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UN TREND IN CRESCITA CHE ABBRACCIA

BENESSERE

EDITORIALE

CLIMA INSTABILE, ADATTIAMOCI AL ‘NEW NORMAL’

L’estate italiana sta assumendo sempre più il carattere di una stagione dal clima instabile con un meteo imprevedibile che include piogge improvvise, temporali e brusche variazioni di temperatura. Questi fenomeni, lungi dall’essere anomalie temporanee, rappresentano le conseguenze evidenti dei cambiamenti climatici globali e stanno esercitando una profonda influenza sul nostro modo di vivere e consumare. I dati (a cura del Centro Studi Italgrob) del primo semestre del 2024 evidenziano un aumento della temperatura media di 1,5°C rispetto al 2023, ma anche un incremento del 14% nelle presenze di turisti stranieri. Tuttavia, nonostante queste condizioni favorevoli, i consumi nel canale Fuori Casa non sono aumentati come ci si poteva aspettare. Questo trend è in parte attribuibile a un costante aumento dei prezzi, con lo scontrino medio in crescita del 2% e picchi del 4% in momenti di consumo come la colazione. Le cene hanno visto un aumento dei prezzi del 40% in due anni, mentre i pranzi, gli aperitivi e le colazioni, appunto, hanno registrato aumenti rispettivamente del 30%, 27% e 20%. In questo contesto, la ristorazione organizzata continua comunque a crescere, raggiungendo una quota di mercato dell’11% e proiettandosi verso un valore di 10 miliardi di euro per il 2024. Tuttavia, l’instabilità climatica e i conseguenti

cambiamenti nelle abitudini di consumo stanno causando significative ripercussioni economiche, specialmente nelle zone turistiche dove il flusso di visitatori è fortemente influenzato dal meteo favorevole. Le flessioni dei consumi sono evidenti: oltre il 10% nei giorni feriali, il 5% nei weekend, l’8% durante le festività e la proiezione di un calo del 6% per le ferie estive. Inoltre, gli italiani mostrano una crescente preferenza per le vacanze all’estero, con un aumento del 20% di spostamenti oltreconfine, spinti dai costi elevati in patria. Per far fronte a queste sfide, il settore della ristorazione e dell’intrattenimento deve adottare strategie innovative e flessibili. È cruciale diversificare gli assortimenti per rispondere alle diverse esigenze dei consumatori e collaborare strettamente con i ristoratori per creare offerte speciali e promozioni legate al meteo, stimolando così le vendite e rafforzando le relazioni commerciali. La “nuova normalità” climatica richiede un approccio proattivo e innovativo. Con flessibilità, tecnologia, sostenibilità e formazione, il settore dei consumi Fuori Casa non solo può sopravvivere ma anche prosperare in un mondo in continua evoluzione. Solo adattandosi rapidamente alle mutevoli condizioni climatiche, si potrà garantire la sostenibilità e la redditività delle attività.

Da sorseggiare rigorosamente a temperatura ambiente oin un buon cocktail

Riserva del Centenario

La “Riserva del Centenario” del Vecchio Amaro del Capo, ha origine da una lunga e sapiente lavorazione: erbe, fiori e frutti calabresi infusi secondo antichi metodi artigianali, uniti a pregiate partite di acquaviti di vino invecchiate a lungo, per oltre 40 anni, in botti di rovere di Slavonia sotto il controllo dello Stato. Nasce così questo prezioso liquore che rappresenta la migliore qualità Italiana, premiato sin dal suo lancio sul mercato con i massimi riconoscimenti nelle principali competizioni tra i migliori alcolici del mondo.

vecchioamarodelcapo.it

IL RUOLO SEMPRE PIÙ CRUCIALE DEI DISTRIBUTORI IL PUNTO

Il mondo dei grossisti di bevande è spesso sottovalutato. Lo abbiamo detto tante volte ed è anche il motivo che spinge la nostra Federazione a insistere sull’importante ruolo che la categoria riveste nel tessuto economico e sociale del nostro Paese

Un universo di professionisti che sono il fulcro di una catena distributiva che assicura la disponibilità di prodotti di qualità in ristoranti, bar e negozi. Senza i distributori l’intero settore della ristorazione e del commercio al dettaglio sarebbe seriamente compromesso.

Ecco perché siamo particolarmente orgogliosi di celebrare il successo di Vincenzo Caso , ex Presidente Italgrob, recentemente insignito del prestigioso Premio Leone d’Oro per Meriti Professionali al Festival di Venezia. Questo riconoscimento, istituito nel 2007, celebra l’eccellenza nelle arti e nell’imprenditoria, onorando figure che hanno dato un contributo significativo allo sviluppo del nostro Paese.

Il trionfo di Caso a Venezia non è solo un successo personale, ma un riconoscimento dell’importanza dell’intero settore della

distribuzione food e beverage. La sua visione imprenditoriale ha avuto un impatto profondo, dimostrando che il settore dei grossisti non è solo un anello della catena distributiva, ma un motore di sviluppo e innovazione.

Questo riconoscimento è un tributo non solo al suo impegno e alla sua leadership, ma anche all’importanza strategica di un’intera categoria spesso trascurata ma vitale.

In un mondo in continua evoluzione, la capacità dei distributori di innovare e adattarsi è essenziale per il futuro del commercio e della ristorazione.

I distributori non solo forniscono un servizio essenziale, ma fungono anche da connettori tra i produttori e i consumatori finali. Il Leone d’Oro rappresenta un segnale positivo per tutta la categoria. Questo riconoscimento eleva la percezione pubblica della nostra professione, mostrando l’importanza del lavoro quotidiano e facendo capire che non siamo solo fornitori, ma anche custodi della qualità e promotori della cultura enogastronomica italiana

DINO DI MARINO, DIRETTORE GENERALE ITALGROB

SOMMARIO

Clima instabile, adattiamoci al ‘new normal’

Il ruolo sempre più cruciale dei distributori

FOCUS/ RAPPORTO CENSIS

Il valore sociale del fuori casa

Il pericolo non è passato

SCENARI/ TRADELAB

Fuori casa: una corsa lunga 25 anni

Mercato Horeca 2024: tra sfide e opportunità

Nel segno della stabilità

I principali brand

Una

44. VETRINA/ENERGY E SPORT DRINK

I principali brand

48. NORMATIVE/ IMBALLAGGI

Il tappo solidale diventa obbligatorio

52. TREND/ESTERO

Messico: un paese di santi bevitori

56.

INTERVISTA MANAGER/ GRUPPO LUNELLI

Leader nel bere italiano con un futuro sostenibile

60. CONSORZI/ ADB GROUP

Investiamo nella transizione digitale

64.

IL GROSSISTA/ BEVINGROS

Distribuire è (anche) un ‘gioco’ da ragazze

68. FORMAZIONE/AFDB

Un master d’eccellenza nel F&B management

72. STRATEGIE/ ASSORTIMENTI

Il trend green del mercato: capitalizziamo l’opportunità

IL VALORE SOCIALE

DEL FUORI CASA

FOCUS/RAPPORTO CENSIS IL SETTORE HORECA RISPONDE

UEDIZIONE

n cambio di prospettiva, dalla dimensione individuale a quella collettiva, per raccontare il contributo che il comparto Horeca apporta alla qualità della vita di tutti noi. È questa la traccia seguita nel terzo Rapporto Italgrob –Censis, intitolato “Il fuori casa rende l’Italia migliore” e presenta -

to lo scorso 23 maggio a Roma, nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica (si veda GBI n.207 giugno – luglio 2024, pag. 6).

In queste pagine forniremo una prima sintesi di uno studio che coglie una caratteristica dell’Italia: un più alto tasso di socialità rispetto a nazioni omologhe, in cui l’individualizzazione

dei percorsi di vita ha prevalso su ogni forma di legame sociale e attività collettiva. I ricercatori del Censis annotano come l’Italia, malgrado sia stata anch’essa investita dal fenomeno in vari ambiti, inclusa la fruizione del tempo libero, è percepita come un Paese in cui gli spazi pubblici sono ancora molto segnati dalla convivialità, cioè da una relazionalità positiva, diffusa, che arricchisce e completa le esistenze singole e familiari. La convivialità è in primo luogo un bisogno costitutivo, che ha radici biologiche e storiche ed è componente essenziale del vivere. Però la convivialità è anche un desiderio, qualcosa a cui le persone ambiscono, in grado di farle mettere in movimento, spingendole ad agire per ottenerla. Diventa desiderio quando si qualifica, cioè quando cerca una specifica risposta, ad esempio il fuori casa. Guardando all’estremo opposto, l’assenza di convivialità rende una società cupa, triste, tendenzialmente depressa. Dunque, è un fatto positivo riconoscere – come fanno gli autori del rapporto – proprio nella convivialità uno dei tratti virtuosi distintivi della nostra realtà nazionale. Ed ecco perché il fuori casa, come modalità fondamentale con cui le esigenze di relazionalità e convivia-

l’installarsi permanente negli spazi pubblici di una microcriminalità rapace, che per inciso ha come effetto collaterale la caduta dei valori immobiliari e quindi un negativo impatto economico per i proprietari di abitazioni e locali commerciali. Invece, una presenza equilibrata del fuori casa significa disporre di una formidabile piattaforma di creazione di relazioni che coinvolge i residenti, quanti lì confluiscono per fruire dei servizi degli esercizi pubblici e coloro che magari si limitano a recarvisi per passeggiare in un contesto frequentato da tanta gente e percepito come vibrante. Il fuori casa gestito con professionalità non è il nemico della vivibilità di un territorio perché, come generatore di relazionalità e convivialità, ne innalza il tasso di qualità complessiva. Il valore della relazionalità è peraltro destinato a crescere nel tempo: l’Italia, sia pure più lentamente di altri paesi, sta diventando una società di persone che vivono sole All’incremento fisiologico degli anziani soli si aggiunge la quota di persone che sceglie la vita da single. Affinché questa condizione non si trasformi in solitudine tout court, c’è assoluto bisogno di luoghi e momenti di convivialità con gli altri, distinti

Tab. 1 – La presenza di luoghi in cui potersi incontrare, stare insieme è importante per il benessere soggettivo, per età (val. %)

LA PRESENZA DI LUOGHI IN CUI POTERSI INCONTRARE, STARE

INSIEME, COME PIAZZE O LOCALI PUBBLICI (ES. BAR, RISTORANTI, ECC.) PER LEI È IMPORTANTE PER IL SUO BENESSERE?

Fonte: indagine Censis, 2024

lità sono soddisfatte, contribuisce a delineare il carattere di fondo della nostra società e l’elevata qualità della vita collettiva.

UNA PIATTAFORMA RELAZIONALE

Per rafforzare la loro visione, gli studiosi del Censis ricordano come aree urbane o periurbane in cui si è avuta nel tempo una chiusura progressiva di attività ed esercizi commerciali, hanno in parallelo sperimentato crescenti livelli di insicurezza, con

dai contesti relazionali “costretti” come, ad esempio, il lavoro. Ecco perché diventa sempre più importante che il tempo libero delle persone si riempia di opportunità relazionali, esigenza che amplifica il valore sociale dei luoghi in cui la relazione si esplicita.

PIÙ ATTENZIONE AL TEMPO LIBERO

Il Rapporto Italgrob – Censis sottolinea come negli ultimi anni sia maturata tra gli italiani un’attenzione maggiore alla propria vita

individuale e alle attività extralavorative in cui sono coinvolti Il lavoro continua ad avere una funzione strumentale essenziale, come veicolo per avere reddito, e tuttavia il suo peso relativo per i singoli e nella società si è ridotto e, tendenzialmente, è destinato a ridursi ulteriormente. Infatti, di questa rivoluzione del baricentro delle vite sono protagonisti soprattutto i più giovani, le generazioni che nel futuro prossimo saranno il perno della società, che non guardano più al lavoro come il pilastro intorno al quale tutto il resto ruota. È cresciuto il peso relativo delle attività in cui ci si impegna per interesse, passione, attitudine e quelle in cui si trova gratificazione e risposta ai propri desideri Le attività private che contano sono di loisir o di volontariato o di realizzazione di proprie inclinazioni e – altro aspetto fondamentale – consentono di sviluppare relazioni con gli altri.

• dall’83,1% dei residenti al Nord-Ovest, dall’81,4% al Nord-Est, dall’81,9% al Centro e dall’85,6% al Sud e Isole;

LA PAROLA AI CONSUMATORI

Vediamo ora come questi concetti si traducono nelle opinioni e nei comportamenti degli italiani. I dati esprimono con chiarezza la portata delle trasformazioni in corso, da cui si originano conseguenze molto rilevanti per il fuori casa. L’83,4% degli italiani considera la presenza di luoghi in cui potersi incontrare, stare insieme, come piazze o locali pubblici (ad esempio, bar, ristoranti, ecc.) importante per il proprio benessere (si veda tab. 1). È un’opinione condivisa:

• dall’86,6% dei giovani, dall’85,1% degli adulti e dal 78% degli anziani;

• dall’85% dei residenti in comuni fino a 10 mila abitanti, dall’83,2% in quelli tra 10 mila e 30 mila abitanti, dall’82,3% in quelli tra 30 mila e 100 mila abitanti, dal 79,5% nei comuni tra 100 mila e 500 mila abitanti e dall’86% in quelli con oltre 500 mila abitanti. I dati certificano la trasversalità della convinzione dell’importanza dei luoghi della relazionalità che è una componente di base della cultura sociale diffusa degli italiani nel nostro tempo. L’esistenza di condizioni strutturali, dall’organizzazione degli spazi pubblici alla presenza di una rete di esercizi di vario tipo, è considerata molto importante da persone che, in questa fase storica, hanno un’attenzione amplificata al proprio benessere soggettivo quotidiano e a tutto ciò che ne migliora la qualità della vita, in un contesto globale vissuto come ostile. Ma, al fianco dell’importanza per il benessere soggettivo delle persone, emerge la rilevanza pubblica della presenza di luoghi pro-relazionali come piazze, bar, ristoranti, poiché il 90,9% degli italiani li ritiene importanti per la qualità della vita collettiva (si veda tab. 2). Anche questo è un convincimento condiviso trasversalmente:

• dall’87,8% dei giovani, dal 92,2% degli adulti e dal 90,9% degli anziani;

• dall’89,9% dei residenti al Nord-Ovest, dal 91,2% al Nord-Est, dal 90,1% al Centro e dal 92% al Sud e Isole.

Tab. 2 – La presenza di luoghi in cui potersi incontrare, stare insieme è importante per la vita collettiva, per la società, per area geografica (val. %)

LA PRESENZA DI LUOGHI IN CUI POTERSI INCONTRARE, STARE INSIEME, COME PIAZZE O LOCALI PUBBLICI (ES. BAR, RISTORANTI, ECC.) PER LEI È IMPORTANTE PER LA QUALITÀ DELLA VITA COLLETTIVA DELLA SOCIETÀ?

Fonte: indagine Censis, 2024

Tab. 3 – La presenza di luoghi in cui potersi incontrare, stare insieme è importante per rendere più vivibile un territorio, per età (val. %)

LA PRESENZA DI LUOGHI IN CUI POTERSI INCONTRARE, STARE INSIEME, COME PIAZZE O LOCALI PUBBLICI (ES. BAR, RISTORANTI, ECC.) PER LEI È IMPORTANTE PER RENDERE PIÙ VIVIBILE UN TERRITORIO (UN COMUNE, QUARTIERE DI GRANDE CITTÀ, ECC.)?

Fonte: indagine Censis, 2024

I BENEFICI PER IL TERRITORIO

I dati sinora analizzati mostrano plasticamente il significato dell’evoluzione interpretativa proposta nella terza edizione del Rapporto Italgrob – Censis: la convivialità, garantita anche dalla rete del fuori casa, non è solo motore di benessere soggettivo, ma contribuisce a innalzare la qualità della vita della comunità. Conferma ulteriore proviene dal fatto che il 93,7% degli italiani ritiene che i luoghi della relazionalità e della convivialità, con in primo piano il fuori casa, rendono più vivibile un territorio, che sia un quartiere di una grande città, un centro storico o un comune minore (si veda tab. 3). A pensarla così è:

• il 93,8% dei giovani, il 93,6% degli adulti e il 93,8% degli anziani;

• il 95,8% dei residenti al Nord-Ovest, il 93% al Nord-Est, il 94,4% al Centro e il 92% al Sud e Isole;

• il 94,3% dei residenti in comuni fino a 10 mila abitanti, il 94,1% in quelli tra 10 mila e 30 mila abitanti, il 91,5% tra 30 mila e 100 mila abitanti, il 93,7% tra 100 mila a 500 mila abitanti e il 95,4% nei comuni con oltre 500 mila abitanti.

Nel Rapporto si evidenzia come l’opinione degli italiani secondo la quale esiste un nesso tra la presenza di luoghi della relazionalità e la vivibilità di un territorio sia controintuitiva rispetto a certe rappresentazioni mediatiche che troppo frettolosamente associano eventuali problematiche di ordine pubblico alla presenza di locali, piuttosto che alla gestione non professionale di taluni di essi.

ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ

La rilevanza della convivialità negli stili mentali e di vita degli italiani assume un significato diverso se incastonato nei mutamenti valoriali che caratterizzano attualmente la società. Un quadriennio di emergenze successive ha infatti innescato modifiche sostanziali nella cultura sociale collettiva e nei comportamenti. In primo luogo, il 94,7% attribuisce attualmente importanza estrema alla felicità quotidiana, quella delle piccole cose di ogni giorno, in cui un posto d’eccezione lo hanno le relazioni e la fruizione del tempo libero. È un approccio ormai maggioritario in gruppi sociali molto diversi e tiene insieme persone di età, titolo di studio, luogo di residenza e condizione economica molto variegata. Inoltre, l’81% rispetto al passato è più attento al proprio benessere psicofisico personale in termini, oltre che di tutela della salute, anche di relazioni e gestione dello stress. Va detto che gli intensi cambiamenti socioculturali e negli stili di vita avranno implicazioni straordinarie sulle opportunità di interi settori e imprese. Dal punto di vista della distribuzione Horeca e del fuori casa, la virata verso la ricerca di un benessere soggettivo in cui sono essenziali la fruizione del tempo libero, le relazioni e la convivialità, genera un potenziale ampliamento del mercato. Un tema su cui torneremo nel prossimo numero di GBI, continuando nell’analisi del terzo Rapporto Italgrob – Censis.

NORMATIVE/SUGAR TAX

IL PERICOLO NON È PASSATO

IL RINVIO A LUGLIO 2025 DELL’ENTRATA IN VIGORE DELLA NORMA

RESTA UNA MISURA TRANSITORIA, INCAPACE DI ELIMINARE LA SPADA

DI DAMOCLE CHE INCOMBE SULL’INTERA FILIERA DEL BEVERAGE. PER ASSOBIBE E ITALGROB È QUINDI NECESSARIO PROSEGUIRE

SULLA STRADA DEL DIALOGO ISTITUZIONALE

DI CHIARA BANDINI

La proroga di 12 mesi fino a luglio 2025 fa tirare un sospiro di sollievo all’intera filiera che ruota attorno alle bevande analcoliche. Ma la spada di Damocle dell’entrata in vigore della Sugar Tax resta. Aziende produttrici, grossisti e canale Horeca devono necessariamente fare i conti – nel senso letterale del termine – con una prospettiva incerta che potrebbe molto pesare

sui rispettivi business. Uno studio condotto da Nomisma per Assobibe stima che l’inasprimento fiscale previsto – si parla del +28% per litro – potrebbe generare una flessione del -15,6% dei fatturati nei due anni successivi al via libera della norma. Un vero e proprio flop, dunque, cui si dovrebbero aggiungere anche la riduzione degli acquisti di materie prime (alimentari e non), stimata in 400 milioni di euro, con

relativi effetti sulla catena che opera più a monte, e il taglio agli investimenti aziendali che Nomisma valuta in 46 milioni di euro.

