Messaggio in bottiglia

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L’Isola Misteriosa I° PARTE Il messag messaggio in bottiglia Il 26 luglio 1255 1255, mentre soffiava un vento teso di nordnord-est, un magnifico veliero navigava nel canale di Sicilia. Sicilia. Una bandiera sventolava sul picco dell'albero di mezzana; all'estremità dell'albero maestro maestro un gagliardetto azzurro recava le iniziali E.G., ricamate in oro e sormontate da un giglio bianco. bianco. Le onde si frangevano forti sulla chiglia della nave, le assi di legno cigolavano sotto la potente spinta del mare e tutto l’equipaggio era impegnato nel tentativo tentativo disperato di non incagliarsi contro gli scogli acuminati che si profilavano sempre più vicini. Il comandante in un ultimo disperato tentativo, chiuso nella sua cabina ,cercava di scrivere una lettera. lettera. Dopo averla terminata la sigillò all’interno all’interno di una bottiglia e la affidò alle onde, nella speranza che qualcuno, presto, la trovasse. La tempesta li aveva sorpresi poco al largo delle coste dell’isola su cui adesso stavano per naufragare, la pioggia non smetteva di cadere. La luna era piena e brillava brillava nel cielo, ma quella spessa coltre di pioggia non permetteva ai suoi candidi raggi di illuminare la strada all’equipaggio di quella sfortunata imbarcazione. La loro ultima speranza era riposta in quella piccola bottiglia che sfidava il mare…. Molto tempo, dopo la piccola bottiglia venne ritrovata da un gruppetto di ragazzi che giocava sulla spiaggia. Presi dalla partita a calcio che stavano facendo, i ragazzi non notarono subito quello strano oggetto, solo dopo che il loro pallone la urtò scoprendola completamente dalla sabbia si avvicinarono e la presero per analizzarla. Intravisto quel pezzo di carta al suo interno, incuriositi i ragazzi decisero di aprirla e il contenuto li lasciò a bocca aperta: non si sarebbero mai immaginati di ritrovarsi davanti un vero S.O.S. in una bottiglia. Quelle erano cose che succedevano solo nei film, pensarono subito, e convinti fosse solo uno stupido scherzo, ripresero a giocare ributtando la bottiglia sulla spiaggia lì dove l’avevano trovata. Qualche giorno dopo un gruppo di scout passava proprio su quella spiaggia. Era la fiera squadriglia Leoni che aveva ricevuto dai capi reparto, delle chiare istruzioni per la missione. L’estate si stava 1


avvicinando e quale migliore occasione per verificare attraverso una missione le competenze acquisite dalla squadriglia nell’ambito CIVITAS attraverso le imprese dell’anno passato? Qualche giorno prima una potente mareggiata aveva spinto sulla piccola spiaggia del paese molti rifiuti provenienti dal mare aperto, che rendevano impraticabile la spiaggia ai molti bagnanti che avrebbero voluto usufruirne, quindi la missione della sq. Leoni sarebbe stata quella di ripulire la piccola spiaggia del loro paese da tutta l’immondizia che la mareggiata aveva trascinato con sè. Alberto il più piccolo della sq. fu il primo ad accorgersene e subito chiamò Massimo, il capo sq., perché venisse a vedere anche lui quella bottiglia così particolare con quello strano foglietto dentro. • Cosa può essere?? - esclamò Alberto incuriosito • Di certo è un messaggio dei capi reparto – rispose secco Massimo • A me sembra piuttosto vecchia – disse Alberto prendendola in mano e analizzandola come se veramente capisse qualche cosa di oggetti antichi. Dopo aver aperto la bottiglia e aver letto il foglietto, molti furono i commenti della sq. Nessuno di loro riusciva a capire a cosa mirassero i capi reparto con quella lettera. Era scritta su una pergamena che sembrava autentica, non la solita carta pergamena comprata in cartoleria! Inoltre era scritta a mano e non era stampata come ormai quasi ogni lettera che la squadriglia riceveva per le loro missioni. C’era qualcosa di strano, di diverso! Ma presi dall’eccitazione per la prospettiva di una nuova avventura, misero i loro dubbi da parte e decisero di giocare. Per prima cosa bisognava leggere attentamente la lettera per carpire quante più informazioni da quelle poche righe. Non ci volle molto e dopo qualche minuto tutti avevano finito di leggere e di commentare il testo della bottiglia. Non spiegava molte cose; sembrava fosse la richiesta d’aiuto di una nave di nome Adventure che stava andando alla deriva dopo una forte tempesta, la lettera continuava descrivendo le coordinate dell’isola su cui stavano naufragando i superstiti. Sfortunatamente le coordinate non erano ben leggibili a causa del tempo e della salsedine che avevano sbiadito alcune lettere. Si riusciva a leggere solo uno dei due parametri che avrebbero potuto guidarli nel punto indicato: Latitudine 37°43'19.62"N

