USCIAMO DALL’INVISIBILITÀ!
ANTONIO PORTACCIO, PRESIDENTE ITALGROBCare colleghe, cari colleghi, lo scorso 18 aprile è stato per Italgrob un giorno storico. Siamo stati ricevuti nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica a Roma, in Piazza della Minerva, per dialogare con le Istituzioni e presentare il secondo Rapporto ItalgrobCensis che costituisce un vanto per la Federazione perché è una fotografia importante del nostro settore, ancora poco conosciuto dai nostri rappresentanti politici.
Gli ultimi tre anni hanno condizionato, e non poco, tutto il mercato del fuori casa e di conseguenza la distribuzione.
Come sapete, durante la fase pandemica la nostra categoria non ha ricevuto alcun tipo di ristoro o sostegno, in quanto mai soggetta a chiusura per decreto, ma di fatto praticamente impossibilitata a svolgere il proprio lavoro perché i suoi clienti, bar, ristoranti, pizzerie erano sottoposti a decreto di chiusura o a forti limitazioni.
Per questo motivo, in quel particolare momento, la Federazione si è attivata – attraverso una serie di audizioni e contatti con tutto l’arco parlamentare – per cercare di portare a conoscenza del mondo politico l’importanza nevralgica del settore
e le difficoltà che stava attraversando: in molti, tra deputati e senatori, ci hanno risposto dicendo che non si erano mai posti il problema di come facesse una bottiglia di vino ad arrivare sul tavolo di un ristorante.
In questa risposta c’era l’amara constatazione dell’invisibilità della nostra categoria.
Comprenderete che, mai come in questo momento storico, abbiamo l’opportunità per il rilancio del nostro settore strategico e vitale per l’economia italiana, ma grandi sono anche le problematiche a cui la politica deve trovare soluzioni. Noi non dobbiamo essere solo destinatari di incombenze burocratiche, così come dettato del DL. 198, ma abbiamo bisogno di aprire un tavolo di concertazione dove trovare soluzione ai tanti problemi che gravano sulla nostra categoria. Dobbiamo e vogliamo contribuire con il nostro lavoro quotidiano, in maniera significativa, alla crescita dell’economia italiana nonostante tutto, perché, siamo quelli che riusciamo a vedere autostrade dove gli altri vedono solo sentieri.
Italgrob al Senato ha mostrato tutte le sue carte. Ora aspettiamo le risposte!
IL PUNTO
MARKETPLACE: NUOVE TECNOLOGIE, VECCHIE ABITUDINI
I marketplace sono un’opportunità o una minaccia per i distributori Horeca? È una domanda che viene posta spesso a Italgrob, come portavoce della categoria. Per rispondere è necessaria una premessa: Italgrob è tutt’altro che prevenuta nei confronti della digitalizzazione e non a caso anche in occasione dell’ultima edizione dell’International Horeca Meeting, tenuta lo scorso febbraio a Rimini, ha promosso eventi proprio per riflettere sul tema digitale e sulla necessaria evoluzione della figura del distributore.
Ma attenzione: la tecnologia deve aiutarci a dare più servizio alla clientela e a creare valore, a beneficio dell’intera filiera. La minaccia della distruzione del valore, dunque, non è il marketplace in sé, ma chi propone formule di condivisione di piattaforme tecnologiche che servono solo a innescare tra i distributori una mera competizione di prezzo, danneggiando
l’intera filiera e svilendo la professionalità di un intero comparto. Un’operazione a vantaggio di pochi – per non dire di uno solo – mentre a pagare il conto sono le imprese distributive e soprattutto il capitale umano rappresentato dalla forza vendita, confinato in una funzione che non è nemmeno più quella del raccoglitore di ordini, bensì manovalanza pura.
A questa idea di modernità, che tanto somiglia al passato anche nella confusione di ruoli tra chi produce e chi distribuisce, Italgrob si opporrà sempre. Noi vogliamo costruire un futuro in cui la tecnologia aiuti il distributore Horeca a fare sempre meglio il suo lavoro e combatteremo sempre un futuro al ribasso.
“C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una tecnologia diventano per tutti. (Henry Ford).”
DISOMMARIO
01. EDITORIALE
Usciamo dall’invisibilità!
03.
IL PUNTO Marketplace: nuove tecnologie, vecchie abitudini
06.
FOCUS/ RAPPORTO CENSIS
Lavoro e fisco: Italgrob portavoce della categoria
10.
FOCUS/ RAPPORTO CENSIS
Il fulcro della filiera
14.
SCENARI/ TRADELAB
Away From Home: è l’ora della strategia!
22.
MERCATO/ WHITE SPIRITS
Gin & co. padroni della scena
26.
MERCATO/ WHITE SPIRITS
Le aziende
32.
SCENARI/ SUCCHI E BIBITE CARBONATE
Un mercato che punta a crescere
36. SCENARI/ SUCCHI E BIBITE CARBONATE
Vetrina aziende
42. TREND/ESTERO
USA: là dove nascono le tendenze
48. SCENARI/FINANZA
Inflazione, ecco come si calcola
52. CONSORZI/ HORECA ITALIANA Confronto costante e obiettivi condivisi
58. IL GROSSISTA/ GRUPPO LAZIALE BEVANDE
Il b2b diventa multicanale
61. #NEWS
62. INTERVISTA/ MANAGER
Un successo all’insegna dell’ambiente
66. IL GROSSISTA/ PERRELLA DISTRIBUZIONE
Professionalità senza confine
FOCUS/RAPPORTO CENSIS
LAVORO E FISCO: ITALGROB
PORTAVOCE DELLA CATEGORIA
IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL SECONDO RAPPORTO
REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON IL CENSIS, LA FEDERAZIONE
HA AVVIATO UN CONFRONTO CON ISTITUZIONI E DECISORI POLITICI
SULLE TEMATICHE DI ATTUALITÀ PER IL SETTORE
DI VITTORIO FERLA
Un tavolo di concertazione dove trovare soluzione ai tanti problemi che gravano sulla categoria. In questa richiesta avanzata da Antonio Portaccio , Presidente di Italgrob , nel corso della presentazione del Rapporto
Censis-Italgrob 2023, si coglie bene il senso della strategia della Federazione: tessere un dialogo con le istituzioni e la politica per far conoscere le proprie ragioni e le dinamiche di un comparto fondamentale per il sistema Paese. Non a caso, lo studio – di cui GBI propone in questo numero un primo
estratto (si veda a pag. 10) – è stato portato all’attenzione di tutti gli interlocutori in un incontro tenuto in aprile a Roma, in un luogo dal forte valore simbolico: la Sala Capitolare del Senato. Quel tavolo di concertazione, auspicato da Portaccio, dovrebbe affrontare numerose questioni: “Dal rinnovo delle flotte aziendali con automezzi ‘green’ alla digitalizzazione di tutti i processi, per finire all’automazione . Esiste una grande opportunità con il PNRR, ma la distribuzione è praticamente esclusa da qualsiasi forma di accesso e sostegno”.
I NUMERI DEL COMPARTO
Nella distribuzione food & beverage al servizio dei pubblici esercizi operano 3.814 aziende, che sviluppano 17 miliardi di euro di fatturato e danno occupazione a circa 60.000 persone. “Si tratta di realtà diffuse in tutto il territorio nazionale – sottolinea Portaccio – fortemente eterogenee per tipologie di prodotti e dimensioni. Molte registrano fatturati inferiori al milione di euro, sono interamente a conduzione familiare e il loro profitto rappresenta il reddito, a volte anche insufficiente, dell’intero nucleo familiare. Le aziende strutturate, oltre la fascia dei 6 milioni di euro, sono circa il 18% del totale e sviluppano intono al 60% del fatturato del comparto. Il mercato Horeca in Italia, nel 2022, conta circa 330.000 pubblici esercizi, dà occupazione a 1,4 milioni di persone e sviluppa un giro d’affari di 84 miliardi di euro, che incidono per il 5,6% sul Prodotto interno lordo del Paese”.
In definitiva, la distribuzione Horeca è un soggetto economico forte, che ha saputo adattarsi ai profondi cambiamenti dei consumi, mostrandosi altresì attento alla sostenibilità. E dopo due anni di fatica causati dalla pandemia, il 2022 ha registrato per il comparto un incremento di fatturato del 18% e una crescita di volumi pari al +9% circa rispetto al 2021.
I COSTI PER LE IMPRESE
“La pandemia non ha fermato la voglia degli italiani di socializzare e di vivere il fuori casa – dichiara Gian Marco Centinaio , Vicepresidente del Senato –, questo è nel nostro Dna ed è una cosa positiva che ci permette di guardare al futuro con ottimismo. Bisogna sottolineare che in Italia la socializzazione non è uno sballo: quando si esce, si fa un consumo moderato e di qualità. Tra le priorità del settore c’è sicuramente la lotta agli sprechi, con un’attenzione particolare ai prodotti a chilometro zero. L’inflazione è un aspetto che dobbiamo tenere
sotto controllo; nonostante ciò, gli italiani hanno voglia di trascorrere tempo in compagnia, di uscire e questo è un punto di forza del nostro Paese, è un qualcosa che altrove succede meno”.
Dal canto suo, Antonio Portaccio sottolinea come la distribuzione abbia bisogno di “una politica del costo del lavoro più in linea con le sue esigenze e con i tempi attuali, in modo da consentire una maggiore retribuzione al dipendente e dall’altro una diminuzione dei costi per le imprese”. A rispondere è Claudio Durigon, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali : “L’Italia ha un fabbisogno enorme di personale e di politiche attive del lavoro. In tal senso, occorre incentivare il ‘matching’ tra domanda e offerta di lavoro puntando sulla formazione dei lavoratori e non soltanto sui meri sussidi”.
IL MOTORE DELLA RIPRESA
C’è, poi, la questione fiscale. In rappresentanza dei distributori, Portaccio chiede “una nuova politica fiscale, che dovrà puntare poi alla crescita della patrimonializzazione delle varie aziende”. Sul punto interviene Alberto Gusmeroli, Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera: “Il Paese ha bisogno di una semplificazione fiscale fondamentale per rilanciare il settore. In proposito la delega per la riforma del fisco prevista dal Governo è molto puntuale e contiene tre principi: semplificazione, equità e riduzione della pressione fiscale”.
In attesa degli interventi e delle riforme necessarie, “i dati del Rapporto evidenziano come la socialità post pandemia, quella che noi definiamo del fuori casa, sia un’esigenza imprescindibile nella nostra vita con numeri in costante crescita”, ribadisce Francesco Battistoni, Vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati. In conclusione, assicura Dino Di Marino, Direttore Generale di Italgrob, “il Rapporto conferma il prezioso ruolo che ha avuto la categoria dei distributori Horeca in questi delicati e
turbolenti anni. Se oggi parliamo di un mercato di ristorazione in ripresa dobbiamo dire grazie anche al lavoro ‘invisibile’ che svolgono in Italia 3.800 aziende di distribuzione food & beverage, autentici ambasciatori del miglior Made in Italy, la spina dorsale del mercato del fuori casa. Una categoria che, nonostante le criticità dovute alla pandemia prima e ai tanti problemi ingenerati dal conflitto russo-ucraino poi, non ha mai smesso di supportare e sostenere, anche economicamente oltre che con prodotti e servizi, la rete dei punti di consumo. Per noi di Italgrob, in rappresentanza di tutti i distributori italiani, è stato un onore aver potuto presentare alle massime Istituzioni italiane le istanze di una categoria fondamentale per il mercato Horeca e l’economia del Paese”.
FOCUS/RAPPORTO CENSIS
IL FULCRO DELLA FILIERA
LA SECONDA EDIZIONE DELLA RICERCA REALIZZATA DA CENSIS E ITALGROB
RIBADISCE IL RUOLO STRATEGICO DELLA DISTRIBUZIONE HORECA. IN UNA
FASE DI DIFFICOLTÀ FINANZIARIA PER TANTI GESTORI DI PUNTI DI CONSUMO,
CAUSATA DALL’INFLAZIONE E DAL RIALZO DEI COSTI DELL’ENERGIA
Per raccontare il secondo Rapporto Censis-Italgrob è utile partire dalla definizione che lo studio dà della distribuzione Horeca: il fulcro della filiera.
L’immagine è indubbiamente forte, perché assegna una rilevanza strategica a una categoria di imprese a lungo misconosciuta, soprattutto dalle istituzioni e dai decisori politici. A supporto della loro tesi, gli autori
elencano una serie di ragioni, a cominciare dal ruolo svolto nella fase di progressivo superamento dell’emergenza sanitaria . Se il comparto è potuto ripartire – si legge nel Rapporto – è perché la distribuzione Horeca, connettendo industrie produttrici e imprese del fuori casa, ha continuato a garantire l’approvvigionamento puntuale di cibi e bevande a costi sostenibili in un momento di notevoli difficoltà per
gli imprenditori del canale, visto che ai duri colpi del periodo segnato dal confinamento domestico è seguito il rialzo dei costi dell’energia e, più in generale, l’inflazione. Qui il Censis riprende un concetto espresso già nella prima edizione della ricerca, cioè quanto sia stata vitale l’azione della distribuzione Horeca che ha agito come banca di fatto , perché con modalità flessibili in relazione alla mutevolezza dei contesti, ha garantito respiro nei pagamenti delle forniture, erogando credito sostanziale. Detto in altri termini, la distribuzione Horeca è il soggetto senza il quale il mondo del fuori casa andrebbe incontro ad una ristrutturazione feroce che ne muterebbe i connotati , con una pericolosa morìa di piccole imprese, che sono fonte di reddito per una moltitudine di famiglie di titolari e dipendenti, ma anche committenza di tante altre dell’industria del food & beverage.
LA CRESCITA IMPRENDITORIALE DEL FUORI CASA PASSA DA QUI
I ricercatori del Censis si spingono oltre e attribuiscono alla distribuzione Horeca una funzione pedagogica di upgrading delle culture imprenditoriali e di gestione , esercitata nei confronti degli altri attori della filiera, in particolare a beneficio della moltitudine di operatori sui territori. Le aziende dell’ingrosso sono per quelle del fuori casa interlocutori con più alte competenze e maggior spessore imprenditoriale, in grado di dare supporto e consulenza. In questo modo vengono trasferiti approcci più evoluti che hanno già dato ottimi
risultati, ad esempio nella promozione di prodotti locali, spesso scoperti e inseriti nelle offerte dei punti vendita del fuori casa proprio su sollecitazione del distributore . Lo stesso può dirsi dell’attenzione alle nuove sensibilità del consumatore in tema di sostenibilità, che può essere stimolata nel gestore del punto di consumo grazie al supporto culturale dell’anello a monte, ma anche di un fenomeno complesso come la Movida: la distribuzione Horeca può essere decisiva per costruire modalità più efficaci di promozione e gestione della relazionalità nel fuori casa sia da parte dei titolari degli esercizi pubblici sia da parte delle istituzioni con cui aprire un dialogo attivo mirato a condividere soluzioni sistemiche.
LA VOGLIA DI CONVIVIALITÀ EXTRADOMESTICA RESTA ALTA
Il Rapporto Censis-Italgrob offre numerosi spunti, che avremo modo di riprendere nei prossimi numeri di GBI, ma in questa sede è interessante evidenziare come la ripresa post-Covid non abbia affatto esaurito la voglia di fuori casa. In base all’indagine condotta dal Censis, il 47,3% degli italiani quando esce la sera si reca in locali pubblici, preferibilmente nei luoghi della Movida : l’8,8% lo fa quasi sempre, il 10% almeno una volta ogni quattro e il 28,5% lo fa sempre (fig. 1). Un’abitudine largamente diffusa, al netto di differenze in qualche caso scontate: a scegliere i luoghi della Movida sono ovviamente i giovani (83,5%) e gli adulti (52,4%), i laureati (58,8%) e i diplomati (54,5%)
2 - ITALIANI CHE VORREBBERO USCIRE DI PIÙ LA SERA/NOTTE, PER ETÀ (VAL. %)
sarebbe importante per le relazioni e la
Fonte: indagine Censis, 2022
e poi i maschi (56,4%). Gli autori sottolineano comunque che nei luoghi della Movida non si recano solo i giovani o gli stakanovisti della vita notturna, ma persone con caratteristiche sociodemografiche ed economiche molto diverse tra loro. C’è però una domanda potenziale altrettanto importante: il 40,3% degli italiani dichiara che gli piacerebbe uscire di più la sera, perché sarebbe importante per le relazioni e la qualità della vita (fig. 2). Il Rapporto fornisce uno spaccato, mostrando come a desiderare di uscire di più la sera sono il 55,9% dei giovani, il 45,6% degli adulti e il 19,3% degli anziani; il 54% dei residenti al Nord-Ovest, il 53,3% al Nord-Est, il 47% al Centro e il 49,4% al Sud-Isole; il 34,1% delle persone con al massimo la licenza media, il 44,7% dei diplomati e il 47,7% dei laureati. Insomma, anche questa domanda potenziale è trasversale a gruppi sociali e territori e, secondo gli estensori
PER AREA GEOGRAFICA (VAL. %)
Quanto è importante per le nostre città che ci siano luoghi in cui c’è una certa concentrazione di locali dove mangiare, divertirsi, ballare, stare insieme?
dello studio, potrebbe dispiegarsi, qualora trovasse appropriate condizioni economiche e, presumibilmente, un’offerta più modulata sulle proprie esigenze.
