Speciale/Uruguay
Un Paese all’italiana
Oggi Sudamerica
Politica - Economia Cultura - Sport
Anno 1 - Nº 2 Dicembre 2009 R$ 10,00
Italiani nel mondo “Necesse est” Un salto di qualità Italianos no Mundo É necessário um salto de qualidade
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Sommario
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Da un po’ di tempo un’aria differente a San Paolo
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Un nuovo slancio, alla grande, beninteso!
Senza rete di Riccardetto
Italiani nel Mondo
Conferenza Stato – Regioni – Province Autonome – CGIE
Un salto di qualità
di Alberto Fusco
Ultimora
Commenti e reazioni a catena per l’aggressione a Berlusconi
Dal mondo solidarietà senza frontiere
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di Mario Petrilli
Tutto AISE In pillole
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Periscopio
L’oro nero: ricchezza e potere
di Sebastião Barbosa de Almeida
L’intervista
A colloquio con il Manager Emanuele Bernini
Il regista dell’ ”Operazione Zegna”
di Fabiana Catena
Cucina
Il piatto del mese
I bucatini “alle cozze”
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di Bruno Stippe
Arte
La mostra fotografica di José Carlos Bellantuono
L’ambasciatore pugliese con l’obiettivo
di Luigi Girardi
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Un umbro speciale
Gli alunni d’italiano per Socrate Mattoli
Nostalgia sì, tristezza no!
di Franco Alberti
Personaggi
Da oltre 40 anni sulla breccia José Carlos Beile
Lo scultore dei capelli
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Dimmi come ti chiami e ti dirò da dove vieni
di Edoardo Coen
Speciale
di Anna Ignazio
La galleria dei ricordi
L’opera di un grande calabrese Cosmo Maradei
Dal Paradiso Mediterraneo con passione
di Marcos Lucio De Moura e Souza Jr.
Caffé Concerto
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Una serata con tanti applausi
La voce d’angelo
L’origine del cognome
di Gianna Montalto
Uruguay, un Paese all’italiana
di Stefano Casini
Tribuna sportiva
Sorelle d’Italia, che donne!
di Guido Urizio
L’Agenzia quotidiana degli Italiani nel Mondo
AISE
Agenzia Internazionale Stampa Estera Direttore responsabile: Giuseppe Della Noce Via delle Muratte, 87 - 00187 Roma Telef. - 6791530 Fax - 6795036 E.mail aise@uni.net
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Oggi Sudamerica
Politica - Economia Cultura - Sport
Anno 1 - Nº 0 Novembre 2009 R$ 10,00
PUBLISHER Mario Luiz Petrilli DIRETTORI RESPONSABILI: Marcello D’Angelo (Italia) Alberto Fusco (Brasile) INVIATI SPECIALI: Fabiana Catena, Veronica Goyzueta Franco Nicotra, Paolo Manzo CRONACHE: Franco Alberti, Luigi Girardi, Gianna Montalto RUBRICHE: Sebastião Barbosa De Almeida, Edoardo Coen, Riccardetto, Guido Urizio, Enrico Vezzani, Dimitrj Zen SEGRETERIA DI REDAZIONE: Angela Perego IMPAGINAZIONE: Flavio Della Torre
Una voce per 50 milioni di testimoni UNA RIVISTA UNICA AL MONDO Tiratura: 100.000 copie Trilingue: Iltaliano, Portughese e Spagnolo Distribuzione: Brasil, Argentina, Venezuela, Uruguay, Cile, Perù, Colombia, Equador e Italia
A REVISTA É UNICA NO MUNDO Circulação: 100.000 exemplares Trilingue: Iltaliano, Português e Espanhol Distribuição: Brasil, Argentina, Venezuela, Uruguai, Chile, Peru, Colombia, Equador e Itália
UNA REVISTA ES ÚNICA EN EL MUNDO Tirada: 100.000 ejemplares Trilingüe: Iltaliano, Português y Español Distribución: Brasile, Argentina, Venezuela, Uruguay, Chile, Peru, Colombia, Equador e Italia
Un ponte - andata e ritorno - dalle vie dell’America Latina dove vivono 50 milioni di oriundi fino alla terra d’origine, molto più vicina adesso con “Sudamerica Oggi”.
Uma ponte - de ida e volta - a partir das ruas da América Latina, onde 50 milhões de “oriundi” vivem, até a pátria de origem, muito mais agora com a “Sudamerica Oggi”.
Un puente - ida y vuelta - de las calles de América Latina, donde viven 50 miliones ded “oriundi” hasta la tierra de origen ahóra mucho mas cerca con “Sudamerica Oggi”.
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FOTOGRAFIE: Camilo Arruda Câmara Ramos, Ennio Barillari, Cidinha Crisi, José Carlos Bellantono TRADUZIONI: Raffaele Papa e Alessandro Riga PUBBLICITÀ: Rafael Chimenti Petrilli, Ana Helena Salles REDAZIONE DI SAN PAOLO: Av. Ipiranga, 344 – 1º andar – Edifício Itália São Paulo – SP – Cep. 01046-000 Tel. 5511 3021-6378 - 5511 3814-1273 E-mail: sudamericaoggi@sudamericaoggi.com.br CAPO REDAZIONE DI RIO DE JANEIRO: Alfredo Apicella Av. Pres. Antonio Carlos, 40 – 3º andar Rio de Janeiro – RJ – Cep. 20020-010 e-mail: alfredoapicella@hotmail.com CORRISPONDENTI BRASILE: Curitiba: Angelo Cocchi Belo Horizonte: Giancarlo Palmesi Porto Alegre: Franco Martini REDAZIONE DI ROMA: Michele Cipolloni, Angela Cabrini Tommasi Ferri, Gianni Veronesi Via delle Muratte, 87 – 00187 Tel. 6791530 – fax 6795036 e-mail: aise@uni.net CORRISPONDENTI SUDAMERICA: Buenos Aires: Dante Ruscica Caracas: Gianni Anselmi Montevideo: Stefano Casini Santiago: Sonia Fusco Bogotà: Nino Longobardi Lima: Claudia Castañera Guayaquil: Gino Barbieri SOCIETÀ EDITRICE: Mario Luiz Petrilli-ME TIPOGRAFIA: Copy Press
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Nº 0 2009
Senza Rete
Riccardetto
Da qualche tempo a San Paolo si respira un’aria nuova, differente, diversa
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Per un nuovo slancio: alla grande, beninteso!
a un po’ di tempo, a questa parte, a San Paolo, la città italiana più popolosa del mondo, c’è in giro un’aria diversa. Spira un vento differente, carico di rinnovati entusiasmi, di risvegli a bande tricolori, insomma, c’è ancora molta gente, tanta, che si sente italiana o itala-brasiliana a tutti gli effetti. Finalmente, era ora, si è capito che a nulla valgono le tignose avversioni medioevali, le gelosie, le invidie, i dispetti di piccolo cabotaggio, le divisioni, i contrasti. Si è capita la necessità di fare squadra, di passare la palla, invece di dilaniarsi l’uno contro l’altro, in sterili, quanto puerili polemiche, il più delle volte in squallide risse di montenalliana memoria. Certo non sono sparite del tutto “le cicale”, ma – è pubblico e notorio – che le Cassandre di turno sono sempre esistite fin dai tempi dell’Omerica Troia e continueranno ad esistere. Per fortuna, si tratta di uno sparuto gruppo che si può contare sulle dita di una mano. Comunque, non c’è dubbio che come sempre, l’eccezione conferma la regola. Ma tant’è: il clima rinnovatore è incentrato dall’arrivo recente di linfa nuova, di giovani manager,
ricercatori, professionisti di ogni genere che si aggiungono a quella schiera che da sempre si è rimboccata e continua a rimboccarsi le maniche. È inutile cercare di fare nomi: si correrebbe il rischio di compilare una vera e propria guida telefonica. Inoltre, chiudiamo l’anno in corso con due avvenimenti, a ottobre e a novembre, che hanno dato due notevoli scosse all’immagine dell’Italia in Brasile, in particolare, e in America Latina, in generale. Il primo condotto dal nuovo Ambasciatore Gherardo La Francesca con la riunione in Ambasciata, con le “48 ore” per il “Sistema Italia” in tutto il Paese del samba. Il secondo per la maggiore missione economica di tutti i tempi: l’avvento della Confindustria guidata per la prima volta da un Presidente in gonnella, Emma Marcegaglia. E nell’ultimo mese dell’anno, “dulcis in fundo”, la Terza Conferenza Stato-Regioni-Provincie AutonomeCGIE, a Roma. Sono state lanciate nella città eterna le prossime sfide per il futuro, per gli Italiani nel Mondo. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per un rilancio, alla grande, beninteso!
Buone Feste!
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az algum tempo que, em São Paulo, a cidade mais populosa do mundo, há um ar diferente ao redor, um vento sopra diferente, carregado com renovado entusiasmo, despertando o tricolor, em suma, ainda há um grande número de pessoas, que, em todos os aspectos se sente italiano ou ítalo-brasileiro. Até que enfim, era hora, entendeu-se que são inúteis os ódios, ciúmes, inveja, as divisões, as diferenças... Entende-se a necessidade de trabalhar em equipe, passando a bola, em vez de arrancar uns contra os outros em estéril, pueris polêmicas, em rixas de montenalliana memória. Certamente que não são desaparecidas completamente as “cigarras”, mas - é público e notório - as “Cassandras” têm estado sempre de plantão desde o tempo de Tróia e continuam a existir. Felizmente, este é um pequeno grupo, que você pode contar nos dedos de uma mão. No entanto, não há dúvida de que, como sempre, a exceção confirma a regra. Mas, de qualquer maneira, o clima de renovação se concentra na recente chegada de sangue novo, jovens gestores, pesquisadores, profissionais
Boas Festas!
de todos os tipos, além da tropa que sempre arregaçou e continua a arregaçar as mangas. É inútil tentar fazer uma lista de nomes: correríamos o risco de elaborar uma lista telefônica. Além disso, é bom destacar que fechamos o ano com dois eventos , em outubro e novembro, que deram um choque importante para a imagem da Itália no Brasil, em particular, e na América Latina, em geral. A primeira liderada pelo novo embaixador Gherardo La Francesca, com a reunião na sede da Embaixada, com as “48 horas” para o “Sistema Itália” em toda a terra do samba. A segunda para a maior missão econômica de todos os tempos: a vinda da Confederação das Indústrias, com a presença, pela primeira vez, de um presidente mulher, Emma Marcegaglia. E no último mês do ano, “dulcis in fundo” a Terceira Conferência de Estado – Províncias - Regiões Autônomas - CGIE em Roma. Foram lançadas, na cidade eterna, os próximos desafios para o futuro, para os Italianos no Mundo. Em suma, existem todos os ingredientes para, é claro, uma grande e importante retomada de trabalho!
Felizes Fiestas!
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Italiani nel Mondo
di Alberto Fusco
La “4 giorni “ della Conferenza Stato – Regioni- Province Autonome – C.G.I.E.
Un salto d Roma/Aise – Quattro giorni a ritmo serrato, con interventi a raffica, nel cor so dei quali si è messa a punto la nuo va strategia per gli Italiani nel Mondo che si può subito semplificare in una sola battuta: “È necessario un salto di qualità”. È questo in sintesi il concetto che è emerso nella terza conferenza “Stato – Regioni- Province Autonome – C.G.I.E.”, che si è tenuta a Roma dal 30 novembre al 4 dicembre. “Appello, questo, che faccio mio e che non solo mi impegno personalmente a portare al ministro delle -fi nanze, ma sosterrò insieme al Ministro Frattini il quale già prima di ricevere questo documento, nelle settimane scorse si è fatto promotore ed ha chie sto più volte il mio sostegno“. Questa la risposta che il Sottosegretario di Sta to alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha rivolto oggi pomeriggio, alla ripresa dei lavori della III Conferenza permanente Stato-Regioni-Provincie autonome-Cgie, al Segretario Genera le del Cgie, Elio Carozza, in merito alla richiesta di ristabilire gli stessi fondi del 2009 destinati agli italiani all’estero nella prossima legge finanziaria. Letta, dopo aver portato il saluto del Presidente del Consiglio, assente perché “impegnato in una delicata missione in Bielorussia”, ha sottolinea to l’importanza del Cgie che, insieme
a Regioni come il Molise, rappresenta to alla Conferenza di oggi dal Michele Iorio, presidente della Regione e Vice Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, “sanno bene quali sono i problemi degli italiani all’estero e come vanno affrontati”. “Voi siete l’eredità di 20 mi lioni di Italiani che emigrarono dopo l’unità fino alla scoppio della prima guerra mondiale”, ha proseguito, “e di altri dieci che anche dopo scelsero vo lontariamente, ma più spesso per ne cessità, di costruire un futuro per sé e i propri figli fuori dalle nostre frontiere”. Il Sottosegretario di Stato ha poi -ri cordato : “parliamo di milioni di perso ne presenti oggi, caso unico al mondo, in tutti i continenti ed integrate nella quasi totalità dei Paesi di voto o di nascita. Persone che conservano un sentimento di unità e di appartenen za che possono apportare molto sia di creativo che di costruttivo”. Per Gianni Letta “questa Conferen za simboleggia le ineludibili istanze di collegamento con le nostre comunità oltre i confini” e riprendendo i temi dibattuti durante la mattinata, tra cui la questione della promozione del Si stema Paese e, in particolare l’attività di divulgazione della lingua e della cultura italiana nel mondo, ha asserito che “alla cultura è affidato il compito
di mantenere alta l’immagine dell’Ita lia e degli italiani. La nostra cultura deve essere garanzia di solidità ed azione propulsiva per un futuro che non può che vedere il nostro Paese sempre protagonista nell’interazione con le altre culture”. “Occorre quindi costruire politiche complessive” per promuovere al meglio il Sistema Pae se e per “affrontare le molteplici sfide della realtà internazionale ottimizzan do le risorse per evitare dispersioni”. Insomma, ha evidenziato per il Sotto segretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, si rendono necessarie “poli tiche che consentano di attuare vere e proprie strategie di influenza” e in gra do di “alimentare un dialogo che favo risca la diffusione della lingua. Politiche che non siano solo strumenti di pene trazione commerciale ma anche una politica nazionale globalmente intesa”. Ma “molteplici sono gli attori dentro e fuori le frontiere, attori istituzionali come Stato, Regioni, Provincie Auto nome, Cgie, Camere di Commercio, una somma di realtà di valori positivi, di creatività e immaginazione. L’inter nazionalizzazione del Sistema Paese non è una formula”, ha spiegato Letta, “ma è una necessità con la quale quo tidianamente confrontarsi per scelte programmatiche globali”. In tale dire zione “i nostri connazionali all’estero
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di qualità possono arrecare un grosso contri buto d’intelligenza, di conoscenza, di prestigio e di valore assoluto”. Avviandosi alla conclusione, il Sot tosegretario ha affermato come “l’Ita lia di oggi deve essere sensibile alle necessità e contemporaneamente at tenta alle aspirazioni di quanti rappre sentano il nuovo fenomeno dell’emi grazione”, fenomeno che secondo Gianni Letta, “oggi va reinterpretato e valorizzato”. “Tutti insieme potremo -di venire artefici di un futuro migliore”, ha concluso, “beneficiando del prezioso contributo di tutti, sommando impe gno e conoscenza, aspirazioni allo svi luppo e alla dignità della condizione umana”. A fare eco alle parole del Sottose gretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, il Ministro degli Esteri, Fran co Frattini secondo il quale l’impor tanza dei fondi destinati agli italiani all’estero “non è solo un problema di fondi più o meno limitati ma è una questione di messaggio che le comunità italiane nel mondo si attendono dal Governo e che cercheremo di non deludere”.
Il Sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica
Roma / Aise - Quatro dias em ritmo acelerado, com intervenções uma atrás da outra, durante as quais se desenvolveu uma nova estratégia para os Italianos no Mundo e isso se pode rapidamente simplificar em uma única frase: “Precisamos de um salto qualitativo” . Este é um resumo do conceito que surgiu na terceira conferência sobre “o Estado - Região - Províncias Autônomas - CGIE”, encontro esse que foi realizado em Roma, a partir do dia 30 de novembro até o dia 04 de dezembro. “Faço meu esse chamado e eu me comprometo pessoalmente para leválo ao Ministro das Finanças, e junto com o ministro Frattini, que mesmo antes de receber este documento, nas últimas semanas tem já promovido várias vezes vossa solicitação e pediu variadas vezes o meu apoio.” Esta é a resposta que o secretário de Estado da Presidência do Conselho, Gianni Letta, dirigiu na retomada dos trabalhos da Terceira Conferência Permanente Estado-Regiões – Províncias Autônomas - CGIE , ao secretário-geral do CGIE Elio Carozza, pedido esse para orçar os mesmos fundos do 2009 na programação para os italianos no exterior, na próxima lei financeira. Letta, depois de ter trazido os cumprimentos do Primeiro-Ministro,
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Italiani nel Mondo
que estava ausente porque “engajado em uma missão delicada na Bielo-Rússia”, ressaltou a importância do CGIE que, junto às regiões como o Molise representado na conferência de hoje, por Michele Iorio, Presidente da Região e Vice Presidente da Conferência das Regiões e Províncias Autónomas, “eles sabem muito bem quais são os problemas dos italianos no exterior e como eles devem ser abordados”. “Vocês são a herança de 20 milhões de italianos que emigraram depois da unidade do País até a deflagração da 1ª Guerra Mundial”, continuou ele, “e de mais dez milhões que, mesmo depois, escolheram voluntariamente, mais frequentemente por necessidade, construir um futuro para si e para seus filhos fora das nossas fronteiras.” Em seguida, o subsecretário lembrou: “Estamos falando de milhões de pessoas que, hoje, caso único no mundo, estão em todos os continentes e integrados em quase todos os países, de voto ou de nascimento. São pessoas que mantêm um senso de unidade e que podem nos trazer muita criatividade”. Para Gianni Letta “Esta conferência simboliza as exigências inescapáveis de conexão com a nossa comunidade para além das fronteiras” e voltando para os temas discutidos durante a ma-
nhã, incluindo a questão da promoção do sistema do país e, em particular, a difusão da língua e cultura italiana no mundo, afirmou que “à cultura é confiada a tarefa de manter alta a imagem da Itália e dos italianos. Nossa cultura passou a ser a garantia da estabilidade e da ação de propulsão para um futuro que só pode ver o nosso País sempre protagonista interagindo com outras culturas.” “Nós devemos então construir as políticas globais” para melhor promover o sistema de país e para “enfrentar os múltiplos desafios da realidade internacional, otimizando os recursos para evitar fugas”. Em suma, o Subsecretário de Estado da Presidência do Conselho destaca a necessidade de “políticas que permitam a implementação de estratégias de influência real” e de ter condições de “alimentar um diálogo que incentiva a difusão da língua. Políticas que não sejam os únicos instrumentos de penetração comercial, mas também uma política nacional globalizada”. Mas, “muitos são os atores dentro e fora das suas fronteiras, os atores institucionais como o Estado, as Regiões, as Províncias Autônomas, o CGIE, as Câmaras de Comércio, uma soma verdadeira de valores positivos, de criatividade e imaginação. A internacionalização do Sistema País não é uma fór-
mula”, disse Letta, “mas a necessidade com a qual cotidianamente se confrontam opções de política global”. Neste sentido, “os nossos compatriotas no estrangeiro podem trazer uma grande contribuição da inteligência, conhecimento, prestígio e valor absoluto. Alcançando a sua conclusão, o Subsecretário afirmou que “a Itália de hoje deve ser sensível às necessidades e, simultaneamente, atenta às aspirações daqueles que representam o novo fenômeno da migração, um fenômeno que, de acordo com Gianni Letta,” hoje deve ser reinterpretado e explorado.” “Todos juntos podemos tornarnos arquitetos de um futuro melhor”, concluiu ele, “beneficiando da valiosa contribuição de todos, acrescentando compromisso e conhecimento, aspirações ao desenvolvimento e à dignidade da condição humana”. Continuando o pensamento do Subsecretário do Estado na Presidência do Conselho, o Ministro dos Negócios Estrangeiros, Franco Frattini, afirma que a importância do financiamento atribuído aos italianos no exterior “não é apenas uma questão de mais ou menos recursos limitados, mas é um problema de mensagem que as comunidades italianas em todo o mundo esperam do Governo. Não vamos decepcionar”.
