal menu internazionale: prende elementi da tutti i lati. Tutto la combinazione che è in Salamone è parte della cultura architettonica e tecnica Argentina ". Fabio Grementieri architetto 2009.El Gran Buenos Aires Radar – Dom. 16.08.2009 Página|12 “Si può affermare che Salamone seppe codificare e rappresentare i principi del governo conservatore nelle sue opere, dotando da un lato di monumentalità gli edifici, caratterizzando il centro civico di piccole località dell’interno della provincia; e concedendo per altro, un valore artistico-architettonico ed importanza ad opere di carattere industriale, introducendo una nuova visione su questi edifici funzionali, che erano relazionati a spazi nettamente utilitaristici di condizione ed aspetto sgradevole, poco igienico e carente di valore stilistico. Tutto questo evoca il potere economico, lo stato forte, l’industria nazionale; l’autosufficienza, il controllo e la stabilità economica. Sebbene tutte le opere si caratterizzano dentro lo stile Art déco, come si può vedere dalle immagini, i pezzi ornamentali e scultorici, ed i giochi dei volumi e piani che applica derivano da una personale interpretazione di questa corrente, dotando di grande singolarità le comunità locali, conformando un’identità regionale.” Romina Mariel Fiorentino Forma y estado. La arquitectura como propaganda política Memoria III Jornadas de Investigación en Disciplinas Artísticas y Proyectuales (La Plata, 2007)


La riscoperta Nel 1992 il dimenticato Salamone, viene riscoperto. Sul n. 18 di The Journal of Decorative and Propaganda Arts di Miami compare una ricerca di Alberto Guillelmo Bellucci, dal titolo: “Monumental deco in the Pampas: the urban art of Francisco Salamone, che pone prepotentemente la sua opera all’attenzione del mondo accademico. L’articolo colpì molto Edward Shaw16, che macchina fotografica in mano, inizia a visitare i lavori di Salamone, del tutto sconosciuti anche agli stessi residenti, per poi realizzare, nel 1997, al Centro Cultural Borges di Buenos Aires, l’esposizione: “Francisco Salamone resurge” che ne consacra la memoria. La mostra viene poi portata nel 1998 alla Facoltà di Architettura della Pontificia Universidad Católica, a Santiago in Cile e poi alla Houston University, in Texas. Poi a seguire le foto notturne di Esteban Pastorino Diaz, i libri, frutto di approfondite ricerche, di René Longoni, etc. etc. e Francisco Salamone riemerge dall’oblio e diviene un’icona internazionale17. Finita non ha visto nulla di tutto questo: nessun riconoscimento, nessuna mostra, nessun segno, niente. E 'morta a metà degli anni Settanta. Anche i suoi figli Ricardo e Roberto sono morti e le due figlie Annie e Stella ricordano la normalità di una famiglia benestante, una madre sottomessa ed un padre carismatico e premuroso che gli sembrava del tutto normale e di cui non hanno visto i lavori. Nel 2002 una legge provinciale ha dichiarato Patrimonio Culturale tutta l’opera di Salamone per evitarne alterazioni. Ley Provincial 12.854 del 2002: “Declárase Patrimonio Cultural de la Pcia. de Buenos Aires a los bienes muebles e inmuebles, cuyos proyectos y ejecuciones de obra fueran realizados por el ingeniero arquitecto Francisco Salamone. Estarán exentos de cargas impositivas provinciales los trabajos de conservación, recuperación o restauración que se realicen sobre los inmuebles a que se refiere el artículo 1º, y exclusivamente en cuanto a los contratos y actos que efectivamente recaigan sobre dichos bienes.”

Nel 2014 la Camera dei deputati della nazione Argentina ha dichiarato di suo interesse un lungometraggio su Salamone e la sua opera nella pampa. CÁMARA DE DIPUTADOS DE LA NACIÓN 1 SESIONES DE PRÓRROGA 2014 ORDEN DEL DÍA Nº 1535 Impreso el día 1º de diciembre de 2014 La Cámara de Diputados de la Nación RESUELVE: Declarar de interés de esta Honorable Cámara el largometraje documental: Mundo Salamone. La reinvención de la pampa, dirigido por Ezequiel Hilbert, sobre la historia de Francisco Salamone, ingeniero civil que hizo más de 70 obras en la provincia de Buenos Aires y hoy constituyen parte del patrimonio histórico y cultural de la nación.

