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Nell'ultimo decennio ha riscattato oltre 40.000 persone dal lavoro coatto, una forma di schiavitù che consiste nello sfruttamento di una famiglia estremamente povera che, per poter so pravvivere, chiede un prestito a uno strozzi no (di solito si tratta di cifre esigue, non più di 35 dollari) e in cambio è costretta a lascia re un figlio in cauzione, fino all'estinzione del debito. Ma molto spesso la famiglia non riesce a rifondere il debito, perciò il bambino viene venduto e rivenduto a diversi padroni. Questi piccoli operai lavorano i diamanti, il taglio delle pietre, lavorano nella manifattu ra e in altre forme di artigianato.
Satyarthi salva i bambini e le donne dalla schiavitù in fabbriche sovraffollate, luride e sperdute, nelle quali si lavora in condizioni a dir poco deplorevoli, con orari disumani, senza alcuna misura di sicurezza, e dove vi gono la tortura e le violenze sessuali.
Satyarthi è a capo della South Asian Coa lition on Child Servitude. La SACCS si coaliz za con istituzioni nazionali ed internazionali,
nonché con organizzazioni non governative, per esercitare pressioni sul governo, sulle industrie manifatturiere e sugli importatori affinché cessino di far uso di manodopera illegale.
Satyarthi ha organizzato e condotto due grandi marce attraverso l'India per sensibiliz zare la popolazione sul problema del lavoro minorile e, nel 1998, è riuscito a riunire oltre
Foto: Marcos Oliveira / Agência Senado
diecimila organizzazioni non governative di tutto il mondo in una marcia denominata Global March Against Child Labor. L'opera di Satyarthi è solo all’inizio. Nel 2005, la Skoll Foundation USA, ha dichiarato Kailash Sa tyarthi uno dei 12 Nuovi Eroi del mondo. Il fa moso attore americano Robert Redford ha di retto e prestato la sua voce per il doppiaggio di Kailash nel documentario indiano Ropes in their hands… weavers of childhood. Il docu mentario, presentato al New York Film Festi val nel 2005, racconta il raid che Kailash ha effettuato in un circo indiano per salvare dei bambini che venivano utilizzati come schiavi ed ha vinto il Premio per la miglior regia.
• INTERNATIONAL PEACE PRIZE,
• F. KENNEDY
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• WALLENBERG
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• Yousafzai
Illavoro coatto è una moderna for ma di schiavitù, nella quale le perso ne perdono sia la basilare libertà di movimento sia l'altrettanto fondamentale libertà di scelta. Vengono costrette a lavo rare con orari interminabili e viene loro concesso pochissimo tempo per riposare.
Oltre cinque milioni di bambini sono nati e si sono immediatamente ritrovati in questa condizione di schiavitù. Questo per ché i loro genitori o addirittura i loro nonni hanno magari chiesto un piccolo prestito a un ricco proprietario terriero della zona e non hanno potuto ripagare il debito, quin di anche le generazioni successive hanno dovuto lavorare per quello stesso padrone. Sono prigionieri, non possono andarsene.
Altri cinque milioni di bambini vengono mandati a lavorare perché i genitori hanno ricevuto un misero anticipo e questa minu scola cifra basta a giustificare anni e anni di sofferenze.
Le condizioni del lavoro coatto sono as solutamente disumane. Di solito ricevono
pochissimo cibo, perché i padroni pensano che se i bambini mangiano a sufficienza poi avranno sonno e quindi rallenteranno il la voro. In molti casi non possono nemmeno parlare o ridere fra di loro perché pregiudi ca l'efficienza produttiva.
Riteniamo che non ci siano violazioni dei diritti umani peggiori di questa. È la lacuna più vergognosa della giustizia in diana, della costituzione del nostro paese e della Carta delle Nazioni Unite. L'arma più efficace che abbiamo a disposizione è quel la di educare la gente, creando sensibilità e consapevolezza riguardo a questa piaga sociale. Inoltre, cerchiamo di identificare le aree in cui viene comunemente pratica ta la schiavitù minorile. Andiamo anche a prendere i bambini di nascosto e li ripor tiamo alle loro famiglie. A questo fa seguito la loro istruzione, nonché la riabilitazione, passi altrettanto fondamentali dell'intero processo. Cerchiamo di sollecitare diversi settori sociali, come i parlamentari, i grup pi religiosi, i sindacati ed altri, che ritenia mo possano avere una certa influenza nel modificare la situazione.
