FEDERICO COZZUCOLI VOLUME I
FEDERICO COZZUCOLI VOLUME I edition in progress 2015 by societĂ cooperativa
CONTENTS / SOMMARIO
VOLUME I
EDITOR'S NOTE / NOTA DELL’EDITORE BIOGRAPHY / BIOGRAFIA
6 8
PERFORMANCES / PERFORMANCE
11 13 45 73 85 99 109
SOLO EXHIBITIONS / MOSTRE PERSONALI
117 119 145 173 191 211 223 243 259
CREDITS / CREDITI
275
S_OGGETTO Martyrium Dodici. Uno alla volta per la prima e ultima volta Simonia cozzuFUcoli Gloria Crib P-file Il dialogo Cristi, Santi e Madonne! Genesi 19. Sodoma Genesi 3. La caduta Opera Postuma Performance video / Performance work VOLOME I
EDITOR'S NOTE The collaboration between the Cooperative Semata and the artist Federico Cozzucoli lasts for some years now, and has now reached levels of considerable quality with teaching activities linked to the review of contemporary art "Gesto Segno Disegno", held in 2011 at the MACC of Calasetta and the medieval village of Tratalias. On that occasion, in addition to designing and conducting the workshops linked to the latest topics of contemporary art, Federico Cozzucoli took care of the implementation of the e-book of the entire review, making it, thus, available to a wider audience the most significant moments. In the name of this fruitful collaboration, Semata has decided to marry the idea of a general catalog of the works by Federico Cozzucoli, wherein collecting the most recent activity of the artist. The publication of this catalog is, in fact, perfectly in the wake of the dissemination and promotion of the culture of the cooperative, which seeks to make accessible in a direct way and participated in the cultural heritage in their broadest sense, in certainty, as well as in this case, is that this is the most effective way to accompany the community and the individual toward a degree more conscious understanding of the importance of culture. Even in a field in many ways difficult, such as that of the contemporary art, Semata from its contribution to a greater dissemination of cultural instances of the society that surrounds us, even through the work of artists of value as, in this case, Federico Cozzucoli. Precisely for this reason, it was decided to confirm the choice of the ebook as a tool for fast dissemination and multimedia, and the catalog work in progress, with the possibility of continuous upgrades in time and the introduction of new works and artistic operations. Of course, it is not the task of the publisher to speak of Federico Cozzucoli of his artistic career and of his activity: we will do so the texts of the numerous critics of art with which he has worked and, especially, the works gathered in the catalog. In this seat, we will limit ourselves to confirm the estimate for Federico and his constant commitment to continuation of an artistic path that we believe is of great interest that we are very pleased with this publication, to share with an audience, we hope, more and more vast. PAOLA TUVERI president cooperative Semata 6
NOTA DELL’EDITORE La collaborazione tra la Cooperativa Sémata e l’artista Federico Cozzucoli dura ormai da alcuni anni, ed ha raggiunto livelli di notevole qualità con l’attività didattica legata alla rassegna di arte contemporanea “Gesto Segno Disegno”, svoltasi nel 2011 presso il MACC di Calasetta e il Borgo Medioevale di Tratalias. In quell’occasione, oltre all’ideazione ed alla conduzione dei laboratori didattici legati alle tematiche più attuali dell’arte contemporanea, Federico Cozzucoli ha curato la realizzazione dell’e-book dell’intera rassegna, rendendone, così, disponibili ad un ampio pubblico i momenti più significativi. Proprio in nome di questa proficua collaborazione, Sémata ha deciso di sposare l’idea di un catalogo generale delle opere di Federico Cozzucoli, in cui raccogliere l’attività più recente dell’artista. La pubblicazione di questo catalogo rientra, infatti, perfettamente nel solco delle attività di divulgazione e promozione della cultura della cooperativa, che cerca di rendere fruibili in modo diretto e partecipato i beni culturali nella loro accezione più ampia, nella certezza, come anche in questo caso, che questo sia il modo più efficace per accompagnare le comunità e i singoli verso un grado più consapevole di comprensione dell’importanza della cultura. Anche in un campo per molti versi arduo, come quello dell’arte contemporanea, Sémata dà il proprio contributo per una maggiore diffusione delle istanze culturali della società che ci circonda, anche attraverso l’opera di artisti di valore come, in questo caso, Federico Cozzucoli. Proprio per questo, si è deciso di confermare la scelta dell’e-book come strumento di diffusione veloce e multimediale, e del catalogo work in progress, con la possibilità di continui aggiornamenti nel tempo e di inserimento di nuove opere ed operazioni artistiche. Non è, ovviamente, compito dell’editore parlare di Federico Cozzucoli, del suo percorso artistico e della sua attività: lo faranno i testi dei numerosi critici d’arte con i quali ha collaborato e, soprattutto, le opere raccolte in catalogo. In questa sede, ci limitiamo a confermare la stima per Federico e per il suo impegno costante nella prosecuzione di un percorso artistico che riteniamo di grande interesse e che siamo lieti, con questa pubblicazione, di condividere con un pubblico, ci auguriamo, sempre più vasto. PAOLA TUVERI presidente cooperativa Sémata 7
BIOGRAPHY Federico Cozzucoli born in Messina in 1972. He left Sicily at nineteen to begin theologic studies, which concludes in 1999, earning a bachelor's degree in theology at the Pontificial Lateran University in Rome. Subsequently, discovered his vocation as an artist, tries to mediate theology with the art and enrolled at the Pontificial Gregorian University, where he studied the themes of sacred art and graduated Operator for Cultural Heritage of the Church. At the same time he attended the School of Nude at the Academy of Fine Arts in Rome and he had his first exhibition experiences. His main artistic expression is the performance, which combines the experience of liturgical ritual of the Catholic Church –which is no longer actively and constantly practiced as a time– with syncretistic elements of the pop culture and high culture, reflecting the elements that characterize contemporary Catholicism: the popular devotion and the high theology that confronts the world of great philosophical culture. These issues, treated in a non-confessional way, are the subject of his videos, photographs, paintings and digital rework, sculptures, but is necessary to reaffirm that the majority of works come to the performance or develop as a result of these. For same years new he spent his winters in Calasetta where, in a quiet environment full of sea and nature, he have occasion to meditate and deepen the themes of his work. 8
BIOGRAFIA Federico Cozzucoli nasce a Messina nel 1972. Lascia la Sicilia a diciannove anni per intraprendere gli studi teologi, che conclude nel 1999 conseguendo il baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Lateranense a Roma. Successivamente, scoperta la sua vocazione da artista, cerca di mediare la teologia con l'arte e si iscrive alla Pontificia Università Gregoriana, dove studia i temi dell'arte sacra e consegue il diploma di operatore per i Beni Culturali della Chiesa. Nello stesso periodo frequenta la Scuola Libera del Nudo all'Accademia di Belle Arti di Roma e comincia ad avere le prime esperienze espositive. La sua principale espressione artistica è la performance, dove mescola l'esperienza rituale liturgica della Chiesa Cattolica –che non più praticare attivamente e costantemente come un tempo– con elementi sincretisti sia della cultura pop che della cultura alta, riflettendo gli elementi che caratterizzano il cattolicesimo contemporaneo: la devozione popolare e l'alta teologia che si confronta con il mondo della grande cultura filosofica. Queste tematiche, trattate in maniera non confessionale, sono oggetto dei suoi video, fotografie, rielaborazioni pittoriche e digitali, sculture, ma è da ribadire che la maggior parte delle opere nascono per le performance o si sviluppano in seguito a queste. Da qualche anno trascorre i suoi inverni a Calasetta dove, in un ambiente silenzioso pieno di mare e natura, ha avuto modo di meditare e approfondire le tematiche del suo lavoro. . 9
PERFORMANCES
PERFORMANCE
PERFORMANCE
S_OGGETTO
with a historical essay by Alberto Monteverde Galleria Rifugio don Bosco – Cagliari 17 – 19 May 2013
PERFORMANCE
S_OGGETTO con un saggio storico di Alberto Monteverde Galleria Rifugio don Bosco – Roma 17 – 19 maggio 2013
During the performance, a voice realized with an electronic synthesizer has recited in more languages the pseudo biography of the artist "Where and when did you start the real story of Federico Cozzucoli? In his native city of Messina was completely destroyed by the earthquake of 1908? In his "family romance", which features grotesque story of blackmail and extortion? In his "sexual mystery", made of perversion and incestuous impulses? Or a misguided and unlikely Weltanschauung-Wagnerian Nietzsche? In investigative odyssey that unfolds between Vienna and Monaco, Paris and Berlin, London and Jerusalem, "S_OGGETTO" archives explores forgotten, memories of the era of art dealers anticozzucoliani Weimer, compared with some of the most brilliant critical our age, by Achille Bonito Oliva Philip Daverio, by Giancarlo Politi, Massimiliano Tonelli, until discussed Vittorio Sgarbi. The result is a work that deals with efficiency and punctuality of the many questions that since the war have been the focus of controversy among art historians, professors of psychology and aesthetics of form, animated by the desire to explore the personality of the artist now the symbol of the century". 14
Durante la performance, una voce realizzata con un sintetizzatore elettronico ha recitato in più lingue la pseudo biografia dell'artista: "Dove e quando ha inizio la vera storia di Federico Cozzucoli?
Nella natia città di Messina completamente distrutta dal terremoto del 1908? Nel suo “romanzo familiare”, che presenta grottesche vicende di ricatti ed estorsioni? Nel suo “mistero sessuale”, fatto di perversioni e pulsioni incestuose? O in una malintesa e improbabile Weltanschaung nietzschiano-wagneriana? In un’odissea investigativa che si snoda tra Vienna e Monaco, Parigi e Berlino, Londra e Gerusalemme, “S_OGGETTO” esplora archivi dimenticati, memorie di galleristi anticozzucoliani dell’epoca di Weimer, e si confronta con alcuni dei più brillanti critici della nostra epoca, da Achille Bonito Oliva a Philipe Daverio, da Giancarlo Politi a Massimiliano Tonelli, fino al discusso Vittorio Sgarbi. Il risultato è un’opera che affronta con efficacia e puntualità i molti interrogativi che dal dopoguerra sono stati al centro delle controversie tra gli storici dell’arte, professori di estetica e psicologi della forma, animati dalla volontà di scandagliare la personalità dell’artista divenuto il simbolo dell’Arte del secolo". 15
From Sabrina Sabius’s interview with artist Federico Cozzucoli on the occasion of the performance S_OGGETTO [...] In this work there is a strong reference to German dictator: the performance consists in my identification with this figure, symbolising our cultural original sin with which we in the West Europeans we have to compare and maybe we can't forgive us, although we are not directly responsible. I wasn't even born and I lived this historical experience through the testimony of my grandparents, the history books and with various insights on the subject, as well as several biographies on the figure of the dictator and with big problems of interpretation; the idea of choosing this particular figure is given by the fact that represents the absolute evil, is not a figure that has lights as in the case of the Italian dictator, who has heavy shadows, but some light we can find. Further reflection on the people who followed that figure and the question arises: is all his fault or any liability we can give to those who followed him? What is the fault of the people? This is the problem. Why do you identify him with your person? Because it is difficult to judge others, thus identifying this bad with myself is like saying that I forgive myself for my sins and not attributing them to other accountability. It's as if each of us is responsible? Yes, Yes, I am responsible for myself, because I can't tell you. 16
Da un intervista fatta all'artista Federico Cozzucoli in occasione della performance S_OGGETTO da Sabrina Sabiu [...] In questo lavoro c’è un forte riferimento al dittatore tedesco: la performance consiste nella mia identificazione con questa figura, che simboleggia il nostro peccato culturale originale con cui noi occidentali europei ci dobbiamo confrontare e forse non riusciamo a perdonarci, anche se non ne siamo direttamente responsabili. Io non ero neppure nato e ho vissuto questa esperienza storica attraverso le testimonianze dei miei nonni, i libri di storia e con i vari approfondimenti sul tema, oltre varie biografie sulla figura del dittatore e con grandi problemi interpretativi; l’idea di scegliere questa particolare figura è data dal fatto che rappresenta il male assoluto, non è una figura che ha delle luci come nel caso del dittatore italiano, che ha delle pesanti ombre, ma qualche luce la possiamo trovare. La riflessione ulteriore è sul popolo che ha seguito quella figura e mi sorge la domanda: è tutta colpa sua o qualche responsabilità la possiamo attribuire anche a chi lo ha seguito? Qual è la colpa del popolo? È questo il problema. Perché lo identifichi con la tua persona? Perché è difficile giudicare gli altri, quindi identificando questo male con me stesso è come dire che devo perdonare me stesso per le MIE colpe e non attribuirne ad altri la responsabilità. È come se ciascuno di noi fosse responsabile? Sì, in effetti sì, sono responsabile io, perché non posso dire che sia tu. 17
