Abitare dal 2020: un nuovo paesaggio domestico per San Gottardo 18

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ABITARE DAL 2020: Un Nuovo Paesaggio Domestico per San Gottardo 18

Politecnico di Milano Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Laurea Magistrale in Architettura - Ambiente Costruito - Interni A.A. 2020/2021 - Sessione di laurea: Aprile 2021 Autrici: Chiara Crisà 915073 - Federica Sirangelo 918517 Relatore: Pierluigi Salvadeo Correlatrice: Chiara Lionello 1


ABSTRACT

1

IMPRINTING CON IL TEMA: UN FUTURO POST PANDEMICO 1.1 LOCKDOWN, CONFINAMENTO: IL MONDO NEL 2020

15

INDICE

Resoconto di un anno in Pandemia Conseguenze sociali Attuale condizione

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1.2 #IORESTOACASA: LA VITA IN QUARANTENA

23

Città spente, Interni accesi Azioni Spazio compresso, Tempo dilatato Ruolo del Digitale 1.3 UNA NUOVA NORMALITÀ: LA RIVOLUZIONE DOMESTICA

37

Da Tragedia nel presente a Occasione per il futuro Un nuovo modo di abitare La sfida per gli architetti

2

ABITARE DAL 2020: MANIFESTO PROGETTUALE PREMESSA DOMESTICITÀ INVASA E INVASIVA PROCESSI DI LAYERIZZAZIONE AMBIENTI SALUBRI CASA INTELLIGENTE SUGGERIMENTI PER L’USO

49 51 53 55 57


3

SAN GOTTARDO 18: EL BURG DÉ FURMAGIATT 3.1 IL TICINESE: L’USO CHE RIGENERA LO SPAZIO

63

Ticinese ieri: agricoltori, commercianti, operai, artigiani Ticinese oggi; artisti, professionisti, turisti Stratificazione e Identità 3.2 LA CASA DI RINGHIERA: DOMESTICITÀ E TRADIZIONE

75

Caratteri Vivere la ringhiera ieri: non avere niente, condividere tutto Vivere la ringhiera oggi: molto è cambiato, qualcosa è rimasto Alla ricerca dell’Edificio di progetto: tre Ringhiere selezionate 3.3 CORSO SAN GOTTARDO 18: IL LOTTO PASSANTE

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Racconto Storico Itinerario Fotografico Studio Morfologico Analisi Popolazione

4

UN NUOVO PAESAGGIO DOMESTICO STRATEGIA E METODO SCENARI LA CITTÀ NELLA CASA, LA CASA NELLA CITTÀ RICONVERSIONE, SCHEMI SOVRAPPOSTI IGIENE E BENESSERE ABITAPP E SUPERTUBO DISPOSITIVI ABITARE “FAI DA TE”

133 139 165 175 185 197 207 251 3


4

ITALIANO

ABSTRACT


Le conseguenze sociali, relative allo stato d’emergenza attuato per fronteggiare la diffusione dell’epidemia di Covid 19, hanno modificato profondamente il modo di vivere gli spazi pubblici, così come quelli domestici; abbiamo osservato case ed edifici, diventare teatri di cambiamenti, assorbendo al loro interno nuove azioni, rituali e condizioni d’uso, provenienti dalla dimensione della città; l’attenzione per l’igiene e per la salubrità degli ambienti sono diventate le condizioni necessarie alla fruizione dello spazio pubblico : la gente, a tutti i livelli, ha maturato un senso di fiducia, consuetudine e gratitudine per gli strumenti digitali, che hanno consentito lo svolgimento della maggior parte delle attività, tramite modalità in remoto. Questi mutamenti, che in principio sembravano solo temporanei, sono invece, a tutti gli effetti, parte di una nuova normalità, in cui le nostre case si vestono di rinnovate necessità e responsabilità nei confronti di un nuovo modo di abitare, in cui sono cambiati i gesti, le relazioni con le cose, le esperienze domestiche. Obiettivo di questa tesi di laurea è proporre una serie di riflessioni teoriche, tradotte in azioni progettuali per una nuova formula di domesticità che, partendo dall’osservazione di una condizione tragica di confinamento, restituisca una visione positiva dell’abitare futuro. Il progetto sceglie di confrontarsi con un edificio esistente e individua come elemento di indagine, la casa di ringhiera in Corso San Gottardo 18 (MI), per cui immaginiamo e disegniamo “un nuovo paesaggio domestico”, per un futuro post pandemico. 5


8

INGLESE

ABSTRACT


The social consequences relating to the state of emergency implemented to cope with the spread of the Covid 19 epidemic have profoundly changed the way we live public spaces, as well as domestic ones. We have seen houses and buildings becoming theatres of change, absorbing within them new way of doing things, rituals and conditions of use, coming from the dimension of the city. The attention to hygiene and to the healthiness of the environments have become the necessary conditions for the use of public space: people, of all kinds, have developed a sense of trust, habit and gratitude for digital tools, which have allowed carrying out most of the activities remotely. Such changes, which at first seemed only temporary, are instead, to all intents and purposes, part of a new normality, in which our homes are dressed in renewed needs and responsibilities towards a new way of living; gestures, relationships with things and domestic experiences have become different. The aim of this thesis is to propose a series of theoretical reflections, translated into design actions for a new formula of domesticity, which, starting from the observation of a tragic condition of confinement, returns a positive vision of future living. The project deals with an existing building and identifies as an element of investigation, the ‘Gallery house’ (casa di ringhiera) in Corso San Gottardo 18 in Milan, for which we imagine and design ‘a new domestic landscape’ for a post-pandemic future. 9


1 10


IMPRINTING CON IL TEMA

UN FUTURO POST PANDEMICO

11


12


13


Piazza Duomo a Milano, prima e durante la pandemia

14

Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, prima e durante la pandemia


1.1

Lockdown, confinamento: IL MONDO NEL 2020

Resoconto di un anno in pandemia Il 31 Dicembre 2019, le autorità cinesi segnalano all’OMS1 l’emergenza di diversi casi di una misteriosa polmonite, potenzialmente letale, della quale non si conosce la provenienza. L’epicentro di diffusione è a Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina: una città di 11 milioni di abitanti, in cui, in pochi giorni si registrano, già 41 persone contagiate, delle quali, la maggior partelavorano al mercato del pesce e animali vivi di Huanan, nel centro della città. Ben presto, i contagi iniziano a crescere e compaiono le prime vittime, che aumentanorapidamente come il diffondersi della malattia; Gennaio 2020 è il mese in cui tutto ha inizio, dalla Cina, ma intanto il resto mondo osserva tutto da lontano. Il 20 Gennaio 2020, l’annuncio da parte della China’s National Healt Commision2 conferma la comparsa di una nuova malattia virale che si trasmette da uomo a uomo, la quale viene denominata Covid – 193. Per la prima volta, solo pochi giorni dopo, si sente parlare

di Lockdown 4: a Wuhan, e presto in tutta la Cina, non si può uscire di casa, le attività commerciali chiudono, viene introdotto l’obbligo di guanti e mascherina, si ricorre allo smart working, le scuole vengono chiuse e si parla di didattica a distanza. Sospese tutte le attività culturali, chiudono i teatri, i cinema, gli stadi, le palestre. Gli unici posti che diventano sovraffollati sono gli ospedali, che presto vedono saturarsi i posti in terapia intensiva e i supermercati, presi d’assalto, nell’incertezza del prossimo futuro. Insieme al virus, si diffondono rapidamente le immagini delle città cinesi vuote, degli eserciti nelle strade, delle attività chiuse e della gente con il volto coperto dalla mascherina: scenari da brivido da cui il mondo intero viene impressionato, un mondo che, tuttavia, si sente al sicuro da un evento geograficamente così lontano che si stima essere qualcosa di passaggio. Presto le prospettive cambiano: compaiono i primi contagi da Covid 19 nel mondo occidentale ed è proprio l’Italia il primo paese a scoprirli. il 21 Febbraio 2020 scoppia il primo focolaio nella piccola città di Codogno, in Lombardia, a soli 60 km di distanza da Milano. 15


31 dicembre 2019

28 marzo 2020

Le autorità cinesi segnalano all’OMS una misteriosa polmonite

Gli Stati Uniti diventano il paese con il più alto numero di contagi nel mondo

21 febbraio 2020

24 ottobre 2020

In Italia seconda ondata di contagi, necessarie nuove misure di contenimento

21 dicembre 2020

19 giugno 2020

Viene registrato il primo caso di Covid-19 in Europa, in Italia nella città di Codogno

L’epicentro della Pandemia è in America Latina

In Europa comincia la campagna vaccinale

11 marzo 2020 PANDEMIA

4 maggio 2020 9 marzo 2020

L’italia è in lockdown

20 gennaio 2020

La Commissione Nazionale di Sanità Cinese conferma la comparsa del Covid-19

L’Italia passa alla Fase 2: le misure di contenimento si allentano

8 dicembre 2020 Viene somministrato il primo vaccino contro il Covid-19

11 agosto 2020

In Russia viene registrato il primo vaccino contro il Covid-19: Sputnik V

I principali avvenimenti della pandemia 16


Totale casi di Covid-19 confermati

83.338.512 Totale decessi per Covid-19 confermati

1.815.864

Periodo di riferimento: anno 2020 Fonte: Johns Hopkins University Corona Virus Resource Center 17


GRAFICI 01 Percentuale di persone che sono uscite di casa in un giorno medio settimanale 72% 72% 72% 01 Percentuale di persone che sono uscite di casa in 22,7% 22,7% 22,7% un giorno medio settimanale 72%

5,2% 5,2%

5,2% 22,7%

E’ uscito uscito di di casa casa due due o o più più volte volte 5,2% E’ uscito di casa due o più volte E’ E’ uscito uscito di di casa casa una una volta volta E’ uscito di casa una volta E’ E’ uscito di di casa due o più volte Non è uscito casa neanche una volta Non Non è è uscito uscito di di casa casa neanche neanche una una volta volta E’ uscito di casa una volta

Non è uscito di casa neanche una volta

02 02 Percentuale Percentuale di di persone persone che che hanno hanno fatto fatto uso uso di di mascherine mascherine 02 Percentuale di persone che hanno fatto uso di

89,1% 89,1% mascherine

03 di cheche dichiara 03 Percentuale Percentuale di persone persone 03 Percentuale di persone dichiaradi di essere essere riuscita sempre a osservare la distanza riuscita sempre a osservare la distanza riuscita sempre a osservare la distanza

92,4% 92,4%

1 metro

1 metro

18

È questa l’origine delle prime misure di contenimento, inizialmente solo in Italia, poi in Europa, fino agli Stati Uniti, al Brasile e a tutta l’America Latina. Prima in Italia, poi nel resto del mondo la parola Lockdown diventa di uso comune; quelle immagini di città deserte, di ospedali 04 Numero medio di volte in cui una persona si è sovraffollati, di mani mascherine onnipresenti, non descrivono igienizzata le in un giorno medio settimanale più solo le città cinesi, ma anche le grandi capitali, le città, e i piccoli paesi del mondo occidentale. Così, l’11 Marzo 2020, l’OMS1, dopo aver registrato nelMani lavate Mani Mani lavate lavate le ultime settimane ununa aumento diè13 volte dei casi di 04 Numero medio di volte in cui persona si igienizzata le mani infuori un giorno medio settimanale Covid 19 al divolte della Cina ed un triplicarsi del numero al giorno volte al giorno dei paesi colpiti, dichiara, per la prima volta lo stato di Mani disinfettate Mani mondiale”.Inizia così un susseguirsi di norMani disinfettate disinfettate Mani“pandemia lavate mative, decreti, restrizioni e tutto il mondo si piega alla volteal giorno volte giorno volontà del al nuovo Coronavirus, impossibile da annientare e contro il quale si può solo combattere, con distanziaMani disinfettate mento sociale, isolamento, igienizzazione.

11,6

11,6 5

5 volte al giorno

05 di Conseguenze 05 Percentuale Percentualesociali di attività attività sospese, sospese, rispetto rispetto al al settore settore 05 Percentuale di attività sospese, rispetto al settore solo dai medici La mascherina chirurgica, prima utilizzata

nei 53,3% reparti d’Ospedale, in seguito all’ondata epidemica, 30,3% 52,9% 36,0% 53,3% 30,3% 52,9% 36,0% 30,3% 52,9% 36,0% 53,3% diventa un accessorio fondamentale senza il quale non 30,3% 52,9% 36,0% 53,3% è consentito uscire di casa; in tutti noi, si radica una Servizi Costruzioni Industria profonda all’igiene, che si traduceCommercio in luoghi Servizi attenzione Costruzioni Industria Commercio Servizi Costruzioni Industria Commercio Servizi Costruzioni Industria Commercio invasi dai distributori di gel igienizzante, e dai cartelli che impongono l’utilizzo della mascherina, la distanza 06 Incremento delinternet, traffico internet, rispetto ai mesi 06 Incremento del traffico rispetto ai mesi sociale el’igienizzazione delle mani all’ingresso, di quei precedenti la pandemia precedenti la pandemia pochi posti che rimangono aperti. Infatti, la maggior parte delle attività commerciali chiudono per limitare le possibilità di assembramento (un altro dei termini che più circola in questo periodo) degli spazi, veicolo di diffusione del contagio. La socialità, per come la conosciamo, viene messa in discussione; la così detta “malattia della solitudine”, impone di non avere contatti fisici con altre persone, e la risposta a questa necessità è il trasferimento delle normali attività socialiTraffico dalledaticittà Traffico allepiattaforme digitali: voce Traffico voce Traffico dati da rete mobile da rete a fissa da rete mobile da rete fissa si cominciano frequentare le lezioni online, a lavorare Traffico dati Traffico Traffico dati dati da da rete fissa da rete rete fissa fissa

Traffico voce Traffico Traffico voce voce da da rete fissa da rete rete fissa fissa

Traffico dati Traffico Traffico dati dati da da rete mobile da rete rete mobile mobile

Traffico voce Traffico Traffico voce voce da da rete mobile da rete rete mobile mobile


online, a incontrare gli amici online, a comprare ciò di cui si ha bisogno online. Per necessità, le nostreabitudini mutano profondamente. In pratica, potremmo 01 Percentuale di persone che sono uscite di sostenere casa in che la nostra intera esistenza è stata digitalizzata. Si un giorno medio settimanale 01 Percentuale di persone che uscite ditraducibile casa in parla di “iperconnessione”, unasono condizione 01 giorno Percentuale disettimanale persone che sono uscite di casa in un medio nelle sempre piùsettimanale ore trascorse di fronte ai dispositivi 72% un giorno medio 72% digitali, uniche finestre sul mondo dalle case in cui 72% abbiamo dovuto isolarci. 72% 22,7% 22,7% Difatti, tutto il mondo, chi più, chi meno, chi prima, chi più tardi si rifugia nei suoi interni domestici:22,7% si abbandonano 22,7% le strade che, svuotate del calpestio e del vociare delle 5,2% 5,2% persone, risultano animate solo da un assordante silenzio e da qualche rumore di piatti, provenienti5,2% dalle abitazioni. Non si possono abbracciare i propri cari,5,2% non si possono E’ di casa due o E’ uscito uscito o più più volte volte la mano in incontrare persone, non disicasa puòduestringere E’ di volta E’ uscito uscito di casa casa una volta segno di saluto: anche i rituali piùuna radicati all’interno della due o più volte E’ uscito di casa due o più volte nostra quotidianità,Non come andare a neanche fare la spesa, recarsi è di una Non è uscito uscito di casa casa una volta volta E’ uscito di casa una neanche volta E’ uscito casad’aria, una volta al parco per prendere undipo’ andare a correre, Non è uscito di casa neanche una volta andare a lavoro, o andare a seguire lezione, vengono Non è uscito di casa una neanche una volta messi in discussione. Il verbo “andare” (muoversi 02 Percentuale di persone che hanno fatto uso di da un mascherine luogo verso un altro luogo), viene sostituito dal verbo 02 Percentuale di persone che hanno fatto uso di “stare”: STATE AdiCASA. 02 Percentuale persone che hanno fatto uso di mascherine “State a casa”, “Stay home, stay safe”, “Reste à la mascherine maison”,“Quédate en casa”…: queste frasi sono le più lette sui giornali di tutto il mondo, le più spammate dai 03 Percentuale di persone che dichiara di essere social media, le più presenti sulla bocca delle persone, riuscita sempre a osservare la distanza 03più Percentuale di persone che dichiara di essere le viste nei titoli dei telegiornali, le più frequenti tra 03 Percentuale diosservare persone che dichiara di essere riuscita sempre a la distanza gli hastag dei social network. La paura, l’incertezza si riuscita sempre a osservare la distanza diffondono con una rapidità maggiore di quella del virus; comincia la corsa ai supermercati, svuotati dalla gente a caccia di provviste, la corsa alle case nei luoghi d’origine, per la paura di rimanere bloccati dalle norme sui 1 metro limitazioni agli spostamenti. Immagini di scaffali vuoti, stazioni affollate si sommano alle 1 metro già alienanti foto di una Time Square silenziosa,1dimetro una Piazza Duomo deserta, di strade e strade con attività chiuse, di ristoranti con la saracinesca abbassata, di scuole senza folle di studenti pronti a entrare in aula al suono della campanella. Visioni di città ferme, che molti hanno definito

89,1% 89,1% 89,1%

92,4% 92,4% 92,4%

GRAFICI 04 Numero medio di volte in cui una persona si è igienizzata le mani in un giorno medio settimanale 04 Numero medio di volte in cui una persona si è 04 Numero le medio in cui una persona si è igienizzata manidiinvolte un giorno medio settimanale igienizzata le mani in un giorno medio settimanale Mani Mani lavate lavate

11,6 volte al giorno 11,6 volte volte al giorno 11,6 al giorno 5 volte al giorno 5 volte volte al giorno 5 al giorno Mani lavate Mani lavate

Mani Mani disinfettate disinfettate Mani disinfettate Mani disinfettate

05 Percentuale di attività sospese, rispetto al settore 05 Percentuale di attività sospese, rispetto al settore 05 Percentuale di attività sospese, rispetto al settore 53,3% 53,3%

52,9% 52,9%

36,0% 36,0%

30,3% 30,3%

53,3% 53,3% Servizi Servizi

52,9% 52,9% Costruzioni Costruzioni

36,0% 36,0% Industria Industria

30,3% 30,3% Commercio Commercio

Servizi Servizi

Costruzioni Costruzioni

Industria Industria

Commercio Commercio

06 Incremento del traffico internet, rispetto ai mesi precedenti la pandemia 06 Incremento del traffico internet, rispetto ai mesi 06 Incremento del traffico internet, rispetto ai mesi precedenti la pandemia precedenti la pandemia

Traffico Traffico dati dati da da rete rete fissa fissa Traffico dati Traffico dati da rete fissa da rete fissa

Traffico Traffico voce voce da da rete rete fissa fissa Traffico voce Traffico voce da rete fissa da rete fissa

Traffico Traffico dati dati da da rete rete mobile mobile Traffico dati Traffico dati da rete mobile da rete mobile

Traffico Traffico voce voce da da rete rete mobile mobile Traffico voce 19 Traffico voce da rete mobile da rete mobile


“apocalittiche”, “distopiche”, ma che, al contempo, in piena primavera osservano la natura riaccendersi e gli animali uscire dalle loro tane, non più intimiditidalla presenza dell’uomo. “A Milano vengono avvistati cigni nei Navigli e minilepri in un giardinetto di quartiere, tra la ferrovia e la tangenziale. A Venezia le acque dei canali tornano cristalline e piene di pesci, e i germani si posano sulle fermate del vaporetto […]”5. Pensieri contrastanti si sovrappongono; da un lato la paura del contagio e la nostalgia delle strade affollate, dall’altro ”la meraviglia per la natura in città, lo stupore di respirare l’aria pulita”5 Attuale Condizione Con il tempo, i contagi hanno cominciato a diminuire, grazie alle limitazioni imposte; sembrava che la ormai così lontana “normalità” che tutti rivolevamo, fosse dietro l’angolo, un po’ diversa dal solito forse, ma comunque molto vicina. L’estate del 2020 ha regalato a tutto il mondo un periodo di pace, in quanto la stagione ha reso il virus più debole e meno devastante: molte attività hanno riaperto, gli alunni sono rientrati a scuola, le città, i paesi, le capitali hanno ricominciato ad accendersi. Ma si trattava solo di una tregua. Il 24 Ottobre 2020, una nuova violentissima ondata di Coronavirus colpisce l’Italia e, insieme a lei, tutti gli altri paesi; nuovamente, la libertà di ognuno subisce limitazioni necessarie per rallentare l’infezione, limitazioni che diventano più o meno stringenti, in relazione all’evoluzione della curva epidemiologica, che generano scenari talvolta più severi, talvolta più permissivi, ma comunque molto lontani dalla normalità che ci siamo lasciati alle spalle. Diventa sempre più difficile guardare a ciò che stiamo vivendo, come a qualcosa “di passaggio”; è probabile che fino all’autunno 2021 continueremo a vivere in una situazione di semi-quarantena, fino a che la campagna vaccinale anti-Covid, iniziata in Inghilterra l’8 Dicembre del 2021 non diventerà così capillare da 20

circoscrivere drasticamente la diffusione della malattia. Stiamo tutti vivendo in un “tempo sospeso” ed in uno “spazio dell’attesa”6: osserviamo l’evolversi degli eventi dagli interni delle nostre case.


NOTE 1. 2. 3.

4. 5. 6.

Organizzazione Mondiale della Sanità: istituto specializzato dell’ONU per la salute, con obiettivo il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute China’s National Healt Commision: organismo rilevante del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese in materia di sanità pubblica all’interno del paese. Covid 19: la sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2) è il nome dato al nuovo coronavirus del 2019. COVID-19 è il nome dato alla malattia associata al virus. SARS-CoV-2 è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente identificato nell’uomo. Lockdown: un protocollo d’emergenza che impone restrizioni alla libera circolazione delle persone per diverse ragioni, siano esse relative alla salute, o inerenti a questioni di pubblica sicurezza. Elena Sommariva, Umani in quarantena, la natura conquista la città: esercizi di coesistenza, Domus, 27 Marzo 2020 Michela Bassanelli, Qua e la tra la città e la casa: soglie abitate, tratto da Covid Home: luoghi e modi dell’abitare, dalla pandemia in poi, a cura di Michela Bassanelli, LetteraVentidue, Siracusa, 2020, pp. 48 21


22


1.2

#Iorestoacasa: LA VITA IN QUARANTENA

Città spente, Interni accesi “La recente pandemia ha imposto due grandi condizioni sociali che hanno avuto una diretta ricaduta spaziale;da un lato l’allontanamento richiesto nei luoghi pubblici e, dall’altro, l’isolamento nella propria abitazione” 1, scrive Michela Bassanelli,architetto e dottore di ricerca in Architettura degli Interni e Allestimento, nella prefazione del libro Covid Home: luoghi e modi dell’abitare, dalla pandemia in poi, pubblicato in tempo di pandemia. La privazione dello spazio della città, dei luoghi pubblici, della socialità tra le persone, ha definito nuovi scenari urbani molto lontani da quelli impressi nelle nostre menti: “città svuotate, silenziose, il cui l’unico segno di vita è dato dal risveglio della natura durante una primavera insolita”,scrive l’architettoMargherita Manfra che, nel suo articolo Dobbiamo Fare Spazio pubblicato sul Giornale dell’Architettura, descrive immagini di città “metafisiche”, dotate di un loro “fascino”, ma anche di luoghi dove “l’assenza è palpabile.” ²

Ad uno scenario caratterizzato da silenzi, luci spente, saracinesche abbassate se ne contrappone uno complementare: quello degli interni domestici accesi, caldi, luminosi. Le limitazioni imposte dalle misure di contenimento della diffusione del Coronavirus, ci hanno improvvisamente confinato nelle nostre case, quelle stesse case in cui eravamo soliti abitare “frettolosamente” e “distrattamente” a causa delle nostre quotidianità frenetiche. Gli interni domestici hanno riacquistato in pochissimo tempo la loro funzione più antica, a volte dimenticata: il rifugio, il riparo dalle minacce del mondo esterno. Marco Bossotti, dottore di Ricerca in Architettura degli Interni e Allestimento scrive, “il confinamento ha paradossalmente ricordato a tutti che […] abitare è stato, fin dai primordi, l’atto di dotarsi di un rifugio, di un luogo sicuro in cui ripararsi” ³. Possiamo affermare che, a causa (o per merito) della pandemia abbiamo riscoperto e ci siamo riavvicinati ai nostri interni domestici che, se prima vivevamo solo per 7, 8 ore giornaliere (o meglio notturne)ora sono diven23


GRAFICI 07 07 Percentuale Percentuale di di persone persone che che hanno hanno lavorato lavorato da da casa casa 07 Percentuale di persone che hanno lavorato da casa 07 Percentuale di persone che hanno lavorato da casa

44,0% 44,0% 44,0%

Di Di cui, cui, ilil 95,8% 95,8% ha ha utilizzato utilizzato internet internet come come strumento strumento di di lavoro. lavoro. Di cui, il 95,8% ha utilizzato internet come strumento di lavoro. Di cui, il 95,8% ha utilizzato internet come strumento di lavoro. Incremento Incremento del del personale personale impiegato impiegato in in modalità modalità a a distanza distanza rispetto rispetto ai la ai mesi mesi precedenti precedenti la pandemia pandemia Incremento del personale impiegato in modalità a distanza rispetto Incremento del personale impiegato in modalità a distanza rispetto ai mesi precedenti la pandemia Imprese di ai mesi precedenti Imprese di medie medie la pandemia dimensioni dimensioni Imprese di medie Imprese di medie dimensioni dimensioni Imprese Imprese di di grandi grandi dimensioni dimensioni Imprese di grandi Imprese di grandi dimensioni dimensioni

08 08 Percentuale Percentuale di di persone persone che che ha ha svolto svolto allenamento allenamento da casa 08 Percentuale di persone che ha svolto allenamento da casa 08 Percentuale di persone che ha svolto allenamento da casa da casa

22,7% 22,7% 22,7%

Di Di cui, cui, ilil 37,3% 37,3% ha ha dedicato dedicato all’allenamento all’allenamento più più tempo tempo del del solito. solito. Di cui, il 37,3% ha dedicato all’allenamento più tempo del solito. Di cui, il 37,3% ha dedicato all’allenamento più tempo del solito.

