GBI N.209_WEB

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EDITORIALE

VERSO UN FUTURO SOSTENIBILE

Parlare di transizione ecologica ed emergenza climatica è oggi un obbligo imprescindibile per tutti, specialmente quando si tratta del settore food & beverage. Gli effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti: la scorsa primavera e l’inizio dell’estate hanno portato con sé piogge incessanti, un fenomeno che ha limitato fortemente le attività del Fuori Casa proprio nei momenti in cui il settore si prepara a fare cassetto. Ristoranti, bar e locali hanno visto ridursi drasticamente le loro possibilità di incasso in un periodo che normalmente dovrebbe essere caratterizzato da un’affluenza significativa di clienti. In questo contesto, la necessità di una rivoluzione green diventa non solo un ideale, ma un imperativo. L’urgenza di adattarsi e rispondere a tali sfide climatiche ci spinge a riflettere su come possiamo ripensare le nostre pratiche aziendali. La carbon neutrality, in particolare, è un concetto che sta guadagnando sempre più attenzione e deve diventare parte integrante della nostra strategia operativa. Essere carbon neutral non è solo una questione di conformità alle normative o di marketing; è una responsabilità verso il nostro ambiente e le future generazioni

È da questo presupposto che abbiamo avviato un percorso di riflessione – Beverage for Future - partendo dal Salento, dove si è tenuto il primo di una serie di appuntamenti dedicati a questi temi cruciali (servizio a pag. 6).

La sostenibilità non è un mero dovere, ma un valore intrinseco che guida le decisioni e le azioni quotidiane. In un settore come quello del food & beverage, in cui ogni aspetto della produzione e della distribuzione ha un impatto sull’ambiente, è fondamentale adottare un approccio proattivo e responsabile. La transizione ecologica rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità. Un’opportunità per innovare, per attrarre nuovi clienti consapevoli e per contribuire attivamente alla salvaguardia del nostro pianeta. Solo abbracciando questi cambiamenti potremo garantire un futuro prospero non solo per le nostre aziende, ma anche per il settore in generale. La nostra responsabilità è di costruire un ecosistema alimentare che sia sostenibile e resiliente, capace di affrontare le sfide climatiche con coraggio e determinazione.

È tempo di agire: il futuro del nostro settore dipende dalle scelte che facciamo oggi.

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UN APPUNTAMENTO CRUCIALE

PER IL FUTURO DEL FOOD&BEVERAGE IL PUNTO

Gli Stati Generali 2024 del Mercato Food&Beverage, organizzati da Italgrob, rappresentano un appuntamento cruciale per analizzare le dinamiche del settore e celebrare il ruolo centrale dei distributori di Food & Beverage nel panorama del Fuori Casa. La nostra categoria, spesso sottovalutata, è essenziale per garantire che le diverse offerte di prodotti raggiungano i consumatori nei ristoranti, bar e locali. Una situazione spesso messa in luce dalla nostra Federazione, ma che ora per la prima volta trova un possibile riconoscimento attraverso il disegno di legge presentato dal Sen. Matteo Gelmetti, membro della Commissione permanente Bilancio. Questa legge intende disciplinare le oltre 3.400 aziende della distribuzione del food & beverage che per troppo tempo sono rimaste “invisibili”. È il primo traguardo di un percorso che stiamo portando avanti da tempo. In questo contesto di crescita e valorizzazione, l’appuntamento con gli Stati Generali diventa ancora più centrale per la filiera. Due i momenti chiave previsti. La Sezione Istituzionale offrirà un’analisi approfondita dell’andamento del mercato nel 2024, coinvolgendo le principali associazioni di categoria del comparto Food&Beverage. Ci sarà anche un’anticipazione della prossima edizione dell’International Horeca Meeting e di Beer&Food Attraction a Rimini, in programma dal 16 al 18 febbraio 2025. Nel pomeriggio, la Sezione Tecnica ospiterà tavole rotonde tematiche, favorendo un confronto costruttivo tra

produttori, distributori e gestori dei punti di consumo. Qui, l’obiettivo sarà promuovere un dialogo proficuo che stimoli innovazione e sinergie all’interno della filiera, riflettendo su come i distributori possano diventare ancora più strategici nel rispondere alle nuove sfide del mercato. L’evento si svolgerà il prossimo 7 novembre a Roma presso l’Auditorium della Tecnica nella sede di Confindustria, un luogo simbolo di confronto e sviluppo. Sarà un convegno di grande importanza, arricchito dalla presenza di autorevoli rappresentanti di associazioni come Centro Marca, Federdistribuzione, Fipe, il Centro Studi di Confindustria, e delle più quotate società di ricerca come Circana, Tradelab e Formind, che condivideranno le loro analisi su consumi e consumatori. A seguire, tre tavole rotonde tematiche, con la partecipazione di quattro esperti: due rappresentanti dell’industria e due della distribuzione, insieme a un rappresentante dei punti di consumo. Si parlerà di birra, bibite e soft drink e ci sarà un focus sul vino e sugli spirits Queste sessioni offriranno un’importante opportunità di dialogo tra i diversi attori della filiera, promuovendo un confronto proficuo che possa stimolare innovazione e sinergie. La presenza di rappresentanti della produzione, distribuzione e punti di consumo garantirà un approccio multidimensionale, essenziale per affrontare le sfide attuali e costruire un futuro sostenibile per il mercato Food&Beverage.

DINO DI MARINO, DIRETTORE GENERALE ITALGROB

SOMMARIO

36. IN VETRINA/LIQUORI DOLCI & AMARI

I principali brand

40. MERCATO/SPUMANTI & CHAMPAGNE

Nel nome del Prosecco

46. IN VETRINA/ BOLLICINE

I principali brand

52. NORMATIVE/VINO L’etichetta diventa digitale

56. AZIENDE/ GRUPPO LUNELLI

Un viaggio nell’eccellenza del Made in Italy

58. TREND/ESTERO

Gli australiani amano le bevande comode (e nuove)

64.

INTERVISTA MANAGER/ GRUPPO MEREGALLI

Lo sviluppo passa dalla digitalizzazione

68. IL GROSSISTA/ TOP DISTRIBUZIONE

Quando la birra parla napoletano

72.

STRATEGIE/ ASSORTIMENTI

Private label: un traino non solo per i volumi

MEETING/BEVERAGE FOR FUTURE

LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO

PROGETTI PER UN DOMANI SOSTENIBILE. A TAVIANO È ANDATO IN SCENA “BEVERAGE FOR FUTURE”, IL PRIMO TALK CHE HA COINVOLTO

IL MONDO HORECA ASSIEME A ISTITUZIONI E STAKEHOLDER PER PARLARE DI TRANSIZIONE ECOLOGICA ED EMERGENZA CLIMATICA

DI JESSICA NIGLIO

La messa in essere di pratiche sostenibili è passata dall’essere una sfida a inderogabile urgenza per tutta la filiera industriale e produttiva. Una trasformazione che riguarda tutto il comparto dell’Hospitality, spinto a una trasformazione che prevede investimenti nell’innovazione, nella digitalizzazione e in progetti

orientati all’eco-sostenibilità. Un cambio di rotta vero e proprio che ha già dei pionieri e delle best practice. Così, Antonio Portaccio, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Food Beverage & co. e Presidente di Italgrob, ha invitato a Taviano, in provincia di Lecce, istituzioni e stakeholder per parlare di transizione ecologica ed emergenza climatica

“Beverage for future” è stato il primo di una serie di appuntamenti pensati per fare il punto su questi argomenti, partendo dall’assunto che una rivoluzione green è ormai necessaria e può partire dal Salento. Salento perché è dove ha sede la Food Beverage & co., la prima azienda in Italia nella distribuzione Horeca a essere carbon neutral, una scelta fatta ai tempi del lockdown e che ha avviato un progetto più composito di sostenibilità sociale, con l’impianto di un uliveto nel territorio falcidiato dall’epidemia da Xylella. Un ritorno ai valori umani: ciascuno può far parte del cambiamento, ciascuno può cambiare le sorti della storia.

UN

PUNTO DI EQUILIBRIO

TRA ECONOMIA, AMBIENTE E SOCIETÀ

Sul palco, in Piazza del Popolo, i saluti di Andrea Portaccio, figlio di Antonio, hanno aperto il talk, guidato dalla giornalista Stefania Pinna. La parola chiave che ha dominato la scena è stata futuro: “La sostenibilità è il driver che guiderà i consumi fuori casa e quindi il mercato Horeca per i prossimi anni . Pensiamo a una sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale, tutte devono collimare, convivere e trovare un punto di equilibrio”.

LA GREEN ECONOMY GENERA

SVILUPPO

E LAVORO

Anche Giuseppe Tanisi, Sindaco di Taviano, nei suoi saluti, dopo aver riconosciuto il valore di una realtà imprenditoriale come la Food Beverage & co. la cui storia – iniziata nel 1958 –è quella di una comunità che ha acceso un faro sul concetto

di sostenibilità “In cui l’Horeca diventa il tramite tra produttori agricoli e consumatori finali. L’Italia è il Paese dell’Unione Europea che soffre maggiormente la dipendenza dalle fonti fossili, ha un forte svantaggio competitivo in termini di costo dell’energia rispetto a Cina e Stati Uniti. Eppure, la green economy genera crescita, crea lavoro e sradica la povertà, purché pubblica amministrazione, politica e imprese lavorino insieme”.

A sostenere questa tesi, nella prima sessione del convegno, anche la partecipazione di Massimiliano Valerii , Direttore Generale del Censis , Stefano Minerva , Presidente della Provincia di Lecce , il professor Amedeo Maizza , ordinario di Economia e gestione delle imprese presso l’Università del Salento. Infine, in collegamento, è intervenuta Vannia Gava, Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

ANTONIO PORTACCIO , PRESIDENTE ITALGROB E DI FOOD BEVERAGE & CO.
AMEDEO MAIZZA , PROFESSORE DI ECONOMIA ALL’UNIVERSITÀ DEL SALENTO
MASSIMILIANO VALERII , DIRETTORE GENERALE DEL CENSIS

SOSTENIBILITÀ NON VUOL DIRE DECRESCITA

Sul cambiamento della percezione collettiva c’è molto da dire e il Direttore Generale del Censis ha ricordato in quanto breve tempo la plastica sia diventata, da simbolo di emancipazione sociale e affrancamento dall’arretratezza, a icona degli inquinamenti degli oceani: “Oggi c’è un capovolgimento valoriale. Il tema della tutela dell’ambiente è il numero uno nell’agenda collettiva – ha affermato Massimiliano Valerii –. Il comportamento del consumatore è cambiato: si tende a razionalizzare i consumi per tenere bassi i costi. C’è, inoltre, una sorta di patto non scritto con le aziende: i consumatori premiano quelli che dicono quello che fanno e fanno quello che dicono”. Ma nello sviluppo della tanto celebrata economia circolare, secondo Valerii, il rischio è che ci si convinca che la sostenibilità ambientale voglia dire decrescita: “C’è invece bisogno di creare ricchezza e ridistribuirla per abbattere le disuguaglianze sociali. La sostenibilità non è uno svantaggio competitivo con altre zone del mondo, e non è un fatto per pochi. La trasformazione degli stili di vita e di consumi è epocale, o sarà di massa o non funzionerà”.

IL RUOLO DEGLI ENTI LOCALI

La trasformazione degli stili di vita e dei consumi si riconnette anche alle politiche attuate nei territori e sulla difficoltà di messa in pratica di queste politiche, Stefano Minerva ha precisato: “Ogni scelta va portata avanti con caparbietà e impegno quotidiano. La Provincia di Lecce è stato il primo ente locale a occuparsi di riforestazione, con piantumazioni su terreni pubblici abbandonati. Ci sono sempre azioni di monitoraggio, osservatori, tavoli di valutazione ambientale. Gran parte delle questioni in materia ambientale però non passa dagli enti locali periferici, che invece devono essere ascoltati”.

LE NUOVE FRONTIERE

DELLA FORMAZIONE

Il talk ha cercato di coinvolgere soprattutto le giovani generazioni, ovvero coloro che hanno la responsabilità di proseguire il cambiamento nei luoghi in cui vivono. Anche l’Università lavora in questa direzione, come spiega bene il professor Amedeo Maizza: “I nostri compiti sono ricerca, didattica e la cosiddetta terza missione, ovvero trasferire sui territori e sulla società gli effetti di didattica e ricerca. Negli anni

Ottanta il mito era la certificazione di qualità. Con il termine sostenibilità ci si riferiva perlopiù a quella economica; ora, invece, è anche sostenibilità ambientale, ecologica, sociale. Ecco perché una delle nuove iniziative messe in campo è un corso di laurea dedicato al management del turismo per la sostenibilità, sviluppo fondamentale per la crescita sociale. Sostenibilità è anche rispettare i luoghi e le tradizioni”.

PACKAGING, È L’ORA DELL’ECODESIGN

E anche la politica deve fare la sua parte. Lo conferma il Viceministro dell’Ambiente, Vannia Gava, che ha elencato le azioni ministeriali a sostegno della transizione ecologica: “Il settore del packaging alimentare è al centro di una rivoluzione, il nostro compito è pianificare una strategia con tutti i soggetti coinvolti, e per questo abbiamo istituito un tavolo con consorzi, associazioni di categoria, dell’industria e della grande distribuzione. Come Ministero, abbiamo messo in campo investimenti PNRR per l’economia circolare che ruotano attorno ai 2 miliardi di euro per impianti innovativi, il riciclo chimico della plastica ad esempio. Abbiamo istituito i crediti di imposta per le imprese produttrici del PET monouso, per la modifica degli impianti, per chi introduce materiali biodegradabili e compostabili. C’è un programma nazionale di prevenzione dei rifiuti con azioni mirate per ridurre imballaggi e promuovere l’ecodesign. Parlare di ‘modello di economia’ significa anche prevenzione, riuso e riciclo”.

RON BARCELÓ L’OFFERTA

VINCENTE DI COCA-COLA

HBC

ITALIA PER RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO

Nel panorama complesso e altamente competitivo attuale, l’industria del rum ha dovuto affrontare sfide senza precedenti. Mentre molti brand storici hanno visto un rallentamento delle vendite, una sola eccezione ha brillato nel mercato italiano: Ron Barceló. Il brand, che coniuga tradizione e innovazione, è l’unico che ha registrato una crescita significativa nel 2023*. Secondo i dati di mercato più recenti pubblicati da IWSR, le vendite di Ron Barceló sono aumentate del 23,2% rispetto all’anno precedente, un risultato straordinario considerato che le prime 10 aziende del settore rum, nel complesso, hanno registrato un calo medio del 17%. I motivi di questo successo sono molteplici e vanno dalla qualità del prodotto, alla strategia di marketing efficace, fino alla capacità di intercettare nuove tendenze di consumo. Una delle chiavi del successo di Ron Barceló risiede nella sua autenticità: si tratta di uno dei pochi rum al mondo ad essere prodotto con il

L’IMPEGNO PER L’AMBIENTE

Altro elemento che merita una menzione importante è l’impegno dell’azienda Barcelo’ verso la sostenibilità, tema sempre più caro ai consumatori. “Attraverso un programma a 360° in distilleria, non solo l’energia viene ricavata dagli scarti della canna da zucchero, ma anche l’acqua per irrigare e la CO2 ottenuta durante la fase di distillazione vengono riciclate. Acqua, aria, terra e il territorio sono i 4 capisaldi che ogni giorno contribuiscono alla produzione del rum scuro più esportato al mondo” racconta Maria Antonella Desiderio, Spirits BU Director di Coca-Cola HBC Italia, che da 4 anni vanta nel proprio portafoglio Spirits la linea Ron Barcelo’. “Barcelo’ è primo rum al mondo a vantare di una certificazione Carbon Neutral e ISO14067, nonché il primo a disporre della licenza Bilan Carbone®, uno strumento metodologico francese per la quantificazione delle sue emissioni di carbonio”.

NUOVI PRODOTTI ALL’ORIZZONTE

100% di succo di canna da zucchero, che viene invecchiato in botti di rovere per garantire una complessità di sapori unica. La sua attenzione alla qualità non è passata inosservata agli esperti del settore, che lo hanno più volte premiato con riconoscimenti internazionali. Un altro punto di forza di Ron Barceló è quello di poter fare affidamento su una gamma completa di rum, partendo dal Blanco e il Dorado –perfetti per la miscelazione – per arrivare ai rum più complessi come la gamma Imperial, oggi rappresentata da 4 referenze: Imperial, Onyx, Porto Cask ed il 40° Anniversario. Un esempio contemporaneo di miscelazione è “Imperial Spritz”, nato per unire la tradizione italiana dell’aperitivo alla cultura dominicana di sorseggiare rum a qualsiasi ora. Si tratta di un aperitivo a base di Barceló Imperial, un rum ottenuto direttamente dal succo di canna da zucchero e invecchiato nelle migliori botti di rovere per 10 anni nella Repubblica Dominicana, che presenta note speziate fresche e dissetanti. “È il drink perfetto per l’aperitivo.” Racconta Felice Loprieno, Ambassador Barceló Italia e ideatore dell’Imperial Spritz. Ideale da degustare liscio come dopo pasto, ma anche in mixability per la creazione di grandi classici o twist.

Ricetta dell’Imperial Spirtz: Barceló Imperial 40ml, Aspide Spritz 20ml, Succo di lime 15 ml, Ginger Beer, Garnish con chips di lime.

L’azienda ha anche lanciato qualche anno fa in tutto il mondo il primo Rum Organic della Repubblica Dominicana, nonché uno dei pochissimi al mondo, ovvero Barceló Organic. La crescita di Ron Barceló non sembra destinata a fermarsi. Con nuovi piani di espansione internazionale e una continua attenzione all’evoluzione dei gusti dei consumatori, come il lancio della linea Rare Blands che presto arriverà anche in Italia – in cui vengono utilizzate diverse tipologie di botti per l’invecchiamento del Rum – Barceló rappresenta un esempio di come tradizione e innovazione possano convivere, garantendo risultati di successo anche nei periodi più difficili della categoria Spirits.