Per non parlare dell’aumento della burocrazia – oltre 70 procedure ulteriori – che dovrebbero affrontare le aziende.

I numeri, insomma, parlano chiaro: se la norma diventasse operativa, l’intero comparto vivrebbe una stagione difficilissima.

E purtroppo, allo stato attuale, la prospettiva di un ulteriore rinvio appare tutt’altro che scontata, così come quella di ottenere l’abolizione chiesta reiteratamente a gran voce dalle associazioni di settore.

“Almeno a parole – spiega Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob –, la Sugar Tax nasce per scoraggiare nell’utente finale l’eccessiva assunzione di calorie.

Da qui, dunque, la decisione di colpire le bevande zuccherate, ‘accusate’ di introdurre sulle tavole dei cittadini europei una dieta non equilibrata e sana. Il punto è però che, se questo assunto di base fosse rispettato, la norma dovrebbe mettere nel mirino anche altre referenze. Così, invece, non è. E questo porta a pensare che dietro l’imposizione fiscale vi sia altro. Ovvero, vi sia con buona probabilità la volontà politica di trovare coperture per sanare un debito pubblico ingombrante. E se così fosse, i margini per le trattative non sono ampi”.

La partita, insomma, pare giocarsi soprattutto sul tema delle coperture. Un punto su cui concorda anche Giangiacomo Pierini, Presidente di Assobibe. “La scelta da parte del Governo di posticipare la Sugar Tax –afferma Pierini – lascerebbe pensare che permanga una sensibilità verso le esigenze delle imprese del comparto. Vero è però che i conti dello Stato sembrano dover sempre più trovare risorse per il bilancio. C’è, dunque, ancora un pezzo di strada da fare, perciò possiamo solo proseguire nel dialogo offrendo i numeri aggiornati sugli effetti negativi di questa misura rispetto a quelli positivi”.

IL CONTESTO MACROECONOMICO

La via potrebbe dunque farsi stretta. Ma va detto che i margini di manovra permangono. “Un aiuto – osserva Portaccio –potrebbe venire dallo scenario macroeconomico: se, infatti, i tassi di interesse si dovessero abbassare, anche la spesa per gli interessi legati ai rendimenti dei Titoli di Stato calerebbe, liberando quindi risorse che potrebbero consentire di non introdurre nuove tasse”.

L’OPINIONE PUBBLICA

A giocare a favore della “causa” del rinvio (o dell’abolizione) c’è poi la presa di posizione dell’opinione pubblica. Un fatto non banale, certificato da una recentissima ricerca condotta da Euromedia Research per conto di Assobibe, che rivela come

ANTONIO PORTACCIO,
GIANGIACOMO PIERINI, PRESIDENTE DI ASSOBIBE

per quasi 6 italiani su 10 l’introduzione della Sugar Tax sulle sole bevande analcoliche non rappresenti un modo efficace per modificare le scelte di consumo. La maggior parte dei consumatori, insomma, non riconosce il senso di questa norma, convinta che l’utilizzo moderato di bevande analcoliche non rappresenti un rischio per la salute e che l’ampia offerta oggi disponibile di varianti a ridotto contenuto di zucchero consenta di non rinunciare ai momenti di relax e condivisione associati alla degustazione di questi prodotti.

“La Sugar Tax – commenta Pierini – viene raccontata come una soluzione efficace per contrastare la cattiva alimentazione e le conseguenze a livello di salute che questa comporta, ovvero obesità, sovrappeso, diabete e altre malattie non trasmissibili. In realtà, nei Paesi in cui è stata introdotta non si sono ottenuti i risultati sperati, tanto che molti governi hanno fatto retromarcia nella sua applicazione. Per contro, va detto che in Italia i consumi di bevande analcoliche sono in costante calo e i consumatori possono scegliere tra una varietà di prodotti che comprende anche quelli a ridotto o nullo apporto calorico, la cui offerta si è ampliata negli ultimi anni, proprio per rispondere alle nuove esigenze”.

OCCUPAZIONE E GETTITO FISCALE INDIRETTO

Ma soprattutto a pesare sulle future trattative potrebbe esserci l’effetto boomerang che la norma promette di generare a livello istituzionale. “È evidente – nota Portaccio – che una maggiore imposizione fiscale produrrà una maggiorazione

dei prezzi finali che, a sua volta, in presenza di un potere di acquisto delle famiglie in continua contrazione, genererà una diminuzione dei consumi”. E da questa dinamica deriveranno due conseguenze. La prima riguarda il tema occupazionale: le aziende saranno, infatti, costrette a praticare tagli di personale. Una prospettiva tutt’altro che ipotetica: Nomisma stima che a rischio ci sarebbero oltre 5.000 posti di lavoro. Il che rappresenterebbe un problema sociale per l’Esecutivo. La seconda riguarda, invece, più prosaicamente, il conto economico. Il calo delle vendite si ripercuoterebbe sulle stesse casse dello Stato, dal momento che, sempre secondo Nomisma, i mancati introiti costerebbero all’Erario 275 milioni di minori entrate Iva. Un combinato disposto che potrebbe portare Roma a ripensamenti. “Questi sono i soli fattori – afferma Portaccio – capaci, a mio avviso, di portare a cambiare un iter, al momento parecchio segnato”.

L’UTILITÀ DI FARE FRONTE COMUNE

I prossimi mesi si preannunciano, quindi, interlocutori. C’è il concreto pericolo che la dialettica tra le parti resti congelata fino alla prossima primavera, quando invece sarebbe auspicabile aprire subito il confronto. “Finora – afferma Portaccio –non è mai stato aperto un tavolo istituzionale, che invece potrebbe rivelarsi uno strumento utile”. Un tavolo al quale sarà imperativo però presentarsi uniti. “È molto importante –sostiene Pierini – proseguire attraverso un fronte comune, composto dalle numerose realtà che costituiscono la filiera: la preoccupazione per la possibile entrata in vigore della Sugar Tax e per le ripercussioni negative che avrebbe dal punto di vista economico, dell’occupazione e degli investimenti, non ricade infatti solo sulle aziende che rappresentiamo, ma si estende a monte e a valle lungo il percorso di distribuzione e vendita”.

Battitoemiliano

Il gusto dell’eccellenza passa attraverso una passione condivisa: quella per un sapore raffinato, che con le sue note fresche e floreali continua a legarsi alla migliore delle tradizioni vitivinicole. Vigna del Cristo. Cuore pulsante d’Emilia

SCENARI/TRADELAB

FUORI CASA: UNA CORSA LUNGA 25 ANNI

PRESENTE, PASSATO E FUTURO DELL’AWAY FROM HOME. TRADELAB, DAL SUO OSSERVATORIO SPECIALE, ANALIZZA I CAMBIAMENTI DEL SETTORE. MOLTI I FATTORI DESTINATI A IMPRIMERE NUOVO IMPULSO AL CANALE

DI CHIARA BANDINI

Nel futuro del fuori casa ci sono ulteriori spazi di crescita. Ne è convinto Luca Pellegrini, Presidente di TradeLab . “Non è azzardato pensare – nota Pellegrini – che il comparto possa arrivare a incrementare la propria market share sui consumi alimentari, oggi assestata al 33%,

fino a un rotondo 40%, accorciando così le distanze con il mondo anglosassone, dove la quota raggiunge già il 50%”. Se si guarda, del resto, allo storico del settore, i segnali che portano a supportare questa proiezione non mancano. Lo confermano in modo chiaro le evidenze che emergono dai monitoraggi di TradeLab, che può contare, tra le poche in Italia, un lungo e

significativo storico: di recente, infatti, la società ha festeggiato i suoi (primi) 25 anni di vita.

IL FUORI CASA CAPITALIZZA UNA STAGIONE PARTICOLARMENTE FELICE. QUALI SONO GLI

“INGREDIENTI”

DI QUESTO SUCCESSO?

In effetti, i dati ci dicono che, a fronte di una progressione complessiva del mondo del food & beverage, questo settore è cresciuto più velocemente rispetto ad altri comparti. E questo per più ragioni. Innanzitutto, occorre considerare che nelle società evolute, come la nostra, la componente del servizio ha acquisito sempre maggiore spazio. E mangiare fuori casa si inserisce perfettamente in questa dimensione. Rispetto a qualche decennio fa, poi, pesa anche il maggiore coinvolgimento della popolazione femminile sul fronte lavorativo e dunque la minore disponibilità delle donne a essere presenti in cucina. Ancora, va considerata l’evoluzione demografica e sociale della popolazione, che ha visto diminuire il numero di componenti per famiglia, rendendo così economicamente più accessibile la frequentazione del fuori casa, e crescere quello dei giovani che vivono a lungo con i genitori che nell’away from home trovano, quindi, il proprio necessario territorio di espressione della socialità. Ma alla lista

UN COMPLEANNO SPECIALE

Tra le prime società di ricerca a monitorare il mercato dell’Horeca, TradeLab segue da un quarto di secolo l’evoluzione di un mercato in costante e robusta crescita, passato dai 49 miliardi di euro del 1999 ai 99 miliardi del 2023 (si veda figura 5). Venticinque anni di attività, dunque, che sono stati celebrati e festeggiati lo scorso 6 giugno a Milano. Un’occasione per ripercorrere la storia della società, che al primo core business costituito da rilascio di informazioni solide e verificate sull’away from home, ha poi affiancato anche il censimento dei grossisti che lavorano nel fuori casa e quello delle catene di ristorazione. Ma non solo. Alle analisi multiclient si sono aggiunte, infatti, anche quelle one to one e l’attività di consulenza. E più recentemente le piattaforme di business intelligence, diventate oggi un pilastro dell’attività di TradeLab.

vanno aggiunti anche il cambiamento degli stili di vita che ha portato a trascorrere più tempo lontani dalle mura domestiche, e l’intensificarsi dei flussi turistici sia a livello nazionale che internazionale. Tutti fattori che hanno indubbiamente soffiato nelle vele del fuori casa e che rappresentano oggi una solida base di partenza per puntare a nuove progressioni.

IN QUESTO CONTESTO, CHE RUOLO HANNO

RECITATO E RECITERANNO IN FUTURO I DIVERSI CANALI DEL SETTORE?

Su questo punto i nostri monitoraggi ci restituiscono una fotografia piuttosto variegata. Da un lato, ci sono le performance in chiaro-scuro dei bar (si veda figura 1), ovvero del canale più tradizionale, caratterizzato storicamente da un’offerta di servizio non particolarmente sofisticata. Qui si è registrato un processo di evoluzione che ha portato una parte del mercato ad allargare la proposta, attrezzandosi per presidiare in modo strutturato le aree del pranzo e dell’aperitivo. Un’altra parte, però, è rimasta più indietro. E oggi indubbiamente mostra segnali di sofferenza, incalzata peraltro anche dalla concorrenza di un segmento emergente: le catene della ristorazione (si veda figura 2). Industrializzando alcuni segmenti del menu, queste realtà hanno saputo attrarre con efficacia soprattutto il target che a pranzo si rivolge al fuori casa per ragioni lavorative e che, più in generale, deve fare i conti con una disponibilità di spesa piuttosto limitata. Un pubblico che potrebbe, peraltro, promettere

nuovi allunghi, se si considera che in Italia il peso di questo segmento risulta ancora distante da quello registrato in altri Paesi europei. È però bene ricordare anche che sulla strada di questo canale resta un ostacolo di non poco conto: la scalabilità. È, infatti, difficile oggi individuare spazi non presidiati e appetibili per un consumatore che nel nostro mercato è particolarmente esigente. Dall’altro

lato, c’è invece l’ottima stagione vissuta dalla ristorazione tradizionale (si veda figura 3) che, sul fronte professionale, sfrutta l’effetto-traino generato a livello mediatico da programmi diventati cult come “Masterchef”, e che, su quello dell’utenza, beneficia di un grado di maturità consistente. Gli avventori, infatti, sono ormai preparati a comprendere e ben valutare la proposta di piatti nuovi e ricette articolate. Il punto dolente è però che il canale sembra ormai aver raggiunto un sostanziale

livello di saturazione: i margini per ulteriori progressioni sono stretti. Anche se non va dimenticato il boost che potrebbe venire da importanti incrementi dei flussi turistici.

GUARDANDO PIÙ A

MONTE DELLA FILIERA, COME SI È EVOLUTA L’INTERMEDIAZIONE?

Chi aveva prospettato, soprattutto in epoca pandemica, una rivoluzione nel mondo dei grossisti, è stato sconfessato dai fatti:

Figura 1 - La retedei Bar inItalia

Trend2001 - 2023

Figura 1 - La rete dei Bar in Italia

Trend 2001 -2023

Trend numerica Punti di Consumo

Trend numerica Punti di Consumo

elaborazioni TradeLab su dati OnTheMap e fonti varie

Fonte: elaborazioni TradeLab su dati OnTheMapefonti varie

Fonte:

Figura 2 - Le Catene di ristorazione in Italia

Figura 2 - Le Catene di ristorazione in Italia

Trend rete 2008 - 2023

Trend rete 2008 - 2023

Figura 3 - La rete dei Ristoranti&Pizzerie in Italia Trend 2001 - 2023

Figura 3 - La rete dei Ristoranti&Pizzerie in Italia

questo canale continua a essere solido (si veda figura 4). Come pure solidi ed efficaci si dimostrano i consorzi, un fenomeno significativo e coerente con il nostro mercato, dove i singoli attori non raggiungono mediamente dimensioni rilevanti. Un discorso a parte va, invece, fatto per i cash & carry, che nell’ultimo decennio hanno acceso i riflettori sull’away from home e che scontano la difficoltà di garantire il servizio della consegna. Un gap su cui, però, molti operatori stanno oggi lavorando.

Figura 3 - La rete dei Ristoranti&Pizzeriein Italia

Trend 2001 - 2023

Trend 2001 - 2023

QUAL È, INVECE, IL RAPPORTO CON L’INDUSTRIA DI MARCA?

Qui occorre fare un distinguo. Una porzione dell’industry – soprattutto attiva nel mondo del beverage – ha storicamente indirizzato una quota significativa delle proprie vendite a bar e ristoranti. E dunque ha sviluppato un’offerta cucita appositamente sulle esigenze del fuori casa. Un’altra parte, invece, quando e se ha approcciato il canale, lo ha fatto senza pensare a una precisa specializzazione dell’offerta.

Un errore, soprattutto se si considera che l’away from home assicura marginalità più interessanti rispetto a quelle concesse dalla complessa e agguerrita contrattazione con la Gdo. In prospettiva, quindi, alle aziende potrebbe convenire una focalizzazione ad hoc sul fuori casa, messa a terra tanto utilizzando la propria marca quanto ricorrendo a linee unbranded o riservate al canale.

Una scelta che certamente impone investimenti dedicati, ma che

Analisi Catene e fonti varie

Numeriche

Numeriche

rif. Anno 2023

rif. Anno 2023

Figura 4 - Mercato dei Consumi Fuori Casa: la complessa filiera

Figura 4 - Mercato dei Consumi Fuori Casa: la complessa filiera

elaborazioni TradeLab

elaborazioni TradeLab

I SERVIZI PER IL MERCATO AWAY FROM HOME

Supportiamo da 25 anni le aziende di produzione, distribuzione e ristorazione nella creazione di valore attraverso analisi e interventi per l’ottimizzazione delle relazioni di filiera nel Mercato Fuori casa

PIATTAFORME

• AFH Consumer Tracking

• AFH Business Discovery

• OnTheMap Geo AFH

ANALISI TRADELAB

• AFH Outlook

• AFH Category/Channel Outlook

• La Distribuzione F&B nell’AFH

• La Ristorazione Commerciale

• I canali indipendenti

ANALISI AD HOC

Analisi personalizzate su specifiche esigenze del Cliente

potrebbe regalare buone soddisfazioni. Come pure efficace potrebbe rivelarsi anche il sodalizio tra brand alimentari e catene della ristorazione, capace di generare un reciproco vantaggio reputazionale.

INFINE,

QUALI

SONO

I FENOMENI DA CUI IL FUORI CASA DEVE GUARDARSI E QUALI QUELLI SU CUI DEVE PUNTARE?

CONSULENZA

• AFH PERFECT SALES PROGRAM

• Go To Market Strategy

• Route To Market Optimization

Tra i primi, va sicuramente segnalata la concorrenza della Gdo, entrata pesantemente in campo sul fronte della somministrazione alimentare diretta nei propri punti di vendita, erodendo così quote proprio al mercato dell’away from home. Tra i secondi, invece, si può evidenziare l’opportunità collegata alla capacità di variare e modulare l’offerta in funzione delle suggestioni culinarie territoriali. L’omologazione del mass market tanto in voga in passato è, infatti, ormai superata: oggi il consumatore chiede proposte distintive e differenzianti.

Angela Borghi - Responsabile Commerciale AFH aborghi@tradelab.it

TradeLab S.r.l. Via Marco d’Aviano 2, 20131 Milano (MI) www.tradelab.it | awayfromhome@tradelab.it | 02-799061

Fonte:
Fonte:

SCENARI/FORMIND

MERCATO HORECA

2024: TRA SFIDE E OPPORTUNITÀ

SEBBENE LA PRIMA METÀ DELL’ANNO

ABBIA VISTO UNA CRESCITA DEL SETTORE

RISPETTO AL 2023, LE ASPETTATIVE DI UN RALLENTAMENTO DEI CONSUMI

SONO CONFERMATE. MA LA STABILITÀ

CLIMATICA E L’ADATTABILITÀ DEI

CONSUMATORI OFFRONO PROSPETTIVE

DI RECUPERO PER I PROSSIMI MESI

DI LUCA DE VIVO

La prima metà del 2024 ha registrato un leggero incremento del mercato, con un aumento dello 0,6% dei volumi rispetto al 2023. Il canale Horeca ha mostrato una tendenza positiva in tutte le quattro macro-aree, con un notevole distacco tra le performance del Nord e quelle del Centro e Sud Italia, a favore di quest’ultime. Il Nord è stato più penalizzato da eventi atmosferici negativi, in particolare nel bimestre maggio-giugno, mentre il caldo di luglio e agosto, grazie all’anticiclone africano, potrebbe aver stabilizzato positivamente i consumi.

PERFORMANCE E

PREVISIONI DEI CONSUMATORI

I dati del primo semestre hanno confermato le aspettative di Formind di ottobre 2023 che avevano

previsto un rallentamento nella frequentazione del canale da parte dei consumatori . La nostra Piramide dei Consumi aveva infatti indicato una riduzione della spesa per l’intrattenimento, inclusa quella per il fuori casa.

