Rivista gbi 205

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Quine S.r.l. –GBIAnno XXIX N. 205FebbraioMarzo 2024 –PT Magazine
ALCOL FREE UNA NICCHIA IN CRESCITA Quine S.r.l. –GBIAnno XXIX N. 205FebbraioMarzo 2024 –PT Magazine

EDITORIALE

BENVENUTI ALL’INTERNATIONAL

HORECA MEETING

Il rinnovo della collaborazione tra Italgrob e Italian Exhibition Group per l’organizzazione dell’International Horeca Meeting all’interno della fiera Beer&Food Attraction, sottolinea l’intenzione condivisa di continuare il percorso già avviato dalle due entità. L’obiettivo primario è sostenere e promuovere l’eccellenza nella distribuzione del fuori casa, stimolare la crescita e valorizzare le relazioni professionali in un settore in costante evoluzione

L’International Horeca Meeting rappresenta per Italgrob un’opportunità concreta per evidenziare la collaborazione attiva tra i diversi canali distributivi, con l’idea di evitare competizioni inutili e dannose, promuovendo invece una cooperazione sinergica. Questo approccio diventa ancor più cruciale considerando il processo di ibridazione in corso da anni. In un contesto caratterizzato dall’incremento dell’inflazione, che ha notevolmente eroso il potere di acquisto delle famiglie e rallentato i consumi, diventa imperativo creare le condizioni per il benessere diffuso, favorendo la ripresa della domanda

interna e degli investimenti nel settore. In questa fase critica, è fondamentale promuovere una collaborazione costruttiva attraverso un dialogo aperto per identificare soluzioni e superare le sfide. Per invertire la tendenza negativa, è essenziale incentivare il sistema delle filiere con investimenti significativi, al fine di rispondere alle esigenze del settore agroalimentare nel suo complesso.

È importante sottolineare anche la sfida tecnologica che coinvolge l’intera filiera. La collaborazione e la condivisione di esperienze diventano cruciali per plasmare il futuro di questo settore. La tecnologia, se adeguatamente gestita, può facilitare i processi, ma è essenziale rispettare alcuni requisiti chiave. Primo, è necessario un forte impegno da parte dei vertici aziendali. Secondo, occorre una predisposizione all’autocritica, poiché i processi consolidati richiedono una revisione costante. Terzo, è cruciale integrare i sistemi gestionali per garantire uniformità aziendale. Siamo chiamati a fare cambiamenti, ma abbiamo gli strumenti culturali e il tempo per implementarli con successo.

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ANTONIO PORTACCIO,

Battitoemiliano

Il gusto dell’eccellenza passa attraverso una passione condivisa: quella per un sapore raffinato, che con le sue note fresche e floreali continua a legarsi alla migliore delle tradizioni vitivinicole. Vigna del Cristo. Cuore pulsante d’Emilia

SERVE UN CAMBIO DI MARCIA IL PUNTO

Il comparto italiano del food & beverage, considerando sia i consumi nazionali che quelli extradomestici, registra un valore superiore ai 200 miliardi di euro

Questa cifra da sola evidenzia l’importanza cruciale di questo settore nell’economia nazionale che coinvolge circa 2 milioni di persone lungo l’intera filiera, che va dalla produzione agricola alle fasi di trasformazione industriale, distribuzione e vendita fino ai punti di consumo.

La situazione rilevata da Italgrob a oggi, mostra un settore all’ingrosso che, dopo aver recuperato le gravi perdite dovute allo stop forzato durante pandemia, ha raggiunto nuovamente i volumi del 2019. Tuttavia, la pressione inflattiva degli ultimi 12 mesi, con un aumento dei prezzi nel settore beverage del 7%, ha influenzato la tendenza positiva registrata all’inizio del 2023. Questo ha portato a chiudere l’anno con risultati in linea con il 2022, ma con una flessione a volumi del -1,4%.

Le prospettive per i consumi fuori casa nel 2024 appaiono poco ottimistiche a causa delle difficoltà finanziarie dei consumatori, che hanno constatato una significativa diminuzione del loro potere d’acquisto. La reazione prevista sarà la ricerca di valore nei loro acquisti.

Nel contesto di questa sfida, la categoria dei distributori di bevande ha svolto finora un ruolo di intermediario qualificato, mitigando gli aumenti di prezzo dei prodotti, supportando una gamma diversificata e ampliando i servizi offerti. Tuttavia, sorge la domanda su quanto tempo questa strategia sarà sostenibile e a quale costo.

Oggi, è nostro dovere agire concretamente, implementando idee, soluzioni e proposte pratiche per ridare slancio al settore dell’ospitalità professionale.

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DINO DI MARINO, DIRETTORE GENERALE ITALGROB

01.

SOMMARIO

EDITORIALE

Benvenuti all’International Horeca Meeting

03. IL PUNTO

Serve un cambio di marcia

06.

12.

SCENARI/TRADE LAB

Il mercato visto dai distributori

MERCATO/FORMIND

Le sfide della filiera

16.

22.

BEER&FOOD ATTRACTION/ MERCATO

Birra e fuori casa: un binomio che non conosce crisi

BEER&FOOD ATTRACTION/ IN VETRINA

Zoom sulle novità 2024

30.

34.

BEER&FOOD ATTRACTION/ RAPPORTO CENSIS

L’Horeca tutela la convivenza civile

SCENARI/DISTILLATI ALCOL FREE

Nicchie in crescita: le opportunità del low/no alcohol

38. IN VETRINA/ ALCOL FREE

I principali brand

44.

NORMATIVE/ SUGAR TAX

Nel mirino delle tasse

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48. FOCUS/BILANCI I risultati finanziari della distribuzione di bevande all’ingrosso

50. FOCUS/ E-COMMERCE

L’enoteca (online) secondo Esselunga

54. INTERVISTA MANAGER/CANTINE RIUNITE & CIV

Un bilancio frizzante

58. STRATEGIE/ MARKETING

Consigli per le vendite

60. TREND/ESTERO

Repubblica Ceca, la patria della birra alza i prezzi

66. INTERVISTA/ CRIK CROK

Una nuova sfida per i distributori

70. IL GROSSISTA/ ALIPRANDI

Un’offerta che punta al top

74. CONSORZI/CDA

Finito l’allenamento, ora si gioca

80. STRATEGIE/ ASSORTIMENTI

Ottimizzazione dell’offerta: come implementare senza rischi un software ad hoc

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SCENARI/TRADELAB

IL MERCATO VISTO DAI DISTRIBUTORI

L’ANALISI ESCLUSIVA DI TRADELAB IN COLLABORAZIONE CON ITALGROB SUL SENTIMENT DEGLI OPERATORI ALL’INGROSSO, LA PROPRIA ATTIVITÀ, I RAPPORTI CON CLIENTELA E FORNITORI E SULLE STRATEGIE

Una situazione nel complesso positiva. Questo il quadro evidenziato dalla survey realizzata da TradeLab e Italgrob, in cui è emerso che la maggior parte dei grossisti considera positivamente la situazione economica

FUTURE

della propria attività (molto/abbastanza buona: 84%) , con solo un 16% che ha dichiarato di essere in difficoltà (si veda figura 1).

Più pessimismo si riscontra tra i grossisti del Sud e delle Isole. In riferimento ai termini che definiscono lo stato d’animo

6 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

attuale degli operatori rispetto alla situazione dell’attività, emergono cautela e ansia , come voci più citate: tali citazioni sono comprensibili considerando gli elementi di incertezza dell’ultimo periodo; seguono però parole più positive come speranza e voglia di investire (si veda figura 2).

Gli operatori, tuttavia, ritengono questo un momento di difficoltà superabile: circa 7 su 10 si dichiarano tranquilli a livello generale Inoltre, il mercato AFH ha dato buone soddisfazioni dal momento che, pensando all’andamento del fatturato Horeca nel 2023, circa 8 su 10 ritengono che tale fatturato sia stato in linea o migliore rispetto al 2022.

PROMOZIONI E MINORI STOCK

Abbastanza buona: copro i costi, guadagno ma senza mettere da parte nulla

Molto buona nel complesso: copro i costi, guadagno il giusto e riesco a mettere da parte qualcosa

Sarò in di coltà: copro i costi ma non guadagno su cientemente

Molto di cile: non riesco a coprire i costi e devo usare i risparmi

In riferimento ai comportamenti dei propri clienti , i grossisti ritengono che i gestori dei locali, negli ultimi anni, abbiano attuato precise strategie di acquisto. Oltre la metà degli operatori (55%) dichiara sia di acquistare maggiormente le promozioni , ovvero si cerca di acquistare i prodotti di interesse quando sono in offerta, sia di acquistare quantità più ridotte ma più frequentemente . Comportamenti attuati per immobilizzare meno capitali, ma anche per riuscire a cogliere le occasioni più convenienti. Questo comporta in alcuni casi anche un diverso atteggiamento verso gli operatori e la forza vendita poiché i clienti appaiono più disposti a cambiare fornitore (36%) probabilmente proprio in funzione della convenienza ma, nel contempo, si richiede agli agenti più consulenza sui prodotti (34%). Gli imprenditori del

fuori casa si sono inoltre dichiarati anche più attenti al prezzo in generale e, nello specifico, ai primi prezzi (39%). Emergono però alcune differenze di comportamenti per area geografica: se al Nord Ovest l’attenzione va alle promozioni, nel Nord Est oltre alle promozioni i gestori sono più inclini a chiedere supporto e consulenza agli agenti, mentre nel Centro si tende

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47% 37% 13% 3%
Figura 1 - SENTIMENT SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DELL’ATTIVITÀ Figura 2 - TERMINI CHE DEFINISCONO MAGGIORMENTE LO STATO D’ANIMO DEL PERIODO

ricercano maggiormente le promozioni

acquistano meno ma più di frequente

cercano prodotti a prezzi bassi / primi prezzi

sono meno fedeli e cambiano più spesso i fornitori

richiedono ai venditori maggiore supporto e consulenza sui prodotti

acquistano più prodotti di qualità e premium

fanno ordini con più prodotti e referenze per dare più varietà di scelta ai clienti

acquistano più prodotti a marca commerciale

acquistrano più prodotti di marche note

hanno iniziato ad acquistare o acquistano di più on line

maggiormente a ridurre i lotti di acquisto e nel Sud e Isole si è più propensi a cambiare fornitore alla ricerca probabilmente di prezzi e condizioni vantaggiose (si veda figura 3). I grossisti, soprattutto nelle aree del Nord, dichiarano anche di attribuire attenzione ai trend legati alla premiumness (ovvero al posizionamento medio-alto dell’offerta) sia tenendo in assortimento prodotti a maggior valore, particolari e ricercati, sia servendo i target di clientela Horeca bar e ristoranti top/di fascia medio-alta.

PARTNERSHIP E ATTIVITÀ MIRATE

Secondo i grossisti, per migliorare la propria attività , un possibile terreno di collaborazione con l’industria o i consorzi a cui sono associati, sono in primis (con un livello di giudizio superiore a 7) attività mirate come investimenti dedicati a iniziative di vendita ad hoc , la condivisione dei dati e di piani di sviluppo puntuali In generale, quindi, la condivisione di

Quali supporti da parte dell'industria o dei consorzi (se sei associato) potrebbero essere utili al miglioramento della tua attività? (scala 1-10)

Investimenti dedicati a iniziative di vendita ad hoc

Condivisione di piani di sviluppo puntuali

Condivisione di dati

Supporto per la formazione degli agenti

Supporto per la formazione dei gestori di bar e ristoranti

Proposta di maggior materiale di merchandising da dare ai clienti

A ancamento della forza vendita

Supporto per la creazione e gestione di un sito per gli ordini on line dei clienti

Supporto per la creazione e gestione di un sito/pagina social

know how con l’industria o i consorzi , in termini di dati disponibili o attività di formazione, è sicuramente un punto ritenuto importante dagli operatori che spesso non hanno la possibilità di accedervi in altro modo (si veda figura 4). Sono nel complesso i grossisti del Nord Est a prestare più attenzione alle eventuali attività di partnership, assegnando loro punteggi mediamente più alti.

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Da 7,0 a 7,9 Da 6,0 a 6,9 Da 5,0 a 5,9
55% 55% 39% 36% 34% 30% 25% 24% 21% 13%
Figura 4 - SUPPORTI DA PARTE DELL’INDUSTRIA O DEI CONSORZI UTILI AL MIGLIORAMENTO DELL’ATTIVITÀ Figura 3 - CAMBIAMENTI NEL MODO DI FARE ACQUISTI DI BAR/RISTORANTI NEGLI ULTIMI DUE ANNI

A

pranzo scegli il gusto unico di Coca-Cola.
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Seguono, con giudizi compresi tra 6 e 7, la richiesta a industria e consorzi di supporto per attività di formazione a gestori di bar e ristoranti e di affiancamento dalla forza vendita dei grossisti.

Ugualmente importante per gli operatori anche la proposta di maggior materiale di merchandising da dare in utilizzo ai clienti.

LE STRATEGIE DI CRESCITA

In merito alle strategie dei grossisti per lo sviluppo del business , gli operatori dichiarano di volersi concentrare sulla capitalizzazione di quanto in essere: essi, infatti, intendono sia trovare nuovi clienti nella propria area operativa (52% degli operatori), sia aumentare la propria quota nei clienti attuali (23%) (si veda figura 5).

La prima strategia è indicata soprattutto dai grossisti del Nord Est, mentre la seconda da quelli del Centro.

Sono le realtà del Nord Ovest a dare maggiore attenzione

all’espansione in altri territori trovandosi probabilmente a operare in aree piuttosto sature e con forte competition, mentre le realtà del Sud si mantengono sulle prime due strategie.

Angela Borghi - Responsabile Commerciale AFH aborghi@tradelab.it

TradeLab S.r.l.

Via Marco d’Aviano 2, 20131 Milano (MI) www.tradelab.it | awayfromhome@tradelab.it | 02-799061

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Figura 5 - STRATEGIE DI CRESCITA

MERCATO/FORMIND

LE SFIDE DELLA FILIERA

UNA SITUAZIONE COMPLESSA

PROIETTA GLI OPERATORI VERSO UN 2024 IN CUI GLI SCENARI POSSIBILI SONO ANCORA TUTTI IN DIVENIRE.

LE ASPETTATIVE DEL COMPARTO TRA UN CONSUMATORE PREOCCUPATO E UN MERCATO ANCORA INSTABILE

DI

L’anno appena concluso ha mostrato chiari segnali di ripresa: l’industria è ripartita lanciando nuovi prodotti e nuovi marchi dopo il lungo stop dato dalla pandemia, il tutto però “condito” da forti aumenti di listino e una grande incertezza sui costi delle materie prime.

I distributori hanno riversato quasi per intero l’aumento dei prezzi ai punti di consumo finali; un’esigenza dettata anche dalle numerose rotture di stock del 2022 in cui i distributori – per esigenze di mercato – sono stati costretti a inserire fornitori non strategici erodendo così la loro marginalità media.

Un problema, quello delle rotture di stock, che non ha interessato il 2023 grazie a una efficiente organizzazione dell’industria data dall’esperienza dell’anno precedente.

Il trade è il punto della filiera più dinamico, sempre attento all’esigenze dei consumatori avendo con loro un contatto diretto

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LUCA DE VIVO

e quotidiano; tuttavia, anche gli imprenditori del fuori casa hanno riversato gli aumenti sui clienti finali con modifiche di prezzo più che proporzionali rispetto a quelli dell’industria. Insomma, per nessuno ci sono stati sconti.

I DUBBI SUL CONSUMATORE

Se il 2023 era partito come l’anno delle incertezze date dall’oscillazione dei costi delle materie prime e dai conflitti che ancora oggi imperversano scuotendo i mercati globali, questo 2024 non sembra aver cambiato marcia; continuano le forti preoccupazioni, ma questa volta tutte indirizzate a valle della filiera, ovvero il consumatore, soggetto che in questi anni ha dimostrato sempre un’elevata presenza sul canale Horeca ma che oggi – sia attraverso la Piramide dei Consumi (strumento per la rilevazione del comportamento dei consumatori di Formind) che con D.WP.M. (Dynamic Way Point Market, strumento di proiezione del mercato Away From Home) – dichiara di voler rallentare la sua presenza sul canale. Positivi invece i dati sulle presenze estere 2024: numeri che in previsione crescono a doppia cifra rispetto alle presenze 2023. Maggiori flussi turistici che però potrebbero non compensare la mancata frequentazione sul canale del consumatore italiano e, di conseguenza, proiettarci in un 2024 con gli stessi volumi del 2023.

LE PERFORMANCE

DEGLI ALCOL FREE

Entriamo ora nell’andamento del 2023. Dopo la chiusura di dicembre che ha registrato un -2% a volumi vs 2022, il dato progressivo è stato di +0,8% a volumi vs 2022 (totale categorie beverage).

Trend mercato Horeca – aree progressivo

Bene i consumi del Sud Italia che hanno registrato un +2%, seguiti dal Nord Est e dal Centro, in flessione invece quelli del Nord Ovest, area che ha performato con volumi inferiori al 2022.

Questo +0,8% vs 2022 corrisponde a un -1,6% vs 2019, quindi un mercato ancora negativo rispetto al pre Covid ma non così lontano nella sua totalità. Le reali differenze sono all’interno delle singole categorie, che ci fanno capire che

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REGIONI VOL VAL Totale Nord-Ovest -0,2% 13,1% REGIONI VOL VAL Totale Centro 0,8% 12,7% REGIONI VOL VAL Totale Nord-Est 1,0% 13,2% REGIONI VOL VAL Totale Sud 1,8% 13,4% 3 0 % 2 0 % 1 8 % 2 6 % 6 %
Bar Diurno Bar Notturno Ristorante Pizzeria Intrattenimento
VOL 0,8% VAL 13,1%
Mercato Horeca – ponderata canali volumi progressivo

Mercato Horeca – ponderata canali fatturato progressivo

stiamo osservando ormai due mercati completamente diversi. Ci sono state categorie che hanno registrato una flessione vs il 2022 e sono succhi di frutta, vino e birra confezionata, mentre hanno performato meglio del mercato categorie come spirits, birra in fusti e bibite gasate; in particolare, negli spirits no alcol, all’interno del segmento gin, abbiamo un raddoppio della quota di questa particolare sotto-categoria; la dimensione è ancora troppo bassa per definire se si tratti di una crescita dettata da una tendenza momentanea del consumatore, oppure se ci troviamo di fronte a un nuovo mercato in cui l’industria può puntare con una maggior numerica di referenze.