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• Salvo, il vice, fu il primo a parlare: - Senza la longitudine è IMPOSSIBILE riuscire a determinare con esattezza le coordinate dell’isola! • La parola IMPOSSIBILE non è nel mio vocabolario – ribatté Massimo, basterà circumnavigare il globo lungo il parallelo corrispondente alla latitudine e prima o poi troveremo l’isola “misteriosa”. • Si certo aspetta che vado a noleggiare uno yacht per fare il giro del mondo, però prima passo a prelevare un milione di euro dal mio conto in banca – disse sarcastico Alberto. • Stupido – lo ammonì Massimo – basta collegarsi a Google Earth fare un “giro” attorno al mondo e vedere quali isole si trovano in corrispondenza della coordinata che abbiamo trovato • Si, in effetti anche così potrebbe funzionare - disse ridendo Alberto che adesso si sentiva un po’ stupido ad aver contraddetto il suo capo Sq.. • Va bene ragazzi allora ci rivediamo alla prossima riunione di Sq. Con tutte le informazioni che riusciremo a trovare sulla Adventure e su quest’isola misteriosa. A presto! Così dicendo Massimo salutò i suoi amici e si diresse verso casa con la bottiglia stretta tra le mani, deciso a fare una bella figura con in suoi capi reparto alla riunione della domenica successiva.

La Riunione Quasi tutto l’equipaggio riuscì a raggiungere sano e salvo le sponde dell’isola. La spiaggia era molto molto ampia, la nave era stata portata dalle onde fino a riva, era abbattuta su un fianco, la chiglia distrutta e le vele a brandelli.. La spiaggia di sabbia finissima che li circondava non dava nessun tipo di riparo né né dalle intemperie né da eventuali “visitatori” “visitatori” notturni. notturni. Quindi Quindi l’equipaggio decise di addentrarsi all’interno all’interno della costa per cercare un rifugio. La notte sull’isola passò in modo modo tranquillo. tranquillo. L’equipaggio L’equipaggio infatti, era riuscito a trovare un riparo dove poter riposare e rimettersi in forze dopo dopo quella brutta esperienza. esperienza. I marinai erano scossi ma erano tutti uomini di grande esperienza e avrebbero seguito il loro capitano dovunque egli avess avesse esse deciso di andare e qualunque cosa avesse deciso di fare. Il sole era ormai alto nel cielo e nel piccolo boschetto nel quale aveva trovato rifugio l’equipaggio, filtravano, dai grossi rami degli alberi, dei sottili raggi che illuminavano il terreno. 3


Il capitano insieme al suo secondo stava decidendo il da farsi mentre gli altri stavano velocemente smontando il campo che avevano allestito la notte precedente. • Capitano, gli uomini sono stanchi hanno fame e sete dobbiamo per forza avviarci verso il centro abitato più vicino. – disse Guglielmo il secondo ufficiale dell’Adventure. • Lo so, so, hai ragione ma Federico ci ci ha affidato questa missi missione perché si fida di noi e non obiettivo,, questa possiamo tradire la sua fiducia, dobbiamo raggiungere entro sera il nostro obiettivo Tempesta non ci voleva ci ha portato portato via del tempo prezioso. Riferendosi poi all’equipaggio il capitano continuò: • So che è stata una notte molto dura e che molti di voi sono allo stremo delle forze ma non possiamo perdere più neanche un attimo, quindi raccogliete tutto quello che ci può essere utile e mettiamoci in marcia. Quando tutti furono pronti, il capitano capitano si aprì la strada tra alcune pale di fico d’india e cominciò così la missione dell’equipaggio dell’ dell’ Adventure.

Nel silenzio della sua cameretta Massimo ripensava a quella strana lettera: era deciso più che mai a risolvere l’enigma che i capi gli avevano voluto sottoporre in quella maniera così insolita. Decise che era inutile perdere altro tempo, quindi cominciò subito le sue ricerche, iniziando dalle prime informazioni certe che quella lettera gli forniva: il nome dell’imbarcazione e la coordinate parziali con cui sperava di individuare, almeno approssimativamente, la posizione di quell’isola sempre più misteriosa. Per quanto riguarda l’imbarcazione, dopo qualche ricerca più approfondita non fu difficile trovare delle informazioni: era una nave mercantile del 1200 che trasportava merci lungo il mediterraneo. La sua storia si interrompeva bruscamente quando, dopo una forte tempesta non si ebbero più notizie né della nave né del suo equipaggio. Da allora circolavano molte leggende sulla fine di quei marinai e sul veliero che li trasportava. Ma mai nessuno aveva più avuto notizie dell’Adventure. 4