E nonostante i consumi 2024 siano leggermente in positivo, questo risultato è in parte dovuto a un confronto con un 2023 sottotono. Infatti, i trend di maggio e giugno dello scorso anno erano rispettivamente del -9% e -6% rispetto al 2022 e, nonostante un bimestre positivo, il pieno potenziale in termini di litri quest’anno non è stato ancora recuperato.

DIFFERENZE REGIONALI

E ANDAMENTO DEI CANALI

Il Sud Italia si distingue come l’area best performer del primo semestre 2024 con un +1,2% nei volumi rispetto allo scorso anno Quanto ai singoli canali, il bar (diurno e notturno) continua a crescere, seguito dalle pizzerie che mostrano un trend superiore alla media del mercato.

Al contrario, il canale ristorante ha una performance negativa nel semestre, nonostante un miglioramento a giugno. Le categorie merceologiche che segnano una performance negativa sono bibite dispensing e vino, mentre spirits, the e aperitivi monodose sono leggermente sotto la media del mercato. Birra e acqua minerale sono allineate al mercato, mentre bibite gassate, aperitivi litro e succhi di frutta mostrano una performance positiva. In particolare, gli energy drink superano notevolmente la media del mercato, grazie alla fidelizzazione di un nuovo bacino di consumatori

mercato Horeca – aree progressivo
mercato Horeca – volumi progressivo

IL CONFRONTO CON

LA SCORSA STAGIONE ESTIVA

L’estate 2024 rappresenta un trimestre complesso da analizzare rispetto al 2023. Lo scorso anno, luglio è stato il migliore degli ultimi cinque anni in termini di volumi , complice il risparmio dei consumatori durante il bimestre maggio/giugno a causa del clima sfavorevole. Questo rende difficile replicare i consumi nel 2024 , soprattutto considerando il rallentamento della frequentazione del canale da parte degli italiani. Nonostante un aumento del 15% delle presenze straniere rispetto al 2023, il consumatore italiano rimane determinante . Ad agosto, un aumento dei turisti italiani che hanno trascorso le vacanze all’estero, può aver influenzato negativamente i consumi. Settembre, con un clima sempre più favorevole, potrebbe offrire invece l’opportunità di recuperare i volumi non realizzati nei mesi precedenti.

CONCLUSIONI E PROSPETTIVE FUTURE

Nonostante un quadro non del tutto positivo per il trimestre estivo , il consumatore ha dimostrato una forte dinamicità e spirito di adattamento , soprattutto dopo la pandemia. Il desiderio di frequentare il canale fuori casa, spinto dal senso di edonismo che questo trasmette, ha sorpreso ancora una volta, sostenendo il mercato anche nei momenti di incertezza.

Acqua di Nepi, con il suo basso residuo fisso e un mix equilibrato di minerali, è una delle più leggere tra le acque effervescenti naturali. Favorisce la digestione grazie alla sottile effervescenza e dona piacere con il suo gusto soave. Effervescente naturale

MERCATO/ACQUA MINERALE

NEL SEGNO DELLA STABILITÀ

IN BASE ALLE RILEVAZIONI CIRCANA, LA CATEGORIA È ENTRATA NELLA

FASE DI MASSIMA STAGIONALITÀ RECUPERANDO GLI EQUILIBRI INTERNI

TRA SEGMENTI E FORMATI CHE CARATTERIZZAVANO IL PRE-PANDEMIA.

MA L’EFFETTO METEO RESTA DETERMINANTE

DI DOMENICO APICELLA

Acqua minerale: la buona notizia è… che non ci sono cattive notizie. E se ciò vi sembra una ben magra consolazione per una categoria fondamentale del comparto beverage, aspettate di leggere i dati e le analisi che Circana propone in questo numero di GBI, disegnando uno scenario condizionato

dal sovrapporsi di dinamiche totalmente sottratte al controllo di produttori e distributori Horeca. “Nell’anno terminante lo scorso aprile le vendite di acqua minerale effettuate dai grossisti di bevande hanno mostrato un andamento piatto – esordisce Gaia Grassi, CPG Business Development Director Italia di Circana – con una variazione di -0,1% rispetto ai 12 mesi precedenti”. A valore la

musica è totalmente diversa: in questo caso l’incremento arriva al +7,5% per effetto di un’inflazione indubbiamente marcata, ma che Grassi sottolinea essere tutto sommato in linea con quella registrata in altri ambiti del mondo beverage.

Entrando più nel dettaglio, troviamo una conferma dei tradizionali rapporti di forza tra i diversi segmenti: “L’acqua minerale naturale sfiora il 69% del venduto da parte dei grossisti e costituisce la pancia del mercato – continua Grassi – seguita dall’effervescente naturale e dalla gassata, appaiate poco sopra il 15% di quota. La lievemente gassata si ferma allo 0,9% e dunque ha un rilievo abbastanza irrisorio nel fuori casa. L’effervescente naturale nel corso degli anni ha fatto segnare una tendenza molto positiva in Gdo, fenomeno che non si è verificato nell’Horeca, dove spesso l’offerta è limitata all’alternativa tra naturale e gassata. Non sorprende quindi constatare che nel fuori casa le maggiori vendite di effervescente naturale sono concentrate al Centro Sud, cioè laddove si trovano le fonti e di conseguenza vi è una più diffusa consuetudine di consumo da parte della clientela”.

PLASTICA VS VETRO

L’altro capitolo fondamentale per raccontare il mondo dell’acqua minerale è relativo al packaging. “La plastica incide per il 76,8% sul totale delle vendite a volume realizzate dai grossisti – spiega Grassi – mentre il vetro ha un peso del 22,9% sempre a volume. Attenzione: questi sono i dati medi; le variazioni tra i diversi canali sono davvero consistenti. Nel bar diurno domina la plastica, attestata intorno all’82% di quota. Al

contrario, nei ristoranti è il vetro a prevalere, arrivando quasi al 62% e lo stesso accade nelle pizzerie, sebbene in una misura leggermente inferiore, con il 57% circa”. La regola generale resta immutata: la plastica è vocata a un consumo veloce, mentre il vetro si addice a pubblici esercizi che propongono pasti più strutturati e consumati al tavolo. Le altre confezioni –lattine e brick – si segnalano per la crescita a doppia cifra (+15% a volume e +32%,5 a valore), diretta conseguenza delle ridottissime dimensioni del segmento, che conquista appena lo 0,3% a volume. Come a dire che le alternative alle due confezioni classiche – plastica e vetro – restano delle eccezioni negli assortimenti dei grossisti di bevande italiani.

ITALIA SPACCATA IN DUE

L’analisi di qualsiasi comparto merceologico va fatta sempre in prospettiva, paragonando un prima e un dopo. Questo esercizio nel mondo beverage, e particolarmente nell’acqua minerale e nei soft drink, deve tenere conto del vero “kingmaker” del mercato: il meteo. “Per tirare un bilancio definitivo bisognerà attendere che termini la fase di maggiore stagionalità dei consumi – dice Grassi –anche se le premesse sono state quelle di un’Italia spaccata in due nella tarda primavera e all’inizio dell’estate, con situazioni climatiche opposte tra Nord e Sud”. Un divario in termini di temperature e precipitazioni – frequenti nelle regioni settentrionali e quasi assenti in varie zone del Meridione –che presumibilmente ha avuto conseguenze sui consumi finali, così come sugli acquisti fatti dai distributori nell’ottica

PET, AUMENTI STELLARI PER IL CONTRIBUTO AMBIENTALE

È una voce di costo cresciuta a dismisura negli ultimi mesi: il contributo ambientale Conai (Cac) è la forma di finanziamento con cui il Consorzio Nazionale Imballaggi ripartisce tra produttori e utilizzatori gli oneri della raccolta differenziata per il riciclo e il recupero dei rifiuti di imballaggi . Nel caso

delle bottiglie in Pet, lo scorso 1° aprile – su richiesta del Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) – è passato da 20 a 233 euro a tonnellata. Ancora più salato il conto presentato dal Coripet, l’altro consorzio che si occupa di recuperare e riciclare il Pet: 320 euro a tonnellata , 87 euro in più rispetto al Corepla. Parliamo di aumenti a quattro cifre delle tariffe adottate a inizio 2024, dovuti alla sensibile riduzione dei ricavi delle aste attraverso cui vengono vendute le bottiglie raccolte e selezionate. L’incremento del contributo ambientale inevitabilmente si ripercuote sui prezzi al consumo , ma a mitigarne l’impatto sono gli investimenti in tecnologia fatti nel tempo dai produttori di acqua minerale e bevande analcoliche, che hanno progressivamente alleggerito – su soglie record a livello mondiale – il peso delle bottiglie in Pet vendute in Italia.

di avere una scorta di prodotto per governare i momenti di picco della domanda. Di sicuro il 2024 si aggiungerà all’elenco degli anni plasmati da eventi eccezionali, che a furia di susseguirsi stanno diventando ordinari. Stavolta è stato il meteo “a due velocità”, che peraltro si va ad affiancare al “long-Covid”, cioè gli effetti di lungo periodo della pandemia, che hanno lasciato strascichi evidenti nelle performance della categoria acqua minerale Nel 2023 abbiamo assistito a un primo semestre molto reattivo, perché si confrontava con l’analogo periodo del 2022 che aveva patito un numero di contagi ancora elevato e tale da rallentare la ripresa della piena socialità. “Il secondo semestre del 2023 ha avuto un andamento più incerto – riprende il CPG Business Development Director Italia di Circana – con mesi che hanno addirittura registrato un calo delle vendite realizzate nel fuori casa e l’inizio del 2024 ha seguito la stessa falsariga. Va ricordato, inoltre, che nel periodo pandemico c’era stato un travaso di quote dal formato piccolo ai più grandi, comune a Gdo e Horeca. Il massiccio ricorso al lavoro a distanza e i mutati comportamenti di consumo del cliente finale avevano penalizzato l’on the go e, pur in un quadro complessivamente negativo e che aveva visto crolli fino al 70%, le bottiglie più grandi avevano ottenuti risultati migliori rispetto al mezzo litro. Adesso registriamo segnali di un riequilibrio, con la bottiglia più piccola che recupera progressivamente il terreno perduto e torna su livelli simili a quelli precedenti l’evento pandemico”. Lo stesso sta accadendo per quanto riguarda i materiali di confezionamento. Il vetro ha chiuso l’anno terminante lo scorso aprile con un incremento del +1,9% a volume e del +9,3% a valore. La plastica è cresciuta a valore (+6,1%) ma ha frenato a volume (-0,7%). “Anche qui siamo in una fase di riequilibrio – chiarisce Grassi – in cui si va a ripristinare lo scenario consueto nel pre-pandemia”. Dalle rilevazioni di Circana non emerge quindi una maggiore vivacità del vetro in quanto tale, per esempio legata alla riutilizzabilità del vuoto a rendere, benché sia indubbio che nei consumatori si vada rafforzando l’attenzione alla sostenibilità ambientale.

Quanto ai prezzi – tutti al netto dell’Iva – la media complessiva è 0,32 euro al litro, che diventa 0,31 per la naturale e 0,46 per la gassata. L’effervescente naturale si attesta a 0,26 euro al litro e la lievemente gassata a 0,35 euro. “Qui è necessaria una precisazione: queste cifre risentono del peso detenuto in ciascuna tipologia di acqua dal prodotto in vetro che ha un prezzo medio di 0,57 euro al litro contro lo 0,25 euro al litro di quello in plastica, sempre al netto dell’Iva” afferma Grassi. Prendiamo il caso dell’acqua gassata, che storicamente nei ristoranti ha una penetrazione superiore a quanto registrato nel totale fuori casa. La maggiore quota nel canale più focalizzato sul vetro contribuisce a innalzare il prezzo medio, rispetto a un prodotto tendenzialmente “da plastica” come l’effervescente naturale.

Altre confezioni

Fonte: Circana – anno terminante aprile 2024

ASSORTIMENTO E PREZZI

Per un distributore Horeca l’acqua è una categoria di servizio e la ricchezza assortimentale è una delle componenti del servizio: sono 97,9 le referenze medie mensili trattate, numero praticamente stabile rispetto ai 12 mesi precedenti, visto che Circana ha registrato una diminuzione di una sola referenza. Il catalogo rispecchia l’incidenza sulle vendite di ciascuna tipologia e dunque, mentre l’acqua minerale naturale con 97,2 referenze è allineata alla media e tallonata dalla gassata con 93,2 referenze, l’effervescente naturale si ferma a 72,4 referenze e la lievemente gassata non va oltre le 38,4 referenze.

IL RUOLO DELL’ACQUA TRATTATA

Da ultimo, è possibile presumere dai dati Circana se l’acqua trattata sta erodendo quote alla confezionata? La stabilità dei volumi fa pensare che non ci sia in atto un cambiamento di scenario repentino. L’acqua trattata è un concorrente temibile in particolare nella ristorazione, dove è comunemente accreditata da parte degli operatori di un’incidenza pari al 15% circa sul totale dei consumi. GBI ha approfondito l’argomento di recente (si veda GBI n.206 aprile maggio 2024, pag. 60) e in questa sede può essere interessante guardare alla performance dei formati in plastica grandi, più soggetti alla

concorrenza della trattata nella ristorazione, ma anche nel bar diurno. Basti pensare all’acqua di cortesia offerta insieme al caffè, in cui l’acqua di rubinetto filtrata va a sostituire le bottiglie da 1,5 o 2 litri. Ebbene, secondo le rilevazioni condotte da Circana, i formati superiori al mezzo litro in plastica hanno

I PLUS DEL VETRO A RENDERE

Nel mercato dell’acqua minerale il vetro a rendere rappresenta il top di gamma, con conseguenti oneri e onori. Alla prima voce va ascritta la gestione logistica, indubbiamente più articolata e impegnativa rispetto a quella richiesta dalle confezioni in plastica. In cambio, il vetro a rendere apporta indubbi vantaggi. Il primo è la marginalità, aspetto ben noto a produttori e distributori Horeca, che forse i gestori dei punti di consumo sottovalutano . L’acqua minerale è una categoria di grandi volumi e l’incremento di marginalità garantito dal vetro a rendere ha ricadute sicuramente positive sul conto economico del pubblico esercizio.

Anche perché il passaggio del testimone tra la bottiglia di plastica e quella di vetro non comporta alcuno aggravio in termini di servizio, inteso come necessità di argomentare i plus di una referenza più costosa rispetto a una più economica . Detto in altre parole, l’acqua minerale continuerà a “vendersi da sola” e dunque la transizione al vetro a rendere sotto il profilo strettamente commerciale comporta solo vantaggi per il gestore del punto di consumo. L’altro tema assai rilevante ha a che fare con il percepito del cliente: l’acqua minerale in vetro assicura un’immagine di maggiore qualità al locale ed è indispensabile per innalzarne il posizionamento.

Quanto al distributore Horeca, nel vetro a rendere trova un formidabile alleato per fidelizzare il punto di consumo e stringere una relazione commerciale di lungo periodo. Il distributore potrebbe poi avere un’occasione per affiancare al ruolo di fornitore quello

archiviato l’anno terminante lo scorso aprile in calo dello 0,9% a volume. Il termine di paragone, il 500 ml, ha fatto leggermente meglio: -0,3 sempre a volume. Dati che confermano il quadro di sostanziale stabilità, in cui il meteo continua ad essere la variabile fondamentale. E, soprattutto, imprevedibile.

di consulente e cioè di colui che sa consigliare al gestore del punto di consumo la scelta più adatta alle sue esigenze. Per esempio, sotto il profilo del formato: lo 0,75 litri e l’assai meno diffuso 0,70 litri hanno il vantaggio di favorire l’acquisto della seconda bottiglia da parte dell’avventore, cosa che non può dirsi del formato da litro.

Ma soprattutto il distributore potrebbe mettere sull’avviso il gestore rispetto ai facili entusiasmi per l’acqua trattata : secondo vari studi, la non corretta manutenzione dell’impianto di trattamento – il classico esempio è la ritardata sostituzione dei filtri –espone al rischio di offrire al cliente un’acqua igienicamente e qualitativamente peggiore di quella del rubinetto. E di fronte alla sicurezza alimentare, qualsiasi altra considerazione deve passare in secondo piano.

IN VETRINA/ACQUE

GRUPPO LUNELLI

Con Surgiva, l’acqua minerale che sgorga da una sorgente in alta quota, nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta, Gruppo Lunelli si rivolge alle migliori destinazioni della ristorazione e dell’hôtellerie. Non a caso, è anche l’acqua ufficiale dell’Associazione Italiana Sommelier. Proposta esclusivamente in vetro bianco, Surgiva si distingue per il design accattivante della bottiglia e dell’etichetta ed è disponibile nei formati da 1 l, 0,75 l, 0,50 l e 0,25 l per la Naturale e per la Frizzante, nei formati da 1 l, 0,75 l e 0,50 l per la Mossa www.surgiva.it

FONTE MARGHERITA 1845

L’acqua minerale Fonte Margherita 1845 nasce nel cuore delle Piccole Dolomiti, nelle valli del Pasubio. Con un residuo fisso di 102 mg/l, grazie al sapore neutro che la caratterizza, esalta il gusto dei cibi e dei piatti a cui si accompagna. Fonte Margherita 1845 è tra le acque preferite dai ristoratori non solo per le sue qualità ma anche per la bottiglia, ispirata a quelle del passato: un design originale degli anni Sessanta rivisitato in chiave contemporanea. Disponibile in vetro da 80cl, 44cl, 27,5cl e nel brick eco-friendly interamente riciclabile da 50cl www.fontemargherita.com

ACQUA CHIARELLA

ACQUA DI NEPI

Acqua di Nepi è una delle più leggere tra le acque effervescenti naturali, grazie al suo residuo fisso tra i più bassi della categoria. Favorisce la digestione grazie alla sottile effervescenza (caratteristica riconosciuta dal Ministero), mentre il suo mix equilibrato di preziosi sali minerali dona piacere, conferendole un gusto soave e inconfondibile. Acqua di Nepi è disponibile nei formati in vetro da 0.50l, 0.75l, 1l e nel nuovo formato da 1l Tower in PET, dedicato alla ristorazione, e nei formati 0.50l e 1.5l in PET, per la GDO. www.acquadinepi.it

Due formati – 0,70l e 0,92l - un nuovo tappo, un’etichetta non etichetta, la brand identity incisa sul vetro: Acqua Chiarella affida a Lorenzo Palmeri il design della bottiglia in vetro che nel progetto diventa protagonista e svela l’essenza dell’acqua. Una visione inedita quella proposta che nasce da un confronto del designer e dell’azienda con la dimensione dell’archetipo e del materiale, punto di partenza per immaginare una forma iconica completamente nuova. La bottiglia assume nel progetto un ruolo da protagonista, in un rapporto dialogico con il suo contenuto, l’acqua oligominerale a basso contenuto di sodio e un perfetto bilanciamento di calcio, magnesio e potassio che nasce nel cuore delle montagne che circondano il lago di Como. Una scultura trasparente che coniuga la funzione di contenitore ad una nuova estetica. www.chiarella.it