Come certamente sapete, le marce sono sempre state parte integrante della tradi zione indiana. Il Mahatma Gandhi ne ha condotte tante per sensibilizzare la popo lazione. Tenendo presente il forte impatto che hanno, specialmente quando si tratta di mobilitazioni di massa, per noi le marce hanno sempre avuto un ruolo preminente nella strategia complessiva che adottiamo contro la schiavitù minorile. Le nostre ma nifestazioni vedono dai 200 ai 250 par tecipanti, la metà dei quali sono bambini. bambini liberati dal lavoro coatto e dalla schiavitù. Sono un esempio concreto della pressante necessità di informare la gente sia sull'impatto devastante che ha il siste ma del lavoro coatto, sia sulla positività che comporta la loro ritrovata libertà. Gli altri partecipanti sono membri di organizzazio ni per i diritti umani, di sindacati e anche di organizzazioni a sfondo sociale che si uni scono a noi in nome della solidarietà.
LAVORO MINORILE IN BANGLADESHIo non sono per il totale boicottaggio o l'assoluto divieto di esportazione dei tappe ti indiani. Suggerisco invece che gli acqui renti comprino soltanto quei tappeti che portano la garanzia di non essere frutto del lavoro minorile. Educare i consuma tori è indispensabile per poi poter creare la domanda per tali tappeti. Crediamo che quanto più i consumatori fanno pressione su questo argomento, tanto più i commer cianti si vedranno costretti a lasciare liberi i bambini e ad assumere operai adulti.
Nota: La dimensione dei dischi è proporzionata al numero assoluto dei bambini e adolescenti che lavorano. Le percentuali sono riferite alle singole regioni.
Purtroppo negli ultimi anni in India, in Pakistan e in Nepal il numero dei bambini in schiavitù è aumentato, in proporzione all'incremento delle esportazioni. Ad esem pio, oggi in India ci sono 300.000 bambini nella sola industria dei tappeti, che espor ta per un valore pari a oltre 600 milioni di dollari all'anno. Dieci o quindici anni fa il numero dei bambini andava dai 75.000 ai 100.000 e le esportazioni fruttavano non più di 100 milioni di dollari. È evidente la connessione tra queste due cose. Que sto fatto ci ha spinti a lanciare numerose campagne per la sensibilizzazione dei con
sumatori stranieri. Negli ultimi due anni, invece, sono orgoglioso di dire che il tema dei bambini ha preso piede ed è diventata una delle grandi campagne mondiali. Ciò che era cominciato con la sensibilizzazione e l'informazione ora, di rimando, dà i suoi frutti in fatto di consensi e di adesioni. Sia mo riusciti ad ottenere la costituzione di un organismo indipendente, professionale e internazionalmente affidabile, che si oc cupi di ispezionare, monitorare e alla fine certificare che i tappeti ed altri manufatti non provengano dal lavoro minorile.
I raggruppamenti regionali sono quelli utilizzati nei rapporti sugli Obiettivi sullo sviluppo sostenibile. La regione Oceania è assente per mancanza di dati statistici. Pertanto, la somma dei numeri riferiti alle singole regioni non corrisponde al totale mondiale.
Fonte: ILO – UNICEF, Lavoro minorile. Stime globali 2020, tendenze e percorsi per il futuro.
ASIA CENTRALE MERIDIONALE
ASIA ORIENTALE SUD-ORIENTALE AFRICA DEL NORD E ASIA ORIENTALE AMERICA LATINA E CARAIBI AMERICA DEL
Insieme all'UNICEF e ad altre organiz zazioni non governative, abbiamo formato la Rugmark Foundation, un organismo in dipendente che si occupa di inviare degli ispettori sul campo, con il compito di ap plicare una certificazione che riporti l'iter produttivo del tappeto. L'etichetta viene cucita nella parte sottostante del tappeto e nessuno la può togliere o modificare. È un passo significativo verso la fine di questo sfruttamento.
Da Speak Truth To Power di Kerry Kennedy Lavoro minorile. Stime globali 2020, tendenze e percorsi per il futuro. A causa dell’arrotondamento il totale delle percentuali è superiore a 100 per cento. milioni 10,1 milioni 6,0% 8,2 milioni 2,3% 3,8 milioni 6,2% 24,3 milioni
Inquanto esseri umani, i bambini hanno diritti garantiti dalla Dichia razione Universale dei Diritti Umani e dai vari trattati che da essa si sono in se guito sviluppati.
Ma i bambini hanno anche bisogno di una cura e di una protezione particolare. Devono poter dipendere da un mondo di adulti che sappia occuparsi di loro, che sappia difendere i loro diritti, e che sappia aiutarli a sviluppare e realizzare il loro po tenziale. Il lavoro minorile è una pesante violazione dei diritti del bambino. Milioni di bambini nel mondo vengono sfrutta ti e spesso svolgono lavori estremamente pericolosi.