LA CONCENTRAZIONE DI LOCALI? PER GLI ITALIANI NON È UN PROBLEMA
Come ulteriore conferma del positivo giudizio degli italiani sul fuori casa e sul suo impatto sulle vite individuali e collettive, il Rapporto riferisce che il 70,5% ritiene molto o abbastanza importante che nelle città ci siano luoghi in cui c’è una certa concentrazione di locali dove mangiare, bere, divertirsi, stare insieme . Questa convinzione raccoglie il consenso di maggioranze trasversali alle caratteristiche sociodemografiche, economiche e di residenza delle persone, con quote un po’ più alte nei comuni più grandi (82,2%) e nel Nord-Est (76,2%).
È in ogni caso evidente la visione positiva che gli italiani hanno della filiera del fuori casa e in particolare: il 25,6% ritiene che la concentrazione di locali dove mangiare, bere e divertirsi sia molto importante per la buona qualità della vita di tutti; il 44,9% ne riconosce l’importanza, anche se focalizza l’attenzione sul positivo impatto che esercita nell’attrarre turisti (fig.3). Ad associare automaticamente l’ingovernabilità dello spazio pubblico all’insieme di locali del fuori casa è solo il 5,6%, quota che resta minoritaria trasversalmente ai gruppi sociali e ai territori. La maggioranza degli italiani crede infatti che il problema vero non sia l’eccesso di locali in un territorio, piuttosto il suo eventuale svuotamento da essi. Il nesso tra chiusura di locali – quali bar, ristoranti, enoteche e simili – e degrado dei territori è condiviso dal 78,5% degli italiani (fig. 4): ne sono particolarmente convinti i residenti al Centro (85,1%) e gli adulti (80%). D’altro canto, il 67,4 % pensa che lo sviluppo di un denso tessuto di attività sia nei fatti uno degli antidoti migliori alla criminalità e al degrado (fig.5).
Il Rapporto conclude sottolineando quanto sia fondamentale rilanciare il legame virtuoso tra sicurezza del territorio e vita quotidiana, nella consapevolezza che l’assenza di attività commerciali, a cominciare dai luoghi del fuori casa, facilita l’infiltrazione criminale e la deriva dei luoghi pubblici. Una riflessione che ci riporta a un tema centrale: la qualità della vita, che nella visione proposta da Censis e Italgrob si intreccia con la sostenibilità, come scopriremo nel prossimo numero di GBI. Anche qui, è la definizione del concetto di sostenibilità messa nero su bianco nella ricerca a marcare la differenza: una componente costitutiva della cultura sociale collettiva. E in quanto tale, un banco di prova per l’intero settore Horeca.
Clicca qui per scaricare il Rapporto Censis completo
SCENARI/TRADELAB
AWAY FROM HOME: È L’ORA DELLA STRATEGIA
OTTIMA PARTENZA PER IL MERCATO
AFH NEL PRIMO QUARTER DEL 2023, CON NUMERI CHE CONSENTONO ALLE AZIENDE DI TORNARE A PRIVILEGIARE VISIONI E PROGETTI DI LUNGO PERIODO A
La fotografia dei consumi fuori casa scattata nel 2022 mostra un mercato importante per il nostro sistema Paese: 93 miliardi di euro di valore sellout, generati nei circa 350.000 punti di consumo (bar, ristoranti, catene, pasticcerie, gelaterie) presenti in Italia, serviti da 3.400 operatori all’ingrosso, 350 cash & carry, aziende di produzione in diretta e da altri canali (Gdo, mercati generali, …).
Anche l’osservazione dei primi tre mesi dell’anno – realizzata attraverso il servizio di monitoraggio del mercato “AFH Consumer Tracking” di TradeLab, che analizza mensilmente circa 6.500 interviste a consumatori (200 interviste ogni giorno) – conferma i trend di forte sviluppo del comparto (+2,5 mld di valore vs. Q1 2022).
Da gennaio a marzo 2023 il valore complessivo dei consumi F&B Away From Home, a sell-out, avrebbe già totalizzato oltre 20 miliardi di euro.
Marzo, in particolare, avrebbe fatto registrare – rispetto all’omologo del 2022 – un rialzo del +8% a visite e del +19% a valore. Il contesto ancora difficile (inflazione, guerra in Ucraina, …) non cambia comunque l’atteggiamento estremamente positivo degli italiani verso le spese nel fuori casa, soprattutto quando legate a momenti leisure e/o di socialità.
Sono dunque pienamente confermate le previsioni di crescita per il canale AFH, che per il 2023 punta a far transitare nelle sue casse circa il 40% dei consumi alimentari totali e a toccare quota 100 miliardi di euro.
Alla luce di queste evidenze, quali possono essere le key words per rimettere la strategia e la pianificazione di medio-lungo periodo al centro dei piani sviluppo delle aziende?
Di seguito, quattro parole chiave e spunti di riflessione che, secondo TradeLab, caratterizzeranno la ripresa e l’evoluzione del mercato nei mesi a venire (si veda figura 1):
1. Route to Market
2. Territori
3. Omnicanalità
4. Experience
KEY-WORD 1
ROUTE TO MARKET: SELETTIVE E SEMPRE PIÙ
MIRATE A LIVELLO DI CATEGORIA E CANALE
Un mercato, tanti canali, moltissimi punti di consumo! Non è più pensabile un’unica Route to Market per il grande mercato Away from Home. Sempre più sarà cruciale, per le aziende che operano nel fuori casa, analizzare in modo “granulare” la grande rete AFH (circa 350.000 punti di consumo sparsi su tutto il territorio italiano), al fine di ottimizzare i piani di vendita, le strategie commerciali e cogliere al meglio le opportunità. Bar, ristoranti e catene non hanno viaggiato alla stessa velocità durante il Covid. E anche nel post permangono forti differenze fra canali, segmenti e singoli pdc in termini di perfomance.
La pandemia e la crisi energetica hanno accentuato il divario fra punti
I
PREVISIONE TRADELAB 2023
di consumo basso e alto performanti, fra “evoluti” e “tradizionali”. Pochi i gestori che, per il momento, pensano di chiudere (pari al 3%, anche per la difficoltà di molti indipendenti di ricollocarsi sul mondo del lavoro), ma sono quasi 2 su 10 (17%) i gestori che faticano a coprire i costi. Anche se non chiuderanno, ci saranno operatori sempre più marginali. La percentuale del rischio di chiusura scende all’8-9% presso i bar serali e nelle grandi città, mentre sale al 20-29% presso i bar più tradizionali e nei piccoli centri. Occorre, quindi, un attento lavoro di selezione, volto a individuare i locali vincenti, a più alto potenziale, sui quali investire! (si veda figura 2).
1. Route to Market
2. Territori
3. Ominicanalità
4. Experience
A livello di macro-canalizzazione dei consumi, oggi ristoranti di fascia medio alta e catene guidano la ripresa del mercato. Mentre i bar hanno visto maggiori uscite durante la pandemia e hanno gli scontrini medi più bassi di tutto il comparto (4 euro).
RISTORANTI : 142.000 locali (fonte: “OnTheMap Geo AFH” TradeLab-Noovle) ; generano oltre la metà del valore a sellout del totale dei consumi fuori casa (55%). Canale dinamico, che meglio risponde ai nuovi bisogni di esperienzialità dei consumatori, con una rete in costante crescita (+23% nel ’22 vs ’15)
CATENE : rete ancora contenuta in Italia, con circa 10.000 punti di consumo (fonte: “Analisi Catene Ristorazione” TradeLab), ma che registra forti tassi di crescita (+65%). Nel 2022 le catene hanno generato ben il 10% del valore del comparto. Prosegue la crescita della parte industrializzata del mercato (tramite fondi, player da altri business, retailer della Gdo).
Forte evoluzione dell’offerta in termini di varietà dei format ad oggi censiti (oltre 700 differenti insegne con l’esplosione del fenomeno delle mini-catene).
BAR: quasi 147.000 locali (fonte: “OnTheMap Geo AFH” TradeLabNoovle) operativi in Italia. Canale centrale, che veicola quasi il 60% delle visite complessive: nessuna categoria di prodotto può fare a meno dei bar. Tuttavia, risulta caratterizzato da un elevato numero di locali ancora tradizionali, a gestione familiare, marginali e fortemente legati alle occasioni di consumo diurne (meno esperienziali e a più basso valore).
FOOD DELIVERY: la componente online sembra essere entrata in modo stabile nelle abitudini degli italiani.
KEY-WORD 2
TERRITORI: IL GOVERNO
DELL’ULTIMO MIGLIO
Sempre più cruciale sarà conoscere le diverse potenzialità dei territori, al fine di operare una gestione efficiente delle risorse, all’interno di un mercato altamente competitivo. Si pensi, per esempio, alla rilevanza di individuare e presidiare in modo adeguato, con politiche dedicate, i vari territori a vocazione turistica (Nord Est, Toscana, grandi
www.vignetiromio.it
Romagna: ti verso una storia
Scopri tutta la linea Horeca
Vigneti Romio:
Romagna DOC Trebbiano
Romagna DOC
Sangiovese Superiore Riserva
Romagna Rubicone IGT
Appassimento
Figura 3 - TERRITORI: IL GOVERNO DELL’ULTIMO MIGLIO
Turismo Abitudini AFH degli Italiani
città d’arte, località di mare/montagna, …) (si veda figura 3). Oppure si pensi, all’importanza di analizzare come cambino le abitudini di consumo fuori casa al Nord, rispetto a quanto accade al Sud (per es. il maggior numero di pranzi fuori casa consumati nel Nord Italia; l’orario di inizio dell’aperitivo che si sposta dalle 17.30/18 fino alle 19:30/20, man mano che si va da Milano verso Bari).
KEY-WORD 3
OMNICANALITÀ NEGLI ACQUISTI DEI PUNTI DI CONSUMO: È FINITO IL TEMPO
DI UNA GESTIONE DISTRIBUTIVA “MONOBINARIO”
Il grossista era – e resterà – il canale di approvvigionamento leader dell’Away from Home (93% di penetrazione; 56% di quota in media tra le categorie F&B), ma oggi sono aumentati i livelli di multicanalità e di competizione tra gli intermediari.
Durante la pandemia sono cresciuti soprattutto cash & carry con la parte del delivery, piattaforme e-commerce e Gdo: i punti di consumo avevano bisogno di trovare anche soluzioni di acquisto meno vincolanti
(assenza di stock e lotti minimi, …) e/o soluzioni di acquisto a distanza. E tale evidenza ha portato con sé una duplice implicazione: lato industria , la necessità di gestire l’approccio multicanale dei gestori, pensando a strategie differenziate per ciascun intermediario; lato ingrosso, la necessità di gestire l’innalzamento della competition. Oggi i grossisti hanno di fronte players molto attrezzati per servire il canale AFH: occorrerà mettere in campo strategie differenzianti, creare valore per fidelizzare, per esempio attraverso assortimenti distintivi, prodotti premium, supporto consulenziale ai punti di consumo.
KEY-WORD 4
EXPERIENCE: DARE AI CONSUMATORI MOTIVAZIONI SEMPRE PIÙ FORTI
PER USCIRE
I costi sono aumentati, il prezzo oggi conta di più che in passato, ma la risposta del mercato AFH, diversamente da altri, non deve essere low cost!
L’offerta di un’esperienza di valore può, e deve, riuscire a vincere sull’esigenza di risparmiare, convincendo i consumatori a continuare a spendere e a spendere di più nel fuori casa.
Ma cosa si intende per esperienza “di valore”? Non necessariamente si tratta di offrire prodotti di costo superiore, quanto piuttosto di offrire un’esperienza che sia percepita come “di qualità” e premiante.
Il tema allora è: cosa si aspettano oggi i consumatori?
Al di là della motivazione più o meno funzionale o sociale/leisure del consumo fuori casa, se in passato si usciva a bere e a mangiare
principalmente guidati dalla soddisfazione nel gustare un buon prodotto (food/ drink), oggi questo non basta più. Occorre offrire un prodotto differenziante, diverso da quello che possiamo consumare a casa, tenendo in considerazione due variabili importanti: gratificazione e salute, indulgence & healthy. A ciò si aggiunge, poi, la crescente rilevanza del servizio, il cosiddetto perfect-serve. E da qui l’importanza di un’attivazione corretta dei punti di consumo.
Infine, il tema dei valori. Oggi l’esperienza F&B fuori casa è ancora più completa e soddisfacente nel momento in cui si consuma un buon prodotto, servito bene e che riesce a comunicare valori importanti per i consumatori (come per esempio quello della
sostenibilità, della responsabilità sociale, ...). E allora sì che, con la combinazione prodotto+servizio+valori, si hanno tutti gli ingredienti per vincere il prezzo e far volare i consumi fuori casa!
DALLE AZIENDE/SAN BENEDETTO
UN CAPOLAVORO DI GUSTO E DESIGN
SAN BENEDETTO INDIAN BLACK TEA: IL NUOVO THÈ PREMIUM, IN ESCLUSIVA PER IL CANALE HORECA
Il mondo della mixology si sta avvicinando a referenze miscelabili in grado di far emergere sapori e profumi dei cocktail più iconici, riducendo il contenuto alcolico senza sacrificare il gusto e la qualità del cocktail. Nel mondo del thè freddo, San Benedetto si è fatta portavoce di innovazione cavalcando il trend della mixology no & low alchol con Indian Black Tea. Grazie alla sua versatilità e alle sue caratteristiche organolettiche, è l’ingrediente ideale per la preparazione di cocktail originali, naturali e freschi a bassa gradazione alcolica o alcol free. San Benedetto Indian Black Tea è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. È caratterizzato da una preziosa confezione in vetro da 25 cl ispirata agli scrigni prestigiosi di antichi profumi, rifinita da decori floreali e raffinati giochi di trasparenza. Un sapore intenso e dissetante e un delicato profumo, dato dall’estratto di foglie di thè nero 100% indiano, gli conferiscono un gusto rotondo e unico, nei classici gusti Pesca e Limone. Una formulazione esclusiva, un blend selezionato, senza edulcoranti, conservanti e coloranti, in pura acqua minerale naturale.
SAN BENEDETTO MOROCCAN TEA
INGREDIENTI
• 125 ml di Indian Black Tea Limone
• 22,5 ml di succo di lime fresco
• 17 ml di sciroppo d’agave
• 2 rametti di timo
• 5 foglie di menta
• Per la versione alcolica: 30 ml di Vodka
PREPARAZIONE:
Miscelate l’Indian Black Tea Limone San Benedetto con il succo di lime e, se desiderate una versione alcolica, con la Vodka. Dolcificate con lo sciroppo d’agave, quindi ponete nei bicchieri dei cubetti di ghiaccio e versatevi il cocktail. Decorate con i rametti di timo e menta e a piacere con una fettina di limone. Servite subito. www.sanbenedetto.it
MERCATO/WHITE SPIRITS
GIN & CO. PADRONI DELLA SCENA
INDISCUSSI CAMPIONI A VOLUME, I WHITE SPIRITS CONTINUANO A CRESCERE E SOPRATTUTTO MIGLIORANO IL LORO POSIZIONAMENTO, GRAZIE ALLA DOMANDA DI PRODOTTI PREMIUM. A DIRLO SONO I DATI CIRCANA, CHE DELINEANO UN QUADRO DETTAGLIATO DEL COMPARTO DI DOMENICO APICELLA
Una splendida anomalia, figlia di una tendenza di consumo che sta in breve tempo riscrivendo le dinamiche degli spirits. A scorrere i dati a fonte Circana, che GBI vi propone in queste pagine, verrebbe da definire così quanto sta accadendo nel mondo dei superalcolici, tale è il dominio del gin. Perché il fatto che il segmento nettamente più grande – l’incidenza del
gin sul totale delle vendite di spirits effettuate dei grossisti è pari al 43,9% a volume nell’anno terminante lo scorso febbraio – sia anche quello che fa registrare la maggiore crescita (+51,6% sempre nell’a.t. febbraio 2023) è una circostanza che rasenta l’eccezionalità statistica persino in un comparto enorme come il largo consumo. Ma come al solito i numeri vanno compresi e interpretati, per cogliere più in profondità il loro significato. E nessuno
meglio di Mario Carbone , Account Director di Circana, può tradurli in informazioni qualitative, alla luce dello storico di rilevazioni sul canale fuori casa condotte da IRI, divenuta Circana all’indomani della fusione con NPD.
LA MISCELAZIONE DETTA LEGGE
Come spiegare dunque l’avanzata inarrestabile dei white spirits? “I dati vanno inquadrati in un fenomeno più
ampio – risponde Carbone – e cioè il successo del bere miscelato. Un trend che tante aziende stanno provando a cavalcare, spesso sconfinando dalle categorie in cui hanno storicamente costruito il loro presidio del mercato beverage. Oggi il cocktail è la modalità di consumo vincente, soprattutto nei locali di tendenza, cioè quelli a più alto valore e che portano marginalità all’intera filiera . I forti e generalizzati aumenti nelle vendite di spirits realizzate dai grossisti sono in parte dovuti a un fattore che potremmo definire tecnico. Il settore è molto concentrato e conta un numero ridotto di produttori di grandi dimensioni, che per questioni d’immagine e di corretto posizionamento dei marchi hanno sempre rifornito direttamente una quota di locali ritenuti più importanti. Dopo il Covid, per ragioni di efficienza logistica e di gestione del credito, i produttori hanno ridotto la distribuzione diretta, appoggiandosi sempre più alla rete di grossisti sul territorio, che hanno quindi incrementato il loro sell in”.