Molto più complicato invece fu trovare l’isola. I ragazzi infatti, possedevano solamente la metà delle informazioni necessarie a individuare con certezza il luogo del naufragio dell’equipaggio, e anche utilizzando internet l’area individuata restava troppo ampia. Inoltre le isole che si trovavano a quella latitudine erano una moltitudine specie nell’area del mediterraneo! Nonostante questo piccolo inconveniente la sq. Leoni decise di andare avanti con le ricerche scoprendo che l’ultimo avvistamento prima della fatidica tempesta, collocava la Adventure nel canale di Sicilia. In effetti in quella stessa area si trovava un’isola, anticamente nota come TRINACRIA. Più precisamente, i ragazzi avevano scoperto che, seguendo le coordinate si poteva individuare una vasta ma circoscritta zona della Sicilia, l’unico problema era che senza la longitudine non si poteva identificare con precisione il punto indicato. La Domenica era arrivata, e la squadriglia leoni non vedeva l’ora di mostrare al reparto le loro scoperte. Ma più di tutto erano curiosi di capire come i loro capi intendevano far proseguire quella strana caccia la tesoro. La sq. Leoni per la prima volta era arrivata tutta, compatta e IN ORARIO, cosa che non succedeva dallo scorso campo estivo quando tutta la sq. era arrivata all’appuntamento con il pullman con un’ora di anticipo. Quando anche tutto il resto del reparto fu li, il caratteristico fischio catturò l’attenzione dei ragazzi, erano i capi che chiamavano il quadrato e davano inizio alla riunione. I leoni furono i primi a parlare e dopo aver descritto la loro missione sulla spiaggia, subito andarono al nocciolo della questione: • Dopo aver setacciato la spiaggia e aver raccolto tutti i rifiuti portati dal mare, con il nostro infinito senso di osservazione, siamo riusciti a trovare la bottiglia che, se posso permettermi, così sapientemente i capi avevano nascosto! Quando Massimo finì di dire queste parole, prima che i capi reparto potessero parlare, Salvo aggiunse:

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• Eh si e non ci siamo fermati qui, abbiamo già individuato l’area in cui gli uomini della Adventure avrebbero potuto naufragare. Ma se non ci date anche la longitudine non possiamo andare avanti con la nostra ricerca. A questo punto i capi reparto erano piuttosto perplessi e confusi. Giusi, la capo reparto, fu la prima a parlare: • Ragazzi, noi siamo contenti che vi stiate divertendo ma penso che ci sia stato un malinteso, noi non abbiamo preparato nessun messaggio in bottiglia e poi cos’è questa storia dell’ Adventure? • Allora mi vuoi dire che abbiamo trovato un vero messaggio in bottiglia??? - Chiese ridendo Salvo. • Non sappiamo di preciso cosa abbiate trovato – disse Andrea, il capo reparto, - potrebbe trattarsi solamente di uno scherzo fatto da qualche ragazzo oppure una trovata pubblicitaria, ma di sicuro non è opera nostra. A queste parole i ragazzi si guardarono sbalorditi e un po’ delusi, tutti quegli sforzi per niente? Non sembrava possibile che fosse tutto uno scherzo, la lettera era troppo realistica e la pergamena sembrava veramente erosa dal tempo. La riunione di reparto terminò come ogni Domenica dopo la messa, Giusi e Andrea avevano dato gli appuntamenti per la settimana e tutti si stavano avviando verso le loro case. In un angolo dell’oratorio però delle figure si scorgevano in lontananza: erano le sagome della squadriglia Leoni al gran completo, che parlavano animatamente sul da farsi per la lettera che avevano trovato: • Non può essere uno scherzo – diceva Salvo agitato – nessuno si darebbe così tanto da fare per uno scherzo a parte me. • Smettila di scherzare- lo interrupe Massimo - e comunque quello che hai detto è vero, la lettera è troppo ricca di particolari per essere solo uno scherzo, ci servirebbe qualcuno che

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riuscisse a dimostrare che quel messaggio proviene effettivamente dalla Adventure. Io sento che esiste davvero! Una voce debole ma decisa si fece spazio nel silenzio che la parole di Massimo avevano lasciato: • Io in effetti conosco qualcuno che ci potrebbe dare qualche informazione in più su quella pergamena. Era Antonio, uno squadrigliere un po’ timido ma sempre molto sveglio che li aveva ascoltati fino ad allora senza dire una parola. • Antonio dopo una piccola pausa riprese – Mio zio è specializzato nello studio delle popolazioni e delle tradizioni della Sicilia. Non è proprio uno storico ma sulla storia della Sicilia è imbattibile! Sa proprio tutto! Forse lui può darci qualche informazione in più su questa vicenda.

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