Una panoramica attuale della “Citta Eterna” e sotto l’immagine classica del centurione della “Roma Imperiale”
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na” ne
Una nuova entità “Oggi”, ha continuato il titolare della Farnesina, “il profilo degli italiani all’estero è profondamente cambiato sotto molti aspetti. Dobbiamo guardare ad una nuova identità dell’emigrazione italiana, ricercatori, professionisti, operatori economici, studenti che rappresentano una risorsa preziosa per il nostro Paese”. Come Governo “guardiamo a queste realtà come ad una risorsa, ad un valore aggiunto all’identità del Paese portando un messaggio positivo”. “Anche voi italiani all’estero”, ha dichiarato Frattini,“siete consapevoli che l’Italia sta cambiando” ed “è cresciuta la consapevolezza che bisogna guardare ad un’Italia nuova e moderna pronta a cogliere le opportunità e le sfide sulla scena internazionale”. Il Ministro ha così rammentato che l’Italia è diventata “parte di una sfida globale che ci chiama a nuove responsabilità e siamo stati chiamati a contribuire alla pacificazione ed alla stabilizzazione di grandi aree di crisi del mondo dove siamo presenti con la nostra immagine, la nostra cooperazione, per produrre sicurezza e non più solo consumare sicurezza. Un ruolo nuovo che ha oltrepassato quell’agenda regionale domestica che esisteva fino alla caduta
del muro di Berlino”.“Questa immagine di una politica internazionale del presente e del futuro”, ha aggiunto, “sono due aspetti di un’Italia che cresce e di un’Italia che cambia. Oggi tutti gli aspetti di questa medaglia sono gli aspetti che caratterizzano l’identità italiana”. Il tema dell’identità, ha sottolineato Frattini è un tema chiave anche nel dibattito europeo, “tocca i diritti fondamentali di tutti, dei gruppi e dei singoli. La presenza qui oggi delle varie rappresentanze istituzionali ci dice come sul tema dell’identità non ci si possa dividere, si deve essere davvero uniti nell’affermare valori e principi”. Ed è di fondamentale importanza proprio in un momento come questo in cui “l’Italia è diventato Paese d’immigrazione ed è chiamata a riflettere su di un’emigrazione che significa rispetto delle leggi, legalità, ma anche accoglienza e integrazione senza negare e perdere la propria identità”. Per il titolare della Farnesina dunque “i principi della solidarietà ed accoglienza non possono mettere in discussione la nostra storia e la nostra cultura” e quindi “quanto più saremo forti nel difendere e preservare le no-
stre radici tanto più saremo in condizione di integrare le identità degli altri”. La cittadinanza, infine, è solo “la conclusione di un percorso fatto di dialogo ma anche di rispetto delle regole e della cultura del nostro Paese”. Al fine di valorizzare questa identità italiana oltre confine per Frattini è necessario che “il Sistema Italia faccia sistema, per raccogliere le opportunità che le comunità all’estero rappresentano. Opportunità frutto del capitale umano e dell’impegno ma anche di un’azione politica e strategica di saper dialogare con ogni Paese del mondo”. A dimostrazione di come il Governo centrale e società civile possano migliorare il Sistema Paese, il Ministro degli Esteri ha citato “l’accordo strategico recentemente siglato tra il ministero degli Esteri e la Conferenza delle Regioni” . Tra le iniziative della Farnesina a favore dei connazionali all’estero Frattini ha poi indicato le priorità del suo dicastero come l’innovativo “consolato digitale che attraverso una piattaforma digitale permetterà ai cittadini di usufruire di informazioni utili, di sbrigare le procedure più complesse, il passaporto, l’iscrizione all’Aire”, nato
dalla necessità di “migliorare i servizi offerti alle comunità italiane nel mondo” e “dal progetto di dare maggiore slancio alla rete degli uffici all’estero”. Seconda priorità, quella di “migliorare la sinergia tra Stato e Regioni” partendo dal presupposto che “la differenziazione territoriale è un valore aggiunto. La nostra intesa”, ha spiegato il Ministro Frattini, “sta migliorando ed abbiamo dimostrato che se si lavora insieme si moltiplicano in senso qualitativo gli effetti dei risultati che raggiungiamo” Altro punto su cui verte il lavoro per gli italiani all’estero del dicastero è quello di “rafforzare e costruire una rete di diplomazia economica, già auspicato anni fa dal Presidente del Consiglio, in modo da tutelare gli interessi nazionali, delle nostre aziende e dei nostri territori”. Infine, Il Ministro degli Esteri ha ribadito la necessità di “definire una strategia globale per promuovere la diffusione della lingua italiana, biglietto da visita della nostra identità che molti cominciano a studiare ed imparare nel resto del mondo”.Per questo, ha concluso,“occorre un approccio sistematico e sapere dove e come la lingua italiana può essere polo per attività culturali”
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Italiani nel Mondo
Uma nova identidade “Hoje”, continuou o ministro da Farnesina, “o perfil dos italianos no exterior mudou em muitos aspectos. Temos que olhar para uma nova identidade da emigração italiana, pesquisadores, profissionais, empresários, estudantes, que representam um recurso valioso para nosso país”. Como governo “olhamos para estas realidades como um recurso para agregar valores à identidade do País levando uma mensagem positiva.” “Mesmo vocês italianos no exterior”, disse Frattini, “estão cientes de que a Itália está mudando” e tem havido uma crescente consciência de que devemos olhar para uma Itália nova e moderna pronta para aproveitar as oportunidades e desafios na cena internacional. “O ministro lembrou que a Itália tornou-se assim “parte de um desafio global que nos chama para novas
responsabilidades e nós fomos convidados a contribuir para a pacificação e estabilização de grandes áreas de crise no mundo, onde temos a nossa imagem, a nossa cooperação, para produzir segurança e não mais apenas para consumir. Um novo papel que excedeu aquela imagem regional que existia até a queda do Muro de Berlim. Esta imagem de uma política internacional presente e futura”, acrescentou ele, “são dois aspectos de uma Itália que cresce e de uma Itália que muda. Hoje, os dois lados desta moeda são os aspectos que caracterizam a identidade italiana.” O tema da identidade, disse Frattini também é um tema central no debate europeu. “Abrange os direitos fundamentais de todos, grupos e indivíduos. A presença aqui, hoje, das várias repre-
Il Ministro degli Esteri, Franco Frattini
sentações institucionais nos diz como o tema da identidade não pode ser dividido, devemos ser verdadeiramente unidos na afirmação dos valores e princípios”. Este é um momento crucial em que “a Itália se tornou um país de imigração e é chamado a refletir sobre a emigração, o que significa respeitar as leis, a legalidade, mas também ser um País que sabe acolher e se integrar, sem perder sua própria identidade.” Para o ministro, portanto, “os princípios da solidariedade e hospitalidade não podem pôr em questão a nossa história e a nossa cultura”, e em seguida, “quanto mais nós somos fortes na defesa e preservação de nossas raízes mais seremos capazes de integrar as identidades dos outros”. Cidadania, então, é apenas “a
celebração de um caminho composto de diálogo, mas também de respeito de regras e da cultura de nosso País”. A fim de reforçar esta identidade italiana além das fronteiras, para Frattini é necessário que “o Sistema Itália seja sistema, para aproveitar as oportunidades que as comunidades no estrangeiro representam. Oportunidades resultantes do capital humano e do compromisso, mas também de uma ação política e estratégica para poder dialogar com qualquer país do mundo “. Em uma demonstração de como o governo central e a sociedade civil podem melhorar o Sistema País, o ministro das Relações Exteriores citou “o acordo estratégico assinado recentemente entre o Ministério dos Negócios Estrangeiros e da Conferência de Regiões”. Entre as iniciativas
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Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
do Ministério da Farnesina para apoiar os cidadãos no exterior, Franco Frattini indicou as prioridades do seu ministério como o inovador “cônsul digital, que por meio de uma plataforma digital permitirá aos cidadãos beneficiar de informações úteis, para completar todos os procedimentos mais complexos, o passaporte, registro no Aire”, nascido da necessidade de “melhorar os serviços oferecidos à comunidade italiana no mundo e do projeto de dar maior impulso à rede de escritórios no exterior.” A segunda prioridade, é aquela para “melhorar a sinergia entre o Estado e as Regiões”, no pressuposto de que “a diferenciação territorial é um valor acrescentado. Nosso entendimento da quaetão está melhorando e temos mostrado que, se trabalharmos juntos estão se multiplicando em um sentido
La Fontana di Trevi, resa famosa da Federico Fellini e a lato, il “Colosseo” una delle 7 Meraviglie del Mondo Moderno
qualitativo os efeitos dos resultados que alcançamos”, disse o ministro Frattini. Outro ponto em questão é o trabalho do ministério para os italianos no exterior que deve “fortalecer e construir uma rede de diplomacia econômica, que o Primeiro Ministro já defendeu no ano passado, a fim de proteger os interesses nacionais das nossas empresas e dos nossos territórios.” Finalmente, o Ministro dos Negócios Estrangeiros, reiterou a necessidade de “desenvolver uma estratégia global para promover a difusão da língua italiana, cartão de visita da nossa identidade, que muitos estão começando a estudar e aprender no resto do mundo”. Para isso, concluiu ele, “precisamos de uma abordagem sistemática e saber onde e como o idioma italiano pode ser pólo de atividades culturais”.
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Italiani nel Mondo Il piano di razionalizzazione
Plano de Racionalização
Razionalizzazione delle rete diplomatico-consolare e riforma degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero. Sono questi i temi che hanno tenuto banco - ed il clima particolarmente caldo alla Farnesina- dove si è aperta l’assemblea plenaria del Cgie, presso la sala Conferenze Internazionali. Due temi particolarmente sentiti dalle comunità all’estero e che non hanno mancato di infiammare la platea riunita nella sede del ministero degli Affari esteri, specie dopo la relazione del sottosegretario Mantica, che, assente per impegni istituzionali, è stata affidata al direttore generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Carla Zuppetti. E la relazione è andata subito dritta al cuore della prima questione, la “razionalizzazione dei servizi consolari”, la cui “strategia”, che pure non va giù ai consiglieri del Cgie e lo dichiarerà apertamente più tardi il segretario generale, Elio Carozza, “si articola in quattro capisaldi: il declassamento e la chiusura di alcune sedi; la progressiva informatizzazione dei Consolati; l’introduzione delle procedure relative al passaporto biometrico, attualmente già installate ed operative a Lisbona, Bruxelles, Berlino e Berna, che entro il 30 giugno del prossimo anno saranno estese a tutta la rete; e la valutazione della qualità dei servizi erogati e dei loro costi”. In particolare Carla Zuppetti ha confermato “l’attenzione prioritaria alla valutazione del rapporto costi/benefici”in ogni singola sede per decretarne la chiusura o meno ed eventualmente “reinvestire” risorse e personale per “migliorare il livello qualitativo” di altre sedi, ma ha assicurato l’intenzione di “mantenere dei margini di flessibilità rispetto alle scelte definitive”, in particolare per “il calendario della razionalizzazione” e l’eventuale presenza di “sportelli consolari”. Quanto alla ormai avviata informatizzazione dei servizi consolari, la relazione ha ricordato gli esiti “positivi” della recente visita che il sottosegretario Man-
Racionalização da rede diplomática-consular e reforma dos organismos representativos dos italianos no exterior. Estas são questões mais importantes - e com um clima quente na Farnesina - , onde abriu a Assembléia Plenária do CGIE na sala das Conferências Internacionais. Dois temas particularmente fortes nas comunidades no estrangeiro e que não deixaram de inflamar a multidão reunida na sede do Ministério dos Negócios Estrangeiros, especialmente após o relatório do Secretário Mantica, que, ausente por compromissos institucionais, foi confiado ao diretor-geral Italianos no Exterior e Políticas de Migração, Carla Zuppetti. E o relatório foi direto para o coração da primeira questão, a “racionalização dos serviços consulares”, cuja “estratégia”, que também não é bem aceita pelos conselheiros do CGIE e isso secretário-geral Elio Carozza declarou em seguida abertamente, “ é composto por quatro pilares: o rebaixamento e fechamento de alguns escritórios; a informatização progressiva dos Consulados; a introdução de processos de passaportes biométricos, atualmente já instalado e operacional, em Lisboa, Bruxelas, Berlim e Berna, que até o dia 30 de junho do próximo ano será estendido para toda a rede; e a avaliação da qualidade dos serviços prestados e seus custos.” Em particular, Carla Zuppetti confirmou que “a atenção prioritária para a avaliação do custo-benefício” em cada lugar para declarar o encerramento ou não e, eventualmente, “re-investir” recursos e pessoal para “melhorar a qualidade” de outros locais, mas assegurou a intenção de “manter as margens de flexibilidade em relação às escolhas finais”, principalmente no “calendário de racionalização” e a possível presença de “agências consulares”. Quanto à informatização já iniciada dos serviços consulares, o relatório
tica ha compiuto a Bruxelles insieme ad una delegazione di parlamentari per illustrare “lo stato d’avanzamento e le potenzialità applicative del Sistema Integrato delle Funzioni Consolari (SIFC)”, ovvero la piattaforma informatica del Mae, che, assieme al progetto di portale telematico, dovrebbe “razionalizzare la gestione delle attività consolari” che diverranno sempre più “a distanza” e permettere un “dialogo telematico” tra gli Uffici della rete consolare, quelli delle altre amministrazioni dello Stato, in special modo il ministero dell’Interno e i Comuni ed i cittadini-utenti, che potranno effettuare on line una serie di pratiche consolari. Secondo Mantica “l’installazione presso l’intera rete diplomatico-consolare del SIFC, sin dal prossimo anno, consentirà un significativo aumento dell’efficienza, della qualità e della velocità dei servizi all’utenza”, visto che, usando un qualunque pc o, qualora non lo si abbia, gli appositi “totem” installati all’interno degli sportelli consolari, si potrà persino completare la propria procedura d’iscrizione all’Aire, richiedere certificati e pagare i servizi consolari on-line. Insomma il sottosegretario Mantica e con lui il direttore generale Zuppetti sono dunque convinti che alla fine il piano di razionalizzazione consentirà un vero e proprio “salto di qualità” nel livello dei servizi consolari. Quello stesso che il progetto di legge depositato la scorsa settimana in sede di Comitato ristretto in Commissione Esteri al Senato intende dare agli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, almeno nelle intenzioni del governo. Così Carla Zuppetti ha introdotto la seconda, tormentata questione affrontata nella relazione del sottosegretario. Il testo, “risultante dall’unificazione dei diversi disegni di legge presentati in materia”, sarà esaminato in Comitato ristretto nella prossima settimana, per poi approdare in Commissione Esteri a metà del mese.
assinalou que os resultados “positivos” da visita recente do subsecretário Mantica em Bruxelas, juntamente com uma delegação de deputados para explicar “o progresso e a potencialidade de aplicação do Sistema Integrado das funções consulares (SIFCO) “, a plataforma de Mae, que, juntamente com o portal proposto, deve” racionalizar a gestão das atividades consulares “, que se tornará cada vez mais “remota”e permitir um”diálogo entre Escritórios da rede consular, os das outras administrações do Estado, especialmente o Ministério do Interior e os municípios e os cidadãos-usuários, que irão realizar uma série de práticas consulares. Segundo Mantica “a instalação na intera rede diplomático-consular do SIFC, já no ano que vem, vai aumentar significativamente a eficiência, a qualidade e a rapidez dos serviços ao usuário”, dado que, usando qualquer PC ou se não tiver, os “adequados” instalados no interior dos ramos consulares, será possível completar o seu processo de registo Aire, pedindo certificados e pagando online os serviços consulares. Em suma, o subsecretário Mantica e com ele o diretor geral Zuppetti são, portanto, convencidos de que finalmente o plano de racionalização permitirá um verdadeiro “salto quântico” no nível dos serviços consulares. O mesmo que o projeto de lei apresentado na semana passada na Comissão Especial de Assuntos Externos do Senado dará aos órgãos que representam os italianos no exterior, pelo menos no governo. Assim Carla Zuppetti introduziu a segunda atormentada questão, apresentada na relação do Subsecretário. O texto, “resultante da unificação dos vários projetos”, será examinado na Comissão Especial na próxima semana, então passará na Comissão dos Assuntos Externos em meados do mês.
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ULTIMORA
di Mario Petrilli
Da tutto il mondo reazioni a catena per l’aggressione al Premier Silvio Berlusconi
Una solidarietà s Messaggi anche dalle più alte cariche dello Stato: Napolitano, Fini e Schifani Roma/Aise - Una valanga di messaggi, auguri di pronta guarigione, di affettuosi incoraggiamenti per il Premier Silvio Berlusconi. Per primo il Responsabile Estero del PDL Aldo Di Biagio. “Quello che si è consumato domenica sera a Milano è l’espressione più drammatica e preoccupante del clima di tensione che in questi mesi è andato strutturandosi nel nostro Paese, fatto di accuse, calunnie e intolleranza contro una delle più alte cariche dello Stato. È il momento di affrontare con serietà e pragmatismo questa deriva politica e di informazione, lo dobbiamo ai nostri cittadini e al nostro Paese”. Non ha dubbi Aldo Di Biagio, responsabile per gli italiani nel mondo del PdL, a poche ore dall’aggressione al presidente Silvio Berlusconi in Piazza Duomo a Milano. “In queste ore stanno arrivando centinaia di messaggi di solidarietà e di vicinanza al premier da parte dei nostri connazionali residenti all’estero”, riferisce Di Biagio, “una vera e propria mobilitazione a sostegno della democrazia e della libertà politica, che sarà mia cura riportare allo stesso Berlusconi nei prossimi giorni”. “La fiducia ed il sostegno dei nostri connazionali è forte in un momento così drammatico e ci fa comprendere che questo è il momento
di fare chiarezza e non sottostare al gioco di chi vuole creare discordia e disaggregazione sociale”, aggiunge il deputato eletto in Europa, che infine conclude esprimendo al premier “i nostri migliori auguri affinché si riprenda presto per tornare a lottare e a portare avanti quell’ambizioso progetto di costruzione liberale del nostro Paese, in cui la società civile italiana ha dimostrato di credere”. “Gli italiani residenti in Argentina hanno accolto con grande sgomento la notizia dell’aggressione al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Una notizia che ha riempito i loro cuori di tristezza, ma anche di rabbia. Rabbia che sfogheranno con la loro battaglia politica, e non con la violenza”. Sono parole di Eugenio Sangregorio, vicepresidente del PdL in Argentina, che continua: “atti di violenza servono solo a alimentare un clima politico già caldissimo. Dopo l’aggressione, il presidente Berlusconi, paradossalmente, è più forte che mai”. I connazionali residenti in Argentina e in tutta l’America Latina”, afferma ancora Sangregorio, “sono vicinissimi al premier, al quale esprimono tutta la loro solidarietà, e sono pronti a continuare a sostenerlo nella sua battaglia politica e democratica, per modernizzare l’Italia e portare il nostro Paese verso un vero progresso”.
“Ovviamente”, conclude l’esponente del PdL, “al Premier esprimiamo i nostri più sinceri e sentiti auguri di pronta guarigione e, ad Antonio Di Pietro e a Rosi Bindi, che hanno accusato Berlusconi di essere un istigatore, possiamo solo dire: vergogna!”. “Solidarietà al presidente Silvio Berlusconi per la vile aggressione della quale è stato vittima, causata dagli alti livelli di tensione presenti nel Paese, che vanno mitigati quanto prima”. Lo affermano i membri della Fondazione “Italiani nel mondo”, guidata dal senatore Sergio De Gregorio e composta anche dai senatori Nicola Paolo Di Girolamo, Basilio Giordano, Esteban Caselli e dall’onorevole Amato Berardi. “Berlusconi è uomo forte e di grande tempra”, ricordano i cinque parlamentari della Fondazione, che al premier rivolgono “gli auguri di una pronta guarigione, confortata dalla solidarietà della maggioranza degli italiani all’estero, che sono con lui e condannano con fermezza questo folle gesto”. Nell’esprimere il suo “rammarico” e quello della comunità estera che rappresenta, per quanto successo a Milano, dove il premier Berlusconi è stato vittima di una violenta aggressione, l’on. Giuseppe Angeli, deputato del PdL eletto in Sud America, dichia-
ra che “la vile aggressione testimonia il clima di tensione che si è creato anche come conseguenza della campagna denigratoria perpetrata dai mass media contro il presidente del Consiglio e da chi, volendo creare discordie e disgregazione sociale, continua a manifestargli una forte e odiosa avversione che suscita gravi atti in persone psicologicamente deboli, così come si rivela essere l’aggressore di Milano”. Infine al presidente Berlusconi Angeli rivolge un messaggio di “profonda solidarietà e i migliori auguri di pronta guarigione”. Il senatore Basilio Giordano, eletto in Nord America con il PdL, esprime oggi tutta la sua vicinanza al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo “la vile aggressione” che lo ha colpito, subito dopo il suo comizio in piazza Duomo, a Milano, in occasione della cerimonia di avvio del tesseramento al Pdl. Giordano esprime la sua “più ferma e totale condanna del gravissimo gesto contro il premier Silvio Berlusconi. Un atto inqualificabile, frutto di un clima politico sempre più avvelenato, che ha ormai superato i limiti del civile confronto”. Per il senatore del PdL “bisogna stroncare sul nascere ogni istinto barbaro che istiga alla violenza più cieca”, anche perché “l’Italia non merita questi comporta-
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à senza frontiere
“Aggredito”: Domenica 13 dicembre, Silvio Berlusconi, vittima di un gesto folle e insensato a Milano
menti delinquenziali, che offendono tutto il popolo italiano”. Quanto accaduto ieri “è un segnale preoccupante che mi lascia perplesso e profondamente turbato” e Giordano si augura che “il Natale alle porte possa illuminare anche le menti dei fanatici, affinché non ripetano questi gesti inconsulti”. “Per la sua storia, il suo prestigio e la sua tradizione di democrazia solida, il nostro Paese non può tollerare atti criminosi di questo tipo”, aggiunge il parlamentare del PdL. “È dovere di tutte le forze politiche fare fronte comune perché l’Italia non riviva gli anni del terrorismo”. Infine l’augurio di “una pronta guarigione” al presidente Berlusconi, “affinché possa proseguire nella sua decisa azione di governo per il bene di tutti gli italiani”. “Dopo la vergognosa aggressione al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi”, Massimo Romagnoli, parlamentare PdL nella passata legislatura e presidente del Movimento della Libertà, esprime la sua “sincera solidarietà al premier” e nel contempo il suo “più totale dissenso nei confronti di gesti di questo genere”. Romagnoli sottolinea inoltre il “totale dissenso nei confronti delle parole di Antonio Di Pietro, secondo il quale Berlusconi sarebbe un istiga-
tore. Di Pietro si vergogni”, chiosa, e “si vergogni chi non riesce a fare politica con la forza delle idee, ma è costretto a passare agli insulti e alla violenza”. “Gli italiani all’estero che guardano all’Italia da lontano sono confusi”, conclude Massimo Romagnoli: “non riescono a capire fino in fondo il clima che si respira nel Paese da alcuni mesi a questa parte. Oggi siamo arrivati all’aggresione a Berlusconi. Una cosa è certa: gli italiani all’estero sono tutti vicini al premier, pronti a sostenerlo sempre, ora più che mai”. “Stupore e costernazione”: questi i sentimenti con cui i militanti e i simpatizzanti del Pdl in Francia hanno appreso la notizia dell’aggressione, avvenuta ieri sera a Milano, nei confronti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, “facile bersaglio di uno scalmanato” perché “ama il contatto con la gente”, al quale esprimono “gli auguri di pronta guarigione”. A nome del PdL in Francia è Andrea Verde a denunciare oggi “il clima di pesante intolleranza, di incomprensione che investe la politica italiana. Il fatto che l’Italia sia diventato un Paese in cui anche una sola persona si alzi la mattina e decida di aggredire il presidente del consiglio è”, secondo Verde, “il segno che ogni limite è stato oltrepassato. E il fatto che qualcuno, come ha fatto Antonio Di Pietro, si azzardi a
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Il Duoma Di Milano e a fianco l’ospedale San Raffaele dove sono esta state prestate le prime cure al Presidente del Consiglio spiegare, giustificare in qualche modo un’azione violenta”, aggiunge, “è il segno che la politica italiana deve davvero farsi una profonda analisi di coscienza. I cattivi maestri dovrebbero cominciare a fare silenzio”. “È per questo che la politica, tutta la politica, deve fare di più”, invita il PdL francese: “deve saper reagire con i fatti a un rischio del genere. Deve saper costruire un percorso di pace che sappia allontanarsi da un baratro in cui cadremmo tutti insieme. Tutti perdenti. Perché” ieri, conclude la nota, “è stato un gesto di un singolo. Gravissimo. Ma domani potrebbe essere di più”. “La più ferma condanna del grave e inconsulto gesto di aggressione nei confronti del presidente del
Consiglio, al quale va la mia personale solidarietà, e il più netto, rinnovato appello perchè ogni contrasto politico e istituzionale sia ricondotto entro limiti di responsabile autocontrollo e di civile confronto, prevenendo e stroncando ogni impulso e spirale di violenza”. Con queste parole il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha commentato quanto accaduto a Milano, in piazza Duomo, dove, al termine del suo comizio, il premier Silvio Berlusconi è stato aggredito da un uomo, subito identificato come il 42enne Massimilano Tartaglia, che lo ha colpito violentemente al volto con una pesante statuetta souvenir del duomo. Il premier era appena sceso dal palco e, prima di salire sull’auto, si era
fermato a salutare i suoi sostenitori, quando improvvisamente Tartaglia lo ha colpito. L’uomo è stato immediatamente bloccato dalle guardie del corpo del premier e portato prima in questura e poi a San Vittore. Per Berlusconi, invece, la corsa all’ospedale San Raffaele, dove il suo medico personale, Alberto Zangrillo, lo ha sottoposto a una tac ed ha poi riferito: il presidente del Conisglio ha subito un “trauma contusivo importante al massiccio facciale, con una ferita interna ed esterna al labbro superiore. Due denti, uno dei quali in modo serio, sono fratturati”. Poi l’accertamento diagnostico ha evidenziato una piccola frattura al naso. La prognosi è di 20 giorni. Da parte sua il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, presiede la riunione
a Milano con il prefetto Gian Valerio Lombardi e il questore Vincenzo Indolfi. Immediati ed unanimi sono stati i messaggi di condanna e solidarietà giunti ieri da parte di tutti gli esponenti del mondo politico italiano, a partire dalle più alte cariche dello Stato. Dopo quello del presidente Napolitano, sono infatti giunti a Berlusconi i messaggi del presidente del Senato, Renato Schifani, e della Camera, Gianfranco Fini. “Fatti come questi preoccupano: provano che si intravedono rischi” per una convivenza democratica, “e vanno contrastati con fermezza da parte di tutti”, ha stigmatizzato Schifani, per il quale “da alcune settimane si registra l’accentuarsi di una tensione dovuta ad atteggiamenti della
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di Raffele Papa
Sull’ingresso del San Raffaele di Milano
“Forza, Presidente!”