51,1% 51,1% 51,1%

20,0% 20,0% 20,0%

9,0% 9,0% 9,0%

9,9% 9,9% 9,9%

Commercio Commercio elettronico elettronico

Le Azionielettronico Commercio Commercio elettronico

Visita Visita virtuale virtuale Visita virtuale Visita virtuale

In articolodelle pubblicato delpartecipato primo lockdown, 11 Numero persone che hanno 11un Numero delle personenel checorso hanno partecipato all’evento virtuale più seguito della storia l’architetto, designer e artista italiano, Ugo la Pietra scri11 Numerovirtuale delle persone che hanno partecipato all’evento più seguito della storia 11 Numero delle persone che hanno partecipato ve “Le case ritrovano così una frequentazione all’evento virtuale più seguito della storia di cui si era all’evento virtuale più seguito della storia persa lamilioni memoria, così ognuno sta cercando di costruire milioni milioni dei rapporti quotidiani con gli spazi e con gli oggetti.”⁵ milioni

12 12 12

12 di hanno dedicato più 12 Percentuale Percentuale di persone persone che che hanno dedicato più Da “custodi dell’intimità”, i virtuali, nostri interni domestici si tempo alle relazioni sociali rispetto ai mesi 12 Percentuale di persone hanno dedicato più tempo alle relazioni socialiche virtuali, rispetto ai mesi 12 Percentuale di persone che hanno dedicato più sono di azioni provenienti dalla città: la precedenti la temposovraccaricati alle relazioni sociali virtuali, rispetto ai mesi precedenti la pandemia pandemia tempo alle relazioni sociali virtuali, rispetto ai mesi casa è diventata il nostro luogo di lavoro, grazie alle moprecedenti la pandemia precedenti la pandemia dalità offerte dal telelavoro (smart working) ed al supporto delle piattaforme digitali di comunicazione come Teams, Zoom o Meet che, tramite videocall e meeting virtuali, hanno garantito a molti lavoratori di continuare a portare avanti la propria attività; lo spazio in cui allenarsi e tenersi in forma (realmente e non virtualmente) grazie ai video dei digital trainers presenti su Youtube; il luogo di incontro (virtuale) con i nostri amici, dove consumare un aperitivo connessi a Instagram, oppure in vere e proprie stanze virtuali grazie ad applicazioni mobili, come HouseParty; lo spazio in cui si riceve e si fa didattica a distanza (e- learning), dove scrivanie, letti, tappeti sono stati letteralmente “invasi” dai laptop, tablet e altri appa-

61,6% 61,6% 61,6%

25,4% 25,4% 25,4% 25,4%

11% 11% 11% 11%

delle delle persone persone che che abitano abitano in abitazioni dotate di in abitazioni di uno uno delle personedotate che abitano spazio esterno privato o delle persone che abitano spazio esterno privato o in abitazioni dotate di uno semiprivato inspazio abitazioni dotate di uno semiprivato esterno privato o spaziosemiprivato esterno privato o semiprivato

delle delle persone persone che che abitano abitano in prive di in abitazioni abitazioni di uno uno delle personeprive che abitano spazio delle persone che abitano spazio esterno esterno in abitazioni prive di uno in abitazioni prive di uno spazio esterno spazio esterno

09 09 Studenti Studenti che che hanno hanno ricevuto ricevuto la la didattica didattica a a distanza distanza 09 Studenti che hanno ricevuto la didattica a distanza 09 Studenti che hanno ricevuto la didattica a distanza

61,9% 61,9% 61,9%

tati lo sfondo della nostra giornata 24 ore su 24. Se ce lo chiedessero ora, tutti sapremmo “immaginare come 10 servizi digitali, potrebbe esseredei la musei nostra che vitaoffrono costretta all’interno delle 10 Percentuali Percentuali dei musei che offrono servizi digitali, rispetto alla tipologia di servizio 10 Percentuali dei musei che offrono servizi digitali, quattro mura del nostro appartamento” ¹. rispetto alla tipologia di servizio 10 Percentuali dei musei che offrono servizi digitali, rispetto alla tipologia di servizio rispetto alla tipologia di servizio La casa, tuttavia, non si è dimostrata essere solamente il luogo in cui rifugiarsi dai pericoli del mondo esterno; “Il periodo del lockdown, causato dalla pandemia in corso, ha costretto ciascun individuo a riprogrammare le Sito Acquisto online biglietto proprie la propria come Sito web web giornate ed a riorganizzare Acquisto online del delcasa biglietto Sito webdi lavoro.”⁴ . Gli interni domestici Acquisto online del biglietto spazio hanno accolto al Sito web Acquisto online del biglietto suo interno, dapprima con più difficoltà, e man mano con sempre più naturalezza, tutte quelle funzioni che la città, a causa delle restrizioni, non poteva più ospitare.

Di Di cui, cui, ilil 37,3% 37,3% ha ha dedicato dedicato allo allo studio studio più più tempo tempo del del solito. solito. Di cui, il 37,3% ha dedicato allo studio più tempo del solito. 24 cui, il 37,3% ha dedicato allo studio più tempo del solito. Di Paese Paese di di riferimento: riferimento: Italia Italia Periodo Periodo di di riferimento: riferimento: febbraio-maggio febbraio-maggio 2020 2020 Fonte: Fonte: dati dati ISTAT ISTAT Paese di riferimento: Italia Periodo di riferimento: febbraio-maggio 2020 Fonte: dati ISTAT Paese di riferimento: Italia Periodo di riferimento: febbraio-maggio 2020 Fonte: dati ISTAT


recchi tecnologici che sempre di più stanno sostituendo i vecchi fogli di carta; “direttamente” connessi dalle nostre stanze, abbiamo partecipato a concerti virtuali: un 07 Percentuale di persone che hanno lavorato da casa 07 Percentuale persone che hannoTravis lavorato dache, casail esempio, quello di della star americana Scott 07 Percentuale di persone che hanno lavorato da casa 24 Aprile 2020, sulla piattaforma del gioco Fortnite ha dato vita ad uno show virtuale, che non era mai stato realizzato prima e coninternet dodicicome milioni di persone Di cui, il 95,8% ha utilizzato strumento di lavoro.a fare Di cui, il 95,8% ha“restando utilizzato internet come abbiamo strumento divisitato lavoro. virda pubblico; a casa”, Di cui, il 95,8% ha utilizzato internet come strumento di lavoro. tualmente musei in tutto il mondo, grazie alle direzioni Incremento del personale impiegato in modalità a distanza rispetto che hanno deciso di “virtualizzare” la visita delle proprie ai mesi precedenti la pandemia Incremento del personale impiegato in modalità a distanza rispetto esposizioni, così da garantire una fruizione culturale di ai mesi precedenti la pandemia Incremento del personale impiegato in modalità a distanza rispetto ai mesi precedenti la pandemia carattere digitale; abbiamo assistito ai grandi marchi Imprese di medie dimensioni Imprese di medie della moda sfilare su Animal Crossing ⁶, e altri mondi dimensioni Imprese di medie paralleli dove “tutto diventa un cartone animato”, come dimensioni Imprese di grandi ha scritto Stefano Mirti, architetto e responsabile delle dimensioni Imprese di grandi dimensioni Imprese didigrandi attività progetto di IdLabsrl Milano, che paragona le dimensioni case in tempo di pandemia a dei piccoli “studi televisivi”⁷.

44,0% 44,0% 44,0%

08 Percentuale di persone che ha svolto allenamento Se alcune azionidi totalmente sonoallenamento entrate a far 08 Percentuale persone chenuove ha svolto da casa 08 casa Percentuale di quotidianità persone chedomestica, ha svolto allenamento parte della nostra altre già silenda da casa ziosamente presenti si sono potenziate.

GRAFICI 10 Percentuali dei musei che offrono servizi digitali, 10 Percentuali dei musei che offrono servizi digitali, rispetto alla tipologia di servizio 10 Percentuali dei musei che offrono servizi digitali, rispetto alla tipologia di servizio rispetto alla tipologia di servizio

51,1% 51,1% 51,1%

20,0% 20,0% 20,0%

Sito web Sito web Sito web

Acquisto online del biglietto Acquisto online del biglietto Acquisto online del biglietto

Commercio elettronico Commercio elettronico Commercio elettronico

Visita virtuale Visita virtuale Visita virtuale

9,0% 9,0% 9,0%

9,9% 9,9% 9,9%

11 Numero delle persone che hanno partecipato 11 Numerovirtuale delle persone che hanno partecipato all’evento più seguito della storia 11 Numerovirtuale delle persone che hanno partecipato all’evento più seguito della storia all’evento virtuale più seguito della storia milioni milioni milioni 12 Percentuale di persone che hanno dedicato più 12 Percentuale di persone hanno dedicato più tempo alle relazioni socialiche virtuali, rispetto ai mesi 12 Percentuale di persone che hanno dedicato più tempo alle relazioni sociali virtuali, rispetto ai mesi precedenti la pandemia tempo alle relazioni sociali virtuali, rispetto ai mesi precedenti la pandemia precedenti la pandemia

12 22,7% 12 Un esempio lampante è l’approvvigionamento, attraver22,7% 12 22,7% so le diverse forme degli ordinativi a distanza (e-com-

Di cui, il 37,3% ha dedicato all’allenamento più tempo del solito. Di cui, il 37,3% ha dedicato all’allenamento più tempo del solito. Di cui, il 37,3% del solito. merce), con ha la dedicato formulaall’allenamento della spesapiùa tempo domicilio; mentre

prima, si trattava di una pratica eccezionale, durante la quarantena è diventata abitudine di molte persone. 11% restrizioni viIl sistema del25,4% delivery food, a causa delle 25,4% 11% genti, ha praticamente sostituito la tradizionale azione 25,4% 11% dell’”andare a cena fuori”, che si è tradotta nell’”ordinare la cena fuori”, facendo ricorso alle sempre numerose delle persone che abitano delle che abitano compagnie di consegna di cibo inpersone rete, come Deliveroo, in abitazioni di uno in abitazioni di uno delle personedotate che abitano delle personeprive che abitano Glovoo, UberEats. spazio esterno privato o spazio esterno in abitazioni dotate di uno in abitazioni prive di uno delle persone che abitano delle persone che abitano Sempre di semiprivato più, abbiamo la pratica allo esterno privato o affinato spazio esterno inspazio abitazioni dotate di uno in abitazioni priverelativa di uno spaziosemiprivato esterno già privato o spazio esterno esistenze: shopping-online, radicata nelle nostre semiprivato Amazon, il colosso mondiale dell’e-commerce, ha regi09 Studenti che hanno ricevuto la didattica a distanza strato un’impennata delle vendite (già in crescita) nelle 09 Studenti che hanno ricevuto la didattica a distanza settimane all’inizio la deldidattica Lockdown. Una si09 Studenticonsecutive che hanno ricevuto a distanza tuazione simile ha coinvolto l’ambito dello streaming video, vede coinvolto Amazon, Di cui, che il 37,3% hanuovamente dedicato allo studio più tempo del solito.con il suo

61,9% 61,9% 61,9%

61,6% 61,6% 61,6%

Di cui, il 37,3% ha dedicato allo studio più tempo del solito. 25 Di cui, il 37,3% ha dedicato allo studio più tempo del solito. Paese di riferimento: Italia Periodo di riferimento: febbraio-maggio 2020 Fonte: dati ISTAT Paese di riferimento: Italia Periodo di riferimento: febbraio-maggio 2020 Fonte: dati ISTAT Paese di riferimento: Italia Periodo di riferimento: febbraio-maggio 2020 Fonte: dati ISTAT


GRAFICI 13 Incremento del commercio elettronico, rispetto ai mesi precedenti la pandemia 13 Incremento del commercio elettronico, rispetto ai mesi precedenti la pandemia

+29,2% +29,2% 14 Percentuale della spesa a domicilio, rispetto al commercio elettronico totale 14 Percentuale della spesa a domicilio, rispetto al commercio elettronico totale

18%

25%

18%

25%

2019

2020

2019

2020

Italiani che ordinano alimenti a domicilio con regolarità

8,9 milioni 8,9 milioni 15,1 milioni 15,1 milioni

Italiani che ordinano alimenti a domicilio con regolarità Italiani che ordinano alimenti a domicilio occasionalmente

Italiani che ordinano alimenti a domicilio occasionalmente

15 Incremento degli abbonati a piattaforme di streaming, rispetto ai mesi precedenti la pandemia 15 Incremento degli abbonati a piattaforme di streaming, rispetto ai mesi precedenti la pandemia

+28,3% +28,3% 26

servizio Amazon Prime Video e altri giganti del settore, come Nerflix, Disney +, che hanno osservato un costante aumentare del numero degli iscritti. 16 Percentuale di persone che si è dedicata a svago Chiusi nelle nostrealcase, l’azione creativo, rispetto tipo di attivitàdi “andare al cinema” è 16 Percentuale di persone che sidal è dedicata svago stata completamente sostituita “guardarea un film su creativo, rispetto al tipo di attività Cantare 25% Netflix”: ovunque, sui social network, si leggeva l’hashtag#netflixandchill, Suonare Cantare 5% già ampiamente diffuso prima della 25% pandemia. Si è inaugurato un nuovo modo di “guardare Scrittura Suonare 5% la TV online insieme agli amici”, grazie ad alcune funDisegno Scrittura 10% 5% sulle piattaforme, come “Teleparty” (ex zioni potenziate Netflix che sincronizzano la riproduzione video e Disegno Party) 10% aggiungono chat di gruppo, dando vita ad un vero e pro17 Percentuale della popolazione che si è dedicata al prio “cineforum virtuale”. Gideon Lichfield, direttore delgioco 17MIT Percentuale della popolazione che sidella è dedicata al la Technology Review,il magazine prestigiosa gioco università americana, ha parlato dell’”inizio di una nuova era, quella della Shut-in Economy”. ⁸ rispetto al tipo di gioco sono stati letteralmente “travolti” da Gli interni domestici un nuovo modo di vivere la quotidianità: le nostre nuove rispetto al tipo di gioco azioni e i nostri nuovi rituali hanno trasformato il nostro “modo d’uso” degli spazi domestici. Si pensi al banale gesto del rientro a casa dall’esterno che adesso richiede una serie di rituali, come l’igienizzazione delle mani, degli indumenti e degli oggetti provenienti dall’esterno “contaminato”, o il levarsi la mascherina che prima non Giochi di carte Giochi di società Giochi via internet Videogiochi ne facevano parte. Si pensi alla maniglia della porta, diGiochi di ormai carte Giochi di società Giochiche via internet venuta simbolo di pericolo, spinge leVideogiochi persone ad i portoni conpopolazione i gomiti e non mani. alla 18 aprire Percentuale della checon si èlededicata preparazione di pane, pizza e dolci nuove, per tutti noi In questo vortice di azioni e funzioni 18 Percentuale della popolazione che si è dedicata alla èpreparazione stato fondamentale,“dare regola alla casa […] didi pane, pizzauna e dolci stinguere spazio di svago da spazio di lavoro, dare un ordine spaziale e temporale alla propria giornata” ⁴: ci con una frequenza di almeno 1 volta a settimana. siamo ritrovati (non più solo nei weekend, ma anche nel con una frequenza di almeno 1 volta a settimana. corso della settimana) ad avere il tempo per fare cola19 Percentuale della popolazione che si è dedicata al zione la mattina mentre “andiamo” al lavoro, a ritagliarci giardinaggio o alla cura dell’orto 19 momenti Percentuale popolazione che si è dedicata al in dei perdella infornare i biscotti, preparare il pane giardinaggio o alla curaodell’orto casa, impastare la pizza uscire sul balcone a prendere il sole, “liberi” se di libertà si può parlare, dagli obblighi con una frequenza di almeno 1 volta della a settimana. sociali che il normale scorrere vita ci imponeva precedentemente. con una frequenza di almeno 1 volta a settimana.

45,0% 45,0%

53,0% 53,0%

27,0% 27,0%

Paese di riferimento: Italia Periodo di riferimento: febbraio-maggio 2020 Fonte: dati ISTAT


GRAFICI

Spazio compresso, Tempo dilatato Le giornate trascorse in quarantena nei mesi del lockdown sembravano infinite, si ripetevano “in loop”, sem13 Incremento del commercio elettronico, rispetto ai pre uguali nelle nostre vite “sospese”. Scrive, a promesi precedenti la pandemia posito, Stefano Mirti: “Tutte le giornate erano sempre uguali, senza conoscere un inizio, senza conoscere una fine. Abbiamo notato come il tempo sia passato da un sistema oggettivo ad un meccanismo soggettivo. Tutti noi avevamo una vita in cui il tempo era completamente oggettivato da griglie ed entità esterne (lavoro, obblighi sociali, pranzi, cene…) e, per la prima volta, abbiamo ripreso pieno possesso del nostro tempo arrivando a fare 14 Percentuale della spesa a domicilio, rispetto cose mai pensate prima (tornare a mangiare a al pranzo, commercio elettronico totale colazione e cena a casa per esempio) […].⁷ Le immagini di paste fatte in case, torte, biscotti erano presenti ovunque sui social media, accompagnate dall’hashtag#iorestoacasa; la gente iniziava a fare yoga, attività fisica, o cose che, prima, “non aveva il tempo” di fare. 18% 25% Le case diventavano i teatri di questo tempo “infinito” che, però, aveva a che fare con qualcosa che era tutt’altro che infinito, lo spazio. Scrive ancora Stefano Mirti: “In queste settimane hanno lavorato su 2019 lo spazio e il tempo 2020 dinamiche opposte: mentre il tempo si espandeva, si tridimesionalizzava, diventava liquido, lo spazio si andava a comprimere”⁷. Italiani che ordinano alimenti a domicilio con regolarità

+29,2%

Se da una parte abbiamo descritto un processo di riav8,9 milioni

vicinamento all’interno domestico, che ci ha portato ad Italiani che ordinano alimenti a domicilio instaurare (o a re-instaurare) unoccasionalmente rapporto più profondo con le nostre case, dall’altro abbiamo anche riscontrato milioni la difficoltà di vivere in un ambiente, non pronto ad accogliere tutte le funzioni richieste. Per questa ragione, si è parlato in molti casi di “inquietudine domestica” ⁹ , 15 Incremento degli abbonati a piattaforme di si sono sofferta principalmente da quelle persone che streaming, rispetto ai mesi precedenti la pandemia ritrovare a vivere in appartamenti di piccola dimensione, scarsamente illuminati, con poco spazio a disposizione, in condizioni di sovraffollamento domestico e senza punti di contatto con lo spazio esterno.

15,1

+28,3%

16 Percentuale di persone che si è dedicata a svago creativo, rispetto al tipo di attività Cantare

25%

Suonare

5%

Scrittura

5%

Disegno

10%

17 Percentuale della popolazione che si è dedicata al gioco

45,0%

rispetto al tipo di gioco

Giochi di carte

Giochi di società

Giochi via internet

Videogiochi

18 Percentuale della popolazione che si è dedicata alla preparazione di pane, pizza e dolci

53,0%

con una frequenza di almeno 1 volta a settimana.

19 Percentuale della popolazione che si è dedicata al giardinaggio o alla cura dell’orto

27,0%

con una frequenza di almeno 1 volta a settimana. 27

Paese di riferimento: Italia Periodo di riferimento: febbraio-maggio 2020 Fonte: dati ISTAT


LE AZIONI DELLA QUARANTENA

Rossella #lezionidacasa #didatticaadistanza #dad #iorestoacasa

Elisa #appuntamentovirtuale#distantimauniti #distanzasociale #uscitevirtuali

Edoardo #quarantena #pizzafattaincasa #iocucinoacasa #confinementcooking

Laura #distantimauniti #videochiamata #zoom #iorestoacasa #uscitevirtuali

Serena #iorestoacasa #distanzasociale #tennisinterrazza #lockdown

Valeria #Netflixandchill #seratacinema #iorestoacasa #lockdown

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Lucia #iomiallenodacasa #balconiditalia #workoutathome #zonarossa

Sara #iomiallenodacasa #balconiditalia #workoutathome #zonarossa #quarantena

Paolo #lezionidacasa #lavorodacasa #quarantena #lockdown #pandemia #Covid19

Vittoria #bedworking #smartworking #lockdown #quarantena #Covid19

Valentina #andareacenafuori #congiunti #balconiditalia #deliveryfood

Lucia #iomiallenodacasa #balconiditalia #workoutathome #zonarossa 29


LE AZIONI DELLA QUARANTENA

Gabriella #finestra #confinamento #quarantena #Covid19

Pietro #casa #ufficio #palestra #bar #quarantena #iorestoacasa #iolofaccioacasa

Laura #balconiditalia #quarantena #lockdown #iorestoacasa

Michela #parcogiochidomestico #bambini #Covid19 #iorestoacasa

Ilaria #lezionidacasa #didatticaadistanza #dad #iorestoacasa

Andrea #postazionelavoro #smartworking #ufficio #iolavorodacasa #Covid19

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Giordana Ferri, direttore esecutivo di FHS10, scrive “In questo periodo ci siamo trovati a rivalutare ogni centimetro quadrato delle nostre case alla ricerca di un significato autentico.” ¹¹: tutti noi abbiamo riscoperto quegli spazi “dimenticati”, che fino a questo momento, trattavamo con superficialità o non trattavamo per niente, in quanto le condizioni di necessità imposte dalla pandemia ci hanno spinto ad analizzare i nostri spazi ed a intervenire su di essi in prima persona, per renderli più idonei ai nostri nuovi bisogni. “In questo periodo acquisisce un importante plusvalore la presenza di un balcone, una loggia, un terrazzo annessi all’alloggio. Non solo come “spazi in più”, ma anche e soprattutto come “finestre sulla città”, che proiettano l’utente a forme di contatto, di conforto, di confronto di dialogo, di condivisione con il vicinato”.1² Nel corso del Lockdown, le terrazze, le finestre, i balconi, quei “piccoli vascelli ormeggiati alle facciate dei nostri edifici” 1³, come li ha definiti Gio Ponti, hanno rappresentato il punto di contatto con il mondo esterno, consentendoci di abbattere quella barriera tra interno ed esterno che, sia da un punto fisico che morale, sembrava più solida che mai. Questi spazi sono diventati teatri di socialità a distanza, ospitando i nuovi rituali che scandivano le lunghe giornate di quarantena, come il battito delle mani alle 6 di pomeriggio, oppure le cantate della sera che hanno visto tantissimi italiani sui balconi per intonare e suonare con i propri strumenti le così dette “canzoni contro la paura”, ricette per reagire all’emergenza. “Tutti insieme, ma ciascuno a casa propria” era il motto di quei giorni e i balconi ne erano i protagonisti spaziali. Scrive, a proposito, Ugo La Pietra, “Il balcone, quel luogo proiettato nello spazio urbano, all’esterno, che in questi ultimi decenni si era riempito di mobiletti porta scope, bidoncini della spazzatura, condizionatori d’aria… I balconi hanno trovato un proprio ruolo. [...] Il balcone, quello strumento abitativo che riusciva a rappresentare, nelle mie opere degli anni Settanta, il modo di rompere la barriera tra spazio interno e spazio esterno, oggi è diventato

uno degli spazi domestici più utili per superare la forzata claustrofobia domestica.” ⁵ Così, tutti noi abbiamo esplorato i confini dei luoghi in cui abitiamo, scoprendone lati inattesi e potenzialità nascoste. Come scrive Margherita Manfra, si è trattato di “una ricerca di paesaggi di prossimità” ² che, tuttavia, non si è limitata a balconi e terrazzi, quindi agli spazi interni ai nostri alloggi: la questione si amplia, investendo gli spazi intermedi dell’edificio intero. Nel corso della quarantena abbiamo visto padri accompagnare i propri figli sui tetti dei condomini romani per una passeggiata, persone giocare a tennis da una terrazza condominiale all’altra, signore intrattenersi nello spazio “intermedio” di un pianerottolo di un palazzo, bambini giocare su e giù per i vani scala degli edifici, altri fare sport sui ballatoi. Questi spazi, considerati fino a questo momento, “accessori”, “di servizio”, si sono trasformati in luoghi vitali, a servizio non di una sola persona o di una sola famiglia, ma di una piccola collettività di abitanti. “Sulla pelle dell’edificio si è spostata la vita delle persone”.1² Durante il lockdown, abbiamo cercato, in ogni modo, di alleggerire la forzata claustrofobia domestica, rifugiandoci nei punti di contatto tra la casa e l’esterno; non dobbiamo dimenticarci, tuttavia, che tutti noi, la maggior parte del tempo l’abbiamo trascorsa all’interno degli appartamenti, delle case, delle stanze. Tutte le azioni, che dalla città si sono catapultate negli interni domestici, hanno dovuto ritagliarsi un proprio spazio, non solo fisico, ma anche digitale. I tavoli, le scrivanie, le superfici d’appoggio hanno sicuramente giocato un ruolo fondamentale: un tavolo in quarantena, cambiava il suo “modo d’uso”, almeno 4 o 5 volte al giorno; spazio dove consumare i pasti, piano di lavoro dove cucinare, luogo per ospitare postazioni di smart working o di e learning, per far giocare i bambini, per organizzare gli aperitivi virtuali, per ospitare videochiamate di lavoro o di svago… Spesso, addirittura, i tavoli ospitavano queste azioni, si31


multaneamente, e lo stesso avveniva per intere stanze, laddove un padre o una madre “a lavoro”, riuscivano al contempo a tenere d’occhio un figlio che a qualche metro giocavano sul tappeto, mentre l’altro figlio dal divano seguiva le lezioni scolastiche a distanza. Ha scritto, a proposito, Alessandra Barlassina, in arte Gucki, design blogger e web contributor, su un articolo rilasciato da Living Corriere: “Sono una freelance, lavoro spesso da casa. La difficoltà di questi giorni è però riuscire a farlo con tutta la famiglia attorno. Ho un bambino di 20 mesi che, con un eufemismo, definirei molto vivace […] La mia scrivania è stata abbandonata da tempo, mi ritrovo a lavorare sul tavolo da pranzo in modo da poter avere sempre un occhio e un orecchio teso su quello che succede nel soggiorno, ormai eletto a sala giochi ufficiale”1⁴. Le cucine sono diventate punti di incontro virtuale, la stessa sorte che ha coinvolto gli studioli, i soggiorni, spesso trasformati anche in palestre, sale cinema ecc. Lo spazio interno si trasformava continuamente, ed era chi viveva quegli stessi spazi che li modificava, cambiava e ricambiava a seconda delle diverse esigenze del momento. Ruolo del Digitale Tra la sofferenza dettata dalle drammatiche conseguenze legate agli effetti della pandemia in atto, la rinuncia a delle libertà a cui mai avremmo pensato di rinunciare e le limitazioni alla nostra idea più consolidata di socialità, tutti ci siamo resi conto di una cosa in particolare: senza il digitale, il virtuale, e la reteinternet tutto sarebbe andato decisamente peggio. Scrive Alessandro Baricco, noto scrittore italiano, su un articolo pubblicato su La Repubblica il 26 Marzo, poche settimane dopo l’inizio del primo lockdown; “Stiamo facendo pace col Game, con la civiltà digitale: l’abbiamo fondata, poi abbiamo iniziato a odiarla e adesso stiamo facendo pace con lei. La gente, a tutti i livelli, sta maturando un senso di fiducia, consuetudine e gratitudine per gli strumenti digitali che si depositerà sul comune sentire e non se ne andrà più.”1⁵ 32

Il digitale, già molto presente nelle nostre vite, ha preso posto, in maniera netta e definitiva nelle nostre case, nelle nostre giornate, nei nostri rituali, per necessità legate ad esigenze lavorative, scolastiche, universitarie certo, ma anche (e forse principalmente) come strumento di comunicazione e interazione affettiva con i nostri cari, i nostri amici e con il mondo intero, dal quale ci è imposto di stare a distanza. Attraverso “le finestre digitali” abbiamo mantenuto un contatto, anche se virtuale, con la realtà; è grazie alle videochiamate che abbiamo potuto accorciare le distanze e continuare a lavorare; è grazie ai tour virtuali abbiamo visitato musei e siamo andati a dei concerti: sono state le video conferenze a permetterci di seguire le lezioni universitarie e scolastiche dalle nostre stanze (o direttamente dai nostri letti); le piattaforme digitali ci hanno concesso di “incontrare” i nostri amici e “cenare” con i nostri cari; siamo perfino riusciti ad “andare a cena o a pranzo fuori”, grazie ai sistemi di delivery che sfruttano la rete per la distribuzione del cibo a domicilio. È il digitale, lo strumento principale con che ci ha permesso di “abbattere i muri”1⁶ , quelli dei nostri appartamenti, all’interno dei quali eravamo confinati. “Alla nostra casa fisica se ne sta affiancando una digitale” ⁷ nella quale, attraverso le videochiamate, le dirette Instagram, le stories possiamo lasciar entrare un numero potenzialmente infinito di persone. Anche gli spazi più privati delle nostre case, da “offline” dovevano (e devono), all’occorrenza, trasformarsi in luoghi “online”, da cui connettersi; le pareti, le scrivanie,le stanze intere diventavano dei mini set da allestire a seconda dell’esigenza. La situazione che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo ci ha messo di fronte ad una verità: nonostante la grande funzionalità degli strumenti digitali a nostra disposizione, questa estrema condivisione rifiuta di restare sequestrata nello spazio della rete; lo spazio fisico rimane


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sempre un contraltare di vitale importanza per l’esistenza digitale. Scrive Alessandro Baricco “Chiunque si è accorto di come gli manchino terribilmente, in questi giorni, i rapporti umani non digitali[…] tutto questo ci sta insegnando che più lasceremo srotolare la civiltà digitale più assumerà valore, bellezza, importanza e perfino valore economico tutto ciò che ci manterrà umani: corpi, voci naturali, sporcizie fisiche, imperfezioni, abilità delle mani, contatti, fatiche, vicinanze, carezze, temperature, risate e lacrime vere, parole non scritte, e potrei andare avanti per righe e righe”.¹⁵ La pandemia ci sta insegnando che il mondo digitale è, insieme al mondo fisico, parte del mondo reale e ormai quella vecchia sensazione di essere stati “invasi” dai nuovi “barbari”, come scriveva Baricco nel 2018 nel suo libro The Game, è quasi completamente scomparsa in ogni ambito. Da “invasi” siamo tutti diventati “conquistatori ”dello spazio digitale.1⁶

10 giorni, Collage digitali, Stephanie Davidson 2020 34


NOTE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

11. 12. 13. 14. 15. 16.