QUALITÀ DAL 1926

GIUGIARO DESIGN

34,9 mg / l RESIDUO FISSO

0,58 mg/l SODIO

PH NEUTRO

SORGENTE A 1300 mt SULLE ALPI MARITTIME

2026 IMPATTO ZERO
ENERGIA EOLICA
CASTAGNETI DI GARESSIO
BOSCHI DI CITTÀ
PRATI STABILI

MANIVA

Smile-Box Maniva pH8 è l’Acqua Minerale alcalina Maniva nei formati da 50 e 100cl in brick di Tetra Pak. Il nuovo pack, pienamente riciclabile, esprime valori che da sempre fanno parte della mission Maniva: benessere e sostenibilità. L’Acqua alcalina Maniva, che piace tanto alle cellule del corpo, incontra la protezione speciale del box realizzato con carta certificata FSC®, mentre il tappo deriva dalla canna da zucchero. Un packaging sostenibile che assicura protezione dalla luce e calore esterno e garantisce la purezza originaria dell’Acqua Maniva ph8 grazie all’esclusivo confezionamento asettico. www.maniva.it

SAN BENEDETTO

SPAREA

L’incontro speciale tra la sorgente Sparea e la pietra di Luserna dà vita a un’acqua pura e leggera. Un’icona di stile ed eleganza resa ancora più preziosa grazie alla linea Splendida, disponibile nei formati da 0.75 lt e 0.50 lt. La bottiglia è in vetro bianco e trasparente ed è impreziosita da un sigillo che si ripete 3 volte attorno al collo; l’etichetta, posizionata nella parte bassa, sottolinea la purezza dell’acqua. Il tappo a vite declinato nei colori oro e argento riprende il decoro presente in etichetta per differenziare le referenze frizzante e naturale. Con un residuo fisso di soli residuo fisso 24,4 è considerata un’acqua estremamente leggera ed anche una tra le più povere di sodio grazie al suo valore di 1,3 mg/l.

www.acquasparea.com

S.BERNARDO

S.Bernardo presenta Ely – naturale e frizzante –: una bottiglia 100% di plastica riciclata e riciclabile dalla forma elicoidale, con le gocce disposte nel rapporto aureo e prodotta nello stabilimento di Garessio che funziona a energia eolica, naturale e pulita. Un packaging che si inserisce nella progettualità che l’azienda persegue a favore della sostenibilità. Le fonti S.Bernardo hanno origine nelle Alpi Marittime, a un’altezza di 1.300 m, in un ambiente incontaminato. Conosciuta sin dal 1926 per la sua leggerezza e per le eccellenti caratteristiche organolettiche, dagli anni Novanta S.Bernardo è anche espressione del design italiano, grazie alla sua inconfondibile bottiglia “Gocce”, disegnata da Giorgetto Giugiaro. www.sanbernardo.it

L’acqua San Benedetto Millenium Water ha origine da una falda acquifera millenaria, situata a 236 metri di profondità con un valore di nitrati inferiore allo 0,0001%, arriva sulle tavole più esclusive per accompagnare ed esaltare al massimo le proposte dei grandi maestri della cucina italiana. Disponibile nei gusti naturale e frizzante, in vetro nei formati da 0,65l e 0,33l e in PET da 0,40l e 0,25l, si può trovare anche nelle innovative, pratiche ed eleganti lattine da 0,33l www.sanbenedetto.it

ACQUA PLOSE

Acqua Plose vanta caratteristiche eccellenti già dalla sua fonte a 1.870 metri sul Monte Plose, in Alto Adige, presso il parco naturale Puez. Ha un residuo fisso di soli 22 mg/l, 10 mg/L di ossigeno e durezza bassissima (1,1 F). Fonte Plose imbottiglia esclusivamente in vetro, il miglior contenitore per esaltare il gusto e la purezza dell’acqua, igienico e sostenibile. Acqua Plose è ideale per accompagnare i pasti e valorizzare i vini: sono molti infatti i ristoranti, bar e pasticcerie che scelgono Acqua Plose proponendola nelle versioni Gourmet (VAR) o Luxury (VAP), disponibili nei formati da 25, 50 e 75cl, liscia e frizzante www.acquaplose.com

SGAM

ACQUA LEVICO

Nasce tra i boschi incontaminati della Valsugana, a 1660 m nelle Alpi trentine. Acqua Levico è imbottigliata esclusivamente in vetro a rendere ed è primariamente dedicata al mondo della ristorazione e della distribuzione a domicilio. Al servizio a domicilio è dedicato il formato litro, dove con il progetto etichette manifesto, l’azienda si pone l’obiettivo di sensibilizzare distributori e consumatori sui temi ambientali. Per la ristorazione, nel 2024, la livrea del formato 75 cl è stata abbellita con una limited edition in collaborazione con il MUSE - Museo della scienza di Trento - in cui, rappresentando Moby Dick e l’ancestrale contrapposizione tra uomo e natura, si intende sensibilizzare sul tema della cura e salvaguardia dei mari. Temi tanto cari a Levico acque, società Benefit dal 2020 ed azienda B Corp dal 2024. La gamma per la ristorazione si completa poi con i formati da 25 e 50 cl ed una linea dedicata di bibite biologiche. www.levicoacque.it

FERRARELLE

Tra Pet e vetro, Ferrarelle dispone di una gamma molto ampia che incontra le esigenze dell’Horeca e le diverse esperienze di consumo: Ferrarelle, l’effervescente naturale, Ferrarelle Maxima, la frizzante rinforzata con gas della sorgente, e Natia, la liscia. Per il canale Horeca, il portafoglio si divide tra una linea iconica verde e una linea premium trasparente, sia vetro che Pet. Per la gamma in vetro sono disponibili i formati 33 cl, 50 cl, 75 cl e 100 cl, mentre per la gamma trasparente ci sono il 50 cl e il 75 cl; il Pet per entrambe le gamme è da 50 cl e 100 cl. A queste referenze si aggiunge Infinita, la gamma in Pet 100% riciclato, destinata esclusivamente all’Horeca. www.ferrarelle.it

Con i suoi tre marchi Sgam può rispondere in modo completo alle esigenze del fuoricasa: Lete è l’effervescente naturale con il più basso contenuto di sodio prodotta in Italia; Sorgesana è un’acqua oligominerale purissima che nasce dalle montagne rocciose nel parco regionale del Matese, disponibile nel formato naturale e addizionato; Prata è distribuita soprattutto nel canale Horeca, anch’essa nel formato naturale e addizionato. Tutta la gamma è disponibile in vetro e in Pet e i formati più richiesti sono il 1,5 l di Lete, i 2 l di Sorgesana Pet, lo 0,5 l di Lete e Sorgesana, la gamma vetro per Horeca con tappo a vite e a corona. Il primo è disponibile per i formati 0,75 l, 1 l, 0,5 l, 0,33 l, mentre il tappo a corona è per lo 0,92 l. L’ultimo lancio dell’azienda si chiama Icon: un nuovo formato in alluminio da 473,2 ml dedicato all’alta gamma dell’Out of Home, disponibile per i brand Lete e Sorgesana. www.acqualete.it

CIBO BUONO, ACQUA BUONA, ARIA BUONA.

Abbiamo bisogno di poche cose essenziali per vivere bene e a lungo: mangiare cibi sani e bere acqua minerale, meglio se di montagna, meglio se alcalina , a casa, al ristorante e all’aria aperta, magari camminando in un parco otra i boschi.

L’acqua che sgorga dal Monte Maniva è naturalmente Alcalina. Ideale per il benessere delle nostre cellule.

Maniva mette l’acqua del monte di cui porta il nome in contenitori riciclabili di per arrivare nel modo più sostenibile possibile a tutte le persone che desiderano il bene del pianeta quanto il loro.

COCA-COLA HBC

La bottiglia dell’acqua Lurisia, prodotta da Verallia, nella sua eleganza, vuole ricordare la lanterna del minatore che ha scoperto la fonte ed è perfetta per le tavole più prestigiose. La Winner è una bottiglia esclusiva firmata da Sottsass Associati, Guzzini e Verallia e sigilla il meglio della tradizione e dell’evoluzione Made in Italy. Lurisia Bolle e Stille è fra le acque con minor residuo fisso d’Italia e indicata per le diete povere di sodio. Ha un gusto per-

fettamente equilibrato e neutro, grazie ai minerali presenti che la rendono particolarmente indicata ad accompagnare tutto il pasto, esaltando ogni sapore. www.coca-colahellenic.com

SANPELLEGRINO

Levissima nasce ad alta quota, nella natura incontaminata che le dona la sua rinomata purezza; anche per questo è da sempre attenta all’ambiente, a partire dal percorso intrapreso verso un portfolio prodotti più sostenibile, con la sua produzione ad impatto ridotto: è stato il primo brand a lanciare una bottiglia 100%

ACQUA ORSINI

È un’acqua oligominerale, povera di sali e con un equilibrato residuo fisso di soli 298 mg/L. Lo scarso contenuto di sodio, pari allo 0,001%, e l’apprezzabile dose di bicarbonato, corrispondente a 225 mg/L, le conferiscono un gusto piacevole e leggero, che appaga la sete e il palato. La sua linea Black & Platinum, esclusiva per il canale Horeca, è composta da 2 formati in PET 100% Riciclabile (100 e 50 cl naturale e frizzante) e 2 in vetro dedicati all’alta ristorazione (75 e 27,5 cl naturale e frizzante).

www.acquaorsini.it

VALVERDE

Acqua Valverde, da sempre conosciuta per le sue caratteristiche organolettiche e per il suo look dal raffinato design (firmato Matteo Thun), è l’unica acqua minerale creata su misura per ogni mise en place. Valverde è una delle acque più leggere al mondo (basso residuo fisso di 45,4 mg/l ed un pH 6,9), possiede un profilo estremamente “gentile” e si abbina perfettamente a piatti delicati o ricercati permettendone la degustazione senza alterarne il gusto. Sgorga pura alle pendici del Monte Rosa nel Geoparco Sesia val Grande, in un’area incontaminata patrimonio dell’Unesco. www.valverdewater.com

R-PET (plastica riciclata), seguito dall’introduzione del 45% R-PET in tutto il portafoglio nel 2024. La gamma 100% R-PET è completa di formati e tipologie, disponibile con le due referenze in esclusiva per l’Horeca da 50cl Naturale e Frizzante. Levissima ha inaugurato Rigeneriamo Insieme, la sua prima

piattaforma per la rigenerazione, di sé stessi e dell’ambiente, che rende i cittadini protagonisti di un impegno concreto. Il progetto viene comunicato anche sul pack della gamma R-PET, diventando un importante asset di comunicazione per coinvolgere e creare una community che condivida la visione del brand. www.levissima.it

MERCATO/ENERGY DRINK & CO.

UNA NICCHIA

Ritmi frenetici, stress lavorativo, bisogno di concentrarsi, cura della forma fisica sono solo alcuni dei fattori che negli ultimi anni in Italia e nel mondo hanno spinto in avanti il segmento degli energy drink.

A livello globale Nielsens IQ rileva che il mercato delle bevande energetiche ha registrato vendite per oltre 22 miliardi di dollari, in crescita del 9,9% sull’anno precedente. Anche in Italia questo mercato è molto dinamico e i consumi in crescita: nel 2023 le bibite funzionali (nome con cui Assobibe chiama questa categoria di prodotti) hanno raggiunto un consumo di 60 milioni di litri che si sommano ai 120 milioni circa delle bevande isotoniche (sport drink) e delle acque arricchite. La tendenza degli energy drink rispetto all’anno precedente è positiva sia nel canale moderno, +12,2% a volume, sia nel canale Horeca: +9,6% sempre a volume

ASSOBIBE PER UN CONSUMO RESPONSABILE

Lo scenario di evoluzione del mercato è spinto anche dalle critiche che sono giunte sugli energy drink sia in termini di eccessivo contenuto di zucchero che di caffeina. Per favorire un consumo responsabile i produttori aderenti ad Assobibe hanno approvato una serie di impegni volontari relativi all’attività di promozione, marketing e pubblicità di questi prodotti. Tra i punti del documento d’indirizzo le aziende si impegnano a evitare qualsiasi forma di comunicazione o promozione rivolta ai bambini o adolescenti, la promozione davanti alle scuole, a dissuadere dall’uso di queste bevande in mix con l’alcol o come neutralizzanti dell’effetto dell’alcol e a suggerirne un consumo moderato.

I consumatori li percepiscono come prodotti ad alto valore aggiunto, perciò, se in termini di volumi le bevande funzionali rappresentano appena il 5% del totale bibite, a valore arrivano a pesare per oltre il 12% sull’intero settore grazie ai prezzi medi molto più alti che riesce a realizzare il segmento.

Quindi, considerando un fatturato complessivo del comparto bibite di oltre 3,3 miliardi di euro, le bevande funzionali generano un giro d’affari di quasi 400 milioni di euro, di cui oltre

200 milioni derivanti dagli energy drink. Il mercato è reso ancora più dinamico dall’ingresso di piccoli marchi e dal continuo lancio di prodotti innovativi che vanno a cogliere il mutamento dei gusti dei consumatori: sono state 258 le novità lanciate nell’ultimo anno.

Cresce inoltre – anche in questa categoria – l’attenzione alla composizione della bevanda, con una preferenza che si sta orientando verso prodotti con ingredienti naturali e a basso contenuto di zuccheri (30% dei consumatori), mentre il 29% preferisce prodotti senza zuccheri aggiunti

Del resto benessere è sempre più la parola d’ordine che guida le scelte dei consumatori e va a braccetto con la necessità, soprattutto dei giovani, di avere un supporto energetico per affrontare l’attività fisica. Nielsen IQ ha osservato che nell’ultimo anno la ricerca di alimenti e bevande per “contiene caffeina” sono aumentate del 17% e le ricerche di “alta caffeina” sono

SPORT DRINK, NON SONO TUTTI UGUALI

Nella macrocategoria delle bevande funzionali sono contenuti anche gli sport drink, prodotti consumati da un target molto specifico di consumatori, ovvero coloro che esercitano attività sportive in maniera frequente e praticano sport di lunga durata. L’esigenza di base è quella di idratarsi e di reintegrare l’energia e i sali minerali persi durante l’allenamento o la gara. Dunque, anche queste referenze possono rappresentare un completamento dell’offerta di soft drink utile a chioschi, locali e bar vicini alle palestre e centri sportivi.

Gli sport drink però non sono tutti uguali e i consumatori di queste referenze lo sanno bene. Alcuni prodotti contengono molti carboidrati, sotto forma di zuccheri semplici e sono adatti durante e dopo attività fisiche prolungate o lunghi allenamenti, in altri prevalgono gli elettroliti, cioè i sali minerali e rappresentano il segmento che si beve dopo la palestra o la piscina per reintegrare i minerali persi durante la sudorazione e proseguire la giornata.

A seconda che la concentrazione di questi elementi sia uguale, inferiore o superiore a quella presente nel plasma, gli sport drink sono definiti rispettivamente isotonici, ipotonici e ipertonici. Le prime due tipologie sono preferibili poiché l’assimilazione da parte dell’organismo avviene più rapidamente. Ecco, quindi, che anche per prodotti di nicchia come questi è importante non limitarsi a una sola tipologia di referenza e proporre quelle più idonee in base al luogo e al target di consumatore che si va a intercettare.

aumentate del 113%. A ciò si sta aggiungendo la richiesta della personalizzazione, ovvero della risposta da parte della bevanda a esigenze fisiche specifiche, ecco perché stanno emergendo nicchie di mercato come le bevande energetiche biologiche, vegane o con micronutrienti mirati

CAMBIANO I GUSTI E LE STRATEGIE DI BRAND

I consumatori, soprattutto i più giovani, prediligono energy drink con gusti fruttati e aromatizzati, come ad esempio pesca, arancia e limone.

Questa tendenza riflette la ricerca di un equilibrio tra il beneficio energetico e un profilo organolettico più gradevole. Cambiano anche le strategie di marketing, oggi basate sull’utilizzo di influencer e sulla comunicazione digitale che si sono rivelati particolarmente efficaci nel raggiungere i target più giovani.Questo approccio consente di diffondere i messaggi dei brand allineati alle tendenze e alle preferenze dei consumatori.

Come per i temi legati alla sostenibilità ambientale, l’impegno sociale e l’inclusione che stanno assumendo una rilevanza crescente anche nel mercato degli energy drink.

I consumatori, soprattutto i Millennial e la Generazione Z, preferiscono infatti marchi che dimostrano una reale attenzione verso queste tematiche.

TENDENZE 2024, INGREDIENTI

NATURALI E NUOVI TARGET

Le bevande energetiche sono tradizionalmente rivolte a un target specifico di giovani adulti dallo stile di vita molto attivo,

ma l’evoluzione in atto degli ingredienti e nella composizione nutrizionale permetteranno di intercettare nuovi segmenti di consumatori e di modificare il percepito che si ha di questi prodotti. Mentre i marchi leader continuano a puntare su caffeina, taurina e vitamine del gruppo B, diverse novità stanno animando il settore.

Tra le tendenze che si stanno delineando nell’anno in corso, l’aggiunta di aminoacidi, elementi in più che rendono queste bevande ancora più interessanti per gli sportivi per ottimizzare le proprie prestazioni. Negli Stati Uniti, un consumatore su tre con età compresa tra i 18 e i 34 anni dichiara di averne consumata almeno una specifica per il fitness negli ultimi tre mesi. Resta la preferenza per i gusti fruttati, in particolare per melone, agrumi, fragola e ananas, e prosegue l’impegno delle aziende per ridurre gli zuccheri aggiunti. Le “nuove generazioni” di energy drink si caratterizzano inoltre per l’impiego di ingredienti naturali come erbe ayurvediche quali ginseng e ashwagandha, oltre a vitamine, minerali e dolcificanti naturali come miele e stevia. Un nuovo segmento in rapida crescita negli Stati Uniti, soprattutto tra i maschi, è quello delle bevande energetiche per gamer che contengono ingredienti funzionali associati a un miglioramento della concentrazione, del tempo di reazione, della vista e delle capacità cognitive. Questo scenario di crescita e di evoluzione del mercato energy offre interessanti opportunità per il settore delle bevande. La chiave di successo risiede nell’essere in grado di intercettare i trend di consumo, offrendo un mix di prodotti in linea con le esigenze del mercato e con una comunicazione efficace e coinvolgente.

I READY TO DRINK, UNA SOLUZIONE PER BAR DIURNI E RISTORANTI

Di fianco alle frontiere più sperimentali della mixology in cui i singoli prodotti e la creatività del bartender sono protagonisti, nel fuori casa c’è spazio anche per il segmento dei ready to drink . Per lo più pensati e venduti nel canale off trade, sono oggetto di recenti proposte da parte delle aziende dedicate specificatamente all’AFH, dove, come confermano anche i dati, queste referenze stanno trovando un loro spazio. In particolare, le rilevazioni di Circana, indicano a marzo 2024 una crescita su base annua delle vendite del 25% a valore nei bar diurni , e un incremento a volume del 4,6%, mentre per i ristoranti la crescita del fatturato è stata del 27,9% e l’incremento a volume dell’1,7%. Il prezzo medio a volume nel bar diurno è di 3,83 euro e nei ristoranti è di 4,61 euro, in entrambe i casi superiore al prezzo medio della categoria che si ferma a 2,71 euro. I bar e i ristoranti che non hanno un bartender esperto o che non vogliono concentrarsi sull’offerta di cocktail, possono trovare nelle bevande ready to drink una soluzione efficace per allargare la propria selezione di prodotti alcolici e generare nuove marginalità anche al momento dell’aperitivo.