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Edward Shaw (1937) critico d’arte, scrittore, americano laureato a Princeton, ha vissuto per 30 anni in Argentina dove è stato tra i fondatori del Centro Cultural Borges e di ArteBa, la principale esposizione d’arte di Buenos Aires e gli ultimi 15 in Cile, dove risiede. 17

In Italia Francisco Salamone l’architetto della pampa - mostra fotografica a cura di Stefano Nicolini - Roma - Casa dell'Architettura, dal 10 al 28 febbraio 2014


Il


Il Cristo di Laprida Salamone disegnò un Gesù Cristo cubista, sfaccettato, come tutto ciò che usciva dalle sue mani e dalla sua testa in quei giorni, e passò le sue idee allo scultore Santiago Chiérico. Nel suo laboratorio nel quartiere di Liniers, Chierico ha modellato le figure, fece prove, moltiplicò modelli in scala e terminò, pronto da montare, una figura pensata per collocare in una croce che la raddoppia in termini di dimensioni, in un sito remoto, di poca importanza commerciale e con un esiguo numero di abitanti. "Era un grande trasgressore. Uno sfidante delle tradizioni. La cosa strana è che raramente gli dissero 'no signore, questo no'”, riflette Longoni. A Laprida, la mole gigante del cimitero. Un Gesù crocifisso enorme. Il modello è stato poi replicato, in scala, nel Cristo all'ingresso di Azul, e anche a Guaminí, Carhué e all'interno di cimiteri di Crel Pringles, Tornquins, Balcarce e Pilar . La risoluzione tecnica della scultura "pre cubista" di tali dimensioni è stata affidata ad un scultore di formazione classica e di esperienza: Santiago J. Chiérico. Come modello di studio, Chierico fece un bozzetto in scala ridotta, dove ha analizzato come dividere in parti la scultura per facilitarne la costruzione nelle dimensioni reali, poi il trasporto ed il montaggio sulla croce. Successivamente, sono stati realizzati i modelli in scala e riprodotti in argilla nel suo laboratorio di Liniers. L'esecuzione dei pezzi in calcestruzzo simil-pietra sono stati eseguiti in un laboratorio di prefabbricati del sig. Primo Pia, che si è anche occupato del montaggio.

Raccontano che Salamone regalava uno dei suoi Cristi alle prime donne di ogni paese, quando terminava un suo lavoro. Santiago José Chiérico è nato a Tolosa prov. Buenos Aires il 6 luglio 1891 ed è morto a Buenos Aires il 24 giugno 1974. Dopo gli studi di scultura, nel 1920, presenta il suo primo lavoro alla "Mostra Nazionale di Belle Arti". La sua attività artistica spazia tra decorazione e scultura, ed è presente in tutte le mostre fino al 1946; contemporaneamente inizia anche l'attività di ritrattista e l’attività di docente nell’Università Nazionale di Tucumán.

Salamone era un ottimo disegnatore come dimostrano i pochi disegni rimasti, gli acquerelli e le sue arquicaricatures.


Acque querelli

Arquicaricatures


Arredo









Non solo Salamone La legge 4017 de Bonos de Obras Públicas Municipales, del radicale Vergara permise ai successivi governi conservatori di realizzare in quasi tutti i 110 distretti della Provincia di Buenos Aires attraverso un grande piano di Opere Pubbliche di dotare anche gli sperduti paesi della pampa umida di edifici ed infrastrutture pubbliche. Non vi fu quindi solo Francisco Salamone ad operare nella provincia bonaerense. Vanno sicuramente ricordati, lo studio dell’ing. Francisco Marseillàn l’arch. Esteban Pérez e l’arch. Alfredo Guidalí. Lo studio dell’ing. Francisco Marseillán, composto anche dagli ingegneri Segundo Fernández Long e Guillermo Martín, con sede a Bahía Blanca ottenne, tra il 1929 ed il 1940, gli appalti dalle Municipalità di Médanos, Pigüé, Olavarría, Mar Chiquita, Bolívar, Puán, Veinticinco de Mayo e Carmen de Areco. Le loro opere più interessanti sono il Teatro Municipale di Olavarría, i palazzi municipali di Coronel Vidal e 25 de Mayo.


L’architetto platense Esteban Pérez, è incaricato del progetto del Palazzo Municipale di Lobos.

Dell’architetto Alfredo Guidali, il Palazzo Municipale di General Belgrano, del 1934.