L’ASSORTIMENTO DEI DISTRIBUTORI
È comunque indubbio che i white spirits rappresentino la spina dorsale dei superalcolici. In base ai dati Circana, fatto 100 il totale delle vendite realizzate dai distributori Horeca, l’insieme di gin, vodka bianca, rhum e tequila – escludendo quindi la vodka aromatizzata, perché meno vocata al bere miscelato, vero re Mida del mercato – pesa per l’84,6% a volume, con una quota del 41% sul numero di referenze medie settimanali presenti
nell’assortimento (117 su 285). “Se ci focalizziamo sul sell in nel mondo della notte – aggiunge Carbone – le quattro categorie citate rappresentano il 90% dei volumi. Come a dire che il mercato è fatto da questi prodotti da miscelazione. In tema di assortimento, se un anno fa mediamente un distributore Horeca vendeva 46 referenze di gin, oggi ne ha 10 in più. Tantissimi sono i rhum: 34 referenze, aumentate di 3 unità in un anno . L’offerta media di gin, vodka bianca, rhum e tequila proposta da un grossista è cresciuta di 16 referenze nell’arco del periodo di tempo considerato, per effetto anche di una domanda proveniente dai gestori, che magari desiderano un determinato prodotto per preparare uno specifico cocktail. Il rovescio della medaglia sono le basse rotazioni presumibilmente registrate da alcuni di questi articoli, che consiglierebbero a distributori e gestori di razionalizzare i propri assortimenti”. Su 79 referenze che mediamente un grossista vende ai locali serali, ben
45 – cioè il 56% – sono da ricondurre a gin, vodka bianca, rhum e tequila. Impressionanti sono gli allunghi fatti segnare da alcune categorie, a cominciare dal gin che nel mondo della notte è cresciuto del +87,2% nell’anno terminante lo scorso febbraio , rispetto all’analogo periodo precedente. Il +66,5% della tequila, che incide per oltre un quarto sul totale dei volumi venduti dai grossisti in questo canale, e gli altri incrementi a doppia cifra o più – clamoroso il +1.245% di ready to drink e ready to serve, sebbene a fronte di una quota ancora piccola – confermano che il fuori casa ha archiviato la tremenda stagione della pandemia anche in questa fascia di punti di consumo, i locali serali, che erano ripartiti faticosamente dopo i tanti mesi di restrizioni.
INFLAZIONE?
SOLO NELLA VODKA
Un’analisi approfondita la meritano i prezzi. “Un litro di liquore – spiega
WHITE SPIRITS, LE VENDITE DEI GROSSISTI
l’Account Director di Circana – mediamente viene venduto da un distributore Horeca a 16,57 euro, Iva esclusa. Ci sono prodotti che hanno un posizionamento alto, cognac e whisky su tutti, ma è interessante notare che, fatto 100 il prezzo medio, il segmento più grande, cioè il gin, ha un indice di prezzo pari a 116. Questo significa che il consumatore e di conseguenza il gestore chiedono gin di qualità. Chi in una grande città spende 12 euro o più per un cocktail, pretende qualcosa di ben realizzato e presentato nella maniera giusta, con ingredienti di chiaro valore. L’offerta nell’ambito
della miscelazione e dei white spirits, che ne costituiscono la parte essenziale, si va progressivamente elevando verso il premium. Sotto questo profilo l’industria supporta il distributore, che fa lo stesso con il gestore, innescando un circolo virtuoso comune a tutta la filiera”.
La dinamica appena descritta spiega le variazioni di prezzo abbastanza contenute dei white spirits, così come evidenziate da Circana. In altre parole, nel gin il prezzo sale come conseguenza del crescente peso di prodotti a maggior valore aggiunto Anche perché il costo medio piuttosto
alto consente di ammortizzare le spinte inflattive, ravvisabili solo nel caso della vodka bianca, per effetto del conflitto russo-ucraino, cioè proprio in una delle zone di provenienza di questo distillato.
UNO SGUARDO AL FUTURO
Chiudiamo da dove siano partiti: il trionfo dei white spirits, e del gin in particolare, ha in sé una componente di moda che col tempo potrebbe attenuarsi? “È un’ipotesi plausibile – ribatte Carbone – soprattutto se pensiamo al fenomeno spritz, che si è progressivamente assestato. Inoltre, la concentrazione del mercato intorno a un nucleo di grandi produttori, che indicano la rotta anche per il resto del mercato, rende possibile un rapido spostamento di risorse e consumi verso un’altra categoria ”. Detto questo, la vivacità nell’ambito dei white spirits – riassunta nelle pagine successive, mediante una carrellata di proposte e novità presentate dai produttori – è un importante punto a favore, per sostenere la creatività dei bartender e rispondere alla sete di qualità del consumatore.
GRUPPO CAFFO 1915 ESPERIENZA E QUALITÀ
“Gruppo Caffo 1915 annovera tra le sue referenze anche ottimi white spirits –spiega il Direttore Vendite del Gruppo Noè Alquati –. Tra questi, Sir Miller Dry Gin, London gin raffinato e aromatico, la nostra Tajgà la premium vodka dry distillata cinque volte dal grano e il super premium Emporia Gin l’unico con bacche di ginepro fenicio e acqua del Mar Tirreno creato con un processo di doppia distillazione. Sono tutti prodotti di alta qualità e tutti premiati nelle migliori competizioni internazionali dedicate agli spirits. In generale, tutte le referenze stanno avendo un ottimo riscontro e in particolare cresce bene
TOSO TRA MODERNITÀ E STORIA
“L’offerta Toso Spa nei white spirits si declina con una gamma variegata di prodotti. Il marchio Papito con i suoi 4 diversi Rum, nel segmento gin il Mr. Higgins London
LE AZIENDE
Emporia Gin. Il suo gusto ricercato è ottenuto da materie prime scelte tra cui le bacche di ginepro fenicio infuse in finissimo alcole neutro da grano e distillate con metodo discontinuo in un antico alambicco di rame munito di deflammatore Egrot dai mastri distillatori Caffo. Importante è anche la collaborazione con i nostri distributori e grossisti con cui lavoriamo in sinergia per elaborare strategie finalizzate a raggiungere gli end-user con iniziative promosse nei locali di tendenza”.
GIN DI PUGLIA L’OLIO EVO È L’INGREDIENTE IN PIÙ
Dry Gin, la vodka bianca e aromatizzata (fragola, liquirizia, limone, melone, menta, pesca e zenzero) Ille-gal – dice Gianfranco Toso, AD del Gruppo –. Negli
anni abbiamo concluso diverse acquisizioni per presentare nel fuori casa un’offerta completa con prodotti di qualità per la mixology. La nostra strategia punta da un lato alla distribuzione capillare delle referenze nei locali più trendy e con una ricca carta dei cocktail, dall’altro all’offerta di una gamma completa di prodotti per tutti le proposte di mixability”.
Territorio e white spirits, un binomio che riserva sorprese: “Il nostro London Dry è il primo in Puglia e in Italia ad essere distillato con olio extra vergine di oliva, oltre che con le classiche botaniche – dichiara Ettore Pacilli, Titolare di Gin di Puglia –. Summer è la versione con aggiunta di agrumi del Gargano. La produzione è partita nel 2019, riscontrando un boom di interesse in Puglia; poi l’attenzione è cresciuta in Lombardia, Piemonte, Emilia, Veneto e Valle d’Aosta. Dopo lo stop imposto dal Covid-19, abbiamo ripreso a un ritmo incoraggiante. In Italia siamo distribuiti da Vino e Design, mentre è di quest’anno l’esordio in Svizzera”. La famiglia Gin di Puglia è prossima a crescere: “A breve lanceremo un Vermouth – annuncia Pacilli –. Inoltre, abbiamo adottato bottiglie da 700 ml, più grandi ed ecologiche, perché in vetro riciclato, con etichetta di carta riciclata e prive di capsule in plastica”.
Cocktail Il Ricostituente
5 cl Ferro China Bisleri
5 cl soda water
1 zest di limone
ILLVA SARONNO VISIONE STRATEGICA E OBIETTIVI DIFFERENZIATI
“La nostra offerta passa dalla Vodka alla Tequila, dal Gin fino al Rum. Un’offerta completa che soddisfa le esigenze dei consumatori e del trade – esordisce Claudio
Giuliano, Direttore Marketing Illva Saronno
–. Nello specifico, VODKA - Artic, marchio storico di Illva Saronno, Rump@blic,
CASONI
UNA GAMMA ESCLUSIVA PER I COCKTAIL BAR
“La nostra gamma white spirits premium oggi è rappresentata da Gin Tabar, il primo gin 100% prodotto e distillato nelle
Manuel Greco, Trade
Marketing Manageril rum frutto di un progetto fatto dai bartender per i bartender, la gamma dei Gin Greenall’s, Ophir, Bloom, Thomas Daikin, eccellenza della gamma inglese, e la tequila
El Charro proveniente dagli Altos de Jalisco, un’icona nella cultura e nella storia messicana. Ogni brand ha una visione strategica diversa con obiettivi e vision diversi ma, se pur differenti con tutto il portafoglio, abbiamo stretto rapporti di partnership con il canale ingrosso, massimizzando le relazioni e favorendo progetti di attivazione e di distribuzione. Quest’anno contiamo di continuare a conquistare posizioni nei portafogli dei nostri distributori e catturare l’attenzione dei nostri consumatori”.
nebbie della pianura padana, nato nel 2017 per presidiare i top cocktail bar e frutto di una sapiente miscelazione di 9 botaniche diverse e da un’antica tecnica appartenente alla distilleria artigianale Casoni – spiega
GIN DISTRICT IL GUSTO DEL PREMIUM
Si può catturare il cuore di una città in una bottiglia? Quattro imprenditori lombardi sono convinti di sì e a dicembre 2022 hanno lanciato Gin District. “Brera, Montenapoleone e Isola sono i primi tre distretti milanesi che abbiamo raccontato con altrettanti prodotti – afferma Luca Lantero, Amministratore Delegato di Gin District –. La bottiglia è un oggetto di design, frutto di una lavorazione artistica tipica della profumeria. Gin District è stato presentato a novembre all’Hotel Gallia di Milano e poi a Firenze in occasione di Pitti Uomo, con il brand ambassador Cristian Lodi. Sempre a Milano
–. Il 2023 ha visto anche la nascita di Gin Tabar Bergamotto, estensione della linea di Tabar Classico, la nuova espressione al bergamotto – 100% italiano – che esalta le caratteristiche delle aromaticità del prodotto ed esprime un’incredibile freschezza al palato. In termini di fatturato, i primi tre mesi del 2022 hanno fatto registrare per il portafoglio Horeca Casoni un ottimo risultato sia in termini di volumi (+30%) che in termini di valore (+25%), con un incremento molto forte della linea premium. Un risultato ottenuto grazie alla stretta collaborazione con i distributori con cui operiamo sul territorio nazionale e che rappresentano per noi un perno decisivo per servire i luoghi di consumo della nostra Penisola”.
sono poi seguiti diversi locali di tendenza, a cominciare dal 1930. Da maggio, in occasione di Mixology Experience, abbiamo stipulato un accordo di distribuzione con Spirits & Colori, che darà ulteriore impulso alla strategia commerciale”. Alle porte c’è un ampliamento di gamma: “A breve proporremo una nuova versione di Brera, con caratteristiche molto particolari” annuncia Lantero.
ONESTI GROUP CONTEMPORANEITÀ E TRADIZIONE
“La nostra strategia aziendale è volta all’ampliamento di gamma – sintetizza Laura Vacchelli, Responsabile Comunicazione di Onesti Group –. Partendo dallo storico
OPIFICIO FRED NOVITÀ DA MEDITAZIONE
distillato Alpestre, abbiamo ampliato la gamma con gin, vermouth e bitter. Le nuove referenze, firmate da Fulvio Piccinino, sono cinque prodotti che vogliono rappresentare il fresco e coraggioso spirito alpino. Sapori decisi che desiderano lasciare un’emozione e un ricordo vivido in chi li sceglie. Due gin che tramite morbidezza e balsamicità, regalano una freschezza senza precedenti. Due vermouth, inno alla territorialità e alla tradizione del Vermouth di Torino, e infine un bitter, un’alchemica relazione tra presente passato. Cinque prodotti super premium che ampliano la gamma di spirits nel portfoglio dei distributori, nostri partner da sempre, espressione di qualità per una mixology contemporanea, ma con un richiamo alla tradizione”.
Fred ha avuto un’altra idea. Federico Cremasco, Titolare di Opificio Fred, amplia la gamma: “Finora nei white spirits proponevamo due prodotti: il Gin43 Fred Jerbis, con 43 botaniche, ricco di profumi e sentori, prima erbacei poi speziati; il Gin7 Camomilla Fred Jerbis, con camomilla messa in infusione nel gin distillato, perfetto per dare nuova personalità ai cocktail”. La novità si chiama Gin - Rhum & Vermut Double Finish Cask: “È realizzato
J.ROSE ESPERIENZE MULTISENSORIALI
L’agenda di Dario Roselli, General Manager di J.Rose, è fitta di appuntamenti: “In Italia, dopo il Roma Bar Show, saremo a Host Milano; all’estero ci troverete al BCB Brooklyn e al BCB Berlin. Il focus sarà far sperimentare J.Rose Gin da un punto di vista multisensoriale: gusto, tatto e vista”. L’estetica di J.Rose è un elemento di forza: “È un London Dry Gin al bergamotto – evidenzia Roselli
MARZADRO LA TRADIZIONE INCONTRA L’INNOVAZIONE
“La nostra azienda nasce con la produzione di grappa, prodotto che rappresenta la tipologia principale nel nostro assortimento –sottolinea il Brand Ambassador Alessandro
Marzadro –. La grappa giovane rappresenta la tradizione, ma ciò che è tradizione può essere ripensata e trasformarsi in innovazione.
Le Grappe giovani nel nostro mix pesano il 30% e i brand principali sono Anfora, Bivitigni e La Trentina. Questo assetto ci permette di affrontare il mercato con stili di prodotto diverso e fasce di prezzo in grado di accontentare varie
con 7 botaniche – spiega Cremasco –, affinato prima in barrique di Rhum delle Barbados e poi in barrique di ciliegio di Vermut di Schioppetino, che donano un colore ambrato scuro, sfumature legnose, un profumo intenso. Un prodotto da meditazione, da degustare liscio, ideale per questa fase di stabilizzazione dei consumi in Europa e Usa. Nei primi mesi dell’anno stiamo avendo ottimi riscontri in mercati per noi nuovi, come quello asiatico e australiano”.
– le cui bottiglie sono impreziosite da illustrazioni del Maestro Milo Manara Ogni etichetta è realizzata artigianalmente dalla nostra azienda madre, Affreschi & Affreschi, su una superficie materica che avvolge la bottiglia e la rende un piccolo capolavoro. Ad accrescere il valore artistico di J.Rose sono il pugnale sul tappo, che si trasforma in un ciondolo dal design glamour, e la luxury box che ospita il J.Rose e due bicchieri, il cui coperchio si trasforma in un quadro autenticato da Milo Manara”.
tipologie di consumatori. Nel 2023 continueremo il nostro percorso per far scoprire/riscoprire quello che il nostro distillato può dare. Negli anni abbiamo anche integrato la nostra proposta con il Gin che oggi sta ottenendo traguardi importanti”.
MERCANTI DI SPIRITS LA VERSATILITÀ È UN VALORE AGGIUNTO
“ Il catalogo di Mercanti di Spirits è molto ricco (Rum Mulata, Tequila Tres
Sombreros, Mezcal Planta
Santa, Vodka Norvik, Grappa Medulla) – afferma il Direttore Marketing Armando Follari –anche se la tendenza, rispetto al recente passato è di bere prodotti di maggior pregio, motivo per cui si finisce per scegliere distillati invecchiati. Questo non vale per i gin che continuano a crescere. Ed è per questo che abbiamo deciso
di proporre in Italia Bekerton London Dry Gin. Il prodotto è stato lanciato a inizio anno, ma ha subito raccolto consensi importanti, soprattutto da parte dei bartender che sono alla ricerca di prodotti di qualità, ma versatili nell’utilizzo e a un costo accettabile. Da sempre la nostra azienda ha cercato di trovare con i distributori formule in grado di attrarre il bartender, che è poi l’utilizzatore finale di quasi tutti i nostri prodotti. Inoltre, mettiamo a disposizione dei grossisti i nostri Ambassador sia per la formazione dei venditori del grossista che per i suoi clienti. Entro la fine dell’anno lanceremo sul mercato una nuova vodka di altissima qualità”.