IN VETRINA/ENERGY DRINK

COCA-COLA HBC

Nel 2024 Monster regala una nuova referenza fresca e innovativa. Dall’ispirazione dell’Australia, Paese con oltre 10.000 spiagge, la Grande Barriera Corallina e la patria di alcuni degli agrumi più esotici del pianeta, nasce Monster Aussie style Lemonade. Grazie al tocco di Monster la classica limonata raggiunge l’equilibrio ideale tra aspro e dolce con un’esplosione di frescore sapore di agrumi. Come sempre, è ricca del mix energetico Monster, famoso in tutto il mondo. Crack a coldie and give it a go! Unleash the Beast! www.coca-colahellenic.com

RED BULL

La linea di Red Bull Energy Drink comprende da sempre l’iconica lattina a rombi blu e argento e le sue versioni Sugarfree e Zero, a cui si affiancano le Red Bull Edition, che abbinano le ali di Red Bull Energy Drink con gusti specifici: cocco-açai, dragon fruit, anguria, fragola-albicocca.

Al portfolio si aggiunge ora anche la nuovissima Summer Edition curuba e fiori di sambuco disponibile in lattine di colore verde lime da 250 ml. www.redbull.it

PEPSICO

REFRESCO

Gli Energy Drink Megaforce sono bevande energetiche a base di caffeina e taurina. L’alleato perfetto per chiunque abbia bisogno di una ricarica di energia, nei momenti della giornata, in cui la concentrazione e l’energia sono necessari. Disponibili nelle varianti Regular (250 ml), Zero (250 ml), Tropical (500 ml), Green (500 ml), possono essere sempre consumati nel tempo libero, nei momenti di studio e durante l’attività fisica. www.refrescoprodotti.com

Rockstar Energy Drink è una bevanda energetica sviluppata da Rockstar, Inc. nel 2001. Nel 2020 PepsiCo acquisisce il brand, oggi Rockstar è il quarto marchio di bevande energetiche al mondo con differenti gusti in più di 20 paesi. In Italia nel 2021 sono stati lanciati i seguenti gusti Original e Punched Tropical Guava www.pepsico.co.it

SAN BENEDETTO

Con la sua formula “strong energy”, con taurina e caffeina San Benedetto Super Boost è adatto a chi ha bisogno di una carica in più nei momenti in cui la concentrazione e l’energia sono essenziali. Questa bevanda, a ridotto contenuto calorico, può contare anche sulle vitamine B12 e B6 che contribuiscono alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento. La lattina da 0,33L è il formato ideale per seguirti ovunque, che sia tempo libero, gaming, studio o lavoro. Proteine ready to drink. www.sanbenedetto.it

NOVITÀ

IN VETRINA/SPORT DRINK

COCA-COLA HBC

Powerade lancia un nuovo gusto innovativo per il 2024. Si tratta di Powerade Golden Mango.

Fornisce forza, audacia e vigore grazie alla sua formula inedita, arricchita con vitamina B6

Ideale per dare la pausa necessaria e ritrovare l’energia durante esercizi a bassa intensità e di breve durata, Powerade Golden Mango è una straordinaria novità di gusto tra gli sport drinks.

Piacere ed energia in un sapore unico e innovativo, studiato appositamente per aiutare a ripartire al meglio ogni volta che se ne sente il bisogno. www.coca-colahellenic.com

REFRESCO

SAN BENEDETTO

È la nuova bevanda proteica in acqua minerale più Zinco e Magnesio al piacevole gusto mela e lemongrass.

Le proteine contenute in Aquaprotein (15 gr) contribuiscono alla crescita e al mantenimento della massa muscolare e delle ossa; lo Zinco contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo; il Magnesio favorisce la riduzione di stanchezza e affaticamento e il normale funzionamento del sistema nervoso.

Inoltre, Zinco e Magnesio contribuiscono alla normale sintesi proteica.

Grazie al pratico formato on the go - 0,40L PET, è il prodotto ideale da portare con sé durante l’attività sportiva e in ogni momento della giornata. www.sanbenedetto.it

Lo sport drink SanAttiva FIT SPORT è una bevanda isotonica adatta a chi pratica qualsiasi tipologia di sport.

Contribuisce a mantenere idratato il corpo e supporta la motivazione per dare sempre il massimo.

Disponibile nei gusti Limone e Arancia www.refrescoprodotti.com

PEPSICO

Nato nell’estate del 1965 dal dottor Robert Cade per sostenere le prestazioni della squadra di football americano Florida Gators, da cui prende il nome, Gatorade® affianca oggi gli sportivi di tutti i livelli. La sua formula speciale, grazie a un corretto equilibrio tra sali minerali, liquidi e carboidrati, aiuta infatti professionisti e amatori a mantenere alto il livello di idratazione, prestazione e resistenza sportiva durante lo sforzo fisico.

Gatorade è lo sport drink numero 1 al mondo (Fonte Euromonitor International Limited; Bevande Analcoliche edizione 2024: % quota di marca, volume e valore in prezzi di vendita al dettaglio, dati del 2023) anche grazie alla sua formula unica, scientificamente testata per 1h di esercizio.

Disponibile in 5 gusti : Arancia, Arancia Rossa, Limone, Lemon Ice e Cool Blue, e in 3 formati diversi: 500ml, con la bottiglia fatta con il 100% di plastica riciclata (tappo ed etichetta escluse), 1L e 1,5L. www.gatorade.it

NORMATIVE/IMBALLAGGI

IL TAPPO SOLIDALE DIVENTA

OBBLIGATORIO

LA DIRETTIVA UE 904/2019 SULLA PLASTICA MONOUSO È ENTRATA IN VIGORE CON NUOVE DISPOSIZIONI, INCLUSA L’OBBLIGATORIETÀ DEI TAPPI ATTACCATI ALLE BOTTIGLIE PER RIDURRE L’INQUINAMENTO

DI FRANCO METTA

Sono entrate in vigore le ultime disposizioni della Direttiva Ue 904/2019 sulla plastica monouso (meglio nota come Direttiva Sup) che prevedeva tempi di applicazione in più fasi. Infatti, già dal 2021 è vietata l’immissione in commercio di

prodotti in plastica monouso, dai piatti alle posate, passando dalle cannucce. Ora il quadro normativo Ue si fa più completo in quanto dallo scorso 3 luglio è scattato anche l’obbligo di vendere solo bottiglie di plastica con il tappo progettato per rimanere attaccato al contenitore per un lembo

Si tratta del cosiddetto “tappo solidale” che previene la sua dispersione nell’ambiente e che tanto ha fatto discutere politica e opinione pubblica nel clima che ha preceduto le elezioni europee. I nuovi requisiti non riguardano però solo le bottiglie di plastica, ma anche gli imballaggi compositi come i cartoni del latte o dei succhi di frutta

IL REGOLAMENTO SU RIDUZIONE, RIUSO E RICICLO DEGLI IMBALLAGGI

La Direttiva Sup non è però l’unica iniziativa europea per combattere l’inquinamento marino e terrestre. L’Ue ha approvato lo scorso 24 aprile nell’ultima sessione plenaria della legislatura del Parlamento anche il nuovo regolamento Ue (PPWR) su riduzione, riuso e riciclo degli imballaggi. Il regolamento PPWR stabilisce che determinati tipi di imballaggi di plastica monouso saranno vietati a partire dal 1° gennaio 2030 . Tra questi figurano gli imballaggi per frutta e verdura fresche non trasformate e per i cibi e le bevande consumati in bar e ristoranti, le monoporzioni (per esempio condimenti, salse, panna da caffè e zucchero), i piccoli imballaggi monouso utilizzati negli alberghi e le borse di plastica in materiale ultraleggero al di sotto dei 15 micron. Inoltre, per evitare effetti nocivi sulla salute, il testo vieta l’utilizzo dei cosiddetti “inquinanti eterni”, ovvero le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) al di sopra di determinate soglie negli imballaggi a contatto con prodotti alimentari (carte e imballaggi oleorepellenti e idrorepellenti). L’obiettivo per gli Stati Ue è quello di arrivare a riciclare fino al 90% di bottiglie di plastica monouso entro il 2029 ,

L’ALLARME PER GLI EFFETTI

SULL’AMBIENTE MARINO E TERRESTRE

Aldilà dell’argomento, senz’altro divisivo, se un tappo attaccato renda più o meno difficoltoso bere alla bottiglia, per comprendere le valide ragioni alla base della direttiva occorre riflettere su quanto avviene nei mari e sui litorali ormai da troppo tempo. Secondo la Ue tappi e coperchi di plastica sono infatti tra gli articoli di plastica monouso che si trovano più frequentemente sulle spiagge e sono tra i primi cinque oggetti trovati durante le operazioni di pulizia e monitoraggio dei rifiuti . Si stima che in più di trent’anni siano stati rinvenuti oltre 20 milioni di tappi e coperchi di bottiglia durante le attività di pulizia delle spiagge.

Se l’emergenza climatica che stiamo vivendo produce effetti visibili e tangibili come per esempio vittime, siccità, alluvioni, purtroppo però c’è n’è un’altra, meno visibile, meno tangibile, che è quella dell’inquinamento dei mari ma che impatta anch’essa sulla salute dell’uomo. Si pensi per esempio alle microplastiche che, attraverso i pesci, poi finiscono nel nostro ciclo alimentare . Lo scopo quindi della direttiva Sup è quello di combattere l’inquinamento marino e terrestre.

con un target intermedio del 77% entro il 2025. Una delle motivazioni per cui è obbligatorio mantenere i tappi attaccati alle bottiglie è facilitare il riciclo. Tuttavia, molti critici sottolineano che le bottiglie di plastica e i tappi non possono essere riciclati

insieme perché fatti di materiali diversi : le bottiglie sono in PET e i tappi in HDPE. Questo potrebbe portare a contaminare il materiale riciclato, rendendolo inutilizzabile. La direttiva europea sui tappi di plastica, però, non richiede che bottiglie e tappi siano riciclati insieme. Infatti, all’inizio del processo i due materiali vengono separati tramite una selezione ottica basata su tecnologie in continuo miglioramento.

LA SITUAZIONE ITALIANA

Stando agli ultimi dati disponibili, pubblicati dal Sole24Ore e certificati dal Conai, l’Italia nel 2023 ha registrato un balzo nel tasso di riciclo, salito al 73,5% per quanto riguarda i rifiuti da imballaggio. Complessivamente sono state riciclate 10,5 milioni di tonnellate su un totale di 13,9 immesse sul mercato. L’anno prima il tasso di riciclo si era attestato a circa il 71%, già al disopra dell’obiettivo Ue che prevede un tasso di

PLASTIC TAX PROROGATA

A LUGLIO 2026

L’entrata in vigore dell’imposta sui MACSIManufatti con singolo impiego (c.d. Plastic Tax) è stata rinviata al 1° luglio 2026 , a differenza della Sugar Tax che dovrebbe scattare dal 1° luglio 2025 (si veda a pag. 10). La misura è inserita all’articolo 9-bis, Disposizioni finanziarie del DL Superbonus, coordinato con la legge di conversione 23 maggio 2024, n. 67, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 28 maggio 2024. La Plastic Tax è l’imposta dal valore fisso di 0,45 euro che produttori, importatori e consumatori dovrebbero pagare per ogni chilo di prodotti in plastica , venduti o acquistati.

recupero dei rifiuti da imballaggio (quindi non solo plastica) del 70% entro il 2030.

In Italia circa 10 mila imprese produttrici di plastica, per lo più concentrate nelle regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, hanno dovuto adattarsi in questi mesi alle nuove disposizioni, per consentire all’intera filiera, distributori inclusi, di commercializzare bevande conformi alle nuove disposizioni. Tuttavia, nonostante questi risultati, a fine maggio la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro il nostro Paese per non aver recepito “pienamente e correttamente” la direttiva e per avere violato gli obblighi previsti dalle norme sulla trasparenza del mercato unico (Direttiva UE 2015/1535), il cui obiettivo è prevenire la creazione di ostacoli nel mercato interno. Per questa ragione è stato stabilito che gli Stati membri debbano notificare alla Commissione tutti i progetti di regole tecniche riguardanti i prodotti prima

che vengano adottati nel diritto nazionale: si tratta di un periodo di sospensione di tre mesi tra la notifica del progetto e la sua adozione (il cosiddetto standstill). L’Italia, spiega la Commissione, “ha violato le regole procedurali stabilite da questa direttiva adottando la legislazione che recepisce la direttiva sulla plastica monouso durante il periodo di standstill”. Alla luce di questo non si può escludere a priori che possano esserci controlli per verificare che sul mercato siano immesse soltanto bottiglie di plastica (o di cartone) con il tappo solidale. Per questo sarebbe opportuno che eventuali scorte non a norma presenti nei magazzini non vengano distribuite e commercializzate.

AZIENDE/VALDO

ECCELLENZA ENOLOGICA NEL CANALE HORECA

SITUATA NEL CUORE DEL PROSECCO SUPERIORE DOCG A

VALDOBBIADENE, VALDO È SINONIMO DI ECCELLENZA E QUALITÀ , CON UNA PARTICOLARE ATTENZIONE AL FUORI CASA

Nel panorama enologico italiano Valdo è una delle realtà più prestigiose grazie alla sua capacità di essere innovativa pur mantenendosi fedele alle tradizioni.

Una su tutte, i lunghi affinamenti sui lieviti. Il Prosecco Superiore DOCG prevede infatti un minimo di 5 mesi di affinamento utilizzando uve dei conferitori storici di Valdobbiadene.

Questo impegno garantisce prodotti di altissima qualità, capaci di soddisfare i palati più esigenti.

Restando in tema di qualità, non possiamo non parlare della Collezione Atelier di Valdo, una gamma completa e versatile che include spumanti con vari dosaggi zuccherini e packaging distintivi, pensati per diverse occasioni di consumo. Dall‘extra brut del Rive di San Pietro di Barbozza al dry del Cartizze „Viviana“, fino ai Valdobbiadene DOCG Metodo Classico con affinamenti sui lieviti di 12 e 24 mesi, ogni prodotto rappresenta un tassello del ricco patrimonio enologico della cantina.

Valdo è un partner affidabile, innovativo e versatile per il canale Horeca. Negli ultimi anni, ha ampliato la sua distribuzione includendo esclusive importanti come lo Champagne Nicolas Feuillatte e i vini fermi friulani de I Magredi. L‘impegno di Valdo nella ricerca della qualità si riflette in ogni prodotto, con un‘attenzione particolare alla cura dei dettagli e all‘innovazione. Questo approccio è evidente in uno dei suoi prodotti più distintivi: lo Spumante Extra Dry Aquarius.

AQUARIUS BLANC

DE BLANCS EXTRA DRY: INNOVAZIONE E RAFFINATEZZA

Aquarius è uno spumante Blanc de Blancs che unisce tradizione vinicola e design innovativo. La bottiglia di Aquarius si distingue per il suo packaging rivoluzionario, privo di supporti in carta o plastica, con finiture 3D che creano un‘esperienza tattile unica. Questo design, frutto della collaborazione tra Valdo e Ceci Johnson, artista di fama internazionale, celebra la bellezza degli abissi marini, riproducendo dettagli marini in rilievo.

Lo spumante Aquarius, ottenuto da uve Garganega e Glera, si presenta con un colore paglierino dai riflessi verdognoli. Al naso offre un profumo fresco e invitante, mentre al palato risulta armonioso ed equilibrato, con una gradevole sapidità. Con un residuo zuccherino di 15 g/l e una gradazione alcolica di 11 Vol%, è ideale per l’aperitivo e si abbina perfettamente a piatti a base di pesce e frutti di mare.

Valdo, con prodotti come Aquarius, dimostra una continua evoluzione e un impegno costante nell‘offrire esperienze sensoriali uniche, rispettando la tradizione e innovando audacemente. Questo spirito pionieristico, unito alla qualità indiscutibile dei suoi vini, rende Valdo un punto di riferimento nel settore enologico italiano e internazionale. www.valdo.com

TREND/ESTERO

MESSICO: UN PAESE DI SANTI BEVITORI

GRANDI CONSUMATORI DI ALCOLICI, MA ANCHE TRA I MAGGIORI PRODUTTORI, SI RIVOLGONO ALLE BEVANDE REALIZZATE IN LOCO COME BIRRA E DISTILLATI DI AGAVE CHE STANNO VIVENDO UN SUCCESSO GLOBALE. IN CRESCITA IL VINO

DI ANNA MUZIO

Birra, distillati di agave o di altre piante locali, gin naturalmente e ora anche whisky. La ricchezza delle bevande alcoliche prodotta in Messico è stupefacente, per diversità e qualità.

Anche nei nostri bar è il momento di tequila e mezcal, e del cocktail più facile e rappresentativo, il Paloma, seguito dal frozen Margarita

Ma cosa si beve nel più grande Paese centramericano?

LA CLASSE MEDIA VA AL BAR

Per il resto del mondo sono stati un po’ una scoperta dopo che hanno scalato i vertici della classifica dei migliori del mondo, The World’s 50 Best Bars (Handshake Speakeasy al 3° posto, Licorería Limantour al 7°, Hanky Panky al 22°, Baltra Bar al 45°, tutti a Città del Messico) ma non sono certo una novità per i messicani:

secondo un’indagine CGA by NIQ i bar sono frequentati dal 90% della popolazione. Qui si consumano le bevande nazionali, birra e distillati a base di agave (si veda box a pag. 54), anche se cresce l’interesse verso gin e whisky, anche di produzione locale. I bar si frequentano molto in occasione dei grandi eventi sportivi, calcio soprattutto, durante i quali i messicani sono disposti a pagare fino al 25% in più per cibo e bevande. Il tequila viene di solito consumato puro, spesso con qualche accompagnamento come la sangrita, una miscela di succhi e spezie che pulisce il palato tra un sorso e l’altro, o fette di arancia e sal de Gusano, sale marino e peperoncini mescolato con vermi dell’agave, maguey o chinicui, tostati e macinati. Nei cocktail bar i drink più popolari a base tequila sono Margarita e Mezcalita. E cresce l’interesse per i prodotti premium, spinti da una classe media internazionalizzata, soprattutto nelle aree urbane e tra i giovani.

VIVA LA BIRRA

Partiamo dalla cervesa: l’industria della birra messicana, con una produzione di 134,7 milioni di ettolitri nel 2021, è la quarta mondiale, a soli 10 milioni di ettolitri dal Brasile, molto più popolato. Gran parte della produzione è destinata all’export, in particolare verso gli Stati Uniti, ma anche il consumo pro capite compete con quello di Danimarca e Paesi Bassi.

La seconda categoria di bevande alcoliche più diffusa è quella dei superalcolici con l’agave sotto forma di tequila, mezcal e un’ampia gamma di altri distillati derivati dall’agave.

AGAVE SOTTO STRESS: TROPPA

LA RICHIESTA GLOBALE?