Then I can interpret the performance as a my liability? Of course, if you want, or you can tell me “You are crazy�. these are the two possibilities that it offers to the public. The action within this space is a multiplication of my self-portrait for 144 times; repetition is the self-identification, believing themselves something strong, important and powerful. The performance puts ourselves as an object of worship and representation. Is the concept of Superman? Yes, but is the idea of Superman distorted from its original philosophical meaning and exploited as political propaganda; also happened with Wagner's work. Contemporary artists are very politicized, I don't support for nobody and I do politics with my work, I expose in this sense. This work in particular then develops into a complex, expresses emotions and should arouse emotions in people who go to see it. What you define is political then stimulate different evaluations compared to the opera? Yes, of course. For example, once I happened on the occasion of an exhibition of an artwork abaut death, a person, that had seen, had expressed a negative opinion, I thanked his because his judgment had grasped the meaning of the message: If you have a problem dealt with this theme is right that express your discomfort. It means that the work conveys his message. 18
Quindi io posso interpretare la performance come una mia assunzione di responsabilità? Certo, se vuoi, oppure puoi dirmi che sono pazzo. Sono le due possibilità che l’opera offre al pubblico. L’azione all’interno di questo spazio è una moltiplicazione del mio autoritratto per 144 volte; la ripetizione è l’autoidentificazione, il credere se stessi qualcosa di forte, importante e potente. La performance pone noi stessi come oggetto di culto e rappresentazione. È il concetto del superuomo? Sì, però è l’idea del superuomo snaturato dal suo significato filosofico originale e sfruttato come propaganda politica; è successo anche con l’opera di Wagner. Gli artisti contemporanei sono molto politicizzati, io non parteggio per nessuno e faccio politica con il mio lavoro, mi espongo in questo senso. Questo lavoro in particolare poi si sviluppa in maniera complessa esprime emotività e deve suscitare emotività nelle persone che vanno a vederlo. Quello che tu definisci politico è quindi stimolare diversi giudizi rispetto all’opera? Si, certo. Una volta ad esempio, mi è capitato in occasione di un’esposizione di un’opera che aveva a che fare con la Morte, una persona che l’aveva vista aveva espresso un giudizio negativo, io l’ho ringraziata perché il suo giudizio aveva colto il senso del messaggio: se tu hai un problema a rapportarti con questo tema è giusto che esprima il tuo disagio. Significa che l’opera trasmette il suo messaggio. 19
Hitler, the end of the myth That 29 April 1945 the drum beat of Soviet artillery had given no respite. For several hours the dismal meowing of Katyushe had preceded the terrifying explosions of rockets. Another day of ordinary madness had accomplished in a Berlin in flames and hopeless. The compost elegance of Unter den Linden, the vibrant Mitte, now transformed into a seething reduced the defense of kids and old of the Volkssturm, remained an opaque memory. Only the austerity of the columns of the Reichstag, with blackened and sbrecciate, recalled the greatness of Germany. The atmosphere inside the last of Hitler's Lair, the reinforced concrete bunker did dig from Speer under new, sumptuous millennial Reich Chancellery now in rubble, it was surreal. An overwhelming and warm hood made of damp, dust, smoke, smell of alcohol badly digested mixed with gasoline odor pervaded the narrow environments. The frantic shouting of the soldiers, it overlapped the gloomy roar of power generators which fed lamps flickering but also asphyxiated F端hrerbunker air pumps. The military orders were dry counterpoint the hysterical laughter of women. Some were drunk, others wept cursing the scellerate choices of the past. Someone praying. Released from its housing in grey uniforms, the F端hrer called the officer of the order of the SS charging him to summon the faithful to the last meeting. Hiding the trembling right hand behind his back closed the door quickly, turning a fleeting look at Eva Braun who tried to sit on the couch. Gradually went into the meeting room, the one with the large table clutter of military maps, some twenty people. In spite of the supposed misogyny of the F端hrer, among them there were several women. The charge to the Secretariat, some maids, the Cook staff and especially the loyal Secretary Traudl Junge, at your service since 1942, who the night before had dictated the Testament. 20
Hitler, la fine del mito Quel 29 aprile del 1945 il tambureggiare delle artiglierie sovietiche non aveva dato tregua. Per molte ore il lugubre miagolio delle Katyushe aveva preceduto le terrificanti esplosioni dei razzi. Un altro giorno di ordinaria follia si era compiuto in una Berlino in fiamme e senza speranza. Della composta eleganza della Unter den Linden, della vivacità del Mitte, ormai trasformato in un ribollente ridotto affidato alla difesa di ragazzini e dei vecchi del Volkssturm, rimaneva un opaco ricordo. Solo l'austerità delle colonne del Reichstag, per quanto annerite e sbrecciate, rammentava la grandezza della Germania di un tempo. L'atmosfera all'interno dell'ultima tana di Hitler, il bunker di cemento armato fatto scavare da Speer sotto la nuova, fastosa cancelleria del Reich millenario ormai in macerie, si era fatta surreale. Una cappa opprimente e calda, fatta di umido, polvere, fumo, odore di alcool mal digerito misto a sentore di benzina pervadeva gli angusti ambienti. Al frenetico vociare dei soldati, si sovrapponeva il cupo rombo dei generatori di corrente che alimentavano tremule lampade ma anche le asfittiche pompe dell'aria del Führerbunker. Ai secchi ordini militari facevano da contrappunto le risate isteriche del personale femminile. Alcuni erano ubriachi, altri piangevano maledicendo le scellerate scelte del passato. Qualcuno pregava. Uscito dal proprio alloggio in uniforme grigia, il Führer chiamò l'ufficiale d'ordinanza delle SS incaricandolo di convocare i fedelissimi per l'ultima riunione. Nascondendo la mano destra tremante dietro la schiena chiuse rapidamente la porta, rivolgendo uno sguardo fugace a Eva Braun che cercava di riposare sul divano. A poco a poco confluirono nella sala delle riunioni, quella con il grande tavolo ingombro di carte militari, una ventina di persone. A dispetto della presunta misoginia del Führer, fra loro vi erano diverse donne. Le addette alla segreteria, alcune cameriere, la cuoca personale e soprattutto la fedele segretaria Traudl Junge, al suo servizio fin dal 1942, alla quale la sera prima aveva dettato il testamento. 21
Greeted all the defendants, clutching to each hand. Also present were Martin Bormann and Joseph Goebbels and his wife Magda. Stroking the head of Blondi, the beloved trusty German Shepherd that the next scodinzolava, Fr채u Goebbels turned to short, giving it as a sign of gratitude the party symbol in solid gold and enamel who had marched from the lapel of his jacket. After the painful farewell rejoined the private apartment in the company of Eva. A river of the angustiava thoughts. She didn't want to make the end of Mussolini. It was the day came the news of the execution of Mussolini and his woman, Claretta Petacci. But mostly he had terrified the description of the infamous destruction of their bodies. Not intended to deliver himself, the myth, the son of Germany, the founder of the millennial Reich, the infamous Bolshevik. Suicide was the unavoidable solution. He had understood that no army would come to free him. The armies that paranoid moved on paper did not exist anymore. Were disposed in Russia, were dissolved on the Fiery sands of the African desert, had been swept from the skies of Europe, rested on the bottom of the oceans. As a means to give herself to the gods? Poison, gun. As the most worthy. As the safest. The solemn theme of Tannh채user the haunted mind, certainly the most suitable for a stormy night, the most appropriate to describe the looming catastrophe. Resolved for the gun. He would do with his Walther 7.65. With a quick gesture grabbed the automatic perfect functioning. He made the basket, making sure that the shot was in the barrel. 22
Salutò tutti i convenuti, stringendo a ciascuno la mano. Erano presenti anche Martin Bormann e Joseph Goebbels con la moglie Magda. Accarezzando la testa del fido Blondi, l’amato pastore tedesco che gli scodinzolava accanto, rivolse a Fräu Goebbels poche parole, donandole in segno di riconoscenza il simbolo del partito in oro massiccio e smalto che si era sfilato dal bavero della giubba. Terminato il penoso commiato raggiunse nuovamente l’appartamento privato in compagnia di Eva. Un fiume di pensieri lo angustiava. Non voleva fare la fine di Mussolini. Nella giornata era infatti arrivata la notizia dell’esecuzione del Duce e della sua donna, Claretta Petacci. Ma soprattutto lo aveva atterrito la descrizione dell’ignobile scempio dei loro corpi a Milano. Non intendeva consegnare se stesso, il mito, il figlio della Germania, il fondatore del Reich millenario, al bolscevico infame. Il suicidio era la soluzione ineludibile. Aveva compreso che nessun esercito sarebbe giunto a liberarlo. Le armate che paranoicamente muoveva sulla carta non esistevano più. Erano state disfatte in Russia, si erano dissolte sulle sabbie infuocate del deserto africano, erano state spazzate dai cieli di tutta Europa, riposavano sul fondo degli oceani. Quale strumento per darsi agli dei? Veleno, pistola. Quale il più degno. Quale il più sicuro. Il solenne tema del Tannhäuser gli ossessionava la mente, certo il più adatto per una notte da tregenda, il più consono a descrivere l’incombente catastrofe. Si risolse per la pistola. Lo avrebbe fatto con la sua Walther 7,65. Con un rapido gesto afferrò l’automatica dal funzionamento perfetto. Fece scorrere il carrello, assicurandosi che il colpo fosse in canna. 23
The dull clatter of metal weapon seemed aroused him. And Eve? He remembered that he was not alone. Slowly turning the saw. He was curled up on the couch, with his elegant blue polka-dot dress whites, beautiful shoes bought in Italy which have been abandoned on the concrete floor. Her eyes lost in memories of beautiful days spent at the Berghof, the villa on the Obersalzberg near Berchtesgaden in Bavaria. The image of those sunsets Salzburger Alps, admired from the large window of the living room, is opposing the reality of grey, cold, sounds and unfamiliar faces. The woman, the bride-to-be, then realized that it was time. Also had to choose. He knew that he could not, not wanting to leave her man. But no gun. You do not have to pull the trigger. He chose the cyanide. Tasteless, odorless, painless. Meanwhile in the next room, as in a witches ' Sabbath, who had not yet fled were abandoned to a frantic dance. Almost a liberating Rite sound unreal to a disc, between the smoke of cigarettes and alcohol. Hitler opened the door leaning that much needed to say with unusual calm "Fairies". Then slowly closed the door. At that point the Grammophone had stopped playing, people stopped dancing, time stood still. Then the shot. A rap echoed among the strong walls. All they looked. Realized it was over. Otto G端nsche, adjutant of the tyrant and Heinz Linge, waiter staff were hesitant in the room. Hitler sat on an armchair, his head reclined on a shoulder, his right hand hung inertly, ground the gun still smoking. On the right temple was a small bright red coloured hole. Eva lay lifeless on the couch instead. Her slender body was now prey to silence of death. Everything was accomplished. The story was once passed among men leaving its indelible mark. ALBERTO MONTEVERDE 24
Il clangore ferrigno dell’arma parve ridestarlo. Ed Eva? Si ricordò che non era solo. Voltandosi lentamente la vide. Se ne stava rannicchiata sul divano, con quel suo elegante vestito azzurro a pois bianchi, le belle scarpine acquistate in Italia abbandonate sul cemento del pavimento. Gli occhi persi nel ricordo dei bei giorni trascorsi al Berghof, la villa sull'Obersalzberg non lontano da Berchtesgaden in Baviera. L’immagine di quei tramonti infuocati sulle Alpi Salisburghesi, ammirati dalla grande vetrata del soggiorno, si contrapponevano alla realtà fatta di grigio, freddo, suoni e visi sconosciuti. La donna, la sposa novella, capì che era arrivato il momento. Anch’essa doveva scegliere. Sapeva di non poter, non voler abbandonare il suo uomo. Ma la pistola no. Non ce l’avrebbe fatta a tirare il grilletto. Scelse il cianuro. Insapore, inodore, indolore. Frattanto nella stanza accanto, come in un sabba, coloro che ancora non erano fuggiti si erano abbandonati ad una danza sfrenata. Quasi un rito liberatorio al suono irreale di un disco, tra i fumi delle sigarette e dell’alcol. Hitler aprì la porta sporgendosi quel tanto necessario per dire con insolita calma “Fate piano”. Poi richiuse lentamente la porta. A quel punto il grammofono smise suonare, la gente smise di ballare, il tempo si fermò. Poi lo sparo. Un colpo secco rimbombò tra le forti pareti. Tutti si guardarono. Capirono che era finita. Otto Günsche, aiutante del tiranno e Heinz Linge, cameriere personale entrarono titubanti nella stanza. Hitler sedeva su una poltrona, il capo reclinato su una spalla, la mano destra pendeva inerte, a terra la pistola ancora fumante. Sulla tempia destra vi era un piccolo foro di color rosso vivo. Eva giaceva invece sul divano, esanime. Il suo esile corpo era ormai preda del silenzio della morte. Tutto era compiuto. La storia era ancora una volta passata fra gli uomini lasciando il suo indelebile segno. ALBERTO MONTEVERDE 25
S_OGGETTO
2009-2013
performance and installation
S_OGGETTO
2009 – 2013 performance e installazione
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PERFORMANCE
Martyrium
with a text by Davide Tolu Mangiabarche Open Air Gallery – Calasetta (CI) 5 May 2013
PERFORMANCE
Martyrium con un testo di Davide Tolu Galleria a Cielo Aperto di Mangiabarche – Calasetta (CI) 5 maggio 2013