L’ANDAMENTO PER SINGOLI CANALI

Se scendiamo all’interno dei singoli canali, abbiamo una nota dolente per il settore della ristorazione che chiude in negativo questo 2023, seguito dal bar notturno con +0,5% (trend a volumi vs 2022); bene i consumi di pizzeria e bar diurno che chiudono a circa +1,5%, mentre l’intrattenimento registra un +3% (da ricordare che si confronta con un mercato 2022 in cui le discoteche hanno ripreso la loro piena operatività dalla fine di marzo).

Una particolare nota sulla pizzeria che è l’unico canale a registrare un trend positivo anche nei confronti dei volumi 2019.

LE ANTICIPAZIONI SUL 2024

Grazie a Fast (strumento di Formind per la rilevazione dei consumi dei primi 15 giorni di ogni mese sul canale Horeca), abbiamo una prima visione su questo 2024.

I primi quindici giorni di gennaio hanno chiuso con circa -1% a volume vs il 2023; in positivo l’andamento dei canali pizzeria e bar diurno, in linea con il mercato i consumi del bar notturno, mentre in maggior flessione abbiamo ristoranti e intrattenimento. Positivo il trend delle categorie bibite gassate e acqua in pet, mentre le performance peggiori sono quelle di aperitivi e vino.

LE PROSPETTIVE FINALI

Abbiamo abbondantemente parlato del 2023 e di quello che ci aspettiamo nel 2024, che riassumiamo come un anno di transizione dove a farla da padrone sarà come sempre il consumatore e il suo livello di frequentazione dei diversi canali; il desiderio di quest’ultimo, tuttavia, non è quello di abbandonare il canale, ma dobbiamo prendere atto che gli avventori del fuori casa si trovano di fronte a una realtà difficile in cui la spesa è aumentata vertiginosamente in quest’ultimo biennio

Vedremo se il consumatore inizierà a ridurre le sue uscite, oppure continuerà una meticolosa rimodulazione delle sue abitudini, perché il suo desiderio di frequentazione dell’out of home resta comunque più elevato della rinuncia.

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
3 0 % 2 0 % 1 8 % 2 6 % 6 % Bar Diurno Bar Notturno Ristorante Pizzeria Intrattenimento 19% 33% 22% 18% 8%

BEER&FOOD ATTRACTION/MERCATO

BIRRA E FUORI CASA: UN BINOMIO CHE NON TEME LA CRISI

NONOSTANTE LA CONGIUNTURA ECONOMICA, IL VISSUTO

DI CONVIVIALITÀ RAFFORZA L’APPEAL DELLA BIRRA, SOPRATTUTTO

TRA I GIOVANI E NEL MOMENTO DI CONSUMO SERALE

DI ELENA CONSONNI

Non è stato un anno facile il 2023 per la birra e anche il 2024 si annuncia ricco di sfide, anche se con degli spiragli di ottimismo. Stando ai dati forniti da AssoBirra , dopo un 2021 di luci e ombre e un 2022 che aveva segnato finalmente una ripartenza, il trend di crescita si è invertito nel 2023 . Già nei primi 6-8 mesi dell’anno scorso, infatti, si

sono registrati dati poco incoraggianti. Le vendite sono calate del 6,6% nei primi otto mesi dell’anno, passando da 11.478.966 a 10.728.522 hl. Anche l’export è diminuito – da 1.865.640 hl a 1.727.522 hl. – segnando -7,4% nel primo semestre 2023.

PREOCCUPAZIONE SUL FRONTE PREZZI

Le ragioni che hanno portato a questa situazione sono diverse. In primis

c’è l’aumento dell’inflazione, che a partire dal 2022 e per tutto il 2023 è cresciuta più del reddito disponibile, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie italiane.

Ad essa si sono aggiunte le difficoltà dei produttori che hanno visto un consolidamento degli aumenti dei costi di produzione, ormai strutturali rispetto al passato. A pesare sono stati soprattutto i rincari di alcune materie prime, come malto d’orzo, mais, alluminio.

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A questi elementi si è aggiunto il cambiamento climatico che impatta la filiera brassicola con temperature in aumento e stagioni che compromettono la qualità e, quindi, la disponibilità delle forniture di malto d’orzo e di luppolo.

Il tema dei prezzi è, forse, il più sentito. Se nel 2022 esistevano dei campanelli di allarme, come il boom dei costi di produzione e la crescita ampia (+9,9%) delle importazioni di birra rispetto al 2021, nel primo semestre 2023, il peso e gli effetti dell’aumento dei prezzi conseguenti alla forte dinamica inflattiva hanno improvvisamente tolto energia al comparto, che nei primi sei mesi ha registrato, per la prima volta dopo 2 anni, un calo del valore condiviso di circa il 3%, pari a circa 120 milioni di euro. In questo quadro complesso, il peso delle accise sulla birra desta grave preoccupazione. Secondo AssoBirra è infatti molto probabile che nel 2024, con la nuova Legge di Bilancio, il loro valore torni

ad alzarsi da 2,97 a 2,99 euro per ettolitro e per grado-Plato. Un problema rilevante per tutta la filiera, compresa quella distributiva a causa dell’effetto moltiplicatore del valore, che cresce a ogni passaggio. Un aumento di pochi centesimi di euro dell’accisa, infatti, colpisce i produttori, riduce i margini degli esercenti e ricade anche sul consumatore finale, perché viene anche gravato dall’Iva. Infatti, in una birra alla spina, circa 80 centesimi sono imputabili all’accisa,

mentre su una bottiglia da 0,66 in offerta , il formato più venduto in Italia al supermercato, questa tassa incide per circa il 40% sul prezzo di vendita. Visti i presupposti, secondo AssoBirra, la crisi del comparto brassicolo rischia di riverberarsi anche sul fronte della distribuzione, che è quello che produce ricchezza per tutto il comparto, con circa l’80% del valore condiviso generato lungo tutta la filiera. Nel primo semestre 2023 il calo dei consumi ha portato, sempre secondo l’associazione, a una stima di perdita del valore condiviso di circa 120 milioni, proprio in virtù del fatto che a risentirne sono soprattutto i canali distributivi.

LE PROSPETTIVE PER IL COMPARTO

Le difficoltà che il settore ha attraversato nel 2023 lasciano presagire un 2024 non facile, anche per il fuori casa. Non mancano però dei motivi che portano a sperare che il comparto tenga. Il primo è

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I MOMENTI DI CONSUMO DELLA BIRRA - FONTE: BVA DOXA PER IL CENTRO INFORMAZIONE BIRRA (CIB) DI ASSOBIRRA

che la cultura birraria degli italiani negli ultimi 15 anni è cresciuta e sta crescendo ancora. I consumatori sono più attenti, competenti e curiosi, hanno a loro volta stimolato il mercato a una costante evoluzione, a proporre nuovi gusti e ampliare la varietà delle tipologie disponibili.

LA FREQUENZA DI CONSUMO DELLA BIRRA – FONTE: BVA DOXA PER IL CENTRO INFORMAZIONE BIRRA (CIB) DI ASSOBIRRA

IL CONSUMO DELLA BIRRA FUORI CASA – FONTE: BVA DOXA PER IL CENTRO INFORMAZIONE BIRRA (CIB) DI ASSOBIRRA

L’industria birraria italiana ha compiuto investimenti significativi, superando i 250 milioni di euro negli ultimi quattro anni, puntando costantemente sull’innovazione e la qualità. Innovazioni che a loro volta hanno consentito di migliorare il palato birrario collettivo degli italiani, generando un circolo virtuoso che ha consentito al nostro Paese di raggiungere il secondo posto per reputazione della birra fra i 27 Paesi europei analizzati dalla ricerca Beer Image Tracker commissionata dai Brewers of Europe nel 2022 e nel 2023. Questo è sicuramente un elemento che certifica da un lato la forza e l’impatto del comparto, dall’altro la possibilità di crescita della birra in Italia, come avvenuto negli ultimi cinque anni: consumi +9% e produzione +11,6%. I produttori italiani stanno abbracciando sempre più un approccio che sposa un consumo moderato, con prodotti a basso tenore alcolico di alta qualità e radicati nelle tradizioni locali. Nonostante il consumo di bevande analcoliche sia meno diffuso in Italia rispetto ai Paesi del Nord Europa, l’interesse per alternative di qualità è in crescita, soprattutto quando si tratta di birre low/no-alcol con proprietà organolettiche paragonabili alle controparti alcoliche.

Secondo AssoBirra, infatti, nel 2022 la popolarità delle low/no alcol è

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
Benvenuti nelle specialità brassicole Mönchshof PAD A5, stand 167 Mönchshof BrauSpezialitäten c/o Kulmbacher in Italia, Tel.: 0442 510577 • info@moenchshof.it

cresciuta del +24% sul 2021 e del +37% sul 2020. Il motivo di questa impennata è da attribuire all’innovazione che ha fatto passi da gigante, rendendo possibile lo sviluppo di referenze di altissima qualità con un gusto molto simile a quello del prodotto classico.

LA GENERAZIONE Z

TRAINA I CONSUMI

Bere birra nei locali dell’out of home è un piacere che gli italiani amano concedersi, nonostante le difficoltà. Secondo una ricerca recentemente condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra, il 90% degli intervistati consuma birra fuori casa (in crescita rispetto al 73% del 2021) con una media di 1,7 volte a settimana. Sono i giovani della generazione Z (tra i 18 e i 27) il target di consumatori che beve più birra fuori casa (91%), seguiti dalla generazione X (43-57 anni) con l’89% e dai Millennials (28-42 anni) con l’83%. Nel fuori casa il momento di consumo privilegiato è la cena , seguito da aperitivo e dopocena. I principali driver di scelta sono il

sapore, appagante e inconfondibile, la semplicità degli ingredienti, la bassa gradazione alcolica. La birra è considerata da molti la bevanda della condivisione, per questo è molto consumata nei luoghi della convivialità. Lo conferma un’indagine condotta da Birra Moretti in collaborazione con AstraRicerche su un campione di oltre 1000 italiani, tra Millennials e Gen Z, per scoprire in quali situazioni e contesti i giovani si sentono davvero se stessi, liberandosi di maschere e filtri sociali per fare spazio alla sincerità. Ebbene, se il binomio “pizza e birra” in buon compagnia è per il 53,2% del campione la situazione preferita in cui sentirsi davvero se stessi, è proprio la birra la bevanda protagonista in assoluto della convivialità, tanto da essere indicata dal 20,5% degli intervistati come prima scelta per essere semplicemente come si è. Per tutti questi motivi, nonostante la difficile congiuntura economica, la birra può continuare a essere una delle bevande di riferimento nel fuori casa.

UNA BEVANDA INCLUSIVA

Uno dei temi più attuali nella nostra società è quello dell’inclusività. Un valore ben incarnato dalla birra. L’89% degli intervistati da BVA Doxa per AssoBirra considera la birra una bevanda inclusiva , un’opinione trasversale in tutte le fasce di età. Tra le motivazioni, innanzitutto la sua ampia reperibilità in tutti i Paesi del mondo (87%), seguita dalla capacità di creare un ambiente di socializzazione rilassato e aperto (86%). Apprezzati particolarmente anche la bassa gradazione alcolica (82%) e il rapporto qualità-prezzo tra i più convenienti in assoluto (81%) , che rendono la birra una bevanda perfettamente adattabile a ogni contesto e stile di vita. Per circa il 60% dei consumatori la birra si distingue, inoltre, come un elemento che rispecchia le tradizioni locali e il cui consumo diventa veicolo per sperimentare anche le diversità culturali. Emergono, però, ancora alcuni pregiudizi, ad esempio nell’identificare il target a cui la birra sembra più adatta: il 57% degli intervistati la ritiene una bevanda che si addice maggiormente agli uomini e solo il 43% pensa che sia più adatta alle donne . Sarebbe utile, quindi, per tutta la filiera lavorare su questo stereotipo, per rendere la birra ancora più inclusiva, anche nel fuori casa.

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BEER&FOOD ATTRACTION/IN VETRINA

ZOOM SULLE NOVITÀ 2024

VINICOLA SERENA - PIÙ SPRITZ

Serena Wines 1881, leader di mercato nella produzione di Prosecco DOC e DOCG, presenta Più Spritz, l’aperitivo in fusto “ready to drink”, pronto per essere servito. Un prodotto nuovo e di tendenza che va ad arricchire l’of ferta aziendale pensata per il mondo della miscelazione. Firmato The Deer – il brand giovane, funky e hipster de dicato a chi, proprio come il simpati co cervo Ross che anima il visual del marchio, ama sorridere e godersi ogni occasione di convivialità. Più Spritz combina una moderata gradazione alcolica ad aromi freschi e dissetanti di arancia, erbe aromatiche e, certa mente, vino! www.serenawines.it

COCA – COLA HBC ITALIA – THREE CENTS

Le bevande artigianali Three Cents sono state inventate dai bartender per i bartender alla ricerca del perfetto mixer per cocktail. Ogni prodotto è progettato unicamente per offrire il massimo sapore e la più alta effervescenza ad ogni bevanda. Sono prodotte con ingredienti naturali, senza conservanti e coloranti artificiali. La caratteristica principale di Three Cents è la frizzantezza che contraddistingue le sue bevande, realizzate con un’altissima pressione per garantire un’effervescenza più duratura.

www.coca-colahellenic.it

CRIK CROK - LINEA PLUS IN TUBO

Tutto il gusto di Crik Crok con un PLUS, il comodo e innovativo tubo conico. Sono perfette a casa davanti alla TV, al cinema o in giro con gli amici. Comode da richiudere grazie al coperchio. Scopri i gusti: Original; Paprika, la più amata delle aromatizzate; Sour Cream & Onion, con il sapore deciso della cipolla, smorzato e ammorbidito dalla panna acida; Jalapeno, per gli amanti del piccante; Ketchup, il più amato dai giovanissimi; Barbecue, immancabile ad ogni grigliata. Senza Glutine. Aromi 100% naturali. In due formati: 100gr e 40gr. www.crikcrok.it

SAN BENEDETTO - INDIAN BLACK TEA

San Benedetto Indian Black Tea è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. È caratterizzato da una preziosa confezione in vetro da 0,25L ispirata agli scrigni prestigiosi di antichi profumi, rifinita da decori floreali e raffinati giochi di trasparenza. Un sapore intenso e dissetante e un delicato profumo, dato dall’estratto di foglie di thè nero 100% indiano, gli conferiscono un gusto rotondo e unico, nei classici gusti Pesca e Limone. Una formulazione esclusiva, un blend selezionato, senza edulcoranti, conservanti e coloranti, in pura acqua minerale naturale. www.sanbenedetto.it

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AMARCORD – GLUTEN FREE

La Gluten Free di Birra Amarcord, con un’alcolicità del 5,2%, si presenta come una birra dal sapore ricco e soddisfacente che non delude le aspettative. Si distingue per la sua bassa fermentazione e il suo aspetto luminoso, con un colore dorato e una schiuma bianca densa e persistente. Regala all’olfatto e al gusto note dolci di malto con un tocco biscottato e sfumature di miele, armonizzate con sentori di frutta matura e accenti erbacei, cortesia del luppolo. La sua introduzione soddisfa la richiesta in aumento di prodotti senza glutine e si posiziona in un mercato in rapida crescita, rappresentando un’opportunità commerciale anche per chi non ha restrizioni alimentari. Disponibile nel formato bottiglia da 330ml. www.birraamarcord.it

FORST – TER LIGNUM

Il nuovo whisky TER Lignum è stato creato da due importanti aziende tradizionali dell’Alto Adige: Birra FORST e Distillerie RONER. Questo whisky pregiato, affumicato e di lunga durata con note mature di malto, rappresenta perfettamente il territorio di origine. Un whisky forte, con il suo gusto nobile, affumicato e di lunga durata che colpisce per un aroma maltato e una nota amara. “TER Lignum” significa “tre legni”, ovvero le botti in cui il whisky viene tenuto per cinque anni e che conferiscono al prodotto il suo gusto inconfondibile. TER Lignum nasce dal “FORST Malt Blend”, viene fermentato secondo l’antica tradizione di Birra FORST e distillato secondo le regole di RONER, per poi essere portata alla gradazione ideale (40% vol.) con l’acqua particolarmente morbida di FORST. www.forst.it

MENABREA – LA 150°

La 150° Bionda di Menabrea è una birra caratterizzata da un aroma morbido e bilanciato, da un gusto pieno che si accompagna perfettamente a diversi tipi di abbinamenti e si gusta al meglio a una temperatura di 6/8° C. Con i suoi 4,80% vol., è una birra chiara a bassa fermentazione, dal tipico colore biondo e dalla schiuma corposa e persistente, realizzata con le migliori materie prime: malto, mais, luppolo, acqua. Disponibile nella sua iconica bottiglia da 33 cl Bionda, a cui si affiancano le altre tipologie: l’Ambrata, la Strong, la Rossa e la Non Filtrata www.birramenabrea.com

PALLINI - FORMIDABILE

Formidabile è un amaro naturale nato dalla macerazione di erbe in alcol di grano. Una lavorazione artigianale con le bottiglie etichettate e sigillate con ceralacca a mano e specifica indicazione dell’annata. Il gusto agrumato, speziato e dal finale amaricante, lo rendono perfetto per essere bevuto da solo o per una serie di drink studiati ad hoc o rivisitati sui grandi classici. 32,5% gradi alcolici, Formidabile è disponibile in bottiglie da 70 cl e dal 2022 è stato acquisito dalla storica azienda liquoristica Pallini. www.pallini.com

CONSERVE ITALIAFRULLATO PROTEICO VALFRUTTA

Il Frullato Proteico di Valfrutta arriva anche nei bar. Proposto nell’iconica bottiglietta in vetro da 200 ml della marca della “natura di prima mano”, il Frullato Proteico che unisce la frutta fresca con la frutta secca e le proteine vegetali derivate da frumento lavorato in Italia, sarà disponibile per il canale Horeca in due referenze: MangoPesca-Mandorla e Mela-Bosco-Avena Una vera innovazione per tutti i bar (dopo quella introdotta nel retail). www.conserveitalia.it

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TASSONI - TONICA SUPERFINE

Ispirata a un’antica ricetta di casa Tassoni, Tonica Superfine è la nuova acqua tonica studiata ad hoc per i cocktail più ricercati, particolarmente adatta per esaltare i gin aromatizzati. Il suo gusto, volutamente delicato, lascia spazio all’aromaticità del gin a cui si accompagna. La frizzantezza, accentuata e persistente, permette di esaltare il drink mixato. Gli ingredienti alla base di questa tonica sono tutti naturali: l’olio essenziale viene estratto dalle foglie di piante di alloro che crescono spontaneamente nella zona del Garda, colte e distillate direttamente dal Mastro Erborista di Tassoni. La nota amaricante, raffinata e nitida, deriva dall’utilizzo del chinino. www.cedraltassoni.it