Ma il vero protagonista del periodo fu l’arch. Alejandro Bustillo (1889-1982), fratello del ministro dei Lavori Pubblici della Repubblica, Jose Maria Bustillo ed allievo di Alejandro Cristophersen (1866-1946) e quindi dell’accademismo francese, inviso a Salamone. Banco de la Nación Argentina, Palazzo Municipale di Gral Pueyrredón Nuova Rambla, casino e Hotel a Mar del Plata


Tracce Salamone non ha avuto un seguito, solo qualche segno sparso nella pampa in sperdute stazioni di servizio. Coronel Pingles, Arminda Peyrano, Mรกximo Paz Amenabar, Carrilobo

Pellegrini


Forse il lavoro di Salomone ha influenzato la torre dello stadio Tomás Adolfo Ducó, di proprietà Club Atlético Huracán che si trova nel barrio di Parque Patricios, a Buenos Aires.

Lo stile di Francisco Salamone, così originale per la pampa Argentina, trova un riscontro coevo nelle opere dell’architetto statunitense Charles Lee18, celebre per i suoi teatri, tra i quali l’ Academy Theater di Inglewood, Los Angeles, inaugurato il 7 novembre 1939.

18

Simeon Charles Lee nato Simeon Charles Levi (1899-1990), figlio di ebrei Tedeschi, è stato uno dei più prolifici architetti americani, distinguendosi per la progettazione di teatri e cinema sulla West Coast


REGESTO delle opere


Le opere di Salamone nella Provincia di Buenos Aires La vera originalità delle opere di Francisco Salamone è la velocità e la qualità con cui sono state progettate e costruite. Qualsiasi ingegnere, architetto, geometra sa che progettare, dirigere e costruire decine di opere di carattere molto diverso con imprese diverse, a centinaia di chilometri di distanza l'una dall'altra in un tempo molto breve, è molto difficile oggi, in tempi di comunicazione digitale, figurarsi quindi 70 anni fa in zone sperdute e con collegamenti precari. E particolarmente sorprende poi la qualità costruttiva presente anche nei dettagli. Opere in cui ogni dettaglio è progettato, senza ripetersi in edifici o piazze diverse, richiedono una precisa documentazione elaborata ed esaustiva ed un gruppo di esecutori capace ed affiatato. Salamone ha affrontato in maniera innovativa l’occasione che gli si è presentata, elaborando uno stile architettonico originale ed un modo di produzione innovativo e probabilmente quasi unico al mondo per quegli anni. Ecletticità ed energie smisurate gli permisero di curare personalmente ogni aspetto dell’ottantina di opere realizzate nella pampa: dalla progettazione alla direzione tecnica, al disegno, alla scelta dei materiali di ogni arredo di interni (dalle maniglie al mobilio, agli articoli per l’illuminazione ideati in centinaia di modelli), urbano (panchine, lampioni, pavimentazioni, fontane, basamenti per pennoni, colonnati, architettura dei giardini), fino alla riproduzione artistica ad olio e a tempera dei propri progetti. In appena 40 mesi videro la luce 11 palazzi comunali, 12 piazze e parchi, 17 macelli,18 delegazioni, 7 portali di cimiteri, una scuola, due mercati, vari crocifissi, due ristrutturazioni ed ampliamenti, e tre officine di manutenzione. Ottantadue opere in meno di quattro anni, tra il 1936 e il 1940 in 33 località di 14 Partidos con una media di una ogni 20 giorni. Tutto pianificato, progettato e diretto personalmente da Salomone stesso in luoghi sperduti come Balcarce, Rauch, Laprida, Coronel Pringles, Guaminí, Alberti, Tonrquist, Alem, Adolfo Alsina, Pellegrini, Azul, Gonzales Chaves, Salliqueló, Chascomús, Oggi, la scoperta di questo enorme patrimonio ne ha consentito, almeno per alcuni, il recupero dai danni di decenni d’abbandono. Ma molto vi è ancora da fare. Molti rimangono immobili, magnetici, silenziosi nelle cittadine della Pampa Argentina. Palazzi comunali, portali imponenti ed angeli della morte, oggi ammirati, e sopra i quali pesa, anche, una strumentale accusa di fascismo.

ingresso al Macello di Guaminí


Opere realizzate Anno

Partido

Località

Opera pubblica

1936

Balcarce

Balcarce

Portale del cimitero, Macello e Piazza. Corralon

Los Pinos

Delegazione municipale

San Agustín

Delegazione municipale

Balcarce

Scuola

Rauch

Palazzo Municipale e Piazza. Ampliamento Ospedale

Miranda

Delegazione Municipale

Cuartel VII

Delegazione Municipale

Laprida

Palazzo Municipale, Portale del cimitero, Piazza e Magazzino/corralón Municipale

Laprida

Macello

San Jorge

Delegazione Municipale

1938 1936

1936

Rauch

Laprida

1937

1937

Coronel Pringles

Coronel Pringles

Palazzo Municipale, Piazza Pringles, Rambla 25 de mayo, Macello, Padiglione ospedale.