MEETING/BEVERAGE FOR FUTURE

UN ALTRO MONDO È POSSIBILE

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA È UN CANTIERE APERTO PER ALCUNI

DEI PRINCIPALI PRODUTTORI BEVERAGE. TANTI I PROGETTI IN CORSO

FINALIZZATI A RIDURRE LE EMISSIONI DI CO2 E I CONSUMI IDRICI, CON UN FOCUS PARTICOLARE SU PACKAGING ED ENERGIE RINNOVABILI

DI JESSICA NIGLIO

In uno scenario di cambiamenti epocali nelle abitudini dei consumatori anche l’Horeca svolge un ruolo chiave. Non si rinuncia al fuori casa, ma si riduce la capacità di spesa in modo da favorire la transizione economica senza percepirla come decrescita economica. Il processo di cambiamento è in atto e coinvolge imprese, pubblica amministrazione, politica e istituzioni; l’unica prospettiva possibile per ripensare lo stile

di vita è ragionare su una sostenibilità che sia ambientale, economica e, soprattutto, sociale. Nella seconda sessione del convegno “Beverage for future” si sono voluti approfondire questi temi ospitando i dirigenti dell’industria italiana del beverage, per commentare dati, elencare le buone pratiche e discutere concretamente di sostenibilità. Partendo da alcune domande: cosa si fa per ridurre le emissioni di CO2 dannose per il clima? Come si gestiscono i

trasporti? Come si limita l’uso della plastica? In quanto tempo si può ipotizzare una transizione ecologica? Sul palco hanno preso posto Vincenzo Tundo, Direttore Commerciale e Marketing del Gruppo Acqua Minerale San Benedetto; Enrico Galasso, Amministratore Delegato di Birra Peroni; Massimo Barboni, General Manager di Martini & Rossi; Petros Papageorgiou, Direttore Vendite Horeca di Heineken Italia; Stefaan Anckaert, Sales Director Out of Home di Coca Cola HBC Italia

GARANTIRE UN AVVENIRE MIGLIORE PER CHI VIENE DOPO DI NOI

San Benedetto è stata tra le pioniere nelle attività di riduzione dell’impatto ambientale già dal 2009: “Oggi si interviene su contenitori e bottiglie con l’intento di usare meno plastica possibile e favorendo il riciclo – spiega Vincenzo Tundo –. Abbiamo una rete con più di 20 fonti su tutto il territorio nazionale, con sette unità produttive che riducono le emissioni di trasporto favorendo la sostenibilità economica e sociale anche in aree più depresse. È un percorso che è stato intrapreso ‘ingaggiando’ in qualche modo il consumatore che abbiamo reso consapevole che la nostra è un’acqua carbon neutral”.

CREARE CONNESSIONI DI VALORE

È una responsabilità, quella delle industrie, che ha ricadute importanti non solo nel presente ma riguarda l’impatto che si lascia sul pianeta. “Non si può non avere un occhio per le prossime generazioni – spiega Enrico Galasso –. Non è solo obiettivo aziendale, ma è un modo di operare coerente con le priorità dell’Onu. Intendiamo essere carbon neutral entro il 2030 per le nostre operazioni ed entro il 2040 per tutta la filiera. Un altro obiettivo è sul consumo d’acqua e per gli ingredienti che usiamo. Migliorare tutti i nostri processi per renderli sostenibili, attraverso la formazione. Investire per cambiare: a Bari, ad esempio, c’è il primo sistema di collettore solare, a Roma un cogeneratore; e ancora, iniziative legate alla logistica, al trasporto dei prodotti, stiamo lavorando al packaging. Anche le comunità sono coinvolte: abbiamo un Campus Peroni che raggruppa 1.500 coltivatori, sette università e diverse start-up per sostenere la produzione dell’orzo secondo certi canoni”.

LA FILIERA E IL SOSTEGNO AI GIOVANI

Il legame col territorio è un altro fattore di sostenibilità. Lo sa bene Martini & Rossi che non si è mai spostata da Torino. “L’azienda è totalmente integrata con la filiera, c’è un legame con tutti i produttori

di mosti e vini – afferma Massimo Barboni –. Nel 1987 è stato creato l’Osservatorio Martini per dare consulenza sull’agricoltura sostenibile. Oggi tutti i produttori sono certificati”. Ancora uno sguardo ai giovani, e in particolare ai giovani talenti, perché un’azienda oggi è attrattiva solo se ha una forte politica ambientale. “Il Gruppo Bacardi di cui Martini & Rossi fa parte – continua Barboni – si dedica alla formazione di giovani provenienti da famiglie in stato di disagio, con tirocini e corsi pagati per diventare bartender”.

L’ACQUA È UN BENE DA PRESERVARE

Obiettivi a breve scadenza anche per Heineken Italia che porta avanti un piano di sostenibilità dal 2010, via via arricchito con obiettivi sempre più ambiziosi: “Entro il 2030 zero emissioni per la nostra produzione e nel 2040 per tutta la filiera – puntualizza Petros Papageorgiou – quindi si lavora su packaging, raffreddamento, impianti della spina, logistica e agricoltura. Ci dedichiamo all’efficienza idrica, investendo sulle tecnologie. E poi, vogliamo contribuire a un mondo inclusivo, giusto, equo e promuovere un consumo responsabile”. I dati sono incoraggianti: nel 2023 le emissioni sono state ridotte del 13% prendendo esempio da birrifici virtuosi, anche l’acqua si è ridotta nella stessa percentuale e il 100% dell’energia proviene da fonti rinnovabili.

ECONOMIA CIRCOLARE: UNA RESPONSABILITÀ COLLETTIVA

Per Stefaan Anckaert la sostenibilità non è solo un reparto, è nel DNA stesso di Coca-Cola HBC Italia e si traduce ogni giorno in ciò che fa. “Noi pesiamo sulle risorse naturali e questo non va minimizzato. Da due anni abbiamo uno stabilimento a Gaglianico, in provincia di Biella, dove produciamo al 100% con plastica riciclata su 30.000 tonnellate annue. Abbiamo un net zero al 2040. Sentiamo la responsabilità di pensare alla circolarità, comunicare bene, investire sulla sensibilizzazione dei consumatori nell’uso del PET. Queste stesse regole le diamo ai fornitori. Per l’Horeca abbiamo investito sull’asset più importante, le frigovetrine: negli ultimi tre anni abbiamo speso oltre 11 milioni di euro perché tutto fosse eco-friendly e in futuro vogliamo definire meglio il vetro a rendere”.

FOCUS/RAPPORTO CENSIS

IL BELLO DELL’ITALIA

LA CONVIVIALITÀ È

UN PLUS DEL MODELLO

DI VITA TRICOLORE CHE

TROVA PIENA ESPRESSIONE

NEI LUOGHI DEL FUORI

CASA. ED ECCO PERCHÉ

LA FILIERA HORECA, OLTRE AL VALORE ECONOMICO,

HA UNA RILEVANZA

STRATEGICA PER

LA QUALITÀ DEL

VIVERE COLLETTIVO

Quali sono le prospettive del fuori casa? Per provare a rispondere a questa domanda di solito si ricorre a dati economici, come l’andamento di presenze e vendite, le performance delle diverse tipologie di pubblici esercizi, l’esame dei differenti momenti di consumo.

Ma c’è un altro aspetto da tenere in conto: il valore sociale attribuito a determinati comportamenti, per il benessere soggettivo e – più in generale – la qualità della vita collettiva. Il tema è approfondito con dovizia di numeri e riflessioni dal terzo Rapporto Italgrob – Censis, intitolato “Il fuori casa rende l’Italia migliore”. Uno studio di cui GBI ha proposto già alcuni estratti (si veda GBI n.208 agosto – settembre 2024, pag. 6) e che continueremo a raccontare in queste pagine. Visto nell’ottica dei valori, non solo monetari ma anche relazionali, il fuori casa ha numerose carte da giocare, persino

in una fase resa difficile dalle conseguenze dell’inflazione e da un quadro sociopolitico internazionale molto teso. Sono gli stessi ricercatori del Censis a dichiarare come, pur nella complessità della situazione economica e di budget, tanti italiani sono ormai consapevoli che si è verificato uno shift nel loro modo di pensare e agire che trasferisce il baricentro dell’attenzione verso quei momenti di piccolo benessere che, a lungo, erano considerati poco o per niente rilevanti. Così come è diffusa la convinzione dell’esistenza di un nesso tra luoghi della convivialità e qualità della vita collettiva.

il 90,8% ritiene i luoghi della relazionalità essenziali poiché conservano la convivialità, vale a dire un tratto giudicato molto bello della società italiana (si veda tab. 1). Ne sono convinti in particolare:

• l’86,8% dei giovani, il 93% degli adulti e l’89,8% degli anziani;

• il 95,6% degli italiani con al più la licenza media, il 91,1% dei diplomati, l’88,2% dei laureati;

• l’89,4% dei residenti al Nord-Ovest, il 91,2% al Nord-Est, il 90,5% al Centro e il 91,9% al Sud e Isole.

L’IMPATTO SOCIALE

Il fuori casa si configura dunque come una sorta di patrimonio sociale nazionale, perché la ricchezza di luoghi in cui potersi incontrare, stare insieme – come le piazze, ma anche i bar, i ristoranti, ecc. – fa del nostro un paese virtuosamente distinto da tanti altri e connotato da un tasso di relazionalità più alto. Colpisce, a questo proposito, la presenza sui social più frequentati di stranieri, giovani e meno giovani, che raccontano l’Italia non solo per le bellezze paesaggistiche o storico-architettoniche, ma proprio per la diffusa relazionalità nei luoghi pubblici, a cominciare dalla rete di locali. A parere degli autori del Rapporto, la convivialità è un plus italiano non sempre adeguatamente valorizzato nei media, mentre è invece largamente riconosciuto e apprezzato dai consumatori e nel mondo. Infatti,

Il 68% sostiene che i luoghi della relazionalità, e quindi la promozione della convivialità che ne consegue, sono importanti perché rendono la vita in Italia meno triste e deprimente di quella di altri paesi (si veda tab. 2). A condividere tale opinione è:

• il 64,9% dei giovani, il 67,5% degli adulti, il 71,1% degli anziani;

• il 70,7% degli italiani con al più la licenza media, il 66,3% dei diplomati, il 69,2% dei laureati.

Non solo: l’81,9% considera i luoghi della relazionalità essenziali per combattere la diffusa solitudine o depressione (si veda tab. 3). A pensarla così sono:

• il 79% dei giovani, l’81,9% degli adulti, l’84% degli anziani;

• l’80,2% dei residenti al Nord-Ovest, l’81% al Nord-Est, l’81,1% al Centro e l’84,2% al Sud e Isole.

Sul piano collettivo, quindi, di fronte al rischio di insufficiente relazionalità tipica del nostro tempo, i luoghi del fuori casa esercitano una funzione importante perché sono facilitatori

Tab. 1 – La presenza di luoghi in cui potersi incontrare, stare insieme è importante perché conserva tratti distintivi e molto belli della società italiana come la convialità e l’abitudine a stare insieme in spazi pubblici, per area geografica (val. %)

LA PRESENZA DI LUOGHI IN CUI POTERSI INCONTRARE, STARE INSIEME, COME PIAZZE O LOCALI PUBBLICI (ES. BAR, RISTORANTI, ECC.) PER LEI È IMPORTANTE PERCHÉ CONSERVA UN TRATTO MOLTO BELLO DELLA SOCIETÀ ITALIANA, LA CONVIVIALITÀ, LO STARE INSIEME IN LUOGHI PUBBLICI?

Fonte: indagine Censis, 2024

Tab. 2 – La presenza di luoghi della relazionalità è importante perché rende la vita in Italia meno triste e deprimente rispetto ad altri paesi, per titolo di studio (val.%)

LA PRESENZA DI LUOGHI IN CUI POTERSI INCONTRARE, STARE INSIEME, COME PIAZZE O LOCALI PUBBLICI (ES. BAR, RISTORANTI, ECC.) PER LEI È IMPORTANTE PERCHÉ LA VITA IN ITALIA È MENO TRISTE E DEPRIMENTE DI ALTRI PAESI?

Fonte: indagine Censis, 2024

di incontri, con un effetto positivo esplicito sulla qualità di vita di tante persone, spesso le più fragili ed esposte alla solitudine. È il caso di tanti anziani la cui rete di conoscenze, costruita nel corso di una vita, diventa sempre più corta e che spesso hanno nei luoghi del fuori casa in prossimità delle loro residenze le uniche vere occasioni di entrare in contatto con altre persone. E questo è un altro aspetto – troppo spesso sottovalutato, si fa notare nello studio – della funzione sociale svolta dal fuori casa.

UNA RISORSA

DA DIFENDERE

AL PIÙ LA LICENZA MEDIA QUALIFICA O

L’insieme di dati strutturali e opinioni degli italiani consente di focalizzare le diverse ragioni che rendono le relazioni una necessità ineludibile per la società nella fase attuale e, ancor più, nel prossimo futuro. Il diffuso

rischio di solitudine con annessi stati depressivi, il decollo del valore attribuito al tempo libero e al rapporto con gli altri, il nesso tra vivibilità e qualità della vita di un territorio e disponibilità di luoghi di convivialità e, non ultima, la felice diversità italiana rispetto alla deriva grigia e depressiva di altri paesi, sono altrettanti motivi che ratificano l’essenzialità di tutto ciò che promuove relazioni. Ecco perché è una priorità individuare i “motori relazionali” che esistono nel nostro Paese e promuoverli, supportali, potenziarli. È una operazione necessaria per un upgrading ulteriore della qualità della vita collettiva nei territori e per rinforzare quella felice diversità italiana appena citata, che colgono sia gli italiani che tanti stranieri. Le ragioni fini qui elencate sono sufficienti per guardare al fuori casa, tra i motori

Tab. 3 – La presenza di luoghi della relazionalità è importante per combattere la diffusa solitudine e depressione, per titolo di studio (val.%)

LA PRESENZA DI LUOGHI IN CUI POTERSI INCONTRARE, STARE INSIEME, COME PIAZZE O LOCALI PUBBLICI (ES. BAR, RISTORANTI, ECC.) PER LEI È IMPORTANTE PER COMBATTERE LA DIFFUSA SOLITUDINE, DEPRESSIONE? AL PIÙ LA LICENZA

Fonte: indagine Censis, 2024

relazionali di eccellenza, in modo diverso, non solo come fatto economico o in alcuni casi di criticità per l’ordine pubblico, ma come a una formidabile risorsa collettiva che può migliorare la vita di intere comunità, operando anche come eccezionale attrattore turistico.

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA ED ETICA

In pratica, se la qualità della vita collettiva dipende molto dal tasso di relazionalità, è fondamentale sostenere e promuovere gli spazi che sono per loro mission promotori e facilitatori di relazionalità. Da questa premessa il Rapporto Italgrob Censis fa discendere un’altra riflessione: sarebbe auspicabile, oltre che legittimo, che gli operatori del settore del

L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI

Va ribadito che nel Rapporto Italgrob Censis si interpreta questa responsabilità sociale attribuita dagli italiani agli operatori del fuori casa come un riconoscimento della rilevanza della loro professionalità. Una competenza e una capacità che non a caso, in tanti contesti, fanno la differenza garantendo che il motore relazionale degli esercizi pubblici produca i suoi effetti migliori sulla qualità della vita collettiva. Di qui l’invito rivolto alle istituzioni ai vari livelli, affinché guardino al settore Horeca non solo come a un insieme di imprese con impatto sulle proprie comunità, ma appunto come un elemento essenziale di generazione di socialità in grado di marcare il carattere e la qualità di una comunità. Il che vuol dire che a livello sociopoli-

Tab. 4 – Titolari e gestori di locali hanno la responsabilità sociale di promuovere una buona relazionalità, per età (val.%) TITOLARI E GESTORI DI

Fonte: indagine Censis, 2024

fuori casa pensassero sé stessi sia come responsabili d’impresa che devono guardare con attenzione al conto economico e alla sostenibilità finanziaria, sia come interpreti di una responsabilità sociale d’impresa che significa eticità nei rapporti con lavoratori, fornitori, ambiente e, al contempo, attenzione al rapporto alle comunità in cui operano e, più in generale, nei confronti della società. Infatti, alla luce di quanto espresso in precedenza, è evidente che i titolari e gestori di locali hanno la responsabilità sociale di promuovere una relazionalità sana, positiva, gradevole, apprezzabile, che risponde al desiderio di una grande maggioranza di italiani che alla relazionalità attribuiscono un peso molto maggiore del passato recente. Nello specifico, emerge che per l’87% degli italiani è responsabilità sociale dei titolari e gestori di locali promuovere una buona relazionalità tra persone, con anche una coesistenza serena tra clienti e residenti (si veda tab. 4). A pensarla così è:

• l’81,6% dei giovani, l’84,7% degli adulti, il 94,3% degli anziani;

• l’88,4% dei residenti al Nord-Ovest, l’86,2% al Nord-Est, il 91,1% al Centro, l’83,9% al Sud e Isole;

• il 93% degli italiani con al più la licenza media, l’86,7% dei diplomati, l’84,6% dei laureati.

tico e istituzionale, quando ci si approccia al fuori casa, non ci si può limitare alle sole dimensioni regolatorie o fiscali, ma occorrono uno sguardo e una valutazione più ampi, che includano la sua rilevanza ormai strategica per la qualità del vivere collettivo. Detto in altre parole, i luoghi del fuori casa e la filiera che ne supporta lo sviluppo generano positive conseguenze sociopolitiche, perché favoriscono l’incontro inteso come antidoto alla radicale conflittualità che in altre nazioni ha generato conseguenza negative e rilevanti sul vivere collettivo. Un aspetto che approfondiremo nel prossimo numero di GBI.

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SCENARI/TRADELAB

AWAY FROM HOME: CALMA APPARENTE!

SEMBRA UN MARE PIATTO MA SOTTO LA SUPERFICIE SI VEDE UN MERCATO F&B CON FORZE OPPOSTE, EFFETTO DI PERFORMANCE DIFFERENTI DI CANALI E OCCASIONI DI CONSUMO

DI ANGELA BORGHI

Il mercato dei consumi fuori casa ha vissuto una dinamica altalenante nei primi otto mesi del 2024. Se da un lato il monitoraggio continuo di TradeLab* mostra un incremento di valore di 800 milioni di euro rispetto all’anno precedente, dall’altro emergono segnali preoccupanti di rallentamento (si veda figura 1).

A partire da marzo la frequentazione del canale Away From Home ha subito un calo costante, influenzata da fattori come l’inflazione e le condizioni meteo sfavorevoli durante la primavera e l’estate. Questo calo di visite rivela una sofferenza latente del settore, segnata da una maggiore selettività dei consumatori,

sempre più attenti nella scelta dei momenti e dei luoghi dove consumare fuori casa.

Entrando più nel dettaglio, è possibile individuare tre fasi distinte nell’andamento del mercato: il primo trimestre, il secondo trimestre e il bimestre estivo. Ognuna di queste fasi ha evidenziato dinamiche diverse, riflettendo l’impatto di fattori economici e stagionali che hanno influenzato il comportamento dei consumatori e la loro propensione al consumo Out of Home. Queste tre tappe rappresentano momenti chiave che offrono una lettura più approfondita delle oscillazioni del mercato durante il 2024 (si veda figura 2).