MACCARI - SPRITZ

MÖNCHSHOF

La Mönchshof Zwickl è una birra naturalmente torbida con il suo gusto corposo e delicato; in origine era riservata solo al mastro birraio stesso. Fermentata a freddo e maturata a 1° Celsius, per tradizione non è filtrata e viene gustata fredda direttamente dalla fresca cantina. Con il suo contenuto alcolico di 5,4% vol., questa birra speciale di colore ambrato chiaro, con un morbido corpo maltato e un lieve gusto fruttato al palato, grazie alle diverse aggiunte di luppolo ben dosate e alla speciale miscela di malti, si presenta con un gusto vellutato e morbido e una nota leggera di noce che promette davvero di sorprendere.

www.mönchshof.de

GENERAL FRUIT - PINEAPPLE CRUSH

Pineapple Crush - Linea Del Monte - è la soluzione perfetta per per ogni stagione perché dissetante e rinfrescante. Il suo contenuto comprende un 34% succo di Ananas Gold varietà Costarica con l’aggiunta di un 10% di pezzetti di ananas ed è senza zuccheri aggiunti. Disponibile nella pratica e moderna lattina slim da 240 ml, è una bevanda ideale per tutta la famiglia e per tutte le occasioni di consumo. Pineapple Crush è una soluzione ottimale come base per cocktail alcolici o analcolici a base di frutta.

www.mixology.generalfruit.com

www.delmonte.com

è un cocktail ready to drink non eccessivamente alcolico. Si presenta colorato, fresco ed invitante con gradevoli note aromatiche perfettamente bilanciate dalle bollicine del nostro Spumante Habituè. Disponibile sia in bottiglia nel formato da 0,75 lt che nella comoda Polykeg da 20 lt (senza sacca). Da servire freddo con ghiaccio, fettina di arancia oun‘oliva alla temperatura di 8°C.

www.maccarivini.it

S.BERNARDO TRITTICO SOSTENIBILE

Trittico d’autore per Acqua S.Bernardo: il “Trittico sostenibile” è composto dalla bellissima bottiglia in vetro, “Goccie” disegnata in esclusiva da Giorgetto Giugiaro; da Ely, una bottiglia in plastica completamente riciclata e riciclabile dalla forma elicoidale, ispirata alle sequenza aurea di Fibonacci e che vuole rappresentare il concetto del ritorno e della crescita. Infine, non può mancare la lattina con le gocce in rilevo: il suo packaging in alluminio la rende riciclabile all’infinito. Anche da qui passa la sostenibile leggerezza di Acqua S. Bernardo. www.sanbernardo.it

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ACQUA DI NEPI

Acqua di Nepi è una delle più leggere tra le acque effervescenti naturali, grazie al suo residuo fisso tra i più bassi della categoria. Favorisce la digestione grazie alla sottile effervescenza (caratteristica riconosciuta dal Ministero), mentre il suo mix equilibrato di preziosi sali minerali dona piacere, conferendole un gusto soave e inconfondibile. La natura vulcanica del territorio su cui è localizzata la sorgente conferisce ad Acqua di Nepi le sue caratteristiche e la sua inconfondibile effervescenza. Durante il percorso fino alla falda, infatti, l’acqua si arricchisce di un mix equilibrato di sali (calcio, potassio, magnesio) e della CO2 disciolta, assumendo il gusto unico e leggero che la caratterizza. Disponibile nei formati in vetro da 0,50L;0,65L;0,75L e 1L e in PET da 0,50L; 1L e 1,5L www.acquadinepi.it

FERRARELLE – LIMONATA, ARANCIATA, GASSOSA

CANTINE CAVICCHIOLI

Vigna del Cristo Lambrusco di Sorbara DOC è il prodotto icona di Cantine Cavicchioli. Vigna del Cristo, Lambrusco di Sorbara in purezza, è nato con la vendemmia del 1987 per celebrare il 60º anniversario dell’azienda. Dopo una lenta fermentazione in autoclave matura sui suoi lieviti per almeno 120 giorni, seguendo il metodo Charmat lungo. Un vino di assoluta eleganza che ha valorizzato una tipologia di Lambrusco poi diventata l’emblema di Modena, ovvero il Lambrusco di Sorbara DOC. Un’etichetta che ha segnato la storia di Cantine Cavicchioli. www.cavicchioli.it

La linea di bibite gassate Ferrarelle, realizzate in acqua minerale effervescente naturale Ferrarelle, sono disponibili in tre gustose ricette: Limonata Ferrarelle - con il 13% di succo di limoni siciliani, Aranciata Ferrarelle - con il 21% di succo di arance calabresi e Gassosa Ferrarelle - gusto fresco dissetante e naturale. Le Bibite Ferrarelle regalano un’esperienza di gusto unica, grazie all’incontro dell’effervescenza e del gusto tipico dell’acqua Ferrarelle con le ricette delle bibite tra le più amate dagli italiani. Disponibile in lattine da 250 ml caratterizzate da un design minimal ed elegante, con tonalità pastello e dettagli silver, la linea è stata pensata per preservare al meglio il loro gusto unico e diventare un piacevole momento rinfrescante grazie all’effervescenza delicata e al gusto fresco degli ingredienti. www.ferrarelle.it

MONTELVINI - PROMOSSO SPUMANTE EXTRA DRY

È la bollicina fresca e dinamica firmata Montelvini. Il profumo di Promosso Spumante Extra Dry è fruttato e delicato, spiccatamente aromatico, mentre al palato si presenta con un’acidità gradevole e con un corpo asciutto e delicato. Un’etichetta adatta alla mescita, ma anche alla creazione di wine cocktail, come quelli proposti dai migliori bartender italiani e internazionali ospiti del Mixology Circus, l’esclusivo hub nato per valorizzare l’arte della miscelazione d’eccellenza all’interno di Beer & Food Attraction. www.montelvini.it

GRUPPO CAFFO 1915MONT LION BLANCHE

La Mont Lion Blanche del birrificio artigianale calabrese Calabräu, è una birra artigianale ad alta fermentazione. Non pastorizzata e non filtrata è in stile Blanche. Di colore giallo paglierino con schiuma bianca, compatta e persistente, al naso emergono delicate note di frutta cotta come pesca, albicocca e mela renetta completate da intense note speziate di coriandolo e agrumi, in particolare arancio selvatico. In bocca emerge la nota agrumata accompagnata da una piacevole acidità. Disponibile nel formato 33 cl., la Mont Lion Blanche e la Mont Lion Double India Pale Ale sono le ultime novità della linea Mont Lion. www.caffo.com

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COCA-COLA HBC

ITALIA, PARTNER UFFICIALE DI MONSTER ENERGY, ANNUNCIA IL LANCIO DI MONSTER ENERGY GREEN ZERO.

Coca-Cola HBC Italia, azienda che si occupa della distribuzione dei prodotti a marchio Monster Energy Limited (MEL) dal 2015, annuncia l’introduzione nel portafoglio bevande della novità a zero zuccheri Monster Energy Green Zero, uno tra i lanci più importanti di Monster Energy Company fin dalla nascita della classica referenza Monster Energy Green. Si tratta di un’innovazione significativa per l’iconico marchio di bevande energetiche, che aggiunge la variante senza zucchero alla referenza capostipite Green, mantenendone lo stesso gusto e gli stessi colori.

Monster Energy Green Zero è rivolta a coloro che ricercano una buona dose di energia senza l’aggiunta di calorie. Con il suo distintivo colore ambrato e la formulazione avanzata, ha già guadagnato un posto in prima fila nel mondo delle bevande energetiche a basso contenuto calorico.

Dopo oltre 20 anni dal lancio di Monster Energy Green e dopo essersi affermato prima sul mercato americano e successivamente su quello mediorientale, africano ed europeo, il marchio Monster Energy continua a conquistare i suoi consumatori grazie alla sua identità innovativa e sfrontata, classificandosi come una bevanda amata da coloro che prediligono esperienze adrenaliniche e divertenti come lo sport d’azione, la musica e il gaming.

Monster Energy da sempre ha come obiettivo l’innovazione nella categoria degli energy drink, sperimentando anche in bevande energetiche a base di succo di frutta e il the, tra queste: Monster Pacific Punch, Monster Mango Loco, Monster Pipeline Punch.

“Monster Energy Green Zero” è un marchio registrato da Monster Energy Limited (MEL).

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BEER & FOOD ATTRACTION/RAPPORTO CENSIS

LA FILIERA HORECA TUTELA LA CONVIVENZA CIVILE

LA TERZA EDIZIONE DELLA RICERCA REALIZZATA DAL CENSIS IN COLLABORAZIONE CON ITALGROB ANALIZZA IL VALORE SOCIALE

DEL FUORI CASA. NE EMERGE UN RUOLO ESSENZIALE PER LA SALVAGUARDIA

DI UNA SOCIETÀ DEMOCRATICA, NELLA QUALE SONO PO SSIBILI IL CONFRONTO DI IDEE E STILI DI VITA DIVERSI

DI MADDALENA MARCONI

Lo abbiamo compreso con feroce evidenza durante il lockdown: la condivisione e la fruizione del fuori casa sono molto più di semplici passatempi a cui è possibile rinunciare con leggerezza L’importanza della socialità per il benessere e l’equilibrio delle persone è quindi ormai un dato acquisito, ma le conclusioni a cui giunge l’ultimo Rapporto Italgrob Censis spingono la

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riflessione a fare un ulteriore passo avanti e a superare le questioni individuali, per abbracciare l’intera collettività. “In questa terza edizione – spiega Francesco Maietta, Responsabile Area Consumer, Mercati privati, Istituzioni del Censis – abbiamo deciso di operare un profondo cambiamento di prospettiva e di indagare il valore del fuori casa per la società italiana nel suo complesso”.

La ricerca, che include anche un’indagine di popolazione realizzata nel gennaio del 2024 su un campione nazionale rappresentativo di 1.000 cittadini maggiorenni, ha affrontato tre tematiche principali, distinte ma integrate tra loro: la convivialità come bisogno che incide sul benessere collettivo, il suo ruolo a tutela della democrazia e, infine, la necessità di ridurre l’impatto dell’inflazione, che rischia di precludere l’accesso al fuori casa ad ampie fasce della popolazione.

LA CONVIVIALITÀ COME BISOGNO COLLETTIVO

In occasione della precedente edizione era già stato evidenziato che la convivialità si configura come un bisogno, legato all’espressione dell’uomo come essere sociale. Ora, grazie al nuovo studio, il concetto si amplia ulteriormente: da bisogno individuale, la fruizione del fuori casa diventa anche espressione di un bisogno collettivo. “L’assenza di relazionalità – sottolinea infatti Maietta – tende a generare realtà grigie, tristi e

depresse. Un connotato della nostra società è invece proprio il riconoscimento dell’importanza dello stare insieme e dei suoi luoghi, inclusi quelli del fuori casa”.

UN BALUARDO DI DEMOCRAZIA

La cultura della convivialità è effettivamente un elemento distintivo del nostro Paese: una ricchezza che non va data per scontata e che, se valutata in tutte le sue componenti, può condurre a conclusioni fondamentali e per certi versi anche impreviste. “La seconda tematica che abbiamo affrontato – prosegue Maietta – parte proprio dall’idea che la riduzione della socialità non incida negativamente solo sul benessere collettivo, ma addirittura sulla democrazia stessa”. La contrazione del tasso di socialità viene infatti considerata come una delle maggiori patologie sociali del nostro tempo. Se ne temono le conseguenze anche sul fronte della capacità delle persone di vivere insieme rispettando le differenze di opinione e di stile di vita che necessariamente esistono nel mondo reale, ma che sono meno evidenti nelle comunità elettive create dai social, le cosiddette “bolle”. “Ciò vale soprattutto in questi ultimi anni, nei quali si è verificata un’estrema individualizzazione delle vite – dichiara il Responsabile Area Consumer, Mercati privati, Istituzioni del Censis – accompagnata, soprattutto nel web, dal costituirsi di comunità a cui partecipano esclusivamente persone con le stesse idee, passioni, aspettative e gusti. Ci si sta abituando a ritrovarsi esclusivamente tra simili, riservando ai non omogenei solo insulti e rabbia”.

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LA RELAZIONALITÀ APERTA È UNA CARATTERISTICA ITALIANA

Per fortuna, però, questo fenomeno, sempre più diffuso a livello globale, lo è in misura minore in Italia. “Grazie a una radicata ‘relazionalità aperta’ – chiarisce Maietta –, la nostra società è meno esposta alle patologie regressive che minacciano la democrazia in altri Paesi a noi omologhi, come gli Stati Uniti o la Francia”. Promuovere spazi ed esercizi pubblici nei quali è ancora possibile l’incontro, o almeno la coesistenza, tra persone non necessariamente appartenenti allo stesso gruppo ha quindi oggi un valore superiore rispetto a quello economico e può essere considerato un modo per tutelare la convivenza civile. Una presenza equilibrata sul territorio di locali destinati al consumo fuori casa costituisce da questo punto di vista una piattaforma per la creazione di relazioni in grado di migliorare la qualità della vita.

MISURARSI CON L’IMPATTO DELL’INFLAZIONE

Il terzo punto considerato dal rapporto vi aggiunge però una riflessione specifica sulla fase storica attuale, segnata da una forte inflazione e dagli effetti socioeconomici di successivi choc geopolitici, che pongono il problema dell’accessibilità a questi luoghi, rivelatisi così importanti. “Si tratta di un rischio che è necessario scongiurare – conclude Maietta –. Anche perché gli effetti dello smart working sull’intensità con cui gli italiani ricorrono al fuori casa e la crescente rilevanza delle attività extra-lavorative, che spesso si svolgono proprio nell’out of home, incrementano l’esigenza di fruire liberamente dei luoghi di convivialità”. Diventa quindi sempre più importante anche verificare l’impatto della situazione economica attuale e dei trend socioculturali sul ricorso al fuori casa e considerare con attenzione le implicazioni concrete che derivano da queste valutazioni.

LE AZIENDE DELLA DISTRIBUZIONE SONO PARTNER DALLE SPALLE GROSSE

Vista l’importanza del comparto Horeca per il singolo e per la collettività, chi ne fa parte è chiamato ancora di più a considerare i tanti aspetti della responsabilità sociale delle proprie imprese: dalla costruzione di rapporti corretti e rispettosi con i lavoratori e con i fornitori alla tutela dell’ambiente, dall’attenzione alle comunità a quella, più generale, alla società. “Il settore e i suoi operatori – afferma Sara Lena, Ricercatrice del gruppo di lavoro Censis che ha realizzato il progetto – sono tenuti a promuovere una relazionalità accessibile, sana, positiva, sostenibile e apprezzabile, che risponda alle esigenze della grande maggioranza di italiani”. In questo contesto svolgono un ruolo decisivo le imprese della distribuzione, che possono ricoprire la funzione di partner “dalle spalle grosse” e sostenere le piccole e a volte piccolissime aziende dell’Horeca sottoposte alla pressione dell’inflazione, fornendo loro gli strumenti per un upgrading ormai necessario sia sul fronte della cultura imprenditoriale sia su quello della responsabilità sociale d’impresa. Va infine sottolineato anche il compito delle istituzioni che sono invitate a guardare agli operatori del fuori casa non più solo in ottica regolatoria e fiscale, ma anche come interlocutori rilevanti per la qualità del vivere collettivo. “Questo significa – conclude Lena – che le aziende del settore dovrebbero essere più spesso coinvolte in tavoli di confronto anche su questioni generali, che esulano dagli ambiti strettamente tecnici, come per esempio quelle che riguardano il turismo e la rigenerazione dei centri urbani”.

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SARA LENA, RICERCATRICE DEL GRUPPO DI LAVORO CENSIS
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SCENARI/DISTILLATI ALCOL FREE

NICCHIE IN CRESCITA: COME COGLIERE L’OPPORTUNITÀ DEL LOW/NO ALCOHOL

LE ALTERNATIVE AI SUPERALCOLICI SEGNANO IMPORTANTI TASSI DI SVILUPPO IN TUTTA EUROPA. PER SFRUTTARE LE POTENZIALITÀ DEL SEGMENTO I PLAYER DEL SETTORE

DEVONO PUNTARE SULL’AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA E SU UNA MAGGIORE DIVERSIFICAZIONE DEI PREZZI

DI MANUELA FALCHERO

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Non una moda, ma un fenomeno che presenta tutte le carte in regola per crescere e consolidarsi. Le bevande low/no alcohol alternative ai superalcolici sono sempre più diffuse, gradite e ricercate. Stando ai numeri rilevati da Aretè, nel 2021 hanno mosso soltanto in Italia un giro d’affari di 8 milioni di euro. Ma c’è di più. Il monitoraggio condotto da Euromonitor International sui principali rivenditori digitali in tutta Europa per un periodo di due anni, ha rilevato come il numero di SKU (Stock Keeping Unit) online – il codice utilizzato dalle aziende per tracciare l’inventario – legate a questa categoria sia aumentato a doppia e persino tripla cifra in tutti i sei mercati esaminati, ovvero Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna. Dati che potrebbero però rivelarsi solo il punto di partenza per uno sviluppo ben più significativo. E questo perché la categoria vince e convince soprattutto tra i più giovani. La Generazione Z, infatti – più sensibile a un atteggiamento di consumo moderato e consapevole – dimostra di gradire le proposte low/no alcohol più di quanto faccia il pubblico adulto . La conferma, numeri alla mano, viene dalla più recente release del Wine Monitor Nomisma, che rileva come proprio i giovani di età inferiore ai 25 anni prestino particolare attenzione agli aspetti salutistici, denotando un forte interesse verso le bevande a bassa o nulla gradazione alcolica. Il che rappresenta il miglior viatico per la creazione di una nuova e promettente categoria. Come dire, insomma, che ci troviamo all’inizio della

storia. E non è solo teoria, se è vero che la stessa valutazione è sottolineata anche da Nomisma: “Si tratta – ribadisce il Responsabile Industria, Retail e Servizi , Emanuele Di Faustino – di un trend destinato a rafforzarsi nei prossimi anni ”.