1937

Guaminí

Guaminí

Palazzo Municipale, Piazza Alsina, Macello, Cristo all’ingresso cittadino

Bonifacio

Delegazione Municipale

Casbas

Delegazione Municipale

Garré

Delegazione Municipale

Alberti

Palazzo Municipale, Piazza Gen. Arias, Parco Municipale, Club Social,Cappella, Corralón

Coronel Mom

Delegazione Municipale

Tornquist

Palazzo Municipale, Piazza, Macello (preesistente), Crocifisso nel cimitero

Saldungaray

Delegazione Municipale, Piazza, Macello, Portale del cimitero, Mercato

Tres Picos

Delegazione Municipale

1937

1937

Alberti

Tornquist

1937

Adolfo Alsina

Carhué

Palazzo Municipale, Macello, Crocifisso

1937

Leandro Nicéforo Alem

Vedia

Palazzo Municipale, Piazza Rivadavia, Macello

Alem

Delegazione Municipale e Macello

Juan B.Alberdi

Delegazione Municipale e Macello

El Dorado

Delegazione Municipale

Pellegrini

Palazzo Municipale, Piazza San Martín, Macello

Tres Lomas

Delegazione Municipale, Macello e Cimitero

Salliqueló

Portale del cimitero e Macello

1937

Pellegrini

Opera Privata

Casa Privata


1937

Azul

Azul

Portale del cimitero, Macello, Piazza San Martin, Portale del parco e il Crocifisso all’ingresso della città

Cacharí

Delegazione Municipale e Macello

Chillar

Delegazione Municipale e Macello

1938

Adolfo Gonzáles Chávez

A. González Chávez

Palazzo Municipale, Macello, Mercado

1938

Pilar

Pilar

Portale del Cimitero

Escobar

Delegazione Municipale

Chascomús

Palazzo Municipale

1938

Chascomús

Non trovata documentazione

Casa privata


BALCARCE anno 1936 Macello, Cimitero, Officina riparazioni, Plaza Libertad Delegazioni municipali di San Agustin, Los Pinos, Ramos Otero, NapaleufĂş anno 1938 Escuela Normal

RenĂŠ Longoni g.c.



La sala della macellazione, a pianta ottogonale, coperta da un originale “ombrello” Plaza della Libertad (al centro la “torta” demolita nel 1945)


Ingresso del cimitero

Escuola Normal


Vetrata sulla scala principale della Escuela

Delegazione Municipale San Agustin


Delegazione Municipale Los Pinos


RAUCH anno 1936 Palazzo Municipale e piazza, ampliamento Ospedale Delegazioni municipali di Miranda e Cuartel VII


Ampliamento dell’ospedale


Delegazione municipale di Miranda

Delegazione municipale di Cuartel VII


LAPRIDA anno 1936 Palazzo Municipale, Piazza Pereyra, Cimitero, Macello, Magazzino Municipale, Delegazione municipale di San Jorge


Plaza Central Pedro Pereyra



Una croce di 33 m di altezza, con un Cristo Crocifisso alto 11, progetto Salamone scultore Santiago J. ChiĂŠrico


Macello foto 1938- Museo y Archivo Histรณrico Hugo H. Diez Macello oggi


Ex Magazzino Municipale Delegazione Municipale San Jorge


CORONEL PRINGLES anno 1937 Palazzo Municipale, Piazza Pringles, Rambla 25 de mayo,Macello, Padiglione ospedale, Cristo nel cimitero.