La campagna Free The Children defini sce il lavoro minorile nei termini di un la voro che viene svolto al di sotto dei 15 anni (14 in alcuni Paesi in via di sviluppo) che inibisce o danneggia la loro crescita dal punto di vita fisico, psicologico, emotivo e intellettuale, nonché sociale o spiritua le. Molti concordano sul fatto che quando parliamo di lavoro minorile intendiamo un lavoro intollerabile o che comunque dan neggia il bambino, un lavoro che nega loro il diritto a uno pieno sviluppo, di giocare o di andare a scuola.
ALTRE STORIEun bambino che non sa quando è nato. Dotatelo di un sor riso gentile e malinconico e di una nutrita dose di ironia, e fate che intorno ai dieci anni cominci un viaggio verso qual cosa che non conosce, alla ricerca di un
WE CHARITY, PRECEDENTEMENTE NOTO COME FREE THE CHILDREN, È UN ENTE INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO E L'EMANCIPAZIONE DEI BAMBINI FONDATO NEL 1995 DAI SOSTENITORI DEI DIRITTI UMANI MARC E CRAIG KIELBURGER
posto qualunque in cui crescere. Mettiamo che questo bambino sia nato nella provin cia di Ghazni, nel sud-est dell’Afghanistan, che appartenga all’etnia hazara, quella dai tratti mongolici, perseguitata da pashtun e talebani, e che il suo viaggio lo porti ad attraversare, oltre alla propria nazione, il Pakistan, l’Iran, la Turchia e la Grecia, per trovare, dopo cinque anni spesi in strada tra lavori improbabili, speranze impreviste e momenti drammatici, una casa e una fa miglia in Italia.
Se questo giovane afghano, che oggi ha vent’anni, avesse voglia di raccontare la propria storia a qualcuno che accetti di scriverla, che sappia farsi permeare dalle sue parole, masticando ricordi nel tentati vo di restituirli al lettore con la stessa forza narrativa di un romanzo, rispettandone lo sguardo e le verità, e se incontrasse Fabio Geda, ecco che, allora, il risultato sareb be questo libro. Un tentativo entusiasta e dialogico di ricucire i pezzi di una storia personale, quella di Enaiatollah Akbari, strappati via dagli eventi drammatici della nostra storia recente, tra Medio Oriente e Occidente. Brandelli di voci, di visi, di av venimenti sparsi nelle stanze della memo ria dall’incedere della vita. In un viaggio, cartina alla mano, che Enaiatollah Akbari ripercorre anche quando dimenticare sa rebbe più semplice, e che racconta, ri-rac conta, soprattutto a se stesso, ma con la speranza che tutti lo ascoltino.
La storia è questa: originario della pro vincia di Ghazni, Enaiatollah Akbari all’età di dieci anni viene accompagnato dalla madre a Quetta, in Pakistan: preferisce ab bandonarlo, piuttosto che consegnarlo ai pashtun come pagamento per un ipotetico debito contratto dal padre. Enaiatollah tra scorre circa un anno e mezzo in Pakistan,
imparando a sopravvivere. Convinto che in Iran ci sia più lavoro e che la fratellanza religiosa tra sciiti gli permetta di vivere me glio, si decide per un nuovo viaggio. Con i soldi risparmiati, e con il proprio lavoro sotto padrone, paga un trafficante di uo mini (ne incontrerà molti altri) che lo ac compagni in Iran, dove resterà nonostante due rimpatri quasi tre anni. Quando, nuo vamente, si decide per il viaggio e per la strada, punta dritto verso l’Italia. Attraver sa la Turchia, si ferma due mesi a Istanbul, compra un passaggio su un gommone dal le coste Turche verso la Grecia (per essere esatti, verso Lesbo, la più vicina delle isole greche) e dopo essere transitato per Atene e Corinto, sbarca a Venezia. Di lì arriva a Roma. Da Roma, cercando un ragazzo che conosceva in Afghanistan, e che sapeva es sere giunto in Italia, giunge a Torino, dove incontra, dopo alterne vicende, la famiglia che lo prenderà in affidamento. Ora, Ena iatollah vive a Torino, studia di sera per di ventare operatore sociale, lavora di giorno per guadagnarsi da vivere e per mandare dei soldi, quando può, alla sua famiglia, sfollata in Pakistan.