RINALDI 1957 DEGUSTAZIONI E FOOD PAIRING
“La nostra strategia marketing? Avvicinare il più possibile i prodotti al cliente finale” dice Gabriele Rondani, Marketing & PR Director di Rinaldi 1957 che nei white spirits ha marchi come Gin Fifty Pounds, Cachaça Ypioca, Montanaro, Pilzer, Nannoni, Gin Santa Ana, Pisco Portón, Santiago de Cuba, New Groove,
SILVIO CARTA ECCELLENZE DI SARDEGNA
“Il re della nostra distilleria”: Elio Carta, Titolare di Silvio Carta, definisce così il gin. “Dal 2012, anno di lancio di Giniu, ne abbiamo dato una versione coerente, unica ed originale. Boigin, Grifu, Pigskin, Giniu e Per Te sono racconti di eccellenze di Sardegna, di una specificità territoriale, di gusti e profumi”. Due le novità presentate:
“Grifu Orange è prodotto con l’infusione a freddo delle zeste di arancia di Milis – racconta Carta – ed è un gin profumato, agrumato, fresco, perfetto per il gin tonic estivo e i consumatori meno avvezzi. Il Gin per Te
o’ Reizinho, HSE, Ladoga, Imperial Gold, Aviation, Yu Gin, Sakurao Gin, Los Tres Toños. A pubblicità e attività Pr si accompagna il below the line: “A rivenditori, distributori, utilizzatori – aggiunge Rondani – dedichiamo delle masterclass; ai consumatori proponiamo degustazioni interattive, food pairing, eventi. Funziona molto bene il format
Gindovina: una degustazione alla cieca in cui raccontiamo tre gin, li proponiamo in mini Gin & Tonic e invitiamo il pubblico a indovinare cosa abbia assaggiato. Inoltre, abbiamo costruito un menu di Gin & Tonic abbinati alle pizze più diffuse”.
è un London Dry Gin: l’unico ingrediente è il ginepro sardo marino che cresce lungo le coste dell’Oristanese. Al palato è secco, deciso, sprezzante, salino e al naso sprigiona tutta il potere della macchia mediterranea. Per noi
è una tappa importante e con orgoglio abbiamo accolto la medaglia d’argento tributata dall’ISW Meininger 2023”.
SCENARI/SUCCHI E BIBITE CARBONATE
UN MERCATO CHE PUNTA A CRESCERE
Iniziamo a tirare le somme del primo quadrimestre 2023 attraverso il Mindforhoreca, lo strumento di rilevazione sistematica del mercato realizzato da Formind.
L’analisi mostra un mercato progressivo che chiude a circa +14% a volume vs il 2022: le migliori performance le registriamo nelle aree Nord Est e Sud, mentre, leggermente sottotono, il Nord Ovest e il Centro, frutto forse di ancora un forte utilizzo dello smart working e di un turismo estero in lenta ripresa, almeno per quanto riguarda il primo bimestre.
Le presenze straniere si consolidano a un progressivo -4,8% vs il dato storico del 2019 (con una previsione di chiusura quasi allineata al 2019), e di circa +20% vs il 2022.
Ma entriamo nel vivo dei mercati sui quali abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione in questo numero.
Il nostro focus sono le categorie beverage relative ai succhi di frutta e soft drink/bibite carbonate.
Ebbene, lo scenario di questo primo quadrimestre 2023 vede i succhi di frutta vivere un momento di flessione rispetto alla chiusura del mercato; se durante gli anni della pandemia il momento della colazione (unico momento fruibile del fuori casa in alcuni periodi) ha visto una forte crescita di cui la categoria ha beneficiato, oggi i continui aumenti e la costante crescita dell’inflazione, vedono il consumatore staccare il piede dall’acceleratore da questo momento di consumo. Positiva l’evoluzione del segmento zero zuccheri aggiunti, da notare che nel 2019 contava una ponderata di circa 6 punti del totale succhi; con la chiusura del 2022 questa è salita a circa 8,5 punti. Sarà importante monitorare l’andamento nel prossimo futuro per comprendere se la risposta, attualmente positiva del consumatore, sia una moda passeggera oppure un trend consolidato. Per ciò che riguarda i gusti, nel 2022 abbiamo registrato i seguenti come quelli più consumati dagli italiani nel canale Horeca: ace, pera, ananas e pesca.
LO SPRINT DELLE BIBITE CARBONATE
Durante la pandemia il consumatore ha cambiato notevolmente le sue abitudini in merito ai soft drink. Tutti siamo a conoscenza della crescita del fenomeno “gin tonic”, e di cosa ha comportato questo per la categoria delle toniche (alcuni punti vendita hanno la selezione di toniche da abbinare al gin che si preferisce), ma tutte le sottocategorie no cole utilizzate nella mixology hanno beneficiato di questo trend (gazzose, limonate, soda). Tra le nuove mode del consumatore c’è anche il cocktail “paloma” a base di tequila e soda al pompelmo rosa, vedremo se sarà una moda passeggera o se il consumatore consoliderà questo trend portando a una futura crescita del segmento soda, in particolare quelle al pompelmo rosa.
Al momento è una categoria in ripresa, ma con una
velocità ridotta: molto presenti in momenti di consumo come pranzo e cena, ma all’aperitivo non sono la prima scelta. Ricordiamo che l’happy hour, sia diurno che serale, è uno dei momenti a cui il consumatore italiano è maggiormente affezionato; in particolare nel 2023 alcuni produttori hanno ampliato la propria offerta, soprattutto nel settore bibite carbonate, lanciando diversi prodotti pensati principalmente per questo momento di consumo.
Oggi l’avventore sceglie sempre di più ponendo l’esperienza al primo posto, successivamente fa valutazioni economiche, ma non rinuncia ai prodotti premium e al valore della marca, molto concreto sulla scelta di ciò che deve consumare rimanendo però attento alla spesa.
LA CLASSIFICA PER CATEGORIE
Ampliando la nostra osservazione alle singole categorie merceologiche, dal confronto con il 2019, abbiamo con un segno positivo le performance degli spirits e degli aperitivi da litro; seguono le bibite carbonate, birra ed energy che non hanno recuperato il loro andamento storico, ma sono in crescita rispetto alla chiusura del mercato in questo quadrimestre. In lieve sofferenza le categorie relative ad acqua minerale, the e succhi di frutta.
Turismo Straniero - Presenze Straniere in Italia
Per concludere questo primo scenario generale, grazie al Formind Observatory Consumer Afh Channel (piattaforma di rilevazione continuativa dell’atteggiamento e della spesa dell’avventore sul canale in ciascun momento di consumo), rileviamo nel quadrimestre un aumento della numerica dei consumatori presenti sul canale Horeca , in particolare nei momenti di consumo di pranzo, cena e dopocena, anche se il mese di aprile si è chiuso con una lieve flessione, probabilmente per un consumatore italiano che ha sfruttato le festività del mese per viaggi all’estero. Il prossimo scenario vede un maggio 2023 fortemente condizionato dal maltempo rispetto a un maggio 2022 che ci ha regalato un anticipo dell’estate; inoltre, il trimestre estivo sarà condizionato da un turista italiano che potrebbe rimanere maggiormente in Italia a causa degli elevati costi dei voli esteri rispetto all’anno precedente.
La proiezione del turismo estero resta in linea con lo storico 2019, a cui si aggiungerà probabilmente una maggiore numerica di presenze italiane durante i mesi più caldi che ci preannuncia un grande sforzo a cui sarà chiamata l’intera filiera, e che potrebbe concretizzarsi in alcune rotture di stock per le quali siamo in tempo ancora a organizzarci al meglio.
TREND DELL’AGAVE IN SUPER CRESCITA
ECCO L’OFFERTA UNICA E DI QUALITÀ
DI TEQUILA E MEZCAL DI COCA-COLA HBC
Coca-Cola HBC Italia nel proprio portafoglio di qualità Super Premium vanta tra gli altri top brands, due brands di grande prestigio TEQUILA CORRALEJO e MEZCAL PERRO DE SAN JUAN, super premiati nelle competizioni specializzate del settore.
Tequila Corralejo Blanco 100% agave Blue Weber è l’essenza e l’inizio della storia dei prodotti di Casa Corralejo fondata nel 1775. La tequila Corralejo Blanco è imbottigliata immediatamente dopo la distillazione senza subire alcun tipo di invecchiamento riuscendo così a catturare il carattere autentico dell’agave blu.
Tequila Corralejo Reposado 100% agave Blue Weber è ottenuta dalla doppia distillazione di mosti fermentati dalla pregiata agave blu ed è affinata per quattro mesi in botti di rovere francese e due diversi tipi di botti di rovere americano. È di colore dorato e ha un sapore delicato ma con un carattere forte dai toni speziati, pungenti e legnosi.
Tequila Corralejo Anejo 100% agave Blue Weber è invecchiata 12 mesi in botti nuove di rovere americano che vengono bruciate all’interno per dare alla tequila un deciso aroma di affumicatura. È di colore ambrato ed esprime un profilo aromatico particolarmente sofisticato e complesso.
Mezcal Perro De San Juan Espadín è ben bilanciato ed equilibrato nella sua essenza. Il colore è brillante con bagliori luminosi e si percepiscono profumi erbacei e dolci aromi di agave Espadin. Il sapore richiama dolci note di agave cotta unite ad un corpo pieno e un retrogusto lungo, delicato e persistente, con un finale morbido e gentile.
Mezcal Perro De San Juan Espadin Abocado con Grana Cochinilla è unico nel suo genere per la sua morbidezza e il suo colore rosa con riflessi rosso brillante. Le sue note dolci di agave morbido e delicato risaltano dal resto dei suoi aromi erboristici e minerali. Il gusto avvolgente e accattivante al palato richiama l’agave morbido e semi-secco con un lungo finale.
Il Mezcal Perro De San Juan Cirial riflette nella sua essenza i 12 anni di crescita e maturazione dell’agave Karwinskii (Cirial), esaltando al palato un sapore di agave pienamente maturo, ben equilibrato e corposo, con note leggermente citriche e un finale lungo e persistente. Il colore è cristallino con sfumature argentate e l’aroma richiama l’agave verde con note agrumate e accenti minerali.
COSA OFFRE COCA-COLA HBC ITALIA AI GROSSISTI SPECIALIZATI NEL SETTORE?
Un ricco piano, con investimenti consistenti, per accompagnare lo sviluppo delle vendite del nostro portafoglio al consumatore finale: materiali di visibilità, masterclass rivolte ai professionisti del settore e ai grossisti, eventi sui locali di tendenza, sono solo alcuni esempi di quello che possiamo
ITALIA PER L’ESTATE 2023 https://it.coca-colahellenic.com/it/portafoglio-prodotti/premium-spirits
offrire. Mettiamo a disposizione dei nostri Clienti anche delle masterclass di Federico Tomasselli, il bartender di fama internazionale, che supporta l’azienda nella creazione e promozione dei signature cocktail con il nostro portafoglio SPIRITS e le nostre toniche Kinley e Lurisia Mixers.
IN VETRINA/SUCCHI
COCA-COLA
Amita Ace è una bevanda rinfrescante, perfetta per soddisfare la sete in modo leggero e gustoso. A base di succo da concentrato di arancia, carota e limone, è addizionata di vitamine C, E e Provitamina A (succo totale 33%). Della stessa linea Amita Pesca, nutriente e corposa, è ricca di nettare di pesca e polpa con un totale di 50% di frutta. Disponibili in pratiche bottigliette di vetro da 20 cl (confezioni da 24 pezzi), sono succhi adatti per la colazione e per una pausa rigenerante, sia per i bambini sia per gli adulti. Distribuite da Coca-Cola HBC Italia Srl. www.coca-colaitalia.it
GENERAL FRUIT
Pineapple Crush - Linea Del Monteè la soluzione perfetta per il periodo estivo (e non solo) perché dissetante e rinfrescante. Il suo contenuto comprende un 34% suc-
Ananas Gold varietà Costarica con l’aggiunta di un 10% di pezzetti di ananas ed è senza zuccheri aggiunti. Disponibile nella pratica e moderna lattina slim da 240 ml, è una bevanda ideale per tutta la famiglia e per tutte le occasioni di consumo. Pineapple Crush è una soluzione ottimale come base per cocktail alcolici o analcolici a base di frutta.
www.mixology.generalfruit.com www.delmonte.com
FONTE PLOSE
Per Fonte Plose non possono mancare i succhi e nettari BioPlose, ideali da bersi in ogni momento della giornata e capaci di appagare tutti grazie ai tanti gusti: melagrana, mirtillo, mela, pera, pesca, albicocca, arancia-carota, pompelmo, orange, ananas e il succo di pomodoro. I succhi e nettari BioPlose sono 100% biologici, senza conservanti, coloranti e OGM. Non contengono zuccheri aggiunti ma solo lo zucchero naturalmente presente nella frutta. Sono confezionati nella distintiva bottiglietta dalla forma allungata, in vetro a perdere, nel formato da 20 cl.
www.acquaplose.com
CONSERVE ITALIA
Due nuovi gusti, fragola e limone, per la gamma 1000 ml Night Collection B4Mix di Derby Blue dedicata ai professionisti della mixology. Proposti nella bottiglia dal
design ergonomico (che facilita la preparazione), rappresentano gli ingredienti ideali per la creazione di cocktail, drink, granite e frappé. Il gusto fragola è un sostitutivo naturale del mix di frutta fresca e garantisce un ottimo risultato, il lime richiede poca lavorazione da parte del barista grazie anche alla diluizione con acqua al 50% e l’aggiunta di 10% di zucchero bagnato con scorze di limone, riducendo il margine di errore nella preparazione del cocktail.
www.conserveitalia.it
www.derbyblue.it
POLARA
Polara, per festeggiare i suoi 70 anni, ha presentato VIVIO, un nuovo marchio di bevande e succhi nati per rispondere alle esigenze di una generazione di consumatori sempre più attenti alla salute e rispettosi dell’ambiente. VIVIO condivide le proprietà salutistiche della natura attraverso dei well-drinks ideali per ogni momento della giornata. La linea propone i gusti frutti rossi, il mix arancia carota e limone, pera, pesca e ananas Tutti i gusti sono 100% a base di succo e purea di frutta, senza zuccheri aggiunti e zero coloranti.
www.polara.it
SAN BENEDETTO
San Benedetto Succoso Zero è una bevanda a base di frutta in acqua minerale naturale, senza zuccheri aggiunti e con pochissime calorie. Ideale per tutta la famiglia, per la colazione o per una pausa di gusto e benessere, è disponibile nel formato da 0,40L PET in diversi gusti come Arancia, Carota e Limone. La nuova veste grafica valorizza la raffinatezza e la vivacità delle referenze attraverso un design rinnovato, fresco ed elegante dai colori originali e il logo racchiuso in una cornice argentata.
www.sanbenedetto.it
NATURA BUONA
Le spremute Natura Buona si prendono cura dei consumatori! Sono 100% pura spremuta di frutta e non da concentrato. Grazie a un processo innovativo di imbottigliamento, le spremute mantengono il loro gusto e la loro freschezza senza la necessità di essere messe in frigorifero. Senza conservanti, senza coloranti e senza zuccheri aggiunti sono disponibili nei gusti melagrana, mirtillo e zenzero: tre super food con un elevato contenuto di vitamine, minerali, fibre e antiossidanti.
La bottiglietta da 125ml (in confezione 3x125 ml) è pensata per rispondere alle svariate occasioni di consumo rappresentate dal one a day on the go. Bevute regolarmente forniscono a contribuire la dose di frutta necessaria per una corretta alimentazione.
www.spumador.com
RAUCH
Da poco disponibile per il canale Horeca, Rauch Italia propone il Succo Uva Rossa 100% da puro succo (non concentrato) in bottiglia in vetro da 20 cl.
Un succo vegano dal sapore inconfondibile e originale, adatto per essere gustato in qualsiasi momento della giornata, ricco di vitamine e minerali. Un succo che permette ai baristi di soddisfare i clienti che non vogliono rinunciare alla frutta. Tutta la linea, oltre al nuovo gusto, è adatta al canale Horeca, dal bar ai locali serali, dalla gastronomia agli hotel, compresi resort e centri benessere.
www.rauch.cc
IN VETRINA/BIBITE CARBONATE
CAFFO – BISLERI
Le Acque Toniche Bisleri sono a base di infuso di corteccia di China, la stessa adoperata dal 1881 per il Ferro China Bisleri. Disponibili nella versione Mediterranean, Indian, Bergamotto e Zenzero, sono senza glutine e in bottiglie da 200 ml, ognuna con caratteristiche proprie per esaltare i drink. La Mediterranean è ideale per un soft drink elegante, l’Indian è perfetta per la miscelazione moderna, il
COCA-COLA
Kinley Bitter Lemon Taste si caratterizza per il sapore intenso del limone, ben bilanciato da leggere note aromatiche e di lavanda. Con il 100% di aromi naturali, è una bevanda perfetta per essere gustata da sola o usata nella miscelazione, magari con gin o vodka. È disponibile nella lattina da 15 cl, nella bottiglia in vetro da 20 cl oppure nella bottiglia in plastica da 75 cl. Da provare anche Kinley Signature Tonic Water Zero, rigenerante, elegante e di gran gusto grazie alle note di yuzu e mandarino che bilanciano l’amaro e l’aromatico. Senza zuccheri, è perfetta per essere bevuta liscia accompagnata da una scorza d’arancia. Disponibile in vetro da 20 cl. www.kinley.coca-colaitalia.it
SPUMADOR
Le bibite gassate Spumador sono sinonimo di autenticità, di artigianalità e di italianità da più di un secolo! Sulla scia di questa tradizione e per rispettare i gusti dei consumatori moderni, per l’estate 2023 Spumador presenta due nuovi gusti nel formato 92cl in bottiglia di vetro: Menta e Aranciata Zero
Bergamotto è adatto per una mixology fresca e lo Zenzero si abbina a liquori e distillati scuri. Speciali anche le Bibite Bisleri, tutte 100% naturali e senza coloranti artificiali, quali Chinotto, Bitter Lemon e BergaSoda, disponibili in bottiglie da 200 ml.
www.bisleri1881.it - www.caffo.com
GALVANINA
La Tonica Italiana Galvanina si distingue per essere bilanciata e per i suoi sapori delicati da cui emerge il bergamotto, agrume italiano ancora poco conosciuto ma rientrante nella scala dei bitter della tonica tradizionale.