MOSSE E CONTROMOSSE

I player del settore, dunque, faranno bene a tenere in considerazione questa tendenza emergente. Cercando di farsi trovare pronti alla sua probabile espansione. E dunque, approcciando la categoria con i necessari passaggi operativi. “Per le imprese vitivinicole italiane, come pure per gli attori del mondo della grande distribuzione – conferma Di Faustino – diventa strategico disporre di strumenti che possano supportare nel definire al meglio le politiche commerciali, di offering e posizionamento”. In buona sostanza, si tratta di mettere a fuoco una proposta ben strutturata , adatta a rispondere alle richieste di un consumatore giovane e aperto alle novità. Una sfida che – dicono gli analisti di Euromonitor – può e deve essere affrontata seguendo soprattutto due suggerimenti.

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penetrazione della categoria e per evitare che questa sia percepita solo come un’opzione di lusso.

Per il futuro? Imparare dal Regno Unito dove la forbice è già molto ampia e spazia infatti dai 13 ai 30 euro.

RICETTE INEDITE

Il primo conduce alla necessità di orientare la bussola su una maggiore ampiezza dell’offerta . E questo soprattutto nel caso in cui si operi in mercati ancora poco maturi come il nostro. Lo insegnano, per esempio, Francia e Paesi Bassi dove, secondo Euromonitor, le sole vendite online della categoria hanno fatto segnare un incremento di sku rispettivamente del +246% e del +221%. Dati che attestano una fortissima dinamicità, soprattutto se confrontati con il +60% registrato dal mercato inglese, il più significativo del Vecchio Continente , dove le bevande no-low alcohol sviluppano già 4,4 milioni di euro, il doppio del totale combinato di Francia, Germania, Italia e Spagna, sempre relativamente alle sole vendite online. Le possibilità di mettere a punto nuove ricette del resto non mancano: l’alchimia botanica e la sperimentazione molecolare con nuovi ingredienti – notano gli esperti di Euromonitor – stanno rendendo il panorama di questo segmento “tra i più innovativi ed entusiasmanti nell’ecosistema dell’alcohol”.

LISTINI DIVERSIFICATI

COMUNICAZIONE: IL REGNO UNITO

VARA LE NUOVE REGOLE

Ampliare quantitativamente la proposta potrebbe però non bastare. Il secondo suggerimento porta infatti diritti alla necessità di potenziare la modulazione dei listini . Creare una selezione più ampia di fasce di prezzo per soddisfare bevitori sempre più curiosi – affermano ancora gli esperti di Euromonitor – è fondamentale per aumentare la

Obbligo di indicare chiaramente il titolo alcolometrico del prodotto e divieto di rappresentare in maniera negativa in alcun modo la sobrietà o il consumo moderato di alcol. Queste le principali novità introdotte dall’aggiornamento delle Linee Guida per la commercializzazione delle bevande senza o a basso contenuto alcolico, pubblicate dall’Advertising Standards Authority (ASA) del Regno Unito.

Le nuove indicazioni – che entreranno in vigore il prossimo 14 maggio, dopo un periodo di transizione di sei mesi – prevedono inoltre che i protagonisti dei messaggi pubblicitari non debbano avere o sembrare di avere meno di 25 anni.

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IN VETRINA/ALCOL FREE

PALLINI

Limonzero è il limoncello analcolico di Pallini , caratterizzato dal profumo dei limoni di Amalfi e dalle note speziate dello zenzero. Limonzero, extension analcolica del tradizionale Limoncello Pallini, tra i più venduti al mondo e prima versione alcol free disponibile sul mercato , si distingue per essere versatile e leggero, avvolgente e ricco di gusto, perfetto per essere bevuto in purezza con ghiaccio in qualsiasi momento della giornata, e ideale anche per dar vita a drink speciali e rinfrescanti, magari con acqua tonica o tè freddo.

www.limoncellopallini.com

LUCANO 1894

Amaro Lucano Zero è il primo amaro in versione alcol free, che conserva la storia e i sapori del celebre Amaro Lucano senza la sua componente alcolica. È pensato per rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più attento al benessere ma che non vuole rinunciare al gusto unico dell’amaro. Ha un formato di 70cl e il packaging è sostenibile al 100% : la bottiglia e il relativo tappo sono infatti realizzati con vetro e alluminio riciclabili, mentre la nuova etichetta – dal particolare colore azzurro - è in parte creata con gli scarti di lavorazione degli agrumi e con carta riciclata certificata FSC. www.amarolucano.it

SABATINI

Sabatini Gin 0.0 , miscela analcolica 100% italiana, nasce dalla distillazione di 5 botaniche toscane: lavanda, timo, salvia, foglie di olivo, lemon verbena.

Senza zucchero, senza dolcificanti e senza aromi artificiali, è l’alternativa analcolica perfetta per chi sceglie di non bere alcool

Oltre ad avere il certificato VeganOK, Sabatini Gin 0.0 ha un QR code rinnovato e impresso sulla bottiglia così da permettere ai consumatori di conoscere la storia della filiera produttiva, le certificazioni e la tracciabilità. www.sabatinigin.com

DIAGEO

Diageo, azienda leader nella produzione e distribuzione di distillati ultra premium, ha lanciato a settembre 2022 in Italia Tanqueray 0.0%, il nuovo alcohol free spirit che promette di diventare un’alternativa al classico

Tanqueray & Tonic.

Frutto di una lunga sperimentazione, Tanqueray 0.0% nasce grazie all’esperienza del mondo della distillazione del gin dell’innovation team di Diageo che, partendo dalle stesse botaniche del classico

Tanqueray London

Dry ha saputo creare un prodotto completamente

0.0% ABV.

Distillando bacche di ginepro, coriandolo, angelica e liquirizia, gli esperti infatti, sono riusciti a ottenere un liquido con le stesse note di gusto ideale per chi ricerca un prodotto equilibrato e non vuole rinunciare al gusto di Tanqueray. Proprio come il classico Gin&Tonic, la degustazione perfetta di Tanqueray 0.0 è con ghiaccio, acqua tonica e uno spicchio di lime.

Con Tanqueray 0.0 è possibile vivere la stessa esperienza di gusto del Gin&Tonic ma senza alcohol in ogni occasione, anche per il pre pranzo o durante un light lunch.

www.tanqueray.com

www.diageo.com

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RINALDI 1957

Dalla distilleria indipendente Hooghoudt (1888) arriva Zero Zero 24, un infuso di erbe naturale e analcolico, fresco e floreale.

Zero Zero 24 combina i sapori schietti di fiori di ginepro, sambuco e gelsomino con sentori erbacei per realizzare Gin & Tonic e altri grandi cocktail analcolici. Ogni componente botanica viene distillata individualmente per poi essere miscelata in base ai loro aromi e sapori specifici, con lavanda e bacche di ginepro che danno il tipico carattere. La ricetta è basata sull’autentico Rijke Jenever (Rich Genever) n. 24 di Ludolf Wietse Hooghoudt www.hooghoudt.com www.rinaldi1957.it

MEREGALLI SPIRITS

Vol0 (Volozero), la linea di comparativi analcolici, vuole offrire la possibilità di gustare un buon cocktail senza un contenuto alcolico.

Tra le referenze il Gin speziato Vol0, corposo e pungente, con una spiccata sensazione di pepe nero e una nota fresca vegetale, disponibile in bottiglia da 700ml; da provare Vermouth Vol0

MAGI SPIRITS

L’amaro VENTI analcolico nasce da 20 botaniche naturali, lavorate secondo i più antichi metodi liquoristici. La grande attenzione data in fase di miscelazione delle erbe e la cura nell’estrazione degli aromi, lo rendono speciale e unico, perfetto per chi vuole godersi un amaro da bere liscio o un drink esclusivo ma analcolico. Ricco di profumi di arancia e rabarbaro, oltre a note fresche mediterranee, al palato è bilanciato e corposo; sul finale si caratterizza per una lunga e gentile sensazione amaricante. Disponibile in bottiglie da 75cl

www.amaroventi.com

MARTINI

Una gamma premium di due aperitivi analcolici Vibrante e Floreale, realizzati per chi predilige un consumo no-alcol, senza rinunciare al piacere di un drink. Utilizzando gli stessi ingredienti per i vermouth classici, l’alcol viene rimosso e infuso naturalmente con una selezione di botanicals provenienti da fonti sostenibili. Senza coloranti, senza aromi artificiali e completamente gluten free, Martini Floreale è fresco, leggero e floreale, Martini Vibrante è agrumato, avvolgente ed equilibrato. Disponibili in bottiglie da 0,75l.

www.martini.com

con profumi erbacei e fruttati e note dolci e amaricanti ben bilanciate, disponibile in bottiglie da 700ml Tutto da gustare anche Bitter Vol0 con un aroma amaricante e fresco grazie alle scorze d’arancia, formato da 700ml. Perfetti per la miscelazione no e low alcohol.

www.meregalli.com

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IL PIACERE È SERVITO.

Effervescente naturale

Acqua di Nepi, con il suo basso residuo fisso e un mix equilibrato di minerali, è una delle più leggere tra le acque effervescenti naturali. Favorisce la digestione grazie alla sottile effervescenza e dona piacere con il suo gusto soave.

Il piacere che fa bene

www.acquadinepi.it

FONTE MARGHERITA

FORST

La linea degli aperitivi analcolici Fonte Margherita 1845 comprende Spritz Zero, Gin Tonica Zero e il Bellini Zero. Sono tutti realizzati con l’acqua oligominerale delle Piccole Dolomiti e selezionati aromi naturali, senza coloranti artificiali e senza alcool Sono disponibili nelle bottiglie di vetro che ‘richiamano’ i tempi passati, così come le etichette che sono state rivisitate in chiave contemporanea da importanti designer. La linea è destinata al mondo dell’Horeca che cerca distintività basata su qualità, sostenibilità ambientale e socialità responsabile.

www.fontemargherita.com

#NEWS / DALLE AZIENDE

100% FORST 0,0% alcol : così si presenta la prima birra di casa FORST con zero gradi alcolici. Caratterizzata da piacevoli note di luppolo, questa birra lascia un gusto pieno e bilanciato. La sua freschezza rigenerante permette di godersi a fondo ogni momento della giornata. Premiata con la medaglia d’oro ai “ World Beer Awards 2023 ” nella categoria No & Low Alcohol Lager, 100% FORST - 0,0% alcol si distingue per il basso contenuto calorico, la freschezza rigenerante e la schiuma fine.

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MeMento è una bevanda analcolica dove ogni ingrediente viene distillato singolarmente per unirsi poi con gli altri a formare un bouquet sofisticato. Ottima base per qualsiasi drink analcolico o, combinato con liquori e distillati, anche per cocktail a basso tenore alcolico. La versione base – delicata, aromatica e floreale – ha un profilo olfattivo che racconta di rosa, rosmarino ed erbe officinali, su uno sfondo di agrumi. Il prodotto è disponibile nella bottiglia da 70 cl

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SAN MARTINO VINI: RECORD DI FATTURATO A 24 MILIONI DI EURO

San Martino Vini ha coronato il 2023 con un trionfo economico, segnando un significativo aumento di fatturato che ha raggiunto la cifra di 24 milioni di euro . Questo risultato mette in luce il costante trend di crescita che l’azienda ha mantenuto negli ultimi anni. Nel triennio 2020-2023 infatti, l’azienda ha testimoniato una progressiva ascesa finanziaria, passando da 17,5 milioni di euro nel 2021 a 24 milioni nel 2023

L’efficacia delle strategie aziendali adottate nel corso dell’anno trova conferma in questo successo economico straordinario.

L’azienda, rinomata nel settore vinicolo, ha brillato grazie a una combinazione di strategie vincenti, qualità e innovazione.

L’investimento nella diversificazione della

gamma di vini e nei canali di distribuzione, insieme a pratiche sostenibili, ha contribuito a consolidare la sua posizione di rilievo sul mercato. I Titolari di San Martino Vini, Walter e Giovanni Cescon , hanno espresso soddisfazione per questo risultato eccezionale. Guardando al futuro, l’azienda si propone di mantenere questo slancio positivo, offrendo al mercato prodotti sempre più sorprendenti e innovativi.

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43 P R OTEINE vegeta l i per 2 800ml

NORMATIVE/SUGAR TAX

NEL MIRINO DELLE TASSE

LE FACILITAZIONI FISCALI CHE HANNO INTERESSATO FINORA BEVANDE ANALCOLICHE E BIRRA VENGONO RIVISTE NEL 2024: LA LEGGE DI BILANCIO ACCOGLIE SOLO PARZIALMENTE IL RINVIO DELLA SUGAR TAX E NON CONTEMPLA PIÙ I TAGLI ALLE ACCISE BRASSICOLE CONCESSI NEL 2023. CREANDO PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO DEI DUE COMPARTI

DI MANUELA FALCHERO

Sul 2024 del beverage incombono due spade di Damocle. Ed entrambe hanno a che fare con l’aspetto fiscale. Con il nuovo anno, infatti, terminano le “deroghe” concesse finora a due settori nevralgici per il comparto.

L’ALLARME DI ASSOBIBE

Il primo è quello delle bevande analcoliche che si trovano a fronteggiare il rinvio di soli sei mesi dell’effettiva entrata in vigore della Sugar Tax La legge di Bilancio del 2024 limita, infatti, a luglio la proroga

44 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

concessa finora già per cinque altre volte , aprendo a non poche preoccupazioni nel comparto. Gli effetti generati dalla Manovra potrebbero infatti essere parecchio critici. Lo certificano, nero su bianco, i risultati di uno studio condotto da Nomisma per Assobibe secondo i quali, dopo aver scontato nel 2023 una contrazione delle vendite a volume destinata anche a spingersi fino a un -5,4% rispetto al 2022, il settore potrebbe dover fare i conti con un’ulteriore flessione del -15,6% nei due anni successivi al via libera della norma . Un taglio fatalmente destinato a ripercuotersi anche sulle stesse casse dello Stato, dal momento che, sempre secondo Nomisma, i mancati introiti costerebbero all’Erario 275 milioni di minori entrate Iva

Ma non solo: ci sono da valutare anche una riduzione degli acquisti di materie prime (alimentari e non) stimata in 400 milioni di euro e una possibile ripercussione sul piano occupazionale, con oltre 5.000 posti di lavoro a rischio E ancora, c’è da mettere in conto il taglio agli investimenti, che Nomisma stima in 46 milioni di euro.

Da qui, dunque, l’appello dell’Associazione: “Il rinvio a luglio – dice Giangiacomo Pierini , Presidente di Assobibe – dà una boccata di ossigeno alle imprese della filiera, ma posticipa solo di pochi mesi gli effetti insostenibili di una nuova imposta che aumenta del 28% la fiscalità su un litro di bevanda analcolica . Pur consapevoli che cancellare una tassa per la quale c’è già un decreto attuativo è operazione complessa, chiediamo dunque con forza un urgente intervento definitivo già nei primi mesi del 2024, così da permettere alle imprese una programmazione adeguata di un anno che sarà incerto e difficile”.

Una richiesta che acquista ancora più ragione d’essere se si considera “il calo costante di vendite di bevande zuccherate in Italia – osserva Pierini – cui si affianca il taglio del 40% dello zucchero immesso in consumo negli ultimi anni attraverso protocolli siglati con il Ministero della Salute”.

prive di zucchero , con stime di gettito sbagliate e irrealistiche, costruite su un comparto già penalizzato dall’aliquota Iva al 22% rispetto alla media UE del 16% ”.

… E QUELLO DI ASSOBIRRA

Né va dimenticato che “si tratta di una tassa applicata alle sole bibite analcoliche – ricorda Pierini –, anche quando

Il secondo settore finito nel mirino del fisco è quello brassicolo. Dal 1° gennaio è decaduta, infatti, la norma provvisoria che nel 2023 ha portato le accise sulla birra a 2,97 euro per ettolitro e per grado-Plato, evitando così un gravoso aumento a 2,99 euro. Uno sforzo che ha permesso di rimediare soltanto in parte ai contraccolpi di un contesto economico sfavorevole, andato peraltro aggravandosi nel corso dei mesi. I dati parlano chiaro: secondo AssoBirra, tra gennaio e agosto 2023 le vendite sono calate del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2022 (da 11.478.966 hl a 10.728.522 hl). E non va meglio se si guarda all’export, che nel primo semestre 2023 ha registrato una flessione del -7,4% rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente (da 1.865.640 hl a 1.727.522 hl). I consumi hanno, insomma, morso il freno, pregiudicando quella ripresa del 2022 “riconquistata – evidenzia AssoBirra – con grandi sacrifici dopo i tempi bui del periodo di emergenza da Covid-19”. In questo contesto, dunque, l’inasprimento fiscale deciso de facto per il 2024 rischia di creare i presupposti per un’ulteriore contrazione delle vendite sul fronte domestico, mettendo

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GIANGIACOMO PIERINI, PRESIDENTE ASSOBIBE ALFREDO PRATOLONGO, PRESIDENTE ASSOBIRRA

in seria difficoltà un comparto che, secondo le più recenti rilevazioni Osservatorio Birra e Althesys, occupa oltre 100mila operatori e vale 10 miliardi di euro.

La misura potrebbe inoltre avere ripercussioni importanti oltreconfine, dal momento che il settore birrario italiano si trova pagare un prezzo anche in termini di competitività internazionale. “In diversi Paesi, come la Germania – afferma Alfredo Pratolongo , Presidente di AssoBirra , associazione che rappresenta il 92% della birra prodotta e venduta in Italia –, le accise sono anche quattro volte inferiori alle nostre”.

Il 2024 del comparto brassicolo non inizia, dunque, sotto i migliori auspici. “Purtroppo – continua Pratolongo – l’emendamento sulla stabilizzazione del taglio delle accise e le relative agevolazioni progressive per i birrifici artigianali fino a 60mila ettolitri, non è stato inserito nel testo finale della Legge di Bilancio 2024. Una contingenza che si inserisce in un quadro generale di risorse scarse, in virtù del quale il Governo ha deciso di non accogliere emendamenti parlamentari, ma soltanto quelli proposti dai relatori”.

Vero è che – al momento di mandare in stampa questo numero di GBI – esiste ancora qualche spazio di manovra per cercare di tornare allo status quo ante . “Nell’ottica di preservare il più possibile la competitività di un comparto

trainante dell’economia del nostro Paese, come quello birrario – annuncia Pratolongo –, AssoBirra si è attivata per chiedere l’inserimento nel Decreto Legge Milleproroghe delle misure non più confermate , provando a riproporre quanto ottenuto nel 2023, ovvero una riduzione delle accise seppur non strutturale ”.

LA SPINTA DEI CONSORZI DI TUTELA

Se da un lato la questione fiscale agita i sonni degli operatori del beverage, dall’altro il settore incassa una buona notizia sul fronte della tutela e della valorizzazione di alcuni suoi prodotti. Il Ministero

dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ha, infatti, adottato il regolamento per la costituzione dei consorzi di tutela delle bevande spiritose . Il provvedimento, che si fonda sul criterio delle indicazioni geografiche, individua sulla base di un disciplinare ad hoc le modalità di costituzione dei consorzi, chiamati a fornire assistenza tecnica e a garantire collaborazione per la tutela della IG da abusi, atti di concorrenza sleale, contraffazioni.