Plaza Juan Pascual Pringles


Avenida 25 de mayo

Padiglione dell’ospedale municipale

Cristo nel cimitero


Macello



GUAMINI’ anno 1937 Palazzo Municipale, Piazza Alsina, Macello Delegazioni municipali di Garré, Bonifacio, Casbas Cristo all’ingresso cittadino


Macello


Delegazione Municipale Garrè

Delegazione Municipale Bonifacio

Delegazione Municipale Casbas


Cristo all’ingresso della cittadina


ALBERTI anno 1937 Palazzo Municipale, Piazza generale Arias, Parco municipale, Club Social, Delegazione municipale Coronel Mom, Casa Privata, Cappella, Corralรณn

Plaza General Arias


Plaza General Arias


Ingresso al Parco Municipale Club Social – oggi Scuola


Delegazione Municipale Coronel Mom Casa d’abitazione privata in Sarmiento 112


Cappelle nel cimitero


TORNQUIST anno 1936 Piazza Tornquist e Palazzo Municipale, Macello (modifiche),Cristo nel cimitero. Delegazione Municipale Tres Picos Saldungaray: Delegazione Municipale e piazza Cimitero, Mercato, Macello


Cristo nel cimitero di Tornquist Macello di Tornquist (modifiche)

Delegazione Municipale Tres Picos


Delegazione municipale Saldungaray Ingresso del cimitero di Saldungaray - Il portale è una ruota di 20 m di diametro


Mercato di Saldungaray Macello di Saldungaray


ADOLFO ALSINA anno 1937 Carhué: Palazzo Municipale Macello Cristo sulla laguna di Epicuen Delegazione municipale di Rivera – non realizzata Delegazione municipale di San Miguel – non realizzata


Il macello di CarhuĂŠ posto lungo la strada per Epicuen fu inaugurato il 3 dicembre 1938 ed ha funzionato fino agli anni ‘80 del secolo scorso, arrivando ad impiegare fino a 40 addetti.


Il cristo, dal 1937 posto ai bordi della Laguna in Carhuè, fu donato dall’allora incaricato municipale Juan Marcalain e dalla sua sposa signora Argentina de la F. De Marcalain.


LEANDRO NICÉFORO ALEM anno 1937 Vedia: Palazzo Municipale, Piazza Rivadavia, Macello Alem: Delegazione Municipale, Macello Alberdi: Delegazione municipale e piazza, Macello El dorado: Delegazione Municipale


Vedia: Plaza San MartĂ­n e il Macello


Alem: delegazione municipale e macello


Alberdi: delegazione municipale e macello


El Dorado: delegazione municipale e piazza


PELLEGRINI anno 1937 Pellegrini: Palazzo Municipale, Piazza San MartĂ­n, Macello Tres Lomas: Delegazione Municipale, Macello, Cimitero SalliquelĂł: Macello, Cimitero


Piazza San MartĂ­n Macello


Tres Lomas: Delegazione Municipale , Macello


Tres Lomas: ingresso al cimitero, Plaza Alem

Salliquelรณ: Macello


Salliquelรณ: Ingresso al cimitero


AZUL anno 1937 Azul: Cimitero, Macello, Piazza San MartĂ­n, Parco Municipale CacharĂ­: Delegazione Municipale, Macello Chillar: Delegazione Municipale, Macello Anno 1938: Abitazione privata Il Cristo sulla ruta 3

L’ingresso del cimitero di Azul (21 metri di altezza)


L’angelo (alto 5,5 metri)


Il macello


La piazza San MartĂ­n


Il portale d’ingresso al Parco Municipale


Abitazione privata (Belgrano y Colon)


CacharĂ­ : Delegazione Municipale e Macello


Chillar: delegazione Municipale e Macello


Il Cristo sulla ruta 3


ADOLFO GONZALES CHAVEZ anno 1938 Palazzo Municipale, Mercato, Macello

Palazzo Municipale



Mercato Macello


PILAR anno 1938 Ingresso al Cimitero, Delegazione Municipale di Escobar

Ingresso al cimitero (distrutto) Nuovo ingresso, di Salamone rimane solo il Cristo


Delegazione Municipale di Escobar Realizzato solo il primo livello


CHASCOMĂšS anno 1938 Palazzo Municipale

Palazzo Municipale, ultima opera di Salomone del periodo della pampa completamente diversa dalle precedenti, in stile neocoloniale. Salomone ebbe l’incarico a seguito di un concorso aperto il 11 novembre del 1939, vinto tra quattro partecipanti.