La Menta Spumador è profumatissima, dal profilo aromatico fresco, forte e con tipiche note pungenti che la rendono inconfondibile e dissetante.
L’Aranciata Spumador Zero è ottenuta dalle migliori arance italiane, con profumo deciso e con un gusto che bilancia la dolcezza e l’acidità gentile dell’agrume, non ha zuccheri aggiunti né coloranti. Oltre ai due nuovi gusti sono disponibili in gamma classica: Gazzosa, Cola, Ginger, Spuma Nera, Spuma Bianca, Limonata, Cedrata, Pompelmo, Aranciata, Sanguinella, Chinotto
www.spumador.com
L’essenza dell’aromatica utilizzata dà eleganza al prodotto e regala una marcia in più alla bevuta.
Impeccabile con il Gin London Dry, gin con botaniche decise, il vermouth rosso, liquori e
aperitivi, è disponibile nel formato in vetro da 200ml. Coniugando l’esperienza di Galvanina con la creatività degli esperti mixologist, Galvanina ha creato una gamma innovativa, perfetta per creare cocktail indimenticabili.
www.galvanina.com
POMPELMO IN ROSA
Vivi i tuoi momenti, in rosa!
La stessa ricetta di sempre, caratterizzata dal suo originale gusto dolce ed aspro, rende Schweppes Pompelmo in Rosa una bibita ra nata ed estremamente dissetante. Il pratico formato da 0,18L ow è ideale per creare tanti cocktails originali e rinfrescanti.
Prodotto e distribuito da: Acqua Minerale San Benedetto S.p.A. - Viale Kennedy, 65 - Scorzè (VE)
Scopri la gamma completa dei nuovi prodotti sui siti: www.schweppes.it www.sanbenedetto.it
Seguici su
OPIFICIO FRED
Si chiama Gorgazzina ed è una delle novità proposte per il 2023 da Opificio Fred, che la presenta come la botanical tonica nata per realizzare il miglior Gin Tonic di sempre.
Gorgazzina prende il nome dal torrente Gorgazzo, che scorre a Polcenigo (Pn), uno dei Borghi più Belli d’Italia dove ha
LURISIA
Il gusto di un capolavoro italiano creato dai migliori agrumi per trascorrere un’estate dissetante: l’estratto del chinotto del presidio Slow Food di Savona, il limone sfusato di Amalfi, l’estratto dell’arancia di Puglia e gli estratti di tre fioriture del limone. Scopri la linea di eccellenze italiane nel formato vetro da 275 ml: Chinotto, Gazzosa, Aranciata e Limonata. Da provare anche l’Aperitivo Analcolico con genziana delle Alpi e quello con assenzio piemontese, entrambi con soli aromi naturali, bevande perfette per l’Horeca. Disponibili in formati da 150 ml. www.lurisia.it
SAN BENEDETTO
La linea di Bibite San Benedetto Zero senza zuccheri aggiunti è dedicata a chi vuole prendersi cura della propria forma fisica senza rinunciare al gusto. Il look della bottiglia, glamour ed elegante, è adatto a un pubblico giovane e dinamico che vuole sorseggiare una bevanda dal sapore coinvolgente in ogni momento della giornata. Le bibite San Benedetto Zero Zuccheri Aggiunti sono disponibili nei gusti iconici, come la variante Limone Zero, nel pratico formato in lattina da 0.33 L. www.sanbenedetto.it
SCHWEPPES
sede la distilleria di Opificio Fred. Si tratta di una bevanda già prodotta in passato, a partire dal 1953, e che Fred – cioè Federico Cremasco, titolare dell’azienda – ha riformulato secondo l’antica ricetta. www.opificiofred.com
POLARA
“Zero Alcol, 100% Vita”. È il motto con il quale nascono i P53 Spritz e Gin Tonic , i nuovi cocktail ready to serve firmati Polara, dedicati ai mix specialist. Prodotti capaci di rispondere al desiderio di gustare un cocktail di qualità in piena consapevolezza.
P53 Spritz e P53 Gin Tonic (zero alcol) sono intesi, pronti da servire si prestano bene
Un gusto originale e invitante, dolce e aspro al tempo stesso, capace di soddisfare le esigenze di tutti i consumatori. È Schweppes Pompelmo in Rosa, una bevanda intensa e dissetante, perfetta da bere da sola ma ideale
pure per creare nuovi cocktails, come per esempio il Paloma. È disponibile nel formato in vetro da 18 cl. nell’inconfondibile bottiglia Schweppes. www.schweppes.it
www.sanbenedetto.it
anche alla miscelazione. Disponibili in vetro da 20 cl, 100% riciclabili, P53 Spritz e Gin Tonic si uniscono alla linea premium per la miscelazione Polara che propone le toniche aromatizzate quali Timo, Mediterranea, Indian Tonic e Botanical, un Bitter lemon e un Ginger beer
www.polara.it
MANIVA
Le bibite gassate Maniva abbracciano un’ampia gamma e sono disponibili tutte in vetro (bottiglie da 100 cl). Perfette per le esigenze del moderno consumatore, si possono tro vare nei gusti di Aranciata, Limonata, Pompelmo, Cedrata,
ORSINI SODA
La linea di sodati Orsini Soda, propone soft drinks prodotti con ingredienti di alta qualità, contraddistinti da aromi autentici, 100% Made in Italy e sviluppati in collaborazione con bartender di ri lievo. Orsini Soda comprende 4 soft drink –beer, Club soda, Pink Grapefruit e armonioso equilibrio, capaci di trasformare ogni drink in una esperienza. Disponibili in bottiglie di vetro da 20 cl (con tappo a corona), sono una soluzione perfetta per creare con fantasia cocktail d’eccezione. www.acquaorsini.it
TREND/ESTERO
USA: LÀ DOVE NASCONO LE TENDENZE
READY TO DRINK, E-COMMERCE E REGOLAMENTAZIONE DEL DELIVERY, MA ANCHE ETICHETTA CORTA, MINOR CONTENUTO DI ALCOL E ATTENZIONE AL PACKAGING RISPETTOSO DELL’AMBIENTE.
ECCO LE LINEE EVOLUTIVE SEGUITE DAL BEVERAGE A STELLE E STRISCE
Quando si tratta di innovazione di prodotto e tecnologia, guardare a quanto accade negli Stati Uniti fornisce sempre un’anticipazione su quello che potrebbe essere il futuro di casa nostra. Perché accanto a tendenze di consumo ben consolidate anche livello internazionale, negli Usa ce ne sono altre che possono essere antesignane di approcci destinati a imporsi nel breve o medio periodo. E chissà che non sia questo il destino dei ready to drink, i cocktail pronti da bere. Referenze che hanno conosciuto fortune assai alterne in Italia, ma che dall’altra parte dell’oceano vivono un momento molto positivo, beneficiando inoltre della spinta di un canale e-commerce in grande ascesa.
LE PREVISIONI SULL’INCREMENTO DELLE VENDITE EFFETTUATE ONLINE
Nel 2022 la categoria degli alcolici pronti da bere è quella che ha registrato la crescita maggiore negli Usa e si prevede che
aumenterà di 11,6 miliardi di dollari da qui al 2026. Caratterizzati in genere da un contenuto alcolico basso e sapori particolari, i ready to drink stanno incontrando i desiderata della Gen Z, ormai etichettata come “la generazione che consuma meno alcol nella storia”.
L’andamento positivo, in buona parte originato da acquisti effettuati online, ha spinto le autorità a trovare modi per controllarne le vendite, con particolare riguardo al consumo di alcol da parte dei minori. Gli Stati federali stanno infatti esaminando più da vicino come classificare e tassare questi prodotti. Una necessità impellente, se si pensa che nel mondo le vendite di bevande alcoliche via e-commerce supereranno i 173 miliardi di dollari entro il 2031 e gli Stati Uniti sono destinati a diventare il primo mercato.
PEPSICO SCOMMETTE SUGLI “IBRIDI”
A BASSA GRADAZIONE
Sul fronte dell’innovazione di prodotto, tutti gli occhi sono puntati su Blue Cloud Distribution, la società di distribuzione
per alcolici creata dal colosso PepsiCo nel 2022. Un debutto accompagnato dalla proposta di ibridi (soft drink con l’aggiunta di alcol, ma restando su livelli contenuti, intorno ai 5 gradi alcolici) quali il Lipton Hard Iced Tea (tè freddo con alcol) e soprattutto l’Hard Mtn Dew (bevanda al malto aromatizzata in quattro gusti: Mtn Dew, Baja Blast, Black Cherry, Watermelon). “Siamo qui per restare a lungo – ha dichiarato il General Manager di Blue Cloud Emiliano Di Vincenzo a Beverage Digest –. Il nostro obiettivo è costruire un portafoglio, ma vogliamo concentrarci su pochi grandi progetti. Quindi, in futuro, potremmo avere altre referenze: sia bevande alcoliche assolutamente nuove di marchi inediti sia prodotti basati su brand PepsiCo”. Il messaggio è chiaro: la fetta di mercato è interessante, in crescita, piace alle nuove generazioni ed è fatta di prodotti che abbattono gli steccati tra soft drink, bevande energetiche e alcolici. Come gli Hard Seltzer di Wild Basin in 16 gusti di CANArchy, birreria artigianale acquisita da Monster BevCo, specialista in energy drink.
LA SOSTENIBILITÀ (DENTRO E FUORI)
CONTA, IL COLORE NO, SOPRATTUTTO SE NON È “NATURALE”
Dal contenuto al contenitore, le istanze ambientali stanno cambiando le decisioni d’acquisto: il 48% dei bevitori di alcolici statunitensi, in pratica uno su due, dichiara di considerare le iniziative di sostenibilità o ambientali di un’azienda prima di acquistare alcolici (fonte ISWR, International Wine & Spirits Research). Il che si riflette sulla formulazione delle bevande stesse. Sul fronte non solo squisitamente estetico – ma storicamente assai importante per il mercato americano ai fini marketing –si sta assistendo a un cambiamento epocale: c’è molta meno enfasi sul colore a favore di gusto e funzione di una bevanda . È una sensibilità sostenuta anche dalla sempre maggiore diffusione delle lattine rispetto alle bottiglie di vetro o di plastica trasparenti. Così non solo il colore perde “potere d’attrazione”, ma diventa addirittura un ostacolo e, se c’è, deve essere ben specificata la derivazione da ingredienti naturali.
COSA BEVONO GLI AMERICANI
LITRI
PRO
177,9
LITRI PRO CAPITE ANNUI DI BIRRA
12
7,1
LA FUNZIONE ATTESA DAL CONSUMATORE? CONTRIBUIRE AL BENESSERE PERSONALE
Quanto alla funzione, vince l’etichetta corta, ma non solo. Dalle bevande – un po’ come, e giustamente, dal cibo – ci si aspettano dei benefici per la salute. Siamo ciò che mangiamo ma, in fondo, siamo anche ciò che beviamo. Dopo un anno, il 2022, in cui si è andati alla ricerca – come reazione alla pandemia e per volontà di tornare alla normalità – di sapori anche forti ma che richiamassero il passato e l’infanzia, personale o collettiva, nel 2023 ci si attende piuttosto una richiesta di semplicità supportata dalla presenza di ingredienti che apportino benefici per la salute, accompagnati da gusti piacevoli (tradotto: nessuno ha più voglia di ingurgitare intrugli sgradevoli per stare, forse, meglio). Come ovunque, vince il vegetale: erbe, frutti e radici con proprietà quali ginseng, zenzero e peperoncino, zuccheri naturali della frutta o latti a base vegetale. Anche ai succhi e alle bevande energetiche viene aggiunta la caffeina naturale ricavata da guaranà, yerba mate, tè verde e caffè.
AROMI, VANNO DI MODA
QUELLI SEMPLICI E AGRUMATI
basso o zero ABV (Alcohol By Volume). Aromi ben bilanciati e decisi vengono aggiunti anche alle birre per creare una varietà di sapori. Sul fronte del packaging sostenibile si calcola il peso del vetro, si favoriscono le iniziative volte al riciclo, si introducono nuovi formati come il bag-in-box da 3 litri. Esempi virtuosi e che prefigurano un futuro in Usa e altrove vengono dalla California, dove molti contenitori di alluminio, vetro e plastica, compresi quelli per birra e vino, sono soggetti a una tassa (rimborsabile) finalizzata a
favorire il riciclo. Dal 2024, questa imposta sarà applicata a tutti i contenitori per vino e liquori.
Di riflesso, cresce l’utilizzo delle lattine, più facili da riciclare e quindi meno impattanti sull’ambiente. E per renderle ancora più sostenibili si sta iniziando a introdurre la perforazione a T della pellicola (più economica della stampa su metallo ma difficile in fase di riciclaggio perché deve essere rimossa) che ne agevola la rimozione.
IL GIRO DEL MONDO IN UN BICCHIERE
Paese che vai usanze beverine che trovi. Se negli ultimi decenni le peculiarità di mercato sfumano verso consumi globalizzati, resta pur vero che ogni nazione ha una sua bevanda simbolo i cui volumi magari diminuiscono (è il caso del vino in Francia, della birra nel Regno Unito e in Germania), ma che continua a rappresentare lo zoccolo duro del beverage. Ecco, in sintesi, cosa sta succedendo fuori dai confini italiani, in quattro grandi Paesi europei.
NIENTE (O MENO) ALCOL, SIAMO INGLESI
I consumi di bevande del Regno Unito si stanno spostando – complici le preoccupazioni per la salute e l’ambiente – verso opzioni con minore grado alcolico e sostenibili. Il filone low ABV o alcol-free ha portato a una piccola rivoluzione nei menu dei più raffinati bar londinesi, ma anche nei pub, da sempre roccaforte della tradizione, che propongono ormai varie opzioni di birra analcolica alla spina. Sdoganata anche l’offerta di spirits-free drinks o zero-proof drinks, disponibili anche al mitico Connaught Bar. È grande l’attenzione alla sostenibilità che si porta dietro varie conseguenze, come la preferenza alle proposte locali, tra whisky single malt e vini inglesi e gallesi. Ingredienti stagionali, certificati, sostenibili e a km zero e spreco zero arrivano anche al bar, che talvolta annette un orto
urbano dove vengono coltivate erbe e vegetali. Non tramonta però la predilezione per i vini passiti e la ricerca di vitigni inusuali o da Paesi non tradizionalmente vocati.
FRANCIA, NON PIÙ SOLO VINO
La patria del vino, passata dai 160 litri pro capite annui del 1960 ai 40 litri di oggi, diversifica il bere. Secondo SoWine/ Dynata, tra le bevande alcoliche preferite dai francesi è testa a testa tra vino fermo (49% nel 2022, -1% sul 2021) e birra (51%, +12%), specie bionde e bianche, più popolari tra gli uomini mentre le donne ancora prediligono il vino. Lo champagne è al terzo posto (31%), mentre gli alcolici nei cocktail sono citati da un francese su cinque e il 18% sceglie il distillato puro. Quanto al target, i vini fermi sono preferiti dalle generazioni più anziane, mentre i giovani guardano al bio e alle certificazioni di sostenibilità. E si afferma il canale online, utilizzato dal 41% dei francesi nel 2022.
L’aperitivo, rito sociale in continua ascesa, ha favorito l’interesse per la mixology specie tra i giovani, che amano Spritz, Ginger beer e Anis ma anche opzioni a basso ABV. Dopo i
DALLE AZIENDE/SERENA WINES 1881
UN 2023 RICCO DI NOVITÀ
SERENA WINES 1881 PRESENTA LA SUA NUOVA GAMMA DI BOLLICINE CHE STRIZZA L’OCCHIO AL CONSUMATORE DI NUOVA GENERAZIONE
Serena Wines, storica azienda familiare di Conegliano, oggi tra le cinque più grandi e rappresentative realtà del territorio nonché leader nella produzione di Prosecco DOC e DOCG, durante le ultime edizioni delle grandi fiere di settore (Parigi, Rimini, Düsseldorf e Verona) che hanno animato l’industria del vino nei primi quattro mesi dell’anno, ha presentato al pubblico una nuova gamma di prodotti pensata per rispondere alle rinnovate esigenze del mercato.
“Ci troviamo di fronte a un trend generalizzato in Italia e all’estero, che sempre più rivolge l’attenzione al prodotto ricercato o premium - commenta Luca Serena. - “Questo ci ha spinti - come conseguenza naturale - a voler raggiungere nuove tipologie di consumatori attraverso una diversa proposta enologica. In linea quindi con le tendenze specificamente nel mondo degli spumanti e adeguandoci alla nuova domanda globale, stiamo portando avanti il processo di posizionamento e sviluppo della brand awareness aziendale nel canale Horeca, soprattutto attraverso i nostri marchi di punta come Ville D’Arfanta e Serena 1881.