Michela Bassanelli, Covid Home: luoghi e modi dell’abitare, dalla pandemia in poi, a cura di Michela Bassanelli, LetteraVentidue, Siracusa, 2020, pp. 7 Margherita Manfra, Dobbiamo fare spazio (pubblico), Il giornale dell’Architettura Marco Borsotti, Post-Pandemia. La sfida delle pratiche di design, tratto da Covid Home: luoghi e modi dell’abitare, dalla pandemia in poi, LetteraVentidue, Siracusa, 2020, pp. 85 Claudia Gardinetti Salazar, Spazio-Casa: uno sguardo al futuro, tratto da How will we live together?, Agorà Magazine, 2021, pp. 17 Ugo la Pietra, Il balcone di Ugo La Pietra, una riflessione ai tempi del Coronavirus, Elle Decor, 30 Marzo 2020 Animal Crossing: Stefano Mirti, Intorno al Tempo. Nuove geografie, tratto da Covid Home: luoghi e modi dell’abitare, dalla pandemia in poi, LetteraVentidue, Siracusa, 2020, pp. 58-62 Gideon Lichfield,We’re not going back to normal, MIT Technology Review, 17 Marzo 2020 Davide Fabio Colaci in, Architettura Italiana durante e dopo la pandemia: 6 testimonianze, a cura di Valentina Silvestrini, Artribune, 2 Aprile 2020 FHS: Fondazione housing sociale, persegue fini di solidarietà sociale e intende contribuire a risolvere il problema abitativo, con riguardo particolare alle situazioni di svantaggio economico e/o sociale, nonché favorire la creazione di contesti abitativi per sperimentare relazioni positive con gli altri abitanti della comunità, supportati da una rete di servizi. Giordana Ferri, Imparare ad abitare la propria casa, tratto da Covid Home: luoghi e modi dell’abitare, dalla pandemia in poi, LetteraVentidue, Siracusa, 2020, pp. 40 Edo Ronchi, Fabrizio Tucci, Pandemia e alcune sfide green del nostro tempo, Roma, 2020 pp. 41-42 Gio Ponti, Amate l’architettura, Rizzoli Editore, Milano, 2015, pp.138 Alessandra Barlassina,in Videochiamate, l’angolo giusto conta ,a cura di Redazione Living, Living Corriere, 27 Marzo 2020 Alessandro Baricco, Virus; è arrivato il momento dell’audacia: undici cose che ho capito in questo momento, La Repubblica, 26 Marzo 2020 Alessandro Baricco, The Game, Giulio Einaudi Editore s.p.a, Torino, 2018, 35


12

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Una nuova formula di quotidianità 36


1.3

Una uova normalità: LA RIVOLUZIONE DOMESTICA

Da Tragedia nel presente a Occasione per il futuro Quanto abbiamo precedentemente descritto, in molti punti, parla di scenari che, fino a qualche tempo fa, avremmo pensato di ritrovare solo in film o libri apocalittici o catastrofici. Oggi, ad un anno dalla pandemia, si può affermare che, come hanno detto in molti, “il mondo non finirà”: sono numerosi gli esperti che sostengono che, “con molta probabilità, il virus diventerà endemico, cioè circolerà nella popolazione e dovremo farci i conti in tutte le stagioni”. L’avviamento del piano vaccinale, con il tempo, immunizzerà gran parte della popolazione mondiale, e si avrà un lento ritorno alla normalità.

fondamente. Forse a questa domanda, in parte risponde il modo in cui stiamo già vivendo adesso: nel giro di un anno, abbiamo stravolto le nostre abitudini e ne abbiamo create di nuove, forse senza renderci conto che già non esiste una normalità a cui ritornare e che bisogna ora lavorare per crearne una migliore e nuova, cogliendo l’occasione generata da una situazione drammatica, per immaginare un futuro migliore. “Questa contingenza drammatica non è e non deve essere soltanto un evento da dimenticare, perché una memoria che tutto conserva in fondo non conserva nulla: il non dimenticare, inoltre, deve essere sostenuto da un atto di ripensamento profondo”.¹

La domanda tuttavia è: si potrà ancora parlare di normalità? Che cosa significherà la parola “normalità” quando il Covid allenterà i suoi effetti? Con lo scoppio della pandemia, tutti ci siamo interrogati su come sarebbe stato il futuro, su quando tutto ciò avrebbe avuto una fine; tutti ci siamo domandati, “come vivremo insieme?”, dopo che le nostre vite si sono modificate così bruscamente e pro-

La rivoluzione in atto è “violentissima e invisibile”, in primis, una “rivoluzione in termini di immaginario e di valore simbolico”², qualcosa che era già in atto da tempo, prima della pandemia, e che necessitava di una “spinta” per lanciarsi in avanti. La situazione di emergenza che stiamo vivendo si presenta come “un’esperienza psicologicamente devastan37


te, così profonda che la città, così come la conosciamo, cambierà drasticamente” ³. Nessuno, di certo, potrà scordare le immagini delle città vuote, con gli animali in giro per le strade e le persone rintanate nelle proprie case. Non perderemo l’abitudine all’igienizzazione frequente delle mani, non sapremo più fare a meno degli strumenti digitali che abbiamo imparato ad usare; non potremo dimenticare che, in seguito alla pandemia, abbiamo sperimentato e ormai accolto un nuovo modo di abitare la città e i nostri interni domestici. Un nuovo modo di abitare Un nuovo modo di abitare,più “dilatato, eterogeneo, inclusivo” ⁴, in cui sono cambiati i nostri gesti, le nostre relazioni con le cose, le nostre esperienze domestiche: “meno nomade”m⁵, in cui abbiamo ritrovato il legame con il nostro spazio domestico, la nostra casa intesa più come “home” e meno come “house”, nella quale ricercare la massima espressione del comfort inteso come conforto.

le nostre vite accelerate, imprevedibili, sempre inclini al cambiamento, mettendo da parte gli scenari fissi a favore di scenografie mutevoli. Abbiamo compreso come la casa sia veramente un bene prezioso, tanto quanto lo è la capacità che ognuno di noi ha di abitarla: che è importante conoscere a fondo il proprio habitat, per poterlo sfruttare, trasformare e migliorare a seconda delle nostre necessità. Insomma, ci troviamo a vivere una nuova forma di domesticità, in cui la casa somiglia sempre più alla città e la città sempre più alla casa: “spazi complessi”⁴, in continua trasformazione, flessibili, dinamici, iperconnessi (ma anche inclini all’isolamento), all’interno dei quali si svolgono una commistione di azioni non più distinguibili tra interne ed esterne e nei quali il digitale e la tecnologia giocano un ruolo fondamentale. La sfida per gli architetti

Ora sappiamo che il nostro abitare può non fermarsi all’interno delle quattro mura del nostro alloggio, ma può comprendere gli interi edifici in cui viviamo che spesso nascondono spazi, interstizi, nicchie, terrazze, giardini da valorizzare e sfruttare nel migliore dei modi e non più da ignorare.

E’ chiaro che, in questo vortice di cambiamenti, in un mondo in cui niente potrà essere più come prima, i “designer” (termine con il quale, indichiamo i progettisti in generale), si ritrovano tra le mani un enorme foglio di carta, non bianco, ma prevalentemente scarabocchiato, con colori, appunti e tracce diverse, un po’ confusionario ma pieno di schizzi incompleti e frasi a metà; un vero caos, insomma, dal quale, però, esiste l’opportunità di estrapolare un meraviglioso disegno. Riprendendo le parole di Alessandro Baricco: “Ora dobbiamo passare ad altro: pensare, capire, leggere il caos, e prenderci il rischio di dare a tutti qualche certezza […] Dobbiamo passare all’audacia”⁷.

Siamo diventati più consapevoli dei nostri spazi e delle loro potenzialità, e abbiamo compreso come lo spazio della casa non possa avere una connotazione statica nel tempo, ma debba essere capace di stare al passo con

Architetti, urbanisti, designer, in quanto disegnatori di scenari, sono tra i principali protagonisti di questa “nuova rivoluzione” che, “pone la fine del XX secolo, di un certo tipo, di città, di economia, e di società a favore di un

Abbiamo imparato a “proteggere” i nostri interni, prestando maggiore attenzione a ciò che vi introduciamo, alla qualità dell’aria che respiriamo in casa e a quella dei materiali e delle sostanze che caratterizzano gli oggetti che definiscono l’ambiente.

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Orizzontale, 8 ° giorno di quarantena al Mandrione, Roma, 2020 39


qualcosa di totalmente nuovo del quale non conosciamo ancora il nome” ³; è una sfida, in cui l’immaginazione gioca un ruolo fondamentale, in cui il progetto, o la trasformazione degli interni, e in particolare degli interni domestici, ci permetterà di “aggiornare la città e cambiarne il funzionamento dal di dentro” ⁹

“I pezzi ci sono tutti sulla scacchiera, fanno tutti male ma ci sono: c’è una partita che ci aspetta da un sacco di tempo. Che sciocchezza imperdonabile sarebbe avere paura di giocarla”6

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NOTE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Judith Schalansky, Inventario di alcune cose perdute, Nottetempo, Milano, 2020, pp.15 Stefano Mirti, Intorno al Tempo. Nuove geografie, tratto da Covid Home: luoghi e modi dell’abitare, dalla pandemia in poi, LetteraVentidue, Siracusa, 2020, pp. 58-62 Marco Grattarola, Duccio Prasoli, How will we live together?, Agora Magazine, 2021, pp. 4 Pierluigi Salvadeo, La città dei progetti personali, tratto da Covid Home: luoghi e modi dell’abitare, dalla pandemia in poi, LetteraVentidue, Siracusa, 2020, pp. 72 Davide Fabio Colaci in, Architettura Italiana durante e dopo la pandemia: 6 testimonianze, a cura di Valentina Silvestrini, Artribune, 2 Aprile 2020 Alessandro Baricco, Virus; è arrivato il momento dell’audacia: undici cose che ho capito in questo momento, La Repubblica, 26 Marzo 2020 Andrea Branzi in La preistoria non è terminata, a cura di Davide Fabio Colaci, Domus, Milano, 18 gennaio 2018 41


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ABITARE dal 2020

MANIFESTO PROGETTUALE

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Premessa

Le conseguenze sociali, relative allo stato d’emergenza attuato per fronteggiare la diffusione dell’epidemia di Covid 19, hanno modificato profondamente il nostro modo di abitare e, coerentemente, hanno messo in discussione gli spazi domestici in cui viviamo. Le case e gli edifici sono diventati teatri di cambiamenti, assorbendo al loro interno una serie di azioni e di rituali fino a questo momento ad essi estranei e che, non senza fatica, sono riusciti a ritagliarsi uno spazio nel nostro interno domestico. Questi mutamenti, che in principio sembravano solo temporanei, sono invece, a tutti gli effetti, parte di una nuova normalità in cui lo spazio domestico si veste di rinnovate necessità e responsabilità. Abitare, dopo il 2020, significa vivere gli spazi domestici in relazione ad una nuova formula di quotidianità nella quale, il tempo trascorso a casa è, e sarà, sempre di più, così come le azioni che vi svolgeremo. Questo rende necessario un ripensamento dello spazio domestico, da parte di architetti, urbanisti e designer, i quali hanno il compito di immaginare nuovi scenari di domesticità, capaci di rispondere alle esigenze del nuovo abitare. Le case in cui già viviamo, le stesse che ci hanno accolto ininterrottamente in tempo di pandemia, devono rappresentare il punto di partenza di questo processo ideativo e costruttivo; osservazioni, riflessioni e idee devono essere costantemente tradotte in azione progettuale, libere dalla pretesa di fornire una risposta architettonica totalizzante e tendenti a tracciare soluzioni imparziali e incomplete, in una sorta di progetto senza fine. In quanto futuri architetti, abbiamo ritenuto di terminare il nostro percorso universitario, cogliendo la possibilità di far parte, nel nostro piccolo, di questa “rivoluzione urbana”, ponendoci domande e cercando risposte, nel tentativo di portare avanti una ricerca di carattere teorico, applicata con una declinazione progettuale.

Qui di seguito vengono riportate una serie di riflessioni architettoniche, tradotte in proposte e azioni per una nuova formula di domesticità, che parta da una condizione tragica di confinamento per restituire una visione positiva dell’abitare futuro. 45


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DOMESTICITÀ INVASA E INVASIVA


Ricercare soluzioni spaziali che rispondano alle esigenze di una nuova forma di domesticità, al contempo invasa e invasiva: invasa poiché azioni che normalmente avvenivano nel territorio della città, oggi si svolgono quotidianamente nelle nostre abitazioni; invasiva, poiché abbiamo sperimentato che è possibile “appropriarsi” (anche solo temporaneamente) dello spazio pubblico, estendere il confine del proprio spazio domestico, invadendo la città con azioni che, fino a questo momento, venivano svolte nelle parti più custodite della casa. Rispondere come progettisti a nuovi rituali, nuovi scenari, nuove condizioni d’uso degli spazi, con nuove soluzioni capaci di riorganizzare l‘ambiente fisico in cui viviamo. Tener conto, nella progettazione degli aggiornati concetti di spazio e tempo: lo spazio virtuale, uno spazio “intermedio” tra quello fisico e quello digitale, grazie al quale le azioni possono traslare dalla casa alla città e viceversa; il tempo soggettivo, un tempo del quale gli utenti sono assoluti padroni, grazie al quale due o più azioni normalmente svolte in successione possono essere svolte simultaneamente. È cambiato il contatto faccia a faccia, il quale si esplicita sempre di più con interazioni a distanza, che si riflettono inevitabilmente sul tipo di spazio che ne deriva, non consentendoci più di dividere tra dentro e fuori, pubblico e privato, realtà fisica e virtuale, prima e dopo. Dare nuovi nomi agli spazi; non accontentarsi più d ella consolidata suddivisione degli ambienti che siamo abituati a incontrare nelle nostre case e della relativa metratura consentita dalla normativa. Immaginare una casa in cui gli ambienti si “contaminano” fra di loro a seconda delle esigenze degli utenti, in cui un’attenta progettazione delle dotazioni e dell’arredo, consenta una continua trasformazione degli spazi, progettati per ospitare non una sola azione, ma diverse azioni anche in contemporanea. 49


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PROCESSI DI LAYERIZZAZIONE


Partire dall’esistente per immaginare il futuro: compiere uno sforzo progettuale, che coinvolga il patrimonio edilizio già a nostra disposizione, da analizzare, re-immaginare e riconvertire (non riutilizzare) in relazione alle necessità derivanti dal nuovo modo di vivere lo spazio domestico. Ragionare per schemi sovrapposti, layer che si sommano agli edifici esistenti senza andarne a violare i caratteri tipologici, storici, strutturali. Sovrapporsi senza escludere. Progettare un’architettura leggera che lavora con piccoli inserti, dotati di una propria identità, che non modificano lo spazio, ma lo potenziano, perché ne suggeriscono o definiscono diverse condizioni d’uso. Concepire dispositivi dinamici, inclini ad essere frazionati, scalabili e “itineranti”, capaci di entrare nelle case, così come nella città, e mettersi a disposizione delle persone e delle loro molteplici e simultanee esigenze. Considerare la temporaneità come punto chiave della progettazione degli spazi di una società dinamica, in continua e rapida evoluzione, all’interno della quale rituali ed esigenze possono cambiare velocemente e, con essi, gli spazi che le supportano; attuare un approccio quasi parassitario nell’intervento architettonico che, in questo modo, si manifesta rispettoso nei confronti degli edifici esistenti, del loro passato ma anche del loro potenziale futuro. Operare con interventi a campione che possano essere letti, nel complesso, come un intervento generale; piccole entità autonome in un progetto unitario, dove tutto è interconnesso, ma al contempo indipendente. Parcellizzare, senza perdere l’unità compositiva dello spazio, non più caratterizzato da scenari fissi, ma da scenografie mutevoli, che si trasformano nel tempo in base alle condizioni d’uso degli utenti. 51


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AMBIENTI SALUBRI


Dimostrare una particolare attenzione alle tematiche relative all’igiene degli spazi. Nell’ottica di trascorrere maggiore tempo negli interni domestici, è necessario lavorare per migliorarne il microclima, con l’obiettivo di garantire ai residenti di vivere in un ambiente salubre, in ogni stagione. L’attenzione alla qualità dell’aria, il ricorso alla micro ventilazione, l’impiego di acqua e vegetazione a regolazione delle condizioni ambientali e microclimatiche dello spazio interno ed esterno, diventano i temi principali di questa ricerca. Inserire, all’interno degli edifici, una dimensione dedicata al benessere e al corpo, quasi degli spazi termali, così che questi elementi (acqua, aria, vegetazione) instaurino con i residenti, non solo una relazione di carattere passivo, ma anche attivo e interattivo. Dare una risposta spaziale ai “nuovi” rituali legati all’igienizzazione, diffusisi in tempo di pandemia, e destinati a rimanere radicati nel modo di agire comune. È necessario affrontare questa tematica alla scala dell’edificio, come alla scala del singolo alloggio, dimostrando un atteggiamento non “curativo” nei confronti del virus esistente, ma “preventivo”, nei confronti di un possibile, per quanto non auspicabile, replicarsi di scenari simili nel futuro. Interrogarsi (anche in questo caso, sia alla scala dell’edificio che a quella del singolo alloggio), su come la distanza sociale influisca sulla fruizione degli spazi, difficili da immaginare, ad oggi, definiti da ammassi o assembramenti di persone: organizzare lo spazio in modo da non suggerire affollamenti di persone, mettendo da parte il concetto di “permeabilità continua” a favore di una “permeabilità controllata”, nella cui attuazione il progettista, traccia, guida e suggerisce percorsi differenziati nell’edificio, controllandone i flussi, consentendo alle persone di “stare insieme senza, tuttavia, necessariamente stare vicine”. 53


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CASA INTELLIGENTE

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Accogliere il digitale e la tecnologia all’interno dell’edificio, garantendo la possibilità di connessione a internet e la fruizione delle prese elettriche in tutti gli ambienti, così da renderli fruibili nella loro totalità, qualora lo spazio interno all’alloggio non risulti sufficiente. Rendere il digitale uno strumento “domestico” a servizio delle persone, un supporto ad una gestione più intelligente dello spazio, consentendo di velocizzare alcuni processi all’interno della casa e dell’edificio. Affidargli, inoltre, una funzione preponderante, in relazione all’instaurazione della vita comunitaria e alle relazioni sociali all’interno dell’edificio. Attribuire un ruolo fondamentale alla domotica (dal termine latino domus, che significa “casa”, e del suffisso greco ticos, che indica le “discipline di applicazione”) che offre la possibilità di utilizzare la tecnologia come strumento fondamentale per l’evoluzione della casa, che diventa uno spazio sempre più “complesso” e ricco, dal punto di vista delle azioni e delle funzioni da ospitare. Immaginare una dimensione spaziale ed un vivere autentico, supportati dalla tecnologia, nel quale l’ambiente domestico (progettato opportunamente e attrezzato tecnologicamente) consente l’uso di apparecchiature e sistemi che sono in grado di svolgere funzioni parzialmente autonome, controllate dall’utente tramite opportune interfacce come pulsanti, telecomandi, touchscreen, tastiere, riconoscimento vocale, riconoscimento facciale, impronta digitale.

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SUGGERIMENTI PER L’USO


Favorire le persone nella comprensione del loro habitat: insegnare loro a vivere al meglio il proprio ambiente, a conoscere le possibilità reali della loro casa e del loro edificio: prevedere, nel processo architettonico, l’elaborazione di una sorta di “istruzioni per l’uso”, o meglio, “suggerimenti per l’uso” dello spazio, attraverso le quali indicare agli utenti i diversi e possibili scenari riconducibili ad uno stesso ambiente, così da viverlo in tutta la sua potenzialità. Avviare, coordinare, sviluppare un processo architettonico, in cui lavorare sulla capacità di abitare degli utenti, avendo il coraggio, quando serve, di lasciare che siano le persone a dare forma al proprio spazio: porre le condizioni affinché esse possano collaborare costruttivamente per gestire, rigenerare, ricostruire gli ambienti delle loro esistenze. Utilizzare i nuovi strumenti a disposizione del progetto (la rete, i software open source, i social network) per coinvolgere le persone nel processo creativo, per cambiare, ampliare, migliorare, creare insieme ad esse l’ambiente che ci circonda.

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SAN GOTTARDO 18

EL BURG DÈ FURMAGIATT

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Premessa

Il nostro manifesto teorico, si accompagna ad una dimensione progettuale ben precisa, che ha reso necessaria una fase attenta di ricerca volta a individuare un caso esistente, a cui applicare le riflessioni teoriche descritte fino ad ora: un edificio non d’autore, facente parte di un tessuto storico caratterizzato da una forte densità abitativa, con un suo valore fondamentale legato al concetto di domesticità tradizionale. Applicare una nuova formula di domesticità su un edificio esistente, diventa molto più interessante, quando questa si confronta con un carattere domestico di stampo tradizionale.