sacrifice I have done him because you were proud of me. because I loved me. because I left me alone. and if someone has suffered, have not I perhaps suffered this whole time trying to like you? you, the great father. almighty, omniscient, omnipresent. you, that have given me the life, that you have never made me miss nothing, you that you have made me rest on grassy pastures and you have conducted me to calm waters. a moment comes in which your children hate you, father, it is so that they become adult. they hate you, yes. and then your children realize that adults will become them never, because you don't want. you show us your rod and your support and you fill our wine glasses, and their children forever children stay. nobody will be never as great as you. yet it is not this that you ask us? to distinguish us, to become someone, to show you what we are able to do? well, I have done him, I have gathered the forbidden fruit. all now look me, I am important, so important that people in this day are gathered here for speaking of me. oh, what have done! the hands refused, the heart the legs every cell of mine refused. I have withstood, I have been stronger: I commanded, I wanted! and so, here I have broken the soft neck. the breath is interrupted and moans and eyes in the eyes while blood flowed on me. an awful strength, a gruesome power that I even imagined to have, the power that breaks the atom, this is what I have been. and, as a broken atom, my heart is exploded in a cloud. I don't suffer anymore, I don't feel anything. how would I be able, if the soul has burnt me? its dust covers me from head to toe, I am black. and I are finally grown: I am adult now. 46
sacrificio l'ho fatto perché tu fossi fiero di me. perché mi amassi. perché mi lasciassi in pace. e se qualcuno ha sofferto, non ho forse sofferto io tutto questo tempo cercando di piacerti? tu, il grande padre. onnipotente, onnisciente, onnipresente. tu, che mi hai dato la vita, che non mi hai mai fatto mancare nulla, tu che mi hai fatto riposare su pascoli erbosi e mi hai condotto ad acque tranquille. viene un momento in cui i figli ti odiano, padre, è così che si diventa adulti. ti odiano, sì. e poi i figli si accorgono che adulti non lo diventeranno mai, perché tu non vuoi. tu ci mostri il tuo bastone e il tuo vincastro e riempi i nostri calici, e i figli restano per sempre bambini. nessuno sarà mai grande quanto te. eppure non è questo che ci chiedi? di distinguerci, diventare qualcuno, dimostrarti ciò che siamo in grado di fare? ebbene, io l'ho fatto, ho colto il frutto proibito. ora tutti mi guardano, sono importante, così importante che la gente si è riunita qui in questo giorno per parlare di me. oh, quello che ho fatto! le mani si rifiutavano, il cuore le gambe ogni mia cellula si rifiutava. ho resistito, sono stato più forte: io comandavo, io volevo! e così, ecco, ho spezzato il collo morbido. il fiato si è interrotto e gemiti e occhi negli occhi mentre il sangue mi scorreva addosso. una forza tremenda, un potere raccapricciante che nemmeno immaginavo di avere, la potenza che spezza l'atomo, questo è ciò che sono stato. e, come un atomo spezzato, il mio cuore è esploso in una nuvola. non soffro più, non sento più nulla. come potrei, se l'anima mi si è bruciata? la sua polvere mi ricopre dalla testa ai piedi, sono nero. e finalmente sono cresciuto: ora sono adulto. 47
look at them, father, looks at your children sacrifice infancy and brittleness to try to be great, because you talk of them to respect and fear as you/he/she speaks of you. I should kill all of them, these brothers of mine, to find again only me in the nest, only child, the favorite child, the chosen. you must be satisfied yourself instead with the sacrifice of a lamb. I have chosen the more youth, candid, an innocent still too much extraneous to the death also only to suspect it. my hands and me been submitted to I have delivered you him. the sky out of the bars is clear. and it ignores me. I have killed and I will be killed to my it turns, according to law. the masses are killed, but that is the war, he kills for the peace and the lamb doesn't look him in the eyes. will you come? will I see you sat among the others, when they will bring me from the tied up judge, with the imprisoned hands? father, has had your sacrificial lamb. it accepts my gift. with this sacrifice I appease you and you won't ask me more nothing and nothing will hurt me. I know it, you didn't wait you for him. and instead it has happened, your creature is escaped you of hand. listen, there is still in the air the weeping of the lamb. the lamb of meat and dreams, chĂŠs are also me made of dreams, chĂŠ that is my weeping, the lamb I am me. forgive me father because I have sinned. the moment has arrived. am praying you, speak to me! perhaps I am only now ready to listen to you. torment me the doubt not to have you ever understood, not to have indeed never you known, not to have known how to love you as you you have loved me. tell me you I pray that you forgive me. but above all, before life abandons me, before finding again me naked in front of you, naked without more innocence and without more infancy, I want that ask me forgiveness: forgive me, child, for as I have created you. forgive me caino. DAVIDE TOLU 48
guardali, padre, guarda i tuoi figli sacrificare infanzia e fragilità per provare a essere grandi, perché si parli di loro con rispetto e timore come si parla di te. dovrei ucciderli tutti, questi miei fratelli, per ritrovarmi solo nel nido, unico figlio, il figlio prediletto, l'eletto. invece dovrai accontentarti del sacrificio di un agnello. ho scelto il più giovane, candido, un innocente ancora troppo estraneo alla morte anche solo per sospettarla. si affidato alle mie mani e io te l'ho consegnato. il cielo fuori dalle sbarre è limpido. e mi ignora. ho ucciso e sarò ucciso a mia volta, secondo legge. si uccidono le masse, ma quella è la guerra, si uccide per la pace e non si guarda l'agnello negli occhi. verrai? ti vedrò seduto tra gli altri, quando mi porteranno dal giudice legato, con le mani imprigionate? padre, hai avuto il tuo agnello sacrificale. accetta il mio dono. con questo sacrificio io ti placo e tu non mi chiederai più niente e niente mi farà più male. lo so, non te lo aspettavi. e invece è successo, la tua creatura ti è sfuggita di mano. ascolta, c'è ancora nell'aria il pianto dell'agnello. l'agnello di carne e di sogni, ché sono anch'io fatto di sogni, ché quello è il mio pianto, l'agnello sono io. perdonami padre perché ho peccato. il momento è arrivato. ti sto pregando, parlami! solo ora forse sono pronto ad ascoltarti. mi tormenta il dubbio di non averti mai capito, di non averti mai davvero conosciuto, di non aver saputo amarti come tu hai amato me. dimmi ti prego che mi perdoni. ma soprattutto, prima che la vita mi abbandoni, prima di ritrovarmi nudo di fronte a te, nudo senza più innocenza e senza più infanzia, voglio che sia tu a domandarmi perdono: perdonami, figlio, per come ti ho creato. perdonami, caino. DAVIDE TOLU 49
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Dodici Uno alla volta per la prima e ultima volta curated by Erica Olmetto Galleria Gallerati – Roma 22 May – 18 June 2008
PERFORMANCE
Dodici Uno alla volta per la prima e ultima volta a cura di Erica Olmetto Galleria Gallerati – Roma 22 maggio – 18 giugno 2008
Dodici (Twelve) as the number of the apostles chosen for the Last Supper with Christ, twelve elected as those chosen by the artist Federico Cozzucoli in this performance in order to represent those twelve destined to live for ever. Using the religious iconoclasty, the artist is delegated by the art, that represents him, in order to have a special power: he can choose and decide who is able to share this moment of glory, preferring any compared to others. As it happens in the previous performances played by the artist, as for example: Gloria, CozzuFUcoli e Simonia, in Dodici. Uno alla volta per la prima e ultima volta (Twelve. One at a time for the first and last time) the performance technique consists of a simple improvisation. The improvisation itself is a physical means that the artist transforms in mental self-control, in a sequence of regular and disciplined movements. From one point of view the linguistic meaning comes from the traditional performances defined as "public body" for the importance that the audience gains through the value of the artistic act, to another point of view it is fundamental in Cozzucoli the idea of the exhibition of the body transformed and separated from the identity, it reminds us Luigi Ontani and the holy symbolism of the objects that forms and fill out the scene. Thanks to the object quotation and the use of gold, he underlines the holy value, we can also define his art Pop that helps the artist to emphasize the consumerism and symbolic meaning of the object – icons, only apparently frugal. The double value, with whom the artist interprets the art and the religion, is the same that characterizes the Last Supper, metaphor for the first and last time told in a cyclic path that begins with the First Communion, to which the artist dedicates the sequences of the works realized in vintage, and he ends with the Last Supper, represented also in the self-portrayed "Prima ed Ultima Cena" (First and Last Supper). In the arrangement of the supper and in the whole work it is not only present the Christian iconography, that is however prevalent because of the origin of the artist. We can also notice elements from other cultures as for example Jewish and Arabic with the intent to represent the multi-ethnic aspect that characterizes the contemporary society and shows the artist's interest in various social problems as for example that of racial integration. The hint to Leonardo's Last Supper is not only a mere quotation, but it becomes a symbolic link to the last supper, it seals the immortal value of the banquet and joins, with a wise analogy, man to art, as the Last Supper united the Twelve with God. ERICA OLMETTO 74
Dodici come il numero degli apostoli prescelti per l'ultimo banchetto con il Cristo, dodici eletti come quelli scelti dall'artista Federico Cozzucoli nella performance per incarnare quei dodici destinati a vivere in eterno. Utilizzando l'iconografia religiosa, l'artista è investito dall'arte che lo rappresenta, del potere di scegliere e decidere chi può condividere questo momento di gloria, preferendo alcuni rispetto ad altri. Come nelle precedenti performance interpretate dall'artista, quali Gloria, CozzuFUcoli e Simonia, anche in Dodici. Uno alla volta per la prima e ultima volta la tecnica della performance viene definita al meglio, ossia non come una semplice improvvisazione ma come azione dell'artista che dal piano puramente fisico trasforma in autocontrollo mentale una serie di movimenti regolati da una rigore quasi disciplinare. Se da questo punto di vista il significato linguistico trae spunto dalle tradizionali performance definite "public body" per l'importanza che lo spettatore acquisisce nel dare valore all'atto artistico, dall'altro continua ad essere fondamentale in Cozzucoli il concetto dell'esibizione del corpo travestito e separato dall'identità, con evidenti richiami a Luigi Ontani e al sacro simbolismo degli oggetti che costruiscono e riempiono la scena. In questo senso la citazione dell'oggetto e l'utilizzo dell'oro, che ne rafforza il valore sacro, evidenzia il linguaggio Pop che aiuta l'artista a enfatizzare il significato consumistico e simbolico degli oggetti – icone, solo apparentemente frugali. La doppia valenza con cui l'artista interpreta l'arte e la religione, è la stessa che caratterizza il banchetto, metafora della prima e ultima volta vista in un percorso ciclico che ha inizio con la prima Comunione, a cui l'artista dedica la serie di opere in mostra realizzate con il vintage, e finisce appunto con l'Ultima Cena, rappresentata anche nell'autoritratto "Prima e ultima cena". Nell'allestimento della cena e nell'insieme del lavoro, non è presente solo l'iconografia cristiano – cattolica, che comunque prevale per l'appartenenza dell'artista a questa cultura. Intervengono, infatti, elementi propri di altre culture e religioni quali quelle ebraica e araba, con l'intento di rappresentare anche l'aspetto multietnico che caratterizza la società contemporanea e denota l'interesse da parte dell'artista ai vari problemi sociali come quello dell'integrazione razziale. Il riferimento al cenacolo leonardiano pertanto non è solo una mera citazione, ma diventa il collegamento simbolico dell'ultimo banchetto, che suggella il valore immortale del convito e unisce con sapiente analogia l'uomo all'arte, così come l'Ultima cena aveva unito i Dodici all'Eterno. ERICA OLMETTO 75
Dodici
Uno alla volta per la prima e ultima volta 2004 – 2008 performance and installation
Dodici Uno alla volta per la prima e ultima volta 2004 – 2008 performance e installazione
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PERFORMANCE
Simonia
critical text curated by Erica Olmetto Argillateatri – Roma 13 september 2003
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Simonia
testo critico di Erica Olmetto Argillateatri – Roma 13 settembre 2003
In the middle of a Greek temple, kneeling in front of Veneration statue, the artist wears a tunic shining with golden light. All around the audience, whose faces shine with the same golden seal, looks at the marketing of the art, of the faith and of the existence of an artist. It is the construction of the Institutional Church image, to whom it is immediately associated, in a very narrow analogical relation, to the institutional artist, who lends himself to be bought. A voice plays in many languages: "This is not a house of poor people, this is a house of rich men.
Here all has got a worth end a price. Entry with unction-makeup costs 10 euros. Twelve CDs with the picture of apostles cost 100 euros each piece. The Veneration statue costs 1.000 euros. The temple costs 10.000 euros. If you want be the artist for one day, it costs 100.000 euros1 for ever it costs 1.000.000 euros2 Please go to the cash desk!"