A Vinitaly abbiamo lanciato il nostro nuovo Ville D’Arfanta
Conegliano Valdobbiadene
DOCG Extra Brut, destinato a chi ricerca una bevuta raffinata e più secca rispetto alle già consolidate versioni brut o extra dry”.
Il marchio Ville D’Arfanta è orgoglio di una lunga tradizione familiare ed espressione di un Prosecco prezioso, di nicchia, dalla qualità elevata, nelle sue
varie tipologie. La linea prende il nome dalle colline di Arfanta di Tarzo, dove da sempre si coltivano le uve Glera e da cui nasce il Prosecco Superiore DOCG.
A inizio anno, durante la fiera di Rimini, invece, è stata ufficialmente presentata al settore la nuova cuvée Soé Brut, nata dall’unione di Chardonnay e Ribolla gialla e che va ad arricchire l’offerta di casa Serena con un prodotto unico nel
suo genere, fuori dagli schemi e realizzato per proporre ai professionisti del settore e in particolare della miscelazione, ma anche al consumatore finale, qualcosa di originale ed esclusivo.
Infine, dalla prossima estate arriva anche L’UVAS, evoluzione dello storico brand Serena Fusti dedicato appunto al mercato del vino in fusto di cui l’azienda è leader italiana dagli anni ‘90. Ad affiancare le tipologie già esistenti, si aggiungono a questa nuova linea un rosso e un bianco, rispettivamente L’Uva Scura e L’Uva Chiara. In ultimo, sempre a Vinitaly è stata lanciata la partnership tra Costaross – il marchio funky e hipster di Serena Wines 1881 - e Gingerino del Gruppo Sanpellegrino. Frutto di questa colorata unione è il nuovo cocktail Orange Dandy Spritz che sarà protagonista di un ciclo di eventi estivi nelle principali località del Nordest. www.serenawines.it
microbirrifici arrivano le microdistillerie urbane: di gin in primis, ma la tendenza emergente è quella del rum alla melassa.
GERMANIA, I GIOVANI RIDISEGNANO I CONSUMI
Le nuove generazioni di tedeschi puntano al green, alle opzioni no alcol e alle novità, dagli orange ai cocktail ready to drink alle birre artigianali. La bionda resta di gran lunga la bevanda alcolica più bevuta nel Paese, ma le vendite di birra sono calate di un quarto rispetto al 2000. In ascesa ci sono le birre artigianali e le analcoliche, pronte a scuotere un mercato assai consolidato. Più incerto il futuro del vino, meno
SPAGNA: SI BEVE, NON PIÙ SOLO ALLA SERA
Il turismo finalmente ritornato a livelli da pre-pandemia, ma anche la differenziazione nei diversi momenti della giornata, stanno ridefinendo il panorama del bere fuori casa nel Paese iberico. Al vino, che registra consumi più bassi rispetto a Francia e Italia, gli spagnoli preferiscono la birra, con grande attenzione alla salute e all’ambiente. La Spagna è il primo Paese consumatore e produttore di birra analcolica nella Ue. La stessa attenzione si ritrova verso le bevande analcoliche: la Asociación Nacional de Bebidas Refrescantes (Anfabra) stima che entro il 2025 almeno il 50% sarà a basse o zero calorie, il 50% degli imballaggi in Pet sarà realizzato con materiale riciclato e il 100% dell’energia utilizzata proverrà da
apprezzato dagli under 40, che comunque cercano vini senza solfiti, orange, biologici e biodinamici o senza alcol, provati dal 12% dei Gen Z. È alto il consumo di soft drink e succhi di frutta, con una grande attenzione alle opzioni bio, salutiste e con l’aggiunta di superfood, a basso contenuto di zuccheri o miscelati con acqua. Piacciono le bevande gassate a base caffeina, avversate però dalle campagne del Ministero della Salute, e la categoria dei ready to drink, destinata a crescere dell’8% nei prossimi cinque anni, trainata dai cocktail.
fonti rinnovabili. In costante aumento le acque toniche, con un focus sulle varietà con sapori diversi dalla classica. Tra le tendenze di consumo si segnala la crescita degli aperitivi pre-pranzo e pre-cena o pomeridiani ove protagonista è il vermouth. In bar e taverne si consumano i grandi classici spagnoli Reus, Yzaguirre, Iris, Miró. Con o senza ghiaccio. Con o senza una fetta di limone/arancia. Con o senza gas.
I consumi pro capite annui per Paese
DALLE AZIENDE/FERRARELLE
UNA EVOLUZIONE NATURALE
FERRARELLE PRESENTA LA SUA LINEA DI BIBITE, LE UNICHE IN ACQUA EFFERVESCENTE NATURALE FERRARELLE
Il 2023 segna per Ferrarelle l’ingresso in un mercato nuovo, quello dei soft drinks. L’analisi del mercato delle bibite gassate di alta qualità mostra come i principali driver nella scelta d’acquisto di una bibita premium oggi siano il piacere e la naturalità, una naturalità che vada a esaltare i gusti autentici, che torni ai sapori più semplici ma dissetanti e genuini. È proprio da qui che Ferrarelle è partita nello sviluppo di una linea di bibite gassate realizzate con acqua minerale effervescente naturale Ferrarelle.
Un’evoluzione “naturale” per l’azienda, che porterà tutta l’effervescenza dell’acqua che sgorga dal Parco Sorgenti di Riardo in tre gustose ricette: Limonata Ferrarelle - con il 13% di succo di limoni siciliani, Aranciata Ferrarelle - con il 21% di succo di arance calabresi e Gassosa Ferrarelle - gusto fresco dissetante e naturale. A questo si uniscono alcuni plus tra cui l’assenza di conservanti e l’elevata percentuale di succo da agrumi scelti tra le eccellenze italiane.
RITORNO AI GUSTI PIÙ AUTENTICI
Le bibite saranno disponibili in un’elegante lattina da 250ml, pensata per preservare al meglio il loro gusto unico e caratterizzata da un design raffinato, con tonalità pastello e
dettagli argentati che impreziosiscono il pack con un tocco contemporaneo. Al giorno d’oggi arrivano costantemente sul mercato nuove varianti, con un ampliamento dell’offerta di soft drinks verso gusti sempre più diversificati e di nicchia. Quando si parla di bibite gassate però, emerge una controtendenza che parla di un consumatore alla ricerca di semplicità, di sapori familiari e classici, una sorta di ritorno ai gusti più autentici. Le Bibite Ferrarelle vogliono incontrare questi consumatori e portare valore alla filiera, con il loro gusto unico e il formato distintivo, ideale per una perfetta degustazione di qualità, ma allo stesso tempo pratico e versatile, per un consumo al ristorante, al bar, a casa, oppure on the go. Una novità che si inserisce all’interno di un più ampio progetto di rilancio del brand, iniziato nel 2022 con il nuovo posizionamento, basato sul concetto di piacere e benessere.
www.ferrarelle.it
SCENARI/FINANZA
INFLAZIONE, ECCO COME VIENE CALCOLATA IN ITALIA
SI FA PRESTO A DIRE INFLAZIONE: DI INDICI ELABORATI DALL’ISTAT PER MISURARE
LE VARIAZIONI DEI PREZZI AL CONSUMO NE ESISTONO DIVERSI, CIASCUNO CON LE SUE CARATTERISTICHE. VEDIAMOLI NEL DETTAGLIO
DI FRANCO METTA
il pensiero fisso di tutte le categorie di operatori economici, dal banchiere centrale al piccolo imprenditore di qualsiasi settore, fino ad arrivare al consumatore impegnato nella scelta di cosa acquistare. L’inflazione è protagonista assoluta,
in negativo, di questa fase economica . E se sul modo di provare a spegnere l’incendio le opinioni restano divergenti – come abbiamo raccontato nello scorso numero di GBI, in merito ai rialzi dei tassi di interesse decisi dalla Bce (si veda GBI n.200 pag.90) – c’è un aspetto su cui è utile fare luce: di
inflazione o meglio di indici utilizzati per misurarla, ne esiste più di uno . Quali sono le loro caratteristiche? In che cosa si differenziano?
GLI INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO
Come è noto, in economia per inflazione si intende l’aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi o anche la diminuzione progressiva del potere di acquisto (cioè del valore) della moneta. L’inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, uno strumento statistico che descrive le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, il cosiddetto “paniere”, rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno. In Italia il calcolo dell’indice è affidato all’Istituto nazionale di statistica (Istat). Entrando più nel concreto, gli indici dei prezzi al consumo, elaborati e pubblicati mensilmente, misurano le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di prodotti rappresentativo di tutti i beni e servizi destinati al consumo finale delle famiglie, acquistabili sul mercato attraverso transazioni monetarie (sono escluse le transazioni a titolo gratuito, gli autoconsumi, i fitti figurativi, ecc.).
A dicembre di ogni anno, nel corso di operazioni che vengono dette di ribasamento, si rinnova il paniere di prodotti e la struttura di ponderazione, ossia gli elementi di base per il calcolo degli indici dell’anno successivo. L’Istat nello specifico produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l’intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI) e l’indice armonizzato europeo (IPCA).
LE FINALITÀ DEGLI INDICATORI
Il NIC, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, misura l’inflazione a livello dell’intero sistema
economico. In altre parole, considera l’Italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori , all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche.
Il FOI si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (extragricolo). Sia il NIC sia il FOI vengono calcolati anche nella versione che esclude il consumo dei tabacchi. E proprio l’indice FOI, nella versione senza tabacchi, è generalmente utilizzato per adeguare periodicamente i valori monetari, ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato.
L’IPCA, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi dell’Unione Europea, è stato invece sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello Ue . Infatti, viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei Paesi membri, ai fini dell’accesso e della permanenza nell’Unione monetaria. L’IPCA è detto in gergo anche “indice dei contratti”, perché è quello preso a riferimento e che guida le trattative per i rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro firmati dalle parti sociali.
ANALOGIE E DIFFERENZE
I tre indici si fondano su un’unica rilevazione dei prezzi, sulla stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale e hanno in comune la base territoriale e lo schema di classificazione del paniere.
Differiscono invece per i seguenti elementi: NIC e FOI condividono lo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell’importanza che questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è quella presente sul territorio nazionale; per il FOI è invece l’insieme delle famiglie residenti che fanno capo a un operaio o a un impiegato.
L’IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, a seguito di un accordo comunitario, lotterie, lotto e concorsi pronostici.
Un’ulteriore differenziazione fra i tre indici riguarda il concetto di prezzo considerato: NIC e FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita; l’IPCA si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Per esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico del consumatore (il ticket). Inoltre, l’IPCA tiene conto delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni) proprio perché non prende come riferimento i prezzi di listino, ma i prezzi di vendita. L’IPCA viene calcolato, pubblicato e inviato mensilmente dall’Istat a Eurostat secondo
un calendario prefissato. Eurostat, a sua volta, diffonde gli indici armonizzati dei singoli Paesi dell’Ue, sulla base dei quali elabora e diffonde l’indice sintetico europeo. L’indice IPCA, da marzo 2012, è elaborato anche nella versione “a tassazione costante” (IPCA-TC), che considera lo stesso paniere e la stessa struttura di ponderazione, ma si differenzia per l’utilizzo di indici di prezzo depurati degli effetti dovuti a eventuali cambiamenti delle imposte indirette (Iva, accise e imposte su specifici prodotti).
LA BASE E IL PANIERE
Le serie degli indici nazionali NIC e FOI hanno base di riferimento 2015=100. Anche l’indice IPCA è calcolato e diffuso con base di riferimento 2015=100, in linea con gli altri Paesi dell’Unione europea e in conformità al Regolamento (UE) n. 2016/792 del Parlamento e del Consiglio e con il Regolamento di Esecuzione (UE) n. 2020/1148 della Commissione del 31 luglio 2020. Per gli indici nazionali NIC e FOI, per il 2022, il calcolo della variazione dei prezzi ha riguardato un paniere di 1.772 prodotti elementari (dalla pasta al trasporto aereo passeggeri, dal pane ai personal computer, dalla benzina alle consumazioni al bar, ecc.) rappresentativi di tutti quelli consumati dalle famiglie. Per l’indice IPCA, il paniere è costituito da 1.792 prodotti.
DALLE AZIENDE/GIA
CONDIMENTI PRONTI NEL TUBETTO
CREARE UN CONDIMENTO IN TUBETTO CON LO STESSO SAPORE DI UN PRODOTTO FRESCO. QUESTO È L’OBIETTIVO DI GIA , AZIENDA A
CONDUZIONE FAMILIARE NATA NEL 1980 A SAN CARLO, IN PROVINCIA DI FERRARA
La storia di GIA parte dall’aglio, all’epoca presente sul mercato solo come prodotto fresco. La mission della società ferrarese è sempre stata quella di creare un condimento confezionato, conservabile e pratico, che non lasciasse odore sulle mani dopo l’uso.
Il tubetto in alluminio, materiale riciclabile più volte al 100%, ha contraddistinto fin da subito i vantaggi e il valore dei prodotti e ha permesso alla società di crearsi un posto di rilievo in Italia, in Europa e nel mondo.
“Natura in tubetto” è lo slogan di GIA, da 43 anni azienda leader del settore. Sono stati fatti tanti passi avanti da quel primo aglio in pasta e adesso in commercio ci sono molte altre specialità in pasta, come il peperoncino, il pomodoro secco, la cipolla, lo scalogno, il soffritto e le acciughe. I prodotti GIA sono ottenuti da materie prime fresche attentamente selezionate, controllate e trasformate in moderne linee di produzione.
I motivi per utilizzare i condimenti in tubetto sono innumerevoli: per prima cosa, sono pronti all’uso e non è necessaria alcuna preparazione preliminare. Il prodotto è sempre disponibile, un elemento utile soprattutto nelle preparazioni veloci. Grazie all’ampia scelta di condimenti, è possibile preparare un pasto veloce ma allo stesso tempo ricercato, seguendo nuove ricette e ispirazioni. Con i prodotti GIA si può dire addio anche a scarti e sprechi e utilizzare solo la giusta dose di condimento che serve. Se chiuso, il tubetto ha una shelf life di 24 mesi e una volta aperto può rimanere in frigorifero per quattro settimane. Nessun problema anche per il trasporto e lo stoccaggio in magazzino, dato che i prodotti si conservano a temperatura ambiente. Praticità e qualità sono due elementi fondamentali che caratterizzano l’azienda, che non vuole però rinunciare a gusto e qualità. I condimenti GIA semplificano la vita, dandole il giusto sapore.
www.giaspa.it
CONSORZI/HORECA ITALIANA
CONFRONTO COSTANTE E OBIETTIVI CONDIVISI
LAVORARE SULL’IMPLEMENTAZIONE DI UNA CULTURA COMUNE, CEMENTO ESSENZIALE PER LA RIUSCITA DI UN PROGETTO DI GRUPPO, È IL SEGRETO DELLA GRANDE COESIONE DEL CONSORZIO HORECA ITALIANA
DI MARIA ELENA DIPACE
Nella denominazione con sortile si legge “c.c.a.” che sta per centro coordina mento acquisti. Tuttavia, questa de nominazione – ancorché sto rica – non esprime com pletamente la mission di Horeca Italiana
Il Gruppo, nato nel 2010, si occupa principalmente di supportare le aziende consorziate nello sviluppo del business identificando le direttrici assortimentali,
strategiche e operative per presidiare con efficienza il mercato del fuori casa.
Il Consorzio si è concentrato inizialmente nel Centro Italia, successivamente ha ampliato i propri orizzonti anche al Sud (inclusa la Sicilia), e oggi è rappresentato anche
“Si è insieme perché si condividono i valori fondamentali di questo settore e tutti sono attori e motori inAntonio
Faralla, Direttore del
QUALI SONO LE VOSTRE ATTIVITÀ PRINCIPALI E COME SIETE STRUTTURATI?
La struttura operativa è composta da un consiglio direttivo, di cui fanno parte sia i soci che gli affiliati, in modo da dare a tutti le stesse opportunità. C’è poi una base consortile impegnata operativamente nelle scelte strategiche che, una volta decise e condivise, vengono portate avanti in maniera coesa. Lo staff resta quindi di supporto per la realizzazione dei piani strategici che vengono decisi in assemblea all’unanimità.
QUALI I VOSTRI PUNTI DI FORZA?
Direi coesione, chiarezza, trasparenza, democrazia e vocazione al canale nella sua interezza assortimentale. Non dimentichiamo nessun anello, incluse le reti commerciali dove investiamo nello sviluppo delle competenze e in attività di incentivazioni legate ai singoli obiettivi aziendali. Sino ad arrivare a piani di investimento specifici per singola azienda consorziata.
COME VI MUOVETE COME CENTRALE D’ACQUISTO?
Oltre a presidiare gli aspetti contrattuali, supportiamo le nostre aziende in termini
di attività promozionali e di sell out, ma soprattutto condividiamo costantemente le evoluzioni del mercato lavorando sulla conoscenza e sviluppando la coesione di impresa. I rapporti con l’industria sono improntati su un reciproco rispetto e condivisione di piani di medio periodo. Crediamo nel confronto costante e ci attiviamo in modo efficace per la realizzazione degli obiettivi condivisi.