Il caso generale individuato è la “casa di ringhiera” del quartiere Ticinese nella città di Milano e, nello specifico, la casa di ringhiera su lotto passate che collega corso San Gottardo 18 a via Ascanio Sforza 15. Il capitolo offre una descrizione del quartiere e dell’edificio individuato, spiegando man mano le ragioni che ci hanno spinto verso queste scelte; inoltre, esso presenta la casa di ringhiera, ponendo l’accento sulla tradizionale formula di domesticità che la caratterizza e che ci ha indotto a selezionarla, tra le altre tipologie abitative presenti sul territorio milanese. 61


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3.1

Il Ticinese: L’USO CHE RIGENERA LO SPAZIO

Ticinese ieri: agricoltori, commercianti, operai, artigiani “È rimasta, in sostanza, questa allure della Milano Antica, la Milano con il sapore di una volta; il canale è rimasto quello, le spallette sono quelle, le casette che circondano il canale sono ancora originali […] Non sembra Milano, sembra più una piccola cittadina antica, un piccolo borgo a sé stante.”¹ Sede del mercato, e delle attività associative e di scambio, il Ticinese si estendeva, già dagli inizi dell’800 fino all’antica porta comunale, oltre il quale sorgeva il Borgo della Cittadella: Piazza XXIV Maggio, caratterizzata dalla collocazione al centro dell’arco del Cagnola, cerniera tra la città e il circondario, raccoglieva i prodotti provenienti dal circostante territorio agricolo, sfruttando il sistema dei corsi d’acqua che facevano capo alla Darsena. Dal territorio del Comune dei Corpi Santi ², la parte interessata dall’asse di penetrazione da sud fino alla Porta Ticinese presentava, già nell’800, un notevole livello

di urbanizzazione, con i borghi di San Gottardo e della Ripa, specializzati nella produzione dei latticini e nella trasformazione dei prodotti agricoli. Qui si aggregavano edifici, caratterizzati dalla destinazione mista produttiva residenziale. Nel 1860, la parte dei Borghi a ridosso delle mura venne incorporata al territorio comunale, e questo generò un forte aumento della popolazione che venne assorbito dal patrimonio edilizio rurale preesistente (case a corte, case a ballatoio), attraverso un continuo sfruttamento delle superfici, ingrandimenti, suddivisioni interne con una attività edilizia che è riconoscibile in quella parte di tessuto urbano, compresa tra il Corso San Gottardo e il Naviglio Pavese, creando così lotti stretti e di grande profondità, privi di luce ed in condizioni igieniche inaccettabili. Nel 1865, venne aperta la stazione di porta Genova per la linea Milano-Vigevano, un momento di svolta per il quartiere, giacché questo ha dato il via al processo di urbanizzazione dell’area al di fuori delle mura, compresa 63


Parata di elefanti in Corso di Porta Ticinese

Tram in Corso di Porta Ticinese

Gioco nelle acque dei Navigli

IL TICINESE IERI 64

Buoi in Vico Lavandai


Trasporto merci

Terreno agricolo

Corso San Gottardo

Acque navigabili

I Navigli 65


Artisti nelle corti

Naviganti

LA POPOLAZIONE IERI 66

Materassai


Pescatori

Ritrovi

Antiquari

Lavandaie 67


tra la Darsena, il Naviglio Grande e la stazione stessa. Divenne sempre più necessario, la creazione di un collegamento diretto tra la nuova infrastruttura ed il centro storico: il piano particolareggiato del Beruto, nel 18713, prevedeva la realizzazione di una nuova direttrice di collegamento con il centro, il corso Genova, attorno al quale iniziò la realizzazione del nuovo quartiere di Porta Genova, con un piano vario a scacchiera, strutturato con vie parallele al corso e vie trasversali, insieme alle quali sorsero numerose abitazioni, dando all’intero quartiere un carattere eminentemente commerciale e popolare. Dal 1880, prese il via l’espansione industriale vera e propria, con l’insediamento delle grandi industrie (Richard Ginori lungo il naviglio Grande, cartiera Binda lungo il naviglio Pavese). Lungo le direttrici ferroviarie sorsero sempre più insediamenti industriali, ai quali si accompagnavano i ghetti operai destinati ad accogliere la grande ondata migratoria che non avrebbe subito freni fino ai primi decenni del 900. La residenza operaia riutilizzava ancora in gran parte la sede delle classi subalterne precedenti ma, accanto a ciò, si stava configurando un nuovo tessuto edilizio, dettato dalla presenza delle case d’affitto per operai, strutturate sulla base delle tipologie abitative rurali e bracciantili, come le case a ballatoio. La continua pressione migratoria trovò una risposta nelle prime e consistenti realizzazioni pubbliche di edilizia popolare realizzate nel 1909-10, con i quartieri Spaventa e Tibaldi, al di fuori dell’anello della Circonvallazione. Negli ultimi 100 anni il quartiere Ticinese si è evoluto in modo spesso “disordinato”, non perché fosse trascurato dai Piani Regolatori, ma perché da una parte i Piani sono stati anche dal Ticinese non attuati, dall’altra le spinte sociali contrastanti sono state forse qui più contrapposte che altrove. La collocazione geograficamente marginale del quartiere rispetto alla città lo ha interessato fin dal secolo scorso ai flussi di mobilità tra città e campagna per le vie di ter68

ra, tramite sistemi ferroviari come quello della Stazione di Porta Genova, ma anche per le vie d’acqua: negli anni 50, i Navigli navigabili davano al quartiere Ticinese l’aspetto di un porto di mare, attraversato dai viaggiatori che giungevano dalle città limitrofe e venivano utilizzati dalle Lavandaie, che lo costeggiavano per il lavaggio dei panni. “Nel lontano passato, era una zona portuale, una zona molto povera, di lavandaie, di delinquenti. C’era questa criminalità appena fuori le mura. Il Ticinese è sempre stato un quartiere chiacchierato, di bassa lega”.1 Tutto ciò ha favorito la sua persistente caratterizzazione artigianale e popolare, nonché la sua frequentazione “promiscua” e il forte tasso di criminalità: il suo carattere popolare nel corso dei secoli è comprovato da un’assenza di case nobili o signorili all’interno del tessuto urbano, che risulta per lo più caratterizzato dalla tipica edilizia popolare milanese, come le case di ringhiera, nelle quali hanno trovato alloggio gli artigiani con le loro botteghe. “Artigiani, una zona soprattutto di artigiani tantissimi artigiani di ogni genere:da quello che faceva il tipografo a quello che faceva l’orafo, a quello che faceva il cestaio, a quello che faceva il giustapignatte, in milanese, a quello che affilava i coltelli (il mulita), allo stagnè (quello che aggiustava le pentole) a quello che vendeva i “peri cotti”. pieno di artigiani: quello che impagliava le sedie , il falegname. il ciabattino; c’era di tutto. Era una zona ricchissima di artigianato, perchè era una zona popolare, una zona povera; costavano pochissimo gli affitti, una vita molto semplice, molto di quartiere, perchè nessuno si spostava o si spostavano poco. Da qui per andare in piazza del Duomo si diceva “andare in centro”. ⁴ Lo stile di vita delle persone aveva un carattere “comunitario”; gli abitanti instauravano un rapporto di affetto con la zona, con il vicinato, incentivato dalla struttura delle


case in cui vivevano, caratterizzate per lo più dai ballatoi che erano il luogo principale degli incontri e delle chiacchiere di quartiere. “Ci si conosceva tutti […] Era come essere in una casa di ringhiera, però sulla strada. C’era una bella sensazione di comunione fra gli abitanti, tutti a difendere il luogo.“1 Dagli anni 60 in poi tra nuove edificazioni di tipo medio signorile e “ristrutturazioni selvagge”, figlie del consumismo rampante degli anni 80, lo scenario di porta Ticinese ha continuato a trasformarsi, mantenendo tuttavia il suo originario tratto popolare. “Una ventina di anni fa chi lavorava qui era consapevole sia della bellezza del luogo, sia della scarsità di gente, di clientela, di interesse commerciale. Pian piano, si sono attivati tutti per pubblicizzare la zona. La beltà della zona, quest’aspetto bohemien, ha attirato gli artisti; allora in gran numero sono venuti a stare qui, con i loro studi, pittori, architetti, disegnatori musicisti. Parecchia della popolazione che è sui Navigli ancora oggi. […] I primi mercati sono comparsi vent’anni fa; le mostre di pittura e i piccoli mercatini di antiquariato quindici anni fa; nello stesso periodo il graduale cambio della residenza” 1

IERI

Ancora oggi, il quartiere Ticinese, è uno dei pochi presenti a Milano che, come scrive Laura Bovone, “si conceda apertamente al pittoresco” ⁵, con gli artisti nelle corti e con i suoi canali d’acqua, ormai non più utilizzati per fini commerciali. Per tanto tempo considerato periferico, il quartiere non è stato costretto ad eliminare i suoi corsi d’acqua, mantenendoli fino a quando non si sono trasformati in una risorsa di altro tipo, estetica appunto. “Non sono mai stati fatti interventi architettonici disastrosi […] Il contesto generale è rimasto salvaguardato proprio perché la zona non interessava a nessuno.”1

OGGI 69


Artisti nelle corti

Negozietti in Corso di Porta Ticinese

IL TICINESE OGGI 70

Tram in Corso San Gottardo


Traffico in Corso San Gottardo

Giovani alle Colonne di San Lorenzo

Turisti presso i bar sui Navigli

Alzaia del Naviglio Grande 71


Ticinese oggi: artisti, professionisti, turisti Negli ultimi anni, esso ha continuato a rappresentare un punto di attrazione per soggetti professionali economicamente “emergenti”, come giovani architetti, artisti, artigiani, liberi professionisti, ma è anche diventato un luogo di grande attrazione sotto il profilo materiale e simbolico, grazie al suo patrimonio archeologico, ai suoi corsi d’acqua, alle case di ringhiera. Molte aree sono state sottoposte ad un’operazione di risanamento attraverso lo strumento dei piani di recupero: le antiche e diroccate case di ringhiera sono diventate case bellissime, con appartamenti che inglobano quelli che una volta erano cinque o sei locali.Molte delle famiglie che abitavano in questi luoghi da sempre sono andate via, lasciando spazio a un tipo di residente più “temporaneo “che, pur subendo il fascino di questo quartiere, è lì solo di passaggio; l’attaccamento vero è sentito dai residenti (vecchi e nuovi). “I primi, al pari delle società viaggianti, rappresentano una permanente comunità in transito, i secondi sono coloro che assegnano continuità e stabilità al quartiere.” ⁶ “Da una decina d’anni a questa parte c’è stato un ulteriore balzo in avanti della zona, un balzo in avanti per la notorietà e per far diventare la zona di moda, perché in dieci anni sono calati qualcosa come 80, 100 locali pubblici che hanno preso il posto delle attività artigianali che c’erano prima (e per attività artigianali intendo proprio quello che zincava il metallo, quello che batteva il ferro, il materassaio ecc.). I locali hanno scalzato queste attività.” 1 Oggi, il quartiere Ticinese è un luogo in cui, di sera, dalle venti alle trentamila persone frequentano i due corsi del Naviglio, l’area intorno la Darsena ed a corso di Porta Ticinese, attratti dai sempre più locali che aprono e che attirano il così detto “popolo della notte”. Queste attivi72

tà hanno dato una nuova faccia al quartiere, che alterna diversi scenari tra il giorno e la notte; il giorno in cui i protagonisti sono i numerosi negozietti vintage, le piccole attività e botteghe di artigiani e commercianti, gli studi degli artisti, architetti e liberi professionisti; la notte, in cui i ristoranti, bar e i locali si riversano sulle strade affollandole di persone, per lo più giovani e ragazzi. “Bello da un certo punto di vista, meno da altri, perché la gente non era abituata e da un po’ qui la notte si fatica a dormire; il rumore, la musica, il vociare!”¹ Stratificazione e Identità Ripercorrere la storia del quartiere Ticinese, significa parlare di un tessuto storico che ha subito, nel corso del tempo, numerose stratificazioni in relazioni ai diversi “usi” che ha dovuto ospitare e che, tuttavia, non ha modificato in maniera profonda quello che era il suo aspetto originario. ⁷ Le mutazioni degli edifici negli interni sono state per lo più capillari, lotto per lotto, esigenza particolare per esigenza particolare, in una sorta di continuo processo di formazione dello spazio legato all’uso, che lo rende oggetto interessante per il nostro intervento progettuale, che lavora con itemi della “layerizzazione”, del dispositivo e del piccolo inserto capaci di modificare lo spazio e la sua condizione d’uso. Passato, presente e futuro, “non sono vissuti come dimensioni separate”, ma si intrecciano fra di loro “dando luogo ad una sorta di puzzle il cui disegno si compone e scompone a seconda sia di chi guarda, sia di chi, standovi dentro, provvisoriamente diviene elemento del puzzle, sia delle aggiunte che rendono la città un luogo in continua trasformazione”. ⁸


NOTE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

Da Intervista a Roberto Gandini, Laura Bovone (a cura di), Un quartiere alla moda: immagini e racconti del Ticinese a Milano, Franco Angeli, Milano, 2007, pp. 241-251 I Corpi Santi di Milano sono stati un comune istituito nel 1782 comprendente le cascine e i borghi agricoli che si trovavano attorno alla città di Milano, appena oltre le mura spagnole del capoluogo lombardo. Il Piano Beruto, primo piano regolatore di Milano, che ha previsto lo sviluppo urbanistico della città (segnato in rosso) oltre la Cerchia dei Navigli e le mura spagnole Da Intervista a Piergiorgio Perini, Laura Bovone (a cura di), Un quartiere alla moda: immagini e racconti del Ticinese a Milano, Franco Angeli, Milano, 2007, pp. 275 Laura Bovone (a cura di), Un quartiere alla moda: immagini e racconti del Ticinese a Milano, Franco Angeli, Milano, 2007, pp- 56 Laura Bovone (a cura di), Un quartiere alla moda: immagini e racconti del Ticinese a Milano, Franco Angeli, Milano, 2007, pp. 141 Tesi “Il quartiere Ticinese”, del dott. arch. Mohammad Hossein Arabi Laura Bovone (a cura di), Un quartiere alla moda: immagini e racconti del Ticinese a Milano, Franco Angeli, Milano, 2007, pp. 125

FOTOGRAFIE Archivio Fotografico Virgilio Carnisi Archivio Fotografico Milano sparita e da ricordare AESS (Archivio di Etnografia e Storia Sociale) Regione Lombardia 73


74


3.3

La Casa di Ringhiera: DOMESTICITÀ E TRADIZIONE

“Per le case di ringhiera milanesi, il tempo sembra essersi fermato; questi immobili sono stati sapientemente ristrutturati ed oggi sono particolarmente richiesti. Molti anni fa, le case di ringhiera erano la soluzione abitativa più frequente per chi arrivava a Milano; permettevano di condividere la quotidianità; il cortile su cui ci si affacciava era il regno dei bambini che giocavano; gli appartamenti si aprivano su una grande stanza dove si svolgevano tutte le attività della giornata, e da una seconda stanza che era la camera da letto; solitamente il bagno era condiviso con gli altri occupanti della ringhiera e si trovava sui ballatoi o nei vani scala. Negli anni del boom economico la casa di ringhiera era una necessità, oggi invece è una scelta.” 1 Caratteri Le case di ringhiera sono le strutture edilizie più iconiche del quartiere di Porta Ticinese. Nonostante non siano più le maggiormente diffuse, essendoci oggi una mescolanza di edifici“a blocco chiuso” e di palazzi lineari costruiti

negli anni Cinquanta, Settanta, le case di ringhiera sono sicuramente, ancora oggi, l’immagine riflessa del quartiere: come il Ticinese stesso, infatti, anche le case di ringhiera sono state oggetto di un processo di stratificazione degli usi e hanno assistito, nel corso degli anni, ad un evolversi della tipologia di abitanti e delle condizioni d’uso dei vari ambienti, mantenendo, tuttavia, (quasi) sempre intatta la loro struttura originaria.Questo carattere ben si sposa con la direzione intrapresa dal nostro intervento, che ragiona con nuove condizioni d’uso che si sovrappongono ad elementi esistenti. Quando parliamo di casa di ringhiera, ci riferiamo a “casoni a ballatoio”, vale a dire a edifici i cui appartamenti si aprono non su un pianerottolo interno, ma su un corridoio comune esterno protetto da una balaustra in ferro (da cui deriva il nome popolare di “casa di ringhiera”). La casa di ringhiera che, nell’800, rappresentava la tipica casa rurale e che nel 900, diventò la tipica casa operaria del quartiere, si organizzava attorno ad una corte, derivata dai numerosi adattamenti delle corti rurali delle 75


cascine o “isole” del contado milanese. Come nella casa rurale, il cortile e gli stretti ballatoi correnti lungo i suoi lati e connessi verticalmente da una o due scale, costituivano sia l’elemento distributivo che lo spazio sociale di questi edifici. I panni stesi, le persone a chiacchierare e intrattenersi, i bambini che giocavano nella corte, erano parte dello scenario comune di questi spazi, che rappresentavo un’estensione del ridotto e, spesso, malsano spazio domestico all’interno degli alloggi. Infatti, gli alloggi erano generalmente di piccolo taglio (15-20 mq), composti da uno o due locali senza disimpegni, progettati prevedendo un elevato affollamento già all’atto della loro realizzazione. I servizi igienici comuni (e spesso anche l’acqua potabile) erano disposti ad ogni piano, sul ballatoio o in corrispondenza dei vani scala, mentre il piano terra era quasi sempre destinato a botteghe per generi di largo consumo (lungo la strada) e a piccole attività artigianali o depositi (nel cortile e, spesso, nelle cantine). Nelle corti, si potevano scorgere i lavatoi, e sui ballatoi delle piccole fontanelle comuni, utilizzate comunemente dagli abitanti degli edifici per il lavaggio dei panni o per l’igienizzazione personale. Questo si è rivelato un modo economico “di costruire caseggiati ad alta densità risparmiando sul costo dei vani scalae degli spazi interni di disimpegno, sfruttando al massimo l’area disponibile e garantendo i requisiti minimi di igiene imposti dal regolamento edilizio”2 L’aspetto architettonico e la decorazione di questi edifici erano generalmente improntati ad estrema semplicità ed economia, determinate dalla povertà dei mezzi messi a disposizione. La composizione delle facciate su strada tendeva comunque a rispettare le leggi compositive adottate per le case borghesi, al punto che, talvolta, nel passato come adesso, era quasi impossibile distinguere, dalla strada, il tipo edilizio dell’edificio. 76

Ancora oggi, quando si parla di case di ringhiera, si tratta per lo più di un complesso di edifici non separabili, a due o tre piani, che si diramano all’interno di spazi cortilizi sviluppandosi “in un continuum inatteso – almeno agli occhi di chi guarda superficialmente dall’esterno” ³. Infatti, può succedere che, percorrendo strade lineari e trafficate come corso San Gottardo non si riescano a scorgere questi cortili, e che solo entrando all’interno di questi spazi, si possa scoprire qualche giardino comune ricavato tra le abitazioni, qualche negozio o laboratorio, oppure a dei veri e propri percorsi che conducono ad altre strade. La sensazioneprevalente, percorrendo questi luoghi, è di stare in un’altra dimensione urbana, caratterizzata da una mescolanza del passato e del presente, da un tratto popolare che resiste alle continue e inevitabili “aggressioni” del mutamento urbano in atto. Vivere la ringhiera ieri: non avere niente, condividere tutto “La ringhiera era un’occasione di relazione incredibile: anche il bagno era in comune[…] c’era chi aveva l’acqua in comune e bisognava andare fuori sul ballatoio per prenderla. Tutto questo metteva in una relazione molto, molto profonda. Le case di ringhiera rappresentavano anche e soprattutto, dei momenti di festa; momenti in cui tutti gli abitanti della casa si trovavano in cortile a mangiare insieme, a festeggiare. Una socialità molto sentita” ⁴ La vita di ringhiera, l’atmosfera che si respirava in quei luoghi, raccontava di un modo di vivere diverso rispetto a quello comune, nella maggior parte dei casi, estremamente povero, ma più vero, più genuino, più solidale: ogni casa era un microcosmo a sé, dove le famiglie si conoscevano, si intrecciavano e si davano una mano l’un l’altra nell’educazione dei figli e nell’assistenza degli anziani, tra feste nei cortili e riunioni improvvisate


sui ballatoi per decidere gli sviluppi della vita comunitaria. Si trattava di un alternarsi di luci intense e di ombre densissime, di silenzi e di suoni, di colori vivaci e di tinte sbiadite: il quotidiano era definito da una grande frenesia, determinata dalle botteghe presenti nelle corti, che attiravano clientela di ogni genere, talvolta anche poco raccomandabile. Tra panni stesi e bambini che si rincorrevano, donne affacciate dai balconi, giovani riuniti sui pianerottoli, e ladruncoli che scappavano da un cortile all’altro, le porte degli alloggi, come quelle degli interi edifici su strada, non erano mai chiuse, e la vita delle persone era dentro ma, soprattutto, fuori dalla soglia di casa. Vivere la ringhiera oggi: molto è cambiato, qualcosa è rimasto Oggi, sbirciandole ringhiere nel quartiere Ticinese, quel senso di frenesia, di “caos”, è qualcosa che appartiene ormai al passato: i portoni di accesso alle corti, sono chiusi alla strada, e i portinai vigilano attentamente che non vi si entri a curiosare; anche le porte degli alloggi, in molti casi restaurati, rimangono spesso chiuse e, contrariamente al passato, ciò che si percepisce in questi edifici è un senso di pace, di silenzio, quasi di alienazione nei confronti del quartiere frenetico.

In alcuni casi, le abitazioni di ringhiera sono state riqualificate ad usi abitativi che, proprio per l’originalità architettonica, rinviano ad un’immagine di alloggi ricercati e di pregio, quanto più l’edificio è situato in punti strategici del quartiere, quali i Navigli o la parte di corso di Porta Ticinese antistante le chiese di S. Eustorgio e S. Lorenzo. Altre volte, tuttavia, le case di ringhiera sono state trasformate in luoghi di incontro e in sedi di attività e professioni “creative”. In questo caso la socialità e la creatività sono gli elementi portanti della qualità di questi edifici e sono anche ciò che rende il quartiere un luogo vitale di produzione culturale. Le corti di questi edifici sono state trasformate in studi di pittori, fotografi, designers,spazi espositivi per mostre e micro eventi, in linea con il mutamento stesso dell’immagine del Ticinese. Esse mantengono, in ogni caso un forte legame tra domesticità e tradizione: con formule sempre nuove, l’atmosfera che si respira all’interno di queste case, parla di tempi passati, di un diverso modo di abitare difficile da ritrovare, al giorno d’oggi in altre tipologie abitative. Quanto detto, ci ha spinto a selezionarle come il caso studio più interessante al quale applicare le nostre riflessioni progettuali.

Si scorgono tuttavia, ancora oggi, tracce di un vissuto famigliare quotidiano, come ad esempio i fiori alle ringhiere, i panni stesi, le persone che chiacchierano sul ballatoio, che mantengono vivo quel tratto popolare tipico di questi edifici, che resiste ai cambiamenti circostanti. La “resistenza” equivale al fatto che alcuni abitanti sono riusciti a non venire estromessi dal quartiere, dando così voce allo spirito di un tempo; i residenti “storici” si alternano molto spesso a residenti “temporanei e di passaggio”, che a volte comprendono lo spirito comunitario dell’edificio, a volte vi sfuggono.

77


Incontri sul ballatoio

Lavatoi in comune

Circolo di Bocciofili nella corte

LA RINGHIERA IERI 78

Riunioni giovanili


Scale volanti

Panni stesi sulla ringhiera

Ringhiera

Bambini che giocano nel cortile 79


LA RINGHIERA OGGI 80


81


82


NOTE 1. 2.

Alda Merini, Canto Milano, editore Piero ManniS.R.L, Lecce, 2007 Laura Bovone (a cura di), Un quartiere alla moda: immagini e racconti del Ticinese a Milano, Franco Angeli, Milano, 2007, pp 136

FOTOGRAFIE Archivio Fotografico Virgilio Carnisi Archivio Fotografico Milano sparita e da ricordare 83


INDAGINE: RICERCA DELL’EDIFICIO DI PROGETTO All’interno del quartiere Ticinese è stata condotta un’analisi alla ricerca dell’edificio di progetto: sono state individuate tree aree e, per ogni area, l’analisi svolta ha studiato gli edifici affrontando le seguenti tematiche: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

Spazi di Relazione Accessi Circoalazione Permeabilità Qualità degli Spazi Conformazione degli edifici Popolazione Relazioni con l’intorno Scenari Giorno | Notte

Planimetria QUARTIERE 84


2

1

3

85


Ripa di Porta Ticinese 5

1

86

Caratteristico dell’edificio di RIpa di Porta Ticinese 5 è di trovarsi circondati da un intorno piuttosto dinamico; l’edificio affaccia sulla strada pedonale (quindi libera dal traffico e dal rumore delle automobili) del Naviglio Grande, mentre sul lato opposto si trova la strada pedonale del Naviglio Pavese. Al contempo nell’area limitrofa le macchine, i mezzi pubblici etc scorrono sulla via della Darsena, che affaccia nuovamente su un altro canale. L’edificio si trova all’inizio del percorso turistico del Naviglio e, per tanto, si trova in una zona molto turistica, sia di giorno che di notte.


87


Popolazione, corte e relazioni Domesticità tradizionale e corte unica La corte di Ripa di Porta Ticicnese rappresenta un tipo di corte tradizionale di ringhiera; completamente chiusa in sè, un unico spazio con i ballatoi che si riversano su di essa e la gente che sente, all’interno dell’edificio, un forte senso di domesticità, legata alla storia della ringhiera milanese.

Legenda

ONLINE

OFFLINE

RESIDENTI

88

BAMBINI


89


Alzaia del Naviglio 4,6 Via Vigevano 9,11

2

90

Caratteristico degli edifici in Alzaia Naviglio Grande al civico 4, 6 e in via Vigevano al civico 9, 11 è di trovarsi circondati da un intorno piuttosto dinamico; gli edifici dell’Alzaia affacciano sulla strada pedonale (quindi libera dal traffico e dal rumore delle automobili) del Naviglio Grande, ma al contempo nell’area limitrofa le macchine, i mezzi pubblici etc scorrono sulla via della Darsena, che affaccia nuovamente su un altro canale. Gli edifici danno inizio al percorso turistico del Naviglio e, per tanto, sono caratterizzati da una forte affluenza turistica.


2

4

Alzaia Naviglio Grande 6

Via Vigevano 11

3

1

Via Vigevano 9

Alzaia Naviglio Grande 4

91


Circolazione Permeabilità interrotta Nel complesso di edifici, la permeabilità del piano terra risulta più volte interrotta e non offre la possibilità di accesso da un edificio all’altro; gli unici edifici comunicanti sono i civici di Alzaia 4 e di Via Vigevano 9 connessi da un piccolo passaggio presente al piano terra. Tuttavia, il lotto non risulta mai completamente permeabile, giacchè anche nella corte di via Vigevano 9, il vano scala non risulta accessibile, poichè l’ingresso all’edificio è posizionato su via Vigevano.

Via Vigev ano

Circolazione Porte chiuse a chiave Circolazione Interrotta Elementi che interrompono la circolazione 92

nde

Gra glio i v Na aia z l A


Relazioni Connessioni orizzontali e verticali La varietà della conformazione degli edifici istaura un sistema di relazioni piuttosto diversificate all’interno del complesso: la presenza di edifici alti e di edifici bassi, correlate a corti ampie o meno ampie consente alle persone che vivono nel complesso di instaurare relazioni di tipo sia orizzontale (alll’interno di uno stesso ballatoio) sia di tipo verticale (tra ballatoi a piani differenti, tra ballatoi e corte)

Dilatazione e compressione Ritmi Variabili Gli edifici alternano diverse altezze, e anche dimensioni differenti dei cortili interni; questo scandisce un ritmo ben preciso all’interno del complesso, in cui a spazi compressi, rappresentati dai passaggi sotto gli edifici per raggiungere i cortili più in fondo al lotto, si aprono spazi dilatati: in paritcolare, nella corte in via Vigevano 9, l’ampiezza del cortile correlato con l’altezza dell’edificio, generano uno spazio che si estende verso l’alto e che il turista, non si aspetta vista la conformità della corte di Alzaia 4.

93


Corte Tra Online e Offline I cancelli di Alzaia del Naviglio Grande 4 sempre aperti rendono la corte di questo edificio e quella di via Vigevano 9, dei cortili “constantemente online”, in cui l’intimità tipica della ringhiera lascia spazio a intensi via vai di persone, che si interrompono solo dopo le 20:00 quando i cancelli vengono chiusi al pubblico. Completamente diverse, molto più private sono le corti di Alzaia del Naviglio Grande 6 e via Vigevano 11, all’interno delle quali lo spazio viene vissuto dai residenti in maniera più intima.

Legenda

ONLINE

OFFLINE

94

Le diversa conformazione degli edifici mette in gioco differenti sistemi di relazione all’interno delle varie corti. In particolare, Alzaia 4 permette un tipo di interazione circolare, avendo ringhiere su tutte le facciate interne della corte, cosa meno forte in Alzaia 6 e completamente assente nei due numeri di Via Vigevano.


Popolazione

Alzaia Naviglio Grande 4

1

Alzaia Naviglio Grande 6

2

3

Via Vigevano 9

Via Vigevano 11

4

RESIDENTI

CHIACCHERANTI

TURISTI

GIOVANI

LAVORATORI

CLIENTI

RESIDENTI

OPERATORI

RESIDENTI

CHIACCHERANTI

TURISTI

GIOVANI

LAVORATORI

CLIENTI

RESIDENTI

OPERATORI

BAMBINI

LAVORATORI 95


Giorno Notte Via Vigevano 9,11

GIORNO

Alzaia Naviglio Grande 6

NOTTE

GIORNO

NOTTE

Alzaia Naviglio Grande 4

GIORNO

Ballatoio

Corte

Corte

Ballatoio

Ingresso

Ingresso

96

NOTTE


97


Corso San Gottardo 14,16,18 Via Ascanio Sforza 13,15

3

98

Il complesso si presenta piuttosto omogeneo nella sua totalità: gli edifici, seppure con conformazioni differenti, sono tutti principalmente sviluppati in orizzontale, con un massimo di 3 piani oltre al piano terra, cosa che nel complesso individua all’interno del lotto una serie di corti strette e lunghe, talvolta interrotte, tavolta continue. Il risultato è un alternarsi di corti che in base alla loro lunghezza e ad i loro caratteri, individuano spazi più o meno raccolti e, di conseguenza, vissuti in maniera differente.