Federico Cozzucoli’s performance reveals the attempt to reproduce and to get over a series of schemes typical of religion, as for examples the biblical origin of the languages and the birth of Catholic Church, focusing on the sin of Simony, that the artist uses in order to denounce a similar condition that may be found nowadays in the world of art. In fact the artist establishes himself and his works when he begins to sell them: it is immediate the analogy with the Simony, the buying and selling of religion, that, in this case, becomes another ordered scheme of the performance. 86
Al centro di un tempio greco, inginocchiato dinanzi a Venerazione, l'artista indossa un caftano dai riflessi dorati. Tutt'intorno gli spettatori, fregiati in viso dal medesimo sigillo dorato, assistono alla contrattazione dell'arte, della fede e dell'esistenza di un artista. È la costruzione dell'immagine istituzionale della Chiesa, alla quale immediatamente viene associata, in stretto rapporto analogico, quella altrettanto istituzionale dell'artista che si presta ad essere comprato. Una voce recita in più lingue:
"Questa non è una casa di poveracci, è una casa di ricchi. Qui tutto ha un valore e un costo. L'ingresso comprensivo di trucco-unzione 10 euro. I dodici CD con l'effige degli apostoli 100 euro cadauno La statua Venerazione 1000 euro. Il tempio 10.000 euro Se desiderate assumere il ruolo dell'artista per un giorno 100.000 euro1 per sempre 1.000.000 di euro2 Per gli acquisti rivolgersi al botteghino". La performance di Cozzucoli svela il tentativo di riproporre e, superare, una serie di schemi compositivi propri della religione, quali l'origine biblica del plurilinguismo e la nascita della chiesa, soffermandosi in particolare sul peccato della Simonia, che l'artista utilizza per denunciare una condizione affine riscontrabile oggi nel mondo dell'arte. L'artista, infatti, istituzionalizza se stesso e le proprie opere quando comincia a venderle: è immediata l'analogia con la Simonia, la compravendita della religione che, in questo caso, diventa un ulteriore schema compositivo della performance. 87
The word, in the religious sphere, refers to the sin of buying and selling of faith made by believers. It is not a case that Simony derives from a biblical event, when Simone, who was at first a wizard and then, when he was baptized, became Christ’s disciple. He saw that the apostles gave all the people the Holy Ghost with the imposition of the hands, he belived to gain the same power, giving them money. In this context, according to Federico Cozzucoli’s point of view, the meaning of Simony is in a very narrow analogical relation to the buying and selling of an image considered “sacred” that, just in this performance, gets ready to be celebrate: that of the artist’s sake. Like in the previous performance, the relation art-religion, according to Cozzucoli, results to be the key of his works, a world to be revisited in the religious themes, all these subjects are his studies, his common sense of living and the reflex of his personal experience. Through a veiled, but a clear reason of denounce, passing from a spiritual sphere to the artistic one, trying to analyse and deepen the problems related to the contemporary art. The analogy with the religion means the will, in the artist’s mind, to use religious schemes, in a modern way, that seem only a ritualism of manner. ERICA OLMETTO 1
On the eventual payment of 100.000 euros on behalf of the payer, a daylong exhibition will be held in a top gallery. Cozzucoli, who will guarantee a catalogue, a critical text, and an adequate press office, will supply the works. The proceeds of the eventual sale of the works will be given to the payer together with the property of the works after the exhibition. 2
The eventual payment of 1.000.000 euros will imply the acquisition of the artist’s whole activity: all the unsold works, the rights on the sold ones, his own workshop, his own personal library together with his complete archive. 88
Il termine Simonia, in ambito religioso, si riferisce al peccato della compravendita della fede compiuto da chi pensa di credere e operare nel nome di Dio. Non è un caso che Simonia derivi dall'episodio biblico in cui Simone, dapprima mago poi battezzato e discepolo di Cristo, vedendo che gli apostoli conferivano a tutti lo Spirito Santo con l'imposizione delle mani, credette di poter acquistare il medesimo potere, offrendo loro del denaro. In questo contesto, secondo l'interpretazione di Federico Cozzucoli, il concetto di Simonia è in stretto rapporto analogico con la compravendita di una figura qui altrettanto "sacra" che, proprio in occasione di questa performance, si appresta ad essere celebrata: quella dell'artista. Come nelle precedenti performance, per Cozzucoli l'analogia arte-religione risulta essere la chiave di lettura delle sue opere, un modo di rivedere, nelle tematiche religiose, a cui l'artista ha dedicato anni di studio, il vivere comune e il riflesso della propria esperienza personale. Attraverso un velato ma indiscusso motivo di denuncia, dall'ambito spirituale si passa inevitabilmente a quello artistico, nell'intento di analizzare e approfondire le problematiche relative all'arte contemporanea. L'analogia con la religione implica la volontà, da parte dell'artista, di utilizzare, riproponendoli in chiave moderna, schemi religiosi che tendono a ridursi ad un ritualismo di maniera. ERICA OLMETTO 1
All'eventuale pagamento di 100.000 euro a nome del pagatore verrà organizzata una mostra della durata di un giorno in una prestigiosa galleria. Le opere saranno fornite dal Cozzucoli, che garantirà un catalogo, un testo critico, un adeguato ufficio stampa. Il ricavato dell'eventuale vendita delle opere sarà del pagatore e la proprietà delle stesse rimarrà sua anche dopo la mostra. 2
All'eventuale pagamento di 1.000.000 di euro corrisponderà la cessione dell'intera attività dell'artista: tutte le opere prodotte e non vendute, i diritti di immagine su quelle vendute, la propria abitazione studio, la propria biblioteca personale e tutto il suo archivio. 89
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cozzuFUcoli
curated by Elena Marelli video installation curated by Paolo Assenza Portico della Basilica di San Clemente – Roma 22 november 2002
PERFORMANCE
cozzuFUcoli a cura di Elena Marelli video installazione a cura di Paolo Assenza Portico della Basilica di San Clemente – Roma 22 novembre 2002
Federico Cozzucoli’s event-exhibition, edited by Elena Marelli and set up in the porch of San Clemente Church, wants to celebrate death looking back life. Two companions will lead the guest in a circular path made up Federico Cozzucoli’s works, personal objects, video installations (edited by Paolo Assenza) and music by Giovanni Mirabile. The event will be enriched by Massimo Cama and Guido Laudani’s pictures. Federico Cozzucoli, with his constant interest in icon, supported by theological studies, realizes in a modern way works, that tell us about the everyday life in a holy way, he takes pictures of real life and he mixes them with precious materials. With these he wants to focus on it, in this way he emphasizes and gives a partial sight of the world, in fact he suggests in the audience a provocatively shock and at the same time a critic point of view obtaining by a mystic and religious value of mankind. The artist suggests and asks about an observation in order to find the value “to be” a human being. In this performance, that is not profane, the artist wants to accuse, in a ironic way, the fear of the death seen as an obstacle to live completely. The exhibition is a collection of objects putted on the floor, which describe and tell us about the dead and it represents an unexpected death, an event that we can not organize, but we can be aware of it. This stylistic choice is given by the necessity to underline the sudden arrival of the death, an event that encloses the question about the meaning of life. Putting up a funeral is useful to state that in the awareness of death we can find the consciousness of life. ELENA MARELLI 100
La mostra-evento di Federico Cozzucoli, curata da Elena Marelli ed allestita all'interno del portico della Basilica di San Clemente, vuole celebrare la morte ripercorrendo la vita. Due accompagnatori condurranno l'ospite in un percorso circolare composto dalle opere e dagli oggetti appartenuti all'artista Federico Cozzucoli, dalle video installazioni curate da Paolo Assenza e dall'ambientazione sonora del compositore Giovanni Mirabile. L'avvenimento verrà documentato dai fotografi Massimo Cama e Guido Laudani. Federico Cozzucoli con lo sguardo costantemente rivolto all'icona, supportato dagli studi teologici, realizza in senso moderno lavori che narrano la sacralità del quotidiano, fotografando il reale e accostandolo a materiali preziosi. Con il materiale prezioso, sottolinea, valorizza, innalza e riformula una parziale visione del mondo, proponendo al pubblico una visione provocatoria e contemporaneamente critica dell'immaginario collettivo e rilevando il valore mistico e religioso dell'uomo. L'artista sollecita ed invita alla riflessione nel tentativo di riformulare il valore di "essere" umano. In questa performance, tutt'altro che blasfema, l'artista vuole, anche ironicamente, denunciare la paura della morte come ostacolo alla possibilità di vivere pienamente. La mostra, concepita come esposizione di oggetti appoggiati a terra che descrivono e raccontano il defunto, rappresenta una morte inattesa, un evento che non si può programmare ma di cui si può essere concettualmente coscienti. Questa scelta stilistica è data dalla necessità di sottolineare l'ingovernabilità della morte, un evento che racchiude in sé l'interrogativo sul senso dell'esistenza. Mettere in scena il funerale serve ad affermare che nella consapevolezza della morte c'è la coscienza della vita. ELENA MARELLI 101
“And still mourning has been, up till our days, the pain by excellence, whose manifestation was legitimate and necessary”. The French historian Philippe Airès has written much on death and dying, on mourning practices that have forever accompanied man in his relating to ultimate cessation full of tears and downcast looks. Expressing condolences often becomes a task from which we would like to be excused as is form a too costly wedding present, bat western tradition imposes participation and obliges to suffer collectively. Being present at the last farewell to deceased is leit motiv clothed in black that unfailingly appears while we live certain that we will live forever. Cozzucoli, to win an immortality of the soul that would leave the public to judge, has tried to die before the black lady demanded his surrender. He went, gave up, stopped. On occasion of fake wake he has gathered guest from exhibitional events and personal affects and effects that would portray his having been. The art of dying thus becomes dying artfully, dying not in public as with a traditional seppuku, but for the public to exemplify that which will inevitably happen. It is not a spectacle and no one is tring to disturb: a dialogue is proposed that covers and discovers the necroculture so that those present will accept its presence independently of official announcement of bereavement received by mail. I certainly am not the first person to point out that Arte (Art) and Morte (Death) have the same extension… STEFANO ELENA Text published into the catalog www.plot@rt.europa 102
“Eppure il lutto è stato fino ai nostri giorni, il dolore per eccellenza, la cui manifestazione era legittima e necessaria”. Lo storico francese Philippe Airès ha scritto molto sulla morte e sul morire, sulle pratiche luttuose che da sempre accompagnano l’uomo nel suo relazionarsi alla cessazione ultima piena di lacrime e sguardi bassi. Condolersi diventa spesso un impegno dal quale si vorrebbe essere esonerati come da un regalo di nozze troppo costoso, ma il costume occidentale impone partecipazione e costringe al dolore collettivo. Presenziare all’ultimo saluto al “fu” è leit motiv di nero vestito che immancabilmente ci appare mentre viviamo certi di vivere per sempre. Cozzucoli, per un immortalità dell’anima che lasciasse giudice il pubblico, ha provato a morire prima che la nera signora prendesse la sua resa. È andato, ha smesso, si è fermato. In occasione della veglia fasulla ha convocato ospiti da eventi espositivi e affetti/effetti personali che ritraessero il suo essere stato. L’arte del morire diventa quindi morire ad arte, morire non in pubblico come per un seppuku da tradizione, ma per il pubblico come esemplificazione di quanto accadrà. Non esiste spettacolo e non si reca il disturbo: viene proposto un dialogo che percorre e scopre la necrocultura perché i presenti ne accettino la presenza indipendentemente dalle ufficiali partecipazioni a lutto ricevute per posta. Non sono certo il primo a ricordare che Arte e Morte hanno la stessa desinenza... STEFANO ELENA Testo pubblicato all’interno del catalogo www.plot@rt.europa 103
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Classico Village – Roma 7 february 2002
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Gloria Classico Village – Roma 7 febbraio 2002
While the so called high culture asks about the impossibility to give a value to holy art in this century, Federico Cozzucoli, the creator of Gloria, focus on the problem of holy asking provocatively the audience. In this way he interprets again Saint Paul's words: "You have taken off your old self with its practices and have put on the new self, which is being renewed in knowledge in the image of its Creator. Christ is all, and is in all" (Col 3,9b-10.11b). The images are mystic and pop at the same time and they hide different meanings. We can find a world full of tender emotion or a higher level, that wants to provoke with respectful violence to shock our sleepy consciences because we ask ourselves if and why the holy must have a meaning. The mystic light becomes the light of art in the same way art can be light of life. LAURA CAVALIERE 110
Mentre le alte sfere della cultura si interrogano sull'impossibilità di attribuire un valore sacrale all'arte dei nostri giorni, Federico Cozzucoli, l'ideatore di "Gloria", riporta il problema del sacro all'attenzione della gente. A questa ha voluto rivolgersi con una provocazione, tanto forte e tanto urlata quanto accessibile e chiara, reinterpretando le parole di S. Paolo: "Vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza ad immagine del suo Creatore. Cristo è tutto in tutti" (Col 3, 9b-10.11b). Mistiche e pop insieme, le immagini celano una moltitudine di piani. Se ne può indagare un nucleo pregno di emozione sensibile ed entusiasta o farsi toccare dal piano più alto, che con rispettosa violenza si propone di destare le nostre coscienze sopite perché ci chiediamo se e perché il sacro abbia ancora un senso. La luce mistica diviene la luce dell'arte così come l'arte può farsi luce della vita. LAURA CAVALIERE 111
Gloria
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SOLO EXHIBITIONS
MOSTRE PERSONALI
SOLO EXHIBITION
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with a critical essay by Elisabetta Randaccio Ruderi della Chiesa di Santa – Cagliari 6 January 2015
MOSTRA PERSONALE
Crib
con un saggio critico di Elisabetta Randaccio Ruderi della Chiesa di Santa Lucia - Cagliari 6 Gennaio 2015
The art of Federico Cozzucoli is configured between painting and cinema and his video installation Crib is a manifestation evident. Cozzucoli crosses, in fact, two very differently memorable film about the history of Christ: The Gospel According to St. Matthew by Pier Paolo Pasolini, 1964, and The Passion of Mel Gibson, 2004; superimposing the two files it shakes them "destroyed" by video artist makes good material for a new dramatic creation. The cancellation of the narrative makes room for ghostly images with shadows and colors renewed, while the figures are barely comprehensible in games of references disturbing. Pasolini's Gospel is the text "stronger", this was handed the gold color, reminiscent of the frames of Gothic paintings, alternating with a sepia "unnatural". On all stretches occasionally bluish tint, which is also typical of Christian iconography, which leaves room for recognizable traits of the sky, and the moon "naked" as in Oscar Wilde's Salome, the star under which passed all human history. Pasolini's masterpiece, then, at times, appear suddenly faces extraordinary protagonists and extras, too, already in the mind of the director evoking figures straight from the history of Italian classic, but at the same time, chosen from the underclass Roman, already in those early sixties, was about to be deleted from "dopostoria". For Cozzucoli, perhaps, is part of this, absolutely impossible in the modern world not only to reflect, but nor can I listen to heavy words of the Gospel of Matthew, so the faces of the actors not Pasolini are solely intended to survive the cancellation of an attempt lofty rhetoric and not to speak of the life of Jesus. the only chance is a kind of ordered chaos where the viewer must have the curiosity for a few minutes longer, for two hours to find the "gaps" in what was a spectacle, a narrative. A few frames, so, it contains another, and then repeats, especially towards the end of the Crucifixion, where the two films, curiously travelling perfect combination until the announcement of the Resurrection. Moreover, the death of Christ is the cornerstone of both films: Pasolini for the humanization of the divine is in those bloody scenes, for the 120