Fabio Geda è nato nel 1972 a Torino, dove vive. Per diversi anni si è occupato di disagio minorile. Scrive su Linus e su La Stampa circa i temi del cre scere e dell'educare. Collabora stabilmente con la Scuola Holden, il Circolo dei Lettori e il Salone del libro di Torino. Ha pubblicato i romanzi Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani (Instar Libri 2007, Feltrinelli 2009, selezionato per il Premio Strega, Mi glior Esordio 2007 per la redazione di Fahrenheit, vincitore del Premio Marisa Rusconi e, in Francia, del Prix Jean Monnet des Jeunes Européens), L'esatta sequenza dei gesti (Instar Libri 2008, vincitore del Premio Grinzane Cavour e del Premio dei Lettori di Lucca) e Nel mare ci sono i coccodrilli (BCDalai Edito re 2010). Gioca nell’Osvaldo Soriano Football Club, la Nazionale Italiana Scrittori.
ROBERT HUMAN RIGHTS ITALIA – SPEAK TRUTH TO POWERKAILASH SATYARTHI
Global March Against Child Labor International Secretariat L-72, 11th Floor, Kalkaji New Delhi 110 019, India
Tel.: +91-11-4132-9025 – Fax: +91-11-4053-2072
Web: www.globalmarch.org – Email: info@globalmarch.org
attenzione è rivolta alla temati ca del lavoro minorile.
MINORI LAVORO
www.minori.gov.it Centro nazionale di documen tazione e analisi sull'infanzia e l'adolescenza.
https://satyarthi.org.in/ Il sito di Kailash Satyarthi che racconta la sua attività in favore dei bambini e delle bambine di tutto il mondo.
ANTI-SLAVERY INTERNATIONAL ITALIA www.amnesty.it All’interno del sito, le campa gne di Amnesty per i diritti del bambino.
ANTI-SLAVERY INTERNATIONAL –CHILD LABOR PAGE www.antislavery.org
Anti-Slavery International, fon data nel 1839, è la più antica organizzazione internazionale per i diritti umani nel mondo. In clude risorse esaurienti sull’ar gomento del lavoro minorile.
CASA ALIANZA www.covenanthouse.org/ casa-alianza
Sito in spagnolo e inglese, for nisce informazioni in merito ai diritti dei bambini in America Latina.
SAVE THE CHILDREN www.savethechildren.it/press/ tratta-e-sfruttamento-minorilesecondo-le-stime-1-vittima-su4-nel-mondo-%C3%A8-minoretra-i-casi
Il Lavoro della ONG italiana
per porre fine allo sfruttamento minorile
https://stopchildlabor.org
The Child Labor Coalition: coal zione attiva dal 1989 per cntra stare il fenomeno della tratta e dello sfruttamento dei minori
GAPA
www.associazionegapa.org Associazione con sede a Cata nia che da vent’anni si occupa di bambini e di famiglie, svol gendo diverse attività di aggre gazione e recupero. Particolare
www.endchildlabor.org
ECLT indirizza la sfida del lavo ro minorile nel commercio del tabacco.
Susan Kuklin (New York, Henry Holt Company, Inc., 1998)
Questo libro racconta l’azio ne e l’impegno di un bambino che lottò contro la schiavitù minorile.
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia è stata adottata nel 1989 dall’Assemblea Gene rale delle Nazioni Unite come trattato diretto specificatamen te alla tutela dei diritti dei bam bini. La Convenzione è stata
ratificata da tutti i Paesi del mondo ad eccezione di Soma lia e Stati Uniti d’America.
http://www.rfkitalia.org/rfk/ images/homepage/didattica/ RFK_Convenzione_infanzia.pdf
• Leggete la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uo mo e la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia.
• Leggete i giornali e scoprite dove e come vengono riportate le notizie che riguardano il lavo ro minorile.
• Informatevi su quali servizi esistono nel vostro territorio per i bambini e per i giovani.
• Scrivete lettere al direttore del giornale locale per esprimere la vostra opinione e le vostre idee sui diritti dei bambini.
• Sollecitate le autorità locali affinché forniscano un miglior servizio per quanto riguarda i bambini e le famiglie nel vostro territorio.
• Scoprite se il vostro paese ha ratificato la Convenzione sui Di ritti dell’Infanzia.
• Scoprite quali organi gover nativi hanno la responsabilità di
controllare che la Convenzione venga messa in atto.
• Contattate l’UNICEF e scopri te come potete partecipare alla promozione e alla protezione dei diritti dei bambini.
• Fate in modo che la Conven zione diventi un vivo argomen to politico. Chiedete ai politici che si candidano alle elezioni che cosa hanno intenzione di fare in merito alla ratifica della Convenzione.