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Circolazione Permeabilità variegata I percorsi che caratterizzano gli edifici di Corso San Gottardo sono di differenti caratteristiche. Paricolare è il lotto di San Gottardo18 che rappresenta un esempio di lotto passante, cioè completamente permeabile al piano terra da una parte all’altra del lotto. Nel civico 16, invece, la permeabilità risulta più volte interrotta da porte chiuse a chiavi o altri edifici, tanto che i due edifici, quello su San Gottardo e su Ascanio Sforza sembrano due edifici completamente distaccati tra di loro non essendo minimamente connessi. Il civico 14 è, fra tutti il lotto più dinamico; la circolazione mantiene una generale permeabilità, ma si alternano vano scala, terrazze etc.

100


Circolazione Porte chiuse a chiave Circolazione Interrotta Elementi che interrompono la circolazione

101


Relazioni Connessioni orizzontali I civici di San Gottardo sono caratterizzati da relazioni prevalentemente orizzontali, dettate dall’estensione degli edifici. E’ interessante notare come ogni edificio presenti, all’inizio, una piccola corte raccolta su se stessa per poi aprirsi in questi cortili caratterizzanti o da lunghi ballatoi continui, oppure da lunghi ballatoi che si “spezzano” in alcuni punti. Il civico 18 di San Gottardo è il più particolare da questo punto di vista in quanto è un raro esempio di corte passante, quasi identificabile come una “strada” giacchè la sua conformazione non invita le persone alla sosta, piuttosto al passaggio. Al civico 16, la conformazione più tradizionale della corte crea un forte senso di domesticità, che invita le persone a vivere la corte, sia dalla parte di San Gottardo sia da quella di A. Sforza. Il civico 14 potrebbe essere definito come una corte “mista”, in quanto più che una corte essa assume quasi il carattere di un quartiere, in cui vari edifici con caratteri diversi si susseguono dando vita a diversi tipi di relazione collettivo, quasi un spazio pubblico con forte senso di domesticità. 102

Sezione trasversale edifici Corso San Gottardo

Sezione longitudinale Corso San Gottardo 18

Sezione longitudinale Corso San Gottardo 16

Sezione longitudinale Corso San Gottardo 14


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Corte Modalità “non disturbare” Le corti presenti in questo complesso hanno un caratterere prevalentemente privato: essi presentano o portoni completamente chiusi al pubblico (Corso San Gottardo 16, via Ascanio Sforza 13), o cancelli che lasciano intravedere gli interni senza potervi entrare (Corso San Gottardo 18, via Ascanio Sforza 15), oppure portoni aperti, ma solo quando vigilati dai portieri (Corso San Gottardo 14).

Legenda

ONLINE

OFFLINE 104


Popolazione

Corso San Gottardo 14

1

RESIDENTI

BAMBINI

Corso San Gottardo 16

2

RESIDENTI

BAMBINI

Corso San Gottardo 18

3

RESIDENTI

LAVORATORI

4

RESIDENTI

OPERATORI

TURISTI

LAVORATORI

CLIENTI

Via Ascanio Sforza 15

Via Ascanio Sforza 13

BAMBINI 105


Giorno Notte Corso San Gottardo 14

GIORNO

NOTTE

Corso San Gottardo 16

GIORNO

NOTTE

Corso San Gottardo 18 Via Ascanio Sforza 15

GIORNO

Ingresso

Ingresso

Ingresso

Corte

Corte

Corte

106

NOTTE


107


108


3.5

Corso San Gottardo 18: IL LOTTO PASSANTE

La casa di ringhiera situata al numero 18 di Corso San Gottardo, si caratterizza come una casa di ringhiera “fuori dal comune”, come è stata definita da alcuni abitanti del quartiere, che la ricordano ancora come “il borgo dei formaggiai”, “l’antica casera”,poiché nel passato, i locali ribassati venivano utilizzati per la stagionatura del formaggio,attività che distingueva questo edificio dal resto delle case a ballatoio presenti nei dintorni. La sua storia incarna, nella memoria collettiva, l’evoluzione del quartiere stesso giacché nei propri spazi, si sono succedute diverse condizioni d’uso coerenti con quelle che hanno caratterizzato il quartiere Ticinese nel corso del tempo.

Questa sua particolare condizione storica, nonché le sue caratteristiche morfologiche, e il suo posizionamento strategico a cavallo tra Corso San Gottardo e il Naviglio Pavese, ci hanno indotto a selezionarla come caso studio per l’applicazione progettuale del nostro manifesto teorico “Abitare dal 2020” che si pone sulla scia di proporre ulteriori nuovi scenari e nuove condizioni d’uso per questa antica casera, in coerenza con gli obiettivi proposti dal Manifesto Progettuale teorico. 109


RACCONTO STORICO 110

Verso la fine del 700’, con la revoca del divieto di tenere formaggi e altri generi deperibili nel territorio dei Corpi Santi, si cominciarono ad edificare diversi corpi di fabbrica allungati,che collegavano direttamente il corso San Gottardo con il Naviglio Pavese, consentendo così un doppio accesso. Questi corpi allungati, che verranno in seguito denominati “casere”, con la funzione specifica di deposito per la stagionatura dei formaggi, presentavanoalle estremità, due sbuchi all’esterno uno verso il Naviglio, da cui arrivavano i prodotti per realizzare il formaggio, l’altro verso corso San Gottardo, da cui usciva il formaggio pronto dopo essere stato lavorato nelle botteghe poste in sequenza lungo il cortile. Questi edifici erano destinati al piano terra a laboratori per la lavorazione del formaggio e, al piano superiore, a piccoli alloggi di una o due stanze, affacciati su un ballatoio comune, che fungeva da elemento distributivo. Questo voleva dire avere rumore, odori di queste produzioni artigianali, in un ambiente con condizioni igieniche portate al limite. I corpi edilizi che si riconducono a questa tipologia di “casera” meglio conservati sono tra i numeri civici 16 e 22 di Corso San Gottardo e ai numeri 13, 15, 17, 21 e 25 di via A. Sforza. In particolare, il nostro caso studio, situato al numero 18 di corso San Gottardo conserva intatto l’impianto originario della “casera”. Si trattava, dunque, di case di ringhiera a cavallo tra la campagna e la città e ciò che vi entrava dai campi intorno alle mura di Milano, veniva lavorato e restituito alla città, sottoforma di prodotto; i vari cortili erano tutti interconnessi fra di loro da piccole stradine, passaggi nascosti, veri e propri labirinti dove i bambini non vedevano l’ora di perdersi. Nel corso del 900, questi edifici, come altri nel quartiere hanno ospitato la popolazione operaia, giunta in città per lavorare all’interno delle grandi fabbriche sorte lungo il naviglio e le antiche botteghe in cui veniva lavorato il formaggio si sono trasformate in laboratori di fabbri, falegnami e altri lavori artigianali. Nel 1934, il piano Albertini1 prevedeva la realizzazione di una nuova arteria, tra il naviglio pavese e il corso San Gottardo che, tagliando in due gli isolati, avrebbe comportato la totale demolizione dell’antico quartiere popolare, lo sventramento delle antiche “casere”, e la sostituzione dei suoi abitanti. Il piano non ebbe tuttavia attuazione, probabilmente grazie alle resistenze sociali da parte degli abitanti affezionati a questi edifici, e vennero abbattuti solo i primi edifici del quartiere San Gottardo, in prossimità a Piazza XXIV Maggio, sostituiti da nuove costruzioni. Diversi anni dopo, nel 1979, le antiche casere sono state comprese nel piano di edilizia pubblica di risanamento e, nel corso del tempo, i diversi passaggi che collegavano i cortili dei numeri civici tra San Gottardo e il Naviglio pavese vennero chiusi. Oggi questa casa di ringhiera, ospita al piano terra per lo più diversi studi di liberi professionisti, come architetti, designer e la ringhiera viene vissuta “timidamente”. Nel corso degli ultimi anni, la residenza è cambiata profondamente, così come in molte altre case di ringhiera del quartiere.


I formaggiai

Ingresso aperto su Corso San Gottardo 18

Comunità affacciata sul ballatoio 111


Per raccontare l’evolversi di San Gottardo 18 negli ultimi anni, ricorriamo alla narrazione di uno degli attuali inquilini del complesso, che ha condiviso con noi la sua testimonianza.

“Io entro in questa casa 30 anni fa; la casa era abitata per il 90% da una classe molto bassa. Davanti a me in 25 mq vivevano 6,7 magrebini che vendevano farmaceutica spinta, dentro casa. Di fianco c’era una prostituta che avrà avuto 80 anni, un sedicente avvocato vestito in tiro come se dovesse andare in tribunale, pur non essendo un avvocato ne andando in tribunale. La signora Pia che non aveva nemmeno i soldi per comprarsi da mangiare, per cui noi a turno compravamo qualcosa e gliela portavamo; lei era così vecchia che oramai era bloccata al secondo piano della casa senza poter mai scendere. Non c’erano mica gli ascensori. Io abitavo al secondo piano in prossimità della testa dell’edificio affacciata su via Ascanio Sforza. Tutta la linea sotto di me era abitata da ladri di appartamenti, che c’erano e non c’erano, dal momento che a volte risiedevano in san Gottardo, a volta in San Vittore o in via Filangeri. Era una situazione incredibile. Io venivo da un palazzo borghese, abituato agli ascensori, a quasi non salutarsi con il vicino. Era una mondo incredibile dove tutto succedeva fuori, perché le case erano così inabitabili, rotte, disastrate, ci pioveva dentro tale per cui la gente viveva il ballatoio il più possibile, tutto succedeva fuori. Per me era divertentissimo; era tutto un gran carnevale. Arrivavo da una casa in cui non doveva succedere niente, in cui i bambini avevano degli orari per giocare in cortile, qui invece succedeva di tutto. Prima del mio arrivo la casa era comunicante con tutti i cortili adiacenti; non essendoci ancora i cancelli, era una strada urbana ed era usata da tutti gli abitanti del quartiere per andare dal Naviglio Pavese a Corso San Gottardo. Non era un Suk, ma quasi. Pian piano gli appartamenti sono stati venduti; oggi è una casa borghese non troppo diversa da altre; ma un tempo no. Se uno voleva ascensori, antenne satellitari, non era il luogo giusto. Nel tempo, queste cose invece sono arrivate, e la casa è diventata un condominio piuttosto normale. Quando arrivai tutto era regolato dal “buon senso”. Il fatto che la signora Pia non avesse i soldi per mangiare era oggetto di discussione nel condominio; io non avevo i soldi per pagarlo, perché ero un giovane che studiava e guadagnava poco, ma io come tanti altri, in condizioni economicamente anche più gravi delle mie, eravamo disposti a mettere da parte qualche spicciolo per comprare il pane per la signora Pia. C’era uno spirito in questa casa che io non ho mai riscontrato, che superava diseguaglianza sociale, razzismo. […] Il mio concetto di questa casa è di “disordine”; la situazione di cui vi ho parlato è di caos. Voi pensate che in ogni porta c’era una famiglia e ci sono tante, tante porte; pensate a quante persone ci abitavano. C’era tutto; persone che venivano da mondi assurdi, che erano nate lì e che probabilmente non erano mai andate neanche in piazza Duomo. Era un “caos”, certo, ma era ordinato dal buon senso; nessuno parcheggiava la sua macchina nel cortile (si nel cortile si passava tranquillamente con motorini e macchine) perché sotto c’erano gli artigiani che dovevano lavorare e nessuno si permetteva in maniera presuntuosa di calpestare gli altrui “diritti”, se così si possono definire. […] C’erano tanti bambini perché queste famiglie facevano tanti figli, e giocavano nel cortile sottostante. Allo stesso tempo c’era l’artigiano che aveva fuori i ferri e certe lavorazioni le faceva all’aperto d’estate, c’erano persone che depositavano le loro cose ovunque e, molto spesso, ne venivano derubate, perché i ladri si intrufolavano dappertutto. Una volta, il parroco mi raccontò chela polizia, per recuperare le persone che cercavano di fuggire dalla refurtiva, ha dovuto bloccare mezzo San Gottardo e mezzo AscanioSforza, quasi un azione militare, perché c’erano così tante uscite da queste case che tutti scappavano ed era difficilissimo riacciuffarli. Era però un caos “regolato”; all’interno dell’edificio il ladro di moto che vi abitava metteva le sue moto rubate, e nessuno andava a mettere in quel suo spazio la sua moto perché in tal modo disturbava il suo “business”. Chiaro che fossero dei disgraziati, ma in questo modo il ladro di moto mangiava, altrimenti rimaneva digiuno e questo gli altri inquilini lo rispettavano. In 30 anni questa casa si è trasformata da spazio per spaccio di droga, residenza per prostitute, laboratorio per artigiani ad un luogo per borghesi, professionisti, creativi e artisti. L’antico spirito della casa di ringhiera permane, ma spesso è timido, e il rumore e il caos, sono stati sostituiti dal silenzio e dalla pace” Da un’intervista all’arch. Marco Murari, inquilino dell’edificio 112


Una Corte, una Strada

Quasi un “Suk”

Scritte sui muri

Ballatoio 113


114

ITINERARIO FOTOGRAFICO


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STUDIO MORFOLOGICO 122

Al tipo della “casera”, di cui San Gottardo 18 rappresenta una delle più importanti testimonianze, si possono ricondurre quelle case che si sviluppano in profondità lungo uno stretto cortile che percorre interamente il lotto, assumendo una carattere di strada interna. Caratterizzante, è il rapporto che questo tipo edilizio istituisce con la morfologia dell’isolato; un lotto allungato che si estende da Corso San Gottardo al Naviglio Pavese; in questi casi la lunga corte “passante” assume il valore di vera e propria vita interna con carattere sia pubblico che privato. Un fatto notevole sono le dimensioni di questo edificio, se si confronta la casera presa in esame con altre case di ringhiera presenti nel quartiere; mentre queste sono caratterizzate da un diretto contatto con il corso verso il quale si affacciano, al numero 18 questo rapporto è mediato dalla presenza della lunga corte su cui affacciano gli alloggi. L’edificio, infatti si sviluppa prettamente in orizzontale, e vi è un grande divario tra la sua sezione trasversale, e quella longitudinale: una distanza di appena 5 metri tra i ballatoi dei due corpi posti uno di fronte all’altro, si oppone ad una lunghezza della corte pari quasi a 150 metri.

Inquadramento: TRA ACQUA E TRAFFICO


123


“Nel nostro edifico è presente gente che, come me, abita qui da sempre, con famiglia, figli ma anche professionisti, quali giornalisti, artisti ecc. che si sono affezionati a questa casa e non sono mai voluti andare via; oltre a noi, nella sfilza dei monolocali rimasti da 25 mt, si alternano sempre, con un forte turn over, lavoratori o studenti che vengono a Milano, restano qui per 2 anni per lavoro o studio e poi vanno via. Vi è dunque un alternanza tra abitanti più “stabili” e abitanti più “temporanei”. Il ballatoio è a volte un punto di chiacchiera, soprattutto nelle serate belle. Quando c’è una festa, molto spesso è “aperta” perché è là sul ballatoio; tu esci e a tre, quattro metri da te ci sono ragazzi ubriachi che tu saluti e ti ritrovi invitato a bere qualcosa insieme a loro. Immaginate una festa lì: la musica riempie tutto il cortile. Ancora adesso, nessuno si lamenta, Prospetto Ascanio Sforza 15 SF

anche se la festa dura fino alle 5 di mattina. Vivi e lascia vivere è il motto; se stasera non si dorme perché il ragazzo della porta accanto si laurea e ha invitato gli amici, non è un dramma. E’ questo lo spirito, almeno nella maggior parte dei casi. D’estate, per lo più, vivi fuori: è normale mettere la sedia fuori casa, come nei paesi. Questo è lo spirito bello di questa casa; il ballatoio è un momento di comunità, in un ambito aperto. In maniera meno comunitaria è sentita la corte al piano terra; tendenzialmente la gente non va in cortile forse poiché è ombroso o più probabilmente perché è utilizzato come luogo di servizio, dal momento che vi si depositano le bici e vi sono i bidoni della spazzatura. Ad utilizzarlo sono per lo più i professionisti e gli artigiani; i miei figli ci hanno giocato e qualche bambino che gira in bici c’è, ma pochi e timidi. E’ curioso, da abitante di ringhiera, osservare le persone che abitanti di ringhiera non sono confrontarsi con la vita sul ballatoio; quando io invito qualcuno da fuori a trovarmi, scom-

Prospetto Corso San Gottardo 18 SF

Sezione Longitudinale SF 124

metto sempre che tenderà a sbirciare nelle case degli altri camminando sul ballatoio; chi


vive in una casa di ringhiera questo non lo fa mai, non guarda mai negli appartamenti. Sarà l’abitudine alla casa, ma io non so alcune case dentro come sono fatte. C’è una strana cosa per cui tu non guardi niente, mentre gli amici che invito spiano sempre. Ti si forma qualcosa tra il rispetto, la disattenzione, e l’abitudine; ci si autoregola secondo il proprio buon senso. Io stesso non ho nessun tipo di preoccupazione di poter essere spiato. Il ballatoio, insomma, quando sei dentro e sei abituato non lo senti, non è una presenza fastidiosa, anche se la casa è spalancata sul ballatoio. Non hai pudore, poiché non è possibile averlo. La privacy è garantita da un buon senso di comunità. La ringhiera è un dentro fuori di tutti ma molto tuo per cui non percepisci il ballatoio, come il pianerottolo di casa, che è un luogo disciplinato: la ringhiera è di tutti e nello stesso tempo è tua. Non sono case con privacy ma sono le persone che le abitano che rispettano la formula di privacy che rende queste case non fastidiose

Sezione Trasversale SF

Durante il lockdown tutti erano chiusi dentro. Tutti, compreso il custode con i suoi gatti; dopo qualche giorno senza i gatti, ecco che nel cortile entravano i topi. La presenza dei gatti era significativa proprio per scacciare gli animali che infestano il Naviglio. Ecco forse la casa di ringhiera sul naviglio è uno dei pochi casi urbani in cui l’animale ha una funzione “igienica” chiara e non è solo l’animale “domestico”, è un po’ come tornare indietro nel tempo. I gatti devono poter girare ovunque, perché senza i gatti arrivano i topi. Spesso, la gente usciva e stava sul ballatoio, a distanza di sicurezza, cosa che il ballatoio consentiva tranquillamente.Le persone usavano il ballatoio nella parte antistante la loro casa, dove si chiacchierava si condivideva in un momento socializzante del condominio, soprattutto nelle ore centrali; ma veniva utilizzato, insieme alla corte, talvolta anche per fare allenamento oppure correre. Sezione Trasversale SF Da un’intervista all’arch. Marco Murari, inquilino dell’edificio

125


S

E

Il lato più interessante Sole allo zenit d’estate Sole d’inverno

Sole di mattina Piacevole d’estate Freddo d’inverno

VOLUMI

Esploso Assonometrico STATO DI FATTO

STRADA

Numero totale di appartamenti

86

100 mq

75 mq

40 mq

25 mq

6%

14%

42%

38%

126


Niente sole Luce uniforme

INTORNO

ORIENTAMENTO

O

CIRCOLAZIONE CORTE

L’accesso all’edificio è regolato dalla presenza di un portone e di un cancello sia dalla Parte di San Gottardo che da quella di Ascanio Sforza; a vigilare sull’edificio è la portinaia con i suoi gatti, presenti tutte le mattine.

Sole di pomeriggio

MORFOLOGIA

L’edificio a corte lunga, articolato in due corpi uno di fronte all’altro, mantiene la destinazione ad attività mista, in cui le abitazioni ai piani superiori si alternano ad attività commerciali al piano terra. Trattandosi di costruzioni sorte unitariamente e non per aggiunte successive siamo di fronte ad una pianta piuttosto regolare e ad una chiara distribuzione degli elementi distributivi: il ballatoio è servito da 5 corpi scala, che conducono dal piano terra a quelli superiori. Uno di questi risulta superfluo ai fini distributivi: si tratta di quello presente nella prima corte affacciata su corso San Gottardo. L’alloggio è pensato in termini minimi per quanto riguarda le sue dimensioni, in linea con la concezione retriva della casa popolare dell’Ottocento: per lo più si tratta di bilocali e monolocali, alternati a pochi appartamenti di dimensioni maggiori, risultato dell’accorpamento di locali di piccole dimensioni nel corso del tempo. Questi si concentrano per lo più lungo le teste dell’edificio.

N

S

E

Il lato più interessante Sole allo zenit d’estate Sole d’inverno

Sole di mattina Piacevole d’estate Freddo d’inverno

STRADA

STRADA

STRADA

STRADA

127


81% Popolazione permanente 81%

ANALISI POPOLAZIONE

Numero totale diPopolazione abitanti permanente

128

GIORNO NOTTE

160 160 16010%

Numero totale di abitanti Numero totale di abitanti

Bambini

Bambini 10%

Bambini 10%

Anziani 22% Anziani 22%

Anziani 22%

Numero totale appartamenti Adulti con figlidi25%

86

Adulti con figli 25%

Adulti con figli 25%

INGRESSO

Adulti 43% Adulti 43%

Adulti 43% 100 mq

75 mq

40 mq

25 mq

6%

14%

42%

38%

Presenza di animali domestici Presenza di animali domestici

Ad un’elevata percentuale di appartamenti di piccola taglia consePresenza di animali domestici gue una buona percentuale di popolazione itinerante, rispetto a quella permanente.

Popolazione itinerante

19%

CORTE

81%

Popolazione permanente

Numero totale di abitanti


IDENTIKIT

SPIRITO DI ALLA TENDENZA COMUNITA’ SOCIALITA’ TENDENZA SPIRITO DI ALLA SOCIALITA’ COMUNITA’ SPIRITO DI ALLA TENDENZA COMUNITA’ SOCIALITA’ TOLLERANZA TENDENZA SPIRITO DI ALLA VERSO L’ALTRO SOCIALITA’ COMUNITA’ TENDENZA ALLA TOLLERANZA SOCIALITA’ VERSO L’ALTRO TOLLERANZA TENDENZA ALLA VERSO L’ALTRO SOCIALITA’ TENDENZA ALLA TOLLERANZA SOCIALITA’ VERSO L’ALTRO SENSO DEL ALLA TOLLERANZA TENDENZA PUDORE VERSO L’ALTRO SOCIALITA’ TOLLERANZA SENSO DEL

VERSO L’ALTRO PUDORE SENSO DEL TOLLERANZA PUDORE VERSO L’ALTRO TOLLERANZA SENSO DEL VERSO L’ALTRO PUDORE RISPETTO SENSO DELPER LA TOLLERANZA PRIVACY ALTRUI PUDORE VERSO L’ALTRO SENSO DEL RISPETTO PER LA PUDORE PRIVACY ALTRUI RISPETTO SENSO DELPER LA PRIVACY ALTRUI PUDORE SENSO DELPER LA RISPETTO PUDORE ALTRUI PRIVACY RICERCA DI UNLA ALTO RISPETTO PER SENSO DEL LIVELLO DI COMFORT PRIVACY ALTRUI PUDORE RISPETTO PER RICERCA DI UNLA ALTO PRIVACY ALTRUI LIVELLO DI COMFORT RICERCA DI UNLA ALTO RISPETTO PER LIVELLO DI COMFORT PRIVACY ALTRUI RISPETTODI PER RICERCA UNLA ALTO PRIVACYDI ALTRUI LIVELLO COMFORT TENDENZA A VIVERE RICERCA UNLA ALTO RISPETTODI PER LO SPAZIO APERTO LIVELLO DI COMFORT PRIVACY ALTRUI RICERCA DI A UN ALTO TENDENZA VIVERE LIVELLO DI COMFORT LO SPAZIO APERTO TENDENZA VIVERE RICERCA DI A UN ALTO LO SPAZIO APERTO LIVELLO DI COMFORT RICERCA DIAUN ALTO TENDENZA VIVERE LIVELLO DI APERTO COMFORT LO SPAZIO NECESSITA’ DI TENDENZA VIVERE RICERCA DIAUN ALTO GRANDI SPAZI PRIVATI LO SPAZIO LIVELLO DI APERTO COMFORT TENDENZA ADIVIVERE NECESSITA’ LO SPAZIO APERTO GRANDI SPAZI PRIVATI NECESSITA’ADIVIVERE TENDENZA GRANDI SPAZI PRIVATI LO SPAZIO APERTO TENDENZA A NECESSITA’ DIVIVERE LO SPAZIO APERTO GRANDI SPAZI PRIVATI APPROPRIAZIONE DI NECESSITA’ DIVIVERE TENDENZA A SPAZI COMUNI GRANDI SPAZI PRIVATI LO SPAZIO APERTO NECESSITA’ DI APPROPRIAZIONE DI GRANDI SPAZI PRIVATI SPAZI COMUNI APPROPRIAZIONE DI NECESSITA’ DI SPAZI COMUNI GRANDI SPAZI PRIVATI NECESSITA’ DI APPROPRIAZIONE DI GRANDI SPAZI PRIVATI SPAZI COMUNI APPROPRIAZIONE DI NECESSITA’ DI assurdi. Tutto succedeva SPAZI COMUNI GRANDI SPAZI PRIVATI APPROPRIAZIONE DI

“La ringhiera trent’anni fa era un mondo incredibile fatto di persone che venivano da mondi fuori, era un caos, ma tutto era ordinato dal buon senso. Ancora oggi lo spirito di questa casa è quello della comunità. SPAZI COMUNI Quando c’è una festa, molto spesso è aperta a tutti perché è là, sul ballatoio, a quattro metri da te,APPROPRIAZIONE con la musica DI che SPAZI COMUNI riempie tutto il cortile. Nessuno si lamenta, anche se la festa dura fino al mattino. “Vivi e lascia vivere”, questo è APPROPRIAZIONE DI lo SPAZI spirito. Sarà l’abitudine alla casa di ringhiera, ma c’è uno strano rispetto per cui tu non guardi dentro leCOMUNI altre case. Ci APPROPRIAZIONE DI si autoregola. E poi non hai pudore, non è possibile averlo. La privacy è garantita da un buon senso diCOMUNI comunità. La SPAZI ringhiera è di tutti e allo stesso tempo è tua.” 129

“La r fatto “La r Tutto fatto “La r ordin Tutto fatto ques ordin “La rf Tutto una ques fatto ordin “La r sul b una Tutto ques fatto che “La rb sul ordin una Tutto anch fatto che ques “La sul rb ordin viver Tutto anchf una fatto che ques di rin ordin “La r viver sul b Tutto anch una f non ques fatto di rin che ordin viver sul b poi n “La r una Tutto non f anch ques di rin che priva fatto sul b ordin poi f viver una non anch La rin Tutto che ques priva di sul b poirin viver ordin anch una La rif non che priva di rin Da u ques viver sul b poi anch Larin rifn non San una di che Da u priva viver poi sul bn non anch San La rin di Darin u priva che poi vivern non San La rin anch priva di rin Da un poi viver La rin non San G priva Da un di poirin La rin San non Da uG priva poi n San G La rin Da u priva San G La Da rin u San G Da u San G


4 130


UN NUOVO PAESAGGIO DOMESTICO

131


132


STRATEGIA e METODO “Un nuovo paesaggio domestico” è un progetto di architettura, ma è, in primis, un esperimento, all’interno del quale il risultato finale ottenuto non è che una delle possibili risposte formali ad una domanda teorica ben precisa; che cosa vorrà dire abitare nel futuro? Il progetto ha anteposto alla fase progettuale, una fase di studio approfondita sulle tematiche affrontate in modo da definire una guida teorica da seguire nella ricerca delle soluzioni formali. L’elaborazione di un Manifesto Progettuale, ci ha consentito di individuare alcuni punti chiave all’interno della progettazione; abbiamo deciso di affrontare questi temi a scale di dettaglio differenti e in maniera parziale così da essere libere dalla pretesa di fornire una risposta architettonica totalizzante. Il progetto, infatti, tende a tracciare soluzioni talvolta imparziali e incomplete, quasi dei “suggerimenti”, talvolta più approfondite e ricercate. 133


METODO CONTAMINAZIONE [tra domestico e urbano]

SIMULTANEITA’ [delle azioni]

LAYERIZZAZIONE

COME E’ CAMBIATO Il MODO DI ABITARE?