Studi e progetti progetti non realizzati Anno Partido

Località

Opera pubblica

1936

Ramos Otero

Delegazione municipale

Napaleufú

Delegazione municipale

Rivera

Delegazione municipale

San Miguel

Delegazione municipale

1937

Balcarce

Adolfo Alsina

1937

Azul

Azul

Progetto preliminare Palazzo Municipale

1938

Las Conchas

Tigre

Cimitero, Mercato, Piazza San Martín, Piazza Rivadavia, Boulevares e Piazzetta

1938

Loberia

Loberia

Palazzo Municipale, Macello, Cimitero, Piazza Mitre, Ramblas, ospedale

Quequén

Delegazione municipale, Macello

Chascomús

Parco Municipale, progetto preliminare del Cimitero

Lezama

Progetto preliminare della Delegazione Municipale e del Cimitero

1938

Chascomús

1938

Tres Arroyos

Tres Arroyos

Macello

1938

Caseros

Caseros

Progetto preliminare del Palazzo Municipale, del Macello e dell’ospedale

Salazar

Progetto preliminare della Delegazione Municipale

1938

San Miguel

G. Sarmiento

Progetto preliminare del Cimitero e del Macello

1938

Patagones

Patagones

Progetto preliminare del Palazzo Municipale e del Parco


Azul Anteprogetto Palazzo Municipale

Tigre – Las conchas Cimitero


Tigre – Las conchas Mercato

Loberia Palazzo Municipale


Lavori prima della Pampa Anno Lavoro

Tipologia

Indirizzo Cimitero Chacarita Avda. Argentina 640 Dean Funes 168/174

1917

Progetto di concorso

Panteón Polizia

1921

Progetto

Casa Signorile

1921

Progetto

Appartamenti

1921

Progetto

Petit Hotel

Alvear 160

1921

Progetto

Negozio

25 de Mayo y Alvear

1922

Progetto preliminare

Hotel Victoria

1922

Progetto preliminare

Petit Hotel Garzón

1922

Progetto preliminare

Panteón Maestro

1922

Progetto di concorso

Universidad Nacional Córdoba

1925

Progetto di concorso

Mercado

1925

Progetto di concorso

Carátula Revista

1925

Progetto e Direzione Lavori

Barrio El Dominador

1925

Progetto e Direzione Lavori

Barrio El Rincón

1928

Progetto e Direzione Lavori

Cinematógrafo

1933

Progetto

Municipalidad

Valle Hermoso Valle Hermoso Valle Hermoso Villa María

Plaza Centenario

Villa María

Villa María Córdoba

Macello

Villa María

Villa María Córdoba

Villa María

Villa María Córdoba

1934 1934

Progetto e Direzione Lavori Progetto e Direzione Lavori

Buenos Aires Córdoba Córdoba Córdoba Córdoba Córdoba Córdoba Córdoba

Cimitero Córdoba

Córdoba Seccional Sur Córdoba Sociedad C Arquitectos

De La Castellana 315

De La Torre y Catamarca

Córdoba C. Federal

C. Federal

Córdoba

Punilla

Córdoba

Punilla

Córdoba

Punilla

Córdoba

Villa María Córdoba

1934

Progetto preliminare

Asistencia Pública

1935

Progetto e Direzione Lavori

Casa de España

Villa María

Villa María Córdoba

1935 1935

Progetto preliminare Progetto preliminare

Plaza Indep. Plaza San Martín

Villa María Villa María

1935

Progetto e Direzione Lavori

Municipalidad

Las Varillas

Villa María Villa María Las Varillas C. Federal Corrientes

1936? Progetto preliminare 1936? Progetto preliminare

Palacio 14 Pcias. Hotel

Avda. 9 de Julio Punta Vidal

C. Federal Corrientes

Córdoba Córdoba Córdoba C. Federal Corrientes


Villa MarĂ­a - CĂłrdoba Progetto Palazzo Municipale


Villa MarĂ­a - CĂłrdoba Plaza Centenario


Villa MarĂ­a - CĂłrdoba Macello


Villa María - Córdoba Asistencia Pública Casa de España


Las Varillas Palazzo Municipale


Lavori dopo quelli della Pampa Anno Lavoro 1950 1950 1951 1954

Progetto e Direzione Lavori Progetto e Direzione Lavori Progetto e Direzione Lavori Progetto e Direzione Lavori

Tipologia

Indirizzo

Appartamenti

Ayacucho y Alvear

Buenos Aires

Appartamenti

Zufriategui 637

V. Lรณpez

Buenos Aires

Colegio M. Ham

Gaspar Campos 517

V. Lรณpez

Buenos Aires

Villetta unifamigliare

Calle Buenos Aires 2700 Mar del Plata

Buenos Aires Edificio in angolo tra Av. Alvear e Ayacucho

Mar del Plata


Buenos Aires Edificio in Zufriategui 637 all’incrocio della General Paz con la Avenida Libertador sede della azienda di famiglia S.A.F.R.R.A