L'arte di Federico Cozzucoli si configura tra pittura e cinema e la sua video installazione Crib ne è una dimostrazione evidente. Cozzucoli incrocia, infatti, due film assai diversamente memorabili sulla storia di Cristo: Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, 1964, e The Passion di Mel Gibson, 2004; sovrapponendo i due file li scompagina, li “distrugge”, da buon video artista ne fa materiale per una nuova creazione drammatica. L'annullamento della narrazione fa spazio a immagini fantasmatiche con ombre e colori rinnovati, mentre le figure sono appena comprensibili in giochi di rimandi perturbanti. Il Vangelo di Pasolini è il testo più “forte”, a questo si è consegnato il colore oro, che ricorda le cornici delle pitture gotiche, alternato a un seppiato “innaturale”. Su tutto si stende ogni tanto la tinta azzurrina, anch'essa tipica della iconografia cristiana, la quale lascia spazio a riconoscibili tratti di cielo, nonché alla luna “nuda” come nella Salomè di Oscar Wilde, l'astro sotto cui è passata tutta la storia dell'uomo. Del capolavoro di Pasolini, poi, a tratti, appaiono improvvisamente i volti straordinari dei protagonisti e delle comparse, anch'essi, già nella mente del regista evocanti figure provenienti direttamente dalla storia dell'arte italiana classica, ma, nello stesso tempo, scelti tra il sottoproletariato romano che, già in quei primi anni sessanta, stava per essere cancellato dal “dopostoria”. Per Cozzucoli, forse, si parte da questo, un'impossibilità assoluta nel mondo contemporaneo non solo di riflettere, ma neppure di poter ascoltare le parole pesanti del Vangelo di Matteo, per cui i visi dei non attori pasoliniani sono gli unici destinati a sopravvivere alla cancellazione di un tentativo eccelso e non retorico di parlare della vita di Gesù. L'unica probabilità è una sorta di caos ordinato dove lo spettatore deve avere la curiosità per pochi minuti, per più tempo, per due ore di trovare dei “varchi” in quello che è stato uno spettacolo, una narrazione. Qualche fotogramma, così, ne contiene un altro e poi si ripete, soprattutto nella parte finale della Crocifissione, dove i due film, curiosamente viaggiano in perfetta combinazione fino all'annuncio della Resurrezione. D'altronde, la morte di Cristo risulta l'elemento fondamentale di ambedue i film: per Pasolini l'umanizzazione del divino sta in quelle scene cruente, per la prima volta mostrate sul grande 121
first time shown on the big screen for this topic, and in the identification of the suffering of 'injustice, placing as the paradigm of choice real mother Susanna as an interpreter of Our Lady of Sorrows. For Gibson film is a performance of a vile torture infinite, which has its terrible moment nell'affaccendarsi, at the feet of Christ, a following of captors mercilessly. The alternation of the two films, also makes sense in the common location of Matera, so the views are interchangeable, although Matera 1964 Pasolini ("the panoramic alleys pure lime / porous, with the threads of the blazing sun profiles, / and the empty shadow of the great Impressionist, buzzing in blue ‌�) is, however, different from that recovered, albeit beautifully, the world tour of Mel Gibson. The film runs and catches fire, evoking the flames of certain paintings of Francis Bacon, but the alleged tongues of fire does not burn, in this case, a representation of power, but showed, once again, the inability to attenzionarsi a profound messages , to doubt, to reflections. For this reason, the sound is a buzz confused: the sound of the two works is intertwined with the story of Matthew in Latin and not language that comes out is free of any attempt at communication. The "destruction" and "recreation", this video installation is not without a sense of hope, at least in culture, is also a suitable placement in a particular area in Cagliari, in the Marina district, crossed by ghosts of destruction, in fact, that evoke the devastating bombing of World War II, but also of real archaeological recoveries, to look into yet another contamination, even architectural sense of artistic creation. ELISABETTA RANDACCIO 122
schermo per tale argomento, e nell'identificazione del patimento dell'ingiustizia, ponendo come paradigma la scelta della vera madre Susanna come interprete della Madonna addolorata. Per Gibson la pellicola è un'esibizione di una ignobile tortura infinita, che ha il suo momento terribile nell'affaccendarsi, ai piedi del Cristo, di una sequela di aguzzini senza pietà. L'avvicendarsi dei due lungometraggi, inoltre, ha un senso nella comune location di Matera, per cui i panorami sono intercambiabili, anche se la Matera del 1964 di Pasolini (“e panoramiche sui vicoli di calce pura /porosa, coi fili di sole ardente sui profili, /e i vuoti d'ombra da grande Impressionista, ronzante d'azzurro…”) è, comunque, differente da quella recuperata, seppure splendidamente, al mondo turistico di Mel Gibson. Il film scorre e si incendia, evocando le fiamme di certi quadri di Francis Bacon, ma le presunte lingue di fuoco non bruciano, in questo caso, una rappresentazione del Potere, ma evidenziano, ancora una volta, l'incapacità di attenzionarsi a messaggi profondi, a dubbi, a riflessioni. Per questo motivo, il sonoro è un brusio confuso: l'audio delle due opere si intreccia con il racconto in latino di Matteo e la non lingua che ne deriva è priva di qualsiasi tentativo di comunicazione. La “distruzione” e la “ricreazione”, questa video installazione non priva di un senso di speranza, almeno nella cultura, trova, inoltre, una collocazione adeguata in una zona di Cagliari particolare, nel quartiere della Marina, attraversata da fantasmi di distruzioni, appunto, che evocano i devastanti bombardamenti della seconda guerra mondiale, ma anche di reali recuperi archeologici, a cercare in un'ennesima contaminazione, anche architettonica, il senso della creazione artistica. ELISABETTA RANDACCIO 123
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SOLO EXHIBITION
P-files
text by Claudio Moica Arte 52 Museo del Territorio Sa Corona Arrubia - Villanovaforru (VS) 21 March – 20 April 2014
MOSTRA PERSONALE
P-files con un testo di Claudio Moica Arte 52 Museo del Territorio Sa Corona Arrubia - Villanovaforru (VS) 21 Marzo – 20 Aprile 2014
When we talk about in religious art, you generally refers to the "sacred". There are many artists who have ventured into the relationship between art, beauty and the Catholic faith. This report is extremely important because it is one of the constituent elements of Christian thought which allows you to see the world and to know represent. In more then devoted to the artist's duty is to represent the internal Christ. Sometimes the limits imposed by ecclesiastical censure do not allow the full expression of free thought that is a substantial part of an artist and, it can be stated without contradiction that, contemporary art in recent years has undergone an inexorable decline or stagnation reflexive (if you want to be more lenient). If it is true that Pope John Paul II said that beauty will save the world and his successor, Benedict XVI recalled that the way art is the right way to proclaim the kerygma, the first announcement, even more true that the latter can not be harnessed into rigid because, in doing so, certainly does not let alone that of his good faith. In all this Cozzucoli Frederick, strong of his theological studies, it stands out because his art, almost always referred to the Catholic religion, is not bound to rigid and outdated religious concepts. You can see strip naked and plunge into a golden liquid in performance "Gloria", reinterpreting the words of St. Paul: "You have taken off your old self with its practices and have put on the new self, which is being renewed in knowledge in the image of its Creator. Christ is all, and is in all" (Col 3, 9b-10.11b) to challenge
the eyes less careful that you soffermerebbero on the material and not on the message he wanted to convey that the Holy linked to the divine light. In modern society, where narcissism and sense of ownership is the host, the artist makes us think dealing with these issues, in an absolutely non-trivial, with two projects: - "CozzuFUcoli" where life and fear of death are the main theme of the exhibition and you can join the concept of Cozzucoli to Nietzsche when he asserts that "Many die too late and some too soon. It still sounds unusual this doctrine: Die at the right time! " (From "Thus Spake Zarathustra"); 146
Generalmente, quando in ambito religioso si parla di arte, si fa riferimento a quella “sacra”. Molti sono gli artisti che si sono cimentati nel rapporto che esiste tra l’arte, la bellezza e la fede cattolica. Questo rapporto è estremamente importante, perché è uno degli elementi costitutivi del pensiero cristiano che permette di vedere il mondo e di saperlo rappresentare. In più poi per l’artista devoto c’è un dovere interno che è quello di rappresentare Cristo. Talvolta i limiti imposti dalla censura ecclesiastica non consentono la piena espressione del libero pensiero che è parte sostanziale di un’artista e, si può affermare senza smentita che, l’arte contemporanea negli ultimi anni ha subito un’inarrestabile decadenza o di stasi riflessiva (se si vuole essere più clementi). Se è vero che Papa Giovanni Paolo II ha detto che la bellezza salverà il mondo e il suo successore Benedetto XVI ha ricordato che la via dell’arte è la strada giusta per annunciare il kerigma, il primo annuncio, ancor più vero che quest’ultima non può essere imbrigliata in schemi rigidi perché, cosi facendo, non si fa certo il suo bene tantomeno quello della fede. In tutto questo Federico Cozzucoli, forte dei suoi studi teologici, si distingue perché la sua arte, quasi sempre riferita alla religione cattolica, non si lega a rigidi e obsoleti concetti religiosi. Lo si può vedere denudarsi e immergersi in un liquido dorato nella perfomance “Gloria”, reinterpretando le parole di S. Paolo: "Vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il
nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza ad immagine del suo Creatore. Cristo è tutto in tutti" (Col 3, 9b-10.11b) a sfidare gli occhi meno attenti che si soffer-
merebbero sull’aspetto materiale e non sul messaggio che il Santo volle trasmettere legato alla luce divina. Nella società moderna, dove il narcisismo e il senso del possesso la fa da padrona, l’artista ci fa riflettere trattando queste tematiche, in maniera assolutamente non banale, con due progetti: - “CozzuFUcoli”dove la vita e la paura della morte sono il filo conduttore della mostra e si può accomunare al concetto del Cozzucoli quello di F. Nietzsche quando asserisce che "Molti muoiono troppo tardi, e alcuni troppo presto. Ancora suona insolita questa dottrina: Muori al momento giusto!” (da “Così parlò Zarathustra”); 147
- "Simonia" which, in the religious sphere, is related to the sin of the sale made by those who think of faith to believe and act in the name of God like the thought of the artist who, in the performance, he realizes himself and his own works when it begins to sell them. A main feature of the art of Federico Cozzucoli is that of involvement. During his performance is never the protagonist but the means to which the public is an integral part of everything, so unite and rally together is the message we want to convey the same and that it should just be the message of Christ to which he does reference performance especially in "Dodici" where the artist chooses relive and revisit some of the last supper with a unique dish that is art. Never the less impact are "Martyrium", in which a man confused and lost wonders about the things done in the name of God, the perennial questions that torment mankind with regard to right or wrong time to ask the Almighty to ask for forgiveness to 'man, "S_OGGETTO" where good and evil are intertwined in the figure of Adolf Hitler, so confused and ask the question: what is the fault of the people and that of the individual? In this moment of pause for reflection artistic-religious, Federico Cozzucoli gives a shock to the conscience, forcing his thoughts through the reinterpretation of modern ecclesiastical thought, the hermeneutic of renewal in continuity at the same time allows the connection with tradition and be able to look forward to. Moreover, if God created everything, then even art can not but agree on the innovative thinking of Cozzucoli CLAUDIO MOICA 148
- “Simonia” che, in ambito religioso, è riferito al peccato della compravendita della fede compiuto da chi pensa di credere e operare nel nome di Dio analogamente al pensiero dell’artista che, nella perfomance, realizza se stesso e le proprie opere quando comincia a venderle. Una caratteristica principale dell’arte di Federico Cozzucoli è quella del coinvolgimento. Durante le sue perfomance non è mai il protagonista assoluto ma il tramite per cui il pubblico è parte integrante del tutto, per cui accomunare e stringersi assieme è il messaggio che lo stesso intende trasmettere e che dovrebbe essere proprio il messaggio del Cristo a cui lui fa riferimento specialmente nella perfomance “Dodici” dove alcuni prescelti dall’artista rivivono e rivisitano l’ultima cena con un unico piatto che è quello dell’arte. Non di meno impatto sono “Martyrium”, in cui un uomo confuso e perso si interroga sulle cose fatte in nome di Dio, sui dubbi perenni che tormentano l’umanità in riferimento al giusto o sbagliato tanto da domandare all’Onnipotente che chieda perdono all’uomo, e “S_OGGETTO” dove il bene e il male si intrecciano nella figura di Adolf Hitler, tanto da confondersi e porsi l’interrogativo: qual è la colpa del popolo e quella del singolo? In questo momento di pausa di riflessione artistico-religiosa, Federico Cozzucoli dà una scossa alle coscienze, imponendo il suo pensiero attraverso le rivisitazioni in chiave moderna del pensiero ecclesiastico, l’ermeneutica della continuità all’interno del rinnovamento che allo stesso tempo permette il legame con la tradizione e poter guardare avanti. D’altronde se Dio ha creato tutto, quindi anche l’arte, non potrà che essere d’accordo sul pensiero innovativo Cozzucoliano. CLAUDIO MOICA 149
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SOLO EXHIBITION
Il dialogo Arte Sacra Antica e Contemporanea curated by Erica Olmetto Convento Sant'Antonio – Oppido Lucano (PZ) 16 april – 9 may 2009
MOSTRA PERSONALE
Il dialogo Arte Sacra Antica e Contemporanea a cura di Erica Olmetto Convento Sant'Antonio – Oppido Lucano (PZ) 16 aprile – 9 maggio 2009
The Importance of Dialogue in the artistic operation designed by Federico Cozzucoli for the convent of St. Antonio, located near Oppido Lucano, is confirmed by the value placed on communication with the religious theme. Inserted in a particular context such as the convent of the Franciscan monks near an ancient village in the Basilicata and in tune with the cycle of frescoes of the most historically important in the area, the exhibition presented on the project "Sacred art, ancient and contemporary", is characterized by careful research conceptual and visual, in an attempt to create a kind of ongoing relationship with the pre-existing works through the integration and dialogue. The aim of the project is to leave intact the intrinsic value of the works in full respect of their indigenous identity. The artist has deliberately asked to leave unchanged the previous state of the rooms of the convent, so as to enhance the value of the frescoes from a didactic point of view and recognizing the primary role of the ancient art in the initiation of his entire artistic career The use of religious iconography, constant feature in the artistic production and performance realized by Cozzucoli, certainly facilitates this combination that is not random but is the "glue" that connects the two worlds, the old and the new in a mature and symbiotic relationship. Thanks to art the artist's role in this context becomes functional to his poetry but also to the sacred place where is going to operate, offering in terms of artistic and cultural moments of reflection to the issues of historical and contemporary. The installation of the works, made with mixed media and often with the help of photography and painting, follows the sequence of the rooms where there are frescoes by Giovanni Todisco by Abriola, building in a narrative sequence of integration and strengthening in key contemporary of existing images and their religious significance. Looking at the frescoes of Todisco you can see how precious fragments of painting resume precisely the narrative and symbolic content of Scripture scrolls from religious commissions, the monks of the monastery of St. Antonio. Given the presence of the trilogy Melkisedek, David and Moses, depicted in the lunettes of the large windows in the first room the man in arms represented by Todisco – according to an interpretation consistent Zurlo the lender the entire work commissioned by the Friars – is instead identified by Cozzucoli with the figure of King David. With respect to these considerations, the work dedicated to the episode of David and Goliath, in which we find specific references to disguise war, interacts with the figure in the fresco by reinterpreting the biblical passage. Also, in the first 174