LE OCCASIONI DIURNE

TRAINANO I CONSUMI

a sell-out del totale Consumi Food & Beverage e ettuati nel canale Fuori Casa)

24 Vs. 23

CONSUMI AFH: 54 miliardi +2%

Se i primi due mesi dell’anno – gennaio e febbraio – avevano fatto ben sperare in un ulteriore allungo del comparto nel 2024, dopo un positivo 2023, già a partire dal mese di marzo si è iniziata a osservare una contrazione delle visite , per quasi tutte le occasioni e canali di consumo Away From Home.

Complessivamente il 1° trimestre ha, comunque, fatto registrare una lieve crescita del mercato sia a valore che a visite (valore +2%, visite +1%), rispetto allo stesso periodo del 2023. Tale trend di crescita nel Q1 2024 ha riguardato soprattutto le occasioni di consumo diurne , come la colazione o il pranzo, con un ruolo più funzionale poiché

direttamente collegate alle attività out-door di tutti i giorni (scuola e lavoro) e a minor budget.

A inizio anno, perciò, si è confermata la tendenza –già rilevata nei mesi precedenti – di una polarizzazione tra occasioni diurne e occasioni serali , come la cena, a maggior investimento. L’analisi del mercato nel 1° trimestre, a livello di canale, mostra una forte correlazione con quanto evidenziato per le occasioni, con un lieve trend sopra la media per i bar.

Fonte: TradeLab su dati «AFH Consumer Tracking»
Figura 1 - GENNAIO-AGOSTO 2024: ULTERIORE LIEVE CRESCITA DEL MERCATO AFH
Fonte: TradeLab su dati «AFH Consumer Tracking»
Figura 2 - TREND MERCATO AWAYFROM HOME
GENNAIO -AGOSTO 2024

IL RISCATTO DELLA CENA

“VALUE-FOR-MONEY”

Nel 2° trimestre 2024 prosegue la leggera crescita del mercato AFH a valore (+1% vs 23), mentre si conferma il rallentamento evidenziato nel primo trimestre per le visite (-2% vs 23). Anche nel Q2 2024, la minor frequentazione riguarda, in modo trasversale, quasi tutte le occasioni e canali. Tuttavia, il trend di crescita, registrato nel Q2 2024, ribalta la situazione vista per il Q1. La cena è l’unica occasione che ha fatto registrare una stabilità/lieve crescita, mentre si è potuto osservare un calo per le occasioni diurne. In particolare, colazione e pranzo, dopo mesi di trend positivi (fine 2023 e inizio 2024) hanno mostrato una contrazione.

Tale trend stabile/positivo per la cena, rilevato nel 2° trimestre dopo l’andamento negativo registrato nei primi mesi dell’anno, è stato frutto di uno spostamento dei consumi – in quest’occasione – verso canali “value-for-money”, in particolare: take away, sagre ed eventi. In crescita la cena trainata dai canali “open-air” e a minor scontrino, mentre si è rilevato un trend stabile per i ristoranti, che in realtà nasconde andamenti diversi

per segmento: trend positivi per la ristorazione di fascia alta (tendenza di lungo periodo confermato anche in questo trimestre) e le pizzerie (trend positivo durante l’intero 1° semestre, in recupero rispetto alla chiusura del ‘23 sotto media); trend di contrazione per i ristoranti di fascia media e bassa, che ha confermato la difficoltà di un segmento che, da un lato si rivolge a una domanda il cui potere di acquisto è diminuito, dall’altro subisce la concorrenza delle pizzerie e della ristorazione in catena.

ESTATE 2024: LIEVE CRESCITA, NONOSTANTE UN AGOSTO ANOMALO

Nel bimestre luglio/agosto 2024 il mercato dei consumi fuori casa ha continuato a registrare un trend di sostanziale stabilità, con un leggero segno positivo a valore e negativo a visite. Tale risultato è stato il frutto di diverse performance tra i due mesi estivi. In particolare, nel mese di luglio si è evidenziata una crescita del mercato sia verso giugno, inizio della stagione estiva, sia verso luglio 2023. Situazione opposta per agosto che, in modo anomalo rispetto alla serie storica, ha registrato una contrazione sia verso luglio che ad agosto 2023. L’interpretazione di tale performance, analizzata nel perimetro tracking dei consumi domestici (residenti e turisti italiani), richiede di considerare alcuni elementi: anche nei mesi estivi si sono confermati segnali di modifica nei comportamenti di consumo (riduzioni di visita, selezione di canali e occasioni) attribuibili al perdurare del difficile contesto economico; il contributo al fuori casa degli italiani, relativo alla componente vacanziera, è stato influenzato dalla diversa calendarizzazione delle vacanze che ha visto preferire da parte di molti il mese di luglio a sfavore del mese di agosto. In definitiva, il panorama Away From Home è in continua evoluzione. Il focus per aziende e distributori, attivi nel fuori casa, per i prossimi mesi, sarà quello di comprendere quali occasioni e canali saranno favoriti, all’interno di un panorama sempre più complesso, così da individuare le opportunità e i trend su cui puntare.

*AFH Consumer Tracking di TradeLab analizza mensilmente circa 6.500 interviste a consumatori italiani (200 interviste ogni giorno)

Angela Borghi - Responsabile Commerciale AFH aborghi@tradelab.it

TradeLab S.r.l.

Via Marco d’Aviano 2, 20131 Milano (MI) www.tradelab.it | awayfromhome@tradelab.it | 02-799061

SCENARI/FORMIND

CONSUMI HORECA: SEGNALI POSITIVI E SFIDE FUTURE

Con la chiusura di agosto, un mese cruciale per il canale Horeca perché rappresenta una fetta significativa dei consumi annuali, emergono i primi segnali sull’andamento del 2024. Dopo un inizio d’anno altalenante, in cui il mercato ha oscillato attorno alla linea dello zero, i dati di agosto hanno spostato l’ago della bilancia verso il positivo Attualmente, il dato progressivo segna un +1% a volumi rispetto al 2023. Questo risultato conferma in buona parte le previsioni di Formind, formulate alla fine dello scorso anno, che avevano anticipato una chiusura in linea con l’andamento attuale.

Guardando al futuro, l’attenzione si sposta già sul 2025, dove si prevede che molte variabili potrebbero influenzare i consumi. Come ogni anno, questi temi sono stati approfonditi durante il M.O.M. (Mind Observatory Market), evento chiave in cui Formind analizza il comportamento d’acquisto dei consumatori e delinea le tendenze per il prossimo anno (dal 16 al 25 ottobre).

NORD VS CENTRO-SUD

Analizzando i primi otto mesi del 2024, si conferma ancora una certa differenza, seppur meno marcata, tra il Nord Italia e il Centro-Sud . Quest’ultima area ha registrato una crescita maggiore, spinta soprattutto dalle ottime performance di agosto, con un +6% al Centro e un +7% al Sud rispetto ai volumi del 2023. Tra i canali di consumo, è il settore delle pizzerie a guidare la classifica , conquistando il primo posto in termini di performance. Tuttavia, la ristorazione nel complesso subisce ancora una leggera frenata a causa del rallentamento del segmento dei ristoranti.

Dietro alle pizzerie, si collocano i bar notturni e i canali di intrattenimento, indicando che i consumi after dinner rimangono un punto focale per una parte significativa dei consumatori

L’ANDAMENTO

DELLE CATEGORIE

Passando all’analisi delle singole categorie di prodotti, si nota come gli energy drink continuino la loro crescita inarrestabile, seguiti da acqua minerale (grazie al formato PET), bibite gassate (trainate dal formato bottiglia e lattina) e tè. Tutte queste categorie superano la performance media del mercato. Al

Trend mercato Horeca – aree ytd

contrario, birra e aperitivi in formato litro si mantengono allineati al mercato, mentre aperitivi monodose, spirits, succhi di frutta, bibite in formato dispensing e vino segnano ancora un trend negativo.

LE PERFOMANCE DEGLI SPIRITS

Questo mese l’attenzione è rivolta agli spirits, una categoria che nel suo complesso ha registrato un incremento dello 0,6% rispetto ai volumi del 2023. Alcuni segmenti brillano più di altri: Amari, Brandy, Gin, Liquori al limone, Sambuca e Tequila sono in forte crescita. Tuttavia, segmenti come Grappa, Liquori dolci, Rum e Vodka fruttata registrano una flessione. Un altro dato interessante riguarda il divario tra brown spirits e white spirits, con i primi che mostrano una crescita più modesta rispetto ai secondi.

LE PROSPETTIVE PER IL QUARTO TRIMESTRE 2024

Anche se siamo ormai vicini alla fine del 2024, l’ultimo trimestre potrebbe riservare ancora sorprese positive. In termini di volumi assoluti, il mercato Horeca ha infatti ampi margini di recupero rispetto ai livelli pre-pandemia. Inoltre, la presenza di turisti stranieri in Italia continua a crescere a doppia cifra, con una leggera prevalenza di arrivi extraeuropei, soprattutto da Asia e Nord America. Questa attrazione internazionale potrebbe offrire un ulteriore impulso ai consumi. Le previsioni di Formind per l’ultimo trimestre del 2024 indicano volumi simili a quelli del 2023, poiché non ci si aspetta un’impennata significativa nei consumi domestici. Tuttavia, il comportamento dei consumatori potrebbe sorprenderci, influenzato da fattori imprevisti.

LE SFIDE DEL 2025: INFLAZIONE

E SENTIMENT DEI CONSUMATORI

Guardando al prossimo anno, uno dei temi chiave sarà il rapporto tra inflazione e consumi. Nel 2024, l’inflazione del canale Horeca non si è discostata molto da quella generale, segnando una battuta d’arresto rispetto ai forti rincari degli ultimi tre anni. Tuttavia, permane un certo scetticismo tra i consumatori riguardo al prossimo anno. Molti di loro continuano a dichiarare l’intenzione di ridurre i consumi fuori casa, come già accaduto nel 2024.

Il vero fattore determinante sarà l’evoluzione dei prezzi nel 2025, prima imposti dall’industria e poi dalla distribuzione. Se l’inflazione sarà contenuta, il sentiment negativo degli avventori potrebbe non concretizzarsi e i consumi potrebbero beneficiarne. Al contrario, un incremento troppo marcato dei prezzi potrebbe spingere i clienti a ridurre ulteriormente le occasioni di consumo. In definitiva, sebbene il 2024 abbia mostrato segnali di ripresa, il mercato Horeca si troverà ancora di fronte a sfide importanti nel 2025, con molte incognite legate ai prezzi e al comportamento dei consumatori

MERCATO/BROWN SPIRITS

UN SETTORE TRA LUCI E OMBRE

SEGNALI CONTRASTANTI NEL SEGMENTO BROWN SPIRITS. I NUMERI

DICONO CHE SI STA AVVICINANDO UN PERIODO DI BONACCIA, ALTRI INDICATORI DIMOSTRANO UNA CRESCITA DI ATTENZIONE E DI CURIOSITÀ DA PARTE DEL PUBBLICO. A COSA CREDERE?

Per “brown spirits” si intendono tutti quei distillati che affinano o maturano in legno. I protagonisti della categoria sono diversi ma due, in particolar modo, si distinguono per volumi e successo mondiale: il whisky (includendo nel segmento anche il whiskey irlandese e statunitense), e il rum. Di contro, il

cognac, il più prestigioso distillato francese, gode anch’esso di fama e successo mondiale, tuttavia negli ultimi anni ha conosciuto un periodo di declino, solo in parte contrastato dall’apertura di nuovi mercati in Estremo Oriente, fondamentalmente per non essere riuscito a scrollarsi di dosso quell’immagine un po’ âgée che, pur collocandolo tra gli status symbol

del bere, lo ha reso allo stesso tempo un po’ fuori portata dal gusto e dagli stili di consumo dei più giovani. Gli altri brown come l’armagnac, il calvados, il brandy (italiano o spagnolo), restano sostanzialmente legati a una cerchia, più o meno larga, di estimatori per quanto invece meriterebbero di essere riscoperti e valorizzati maggiormente. Ma, si sa, non sono solo i volumi e l’heritage, nel senso di storia e tradizione, a far girare le bottiglie ma anche, e forse soprattutto, il denaro ossia gli investimenti, specialmente quelli in marketing e comunicazione. Whisky e rum, tipologie affollate di brand controllati da grandi gruppi, hanno certamente i mezzi. Oltre ovviamente alle qualità dei prodotti. Tuttavia il mercato, anche restando ai due protagonisti principali, non è di facile lettura. Qualche settimana fa, la Scotch Whisky Association ha rivelato che le esportazioni di whisky scozzese sono crollate del 18% nei primi sei mesi del 2024 e anche l’ondata delle distillerie artigianali americane, un fenomeno che ha spinto molti imprenditori europei a diversificare la loro produzione o ad accendere nuovi alambicchi, sembra aver rallentato. C’è aria di crisi dunque? A differenza dei “cugini” white, che godono del sostegno della miscelazione al bar, i brown vivono prevalentemente del consumo liscio, il che limita ovviamente il loro raggio d’azione. Eppure, sia il whisky sia il rum sembrano godere di un appeal senza precedenti. Il primo vede la riapertura di distillerie scozzesi chiuse da anni e la moltiplicazione, a tratti perfino un po’ esagerata, di release, ovvero di nuovi imbottigliamenti, a cadenza quasi mensile, nonché un fermento del tutto nuovo in aree fino a oggi considerate aliene alla produzione del distillato di malto. In Francia attualmente si contano ad esempio oltre un centinaio di distillerie che producono whisky; in Italia ve ne sono più di una decina e numeri simili possono vantare Germania e i paesi scandinavi. Il rum dal canto suo sta risalendo la china, ma più in termini di conoscenza che di produzione: la canna da zucchero, diversamente dall’orzo, chiede un clima più specifico, ma anche solo per questo motivo negli

ultimi anni il pubblico dei consumatori sta scoprendo le differenze che passano non solo tra un rum agricolo, cioè da puro succo di canna, e uno da melassa, ma anche tra un rum di scuola spagnola, come quelli cubani, venezuelani o boliviani, e uno di scuola francese come i rum della Martinica o della Guadalupa o, ancora, di scuola inglese, come i giamaicani. Del resto nel rum, se i grandi marchi continuano a dettare legge, ci si è accorti che il consumatore vuole saperne di più e andare alla scoperta di distillerie più piccole magari, ma più autentiche.

UN COMPARTO IN FERMENTO

Whisky e rum, insomma, mantengono la presa sui consumatori anche rispetto ai ricambi generazionali . Non è un caso allora se un’associazione indipendente come Whisky Club Italia sia cresciuta vertiginosamente negli ultimi anni in termini di iscritti arrivando a toccare quasi

quota 30.000 con un’età media che si è abbassata dai 45 ai 28 anni circa.

Grazie anche alle nuove distillerie aperte in Europa, di whisky se ne parla molto ed è un prodotto che sta crescendo anche in quei locali, pensiamo ad esempio a pub e birrerie, dove un tempo faceva solo capolino come “necessità” e dove ora si tengono festival e “whisky week”, corsi di degustazione on line e in presenza. In pratica, tutto quel contorno di attività che certificano la vitalità del distillato.

La sensazione dunque è che, se il whisky fosse una “blue chip”, l’indicazione sarebbe quella di mantenere - o anchedi crescere senza strafare. Idem per quanto riguarda il rum. E nei brown spirits in senso più ampio – ovvero quei distillati che possono, ma non hanno l’obbligo di effettuare un passaggio in legno – potremmo anche includere la grappa e, in misura minore, il tequila. Soprattutto con riguardo alla prima, unico distillato di vinacce a potersi fregiare del nome, se l’export cresce prepotentemente (+32% tra il 2019 e il 2022 sempre con la Germania a guidare la classifica dei principali Paesi di destinazione), in Italia si assiste, anche qui, a un aumento di attenzione nei confronti delle grappe invecchiate, ergo passate in botte, a una diversificazione del segmento attraverso l’uso di legni diversi – o legni già usati per altri distillati – e, probabilmente, novità assoluta, a

un ringiovanimento del pubblico che la sceglie. Per la grappa, il distillato nazionale a lungo accusato di avere un’immagine troppo polverosa e tradizionalista, l’accresciuto consenso tra i giovani e il nuovo interesse da parte del pubblico femminile sono elementi che permettono di guardare al futuro con una certa dose di ottimismo. In definitiva, se il mercato dei brown spirits presenta luci e ombre, molte di queste ultime si devono a una congiuntura economica internazionale che sta comprimendo le capacità di acquisto del consumatore e inficiando le sue

Distribuito da

speranze in un futuro migliore. Le difficoltà non sono quindi imputabili al prodotto in sé o alla scarsa attenzione da parte del pubblico, che invece c’è e sta crescendo. Tenere in considerazione questi aspetti, quando si deve compiere una

LA RISCOSSA DEGLI AMARI (E DEI LIQUORI)

Riscoperta delle tradizioni, curiosità per gli ingredienti, ricerca da parte dei bartender, nuove modalità di consumo. Sono molto probabilmente questi i fattori che stanno rilanciando gli amari sul mercato. Anche nel 2023, un anno non sempre facile per chi opera nel segmento dei distillati, gli amari hanno performato meglio di tutti. Una buona notizia, soprattutto considerando che il pubblico – che fino a nemmeno troppi anni fa era quello del classico “bicchierino” da dopocena – sta decisamente abbassando l’età media pro capite. Non a caso, dunque, sebbene i marchi principali rimangano sempre gli stessi, nelle bottigliere dei bartender e nelle enoteche si stanno guadagnando un loro spazio anche prodotti più di nicchia, più legati magari al territorio dove sono nati. In più, come per il gin, anche gli amari sembrano beneficiare

selezione nel vasto e affollato oceano delle referenze gestite dai distributori italiani, è molto probabilmente il miglior modo per godere di una navigazione tranquilla e remunerativa in vista, si spera, di tempi migliori.

del momento d’oro del bere miscelato, che di questi tempi fa da cassa di risonanza per il mondo del beverage in senso ampio. Lo dimostra pure il suo ruolo nel rinnovato interesse che si registra verso i liquori. Se il limoncello e altri prodotti simili viaggiano infatti mantenendo il loro rango di sorso conclusivo di un pranzo fuori casa, spuntano, o qualche volta riemergono dal passato, nuovi liquori che trovano invece più spesso modalità d’impiego dentro uno shaker o un mixing glass.