A
politica che andrebbero tenuti sotto un maggiore controllo”. Per il presidente del Senato, che ha augurato una pronta guarigione al premier, è “giunto il momento che la politica si interroghi sull’esigenza non solo di abbassare i toni, ma di concentrarsi sul confronto costruttivo e non su contrapposizioni che sfiorano l’attacco alla persona, addirittura con rischi per l’incolumità personale”. “È un brutto giorno per l’Italia e tutte le forze politiche hanno il dovere di fare in modo che il Paese non riviva gli anni di violenza”, ha affermato il presidente della Camera Fini, esprimendo la propria “condanna” per quanto accaduto, “un gesto di violenza”, ha detto, “che non può essere giustificato”.
Il responsabile del PDL Estero, Aldo Di Biagio: “Centinaia di messaggi di vicinanza al Premier da parte dei nostri connazionali all’estero”
nche Barack Obama ha telefonato a Silvio Berlusconi dopo l’aggressione di Milano. Il leader americano ha fatto al presidente del Consiglio gli auguri di pronta guarigione. Così ha reso noto Palazzo Chigi: “È stata una conversazione molto cordiale nella quale il Presidente Obama si è informato delle condizioni di salute del Presidente Berlusconi e gli ha espresso solidarietà e vicinanza, augurandogli una rapida guarigione. Il Presidente degli Stati Uniti ha anche ringraziato il Presidente del Consiglio per l’eccellente contributo italiano in Afghanistan e per la decisione del Governo italiano di inviare altri mille uomini nel corso del 2010”. Il premier, intanto, ha trascorso un’altra giornata all’ospedale. E ha parlato, anche se solo attraverso un messaggio pubblicato sul sito del Pdl: “Grazie di cuore ai tantissimi che mi hanno mandato messaggi di vicinanza e di affetto. Ripeto a tutti di stare sereni e sicuri. L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, in collegamento con il Tg1, ha riferito sulle condizioni di salute del presidente del Consiglio. “Tutti noi temiamo nuove aggressioni e glielo abbiamo detto altre volte, però togliere a Berlusconi il contatto con la gente sarebbe impossibile, non avremmo più il Berlusconi leone combattente che è sempre stato. È la chiave del suo successo personale e del suo carisma”. Tenere lontano dal lavoro Berlusconi è estremamente difficile. Ha vissuto tutta la vita lavorando, è un lavoratore nato, quindi togliergli
questa possibilità di lavorare significa togliergli una cosa che gli sta molto a cuore”. Berlusconi sarà dimesso dal San Raffaele ed il suo medico personale Zangrillo ha spiegato “con la raccomandazione di astenersi da impegnative attività pubbliche per almeno due settimane. Le condizioni cliniche non destano preoccupazioni. Permangono i problemi legati alla sintomatologia dolorosa dovuta agli esiti del trauma subito, e in particolare alla riacutizzazione della cervicalgia che nei mesi precedenti aveva afflitto il presidente in più di una circostanza”. Dal punto di vista psicologico, Zangrillo ha detto che “l’umore è preoccupante perché è sempre piuttosto abbacchiato ma dà segni di ripresa. Ha una coda di profonda amarezza per quanto è capitato e per alcune cose successive”. È stato intensificato il programma analgesico, cioè sono state aumentate le prescrizioni di antidolorifici dato il dolore persistente che affligge il premier in seguito alla ferita riportata. Il medico personale di Berlusconi ha anche specificato che il premier “mangia regolarmente, anche se con fatica”, e che sul viso di Berlusconi non rimarranno cicatrici. Davanti all’ospedale sono ancora numerosi i cartelli e gli striscioni di solidarietà al presidente del Consiglio. Sui cancelli dell’ingresso principale è stato appeso un grande cartellone: “Forza presidente”, firmato dalla Curva sud del Milan. Un altro recita: “La mia famiglia crede in te, presidente non darla vinta a quei balordi”.
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Tutto AISE La 5ª settimana del cinema italiano in Brasile
Il Ministro Frattini sul “caso Battisti”
“Baaria” a San Paolo
No, a pressioni su Lula
SAN PAOLO - Si è aperta mercoledì scorso, 25 novembre, a San Paolo, all’Università FAAP (Fundação Armando Alvares Penteado), la 5ª Settimana Pirelli del Cinema Italiano in Brasile, organizzata dalla Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo. Nell’occasione è stato presentato il film “Baarìa”di Giuseppe Tornatore, girato per quasi un anno in una vecchia fabbrica della periferia di Tunisi, candidato italiano all’Oscar 2010. Presenti all’iniziativa il Presidente dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi, Luciano Luciani e il regista Giuseppe Tornatore, concittadini di Cefalù, avendo quest’ultimo ricevuto di recente la cittadinanza onoraria della cittadina normanna. Il film è stato presentato dal regista Tornatore insieme alla protagonista Margareth Madè; presente, tra gli altri, Karina Michelin, Miss Italia nel Mondo 2006.
SÃO PAULO – Foi aberta no dia 25 de novembro, em São Paulo, na Universidade FAAP (Fundação Armando Álvares Penteado), a 5ª Semana Pirelli do Cinema Italiano no Brasil, organizada pela Câmara do Comércio Ítalo-Brasileira de São Paulo. Na ocasião foi apresentado o filme “Baaria” de Giuseppe Tornatore (rodado por quase um ano em uma antiga fábrica da Tunísia), candidato italiano ao Oscar de 2010. Estavam presentes à iniciativa o Presidente do Instituto Regional Siciliano Fernando Santi, Luciano Luciani e o diretor Giuseppe Tornatore, concidadãos de Cefalù. Tornatore recentemente a cidadania honorária da cidadezinha normanda. O filme foi apresentado pelo diretor Tornatore junto com a protagonista Margareth Madè; entre os outros presentes, Karina Michelin, Miss Itália no Mundo 2006.
Roma - L’Italia non farà alcuna “pressione preventiva” sul Presidente della repubblica Brasiliana, Lula da Silva, affinché conceda l’estradizione di Cesare Battisti. È quanto ribadito questa mattina dal Ministro degli Esteri, Franco Frattini, durante la presentazione della IV Conferenza Italia, America Latina e Caraibi in programma il 2 e 3 dicembre a Milano (vedi Aise di oggi h.14.23). Interrogato sul caso-Battisti, Frattini si è detto “fortemente convinto che sia un terrorista comune e che quindi sia giusto che sconti la pena in Italia”. “Abbiamo accolto con soddisfazione,ha aggiunto, la sentenza della Corte suprema brasiliana. Io non ho esercitato nessuna pressione preventiva sulla Corte e non lo farò neanche su Lula, che dovrà prendere la decisione definitiva”. “Tutta l’Italia, ha concluso Frattini, vuole Battisti qui e Lula lo sa”.
Roma – A Itália não fará nenhuma “pressão preventiva” sobre o Presidente da república brasileira, Lula da Silva, para que conceda a extradição de Cesare Battisti.É como afirmou nesta manhã o Ministro dos Exteriores, Franco Frattini, durante a apresentação da IV Conferencia Itália – America Latina e Caribe em programação nos dias 2 e 3 de dezembro em Milão. Questionado sobre o caso Battisti, Frattini se disse “fortemente convencido que seja um terrorista comum e que, portanto, seja justo que cumpra a pena na Itália”. “Acolhemos com satisfação, acrescentou, a sentença da corte suprema brasileira. Eu não exercitei nenhuma pressão preventiva sobre a Corte e não a farei tão pouco sobre Lula, que deverá tomar uma decisão definitiva”. “Toda a Itália, concluiu Frattini, quer Cesare Battisti aqui e Lula sabe disso”.
ANCONA – Os reitores das universidades argentinas do Litoral, de Rosário, de Entre Rios, de Villa Maria, de Córdoba, guiados pelo Reitor da Universidade Politécnica de Marche, Marco Pacetti, visitaram o Presidente da Região Marche, Gian Mario Spacca, depois de terem assinado importantes acordos de intercâmbio cultural para pesquisa, ensino e intercâmbio de estudantes. “Uma ocasião importante, disse Spacca, porque, em particular, nesta região central da Argentina vivem muitos marchigiani. Uma comunidade imensa, com mais de um milhão e meio de marchigiani de origem, em um território que se parece ao nosso, em razão da vocação produtiva, agrí-
cola e ambiental. Uma relação sempre mais forte, para Spacca, que valoriza tanto o crescimento cultural recíproco e o esforço da região Marche através das políticas de intercâmbio e a continuidade de relação com os marchigiani no exterior. Tradicionalmente, no dia 10 de dezembro, se comemora o Dia da Marche”. Os reitores argentinos durante a sua permanência visitaram todos os ateneus marchigiani para avaliar novas parcerias e ações de cooperação educativa e científica, facilitando o intercâmbio de docentes e formandos, estudantes e formadores, a fim de alcançar a máxima promoção e produção cultural entre os dois países amigos.
Rettori argentini nelle marche
Un’occasione Importante ANCONA - I Rettori delle Università argentine di Litoral, Rosario, Entre Rios, Villa Maria, Cordoba, guidati dal Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, hanno reso visita al Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, dopo aver sottoscritto importanti accordi di scambi culturali per la ricerca, l’insegnamento e lo scambio di studenti. “Un’occasione importante, ha detto Spacca, perché in particolare in questa regione centrale dell’Argentina vivono tanti marchigiani all’estero. Una comunità immensa, di oltre un milione e mezzo di marchigiani d’origine, per un territorio che assomiglia al nostro per vocazione produttiva,
agricola e ambientale. Un rapporto sempre più forte, per Spacca che avvalora la crescita culturale reciproca e l’impegno della Regione Marche che alle politiche di scambio e alla continuità di relazione con i marchigiani all’estero dedica tradizionalmente anche la Giornata delle Marche che si tiene il 10 dicembre”. I Rettori argentini durante il loro soggiorno hanno visitato tutti gli atenei marchigiani per valutare nuovi partenariati e azioni di cooperazione educativa e scientifica facilitando reciproche mobilità di docenti e laureati, studenti e formatori per la massima promozione e produzione culturale fra i due Paesi amici.
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Il lancio della nuova rivista italo-latino americana
Al via, “Sudamerica Oggi” SAN PAOLO - Il panorama della stampa italiana nel mondo si è appena arricchito di un nuovo mensile “Sud America Oggi”,il cui primo numero è stato messo in distribuzione a San Paolo del Brasile nei giorni scorsi. Cinquantaquattro pagine a colori, la rivista, diretta con mano sicura dal collega Alberto Fusco, si presenta con un piglio vivace, talvolta irriverente, mai fuori dalle righe. La prima copertina è dedicata ad Emma Marcegaglia, prima presidente donna dell’associazione degli industriali italiani e volto nuovo dell’imprenditoria italiana che si è appena presentata in Brasile in forze, puntando ad una partnership di rilievo con il Paese del continente sudamericano indicato da tutti
come prossima new entry tra le potenze mondiali. Tre gli obiettivi che il direttore indica nel primo editoriale: raccontare, fotografare, illustrare, far conoscere in Italia, oltre che in Sud America, le vicende dei nostri connazionali che hanno contribuito allo sviluppo del continente, da Caracas alla Terra del Fuoco; rimanere liberi imparziali ed onesti; infine, portare al di qua dell’oceano tutto quello che di valido il “Bel Paese” può esportare in politica, economia e, soprattutto, cultura. Tre obiettivi ambiziosi, ma che sono alla portata del motivato “drappello di gens italica” che Fusco ha raccolto nella redazione di “Sud America-Oggi”.
SÃO PAULO – O panorama da imprensa italiana no mundo acabou de se enriquecer com mais uma revista mensal “Sud America Oggi”, cujo primeiro número foi distribuído em São Paulo no Brasil, nos últimos dias. Com cinquenta e quatro páginas em cores, a revista, dirigida pela mão segura do colega Alberto Fusco, se mostra com um ar vivaz e, algumas vezes irreverente, nunca fora das linhas. A primeira capa foi dedicada a Emma Marcegaglia, primeira presidente mulher da Associação dos Industriais Italianos, e nova face do empreendedorismo italiano que acabou de se apresentar no Brasil com vigor, apontando para uma parceria relevante com o país do continente sul-americano indicado por todos como
a próxima new entry entre as potências mundiais. Entre os objetivos que o diretor indica no primeiro editorial: contar, fotografar, ilustrar, tornar conhecido na Itália, bem como na América do Sul, os acontecimentos dos nossos conterrâneos que contribuíram no desenvolvimento do continente, desde Caracas à Terra do Fogo; permanecer livres imparciais e honestos; enfim, trazer para esse lado do oceano tudo aquilo que de válido o “Bel Paese”(Itália) pode exportar na política, economia e sobretudo, na cultura. Três objetivos ambiciosos, mas que estão ao alcance do fundamentado “drappello di gens itálica” que Fusco recolheu na redação de “Sud America-Oggi”.
Secondo forum economico italia-brasile
Sviluppo e Potenziamento SAN PAOLO - Nel mese di novembre si è tenuto nella sede della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria e Agricoltura di San Paolo il seminario formativo “Sviluppo e Potenziamento della Rete dei Servizi per la Comunità degli Italiani in Brasile”,organizzato dal Progetto Ites e rivolto a operatori e rappresentanti delle organizzazioni italiane con l’appoggio del Ministero del Lavoro con un percorso di 4 tappe. Il Progetto Ites cerca di recuperare la ricchezza dell’associazionismo italiano, che è chiamato oggi a realizzare nuovi compiti per le nuove generazioni.Il progetto offre inoltre assistenza tecnica ai Patronati ed Associazioni con una rete di servizi per l`occupazione e la formazione con la costituzione di una Cooperativa per i servizi alla persona in favore dei discendenti in Brasile. Il seminario si è posto la finalità di incrementare con nuove iniziative l’organizzazione della rete di servizi a sostegno dell’inserimento lavorativo dei
giovani italo-brasiliani. La giornata dedicata all`evento si è occupata del progetto Ites come opportunità per le comunità degli italiani all`estero, analizzando l`andamento del mercato locale e delle politiche per il lavoro che sono state adottate in Brasile e lo sviluppo effettivo della rete dei programmi di sostegno alla creazione di nuove imprese. Hanno partecipato a questa importante giornata il responsabile Ites Brasile Giuseppe Petrucci, il capoprogetto Ites in America Latina Federico Lazzarini, il presidente della Camera di Commercio ItaloBrasiliana Edoardo Pollastri, il commissario amministrativo del Consolato d`Italia a San Paolo Lucio Taglione, il presidente del Comites e del Patronato ACLI-SP Rita Blasioli Costa, Franco Patrignani dell’INAS-CISL, Luciana Laspro del patronato Enasco, Guido Moretti del Patronato Ital-Uil oltre ad un numeroso pubblico.
SÃO PAULO – No mês de novembro realizou-se na sede da Câmara Ítalo-Brasileira de Comércio, Indústria e Agricultura de São Paulo, o seminário de formação, “Desenvolvimento e Potencialização da Rede dos Serviços Para a Comunidade dos Italianos no Brasil”, organizado pelo projeto Ites e voltado aos operadores e representantes das organizações italianas, com o apoio do Ministério do Trabalho e um percurso de quatro etapas. O projeto Ites visa recuperar a riqueza do associacionismo italiano, que hoje é chamado a realizar novas tarefas para as novas gerações. Além disto, o projeto oferece assistência técnica aos Patronatos e Associações com uma rede de serviços que visa empregar e capacitar descendentes no Brasil, através da criação de uma cooperativa para os serviços à pessoa. O seminário objetiva incrementar, com novas iniciativas, a organização da rede de serviços para
dar apoio aos jovens ítalo-brasileiros para inseri-los no mercado de trabalho. O dia dedicado ao evento se ocupou do projeto Ites como uma oportunidade para as comunidades dos italianos no exterior, analisando o mercado local e as políticas de trabalho adotadas no Brasil e o desenvolvimento efetivo da rede de programas de apoio à criação de novas empresas. Participaram desta importante jornada o responsável Ites Brasil Giuseppe Petrucci, chefe do projeto Ites na América Latina Federico Lazzarini, presidente da Câmara de Comércio Ítalo-Brasileira Edoardo Pollastri, o comissário administrativo do Consulado da Itália em São Paulo Lucio Taglione, o presidente do Comites e do Patronato ACLI-SP Rita Blasioli Costa, Franco Patrignani do INAS-CISL, Luciana Laspro do Patronato Enasco, Guido Moretti do Patronato ITAL-UIL além de um numeroso publico.
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Periscopio
di Sebastião Barbosa de Almeida
L’oro nero: ricchezza e potere L
’energia, come trasformazione dello sforzo umano, della natura e della macchina, è indissolubilmente legata alla storia e all’attività dell’uomo sulla terra. Questa associazione viscerale, tra l’essere umano e l’energia, ha un’ampia e viva traiettoria, che va dall’incontro accidentale e magico della combustione proporzionata dal fuoco, che offre all’uomo protezione contro l’inclemenza della natura e facilità per cibarsi dai tenebri tempi della preistoria ad oggi, alla conquista dello spazio, passando dalla rivoluzione industriale, nella fine del XVIII secolo. Purtroppo, lo studio della storia ci insegna che questa forza, quasi sempre, non è stata impiegata correttamente.Le conquiste, le guerre fratricide, i genocidi, i dispotismi e le usurpazioni producono un contrappeso lamentabile davanti all’applicazione delle scoperte scientifiche e tecnologiche a favore delle nazioni e di tutta l’umanità. Questi concetti non sono miei, anche se dei quali avessi già la consapevolezza, come la stragrande maggioranza delle persone di buon senso. Sono stati emessi dal distinto avvocato venezuelano. Dr. Flanklin Hoct Linares, durante la Conferenza Mondiale di Diritto, tenuta a San Paolo, nel mese di agosto del 1981, alla quale ho partecipato. Nei giorni in cui viviamo, Il petrolio è messo in evidenza come la fonte più importante di energia e sussistenza. È indispensabile alla società contemporanea. La dipendenza del petrolio è così stretta nella società moderna, che l’indice di prosperità di una economia viene misurato dal suo consumo di petrolio. Negli anni 50, il petrolio, per quanto riguarda l’energia, rappresentava solamente il 10% delle necessità globali dell’umanità; negli anni 70, questa dipendenza si è elevata ai 54%; attualmente è molto più elevato. È vero che si cerca altre fonti di energia per sostituire il petrolio, ad esempio l’energia atomica e l’alcol, da usare come combustibile per i motori. Tuttavia dobbiamo riconoscere
Sebastião Barbosa de Almeida è avvocato, laureato all’USP - São Francisco”, giornalista e scrittore.
