SPECIALE 30 ANNI/SOSTENIBILITÀ
STRATEGIE PER UN TRASPORTO PIÙ GREEN
I SISTEMI DI TRAZIONE MENO INQUINANTI SONO UN ASPETTO FONDAMENTALE, MA NON L’UNICO, PER OTTENERE UNA RIDUZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE. ANCHE L’EFFICIENTAMENTO DI PERCORSI E CARICHI PUÒ PORTARE GRANDI BENEFICI, ECOLOGICI ED ECONOMICI
DI MADDALENA MARCONI
Apuntare il dito è la stessa Agenzia europea dell’ambiente: i trasporti sono responsabili di oltre
un quarto delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue e contribuiscono in larga misura ai cambiamenti climatici. Negli ultimi trent’anni, inoltre, mentre altri settori – come quelli
della produzione dell’energia elettrica e dell’industria – riducevano le emissioni, i trasporti non dimostravano la stessa capacità di trasformazione. Nell’ultimo decennio, però, qualcosa
ha cominciato a muoversi e l’inquinamento atmosferico provocato dagli spostamenti è diminuito, grazie all’introduzione di regolamentazioni sulla qualità dei carburanti, alla catalogazione “Euro” dei veicoli e all’uso di tecnologie più pulite. Nel percorso di transizione dell’Unione europea verso l’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2050 è comunque necessario un potenziamento delle azioni in questo comparto e chi si occupa di trasportare food & beverage può fare la sua parte, traendone beneficio anche in termini di risparmio ed efficientamento. Le attività da mettere in campo sono riconducibili principalmente a due ambiti: da una parte il sistema di trazione, dall’altra l’ottimizzazione dei carichi e dei percorsi. Quest’ultima è però una leva particolarmente complessa da muovere, perché richiede l’azione sinergica di più attori e, spesso, un cambiamento dell’organizzazione del lavoro.
IL CARBURANTE DI OGGI E DI DOMANI
Per quanto riguarda il sistema di trazione, è cronaca di questi mesi la forte opposizione di un gruppo di
Paesi membri Ue – Italia e Germania in prima linea – al regolamento che prevede lo stop alla vendita di auto e furgoni con motori benzina e diesel a partire dal 2035. In attesa di capire se qualche deroga sarà concessa e se riguarderà anche i veicoli commerciali leggeri, va detto che le possibilità di ridurre l’impatto ambientale dei mezzi stanno aumentando e lo sviluppo tecnologico permette di abbassarne i prezzi e di migliorarne le performance. Dall’additivo AdBlue per abbattere le emissioni di ossidi di azoto dai gas di scarico dei motori diesel, fino agli studi di fattibilità dell’uso dell’idrogeno, le soluzioni intermedie sono molte.
Nell’ultimo anno, però, l’aumento dei costi dell’energia ha colpito duramente tutti i comparti, senza eccezione per chi aveva scelto fonti rinnovabili o a basso impatto. “È accaduto con l’energia elettrica, ma anche con il gas naturale liquefatto – spiega Igino Colella, Presidente della sezione italiana del Cscmp (Council of supply chain management professionals) –. Quest’ultimo si stava dimostrando vantaggioso sia in termini ambientali che economici, ma la crisi del gas ha fatto schizzare i prezzi verso l’alto”. A parziale compensazione, lo scorso ottobre è stato firmato un decreto per l’erogazione di 25 milioni di euro a sostegno delle aziende del trasporto merci su strada che utilizzano mezzi ecologici alimentati a gas liquefatto. Il provvedimento prevede un credito d’imposta pari al 20% delle
spese sostenute dal febbraio 2022 per l’acquisto di Gnl utilizzato per la trazione dei mezzi, ma non ripristina la convenienza iniziale.
L’ELETTRICO HA BISOGNO DI INFRASTRUTTURE
“Per quanto riguarda l’elettrico – prosegue Colella –, è vero che riduce l’inquinamento in ambito urbano, ma non è ancora stato realizzato uno studio completo riguardo alla sostenibilità sociale e ambientale del suo ciclo di vita. Andrebbe infatti considerato come viene prodotta l’energia e come sono estratte le componenti per realizzare le batterie, spesso provenienti da miniere situate in paesi che sfruttano la manodopera. Inoltre, va tenuto in considerazione il fatto che i camion e i furgoni elettrici sono più pesanti ed energivori delle automobili e producono quindi anche maggiori quantità di particolato da usura”.
Ciononostante, il trasporto all’interno delle città con mezzi elettrici sarebbe tra le soluzioni più raccomandabili, ma mancano tuttora le infrastrutture.
“
L’energia elettrica per la trazione è poca e costa troppo – sottolinea Colella – e le stazioni di ricarica per i mezzi pesanti sono insufficienti Andrebbero poi creati dei punti di scambio alle periferie delle aree urbane per permettere l’ottimizzazione ed è proprio questa la scelta che potrebbe fare davvero la differenza”. Nel settore dell’Horeca, infatti, l’ottimizzazione dei percorsi e dei carichi si presenta come la soluzione al contempo più complessa ed efficace.
“I pubblici esercizi hanno spesso scorte ridotte e richiedono quindi consegne frequenti – riflette Colella –. Per di più le consegne sono fatte da distributori diversi, in base alla tipologia di prodotti trasportati. Un sistema che contribuisce notevolmente a incrementare il traffico urbano”.
L’OTTIMIZZAZIONE SI FA CON LA SINERGIA
Esistono oggi molte soluzioni software che aiutano le aziende a ridurre i chilometri e le tempistiche, e quindi anche i costi e le emissioni, ottimizzando percorsi e carichi (si veda GBI
n. 198, pag. 36). Ciò che però potrebbe
veramente fare la differenza è l’integrazione tra gli strumenti software dei diversi operatori coinvolti.
“La nostra è un’associazione mista, che comprende figure appartenenti ad aziende coinvolte nella logistica a vario titolo, dai committenti alle imprese di trasporto – spiega Colella –, e questo ci aiuta ad avere una visione d’insieme. Ciò che in Italia manca è la capacità di lavorare in maniera sinergica, anche con le amministrazioni. Queste ultime, per esempio, potrebbero suggerire in tempo reale i percorsi e gli orari migliori per i mezzi che trasportano le merci in base alle condizioni di viabilità. Inoltre, per agevolare la saturazione, andrebbero condivisi i percorsi in maniera da poter utilizzare lo stesso veicolo per carichi diversi”. Si tratta tuttavia in ogni caso di scelte che richiedono investimenti e, per investire nel cambiamento, è
necessario comprendere i benefici che potrebbe portare. Per tale motivo, nella fase attuale, le istituzioni e le associazioni svolgono un ruolo particolarmente importante.
“È sbagliato imporre visioni che vedono tutto il male da una parte e tutto il bene dall’altra o scelte dirigistiche – conclude Colella –. Bisogna invece rendere più semplice e conveniente fare le scelte giuste. Anche a livello istituzionale, comunque, non mancano le iniziative interessanti, come il progetto di physical internet sviluppato da Alice (Alliance for Logistic Innovation through Collaboration in Europe; ndr) e finanziato dall’Unione europea, che ha misurato i vantaggi reali della collaborazione nei trasporti. Molto importante sarà poi la possibilità di attivare investimenti sulla transizione ecologica e la digitalizzazione della logistica previsti dal Pnrr. Occorrono provvedimenti con un orizzonte temporale lungo e affidabile, che siano in grado di favorire chi si impegna nel cambiamento e non si sviluppino nell’ottica di punire chi non lo fa”.