Non è poi così sorprendente del resto: amari e liquori fanno da sempre parte della tradizione italiana declinata nelle sue varianti regionali o territoriali, c’è dunque una sorta di confidenza con il gusto di questi prodotti che li fa riemergere ciclicamente alla ribalta del mercato e all’attenzione dei media.

Scopri il gusto autentico dei drink a base di Vecchio Amaro del Capo, ora pronti da bere nella praticità di una lattina. Prova il Capo Tonic, fresco e frizzante con un tocco agrumato, oil Capo Arrabbiato, lo spritz a base di vino con la piccantezza unica del Vecchio Amaro del Capo Red Hot Edition. Goditi un momento di rinfrescante piacere ovunque tu sia!

IN VETRINA/BROWN SPIRITS

FORST – TER LIGNUM

Il nuovo whisky TER Lignum è stato creato da due importanti aziende tradizionali dell’Alto Adige: Birra FORST e Distillerie RONER. Questo whisky pregiato, affumicato e di lunga durata con note mature di malto, rappresenta perfettamente il territorio di origine. Un whisky forte, con il suo gusto nobile, affumicato e di lunga durata che colpisce per un aroma maltato e una nota amara. “TER Lignum” significa “tre legni”, ovvero le botti in cui il whisky viene tenuto per cinque anni e che

conferiscono al prodotto il suo gusto inconfondibile. TER Lignum nasce dal “FORST Malt Blend”, viene fermentato secondo l’antica tradizione di Birra FORST e distillato secondo le regole di RONER, per poi essere portata alla gradazione ideale (40% vol.) con l’acqua particolarmente morbida di FORST. www.forst.it

NONINO

Riserva Nonino 40th Limited Edition è nata per celebrare i 40 anni dell’acquavite d’uva, creata dai Nonino nel 1984. È un’armoniosa unione di Acquaviti d’Uva Monovitigno® (Ribolla, Moscato, Malvasia, Merlot e Refosco dal Peduncolo Rosso), selezionate dalla Famiglia Nonino e distillate separatamente 100% con metodo artigianale, dopo, invecchiate oltre 5 anni in barriques di Rovere e piccole botti Sherry Cask nelle cantine padronali sotto il sigillo delle Dogane. Morbida ed elegante con sentore di frutta e spezie, ve ne sono solo 1450 bottiglie numerate, da 700 ml. Contenuta nella preziosa bottiglia effetto anticato in oro 24 carati, spugnato e decorato a mano da artigiani italiani. www.grappanonino.it

MARZADRO

COMPAGNIA DEI CARAIBI

Straordinario rum introdotto per celebrare il 20° anniversario di Maison Ferrand, Plantation XO 20th Anniversary è un assemblaggio di rum pregiati invecchiati dai 12 ai 20 anni, distillati una parte in colonna e una parte in pot still, tutti originari delle Barbados. Come ogni rum Plantation, sperimenta un doppio invecchiamento: prima nei Caraibi e poi in Cognac, in Francia, rendendolo uno spirit distintivo, che riflette in maniera meravigliosa tutte le caratteristiche e le sfumature del suo luogo d’origine, ideale da gustare liscio. www.compagniadeicaraibi.com

La grappa Diciotto Lune è ottenuta dalla distillazione a bagnomaria in alambicco discontinuo di 5 vinacce tipiche: Marzemino, Teroldego, Merlot, Moscato e Chardonnay. Affina 18 mesi in piccole botti di Ciliegio, Frassino, Rovere e Robinia che regalano ciascuna le proprie caratteristiche di profumo, aroma, colore e sapore. Il profumo si fa intenso, diviene più etereo ed armonico, il gusto perde le spigolosità iniziali e si arrotonda a dare una percezione in bocca elegante e setosa. Il colore raggiunge una calda tonalità ambrata. www.marzadro.it

FRED JERBIS

È un gin distillato con 7 botaniche e affinato da un doppio passaggio in botti di legno, prima in barrique di Rhum delle Barbados, poi di ciliegio di Vermut di Schioppettino.

Durante l’invecchiamento il Rhum e il Vermut penetrano i pori del legno estraendone componenti aromatici, pigmenti e colore, ottenendo un colore ambrato scuro. Alla nota botanica aggiunge una sensazione diretta del Rhum e termina con un sentore di cherry, per una complessità molto interessante. Un Gin da meditazione da degustare liscio. www.opificiofred.com

ILLVA SARONNO

Rump@blic crea “La Repubblica del Rum”, alla scoperta di rum unici, con diverse tecniche di distillazione e invecchiamento e con la linea Rump@blic Origins valorizza e riscopre le radici storiche del percorso della canna da zucchero. Innovativa e sofisticata, la gamma include tre blend che esaltano gli stili inglese, francese e spagnolo. www.illva.com

VELIER

Monkey Shoulder è un Blended Malt Scotch whisky nato nel 2005 da una ricetta che contiene tre grandi Single Malt di Dufftown, nello Speyside scozzese: Glenfiddich, Balvenie e Kininvie, i cui distillati maturato esclusivamente in barili ex Bourbon. L’unicità dello stile di Monkey Shoulder è nelle mani del Malt Master, Brian Kinsman, che crea in small batch un whisky moderno e rivoluzionario per la mixology, dal gusto deciso ma anche ultra smooth, speziato e graffiante e al tempo stesso con note gustose di arancia e vaniglia. www.velier.it

GRUPPO MEREGALLI

Santa Teresa è uno dei produttori di Rum più famosi e iconici al mondo. Fondata nella Valle di Aragua nel 1796, nei suoi oltre 200 anni di attività ha vissuto le vicende della storia del Venezuela, e dal 1830 è nelle mani della stessa famiglia, i Vollmer, che si tramandano di generazione in generazione l’eredità di un marchio globale. Al palato

Santa Teresa è ricco e raffinato, con tanti rimandi: emergono nocciole, cuoio, vaniglia e cannella accompagnati da cioccolato fondente, frutta secca e prugne. Interessante è il tocco di miele e pepe sullo sfondo. Il finale è secco ed evolve a ogni sorso. www.meregalli.com

GRUPPO CAFFO

Vecchia Grappa Caffo rappresenta l’eredità di oltre un secolo di esperienza nella distillazione artigianale tramandata da quattro generazioni della famiglia Caffo. Ottenuta da vinacce selezionate, è un distillato di qualità superiore; il suo metodo di lavorazione prevede una lenta distillazione a vapore di pregiate vinacce italiane e il successivo invecchiamento in fusti di rovere. Il risultato è una grappa dal gusto morbido, complesso e armonioso, perfetta per chi cerca un’esperienza sensoriale unica e raffinata. www.caffo.com

CLAN CAMPBELL

Clan Campbell è un iconico Scotch Whisky che porta il nome di uno dei più antichi e rinomati clan scozzesi: il Clan Campbell.

Clan Campbell Scotch Whisky, realizzato nella pura tradizione scozzese, è composto dai migliori whisky di malto e grano distillati e invecchiati in Scozia in botti di rovere.

Con il suo delicato colore ambrato, questo whisky ben equilibrato esprime note di vaniglia, miele e una deli-

cata finitura di spezie miste risultato di una maturazione in botti di rovere precedentemente utilizzate per la produzione di Bourbon.

Clan Campbell può essere gustato liscio, on the rocks o in long drink con cola e ghiaccio. www.stockspirits.com/it

BROWN FORMAN

Diplomático Reserva Exclusiva è un elegante e complesso rum super-premium da degustazione, pluripremiato, realizzato con melassa di canna da zucchero coltivata in Venezuela, distillato con maestria e invecchiato in botti di rovere fino a 12 anni.

Con il suo gusto morbido e sentori di cioccolato, caramello e frutta tropicale, Diplomático Reserva Exclusiva è un punto di riferimento per chiunque ami i liquori pregiati, perfetto da gustare liscio o in cocktail sofisticati, grazie al suo perfetto equilibrio. www.brown-forman.com

MANGILLI

RINALDI 1957

Ron Centenario 30 anni è un prodotto sviluppato nel 2011 per commemorare il 30° anniversario dei Rum in edizione limitata della Cosata Rica, maturato seguendo un processo di invecchiamento continuo in botti di rovere americano che avevano contenuto in precedenza Whisky scozzese. Realizzato con Rum dagli 8 ai 30 anni, seguendo un invecchiamento lento e naturale perfezionato dalla natura. Ron Centenario 30 Aniversario è un rum audace, cremoso e molto vellutato. Evidenzia le sue note di frutti rossi maturi, quercia e cioccolato fondente. Dal naso favoloso e dalla lunga persistenza al palato. Si presenta di colore ambra scuro. www.rinaldi1957.it

Acquavite di vinaccia distillata a vapore, la Grappa MITICA® Riserva Barrique è il risultato della sapiente distillazione di vinacce selezionate di Cabernet, Merlot, Refosco, Pinot Grigio, Sauvignon e Friulano.

Affinata per oltre 18 mesi in botti di rovere di Slavonia, offre un bouquet intenso e un gusto armonico. Questa riserva firmata Mangilli è un autentico capolavoro friulano, che racchiude il meglio della tradizione e dell’innovazione.

www.mangilli.it

IN VETRINA/LIQUORI DOLCI E AMARI

BONOLLO

Amaro OF nasce da una strenua ricerca dell’eccellenza con l’obiettivo di creare un’esperienza sensoriale nuova, esclusiva ed appagante, diversa da quanto il mercato è riuscito ad offrire sino ad oggi. L’Amaro OF nasce da un’infusione unica di erbe aromatiche e balsamiche nell’esclusiva OF Amarone Barrique. Il risultato di questa magica unione è un amaro delicato al naso, ricco ed equilibrato in bocca. L’Amaro Of è inimitabile, le fresche tonalità agrumate iniziali lasciano spazio alle più tipiche note erboristiche – aromatiche e balsamiche - che evolvono facendo percepire i sentori caldi ed intensi caratteristici della OF Amarone Barrique. www.bonollo.it

BRANCA

Borghetti, liquore di vero caffè espresso italiano di F.lli

Branca Distillerie, nato nel 1860 ad Ancona, è simbolo di autenticità e convivialità. Grazie alla sua ricetta artigianale, frutto di un’accurata selezione di miscela arabica, è stato capace di conquistare le generazioni con il suo sapore intenso e avvolgente. Oggi, la bottiglia presenta una nuova etichetta che celebra tradizione e modernità con l’iconica stella e il ritratto femminile. Borghetti si rinnova senza perdere la sua identità. www.brancadistillerie.com

ILLVA SARONNO

Disaronno Originale è il liquore italiano più bevuto nel mondo. Con il suo gusto originale e il suo aroma inconfondibile, Disaronno Originale rappresenta un’icona di eleganza senza tempo della Dolcevita italiana. Disaronno è un piacere da gustare on the rocks come pure nelle sue molteplici versioni di cocktails. www.illva.com

CAMPARI GROUP

Braulio è l’amaro dello Stelvio, prodotto nel cuore di Bormio dove riposa per oltre 24 mesi nel Rovere di Slavonia. La ricetta di Braulio è segreta ma si distingue soprattutto per un’attenta selezione di botaniche alpine ed una attesa di almeno 24 mesi in botte che donano a Braulio quelle note piene e profumate, balsamiche di una tradizione custodita da quasi 150 anni da gustare un sorso alla volta. Disponibile nei formati da 70 cl e 1lt con l’innovativa etichetta disegnata a mano. Nella sua versione Riserva, il prodotto invecchia in botti di rovere per almeno 24 mesi, gradazione 24,7% e formato da 70 cl. Dal 1868, l’Amaro Averna rappresenta la vera arte siciliana, con una storia che affonda le sue radici nella tradizione gastronomica dell’isola, Averna è una scelta autentica e conviviale per concludere il pasto. Averna è l’amaro siciliano per eccellenza, il sapore è racchiuso in 29% vol, nei formati da 70 cl e 1lt. www.amarobraulio.com www.amaroaverna.com www.camparigroup.com

CASONI

Amaro del Ciclista Originale, nato da una storica tradizione della famiglia Casoni, è il frutto di ben 20 botaniche lavorate con un complesso processo produttivo. Deciso e vigoroso con i suoi 26 gradi alcolici, è disponibile in bottiglia da 70 cl. www.casoni.com

GRUPPO CAFFO

La Distilleria Caffo, pioniera nella produzione del primo liquore alla liquirizia di Calabria, offre un prodotto inimitabile: Liquorice Caffo. Per ottenere un litro di liquore vengono impiegati 400 g di radice fresca di liquirizia di Calabria DOP, con estrazione naturale tramite infusione a caldo in acqua, senza solventi. Il risultato è un distillato dal gusto intenso e autentico, con proprietà benefiche riconosciute, perfetto per chi cerca un’esperienza raffinata e genuina. www.caffo.com

STOCK

COCA-COLA HBC ITALIA

Amaro Lucano Essenza è un amaro riserva che rappresenta un’esperienza sensoriale unica. Con i suoi 34 gradi, al naso sprigiona un caldo abbraccio vigoroso, tipico dell’Amaro Lucano. Perfetto da gustare liscio o per arricchire cocktail raffinati, Lucano Essenza è la scelta ideale per chi ricerca un sapore ricco e profondo. L’Amaro Lucano nasce nel 1894 a Pisticci, in provincia di Matera, dalla maestria di Pasquale Vena e dalla sua ricetta segreta, che prevede la miscelazione di più di 30 diverse erbe officinali e olii essenziali. Ideale da gustare liscio, freddo, con ghiaccio o scorza d’arancia, si presta anche come base per cocktail, dimostrando una versatilità unica. www.coca-colahellenic.com/it

Limoncè è da oltre 35 anni il limoncello più amato al mondo e nasce dalla selezione attenta dei migliori limoni siciliani. Limoncè incarna la tradizione e la convivialità italiana, con una ricetta di alta qualità che si distingue per l’alta concentrazione di scorze di limone, senza conservanti, coloranti e aromi artificiali.

Ottimo bevuto liscio come dopo pasto, stupisce in cocktail freschi ed estivi come il Limoncè Spritz e il Limoncè Tonic.

www.stock-spa.it

PALLINI

Formidabile è un amaro naturale nato dalla macerazione di erbe in alcol di grano. Una lavorazione artigianale con le bottiglie etichettate e sigillate con ceralacca a mano e specifica indicazione dell’annata. Il gusto agrumato, speziato e dal finale amaricante, lo rendono perfetto per essere bevuto da solo o per una serie di drink studiati ad hoc o rivisitati sui grandi classici. 32,5% gradi alcolici, Formidabile è disponibile in bottiglie da 70 cl e dal 2022 è stato acquisito dalla storica azienda liquoristica Pallini.

www.pallini.com

MARZADRO

Infusione Camilla è un liquore che nasce da una ricetta tradizionale ideale per un fine pasto leggero ed aromatico.

Dall’infusione della pianta di Camomilla, proveniente dai prati incolti delle nostre montagne trentine, tramite una macerazione a freddo di circa 30 giorni in grappa, si ottiene un liquore che combina le proprietà della grappa e quelle aromatiche della camomilla. Ha un profumo floreale e avvolgente e una struttura delicata e aromatica. www.marzadro.it

TOSO

Nato nel 1890 dall’antica ricetta dell’erborista

RINALDI 1957

Cardenal Mendoza

Solera Gran Reserva viene prodotto con uva autoctona Airéndel la migliore qualità, viene distillato lentamente in alambicchi di rame. Quindi invecchia per oltre quindici anni in botti che hanno precedentemente contenuto Sherry Oloroso e Pedro Ximenez. Si presenta di colore scuro, brillante, luminoso. Al naso è elegante, profondo, con sentori di frutta secca e legno di rovere. Al palato risulta profondo e morbido. Il finale è lungo e persistente. www.rinaldi1957.it

VARNELLI

Carlo Gamondi, l’Amaro Gamondi (Vol.27%) è una specialità tipica di Acqui Terme, caratterizzato dalla tradizionale macerazione a freddo di 29 erbe e radici aromatiche, tra cui genziana, rabarbaro, assenzio, aloe del Capo e china. È un liquore capace di garantire uno straordinario equilibrio tra dolce e amaro ed ottenuto dall’infuso di erbe e radici e miscelate secondo l’antica ricetta. Servire a temperatura ambiente o con ghiaccio. Ottimo in miscelazione e da gustare a fine pasto. www.toso.it

Amaro Sibilla è dal 1868 il classico amaro italiano di tradizione erboristica nato grazie a Girolamo Varnelli sui Monti Sibillini da cui prende il nome. La sua ricetta è ancora oggi costituita da una selezione di botaniche aromatiche ed officinali sapientemente dosate ed i principi attivi vengono estratti con un decotto su fuoco a legna dolcificato con miele dei Monti Sibillini. Amaro dell’Erborista è invece un amaro fuori dal coro che affascina per il suo aspetto opalescente che gli deriva dal miele, per il suo profumo speziato e per il suo gusto armoniosamente erbaceo che gli derivano dalla ricca composizione di erbe e di spezie. Grande amaro di nicchia che conferma ed esalta la tradizione erboristica della famiglia Varnelli lunga ben 156 anni. www.varnelli.it

MERCATO/SPUMANTI E CHAMPAGNE

NEL NOME

DEL PROSECCO

’era una volta lo spumante delle feste, quello con cui si brindava la sera dell’ultimo dell’anno o per celebrare un evento importante: un matrimonio, la laurea e via dicendo. Il tappo saltava a suggello dell’eccezionalità dell’occasione, accolto da un fragoroso battimano. E di lì in poi, il silenzio. Il mercato delle cosiddette“bollicine” un tempo era legato a doppio filo alle ricorrenze e sostanzialmente confinato al momento del dessert. Certo, lo Champagne anche allora faceva categoria a sé, ma nel caso dei prodotti italiani l’utilizzo a tutto pasto rappresentava agli occhi di una larga parte dei consumatori una sorta di infrazione di una regola non scritta, eppure a suo modo imperativa. Ovviamente tutto ciò appartiene al passato, ma è bene ricordare che, se le bollicine sono riuscite nell’impresa di sdoganarsi da un percepito quasi opprimente o perlomeno tale

da limitarne le potenzialità, è stato grazie alla versatilità di un vino – il Prosecco – che ha perfettamente intercettato l’evoluzione delle occasioni di consumo e in particolare l’ascesa del momento dell’aperitivo, assurto a rito quotidiano per intere generazioni di italiani. Un successo fatto di crescite imponenti sia nella Gdo sia nei canali del fuori casa, per non parlare dell’impatto – straordinariamente positivo – in termini di export: in base alle elaborazioni condotte dall’Osservatorio Uiv-Ismea sui dati Istat, i volumi di spumanti italiani commercializzati oltreconfine sono balzati del +223% tra il 2010 e il 2023. Alla luce di quanto detto finora, i segnali di rallentamento che pure emergono dalla disamina condotta da Circana, relativa alle vendite di Prosecco & Co. effettuate dai distributori Horeca e riportata da GBI in queste pagine, vanno collocati in un quadro d’insieme, tenendo conto della congiuntura economica in cui sono maturati.