A che queste e altre fonti alternative non hanno ancora avuto espressione davanti alla rappresentatività del petrolio come combustibile. I tecnici sostengono che questa situazione sia impossibile cambiare, percui si conclude che, nei prossimi anni, nulla cambierá per quanto riguarda il petrolio e lo sviluppo. Dal punto di vista bellico, l’importanza strategica del petrolio è così necessaria che nessuna guerra può essere cogitata se non si ha assicurata, in anticipo, una grande riserva di petrolio. George Clemanceou, in un discorso alla fine della Prima Guerra Mondiale, ha dichiarato questa frase incisiva e terribile: “D’ora in avanti, per le nazioni e per i popoli, una goccia di petrolio vale tanto quanto una goccia di sangue”. È inquestionabile che il petrolio si sia trasformato nella fonte energetica fondamentale per il funzionamento dell’economia mondiale. Il mondo è diviso, in qualche modo, in paesi produttori e paesi consumatori, sebbene tutti siano, basicamente, consumatori. Per questo, si parla, forse idealisticamente, di costruire in modo pacifico, giusto e razionale un nuovo ordine economico internazionale, visto che il problema energetico non potrà essere risolto da solo, soprattutto perché i paesi esportatori hanno creato l’OPEP,
energia, como transformação do esforço humano, da natureza e da máquina, está indissoluvelmente unida à história e à atividade do homem sobre a terra. Esta associação visceral, entre o ser humano e a energia, tem uma dilatada e viva trajetória que vai desde o encontro acidental e mágico da combustão proporcionada pelo fogo, que dá ao homem proteção contra a inclemência da natureza e facilidade para sua alimentação, dos tempos brumosos da pré-história, até o presente, com a conquista do espaço, passando pela competente revolução industrial, nos fins do século XVIII. O estudo da história nos ensina que, infelizmente, nem sempre essa força foi empregada para as melhores finalidades. As conquistas, as guerras fratricidas, os genocídios, os despotismos e as usurpações trazem um contrapeso lamentável diante da aplicação dos descobrimentos científicos e tecnológicos em favor das nações e de toda a humanidade. Estes conceitos não são de minha autoria, embora deles já tivesse plena consciência, como a grande maioria das pessoas de bom senso. Foram emitidos pelo ilustre advogado venezuelano, Dr. Flanklin Hoct Linares, durante a Conferência Mundial de Direito, realizada em São Paulo, em agosto de 1981, da qual participei. Nos tempos em que vivemos, destacase o petróleo como a mais importante fonte de energia e de subsistência. É indispensável à sociedade contemporânea. É tão estreita a dependência do petróleo na sociedade moderna que o grau de prosperidade de uma economia se mede pelo seu consumo de petróleo. Nos anos 50, o petróleo representava apenas 10% das necessidades globais da humanidade em matéria de energia; nos anos
Sebastião Barbosa de Almeida è advogado, graduado pela USP - Faculdade São Francisco, jornalista e escritor.
70, esta dependência elevou-se para 54%, sendo atualmente muito maior. É certo que se anda em busca de outras fontes energéticas para substituir o petróleo, tais como a energia atômica e o álcool, como combustível para motores. Todavia, devemos reconhecer que estas e outras fontes alternativas ainda não adquiriram expressão diante da representatividade do petróleo como fonte energética, principalmente como combustível. Os técnicos sustentam que esta situação não tem a menor possibilidade de mudar, donde se conclui que, dentro dos próximos anos, nada mudará em termos de petróleo e desenvolvimento. Do ponto de vista bélico, a importância estratégica do petróleo chegou a ser tal que nenhuma guerra pode ser cogitada se não tiver, de antemão, assegurada uma imensa reserva de petróleo. George Clemanceou, num discurso pronunciado após o término da 1ª Guerra Mundial, disse esta frase incisiva e terrível: “De agora em diante, para as nações e para os povos, uma gota de petróleo vale tanto quanto uma gota de sangue”. É inquestionável que o petróleo transformou-se na fonte energética fundamental para o funcionamento da economia mundial. O mundo está dividido, de certa forma, em países produtores e países consumidores de petróleo, embora todos sejam, basicamente, consumidores. Assim, já se vem falando, talvez idealisticamente, em construir uma nova ordem econômica internacional, justa e racional, já que o problema energético não poderá ser resolvido por si só, tanto mais porque os países exportadores de petróleo criaram a OPEP e os países consumidores, pela necessidade de garantir o seu funcionamen-
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e i paesi consumatori, dovuta la necessità di assicurare il suo funzionamento, cercano di preservare questa fonte di energia,anche se dovranno ipotecare il futuro. L’importanza che il petrolio ha acquisito nel mondo contemporaneo è tale che, intorno a lui iniziarono a girare i più grandi interessi in campo economico, politico, scientifico, bellico, e, persino, letterario. Gli scrittori hanno trovato nel petrolio una fonte inesauribile di ispirazioni per le loro opere letterarie, con eccezionali vendite in tuto il mondo. Lo scrittore Jonathan Black, nel libro: “L’oro nero”, inizia le sue pagine con una nota interessante: “nonostante questo libro sia un romanzo, un’opera di fantasia, mi sono basato considerevolmente sui fatti storici, con lo scopo di fornire un quadro reale di come, veramente, funziona l’industria mondiale di petrolio. Accurati sono i rapporti che faccio degli intrighi internazionali e della rivalità nella conquista delle concessioni per l’esplorazione di petrolio in Medio Oriente. Per esempio: cito uno scambio di messaggi aspri e poco diplomatici tra il presidente Franklin Delano Roosevelt e il Premier Winston Churchill, all’apice della Seconda Guerra Mondiale. I messaggi sono autentici e acessibili al pubblico, nonostante, per conoscerli, sia necessario rovistare pubblicazioni misteriose come la Foreign Relations of the United States, del Dipartimento di Stato.Vorrei, inoltre, sottolineare che molte delle strate-
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gie e delle tattiche usate dalle mie grandi società petrolifere, del tutto immaginarie, sono paralleli molto simili alla storia e ai titoli di giornali, come il mondo di recente, e dolorosamente, ha imparato. Il petrolio è ricchezza e potere. Può significare la Pace, o la Guerra. E, soprattutto, il petrolio e gli uomini che lo esplorano hanno una legge propria. Da quando è stata annunciata l’esistenza di enormi riserve di petrolio nello stratto del “Pré-Sal”, costa brasiliana, vi è ora un’ accesa discussione, sui rischi, per il paese, sull’estrazione in quantità di tale ricchezza, dal fondo dell’oceano. L’avvertenza: l’abbondanza di petrolio, se non è gestita bene, può diventare una maledizione, piuttosto che benedizione, come è avvenuto in altri paesi ricchissimi in petrolio, poveri in tutto il resto. Questa ricchezza, esistente nel sottofondo marino, può essere, effettivamente, ben venuta, poiché il progresso arrivi tramite lo sviluppo dell’industria di attrezzature specializzate non solo nell’estrazione, ma anche nella trasformazione commerciale di numerosi prodotti derivanti “dall’oro nero”. Le previsioni sono le più ottimiste, senza l’impedimento dell’influenza politica, quasi sempre presente, in queste situazioni, in qualsiasi parte del pianeta. Oggi, la ricchezza è nel sottofondo marino, ma il delirio si diffonde in tutto il territorio brasiliano.
to, procuram preservar essa fonte de energia, provavelmente até hipotecando o futuro. A importância que o petróleo adquiriu no mundo contemporâneo é de tal ordem que, ao redor dele passaram a gravitar os maiores interesses nos setores econômico, político, científico, bélico, e, até mesmo, literário. Os escritores encontraram no petróleo uma fonte inesgotável de inspiração para suas obras literárias, com vendagem excepcional pelo mundo inteiro. O escritor Jonathan Black, no livro: “O Ouro Negro”, inicia suas páginas com interessante nota redigida nestes termos: “Embora este livro seja um romance, uma obra de ficção, apoiei-me consideravelmente nos fatos históricos, a fim de proporcionar um quadro verdadeiro de como, realmente, opera a indústria petrolífera mundial. São acurados os relatos que faço das intrigas internacionais e da rivalidade na conquista das concessões para a exploração do petróleo no Oriente Médio. Por exemplo: cito uma troca de mensagens ácidas e bem pouco diplomáticas entre o Presidente Franklin Delano Roosevelt e o Primeiro-Ministro Winston Churchill, no auge da Segunda Guerra Mundial. A mensagens são autênticas e acessíveis ao público, embora, para conhecê-las, seja necessário buscar publicações um tanto misteriosas como a Foreign Relations of the United States, do Departamento de Estado. Gostaria, também, de ressaltar que muitas das estratégias e táticas utilizadas pelas minhas grandes companhias petrolíferas,
totalmente imaginárias, encontram paralelos muito aproximados na história e nas manchetes de jornais, como o mundo recentemente, e dolorosamente, aprendeu. O petróleo é riqueza e poder. Pode significar a Paz, ou a Guerra. E, acima de tudo, o petróleo e os homens que o exploram têm uma lei própria. Desde que foi anunciada a existência de gigantescas reservas de petróleo na camada do pré-sal, na costa brasileira, passou a existir uma acalorada discussão acerca dos riscos, para o país, sobre a extração, a granel, dessa riqueza, do fundo do oceano. A advertência: a abundância de petróleo, se não for bem gerida, pode tornar-se uma maldição, em lugar de uma benção, a exemplo do que tem ocorrido em outros países riquíssimos em petróleo, paupérrimos, no restante. Essa riqueza, existente no fundo do mar, pode ser, efetivamente, bem vinda, trazer o progresso através do desenvolvimento da indústria de equipamentos especializados não só na extração, como na transformação comercial de inúmeros produtos advindos do “ouro negro”. As previsões são as mais otimistas, apesar da influência política, quase sempre presente em tais situações, em qualquer parte do planeta. Hoje, a riqueza está no fundo do mar, mas o delírio se espalha pelo território brasileiro.
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L’intervista
di Fabiana Catena
A colloquio con il manager Emanuele Bernini
Ecco, come è nato “l’uomo Zegna” Il Brasiliano capace di assorbire nuovi modelli Dopoquesti ultimi 15anni inBrasile, cosasignificaper te, Emanuele, lavorarenel mercatodi lusso? Lavorare nel settore di lusso in Brasile secondo la mia esperienza personale è senza dubbio affascinante, si tratta di un settore Che mi ha dato grandi soddisfazioni e di una nicchia che offre tante opportunità. Quando sono arrivato mi sono trovato in un paese estremamente carente di offerte per l’abbigliamento e accessori Uomo/Donna. Nel ’96, anno del mio arrivo a San Paolo, i marchi presenti sul mercato erano pochissimi.
È stata progettata da un architetto italiano (Paolo Giachi) ed inaugurata nel 2005. La SHO&PURS è specializzata in accessori Donna di alto livello, e propone marchi quali Mil Mil, Jimmy Choo, Marc Jacobs, Giuseppe Zanotti, Mulberry, Stella Mc Cartney, Alexander Mc Quee ed altri. La boutique si è subito posta al numero 1 tra gli specializzati in accessori. Avendo un prezzo medio molto caro (vendita al pubblico) dovuto a tutti i costi dell’importazione, abbiamo scelto come priorità il servizio al cliente. Dal training del personale di vendita, alla scelta fondamentale del direttore della boutique, Nonostante sianopassati gli anni, sei l’UomoZe- al marketing, la comunicazione e le forme di gna della Daslù, un grande merito, complimenti! Ma pagamento, il delivery, il cambio della mercosasignifica, cosati hainsegnato? ce, le riparazioni, le sostituzioni, la consulenMi chiamavano “l’italianetto della Daslù!”. za alla clientela per la scelta dell’accessorio Dal ’97 al 2003 mi sono occupato del repar- giusto per ogni occasione, insomma, tutto to maschile all’interno della DASLÙ, gesten- è stato concentrato e messo al servizio soddo l’operazione Zegna e l’area commerciale disfacente per la crestita di un business così della boutique Daslù uomo. specifico. Ho visto in questi anni una trasformaLa stessa clientela che sa di spendere il zione rapida del gusto della clientela, una doppio del valore che in una boutique euclientela pronta a ricevere “informazioni” e ropea o americana, per acquistare sempre tendenze di moda. Sono rimasto molto sor- lo stesso articolo, ma che alla fine ci preferipreso delle capacita del brasiliano di “assor- sce per tutti questi motivi. bire”concetti di moda che a loro erano sconosciuti, specialmente al pubblico maschile. Per quantoriguardalaclientela? È stata una grandíssima esperienza!, Poi Ho trovato inoltre una clientela abituata dopo, uno dei progetti a cui ho partecipato, ad essere servita in modo molto speciale, dopo la mia uscita dalla Daslù, è stata l’aper- pur trattandosi di prodotti nuovi, marchio tura di uma boutique accessori per la Don- italiano, ho capito che dovevo propormi na. La SHO&PURS, nome del negozio, dove al pubblico con una serie di servizi di alto sono stato uno dei soci oltre che all’ideato- livello. Ad esempio il servizio di delivery, il re del progetto, come ti dicevo. Localizzata sarto a domicilio, un marketing ed uma conel centro commerciale Iguatemi, con circa municazione che si concentri direttamente 80 m² ed un’area di vendita di circa 40 m². sul cliente finale, che lo stimoli e lo faccia
Emanuele Bernini., “l’italianetto della Daslu”
Depois destes últimos 15 anos no Brasil, o que significa para você, Emmanuel, trabalhar no mercado de luxo? Trabalhar no setor de luxo no Brasil, a partir da minha experiência pessoal, é certamente fascinante, é um setor que me deu grande satisfação e um nicho que oferece tantas oportunidades. Quando cheguei, encontrei-me em um país extremamente pobre de ofertas, roupas e acessórios para homens e mulheres. Em 96, o ano da minha chegada em São Paulo, as marcas no mercado eram muito poucas. Apesar dos anos que se passaram, você é o homem da Zegna Daslu, um grande feito, parabéns! Mas o que isso significa, o que lhe ensinou? Eles me chamavam de “o italianeto da Daslu.” De 97 a 2003, trabalhei no departamento dos homens da Daslu, na gestão da operação e da área comercial da boutique Daslu Zegna homem. Eu tenho visto nos últimos anos uma rápida transformação do gosto dos clientes, uma clientela disposta a receber “informação” e as tendências da moda. Fiquei muito surpreendido com a capacidade do brasileiro “absorver” os conceitos de moda que eram desconhecidos, especialmente para os homens. Foi uma grande experiência!, Mais tarde, um dos projectos que eu assisti, depois de minha partida da Daslu, foi a abertura de uma boutique de acessórios para Mulheres. A SHO & PURS, o nome da loja na qual eu era um dos membros, bem como o criador do projeto, como eu disse. Localizada no Shopping Iguatemi, com cerca de 80 m² e uma área de aproximadamente 40 m² de ven-
das. Ela foi projeitada pelo arquiteto italiano Paul Giachi e inaugurada em 2005. A SHO & PURS é especializada em acessórios femininos de alto nível e aprsenta marcas como a Mil Mil, Jimmy Choo, Marc Jacobs, Giuseppe Zanotti, Mulberry, Stella Mc Cartney, Alexander Mc Quee e outras. A loja foi logo colocada como número 1 especialista em acessórios. Tendo um preço médio muito caro (de varejo), devido a todos os custos de importação, escolhemos como prioridade o serviço ao cliente. Desde a formação do pessoal de vendas, à escolha fundamental do diretor da boutique, marketing, comunicação e formas de pagamento, entrega, troca de mercadorias, consertos, substituições, assessorando clientes na escolha do acessório certo para cada ocasião, em suma, tudo foi concentrado e colocado ao serviço satisfatório pelo crescimento de um negócio tão específico. O mesmo público que sabe como gastar o dobro do valor em um estabelecimento europeu ou americano, para comprar o mesmo artigo, mas que no final nos prefere por todas essas razões. Quanto aos clientes? Eu também encontrei um público acostumado a ser servido de uma forma muito especial, apesar de nova, marca italiana, eu sabia que tinha a propor-me ao público com uma série de serviços de alto nível. Por exemplo, a prestação de serviços, o alfaiate em casa, um marketing e uma comunicação incidindo diretamente sobre o cliente final, e que o impulsiona e lhe faz sentir a sensação de exclusividade. Tudo isso eu aprendi durante meus 9 anos trabalhando na butique Daslu. O cliente sempre foi tratado como um rei! Dos convites
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sentire esclusivo.Tutto questo l’ho imparato durante i miei 9 anni di lavoro nella boutique Daslù. Il cliente è sempre stato trattato come un vero re! Dagli inviti speciali, allo stesso rapporto con il personale di vendita. I servizi personalizzati, gli inviti ai lanci delle collezioni, le preview e le feste a porte chiuse organizzate ad hoc, per ogni nuovo marchio internazionale. Doveecomesi vende? Quando si parla di Brasile, specialmente per il settorte Abbigliamento/Accessori il grande volume di Business si fa per il 60% nello Stato di San Paolo, di cui il 90% nella città di San Paolo. Centro di consumo più importante dell’America del Sud,le location più importanti sono 4: Centro Commerciale Iguatemi, centro Commerciale Cidade Jardim,Villa Daslù e Jardim. In queste quattro location gira il momdo del lusso dell’abbigliamento e dell’accessorio! Una volta inserito il marchio in queste
2/3 delle 4 location, si può pensare ad un progetto di distribuzione per le altre città del Brasile. In seconda posizione la città di Rio de Janeiro, è sempre un polo importante per il lusso, ma direi abbia un quarto dell’importanza di San Paolo. Si tratta di una clientela molto diversa, con usi e costumi totalmente differenti dalla clientela “paulista”. Generalmente il “carioca”spende i propri soldi a San Paolo, specialmente per articoli lussuosi. Brasilia è la terza città dove sta crescendo il consumo, poi Belo Horizonte, Curitiba, Porto Alegre,ed infine le città del nord come Recife, Natal e Salvador. Facevamoprima una distinzione importante sul mercatomulti-brand; nel casoincui un’aziendaitalianavolessedistribuireil proprioprodotto,ci sonoalcuni particolari datener presente, vero? Per quanto riguarda la boutique multi-brand presenti sul mercato brasiliano, ho imparato sulla mia pelle che sono boutique non preparate ad im-
especiais, à mesma relação com a equipe de vendas. Os serviços personalizados, convites para o lançamento das coleções, as visualizações e as festas com portas fechadas muito bem preparadas, para cada nova marca internacional. Onde e como você vende? Quando se fala do Brasil, especialmente para o campo Vestuário e Acessórios, o grande volume de negócios é de 60% no Estado de São Paulo, 90% dos quais na cidade de São Paulo. No mais importante centro de consumo na América do Sul, os locais mais importantes são 4: Shopping Center Iguatemi, Shopping Cidade Jardim, Villa Daslu e Jardim. Nestes quatro locais passa o mundo de luxo do vestuário e dos acessórios! Uma vez inserida a marca nestes 2 ou 3 das 4 posições, podemos pensar em um projeto de implantação nas outras cidades do Brasil. Na segunda posição, a cidade do Rio de Janeiro é sempre um importante centro de luxo, mas eu diria que tem um quarto da
importância de São Paulo. Esta é uma clientela muito diferente, com hábitos e costumes totalmente diferentes dos clientes “paulistas”. Geralmente, o “carioca” gasta seu dinheiro em São Paulo, especialmente para itens de luxo. Brasília é a terceira cidade onde o consumo está crescendo, em seguida, Belo Horizonte, Curitiba, Porto Alegre e, finalmente, as cidades do norte como Recife, Natal e Salvador. Fizemos antes uma distinção importante no primeiro multimercado da marca; no caso que uma empresa italiana queira distribuir seu próprio produto, existem alguns detalhes a serem considerados, é verdade? No que diz respeito a várias lojas da marca presente no Brasil, eu aprendi na pele que há lojas que não estão preparados para importação de luxo e para comprar produtos internacionais. A primeira razão é que elas vendem 100% dos produtos locais, e não têm mentalidade, estrutura e capacidade de entrar na Itália, por exemplo, durante a semana de moda de
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L’intervista portare ed acquistare prodotto internazionale. Il primo motivo è che vendono il 100% di prodotti locali, e non hanno mentalità, struttura e capacita di venire ad esempio in Italia durante la settimana della moda ad acquistare il nostro Made in Italy. In tutto Il territorio brasiliano troviamo al massimo 50 boutique multi-brand di livello medio/alto (sempre parlando di mercato locale). Per cui, nel caso una azienda italiana volesse iniziare un progetto di distribuzione dovrebbe inizialmente aprire una società in Brasile, importare la merce per conto proprio, e venderla alle boutique in moneta locale. Abbiamo detto che c’è una clientela che sa di pagareinBrasileper lostessoprodottochepotrebbe comprare inEuropa e negli Stati Uniti due otre volte il prezzo d’origine, una clientela che comunque è abituata a viaggiareea farespessa all’estero, eallora perchécomprareaSanPaolo? Questo esempio, fa capire che il
cliente conosce a fondo il problema del “prezzo”, il brasiliano sa che lo stesso prodotto costa la metà in America o in Italia. Ma spinto dal desiderio e dalla facilità di acquisto che ha sotto casa, e da tutti questi servizi, continua a comprare, anzi, quando viaggia all’estero compra meno. Anche perché la dogana brasiliana oggi è molto più informata di quando lo fosse 10 anni fa. È sempre più difficile per il viaggiatore fare grandi acquisti fuori paese. Per quanto riguarda le problematiche per un operatore, la più importante è l’operazione d’importazione delle merci. Nel casodi un’operazionedi import, cosadobbiamotener presente? L’imprenditore, oltre a costituire una società ad hoc per importare, deve avere uma regolamentazione chiamata “RADAR”. Il radar è l’unico strumento di cui una nuova azienda ha bisogno per poter importare prodotti all’estero.
comprar o nosso Made in Italy. Em todo o território brasileiro temos mais de 50 lojas multimarca de médio / alto nível (sempre falando sobre o mercado local). Assim, se uma empresa italiana começasse um projeto de implantação inicialmente iria abrir uma empresa no Brasil, importar as mercadorias para consumo próprio e vendêlas em moeda local.
estes serviços, continua a comprar, e, ao contrário, quando viaja para o exterior compra menos. Também porque a alfândega brasileira agora é muito mais consciente do que há 10 anos atrás. É cada vez mais difícil para o viajante fazer grandes aquisições fora do país. Relativamente às questões de um comerciante, o mais importante é o processo de importação de mercadorias.