“È dal 2016 che il settore aspettava questo provvedimento – dichiara Francesco Lollobrigida , Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste –, grazie al quale gli operatori del comparto potranno procedere con la costituzione di consorzi ad hoc per valorizzare le eccellenze e tutelare le IG ”.

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GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, MINISTRO DELL’AGRICOLTURA, DELLA SOVRANITÀ ALIMENTARE E DELLE FORESTE

Da sorseggiare rigorosamente a temperatura ambiente o in un buon cocktail

Riserva del Centenario

La “Riserva del Centenario” del Vecchio Amaro del Capo, ha origine da una lunga e sapiente lavorazione: erbe, fiori e frutti calabresi infusi secondo antichi metodi artigianali, uniti a pregiate partite di acquaviti di vino invecchiate a lungo, per oltre 40 anni, in botti di rovere di Slavonia sotto il controllo dello Stato. Nasce così questo prezioso liquore che rappresenta la migliore qualità Italiana, premiato sin dal suo lancio sul mercato con i massimi riconoscimenti nelle principali competizioni tra i migliori alcolici del mondo.

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I RISULTATI FINANZIARI DELLA DISTRIBUZIONE DI BEVANDE ALL’INGROSSO

GRAZIE AI DATI FORNITI DA CERVED MARKET INTELLIGENCE E RELATIVI A CIRCA 2.000 AZIENDE DEL SETTORE, GBI PROPONE UN’ANALISI

ESCLUSIVA SULL’ANDAMENTO MEDIO DI FATTURATO E UTILI

DI DOMENICO APICELLA

C’

è chi lo teme, chi non lo regge, eppure è molto spesso indispensabile. Il confronto – perché di questo stiamo parlando – è una buona pratica per crescere e migliorare. Paragonarci agli altri non sarà sempre piacevole, ma indubbiamente farà emergere in maniera nitida i nostri punti di forza e di debolezza. A maggior ragione se gli elementi messi in comparazione, uno accanto all’altro, sono

certi e oggettivi. Da quando, a maggio 2022, GBI ha avviato il suo nuovo corso editoriale, tra gli obiettivi che ci siamo posti c’è proprio quello di dare punti di riferimento – certi e oggettivi – alle aziende della distribuzione Horeca Un modo per aiutarle a comprendere l’evoluzione del mercato e – perché no –individuare possibili margini di miglioramento nella loro attività. Ecco spiegato il motivo dell’analisi su una serie di dati finanziari, realizzata con il fondamentale contributo di Cerved Market

Intelligence, che trovate esposta in queste pagine.

La prima fase è consistita nell’individuare un panel di imprese accomunate dallo stesso codice Ateco, che ricordiamo essere la classificazione delle attività economiche adottata dall’Istat per la produzione e la diffusione di dati statistici ufficiali. Partendo dal codice Ateco dei grossisti di bevande e relativi sottocodici, sono stati creati due cluster: il primo comprende le aziende fino 3 milioni di euro di fatturato; il secondo

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FOCUS/BILANCI

raccoglie quelle che si attestano tra i 3 e i 20 milioni di giro d’affari. In totale si tratta di circa 2.000 ragioni sociali, per ciascuna delle quali sono stati presi in esame i bilanci di esercizio 2021 e 2022, così da desumere una serie di indicatori finanziari.

I RICAVI CRESCONO PIÙ DEI MARGINI

Cominciamo quindi dai dati calcolati per la classe di aziende di distribuzione all’ingrosso di bevande di taglia inferiore. I ricavi medi del 2022 sono pari a 595.000 euro; da guardare con attenzione è l’incremento di fatturato: +10,3% rispetto all’esercizio 2021. Più contenuta – ma pur sempre positiva – la variazione registrata mediamente dal margine operativo lordo (+5%) e netto (+6,1%).

risparmi accumulati nei mesi di confinamento domestico. Si può però immaginare che, soprattutto nei momenti di massima stagionalità, le aziende più piccole e meno strutturate abbiano dovuto fare i conti con inefficienze e criticità (basti pensare a quelle logistiche e di approvvigionamento) che hanno inciso sulla struttura dei costi e quindi sulla marginalità. Nella sequenza di dati medi frutto delle elaborazioni di Cerved Market Intelligence è presente la posizione finanziaria netta, solitamente interpretata come una spia dello stato di salute aziendale, perché evidenzia l’indebitamento finanziario complessivo e – se vista in rapporto al margine operativo lordo – la capacità dell’impresa di onorare i propri impegni. Nel primo cluster di distributori, la po-

LE IMPRESE PIÙ GRANDI VINCONO IN EFFICIENZA

L’ipotesi che maggiori dimensioni si traducano in un vantaggio concreto, sotto il profilo della capacità di cogliere tutte le opportunità che il mercato offre, trova una conferma scorrendo i dati del secondo cluster, composto da distributori con fatturato dai 3 a 20 milioni di euro. Già nei ricavi netti, le aziende più grandi hanno fatto meglio delle più piccole, ottenendo un incremento pari a +23,7% nel 2022. Ma soprattutto, osservando in filigrana i risultati di un anno vivace anche per quanto riguarda i rincari dei listini, emerge con chiarezza una verità ben nota agli addetti ai lavori: per le aziende della distribuzione all’ingrosso efficienti, gli aumenti di listino si traducono in un aumento dei margini. E infatti quel

I numeri sintetizzano un’annata per molti versi eccezionale: nel 2022 il desiderio di socialità degli italiani – dopo le tante privazioni patite nei momenti più drammatici della pandemia – ha dato una spinta formidabile alle vendite nel fuori casa e al giro d’affari della distribuzione Horeca. Nemmeno l’avvio della spirale inflattiva ha raffreddato questa comprensibile esigenza di ritrovare le vecchie abitudini di consumo, anche perché parte delle famiglie potevano attingere ai maggiori

sizione finanziaria media è in territorio ampiamente positivo, sebbene appaia in peggioramento (-6,2%), così come l’utile di esercizio, che cala di ben il 14,1% rispetto all’esercizio precedente Ripetiamo, a scanso di equivoci: si tratta di dati medi, che però forniscono indicazioni di massima sulle performance di una fascia di imprese della distribuzione che evidentemente incontra ostacoli nel capitalizzare a livello di marginalità quanto conseguito sul fronte dei ricavi.

+23,7% dei ricavi diventa +29,8% per il margine operativo lordo e +36,7% per il margine operativo netto. L’utile di esercizio medio per questa classe d’aziende è cresciuto del +24,6% rispetto al 2021. Il confronto con il -14,1% citato in precedenza, cioè la variazione dell’utile di esercizio registrata dai distributori sotto i 3 milioni di euro di fatturato, è impietoso. D’altro canto, è la premessa da cui siamo partiti: raffrontarsi con gli altri non sempre è piacevole, ma di sicuro è utile.

49 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
DISTRIBUZIONE HORECA:
PRINCIPALI
Ricavi netti 2022 Var. % ricavi netti 2022 Margine operativo lordo 2022 Var. % mol 2022 Margine operativo netto 2022 Var. % mon 2022 Posizione finanziaria netta complessiva 2022 Var. % pfn 2022 Utile/ perdita di esercizio 2022 Var. % utile/ perdita di esercizio 2022 Aziende fino a 3 milioni di euro di faturato 595,4 +10,3% 30,4 +5,0% 22,5 +6,1% 49,4 -6,2% 12,1 -14,1% Aziende da 3 a 20 milioni di euro di fatturato 7.861,9 +23,7% 464,0 +29,8% 359,0 +36,7% 432,4 -0,7% 220,6 +24,6%
I DATI MEDI DEI
INDICATORI FINANZIARI
Fonte: Cerved Market Intelligence - dati in migliaia di euro riclassificati Centrale bilanci (Cebi), solo bilanci di esercizio

FOCUS/E-COMMERCE

L’ENOTECA (ONLINE) SECONDO ESSELUNGA

IL GRUPPO DISTRIBUTIVO LOMBARDO HA APERTO UN SITO E-COMMERCE SPECIALIZZATO IN WINE & SPIRITS. UN’INIZIATIVA DA OSSERVARE CON GRANDE ATTENZIONE, ANCHE DA PARTE DEL MONDO HORECA

DI DOMENICO APICELLA

Un sito dedicato, un assortimento importante, consegne in tutta Italia. L’esordio di Enoteca Esselunga è stato all’altezza delle aspettative. Online dal 14 novembre, questo e-commerce specializzato capitalizza la lunga esperienza del

gruppo distributivo lombardo nel vino. Ed è osservato con attenzione da tutti gli addetti ai lavori, compresi quelli del mondo Horeca. L’offerta è notevole: circa 1.400 referenze di wine & spirits. Come sempre quando si parla di online, il termine di paragone è il fisico: l’area Enoteca Esselunga è presente in 88

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superstore dell’insegna – su un totale di 186 punti vendita – e conta circa 800 etichette, cui se ne possono aggiungere altre 100 conservate in una sorta di caveau riservato a prodotti dal costo elevato. Il lancio del sito enoteca.esselunga.it è stato quindi preceduto da un lavoro di selezione di referenze aggiuntive, italiane ed estere, per un totale superiore alle 350 aziende produttrici. Ma perché creare un e-commerce ad hoc? E per quale tipologia di clienti?

STRATEGIE DI LUNGO PERIODO

Proprio nei primi giorni di attività del sito, GBI ha avuto l’opportunità di incontrare Gabriele Villa, Direttore Generale di Esselunga, a margine dell’inaugurazione del negozio situato nel centro commerciale Merlata Bloom, a Milano. “Con l’enoteca online vogliamo dare un servizio aggiuntivo alla clientela – ha affermato Villa – e allargare il perimetro del nostro brand. Siamo partiti negli anni 80 a crearci credibilità nel mondo del vino, che per noi rappresentava e rappresenta tuttora uno dei settori più importanti in termini di crescita. Abbiamo investito nei sommelier, una figura oggi presente in tutte le enoteche fisiche create nella nostra rete vendita. Nell’ambito del servizio e-commerce i vini funzionavano bene, ma ci siamo resi conto di non riuscire a dar loro una connotazione vera e propria all’interno del sito. Abbiamo deciso quindi di specializzare una parte dell’assortimento, potenziandolo, e sfruttare i vantaggi della nostra struttura e-commerce”. Il gruppo dispone di nove dark store, provvisti di automazione, e in uno di questi è stato collocato l’assortimento di vini e liquori offerto attraverso il nuovo sito. La consegna avviene solo marginalmente mediante Esselunga a Casa, il servizio di spesa a domicilio dell’insegna. L’enoteca online si avvale infatti di un partner logistico – Dhl Express – che consegna in tutta Italia in 3/5 giorni lavorativi, con un costo

per il cliente pari a 7,90 euro e un ordine minimo fissato in 5 euro . L’acquirente può chiedere l’emissione di fattura. “Nell’assortimento non sono comprese birra e bevande analcoliche per ragioni legate ai volumi movimentati da queste categorie” ha chiarito Villa.

VOCAZIONE B2C

Con riguardo ai concorrenti – a cominciare dalle piattaforme online specializzate nel vino, fino ad arrivare ai grossisti di bevande – il Direttore Generale Esselunga è stato netto: “Non vogliamo fare concorrenza a nessuno. Restiamo nell’ambito del B2C (Business to Consumer, ndr) e non abbiamo ad oggi un tipo di offerta e comunicazione dedicata all’Horeca”. Aggiungiamo qualche riflessione. La prima: Esselunga è un distributore, ma ragiona da industria. Qualsiasi decisione è ben meditata, affinché una volta presa, non sia necessario ritornarci su. La standardizzazione è considerata un valore, ogni aspetto dell’attività commerciale è pensato per essere replicabile, qualora si dimostri efficace, in tutta la rete. E per averne una riprova basta visitare i negozi dell’insegna, presenti in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio: l’obiettivo è ricreare sempre la stessa ambientazione, dare al cliente i medesimi punti di riferimento, affinché capisca al primo sguardo di trovarsi in un’Esselunga. L’e-commerce dell’azienda

51 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
GABRIELE VILLA, DIRETTORE GENERALE DI ESSELUNGA

è figlio di questa logica, ha una storia di successo iniziata nei primi anni 2000, ormai consolidata. Dunque, anche quella nel mondo wine & spirits non sarà un’avventura, per dirla con i versi di una nota canzone.

L’E-COMMERCE:

SERVIZIO O CANALE?

Seconda considerazione: per il gruppo distributivo fondato da Bernardo Caprotti l’online non è un canale, bensì un servizio. La differenza è sottile, eppure sostanziale. In una logica di servizio, ha senso sviluppare un sito ad hoc per una categoria – il vino – a cui Esselunga ha voluto dare sempre una visibilità maggiore, a cominciare dagli scaffali verdi adottati negli anni 80, differenti da quelli presenti nel resto della superficie di vendita, per poi arrivare alla creazione di un’area dedicata con una modalità espositiva inclinata delle bottiglie, in aggiunta a quella verticale, introdotta per la prima volta nel negozio di Casalecchio di Reno (BO) alla fine degli anni 90. Un dettaglio che contribuiva a comunicare qualità, altro mantra della catena. In un approccio attento al servizio va interpretata anche la modalità di consultazione offerta all’utente di enoteca. esselunga.it: il vino si può cercare per classificazione (spumante, bianco, rosso, ecc.), denominazione, regione d’Italia o nazione di provenienza, abbinamento con le diverse pietanze. Numerosi filtri consentono inoltre di affinare la ricerca (fascia di prezzo, vitigno, temperatura di servizio, colore, formato, ecc.). I prodotti sono accompagnati da schede che ne descrivono origine, caratteristiche, note degustative, fornendo suggerimenti di abbinamento e del calice migliore da utilizzare.

IL CLIENTE PRIMA DI TUTTO

Terza e ultima riflessione: la pressione inflazionistica degli ultimi anni ha accelerato la crescita della marca del distributore nel mercato italiano, arrivata a fine 2023 al 30% di quota a valore in base ai dati Circana comprensivi dei vari formati e canali della Gdo (ipermercati, supermercati, libero servizio piccolo, specialisti casa persona, discount, petshop, online) e al 22,2% se prendiamo in esame solo iper, super e libero servizio piccolo. Spesso Esselunga è percepita come un’insegna che “spinge” meno di altre sulla mdd, ma è un’impressione sbagliata: la quota a valore della marca privata nel suo caso è intorno al 27%. Il discorso sarebbe lungo, perché in Italia i dati medi della mdd vanno letti tenendo conto del rilevante peso che questa categoria di prodotti ha nei discount e in poche insegne, come Coop, Conad ed Esselunga, appunto, mentre per altri retailer l’incidenza è assai più contenuta.

Ciò che qui preme sottolineare è che la creazione di un ricco assortimento nei vini non ha indotto la catena a lanciare qualche etichetta private label. E questo perché accrescere la quota della marca privata non è un obiettivo prioritario: il vero scopo della marca privata per Esselunga è fidelizzare il cliente. Il che richiede prodotti a marchio di qualità ineccepibile e controlli su questa qualità altrettanto validi. In una parola: investimenti. Ecco, dunque, che l’ipotesi di improvvisare una presenza nel vino, fatta solo per rosicchiare un po’ di vendite ai produttori più attaccabili, sarebbe stata poco in linea con le strategie solitamente seguite dall’azienda. Il cliente – fedele – prima di tutto. Oltre a temere Esselunga, forse bisognerebbe provare ad imitarla.

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LA DISTRIBUZIONE HORECA www.serenawines.it serenawines1881

INTERVISTA MANAGER/CANTINE RIUNITE & CIV

UN BILANCIO FRIZZANTE

LA COOPERATIVA EMILIANA SI CONFERMA LEADER ITALIANA CON UN BILANCIO CONSOLIDATO SUPERIORE A 700 MILIONI CHE LA POSIZIONA SUL PODIO COME LA PIÙ GRANDE REALTÀ VITIVINICOLA DEL PAESE

DI MARIA ELENA DIPACE

Con un fatturato pari a 269,4 milioni di euro, in crescita di oltre il 3% rispetto al periodo precedente e un utile netto superiore a 2 milioni di euro, Cantine Riunite & Civ si conferma leader del mercato vitivinicolo italiano. Dati molto confortanti, considerando il contesto globale in cui opera la cooperativa e che hanno consentito di rafforzare il patrimonio netto dell’azienda. Tenendo conto, inoltre, che il gruppo che fa capo a Cantine Riuinite & Civ ha chiuso il 2023 con un fatturato complessivo di oltre 700 milioni di euro. “L’anno nuovo si presenta con numerose incertezze legate al contesto economico e geopolitico nazionale e internazionale – spiega Francesca Benini, Direttrice Sales & Marketing di Cantine Riunite

& Civ –. L’obiettivo è quello di consolidare la presenza nei mercati più rilevanti e di sviluppare soprattutto l’area dell’Est Europa e dell’Asia con focus sui prodotti Riunite, Cantine Maschio e Cavicchioli, attraverso investimenti importanti per sviluppare brand awareness. L’allargamento della gamma e l’innovazione di prodotto saranno leve fondamentali per far fronte alle esigenze delle nuove generazioni: prodotti con attributi green, a bassa gradazione alcolica e facili da mixare”.

IL MODELLO AZIENDALE DI CANTINE

RIUNITE & CIV È FONDATO SU UNA

BASE SOCIALE COMPOSTA DA CIRCA

1.450 SOCI VITICOLTORI…

Il nostro modello aziendale è composto da una solida base di soci, 24 cooperative viticoltrici

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che producono più di 800.000 quintali di uve all’anno, e un sistema di produzione integrato con otto centri di vinificazione e tre impianti di imbottigliamento con importanti capacità di stoccaggio.

QUALI SONO LE PRINCIPALI ZONE DI VINIFICAZIONE DI CANTINE RIUNITE & CIV?

Le aree di vinificazione, nonché le cantine conferitrici e gli stabilimenti produttivi, sono collocati nelle zone DOCG, DOC e IGT delle province di Reggio Emilia, Modena e Treviso.

QUALI I PRINCIPALI BRAND?

L’azienda detiene marchi come Riunite, Cavicchioli 1928, Cantine Maschio e Righi che raggiungono la grande distribuzione nel mercato italiano ed estero. Nel canale tradizionale i vini emiliani sono rappresentati dai brand Albinea Canali e Umberto Cavicchioli e Figli mentre le bollicine venete trovano mercato con Maschio dei Cavalieri. Anche con questi vini abbiamo varcato i confini nazionali.