L’ANDAMENTO DEL COMPARTO

“Nell’anno terminante lo scorso luglio – afferma Simonetta Melis, Account Director di Circana – le vendite di spumanti e Champagne realizzate dai grossisti di bevande, quindi al netto dell’Iva, hanno raggiunto i 242 milioni di euro. Se ci focalizziamo sul progressivo 2024, cioè sui primi sette mesi dell’anno, il controvalore è pari a circa 133 milioni di euro, sempre al netto dell’Iva. Rispetto all’analogo periodo precedente, l’anno terminante lo scorso luglio ha visto una variazione del +2,1% a valore e del +3,7% a volume”. Il Prosecco è di gran lunga il segmento più importante: incide per il 51% a volume e sempre sotto il profilo delle quantità ha fatto segnare +2,5% nell’anno terminante lo scorso luglio, mentre a valore l’incremento è stato dell’1,2% a fronte di una flessione dell’1,3% del prezzo medio. “Nel progressivo 2024 l’andamento del Prosecco è praticamente stabile – aggiunge Melis – sia a volume che a valore. C’è insomma una fase di assestamento, ma che segue anni di crescite davvero

importanti. Ci sono poi altri due fattori da prendere in considerazione. Il primo è quello climatico, perché in particolare il mese di giugno nel Nord Italia non ha certo favorito le vendite di bevande. È chiaro che ad accusare l’effetto meteo avverso sono soprattutto categorie come l’acqua e le bibite gassate, ma un impatto più generale ci può essere in termini di minore frequentazione del fuori casa e dunque di consumi anche in ambiti come quello delle bollicine”.

LA VOGLIA DI RISPARMIO GUIDA I CONSUMI

Il secondo elemento – ancora più rilevante – è il contesto economico degli ultimi anni e dunque l’impetuosa pressione inflazionistica che ha fortemente eroso il potere d’acquisto degli italiani. “Il segmento che in Circana definiamo Charmat altro secco – riprende Melis – e nel quale sono compresi prodotti generici rispetto al Prosecco, perché realizzati con vitigni minori e soprattutto caratterizzati da

una battuta di cassa contenuta, è cresciuto del 9,5% a volume e del 10% a valore nei 12 mesi oggetto della nostra analisi, arrivando a pesare il 35,8% a volume. Una dinamica simile si è manifestata in Gdo, a riprova del fatto che c’è una fascia di clientela che si è orientata su referenze più economiche nei consumi domestici così come in quelli extra domestici”. Non è da escludere che nell’Horeca a tirare la volata al segmento dal prezzo più abbordabile sia stato il diffuso utilizzo del prodotto in miscelazione, anche se va detto che la ricetta dell’Iba – International Bartender Association prevede il solo Prosecco come ingrediente per lo Spritz, abbinato al classico Aperol o in alternativa al Campari, al Cynar o al Select.

L’INFLAZIONE FRENA IL METODO CLASSICO

A riprova di quanto la propensione al risparmio possa aver influito sulle recenti performance del mercato, c’è il dato relativo al segmento denominato “Classico” da Circana, cioè quello

Bollicine, le vendite dei grossisti

Fonte: Circana - totale grossisti bevande - anno terminante luglio 2024

che raccoglie gli spumanti italiani realizzati con il metodo classico. Nei 12 mesi presi in esame, questo insieme di prodotti ha registrato una flessione delle vendite a valore del 3% rispetto all’anno precedente. A fronte di un prezzo sostanzialmente stabile – una variazione positiva c’è, ma è davvero minima (+0,1%) – il calo è dovuto tutto ai volumi, scesi appunto del 3,1% sempre nel confronto con l’anno precedente, portando la quota al 7,2% sul totale della categoria. “Nel progressivo 2024 la tendenza è indubbiamente migliore – precisa Melis – perché la flessione a volume si riduce a un punto percentuale, traducendosi in un incremento dello 0,5% a valore. Peraltro, in una fase in cui il contesto economico la fa da padrone non sorprende che tipologie di spumante nettamente più costose, quali sono quelle prodotte con metodo classico, possano risentirne. Anche se, è bene ricordarlo, i nostri dati fotografano le vendite all’ingrosso effettuate dai distributori Horeca nei vari canali del fuori casa, ma possono essere comunque un utile indicatore per comprendere l’andamento dei consumi finali”.

CHAMPAGNE, IL LUSSO NON CONOSCE CRISI

A rendere chiara la notevole varietà di posizionamento dei diversi segmenti sono i prezzi, tutti al netto dell’Iva. Quello medio dell’intero comparto bollicine, calcolato da Circana nell’anno terminante lo scorso luglio, è pari a 6,77 euro a litro ed è sceso dell’1,5% rispetto all’analogo periodo precedente. Ma come già anticipato, si tratta davvero di una media tra valori assai distanti. Ancora una

volta il Prosecco è un buon punto di partenza per definire il quadro generale: il suo prezzo medio al litro si attesta a 5,43 euro ed ha subito una variazione negativa sulla falsariga della categoria (-1,3%). Il segmento Charmat altro secco, cioè quello che meglio ha performato nei 12 mesi oggetto dell’analisi, appare in leggera controtendenza, perché il suo prezzo medio è aumentato dello 0,4% raggiungendo i 4,84 euro. I costi produttivi degli spumanti metodo classico – nettamente più elevati di quelli del metodo Charmat – si riflettono sul loro prezzo medio, superiore di tre volte rispetto al Prosecco: 16,75 euro al litro. Il primato assoluto spetta inevitabilmente allo Champagne: 39,20 euro, sempre al netto dell’Iva, in calo dell’1,5% e quindi perfettamente allineato al comparto. Questa flessione del prezzo medio pare essere l’unica conseguenza che lo scenario economico descritto in precedenza ha avuto sullo Champagne, le cui vendite sono salite del 2,9% a volume e dell’1,3% a valore. “Potremmo leggerla come una polarizzazione dei consumi – chiarisce Melis – perché a fronte di una fascia di clientela che guarda al prezzo e si indirizza su prodotti più economici, c’è uno zoccolo duro di consumatori che può permettersi referenze con una battuta di cassa più elevata”.

BILANCIO AMARO PER LO CHARMAT DOLCE

Di tutt’altro segno le performance del segmento Charmat dolce, quello che – a scorrere i dati Circana – sconta le maggiori difficoltà. Nonostante sia rincarato del 7% nei 12 mesi esaminati, il prezzo medio è il più basso tra tutte le tipologie di prodotti fin qui citati: 4,81 euro al litro. Il bilancio è però particolarmente negativo a volume, con una flessione di ben il 7,6% che ha ridotto all’1,6% la quota sul totale del mondo bollicine. Sul fronte del valore il saldo è assai meno pesante (-1,1%) ovviamente

per effetto dell’impennata nel prezzo medio, che ha consentito in pratica di limitare i danni per una classe di prodotti che pure appartiene alla tradizione enologica italiana. “Le ultime rilevazioni – interviene l’Account Director di Circana – non fanno che confermare una tendenza in atto da tempo e cioè la maggiore propensione all’acquisto di spumanti secchi, che deprime le vendite di spumanti dolci anche nel mondo dei distributori Horeca”.

BAR E RISTORANTI SEMPRE IN VETTA

Concludiamo volgendo lo sguardo all’anello successivo della filiera e quindi alla rilevanza delle diverse tipologie di punti di consumo ai fini della commercializzazione nel fuori casa di prodotti riconducibili al comparto delle bollicine. Sotto questo profilo non emergono particolari sorprese: i dati a fonte Circana avvalorano, infatti, uno scenario di lungo periodo e assegnano un ruolo predominante a due canali in particolare. “La maggior parte delle vendite di spumanti e Champagne effettuate dai grossisti di bevande sono indirizzate a bar diurni e ristoranti – dichiara Melis – con un’incidenza che ha superato il 60% a volume nell’anno terminante lo scorso luglio”.

IN VETRINA/BOLLICINE

BISOL1542

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Millesimato 2023 I Gondolieri è l’ultimo nato della casa, parte del Gruppo Lunelli da 10 anni. Un Prosecco Superiore innovativo: il Brut a minor gradazione alcolica della Denominazione (10,5% Vol.), realizzato con 100% di uve Glera e senza zuccheri aggiunti, poiché rifermentato con mosto. Un omaggio a Venezia e ai suoi Gondolieri, con cui il brand ha stretto un’innovativa partnership pluriennale. Colore lucente come l’opale, profumi di biancospino, erbe aromatiche, frutta estiva e salsedine. Al palato è invitante, suadente, perfetto in ogni momento della giornata. La bottiglia da 0,75l si caratterizza per l’etichetta che raffigura, ad acquerello, proprio le gondole della Laguna veneziana. www.bisol.it – @bisolprosecco

BOTTEGA

Bottega Gold è un prosecco doc che ha conquistato i palati di tutto il mondo. Nato nella variopinta cornice delle colline trevigiane, porta con sé un’aura di prestigio e raffinatezza grazie alla sua natura aromatica e a un sapore fresco, asciutto e fruttato: caratteristiche queste tipiche delle uve glera, raccolte a mano e pressate per ottenere il mosto poi fermentato in autoclave secondo il metodo charmat. Il packaging della bottiglia è realizzato grazie ad un esclusivo processo di metallizzazione che incorpora il colore dorato alla superficie esterna del vetro. www.bottegaspa.com

CAVIRO

La linea Tintoretto con il suo spumante Blanc de Blancs Millesimato rende speciali tutte le occasioni importanti, i festeggiamenti e qualsiasi momento che meriti d’essere ricordato. Vino spumante equilibrato e versatile, caratterizzato dall’elegante colore dorato e da un perlage fine e persistente. Note di agrumi e fiori bianchi rivelano una grande freschezza al palato, con una forte nota minerale e un finale lungo e piacevole. La bollicina ideale per condividere un aperitivo con gli amici, ma anche piatti più elaborati come risotti mantecati, carni bianche e pesce. www.caviro.com

VALDO

Si chiama Aquarius, lo Spumante Blanc de Blancs di Valdo dal packaging innovativo: una bottiglia stampata senza supporti in carta o plastica con finiture 3D “effetto touch”. Una creazione originale e raffinata nata dall’incontro tra Ceci Johnson, artista di New York di fama internazionale e la cantina Valdo. Il design della bottiglia celebra la bellezza degli abissi marini mentre l’esperienza tattile della stampa 3D permette di riconoscere al tatto coralli, tentacoli e ogni singolo dettaglio disegnato a mano dall’artista e poi digitalizzato. Questo spumante nasce da uve Garganega e Glera ha un colore paglierino con riflessi verdognoli. Il profumo è fresco e invitante, il gusto armonioso, equilibrato e contraddistinto da una gradevole sapidità. Ha un residuo zuccherino di 15 g/l e gradazione di 11 Vol%, disponibile nel formato da 0,75l è un Extra Dry adatto per l’aperitivo e per un tutto a pasto con piatti a base di pesce e frutti di mare. www.valdo.com

MONTELVINI

Fm333 Asolo Prosecco Superiore DOCG

Brut Millesimato 2023, Collezione Serenitatis di Montelvini, nasce da una tenuta di circa 2 ettari e dalle uve di un unico vigneto chiamato Fontana Masorin – il primo cru dell’Asolo Prosecco –, situato sulle colline del Montello a 333 metri sul livello del mare. Frutto di una spumantizzazione unica direttamente da mosto fiore, mostra elegante freschezza, equilibrio e ottima versatilità. Edizione limitata di 13.333 bottiglie nel formato da 0,75 L in cartoni da 4 bottiglie e 333 bottiglie nel formato da 1,5 L in astuccio singolo. www.montelvini.it

LE MANZANE

CAMPARI GROUP

Con un residuo zuccherino di appena 2 g/l, Springo Blue de Le Manzane è un Prosecco “messo a nudo” ed è l’espressione più autentica del territorio della Docg. Le preziose bollicine sono state, infatti, ricavate da selezionate uve provenienti dalla Riva di Formeniga nel comune di Vittorio Veneto, una delle 43 “Rive” elette ed autorizzate in tutta la zona a denominazione garantita. Le viti, esposte a sud, crescono sulle colline più impervie. Al bouquet è piacevolmente fruttato con sentori di mela, mughetto, glicine, note vegetali di salvia e timo, cedro, arancia e cenni minerali di pomice. In bocca il perlage sottile si scioglie lasciando una sensazione cremosa e avvolgente. www.lemanzane.com

MACCARI VINI

Un grande formato – magnum da 1,5l – per il Prosecco Doc Extra Dry di Maccari . Elegante e raffinato nella confezione, si fa notare per il caratteristico sapore fruttato di mela Golden, pesca bianca, fiori di acacia e biancospino, e per il colore giallo paglierino. Ottimo come aperitivo e versatile negli abbinamenti, accompagna

La Maison Champagne Lallier di Aÿ – tra i brand del Gruppo Campari -, ha presentato l’ultima creazione della collezione Réflexion: il multi-vintage Brut R.020. Uno Champagne testimone del terroir di Aÿ e della sua natura, capace di trasmettere le quattro caratteristiche che identificano la Maison: purezza, freschezza, profondità e intensità. Le uve provengono da oltre 50 cru diversi ma, a farla da padrone, per la prima volta, è lo Chardonnay che domina l’assemblaggio con il 51%. Note di fiori bianchi si alternano a sentori di agrumi, al palato si apre con aromi di pesca e albicocca, note minerali e ottima persistenza. La nuova bottiglia. moderna ed elegante, riflette il legame della Maison con il terroir e l’impegno verso la natura. www.champagne-lallier.com www.camparigroup.com

TOSO

Nasce nelle cantine Toso di Cossano Belbo un nuovo capolavoro spumantistico: Reserv3 Brut Nature Pietro Toso. Perfetto come il numero 3, mette 3 valori alla base della sua creazione: Qualità, Legame con il territorio ed Etica ambientale. E 3 sono le uve che lo compongono: Pinot Nero (75%), Chardonnay (20%), Pinot Meunier (5%) provenienti dal nord Italia. È uno Spumante dal colore giallo paglierino brillante e dal perlage fine e persistente; i profumi fragranti di fiori bianchi e frutta a polpa bianca sono arricchiti da sentori di crosta di pane e brioche; al palato è secco, equilibrato, raffinato con una buona freschezza e sapidità; ottimo come aperitivo, ideale per antipasti leggeri, piatti a base di pesce e crostacei. www.toso.it

piacevolmente antipasti anche grassi, piatti a base di pesce e crostacei. Per questo ottimo spumante, dalla gradazione alcolica di 11Vol%, solo uve Glera 100%.

Si consiglia di servirlo fresco, a una temperatura di circa 6-8°C. Disponibile anche in bottiglie da 0,75l. www.maccarivini.it

GRUPPO MEREGALLI

MIONETTO

Maison Ayala fu una dei membri fondatori del prestigioso Syndicat des Grandes Marques de Champagne nel 1882. La Maison Ayala è una delle Maison pioniere del dry style: fu una delle prime a produrre uno champagne dry per il Principe del Wales nel 1870. La Maison è parte del Gruppo Bollinger dal gennaio 2005. Prodotto con uve 100% Chardonnay, al naso è uno champagne elegante, con aromi di pera, pompelmo e gelsomino accompagnati da note mielate. Al palato è vivace e fine, con quella mineralità gessosa tipica di questo Champagne emblematico. Perfetto per l’aperitivo, si abbina particolarmente bene ad antipasti e piatti di pesce, come un carpaccio di capesante, tartare di branzino agli agrumi e ostriche. www.meregalli.com/it

SAN MARTINO VINI

Cuvée Sergio 1887 Extra Dry ottenuta da una vinificazione in bianco, alla quale segue la spumantizzazione con il metodo Charmat. Colore giallo paglierino delicato, profumo caratteristico che si mescola a quello del miele e delle mele selvatiche. Al palato è asciutto e gradevolmente amarognolo. Snello grazie al giusto grado di acidità, presenta una corposità moderata ed un perlage sottile e intenso. Spumante equilibrato, morbido e fresco, grazie alla sua moderata alcolicità e versatilità è ideale in ogni occasione. Predilige piatti semplici e leggeri, ottimo per il momento dell’aperitivo.

www.mionetto.com/it

SERENA WINES

Da uve Glera all’85% unite a un blend selezionato di Chardonnay e Pinot Bianco, nasce il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Serena 1881.

Con il suo basso dosaggio e la moderata gradazione alcolica, perfetti per la New Gen e adatti ai più recenti trend di consumo, si presenta giallo paglierino con riflessi verdolini. Il perlage è fine e persistente, i profumi includono sentori floreali e note fruttate di mela verde, banana e ananas.

Al palato troviamo sapidità e freschezza. Uno spumante versatile, ottimo per l’aperitivo, da servire a 5-7 °C. Bottiglie da 0,75l disponibili in cartoni da 6. www.serenawines.it

L’icona del bere veneto, il tipico “goto”, diventa il simbolo delle nostre bollicine Doc più nobili, espressione di una singola vendemmia. Esclusivamente ai Millesimati è dedicata la nuova bottiglia dall’intrigante design. La forma dei fianchi ricorda il bicchiere tradizionale delle osterie. Racconta il forte legame con il territorio e con le sue usanze, come quella dell’aperitivo o di un brindisi informale in compagnia degli amici. La nuova bottiglia è il contenitore perfetto per identificare i nostri Millesimati Prosecco DOCG e DOC, in versione brut, dry, extra dry e Rosé.

www.sanmartinovini.it

L’ETICHETTA DIVENTA DIGITALE

UN REGOLAMENTO UE HA APERTO LE PORTE ALL’UTILIZZO DEI QR CODE

NEL SETTORE VITIVINICOLO. ECCO CHE COSA C’È DA SAPERE PER

UTILIZZARLI CORRETTAMENTE E QUALI BENEFICI POSSONO PORTARE

DI CHIARA BANDINI

L’8 dicembre 2023 ha rappresentato una data da segnare in rosso sul calendario per i produttori vitivinicoli. Quel giorno, infatti, ha sancito l’entrata in vigore del Regolamento europeo 2021/2117 con cui l’Ue impone per legge che tutte le bottiglie vendute nel suo territorio forniscano ai consumatori indicazioni su allergie, energia, ingredienti e nutrizione. Una prescrizione precisa che ha imposto alle aziende del comparto una non banale revisione dei processi consolidati in tema di labelling.