Nós dissemos que existe uma clientela que sabe como pagar para o mesmo produto no Brasil o que poderia comprar na Europa e nos Estados Unidos, duas ou três vezes o preço de origem, uma clientela que está acostumada a viajar e ainda a fazer compras no exterior, então, por que comprar em São Paulo? Este exemplo sugere que o cliente conhece em profundidade o problema do “preço”, o brasileiro sabe que o mesmo produto custa metade nos Estados Unidos ou Itália. Mas, impulsionado pelo desejo e da facilidade de compra que tem perto de sua casa, e todos
No caso de uma importação, o que devemos lembrar? O empresário, além de constituir uma sociedade, uma empresa ad hoc para a importação, deve ter uma regulamentação chamado “RADAR”. O radar é o único instrumento que uma nova empresa precisa para importar produtos. É obtido através de um bom contador. Mas ele precisa de muita experiência nesse campo, porque a burocracia é muito complicada. Depois de abrir a empresa e obter o RADAR (precisando em média de 3/5 meses), a empresa pode começar a importar.
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Il piatto del mese
di Bruno Stippe
Il bucatini “alle cozze” I
frutti di mare sono molto presenti e fanno parte del pasto quotidiano degli italiani, appunto perché l’Italia è una penisola e ha una grande abbondanza e varietà di pesci e frutti di mare, e perciò iniziamo la nostra colonna con una buonissima ricetta di Bucatini con sugo di cozze, senza dubbio un piatto affascinante molto aromatico ed esotico, che può essere servito tanto in estate come in inverno, per inciso è una ottima opzione per la fine dell’anno, visto che i pesci e i frutti di mare sono ben accolti a capodanno. Buon Appetito Bucatini con Sugo di Cozze Ingredienti: 400g di Bucatini, 800 g di cozze sgusciate, 300 g di sugo di pomodoro, ½ tazza di olive nere, 4 spicchi d’aglio, 6 filetti di alice, prezzemolo tritato q.b., sale e pepe macinato al momento q.b., olio extravergine d’oliva, cozze con i gusci per abbellire.
Os frutos do mar são parte integrante e muito presentes na alimentação cotidiana dos italianos. Por se tratar de uma peninsola a Italia tem grande fartura e variedade de diversos peixes e frutos do mar. Assim sendo iniciamos nossa coluna com uma belissima receita de Bucatini com molho de Marisco, sem duvida um prato fascinante, muito aromático e exótico que pode ser servido tanto no verão como no inverno, inclusive uma ótima opção para seu final de ano, já que peixes e frutos do mar são muito bem aceitos na virada ou dia de ano novo. Buon Appetito. Bucatini com Molho de Marisco Ingredientes: 400g de massa tipo Bucatini, 800g de mariscos sem casca, 300g de molho de tomate, ½ xicara de azeitona preta, 4 dentes de alho, 6 files de aliche, salsa picada a gosto, sal e pimenta do reino moida na hora a gosto, azeite extra virgem a gosto, mariscos com casca para decorar.
Tritate la metà delle cozze e mettetele da parte, soffriggete velocemente in olio d’oliva l’aglio, le cozze tritate, le olive e l’alice, aggiungete il sugo e fate riposare finché sia bem saporito, poi unite il rimanente delle cozze sgusciate e mescolate bene, metteteci sopra delle cozze con guscio perché si scaldino bene, toglieteli e metteteli da parte, cuocete la pasta scolatela al dente e mescolatela, fate bollire un pò con il sugo, servite, cospargete il prezzemolo e abbellite con le cozze con il guscio.
Triturar a metade dos mariscos e reservar, refogar rapidamente no azeite o alho, os mariscos triturados, a azeitona e o aliche, junte o molho e deixe apurando até que esteja bem saboroso, então junte o restante dos mariscos sem casca e misture bem, coloque por cima alguns mariscos com casca para que aqueçam bem, retire-os e reserve, cozinhe a massa al dente, escorra e misture, deixe ferver um pouco com o molho, sirva, polvilhe a salsa e finalize com os mariscos com casca.
Bruno Stippe è la quinta generazione di cuochi, da 26 anni lavora nella cucina italiana, Chef proprietario della Cantina “C. ..Que Sabe!” nel quartiere del Bixiga a San Paolo, Presidente della Federazione Italiana Cuochi per il Brasile e l’America latina, Vice Presidente della AREGALA Brasile (Associacion de Restauradores Gastronomicos de las Americas), direttore del AREGALA Internacional, Sommelier Internacional FISAR (Federazione Italiana Sommeliers Albergatori e Ristoratori) n. 071842, Campeone di gelateria salata nel 2009 in Italia da parte della stampa mondiale nella Coppa Mondiale di Gelato in Tavola – SIGEP, Chef ufficiale del “Mercadão” (Mercato Comunale di San Paolo), da 20 anni presentatore del programma televisivo “Pilotando o Fogão”.
Bruno Stippe É a quinta geração de cozinheiros e atua a 26 anos em cozinha italiana, é Chef proprietário da Cantina C...Que Sabe! no Bixiga em S.Paulo, Presidente da Federazione Italiana Cuochi (Federação Italiana de Chefs) para o Brasil e América Latina, VicePresidente de AREGALA Brasil (Associacion de Restauradores Gastronomicos de las Americas) e diretor de AREGALA Internacional, Sommelier Internacional FISAR (federazione italiana sommeliers albergatori e ristoratori) nº 071842, Campeão de sorveteria salgada em 2009 na Itália pela imprensa mundial na Copa Mundial Gelato in Tavola – SIGEP, Chef oficial do Mercadão (mercado municipal paulistano), apresentador há 20 anos do programa de televisão “Pilotando o Fogão”
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Arte
di Luigi Girardi
La Mostra fotográfica di José Carlos Bellantuono
L’ambasciatore pugliese con l’obiettivo San Paolo – Un successo, un grande successo la mostra fotografica, inaugurata il 4 dicembre e che resterà aperta fino al 10 gennaio 2010, al Circolo Italiano, del fotografo José Carlos Bellantuono. “Radici di Puglia” è un viaggio metaforico verso le radici di una umanità di confine”– dove il limite lo si vive come duplice segno di divisione ed unione. Il fotografo e creative design José Carlos Bellantuono, infatti, analizza questa sua nuova mostra alla luce del suo passato e del suo presente: “Due culture, due vite che non si annullano, né si negano, nell’arte come nella vita”. Il linguaggio adottato è quello della fotografia e della cultura, due forme d’arte diverse e divergenti, ma declinate sotto l’arco della medesima volontà: fare del paesaggio naturale del nostro territorio un (s)oggetto d’arte. A dispetto del nome, il progetto “radici della Puglia” prende vita in Brasile durante un viaggio dell’autore nel nord este di quest’immensa nazione.
In visita all’Istituto d’artigianato bahiano MAUA, il fotografo acquista delle sculture in carbone dell’artista brasiliano Roberto Nascimento Dos Santos, La particolarità delle sue opere è insita nel messaggio ecologista ed artistico che le stesse lasciano palesare. Così come tronchi e radici, disegnati dal fuoco, pongono l’accento sul problema – mondiale – della deforestazione dell’Amazzonia, anche gli Ulivi secolari possono inviarci la loro richiesta d’aiuto. Le radici, segno della vita che c’era e che ci sarà, divengono segno d’arte ed omaggio al più significativo simbolo della nsotra regione. Impronte secolari “L’urlo dell’Ulivo” Il celebre scatto L’Urlo dell’Ulivo, accolto da tempo nella biblioteca scientifica del Munch Museum di Oslo. Lo scatto è nato da una particolare riflessione sulle forme antropomorfe e zoomorfe che la natura concede a chi le sa cercare. La riflessione intimista degli scatti segue i canoni di Munch, che in una celebre
pagina definì la sua arte “un tentativo di chiarire a se stesso in che relazione siamo con la vita, una sorte di egoismo, con il quale aiutare gli altri a vedere più chiaro”. Ogni fotografia, presentata nella mostra, incatena chi l’ammira grazie alla profonda carica emotiva, cercata tra le forme ancestrali di questi testimoni storici della natura, figure dai contorni irreali ma intrisi di una materialità tutta terrena. Vere e proprie sculture viventi, gli Ulivi diventano scrigni per la storia della Puglia e dei pugliesi, che spesso ne dimenticano il loro valore storico, artistico, economico e turistico. E così, rinnovando il loro tributo ad un territorio, quello pugliese, i fratelli Bellantuono hanno fatto del nostro paesaggio un ‘s-oggetto” d’arte. I soggetti ritratti in questa esposizione fotografica sono stati realizzati nella piana degli ulivi, una zona della regione Puglia a sud della provincia di Bari, che comprende i comuni di Monopoli, Polignano, Fasano ed Ostuni, nell’area geografica indicata c’è una forte presenza di alberi di Ulivi Secolari.
In arte, fotografo Nato a San Paolo del Brasile il 7 ottobre 1969, José Carlos Bellantuono forgia il suo sentire artistico dapprima nello studio fotografico di famiglia e poi nelle molteplici esperienze lavorative nel settore della comunicazione. Riflessivo,maturo,ma contemporaneamente sperimentale, l’operato di Bellantuono ha sempre come risultato finale un forte imptto visivo ed espressivo, proprio come in ques’ultimo progetto Natural Elements, ispirato ai dettamidella celebre ecoart, i cui echi ritornano con pregio lungo i singoli eempi di questa esposizione. In questa ricerca artistica, bellantuono volge il suo sguardo agli elementi naturali ed alle forme da essi generate. Pugliese d’azione, il fotografo e creativedesign italo-brasiliano ha incentrato tutto il suo operato sulla naturale poesia del territorio pugliese e caratteristica del suo biglietto da visita: gli Ulivi Secolari.
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Nascido em São Paulo, Brasil, em 7 de outubro de 1969, José Carlos Bellantuono forja seu sentimento artístico, inicialmente no estúdio fotográfico da família e, depois, nas múltiplas experiências de trabalho no setor da comunicação. Reflexivo, maduro, mas ao mesmo tempo experimental, o trabalho de Bellenatuono sempre tem como resultado final um forte impacto visual e expressivo, exatamente como neste último projeto Natural Elements, inspirado nos princípios da famosa ecoarte, cujos reflexos são a qualidade de cada um dos exemplares desta exposição. Nesta busca artística, Bellantuono volta seu olhar para os elementos naturais e as formas criadas por eles. Pugliese de ação, o fotógrafo e creative design ítalo-brasileiro concentrou todo seu trabalho na poesia natural de território da Puglia e em seu cartão de visitas mais característico: as Oliveiras Seculares.
Raízes da Puglia “é uma viagem metafórica para as raízes de uma humanidade de fronteira” – onde se vive o limite como duplo sinal de divisão e união. O fotógrafo e creative design José Carlos Bellantuono analisa esta sua nova mostra à luz de seu passado e de seu presente: “Duas culturas, duas vidas que não se anulam nem se negam, tanto na arte quanto na vida”. A linguagem adotada é a fotografia e a escultura, duas formas de arte diversas e divergentes, mas sob a égide da mesma vontade: fazer da paisagem natural de nosso território um objetivo (tema) de arte. Apesar do nome, o projeto “raízes da Puglia” inicia-se no Brasil durante uma viagem do autor no nordeste desta imensa nação. Visando o Instituto de Artesanato Baiano MAUA, o fotógrafo adquire esculturas em carvão do artista brasileiro Roberto Nascimento Dos Santos. A singularidade de suas obras está implícita na mensagem ecológica e artística que estas demonstram. Assim como troncos e raízes, desenhados
pelo fogo, enfatizam o problema – mundial – do desmatamento da Amazônia, as Oliveiras Seculares também podem nos mandar um pedido de ajuda. As raízes, sinais da vida que existia e existirá, tornam-se sinais de arte e homenagem ao mais significativo símbolo de nossa região.
Josè Carlos Bellantuono e una sequenza fotográfica nel giorno dell’inagurazione della Mostra, per la prima volta, al pianoterra del Circolo Italiano.
Vestígios seculares “O grito da Oliveira” A célebre fotografia L’Urlo dell’Ulivo, há muito tempo no acervo da biblioteca científica do Munch Museum de Oslo, nasceu de uma reflexão especial sobre as formas antropomórficas e zoomórficas que a natureza concede a quem as sabe procurar. A reflexão intimista das fotos segue os cânones de Munch, que em um famoso escrito definiu sua arte “uma tentativa de esclarecer para si mesmo qual a nossa relação com a vida, uma espécie de egoísmo, com o qual ajudam os outros a verem mais claramente”. Cada fotografia apresentada na mostra, cativa quem a olha à profunda carga emotiva, buscada entre as formas ancestrais
desses testemunhos históricos da natureza, figuras de contornos irreais, mas impregnadas de uma materialidade completamente terrena. Autênticas esculturas vivas, as Oliveiras tornam-se o repositório da história da Puglia e dos Puglieses, que muitas vezes esquecem seu valor histórico, artístico, econômico e turístico. Assim, renovando seu tributo ao território da Puglia, os irmãos Bellantuono fizeram de nossa paisagem um “tema-objeto” de arte. As fotografias desta exposição foram feitas na planície das oliveiras, uma zona da Região Puglia ao sul da província de Bari, que compreende as cidades de Monopoli, Polignano, Fasano e Ostuni. Nesta área geográfica há uma grande quantidade de Oliveiras Seculares.
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Un umbro speciale
di Franco Alberti
Nella festa di Fine Anno gli alunni dei corsi di italiano del Circolo Italiano un ricordo per Mattoli
Nostalgia sì, San Paolo – “Signore e Signori, Buona sera! Eccoci qui ancora una volta per far festa insieme.Un altro anno volge al termine. Stiamo imparando la lingua italiana, gli usi e i costumi italiani, abbiamo visto qualcosa sull’Italia di ieri e sull’Italia di oggi. Dirvi che è una esperienza meravigliosa è poco e stasera, ancora una volta, vogliamo esprimere il nostro grazie a tutti coloro che ci accompagnano in questa esperienza. Permetteteci, però, di iniziare la nostra festa ricordando una grande figura che ci ha lasciati nel mese di luglio. Sì, ci riferiamo proprio alla grande perdita che abbiamo avuto con la partenza dell’Ingegnere Socrate Mattoli. Siamo sicuri che stasera anche lui è presente e ci è vicino, come sempre faceva, con il suo sorriso, la sua compiacenza e la sua semplicità. Alla fine della prima parte della serata vi presenteremo alcune foto di questa straordinaria figura che tanti di voi hanno avuto la fortuna di conoscere. Che dire? Era un uomo di grande sapienza, ma nello stesso tempo con una presenza sempre discreta! Coraggioso, austero, sempre disponibile...Giusto, ma nello stesso tempo generoso e comprensivo.. Nostalgia sì, tristezza no! Stasera abbiamo il piacere di avere in mezzo a noi la Prof. Nicoletta Mattoli che per tanti anni è vissuta a fianco del suo caro marito. - Signora Nicoletta, ci permetta che
Le consegniamo una copia di un nostro semplice lavoro che abbiamo preparato in omaggio all’indimendicabile Suo marito e che più avanti vedremo insieme. L’alunna Nathalia, a nome di tutti noi, L’abbraccia e questo semplice gesto vuole essere un ringraziamento per la grande opera che Lei e Suo marito hanno portato avanti per tanti anni sia al Circolo Italiano, sia al collegio Eugenio Montale, come anche alla Fecibesp, alla ‘Usina Hidroeletrica Itaipu’, solo per nominare alcune di queste preziose opere”. Con queste parole, piene di sincera ammirazione per Socrate Mattoli, Karen e Claudio, i presentatori della serata, hanno aperto i festeggiamenti degli alunni (fine anno) dei corsi d’italiano la sera del 7 dicembre, nel salone delle feste del sodalizio dell’Av. São Luiz. Una manifestazione tutta dedicata al grande umbro di Foligno, Socrate Mattoli. Poi c’è stato un omaggio visivo, sullo schermo a destra del palco. In silenzio, questo momento di nostalgia, di amicizia, di comunione è stato accompagnato dai presenti. Con il sottofondo musicale della canzone “Partirò”, di Andrea Boccelli, varie foto di quest’indimenticabile grande uomo passavano sullo schermo, con tante belle frasi: “Un più che giusto ricordo dell’Ing. Socrate Mattoli, gli alunni ed i professori del corso di italiano gli presentano questo semplice omaggio.” E ancora: “Dott. Socrate, il Suo coraggio, la Sua onestà, il Suo esempio di vita
sono un’eredità che Lei ci ha lasciato... Non ce ne dimenticheremo mai!”. Di seguito: “Grazie, grazie, mille grazie, Dott. Socrate! Ci rivedremo...Nostalgia sì, tristezza no! Ciao! Arrivederci!!!”.... mentre davanti a tutti appariva una foto dell’Ingegnere guardando verso una porta dalla quale arrivava un fascio di luce... In sala, visibilmente commossa, Nicoletta, l’inseparabile moglie di Socrate. La commozione era generale! Si arrivava così alla parte conclusiva: cena a base di penne al pomodoro con braciola. In chiusura gli attesi sorteggi: une borsa di studio annuale e due semestrali, sei bottiglie di vino offerte dal Direttore Franco Di Bisceglie, 11 dizionari offerti dalla FECIBESP ed un paio di orecchini in argento donato dalla Sig.ra Amneris Michels. Abbracciandosi, salutandosi e augurandosi Buone Feste gli alunni, familiari e amici si davano l’arrivederci al prossimo anno.
CORSO INTENSIVO Se qualcuno volesse inscriversi ai corsi di italiano del Circolo Italiano, le iscrizioni sono già aperte. Ci sarà un corso intensivo in gennaio e nel mese di marzo riprenderanno le lezioni di tutti i gruppi dei vari livelli. Ulteriori informazioni con il Prof. Raffaele. (tel. 2189-2912).
Socrate Matoli (a destra) era nato a Foligno - Umbria. Figura nota, soprattutto, per la sua umanità in tutta la rete italo-brasiliana. Sopra Matoli (in alto al centro,), in una foto di famiglia “della Fecibesp (Federacione delle Entità culturali italo-brasiliana di San Paolo). Al ricordo dell’umbro Speciale, si unisce anche la redazione tutta di “Sudamerica Oggi”
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, tristezza no! São Paulo Senhoras e Senhores, Boa noite! Aqui estamos novamente para comemorar juntos mais um ano que chega ao fim. Estamos aprendendo o idioma italiano, hábitos e costumes, vimos algo sobre a Itália de ontem e a Itália de hoje. Dizer-lhes que é uma experiência maravilhosa neste momento é muito pouca coisa e, mais uma vez, queremos expressar nossos agradecimentos a todos aqueles que nos acompanham nesta experiência. No entanto, para começar a nossa festa lembramos uma grande figura que nos deixou em julho. Sim, estamos nos referindo à grande perda que tivemos neste ano com a partida do engenheiro Socrate Mattoli. Estamos confiantes de que esta noite ele está presente e está perto de nós, como sempre fez, com seu sorriso, sua satisfação e sua simplicidade. No final da primeira parte da noite, iremos apresentar algumas fotos desta figura extraordinária que muitos de vocês tiveram a sorte de conhecer. O que dizer? Ele era um homem de grande sabedoria, mas, ao mesmo tempo com uma presença sempre discreta! Corajoso, austero, sempre disponível ... Imparcial, mas ao mesmo tempo generoso e benévolo ... Saudades sim, tristeza não! Hoje à noite temos o prazer de ter em nosso meio a Professora Nicoletta Mattoli, que por muitos anos viveu ao lado de seu amado marido. - Sra. Nicoletta, tomamos a liberdade de entregar-lhe uma cópia de um nos-
so simples trabalho que temos preparado para uma homenagem póstuma ao seu inesquecível marido e que, juntos, vamos ver mais tarde. A aluna Nathália, em nome de todos nós, vem abraçá-la e este gesto simples quer ser um agradecimento pelo grande trabalho que a Senhora e seu marido têm levado pra frente por muitos anos, tanto no Circulo Italiano, tanto no Instituto Eugenio Montale, bem como na Fecibesp, e na ‘Usina Hidroelétrica Itaipú, para citar apenas algumas destas valiosas obras”. Com estas palavras, cheio de sincera admiração por Socrate Mattoli, Karen e Claudio, os apresentadores da noite, abriram as festividades dos alunos (final do ano) dos cursos de italiano na noite de 07 de dezembro, no salão do Sodalício, em Av. São Luiz. Um evento todo dedicado ao grande umbro de Foligno, Socrate Mattoli. Depois, houve uma homenagem visual na tela à direita do palco. Em silêncio, esse momento de nostalgia, de amizade e de comunhão era acompanhado pelos presentes. Com a melodia da canção “Partirei”, de Andrea Boccelli, várias fotos do grande e inesquecível homem passavam na tela, com tantas lindas frases: “Alunos e professores do curso de italiano oferecem essa singela homenagem à memória do Eng. Socrate Mattoli”. E ainda: “Dr. Socrate, sua coragem, sua honestidade, seu exemplo de vida é a melhor herança que o Senhor nos deixou ... Não poderemos esquecer isso nunca!”.