UN IMPORTANTE CAPITOLO PER LA COSTRUZIONE DEL VOSTRO PORTAFOGLIO PRODOTTI È STATA

L’ACQUISIZIONE DI CANTINE MASCHIO. QUAL È IL SUO POSIZIONAMENTO?

L’acquisizione di Cantine Maschio è stato un importante tassello nello sviluppo dell’azienda. Quando avvenne, nel 2002, abbiamo goduto per diversi anni della leadership consolidata nel segmento dei vini frizzanti. Successivamente, in occasione del boom del Prosecco, a partire

dal 2014, abbiamo sviluppato questo segmento sui mercati esteri, in primis il Regno Unito, e in Italia, dove il formato 200 ml già deteneva un’importante distribuzione ponderata a livello nazionale. Abbiamo poi costruito una politica di marca, attivando tutti gli strumenti di comunicazione integrata per accrescere la notorietà del brand in tutti i mercati. Oggi siamo riconosciuti fra i primi tre brand leader, nel segmento del Prosecco, con un posizionamento medio alto rispetto ai nostri principali competitor.

DA GENNAIO 2023 SONO ENTRATI

A FAR PARTE DEL PORTFOLIO COMMERCIALE DELL’AZIENDA

I PRODOTTI DI CANTINE CAVICCHIOLI. COME STATE OPERANDO SU QUESTO BRAND? Cantine Cavicchioli rappresenta un altro importante tassello nella nostra strategia di crescita. Abbiamo

55 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

ridisegnato le linee dei prodotti destinate al canale moderno enfatizzando la tradizione familiare, la lunga storia della cantina che si avvicina al centenario (è nata nel 1928) e il legame con il territorio. Per l’Horeca abbiamo da una parte ampliato la gamma dei prodotti a etichetta Umberto Cavicchioli e Figli e dall’altra puntiamo sugli elementi cardine della cantina come lo stile indiscusso e originale che è diventato sinonimo di innovazione (Vigna del Cristo è stato il primo Lambrusco di Sorbara in purezza lanciato sul mercato), la capacità di evolvere e ricercare con approccio contemporaneo (con il Rosè del Cristo, è stato presentato il primo metodo classico a base di Lambrusco di Sorbara, e oggi la storia continua con le nuove linee di vini ancestrali e gli spumanti) e la versatilità di consumo. Abbiamo avviato un’intensa attività di comunicazione integrata tra digital e canali tradizionali e iniziato un percorso di partnership e sponsorizzazioni per il 2024.

STATE PORTANDO

AVANTI UN

IMPORTANTE PERCORSO

CHE PUNTA SULLA

REGIONALITÀ…

A PARTIRE DALLO SCORSO MESE

DI NOVEMBRE AVETE ANCHE LA

GESTIONE DELLA FORESTERIA DI SAN PROSPERO…

La Foresteria Cavicchioli, dove anticamente risiedeva la famiglia, immersa nel cuore verde della campagna modenese, è un elemento fondamentale per la valorizzazione del territorio e dei prodotti Cavicchioli.

È stata completamente ristrutturata qualche anno fa e oggi qui è presente l’Osteria, che basa la sua proposta sulla tradizione culinaria modenese, rivisitata in chiave moderna. Per valorizzare l’offerta della Foresteria Cavicchioli è stato sviluppato un nuovo piano di comunicazione ad hoc, ma soprattutto è occasione di incontri di presentazione e di promozione dei prodotti Cavicchioli con i nostri clienti Italia ed estero.

Nel contesto in cui stiamo vivendo, alla ricerca di rassicurazioni attraverso la riscoperta delle tradizioni antiche, il legame con il territorio diventa un valore da trasferire soprattutto alle giovani generazioni. Per questo vogliamo raccontare e valorizzare la storia dei nostri soci e delle loro famiglie, la passione e la cura per la terra e per i nostri prodotti, che conservano uno stile di autenticità e di forte legame con le tradizioni locali.

DIVERSI I RICONOSCIMENTI PER I VOSTRI

PRODOTTI, TRA CUI I TRE BICCHIERI DEL ROSÉ DEL CRISTO…

Per la undicesima volta un prodotto di Cantine Cavicchioli ha ricevuto il prestigioso riconoscimento dalla giuria del Gambero Rosso. Dopo dieci riconoscimenti ottenuti dalla Vigna del Cristo che ha raggiunto la “stella” in guida, oggi è il Rosé del Cristo a conquistare questo ambissimo premio. La voglia di sperimentare e far vivere nuove esperienze di degustazione ha portato alla creazione del Rosé del Cristo nel 2000, quando Sandro Cavicchioli, enologo e nipote del fondatore della cantina, presentò la prima versione di un Lambrusco

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di Sorbara in purezza, vinificato secondo il metodo classico. Questo spumante nasce da quella visione avanguardista di Cavicchioli volta a nobilitare un vino “popolare” come il Lambrusco, fin ad arrivare alla vinificazione attraverso il metodo, usato tradizionalmente per lo Champagne, elevandolo così in termini di eleganza e raffinatezza.

CANTINE RIUNITE & CIV È

IMPEGNATA A RIDURRE IL SUO

IMPATTO SULL’AMBIENTE E MIGLIORARE LA QUALITÀ

DI PRODOTTO.

Il nostro sistema di produzione integrato, basato su otto centri di vinificazione e tre impianti di imbottigliamento, garantisce la qualità e la tracciabilità del prodotto, oltre a focalizzarsi su un importante impegno ambientale che va dall’efficientamento energetico allo sviluppo dei sottoprodotti reimmessi nel sistema economico, al sempre maggiore utilizzo di energie rinnovabili. L’azienda è impegnata in un importante piano di investimenti nei siti produttivi emiliani e veneti, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità ambientale delle proprie produzioni e di potenziare la propria capacità produttiva: ammonta a oltre 30 milioni la cifra investita negli ultimi due anni, di cui 15 solo in questo esercizio. Sempre in ambito di sostenibilità ambientale, la cooperativa ha avviato un percorso di certificazione che coinvolge circa 1200 ettari, certificati SQNPI (Sistema Qualità Nazionale Produzione Integrata), che si pone l’obiettivo di valorizzare le produzioni agricole garantendo un minore impatto ambientale.

UNA DONNA IN UNA POSIZIONE DI GRANDE RESPONSABILITÀ IN UN SETTORE CHE NEL PASSATO PAREVA ESSERE PRECLUSO ALL’UNIVERSO FEMMINILE…

È stato difficile all’inizio. In primis perché quello enologico è un mondo tradizionalmente maschile, legato a modalità di lavoro dalle radici antiche. L’accettazione di una figura esterna e il riconoscimento delle competenze gestionali rappresentavano quindi due importanti sfide. Nel tempo, ho imparato ad ascoltare e ho osservato molto per comprendere le dinamiche dell’ambiente in cui mi trovavo. Questo approccio è fondamentale applicarlo ogni giorno per la gestione del network e del consenso, punto focale all’interno di realtà cooperative, ascoltando molto e apprendendo da ogni fonte possibile, studiando, analizzando e relazionandomi con tutti i livelli aziendali. Le competenze e la condivisione con il team sono state le leve che mi hanno aiutato a raggiungere importanti risultati in questi anni.

QUALI LE PRINCIPALI

STRATEGIE PER IL NUOVO ANNO?

Da una parte rimane prioritario lo sviluppo di nuovi clienti e nuovi mercati; dall’altra l’innovazione di prodotto, che riveste un ruolo strategico in quanto consente di aumentare la brand awareness e di offrire nuove argomentazioni di vendita in linea con le esigenze del mercato. Pertanto, la strategia è focalizzata sullo sviluppo sia in ambito commerciale sia marketing ed entrambe le funzioni devono necessariamente avere obiettivi convergenti, procedendo su strade che portano a un’unica direzione concordata.

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STRATEGIE/MARKETING

CONSIGLI PER LE VENDITE

UN LIBRO DI GIUSEPPE PEPÈ SCIARRIA, ESPERTO DEL SETTORE

AGROALIMENTARE, PROPONE UN VADEMECUM PER AMPLIARE

LA DISTRIBUZIONE DEI PROPRI PRODOTTI NEI DIVERSI CANALI. HORECA COMPRESO

Perché un piccolo o medio produttore dovrebbe investire tempo e denaro nel canale Horeca? E quale strategia dovrebbe mettere in atto sotto il profilo della distribuzione e del posizionamento di prezzo? Giuseppe Pepè Sciarria, esperto del settore agroalimentare che attraverso la piattaforma Passione per il Food fornisce servizi alle aziende interessate a esordire in nuovi canali, ha una risposta breve e una lunga. La breve la trovate di seguito, per quella lunga è necessario rinviare alla lettura di “Gdo Leader”, un manuale appena pubblicato da Dario Flaccovio Editore e che rappresenta un vademecum per accrescere la distribuzione dei propri prodotti. “Ovviamente l’Horeca rappresenta un’opportunità di business – premette Sciarria –ma non va sottovalutato l’aspetto di visibilità, presso la clientela professionale e i consumatori finali. L’investimento nell’Horeca ha una valenza anche di comunicazione, perché consente di costruire un brand a costi minori rispetto alla Gdo”. Indispensabile – per ragioni logistiche – è il rapporto con i distributori Horeca, che però dovrebbero a loro volta aprire le porte a chi propone due plus: “Qualità e contenuto di servizio – elenca Sciarria – inteso come capacità del prodotto di semplificare una preparazione alimentare obeverage. Le referenze che hanno queste caratteristiche conquistano l’attenzione di baristi e ristoratori. Quanto al prezzo, attenti a credere che l’Horeca permetta sempre e comunque un posizionamento più alto in confronto alla Gdo. Ogni categoria fa storia a sé, inoltre il produttore dovrebbe fissare il listino lasciandosi un piccolo margine per investire”. L’errore da non commettere? “Fare di tutto per prendere il cliente – ribatte Sciarria – e accettare condizioni impossibili. Prima di avviare una trattativa, in Gdo o nell’Horeca non fa differenza, bisogna avere le idee chiarissime”.

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GIUSEPPE PEPÈ SCIARRIA, AUTORE DEL LIBRO GDO LEADER

Il libro “GDO Leader” nasce come guida approfondita per aiutare gli imprenditori e le imprese agricole a trovare un compratore affidabile per approdare al settore riservato della GDO ed aumentare vendite e fatturato. In questi anni, il settore dell’agroalimentare ha attraversato una rapida evoluzione che ha determinato il cambiamento dei rapporti tra impresa e fornitore: l’avvento della distribuzione online di frutta e verdura, oltre alla nascita di nuovi e-commerce, ha stravolto non solo le abitudini dei consumatori, ma anche i volumi di produzione e il marketing. In queste pagine Giuseppe Pepè Sciarria affronta in modo analitico tutte le fasi che un’azienda deve affrontare per entrare in modo profittevole nella GDO: dall’organizzazione dell’industria alla produzione di un prodotto d’eccellenza, dal percorso qualità alla strategia di marketing da adottare. Fino ad arrivare a un vero e proprio ingresso nel mercato della distribuzione organizzata, ovvero diventando fornitori di hotel, ristoranti, bar, catering, in Italia e all’estero. Grazie all’esperienza pluriennale dell’autore nel settore e alla ricca serie di case history illustrate, “GDO Leader” si rivela una fonte di consigli preziosi per gli imprenditori agricoli che vogliono entrare nel sistema della GDO e avere successo.

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TREND/ESTERO

REPUBBLICA CECA LA PATRIA DELLA BIRRA ALZA I PREZZI

DA 30 ANNI È IL PRIMO PAESE PER CONSUMO PRO CAPITE, MA L’AUMENTO DELL’IVA AL 21% STA FACENDO CRESCERE I LISTINI. CAMBIERANNO

LE ABITUDINI DEI BEER-LOVERS PIÙ ACCANITI AL MONDO?

Appassionati bevitori di birra, è dir quasi poco. La patria delle Pils e delle Budweiser, con una tradizione millenaria e consolidata che le ha permesso anche di far cambiare in gran parte d’Europa nome all’omonima statunitense, è da 30 anni saldamente in vetta alle classifiche di consumo pro capite di birra : 188,5 litri a testa nel 2022 , secondo Kirin University, in recupero sul dato del 2021.

LA CLASSIFICA DELLE BEVANDE

PREFERITE DAI CONSUMATORI

Una ricerca del 2022 del Dipartimento di tossicologia della Prima Facoltà di Medicina dell’Università Carolina di Praga ha rilevato che la maggior parte dei cechi beve abitualmente birra e vino. Tra i distillati, slivovice (acquavite) e tuzemák (rum ceco, un distillato di patate o

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barbabietola da zucchero aromatizzato con essenze di rum) superano vodka, whisky o Fernet.

Circa un terzo degli intervistati ha dichiarato di preferire la birra, un quarto il vino, il 6% i superalcolici. Mentre la birra è la bevanda preferita dagli uomini, le donne preferiscono il vino.

RINCARI A CAUSA DELLE TASSE

Già dall’anno scorso birrerie, caffè e ristoranti di tutto il Paese hanno iniziato ad aumentare i prezzi in seguito alle modifiche delle aliquote Iva sulle bevande, in vigore dal 1 gennaio 2024 . L’imposta sul valore aggiunto (Iva) sulla birra alla spina e sulle bevande analcoliche è infatti passata dal 10 al 21%. E ciò è avvenuto dopo che, a causa dei costi lievitati, già le principali birrerie avevano incominciato ad alzare i prezzi successivamente al 2020.

Secondo Dotyka č ka, società che analizza i dati dei registratori di cassa, all’inizio di gennaio a Praga il prezzo medio di una pinta di birra a 12 gradi è arrivato a 73 corone (2,95 euro),

contro le 64,3 corone (2,60 euro) solo del luglio scorso. Nel 2022 il prezzo medio nei locali della capitale era di circa 59 corone (2,38 euro) e nel 2021 di 52 corone (2,10 euro). Secondo Czeck Trade Offices, gli aumenti medi sono stati del 10% sul gennaio 2023 e del 4% solo tra dicembre 2023 e gennaio 2024

COSA BEVONO I CECHI

188,5

46,2

LITRI PRO CAPITE DI BIRRA 2022 VS 184,1 NEL 2021 (KIRIN)

19,9

6,8

LITRI PRO CAPITE DI SOFT DRINKS (2022, STATISTA)

57,1

LITRI PRO CAPITE DI

VINO (2022, STATISTA)

LITRI DI ALCOL PURO SPIRITS (2022, STATISTA)

LITRI PRO CAPITE DI ACQUA MINERALE (2022, NMWE)

I locali comunque hanno reagito in modo differenziato: più di un terzo non ha modificato i prezzi mentre un quinto ha aumentato in modo significativo, anche di 8 corone (32 centesimi) la pinta. Mentre nei piccoli centri il costo di mezzo litro di birra è assai più basso, intorno alle 49,10 corone (1,99 euro).

TEMPI DURI PER IL FUORI CASA

L’aumento è stato inserito all’interno di un “pacchetto austerità” dal Governo, che intende contrastare il pesante deficit statale. Anche il prezzo del caffè è aumentato, con espresso o

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cappuccino che nelle caffetterie del centro di Praga costano in media dieci corone in più (0,40 euro). Resta da vedere in che misura gli aumenti influiranno sul settore e come reagiranno i consumatori. La mossa, invero assai drastica, potrebbe dare un’ulteriore spinta alla tendenza globale, ma già in atto anche in Repubblica Ceca, verso un minore consumo di alcolici . Ma a cambiare potrebbero essere anche le abitudini consolidate e i desiderata dei clienti, che già ora tenderebbero a trascorrere il loro tempo in modo diverso, privilegiando le presenze pomeridiane nelle caffetterie rispetto a quelle serali in bar e birrerie

ALLARME ENERGY DRINK

Intanto un nuovo allarme sta scuotendo il mercato: pare che tra i ragazzini anche molto giovani stiano impazzando gli energy drink lanciati dai noti (e controversi) youtuber Logan Paul e KSI , diventati una sorta di status symbol nelle scuole, il che preoccupa famiglie, educatori e autorità sanitarie. Sono referenze non solo assai costose, ma ricche di zuccheri, caffeina e potassio: non proprio l’ideale per gli adulti, figuriamoci per i bambini. Tanto che la Camera dei Deputati sta pensando di introdurre misure per regolamentare l’uso di tutti i tipi di bevande energetiche tra le fasce più giovani della popolazione .

IL VINO CECO EMERGE DALL’ANONIMATO

In Cechia da millenni si produce anche il vino, ma l’industria moderna si è veramente sviluppata solo dopo la caduta della Cortina di ferro, dunque è evoluta negli ultimi trent’anni, acquisendo tecniche moderne. La produzione è concentrata in Moravia, nel Sud-est del Paese, mentre i vigneti presenti in Boemia, che si estende lungo il 50° parallelo, rappresentano solo il 4% della superficie vitata totale di 18.000 ettari, che produce circa 600.000 ettolitri all’anno. Dato il clima (siamo più o meno all’altezza della Champagne), il 72% del vino prodotto è bianco, con le varietà più diffuse – Grüner Veltliner, Riesling, Müller Thurgau, Pinot Grigio e Welschriesling – che rispondono per circa la metà della superficie viticola bianca, il che rivela l’ampia gamma varietale. Tra i rossi, le varietà più coltivate sono Zweigeltrebe, Pinot Nero, Blaufränkisch, Blauer Portugieser e St. Laurent. Le giovani generazioni di vignerons si stanno anche

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qui rivolgendo a pratiche di gestione della vigna biologiche e biodinamiche e puntano spesso ai vini naturali . Tanto che Forbes ha inserito la Repubblica Ceca tra le regioni vinicole “meno conosciute e più esaltanti da scoprire nel 2024”. Prezzi più bassi di quelli dei Paesi blasonati ed emergenza climatica stanno facendo entrare nuove nazioni nelle cantine dei ristoranti più accorti o curiosi. Tra i produttori dell’Est Europa emergenti citati c’è Milan Nestarec che “sta producendo vini veramente autonomi, estremamente espressivi del loro terroir unico e allo stesso tempo divertenti da bere”.