L’ultimo allarme viene da un articolo del Washington Post: la richiesta mondiale di agave selvatica, dalla quale si ricavano i mezcal più pregiati, dal 2015 al 2022 è cresciuta del 700% e l’offerta non sarebbe più sufficiente a coprire la domanda crescente del distillato messicano, sempre più popolare. Molti esponenti dell’industria locale però, interpellati da Global Drinks Intel, non sono d’accordo e citano l’impianto di agave blu, arrivato nel solo 2022 a 372,6 milioni di piante, per un totale di 1,42 miliardi di piante coltivate. La loro impressione è che la categoria dei distillati di agave continuerà a crescere nei prossimi dieci anni, spinta dai tequila premium e super-premium. Il lungo periodo di coltivazione (fino a 10 anni, che possono arrivare a

COSA BEVONO I MESSICANI

254,90

97,39

LITRI PRO CAPITE ACQUA MINERALE (2023, STATISTA)

LITRI PRO CAPITE DI SOFT DRINKS (2022, STATISTA)

75,9

1,3 5,7

LITRI PRO CAPITE

BIRRA (KIRIN HOLDINGS 2022)

LITRI PRO CAPITE ALCOL PURO POPOLAZIONE >15 ANNI (OMS 2021)

LITRI PRO CAPITE

VINO (2022, CONSEJO MEXICANO VITIVINÍCOLA)

30 nel caso dell’agave selvatica) e la crisi climatica potrebbero però innalzare ulteriormente i prezzi.

Il mezcal è il distillato più in crescita (del 27% annuale), anche se resta nel mercato interno molto lontano dal tequila (al +8,9% nel 2021), con appena il 7% del volume domestico (dati IWSR).

I “destilados de agave” non regolamentati sono in genere poco costosi e destinati principalmente al consumo domestico. Tra gli spirits a denominazione controllata, compare ormai anche nei bar nostrani più specializzati il sotol, la cui crescita in

Messico parrebbe ostacolata dalla sua scarsità e dal prezzo relativamente alto.

GIN, ANCHE QUI SI PERSONALIZZA

Grande interesse stanno suscitando i gin messicani, spesso realizzati con sostanze botaniche tipiche del territorio: peperoncini, frutti e fiori. Ma c’è anche chi combina le botaniche con un’acquavite a base di agave, creando una sorta di ibrido mezcal-gin. Solo nel 2021 le vendite di gin in generale e a volume in Messico sono aumentate di quasi il 50% rispetto al 2020 e sono più che quadruplicate nell’ultimo decennio.

ARRIVA IL VINO

Un segmento in crescita è anche il vino, secondo Meininger’s International. Negli ultimi 20 anni il consumo pro capite è

SONO MESSICANI I DISTILLATI

DEL MOMENTO

Mezcal e tequila (il vezzo del momento è declinarlo al maschile), naturalmente. Ma non solo. La biodiversità dei distillati messicani è stupefacente. Parliamo di sotol e raicilla (che sono denominazioni come mezcal e tequila) e poi bacanora, lechuguilla, cui si aggiungono, lato distillati, pox, whisky messicano e gin.

Facciamo un po’ di chiarezza, con l’aiuto di Francesco Pirineo, Advocacy Manager di Compagnia dei Caraibi.

Materia prima: in natura ci sono più di 200 tipologie diverse di agave, quelle utilizzate per la distillazione sono Agave Blu, Agave Espadin, Agave Tobala, Agave Lechuguilla, Agave Maximiliana, Agave Pacifica. L’origine è specificata in etichetta. Poi c’è la Dasylirion Wheeleri, dalla quale si estrae il sotol.

Invecchiamento: Tradizionalmente i tequila più popolari in Messico sono il blanco e il reposado (invecchiato fino a due mesi), ma i produttori attenti alle tendenze dagli Stati Uniti si stanno orientando verso maggiori invecchiamenti come l’añejo (fino a un anno) e hanno creato nuovi segmenti, come l’extra añejo (che supera i tre anni e arriva anche a otto) e il cristalino

(miscela di tequila con invecchiamento diverso, añejo ed extra-añejo).

Zone/terroir : non solo la regione di provenienza ma anche l’altitudine e ciò che ci cresce intorno “fanno” il distillato finale. Ma come per le Dop, mezcal e tequila e sotol devono provenire da determinati stati. Per il mezcal il principale è Oaxaca, per il tequila Jalisco (dove si producono però anche la raicilla, un mezcal ivi prodotto da oltre 400 anni).

La bacanora è un mezcal prodotto nello stato di Sonora. La lechuguilla viene dal nord del Paese e non è necessariamente distillata da Agave Lechuguilla, che si trova solo nel deserto del Chihuahua.

Fuori dal mondo agave ma intimamente messicano è il pox, un distillato di canna da zucchero e mais ancestrali del Chiapas che risale alle tradizioni sciamaniche Maya per uso cerimoniale.

Cottura : avviene tramite forni interrati, forni al vapore o in una fossa con braci e sassi, che conferisce la tipica affumicatura.

passato da 225 ml a 1,3 litri. Il vino è visto come scelta più sofisticata rispetto ai ben più diffusi birra e tequila, e si è anche avvantaggiato della crescita della cucina messicana gourmet che sempre più spesso propone il wine pairing. Aumenta quindi la consapevolezza e la qualità dei vini locali, che coprono il 34% del consumo interno: erano sette le cantine nel 1996, oggi sono più di 400 su 36mila ettari vitati in 16 regioni del Paese, con il loro corredo contemporaneo di sale di degustazione, ospitalità in loco e strade del vino. Dopo la Baja California, che però è stata recentemente colpita da gravi siccità, i prossimi stati da seguire per il vino di qualità dovrebbero essere Chuihuahua, Coahuila e Aguascalientes.

TROPPO ZUCCHERO E SUGAR TAX

Il Messico è il maggior consumatore mondiale di soft drink, tanto che ormai si parla apertamente di “epidemia da soft drink” per le gravi ripercussioni sulla salute, come obesità e diabete, specie negli stati più poveri come il Chiapas La sugar tax di un peso (5 centesimi di euro) per litro, imposta nel 2014, sembra aver toccato solo marginalmente il problema, tanto che c’è chi propone il bando della vendita di bevande zuccherate e dolci ai bambini, particolarmente colpiti dall’obesità. I messicani sono anche i maggiori consumatori mondiali di acqua minerale in bottiglia.

INTERVISTA MANAGER/GRUPPO LUNELLI

LEADER NEL BERE ITALIANO

CON UN FUTURO SOSTENIBILE

CON MARCHI PRESTIGIOSI COME FERRARI TRENTO E BISOL1542, IL GRUPPO HA AMPLIATO IL SUO PORTAFOGLIO INCLUDENDO AZIENDE COME TENUTE LUNELLI, SEGNANA, SURGIVA E TASSONI. OGGI CONTINUA A INVESTIRE NELLA VALORIZZAZIONE DEI SUOI BRAND PUNTANDO SULLA QUALITÀ, LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE DI MARIA ELENA DIPACE

Il Gruppo Lunelli nasce dalla volontà di creare un polo dell’eccellenza del bere italiano i cui marchi siano espressione di una costante ricerca della qualità e di un forte legame con i territori in cui opera. Fattori chiave, come la continua ricerca della massima qualità, sono parte del DNA del Gruppo, a cui si aggiunge un altro importante punto perseguito da tempo con

sempre crescente determinazione: la sostenibilità. “Poniamo particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica – spiega il CEO Matteo Lunelli – Questo approccio mira ad operare in armonia con l’ambiente e in sintonia con il territorio, mettendo l’uomo al centro. Nella gestione del vigneto, ad esempio, punta a conciliare l’obiettivo di ottenere uve di qualità con la tutela dell’ambiente e della salute di chi lavora in campagna. Nel tempo abbiamo saputo attrarre un team di manager di talento e oggi siamo orgogliosi di essere un’azienda famigliare che ha però abbracciato una logica contemporanea nella gestione e punta a trattenere e far crescere professionisti che condividono i medesimi valori e la stessa passione. Dal 2024, presenteremo un

Report di Sostenibilità di Gruppo a riprova di un impegno concreto in questo ambito”.

QUAL È LA STORIA DEL GRUPPO

LUNELLI?

La nostra storia imprenditoriale prende il via nel 1952 quando mio nonno Bruno rileva da Giulio Ferrari una piccola cantina, fondata nel cuore di Trento nel 1902, che realizza poche selezionatissime bottiglie Oggi Ferrari Trento è il marchio leader nelle bollicine italiane di alta gamma e ambasciatore nel mondo dell’arte di vivere italiana. A partire dagli anni ‘80, a questo importante brand sono stati affiancati marchi che ne condividessero i valori: nel 1982 viene acquisita Segnana, una storica distilleria trentina giunta al traguardo dei 150 anni; nel 1988 entra nel Gruppo anche Surgiva, l’acqua minerale straordinariamente pura e leggera, che sgorga nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta, in Trentino. Mentre l’impresa cresce, non perdiamo di vista le origini e la passione per il bello e il buono, così nel 1990 la mia famiglia acquisisce Villa Margon, dimora cinquecentesca alle porte di Trento che è oggi la sede di rappresentanza del Gruppo.

CON TENUTE LUNELLI INIZIA UNA

NUOVA AVVENTURA IN AMBITO

VINICOLO…

I nostri primi vini fermi nascono negli anni ’80 in Trentino: parte così, con Tenuta Margon, il progetto-vino che negli anni Duemila si arricchisce anche dei rossi che creiamo in Toscana, a Tenuta Podernovo, e in Umbria, al Carapace, la straordinaria cantina-scultura realizzata da Arnaldo Pomodoro. Dal 2014 questi vini fermi realizzati in tre diverse cantine da vigneti biologici portano il marchio Tenute Lunelli. L’acquisizione di Bisol1542, nel 2014, storica firma di riferimento del Prosecco Superiore di Valdobbiadene, conferma la nostra vocazione alla creazione di grandi bollicine. L’ultimo passo (per ora) è rappresentato da Tassoni, acquisita nel 2021, azienda con più

di due secoli di storia, celebre per la sua iconica Cedrata, e marchio che è parte dell’immaginario collettivo del nostro Paese.

AVETE CHIUSO IL 2023 CON UN FATTURATO DI 146 MILIONI DI EURO. UN COMMENTO A CALDO?

Il 2023 si è chiuso con un bilancio che è il secondo di sempre, 146 milioni appunto, con un leggero calo sul 2022, un anno veramente eccezionale, che aveva visto una vera e propria esplosione dei consumi dopo la pandemia. Il segno meno del 2023 sul 2022 è del 6%, ma è stato superiore del 7% al bilancio dell’anno precedente, il 2021.

I risultati sono stati positivi, ma hanno risentito di un contesto economico molto sfidante, che ha portato alla riduzione generale del potere d’acquisto e al conseguente calo dei consumi.

LA VOSTRA ULTIMA SFIDA

NEL SETTORE VINICOLO È

RAPPRESENTATA DAL BRAND JEIO.

DI CHE COSA SI TRATTA?

Jeio è il Prosecco Superiore no-vintage, perfetto per tutte le occasioni, fedele al proprio profilo enologico anno dopo anno. È un brand che ricerca la spontaneità e l’informalità. Jeio contamina la Glera con i complementari internazionali ammessi dal Disciplinare – il Pinot Nero, il Pinot Bianco, lo Chardonnay – e diventa glocal. Il suo motto è: Bring inspiration everywhere!

CON SEGNANA QUEST’ANNO AVETE RICEVUTO L’ATTESTATO DI FEDELTÀ AL NOTO CONCORSO ALAMBICCO D’ORO… Esatto. In occasione della celebrazione dei 40 anni di ANAG. L’Alambicco d’Oro è un riconoscimento

importante per il nostro brand di grappa, socio anche di Fondazione Altagamma. L’armonia e la complessità di Segnana derivano dall’utilizzo delle vinacce fresche e ricche di mosto di Chardonany e Pinot Nero di montagna con cui si creano i Trentodoc di Casa Ferrari.

AVETE ANCHE CHIUSO UN ACCORDO CON L’ASSOCIAZIONE

ITALIANA SOMMELIER PER IL BRAND SURGIVA…

Quello tra Surgiva e L’Associazione Italiana

Sommelier è un sodalizio di lunga data: grazie al suo sapore neutro e al basso residuo fisso, Surgiva è ideale per accompagnare le degustazioni di vini, oltre che le creazioni degli chef. La partnership con l’AIS è stata recentemente rinnovata con un progetto di valorizzazione della cultura dell’acqua minerale e il ritorno del Premio Surgiva rivolto alle Associazione AIS regionali.

CI PARLI DEL PROGETTO DI RENDERE IL BRAND TASSONI

IL “LUXURY SOFT DRINK

ITALIANO PER ECCELLENZA”…

Tassoni è nata come spezieria a Salò, sulle sponde del Lago di Garda nel XVIII secolo ed è entrata a far parte del Gruppo Lunelli nel 2021. In occasione del suo 230° anniversario, abbiamo inaugurato una nuova era con un ambizioso progetto di rilancio che, partendo dal territorio e dalla storia e rimanendo fedeli ai valori originari di naturalità, saper-fare artigianale e qualità Made in Italy, guarda al futuro per rendere Tassoni il “luxury soft drink italiano per eccellenza”. La bottiglietta della Cedrata “a buccia di cedro” è oggi ancora

più iconica con il rilievo del logo e della data di fondazione. Un nuovo tappo riprende nei colori la confezione, resa più elegante con richiami allo stile floreale Liberty, e le nuove etichette passano dalla plastica alla carta, coerentemente con l’impegno verso la sostenibilità. Restano invariati il gusto e la ricetta originali, gli ingredienti esclusivamente naturali e della migliore qualità, a partire dai cedri Diamante in Calabria.

E CON UNA GAMMA TUTTA RINNOVATA…

Grazie al contributo del Mastro Erborista di Tassoni, offriamo una collezione che si compone di quattro soft drink destinati al consumo liscio –Cedrata, Tonica al Cedro, Chinotto Bio e Sambuco Bio – e di quattro proposte ideali per la miscelazione – Tonica Superfine, Soda La Classica, Ginger Beer e Ginger Ale –, oltre a un Gin. Il Distilled Dry Gin viene creato con nove botaniche selezionate, tra cui l’essenza di Cedro e foglie di fico, foglie di alloro, ginepro, coriandolo, bergamotto, angelica, rosa centifolia, iris. La ricetta, nata dalla collaborazione con Bruno Vanzan, dà vita a un distillato realizzato in antichi alambicchi in rame, utilizzati da Tassoni fin dal 1872, proposto in una bottiglia sofisticata. E, infine, la nostra nuova creazione: il Bitter del Lago, che prende vita da una ricetta dell’antica spezieria Tassoni e prevede una ricercata combinazione di selezionate botaniche amaricanti con l’infusione di cedro della pregiata varietà Diamante della Calabria.

PARLANDO DI MERCATI, QUALI

SONO I PRINCIPALI NEI QUALI

OPERATE E COME VI ADATTATE

ALLE ESIGENZE E ALLE TENDENZE

DI CIASCUNO DI ESSI?

Il principale mercato per il Gruppo rimane quello domestico, ma la crescita dell’export è una priorità e l’area con maggiori margini di sviluppo. Come sempre continueremo a lavorare per posizionare i nostri marchi in una chiave di eccellenza che è un valore cardine e principio ispiratore per tutte

le nostre aziende. Punteremo in primis alla crescita nel canale Horeca mantenendo però una presenza nelle insegne e nelle catene retail più prestigiose. Per quanto riguarda Ferrari Trento, oggi la richiesta del mercato eccede la nostra disponibilità di bottiglie per alcune linee e, nel prossimo biennio, la crescita in termini di volumi dovrà essere limitata.

QUAL È IL VOSTRO RAPPORTO

CON I DISTRIBUTORI?

In Italia, negli anni, abbiamo costruito una rete capillare di distributori che trattano tutti i marchi del Gruppo. Abbiamo lavorato molto sul marketing mix, costruendo una strategia distributiva in grado di rappresentarci al meglio sull’intero territorio nazionale, incontrando le esigenze dei vari punti di consumo. Nel rapporto con i grossisti puntiamo non solo a stabilire un’ottima relazione commerciale, ma investiamo anche molto in attività di formazione, spiegando e raccontando il brand e le singole referenze, affinché il distributore possa soddisfare al meglio le esigenze del cliente. Pur avendo una nostra rete di vendita diretta, le partnership con distributori e grossisti ci aiutano ad avere una presenza ancor più capillare in un mercato, come quello italiano, in cui soprattutto Ferrari Trento è particolarmente presente.

QUALI SONO LE PRINCIPALI

TENDENZE CHE OSSERVATE NEL

SETTORE DEI VINI, DELL’ACQUA E DELLE BEVANDE E COME STATE

RISPONDENDO A ESSE?

Tra le principali tendenze che abbiamo osservato e che sono emerse in recenti convegni e ricerche promossi anche da Fondazione Altagamma, i consumatori risultano sempre più attenti alle tematiche di sostenibilità, all’autenticità e all’origine delle materie prime. Un’altra tendenza, forte nel mercato americano, ma a cui anche l’Italia guarda con attenzione, è rappresentata dai vini a bassa gradazione alcolica. E

proprio a questa opportunità si rivolge il nuovo Prosecco Edizione I Gondolieri, un Superiore DOCG di Valdobbiadene autentico e fedele alla Denominazione, ma con una gradazione alcolica pari a 10.5% vol.

NUOVI PROGETTI O INIZIATIVE

CHE IL GRUPPO LUNELLI STA

ATTUALMENTE SVILUPPANDO?

Siamo un Gruppo dinamico, impegnato su tanti fronti perché crediamo che ciascuno dei nostri marchi abbia ancora straordinarie potenzialità. L’investimento più rilevante sarà realizzato nella sede di Trento, dove abbiamo da poco concluso un ampliamento della cantina e dove sarà realizzato un completo rinnovamento dell’area ospitalità, con la creazione di uno spazio polifunzionale e di un percorso visite in linea con il prestigio della marca. Un progetto significativo che riteniamo avrà una risonanza a livello internazionale.

GUARDANDO AL FUTURO,

QUALI SONO LE PROSPETTIVE

E GLI OBIETTIVI CHIAVE CHE VI

PREFIGGETE DI RAGGIUNGERE

NEI PROSSIMI ANNI?

Vogliamo essere un Gruppo sempre più internazionale, ma anche sempre più sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Il nostro obiettivo è continuare a raccontare il bello, il buono e ben fatto dell’Italia ampliando il prestigio e la notorietà dei nostri marchi. A tal fine, continueremo ad attrarre talenti e a investire nella ricerca e nello sviluppo delle nostre aziende.

CONSORZI/ADB GROUP

INVESTIAMO NELLA TRANSIZIONE DIGITALE

RACCOLTA E ANALISI DEI DATI DI VENDITA E STRUMENTI PER FACILITARE IL RAPPORTO CON I PUBBLICI ESERCIZI SONO ALCUNI DEI SERVIZI CHE IL CONSORZIO ADB OFFRE AI SOCI

DI JESSIKA PINI

Nato nel maggio 1988 ADB

Group è frutto dell’intuizione di alcuni imprenditori del beverage della zona compresa tra le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Milano e Sondrio. È stata una delle prime realtà consortili lombarde del settore fondata con l’obiettivo di fare massa critica per presentarsi compatti e coesi all’industria internazionale e avere una maggiore forza contrattuale nella trattazione delle condizioni di fornitura. La base sociale iniziale era composta da 15-18 aziende. Dall’88 fino al 2000 la conduzione fu gestita dal socio trainante e progressivamente i soci salirono a 28. Nel 2000 il Gruppo si struttura e mette a contratto un direttore generale sotto la cui guida, fino al 2012,

il Consorzio raggiunge una base sociale di 50 aziende e avvia il percorso di informatizzazione. Dal 2013 la direzione viene assunta da Paolo Marelli che ha portato a una crescita costante del Gruppo passato da 50 ai 90 soci attuali e ha implementato il processo di digitalizzazione.