QUALI REQUISITI DEVE
AVERE UN DISTRIBUTORE PER ENTRARE NEL CONSORZIO?
Prima di tutto bisogna condividere i valori di fondo, prendiamo tutti insieme le decisioni
importanti e quindi ognuno deve fare la sua parte. La nostra vocazione è l’Horeca nella sua interezza assortimentale, beverage, food, dolciario in forma sia di distribuzione che di cash & carry. Ognuno deve fare la sua parte con un turn over fisiologico, questo per mettere a rotazione il proprio tempo per esigenze comuni. Non ci sono preclusioni di nessun tipo, tutti devono contribuire con la propria esperienza che diventa fattore comune per agevolare lo sviluppo aziendale della collettività.
PARLIAMO DI PRODOTTI. QUALI TRATTATE? AVETE ANCHE PRIVATE LABEL?
L’insegna gestisce circa 15.000 referenze comuni tra beverage, food, prodotti freschi e dolciario quindi un assortimento molto
ampio e in grado di rispondere alle esigenze del consumatore e del trade, con un livello di servizio molto accurato da parte di ogni azienda consorziata. Per le private label ci stiamo strizzando l’occhio, ma al momento non posso dire di più, se non che è un progetto che, come sempre, è stato discusso e approvato all’unanimità e, quindi, vedrà tutte le aziende consorziate coinvolte.
IN COSA CONSISTE IL SISTEMA
AFH (AWAY FROM HOME)?
È un fiore all’occhiello. In Horeca Italiana tutte le aziende storiche sono collegate e stiamo completando l’attivazione delle nuove aziende che hanno scelto di aderire al Consorzio nel 2023. AFH, il data warehouse del gruppo, ci consente di monitorare le performance di sell-in e di sell out in tempi brevissimi. Questo ci permette di mirare con efficacia le attività promozionali e serve a tutti i consorziati per comprendere i loro andamenti rispetto al totale insegna, e quindi al mercato. Inoltre, è molto utile per i partners dell’industria che sono in grado di ricevere un feed-back mensile degli andamenti. In questo modo monitoriamo tutte le categorie merceologiche – nessuna esclusa – e tutto il circuito a valle servito dalle singole aziende.
PUNTATE MOLTO SULL’INNOVAZIONE E SULLA DIGITALIZZAZIONE?
Siamo organizzati in maniera efficace, abbiamo un sito molto strutturato mediante il quale ogni buyer è perfettamente in grado di recepire in anticipo le promozioni e che viene implementato periodicamente con tutte le attività messe in campo dalla sede. Sull’innovazione stiamo con i piedi per terra e guardiamo con attenzione l’evoluzione del
mercato. In questo sicuramente il rapporto che esiste con Formind ci consente di comprendere in tempo reale l’evoluzione e quindi tarare e modificare le strategie d’impresa.
DA POCO TEMPO NEL CDA DEL CONSORZIO È SUBENTRATO ROBERTO ZANOBI, PRESIDENTE DI COOPERATIVA ITALIANA CATERING. PENSATE A UNA PARTNERSHIP CON CIC ANCHE DA UN PUNTO DI VISTA LAVORATIVO?
Sì, è già un po’ che la Formasal è iscritta al consorzio e che Roberto è entrato a far parte del comitato direttivo di Horeca Italiana. Siamo al cospetto di una persona che definire lungimirante è riduttivo. Un professionista molto capace in grado di proiettarsi al futuro e di realizzarlo facendo sembrare tutto semplice. Una collaborazione importante che ci arricchisce e ci stimola. La collaborazione con CIC nasce da uno dei valori di fondo in cui l’insegna crede sin dai suoi albori, ovvero che per presidiare le esigenze del punto di consumo e per essere vincenti, non si possa parlare solo di beverage, ma che sia necessario anche il food. L’unione di culture è stata la logica conseguenza, pertanto le aziende che vogliono farsi rappresentare possono farlo aderendo rispettivamente per il food alla Cooperativa Italiana Catering e viceversa per il beverage ad Horeca Italiana.
COME VI STATE MUOVENDO IN QUESTO COMPLESSO SCENARIO ECONOMICO?
Come sempre cerchiamo di essere il più concreti possibile. È complesso comprendere come stiano effettivamente performando le aziende, questo sia perché nel confronto con il 2022 il valore è cresciuto
sensibilmente per effetto degli aumenti di prezzo, sia perché almeno per il primo quarter dell’anno ci troviamo al cospetto di un mercato influenzato ancora da uno storico non in linea al 2019. Il nostro supporto va da un lato nella decodifica reale degli andamenti economici al netto dei fattori di cui sopra, dall’altro nella capacità di intercettare i cambiamenti del mercato e nel costruire le attività necessarie alle aziende consorziate per un efficace e produttiva evoluzione.
CONSORZIO HORECA ITALIANA C.C.A.
SEDE OPERATIVA: VIA FRANCESCO SOLIMENA, 155 80129
NAPOLI - NA
SEDE LEGALE: VIA FILIPPO CORRIDONI, 15 00195 ROMA - RM
TEL. 081 18369532
WWW.HORECAITALIANA.IT
Anno di costituzione: 2010
Fatturato 2022: 180 milioni di euro
Presidente: Donato Alonzo
Responsabile Commerciale: Brunella Ruggiero
Direttore: Antonio Faralla
Membri del Consiglio di Amministrazione:
Donato Alonzo, Pierluigi Messia, Gaetano
Giorgione, Alessandro Moretti, Roberto Zanobi Area di influenza: Trentino, Toscana, Liguria, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia, Numero di punti vendita serviti: 22.000
IL GROSSISTA/GRUPPO LAZIALE BEVANDE
IL B2B DIVENTA MULTICANALE
L’AZIENDA DI FROSINONE HA AFFIANCATO ALL’ATTIVITÀ DI DISTRIBUZIONE HORECA PRIMA UN CASH & CARRY E POI LA VENDITA ONLINE, GRAZIE ALLA QUALE HA ACCRESCIUTO RAGGIO D’AZIONE E FATTURATO
Nel cuore della Penisola c’è un’azienda che si è data la missione prioritaria di promuovere il dialogo tra l’industria e i suoi clienti e che guarda con fiducia alle sfide del presente e del futuro. Le aziende, anzi, sono due e si completano a vicenda. La prima, nata nel 1998, è il distributore Gruppo Laziale Bevande; la seconda, inaugurata nel 2016, è il cash & carry ABC Food Service. Entrambe le società, con sede a Frosinone, sono state costituite e sono amministrate da Pierluigi Messia, nel 2009 tra i fondatori anche del consorzio Horeca Italiana, che oggi vanta una
ventina di soci. Reduce dal successo di un evento realizzato al palazzetto dello sport di Frosinone – si vedano le immagini in queste pagine – insieme a
Marco Turriziani e a Cristian Giansanti (Responsabili Commerciali e co-fondatori rispettivamente di Gruppo Laziale Bevande e di ABC Food Service), Pierluigi Messia illustra a GBI i punti focali su cui operano le sue imprese e le prospettive che vede per il prossimo futuro.
COME PORTATE AVANTI IL DIALOGO TRA INDUSTRIA E CLIENTI?
A tre anni dall’edizione precedente, alla fine dello scorso marzo abbiamo nuovamente proposto l’evento fieristico Alza le Vele, una due giorni che ha visto la partecipazione di circa 1.270 partite Iva e ha avuto come sponsor
le principali aziende del beverage. La kermesse è stata però soprattutto l’occasione per fare cultura nel settore, grazie alla realizzazione di attività formative come degustazioni di vini, corsi per pizzaioli e masterclass di miscelazione. L’impegno in progetti di formazione non si limita però a eventi occasionali, ma è portato avanti costantemente nella sala demo del cash & carry ABC, dove organizziamo attività la cui promozione è affidata ai nostri agenti e rappresentanti che operano sul territorio.
IN CHE TERRITORIO OPERATE?
Per quanto riguarda il Gruppo Laziale Bevande, il magazzino di circa 2.000 metri quadri coperti su 15.000 totali ha sede a Frosinone e serve tutta la provincia. Negli ultimi dieci anni abbiamo poi ampliato la nostra area di competenza, comprendendo molti stabilimenti balneari nella zona di Latina e il comune di Colleferro, che si trova nel territorio di Roma, ma anche parte della provincia de L’Aquila. Serviamo tutte le tipologie di locali del canale Horeca, dai ristoranti alle pizzerie, dai bar agli hotel. A questi
si aggiunge una parte significativa di attività stagionale con gli stabilimenti balneari. Complessivamente serviamo 1.700/1.800 punti di consumo, di cui 1.400 abituali.
QUAL È INVECE LA SUPERFICIE DEL C&C ABC FOOD SERVICE?
Il negozio si trova sulla strada statale per Fiuggi, a poco più di sette chilometri dal magazzino del Gruppo Laziale Bevande, e ha un’area di vendita di circa 3.500 metri quadri, su 6.000 metri quadri coperti, a cui si aggiungono altri 3.000 metri quadri di area esterna. La vendita, però, non avviene più esclusivamente nel negozio fisico. Per ampliare il nostro raggio d’azione, infatti, nel 2019
abbiamo avviato un’attività online che l’anno successivo, durante il periodo del Covid, si è rivelata fondamentale. Oggi, con l’e-commerce, copriamo tutta Italia e abbiamo clienti anche in molti paesi d’Europa. Si tratta di un’attività in forte espansione, con cui nel 2022 abbiamo raggiunto un fatturato di 2,2 milioni di euro sugli 8,87 milioni totali di ABC. Un successo che nel 2023 prevediamo di incrementare ulteriormente, arrivando a 2,5 milioni di euro.
COM’È ORGANIZZATA L’ATTIVITÀ ONLINE?
I prodotti sono quelli proposti nel cash & carry fisico, circa 11/12.000 referenze food & beverage. Proponiamo non solo alimenti a temperatura ambiente, ma
anche refrigerati, come i salumi e i latticini, a cui si aggiungono i surgelati, gli articoli per la casa e i detersivi. Si tratta insomma di un’offerta differenziata e ampia tanto quanto quella che si può trovare in un supermercato, eccezion fatta per frutta e verdura fresca. Con questo portafoglio prodotti, la nostra clientela che acquista via web non è composta esclusivamente dai professionisti dell’Horeca; abbiamo molti clienti privati, ai quali vendiamo non solo tramite il sito aziendale, ma anche attraverso le piattaforme più note, come Amazon. Le spedizioni sono in questi casi necessariamente molto frazionate e, per le consegne, ci avvaliamo dei principali corrieri che operano sul territorio. In una giornata facciamo in media più di 300 spedizioni. Sul web abbiamo tra l’altro consolidato la vendita di prodotti particolari e meno diffusi nel nostro Paese, come i prosciutti spagnoli, ma
anche la linea di acqua e bevande analcoliche Skin Care di San Benedetto, di cui siamo i principali rivenditori in Italia.
COME È COMPOSTA L’OFFERTA DI LAZIALE BEVANDE?
Con Laziale Bevande operiamo su un piano di distribuzione professionale business to business, quindi i singoli ordini sono molto significativi e la varietà dei prodotti è inferiore. Parliamo di 3.500/4.000 referenze, prevalentemente beverage. Tra i best seller ci sono le birre, che rappresentano circa il 30% del fatturato. Un posto importante lo occupano poi le bevande analcoliche, con circa il 15%. Una quota pari a quella delle acque minerali, rispetto alle quali lavoriamo prevalentemente con le bottiglie in vetro, attraverso circuiti di vuoto a rendere. Sono inoltre molto importanti le vendite di vini, spumanti e succhi di frutta.
CI SONO CATEGORIE CHE SOFFRONO DI PIÙ?
Senza dubbio i fusti di birra, un prodotto che, solo per quanto riguarda un’azienda come Carlsberg, rappresenta il 10% del nostro giro d’affari. Più in generale, non possiamo nasconderci che i recenti aumenti di prezzo sono stati molto pesanti, soprattutto su beni primari come farina, oli, riso e pasta, ma interessano anche i prodotti voluttuari: da giugno 2022, cioè in meno di un anno, il prezzo della Coca-Cola è per esempio cresciuto del 50%. Questa situazione sta senza dubbio contribuendo a una riduzione dei consumi, sia in casa che, soprattutto, fuori casa. Non stupisce quindi che, lo scorso aprile, abbiamo registrato un calo
delle vendite a volume del 5%. Inoltre, il ritardo nelle aperture degli stabilimenti balneari, dovuto alle temperature basse di questa primavera, sta ritardano la partenza delle nostre attività stagionali.
LE VOSTRE ATTESE SONO INFLUENZATE DA QUESTA SITUAZIONE?
Non direi proprio. Siamo fiduciosi nel fatto che chiuderemo in positivo anche quest’anno, con il contributo sempre più significativo delle vendite online, che offrono ottime prospettive e non presentano i rischi della distribuzione tradizionale. Inoltre, ritengo che la tendenza generale dei consumi fuori casa sia comunque in crescita e che la frenata attuale riguardi solo il momento contingente.
L’IDENTIKIT DELL’AZIENDA
Gruppo Laziale Bevande Via Morolense 55, 03100 Frosinone - FR
0775
Fonte: dati aziendali
#GBI NEWS / DALLE AZIENDE NO ALCOL, MA CON TANTO GUSTO
Sono state tante le novità di birra Kuhbacher per il mercato italiano. Tra le più interessanti non possiamo non parlare della Schloß Weizen Alkoholfrei, la gustosa alternativa al grano per tutti coloro che vogliono fare a meno dell’alcool
Questa birra affascina per il gusto pieno e l’elegante leggerezza, vitaminica e a basso contenuto calorico è perfetta per un’esperienza di gusto inconfondibile.
“La Weizen, insieme alla hell, è una delle birre classiche bavaresi, tra le più bevute – commenta l’AD Egon Beck Peccoz –. Essendo noi sensibili alle richieste del mercato ma anche all’aspetto “responsabile” del prodotto, nel corso degli anni abbiamo deciso di sviluppare questa weizen analcolica, migliorandola sotto l’aspetto organolettico, tanto che spesso ci viene fatto notare che “non sembra una birra senza alcol”! Durante le feste della birra in Germania, prevale sempre più la coscienza di non bere alcolici per chi poi deve guidare e, fortunatamente, questo aspetto lo stiamo riscontrando sempre più spesso anche durante le
#GBI NEWS / DALLE AZIENDE LE NUOVE EMOZIONI DEL PROSECCO BIO SAN MARTINO
Il nuovo Prosecco bio di San Martino è frutto della sincera attenzione dell’azienda verso l’ambiente e la sostenibilità. San Martino ha sempre riservato grande impegno nella cura delle vigne e nella genuinità delle uve, coltivate direttamen te in terreni di proprietà o selezionate da piccoli produttori per garantire la massima qualità. Alcuni anni fa ha intrapreso il percorso di certificazione per alcuni vigneti nell’area DOC che ha portato quest’anno a realizzare le prime bollicine di Prosecco riconosciute biologiche, una scelta premiata dal mercato. Oltre che biologico, il nuovo Prosecco DOC di San Martino è anche vegan friendly , certificato da Vegan Society, per non usare lungo tutta la filiera materiali e coadiuvanti di origine animale. Nasce da una lavorazione attenta e rispettosa dei tempi per sviluppare al meglio il raffinato perlage e gli aromi tipici di pesca, mela e fiori di campo. Nella versione Brut ha un gusto fresco e vivace, con un lieve residuo zuccherino che lo rende armonico e delicatamente secco.
manifestazioni qui in Italia. Oltre a tutto questo, per chi vuole dissetarsi dopo lo sport o non può bene alcolici, la nostra weizen alkoholfrei risulta il connubio perfetto tra gusto tradizionale e leggerezza senza pensieri. Sicuramente, nella nostra visione aziendale, oltre allo sviluppo di nuovi prodotti che assecondino il mercato, studieremo altre versioni delle nostre birre senza alcol, per soddisfare anche questo tipo di esigenza”.
www.kuhbacher.com
Anche il packaging dimostra la sensibilità verso la natura. Le etichette e le confezioni sono realizzate con carta certificata FSC, da foreste gestite in modo sostenibile, e riducendo al minimo l’uso di vernici.
www.sanmartinovini.it
INTERVISTA/MANAGER
UN SUCCESSO ALL’INSEGNA DELL’AMBIENTE
IN UN MERCATO MOLTO CONCORRENZIALE CHE PRIVILEGIA QUALITÀ, INNOVAZIONE, SICUREZZA E NATURALITÀ
DEI PRODOTTI, EMERGONO MANAGER VIRTUOSI CHE SPOSANO VALORI COME LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE
DI MARIA ELENA DIPACE
Ha iniziato la sua carriera professionale in Deloitte & Touche e poi in KPMG Luxembourg.
Rientrato in Italia, ha intuito le potenzialità del settore food & beverage e ha sviluppato il progetto Fonte
Margherita 1845, di cui è attualmente socio e Amministratore Delegato.
Parliamo di Denis Moro , il manager che nel febbraio del 2017 ha visto in Fonte
Margherita 1845 un marchio storico da rilanciare e, assieme alla famiglia Sartore (con il coinvolgimento di Nicola Sartore), ha preso gli stabilimenti vicentini, riassunto i dipendenti e, dopo aver rinnovato gli
impianti e le bottiglie, ha riposizionato sul mercato la “buona acqua minerale delle Piccole Dolomiti”.