• Scoprite in quali luoghi, sia del vostro territorio sia in altri paesi del mondo, i diritti dei bambini non vengono rispettati.
• Unitevi ad una organizzazione internazionale per i diritti uma ni; promuovete le sue campa gne in favore dei diritti umani e contribuite alla raccolta di fondi.
• Usate il vostro ruolo di consu matori per esprimere le vostre opinioni: evitate di comprare i prodotti delle industrie che sfruttano il lavoro minorile.
• Sollecitate i vostri rappresen tanti presso organizzazioni in ternazionali affinché si adope
rino per attirare l’attenzione sul tema della violazione dei diritti dei bambini. Date loro il vostro appoggio in cambio del loro ap poggio in termini di azioni con crete per i diritti dei bambini.
1. Scegliete un problema. Tro vare un problema non è diffici le, ma rimanere concentrati su di esso lo è. Provate a scrive re una definizione di ciò di cui volete esattamente occuparvi. Occupatevi di un solo problema per volta.
2. Fate ricerche sul proble ma. Date un’occhiata in giro per capire il problema e anche come si sente la gente in me rito. Chiamate le autorità per chiedere informazioni. Scrivete lettere. Leggete i giornali, le ri viste e tutto ciò su cui ci siano informazioni su quel preciso argomento.
3. Pensate a tutte le possibi li soluzioni e poi sceglietene una. Pensate proprio a tutte le soluzioni, anche a quelle che vi
sembrano eccessive. Poi sce glietene una o due che vi sem brano atte a produrre un sensi bile cambiamento.
4. Create coalizioni di soste gno. Trovate il maggior numero possibile di persone preoccu pate per il problema e concordi con la soluzione che avete scel to. Osservate la vostra comuni tà. Chiedete agli insegnanti, alle autorità, agli attivisti e agli altri giovani. Più gente avete nella vostra squadra, più forza avrete per cambiare le cose.
5. Individuate gli oppositori. Individuate le persone e le or ganizzazioni che si oppongono alla vostra soluzione. Magari non sono cattivi, ma solo per sone con un’opinione diversa dalla vostra. Prendete in consi derazione l’eventualità di avere un incontro con loro; potreste riuscire a trovare un compro messo. O almeno potreste comprendere i punti di vista re
ciproci. In ogni caso, siate sem pre educati e rispettosi delle opinioni diverse dalle vostre.
6. Fate pubblicità. Fate sapere al maggior numero possibile di persone quale problema state cercando di risolvere e anche qual è la soluzione che propo nete. I giornali, le radio e le tele visioni di solito sono interessati alle storie che vedono coinvol to l’attivismo giovanile e magari potrebbero anche offrire degli spazi a progetti interessanti e validi. Scrivete lettere ai diretto ri. Quanta più gente è a cono scenza di ciò che state facen do, tanto più potrebbero volervi sostenere.
7. Raccogliete fondi. Questo non è indispensabile, ma vi po trebbe servire per essere più efficaci nel raggiungere il vo stro scopo.
8. Portate avanti la vostra so luzione. Fate una lista di tutti i
passi che dovrete intrapren dere e una volta che vi sentite pronti per agire, agite!
9. Valutate. Funziona il vostro piano? Come lo sapete? Cer cate di definire alcune indica zioni su cosa significhi progre dire. Ci sono dei tentativi che si rivelano efficaci e altri no? Avete tentato proprio tutto? Continuate a pensare in modo creativo a come risolvere il problema.
10 Non rinunciate. Risolvere i problemi significa eliminare tut te le cose che non funzionano finché non si trova qualcosa che invece funziona. Non date troppo retta a chi cerca di con vincervi che il problema non ha soluzione.
Andate avanti!
Fonte: Adattato da Amnesty International e dal libro di Barbara A. Lewis, The Kids Guide to Social Action (Free Spirit Press, Minneapolis, 1991)
Fonte: ILO – UNICEF, Lavoro minorile. Stime globali 2020, tendenze e percorsi per il futuro. E NUMERO DI BAMBINI E ADOLESCENTI DI ETÀ COMPRESA
Nota: La dimensione dei dischi è proporzionata al numero assoluto dei bambini e adolescenti che lavorano. Le percentuali sono riferite alle singole regioni.
I raggruppamenti regionali sono quelli utilizzati nei rapporti sugli Obiettivi sullo sviluppo sostenibile. La regione Oceania è assente per mancanza di dati statistici. Pertanto, la somma dei numeri riferiti alle singole regioni non corrisponde al totale mondiale.