Un cambio di passo, insomma, che non riguarda però i soli contenuti. E questo perché la stessa normativa emanata da Bruxelles permette di fornire, almeno nella maggior parte dei casi, le informazioni richieste anche tramite etichetta digitale, aprendo così un nuovo fronte operativo. Nel quale, tuttavia, non è sempre facile orientarsi.

VALORI NUTRIZIONALI E ALLERGENI IN EVIDENZA

In particolare, tre sono i punti su cui è opportuno fare chiarezza. Il primo è quello

relativo all’aspetto nutrizionale. Va, infatti, precisato che il Regolamento richiede di pubblicare sull’imballaggio o sull’etichetta il solo valore energetico del prodotto; l’elenco degli ingredienti può essere, invece, fornito integralmente per via elettronica, fatta salva l’indicazione esplicita della presenza di eventuali allergeni, che deve trovare posto sul pack fisico. Il secondo punto riguarda, invece, i messaggi veicolati attraverso l’etichetta digitale. La normativa su questo passaggio è chiara e non ammette scappatoie: le indicazioni relative alle caratteristiche

nutrizionali e agli ingredienti del prodotto non devono coesistere con altre informazioni inserite a fini commerciali o di marketing.

Il terzo ambito, infine, da mettere sotto la lente è quello che rimanda alle specifiche procedurali per la messa a terra del sistema digitale. Un passaggio delicato perché qui si possono annidare fraintendimenti. In base al Regolamento ogni vino deve esibire un proprio specifico QR Code che permetta al consumatore di accedere direttamente alle informazioni di legge attraverso un “dispositivo di accesso universale”, come uno smartphone. Non è possibile, quindi, rinviare alla home page del sito del produttore. E questo tanto più che la legge vieta anche di raccogliere o tracciare dati legati agli utenti, un’opzione che sarebbe facilmente praticabile nel caso di un atterraggio su un website.

I VANTAGGI DEL DIGITALE

Per le aziende del comparto si tratta, dunque, di attivarsi così da disporre di QR Code “non facilmente rimovibili” e destinati ad accompagnare in modo esclusivo ogni singolo prodotto, per tutto il tempo in cui si prevede che

GS1, LE POTENZIALITÀ DEL SERVIZIO BRINDO

quest’ultimo sia “idoneo al consumo in condizioni normali di conservazione”. La buona notizia è, però, che la transizione dal fisico al digitale porta con sé anche non pochi benefici. Innanzitutto, c’è da considerare che le etichette elettroniche consentono aggiornamenti dinamici e in tempo reale. Una caratteristica che, nel caso di cambiamenti di normative o requisiti informativi, semplifica l’intervento organizzativo, generando peraltro risparmi sui costi sostenuti finora per modificare le etichette fisiche. Inoltre, le label digitali assicurano maggiore efficienza nella gestione dello spazio sulla confezione, permettono di adattarsi facilmente a più lingue e offrono l’opportunità di personalizzare la visualizzazione delle informazioni in base alle preferenze dei consumatori o ai requisiti regionali, migliorando così l’esperienza complessiva di acquisto. Infine, rappresentano per loro natura una soluzione green, dal momento che contribuiscono a ridurre gli sprechi di carta associati ai metodi di etichettatura tradizionali.

Il passaggio al digitale può essere affrontato percorrendo una strada facilitata. “GS1 Italy Servizi – spiega la Business Development Manager, Elena Lia – ha rilasciato il servizio Brindo, un portale web in cui ogni vino si lega a una pagina dedicata, nella quale trovano spazio immagini fotografiche di alta qualità e, soprattutto, nella quale vengono riportate tutte le informazioni di prodotto, complete, certificate e aggiornate in modo automatico. Queste pagine sono raggiungibili scansionando un QR Code al cui interno è riportato un GS1 Digital Link, un url che contiene il GTIN, ovvero il codice EAN, e che rende fruibile all’utente una vasta serie di informazioni”. E il punto non è di poco conto. “Questa tecnologia – continua Lia – consente di andare oltre il perimetro delle indicazioni obbligatorie e trasferire anche contenuti legati alle buone pratiche di sostenibilità del produttore e ai consigli su servizio e abbinamenti, arrivando a includere l’etichetta ambientale”. Tutte potenzialità che hanno già raccolto la fiducia del mercato, come prova l’adesione al servizio di Argiano, firma del vino numero 1 al mondo nel 2023 secondo WineSpectator.

UN VIAGGIO NELL’ECCELLENZA DEL MADE IN ITALY

Un appuntamento di grande valore esperienziale e altamente formativo quello a cui GBI ha potuto

prendere parte, assieme alla commissione commerciale del Consorzio Beverage Network che ha trascorso due giornate di riunioni presso la storica azienda Cedral Tassoni.

Padroni di casa, Massimo Capogrosso, Direttore Commerciale del Gruppo Lunelli (di cui Cedral Tassoni fa parte dopo l’acquisizione del 2021), e Beppe D’Ercole, Direttore Vendite del canale

lungo. Abbiamo avuto modo di visitare il Museo Tassoni che racchiude la storia dell’azienda di Salò e dei suoi prodotti, assieme alla possibilità di vedere dal vivo le linee di produzione da cui ogni anno escono oltre 20 milioni di pezzi fra Cedrata, Tonica, Ginger, Chinotto, Sambuco e Soda. E poi ancora, visita alla distilleria dove vengono realizzati il Gin e il Bitter Tassoni con degustazione e spiegazione dei prodotti e delle loro caratteristiche organolettiche. Una bellissima occasione di confronto e dialogo che ci ha permesso di toccare con mano la grande professionalità del Gruppo Lunelli e il valore dei prodotti che fanno parte dell’offerta Tassoni. Ringraziamo Beppe D’Ercole, Massimo Capogrosso e il Presidente di Beverage Network, Antonio Portaccio, per l’invito e l’amicizia che lega GBI a queste persone speciali.

230 ANNI DI STORIA

Tassoni, fondata nel XVIII secolo come spezieria a Salò, sulle rive del Lago di Garda, è stata acquisita dal Gruppo Lunelli nel 2021. In occasione del 230° anniversario dell’azienda, è stato avviato un importante progetto di rilancio, che coniuga le radici storiche e territoriali con una visione orientata al futuro. Rispettando i valori tradizionali di naturalità, artigianalità e qualità del Made in Italy, l’obiettivo è trasformare Tassoni nel “luxury soft drink” per eccellenza in Italia. La classica bottiglietta della Cedrata, caratterizzata dalla texture simile alla buccia di cedro, è stata resa ancor più distintiva grazie all’aggiunta del logo in rilievo e dell’anno di fondazione. Il tappo, rinnovato nei colori, si abbina al

nuovo packaging più raffinato, che richiama lo stile floreale Liberty. Inoltre, le etichette sono ora in carta, in linea con l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità ambientale Rimangono intatti il gusto e la ricetta tradizionale, con ingredienti di alta qualità come i cedri Diamante provenienti dalla Calabria. Grazie alla collaborazione del Mastro Erborista di Tassoni, è stata creata una linea di bevande composta da quattro soft drink: Cedrata, Tonica al Cedro, Chinotto Bio e Sambuco Bio – pensati per essere gustati puri, e quattro

prodotti perfetti per la miscelazione – Tonica Superfine, Soda La Classica, Ginger Beer e Ginger Ale. A completare l’offerta, un gin raffinato. Il Distilled Dry Gin è ottenuto da una miscela di nove botaniche selezionate: essenza di cedro, foglie di fico, alloro, ginepro,

coriandolo, bergamotto, angelica, rosa centifolia e iris. La ricetta, sviluppata in collaborazione con Bruno Vanzan, utilizza antichi alambicchi in rame, in funzione presso Tassoni dal 1872, e viene presentata in una bottiglia elegante. Infine, la novità del Bitter del Lago, che si ispira a una ricetta storica della spezieria Tassoni, offre una raffinata combinazione di botaniche amare, con infusione di cedro Diamante, esaltando il legame con la tradizione e il territorio.

63 numero Aziende

700 Mio € fatturato

92% fatturato Ho.re.ca.

57.612 Clienti/Pubblici Esercizi Horeca

38.000 Referenze movimentate

500 Venditori di cui 35 Responsabili e 35 Specialist (Birra/Vino/Spirits)

1.100 Dipendenti

BEPPE D’ERCOLE DIRETTORE VENDITE GRUPPO LUNELLI

TREND/ESTERO

GLI AUSTRALIANI AMANO LE BEVANDE COMODE (E NUOVE)

CHE SIANO RTD O ACQUA E SOFT DRINK ON THE GO, LA COMODITÀ È UN FATTORE CHIAVE NELLE SCELTE DEL PAESE CHE HA CONTRIBUITO SIGNIFICATIVAMENTE ALL’INDUSTRIA MONDIALE DEL BEVERAGE

Dal Flat White al Jagerbomb (un mix di energy drink con il noto liquore), al nitro coffee sono varie le bevande ghiacciate partite dall’Australia per conquistare il mondo. Sarà perché proprio qui James Harrison, emigrato scozzese, inventò nel 1851 la prima macchina del ghiaccio a compressione e poi il primo impianto di refrigerazione, che rivoluzionò, tra gli altri, l’industria della birra che, da quel momento, diventò ghiacciata. Sempre in Australia nacque poi l’idea di adattare al confezionamento del vino una tecnologia nata dieci anni prima negli Stati Uniti per trasportare acido per le batterie. Dobbiamo il “cask wine” (il nostro Bag-in-Box) a Thomas Angove, un viticoltore di Renmark, nell’Australia meridionale, che lo brevettò il 20 aprile 1964. Molte invenzioni nate qui o contese con la costa ovest degli Usa riguardano il caffè, che qui è considerato a livelli cult. Non solo il 75% degli australiani ne beve almeno una

tazza al giorno, ma è proprio la scena specialty a predominare, mentre Melbourne, con le sue oltre 2.000 caffetterie, è considerata una delle capitali mondiali del caffè di alta qualità. Altra bevanda nazionale è il lemon, lime and bitters, un mix di limonata, succo o cordiale di lime e Angostura che affonda le radici nell’epoca coloniale.

AUSSIE PAZZI PER I RTD

Gli australiani davanti all’alcol si tirano raramente indietro: nel 2023, circa 14 milioni (su una popolazione totale di 26 milioni) hanno consumato alcolici, con un aumento dell’1,8% rispetto al 2020, secondo l’agenzia di ricerche di mercato Roy Morgan Research. Sembra che a spingere la categoria siano le bevande ready to drink: dal 2020 al 2023 il numero di australiani che le bevono è raddoppiato, raggiungendo i 4,3 milioni e passando dal 10,8% al 21% degli over 18: uno su cinque dunque.

AGLI ANTIPODI PIACE IL RUM

Contemporaneamente il consumo di alcolici puri è diminuito dell’1,4% a 5,6 milioni di consumatori, pari al 27,3% della popolazione di bevitori

Secondo CGA negli ultimi 12 mesi le vendite in pub, bar e ristoranti sono calate in volume dell’8,1% mentre a valore sono aumentate solo dello 0,6%, a seguito degli aumenti di prezzo provocati dall’inflazione.

In ribasso ci sono i principali alcolici, compreso il gin, tradizionalmente forte, mentre vanno meglio altre categorie, in particolare il rum, che ha visto le vendite in valore aumentare del 2,5% nell’ultimo anno, mentre i prezzi sono saliti dell’8,7%, con il rum scuro che ha recentemente superato il bianco.

COSA BEVONO GLI AUSTRALIANI

504

LITRI PRO CAPITE ACQUA MINERALE (UN UNIVERSITY’S INSTITUTE FOR WATER, ENVIRONMENT AND HEALTH)

LITRI PRO CAPITE BIRRA (2022, KIRIN HOLDINGS) 70,6

VINO SUPERSTAR

LITRI PRO CAPITE SOFT DRINKS (2023, IBIS WORLD)

LITRI PRO CAPITE VINO (2022, WINE AUSTRALIA)

DI +15 ANNI (OMS 2019) 10,1 67,2 18,3

LITRI ALCOL PURO SPIRITS POPOLAZIONE

La bevanda alcolica più consumata rimane però il vino, anche se i consumi pro capite sono calati del 12% dai 20,8 litri del 2020 ai 18,3 litri del 2022. Nonostante ciò, l’Australia resta seconda per consumi pro capite al di fuori dell’Europa e prima tra i Paesi anglofoni.

Preoccupazioni per salute e benessere, crisi economica e la concorrenza di altre categorie di alcolici, in particolare gli Rtd, sono i fattori che hanno portato a una contrazione delle vendite. Si prevede però una parziale “migrazione” verso i vini analcolici

e a bassa gradazione alcolica nei prossimi cinque anni, trainata dai consumatori più giovani. Gli Aussie, probabilmente anche per ragioni logistiche, amano bere local: il vino nazionale rappresenta infatti l’82% del mercato interno australiano, una quota ancora più alta di quella di Stati Uniti e Francia, che hanno entrambi un forte settore vinicolo nazionale. Il Paese è il quinto produttore mondiale, e si calcola che il 42% delle vendite è coperta dai consumi interni. La maggior parte del vino è venduta attraverso il commercio al dettaglio, mentre l’Horeca copre

UNO DEI MIGLIORI BAR DEL MONDO È A SIDNEY (E PUNTA SUL DIVERTIMENTO)

Innovativi, vivaci, originali: la scena dei bar di Sidney è in crescita e propone al mondo varie novità. Come l’impianto interno per creare bevande gassate (sodas) del PS40 che, giocando sulla passione locale per i soft drink più originali, propone limonate fumée e cole all’acacia. Molti hanno un tema: mentre Bar Planet si richiama all’era psichedelica, Kittyhawk si ispira alla liberazione di Parigi. Mentre il the Lobo dispone di 250 rum diversi, Cantina Ok! vanta una delle migliori selezioni di Tequila e Mezcal rari. E al Barber Shop, oltre a 700 etichette di gin, si può ottenere un taglio e una rasatura. Il più particolare è però Maybe Sammy, al numero 15 e migliore in Asia e Pacifico dei World’s 50 Best Bars e primo nella lista dei 500 Best Bars. Se l’anno scorso il menù era generato dall’IA, l’attuale, Grand Maybe Hotel, si ispira al mondo del bar d’hotel, con una proposta che è

circa il 20% dei consumi a volume. In crisi le vendite dirette, un canale importante per le piccole aziende vinicole, che stanno soffrendo il momentaneo calo dell’enoturismo, l’aumento dei costi e la riduzione della capacità di spesa dei consumatori. Per lo stesso motivo si prevede che crescerà la fascia più alta e soffrirà il vino “commerciale” – ovvero con un prezzo al dettaglio sotto i 15 dollari (9,21 euro) a bottiglia – che potrebbe lasciare sul terreno il 3% annuo di vendite tra il 2023 e il 2027, mentre il premium potrebbe salire del 2% in media all’anno nello

AZIENDE/SCHWEPPES

IL PIACERE DI SAPORI

DELICATI E BOLLICINE ANCOR PIÙ PERSISTENTI

DA SEMPRE SINONIMO DI ORIGINALITÀ E INNOVAZIONE, SCHWEPPES

È IL BRAND DELL’ICONICA TONIC WATER CHE NEL TEMPO HA

AFFINATO CONOSCENZE E COMPETENZE PER RINNOVARSI ED ESSERE PUNTO DI RIFERIMENTO DEL MERCATO

Anni di studi e messe a punto del processo, col supporto di mixologist di fama internazionale, danno vita a Schweppes Selection, il risultato di più di due secoli di curiosità, esperienza, creazione e ricerca della qualità. Specificatamente sviluppata per esaltare i sapori e le sfumature dei diversi tipi di spirit ed elevare l’esperienza di gusto, Schweppes Selection impiega selezionati ingredienti di alta qualità, distillati per estrarre oli essenziali, proposti nella famosa Schweppes bottle la cui forma, appositamente studiata, mantiene la gasatura più a lungo.L’ampio ventaglio di referenze comprende diversi gusti in grado di accontentare i palati più esigenti e la creatività dei bartender. La nuova gamma si compone di 6 gusti, sia classici che originali, versatili e ricercati: Tonica&Touch of Lime, amara al punto giusto con leggere note di lime che, sostenute dalle preziose bolle, esaltano le peculiarità di ogni drink; Ginger

Beer&Chili, una piacevole doppia piccantezza ottenuta dall’unione dello zenzero e del chili; White Peach&Elderflower, un’esplosione di fiori e frutta magistralmente orchestrata dalle eleganti bollicine; Lemon&Quinine, ideale per un drink rinfrescante e meditativo dove il gusto vivace del limone incontra l’amaro antico del chinino; Soda Water, bolle decise a rendere spumeggianti ogni cocktail; Ginger Ale, un equilibrio perfetto tra fresco e speziato con un sentore verde adatto a drink a base di amari alle erbe. I prodotti acquisiscono essenze e sapori tramite doppia macerazione, processo che intensifica il gusto e amplia la gasatura per un drink più gustoso, fresco e frizzante fino all’ultimo sorso. Schweppes Selection ha una maggiore carbonatazione che mantiene la frizzantezza delle bollicine, per un cocktail intenso.

www.schweppes.it

stesso arco di tempo. La quota di vendite di vino commerciale si ridurrà così dal 72% nel 2018 al 62% nel 2027. Non solo: a causa della trend mondiale di calo dei consumi di vino –con il 2023 che ha visto i livelli più bassi degli ultimi 60 anni –molti produttori stanno eliminando impianti di vigne anche decennali a favore di altre colture come mandorle e angurie.

“Mi piaceva lavorare nell’industria del vino, ma continuare non era economicamente sostenibile”, ha detto a The Straits Time Tony Townsend, viticoltore australiano del Riverland, una delle principali regioni viticole, nell’Australia meridionale. In crisi c’è soprattutto il vino rosso, il più diffuso nella regione, che soffre assai più dei bianchi e delle bollicine.

un gioco da tavolo dove ogni cocktail è progettato per evocare un’avventura che può essere vissuta solo nella particolare atmosfera di un grande albergo d’antan. Ma Maybe Sammy è famoso soprattutto per gli eventi che organizza per intrattenere il cliente, come ci ha spiegato la event manager italiana Sarah Proietti: “Quello che ci caratterizza è proprio il nostro approccio al servizio che è molto teatrale. Bolle, trenini, balletti ci hanno reso famosi sui social, ma tutto questo nasce perché Maybe Sammy è ispirato all’era del Rat Pack, a Frank Sinatra, Sammy David Jr, Dean Martin: abbiamo ripreso quel modo di far divertire il pubblico che avevano on stage e lo abbiamo applicato al bar. Con 17 dipendenti e tre postazioni interne accogliamo una cinquantina di clienti, seduti, e ci dedichiamo a ognuno di loro. Non ci prendiamo seriamente, ma prendiamo molto sul serio quello che facciamo, come il programma dei cocktail. Chi viene a lavorare con noi deve essere felice, abbiamo superato quel servizio troppo formale e rigido e stiamo facendo scuola”.