Con una ramificazione commerciale più forte nel Triveneto e in continuo consolidamento in tutto il Belpaese e all’estero, Fonte Margherita 1845 ha realizzato una costante crescita di fatturato che nel 2023 si prevede raggiunga i 7 milioni di euro.
CI RACCONTI IL SUO PERCORSO PROFESSIONALE E COM’È NATO IL PROGETTO FONTE MARGHERITA.
Sono nato in un piccolo paese, Breganze, in provincia di Vicenza, ma ben presto ho iniziato
a viaggiare. Dopo la laurea in Economia, mi sono occupato prima di revisione dei conti, poi sono passato alla corporate finance. Per diversi anni ho lavorato tra Lussemburgo, Italia e Brasile lavorando per Deloitte & Touche e KPMG Luxembourg. A un certo punto ho preso un anno sabbatico che ho trascorso in Sud America come volontario di progetti di cooperazione internazionale. In Brasile ho approfondito le tematiche ambientali e i progetti di valorizzazione territoriale. Rientrato in Italia, nel 2017 ho lanciato il progetto Fonte Margherita 1845, l’azienda nata da un’idea che coniuga ambiente, territorio, persone e antiche produzioni e presta ogni attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale. Alla promozione di uno stile di vita sano, alla non-alcoholic mission e alla solidarietà attraverso il sostegno a una Fondazione onlus di ricerca scientifica pediatrica.
DAL 2020 AVETE INIZIATO
A RACCOGLIERE I FRUTTI
DELLE STRATEGIE CON UN FATTURATO CHE CONTINUA A CRESCERE.
Dopo aver approntato i necessari adeguamenti tecnologici negli stabilimenti e reso sempre più funzionali e sostenibili i processi, abbiamo lavorato sulla nuova strategia di posizionamento dei marchi con un lavoro certosino di restyling sulle bottiglie, sulle etichette e sui prodotti da inserire sul mercato.
AVETE BANDITO LA PLASTICA IN VIRTÙ DEL CONCETTO DI SOSTENIBILITÀ ED ECONOMIA CIRCOLARE.
Attualmente Fonte Margherita 1845 ha tre stabilimenti in Veneto, cinque marchi di storiche acque minerali delle Piccole Dolomiti (Fonte Margherita, Acqua Azzurra, Fonte Regina Staro, Fonte Lonera Staro, Sorgente Alba), due linee di
bibite analcoliche ed è presente con le diverse etichette in Italia e all’estero nell’Horeca, in alcune insegne della distribuzione moderna, nella distribuzione automatica e nel porta-a-porta. Per tutelare l’ambiente, imbottiglia esclusivamente in vetro e in cartone eco-sostenibile. Nel door-to-door nel Triveneto è attivo il servizio di vuoto a rendere così da realizzare un’economia circolare. Anche all’estero, in Belgio e in Germania, Fonte Margherita 1845 distribuisce con il vuoto a rendere grazie a modalità di trasporto sostenibile (la ferrovia), che permette di ridurre le emissioni di gas.
E POI C’È DA SEGNALARE
L’INNOVATIVO BRICK RICICLABILE…
Il brick Fonte Margherita 1845 nei suoi vari formati – 0,50 lt, 0,33 lt e 0,25 lt – è comodo, si può trasportare nella propria borsa e contiene l’acqua oligominerale delle Valli del Pasubio, naturalmente povera di sodio, che sgorga dalla sorgente Camonda. La confezione è in cartone interamente riciclabile, incluso il tappo, e consente un suo facile riuso.
SUL PIANO PRODUTTIVO
NEL BIENNIO 2021-22
AVEVATE PREVISTO NUOVI INVESTIMENTI…
Esatto. Abbiamo investito oltre 2,5 milioni di euro per assecondare il trend di crescita aziendale attraverso nuovi investimenti tecnologici e il totale rinnovo del parco imballi, cioè bottiglie e casse per i vari canali distributivi. A oggi la capacità produttiva delle tre linee in vetro supera le 280 mila bottiglie per turno di lavoro. Inoltre, abbiamo potenziato anche il laboratorio Ricerca & Sviluppo, sempre più centrale nell’innovazione dei prodotti a cui dedichiamo grande attenzione.
PARLIAMO DEGLI APERITIVI ANALCOLICI. AVETE APPENA
LANCIATO UNA TERZA REFERENZA.
Abbiamo tre gustosi aperitivi, rigorosamente analcolici: Spritz Zero, Gin Tonica Zero e il recente Bellini Zero, realizzati con l’acqua oligominerale delle Piccole Dolomiti e selezionati aromi naturali, senza coloranti artificiali e senza alcool. Con questi tre aperitivi Fonte Margherita 1845 promuove una forma di socialità responsabile, la possibilità cioè di divertirsi e di socializzare bevendo analcolici. I delicati aromi naturali sono stati selezionati con grande attenzione dal laboratorio Ricerca & Sviluppo dell’azienda. Sono disponibili nelle originali bottiglie di vetro da 27,5 cl che rimandano ai tempi passati, così come le etichette che sono state rivisitate in chiave contemporanea da importanti designer. La nuova referenza è il Bellini Zero, l’aperitivo analcolico destinato al fuori casa e al mondo della mixology. Sarà distribuito nell’originale bottiglia in vetro in Italia, in Europa e nel Middle East (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar). Il Bellini Zero è realizzato con l’acqua minerale della sorgente Camonda, pura polpa di pesca e aromi naturali.
LA NATURALITÀ DEGLI INGREDIENTI COINVOLGE
ANCHE LE VOSTRE BEVANDE?
Le bevande analcoliche Fonte Margherita
1845 sono disponibili in otto gusti diversi, realizzate con acqua minerale delle Piccole Dolomiti e aromi naturali. Aranciata, Cola, Mandarino, Chinotto, Ginger, Limonata, Gazzosa e Mandarino Verde nel formato in vetro da 27,5 cl, destinate all’Horeca che ricerca qualità ed eleganza.
CI PARLI DI MELEGATTI E DEL CASEIFICIO FRATELLI CASTELLAN.
Ho avuto un percorso di 18 mesi nella Melegatti 1894 dove ho ricoperto il ruolo di Amministratore Delegato e dove ho seguito l’acquisto e il rilancio del famoso brand italiano. Successivamente, ho deciso di entrare nel mondo dei freschi con il Caseificio Fratelli Castellan di Treviso perché ho rivisto le potenzialità di Fonte Margherita 1845, un’azienda storica con un prodotto eccellente che aveva bisogno di essere rilanciata in Italia e portata come simbolo del Made in Italy oltre confine.
QUALI SONO I PROSSIMI PROGETTI?
Avendo la potenzialità di cinque sorgenti e cinque linee produttive, in tre stabilimenti, siamo concentrati a crescere in modo sostenibile per linee interne. Sicuramente siamo attenti a effettuare eventuali acquisizioni nel caso in cui il mercato ne offrisse l’opportunità.
QUANTO È IMPORTANTE IN QUESTO ‘CAMMINO’ LA PARTNERSHIP CON I DISTRIBUTORI HORECA?
È fondamentale la partnership con i distributori Horeca. Senza un approccio di filiera e un’equa distribuzione del valore non è possibile fare un percorso virtuoso e sostenibile di crescita.
IL GROSSISTA/PERRELLA DISTRIBUZIONE
PROFESSIONALITÀ SENZA CONFINE
LA CAPACITÀ DI PROPORRE PROGETTI ADATTABILI A OGNI
ESIGENZA TERRITORIALE ASSIEME ALLA GARANZIA DI UN VASTO ASSORTIMENTO E DI UN’ATTENTA E MIRATA FORMAZIONE. COSÌ PERRELLA DISTRIBUZIONE SRL AFFRONTA IL MERCATO HORECA
Affidarsi a persone competenti e pro fessionali, saper os servare con atten zione le trasforma zioni e le esigenze del ‘nuovo mercato’ e la lungimiranza di plasmare per ogni territorio e per ogni regione progetti mirati e dai grandi potenziali. to propone Perrella Distribuzione Srl, una realtà molto più articola ta rispetto alla ‘semplice’, seppur fondamentale, fornitura del com parto food e beverage. È Giuseppe Perrella a dare una visione di come si stia modificando il settore, parlando anche dell’importanza della formazione, delle giuste consulenze ai clienti
sinergie. Una chiave di successo che dà ottime prospettive per affrontare il futuro, compresa l’emergenza del caro prezzi.
QUALI SONO LE AREE IN CUI OPERATE?
Dal 2020 a oggi i territori sui quali operiamo sono quelli del Centro-Sud Italia, grazie anche all’apertura di un nuovo deposito a Napoli, altamente tecnologico ed ecosostenibile, con molti automatismi e ambienti a temperatura e umidità controllata, che funge anche da Hub nazionale. Attualmente con il nostro network distributivo copriamo, oltre alla Campania, il Molise, l’Abruzzo, le Marche, la Toscana, il Lazio e la Sardegna.
COME VEDETE IL MERCATO IN QUESTI MESI?
Il mercato è in forte evoluzione, una trasformazione amplificata dal Covid
che ci ha messo davanti a scelte strategiche che, inevitabilmente, sono lo specchio dei cambiamenti in atto, alcuni anche di difficile percezione. Un esempio? Gli orari per l’aperitivo o la cena. Al Sud erano spostati in avanti rispetto a quelli del Nord; oggi, invece, sono più omogenei.
QUAL È IL TRATTO DISTINTIVO DEL VOSTRO LAVORO?
Per quanto concerne la scelta degli assortimenti, a prescindere dalle referenze che sono molte, noi abbiamo sempre puntato sulla qualità. È un aspetto al quale non si può rinunciare per soddisfare il cliente. Negli ultimi due anni questa assoluta necessità di garantire il meglio si è consolidata e, in parallelo, si è fatta strada la consapevolezza di quanto sia utile anche la formazione affinché il cliente possa impiegare il prodotto nel modo corretto. Inoltre, il mercato Horeca chiede sempre più un servizio logistico efficace ed efficiente, in tantissimi casi “tailor made”. Ecco perché la nostra vendita, come amo definirla, può essere ‘consulenziale’.
LA FORMAZIONE HA UN RUOLO
IMPORTANTISSIMO NELLE AREE IN CUI OPERATE…
Il cambiamento dei tempi è diventato uno stile di vita, bisogna capire cosa si mangia e come. Lo abbiamo studiato e preso come spunto per avviare e sviluppare negli ultimi anni una ‘Total Horeca. Company’. Il cliente, grazie alla nostra presenza, si sente coperto e soddisfatto per almeno il 90% delle
sue esigenze. Da qui abbiamo anche implementato le referenze per il comparto gelo, carne, pesce e ortofrutta, portandole a essere un ulteriore valore del nostro piano strategico e rendendole parte del nostro assortimento stabile. In parallelo proseguiamo con le scuole di formazione. Oggi sono dei veri hub, tant’è che abbiamo forti collaborazioni con l’industria di riferimento. In più va aggiunto l’aiuto nella gestione delle imprese: un confronto costruttivo tra colleghi.
LA VOSTRA ESPERIENZA E I VOSTRI OBIETTIVI VI HANNO PORTATO FUORI DAI CONFINI REGIONALI…
Negli ultimi anni abbiamo voluto differenziare la nostra offerta realizzando una serie di progetti commerciali: “Perrella Collection”, vini in esclusiva provenienti da diversi paesi del mondo, “Beerfellas”, un assortimento di birre craft italiane ed estere; sugli spirits abbiamo “Alchimie Indipendenti”, una selezione esclusiva di spirits internazionali, e sul food abbiamo il progetto “Artigiani del Gusto”, un paniere di prodotti di grande qualità che esprimono il valore del territorio, soprattutto campano.
Crediamo molto nel progetto legato alla pizza, simbolo della cucina campana in tutto il mondo. Abbiamo contribuito a dare maggiore
importanza alla conoscenza dei processi di panificazione con corsi, masterclass e visite mirate presso i punti vendita con i nostri specialist e brand ambassador, in collaborazione con i nostri partner dell’Industria come Casillo, Varvello e Solania. Ebbene, questa nuova ‘specializzazione’ ci ha permesso di posizionarci molto bene anche fuori regione.
IN CHE MODO OPERATE FUORI DAL VOSTRO TERRITORIO?
Abbiamo un nuovo ramo d’azienda, Perrella Network, attraverso cui copriamo i nuovi territori (Molise, Abruzzo, Marche, Lazio e Sardegna) in collaborazione con società controllate o partecipate da Perrella Distribuzione, come Molise Distribuzione, Adriatico
Distribuzione e Roma Distribuzione. Bisogna precisare che non ‘portiamo fuori’ solo un progetto o un’idea. Tutto viene adattato in base alle richieste e alle esigenze di un territorio. Dobbiamo aggiungere che la capacità di gestire
L’IDENTIKIT DELL’AZIENDA
Perrella Distribuzione Srl
Via Ferrante Imparato, 501 80146 Napoli (NA) Tel. 081.5186619 – 081.5186176 www.perrellasrl.it distribuzione@perrellasrl.it
Fatturato circa 30 milioni di euro
Clienti: 2.800
Prodotti: 7.000 referenze
Automezzi: 30
Addetti: 100
Addetti alle vendite: 25
Logistica: 3 depositi - 15.000 mq di deposito + 16.000 mq di scoperto
Perrella Network
N° 6 società di distribuzione
Fatturato circa 52 milioni di euro
Clienti: 6.000
Prodotti: 12.000 referenze
procedure e processi con una forte attenzione al valore di tutta la filiera Horeca, ci è data dall’esperienza decennale fatta con Partesa Campania e durata 8 anni, dal 2000 al 2007. In questo momento, siamo concentrati sull’ultima partnership avviata, quella con i Fratelli Chimenti in Toscana.
TANTI PROGETTI MA COME AFFRONTATE IL CARO PREZZI?
Di sicuro c’è una speculazione in atto da parte dell’industria relativamente
agli aumenti dei prezzi per il 2023 e, probabilmente per il 2024. La nostra categoria purtroppo ‘subisce’ le variazioni di listino dell’industria e, dove possibile, possiamo solamente provare a contenere questo incremento. Da aggiungere che in accordo con noi Perrella, alcune realtà produttive hanno deciso di non variare i prezzi o di aumentarli nel limite corretto e dove, effettivamente, i rincari sono giustificati. Ce ne sono diverse e abbracciano alcuni progetti come quello di Artigiani del Gusto, ossia una ‘community’ di piccoli produttori locali, non solo campani, con i quali abbiamo ottimizzato una serie di processi.
PER CONCLUDERE, QUALI I PROGETTI FUTURI?
Il nostro futuro si costruisce sempre attraverso la collaborazione e una chiara visione di ciò che si vuole fare. Continueremo a sviluppare e consolidare il nostro Progetto Network, concentrandoci sull’ultima partnership avviata, quella con i Fratelli Chimenti in Toscana.
IDENTITY
Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.
VISION
MISSION
La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.
Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission.
• POLITICO ECONOMICO SOCIALE
• SINDACALE
• ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA
DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA SUL MERCATO HORECA
IHM
INTERNATIONAL HORECA
MEETING
L’unico evento dedicato agli operatori della filiera horeca (produttori, distributori e pubblici esercizi) e alle aziende produttrici del mondo Horeca.
GBI
GBI Magazine è l’organo ufficiale di ITALGROB. È il punto di riferimento per tutti i distributori di food&beverage che operano sul mercato nazionale nel canale Horeca.
GBI NEWS
GBI NEWS è il portale, collegato al Magazine GBI, ricco di notizie del settore Fuori Casa, aggiornate in tempo reale, a cui si affiancano una serie di newsletter dedicate a tutti i distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca.
ISCRIZIONI A ITALGROB DA PARTE DI IMPRESE INDIPENDENTI:
Anche i distributori non facenti parte dei consorzi federati possono iscriversi alla Federazione acquisendo una serie di vantaggiosi diritti:
• Usufruire di particolari convenzioni stipulate direttamente dalla Federazione e di tutte le convenzioni stipulate dal Sistema Confindustria
• Ricevere la rivista GBI, i bollettini economico-fiscali e i notiziari sugli avvenimenti del mercato
• Pubblicare articoli della propria azienda sul sito italgrob.it e/o sulla rivista GBI e il portale GBI NEWS
• Avere consulenza diretta nei casi di vertenze importanti con le Istituzioni locali (Comune, Regione, Sindacati, ecc)
PER ULTERIORI INFORMAZIONI NON ESITATE A CONTATTARCI:
06.5913090 | segreteria@italgrob.it | www.italgrob.it
SITO
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n. 201 giugno - luglio 2023 www.gbinews.it
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GAETANO ALIPRANDI CONSIGLIERE NAZIONALE
GIUSEPPE BOVIER CONSIGLIERE NAZIONALE
Dopo mangiato
l’amarissimo che va benissimo.
1777 Petrus è il padre di tutti gli amari. Petrus Boonekamp prende il nome dal liquorista che inventò la sua ricetta utilizzando solo erbe e spezie che arrivavano da tutto il mondo nei porti Olandesi. Oggi come allora la sua ricetta segreta non prevede neanche un granello di zucchero. Perché ci sono amari solo di nome, Petrus è l’amaro di fatto.