L'importanza del Dialogo nell'operazione artistica ideata da Federico Cozzucoli per il convento di Sant'Antonio, situato vicino a Oppido Lucano, è confermata dal valore attribuito alla comunicazione con il soggetto religioso. Inserito in un contesto particolare come il convento dei frati francescani nei pressi di un antico borgo della Basilicata e in sintonia con il ciclo di affreschi storicamente più importante del territorio, la mostra, presentata all'interno del progetto "Arte sacra, antica e contemporanea", si caratterizza per l'attenta ricerca concettuale e visiva, nel tentativo di creare una sorta di rapporto continuo con le opere preesistenti attraverso l'integrazione e il dialogo. Lo scopo del progetto è quello di lasciare intatto il valore intrinseco delle opere autoctone nel totale rispetto della loro identità. L'artista ha volutamente chiesto di lasciare inalterato lo stato preesistente delle sale del convento, così da rafforzare il valore degli affreschi da un punto di vista didascalico e riconoscendo alle antiche pitture il ruolo primario di iniziazione nell'intero percorso artistico. L'utilizzo dell'iconografia religiosa, aspetto costante nella produzione e nelle performance artistiche di Cozzucoli, facilita senz'altro questo connubio che non è affatto casuale ma rappresenta il "collante" che unisce le due realtà, il vecchio e il nuovo, in un rapporto maturo e simbiotico. Grazie all'arte il ruolo dell'artista in questo contesto diventa funzionale alla propria poetica ma anche al luogo sacro in cui si accinge ad operare, offrendo dal punto di vista artistico e culturale momenti di riflessione verso temi di importanza storica e contemporanea. L'installazione delle opere, realizzate con tecnica mista e spesso con l'ausilio della fotografia e della pittura, segue la successione delle stanze dove si trovano gli affreschi di Giovanni Todisco da Abriola, costruendo in sequenza un percorso narrativo di integrazione e rafforzamento in chiave contemporanea delle immagini preesistenti e del loro significato religioso. Osservando gli affreschi di Todisco si può notare come i preziosi frammenti di pittura riprendano in modo preciso la narrazione e i contenuti simbolici delle Sacre Scritture volute dalla committenza religiosa, i frati del convento di Sant'Antonio. Considerata la presenza della trilogia Melkisedek, Davide e Mosè, raffigurata nelle lunette delle grandi finestre, nella prima sala l'uomo in armi raffigurato da Todisco – secondo un interpretazione più coerente Zurlo il finanziatore dell'intera opera commissionata dai Frati – è invece identificato dal Cozzucoli con la figura di re Davide. Rispetto a queste considerazioni, l'opera dedicata all'episodio di Davide e Golia, nella quale si ritrovano precisi riferimenti al travestimento bellico, interagisce con le figura presente nell'affresco attraverso la reinterpretazione del passo biblico. Sempre nella 175
room the artist chooses to set up the work dedicated to Mother Teresa and Princess Diana, homage to the biblical passage painted by Todisco in the second room. The decision to place the installation in the previous room it is due to the presence of a window overlooking the courtyard where there is a well, the main focus of the scene of the episode of the Samaritan woman. The depiction of the woman of Samaria that draws some water to give drink to Jesus, the artist brought the blessing of Mother Teresa and Princess Diana leans towards the source from which to draw water of redemption. With the same interpretation Cozzucoli plays more solemn biblical passages uploading more the meaning of the Dialogue, that of all the cultural operation undertaken. Introducing new points of view for the viewer, who will then have the feeling of being involved in a narrative characterized by a deep religious intimacy, the contemporary artist intervenes in the fresco where Todisco tells the story of Judith inserting in the reinterpretation of the incomplete modern Judith beheading Holofernes, offering self-portrait of Caravaggio obvious flavour. The presence in the same room of the statue of the Madonna, The woman clothed with the sun, denotes the intention on the part of Cozzucoli to highlight the analogy with the biblical passage represented by Judith Todisco where it refers to her as "blessed more than all women who live on the earth". In the last room, where Todisco has painted the Biblical story of the "Manna in the desert", the artist, realizing The Multiplication of the loaves, suggests the connection with the passage in the Gospel of John on the "Loaves and Fishes" where he quotes the passage from Exodus and which drew Cozzucoli interpreting the meaning of bread in his last works on display as a symbol of the Eucharist. Referred to the words of Christ "I came that those who do not see may see, and those who see may become blind", the artistic operation ends with the last work. The first and last time set up under the fresco of Todisco dedicated to the passage of "the man born blind". The figures of Cozzucoli are faceless, as if they were dazzled by too much light, an allusion to the light of Christ, who opened the eyes of those who wanted to know God and blinded those who did not believe in the redemption preferring the darkness and the darkness of death. ERICA OLMETTO 176
prima sala l'artista sceglie di allestire l'opera dedicata a Madre Teresa e alla Principessa Diana, omaggio dell'artista al passo biblico dipinto da Todisco nella seconda sala. La decisione di collocare l'installazione nella sala antecedente è dovuta alla presenza di una finestra che si affaccia sulla corte esterna dove c'è un pozzo, fulcro della scena principale dell'episodio della Samaritana. Alla raffigurazione della donna di Samaria che attinge l'acqua per dar da bere a Gesù, l'artista accosta quella di Madre Teresa benedicente e la principessa Diana china verso la fonte dalla quale attingerà l'acqua della redenzione. Con la stessa chiave di lettura Cozzucoli interpreta altri solenni passi biblici caricando maggiormente il significato del Dialogo, ossia di tutta l'operazione culturale intrapresa. Introducendo nuovi punti di vista per lo spettatore, che avrà quindi la sensazione di trovarsi coinvolto in un percorso narrativo caratterizzato da una profonda intimità religiosa, l'artista contemporaneo interviene nell'affresco dove Todisco racconta la storia di Giuditta inserendo nella parte lacunosa la reinterpretazione della Giuditta moderna che taglia la testa a Oloferne, proponendo l'autoritratto di evidente sapore caravaggesco. La presenza nella stessa sala della statua dedicata alla Madonna, La donna vestita di sole, denota l'intenzione da parte di Cozzucoli di evidenziare l'analogia con la Giuditta del passo biblico rappresentato da Todisco dove ci si riferisce a lei come "benedetta più di tutte le donne che vivono sulla terra". Nell'ultima sala, dove Todisco ha dipinto l'episodio biblico della "Manna nel deserto", l'artista, realizzando La moltiplicazione dei pani, propone il collegamento con il passo del Vangelo di Giovanni sulla "Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci", dove si cita il passo dell'Esodo e dal quale Cozzucoli ha attinto il significato del pane interpretandolo nelle ultime opere esposte come simbolo dell'Eucaristia. In riferimento alle parole di Cristo "Sono venuto perché coloro che non vedono vedano e coloro che vedono diventino ciechi", l'operazione artistica si chiude con l'ultima opera La prima e ultima volta allestita sotto l'affresco di Todisco dedicato al passo del "cieco nato". Le figure del Cozzucoli sono senza volto come fossero abbagliate dalla troppa luce, allusione alla luce di Cristo che ha aperto gli occhi di coloro che hanno voluto conoscere Dio e ha accecato quelli di coloro che non hanno creduto preferendo alla redenzione le tenebre dell'oscurità e della morte. ERICA OLMETTO 177
Il dialogo
2001 – 2009
advertising billboard for the exhibition and works installed in the rooms frescoed by Giovanni Todisco da Abriola
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cartellone pubblicitario per la mostra e opere installate nelle sale affrescate da Giovanni Todisco da Abriola
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SOLO EXHIBITION
Cristi, Santi e Madonne! curated by Stefano Elena Studio Soligo – Roma 17 October – 4 November 2006
MOSTRA PERSONALE
Cristi, Santi e Madonne! a cura di Stefano Elena Studio Soligo – Roma 17 ottobre – 4 Novembre 2006
Don't say a prayer for me now In man, as we know him, there exists a frivolous and unpardonable need. It's the need that seeks reassurance from that which repeats, from the themes, subjects, and content that customarily accompany us on our earthly existence, providing us comfort through the recognition of a name, a logo, an image, an idea. Or else a F A I T H (FEDE) that makes us faithful (fedeli). Cozzucoli, a thinking theologian, makes a stop at the Soligo Studio for an exhibition of his creations, of his thought, and of our interpretation of belief itself, employing free re-readings that indulge the methodical exegesis of a documented god: "that being a greater than which cannot be conceived”. In "Christs, Saints, and Madonnas!" (an inventory that I immediately associated with, respectively: a) the sign at the entrance to a tourist bazaar full of gorgeous and glittery kitsch fetish-objects designed for the true believer in the protective knickknack; b) the title of a play presented in the open air of summer for the few folks who haven’t left on vacation; c) the announcements of neighborhood procession whose purpose is a multiple version of the confused motives for prayer that essentially disregard latria and dulia) Cozzucoli exhibits and passes on to us several of his master works, for a compendium that is capable of clarifying the typical means by which man usually arrives at (or deceives?) his own faith. This is what we want to see, that which is capable of confirming our sense of and our recognition of God with respect to our acquired/force-fed indoctrination. The inevitable confirmation of the "…basic dogmas of the Christian religion" (Russell), of the "subordinate needs of man" (Hegel), of the rigidity of the Sunday morning ecclesiastical catechesis that guarantees to the "outside world" the recurrence of the well established and ready-to-use imago, to whom may be confessed – upon whom may be discharged – guilts and fears, nightmares and doubts, crimes and sins. In the absence of any urgent need for genuine conversation or for true contact, the prayer plaque expels evil and sends you home, content to have discharged your obligations and to have been absolved. 192
Don't say a prayer for me now Esiste un imperdonabile e frivolo bisogno, nell'uomo che ci è noto. È quello che chiede d'esser rassicurato dalla cosa ricorrente, da temi, materie e contenuti che accompagnano da sempre la vita terrena confortandola avvalendosi della riconoscibilità di un nome, un logo, un'immagine, un'idea. Oppure di una F E D E che rende fedeli. Cozzucoli, teologo pensante, si ferma dai Soligo per una rassegna del suo creare, del suo pensare e del nostro interpretare il credere, attraverso riletture libere che assecondano l'abitudinaria esegesi di un dio documentato, "ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore”. In "Cristi, Santi e Madonne!" (inventario che, nell'ordine, ho da subito associato: a) all'insegna di un bazar turistico pieno di bellissimi e lampeggianti feticci kitsch destinati ai credenti nel soprammobile protettore; b) al titolo di uno spettacolo teatrale all'aperto da tenersi in periodo estivo per i pochi rimasti a casa; c) all'annuncio di una parata rionale avente per oggetto la versione plurale dei confusi motivi di preghiera che tengon poco conto di latria e dulia) Cozzucoli espone e trasmette alcune delle sue opere maestre, per un compendio che sappia far intendere i modi consueti con i quali l'uomo è solito raggiungere (o raggirare?) il proprio credo. Questo è quanto vogliamo vedere, quanto può confermare il nostro sentire e il nostro riconoscere Dio nel rispetto dell'indottrinamento acquisito/iniettato. L'inevitabile conferma di ”…dogmi basilari della religione cristiana…” (Russell), di “bisogni subordinati degli uomini” (Hegel), di fermezze da catechesi ecclesiale per la domenica mattina che garantiscono al "mondo di fuori" la ricorrenza dell'imago stabilita e consegnata, alla quale confessare – sulla quale scaricare – colpe e paure, incubi e dubbi, crimini e peccati. Senza l'esigenza urgente d'un colloquio vero o d'un confronto giusto, l'orazioncina a parete espelle il male e torna a casa, paga d'aver assolto gli obblighi e d'esser stata assolta. 193
An eloquent passage from Chuck Palahniuk’s Survivor does an excellent job of reporting on the placement of generational totems which, planted like signets in the church’s multiple residences or in the action centers where the cult's headquarters are located, are intended to be beseeched: “In the oldest wing of the mausoleum..., Jesus is gaunt and romantic with a woman’s huge wet eyes and long eyelashes. In the wing built in the 1930s, Jesus is a Social Realist with huge superhero muscles. In the forties ... Jesus becomes an abstract assembly of planes and cubes. The fifties Jesus is polished fruitwood, a Danish Modern skeleton. The sixties Jesus is pegged together out of driftwood. There’s no seventies wing and, in the eighties wing, there’s no Jesus, just the same secular green polished marble and brass you’d find in a department store...”
I don't know how much all of this has to do with the truth of the word of God, with the first of the three theological virtues which should, via the aid of intelligence, arrive at such a truth. Or, on the other hand, to what degree it becomes a matter of "…cults of wage-earners such as the one at Lourdes where it is perfectly clear, for
example, how much those well-dressed ladies paid for their rosaries made of gold and in what little shop of objects and pious flimflam in Paris’s Saint-Sulpice neighborhood they were wrapped” (Artaud).
But Cozzucoli is here to demonstrate the technical reproducibility of the icon, to transform representation into flesh, apparition into performance, and the snapshot into an act of testimony, thanks to a nuance of the creative act that translates veneration, the offering of reverence and respect, into an active message that intermixes cultural concepts and popular practice, exploiting one symbol in order to app(reh)end others, staging ritual postures in order to manifest their limits and to suggest their growth. The act of subtraction that Cozzucoli achieves disputes the imposableness of preexisting and obligatory configurations, commenting (barely) sarcastically on the fanaticism and the artificial exasperation which, aimed at (barely) religious sentiments, pass through sectarianism on their way to intolerance. 194
Un eloquente passo del “Survivor” di Chuck Palahniuk riesce bene ad informare sulla messa in posa di totem generazionali da implorare, impressi come sigilli nelle tante residenze della chiesa, nei luoghi d'azione presso i quali ha sede il culto: “Nell’ala più
antica, c’è un Cristo scarno e romantico, con enormi occhi femminili gonfi di lacrime e ciglia lunghissime. Nell’ala eretta negli anni Trenta, Gesù è un realista sociale con poderosi muscoli da supereroe. Negli anni Quaranta, Gesù diventa un assembramento astratto di cubi e figure piane. Il Gesù anni Cinquanta è uno scheletro in legno d’acero del Modernismo danese. Quello anni Sessanta un’accozzaglia di legname di scarto inchiodato in più punti. Non c’è un’ala che risale agli anni Settanta, e nell’ala degli anni Ottanta non c’è nessun Gesù, ma il solito ottone e marmo verde tirato a lucido che si può trovare facilmente in qualsiasi reparto di un qualsiasi negozio…”.
Non so quanto tutto questo abbia a che fare con la verità della parola di Dio, con la prima delle tre virtù teologali che dovrebbe, aiutata dall'intelligenza, raggiungere quella verità. O quanto piuttosto non si tratti di “…culti salariati come quello di Lour-
des con delle elegantone che si sa benissimo per esempio quanto hanno pagato il rosario d’oro e in quale bottega di oggetti e di montature pie dei dintorni di SaintSulpice a Parigi è stato confezionato” (Artaud).