CARA ACQUA

Gli australiani sono grandi bevitori di acqua minerale in bottiglia, secondi al mondo per consumi dopo Singapore, nonostante i costi alti, anzi altissimi. Ogni australiano spende in media 580 dollari australiani (523 euro) all’anno per un bene che costa 5,40 dollari a bottiglia (4,87 euro), quasi il doppio che in Nord America o Europa e quattro volte il costo di Asia e Africa secondo il rapporto dell’ONU Global Bottled Water Industry: A Review of Impacts and Trends. La ragione principale sembra essere, come per i ready to drink, la comodità: “La compriamo quando siamo fuori casa, spesso nei convenience store dove costa di più rispetto al supermercato”, spiegano dall’Australian Beverages Council.

AZIENDE/MANIVA

PER UN FUTURO PIÙ SOSTENIBILE

MANIVA INVESTE IN SOSTENIBILITÀ CON NUOVE LINEE

DI IMBOTTIGLIAMENTO, PACKAGING RICICLABILI E IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Attiva da oltre 25 anni nel settore delle acque minerali, Maniva continua a investire per coniugare ricerca, tecnologia e sostenibilità. L’azienda si impegna in soluzioni innovative sia per le linee di produzione che per nuovi prodotti con packaging sostenibili, preservando le proprietà dell’acqua Maniva pH8. Maniva ha avviato un piano triennale con investimenti di 12 milioni di euro, che prevede entro il 2025 l’introduzione di una nuova linea di imbottigliamento nello stabilimento di Bagolino (Brescia), per produrre packaging più leggeri e interamente riciclabili, riducendo il consumo di materiali. Lo stabilimento di Chiusi della Verna (Arezzo), dedicato all’acqua in vetro per il settore Ho.re.Ca., sarà dotato di un impianto fotovoltaico di ultima generazione, riducendo ulteriormente le emissioni di CO2, con un risparmio medio annuo di

1.300.000 kWh dal 2017. Tra i prodotti sostenibili di Maniva spicca lo Smile-Box, lanciato nel 2022, un packaging multistrato riciclabile che protegge l’acqua dalla luce, prodotto con materiali prevalentemente di origine vegetale. Inoltre, la Mineral Seltz Maniva, unica in Italia, è stata introdotta per il settore della miscelazione, offrendo un’acqua seltz che mantiene la gassatura fino all’ultima goccia, in fusti d’acciaio da 20 litri, progettati per durare oltre 30 anni e riutilizzabili dopo sanificazione con energia 100% green. Parte degli investimenti 2024-2027 sarà destinata all’acquisto di nuovi fusti in acciaio per sostenere la crescente domanda di Mineral Seltz. Maniva, con queste iniziative, conferma il suo impegno verso un processo produttivo sempre più sostenibile, rispettoso dell’ambiente e orientato all’economia circolare.

BOTTLE TO BOTTLE

Maniva sta sviluppando la produzione in R-Pet grazie al consorzio Coripet, di cui è socio fondatore. Coripet, attivo da un decennio, promuove la raccolta e il riciclo degli imballaggi in PET, con l’obiettivo di reinserirli sul mercato. Utilizza circa 2.000 eco-compattatori, che diventeranno 5.000 nei prossimi tre anni, situati in luoghi strategici. Gli utenti possono conferire bottiglie di plastica ottenendo premi, favorendo il riciclo. Maniva, inoltre, recupera e ricicla bottiglie di vetro, che vengono sanificate e riutilizzate, con casse prodotte al 100% in plastica riciclata, seguendo i principi dell’economia circolare.

www.maniva.it

INTERVISTA MANAGER/GRUPPO MEREGALLI

LO SVILUPPO PASSA DALLA

DIGITALIZZAZIONE

AD e Direttore Generale del Gruppo Meregalli DALLA BLOCKCHAIN ALLA PIATTAFORMA PER LA GESTIONE DEGLI

Il principio di evoluzione è insito nel DNA del Gruppo Meregalli. In quasi 170 anni di attività la famiglia Meregalli ha trasformato una piccola osteria con fiaschetteria, in un’azienda punto di riferimento nella distribuzione di vini e spirits, con tre società attive in Italia e tre consociate estere (Francia, Svizzera e Principato di Monaco). Il cuore dell’attività è la distribuzione di etichette di vini e spirits di alto livello, una proposta che si rinnova ogni anno grazie all’individuazione di nuovi trend di consumo e all’inserimento di etichette che

hanno una storia da raccontare. Alla ricerca di prodotti unici, si affiancano gli investimenti in tecnologia per migliorare i servizi offerti nella ferma convinzione della necessità di far evolvere un mondo, quello del vino, ancora oggi poco digitalizzato. Ed è proprio la digitalizzazione, insieme alla cooperazione, la chiave che il gruppo ha individuato per la sua crescita e per quella del comparto. Abbiamo parlato del presente e del futuro dell’azienda con Marcello Meregalli e Corrado Mapelli, rispettivamente

QUAL È LA STORIA

DEL GRUPPO MEREGALLI?

La storia del Gruppo Meregalli inizia nel 1856, quando il mio trisavolo ottiene la licenza per aprire un’osteria dove si vendeva anche il vino all’ingrosso. Da allora l’attività è stata tramandata di padre in figlio, fino a giungere all’attuale quinta generazione. Il primo cambio di rotta risale al 1932 quando mio nonno prende le redini dell’azienda e si struttura per avviare una “distribuzione moderna”, importando i primi prodotti stranieri e puntando sulla qualità: non più vino sfuso, ma etichette di prestigio. Un altro importante cambio avviene con mio padre, subentrato in azienda nel 1969, che inizia a sviluppare il concetto di distribuzione nazionale. Dal 2001, dopo il mio ingresso a pieno regime, allarghiamo la distribuzione in Italia e apriamo le consociate estere, oltre a Meregalli Spirits e Visconti43. (M.M.)

COME È ORGANIZZATA

INTERNAMENTE L’AZIENDA?

anni Ottanta abbiamo inserito anche il vino italiano. Oggi possiamo affermare che la nostra offerta è suddivisa perfettamente a metà tra etichette straniere e italiane nel mondo del vino, mentre nell’universo spirits la percentuale di prodotti stranieri è superiore. In questo segmento i prodotti italiani sono della Distilleria Poli. Ci rivolgiamo a un target medio/alto, come dimostra anche il prezzo delle nostre bottiglie: circa 16 euro per il vino, di poco superiore ai 20 euro per gli spirits. (M.M.)

QUALI SONO I FATTORI CHIAVE

DEL SUCCESSO DI VISCONTI43? E LE PROSPETTIVE FUTURE?

Oggi il Gruppo Meregalli è suddiviso in tre distribuzioni interne: Meregalli Giuseppe per la distribuzione del vino; Meregalli Spirits per la distribuzione di distillati, liquori, ecc.; Visconti43, dedicata sempre alla distribuzione di vino ma con focus su cantine di nicchia, piccole, a gestione familiare. Ognuna delle tre divisioni ha un proprio direttore commerciale, mentre l’area managing è suddivisa per aree geografiche. Per tutti gli aspetti che riguardano la logistica, il marketing, la comunicazione, invece, il gruppo ha realizzato delle specifiche strutture di supporto: Meregalli Logistic, Meregalli Services e Meregalli Innovation. Quest’ultima, in particolare, si occupa della digitalizzazione e dello sviluppo tecnologico del gruppo. (C.M.)

COME SI COMPONE LA VOSTRA OFFERTA?

Siamo nati come distributori di vino, con una predilezione per le etichette straniere. Solo negli

Visconti43 nasce ufficialmente ad aprile del 2017, ma il progetto prende forma già nel 2015. In quegli anni avevamo notato l’avanzata di aziende che distribuivano vini di qualità di piccole cantine che nel catalogo Meregalli non avrebbero trovato il giusto spazio. Così abbiamo deciso di creare Visconti43, brand con cui oggi proponiamo per la maggior parte vini italiani e in piccola parte francesi, per lo più Champagne, con l’idea di valorizzare le piccole produzioni, le cantine familiari e i vitigni autoctoni. Quest’anno abbiamo inserito lo Champagne Fumey Tassin e la cantina Luigi Boveri. Nel prossimo futuro prevediamo un allargamento sia delle maison di Champagne sia di cantine più piccole di altre regioni italiane (M.M.)

TRA I VINI QUALI

PRODOTTI STANNO

PERFORMANDO MEGLIO?

Stiamo notando una ricerca della facilità di beva da parte degli italiani e la tendenza a scegliere prodotti più versatili, da consumare dal tardo aperitivo fino a fine pasto, che si traduce in una maggiore richiesta di vini bianchi

strutturati. Tra le proposte straniere, in questo segmento, sta performando molto bene lo Chablis della Borgogna. (C.M.)

NEL MONDO DEGLI SPIRITS QUALI TREND EVIDENZIATE?

In Italia si confermano positive le performance dei gin, ma anche dei whisky, in particolare quelli giapponesi, che destano interesse soprattutto da parte dei più giovani affascinati dalla cultura nipponica e intrigati da gusti più morbidi rispetto a quelli dei classici whisky scozzesi. È in ripresa il mondo dei liquori, sia del vermouth sia degli amari, mentre per la tequila in Italia non possiamo parlare ancora di un vero e proprio boom. Possiamo, però, affermare che interessa la fascia alta del mercato. (M.M.)

COME SELEZIONATE I PRODOTTI

CHE ENTRANO A FAR PARTE DEL VOSTRO CATALOGO?

La selezione parte seguendo l’andamento del mercato, inteso non come le performance dei prodotti presenti a catalogo, ma come l’individuazione di nuove tendenze di consumo in atto in Italia e nei Paesi vicini o più distanti come gli Usa. Quando individuiamo un trend partiamo con la ricerca dei produttori. La selezione dell’azienda avviene scegliendo la realtà che non solo ha il miglior prodotto, ma anche la disponibilità per poter soddisfare le necessità del nostro network. (C.M.)

A

PROPOSITO

DI NOVITÀ, POTRESTE PRESENTARCI LE

PIÙ IMPORTANTI DEL 2024?

In primis, i prodotti di alta gamma della famiglia Bacardi-Martini, come la tequila Patrón, il rum venezuelano Santa Teresa 1796, oltre ai whisky Angel’s Envy, Aberfeldy e Craigellachie.

Nel mondo dei vini abbiamo inserito diverse new entry. Tra le ultime

l’azienda di Suvereto (LI) Gualdo del Re che si è unita a noi non solo dal punto di vista commerciale, ma con una joint venture attraverso un’azienda di nostra proprietà in Maremma per avviare delle sinergie di produzione. Mentre risale a febbraio l’avvio della collaborazione con la cantina di Fiesole (FI) BiBi Graetz, che porta il nome del suo fondatore, cresciuto in una famiglia di artisti e con una grande passione per il vino. Da qui etichette artisticamente molto belle e particolari. (M.M.)

DI RECENTE AVETE DEFINITO IL 2024 UN ANNO PIÙ PRUDENTE RISPETTO A QUELLI PASSATI. COME STATE AFFRONTANDO QUESTA FASE DI CRESCITA MODERATA?

Nel 2024 non si registrano crescite a volume, ma solo a valore. Per questo la nostra strategia di gestione dell’azienda si concentra sull’aumentare le quote di mercato. Per raggiungere l’obiettivo stiamo investendo molto sulla logistica e sulla tecnologia per garantire un servizio più rapido, veloce, preciso e puntuale, adatto all’esigenza dei clienti e dei consumatori. (C.M.)

ESSENDO UNA SOCIETÀ BENEFIT, CHE SFIDE “SOSTENIBILI” VI PONETE PER IL PROSSIMO FUTURO?

Abbiamo ottenuto la certificazione lo scorso anno. Nello specifico, tra il 2021 e il 2023, abbiamo montato 260 kw di pannelli solari tra le tre sedi; abbiamo sostituito le stampanti con macchine più moderne e attivato un programma integrativo di welfare dando vita a una fondazione in ricordo dei miei nonni,

attraverso la quale l’azienda mette a disposizione dei collaboratori e dei parenti di primo grado dei benefit per affrontare urgenze legate alle spese mediche. A fine anno il premio non utilizzato viene suddiviso e può essere utilizzato per visite mediche di prevenzione. Abbiamo lavorato, e continueremo a farlo, anche sulla logistica incrementando i veicoli elettrici o ibridi. (M.M.)

QUALI VANTAGGI OFFRE IL

SERVIZIO DI BLOCKCHAIN PER LA TRACCIABILITÀ DEI VOSTRI

PRODOTTI?

Oggi il Gruppo Meregalli è la prima azienda di distribuzione in grado di garantire una distribuzione sicura e tracciata dei suoi prodotti, permettendo di risalire alla storia della bottiglia. In questo modo il produttore può conoscere la destinazione “finale” della merce, mentre il cliente può risalire all’intero percorso di ogni singola bottiglia, avendo così la certezza che è partita dal produttore, arrivata nelle nostre cantine, dove si è fermata per un periodo prima di giungere da lui. (C.M.)

E LA NUOVA PIATTAFORMA SIOM PER OTTIMIZZARE LA GESTIONE

DEGLI ORDINI?

Siom è l’acronimo di “sistema informatico ordini Meregalli”, un sistema proprietario che abbiamo sviluppato con il supporto di una software house, attraverso il quale gli agenti possono inoltrare gli ordini, visualizzare statistiche su ogni singolo prodotto, cliente, fornitore, su specifiche categorie merceologiche, oltre a utilizzare il geomarketing, risalire allo storico degli acquisti e pagamenti del cliente, creare delle offerte su misura. Il sistema può essere utilizzato anche dalle agenzie che collaborano con noi, permettendo così ai vari collaboratori

e sub agenti di gestire il lavoro con semplicità tenendo sempre traccia dell’operato. (M.M.)

QUAL È IL VOSTRO RAPPORTO CON I DISTRIBUTORI?

Parto da una premessa: per il Gruppo Meregalli oggi il principio della capillarità è fondamentale. Vogliamo essere presenti in ogni angolo d’Italia ed essere al fianco del nostro cliente.

In quest’ottica, i distributori locali sono importantissimi per poter arrivare in quelle zone più difficili da raggiungere e offrire un servizio adatto per le esigenze specifiche dei locali e del territorio. Per questo, li consideriamo partner fondamentali. (C.M.)

COME SI PROSPETTA LA SECONDA

PARTE DEL 2024 E QUALI OBIETTIVI

VI PONETE PER IL PROSSIMO FUTURO?

Al momento siamo abbastanza fiduciosi per la seconda parte dell’anno e guardiamo con positività alla campagna natalizia, che si preannuncia migliore di quella del 2023. In generale, per il futuro puntiamo sulla tecnologia, su cui stiamo investendo molto per offrire un servizio sempre più puntuale ed efficiente. Il nostro focus è anche sulle persone, perché vogliamo che gli agenti non siano più dei “raccoglitori di ordini” ma consulenti preparati, in grado di proporre la miglior offerta a ogni cliente con cui si interfacciano. Fondamentale per il nostro sviluppo resta la logistica. Abbiamo appena introdotto un nuovo sistema informatico per gestire il flusso di carico e prelevamento ordini, attraverso appunto una logistica multipiano, e ora andremo ad agglomerare altri piccoli distributori o attivare nuove partnership per essere sempre più capillari sul territorio. Abbiamo una media di consegna di 2/4 giorni, ma possiamo e dobbiamo ancora migliorare, senza però perdere la nostra identità e personalità. (M.M.)

IL GROSSISTA/TOP DISTRIBUZIONE

QUANDO LA BIRRA PARLA NAPOLETANO

TECNOLOGIA 4.0, RICICLO E SOSTENIBILITÀ. IN PIÙ AMORE PER LA TRADIZIONE E PER ‘IL SOLE DI NAPOLI’, INDISPENSABILE PER LA PRODUZIONE DELLE BIRRE. ECCO ALCUNI DEGLI ELEMENTI CHE HANNO PORTATO VINCENZO CASO E LA SUA AZIENDA A RICEVERE IL PREMIO LEONE D’ORO PER MERITI PROFESSIONALI A VENEZIA DI MADDALENA BALDINI

Come spesso accade per le aziende di successo, c’è sempre una storia che parte da lontano, una storia di famiglia che ha gettato le basi e che, con abilità, è stata portata avanti dagli eredi. E questo è quanto accaduto per la famiglia Caso, un esempio di imprenditoria di valore, nata nel 1953 dal capostipite Mario Caso, oggi condotta dal figlio Vincenzo, supportato a sua volta dai figli Fabio e Mario L’azienda è la Top Distribuzione, eccellenza partenopea nel settore della distribuzione del food e beverage ma… c’è molto più visto che Vincenzo Caso

ha dato vita a un’altra azienda, Birrificio Artigianale Napoletano. Un’altra eccellenza, un birrificio artigianale per la precisione: un esempio da studiare, un vero e proprio gioiello di tecnologia, autonomia produttiva e sostenibilità. È lo stesso titolare a raccontarlo, un’impresa insignita recentemente del Leone d’Oro per Meriti Professionali al Festival di Venezia, importante appuntamento che dal 1947 premia le arti in genere e l’imprenditoria che ha contribuito alla crescita del nostro Paese.

COM’È ORGANIZZATA L’ATTIVITÀ?

Dal punto di vista logistico, occupiamo una superficie di circa 20.000 metri

quadrati: una parte di questo ampio spazio è riservato al birrificio e l’altra parte è dedicata all’azienda Top Distribuzione. Abbiamo iniziato negli anni Cinquanta con mio padre, come concessionari di zona, oggi distribuiamo circa 6.000 referenze di food, beverage e di altro tipo come accessori e monouso.

Attualmente la società è divisa tra la Top Distribuzione, guidata da me e dai miei figli, e la Top Spina guidata da mio fratello, questo perché qualche anno fa abbiamo deciso di separare la parte dello sfuso dal confezionato: complessivamente negli ultimi 12 mesi abbiamo fatturato circa 14 milioni di euro.