Buenos Aires Michael Ham College (Ampliamento)

Grazie a Lucia Monsegur Direttrice Michael Ham Memorial College Buenos Aires


Fonti Béjar María Dolores “El gobierno de Manuel Fresco. Entre la justicia social y el fraude patriótico” Cuadernos del CISH 2-3 (1997) Benedetti Sebastián 2010. il loco de las torres 20 abril 2010 in https://cronicasperiodisticas.wordpress.com/2 010/04/20/el-loco-de-las-torres/ PERIODISMO NARRATIVO EN LATINOAMÉRICA - Recopilación de crónicas periodísticas con chispa Cruz, M. J. 2013. Paisajes de la modernidad en la Provincia de Buenos Aires: la obra del arquitecto Francisco Salamone (1936-1940). Revista de Arqueología Histórica Argentina y Latinoamericana 7:67-87. Buenos Aires. Del Valle, L. A. (2012). Francisco Salamone: la modernidad como construcción de un paisaje. Anales del IAA, 42 (2), 191-202. Consultado el (30/04/2016) en http://www.iaa.fadu.uba.ar/ojs/index.php/anal es/article/view/88/76 Forn Juan El misterrio de la piedra líquida Pagina 12 – Radar domenica 2/06/2002 Fuentes Oscar 2011. Acerca de Francisco Salamone. Revista 1:100 número 31,Buenos Aires marzo 2011, pp 68-71. Longoni, R., Molteni, J. (2004). Francisco Salamone: Sus obras municipales y la identidad bonaerense. La Plata, Argentina: Instituto Cultural Gobierno de la Provincia de Buenos Aires. Longoni, R., Quinteros, G., Molteni, J., Álvarez, K. y Bevilacqua, M. (1998 -1999). La Modernidad en la pampa bonaerense: Los edificios para mataderos municipales de Francisco Salamone. Anales del IAA Nº 3334.

Longoni, R. 2001. El exilio de “Metropolis”. Francisco Salamone (1897-1959), el constructor del decó protoperonista, entre la historia y la ficción. Ramona, revista de artes visuales Longoni, R. y L.P. Traversa 2001. Modernity in the Pampa; Francisco Salamone’s 1930s Slaugterhouses. Docomomo Journal, 24: 38-41. López, A., lloro, F. H., Russo, H. 2007. Reproducción De Mobiliario Urbano Estilo Art' Deco Ciencia y Tecnología del Hormigón N° 14 Oles James 2009.In Pursuit of Salamone Cabinet Magazine issue 34 Testing Summer Ortelli Adrian Salamone: obra infame? Lavoro finale - Architetto – UBA Tórtola Andrés 2015.Lungometraggio Salomone Superstar Traversa Luis Pascual . Di Maio Ángel Antonio , Rosato Vilma , Iloro Fabián 2008. Arquitectura moderna en la pampa argentina: diagnóstico y restauración de portales de cementerio construidos en la década de 1930 APUNTES vol. 21, núm. 2 (2008): 194-205 Traversa Luis 2012. La obra del sobresaliente Salamone Hormigonar Revista De La Asociación Argentina Del Hormigón Elaborado año 8 l N.27 l Agosto 2012 Novacovske, Alejandro, Paris Benito Felicidad, Roma Silvia. 2004. Francisco Salamone en la Provincia de Buenos Aires "Gestión Patrimonial de su Obra", Ed. Compañía Gráfica S.A., Mar del Plata, 2009.El Gran Buenos Aires Radar – Dom. 16.08.2009 Página|12 http://francisco-salamone.blogspot.it/


Grazie a Prof. Arq. Renè Longoni FAU Univ.Nacional de La Plata - Argentina Prof. Arq. Adriana Ma. Collado Profesora - Investigadora Directora del Doctorado en Arquitectura Facultad de Arquitectura, Diseùo y Urbanismo Universidad Nacional del Litoral Ciudad Universitaria - 3000 Santa Fe - Argentina

Versione del 10 giugno 2016

France/isco Salamone by Fausto Giovannardi is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License. License

Foto copertina: Laprida controcopertina: Coronel Pringles



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