BREVE STORIA DELLA BIRRA CECA

È una passione che dura da più di un millennio quella tra la Repubblica Ceca e la birra. Il più antico birrificio documentato storicamente è quello legato al monastero di B ř evnov a Praga , fondato nel 993. Per quasi tre secoli la produzione rimase saldamente in mano ai monasteri praghesi, ma dal 1250 si estese anche ad altre città. La birra dell’epoca conteneva già il luppolo boemo, tra i più apprezzati anche in altri Paesi, ed era una sorta di Weiss (bilé pivo) e infatti da qui lo stile passò in Baviera. Nel XIX secolo il mercato accolse dalla Germania le birre frizzanti a bassa fermentazione e nel 1842 un birrificio di Pilsen iniziò a produrre la sua birra a bassa fermentazione utilizzando un forno per malto di tipo inglese, con calore indiretto. Il risultato fu una birra dal sapore fresco e pulito, come la cosiddetta “birra bavarese”: ma invece di essere scura, aveva un colore dorato. La cosiddetta Pilsen diventò il nuovo standard . Così le città ceche di Plzeň e České Bud ějovice (in tedesco Budweis) diedero i loro nomi ai marchi delle birre lager chiare Pilsner e Budweiser. A Plzeň oggi il birrificio Plzeňský Prazdroj (Pilsner Urquell) e il Museo della birra “svelano” ai visitatori i segreti e la storia del processo unico di produzione della Pilsen, ma si possono visitare anche il Centro per i visitatori della Bud ě jovický Budvar a České Bud ě jovice, il birrificio Regent a Třeboň e il birrificio Krumlov a Český Krumlov. Se l’era sovietica portò standardizzazione, con la produzione di sole due tipologie, lager chiara e lager scura, l’avvento del libero mercato dopo la Rivoluzione di velluto causò la chiusura di molti birrifici. All’inizio del nuovo millennio è però arrivata l’onda dei microbirrifici artigianali: entro il 2007 erano già più di 100 nel Paese, oggi sono 500 e solo nella capitale Praga ce ne sono una trentina. E, come in tutto il mondo, sperimentano nuove ricette birrificando Stout, Ale, Apa, Ipa, ma anche birre speciali come quelle primaverili o dell’Avvento, con erbe o miele e spezie. L’espressione “birra ceca” è un’indicazione geografica protetta nell’Unione europea. Infine, una curiosità: il Paese è talmente “immerso” nella birra da proporre le terme di birra, dove si possono fare impacchi con le trebbie (cereali macinati fermentati) e bagni che sfruttano gli effetti benefici dell’acqua calda con l’aggiunta di birra, ricca di vitamine e antiossidanti, ed erbe.

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INTERVISTA/CRIK CROK

UNA NUOVA SFIDA PER I DISTRIBUTORI

CRIK CROK SCEGLIE ANCHE I GROSSISTI DEL BEVERAGE PER AIUTARLI A SVILUPPARE FATTURATO NEL FOOD E ACCRESCERE

LA LORO PRESENZA NEI PUNTI VENDITA HORECA

La storia del brand Crik Crok inizia nel 1949, con le patatine fritte in stile americano: prodotte e distribuite immediatamente. Una sorta di moderno street food. I consumatori hanno amato da subito il prodotto, ancora poco conosciuto in Italia, e questo ha garantito all’azienda una rapidissima crescita che ha portato nel tempo anche a una rivisitazione del modello distributivo per poter servire clienti su larga scala.

“La distribuzione AFH è stata la leva con cui Crik Crok è riuscita ad arrivare capillarmente in tutta Italia e in molti paesi esteri – spiega Claudio Sbordone , Direttore Generale

dell’Azienda –. Il brand ha sempre puntato a una grandissima qualità, e da sempre il rapporto con i clienti e i consumatori è stato lo spunto per migliorarsi. La stessa scelta del nome – Crik Crok – è l’esempio di quello che è il nostro focus: la qualità riconosciuta attraverso l’elemento della croccantezza che, da recenti ricerche di mercato, si è confermata essere sul podio delle caratteristiche più importanti in una patatina per i consumatori”.

RACCONTIAMO

L’AZIENDA OGGI.

Crik Crok è un’azienda che valorizza il suo passato, le sue tradizioni e il suo marchio storico che quest’anno festeggia

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75 anni. Allo stesso tempo, guardiamo all’innovazione di processo e di prodotto come asset fondamentali di crescita e sviluppo. Crik Crok conta oggi 140 dipendenti e 150 venditori diretti; nello stabilimento di Pomezia, vicino Roma, ci sono otto linee produttive, compresa quella dei ricostituiti confezionati nell’iconico tubo della linea Plus Crik Crok con una shelf life di 12 mesi.

AVETE UNA GAMMA ESCLUSIVA PER L’HORECA?

Abbiamo investito tanto nel fuori casa con prodotti dedicati e formati monoporzione, che hanno avuto ulteriore impulso durante la pandemia grazie alla maggiore attenzione da parte dei consumatori verso soluzioni

originale con sorpresa all’interno e la linea Plus nel pack tubi, sia nel formato 40 g che in quello da 100 g, con varie declinazioni di gusto tra cui le top seller originali e paprika.

QUALI CANALI PRESIDIATE?

La valorizzazione del marchio passa anche attraverso la presenza capillare sul territorio, per cui i canali che presidiamo sono tutti quelli che garantiscono un touch point con il consumatore. Il nostro canale elettivo è l’Horeca, ma siamo presenti anche in Gdo, vending, traffic point e, in generale, in tutti i punti vendita dove si attiva sia la vendita d’impulso che quella programmata (in Italia e all’estero).

igienicamente più sicure. Serviamo il canale anche con i grandi formati da servizio per l’aperitivo e con i formati piccoli e medi muniti di espositori dedicati. Trai i prodotti più gettonati, ci sono la busta di Crik Crok

COME SIETE ORGANIZZATI SOTTO L’ASPETTO DISTRIBUTIVO?

Per il canale fuori casa abbiamo depositi nelle zone più strategiche, con una distribuzione diretta in tentata vendita e prevendita ai quali stiamo affiancando grossisti e distributori, anche del beverage, interessati a sviluppare fatturato nella categoria food. Tutti gli altri canali vengono gestiti centralmente.

GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

AVETE SCELTO DI PARTECIPARE PER LA PRIMA VOLTA A BEER& FOOD ATTRACTION. COSA VI ASPETTATE?

Sì, infatti questa è la testimonianza di quanto siamo attenti e vicini a questo mondo. Da questa fiera ci aspettiamo di trovare tutti gli interlocutori che riteniamo più strategici per la nostra continua crescita.

IL VOSTRO OBIETTIVO, QUINDI, È INCREMENTARE LA PRESENZA NEL CANALE HORECA E FOOD SERVICE?

Assolutamente sì, stiamo finalizzando una serie di investimenti con l’obiettivo di incrementare e fortificare la nostra presenza in questo canale. Vogliamo rafforzare la parte produttiva, ma vogliamo anche intensificare e consolidare il rapporto con la rete distributiva Horeca.

AVERE IN ASSORTIMENTO LE VOSTRE REFERENZE QUALE VALORE AGGIUNTO PORTA A UN DISTRIBUTORE?

Sicuramente quello di poter distribuire un marchio storico e forte. Un marchio che è sempre stato sinonimo di qualità e questo aiuta il distributore perché genera un sell out quasi naturale e, se non bastasse, il 2024 vedrà un incremento in comunicazione, sia nazionale, che locale.

PROMOZIONI E INIZIATIVE PER L’HORECA

La filosofia con cui Crik Crok gestisce le attività mirate al Food Service è quella della valorizzazione dell’unicità di questo canale.

“Lavoriamo sia con i depositi diretti che con i partner distributivi su una serie di attività di co-marketing legate a visibilità, ma anche all’assortimento, ai concorsi a premi e ad altre attività di incentive in generale – spiega Martina Ursini , Responsabile Marketing –. Non ci accontentiamo di avere solamente dei clienti; vogliamo che i nostri partner siano motivati a lavorare con noi, consolidando un rapporto di scambio. Il valore di questo canale è la prossimità che ha con il cliente, la relazione umana che si crea tra consumatore e rivenditore, un rapporto prezioso che va tutelato e valorizzato attraverso una collaborazione costante e continuativa. Per il futuro? Stiamo lavorando ad alcuni prodotti nuovi che seguono un trend a noi caro, ma non siamo ancora pronti per sbilanciarci di più. Quello che però posso dire è che per Crik Crok l’innovazione di prodotto rappresenta un asset fondamentale ”.

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IL GROSSISTA/ALIPRANDI

UN’OFFERTA CHE PUNTA AL TOP

VINO E BIRRA SONO I PILASTRI DELL’ASSORTIMENTO DELLA SOCIETÀ

BRESCIANA, CHE NEL 2023 HA COMPIUTO 80 ANNI E CONTINUA A CRESCERE. GRAZIE ANCHE A UN SERVIZIO RITAGLIATO SULLE ESIGENZE DEI CLIENTI

DI MADDALENA MARCONI

Era il lontano 1943, divampava la Seconda guerra mondiale e, con l’Italia in pieno conflitto, muovevano i loro primi passi nel beverage i due fratelli Aliprandi. Da quei tempi lontani l’azienda bresciana, che nel 2023 ha compiuto 80 anni, ha preso il nome di Aliprandi Beverage Company e ha fatto molta strada. Risale agli anni Sessanta la produzione di vino, ai Settanta l’ampliamento dell’offerta ad altre bevande, con l’acquisizione delle concessioni per distribuire i principali marchi nazionali. La svolta principale avviene però negli anni Ottanta, quando la seconda

generazione della famiglia introduce nel portafoglio prodotti anche la birra, per la quale inaugura un’attività di import dalla Germania. Lo racconta con

orgoglio Paola Aliprandi, Responsabile Trade Marketing dell’azienda: “In quegli anni siamo stati pionieri negli impianti per la vendita di birra alla spina. Un servizio che forniamo tuttora con modalità distintive. Con la terza generazione si è posto l’accento sulla qualità del servizio e sulle selezioni”.

A QUANDO RISALE QUESTO STEP?

Al 2009, quando è stato inaugurato il processo di digitalizzazione. Nella stessa fase abbiamo sviluppato anche il trade marketing ed esteso i nostri territori di competenza, fino a comprendere tutta la Lombardia Orientale.

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QUAL È LA VOSTRA STRUTTURA?

Siamo organizzati in due divisioni, entrambe con base a Gambara, in provincia di Brescia: da una parte Aliprandi Beverage Company e dall’altra BQS, Beermania Quality Selection. La prima si configura come società di distribuzione di prodotti beverage fortemente orientata al servizio, con una presenza capillare sul territorio in un raggio di circa 100 km, fino a comprendere non solo il territorio di Brescia, ma anche quello di Mantova, Cremona e Lodi. La seconda costituisce invece un progetto di import specializzato in birre premium, distribuite all’ingrosso in tutto il Nord Italia.

DA DOVE VENGONO LE BIRRE?

Selezioniamo birrifici indipendenti che realizzano prodotti tipici della tradizione dei territori di provenienza con cui definiamo progetti di collaborazione a lungo termine, lavorando anche sulla comunicazione dei rispettivi brand. Attualmente abbiamo birre di alta qualità di origine tedesca, belga e irlandese, oltre che italiana, che sono il risultato di una ricerca costante, con l’obiettivo di rendere speciale ogni momento del consumo fuori casa.

Horeca con i suoi circa 3 mila prodotti. Tra questi ci sono ovviamente le birre che non sono solo quelle di BQS, ma comprendono più di 100 prodotti in fusto e 300 in bottiglia e lattina. Nel 2018 abbiamo ampliato la nostra gamma vino con l’acquisizione di una selezione di alta fascia grazie anche al lavoro di un selezionatore specializzato nel vino.

LAVORATE CON L’ALTA RISTORAZIONE?

Sì, la nostra Selezione Vino Boero, creata in collaborazione con l’Enoteca Boero, è pensata per soddisfare le esigenze di una clientela di alta fascia. Vino e birra rappresentano quindi attualmente i pilastri della nostra offerta, coprendo il 65% circa di un giro d’affari che, nel 2023, è stato di 18 milioni di euro.

Oggi possiamo quindi offrire un catalogo di 550 etichette, provenienti da più di 100 cantine italiane e francesi.

QUESTE BIRRE FANNO PARTE DELL’OFFERTA DISTRIBUTION?

Certamente. Aliprandi Beverage Company serve intorno ai 1.000 punti

Grazie a questo portafoglio prodotti, siamo in grado di servire una fascia di clientela molto diversificata, dal bar tradizionale fino al ristorante stellato.

E GLI SPIRITS?

Costituiscono oggi intorno al 16% del fatturato. Abbiamo stretto partnership con i principali gruppi e, nel 2024, intendiamo realizzare un

ALCUNI MEMBRI DELLA FAMIGLIA PROPRIETARIA, DA SINISTRA: CARLO, GIACOMO, PAOLA, MATTEO E GAETANO ALIPRANDI

progetto di ricerca e selezione dedicata alla categoria spirits. Con questa iniziativa, denominata Alchemica, desideriamo raggiungere anche nel segmento spirits, sempre più ricco e interessante, i livelli di specializzazione nell’alta gamma che già vantiamo su birre e vini.

VI ASPETTATE UNA CRESCITA?

Nel corso di quest’anno prevediamo di superare la quota di 20 milioni di euro di fatturato. Gli ultimi anni sono stati di crescita sia qualitativa che quantitativa e intendiamo proseguire in tale direzione, consolidando la nostra presenza e i livelli di servizio. L’incremento del fatturato è semplicemente una conseguenza di tutto questo.

QUALI

SERVIZI OFFRITE?

Per quanto riguarda gli impianti di spillatura, nostro fiore all’occhiello, abbiamo un servizio che si occupa di tutte le fasi: progettazione, realizzazione, supporto tecnico e manutenzione 7 giorni su 7 e attualmente abbiamo una squadra impegnata su questo fronte. Non è però tutto qui: lo scorso anno abbiamo realizzato 150 corsi di formazione tra gli incontri a calendario e quelli realizzati per rispondere alle richieste dei singoli clienti. Le tematiche spaziano dalle tecniche di spillatura agli

approfondimenti sui diversi prodotti e i relativi abbinamenti. Organizziamo inoltre serate a tema e incontri di degustazione. Ogni iniziativa mira ad aiutare i clienti a lavorare meglio e, per questo, siamo sempre più focalizzati sull’offerta di un supporto anche nel marketing e nel trade marketing.

IN CHE MODO?

Forniamo consulenze sul design dei locali, con l’obiettivo di rafforzarne l’identità e massimizzare la visibilità dei brand focus. Inoltre sviluppiamo i menu e i materiali dedicati alla valorizzazione dei

SIETE ATTENTI AL TERRITORIO?

prodotti distintivi. Va in questa direzione anche il Beer Calendar, un progetto di rotazione mensile delle birre, con il relativo materiale di comunicazione, che consente ai clienti di sperimentare diversi stili birrai importati ad hoc ogni mese, differenziandole in base ai periodi dell’anno. Un altro progetto di rotazione è stato realizzato per il vino: per questo abbiamo una rivista enologica stagionale, nella quale illustriamo le caratteristiche dei diversi prodotti.

Siamo molto fieri di sostenere diverse attività sociali e sportive. Ogni anno offriamo borse di studio agli studenti meritevoli del comune di Gambara per agevolare il loro accesso all’università. Inoltre sponsorizziamo squadre ed eventi sportivi. Ma non è tutto: per ridurre il nostro impatto ambientale, nel 2019 abbiamo realizzato un impianto fotovoltaico da 7 mila metri quadri sul tetto del capannone. Questo, nel 2022, ha consentito di evitare l’emissione di 110 tonnellate di anidride carbonica. Il nostro impegno si configura a tutto tondo e non si limita alla valorizzazione dei momenti di divertimento, ma ad agire responsabilmente in ogni ambito.

L’IDENTIKIT DELL’AZIENDA

Aliprandi Beverage Company

Via Montello 22, 25020

Gambara - BS

Tel. 030 9956166

fatturato 2023: 18.000.000 €

mq magazzino: 7.000 coperti (più 10.000 scoperti)

clienti serviti: 1.000

referenze:

Fonte: dati aziendali

circa 3 mila (45% birra, 20% vino, 16% spirits, 19% acqua e soft drink)

72 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
I DIPENDENTI DI ALIPRANDI BEVERAGE COMPANY IN OCCASIONE DELLA FESTA PER L’80° ANNIVERSARIO DELL’AZIENDA
73 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA

FINITO L’ALLENAMENTO, ORA SI GIOCA

DALLO SCORSO FEBBRAIO È IL NUOVO PRESIDENTE DEL CONSORZIO CDA. PASQUALE CIPPONE FA UN BILANCIO DEL SUO PRIMO ANNO IN QUESTO RUOLO APICALE DI

35

anni sono tanti. Quello del Consorzio CDA - nato appunto 35 anni fa - è stato un cammino condiviso tra una moltitudine di colleghi imprenditori che, seppur motivati nella loro partecipazione alla vita consortile da scopi, aspettative e bisogni differenti, hanno trovato in questa “casa comune” un ambiente nel quale valesse la pena continuare a vivere la loro vita imprenditoriale. Il merito di CDA negli anni è stato quello di attenzionare, attraverso il proprio lavoro di Consorzio,

l’evoluzione del mercato Horeca contestualizzandolo all’evoluzione delle aziende associate

“Il mercato del fuori casa non evolve da solo per sorte o per inerzia – spiega il ‘nuovo’ Presidente CDA Pasquale Cippone –. Cresce nella misura in cui gli operatori dell’Horeca evolvono. È una simbiosi di capacità e visione che trovano una loro esplicitazione nel lavoro di un’intera filiera”. CDA ha saputo coniugare il suo ruolo con le tendenze del mercato , affiancando i propri soci e anticipando, nel tempo, quelli che sarebbero stati i cambiamenti che

74 GBI LA DISTRIBUZIONE HORECA
CONSORZI/CDA

le aziende avrebbero dovuto affrontare. “Il nostro Consorzio – continua il Presidente – non ha letto nel futuro, ha anticipato semplicemente i temi che il futuro ci avrebbe riservato”.

UN ANNO DA NUOVO PRESIDENTE

CDA. QUALI GLI OBIETTIVI

PRINCIPALI E COSA È GIÀ

RIUSCITO A METTERE IN CAMPO?