Cozzucoli c'è, a dimostrare la riproducibilità tecnica dell'icona, a trasformare la rappresentazione in incarnazione, l'apparizione in performance e lo scatto in testimonianza, grazie ad un'accezione del metodo creativo che traduce la venerazione, l'offerta di reverenza e rispetto, in messaggio attivo che mischia fra loro nozioni culturali e pratiche popolari, sfruttando il simbolo per (r)aggiungerne altri, inscenando attitudini rituali per attestarne i limiti e suggerirne le crescite. La sottrazione operata da Cozzucoli discute l'imponibilità di configurazioni dettate e fatte osservare, rimarcando (poco) sarcasticamente il fanatismo e l'esasperazione posticcia rivolti a sentimenti (poco) religiosi che attraversano il settarismo per diventare intolleranti. 195
In this sense, Cozzucoli's "Simony" (La Simonia) assumes a particularly significant value, today, when the prospect of acquiring spiritual goods in exchange for money may represent an updated parable regarding the approach men take toward dogma and the magisterium, of the many Simon Magus converts interested in the Agnus Dei for sale of-the-month or in a Jesus Christ Superstar defender to be kept, of course, in the car. Cozzucoli's relics are objects of ingratiation, first and last suppers offered in return for debts discharged and hearts lightened. Putting a worn-out alms basket at the entrance to the exhibition might have worked but would have been de trop, if one places one’s trust in the hope that une gigantesque divinologie de l’homme may be sufficient, a reminder to those men who, "by their nature, feel the obligation to obey divine commands” of a brief question: "Does the human soul even now contain no need more lofty than that for food and clothing?”
Far from any sort of homiletics, Cozzucoli's work probes or "merely" affirms the tendency toward observance of the criteria and norms central to clerical methodology as if, as Nietzsche wrote, "to become the founder of a religion one must be psychologically infallible in one’s knowledge of a certain average type of souls who have not yet recognized that they belong together”.
A widespread and nimble propagation of pop commercialization, magnified by the consumer’s tendency to insist upon an analysis of the relationship between advertising promises and results, makes uncreated substance of the motives for faith. To give thanks to the Christoform contrivance resolves the business of the sacred and results in indulgences, completing the time-honored performance that takes away the sins of the world and hears our prayers. 196
Assume in questo senso un valore di particolar rilievo la "Simonia" proposta dal nostro, oggi, quando l'eventualità di acquisizione di beni spirituali in cambio di denaro potrebbe effigiare un'aggiornata parabola sull'approccio dell'uomo al dogma e al magistero, di tanti convertiti Simon Mago interessati all'Agnus Dei for sale del mese o a un Jesus Christ Superstar tutore del tutto da tenere in macchina. Le reliquie di Cozzucoli sono gadget da regalia, prime ed ultime cene che si offrono all'offerta che sdebita e rasserena. Sistemare una sfinita cesta per l'obolo all'ingresso sarebbe stato d'uopo ma troppo, se si confida nell'auspicio che une gigantesque divinologie de l’homme sia bastevole, a ricordare a quegli uomini che si sentano per natura obbligati a ubbidire ai comandi divini” una domanda breve: "Non c’è tuttavia nell’animo umano anche un bisogno più sublime che quello per il cibo e i vestiti?”. Lontano da qualsiasi stile omiletico, il lavoro di Cozzucoli indaga o "solo" afferma l'inclinazione all'osservanza di criteri e norme interni alla metodologia clericale come se, scrive Nietzsche, "i fondatori di religioni fossero caratterizzati dall’infallibilità psicologica nel capire un determinato tipo di anime, che costituiscono la media…”. Le ragioni della fede si fanno sostanza increata di un mercimonio pop dalla divulgazione ampia e agile, potenziata dalla propensione del consumatore all'analisi insistente del rapporto tra impegno e risultato. Render grazie all'aggeggio cristoforme risolve l'affare sacro e riscuote l'indulgenza, per un adempimento del costume ammaestrato che toglie i peccati del mondo e la supplica ascolta. 197
"Christs, Saints, and Madonnas!" plural common noun, perhaps actually functions as the sign at the entrance to a tourist bazaar full of gorgeous and glittery kitsch fetish-objects designed for the true believer in the protective knickknack, convinced that that which repeats encloses the essence and the meaning of what has been taught, and that ongoing attention and learning, are not, after all, precisely necessary to “seek and to learn to recognize”, as Calvino put it, “who and what, in the midst of hell, is not hell, and to make that endure and to give it room...”
Cozzucoli invites us to consult his breviary, to come face to face with his expo prepared crosswise among praises&distortions, hymns&deceptions, commemoration&entertainment. He allows us to pat our fellow mortals down as they greet one another with a holy kiss, to watch them when, their hands folded in prayer, they invoke their distant domestic servant, up there. And it's all to the good, let's be clear, to be able to examine these mortal beings. To manage to know them more clearly, gauging the attitudes they learned so early and the diligent vacuums left to refill themselves with random images. Visiting this emporium might even be a privilege. An advantage that grants, to those last few, delicate, 21 grams of candor that we have in our bodies, the preemption rights to the seating from which we look ourselves in the mirror. STEFANO ELENA 198
"Cristi, santi e madonne!", comune plurale, funge forse realmente da insegna per bazar turistici pieni di bellissimi e lampeggianti feticci kitsch destinati ai credenti nel soprammobile protettore, convinti che nella cosa ricorrente siano racchiusi stato e senso degli insegnamenti acquisiti e che attenzione e apprendimento continui, dopotutto, non siano così necessari a "cercare e saper riconoscere” – diceva Calvino – "chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio…”. Cozzucoli ci invita a consultare il suo breviario, ad affacciarci alla sua expo preparata per traverso tra laude&distorsioni, inni&inganni, celebrazione&intrattenimento. Ci permette di frugare i mortali mentre si salutano l'un l'altro con un santo bacio, di guardarli quando oranti a mani giunte invocano il loro domestico servitore estraneo, là. Ed è un bene, sia chiaro, poterli scrutare, quei mortali. Riuscire a conoscerli meglio soppesandone gli atteggiamenti imparati presto e i diligenti vuoti lasciati a riempirsi di scansioni random. Potrebbe essere persino un privilegio, visitare questo emporio. Un vantaggio concedente a quei piccoli, tenui, ultimi 21 grammi di schiettezza che abbiamo in corpo il diritto di prelazione sui posti a sedere dai quali ci si specchia. STEFANO ELENA 199
Cristi Santi e Madonne!
2000 – 2006
works installed in the gallery
Cristi Santi e Madonne!
2000 – 2006
opere installate in galleria
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SOLO EXHIBITION
Genesi 19 Sodoma
curated by Silvia Russo texts by Stefano Elena Annuale d'Arte Città del Sale Spazi Aperti Alle Culture Torre delle Saline – Margherita di Savoia (FG) 1 – 31 August 2006
MOSTRA PERSONALE
Genesi 19 Sodoma
a cura di Silvia Russo testo di Stefano Elena Annuale d'Arte Città del Sale Spazi Aperti Alle Culture Torre delle Saline – Margherita di Savoia (FG) 1 – 31 Agosto 2006
If…
Federico Cozzucoli's creation Genesis 19 and its recalls If the much used motto "To not Forget" would be sufficient to motivate (or actually title) the collage moments and manners, the highly well arranged composition that Cozzucoli titles "Genesis 19. Somoda", there would be little left to say. If only we had to judge the salt sculpture that reproduces a figure with its arms tending towards the sky, marked in a geometrical way with the pain of death or even worse, the death of a pain that cannot return. This is found in Picasso's "Guernica" (1937) when you look at it you know that cannot forget the brutalities of an event and of a historical piece (Argan writes: “Guernica which is the only historical painting in our century, is so not because it represents a historical event, but because it is a historical event”). It could remind us that Guernica's ancient Basque country had been destroyed by the German's bombings. Picasso's choice to use black, white and grey was the most appropriate to deal with the yelling death, death that was withdrawn from his life through the absence of the colour. Realism and symbolism proportionally fixed create an artistic piece that involves directly who is looking at it, making him protagonist of an enormous torment which is typical of the fresco painting inside which man can live and perceive better. The misdeed represented not only records the event but it also remains eternal in time….with the noise of the bombs, the people screaming focusing first on the human fierceness and then the political aspect. If instead to be discussed was only a reproduction, on gold-icon paper, of a film shot of "Salò o le 120 giornate di Sodoma" by Pier Paolo Pasolini (directed in 1975), we would recall the circles "MANIE" (Fads), "MERDA"(Shit) and "SANGUE" (Blood) on which the plot of the film is set. The film is about four fascists and their dirty and extreme experiences (a duke, a monsignor, an excellency and a president) the four kidnap young people of both sexes and keep them in a villa, to satisfy their sexual desires. This takes place during the Republic of Salò. The entire film is about tortures. It shows how men with a lot of power can abuse and take advantage of other people and other people's bodies for their own depraved desires. 212
Se… Sulla composizione "Genesi 19. Sodoma" di Federico Cozzucoli e i suoi rimandi Se l'inflazionato motto "Per non dimenticare" bastasse a motivare (o addirittura a titolare) il collage di momenti e maniere, l'installazione sapientemente combinata, che Cozzucoli chiama "Genesi 19. Sodoma", esisterebbe sicuramente poco altro da aggiungere. Se da valutare, ad esempio, ci fosse soltanto la scultura in sale replicante quella sagoma dalle braccia tese arrendevolmente al cielo e geometrizzata dal dolore della morte o, peggio, dalla morte di un dolore che non potrà tornare, presente nel "Guernica" (1937) di Picasso, potrebbe – chi guarda – limitarsi a non dimenticare le atrocità di un fatto e di un’opera storica (scrive Argan: "…Guernica, che può dirsi
l’unico quadro storico del nostro secolo, è tale non perché rappresenta un fatto storico, ma perché è un fatto storico"). Potrebbe ricordare che l'antico paese basco di
Guernica fu devastato dai bombardamenti tedeschi filo-franchisti che hanno seminato terrore e distruzione tra i civili del luogo. Che i neri, i bianchi e i grigi usati da Picasso furono la scelta più consona alla trattazione di una morte urlante allontanata maggiormente dalla vita proprio attraverso l’assenza di colore. Che realismo e simbolismo costruiscono proporzionatamente un’opera decisa a coinvolgere direttamente chi guarda, a renderlo protagonista di un supplizio dalle dimensioni immense tipiche della pittura d’affresco all’interno delle quali l'uomo può abitare e vedere meglio. Che il misfatto rappresentato non si limitava a documentare, ma consegnava ad un eterno tempo presente il suono delle bombe, le grida della gente e le pose sofferte rase al suolo, attualizzando una ferocia umana, prima che politica. Se da considerare, invece, esistesse soltanto la riproduzione su carta oro-iconico di un fermo immagine del "Salò o le 120 giornate di Sodoma" (1975) di Pier Paolo Pasolini, tornerebbero alla mente i gironi "MANIE", "MERDA" e "SANGUE" intorno ai quali ruota e si sviluppa la storia del film ispirato al testo di Sade. Un film, ricorderete, che narra le vicende sporche ed estreme di quattro fascisti (un duca, un monsignore, un’eccellenza e un presidente) che al fine di soddisfare i propri piaceri sequestrano giovani di entrambi i sessi per usufruirne liberamente tra le mura di una villa, durante la repubblica di Salò. Scatofagia e torture occupano lo schermo per tutta la durata della narrazione, descrivendo come l’uomo di potere possa grazie a quel 213
Both religion and politic take part in this carnal hell, which goes way beyond the acceptable limits of mankind, letting themselves go in an arrogance of colour differently from Picasso's one. The tortures and the freedom in abusing are clearly documented in black and white, white like the colour of the skin and black like the colour of the feces. Pain is represented by figures that are bleeding. They have being injured by the oppression ruling. Similar to Picasso's work but here there is the aim to considers the abuse of power by man over man as a current event. If finally we had to contemplate the transformation into salt of a human figure then we would remember Lot's wife, who had looked back while running away when she had been ordered not to do. (“The sun was rising and Lot had reached Zoar, when God from the sky sent sulphur and fire on Sodoma and Gomorra. The two cities with all the valley, inhabitants and soil were destroyed. Lot’s wife looked back and became a salt statue�).
Cozzucoli has arranged a sequence of two physical moments (and three mental) able to summarize important chapters of the existence of mankind. Power and dictatorship show up again through the device of allegory and a mixture of artistic styles that have passed down important messages in history. Cozzucoli puts together shapes and languages, painting and cinema, pictures and reality, which harmonise method and message. The truth about violence is passed down by the time and saying, following a course that studies clearly the theme using three main points. All of which remind us that what happens to the figure represented happens also to us. Because time never forgets. The event is recorded by previous and qualified historians. The quotation substitutes any updating that memory might need, enabling the revision as and expression criteria and art procedure. 214
potere raggiungere le profondità più oscure e inconfessabili della sopraffazione, di un comandare il corpo altrui divenuto attrezzo e mezzo per l'appagamento di desideri oltre. Religione e politica partecipano parimenti alla gestione di questo inferno carnale che oltrepassa ogni limite concepibile, abbandonandosi ad una prepotenza questa volta colorata, contrariamente a quella di Picasso. Qui le sevizie e le libertà sono chiare come la pelle e scure come le feci. Il male ha le cromie del dolore acceso messo in scena da figure che possono perdere sangue rosso, essere ferite dall’oppressione vigente che comanda e vuole illimitatamente. Similmente al lavoro di Picasso, però, esiste la volontà di rendere contemporaneo il sopruso violento dell’uomo contro l'uomo, l'abuso della parte dominante nei riguardi di quella sottomessa. Se da contemplare, infine, risultasse soltanto la trasformazione in sale di una figura umana, allora emergerebbe l'esclusivo rimando alla moglie di Lot, colpevole d’aver guardato indietro nonostante l'ordine ricevuto di non farlo ("Il sole spuntava sulla
terra e Lot era arrivato a Zoar, quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale”).