IN CHE MODO E CON CHE FINALITÀ

AVETE UTILIZZATO LE TECNOLOGIE

DIGITALI?

ADB Group ha abbracciato la digitalizzazione sin dai primi anni 2000, investendo in strumenti che hanno permesso di ottimizzare la gestione dei dati, la comunicazione interna e la collaborazione tra i soci. Un elemento chiave è il datawarehouse, che raccoglie mensilmente i movimenti di magazzino di oltre

PAOLO MARELLI , DIRETTORE

65 soci offrendo il dato aggregato delle performance di vendita per area geografica, categorie di prodotto e punti di consumo. Questi dati sono essenziali per l’analisi dei trend di mercato, lo sviluppo di strategie commerciali mirate e il miglioramento del processo decisionale. Offriamo inoltre ai soci un software per creare un canale di comunicazione semplificato con i propri clienti, cioè un’app con cui il grossista può ricevere comunicazioni, ordini e pagamenti direttamente dai pubblici esercizi serviti. Siamo consapevoli che il successo degli scambi commerciali si basi sul rapporto umano, quindi lo strumento non può e non vuole sostituirsi al lavoro del venditore, ma lo sgrava dall’attività routinaria, lasciandogli più tempo per interfacciarsi con il pubblico esercizio per la formazione, suggerimenti di prodotti da trattare, ampliamento del portafoglio, ecc.

QUALI SONO LE AREE GEOGRAFICHE

IN CUI SIETE PRESENTI?

Il Consorzio ha una forte presenza in Lombardia, dove è nato, e ha ampliato la sua rete distributiva in diverse regioni del Centro-Nord Italia nel quadrilatero compreso tra Cuneo a Ovest, Trieste a Est, Livigno a Nord e Firenze a Sud, a cui si aggiungono una ventina di aziende in Sardegna grazie alle quali copriamo integralmente l’isola ad eccezione della provincia di Oristano.

QUALI SONO I PRODOTTI CHE

PESANO MAGGIORMENTE NELLA

VOSTRA OFFERTA?

Le birre e i vini, ma gestiamo tutti i prodotti che in questo momento connotano il mercato beverage

nel fuori casa. Il peso dei prodotti varia molto anche a seconda dell’area geografica, per esempio in Sardegna c’è il consumo pro capite di birra più alto di tutto il paese, vicino a quello dei danesi (circa 62 litri annui contro i 34 di media nazionale), e si predilige la bottiglia, mentre nel CentroNord viene più richiesto il prodotto in fusto da servire alla spina. In Lombardia e Veneto la domanda degli esercenti è molto condizionata dal successo dell’aperitivo e Trieste fa un po’ storia a sé: per effetto dell’insieme di culture che la popolano, sono richiesti anche brand dei paesi confinanti.

AVETE UNA LINEA

PRIVATE LABEL?

Nel 2017 ho proposto al Gruppo di inserire una linea di prodotti a marchio per birra e vino. Senza che ci sia nessun vincolo o incentivo per i soci di acquistare questi prodotti, abbiamo registrato un notevole successo, tanto che, tra i vini, i nostri sono la prima proposta trattata e le birre del Consorzio si posizionano tra i 4-5 marchi per volumi e valori più venduti del Gruppo. La linea dei vini, Influssi di luna, si compone di un’offerta soprattutto di bollicine (Prosecco Doc/Docg e Franciacorta) e un Lugana del Garda fermo, mentre per le birre abbiamo un’austriaca, Sonnenberg, una tedesca, Marienberg, e un’italiana, Dame di corte.

FOTO DI GRUPPO IN OCCASIONE DEL CDA DEL CONSORZIO ADB

DESTRA,

DELLE AULE IN CUI SI SVOLGONO I CORSI DESTINATI

TUTTA LA FILIERA DISTRIBUTIVA

QUALI SONO I VOSTRI PUNTI DI FORZA?

Siamo un Consorzio snello sia nella struttura che dal punto di vista dell’impegno economico richiesto ai soci in rapporto ai progetti messi in atto. Per esempio, l’investimento attuato per lo sviluppo dei prodotti a marchio, nonostante la creazione di brand registrati, ha raggiunto volumi di vendita importanti senza la necessità di appesantire l’investimento con l’adozione di addetti alla promozione/spinta dei prodotti. Questa scelta ovviamente presenta vantaggi e svantaggi, ma certamente non ha appesantito i conti del Consorzio e quindi dei soci.

COME SIETE ORGANIZZATI NELLA

LOGISTICA?

Per quanto riguarda la logistica, a Lecco disponiamo di una piattaforma esternalizzata attraverso cui inviamo i prodotti a marchio e alcuni prodotti di mercato gestiti centralmente dai singoli soci.

COME STA EVOLVENDO

IL CANALE? E I GROSSISTI?

Il mercato dell’Horeca negli ultimi 12 mesi ha mostrato segnali nella direzione della concentrazione dei volumi in strutture distributive più grandi, con più personale e in grado di servire in modo capillare vaste aree. A questo si aggiunge che il terzo mercato, cioè la ristorazione in catena, sta assumendo numeri sempre più importanti. La somma dei due fenomeni ci dice che andiamo verso poche e grandi realtà. Un movimento aggregativo che stride con la frammentazione che ha da sempre caratterizzato il tessuto imprenditoriale italiano in tutti i settori produttivi. Non so se fra 3 o 4 anni parleremo di un

avvenuto processo di strutturazione per acquisizioni perché l’italiano ha nel suo Dna un modo di approcciare il mercato fondato sulla distintività; è altrettanto vero che, se questo sarà l’unico modo per sopravvivere, il processo avrà corso anche nel nostro Paese. Inoltre, la concentrazione dell’offerta si innesca su un altro fenomeno a cui assistiamo da 4-5 anni che riguarda i nostri clienti, ovvero la frequenza del turnover nella gestione dei punti di consumo. Anche questo cambiamento può contribuire ad alimentare l’aggregazione dei grossisti. Dal punto di vista commerciale il 2024 è stato negativo per la frequenza delle precipitazioni che hanno disincentivato le uscite. Bisognerà capire se questo trend del clima andrà avanti per anni diventando la normalità con cui imparare a convivere oppure no.

PROGETTI FUTURI?

Verranno ampliati il portafoglio dei prodotti a marchio e il sistema di digitalizzazione e vorremmo riproporre i corsi di formazione. Prima del Covid eravamo molto attenti alla formazione della filiera distributiva, organizzavamo corsi didattici in aula propedeutici alle vendite, corsi dedicati alla gestione aziendale riservati ai manager e tanto altro, che abbiamo interrotto con la pandemia e vorremmo riprendere. Dobbiamo però recuperare una sensibilità dell’industria che è anche partner di queste attività. Non credo però che ciò avverrà nel breve periodo, perché i vari accadimenti politici e macro economici che si sono succeduti dopo il Covid (la guerra in Ucraina, l’inflazione, l’aumento dei tassi d’interesse da parte della BCE) hanno portato il mondo produttivo ad agire per priorità. Nel settore del fuori casa assistiamo quindi a un momento prolungato di turbative che costringono tutti gli attori a prestare cautela, mostrando maggiore attenzione agli aspetti commerciali e meno a quelli tipicamente etici, come la formazione.

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IL GROSSISTA/BEVINGROS

DISTRIBUIRE È (ANCHE) UN ‘GIOCO’ DA RAGAZZE

PAOLA GIACCHERO, UNA DELLE DONNE PIÙ INFLUENTI NEL

SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE HORECA, RACCONTA LA SUA

AZIENDA E IL RUOLO DEL GENTIL SESSO

IN UN CONTESTO DOVE

IL GENDER GAP È ANCORA MOLTO SENTITO

DI MARIA ELENA DIPACE

Un’azienda di distribuzione che ha saputo distinguersi per il suo impegno verso l’etica, la sostenibilità e l’innovazione del settore Horeca. Parliamo di Bevingros, una società di distribuzione guidata con determinazione da Paola Giacchero, una donna che ha saputo cavalcare i cambiamenti del settore adottando pratiche ecologiche avanzate, dall’energia green alla logistica ottimizzata, con una selezione dei prodotti che tiene conto delle tendenze di mercato e delle esigenze dei clienti. Una donna che crede nelle donne e nelle sfide che sono chiamate ad affrontare nel settore tirando

in ballo valori come la chiarezza e la serietà nelle relazioni con fornitori e i clienti, l’influenza della digitalizzazione

e dell’intelligenza artificiale sulle strategie aziendali e i consigli per le giovani imprenditrici che vogliono emergere in questo campo.

COME È NATA L’IDEA DI FONDARE BEVINGROS E COME SI È SVILUPPATA NEL TEMPO L’AZIENDA?

La nascita di Bevingros è strettamente correlata alla storia della mia famiglia e di mio padre Alberto che negli anni ’70 ad Alessandria, da agente di commercio, decise di aprire un deposito di bevande diventando concessionario della Sanpellegrino. È stato quello il primo passo, il viatico per la successiva nascita di Bevingros che è avvenuta

nel 1992. Avevo finito gli studi ed ero pronta, insieme a mio padre, a intraprendere questa nuova sfida.

IN QUALE AREA OPERATE?

La città di Alessandria e, più in generale, tutta la sua provincia, è da sempre la nostra area di riferimento: un territorio che conosciamo alla perfezione, ma dove dobbiamo essere in grado di offrire un servizio e una qualità di primo livello per contrastare la concorrenza.

QUALI CRITERI UTILIZZATE PER SELEZIONARE IL VOSTRO ASSORTIMENTO?

La messa a punto dell’assortimento è un esercizio che deve tener conto di diversi fattori, primo tra tutti la competenza merceologica. Un beverage specialist deve possedere la più ampia conoscenza e una profonda cultura delle diverse categorie merceologiche. La creazione della gamma prodotti da distribuire passa attraverso l’ascolto del mercato: parlare con i propri clienti gestori di locali e osservare i loro clienti/ consumatori; da questa osservazione possono nascere delle intuizioni, delle idee e da qui suggerire nuove occasioni di consumo e novità di prodotto che vanno a completare un assortimento esclusivo.

La scelta dei prodotti da offrire nasce anche dalla continua voglia di apprendere, studiare i trend, valutare cosa accade in altri mercati o Paesi. Ad esempio, abbiamo colto in nuce l’avvio del fenomeno free/low alcol intuendo potesse essere un’opportunità. Oggi abbiamo una gamma completa di birre e spirits NoLo.

IN CHE MODO LA VOSTRA

AZIENDA SI DISTINGUE NELLA

GESTIONE DELLE RELAZIONI

CON FORNITORI E CLIENTI?

I nostri rapporti sia con i fornitori che con i clienti si basano su tre principi per me irrinunciabili: chiarezza, serietà ed etica.

QUALI INIZIATIVE AVETE

IMPLEMENTATO PER RIDURRE L’IMPATTO

AMBIENTALE DELLE VOSTRE

OPERAZIONI LOGISTICHE E DI DISTRIBUZIONE?

L’obiettivo del risparmio energetico – e quindi del relativo minor impatto ambientale – hanno sempre fatto

parte della vocazione della mia azienda. Bevingros è stata una delle prime società di distribuzione a ricoprire il tetto del proprio deposito di pannelli solari, sono oltre dieci anni che lavoriamo con energia green. La nostra attenzione all’ambiente coinvolge ovviamente anche la fase logistica: i nostri consegnatari ogni giorno seguono un giro ottimizzato per ridurre le percorrenze. Meno chilometri, meno sprechi, più efficienza non solo ambientale, ma anche economica. Per migliorare ancora stiamo valutando la sostituzione del parco mezzi attuale con veicoli a carica elettrica. Sarà il nostro prossimo step.

PAOLA GIACCHERO CON SUA FIGLIA VALENTINA WELLER

QUALI TECNOLOGIE

UTILIZZATE PER MIGLIORARE

LA GESTIONE DEL MAGAZZINO E L’EFFICIENZA

DELLE CONSEGNE?

Prestiamo grandissima attenzione alla componente logistica che, per un’azienda di distribuzione Horeca, è un aspetto dirimente. Basti pensare che questi costi incidono dai 10 ai 12 punti circa sul fatturato, e rappresentano la maggior voce di spesa del conto economico. Il servizio logistico deve garantire al distributore: efficienza, precisione e puntualità. Per ottenere questi risultati, oltre alla tecnologia e alla digitalizzazione dei processi su cui l’azienda investe da tempo, riteniamo sia fondamentale un gioco di squadra fra i reparti aziendali che passi dalla consapevolezza, e poi dalla condivisione con tutto il suo team, dell’importanza strategica di una logistica efficiente ed efficace che, torno a ripetere, è uno degli aspetti fondamentali per chi svolge questa attività.

AVETE SVILUPPATO

PIATTAFORME ONLINE O APP

PER FACILITARE GLI ORDINI

E LA COMUNICAZIONE CON

I VOSTRI CLIENTI?

Ritengo che la cosiddetta transizione digitale sia inevitabile, ma deve essere fatta con intelligenza, mixando al meglio il virtuale con il reale. Bevingros, come tutte le aziende di distribuzione,

è una realtà “fisica” che ha sempre operato attraverso il contatto diretto con i clienti, valorizzando quelle che solo le relazioni fra persone, il rapporto umano. Ricordiamoci sempre che l’Horeca è socialità. Certo, sono consapevole che l’uti-

lizzo della tecnologia digitale a supporto delle attività commerciali sia un percorso ormai ineluttabile, ma – come dicevo –bisogna utilizzarla senza perdere i tratti distintivi, i punti di forza, e ci aggiungo anche i valori, che sono parte integrante delle aziende di distribuzione. Valori che fanno anche parte di Pagis Premium Beverage, la nuova realtà distributiva che abbiamo lanciato insieme a mia figlia Valentina, il cui tratto distintivo è l’assortimento esclusivo e di alta gamma.

IN CHE MODO L’INTELLIGENZA

ARTIFICIALE STA

INFLUENZANDO LE VOSTRE STRATEGIE DI MARKETING?

Mia figlia Valentina, nella sua tesi di Laurea Magistrale presso l’università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha dedicato ben due capitoli al tema. Evoluzione digitale e intelligenza artificiale applicate al mondo dei consumi fuori casa stanno generando enormi potenzialità. L’AI ci permetterà di pianificare meglio gli ordini, di programmare al meglio le consegne; tuttavia, un chatbot che parli al mio posto con un cliente non ce lo vedo, ascoltare i suoi bisogni, le sue attese… è necessario interagire con i propri clienti e avere quella sensibilità che un robot non ha. Resto sempre convinta che il rapporto fra umani sia la base essenziale del nostro lavoro.

QUALI SONO LE PRINCIPALI

SFIDE CHE LE DONNE DEVONO AFFRONTARE OGGI NEL

MONDO HORECA?

In qualità di Presidente Adhor (Associazione donne dell’Horeca), amo sempre dire che il mondo Horeca è donna. Del resto il 55% delle persone che lavorano in questo mondo sono di sesso femminile, ma non è solo una questione di numeri: empatia, senso di accoglienza… sono valori molto

PAOLA GIACCHERO CON LA SUA STORICA COLLABORATRICE ASSUNTA BARBETTA

comuni al gentil sesso che ben si conciliano con il mondo della ristorazione e dell’hospitality. Tuttavia, come in molti settori della nostra economia, c’è ancora poco riconoscimento del ruolo delle donne, oltre che un gap economico assolutamente fuori luogo.

UN IMPEGNO

A TUTTO TONDO

Paola Giacchero è nel Consiglio della Federazione Italgrob dal 2011 dove si impegna nella promozione di iniziative che vedono al centro fattori-valori come cultura e solidarietà. Valori ispirati anche al suo ruolo di Presidente dell’associazione ADHOR (Associazione donne dell’Horeca) che punta a promuovere il ruolo della donna nel contesto della Filiera Horeca. Fra le tante attività di ADHOR ricordiamo l’iniziativa la Birra del Cuore alla quale presero parte i più importanti produttori italiani (in foto un momento della premiazione), i fondi raccolti devoluti ad ARMR per l’Istituto di ricerca sulle malattie Rare Mario Negri di Bergamo.

QUAL È LA PERCENTUALE DI

QUOTE ROSA NELLA VOSTRA

AZIENDA E QUALI RUOLI RICOPRONO?

Posso dire che le nostre aziende, Bevingros e Pagis, sono decisamente rosa: due donne alla guida, mamma e figlia, e i nostri più stretti collaboratori sono donne.

PENSA CHE LE DONNE OGGI

ABBIANO CREDIBILITÀ NEL SETTORE?

Le donne sono assolutamente credibili, capaci e multitasking. Certamente, rispetto a una decina di anni fa, c’è maggiore considerazione per il lavoro che svolgono nel mondo Horeca, ma la parità è ancora da raggiungere. Sono fiduciosa e confido che con la determinazione e la professionalità con le quali le donne si impegnano questo traguardo venga raggiunto quanto prima.

QUALI CONSIGLI DAREBBE

ALLE GIOVANI IMPRENDITRICI

CHE DESIDERANO ENTRARE

NEL SETTORE OGGI?

Cultura di canale e conoscenza anzitutto, prima di avviare l’attività: è importante studiare sempre e di continuo il mercato del beverage per capire quali sono le tendenze attuali e le esigenze della clientela. Poi, identificare il proprio target, definire chi sono i potenziali clienti a cui ci si vuole rivolgere, come ad esempio ristoranti di lusso, bar alla moda o catene di fast food. Creare un brand riconoscibile, curando al meglio la comunicazione e la presenza sui canali digitali. E poi, creare

L’IDENTIKIT DELL’AZIENDA

Bevingros Srl

Gruppo: HORECA.IT

Via Rana, 4/6 Zona Ind. D5 15122

Alessandria AL Tel +39 0131610733

www.bevingros.com

Vino

Birra

Distillati e liquori

PRODOTTI

Soft drink

Acqua, succhi e bibite

Prodotti NoLo

Distribuzione e logistica

Consulenza

Formazione

SERVIZI

Assistenza on-site

Fornitura attrezzature

Fonte: dati aziendali

partnership strategiche con i propri clienti per ampliare la propria presenza sul mercato e raggiungere un pubblico più vasto. A fronte di queste priorità, è necessario selezionare con cura le referenze da distribuire, assicurandosi che siano di alta qualità e rispondano alle esigenze del target di riferimento. Importante è anche costruire una rete di fornitori affidabili e di qualità per garantire un approvvigionamento costante e puntare sulla diversificazione dei prodotti. Infine, monitorare costantemente i risultati tenendo sotto controllo le performance dell’attività attraverso l’analisi dei dati, adottando eventuali correzioni di rotta in base ai feedback ricevuti. Avere sempre chiari i propri obiettivi a lungo termine e lavorare costantemente per realizzarli, investendo nella formazione e nell’innovazione. Ovviamente il tutto con i valori cardine quali chiarezza, serietà ed etica.