Sembra contraddittorio, allo stesso tempo è stato facile e difficile assumere questa carica. Facile, nel senso che, dopo quasi 25 anni di partecipazione in qualità di associato CDA –dei quali 9 come consigliere – questo nuovo incarico mi ha trovato pronto ad affrontare un “ambiente” che conoscevo bene. Difficile, perché la mia nuova funzione impone una responsabilità maggiore nei confronti di tutta la base sociale, e una modalità di interlocuzione con la stessa differente rispetto ad altri ruoli più operativi all’interno del Consorzio. Il senso di responsabilità che questa carica ti affida è sicuramente maggiore di quello che si sente stando tra le fila della base sociale. Non solo sei più esposto pubblicamente, ma hai anche la necessità di acquisire velocemente competenze relazionali e politiche che prima, come semplice socio, non ti venivano richieste. Quello che ho messo in campo quest’anno, è stato sostanzialmente ribadire e proseguire sulle direttrici strategiche e operative di chi mi ha preceduto, lavorando su un percorso già tracciato. Dare

continuità alle strategie consortili – in buona sostanza – è stato il mio primo obiettivo.

QUALI SONO LE SFIDE ATTUALI DEI DISTRIBUTORI E QUALI QUELLE DEL CONSORZIO?

Diverse sono le sfide che il mondo dei distributori di bevande dovrà affrontare. In primis, è ancora di fortissima attualità il tema del passaggio generazionale all’interno delle aziende. In alcuni casi, il problema è stato risolto, in altri viene affrontato ora, e in altre situazioni il passaggio generazionale è il motivo alla base del rischio di continuità operativa delle aziende. È il caso di ricordare che stiamo parlando di un settore in cui il 99% delle aziende sono di tipo familiare. Altri temi sono da ricercare nel livello di evoluzione digitale delle aziende e nella loro capacità di adeguarsi non solo ai nuovi strumenti informatici, ma anche a una evoluzione dei sistemi gestionali intercettando le opportunità fornite dalle nuove tecnologie. E ancora, il tema della sostenibilità, di cui tanto si parla ma che ancora non emerge, nel concreto, nelle attenzioni e nelle attività del mondo dell’ingrosso.

DIFFICILE TRASMETTERE QUESTO IMPEGNO SUL TERRITORIO DI COMPETENZA…

Viviamo un crescente gap tra lo sforzo di modernizzazione imprenditoriale, messo in

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LUCIO RONCORONI DIRETTORE CDA

atto dal mondo della distribuzione di bevande, e lo scarso riconoscimento di questo impegno nell’ambiente economico, sociale e istituzionale nel quale si strutturano relazioni e scambi che danno senso e significato alla mission aziendale di chi fa distribuzione. Per acquisire un ruolo è necessario operare su più fronti, uno di questi è la capacità di rendere consapevoli gli altri delle attività e delle funzioni che vengono svolte. Da questo punto di vista la comunicazione diventa più che mai un fattore di successo, serve investire internamente alle aziende su quest’area.

IN CHE MODO CDA HA

CONTRIBUITO A SOSTENERE E SVILUPPARE IL MERCATO HORECA

NEL CORSO DEGLI ANNI?

CDA ha cercato di svolgere il proprio compito aiutando e affiancando i propri associati affinché potessero svolgere al meglio il loro di ruolo. Per sostenere e sviluppare il mercato Horeca è necessario che ognuna delle componenti della filiera – produzione, distribuzione, pubblico esercizio – svolgano al meglio le loro funzioni, in ragione dei compiti che all’interno del mercato sono chiamati a svolgere. Il nostro Consorzio ha da sempre cercato di omogeneizzare le capacità e gli interessi delle parti con l’obiettivo

di migliorare il business di tutti, fornendo gli strumenti necessari per affrontare le sfide del mercato.

COME IL CONSORZIO HA

ADATTATO LE SUE STRATEGIE

DI MARKETING E VENDITA ALLE

NUOVE TENDENZE DEL MERCATO?

Siamo partiti dalla capacità di analisi delle informazioni provenienti dalla nostra base sociale, dai rapporti con l’industria e cogliendo i segnali che provenivano dal mercato. Abbiamo fatto tesoro delle relazioni

a monte e a valle della filiera cogliendo e interpretando i bisogni che da questa provenivano. Abbiamo imparato ad ascoltare i sussurri, prima che questi si trasformassero in urla. Se impari a fare questo il “da farsi” viene di conseguenza. Poi inizia il percorso di gestione dei vari stakeolders.

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QUALI SONO I PROGETTI CHIAVE IN CORSO O PIANIFICATI PER IL 2024?

Le aree tematiche e progettuali che rientrano nel nostro piano strategico consortile sono riassumibili in: sostenibilità, comunicazione, formazione, digitalizzazione e ruolo istituzionale territoriale.

Il percorso riguarderà il periodo 2024/2027; a questi macro temi – e all’interno di questi – verranno sviluppate tutte le attività di servizio per la propria rete associata e per il mondo produttivo a monte, per l’Horeca a valle.

QUALI SONO LE FUTURE STRATEGIE PER MIGLIORARE L’EFFICIENZA OPERATIVA E LA CUSTOMER EXPERIENCE?

Dal 2016 stiamo lavorando sul progetto SMART HORECA, una piattaforma tecnologica integrata e centralizzata che fonde le peculiarità della mobile business, della multimedialità dei big data, del cloud computing e delle app b2b, per offrire sia al mondo distributivo che a quello produttivo la possibilità di cavalcare l’onda delle nuove tecnologie. A questo si aggiunge oggi l’uso integrato di specifiche applicazioni per

dispositivi mobili, un sistema di automazione della forza vendita e una app per i gestori dei locali. Inoltre, abbiamo anche avviato un percorso di attività per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

QUALI SONO I PRINCIPALI TREND DEL SETTORE CHE PREVEDETE DI PERSEGUIRE (O INFLUENZARE)

NEI PROSSIMI ANNI?

Se per trend di settore si intendono quelli di carattere commerciale, posso dire che, ancora una volta, partiamo dai numeri. Questi ci dicono che CDA è ormai un Consorzio le cui vendite, realizzate dalle aziende associate, lo pongono in un ruolo di “ Consorzio alcolico”. Circa l’85% delle vendite sono effettuate nei comparti birra, vino e superalcolici. Su queste categorie lavoriamo e lavoreremo. Facendo cosa? Lo scoprirete…

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QUALI MESSAGGI O OBIETTIVI VORREBBE COMUNICARE AI SOCI DEL CONSORZIO NEL CORSO DEL SUO MANDATO?

Se non vogliamo continuare a essere una categoria di “invisibili” o essere considerati come forza marginale, come residuo nobile di passate esperienze, la nostra attenzione e il nostro impegno devono rivolgersi anche a temi che richiedono una serie di competenze che non erano certo in agenda quando CDA venne fondato. Penso che per le imprese della distribuzione “esserci” nel futuro non sarà più vincolato alla sola capacità di individuare le potenzialità del mercato del fuori casa, calcolare e conseguire il profitto. La distribuzione all’ingrosso di bevande deve aver la consapevolezza del proprio status e la capacità di assumere un nuovo ruolo, uscendo dalla funzione in cui è relegata e che la vede troppo spesso ridotta a semplice dispositivo di intermediazione commerciale, anziché a un insieme di servizi “intelligenti” capaci di dare risposte sia al mondo produttivo che al pubblico esercizio. Occorre che accanto a

queste imprese, continui a svilupparsi anche un’organizzazione consortile che sappia assumere funzioni di rappresentanza collettive e si ponga di fronte ai problemi e alle opportunità come parte qualificata della filiera Horeca del beverage. In questo senso CDA si è posto come luogo di autoriflessione in seno alla comunità degli associati, assumendosi il compito di ascolto e coinvolgimento anche delle altre componenti della filiera: i produttori sia multinazionali che locali di piccoli e grandi marchi, e i pubblici esercizi Horeca. L’elaborazione di una strategia di filiera sarà il territorio dove le piccole e medie imprese della distribuzione dovranno assicurare capillarità del servizio facendo da baricentro tra produzione e consumo.

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OTTIMIZZAZIONE DELL’OFFERTA: COME IMPLEMENTARE SENZA RISCHI UN SOFTWARE AD HOC

PER EVITARE DI IMBARCARSI IN UN ONEROSO PROGETTO DI TRASFORMAZIONE DELL’INTERO CATEGORY MANAGEMENT, BASTA INTEGRARE L’ATTUALE PROCESSO MAN MANO CHE SI OSSERVANO RISULTATI POSITIVI DI CARLO

Nei numeri scorsi abbiamo esaminato i benefici apportati da un software di ottimizzazione assortimentale e abbiamo descritto quali informazioni possano dare importanti “indizi” sulla strada da seguire per raggiungere tali obiettivi. A un primo impatto, potrebbero sembrare i presupposti per un progetto “mastodontico”, con grandi investimenti, sia economici sia di personale, che porterà a valutare i primi risultati soltanto al termine di un lungo periodo di costruzione e di analisi delle informazioni necessarie. In realtà, non è assolutamente così. È anzi consigliabile un’implementazione “smart”, che preveda un minimo di investimenti e neppure la necessità di dotarsi di un hardware specifico. Ecco come fare.

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STRATEGIE/ASSORTIMENTI
GIULIANO
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AGGIORNATO CON NOI I A ABBONATI A GBI
RIVISTA DI RIFERIMENTO PER I DISTRIBUTORI DEL CANALE HORECA EMPOWERING MINDS uine
RESTA
LA

IMPLEMENTAZIONE GRADUALE

L’ottimizzazione assortimentale è sempre un processo “in divenire”, che si svolge in diverse fasi. Si inizia con poche categorie di articoli – anche una sola o una sua suddivisione – considerando i dati immediatamente disponibili. Si definiscono poi un paio di regole di base per guidare i ragionamenti da seguire; in questa fase, soprattutto all’inizio, sarà prezioso l’aiuto di consulenti esperti. A questo punto, si generano i primi assortimenti e si consultano i report di confronto, per capire quali siano le variazioni suggerite e il perché delle scelte effettuate dal motore di calcolo. Si completano quindi le regole utilizzate, fino a giungere a un risultato in linea con quanto avrebbe deciso il Category Manager. Giunti a questo risultato, si affinano le regole di calcolo, in modo da produrre i primi

reali benefici rispetto alla precedente ipotesi di assortimento, delegando alla macchina il calcolo di tutte le possibili combinazioni di articolo che una persona da sola non potrebbe prendere in considerazione. Si attiva così l’intero processo di ottimizzazione, elaborando anche tutte le informazioni relative al grado di sostituibilità di ogni prodotto con articoli simili (se disponibili) e la valutazione di qualsiasi altra preziosa informazione a

disposizione al fine di ottenere un risultato ottimale. Si vanno, quindi, a simulare gli effetti sul risultato economico delle variazioni suggerite, confrontando il risultato previsto con quello effettivo, misurato nel periodo di analisi precedente; in base all’esito si deciderà se rivedere le regole definite oppure se procedere. L’ultimo passo del processo consiste nel mettere alla prova, nella realtà, l’assortimento ottimizzato e nel valutarne i risultati, analizzando i dati di vendita. Si valuta, cioè, se ci sia la necessità di perfezionare il processo o se questo risultato sia già adeguato a essere esteso

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ad altre categorie. Una volta osservati gli effetti positivi, si potrà estendere il processo di ottimizzazione ad altre famiglie. Come primo step, probabilmente, si potrà partire con le stesse regole che si sono appena definite, specializzandole poi per ogni categoria considerata, dove opportuno. Non è quindi necessario inaugurare un grande e oneroso progetto di trasformazione dell’intero Category Management: si tratta di un’integrazione dell’attuale processo, che può essere estesa man mano che, dati alla mano, si osservano risultati positivi.

APPLICAZIONE IMMEDIATA

Anche dal punto di vista infrastrutturale non è necessario un pesante investimento per le apparecchiature o l’elaborazione dei dati necessari. Come visto precedentemente, all’inizio del progetto di ottimizzazione è sufficiente utilizzare i dati che sicuramente sono già a disposizione del Category Management: l’anagrafica dei prodotti e i dati di vendita. Naturalmente tutto ciò che, in aggiunta, risulta immediatamente disponibile – spazi liberi presso gli esercenti per lo stoccaggio o l’esposizione degli articoli, dati di mercato sulle preferenze dei consumatori, informazioni di fidelizzazione dei clienti, ecc. – rappresenta un valore aggiunto, che è possibile sfruttare fin da subito. E tutti questi dati possono essere direttamente importati nel software, anche attraverso semplici fogli di calcolo. In termini di hardware su cui appoggiare il software di ottimizzazione, non ci sono necessità specifiche. Basta dotarsi di un PC o un laptop con caratteristiche “standard” in un ambito professionale: una buona CPU, una media quantità di RAM, nessuna caratteristica grafica particolare, né uno storage particolarmente capiente. Una volta raggiunti dei risultati apprezzabili, nella parte pilota del progetto, diventa

consigliabile approfondire con le proprie strutture IT la possibilità di alimentare in maniera automatica il software, con flussi provenienti dai sistemi gestionali. In alternativa, è utile rivolgersi a system integrator in grado di disegnare e realizzare le interfacce dati ottimali. L’applicazione di questa metodologia è quindi alla portata della maggior parte delle organizzazioni. La realizzazione di un progetto di ottimizzazione assortimentale di successo, d’altra parte, non è un obiettivo banale: appoggiarsi ad aziende specializzate velocizza il processo garantendone l’affidabilità.

CHI È AXIANTE?

È un Business Innovation Integrator che supporta le aziende, locali e internazionali, nella trasformazione digitale. Axiante opera attraverso business unit dedicate: Digital, che crea soluzioni digitali uniche per ogni realtà, grazie a uno sviluppo software di eccellenza; Integra, che analizza contesti operativi complessi, progetta e gestisce soluzioni integrate per grandi organizzazioni; Retail, scelta da otto dei primi dieci retailer italiani; Stream, dedicata all’Intelligent Finance; Data Driven, pensata per supportare le organizzazioni alle prese con una molteplicità di dati distribuiti su più ambienti eterogenei.

www.axiante.com

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ORGANIGRAMMA

CONSIGLIO GENERALE

ASSEMBLEA:

COMPOSTA DAI PRESIDENTI DEI CONSORZI FEDERATI, REFERENTI GRUPPI IMPRESE NAZIONALI E DAGLI ASSOCIATI INDIPENDENTI.

STAFF TECNICO:

GRUPPO DI LAVORO COMPOSTO DA TECNICI DELLA DISTRIBUZIONE.

DELEGHE SPECIALI:

FEBO LEONDINI: PRESIDENTE AFDB E RESPONSABILE DEL CENTRO STUDI ITALGROB.

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GAETANO ALIPRANDI CONSIGLIERE NAZIONALE CONSIGLIERE NAZIONALE LUCA DE SIERO CONSIGLIERE NAZIONALE GIUSEPPE BOVIER CONSIGLIERE NAZIONALE ANTONIO PORTACCIO PRESIDENTE DINO DI MARINO DIRETTORE GENERALE ANDREA MENICI PAST PRESIDENT GIORGIA GIUSTRA SEGRETERIA ITALGROB MASSIMO LA TORRE CONSIGLIERE NAZIONALE

IDENTITY

Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.

VISION

MISSION

La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.

Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission.

• POLITICO ECONOMICO SOCIALE

• SINDACALE

• ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA

DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA

SUL MERCATO HORECA

IHM

INTERNATIONAL HORECA MEETING

L’unico evento dedicato agli operatori della filiera horeca (produttori, distributori e pubblici esercizi) e alle aziende produttrici del mondo Horeca.

GBI

GBI Magazine è l’organo ufficiale di ITALGROB. È il punto di riferimento per tutti i distributori di food&beverage che operano sul mercato nazionale nel canale Horeca.

GBI NEWS

GBI NEWS è il portale, collegato al Magazine GBI, ricco di notizie del settore Fuori Casa, aggiornate in tempo reale, a cui si affiancano una serie di newsletter dedicate a tutti i distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca.

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ISCRIZIONI A ITALGROB DA PARTE DI IMPRESE INDIPENDENTI:

Anche i distributori non facenti parte dei consorzi federati possono iscriversi alla Federazione acquisendo una serie di vantaggiosi diritti:

• Usufruire di particolari convenzioni stipulate direttamente dalla Federazione e di tutte le convenzioni stipulate dal Sistema Confindustria

• Ricevere la rivista GBI, i bollettini economico-fiscali e i notiziari sugli avvenimenti del mercato

• Pubblicare articoli della propria azienda sul sito italgrob.it e/o sulla rivista GBI e il portale GBI NEWS

• Avere consulenza diretta nei casi di vertenze importanti con le Istituzioni locali (Comune, Regione, Sindacati, ecc)

PER ULTERIORI INFORMAZIONI NON ESITATE A CONTATTARCI: 06.5913090 | segreteria@italgrob.it | www.italgrob.it

SITO

ITALGROB.IT è il sito ufficiale della Federazione. Un punto di riferimento per tutte le notizie istituzionali di Italgrob.

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G B I

n. 205 febbraio - marzo 2024 www.gbinews.it

REDAZIONE

Giorgio Albonetti • Direttore Responsabile

Maria Elena Dipace • Coordinamento Editoriale m.dipace@lswr.it – tel: 345 0316665

Domenico Apicella • Redazione d.apicella@lswr.it – tel: 349 3100181

Collaboratori • Angela Borghi, Guido Chiusano, Luca De Vivo, Dino Di Marino, Manuela Falchero, Maddalena Marconi, Anna Muzio, Carlo Giuliano, Antonio Portaccio

PUBBLICITÀ

Costantino Cialfi • Direttore Commerciale c.cialfi@lswr.it – tel. +39 3466705086

Giorgio Lomuoio • Sales Manager Area Horeca g.lomuoio @lswr.it – tel: 335 7884503

Elena Cotos • Ufficio Traffico e.cotos@lswr.it – tel: 340 1367901

SERVIZIO ABBONAMENTI

abbonamenti.quine@lswr.it – Tel. 02 864105

Abbonamento annuale 30 € (6 numeri e annuario)

PRODUZIONE

Antonio Iovene a.iovene@lswr.it

Progetto grafico: Debora Morabito, Edra Spa Grafica e impaginazione: Life sh.p.k.

Stampa: Faenza Group – Faenza (Ra) Editore

Quine Srl Sede legale

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Registrazione del Tribunale di Milano n°437 del 16/12/78 in corso di variazione. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti, disegni e fotografie non si restituiscono.

Testata Associata

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Dopo mangiato l’amarissimo che va benissimo.

Bevi responsabilmente.
Dal 1777 Petrus è il padre di tutti gli amari. Petrus Boonekamp prende il nome dal liquorista che inventò la sua ricetta utilizzando solo erbe e spezie che arrivavano da tutto il mondo nei porti Olandesi. Oggi come allora la sua ricetta segreta non prevede neanche un granello di zucchero. Perché ci sono amari solo di nome, Petrus è l’amaro di fatto.

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