IN QUALE EDIFICIO LAVORIAMO?

QUALI PERSONE LO ABITANO?

QUALI AZIONI SVOLGONO?

IN QUALI SPAZI?

QUALI CATEGORIE LI DEFINISCONO?

CONTAMINAZIONE

BENESSERE

[tra domestico e urbano]

SIMULTANEITA’

VENTILAZIONE

[delle azioni]

E’ stato necessario, fin dal principio, definire un metodo semplice e chiaro, che fosse in grado di direzionare tutti gli spunti raccolti verso una precisa dimensione progettuale; osservare il modo di abitare delle persone (principalmente LAYERIZZAZIONE VEGETAZIONE tramite la rete, i social media, e le immagini sul web) cambiato in seguito alle norme attuate per le restrizioni imposte dal Coronavirus; individuare un edificio a cui applicare le riflessioni teoriche formulate dall’osservazione di questi muBENESSERE le necessità, e le conseguenti CONTAMINAZIONE le azioni possibilie tamenti; analizzare la popolazione che abita l’edificio, immaginarne ACQUA [tra domestico e urbano] condizioni d’uso dello spazio; definire gli spazi opportuni per svolgere queste azioni; caratterizzare attraverso delle categorie questi spazi, coerentemente con i punti esplicati nel Manifesto Progettuale (domesticità invasa e invasiva, VENTILAZIONE SIMULTANEITA’ IGIENE [delle azioni] processi di layerizzazione, ambienti salubri, casa intelligente, suggerimenti per l’uso) capaci di indirizzarci verso determinate scelte formali invece di altre. LAYERIZZAZIONE

VEGETAZIONE

PERMEABILITA’ [controllata]

CONTAMINAZIONE

[tra domestico e urbano]

SIMULTANEITA’ [delle azioni]

LAYERIZZAZIONE

134

BENESSERE

DISTANZA SOCIALE

DIGITALE

[per la gestione]

LAYERIZZAZIONE

VEGETAZIONE

BENESSERE

ACQUA

VENTILAZIONE

VEGETAZIONE

ACQUA

IGIENE

VENTILAZIONE

[delle azioni]

CONTAMINAZIONE

1

metro

SIMULTANEITA’

CATEGORIE

ACQUA

BENESSERE

[tra domestico e urbano]

PERMEABILITA’

CONNESSIONE

DISTANZA SOCIALE

AUTOMAZIONE

IGIENE

DIGITALE

ALLESTIMENTO

PERMEABILITA’

CONNESSIONE

DISTANZA SOCIALE

AUTOMAZIONE

[controllata]

1

metro

[per la gestione]

[controllata]

1

metro

[per il digiale]

PERSONALIZZAZIONE [dello spazio]


L’intervento sull’edificio, è condotto in una duplice maniera; tramite una strategia generale per il piano terra, per il quale propone una revisione delle condizioni d’uso dei vari locali ed un nuovo scenario per la corte passante che, liberata dalle funzioni di servizio (quali deposito biciclette, spazzatura), diventa un luogo da vivere e non più un luogo di passaggio; tramite una strategia puntuale per i piani superiori per i quali sono stati individuati una serie di appartamenti “modello”, a cui applicare le riflessioni elaborate teoricamente. La corte passante al piano terra, ad oggi “chiusa” nei confronti della città, viene parzialmente restituita al quartiere tramite l’arretramento delle due soglie di accesso principale all’edificio; in questo modo, le botteghe e le funzioni commerciali, disseminate lungo tutta la lunghezza della corte e impossibilitate ad avere un contatto diretto con la città, vengono riposizionate lungo le teste e le estremità dell’edificio, ritrovando un rapporto diretto con il quartiere. Questo intervento risulta possibile grazie alla trasformazione del corpo scala presente nella prima parte della corte dell’edificio, che affaccia su Corso San Gottardo, in un luogo di sosta e non più di risalita: le risalite che servono i ballatoi rimangono così comprese nello spazio tra le due nuove soglie inserite nell’edificio, garantendo una maggiore sicurezza ai residenti. Dunque, tramite il posizionamento di questi filtri, la morfologia della corte cambia: dall’essere un’unica e lunga “strada” di passaggio, essa diventa una strada, una piazza e un’oasi. Lo spazio “pubblico” non viene più considerato come un continuum (strada), ma viene ora gestito come una serie di isole (strada, piazza, oasi) appartenenti ad uno stesso arcipelago (l’edificio). Questa strategia è attuata in coerenza con uno dei punti e degli obiettivi principali del progetto, figlio degli insegnamenti ereditati da questa emergenza sanitaria; lavorare sulla salubrità degli ambienti, con un occhio attento e vigile all’igiene e sfruttando acqua, vegetazione e ventilazione, come risorse a nostra disposizione. Le due nuove soglie inserite, vengono definite “igienizzanti”, poiché suggeriscono l’igienizzazione delle mani prima di addentrarsi all’interno dell’edificio. Il posizionamento di questi “filtri” riconduce alla volontà di progetto di controllare, per quanto possibile, la permeabilità all’interno dell’edificio, poiché in un mondo che sta sperimentando i rischi dei contagi da assembramenti, forse non è e non sarà più appropriato parlare di permeabilità continua ed open-space. La strada, proveniente da Ascanio Sforza, serve le funzioni commerciali che vi si affacciano e mantiene, tendenzialmente la sua connotazione di luogo di passaggio. La piazza, invece, dialoga con Corso San Gottardo e diventa un luogo di sosta principalmente per i cittadini. L’oasi, la parte compresa tra le due soglie, la ritroviamo nel cuore della corte e rimane a completa ed esclusiva fruizionedei residenti; anche essa viene organizzata come tante piccole isole facenti parte di uno stesso arcipelago. Essa ospita spazi verdi in prossimità dei punti di allargamento della corte; viene attrezzata con una serie di arredi apribili che invogliano alla sosta e con dei sistemi di raccolta delle acque piovane, i waterwall, che raccolgono, depurano e mettono in ricircolo l’acqua così da migliorare il microclima generale dell’edificio. A questo, contribuisce l’apertura di una serie di varchi che consentano di sfruttare il lungo corridoio retrostante l’edificio centrale a due piani del complesso, per gestire in maniera più efficiente gli ingressi ai vari spazi al piano terra e per indurre una maggiore ventilazione nel complesso. Oltre agli spazi verdi, a far parte dell’arcipelago sono i locali che si affacciano sulla corte, tante piccole isole che, svuotate delle loro precedenti funzioni, rimangono a completa disposizione degli abitanti dell’edificio, così da poter essere ripensatecome un “estensione” dei piccoli spazi domestici collocati ai piani superiori. In questi locali, vengono inseriti alcuni spazi capaci di rispondere alle azioni provenienti dalla città (spazi attrezzati per smart working, e-learning, 135


STRATEGIA

MORFOLOGIA STRADA

STRADA

ISOLE

CIRCOLAZIONE 136

OASI

PIAZZA

OASI

PIAZZA


sale per l’allenamento fisico, stanze per organizzare feste) ma anche luoghi capaci di ospitare i rituali tipici della casa (salotti e aree relax, una cucina attrezzata comune) che non tutti gli appartamenti posseggono proprio a causa delle ridotte dimensioni. La corte diventa così il punto di incontro tra la casa e la città, e contiene al suo interno nuove e diverse condizioni d’uso, che dialogano fra di loro, pur senza toccarsi. Per quanto riguarda i piani superiori, l’intervento propone l’attrezzatura del ballatoio con una serie di elementi apribili, a carattere temporaneo, che suggeriscano un uso del ballatoio non solo come luogo di passaggio, ma anche, e soprattutto, come luogo di sosta. L’attenzione all’igiene e alla salubrità è presente anche in questa fase di intervento; le antiche fontanelle già presenti lungo il ballatoio vengono risanate così da poter essere utilizzate per l’igienizzazione delle mani. L’intervento prevede un grado di approfondimento particolare per alcuni degli appartamenti, distribuiti lungo il ballatoio; la scelta è ricaduta su alcuni monolocali e bilocali, più interessanti da sviluppare progettualmente, proprio poiché più problematici a livello di dimensioni e di organizzazione dello spazio interno. La strategia generale prevede la realizzazione di uno spazio aperto (ma all’occorrenza chiudibile) sul ballatoio, in alcuni casi in comune tra più alloggi, in altri facente parte di un solo appartamento: questi luoghi, a cavallo tra l’interno e l’esterno rappresentano, contemporaneamente, un’estensione dello spazio domestico e un invasione da parte del ballatoio e consentono a questi appartamenti di ritagliarsi come delle “Stanze sul ballatoio” in una più stretta relazione con lo spazio esterno, necessaria nell’ottica di un maggior tempo trascorso nelle abitazioni. Gli interventi condotti negli interni degli appartamenti riflettono la strategia utilizzata per il piano terra, ma adattata ad una scala più ridotta: le nuove azioni provenienti dalla città, trovano anche qui una loro dimensione, tramite piccoli accorgimenti e aggiunte che rendono lo spazio interno più flessibile e modificabile a seconda delle necessità dei singoli residenti. Nella sua totalità, l’intervento si serve del supporto tecnologico per gestire alcuni processi che coinvolgono l’edificio: il complesso viene attrezzato con un sistema che velocizza lo smistamento e la consegna dei pacchi a domicilio, il Supertubo. Il progetto, inoltre si occupa di garantire connessione a internet, e alla corrente anche all’esterno degli ambienti, e inserisce una cablatura lineare, che corre sia nella corte che lungo il ballatoio. Oltre al supporto tecnologico, il progetto ricorre al supporto digitale: ABITAPP è l’app che “Un nuovo paesaggio domestico” prevede per una gestione più “smart” dell’edificio, in quanto ad accessi, prenotazioni ed eventi degli spazi progettati. Il progetto ragiona per layer sovrapposti, che si aggiungono all’esistente e che utilizzano montaggi a secco a scarso impatto sull’edificio, nell’ottica sia di rispettare il manufatto storico sia di prevedere la possibilità di condizioni d’uso future ancora differenti. Esploso Assonometrico PROGETTO 137


138


SCENARI

“Un nuovo paesaggio domestico” immagina uno scenario alternativo per la ringhiera di Corso San Gottardo 18, in cui la “casa”, che viene intesa non solo limitatamente allo spazio dell’alloggio, ma comprendente l’intero spazio dell’edificio, è diventata il luogo in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo: essa deve dimostrarsi capace di assorbire, accogliere, rispondere alle necessità dettate da un nuovo modo di vivere lo spazio domestico, in cui alcuni rituali si sono trasformati e altri, che prima appartenevano prettamente allo spazio della città, ne sono entrati a far parte. 139


140


141


PROGETTO Planimetria Piano Terra e Sezione Longitudinale PROGETTO

CORTE

6 5

142


FOCUS

Stanza dentro fuori

Sala del movimento libero

4

Cabina a scenario mutevole

3

Soglia Igienizzante

2

1

143


PAESAGGIO Sezione Longitudinale OASI

144


145


STATO DI FATT0 PROGETTO

1 146

Ingresso Corso San Gottardo: la finestra diventa il punto ingresso pacchi del Supertubo, il portone si spalanca alla città, le vetrine dei negozi si digitalizzano, e gli ingressi si spostano all’interno della piazza.


STATO DI FATT0 PROGETTO

2

Piazza: la piazza consente gli accessi alla attività commerciali, i camerini si spostano in facciata, così come il punto cassa, il vano scala superfluo, si trasforma il un luogo di sosta, andando a definire uno spazio che dialoga direttamente con la città. 147


STATO DI FATT0 PROGETTO

3 148

“Soglia Igienizzante”: questa diventa uno dei due nuovi accessi all’edificio, consentendo di igienizzarsi prima dell’accesso ai sistemi distributivi che conducono ai piani superiori.


STATO DI FATT0 PROGETTO

4

Oasi: una volta dentro l’edificio, ci si ritrova immersi nel verde della prima Oasi, protetti da un pergolato, caratterizzato da piante e sedute. Un Waterwall, si appoggia alla facciata vuota dell’edificio, e le bici possono essere ora depositate negli appositi “Ostelli”. 149


5 150

Varco: tra la prima e la seconda Oasi, si aprono dei varchi che consentono di raggiungere l’area retrostante l’edificio, ad oggi inaccessibile. Alcuni archi vengono attrezzati con tavoli apribili, e una cablatura lineare consente la connessione alla corrente


STATO DI FATT0 PROGETTO

6

Corridoio attrezzato: lo spazio retrostante l’edificio, si trasforma in un luogo attrezzato per lo sport e per il gioco dei bambini, in un dialogo con le Sale del Movimento Libero. In prossimità del varco si posizionano delle piante curate dai residenti. 151


GIORNO

NOTTE

PAESAGGIO

VARCO

PIAZZA

INGRESSI

Sezione Trasverslae PROGTTO

152


153


PROGETTO

BALLATOIO

Planimetria Piano Primo PROGETTO

154

2

3

1

Punti Smistamento Supertubo

Nicchie

Fontanelle Riqualificate

A01

A02

A07

A08

A03

A04

A09

A10

A05

A06

A11

A12


155


APPARTAMENTI

1

156

2

3

STANZA DENTRO FUORI

ENGAWA

GIARDINO SUL BALLATOIO


interno O3

1

Armadi igienizzanti

2 Podio che separa gli spazi

3 Bagno decostruito

4

Area per il Work-Out

5

6 Tavolino per Bed-Working

7

Postazione Smart-Working

8

Tende fonoassorbenti

Porte con Riconoscimento Facciale

9

Spazio per il gioco

LEGENDA INTERVENTI PUNTUALI

esterno

157


STANZA DENTROFUORI

1

Assonometria PROGETTO

CARATTERI

5m

5m

MONOLOCALE X2

158

TRA DUE APPARTAMENTI

NORD

NO

1 ADULTO 1 COPPIA


Postazione Smart-Working

Postazione Smart-Working

Tenda Fonoassorbente

Bagno decostruito

Nuovo Ingresso Armadio Igienizzante

Tavolo Apribile

Podio sopraelevato

Dispositivo Clip

Planimetria STATO DI FATTO

Planimetria PROGETTO

159


ENGAWA

2

Assonometria PROGETTO

CARATTERI 5m

5m

5m

BILOCALE

160

TRA DUE APPARTAMENTI

SUD

NO

1 COPPIA CON FIGLIO


Podio sopraelevato

Bagno decostruito

Tenda Fonoassorbente

Postazione Smart-Working

Postazione Smart-Working

Terrazza con area gioco

Planimetria STATO DI FATTO

Armadio Igienizzante

Planimetria PROGETTO 161


GIARDINO SUL BALLATOIO

3

Assonometria PROGETTO

CARATTERI

5m

5m

MONOLOCALE

162

ESTREMITÀ BALLATOIO

NORD

1 ADULTO


Bagno decostruito

Tenda Fonoassorbente

Postazione Smart-Working

Cabina privata

Area per il work out Tavoli Apribili

Area verde privata esterna

Planimetria STATO DI FATTO

Porta con Riconoscimento Facciale

163


164


LA CITTÀ NELLA CASA

LA CASA NELLA CITTÀ

165


Per la casa di ringhiera al numero 18 di Corso San Gottardo, caratterizzata da piccoli alloggi, con ridotte dimensioni in cui poter svolgere le sempre più azioni quotidiane che involgono lo spazio della casa, il progetto prevede un’invasione della corte presente al piano terreno e dei ballatoi presenti ai piani superiori, con una serie di spazi destinati a diventare “un’estensione dello spazio domestico” degli alloggi: per quanto riguarda la corte, lo spazio interessato da questo

FARE UNA VIDEOCHIAMATA LAVORARE DA CASA

lavorare, andare in palestra, correre, stare con gli altri, andare a cena fuori, seguire una lezone, andare ad una festa...

ANDARE A CENA FUORI STANDO A CASA

ALLENARSI A CASA

166


intervento, risulta essere quello compreso tra le due nuove soglie di ingresso inserite dal progetto. La strategia generale applicata all’edificio ha consentito, infatti, di riorganizzare le attività ad ora presenti al piano terra, spostandole verso le estremità dell’edificio, e consentendo così di ricavare un’intera area a disposizione dei residenti. Per quanto riguarda il ballatoio, invece, l’intervento copre, in maniera puntuale, tutta la sua estensione.

IGIENIZZARSI LE MANI

SEGUIRE UNA LEZIONE A DISTANZA

giocare, stare connessi, pranzare, cucinare, fare i compiti, lavarsi le mani, giocare... ALLESTIRE UNA FESTA

CORRERE SUL TETTO

167


L’osservazione del comportamento e delle azioni svolte dalle persone durante i periodi di quarantena determinati dalle limitazioni della pandemia (vedi cap. 1), ci ha guidato verso la definizione di questi spazi, che sono stati poi opportunamente dimensionati e collocati nella corte, in relazione all’analisi della popolazione residente all’interno dell’edificio. L’analisi mette in correlazione il tipo di residente (adulto, bambino, anziano, adulti con figli) con le azioni da questi generalmente svolte; il risultato ci ha permesso di determinare gli spazi necessari e di quantificarli. Le Cabine a Scenario Mutevole, attrezzate per ospitare attività di smart working, per un futuro in cui il lavoro sarà, sempre più, svolto dalle abitazioni, ma anche per l’allestimento di feste e incontri con gli amici, nell’ottica di poter trasformare l’edificio in un punto di ritrovo, alternativo alla città. Le Sale del Movimento Libero, utilizzabili per l’allenamento domestico, sempre più praticato dagli interni dei nostri soggiorni, che nelle palestre cittadine, ma anche per il gioco dei bambini, che si affacciano su l’Area del Movimento Libero”esterna nell’unica parte ribassata dell’edificio,

ANALISI AZIONI

168


che presenta spazi aperti di maggiore dimensione. La Stanza della Domenica dove poter cucinare con attrezzature difficilmente ritrovabili in casa, correlata ad una Stanza Aromatica, ricca di erbe e spezie messe a disposizione di tutti, nell’ottica di suggerire quel senso di comunità tipico della casa di ringhiera del passato. Una serie di salotti, spazi caratterizzati da una dimensione di benessere, dove trascorrere il tempo libero e rilassarsi, con un’attenzione particolare alla qualità dell’aria che si respira; in particolare, il Salotto di Sale in cui concedersi una pausa, tra pareti ricoperte di sale con un effetto benefico su umore, vie respiratorie, pelle; il Salotto Balsamico, ricco di piante profumate da cui lasciarsi inebriare, sdraiati su un’amaca a leggere un libro; la Camera Termale, con una vasca affacciata sulla corte in cui concedersi un bagno a fine giornata. La corte viene poi arredata con una serie di tavoli apribili, che invogliano a vivere lo spazio esterno, e non solo a utilizzarlo come luogo di passaggio: i tavoli possono diventare luoghi alternativi dove ritrovarsi con gli amici, per consumare un pasto ordinato tramite le piattaforme di consegna cibo in rete (Deliveroo, Glovoo...) che stanno praticamente sostituendo le uscite nei ristoranti e nei bar, oppure per studiare e lavorare all’esterno nelle belle giornate primaverili. L’intervento, come precedentemente spiegato, non coinvolge solo la corte esterna ma anche i ballatoi superiori; come la corte, anche questi vengono arredati con sedute apribili, volti a suggerire la sosta sul ballatoio. Le nicchie, già presenti, vengono attrezzate per diventare punti di appoggio per piccoli aperitivi, svolti anch’essi da casa ma, comunque, nello spazio pubblico dell’edificio. Diversi spazi, a scale differenti, sono destinati all’igienizzazione della persona: le soglie igienizzanti inserite nella corte e le fontanelle riqualificate, distribuite lungo il ballatoio, consentono il lavaggio delle mani lungo tutta l’estensione dell’edificio.

169


Planimetria Piano Terra PROGETTO

Planimetria Piano Terra STATO DI FATTO

170


Lavorare da casa, Seguire una lezione a distanza

1 Postazione per ogni appartamento 12 Cabine a Scenario Mutevole Andare a cena fuori stando a casa

20

Nicchie sul ballatoio

7 Tavoli apribili nella corte Fare una festa

12

Cabine a Scenario Mutevole

Allenarsi a casa, Giocare

3

Sale del Movimento Libero

1 Area del Movimento Libero Igienizzarsi

2

Soglie igienizzanti

20 Fontanelle sul ballatoio 1 Armadio Igienizzante per ogni appartamento

1

Bagno Decostruito per ogni appartamento

Prendersi una pausa

1 Salotto di Sale

1 Salotto Balsamico Spazi pubblici che dialogano con la città

1 Camera Termale 32 Sedute apribili sul ballatoio

Spazi destinati ad azioni provenienti dalla città Cucinare

Spazi destinati ad azioni provenienti dalla casa

1

Stanza della Domenica

171


Ad una scala minore, gli appartamenti vengono riconvertiti, con la stessa strategia progettuale utilizzata per la corte e i ballatoi dell’edificio; anche in questo caso, la casa viene “invasa” dalle azioni provenienti dalla città (smart working, allenamento…) e, al contempo, invade lo spazio esterno antistante, ritagliando delle piccole stanze sul ballatoio, in cui si amplifica il contatto con lo spazio esterno, che tanto è mancato, durante la quarantena, a chi viveva in ambienti privi di terrazze e balconi; il tutto accompagnato da una grande attenzione per l’igiene. Anche negli appartamenti, si è tenuto conto del tipo di inquilino, dedotto dalla metratura dello spazio dei vari alloggi, e delle sue necessità in termini di azioni e di spazi. Negli interni, il progetto ha cercato una nuova definizione degli spazi, non accontentandosi più della consolidata suddivisione degli ambienti che siamo abituati a incontrare nelle nostre case e della relativa metratura richiesta dalla normativa. Le soglie di ingresso “bidimensionali” sono diventate “tridimensionali”, degli spazi filtro, che fungano da interfaccia tra interno ed esterno; dove depositare scarpe e soprabiti in contenitori sterilizzanti. Le camere da letto sono state ripensate con un’estensione del loro utilizzo, che non prevede più solo il sonno notturno, ma anche il lavoro giornaliero, con postazioni smart working, e-learning, isolabili all’occorrenza rispetto all’intorno.

Planimetria Appartamento PROGETTO

172


Le cucine in correlazione con gli spazi intorno ad essa, sono isolate fisicamente ma mantengono la connessione visiva con gli altri ambienti; tramite arredi mobili, quali tavoli apribili, tende, queste possono liberare all’occorrenza il proprio spazio, trasformandosi in luoghi per l’allenamento da casa, oppure in punti adatti alle videochiamate di lavoro. I bagni diventano “decostruiti”, segmentati in porzioni accessibili contemporaneamente a più persone della famiglia, abbandonando l’idea di un locale bagno unico, e lavorando al concetto di un “bagno diffuso”. Lo scenario descritto non consente quasi più di distinguere tra lo spazio della città e lo spazio della casa; l’edificio presenta ora aree in cui azioni provenienti dalla casa invadono lo spazio pubblico (salotti, cucine, elementi igienizzanti, sedute…) e azioni provenienti dalla città invadono lo spazio domestico (cabine per smart working, sale per lo sport e il gioco, camere termali…). La Domesticitàè invasae, al contempo, invasiva in una casa in cui gli ambienti si contaminano fra di loro a seconda delle esigenze degli utenti.

Lavorare da casa, Seguire una lezione a distanza

1 Postazione per ogni appartamento 12 Cabine a Scenario Mutevole Andare a cena fuori stando a casa

20

Nicchie sul ballatoio

7 Tavoli apribili nella corte Fare una festa

12

Cabine a Scenario Mutevole

Allenarsi a casa, Giocare

Planimetria Appartamento STATO DI FATTO

3

Sale del Movimento Libero

1 Area del Movimento Libero Igienizzarsi

2

Soglie igienizzanti

20 Fontanelle sul ballatoio 1 Armadio Igienizzante per ogni appartamento

1

Bagno Decostruito per ogni appartamento

Prendersi una pausa

1 Salotto di Sale

1 Salotto Balsamico Spazi pubblici che dialogano con la città

1 Camera Termale 32 Sedute apribili sul ballatoio

Spazi destinati ad azioni provenienti dalla città Cucinare

Spazi destinati ad azioni provenienti dalla casa

1

Stanza della Domenica

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SCHEMI SOVRAPPOSTI

Il progetto lavora con un approccio rispettoso del manufatto storico su cui agisce; l’edificio di Corso San Gottardo 18 non subisce modifiche che ne mettano in discussione il carattere estetico, distributivo o tipologico, nella consapevolezza dell’importanza storica che il complesso possiede. Tutto l’intervento è riassumibile in un unico grande layer aggiunto, rispettoso nei confronti del passato dell’edificio storico, ma anche di un futuro, in cui necessità e abitudini domestiche possono sempre cambiare. 175


Cedric Price, Six Strategies for Existing Buildings 176


L’intervento ha un approccio frammentario, e lavora su alcune aree dell’edificio, mentre ne trascura altre, proponendo principalmente innesti e piccole demolizioni, tranne in qualche caso specifico. Riconvertire, non riutilizzare o demolire, gli spazi è la strategia messa in atto; come sottolineato dagli architetti Lacaton & Vassal, “In un mondo post-pandemico […]…la trasformazione è l’opportunità per fare di più e meglio con ciò che esiste”. Gli interni, quelli appartenenti all’area centrale della corte, che ospitano i nuovi spazi dell’abitare, vengono trasformati tramite l’utilizzo di strutture leggere metalliche che sorreggono pareti di policarbonato agganciate all’edificio e podi appoggiati sopra le pavimentazionipresistenti. A caratterizzare questi ambienti, interviene un uso dell’arredo che si adatta alle necessità degli spazi, con diverse soluzioni. Alcuni tra questi spazi, (la Cabina a Scenario Mutevole, la Sala del Movimento Libero) vengono concepiti come veri e propri dispositivi, che si layerizzano su un contesto esistente, ma che possiedono una propria identità indipendentemente da questo. Questo processo coinvolge anche la Soglia Igienizzante: essa si presenta come l’unico e vero volume aggiunto all’edificio dal lato dell’ingresso che affaccia su Ascanio Sforza, mentre si adatta ad uno spazio esistente dalla parte di Corso San Gottardo.