Finalizando,: “Obrigado, obrigado, mil vezes obrigado, Dr. Socrate! Nós veremos de novo ... Saudades sim, tristeza não! Tchau! Até logo!!!”.... enquanto isso na tela abriu-se uma foto do Engenheiro olhando na direção de uma porta de onde vinha um raio de luz ... Na sala, visivelmente comovida, Nicoletta, a inseparável esposa de Socrate. A comoção era geral! Chega, então, a parte final da festa: Jantar com “penne al sugo com braciola”. No encerramento o tão esperado sorteio: uma bolsa anual e duas semestrais aos alunos já matriculados, seis garrafas de vinho oferecidas pelo diretor Franco Di Bisceglie, 11 dicionários oferecidos pelo FECIBESP e um par de brincos de prata doado pela Sra. Amneris Michels. Entre abraços e cumprimentos, desejando-se Boas Festas, os alunos, familiares e amigos se davam o “arrivederci” até o próximo ano.
CURSO INTENSIVO Se alguém quiser se inscrever nos Cursos de italiano do Círculo Italiano, as inscrições já estão abertas. Haverá um curso intensivo em janeiro e no mês de março serão retomadas as classes de todos os grupos dos diferentes níveis. Mais informações com o Prof. Raffaele (tel. 2189-2912).
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Personaggi
di Ana Ignazio
capelli Da oltre 40 anni sulla breccia José Carlos Beile
Lo scultore dei
San Paolo - Non ci vuole molto per incontrare José Carlos Beile a San Paolo. Lui sta nell’Edificio Italia, al centro della città, e questo fatto è sufficiente per arrivare fino a lui. “Buon pomeriggio, Lei conosce Jose Carlos, il barbiere?”. È difficile che qualche dipendente del palazzo non conosca la risposta a questa domanda. Non bastassero i quasi 30 anni che è lì, “Zé” è famoso anche per la sua simpatia. Di lingua sciolta e sorridente, si fa notare in qualsiasi ambiente. Il suo salone non sembra essere sufficientemente ampio per accogliere tutti i clienti che ha conquistato in quasi mezzo secolo di professione, carico di energia, di ottima presenza e facile di conversazione. In una sala con circa 10 m², Zé riceve medici, avvocati, uomini d’affari, politici e giornalisti, che rappresentano la maggior parte dei suoi clienti da decenni. Questo approccio come giornalista è iniziata con Joelmir Betting, il suo primo cliente dei mezzi di comunicazione. “Lavoravo in un salone in cui il deceduto Gilberto Adrien frequentava e lì lui
ha condotto Joelmir. Ho avuto l’opportunità di riceverlo e diventammo amici. Ho un affetto speciale per lui. Mi ha fatto tutti questi clienti, è stato il mio divulgatore”, dice. Joelmir lo ha presentato a molti colleghi giornalisti e lo ha portato fino alla Radio TV Globo. Subito la sua fedele clientela è aumentata ed, oltre al proprio Joelmir, che taglia con lui i capelli da più di 44 anni ed è l’unico ad avere il privilegio di avere il suo servizio a domicilio. È stato próprio lui che, ispirato in Zé, ha progettato un concetto gerarchico nel settore dell’estetica, definendolo “architetto capillare”, come è conosciuto nell’ambiente. “È stato lui a darmi questo titolo perché mi há detto che io non erro barbiere e neanche parrucchiere, erro architetto capillare”, spiega orgoglioso della sua reputazione professionale. Sotto il suo rasoio sono già passati i capelli di Carlos Nascimento, Vladimir Hearzog, Carlos Tramontina, Cleber Machado, Chico Pinheiro, Cesar Tralli, José Luiz Datena, Amaury Soarez, Marco Antonio, Luiz Malavolta, Milton Leite, Umberto Pereira, tra i tanti. Nel fare questo elenco di
tanti giornalisti che sono stati o sono suoi clienti, l’espressione “molto mio amico” ed il grande sorriso sul suo viso sono una costante. In aggiunta a “buoni amici”, tutti sono molto speciali, delle persone meravigliose. Le pareti della sua stanza sono ricoperte di foto di “persone importanti”, di cui la maggior parte sono giornalisti della Globo, dove si reca una volta al mese per tagliare i capelli del personale di sesso maschile. Zé ha anche la tessera per entrare nei locali come gli altri funzionari. Il suo lavoro? Architetto Capillare.“Sono molto popolare. Io vado dappertutto nei locali di questa TV”. Presta un servizio simile a questo alla Rede Bandeirantes, dove si aggira con la sua borsa marrone e la sua simpatia incrollabile. “Mi diverto molto, e disturbo abbastanza. Sono troppo amico”, dice. Questa amicizia, nella maggior parte dei casi, è accompagnata da un sacco di fiducia dei clienti, che continuano a ritenere Zé un grande confidente. “Sempre sento che il tizio ha ricevuto una multa a causa
di una rescissione di contratto e che caio ha dovuto cambiare lavoro.” Ma lui è molto discreto e ci tiene a preservare l’identità di tutti i suoi clienti. “Non amo i pettegolezzi. Per conoscere la vita degli altri, non è com me. Non mi piace invadere la vita privata di nessuno “, sottolinea. Nonostante la simpatia, non tutti i clienti corrispondono al suo temperamento loquece. Un esempio è Vladimir Hearzog, cliente di Zé negli anni ‘60. “Anche Vlado fu mio cliente. Entrava nella sala in silenzio e ne usciva muto con i suoi ‘occhioni’. Era un uomo tranquillo, tranquillo “, ricorda. In questo caso il suono che riempiva la sala era solo quello del rasoio he tagliava i capelli e il fuscio delle pagine del giornale che Vlado stava leggendo, mentre Zeé era in azione. Normalmente, il clima è più animato. Il giorno che la rivista “IMPRENSA” è andato a trovarlo, lui si preparava per tagliare i capelli di John Oliveira, ancora della TV Bloomberg, suo cliente fin dal 2000. “A volte lui gesticola più che tagliare i capelli”, scherza João.
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Nella foto a sinistra, José Carlos Beile “nell’esercizio delle sue funzioni”con il famoso giornalista Joelmir Beting e a fianco insieme a un volto noto del giornalismo televisivo brasiliano, Carlos Nascimento
São Paulo - Não é preciso ter muitas informações para encontrar José Carlos Beile em São Paulo. Ele fica no Edifício Itália, no centro da cidade, e esse dado já é suficiente para chegar até ele. “Boa Tarde, conhece o José Carlos, o barbeiro?”. Difícil algum funcionário do prédio não saber responder a esta pergunta. Não bastasse os quase 30 anos em que está lá, Seu Zé também é famoso por sua simpatia. Falante e sorridente, faz-se perceber em qualquer ambiente. Seu salão parece não ser grande o suficiente para acolher a todos os clientes que conquistou ao longo de meio século na profissão, nem para comportar tamanha energia, presença e conversa. Em uma sala com cerca de 10 m², Zé recebe médicos, advogados, empresários, políticos e jornalistas, que representam a maior parte de sua clientela há décadas. Essa aproximação com os jornalistas começou com Joelmir Betting, seu primeiro cliente da imprensa. “Eu trabalhava em um salão em que o fale-
cido Gilberto Adrien frequentava e ele levou o Joelmir. Tive a oportunidade de atendê-lo e fiquei amigo. Tenho um carinho muito especial por ele. Ele me arranjou toda essa clientela, foi meu cabo eleitoral”, conta. Joelmir o apresentou para muitos colegas jornalistas e levou o Zé até a Rede Globo. Logo surgiram muitos clientes fieis, além do próprio Joelmir, que corta com ele há 44 anos e é único a ter o privilegio de contar com seu serviços em domicílio. Foi ele também que, inspirado em Zé, concebeu uma nova hierarquia no ramo da estética, chamando-o de “Arquiteto Capilar”, como é conhecio no meio. “Ele me deu esse titulo porque disse que eu não era nem barbeiro nem cabelereiro, era Arquiteto Capilar”, explica, orgulhoso de sua reputação profissional. Por sua navalha também já passaram os cabelos de Carlos Nascimento, Vladimir Herzog, Carlos Tramontina, Cleber Machado, Chico Pinheiro, Cesar Tralli, José Luiz Datena, Amaury Soarez, Marco Antonio, Luiz Malavolta, Milton Leite e Umberto Pereira, entre muitos outros.
Enquanto vai listando a infinidade de jornalistas que são ou já foram seus clientes, a expressão “muito meu amigo” e o largo sorriso no rosto são uma constante. Além de “muito amigo”, todo mundo é “muito especial, uma pessoa maravilhosa mesmo”. As paredes de seu salão são cobertas de fotos com “gente importante”, a maioria jornalistas da Globo, aonde vai uma vez por mês cortar o cabelo do pessoal da rama masculina. Zé tem até crachá próprio para entrar na emissora. Seu cargo? Arquiteto Capilar. “Sou bastante popular. Eu circulo tudo lá nessa TV.” Também presta serviço similar na Rede Bandeirantes, onde freqüenta camarins com sua maleta marrom e simpatia inabalável. “E brinco muito, perturbo bastante. Fico amigo demais”, conta. Essa amizade, na grande maioria dos casos, é acompanhada de muita confiança dos clientes, que ainda consideram Zé um grande confidente. Sempre fico sabendo de uma multa que fulano recebeu por causa
de uma rescisão de contrato e dos motivos que fizeram sicrano mudar de trabalho. Mas ele é muito discreto e faz questão de preservar a identidade de todos os seus clientes. “Detesto fofoca. Para saber sobre a vida dos outros, não é comigo. Não gosto de invadir a privacidade de ninguém”, frisa. Apesar da simpatia, nem todos os clientes correspondem ao seu temperamento falante. Um exemplo é Vladimir Herzog, cliente de Zé na década de 1960. “O Vlado foi meu cliente também. Ele entrava calado no salão e saia mudo com o ‘zóião dele’. Era um cara quieto, quieto”, lembra. Nesse caso o som que tomava conta do salão era somente o de navalha no cabelo e páginas de jornal que Vlado lia em quanto o Zé estava em ação. Normalmente, o clima é mais animado. No dia em que IMPRENSA o visitou, ele estava preparado para cortar o cabelo de João Oliveira, âncora da TV Bloomberg, seu cliente desde 2000. “Às vezes ela gesticula mais do que corta”, brinca João.
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La gelleria della memoria
di Marcos Lucio de Moura e Souza Jr.
L’opera di un grande Calabrese: Cosmo Maradei
Dal “Paradiso Mediterraneo”,
con passione San Paolo: Una baracca di legno in una strada stretta, nel rione Jabaquara. Due macchine usate. E il portafoglio di un cliente estremamente modesto. Non era altro che una delle più antiche stamperie di San Paolo quando fu fondata quattro decenni fa. Il suo proprietario era un giovane italiano che divenne uno dei più grandi nomi del paese nel segmento dello stampaggio ad iniezione di parti in plastica. Cosmo Maradei non aveva ancora completato trent’anni quando decise che poteva fare di più se lasciasse il lavoro di tornitore in una fabbrica di giocattoli in città e montasse la sua piccola officina per la fabbricazione di stampi ad iniezione. In pochi anni il negozio si trasferì in un piccolo edificio nella via Palermo, rione Jabaquara; più tardi si trasferì ad un impianto a Diadema e più tardi ancora in un edificio industriale progettato dallo stesso Cosmo a San Paolo, nel quartiere Sacomã, indirizzo attuale della società. La Cosmolde – unione appropriata del primo nome del suo fondatore con il nome del suo prodotto - ha 42 anni di stampi. I suoi principali clienti sono Bosch, Denso, Behr, Plascar, Gate, Colormaq e Pelzer. Molti di loro del settore automotivo, ma anche dei settori elettrodomestici e giocattoli. Cosmo è nato a Orsomarso, città situata tra le montagne della Calabria nel sud Italia. Ha vissuto nella sua prima infanzia, a fianco dei 4 fratelli, le tragedie della Seconda Guerra Mondiale: la
scarsità di cibo, i nascondigli nelle rocce per difendersi dai bombardamenti, le luci spente per evitare che le case fossero bersagliate, la perdita di sua madre. A 18 anni ha ripetuto il percorso che era stato fatto alla fine del secolo 19º e inizio del 20º da tanti e tanti immigrati italiani: il giovane calabrese che proveniva da una famiglia di contadini è venuto in Brasile. Si incantò con l’idea di lavorare con le macchine invece che di lavorare con la terra. E pensava che in Brasile avrebbe avuto più possibilità di andare avanti. Ricevette una telefonata da uno zio, che già si era stabilito a San Paolo, e lasciò il padre e i fratelli per affrontare un nuovo paese. Senza parlare una parola di portoghese, sbarcò a Santos. Era l’anno 1956. Qualche tempo dopo, Cosmo si sarebbe formato nel corso di progettazione stampi in plastica nella scuola Pro-tec. Lavorò per alcune aziende, tra cui la “Estrela” (Stella), poi decise di costruire la sua officina. Nella Cosmolde in um capannone improvvisato nel rione Jabaquara, cominciò a produrre - con un torno a cinghia e un trapano di banco – pezzi per altre stamperie. Più tardi avrebbe descritto questo periodo con orgoglio e buon umore dicendo che “caricava ferro sulla schiena “, perché non aveva l’automobile, e che, al tempo stesso, era acquirente di materie prime, tornitore e venditore del prodotto. A volte il capannone era anche la sua casa.
Quando il lavoro si prolungava più del necessario, era anche il luogo dove dormiva. Cosmo si sposò nel 1969 con Norma, figlia di immigrati italiani, nata a San Paolo. La coppia ebbe tre figli: Marcelo, Maria Lucia e Maria Isabel. In quello stesso anno, La Cosmolde aveva due clienti di prestigio, Brasilit (per la quale produceva stampi per le rondelle delle teglie) e a Arteb (per la quale produceva stampi per le parti dei fanali). La società era in grado di produrre stampi fino a due tonnellate. Nella seconda metà degli anni ‘70 la Cosmolde fece un passo che la distaccò dalle altre stamperie di San Paolo. Acquistò una elettro-erosione Mitsubishi - la prima in Brasile - che gli permise di fornire servizi ad altre officine del settore. La gamma di clienti aumentava: Polimatic (stampi per l’elettronica), Estrela, General Motors e VDO (stampi per tachimetro). La società, tuttavia, era ancora limitata a stampi di piccole dimensioni. Cosmo già contava con un gruppo di funzionari e non aveva bisogno - come negli anni precedenti - di svolgere tutte le funzioni aziendali. Ma lui era ancora innamorato delle macchine e della produzione. Nella mattinata negoziava con i clienti e si occupava della gestione aziendale. Nel pomeriggio andava alla ferramenteria. L’azienda aveva due torni, ma solo un tornitore meccanico. Uno dei torni era operato dallo stesso imprenditore - e solo da lui. La fabbrica aveva anche due smerigliatrici
e cinque frese manuali. Nel 1975, Cosmo fonda un’altra azienda la plastica Maradei per iniettare pezzi in plastica. Arrivarono ad occupare gli edifici vicini nella città di Diadema. Negli anni 80, la Cosmolde dava nuovi salti produttivi e ampliava l’elenco dei clienti. Con poco più di 20 dipendenti - di cui 6 designers - l’azienda era dotata di un alesaggio, 4 macchine per elettroerosione,smerigliatrici, una grande rettifica e una pressa di 120 tonnellate di forza di chiusura. La fabbrica era così in grado di produrre stampi fino a 5 tonnellate. Tra i suoi clienti c’erano Arno, Philips, Wapsa, Walita, Facit, Stella, Console, Hiamara, Mercedes Benz, Singer. Fu allora che la Cosmolde iniziò a produrre stampi per le parti con alto grado di complessità e nelle quali poi l’azienda finì per specializzarsi. Era il momento opportuno, i gruppi automobilistici stavano espandendosi ampliando la loro produzione nel paese e consolidando nella regione ABC di San Paolo un importante polo automobilistico. Ma fino alla fine degli anni ‘80, il numero di ferramenterie per lo stampaggio a iniezione di materie plastiche a San Paolo era ancora piccolo per soddisfare la crescente domanda delle case automobilistiche e dell’industria delle materie plastiche in genere. La Cosmolde, che in quel periodo lavorava a Diadema, ha saputo esplorare questo spazio ed è cresciuta con le case automobilistiche. Molti dei veicoli che
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Calabria, meglio conosciuta come il “Paradiso Mediterraneo”
uscivano dalle linee di montaggio avevano componenti iniettati con i modelli della Cosmolde: Passat, Corsel, Del Rey, Monza, Tempra, Palio, tra gli altri. Oggi molti dei nuovi modelli di automobili e camion fabbricati in Brasile dalla General Motors, Volkswagen, Fiat e Ford hanno pezzi iniettati con le linee della Cosmolde. Nella fine degli anni ‘80, una vettura aveva circa 3 kg. di pezzi in plastico, nella metà degli anni ‘90, questo numero era vicino a 25 kg. Attualmente si stima che um’automobile può contenere fino a 100 kg. di parti in plastico. Nel 1991,l’azienda esce di nuovo davanti alle concorrenti dando inizio al processo di informatizzazione del dipartimento di progettazione. Vengono lasciati da parte i tavoli da disegno ed entrano i computer. Il primo passo è stato quello di attuazione nel sistema di lavorazione CNC. Fu pioniere nel processo di fermentazione, sotto la guida dell’attuale responsabile di ingegneria della Cosmolde, Alberto Hata, che in quell’epoca era uno dei progettisti. Il lavoro coinvolgeva le attività inerenti la formazione, la contrattazione del personale e l’ammodernamento delle macchine. Ci sono voluti tre anni per portare a termine l’implementazione del nuovo metodo di lavoro. Fino a quel momento, pur investendo in tecnologia, Cosmo solo si convinse dei vantaggi della novità quando vide il primo test del sistema in pratica, un semplice e piccolo programma
per la lavorazione di un pezzo di polistirolo. La Cosmolde aveva bisogno di questa nuova funzionalità per aumentare la sua produttività. Nel 1995, la società si sposta a un edificio più grande a San Paolo, dove si
trova fino ad oggi. L’edificio, progettato e costruito da Cosmo, conta con una gru e una struttura che consente la fabbricazione di stampi fino a 15 tonnellate. Con una concorrenza molto maggiore rispetto agli inizi della sua storia, la
Cosmolde ha cercato il differenziale nella tecnologia. Dopo 14 anni ad esplorare e ad investire in innovazione, l’azienda fa un altro importante passo con l’acquisizione di un programma di CAE. Un’altra novità è che due anni fa ha acquistato le licenze di
Cosmo Maradei, nato a Orsomarzo, una vita di lavoro in Brasile
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La gelleria della memoria
Cosmo Maradei insieme alla moglie Norma, la compagna di una vita.
un programma per la modellazione 3D e lo sviluppo degli stampi. La struttura della società è sostanzialmente divisa in 3 pilastri: economia, ingegneria e utensili. Con un organico di 40 dipendenti, la Cosmolde è già stata maggiore e minore. Ha vissuto e superato tante crisi economiche. Oggi disputa il mercato con i concorrenti stranieri - soprattutto cinesi. Cosmo è stato a capo della fabbrica fin dall’inizio. Nel 1991, suo figlio maggiore, l’uomo d’affari della ditta, Marcelo, ha cominciato a lavorare con la Plastica Maradei e dal 2005 dirige la fabbrica dell’iniezione a fianco della madre Norma Maradei, che è presente nella società a partire dal 1980. Dal 2007, la figlia architetta Maria Lucia sta lavorando nella Cosmolde e attualmente dirige il settore commerciale. Cosmo era abituato ad essere sempre presente in fabbrica. Lavorava dal lunedì al venerdì e, molte volte, anche la mattina del sabato. Non prendeva mai le vacanze. Era questa la sua routine fino alla fine Del mese di dicembre 2008, quando, dopo 2 anni combattendo contro la leucemia, fu convinto dai medici a ridurre il ritmo di lavoro per i trattamenti, gli esami ed i ricoveri che si facevano sempre più frequenti. Cosmo Maradei è morto il 15 gennaio 2009. Aveva 70 anni. Gestita dalla seconda generazione Maradei, la Cosmolde continua la sua storia di superare le sfide.