RECENTEMENTE È

ARRIVATO UN IMPORTANTE

RICONOSCIMENTO…

Anche in questo caso serve fare un passo indietro di sei anni, quando si è deciso di fare un birrificio artigianale con impronta 100% napoletana e, ad oggi, non esistono altre birre prodotte nel capoluogo campano. Ci ha dato un grande supporto uno dei massimi mastri birrai, anche lui napoletano, Gennaro Marturano, grazie al quale abbiamo iniziato la produzione di birre artigianali non filtrate né pastorizzate con una tecnologia all’avanguardia e sistemi di controllo. Infatti, assieme al birrificio, abbiamo avviato anche un sofisticato laboratorio di analisi per il quale abbiamo investito quasi 1 milione di euro. Attualmente produciamo sei etichette di birra, comprese due etichette a tiratura limitata.

QUALI SONO

LE REFERENZE?

Abbiamo la birra N’artigiana Oro, quella che vendiamo di più in assoluto, una lager con gradazione alcolica 4,8% vol., la N’artigiana Rossa, una lager con 5% vol., la N’artigiana Ambrata, una Pale Ale di 5,8% vol. e la N’artigiana Doppio Malto, una Strong Ale da 7% vol. Completa la gamma una referenza senza glutine certificata dall’Associazione Italiana Celiachia. Infine, quest’anno abbiamo lanciato una birra stagionale, la N’artigiana Bianca, l’unica prodotta con malto di frumento. La produzione complessiva del 2024 sarà attorno ai 6.000 ettolitri. L’obiettivo, in generale, è quello di pensare a un abbinamento della birra con un piatto della tradizione napoletana… inevitabilmente la pizza! Ecco

perché ci avvaliamo anche della collaborazione di una serie di piazzaioli.

MODERNI,

SOSTENIBILI E

LEGATI ALLA

TRADIZIONE: COSA VUOL DIRE?

N’artigiana nasce con un concetto chiaro di sostenibilità, qualità ed economia di scala. Per esempio, abbiamo installato dei pannelli fotovoltaici che ci permettono di produrre la birra con il sole di Napoli, già

per abbattere la durezza ed eliminare eventuali contaminazioni, il tutto per la garanzia finale di qualità delle birre.

questo è un elemento che ci contraddistingue. Abbiamo altri pannelli per l’acqua calda e riusciamo a recuperare e vendere gli scarti produttivi convertiti in mangimi animali, nello specifico le trebbie sono perfette per i bovini e i lieviti per i suini. In più, stiamo lavorando per il recupero della Co2 della fermentazione: vogliamo convogliarla in termoconvertitori e alimentare la coltivazione dell’alga spirulina, oramai classificata come super food. L’esterno dell’azienda è dedicato al trattamento e sanificazione delle acque reflue, mentre quelle in entrata sono trattate in osmosi

IL PREMIO LEONE

D’ORO PER MERITI

PROFESSIONALI È FRUTTO DEL BIRRIFICIO?

Al di là di questa parte più “tecnica”, il birrificio ha fatto parlare di sé in tutta la città: tempo fa abbiamo avuto la visita del Sindaco Manfredi, molto attento al tema della sostenibilità. Così siamo stati seguiti per alcuni mesi da professionisti che hanno poi confermato la nostra qualità e il nostro lavoro consegnandoci il premio: una sintesi di tradizione e modernità. Da aggiungere che, già quattro anni fa, siamo stati dichiarati il primo birrificio

VINCENZO CASO
AL CENTRO VINCENZO CASO MENTRE RITIRA
IL LEONE D’ORO A VENEZIA

d’Italia come industria 4.0, grazie proprio a una tecnologia sofisticata e a un sistema gestionale che “comunica” con tutto il processo produttivo. Alle macchine aggiungiamo il ruolo fondamentale di una biologa e di una tecnologa alimentare che lavorano nel laboratorio e controllano ogni cosa, così da avere una birra senza alcun tipo di contaminazione e sempre di alta qualità.

AUTONOMIA PRODUTTIVA

ANCHE IN FATTO DI LIEVITI…

All’inizio della produzione compravamo i lieviti con una spesa annuale di circa 40.000 euro. Abbiamo così pensato, e siamo gli unici in Italia, di fare un propagatore di lievito. In sintesi? Beh, ho mandato gli esperti in Germania a fare un corso presso la “banca mondiale del lievito” e ho acquistato un macchinario

con un altro investimento di 400.000 euro: in laboratorio riusciamo a propagare da 10 cc fino a 500 l di lievito, tutto in asettico. Questo ci porta a non acquistare più i lieviti dall’esterno.

PARLANDO, INVECE, DEL LAVORO DELLA

DISTRIBUZIONE, COME SONO

ANDATI QUESTI ULTIMI ANNI?

Dobbiamo sempre partire dal periodo pandemico che per chi lavora nell’Horeca è stato complesso. La nostra attività era praticamente ferma e le perdite sono state significative; la riapertura ha portato un boom dei consumi con utili importanti ma, nuovamente, le criticità legate all’inflazione e al basso potere d’acquisto dei consumatori, si sono fatte sentire. Inoltre, i rincari hanno influito in modo pesante su tutto il comparto, portando così a un nuovo rallentamento del mercato. Da aggiungere, però, che le grandi città come Napoli possono appoggiarsi anche al giro economico e di consumi generato dal forte afflusso di turisti che continuano a scegliere il nostro Paese.

E PER IL FUTURO DELLA DISTRIBUZIONE?

Beh, come prima cosa bisognerebbe puntare allo sviluppo consulenziale per il punto vendita. Nel nostro caso, in azienda abbiamo una squadra di grafici all’interno dell’ufficio marketing che permette di offrire un servizio fondamentale ai vari locali nostri clienti, come la realizzazione del menù completo, così da creare anche una rotazione efficace per alcuni prodotti non sempre conosciuti. Di recente inseriamo anche un QR Code che permette ai turisti di consultare lo stesso menù in ben 11 lingue diverse.

PROGETTI AZIENDALI?

Sto lavorando per mettere in distribuzione delle basi per la pizza già stese e pronte, solo da scongelare e farcire. Per questo progetto mi sto avvalendo dell’aiuto di due importanti pizzaioli, uno specializzato nella pizza contemporanea con il cornicione e l’altro specializzato nella pizza antica napoletana, mettendo poi la loro “firma” sul prodotto finito. Il prodotto, in questo caso, sarà rivolta alla grande distribuzione in Italia, mentre all’estero ci orienteremo sul canale Horeca.

L’IDENTIKIT DELL’AZIENDA

Bevingros Srl

Gruppo: Top Distribuzione, Top Spina, N’artigiana Birrificio Artigianale Napoletano

Trav. Rondinella, angolo Via Argine 80147 Napoli (Na) Tel. 081 7529376 www.topbevande.it www.birrificioartigianalenapoletano.it assistenza@topbevande.it

PRODOTTI

SERVIZI

Bevande, Vini, Birre, Bollicine, Distillati, Food, Acque, Idee Regalo, Merchandising, Concentrati, Monouso

Consulenza, formazione, assistenza tecnica per l’impiantistica, logistica, realizzazione grafica del menù, analisi dei dati (monitoraggio delle performance aziendali con report dettagliati).

Fonte: dati aziendali

SAN BENEDETTO PREMIUM TEA

UNA RICETTA DESTINATA AI MIGLIORI LOCALI, CON INFUSO DI FOGLIE DI TÈ PREGIATO

L’attenzione di Acqua Minerale San Benedetto per i bisogni del consumatore passa anche attraverso il canale fuori casa, per il quale l’azienda veneta ha lanciato San Benedetto Premium Tea: un nuovo thè premium, in esclusiva per il canale Horeca. La linea è composta da San Benedetto Indian Black Tea, un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. È caratterizzato da una preziosa confezione in vetro ispirata agli scrigni prestigiosi di antichi profumi, rifinita da decori floreali e raffinati giochi di trasparenza. Un sapore intenso e dissetante e un delicato profumo, dato dall’estratto di foglie di thè nero 100% indiano, gli conferiscono un gusto rotondo e unico, nei classici gusti Pesca e Limone. Si aggiunge il nuovo gusto Matcha Green Tea, le pregiate foglie di tè, raccolte a mano ed essiccate a bassa temperatura, sono alla base della formula esclusiva e del blend selezionato, per regalare un’esperienza di gusto intensa e naturale. Una formulazione senza edulcoranti, conservanti e coloranti, in pura acqua minerale naturale.

Un capolavoro di gusto e design disponibile nel formato in vetro da 0,25L. Nel mondo del thè freddo, San Benedetto si è fatta portavoce di innovazione cavalcando il trend della mixology no & low alchol con la linea Premium Tea. Grazie alla sua versatilità e alle sue caratteristiche organolettiche, è l’ingrediente ideale per la preparazione di cocktail originali, naturali e freschi, a bassa gradazione alcolica o alcol free.

STRATEGIE/ASSORTIMENTI

PRIVATE LABEL, UN TRAINO NON SOLO PER I VOLUMI

L’INTRODUZIONE DI BEVANDE A MARCHIO PROPRIO RAPPRESENTA UN’OPPORTUNITÀ PER I DISTRIBUTORI HORECA: PREZZI PIÙ COMPETITIVI, VOLUMI DI VENDITA COSTANTI E AUMENTO DEI MARGINI. LE CHIAVI DEL

INCLUDONO LA SELEZIONE DEL TARGET, CAMPAGNE PROMOZIONALI MIRATE E LA CREAZIONE DI UN BRAND RICONOSCIBILE E SOSTENIBILE

DI CARLO GIULIANO, PROJECT MANAGER DI AXIANTE

Idati di mercato confermano che anche il comparto food & beverage, sia nel canale retail sia nel canale Horeca, si confronta con la pressione dell’inflazione e del conseguente aumento dei prezzi al consumo Dinamiche che necessariamente stanno imponendo agli attori della filiera un ripensamento delle proprie strategie, a partire dall’offerta . In questo contesto, per i category manager e i buyer del settore Horeca, l’introduzione di bevande a proprio marchio rappresenta un’opportunità per rispondere a un cliente che spende di meno, ma non solo. Certamente il posizionamento prezzo più basso consente ai distributori di aumentare la competitività , preservare i volumi, fidelizzare i clienti e anche di accrescere la redditività in relazione ai più alti margini che i marchi propri, se ben gestiti, possono garantire : costi ridotti permettono infatti di ridurre le spese operative, innalzando il mark up. Come è quindi consigliato procedere?

IDENTIFICAZIONE DEL TARGET

È innanzitutto importante riconoscere i segmenti del mercato Horeca più sensibili al prezzo, come piccoli ristoranti, caffetterie indipendenti e catene alberghiere particolarmente attente all’ottimizzazione dei costi. Analizzare i dati di vendita e i feedback dei clienti rappresenta un ottimo strumento per identificare questo parco clienti e individuare le esigenze specifiche di questa tipologia di cliente.

SELEZIONE ATTENTA E CAMPAGNE MIRATE

Altrettanto fondamentale è collaborare con il reparto marketing, per sviluppare campagne promozionali mirate su questi particolari cluster di clienti, sfruttando la leva risparmio e, nello stesso tempo, enfatizzando gli aspetti qualitativi e distintivi dei prodotti proposti . La selezione di bevande private label deve essere fatta infatti con una focalizzazione sul rapporto qualità-prezzo e non solo sulla seconda variabile, possibilmente intercettando trend di consumo emergenti non ancora coperti.

Detto ciò, utilizzando canali di comunicazione mirati, come l’email marketing, social media e pubblicità locale, si deve cercare di raggiungere efficacemente il target di riferimento. Alcune iniziative possono essere:

• proporre sconti di lancio, pacchetti promozionali e offerte speciali per incentivare i clienti del settore a provare le nuove bevande;

• lanciare promozioni a tempo che creino un senso di urgenza;

• integrare le nuove bevande nei programmi di fedeltà dei clienti, offrendo punti extra o sconti sui volumi acquistati;

• sviluppare programmi di ricompensa personalizzati per i clienti più fedeli.

IDENTIFICAZIONE DEL MARCHIO

Alcune tattiche possono aiutare il consumatore nel processo di familiarizzazione e apprezzamento dei marchi privati come:

• utilizzare un packaging accattivante, funzionale e ben realizzato, che sia prodotto mantenendo i costi bassi, ma garantendo un appeal visivo d’impatto e coinvolgente;

• produrre prodotti unici, possibilmente ideati in base ai feedback dei consumatori e degli operatori del mondo Horeca;

• sviluppare una strategia di branding, volta alla creazione di un marchio che trasmetta affidabilità e convenienza e a garantire una riconoscibilità immediata;

• trasmettere al cliente finale quanto rigorosi siano i controlli sui prodotti

a marchio proprio e quindi siano sicuri e di qualità. In questa direzione, la collaborazione e la formazione del personale dei punti di somministrazione, è una leva ulteriore per rassicurare i consumatori;

• implementare una strategia di brand storytelling, che racconti l’origine delle bevande, i processi produttivi e i benefici per il consumatore.

QUALI SONO I POTENZIALI VANTAGGI?

Il plus di creare un marchio proprio non è solo nell’ampliamento offerta in termini di referenze e convenience (quindi incremento delle vendite e maggiore differenziazione competitiva), ma anche l’esclusività di questi prodotti in grado di rafforzare l’identità del proprio brand agli occhi dei clienti Inoltre, se i nuovi prodotti proposti dimostreranno un livello di sostenibilità significativo, attraverso l’utilizzo di imballaggi eco-friendly e processi di produzione responsabile,

potranno contribuire ad alzare la reputazione del brand, attraendo più facilmente nuovi clienti attenti all’ambiente.

OTTIMIZZAZIONE

NEL TEMPO

Selezione del target, promozione, branding, formazione del personale, etc sono importanti, ma è necessario considerare che la gestione di un private label non può però essere ridotta a uno studio una tantum . Periodicamente sarà necessario rivedere le performance dei prodotti introdotti, confrontandole con quelle degli altri articoli in assortimento e con i dati storici di vendita. Bisognerà inoltre tener conto dell’impatto delle modifiche apportate di volta in volta all’assortimento, inclusi gli effetti del trasferimento della domanda. In questa serie complessa di analisi, i software di ottimizzazione assortimentale giocano un ruolo centrale dal momento che prendono in carico tutta la parte di calcolo e simulazione per restituire in pochi secondi preziose raccomandazioni sulla griglia ideale.

CHI È AXIANTE?

È un Business Innovation Integrator che supporta le aziende, locali e internazionali, nella trasformazione digitale. Axiante opera attraverso business unit dedicate: Digital, che crea soluzioni digitali uniche per ogni realtà, grazie a uno sviluppo software di eccellenza; Integra, che analizza contesti operativi complessi, progetta e gestisce soluzioni integrate per grandi organizzazioni; Retail, scelta da otto dei primi dieci retailer italiani; Stream, dedicata all’Intelligent Finance; Data Driven, pensata per supportare le organizzazioni alle prese con una molteplicità di dati distribuiti su più ambienti eterogenei.

La grappa MITICA® Riserva Barrique nasce dalla distillazione di selezionate vinacce friulane di Cabernet, Merlot, Refosco, Pinot Grigio, Sauvignon e Friulano. L’ invecchiamento per oltre 18 mesi in piccole botti di rovere di Slavonia, sotto il controllo dello Stato, aggiunge pregio al profumo ed al gusto di questo autentico tesoro delle cantine e distillerie Mangilli. Se ve la sentite, mettetevi comodi e gustate il piacevole incontro delle armonie dei profumi con i suoi 50° alcolici.

Disponibile anche nella versione bianca.

IDENTITY

Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.

VISION

MISSION

La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.

Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission.

• POLITICO ECONOMICO SOCIALE

• SINDACALE

• ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA

DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA

SUL MERCATO HORECA

IHM

INTERNATIONAL HORECA MEETING

L’unico evento dedicato agli operatori della filiera horeca (produttori, distributori e pubblici esercizi) e alle aziende produttrici del mondo Horeca.

GBI

GBI Magazine è l’organo ufficiale di ITALGROB. È il punto di riferimento per tutti i distributori di food&beverage che operano sul mercato nazionale nel canale Horeca.

GBI NEWS

GBI NEWS è il portale, collegato al Magazine GBI, ricco di notizie del settore Fuori Casa, aggiornate in tempo reale, a cui si affiancano una serie di newsletter dedicate a tutti i distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca.

ISCRIZIONI A ITALGROB DA PARTE DI IMPRESE INDIPENDENTI:

Anche i distributori non facenti parte dei consorzi federati possono iscriversi alla Federazione acquisendo una serie di vantaggiosi diritti:

• Usufruire di particolari convenzioni stipulate direttamente dalla Federazione e di tutte le convenzioni stipulate dal Sistema Confindustria

• Ricevere la rivista GBI, i bollettini economico-fiscali e i notiziari sugli avvenimenti del mercato

• Pubblicare articoli della propria azienda sul sito italgrob.it e/o sulla rivista GBI e il portale GBI NEWS

• Avere consulenza diretta nei casi di vertenze importanti con le Istituzioni locali (Comune, Regione, Sindacati, ecc)

PER ULTERIORI INFORMAZIONI NON ESITATE A CONTATTARCI: 06.5913090 | segreteria@italgrob.it | www.italgrob.it

SITO

ITALGROB.IT è il sito ufficiale della Federazione. Un punto di riferimento per tutte le notizie istituzionali di Italgrob.

ORGANIGRAMMA

ANTONIO PORTACCIO PRESIDENTE

ANDREA MENICI PAST PRESIDENT

DINO DI MARINO DIRETTORE GENERALE

GIORGIA GIUSTRA SEGRETERIA ITALGROB

CONSIGLIO GENERALE

n. 209 ottobre - novembre 2024 www.gbinews.it

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Domenico Apicella • Redazione d.apicella@lswr.it – tel: 349 3100181

Collaboratori • Chiara Bandini, Maddalena Baldini, Angela Borghi, Luca De Vivo, Dino Di Marino, Veronica Fumarola, Carlo Giuliano, Maurizio Maestrelli, Anna Muzio, Jessica Niglio, Antonio Portaccio

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Costantino Cialfi • Direttore Commerciale c.cialfi@lswr.it – tel. +39 3466705086

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Stampa: OPTIMA S.r.l. – Milano Editore

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Testata Associata

l’amarissimo che va benissimo.

Dal 1777 Petrus è il padre di tutti gli amari. Petrus Boonekamp prende il nome dal liquorista che inventò la sua ricetta utilizzando solo erbe e spezie che arrivavano da tutto il mondo nei porti Olandesi. Oggi come allora la sua ricetta segreta non prevede neanche un granello di zucchero. Perché ci sono amari solo di nome, Petrus è l’amaro di fatto.

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