177


Gli interventi nello spazio esterno prevedono principalmente innesti di piccole e medie dimensioni: è il caso dei tavoli e delle sedute apribili, realizzati con sistemi montati a secco sugli archi esistenti nella corte o sulle facciate interne dell’edificio, della cablatura lineare che si appoggia al ballatoio, dei sistemi di recupero e depurazione dell’acqua (waterwall), che lavorano con i pluviali che corrono verso terra dal tetto della casa. Anche i sistemi che integrano la vegetazione nella corte, si servono di strutture layerizzabili: vengono utilizzati dei podi per l’inserimento di piccoli prati domestici, che si appoggiano sulla pavimentazione a ciottoli della corte, mentre

CORTE

Planimetria Piano Terra

178

Aggiunte


alberi e piante, sono contenuti all’interno di vasche con dimensioni tra 60 e 90 cm. L’unico innesto di grande dimensione proposto dal progetto riguarda il Supertubo, che attraversa uno dei corpi dell’edificio perforandolo con un buco di diametro pari ai 35 cm del suo ingombro. L’intervento prevede inoltre la realizzazione di una serie di varchi all’interno del corpo centrale del complesso, tramite lo sfondamento di alcuni tamponamenti che caratterizzano gli archi esistenti: l’obiettivo è quello di aumentare la ventilazione della corte e di sfruttare la parte antistante l’edificio per posizionarvi gli ingressi ad alcuni spazi.

179


APPARTAMENTI

Per quanto riguarda gli appartamenti, il progetto prevede, nella maggior parte dei casi, delle piccole demolizioni che possono riguardare i muri divisori fra due alloggi, i muri divisori all’interno degli appartamenti stessi oppure la sostituzione di alcuni infissi. Le aggiunte consistono, in questi casi, principalmente nell’inserimento di arredi, pareti leggere, e piccoli podi.

180

Healt Robinson, How to live in a Flat, 1937


1

STANZA DENTROFUORI

Aggiunte

Planimetria Appartamento

181


2

ENGAWA

Aggiunte

Planimetria Appartamento

182


3

GIARDINO SUL BALLATOIO

Aggiunte

Planimetria Appartamento

183


184


IGIENE e BENESSERE

Tema cardine del progetto è l’attenzione alla salubrità degli ambienti, una delle lezioni che più abbiamo imparato dal particolare periodo storico in cui stiamo vivendo: il progetto affronta questa tematica lavorando sulla qualità dell’aria e dell’ambiente nell’edificio, sui processi che coinvolgono l’igienizzazione della persona al rientro a casa, sui sistemi capaci di “controllare” lo spazio in modo da non suggerire affollamenti di persone, sulla definizione di una dimensione di benessere, che entri a far parte e completi l’idea di una casa “salubre”. 185


gestione isola di calore

controllo irraggiamento VEGETAZIONE

controllo flussi di ventilazione CLIMATIZZAZIONE AMBIENTI NON CONFINATI

controllo qualità dell’aria

SUOLO

mitigazione temperatura

assorbimento acque meteoriche

GESTIONE RISORSE IDRICHE

depurazione acque grigie ACQUA

mantenimento vegetazione

Strategia Microclimatica 186

contrasto inquinamento acustico


Nel cuore della corte, l’intervento posiziona due spazi verdi, in cui aria, vegetazione, acqua lavorano insieme per migliorare il microclima dell’edificio. Le Oasi, sono caratterizzate da piccoli prati domestici, posizionati su dei podi, che dividono lo spazio verde dallo spazio di passaggio della corte. Il posizionamento di questi spazi, sfrutta la rientranza della corte, dove sono posizionati i punti di risalita ai ballatoi superiori dell’edificio; essendo queste aree posizionate a sud, per la maggior parte dell’anno sono raggiunte dalla luce, anche quando il resto della corte rimane ombrosa. D’estate grazie ad alcune alberature caducifogle contenute in appositi vasi, i forti raggi solari vengono assorbiti dal fogliame, evitando al sole di inondare completamente l’ambiente.

1 mt ELEMENTI IGIENIZZANTI

PERMEABILITÀ CONTROLLATA

OASI

VENTILAZIONE

BENESSERE FISICO

187


188


189


I prati verdi dialogano con due dispositivi di raccolta, messa in ricircolo e depurazione delle acque piovane: i waterwall, posizionati lungo le facciate cieche degli edifici. Questi sistemi raccolgono l’acqua piovana proveniente dai pluviali, la depurano attraverso dei filtri che eliminano gli elementi nocivi all’interno e la rimettono in movimento, tramite delle piccole cascate. L’acqua in movimento raffresca e agisce sul microclima ambientale, migliorandone la condizione e, inoltre, viene riutilizzata per l’irrigazione delle vasche contenenti la vegetazione con cui il sistema è collegato.

WATERWALL

Pluviali

190

VASCHE PER LA VEGETAZIONE: irrigate tramite il riuso dell’acqua piovana purificata

FILTRO DEPURATORE: l’acqua piovana viene purificata prima di essere rimessa in circolazione

WATER- WALL: l’acqua purificata viene rimessa in circolo, per mitigare la temperatura esterna.

LINEA D’ACQUA: L’acqua purificata viene utilizzata per l’innaffiamento della vegetazione


Il lavoro sulla qualità dell’aria è accompagnato anche da un intervento sulla micro ventilazione: i varchi aperti al piano terra creano un passaggio di aria maggiore all’interno dell’edificio, cosa che avviene, negli appartamenti, grazie al posizionamento della Stanza DentroFuori e alle nuove finestre inserite. Oltre ad assolvere a questa funzione, i varchi consentono anche di esercitare un maggiore controllo sulla circolazione delle persone all’interno dell’edificio, altro insegnamento che stiamo ereditando dalla pandemia in atto; gli ingressi ad alcuni spazi del piano terra sono stati infatti posizionati sul corridoio che corre dietro l’edificio al centro della corte: in questo modo, quel corridoio fino a questo momento inutilizzato, viene incluso nello spazio complessivo del piano terra.

Planimetria Piano Terra

VENTILAZIONE 191


ELEMENTI IGIENIZZANTI

Parlando di permeabilità e circolazione “controllate”, si può dire che l’intervento principale sia rappresentato dalle Soglie Igienizzanti poste all’estremità dello spazio centrale della corte; esse rispondono spazialmente ad un rituale sempre più diffuso nella nostra quotidianità che non trova, al giorno d’oggi, un riscontro all’interno degli spazi dei nostri edifici: l’igienizzazione delle mani e degli oggetti “contaminati” provenienti dalla città. Questi spazi rappresentano dei veri e propri filtri capaci di garantire un maggior livello di igiene all’interno dell’edifico: a queste si sommano, nel nostro intervento diverse fontanelle disseminate lungo i ballatoi ai piani superiori, elementi già esistenti allo stato di fatto dell’edificio che il progetto si preoccupa di riqualificare in coerenza con gli obiettivi posti. Nelle Stanze DentroFuori, la presenza di armadi igienizzanti a cavallo tra l’interno e l’esterno consente, ancora prima di entrare nello spazio domestico, la sterilizzazione di cappotti e scarpe provenienti dal mondo esterno.

192

esterno

interno O3

ARMADI GIENIZZANTI


SOGLIE IGIENIZZANTI

193


L’intervento ingloba nel suo iter progettuale anche un altro tipo di attenzione, suggerita dagli eventi pandemici in corso: il rischio dettato dalla possibile contaminazione tramite il tocco degli oggetti e la necessità di una nuova formula per la definizione degli spazi che tenga conto della famosa “distanza sociale” di cui tanto abbiamo sentito parlare in questi ultimi tempi. A tal proposito, il progetto garantisce che gli accesi inseriti siano caratterizzati da porte automatiche e da sistemi di riconoscimento facciale che evitino il contatto diretto tra la persona e l’oggetto. Inoltre, nel disegno dell’arredo e dello spazio, la distanza di un metro viene garantita da opportuni accorgimenti; i tavoli componibili presenti nelle Cabine a Scenario Mutevole, ad esempio, sono dimensionati così da garantire in tutte le loro possibili composizioni, un opportuno distanziamento sociale.

1 mt

> 1 metro

IN

OUT

DOPPI ACCESSI

IN

194

PORTE AUTOMATICHE

PERMEABILITÀ CONTROLLATA

DISTANZA SOCIALE

Residenti

Operatori

IN

OUT OUT

Punto Smistamento Rifiuti

Punto Stoccacchio Pacchi


BENESSERE Infine, nell’edificio, affacciati sugli spazi verdi, ritroviamo alcuni spazi legati alla dimensione del benessere, in cui quest’ultimo non rappresenta la principale motivazione per cui recarsi in questi ambienti, ma fa da sfondo ad altre attività, quali il relax, la lettura, il gioco. I tre spazi lavorano rispettivamente con tre elementi; aria, vegetazione, acqua.

SALOTTO DI SALE

SALOTTO BALSAMICO

CAMERA TERMALE

Una stanza in cui parete, pavimento, soffitto sono ricoperti di sale secco. L’esperienza del salotto si basa sull’inalazione del cloruro di sodio in alta concentrazione che, venendo ionizzato attraverso un getto speciale, rilascia le sue proprietà nell’aria, particolarmente benefiche per il sistema respiratorio, la pelle e l’umore. L’aria diventa pulita, senza alcuna sostanza inquinante, assolutamente secca, con un’umidità media del 50%. La temperatura non rende necessario, avere un abbigliamento particolare.

Il salotto prevede il posizionamento, all’interno della stanza, di una serie di piante balsamiche i cui odori e profumi hanno, una volta inalati un effetto positivo sugli apparati respiratori.

Con la sua vasca d’acqua, la camera termale ha un effetto rigenerante e rinvigorente sulla pelle.

195


196


ABITAPP e SUPERTUBO

L’intervento si confronta con la dimensione digitale del progetto, affidandogli un ruolo fondamentale sia per quanto riguarda la gestione dell’edificio, sia per quanto riguarda l’interazione fra i residenti che lo popolano. Il periodo di confinamento che stiamo vivendo ha affidato alla dimensione digitale un ruolo privilegiato all’interno delle nostre case, delle nostre giornate, dei nostri rituali, per necessità legate ad esigenze lavorative, scolastiche, universitarie certo, ma anche (e forse principalmente) come strumento di comunicazione e interazione con il mondo esterno; questo ci ha condotto ad integrare il digitale all’interno della progettazione dell’intervento architettonico, considerandolo come un elemento di progetto al pari di tutti gli altri. 197


Un nuovo paesaggio domestico, prevede la parallela progettazione dell’applicazione ABITAPP. L’app prevede la registrazione di ogni abitante di Corso San Gottardo e la creazione di un account residente, costituito dal proprio Nome, Cognome, Numero dell’appartamento, Scansione viso, Codice Utente, al quale vengono assegnate un tot di ore mensili di fruizione privata degli spazi prenotabili. In questo modo ogni residente, può generare una propria identità digitale di “abitante di Corso San Gottardo 18”, e usufruire dei servizi che l’app propone, inserendo il proprio Codice Utente. L’app è investita da una duplice funzione: da un lato, permane nello spazio virtuale assumendo il ruolo di bacheca digitale, per avvisi, eventi e informazioni; dall’altro lato l’app “entra” all’interno dello spazio fisico dell’edificio e offre la possibilità di selezionare uno spazio sulla mappa per controllarne l’afflusso di persone in tempo reale, suggerendo una fruizione dell’edificio omogenea e non concentrata; aprirlo se si tratta di uno spazio ad accesso limitato; prenotarlo, se si stratta di uno spazio prenotabile. E’ il caso della Cabina a Scenario Mutevole, della Sala del Movimento Libero e delle porte di accesso automatiche (alla scala dell’edificio e del singolo appartamento) inserite dall’intervento. ABITAPP si serve di un sistema che lavora con riconoscimenti facciali, QR-code e codicidi accesso, tutti processi che rendono superfluo il contatto diretto con gli oggetti con il quale interagiscono e che, dunque, permettono di esercitare un controllo maggiore sulla salubrità dell’ambiente.

ABITAPP

Nel caso, ad esempio, della Cabina a Scenario Mutevole, il residente che lavora in smart working può prenotare, attraverso l’app, la cabina per un massimo di ore settimanali, così da garantire la possibilità a tutti i residenti di usufruire in maniere equa degli spazi a disposizione. Lo stesso processo coinvolge la Sala del Movimento Libero. È inoltre possibile, tramite ABITAPP, gestire la temperatura e la potenza della lucepresente in questi spazi, a seconda delle proprie esigenze.

198

L’apertura delle porte di accesso automatiche, invece, può avvenire in una duplice maniera: tramite il riconoscimento facciale, o tramite l’app. In quest’ultimo caso, per sbloccare un accesso, il residente inquadra il QR-code della porta e digita il proprio Codice Utente sul telefono, il tutto senza dover toccare la porta in alcun modo. L’app consente, inoltre, di generare un codice di accesso temporaneo (numerico)da condividere con un ospite, che inquadrando il QR-code di una Soglia Igienizzante e digitando il codice ricevuto, potrà sbloccarla e entrarenell’edificio. Come anticipato, l’app mette a disposizione dei residenti anche una bacheca digitale, che consente una serie di interazioni tra gli abitanti dell’edificio: è possibile cercare un altro residente digitando il suo Nome ed il suo Cognome, selezionare il suo account residente ed inviargli un messaggio privato; ogni residente può lasciare in bacheca un post-it virtuale, visibile a tutti gli altri residenti: è possibile creare un evento collettivo che coinvolga tutti gli abitanti e scoprire gli eventi collettivi in programma nell’edificio creati dagli altri utenti. Infine, è possibile visualizzare tutti i messaggi privati scambiati con gli altri residenti ed iniziare una nuova conversazione virtuale, nella sezione “chiacchere”.


Come evidente dal suo funzionamento, ABITAPP non è solo un strumento che si serve del digitale per gestire l’edificio: essa si prefigura come qualcosa in grado di mettere in moto un sistema di interazioni, capaci di rendere “vivo” e “attivo” l’edificio, di stimolare la partecipazione dei residenti ad una dimensione comunitaria, che ritrovi, tramite il digitale, una nuova forma di socialità ispirata a quella della casa di ringhiera dei tempi passati e a quella che abbiamo osservato nei giorni di confinamento determinati dall’emergenza sanitaria.

ACCOUNT RESIDENTE ACCOUNT RESIDENTE NOME: NOME: ******* ******* COGNOME COGNOME******* ******* 08:46SCANSIONE VISO: SCANSIONE VISO:

08:46

08:46

ABITAPP ABITAPP 3

1

1

CODICE UTENTE: *******

N° APPARTAMENTO: CODICE UTENTE: ** ******* N° APPARTAMENTO: **

apri il tuo appartamento

1

Nome

cerca

SMART HOME

1

3

Nome

cerca bacheca

bacheca

Scrivi un post virtuale...

Antonio il Portinaio

1h

Scrivi un post virtuale...

Avviso tutti i residenti di San Gottardo 18 che il giorno 28 aprile Antonio il Portinaio avrà luogo una festa 1h

Avviso Mariotutti Rossii residenti di San 1h Gottardo 18 che il giorno 28 aprile Sarò via per il weekend, qualcuno avrà luogo una festa potrebbe annaffiare il mio basilico?

Mario Rossi

1h

prenota una smart-box

Sarò via per il weekend, qualcuno potrebbe annaffiare il mio basilico?

199

prenota una e-learning room


b

eventi CREA UN NUOVO EVENTO 3

In questa sezione di ABITAPP è possibile creare un evento collettivo che coinvolga tutti i residenti e scoprire gli eventi collettivi in programma nell’edificio creati dagli altri utenti.

IL TUO PACCODEL TUO APPARTAMENTO APRI PORTA 1 LA E’ STATO CONSEGNATO Quando arriva un pacco per un residente, ABITAPP invia una notifica di avvenuta consegna, contentente le indicazioni riguardo la collocazione del pacco all’interno dell’edifcio (Uscita Supertubo U e Box).

LUCE INTELLIGENTE

PRENOTA UNO SPAZIO

E’ possibile, tramite ABITAPP, gestire la temperatura della luce a seconda delle proprie esigenze: questo vale per gli spazi prenotabili e per le Stanze DentroFuori.

Ogni residente può prenotare, per un massimo di ore settimanali, le Sale del Movimento Libero e le Cabine a Scenario Mutevole, per farne temporaneamente un utilizzo privato.

L’edificio è attraversato da una cablatura lineare che si appoggia alla struttura del ballatoio e che permette la connessione alla corrente e l’utilizzo di apparecchiature digitali anche all’esterno.

200

MAPPA SELEZIONA uno spazio E’ possibile selezionare uno spazio sulla mappa per controllare l’afflusso di persone in tempo reale; aprirlo se si tratta di uno spazio ad accesso limitato; prenotarlo, si stratta di uno spazio prenotabile.

SUPERTUBO RITIRA IL TUO PACCO

BALLATOIO CABLATO

O p

SCOPRI I NUOVI EVENTI IN PROGRAMMA

INVITo CODICE TEMPORANEO E’ possibile generare un Codice di Accesso temporaneo (numerico) da condividere con qualcuno per consentirgli di aprire le Soglie Igienizzanti ed entrare nell’edificio.


1h

Sarò via per il weekend, qualcuno potrebbe annaffiare il mio basilico?

bacheca SCRIVI UN POST VIRTUALE

cerca un altro residente

Ogni residente può lasciare in bacheca un post-it virtuale, visibile a tutti gli altri residenti.

E’ possibile cercare un altro residente digitando il suo Nome ed il suo Cognome, selezionarlo il suo account residente ed inviargli un messaggio privato.

ACCEDI APRI UNA PORTA L’apertura delle porte può avvenire in una duplice maniera: tramite il riconoscimento o tramite ABITAPP. In questo caso, per sbloccare l’ingresso, il residente inquadra il QR-code della porta e digita il proprio Codice Utente.

CHIACCHIERE NUOVO MESSAGGIO In questa sezione di ABITAPP puoi visualizzare tutti i messaggi privati scambiati con gli altri residenti ed iniziare una nuova conversazione virtuale.

ACCOUNT RESIDENTE NOME: ******* COGNOME ******* SCANSIONE VISO:

08:46

ABITAPP 3

1

1

Nome

cerca

bacheca CODICE UTENTE: ******* N° APPARTAMENTO: **

Scrivi un post virtuale... Antonio il Portinaio

1h

Avviso tutti i residenti di San Gottardo 18 che il giorno 28 aprile avrà luogo una festa Mario Rossi

1h

Sarò via per il weekend, qualcuno potrebbe annaffiare il mio basilico?

201


SUPERTUBO 202

Il ricorso alla dimensione digitale si combina al ricorso ad una dimensione di carattere tecnologico, capace di velocizzare alcuni processi che coinvolgono l’edificio. È il caso dell’innesto a larga scala che proponiamo per una più efficiente distribuzione dei pacchi ordinati tramite piattaforme online di consegna a domicilio per i residenti: il Supertubo. L’intervento prevede l’introduzione di un lungo tubo in PVC, di diametro pari a 35 cm, capace di attraversare l’edificio per quasi tutta la sua lunghezza, perforando una piccola porzione delle pareti che attraversa. Questo tubo ha la funzione di trasportare pacchi di piccole dimensioni all’interno dell’edificio, fino ai ballatoi, dove alcuni locali vengono trasformati in punti di smistamento (U1, U2, U3): in tre punti dell’edificio, il Supertubo perfora i solai e risale fino ai ballatoi, così da poter servire in maniera ben distribuita gli appartamenti. Osservato il rapido aumento dell’uso delle piattaforme di shopping online, avvenuto in questi ultimi mesi, ci è sembrato in tema, ragionare su un sistema in grado di gestire questo processo in una maniera più “smart” e veloce. Il dimensionamento del tubo si basa sulle dimensioni medie dei pacchi consegnati da piattaforme digitali di consegna, come Amazon. Il tubo è caratterizzato da un funzionamento che richiama quello della posta pneumatica,un sistema inventato nell’800 per il trasporto rapido di messaggi urgenti: si tratta di un meccanismo di recapito oggetti in cui la trasmissione di contenitori cilindrici all’interno delle tubazioni avviene tramite l’aria compressa o con ventilatori in grado di generare il vuoto. Questo sistema applicato all’edificio consente di far “viaggiare” i pacchi direttamente dalla città al destinatario, senza dover includere nel processo figure terze, come i portinai e senza costringere le persone a incontrare direttamente il corriere. L’intervento si appoggia alla finestra presente al piano terra che caratterizza la facciata dell’edificio su Corso San Gottardo; questa viene riconvertita nel punto di ingresso pacchi nel tubo, così che il corriere, possa svolgere questa operazione senza neanche dover varcare la soglia del complesso, direttamente dalla strada esterna. È previsto, inoltre, il posizionamento di un punto di stoccaggio(U0) per i pacchi di dimensioni superiori a quelli contenibili all’interno del Supertubo, posizionato all’interno dell’edificio, nell’area che dialoga con via Ascanio Sforza. Il Supertubo, i punti smistamento, e il punto di stoccaggio sono tutti interamente gestiti da ABITAPP: quando un pacco viene depositato nel punto di stoccaggio U0 o arriva ad uno dei punti di smistamento U1, U2, U3 dopo aver viaggiato nel Supertubo, il nome ed il cognome del residente destinatario vengono scannerizzati automaticamente e ABITAPP invia una notifica di avvenuta consegna, contenente le indicazioni riguardo la collocazione del pacco all’interno dell’edifico (U0, U1, U2 o U3 e Box). In questa fase il residente sceglie se ritirare il pacco subito (entro 15 minuti) o tardivamente (entro 5 giorni). In ogni caso, per il ritiro è sufficiente che il residente si rechi nell’area indicata, inquadri il QR code relativo alla specifica Box in cui è contenuto il suo pacco, ed inserisca il proprio Codice Utente per aprirla. Anche questo processo, come l’apertura delle porte, avviene senza che ci sia bisogno di alcun contatto fisico tra l’utente e la Box da aprire. L’intervento, immagina un sistema che si vada a sostituire a quello della cassetta delle lettere: al giorno d’oggi, infatti, poche persone ricevono lettere ma tutti ricevono pacchi, e questo dato è destinato ad incrementare sempre di più nel prossimo futuro. Il progetto affronta questa problematica da un punto di vista tecnologico, e si affida al digitale per la sua gestione.


Futurama, Tubi depressurizzati che attraversano New York

Uscita Supertubo U2

Uscita Supertubo U2

Stoccaggio pacchi Supertubo U0

Uscita Supertubo U1

Supertubo U0 Per tutti i pacchi di dimensioni > 30x30cm Supertubo U1

30 appartamenti serviti Supertubo U2

30 appartamenti serviti Supertubo U3

26 appartamenti serviti

Ingresso Supertub

203


204


A0

02

07

08

08:46

03

04

SUPERTUBO 09

10

Il Tuo pacco è stato Puoi ritirarlo qui: consegnato Supertubo U3 Box 09

05

06

Per aprire la Box, inquadra il 11 QR-code ed inserisci il 12tuo Codice Utente

* * * * * * * 205


206


DISPOSITIVI

L’intervento ha selezionato una serie di spazi da trattare in maniera più approfondita: si tratta degli spazi più significativi in relazione all’obiettivo teorico proposto dal progetto, con un focus sull’aspetto compositivo, materico e illuminotecnico. Ogni spazio approfondisce i principali punti affrontati dal progetto, salubrità, digitale, azioni dalla casa e dalla città, layerizzazione, e risponde alle “categorie” individuate e da noi utilizzate per caratterizzare gli spazi. 207


SOGLIA IGIENIZZANTE 208

CONCEPT

La Soglia Igienizzante posta alle due “nuove” estremità dell’edificio, è caratterizzata da una serie di elementi che suggeriscono uno specifico rituale: l’igienizzazione prima dell’ingresso nell’edificio che, nella nostra idea progettuale, non coinvolge solo le mani, ma anche le scarpe e gli oggetti che si hanno con sé, in un processo che assomiglia ad una sorta di “decontaminazione” dal mondo esterno prima dell’ingresso nell’oasi della casa di ringhiera.


Assonometria PROGETTO

LAYERIZZAZIONE

Inquadramento

209


Da un punto di vista compositivo, questo spazio è delimitato da una parete composta da pannelli in policarbonato e montanti in acciaio, che protegge ma, allo stesso tempo lascia intravedere l’oasi retrostante. All’interno della parete è contenuta la porta, una versione tecnologica di quella dell’ingresso milanese, in acciaio e vetro colorato, costituita da una parte fissa e una scorrevole che si attiva grazie al riconoscimento facciale: è questo il nuovo accesso principale all’edificio, che limita i contatti tra la persona e la porta di ingresso, velocizzando il processo tramite sistemi tecnologici.

RITUALE

1

Riconoscimento Facciale

2

Igienizzazione delle scarpe

3

4

Deposito temporaneo degli oggetti

5

Lavaggio delle mani

Igienizzazione biciletta tramite luce UV

Planimetria PROGETTO 210


211


212


CONTAMINAZIONE [tra domestico e urbano]

SIMULTANEITA’ [delle azioni]

LAYERIZZAZIONE

BENESSERE

VENTILAZIONE

VEGETAZIONE

A sormontare posizioniamo una copertura sorretta da travi in acciaio che si appoggiano alla struttura esistente; la copertura ha il compito di proteggere lo spazio dalle intemperie del tempo, suggerendo ai residenti la sosta e lo svolgimento il rituale dell’igienizzazione in qualsiasi condizione metereologica. Al contempo, al piano superiore rappresenta una sorta di piazzetta sospesa che unisce i due ballatoi. L’intero rituale si svolge al di sopra di un podio rivestito in graniglia e modellato dalle seguenti: un semicerchio in fibra di cocco per l’igienizzazione delle scarpe, un solco che divide il podio in due e facilita il passaggio delle biciclette, un cilindro per posizionare gli oggetti, e unadi vasca totemica realizzata in corian per il lavaggio delle mani. Tutti gli elementi sono posizionati in modo tale da garantire un’opportuna distanza tra la successione dei rituali di igienizzazione. Sezione PROGETTO

ACQUA

IGIENE

PERMEABILITA’ [controllata]

08:46

1

ABITAPP

DISTANZA SOCIALE

DIGITALE

[per la gestione]

CONNESSIONE

AUTOMAZIONE

ALLESTIMENTO [per il digiale]

PERSONALIZZAZIONE [dello spazio]

CATEGORIE

metro

3

1

1

Nome

cerca Per aprire la Soglia Igienizzante, inquadra il QR-code ed inserisci il tuo Codice Utente

* * * * * * * APRI

213


214


215


ILLUMINAZIONE

Per questo spazio prevediamo una luce generale proveniente dall’alto, costituita da una strip led che traccia il percorso del rituale; una luce focale inserita all’interno della vasca, che ne illumina la superficie verticale dal basso e ne accentua l’aspetto totemico rendendola più “allungata”. Inoltre, prevediamo che una luce UV illumini dall’alto il manubrio delle biciclette, in modo tale da igienizzarle prima che vengano riposte negli appositi “Ostelli”.