São Paulo: Um barracão de madeira numa rua estreita; do bairro de Jabaquara. Duas máquinas usadas. E uma carteira do cliente extremamente modesta. Era bem pouco o que uma das mais antigas fermentarias de São Paulo possuía quando foi fundada há quatro décadas. Seu proprietário era um jovem italiano que acabou se tornando um dos nomes mais importantes do País no segmento de moldes de injeção de peças plásticas. Cosmo Maradei ainda não tinha completado trinta anos quando decidiu que poderia ir mais longe se deixasse o emprego de torneiro mecânico numa fábrica de brinquedos da cidade e montasse sua pequena oficina para fabricar moldes de injeção. Em poucos anos a oficina mudou-se para um pequeno prédio na Rua Palermo, também no Jabaquara; depois para uma fábrica em Diadema e mais tarde para um edifício fabril projetado pelo próprio Cosmo em São Paulo, no bairro do Sacomã, atual endereço da companhia. A Cosmolde “junção apropriada do primeiro nome de seu fundador com o nome de seu produto” tem 42 anos de moldes. Entre seus principais clientes es-
tão Bosch, Denso, Behr, Plascar, Gate, Colormaq e Pelzer. Muitos deles do setor automotivo e também dos setores de eletrodomésticos e brinquedos. Cosmo nasceu em Orsomarso, cidade encravada nas montanhas da Calábria, no sudeste da Itália. Experimentou logo em sua primeira infância, ao lado dos 4 irmãos, os dramas da Segunda Guerra Mundial: a escassez de comida, os esconderijos nos rochedos contra os bombardeios, as luzes apagadas para evitar que as casas fossem alvejadas, a perda mãe. Aos 18 anos repetiu o Caminho que havia sido feito no fim do século 19 e iíicio do 20 por levas e levas de imigrantes italianos: viajou para o Brasil o jovem calabrês vinha de uma família de agricultores. Mas encantara-se com a idéia de trabalhar com máquinas invés de trabalhar com a terra. E achava que no Brasil teria mais chances de seguir seu caminho. Recebeu então um chamado de um tio, que já estava estabelecido em São Paulo, e deixou pai e irmãos para enfrentar um país novo. Sem falar uma palavra de português, aportou em Santos. Era o ano de 1956. Algum tempo depois, Cosmo se for-
mava no curso de projetos de moldes para plásticos na escola Pro-tec. Trabalhou para alguma empresas, entre elas a Estrela, até que decidiu montar sua oficina. Na Cosmolde do barracão improvisado do Jabaquara, ele passou a produzir – com um torno de correia e uma furadeira de bancada – peças para outras ferramentarias. Mais tarde ele descreveria esse período com orgulho e bom humor contando que “carregava ferro nas costas” porque não tinha carro; que era ao mesmo tempo comprador da matéria-prima, ferramenteiro e vendedor do produto. Algumas vezes o barracão era também sua casa. Quando o trabalho se alongava, era lá que ele dormia. Cosmo casou-se em 1969 com Norma, filha de imigrantes italianos nascida em São Paulo. O casal deve três filhos: Marcelo, Maria Lúcia e Maria Isabel. Naquele mesmo ano, a Cosmolde tinha dois clientes de prestigio, a Brasilit (para que fabricava moldes para as arruelas das telhas) e a Arteb (para quem fabricava moldes para as peças dos faróis). A empresa tinha então capacidade de produzir moldes de até duas toneladas. Na segunda metade dos anos 70, a
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Una particolare caratteristica della Regione calabrese: le rocce
Cosmolde deu um passo que a destacou das demais ferramentarias de São Paulo. Adquiriu uma eletro-erosão Mitsubishia primeira no Brasil -, o que a permitiu prestar serviços para outras oficinas do ramo. O leque de clientes aumentava: Polimatic (moldes para eletrônicos), Estrela, General Motors e VDO (moldes para velocímetros). A empresa, no entanto, ainda estava limitada a moldes pequenos. Cosmo já contava então com uma equipe de funcionários e não precisava – como nos primeiros anos – se desdobrar para desempenhar todas as funções da empresa. Mas ele continuava apaixonado pelas máquinas e pela produção. Pela manhã negociava com clientes e se ocupava da administração da empresa. À tarde ia para a ferramentaria. A empresa possuía dois tornos, mas só um torneiro mecânico. Um dos tornos era operado pelo próprio empresário – e só por ele. A fábrica contava também com duas retíficas e cinco fresas manuais. Em 1975, Cosmo funda mais uma empresa, a plásticos Maradei, para injetar peças plásticas. Chegaram a ocupar prédios vizinhos no município de Diadema. Nos anos 80, a Cosmolde dava novos saltos produtivos e estendia sua lista de clientes. Com pouco mais de 20 funcionários – entre eles 6 projetistas -, a empresa estava equipada com uma mandrilhadora, 4 máquinas de eletro-erosão, fresas, uma retífica grande e uma prensa de 120 toneladas de força de fechamento. A fábrica
tinha então capacidade de produzir moldes de até 5 toneladas. Entre seus cliente estavam Arno, Philips, Wapsa, Walita, Facit, Estrela, Consul, Hiamara, Mercedes Bens e Singer. Foi nessa época que a Cosmolde começou a produzir moldes para peças com alto grau de complexidade e nas quais a empresa acabou se especializando. Era um momento oportuno, as montadoras estavam ampliando sua produção no país e consolidando na região do ABC paulista um importante pólo automotivo. Mas até o fim da década de 80, o número de ferramentarias de molde para injeção de plástico em São Paulo ainda era pequeno para atender à crescente demanda das montadoras e da indústria do plástico de modo geral. A Cosmolde, que então funcionava em Diadema, soube explorar esse espaço e cresceu com as montadoras. Muitos dos veículos que saiam das linhas de montagem tinham componentes injetados nos moldes da Cosmolde: Passat, Corsel, Del Rey, Monza, Tempra, Palio, entre outros. Hoje muitos dos novos modelos de carros e caminhões fabricados no Brasil pela GM, Volkswagen, Fiat, e Ford possuem peças injetadas nos moldes da Cosmolde. No final da década de 80, um carro possuía cerca de 3 Kg em peças plásticas; em meados da década de 90, esse número já estava próximo a 25 Kg; atualmente estima-se que um carro possua até 100 Kg em peças plásticas. Em 1991, a empresa sai novamente
na frente dos concorrentes ao dar inicio ao processo de informatização do departamento de projetos. Saem as pranchetas e entram os computadores. O primeiro passo foi implantação do sistema de usinagem CNC. Pioneiro no ramo das fermentarias, o processo foi conduzido pelo atual gerente da engenharia da Cosmolde, Alberto Hatae, que na época era um dos projetistas. O trabalho envolveu treinamento e contratação de pessoal na modernização das máquinas. Foram necessários três anos para que o novo método de trabalho estivesse totalmente implantado. Até então, embora investindo na tecnologia, Cosmo só se convenceu dos benefícios da novidade quando viu o primeiro teste do sistema na prática, um simples e curto programa para usinar um pedaço de isopor. A Cosmolde precisava desse novo recurso para alavancar sua produtividade. Em 1995, a empresa se muda para um prédio maior, em São Paulo, onde se encontra até hoje. O prédio, projetado e construído por Cosmo, conta com uma ponte rolante e uma estrutura que permite a fabricação de moldes de até 15 toneladas. Com uma concorrência muito maior que no início da sua história, a Cosmolde buscou seu diferencial na tecnologia. Depois de 14 anos explorando e investindo em inovação, a empresa sobe mais um importante degrau ao adquirir um programa
de CAE. Outra novidade foi que a dois anos adquiriu licenças de um programa 3D para desenvolvimento e modelamento dos moldes. A estrutura da empresa se divide basicamente em 3 pilares: comercial, engenharia e ferramentaria. Com uma equipe de 40 funcionários, a Cosmolde já foi maior e já foi menor. Viveu e superou muitas crises econômicas. Hoje disputa mercado com concorrentes estrangeiros – principalmente chineses. Cosmo esteve à frente da fábrica desde o início. Em 1991, seu filho mais velho, o administrador de empresas Marcelo, passou a trabalhar na Plásticos Maradei e desde 2005 dirige a fábrica de injeção ao lado da mãe Norma Maradei, que está na empresa desde 1980. Em 2007, a filha arquiteta Maria Lúcia passa a trabalhar na Cosmolde e atua hoje no setor comercial. Cosmo habituou-se a estar sempre presente na fabrica. Trabalhava de segunda a sexta-feira e quase todos os sábados de manhã. Não tirava férias. Foi essa sua rotina até o fim de dezembro de 2008, quando após 2 anos lutando contra uma leucemia, foi convencido pelos médicos a reduzir o ritmo de trabalho por causa dos tratamentos, exames e internações que se tornavam mais frequentes. Cosmo Maradei faleceu em 15 de janeiro de 2009. Tinha 70 anos. Dirigida pela segunda geração do Maradei, a Cosmolde continua sua história superando os desafios.
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Caffè Concerto
di Gianna Montalto
Con tanti applausi per la soprano Marta Baschi
La voce d’angelo
San Paolo – “Caffè concerto” con tanti applausi per la soprano Marta Baschi, “la voce d’angelo” e tutto il cast composto da Graziella Vannucci, Enrico Vannucci, Arlindo Guariglia, Pietro Spera e la pianista Yara Lopes. L’appuntamento musicale si è svolto mercoledì 18 novembre nel salone delle feste del Circolo Italiano-San Paolo, gremito in ogni ordine di posti. “È stata – come ha sottolineato al microfono il Direttore Culturale Mario de Fiori – l’ultima manifestazione culturale dell’anno”. In pratica, il Circolo Italiano ha chiuso in bellezza. L’incontro è finito con il can can della “Vedova Allegra”, al quale hanno partecipato tutti gli artisti.
São Paulo - “Café Concerto”, com aplausos para a soprano Marta Baschi, “a voz de anjo” e para todo o elenco, composto por Graziella Vannucci, Enrico Vannucci, Arlindo Guariglia, Pietro Spera e da pianista Yara Lopes. O evento musical foi realizado quarta-feira, 18 de novembro, no salão de festas do Circolo Italiano-San Paolo, completamente lotado. “Foi - como destacou ao microfone o diretor cultural Mario de Fiori - o último evento cultural do ano”. Na prática, o clube italiano fechou com uma obra prima. A reunião terminou com o can can da “Vedova Allegra “, que teve a participação de todos os artistas.
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Fotos: Camilo ACR
Da sinistra la “lupa Romana del Circolo Italiano, la soprano Marta Baschi, il direttore culrurale del C.I. Mario De Fiori e in alto il Salone con il publico del “Caffè Concerto”, più in basso la pianista Yara Lopes.
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I Pergamini
Cosa signica ee n on vendito?
di Enrico Vezzani*
ZINI ITALIA, negli anni 60, iniziava a creare il suo team di venditori, i quali avevano come mercato le PANETTERIE, SALUMIERIE (DELICATESSE), RISTORANTI, TRATTORIE E PIZZERIE. Tutti i venditori hanno ricevuto un buon allenamento per essere in grado di mostrare ai clienti la qualità e le caratteristiche della pasta ZINI, già da allora molto diversa da quelle presenti nel mercato, dopodiché uscivano per venderla. CARLO MANTICA era molto timido. Entrava nelle panetterie con i campioni ZINI in mano. La moglie del fornaio, di solito di malumore,
ZINI ITÁLIA, nos anos 60, estava montando sua equipe de vendedores. Atendiam o mercado das PADARIAS, “SALUMERIA” (DELICATESSE), dos RESTAURANTES, “TRATTORIE” e PIZZARIAS. Todos receberam um bom treinamento para conseguir mostrar ao cliente a qualidade e as características das massas ZINI, já naquela época diferentes das que existiam no mercado. Depois saiam a campo. CARLO MANTICA era muito tímido. Entrava nas padarias com as amostras ZINI na mão. A padeira (normalmente
chiedeva ai venditori: “Che cosa volete?” Carlo diventava rosso e rispondeva: “M... M... M... MEZZO CHILO DI PANE” . ROLANDO GRASSI era molto intraprendente. Non perdeva un’occasione per fare business. Lavorava persino la Domenica mattina. Entrava in chiesa, cercava il prete nel confessionale e attendeva affinché lo ricevesse. “Figlio, come posso esserti utile?”, gli chiedeva il prete. “PADRE, NON VUOLE COMPRARE MEZZO CHILO DI GNOCCHI ZINI?”
era a mulher do padeiro), sempre mal humorada com os vendedores perguntava: “O QUE VOCÊ QUER?” Carlo ficava vermelho e respondia: “M...M...M... MEIO QUILO DE PÃO”.
* Enrico Vezzani Diretor – da ZINI BRASIL Idealizador do Museu do Macarrão
ROLANDO GRASSI era bastante empreendedor. Não perdia uma oportunidade para fazer negócios. Até no domingo pela manhã ele trabalhava. Entrava na igreja, procurava o padre no confessionário e aguardava que o mesmo o atendesse. “Filho, o que posso fazer para ti?”, perguntava o religioso. - “PADRE, NÃO QUER COMPRAR MEIO QUILO DE NHOQUE ZINI?” * Enrico Vezzani Diretor – da ZINI BRASIL Idealizador do Museu do Macarrão
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Archivio
Una cronaca e foto di famiglia del secolo passato
di Mario Luiz Petrilli
Salvador foi à Salvador andò dal Sicasa do Sr. Perrotta gnor Perrotta a chiedere pedir a mão de sua fila mano di sua figlia Maria. lha Maria. Por medo, Per paura, o per rispetto, ou por respeito, levou portò Horacio, suo fratello seu irmão mais novo, minore. Cenarono, e d’acHorácio. Jantaram e, cordo con la tradizione como era a tradição da si sedettero nella sala da época, sentaram-se na pranzo, e lì, fu fatta la risala de jantar e ali foi chiesta formale. feito o pedido formal. Dopo la richiesta, Após o pedido, um un silenzio di tomba, e silêncio mortificante, subito dopo, la rispoe logo depois, a ressta del signor Perrotta: posta do Sr. Perrotta: Purtroppo, Raffaela, Infelizmente a Raffamia figlia più vecchia, Horácio Petrilli, Leonardo, Antenor, Orlando, Miguel, Deolindo, ela, minha filha mais non si è sposata (Se- Dagoberto e Horácio. Maria Perrotta, Carmem, Joana, Incoronatta, Angelina, velha, ainda não se condo la tradizionale, Iolanda, Natalina e Elvira casou (Segundo a traall’epoca la figlia più dição conhecida à época, a filha mais nova não poderia giovane non si poteva sposare purché non si sposasse casar enquanto a mais velha não se casasse). se, per primo, la figlia più vecchia). Chamadas à sala, Salvador olhou bem a filha mais Chiamate le due sorelle in sala, Salvador guardò attenvelha e concordou em casar-se com ela, e assim o Sr. Pertamente la figlia più vecchia e accettò sposarla, e cosí il Sr. rotta concedeu a mão de sua filha Raffaela. Perrotta concesse la mano della figlia Raffaela. Horácio, “meu avô”, já tinha jantado, comido a sobreHoracio, “mio nonno”, aveva già cenato, aveva manmesa, tomado café, e o mais importante, a filha mais nova, giato il dessert, aveva preso il caffè, e soprattutto, in quel naquele momento, não estava compromissada e, visto que momento, la figlia più giovane non era più impegnata o pai tinha concordado com o casamento da filha mais vee, siccome il padre aveva concordato con il matrimonio lha, aproveitou a ocasião para pedir a mão da Maria, cujo della figlia più vecchia, colse l’occasione per chiedere la pedido foi aceito, e todos felizes, concluíram o jantar. mano di Maria in matrimonio, la cui domanda fu accettata Hoje, após mais de cem anos de história, temos: e, tutti felici, conclusero la cena. Salvador e Raffaela, que tiveram apenas 11 filhos e Oggi, dopo più di cent’anni di storia abbiamo: só não tiveram mais porque, segundo ele, perdeu tempo, Salvador e Raffaela, che ebbero appena 11 figli, e non di pois teve que voltar para a Itália, para participar da 1ª più perché, secondo lui, perse tempo, poiché dovette tornaGuerra Mundial. re in Italia, per partecipare alla 1ª Guerra Mondiale. Horacio, que não participou guerra, “não me pergunHoracio, il quale non partecipò alla guerra, “non chiedetem por quê”, com Maria teve 14 filhos, “talvez pelo temtemi il perché”,con Maria ebbe 14 figli,“forse perché non perpo que não perderam”. se tempo”. O interessante é que são 7 homens e 7 mulheres, o È interessante notare che sono 7 uomini e 7 donne, il nono filho, Miguel, querido, sempre disposto e “mão nono figlio, Miguel, coccolato, sempre disponibile e “generoaberta”, meu pai. so”,è mio padre. Todas as famílias são lindas, mas esta, em especial, Tutte le famiglie sono belle, ma questa, in particolare, olalém de linda, é diferente. Acreditem, olhe a foto. tre che bella, è diversa, credeteci, guardate la foto.
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L’origine del cognome
di Eduardo Coen
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Dimmi come ti chiami e ti dirò da dove vieni
C
i accompagna sin dalla nostra nascita, e siamo così abituati a lui che lo pronunciamo senza avere con tutto la curiosità di conoscerne il significato. Il cognome sorge quando l’uomo avendo abbandonato il sistema tribale e del clan, cominciò a vivere in una società organizzata socialmente. Il cognome, o il secondo nome serviva per differenziarsi dagli altri mermbri dei diversi gruppi familiari che comp-onevano l’agglomerato umano dove viveva. Possiamo dire che un primo passo verso un sistema moderno di onomastica fu dato dagli Etruschi, daí quali i Romani ne adottarono gli elementi tradizionali: Praenomen, Nomen e Cognomen. Ma qual’era la funzione di questi tre elementi? Prendiamo come esempio Caio Giulio Cesare, il famoso generale e politico della storia romana. Caio è il praenomen, equivalente al nostro nome di battesimo, Giulio è il nomen, dalla “gens” Julia (per gens erano considerati gruppi di famiglie unite da comuni vincoli di sangue) e Cesare è il cognomen, che più che altro è un soprannome. Malgrado l’affinità del termine, era il nomen, che più si assomigliava al cognome moderno. Questo
sistema però era adottato appena dalle classi patrizie e equestri. Il popolo, ossia la plebe romana, più che altro adottava il sistema patronimico e matronimico: tizio(a) figlio(a) di caio(a) che è quello dei popoli semiti (arabo e ebreo) che ancora usano i termini ibm e ben, che nelle due lingue hanno il significato di figlio. In seguito, con la caduta dell’Impero Romano, in pieno Medio Evo, ci fu un completo rimescolamento sociale, causato principalmente dalle invasioni di altri popoli con differenti usi, costumi e tradizioni. Cadde anche il tradizionale sistema onomastico romano, continuando però il popolo a adottare il sistema patronimico e matronimico. Fu esattamente in questo periodo che iniziarono a sorgere i primi cognomi italiani moderni. Con l’avanzare dei secoli, in piena epoca feudale, con la consolidazione dei grandi borghi e città, sempre per necessità di distinguersi, dato che c’era una convivenza con elementi differenti, gli uomini iniziariono ad adottare come secondo nome, forme ottenute da nomi personali, soprannomi che si riferivano a caratteristiche fisiche o morali, attività, determinativi etnici (dal luogo di origine) e così via.
N
os acompanha desde o nosso nascimento, e estamos tão acostumado a ele, que o pronunciamos, sem ter contudo a curiosidade de conhecer o seu significado. O sobrenome (cognome, em italiano) surgiu quando o homem, tendo abandonado o sistema tribal e do clã, começou a viver numa sociedade organizada. O sobrenome, ou o segundo nome, serviu justamente para diferenciar-se dos outros membros dos diferentes grupos familiares que formavam o aglomerado onde vivia. De forma resumida, podemos dizer que um primeiro passo em direção de um sistema moderno de onomástica foi dado pelo Etruscos, dos quais os Romanos copiaram os três elementos tradicionais:Praenomen, Nomen e Cognomen. Mas como funcionavam, ou melhor, qual era a função desses três elementos? Por exemplo: em Caio Julio Cesar, o famoso e conhecido general e politico da história romana, Caio é o praenomen, equivalente ao nosso nome de batismo; Julio é o nomen, da “gens” Julia (por gens se entendia um complexo da famílias unidas por vínculos de sangue comuns) e Cesar é o cognomen, que pelo mais é um apelido. Apesar da afinidade do termo, era o nomen o que mais se aproximava, ao sobrenome moderno. Esse sistema
porém era adotado apenas pelas classes patrícias e equestres. O povo, ou seja a plebe romana, usava pelo mais o sistema patronímico e matronímico, ou seja “fulano(a) filho(a) de sicrano(a)”, que nada mais é aquele dos povos semitas (árabe e judeu), que ainda usam os termos ibn e ben, que nas duas línguas significam justamente filho. Em seguida, com a queda do Império Romano, em plena Idade Media, houve uma completa reviravolta social, devido principalmente às invasões de outros povos com diferentes usos, costumes e tradições. Caiu também o tradicional sistema onomástico romano, continuando porém o povo a adotar o sistema patronímico e matronímico. Foi justamente nesse período que começaram a surgir os primeiros sobrenomes italianos modernos. Com o avançar dos séculos, já em plena época feudal, e com a consolidação dos grande burgos e cidades, sempre obrigados pela necessidade de diferenciar-se, já que existia uma convivência com elementos diferentes, os homens começaram a adotar como segundo nome (daqui a explicação do termo italiano cognome, que propriamente significa com nome), formas obtidas de nomes pessoais, apelidos que se referiam a características físicas , morais, atividade, determinativos étnicos (do lugar de origem) e assim por diante.