FORMAZIONE/AFDB

UN MASTER D’ECCELLENZA NEL F&B MANAGEMENT

GIUNTO ALLA NONA EDIZIONE, IL CORSO PROMOSSO DA AFDB

OFFRE UN PROGRAMMA INNOVATIVO PER FORMARE I FUTURI

LEADER DEL SETTORE HORECA FAVORENDO UNA CRESCITA

PROFESSIONALE IMMEDIATA E RILEVANTE

DI MARIA ELENA DIPACE

Fornire agli studenti una solida base di conoscenze e competenze nel settore del Food & Beverage con un approccio didattico accademico favorito dalla collaborazione con la Luiss Business School di Roma. Il Master in Sales & Account Management promosso da AFDB (Advanced Food & Beverage Management) – giunto alla sua nona edizione – si propone di fornire ai partecipanti gli strumenti e le tecniche più innovative per migliorare i processi di vendita e l’interazione degli stessi con la supply chain aziendale, combinando il focus sulle attività “hard” relative alla gestione e allo sviluppo delle relazioni con il trade, con il focus sulle attività “soft” relative alle tecniche di negoziazione, essenziali per il

successo dell’attività commerciale. “Il corso appena terminato si è stato contraddistinto per l’integrazione della tecnologia avanzata, come i Digital Twin basati su GPT4o – spiega Febo Leondini, Presidente AFDB – che supportano il percorso formativo e aiutano gli studenti a comprendere le dinamiche complesse del settore Horeca e Retail”.

QUALI SONO STATI

GLI OBIETTIVI PRINCIPALI

DEL 9° MASTER?

L’obiettivo principale di questa nona edizione è stato quello di ampliare il percorso didattico, introducendo una serie di aggiustamenti nel programma, così da ampliare lo spettro delle conoscenze nel mercato dell’F&B.

QUALI SONO LE COMPETENZE CHIAVE CHE

GLI ALLIEVI HANNO ACQUISITO?

Uno studente che esce dal nostro Master ha competenze che sono decisamente più avanzate rispetto al mondo delle imprese. Oggi, come ieri, chi esce da AFDB-LBS è in grado di comprendere tutti i fenomeni che avvengono nel settore Food & Beverage, sia esso Horeca o Retail. Ovviamente manca di pratica ed esperienza, ma questa la si acquisisce con il tempo.

COME HA VISTO EVOLVERSI L’APPROCCIO ALLA FORMAZIONE DEL MASTER?

L’evoluzione dei percorsi formativi ha seguito quella avvenuta nei mercati di riferimento, pertanto, il grande pregio è quello di non aver ingessato la formazione dei ragazzi in percorsi accademici fossilizzati.

IN CHE MODO I PROGETTI DI FINE CORSO PRESENTATI QUEST’ANNO SI DIFFERENZIANO DA QUELLI DELLE EDIZIONI PRECEDENTI?

In questo campo non rilevo grandi differenze, quanto piuttosto una continuità di fondo, segno che i problemi delle imprese non hanno ancora trovato una soluzione definitiva. E questo è un grande stimolo per la ricerca.

QUALI SONO STATI I CRITERI DI VALUTAZIONE PRINCIPALI PER I PROGETTI DI FINE CORSO?

Da quest’anno è stato adottato un criterio di valutazione multidimensionale i cui vettori, oltre agli aspetti tecnici, hanno preso in considerazione anche quelli personali, umani e relativi alle dinamiche di gruppo e alla DEI (diversità, equità e inclusione).

QUALI SONO LE SFIDE PRINCIPALI CHE I FUTURI

MANAGER DEL SETTORE HORECA DOVRANNO AFFRONTARE?

La sfida è sostanzialmente una: far capire in azienda che la distinzione tra Horeca e Retail sta diventando poco più che una categoria didattica, ma i confini tra i due canali si stanno sfumando sempre di più. E questo complica non poco i percorsi organizzativi e i meccanismi operativi.

IN CHE MODO LA COLLABORAZIONE CON

LA LUISS BUSINESS SCHOOL HA CONTRIBUITO ALLA CRESCITA PROFESSIONALE DEGLI ALLIEVI?

LBS è un’eccellenza europea, frequentare l’ambiente accademico e relazionale che questo istituto consente di fare è già di per sé un fatto eccezionale. La crescita professionale è una conseguenza.

PUÒ DARCI UN’IDEA DI COME I PROGETTI

DI FINE CORSO POSSONO ESSERE APPLICATI CONCRETAMENTE NEL SETTORE HORECA?

I progetti di fine corso sono spesso basati su casi concreti forniti dalle aziende partner del settore e rappresentano soluzioni applicative reali a problematiche specifiche che queste società stanno affrontando. Grazie alla collaborazione diretta con le imprese, gli studenti hanno l’opportunità di lavorare su progetti che non sono solo teoricamente validi, ma anche praticabili e pronti per l’implementazione nel contesto operativo

DINO DI MARINO , DIRETTORE ITALGROB

dell’azienda. In sintesi, non sono semplici esercizi accademici, ma vere e proprie proposte operative che rispondono alle esigenze specifiche delle società che operano nel settore. Questo approccio garantisce che i risultati siano immediatamente applicabili, apportando un valore tangibile e miglioramenti concreti alle operazioni aziendali.

IN CHE MODO LA TECNOLOGIA,

LA DIGITALIZZAZIONE E L’AI SONO

STATI INTRODOTTI NEL MASTER E

COME LO HANNO CAMBIATO?

Per quanto riguarda i miei moduli, da quest’anno i ragazzi sono stati affiancati da due Digital Twin, basati su GPT4o, addestrati con le più avanzate ricerche e conoscenze disponibili per i Canali Horeca e Retail, concepiti per supportare tutto il percorso didattico e formativo. Si è trattato di un esperimento che, alla luce dei risultati, ritengo abbia avuto esito positivo e che, di conseguenza, per quanto riguarda la didattica che mi riguarda, diventeranno una presenza costante.

QUALI SONO LE TENDENZE

EMERGENTI NEL SETTORE HORECA

CHE GLI ALLIEVI DEL MASTER

DOVREBBERO MONITORARE?

Il canale è in fase fortemente generativa da almeno quattro anni. Nessuno sa quale sarà la

forma distributiva e le modalità di offerta che risulteranno vincitrici. Tenersi aggiornati è l’unico modo per capire cosa sta succedendo, prestando attenzione anche ai fenomeni marginali perché potrebbero riservare sorprese.

IN CHE MODO AFDB SUPPORTA I GIOVANI

TALENTI NEL SETTORE HORECA?

Nel miglior modo possibile: offrendo la borsa di studio per il Master.

QUALI SONO LE QUALITÀ ESSENZIALI PER AMBIRE A POSIZIONI DI RILIEVO NELL’HORECA?

Capacità relazionale, pazienza e apertura mentale.

QUALI SONO I SUOI CONSIGLI PER GLI ALLIEVI

DEL MASTER CHE STANNO PER ENTRARE NEL

MONDO DEL LAVORO?

Quelli che valgono per tutti i giovani: l’azienda non è una famiglia, i colleghi non sono amici, date il massimo di voi stessi ma pretendete altrettanto.

STRATEGIE/ASSORTIMENTI

IL TREND GREEN DEL

MERCATO: CAPITALIZZIAMO L’OPPORTUNITÀ

MONITORARE LE TENDENZE DI CONSUMO AIUTA A MANTENERE UN ASSORTIMENTO ADEGUATO, COMPETITIVO E IN LINEA CON LE RICHIESTE

SEMPRE PIÙ ATTENTI ALLE TEMATICHE AMBIENTALI

Negli ultimi anni la sostenibilità è diventata una delle principali preoccupazioni dei consumatori. Questo cambiamento ha un impatto significativo sui distributori di bevande che devono adattare le loro strategie di acquisto per rispondere a questa domanda emergente.

CRESCITA DELLA DOMANDA DI BEVANDE SOSTENIBILI

I consumatori sono sempre più consapevoli dell’impatto ambientale dei loro comportamenti, anche in termini di scelta dei prodotti che acquistano. La preferenza si sposta verso bevande biologiche, a base vegetale, perciò con una minore emissione di gas serra e quelle confezionate in materiali ecocompatibili. I grossisti Horeca devono quindi identificare e selezionare fornitori

che possano garantire prodotti che soddisfino questi criteri Un esempio di questa tendenza è la ormai affermata popolarità delle bevande a base di avena, mandorla e soia, che offrono alternative più sostenibili al latte tradizionale. Diciamo più sostenibili perché ogni coltivazione ha un “riflesso inquinante” sul pianeta, ma quelle vegetali bio lo hanno in misura minore.

INNOVAZIONE NELLE CONFEZIONI

Un aspetto chiave della sostenibilità nel settore delle bevande riguarda il packaging. I distributori devono cercare opzioni di confezionamento innovative, come bottiglie di plastica riciclata, lattine in alluminio riciclabile e contenitori biodegradabili. Collaborare con fornitori che investono in queste tecnologie è fondamentale per rimanere competitivi. Come risposta al popolare sdegno verso l’inquinamento dei mari causato dalle plastiche disperse, per esempio, alcune aziende stanno sperimentando bottiglie realizzate in plastica marina riciclata. Altre si stanno orientando verso packaging compostabili che riducono l’impatto ambientale. Soluzioni green che sono stimolate dalle stesse istituzioni. In ordine temporale, il 3 luglio scorso è entrato in vigore l’obbligo UE di dotare tutte le confezioni in plastica per bevande con capacità fino a tre litri di tappi ancorati all’imballaggio.

EDUCAZIONE DEL CONSUMATORE

Certamente la sensibilità verso i temi ambientali e l’adozione di pratiche più green sono aumentate anche in Italia, ma molto rimane da fare. Parte del ruolo del grossista è pertanto anche quello di supportare le campagne che educhino i consumatori sui benefici delle bevande sostenibili. Collaborare con il team marketing interno e dei brand per promuovere queste iniziative può aiutare a creare consapevolezza e fedeltà tra i consumatori. Fornire informazioni sui processi di produzione sostenibili o i benefici

delle confezioni riciclabili o di una bibita bio, può da un lato influenzare positivamente le decisioni di acquisto dei clienti, dall’altro far percepire il distributore vicino a temi ormai mainstreaming.

CERTIFICAZIONI E STANDARD

Anche la presenza di certificazioni di sostenibilità, come quelle biologiche o Fair Trade, influisce sulle decisioni di acquisto. I distributori devono essere ben informati sulle diverse certificazioni e scegliere prodotti che le possiedano, garantendo così la conformità agli standard ambientali e sociali. Queste certificazioni non solo assicurano la qualità e la sostenibilità dei prodotti, ma possono anche migliorare la percezione del marchio e aumentare la fedelizzazione dei clienti.

SFIDE LOGISTICHE

Rispondere alla crescente domanda di sostenibilità comporta anche sfide logistiche. I distributori devono considerare la disponibilità dei prodotti, i tempi di consegna e i costi associati all’importazione di bevande sostenibili , specialmente se provenienti da fornitori internazionali.

ANALISI E MONITORAGGIO

DELLE TENDENZE DI CONSUMO

Un altro aspetto cruciale per il distributore è l’analisi e il monitoraggio continuo delle tendenze di consumo. Utilizzare strumenti di analisi dei dati per tracciare le preferenze dei clienti verso i prodotti sostenibili e le performance del

mercato può fornire dettagli preziosi per prendere decisioni informate. Questo approccio data-driven consente ai grossisti di anticipare le esigenze dei consumatori e di adattare l’assortimento di prodotti in modo proattivo.

PARTNERSHIP STRATEGICHE

CON I FORNITORI

Sviluppare partnership strategiche con fornitori che condividono l’impegno verso la sostenibilità può portare a numerosi vantaggi. I grossisti possono lavorare a stretto contatto con i fornitori per sviluppare nuovi prodotti, migliorare le pratiche di produzione e ottimizzare la logistica. Queste collaborazioni possono anche favorire l’innovazione e la differenziazione del marchio sul mercato.

INTEGRAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ

NELLE STRATEGIE DI ACQUISTO

Per massimizzare l’impatto della sostenibilità, i grossisti devono integrare questi principi nelle loro strategie di acquisto complessive. Questo può includere l’adozione di politiche di approvvigionamento responsabile, la definizione di criteri di sostenibilità per la selezione dei fornitori e l’implementazione di programmi di audit per monitorare e valutare le performance dei fornitori.

COINVOLGIMENTO DEI CONSUMATORI E FEEDBACK

Coinvolgere i consumatori nel processo di sostenibilità e raccogliere feedback può fornire preziose informazioni per migliorare continuamente l’offerta di prodotti. Dotarsi di un team marketing per ricevere informazioni e aggiornamenti attraverso dei canali di comunicazione aperti, come sondaggi e piattaforme di feedback, può aiutare a comprendere meglio le esigenze e le aspettative dei clienti in termini di riduzione dell’impatto ambientale.

FACCIAMO UN PO’ D’ORDINE

Abbiamo citato molte informazioni che dovrebbero rientrare tra i criteri di selezione dell’assortimento proposto dal distributore. Ma come si può metterle alla base dei processi decisionali? Semplicemente traducendo tutte le best practice esposte in dati oggettivi, che un motore di calcolo possa elaborare al posto nostro:

• origine degli ingredienti (vegetale, vegetale biologico, animale)

• materiale del packaging (riciclabile, riutilizzabile, non recuperabile)

• sensibilità green del brand (Carbon Neutral, piena sostenibilità, attenzione al riciclo, …)

• risposta dei consumatori (molto interessati, interessati, neutrali, allontanati)

Questi item vanno poi inseriti in una scala di valori in modo da poter calcolare uno o più indici numerici della sostenibilità del prodotto per facilitare così i confronti. Assegnando un opportuno peso ad ognuno degli indici considerati, si potranno governare in maniera programmatica le variazioni da apportare all’assortimento.

Tutto ciò richiede a monte un lavoro di standardizzazione e pulizia dei dati e un buon software di “Assortment Optimization”, che sia sufficientemente flessibile e in grado di operare con molte fonti di informazioni differenti per elaborare l’assortimento ideale per una valutazione finale dei distributori.

CHI È AXIANTE?

È un Business Innovation Integrator che supporta le aziende, locali e internazionali, nella trasformazione digitale. Axiante opera attraverso business unit dedicate: Digital, che crea soluzioni digitali uniche per ogni realtà, grazie a uno sviluppo software di eccellenza; Integra, che analizza contesti operativi complessi, progetta e gestisce soluzioni integrate per grandi organizzazioni; Retail, scelta da otto dei primi dieci retailer italiani; Stream, dedicata all’Intelligent Finance; Data Driven, pensata per supportare le organizzazioni alle prese con una molteplicità di dati distribuiti su più ambienti eterogenei.

IDENTITY

Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.

VISION

MISSION

La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.

Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission.

• POLITICO ECONOMICO SOCIALE

• SINDACALE

• ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA

DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA

SUL MERCATO HORECA

IHM

INTERNATIONAL HORECA MEETING

L’unico evento dedicato agli operatori della filiera horeca (produttori, distributori e pubblici esercizi) e alle aziende produttrici del mondo Horeca.

GBI

GBI Magazine è l’organo ufficiale di ITALGROB. È il punto di riferimento per tutti i distributori di food&beverage che operano sul mercato nazionale nel canale Horeca.

GBI NEWS

GBI NEWS è il portale, collegato al Magazine GBI, ricco di notizie del settore Fuori Casa, aggiornate in tempo reale, a cui si affiancano una serie di newsletter dedicate a tutti i distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca.

ISCRIZIONI A ITALGROB DA PARTE DI IMPRESE INDIPENDENTI:

Anche i distributori non facenti parte dei consorzi federati possono iscriversi alla Federazione acquisendo una serie di vantaggiosi diritti:

• Usufruire di particolari convenzioni stipulate direttamente dalla Federazione e di tutte le convenzioni stipulate dal Sistema Confindustria

• Ricevere la rivista GBI, i bollettini economico-fiscali e i notiziari sugli avvenimenti del mercato

• Pubblicare articoli della propria azienda sul sito italgrob.it e/o sulla rivista GBI e il portale GBI NEWS

• Avere consulenza diretta nei casi di vertenze importanti con le Istituzioni locali (Comune, Regione, Sindacati, ecc)

PER ULTERIORI INFORMAZIONI NON ESITATE A CONTATTARCI: 06.5913090 | segreteria@italgrob.it | www.italgrob.it

SITO

ITALGROB.IT è il sito ufficiale della Federazione. Un punto di riferimento per tutte le notizie istituzionali di Italgrob.

ORGANIGRAMMA

ANTONIO PORTACCIO PRESIDENTE

ANDREA MENICI PAST PRESIDENT

DINO DI MARINO DIRETTORE GENERALE

GIORGIA GIUSTRA SEGRETERIA ITALGROB

CONSIGLIO GENERALE

n. 208 agosto - settembre 2024 www.gbinews.it

REDAZIONE

Giorgio Albonetti • Direttore Responsabile

Maria Elena Dipace • Coordinamento Editoriale m.dipace@lswr.it – tel: 345 0316665

Domenico Apicella • Redazione d.apicella@lswr.it – tel: 349 3100181

Collaboratori • Chiara Bandini, Guido Chiusano, Luca De Vivo, Dino Di Marino, Carlo Giuliano, Franco Metta, Anna Muzio, Jessika Pini, Antonio Portaccio

PUBBLICITÀ

Costantino Cialfi • Direttore Commerciale c.cialfi@lswr.it – tel. +39 3466705086

Giorgio Lomuoio • Sales Manager Area Horeca g.lomuoio @lswr.it – tel: 335 7884503

Elena Cotos • Ufficio Traffico e.cotos@lswr.it – tel: 340 1367901

SERVIZIO ABBONAMENTI

abbonamenti.quine@lswr.it – Tel. 02 864105

Abbonamento annuale 30 € (6 numeri e annuario)

PRODUZIONE

Antonio Iovene

a.iovene@lswr.it

Progetto grafico: Debora Morabito, Edra Spa

Grafica e impaginazione: Life sh.p.k.

Stampa: Faenza Group – Faenza (Ra) Editore

LUCA DE SIERO CONSIGLIERE NAZIONALE CONSIGLIERE NAZIONALE

GAETANO ALIPRANDI CONSIGLIERE NAZIONALE

MASSIMO LA TORRE CONSIGLIERE NAZIONALE

GIUSEPPE BOVIER CONSIGLIERE NAZIONALE

Quine Srl

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Quine è iscritta al Registro Operatori della Comunicazione n° 12191 del 29/10/2005.

Registrazione del Tribunale di Milano n°437 del 16/12/78 in corso di variazione. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti, disegni e fotografie non si restituiscono.

Testata Associata

Dal 1777 Petrus è il padre di tutti gli amari. Petrus Boonekamp prende il nome dal liquorista che inventò la sua ricetta utilizzando solo erbe e spezie che arrivavano da tutto il mondo nei porti Olandesi. Oggi come allora la sua ricetta segreta non prevede neanche un granello di zucchero. Perché ci sono amari solo di nome, Petrus è l’amaro di fatto.

* ACQUAPANNA

THE FINE DINING WATERS S.PKLLKGRINO *

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