216

2700 K Uplight Led

Planimetria

3800 K Strip Led

UV IGIENIZZANTE Led a sospensione

Sezione


217

MOODBOARD MATERICO


CABINA A SCENARIO MUTEVOLE 218

CONCEPT

La Cabina a Scenario Mutevole è stata posizionata in diversi punti del piano terra, ed è stata progettata per una duplice finalità: essere un luogo in cui poter lavorare in smart working ma anche in cui poter organizzare feste e ritrovarsi con gli amici. Seppur così diverse tra loro, queste azioni per essere svolte necessitano entrambe un accurato allestimento dello spazio, che rimanda alle idee di ”apparecchiare una tavola”, ”disporre un set”, ”mettere in scena una videochiamata di lavoro”. Perciò da una parte la Cabina è pensata come uno spazio flessibile in grado di rispondere a necessità molto diverse, dall’altra è pensata come una scenografia, nella quale di volta in volta gli oggetti messi a disposizione entrano ed escono dalla scena. Da questa riflessione scaturisce il nome di Cabina a Scenario Mutevole.


Assonometria PROGETTO

LAYERIZZAZIONE

Inquadramento

219


SCENOGRAFIE MUTEVOLI

Chi lavora da casa, abbiamo osservato, necessita di avere a propria disposizione una postazione comoda, opportunatamente illuminata, isolarsi rispetto al contesto in cui è inserito, allestire uno sfondo adeguato alle videochiamate di lavoro, ritagliarsi un momento “relax” per prendersi una pausa. Questo si traduce in spazi apribili e chiudibili, con elementi facili da spostare a seconda delle proprie necessità, illuminati in maniera consona, con aree a contatto con l’esterno e con un supporto tecnologico adeguato. La festa domestica e il ritrovo con gli amici presentano necessità di carattere differente, ma con soluzioni formali tendenzialmente simili. Cenare insieme, ballare, guardare un film, ascoltare della musica, giocare ai giochi da tavolo, sono azioni molto diverse da quelle precedentemente descritte, ma la traduzione spaziale non è poi così diversa: anche in questo caso, lo spazio deve potersi aprire a chiudere a seconda del numero di persone che partecipano, gli arredi devono essere facili da spostare per “liberare” lo spazio, il supporto tecnologico deve essere adeguato, e il contatto con l’esterno non può mancare.

220

1

Smart Working e Videochiamate di lavoro

2

Festa e Ritrovo con gli amici

3

Pausa a contatto con l’esterno


221


222


CONTAMINAZIONE [tra domestico e urbano]

SIMULTANEITA’ [delle azioni]

LAYERIZZAZIONE

BENESSERE

VENTILAZIONE

VEGETAZIONE

ACQUA

IGIENE

PERMEABILITA’ [controllata]

1

Nella Cabina entrano in gioco pareti apribili in policarbonato, che permettono di delimitare gli spazi senza separarli del tutto visivamente anche attraverso degli oblò ; i due binari sospesi su cui scorrono con gli oggetti di scena (tende fonoassorbenti, la lampada direzionabile e lo schermi) da poter trasportare nella stanza a seconda delle necessità, tavoli in PVC “leggerisimi” da spostare e all’occorrenza da unire in diverse combinazioni che suggeriscono tutte un adeguato distanziamento tra gli utenti. Inoltre, il progetto ricerca un contatto con la facciata dell’edificio esistente, per poter sfruttare lo spazio che dialoga con l’esterno, ben illuminato e affacciato su uno spazio verde. La porta finestra che affaccia sulla corte si converte in un abitacolo che sporge dalla facciata, configurandosi come un luogo dello stare, con una seduta richiudibile che, all’occorrenza, consente l’uscita sullo spazio verde. In questo modo, essa diventa uno spazio relax per le pause degli smart workers, ma consente anche la diretta fruizione dello spazio verde esterno. Non solo la gestione, ma anche la prenotazione delle Cabine è affidata all’app, che consente un tot di prenotazioni a ciascun residente, così da regolarne l’accesso. La parte retrostante la cabina, viene utilizzata per posizionarvi l’ingresso, anche in questo caso gestito da porte automatiche che limitano i contatti diretti tra i fruitori e le porte. A disposizione dei residenti, e sempre prenotabili e gestibili tramite l’APP, si posizionano degli armadietti per la deposizione temporanea dei propri oggetti. Sezione PROGETTO 08:46

DISTANZA SOCIALE

ABITAPP

DIGITALE

[per la gestione]

CONNESSIONE

AUTOMAZIONE

ALLESTIMENTO [per il digiale]

PERSONALIZZAZIONE [dello spazio]

CATEGORIE

metro

3

1

1

Nome

cerca

CABINA

A SCENARIO MUTEVOLE

Feb 2021 Mar 2021 Apr 2021 Mag 2021 Giu 2021

26 Lun 27 Mar 28 Mer 29 Gio 30 VEn

14 : 00 15 : 00 16 : 00 17 : 00 18 : 00

PRENOTA 223


224


225


ILLUMINAZIONE

Per questo spazio abbiamo previsto due luci puntuali a temperatura differente: la prima è una lampada direzionabile collegata al binario caratterizzata da una temperatura fredda, per stimolare la concentrazione e il lavoro; la seconda è una strip led inserita nell’abitacolo e caratterizzata da una temperatura calda per suggerire un ambiente di comfort e relax. Per la luce generale abbiamo invece previsto una serie didown light led dotati di un sistema intelligente controllabile attraverso ABITAPP, che permette di modificarne la temperatura a seconda dell’utilizzo che si sta facendo dello spazio.

226

2700 K Strip Led

Planimetria

Temperatura regolabile Downlight Led

5000 K: Led a sospensione

Sezione


227

MOODBOARD MATERICO


SALA DEL MOVIMENTO LIBERO 228

CONCEPT

La Sala del Movimento Libero ha seguito, nella progettazione, un iter simile a quello che ha coinvolto la Cabina: anch’essa è caratterizzata con lo scopo di ospitare al suo interno due diverse azioni che tuttavia presentano delle affinità. In questo caso, essa è stata concepita per essere un luogo in cui allenarsi e fare sport per coloro che fanno work out “da casa”, ma anche uno spazio dove poter giocare, pensato per i bambini che vivono in appartamenti di piccole dimensioni, nei quali è difficile che abbiamo un loro spazio dedicato. In questo caso il fattore comune tra le due azioni è la necessità di spazio libero, dove potersi muovere in sicurezza.


Assonometria PROGETTO

LAYERIZZAZIONE

Inquadramento

229


L’accesso alla Sala avviene da uno spazio esterno protetto, che da corridoio inutilizzato, viene riconvertito in spazio vissuto grazie all’inserimento di una pavimentazione gommata antiscivolo, che permette ai bambini di correre liberamente, e di una serie di elementi tubolari a supporto dell’attività sportiva all’aperto. La Sala, per permettere il “movimento libero”, si presenta prevalentemente vuota: come unico ostacolo il dislivello del podio in gomma antitrauma, che nell’ottica di una maggior attenzione all’igiene, suggerisce un cambio di scarpe prima di salirvi.

SCENOGRAFIE MUTEVOLI

Planimetria PROGETTO

230

1

Allenamento con Digital Trainers

2

Gioco

3

Sport all’esterno


231


232


CONTAMINAZIONE [tra domestico e urbano]

SIMULTANEITA’ [delle azioni]

LAYERIZZAZIONE

BENESSERE

Al di sopra del podio, prevediamo il “tappeto puzzle” costituito da una serie di elementi componibili e impilabili, in grado di favorire la pratica di alcuni esercizi di allenamento fisico, oppure di essere usati a piacimento dai bambini. I restanti elementi si concentrano lungo le pareti: gli specchi, indispensabili per osservarsi mentre si svolgono degli esercizi di allenamento e all’occorrenza schermabili da una tenda colorata che trasforma la Sala in uno spazio di gioco, lo schermo, utilizzabile da chi si allena per collegarsi con i propri “Digital Trainers”, ma anche dai bambini per i giochi online o la playstation. Una delle pareti, quasi interamente vetrata, si configura come finestra arredata, grazie a degli elementi tubolari a supporto dell’attività sportiva.

VENTILAZIONE

VEGETAZIONE

Sezione PROGETTO

ACQUA

IGIENE

PERMEABILITA’ [controllata]

08:46

1

ABITAPP

DISTANZA SOCIALE

metro

DIGITALE

[per la gestione]

CONNESSIONE

AUTOMAZIONE

ALLESTIMENTO [per il digiale]

PERSONALIZZAZIONE [dello spazio]

CATEGORIE

3

1

1

Nome

cerca

SAla

DEL MOVIMENTO LIBERO

Feb 2021 Mar 2021 Apr 2021 Mag 2021 Giu 2021

26 Lun 27 Mar 28 Mer 29 Gio 30 VEn

14 : 00 15 : 00 16 : 00 17 : 00 18 : 00

PRENOTA

233


234


235


ILLUMINAZIONE

Per la Sala prevediamo un’illuminazione generale diffusa, al fine di non creare effetti fastidiosi sulle abbandonanti superfici riflettenti (specchi, parete vetrata). La luce delle stripled sul soffitto si infrange sul controsoffitto realizzato in telo Barrisol diffondendosi nello spazio. Anche in questo prevediamo una luce intelligente controllabile attraverso ABITAPP, essendo la potenza di luce necessaria al raggiungimento del comfort minore nei bambini rispetto agli adulti. All’app è affidata anche la prenotazione delle Sale del Movimento Libero.

236

Planimetria

3800 K Faretto Led

5000 K - Potenza regolabile Telo barrisol retroilluminato da Strip Led

Sezione


237

MOODBOARD MATERICO


STANZA DENTRO FUORI 238

CONCEPT

La strategia generale propone agli inquilini la realizzazione di una stanza aperta (ma all’occorrenza chiudibile) sul ballatoio, ottenuta dalla sottrazione e messa in comune di una piccola porzione di spazio per entrambi gli appartamenti. Si tratta della Stanza DentroFuori, una sorta di piccola terrazza in between che rappresenta, allo stesso tempo, un’estensione dello spazio domestico per gli interni degli alloggi e un’invasione da parte del ballatoio distributivo. Il presupposto progettuale parte da un assunto: dopo la pandemia, la gente è diventata consapevole che, forse, si può rinunciare ad una piccola porzione dei propri spazi se questo significa ottenere spazi di maggiore qualità, magari in una più stretta relazione l’esterno, con influssi positivi sulla ventilazione, con nuove destinazioni d’uso.


Assonometria PROGETTO La Stanza DentroFuori consente, infatti, agli inquilini di ritagliarsi uno spazio in diretto contatto con l’esterno, così da potersi aprire sul ballatoio, specialmente durante i mesi estivi e primaverili. Il progetto ha cercato di sintetizzare, all’interno degli alloggi, lo stesso approccio dimostrato nei confronti dell’edificio su larga scala. L’intervento ha lavorato, perciò, sul tema degli accessi agli alloggi, della salubrità dell’ambiente, delle nuove azioni provenienti dalla città, della flessiiblità degli spazi.

LAYERIZZAZIONE

Inquadramento

239


STATP DI FATTO Planimetria STATO DI FATTO La scelta che ha coinvolto gli alloggi da approfondire, è ricaduta sugli appartamenti più piccoli e più diffusi nell’edificio: due monolocali di circa 30 mq, affiancati e posizionati nel corpo centrale del complesso. La scelta è stata influenzatadall’utenza di questi due alloggi: un adulto single lavoratore per uno e una coppia di lavoratori per l’altro. Le soluzioni proposte cercano una risposta alle necessità che il nuovo modo di abitare lo spazio domestico, descritto nei capitoli precedenti, dispone per questa tipologia di utenza. CARATTERI

5m

5m

MONOLOCALE X2

240

TRA DUE APPARTAMENTI

NORD

NO

1 ADULTO 1 COPPIA


interno O3

1

Armadi igienizzanti

2 Podio che separa gli spazi

3 Bagno decostruito

4

Area per il Work-Out

5

6 Tavolino per Bed-Working

7

Postazione Smart-Working

8

Tende fonoassorbenti

Porte con Riconoscimento Facciale

LEGENDA INTERVENTI PUNTUALI

esterno

241


In primis, l’intervento lavora sugli accessi: le attuali porte esistenti vengono sostituite da una pannellatura vetrata“a libro”, che quando è ripiegata non ingombra lo spazio e quando è estesa per delimitare la Stanza DentroFuori rispetto al ballatoio, permette comunque una continuità visiva e di illuminazione. Gli accessi agli interni veri e propri degli alloggi, che vengono invece posizionati lungo le pareti a struttura leggera in acciaio che delimitano la Stanza. Queste nuove porte,che ricorrono all’ABITAPP o ai sistemi di riconoscimento facciale per essere aperte, si costituiscono come i veri ingressi alle aree private delle due case, ed essendo opache, garantiscono la privacy tra i vari inquilini. Oltre a garantire un maggiore contatto con lo spazio esterno, questa nuova area presenta degli accorgimenti anche in relazione ai temi della salubrità e dell’igiene. Come il piano terra, con le soglie igienizzanti, la Stanza DentroFuori utilizza dei sistemi per regolare l’ingresso di germi e batteri nell’appartamento, trasformando la soglia da un luogo bidimensionale a un luogo tridimensionale. In prossimità dell’ingresso alla stanza viene infatti posizionato un armadio, che abbiamo definito, “igienizzante”: quest’armadio utilizza l’ozono per sterilizzare e “purificare” soprabiti e scarpe che vi vengono inseriti al rientro a casa. Fare in modo che i nostri vestiti non siano portatori di germi, batteri e virus è sicuramente una delle lezioni che più abbiamo imparato in questi mesi di emergenza sanitaria. L’armadio igienizzante, si colloca a cavallo tra l’interno e l’esterno dei due appartamenti e, grazie alle due ante che 242

6

3

5

7

5

2 4

1

8

Planimetria PROGETTO


lo caratterizzano, i vestiti ripostivi dalla stanza dentro fuori sono poi recuperabili dall’interno privato dell’alloggio. Il tatami che riveste il podio da cui è caratterizzata la stanza, suggerisce l’ingresso in un luogo pulito e “incontaminato”. Inoltre, le fontanelle presenti lungo tutto il ballatoio, vengono riqualificate e dotate di un distributore di sapone per consentire l’igienizzazione delle mani.

7

5

4

1

Per completare l’intervento riguardante gli alloggi, presentiamo alcune soluzioni di carattere puntuale che si stratificano al di sopra degli elementi esistenti negli interni e che si concentrano sull’impiego di arredi in grado di modificare la condizione d’uso degli spazi. Per entrambi gli appartamenti, l’area letto è stato il punto di partenza; riorganizzare gli spazi in relazione alla possibilità di utilizzarla non più solo come luogo per il sonno notturno, ma anche come spazio di lavoro, l’obiettivo. Il progetto lavora con l’introduzione di tende fonoassorbenti che consentano, all’occorrenza, di schermare lo spazio, durante le ore di lavoro. Nel caso dell’inquilino single, la tenda scherma il letto stesso e la postazione smart working si affaccia sul resto della casa; nel caso della coppia, la tenda scherma la postazione smart workingricavata a ridosso della finestra affacciata sulla Stanza DentroFuori. Questo accorgimento consente alla seconda persona presente nell’appartamento di utilizzare l’area letto senza però disturbare il lavoratore. In entrambi i casi, quella che era una semplice camera da letto, diventa un luogo attrezzato per il lavoro da casa, con un piccolo intervento determinato dall’introduzioni di scher243


CONTAMINAZIONE [tra domestico e urbano]

SIMULTANEITA’ [delle azioni]

LAYERIZZAZIONE

BENESSERE

VENTILAZIONE

VEGETAZIONE

ACQUA

IGIENE

PERMEABILITA’ [controllata]

1

DISTANZA SOCIALE

DIGITALE

[per la gestione]

CONNESSIONE

AUTOMAZIONE

ALLESTIMENTO [per il digiale]

PERSONALIZZAZIONE [dello spazio]

244

CATEGORIE

metro

Sezione PROGETTO


mature mobili. A completare l’intervento, è un tavolino apribile, posizionato sulla parete adiacente al letto: esso consente, all’occorrenza di lavorare stando distesi sul letto stesso, trasformandolo in un’ulteriore e alternativa postazione. Per quanto riguarda lo spazio della cucina, i piani cottura non subiscono interventi; i tavoli da pranzo vengono però sostituiti con dei tavoli apribili e richiudibili, così da poterli utilizzare per consumare i pasti, e richiudere qualora si voglia utilizzare lo spazio per altre attività, come sport o yoga. Inoltre, si posizionano delle tende in grado di “far scomparire” la cucina, qualora si voglia utilizzare quello sfondo per eventuali videochiamate di lavoro. A completare l’intervento, un ripensamento dell’area bagno, limitato all’appartamento della coppia, poiché non necessario nel caso dell’adulto single: il bagno, dall’essere un locale unico contenente i sanitari, la doccia e i lavabi, viene “decostruito”, dividendosi così in due parti, e dando agli inquilini la possibilità di utilizzarlo contemporaneamente. La doccia viene isolata dal resto degli elementi, caratterizzata ora da un proprio accesso indipendente, mentre il resto dei sanitari rimangono accorpati in un unico locale. Inoltre, l’intervento sugli appartamenti coinvolge anche la parte di ballatoio interessata, proponendo l’inserimento di un Dispositivo Clip in acciaio tubolare che si innesta sulla ringhiera, e che configurandosi in modi diversi permette più condizioni d’uso da parte degli utenti: posizionarvi una tenda, collocarvi dei vasi, stendervi i panni, agganciarvi un barbecue... 245


246


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ILLUMINAZIONE 248

2700 K Uplight Led - Downlight Led

Planimetria

Temperatura regolabile Downlight Led

5000 K: Downlight Led

Sezione


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MOODBOARD MATERICO


250


ABITARE FAI DA TE

251


Come anticipato in precedenza, la dimensione del progetto decide di non affrontare l’edificio in tutta la sua estensione, ma interviene in specifiche aree, con soluzioni che non risolvono in maniera totalizzante gli spazi, ma li affrontano in base alle tematiche proposte all’interno del Manifesto progettuale. Il risultato è uno scenario complessivo, composto da soluzioni parziali che, tuttavia, contribuiscono ad un profondo cambiamento del paesaggio domestico dell’edificio. A tenere insieme l’intervento, nella sua totalità, è una particolare attenzione nei confronti delle azioni e delle attività delle persone a cui, in quasi tutti i casi, l’intervento lascia un margine di personalizzazione degli spazi. Si tratta di un processo architettonico che ripone fiducia nella capacità di abitare degli utenti, e che pone le condizioni affinchè questi possano collaborare costruttivamente per gestire, rigenerare, ricostruire gli ambienti delle loro esistenze. L’ impiego di strumenti digitale come la rete, le app, coinvolge le persone nel processo di gestione, ampliamento, modifica dello spazio; ABITAPP offre ai residenti la possibilità di riorganizzare continuamente le aree pubbliche dell’edificio, grazie allo strumeto delle “bacheche virtuali” Il progetto posiziona, lungo la corte pubblica della casa, delle intere stanze che conentano la definizione di nuovi scenari per il piano terra: si tratta delle stanze della necessità, “grandi armadi” contenenti oggetti e arredi messi a disposizione della collettività, che i residenti possono utilizzare a proprio piacimento per “arredare” il piano terra in relazione alle diverse situazioni.

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ABITAPP 3

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il Portinaio Antonio 1h di San 28 aprile tutti i residenti Avviso 18 che il giorno Gottardo una festa avrà luogo Mario Rossi 1h , qualcuno basilico? per il weekend Sarò via annaffiare il mio potrebbe

PERSONALIZZAZIONE DEGLI SPAZI

CREA UN NUOVO EVENTO

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LA STANZA DELLE NECESSITÀ 254

Sedia pieghevole Tavolino pieghevole Sdraio pieghevole Ombrellone Pouf Sgabello pieghevole Telone da proiezione Proiettore Brace Tavolo da ping-ping Chitarra Cassetta per gli attrezzi Cavalletto pittura Pennelli Tavolozza Cuscino Pallone Cavalletto Tavolo Cassetta per giardinaggio


DISPOSITIVI MULTIUSO ARREDI COMPONIBILI Gli spazi flessibili, con elementi apribili e richiudibili, e arredi facilmente spostabili consentono diverse condizioni d’uso agli utenti in base alle loro necessità. Esempi sono le Cabine a Scenario Mutevole, i tavoli “leggerissimi” e componibili, che consentono di modificare la fruizione dello spazio a proprio piacimento e il Dispositivo Clip, che può essere utilizzazto in modi differenti. DISPOSITIVO CLIP

TAVOLI COMPONIBILI

> 1 metro

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FILTRI APRIBILI Il posizionamento dei filtri al piano terra e lo spostamento delle funzioni commerciali verso le estremità dell’edificio consente di riservare il cuore della corte interamente ai residenti, anche durante il giorno, quando si svolgono le normali attività di lavoro. Alla sera e alla notte, la corte ritorna interamente in mano ai residenti giacchè i filtri possono essere lasiati aperti. Lo stesso vale quando si vogliono organizzare attività come mercatini, esposizioni ecc, legate al tema della memoria dell’edificio come luogo storico. Anche in questi casi i filtri possono essere lasciati aperti per restituire “temporanemente” l’intera corte alla città e reaffidarle il suo ruolo di “strada passante”.

GIORNO

NOTTE

EVENTI

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Residenti

Cittadini


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MODELLI


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TAVOLE


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BIBLIOGRAFIA


LIBRI 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12.

Alessandro Baricco, The Game, Giulio Einaudi Editore s.p.a, Torino, 2018 Alda Merini, Canto Milano, Manni Editore, Lecce, 2007 Carlo Ratti, Architettura Open Source: verso una progettazione aperta, Giulio Einaudi Editore s.p.a, Torino, 2014 Gio Ponti, Amate l’Architettura, Rizzoli Editore, Milano, 2015 Laura Bovone (a cura di), Un quartiere alla moda: immagini e racconti del Ticinese a Milano, Franco Angeli, Milano, 2007 Luca Molinari, Le case che saremo: abitare dopo il lockdown, Nottetempo Editore, Milano, 2020 Marco Grattarola (a cura di), 07. How will we live together?, Agorà Magazine, Milano, 2020 Matsuda Keiichi, Diploma Thesis: Domesti / City - The dislocated home in augmented space, London, 2010 Maurizio Boriani, Corrina Morandi, Augusto Rossari, Milano Contemporanea: itinerari di architettura e urbanistica, Maggioli Editore s.p.a, Milano, 2008 Maurice Cerasi, Giorgio Ferraresi, La residenza operaia a Milano, Officina Edizioni, Roma, 1974 Maurice Cerasi, Lo spazio collettivo della città; costruzione e dissoluzione del sistema pubblico nell’architettura della città moderna, Gabriele Mazzotta Editore, Milano, 1976 Michela Bassanelli (a cura di), Covid Home: luoghi e modi dell’abitare, dalla pandemia in poi, LetteraVentidue, Siracusa, 2020

13. Nina Bassoli (a cura di), Lockdown Architecture: l’architettura e la pandemia, Lotus Booklet, Milano, 2020

ARTICOLI 1. Alessandra Cioccarelli, Il Borgo dei Furmaggiat, ClubMilano.net, 14 Febbraio 2018 2. Alessandro Baricco, Virus; è arrivato il momento dell’audacia: undici cose che ho capito in questo momento, Medium.com, 2 Aprile 2020 3. Alessia Musillo, Distanziamento sociale; come saranno le città dopo il Coronavirus?, Elle Decor, 3 Aprile 2020 4. Arianna Belloli, Lezioni online, consulenze, agonisti improvvisati: le palestre in crisi provano a sopravvivere, La Repubblica, 05 Febbraio 2021 5. Atxu e Alcocer Amann e Flavio Martella, Public House: the city folds into the space of home, The Architectural Review, 4 Giugno 2020 285


6. Carlotta e Matteo Origoni, Breve storia del balcone, dall’antica Persia alla Pandemia di Covid – 19, Domus, 3 Aprile 2020 7. Davide Fabio Colaci (a cura di), La preistoria non è terminata, Domus, Milano, 18 Gennaio 2018 8. Elena Sommariva, Umani in quarantena, la natura conquista la città: esercizi di coesistenza, Domus, 27 Marzo 2020 9. Ernesto Brambilla, La cucina domestica nel post Covid -19, Linkiesta, 30 Aprile 2020 10. Judith Schalansky, Inventario di alcune cose perdute, Nottetempo, Milano, 2020 11. Lab24, Storia del Coronavirus dall’inizio, Il Sole 24 Ore, 26 Novembre 2020 12. La redazione di Domus, Come abbiamo abitato in quarantena; un diario (16 marzo-8 maggio 2020), Domus, 12 Maggio 2020 13. Manon Mollard, Editorial: turning inward, The Architectural Review, 2 Giugno 2020 14. Marco Angelillo, Case, spazi, materiali e una svolta green: così reinventano le città dopo il Covid – 19, La Repubblica, 21 Aprile 2020 15. Margherita Manfra, Dobbiamo fare spazio (pubblico), Il giornale dell’Architettura, 16. Paolo Rumiz, Così è cambiata la geografia della mia casa, La Repubblica, 05 Aprile 2020 17. Paolo Rumiz, Io, viaggiatore in una stanza: ora la frontiera è la porta di casa, La Repubblica, 14 Marzo 2020 18. Redazione Living, Videochiamate, l’angolo giusto conta, Living Corriere, 27 Marzo 2020 19. Richard Florida, Steven Pedigo, How our cities can reopen after the Covid – 19 pandemic, Brookings, 24 Marzo 2020 20. Rosario Spagnolello, Lavorare da casa o portare la casa in ufficio? Il futuro dei luoghi di lavoro dopo l’emergenza el Coronavirus, Elle Decor, 13 Marzo 2020 21. Serena Righini, Ecco la “città dei 15 minuti”, a misura d’uomo e rispettosa dell’ambiente, Linkiesta, 11 Maggio 2020 22. Ugo la Pietra, Il balcone di Ugo La Pietra, una riflessione ai tempi del Coronavirus, Elle Decor, 30 Marzo 2020 23. Valentina Silvestrini, Architettura Italiana durante e dopo la pandemia: 6 testimonianze, Artribune, 2 Aprile 2020

ARCHIVI 1. Archivio Fotografico Virgilio Carnisi 2. Archivio Fotografico Milano sparita e da ricordare 3. AESS (Archivio di Etnografia e Storia Sociale) Regione Lombardia

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RINGRAZIAMENTI


La stesura del progetto illustrato è il risultato di un approfondito lavoro di osservazione, ricerca, analisi degli eventi che ci hanno circondato in questo ultimo anno, correlato ad un sforzo compiuto in termini di immaginario, creatività, positività. Il risultato ottenuto, è stato raggiunto grazie al continuo supporto del professore Pierluigi Salvadeo e della professoressa Chiara Lionello, che ci hanno guidato, supportato, stimolato durante il percorso, dimostrando costantemente grande apertura ed entusiasmo nei confronti di idee e soluzioni proposte. Un ulteriore ringraziamento è indirizzato al geometra Roberto Cesare Iori, per averci fornito il materiale tecnico riguardo all’edificio preso in esame, e all’architetto Marco Murari, per aver condiviso con noi la sua testimonianza storica.

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Riflessioni architettoniche, tradotte in proposte e azioni per una nuova formula di domesticità: a partire da una condizione tragica di confinamento, restituire una visione positiva dell’abitare futuro. 290


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