✁ NB – Indicare in quale lingua deve essere realizzata la ricerca: italiano
portoghese
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spagnolo
Nome e Cognome ______________________________ Via ________________________nº _______________ Città ____________________ Stato _______________ Telefono _____________________________________ E-mail _______________________________________ Enviar para o e-mail: sudamericaoggi@sudamericaoggi.com.br
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Uruguay
di Stefano Casini
Uruguay Speciale | Un esempio profondamente civico a livello universale
un Paese all’Italiana R
accontare la storia dell’Uruguay è un po’ come raccontare la storia dell’emigrazione italiana in America Latina. Questo piccolo paese di 180.000 Km.q nato poco piú di 150 anni fa, incastonato fra i due colossi Brasile e Argentina, ha caratteristiche che son piaciute molto ai nostri connazionali che, in diverse epoche storiche, lo hanno scelto per vivere e crescere. Il porto della capitale Montevideo ha visto giungere decine di migliaia di italiani nel secolo XIX, quando le penurie di un paese in fasce come l’Italia degli albori risorgimentali, si dedicava piú ad espellere che a ricevere gente. Le origini: l’Uruguay nasce ufficialmente nel 1830 quando si firma la prima Costituzione Repubblicana. Alcuni storiografi considerano che fu “inventato” dalla Corona Inglese che voleva un paese cuscinetto fra le due potenze controllate dal Portogallo e dalla Spagna. Dal 1830 in poi, dopo aver annientato i pochi “indios Charrua” che abitavano da queste parti, l’Uruguay fu concepito come ricevitore di emigranti, specialmente spagnoli, poi italiani, armeni, inglesi, francesi e di altre na-
zionalitá. Gli italiani sono parte integrante dei primi anni dell’Indipendenza, tant’é vero che, fra i famosi “33 Orientales” che fondarono il paese, ci fu un tal Trapani!! Nascono in Uruguay i partiti (ancora vivi) piú antichi del mondo, i “Blancos” e i “Colorados”, che hanno compiuto 173 anni!! Sin dalla nascita come paese, l’Uruguay è in America Latina simbolo di profondi principi repubblicani, formato da gente di lavoro e di sacrificio...tutti emigranti. L’Uruguay è un esempio profondamente civico a livello universale: è il secondo paese al mondo che applica l’orario lavorativo di 8 ore, il secondo dove votano le donne e il terzo dove il Divorzio è legge. Ci furono grandi uomini politici come José Batlle y Ordoñez fra i pionieri del marchio repubblicano, libero e indipendente; ma anche, sin dal principio, tanti italiani come il calabrese Domenico Arena, lider storico del Partido Colorado. L’Uruguay ha quasi la metá della popolazione d’origine italiana e non è quindi una sorpresa che personaggi di spicco come Giuseppe Garibaldi, giungessero da queste parti. Fu proprio lui, l’Eroe dei Due Mondi, che si sposó a Montevideo con Anita in una Chiesa della
cittá antica, abitó circa 7 anni ed ebbe 3 dei 4 figli: la salma della piú piccola Rosita giace in una piccola tomba a Montevideo. In tutto il paese la figura di Giuseppe Garibaldi, piú ammirata dai Colorados che dai Blancos, si ripete in vie, viali e piazze: sue statue o busti, son parte dell’urbanistica di varie cittá uruguaiane. Garibaldi, in un momento in cui l’Uruguay repubblicano e indipendente stava rifondando un po’ la propria identitá, si schieró con il Partido Colorado di Fructuoso Rivera, primo Presidente degli “Orientales” e, secondo la storia, riuscí a battere i Blancos e gli argentini del Generale Rosas che voleva invadere l’Uruguay e appropriarsi del paese. Mercenario per i Blancos, soldato d’onore per i Colorados, Beppe Garibaldi amó profondamente questo paese e fu iniziato come Massone proprio a Montevideo. Cosa fanno gli italiani? Calcio, mucche, cuoio, carne, lana, pecore, pianure, clima mite mediterraneo, alcune delle caratteristiche di una nazione molto gradita a tutti gli emigranti, specialmente agli Italiani. In molti giunsero direttamente al porto di Montevideo: tanti altri giunsero in Argentina e poi rimbalzarono qui perché l’Uru-
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Uruguay guay cominciava ad essere famoso come “Svizzera d’America”: sono stati proprio gli italiani che hanno costruito il tessuto produttivo e industriale dell’Uruguay nel XIX Secolo.Furono,come oggi,produttori agroalimentari,fondamentali nella distribuzione della frutta e la verdura, nei trasporti, nella campagna, nella produzione vitivinicola, l’Industria e tanti altri settori, anche nell’arte e l’architettura. Gli italiani si sono distinti in ogni attivitá e tutti i governi dell’Uruguay lo hanno sempre riconosciuto. Uno degli ultimi casi è la dichiarazione di “Cittadino Illustre di Montevideo”per il Direttore d’Orchestra Paolo Rigolín, un maestro di scuola giunto mezzo secolo fa in Uruguay dalla provincia di Rovigo: a Montevideo studió musica ed fondó, fra l’altro, l’Orchestra Sinfonica Giovanile del Municipio: è Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana e, recentemente, è stato anche premiato dalla sua Regione, il Veneto. L’Italia è il secondo partner commerciale europeo in Uruguay e 8 ministri dell’ultimo governo di Tabaré Vazquez, hanno passaporto italiano. Sentire parlar italiano per le strade è cosa quotidiana. Inoltre, essendo oggi un po’ il Belgio o la Svizzera dell’America Latina, in Uruguay opera la sede amministrativa del MERCOSUR, l’ALADI (Asociación Latinoamericana de Intercambio) , la sede continentale della RAI Radiotelevisione Italiana o la sede regionale di France Press. I rapporti fra i due paesi son di vecchissima data, ancor prima che l’Italia fosse un paese perché, nel XIX secolo c’erano giá Consoli di Savoia!! I recentissimi ottimi risultati economici dell’amministrazione del Presidente Tabaré Vazquez hanno stimolato nuovi flussi d’investimento che peró, a considerazione del Presidente della Camera di Commercio Italia-Uruguay Manuel Ascer, non sono ancora sufficienti. Alcuni gruppi economici italiani stanno comunque scommettendo in questa economia aperta e con forti stimoli fiscali per coloro che investono dall’estero. La stabilitá politica ed economica fa si che i capitali giungano piú solidi da ogni parte del pianeta, anche in tempo di crisi. Come pochissimi paesi della Terra, il PIL dell’Uruguay è cresciuto
anche nel 2009 e si prevede una crescita del 4% per il 2010, tutto un record!! L’Italia è sicuramente la seconda patria per tantissimi uruguaiani: in questo paese circolano quasi 100.000 passaporti italiani e la cifra è in aumento anno dopo anno. Con la ripresa degli ultimi anni si è anche verificata un’impennata dell’interscambio commerciale fra Italia e Uruguay come ci ha sottolineato il Presidente della Camera di Commercio Italia-Uruguay Manuel Ascer: quella di Montevideo è la prima Camera di Commercio italiana fondata all’estero nel 1883 da un gruppo di italiani che vedevano in questo paese un’eccellente opportunitá di interscambio commerciale. Anche se è in continuo aumento, l’interscambio fra Italia e Uruguay, non vede il protagonismo di attori italiani di spessore e, secondo Ascer, la partecipazione italiana potrebbe essere superiore soprattutto nei grandi appalti infrastrutturali.
que una forte presenza italiana attraverso i rappresentanti, come la Pirelli o la FIAT che, avendo prodotti fabbricati in America Latina, possono entrare in concorrenza. Vorrei aggiungere che, a scapito dei pochi investimenti nelle infrastrutture o grandi appalti, altri paesi d’Europa come la Finlandia, la Svezia, la Spagna e il Portogallo sul settore della cellulosa e la carta, hanno fatto grandi investimenti. A questo punto mi domando: perché le grosse imprese italiane non sono presenti in Uruguay per lo sviluppo sostenuto di questo paese? Ma perché l’Uruguay è un paese affidabile? GUIDO SCALICI – Ambasciatore d’Italia in Uruguay – L’Uruguay è un paese dal grande cuore, un paese che, pur avendo una storia relativamente recente che
risale, come tale, alla fine dell’impero spagnolo in America Latina, si è avvalso dell’apporto spagnolo, italiano e di altri paesi europei che gli hanno dato una configurazione unica. Una societá che gode oggi di una salda Democrazia in cui c’è un grande rispetto dei valori umani ed in cui si ha il tempo di approfondire questi valori umani. Ricorda un po’ certi aspetti della cultura tradizionale classica italiana di una volta. È un paese in cui ci sentiamo a casa: vorremmo vedere piú italiani qui, piú imprenditori, continuare a contribuire anche oggi con quelle idee che hanno formato la fisionomia dell’Uruguay moderno, quindi invito tutti a venire e a conoscere l’Uruguay come turisti, ma anche come imprenditori, come investitori perché è un paese che ha fatto molto ma che promette ancora di piú.
MANUEL ASCER – Presidente Camera di Commercio Italia-Uruguay – La creazione della Camera di Commercio Italiana in Uruguay, la piú antica creata nel mondo fuori d’Italia, risponde ad una necessitá dell’emigrazione italiana che, nel tardo 1800, sono arrivati dalle nostre parti con la necessitá di importare prodotti italiani in un momento in cui non esisteva qui un industria sviluppata. Da lí son nate le possibilitá di importare prodotti italiani in Uruguay ed esportare prodotti uruguaiani in Italia. Dopo 126 anni di attivitá della nostra Camera, l’Uruguay rappresenta questa italianitá nelle origini stesse: l’Uruguay è il paese al mondo che ha, in percentuale di popolazione, il piú alto indice di italianitá: quasi il 45%. Oggi questa camera è abbastanza ben piazzata, con una rilevante partecipazione dell’interscambio tra i nostri 2 paesi. La situazione di oggi nel mondo cosí cambiante trova questo interscambio con una partecipazione dell’export uruguaiano abbastanza forte, viceversa, per via dell’elevato costo dell’Euro, l’Italia ha certe difficoltá per piazzare prodotti nostrani in questo mercato: purtroppo, a livello macro, non ci sono tanti investimenti italiani a scapito di altri paesi dell’UE: si mantiene comun-
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ontar la historia de Uruguay es un poco como contar la historia de la emigración italiana en Latinoamerica. Este pequeño país con 180.000 Kmq. Nacido hace poco más de 150 años, clavado entre los dos colosos Brasil y Argentina, tiene características que gustaron mucho a nuestros “connazionali” que, en distintas épocas históricas, lo prefirieron para vivir y crecer. El puerto de la capital Montevideo vió llegar decenas de miles de italianos en el siglo XIX, cuando las penurias de un país naciente como Italia de los albores del “Risorgimento”, se dedicaba más a expulsar que a recibir gente. Los orígenes: el Uruguay nace oficialmente en 1830 cuando se firma su primera Constitución republicana. Algunos historiarores consideran que fue “inventado” por la Corona británica que precisaba un país “almohada” entre las dos potencias
controladas por Portugal y España. Desde 1830 en adelante, el Uruguay fue concebido como país de inmigración, especialmente españoles, italianos, armenios, ingleses, franceses y de otras muchas nacionalidades. Los italianos son parte integrante de las raices de este país y de sus primeros años de Indendencia, tal es así, que, entre los famosos “33 orientales” que firmaron la primera Constitución, hubo un tal Trapani!! Nacen entonces los Partidos tradicionales más antiguos del mundo, los Blancos y los Colorados que cumplieron 173 años de vida!! Desde su fundación el Uruguay es, en toda America Latina, un simbolo de profundos principios republicanos, formado por gente de trabajo y sacrificio......todos emigrantes. El Uruguay es también un profundo ejemplo cívico a nivel universal. Es el segundo país en la historia de la humanidad en adoptar el horario de trabajo
de 8 horas, el segundo donde vota la Mujer y el tercero donde el Divorcio es una ley. Hubo grandes hombres políticos como José Batlle y Ordoñez entre los pioneros que imprimieron un sello de nación republicana, soberana, libre e independiente: también, desde el principio de su vida democrática encontramos el sello italiano, como el de Domingo Arena, lider histórico colorado. El Uruguay tiene casi la mitad de la población de origen italiano y por eso, no es una sorpresa que personajes del nivel de Giuseppe Garibaldi, llegaran a estas tierras. Fue él, el Héroe de dos mundos, que se casó en Montevideo con Anita en una iglesia de la Ciudad Vieja, vivió con su familia en una casa que es hoy un museo en su honor, por más de 7 años; tuvo 3 de sus 4 hijos legítimos: el cuerpo de las más chica Rosita yace en una pequeña tumba en Montevideo. En todo el país la figura de Giuseppe Garibaldi, más admirado por los Colorados que por los Blancos, se repite en calles, avenidas y plazas. Sus bustos y recuerdos viven en muchas ciudades de todo el país. Garibaldi, en un momento en el cual el Uruguay republicano e independiente estaba tratando de construir su identidad, Garibaldi fue aliado del Partido Colorado de Fructuoso Rivera, primer Presidente de los Orientales y, según la historia, logró a los Blancos y a los argentinos del Gral. Rosas que quería invadir para apropiarse del país. Mercenario para los Blancos, soldado de honor para los Colorados, Pepe Garibaldi amó profundamente este pequeño país y fue iniciado como Masón justamente en Montevideo. ¿Que hacen los italianos? Futbol, vacas, cuero, carne, lana, ovejas, llanuras, clima mediterraneo, algunas de las características de una nación muy requerida por todos los emigrantes, especialmente los italianos. Muchos de ellos llegaron al Puerto de Montevideo: otros desembarcaron en el Puerto de la Boca en Argentina y rebotaron luego aquí porqué
Uruguay, en esa época, comenzaba a ser famoso como la Suiza de America. Fueron justamente los italianos los que construyeron el tejido empresarial, productivo e industrial del Uruguay en el siglo XIX. Eran, como hoy, productores agropecuarios, fundamentales en la distribución de frutas y verduras, en los transportes, el campo, la producción vitivinicola, la industria y muchos otros sectores productivos, así como en el arte, la cultura y la arquitectura. Los italianos se distinguieron en todas las actividades y todos los gobiernos uruguayos lo reconocieron en todas las épocas. Uno de los últimos casos se plasmó en la declaración de “Ciudadano Ilustre de la Ciudad de Montevideo” por parte del Intendente de Montevideo Ehrlich al Director de Orquesta Paolo Rigolin, un maestro de escuela llegado a Montevideo proveniente de la provincia de Rovigo hace medio. Justamente en Montevideo fundó la Orquesta Sinfónica Juvenil del Municipio. Es “Cavaliere Ufficiale” de la República Italiana y, recientemente, fue galardonado por un importante premio por la Region Veneto. Italia es el segundo partner comercial europeo de Uruguay y 8 ministros del último
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Uruguay esta Cámara tiene un excelente posicionamiento, con una relevante participación en el intercambio comercial entre los dos países. La situación tan cambiante hoy en el mundo encuentra el export uruguayo en una posición importante, viceversa, por el elevado costo del Euro, Italia tiene ciertas dificultades para imponer sus productos en nuestro mercado: lamentablemente, a nivel “macro”, no hubo muchas inversiones italianas, contra las muchas de otros países europeos: se mantiene sin embargo una fuerte presencia italiana a través de los Representantes de grandes marcas italianas como Pireli o FIAT que, teniendo en América Latina una fuerte producción, puede competir más facilmente. Contra las pocas inversiones italianas a nivel de grandes licitaciones, encontramos otros importantes países europeos como Finlandia, Suecia, España o Portugal que se jugaron a la forestación y a la producción de pasta de celulosa obteniendo resultados muy interesantes. Entonces me pregunto: ¿porqué las grandes empresas italianas no están presentes aquí para el desarrollo de Uruguay?”
gobierno del Presidente Tabaré Vazquez tienen pasaporte italiano. Escuchar hablar Italiano por las calles es totalmente normal. Siendo hoy algo así como la Bélgica o Suiza de America Latina, en Uruguay operan importantes sedes intercontinentales como ALADI (Asociación Latinoamericana de Intercambio) que está cumpliendo 50 años de vida, la Sede continental de la RAI, así como sedes continentales de otras importantes compañías o multinacionales. Las relaciones entre los dos países son muy antiguas, antes que Italia fuera un país independiente, porqué, en el siglo XIX ya existian consulados de Regiones italianas. Los recientes resultados económicos de la administración del Presidente Tabaré Vazquez estimularon nuevos flujos de inversión que, sin embargo, según consideraciones del Presidente de la Cámara de Comercio Italia-Uruguay Manuel Ascer, no son suficientes. De todas formas algunos grupos económicos italianos estan invirtiendo en Uruguay, así como están representadas las
principales empresas multinacionales italianas como Pirelli o FIAT: se apuesta a esta economía abierta con fuertes estímulos fiscales para inversores extranjeros. La estabilidad política y económica hace que los capitales lleguen de varios puntos del planeta, también en tiempo de crisis. Como pocos países de la Tierra, Uruguay experimentó un crecimiento en el año 2009 y se prevé otro crecimiento del 4% para el 2010, todo un record! Italia es, seguramente, la segunda Patria para muchísimos uruguayos: en este país circulan casi 100.000 pasaportes italianos, el doble que los españoles. Con la recuperación económica de los últimos años luego de una profunda crisis, se registró una subida del intercambio comercial entre Italia y Uruguay, como nos destacó el Presidente de la Cámara de Comerciio Italia-Uruguay. La de Montevideo es la primera Camara de Comercio italiana en el exterior, fundada en 1883 por un grupo de italianos que veian en este país, una excelente oportunidad de intercambio co-
mercial. A pesar del contínuo aumento, el intercambio entre los dos países no ve el protagonismo de los actores italianos de peso y, según Ascer, la participación italiana podría ser superior, sobre todo en las grandes licitaciones públicas. MANUEL ASCER – Presidente de la Cámara de Comercio Italia-Uruguay – “La creación de la Cámara de Comercio italiana en Uruguay, la más antigua del mundo fuera de Italia, responde a la necesidad de muchos emigrantes italianos que, al final del siglo XIX, llegaron a esta tierra con la necesidad de importar productos italianos en un momento en el cual no existía una industria desarrollada. De allí nacieron las oportunidades de importar productos italianos en Uruguay y exportar productos uruguayos a Italia. Luego de 126 años de actividad ininterrumpida, Uruguay representa esta italianidad en sus origenes: Uruguay es el país que tiene la mayor proporción de sangre italiana en su población, casi un 45%. Hoy por hoy
¿Porqué el Uruguay es un país confiable? GUIDO SCALICI – Embajador de Italia en Uruguay – “El Uruguay es un país con un gran corazón, un país que, teniendo una historia relativamente reciente que comienza con el final del Imperio español en América Latina, supo aprovechar de la intervención española, italiana y de otros países europeos que le dieron una configuración única. Una sociedad que goza de una sólida Democracia en la cual existe un gran respeto por los valores humanos y donde se tiene el tiempo para profundizar estos valores. Nos recuerda un poco los lineamientos de la cultra tradicional clásica de hace muchos años. Uruguay es un país donde nos encontramos en casa: quisiéramos ver más italianos, más empresarios que puedan continuar a contribuir con aquellas ideas que forjaron la fisonomía del Uruguay moderno. Invito a todos a venir a Uruguay, a conocerlo como turistas, pero también como empresarios, como inversores, porqué es un país que hizo mucho y promete hacer mucho más”.
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Tribuna Sportiva
di Guido Urizio
Il 2009 un anno d’oro per le atlete azzurre in gra forma
Sorelle d’Italia
Che donne! “Un doveroso omaggio a Valentina Vezzali per richiamare l’attenzione su quanto importante e determinante sia l’apporto delle donne ai sucessi azzuri di qusti tempi”
S
e qualcuno, a bruciapelo, mi chiedesse: “Chi é il personaggio sportivo italiano di sempre”, non esiterei nella mia risposta:“Valentina Vezzali”.E se volesse sapere il perché, affermerei: 3 ori e 1 argento olimpici individuali; 2 ori e 1 argento olimpici a squadre; 5 ori, 2 argenti e 2 bronzi mondiali individuali; 5 ori e 2 argenti mondiali a squadre; 3 ori, 2 argenti e 1 bronzo europei individuali; 2 ori, 1 argento e 2 bronzi europei a squadre; 10 Coppe del Mondo; 65 vittorie in Coppa del Mondo, che é record assoluto; 11 anni al primo posto del Nanking mondiale; 13 titoli italiani individuali; 4 ori Universiadi individuali; 1 oro e 3 argenti Universiadi a squadre; 1 oro nei Giochi del Mediterraneo sono sufficienti ? Ho voluto iniziare con questo doveroso omaggio a Valentina Vezzali, perché oggi desidero richiamare l’attenzione di chi segue lo sport italiano su quanto importante e determinante sai l’apporto delle donne ai successi azzurri di questi tempi: dalla scherma, al ciclismo; dalla ginnastica, al tennis; dal nuoto alla pallavolo. Se facciamo um po’ di memória, negli ultimi anni
i maggiori risultati vengono dal settore femminile, che sottolinea ancor piú la prolungata latitanza dei maschi. Tutti ci invidiano Giovanna Trillini e Margherita Granbassi, degne compagne della Vezzali, come ci invidiano Federica Pellegrini e Alessia Filippi, che mietono allori olimpici e mondiali, oltre a stabilire record nelle vasche di tutto il mondo. Nelle ultime Olimpiadi, le ragazze della ginnastica rítmica hanno stupito tutti, anche perché quasi nessuno sapeva della loro esistenza, cosí come Tatiana Guderso, che vince l’oro della prova su strada ai mondiali di Mendrisio e riesce a salvare la faccia del ciclismo italiano, in uno sport storicamente dominato dagli azzurri, che avevano inanellato gli ultimi tre successi. Come non ricordare Flavia Pennetta, prima italiana a occupare una posizione nel “top-ten” del ranking mondiale del tennis, o, “dulcis in fundo”, la nazionale della pallavolo, campione d’Europa e vincitrice della Grand Champions Cup, davati alle
Guido Urizio, profondo conscitore delle vicende sportive in tuute le discipline in Itália e all’estero
campionesse olimpiche del Brasile, dove alle storiche Francesca Piccinini, Eleonora Lo Bianco e Paola Cardullo si sono aggregate le sorprendenti giovani rivelazioni come Lucia Bosetti e Cristina Barcellini, oltre alla “giovane-veterana” Serena Ortolani, e tutto malgrado la rinuncia alla Nazionale di Tais Agüero. A questo punto mi sorgono spontanee una riflessione e una domanda. A quelli che si definiscono “addetti ai lavori” mi permetto di raccomandare di chiaccherare un po’ meno se Lippi debba o no convocare Cassano e di dedicare piú tempo e visibilitá a queste vere eroine; é per loro merito che lo sport azzurro continua ai vertici internazionali. Infine la domanda: perché da un po’ di tempo le donne fanno meglio degli uomini ? Io non ho la risposta, ma forse é tempo che i “maschietti” comincino a imparare che i risultati si ottengono con lavoro, tenacia, sacrifício e dedicazione, virtú nelle quali le “femminuccie” sono maestre. Dai ragazzi, copiate da loro !!
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