Cozzucoli allestisce un percorso in due atti fisici (e tre mentali) capace di sunteggiare capitoli (im)portanti del vissuto umano. Potere e dittatura riemergono coerentemente da allegorie e scheletri di arti miste responsabili di messaggi autorevoli passati alla storia perché divenuti tale. Cozzucoli mischia forme e linguaggi, pittura e cinema, immagini e realtà, per conciliare fra loro metodo e messaggio. La verità della violenza passa attraverso gli anni e il dire, tracciando un cammino che esplora esaustivamente il tema avvalendosi di tre punti cardine, tutti portati a ricordarci che quello che succede a loro, ai “raffigurati”, succede a noi. Perché il tempo, lui, davvero non dimentica. L'accaduto è documentato da precedenti storici competenti e qualificati, oltre i quali non serve andare. La citazione sostituisce, quindi, qualsiasi aggiornamento di cui la memoria possa necessitare, facendo della rivisitazione criterio espressivo e procedimento d’arte. 215
The two moments from the past that Federico Cozzucoli chooses to represent show the wise use of the language, the careful attention paid and devoted to the past events that appear again in the present. The pain suffered in the past and that returns, the endless and exterminating difficulties that the powerful throw on the weaker ones in different periods of time and are always where there is torment, massacre, killing and what other comes to our mind. Or simply pain in general with all hits synonyms. A visual dimension created by Cozzucoli that recalls tyranny without needing to add more or useless undertitles It speaks through the acts that have no way to evade and has no more voice or strength left to scream. A first silent moment completely torn that teaches the importance of the authentic silence, without passing sentences of guiltiness for looking back in the direction of complete destruction or of swept away memories. Without coated borders, with mouths kept wide open by the fear of enormous traps and internal explosions that do not forgive. Without any colour imprisonment passed around in a wicked epidermic and organic way that first kills life and then the body. Certain that it is not necessary to add more. If the much used motto To not Forget would be enough to remember, there would be little left to add. STEFANO ELENA 216
I due "attimi" che dal passato della nostra storia Federico Cozzucoli sceglie di riproporre e rileggere, attestano l’assennata fermezza d’uso del linguaggio, la ponderata attenzione rivolta e dedicata rispettosamente a trascorsi che non smettono di scorrere. Al male subito dagli anni che sono stati e che continuano a tornare, alle perturbazioni sterminate e sterminanti che i corpi potenti scaraventano addosso a chi sta sotto secondo turni epocali che sempre presenziano allo strazio, alla strage, al massacro, alla rovina, all'eccidio e a tutti gli altri sinonimi che sappiano venirvi in mente. O "soltanto" al dolore in genere, quello che i sinonimi li contiene tutti. Una dimensione visiva, quella ideata da Cozzucoli, che riesce a richiamare la tirannia per eccellenza senza aggiunte gratuite o sottotitoli di troppo. Che parla servendosi del parlato messo agli atti, di un prima irrimediabile senza vie di fuga che non ha più voce, a forza di gridare. Un prima muto, definitivamente lacerato, che insegna l'autentico ed efficace silenzio a tutti quei giorni in corso che stanno ascoltando. Senza più ricorrere a sentenze di colpevolezza per aver guardato indietro, in direzione dell'annientamento o di ricordi spazzati via. Senza più contorni monocromi con le bocche tenute spalancate da insidie giganti e implosioni che non implorano. Senza altre reclusioni colorate distribuite tra efferatezze epidermiche ed organiche che uccidono la vita prima del corpo. Con la certezza che non occorra dire di più. Se l'inflazionato motto "Per non dimenticare" bastasse a ricordare, esisterebbe sicuramente poco altro da aggiungere... STEFANO ELENA 217
Genesi 19
Sodoma 2006 installation
Genesi 19 Sodoma 2006 installazione
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SOLO EXIBITHION
Genesi 3 La caduta
critical text curated by Francesca Foti Galleria Arturarte – Nepi Settevene, (VT) 3 – 16 December 2005
MOSTRA PERSONALE
Genesi 3 La caduta testo critico a cura di Francesca Foti Galleria Arturarte – Nepi Settevene, (VT) 3 – 16 dicembre 2005
The installation is focused on the complex theme of the third chapter of the Genesis, in which Adam and Eve did not obey God, eating the fruit of the tree so they determine their lose of a presumed state of justice for the world (Genesis 3). Federico Cozzucoli chooses to immortalize the moment of their disobedience and the following man's desperation that caused God's indignation. In what does the originality of these works consist? In the great provocative strength through which the artist uses the symbolic and concrete event and at the same time to give an interpretation that we can define mystic, ironic and sarcastic. He stripes of the scene: he does not use the additional features used in the image of original sin (the tree and the snake, that is here evident as a tattoo in the girl's heel bone) and he chooses a "modern" man and woman, they determine theirselves with power of their need to be real, not to be prim but aware of their nutidy/fragility, not to be panicked or desperate, because they caused God's wrath. Moreover, when they hold firmly the apple, the artist wants to focus on their indissoluble bond, a very extraordinary image of power and life. Adam and Eve are expecting a baby. This Adam does not hide his face in his hands in order to show his shame as in the famous Masaccio's work, but here he shouts the inebriation to feel himself "God" because he finally knows everything and can breed mankind. His contracted anatomy reminds us Munch's The Scream because of his shout and his narrow position to the lens. There are three main artistic purposes in Cozzucoli's installation; that he wants to develop in the same time: first with the use of drawings and Polaroid's pictures, second selecting pictures into two big central compositions, and at the end to each panel corresponds a rectangular brass plate (70x55), this represents the relative piece of the picture. The choice of the material, that gives images a warm metallic light similar to the background of Byzantine paintings, is once more a recollection of holy art, a constant attention of the artist. FRANCESCA FOTI 224
L'istallazione è incentrata sul complesso tema del terzo capitolo della Genesi, in cui Adamo ed Eva disobbedirono a Dio mangiando il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male e auto-determinarono la loro caduta da un presunto stato originario di giustizia per l'umanità (Genesi 3). Federico Cozzucoli sceglie di immortalare proprio il momento della loro prevaricatio, e la disperazione dell’uomo per aver suscitato l'indignazione divina. Dove risiede l'originalità di questi lavori? Nella grande forza provocatrice e prevaricatrice con cui l'artista si serve dell'evento simbolico e concreto al tempo stesso per darne un'interpretazione insieme mistica, ironica e sarcastica. Ecco che spoglia la scena degli accessori che tradizionalmente connotano l'iconografia del peccato originale (l'albero e il serpe, ridotto a un tatuaggio in prossimità del calcagno della ragazza), e sceglie di servirsi di un uomo e di una donna "di oggi" che si autoaffermano, e affermano con forza il proprio bisogno di verità, nient'affatto pudichi ma consapevoli della loro nudità-fragilità, nient'affatto in preda alla disperazione per aver determinato l'abbattersi sull’umanità dell'ira di Dio. Anzi, unendo saldamente la mano sinistra dell’uomo e la destra della donna al pomo del peccato l’artista focalizza il loro legame che diventa indissolubile, espressione di una straordinaria energia e vitalità: Adamo ed Eva aspettano un figlio. Ancora, l'Adamo di Cozzucoli non si nasconde il volto tra le mani in segno di vergogna come il primo uomo di Masaccio cacciato dall'Eden, bensì grida l'ebbrezza del sentirsi Dio in quanto detentore della conoscenza e fautore della procreazione della specie umana. La sua anatomia contratta nel grido e prominente, marcata così da presso dall'obiettivo, e il chiaro rimando all'Urlo più celebre ed efficace della storia dell’arte nella scelta della posa, sono in tal senso funzionali e denotano l'acutezza del nostro. Tre i momenti della rappresentazione artistica che Cozzucoli intende sviluppare contemporaneamente nell’istallazione, prima nell’elaborazione del progetto figurativo attraverso i disegni e le polaroid, poi sezionando le immagini nelle due grandi composizioni culminanti: ad ogni riquadro tracciato sui disegni corrisponde una lastra rettangolare di ottone di cm 70x55, che reca impressa la relativa porzione di immagine fotografica. La scelta del materiale, che conferisce alle immagini una calda lucentezza metallica simile ai fondi oro delle icone bizantine, è ancora riconducibile alla costante attenzione dell’artista ai precedenti più nobili dell'arte sacra, portatrice di contenuti ultraterreni e atemporali. FRANCESCA FOTI 225
Genesi 3
La caduta 2005
installation and work in progress
Generazione 2005
Genesi 3 La caduta 2005 installazione and work in progress
Generazione 2005
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SOLO EXHIBITION
Opera Postuma
curated by Stefano Elena inside the contemporary art review curated by Francesco Stocchi Angelo Mai! Ex Chiesa San Romano – Roma 8 november 2005
MOSTRA PERSONALE
Opera Postuma a cura di Stefano Elena all'interno della rassegna d'arte contemporanea curata da Francesco Stocchi Angelo Mai! Ex Chiesa San Romano – Roma 8 novembre 2005
This is the end. An ending which resolves and bringsto a close an irriverent review which dawned whilst outside the light was dimming. An eding which brings forth an epilogue but not a result. Above all an ending which remembers and comemoratores –after his death- the life of the tate Federico Cozzucoli, born in Messina in 1972, who always strove for an art that might reconcile his vocation for both religion and religiousness with the current intolerance of terrorism, and whit the icons posing with thir hands togeter, their submissive faces pointing towards heaven. Icons accepted with unquestion faith, which have become indisputable depictions of belief, of faith and of the believing spirit. Federico is remebreded by relatives and all those who knew him for his ability to subject orthodoxy to subtle and objective analysis,undermining that human selfreferentiality which, despite continually questioning devotion itself through temptation of both body and mind, insists on feining constancy and coherence, in avoiding sin by sinning and in misinterpreting the pulsating, beating, gasping erection. A man is missing from the world who believede that morality, imposed by preconceived ideas and states of mind, does nothing but tame human beings. A man, as both a firm beliver and an acute observer, who made prophesy into performance and confession into image, transferring and transporting religion to the langues and contexts of art. 244
Questa è la fine. La fine che risolve e smette una rassegna sconsacrata sorta mentre fuori ogni luce tramontava. La fine che inaugura un epilogo senza essere un risultato. Soprattutto quella che ricorda e commemora – postuma – l'esistenza del fu Federico Cozzucoli, nato a Messina nel vicino 1972 e sempre prodigatosi per un'arte che interpretasse la sua vocazione per la religione e la religiosità con le loro attuali intolleranze terroristiche o le icone in posa a mani congiunte e sguardi docili puntati verso l'alto. Icone accettate oltre ogni ragionevole dubbio, divenute rappresentazioni incontrastabili del credere la fede e confidare nello spirito che crede. A esequie avvenute lo ricordano parenti e conoscenti tutti, nel suo discutere l'ortodossia attraverso un'analisi oggettiva sottile sull'ingombro dell'autoreferenzialità umana che nonostante quotidianamente contesti e smentisca la propria devozione con tentazioni provate dalle carni e dai pensieri, insiste nel fingere costanza e pretendere coerenza, nell'eludere il peccato peccando o nel misconoscere l'erezione ancora eretta che pulsa, palpita e boccheggia. È venuto a mancare chi reputava la morale un ammaestramento imposto da precetti e stati d'animo, chi traduceva – credente ultrà e osservatore acuto – la profezia in performance e la confessione in immagine, trasferendo/trasportando il culto negli ambienti ed alfabeti dell'arte. 245
Perhaps he went calmly, this agent of concrete action intended to reveal and place the similarities and differences between indoctrination of ritual and ritual itself – and their evident, foreseen repercussion for a centuries-old tradition wihich respects and fails to reflect, limiting itself to tired repetition of custom. Now that he has returned to the house of the Lord, may Federico be accompanied by devotional gold, which so often decorated those sacred moments reproduced precisely and with the talent of artisan by one who knew well how fashionable is selfdenial which makes people pray to the Other (who is yet part of oneself) with the same acceptance they show in sorthing their rubbish. "O thou hast decived me, and I was decived; thou art stronger than I, and hast prevailed� (Jeremiah 20:7) this was the admission of one who used analogy to hold
down faith, making it both an unusual pupil and timely translator of concept.
Those who mourn you remind you that death lasts longer than life, Federico, and that in it, you will have the chance to seek both confirmation and new stimuli, evaluating once and for all your efforts made in examing preordained spontaneity. STEFANO ELENA 246
Forse serenamente s'è spento, l'autore di azioni specifiche mirate a contestualizzare e puntualizzare le analogie e divergenze correnti tra l'indottrinamento del rito, il rito e le loro ripercussioni ovvie, pre-viste, sulla tradizione epocale che rispetta e non riflette, limitandosi all'adempimento del costume. Tornato alla casa del Padre, ne accompagna il trapasso l'oro devoto, frequente decoratore di momenti sacri riprodotti con metodi astuti e mestiere artigianale da chi ben conosceva l'abnegazione in voga portata a pregare l'Altro (da sé) con lo stesso avvicinamento con cui si rispetta la raccolta differenziata.
"Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso”, ammetteva – da Geremia 20, 7 – chi ha stretto con la fede un legame analogico che lo ha reso allievo atipico e interprete puntuale del concetto.
Chi partecipa al dolore ti ricorda che la morte è più lunga della vita, Federico, e che in essa, e che in Lei, ti sarà dato modo di trovare conferme o nuovi stimoli, valorizzando ulteriormente l'impegno sempre dimostrato nei riguardi della spontaneità preparata. STEFANO ELENA 247
Opera Postuma
2000 – 2005
installation
Opera Postuma
2000 – 2005 installazione
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SOLO EXHIBITIONS
Performance video / Performance work critical text curated by Erica Olmetto May Mask / Arcivernice – Cagliari 30 september – 15 october 2005
MOSTRA PERSONALE
Performance video / Performance work testo critico a cura di Erica Olmetto May Mask / Arcivernice – Cagliari 30 settembre – 15 ottobre 2005
Artist's basic inspiration and last aim of his poetic aim in the self celebration is the main theme in Federico Cozzucoli's works. In this sense we can explain Cozzucoli's performance and in this way it gains its importance. Except for the symbolic meaning, as in a holy representation, the artist involves the audience, that is no more an observer, but he becomes part of the action, that takes place in that moment. The theatrical event is not a fiction, but, on the contrary, an instrument for searching the truth and universal values and Cozzucoli is the official spokesman. The intention of the work, entitled Performance video-Performance work, is to develop two moments in the Federico Cozzucoli's artistic representation: the first is characterized by the presentation of the performance through the screening of videos realized in that moment, the second is in the installation of these works coming from the performance. The videos are a reprocessing of the most three performances realized by the artist: Gloria, CozzuFUcoli and Simonia. The representation of Gloria, realized on the February 7th 2002, is the first experiment to celebrate the analogy between art and religion. The climax of the performance is reached by the artist who interprets Saint Paul's speech in fact he spreads with gold his naked body, in this way he glorifies himself "as his Creator does". The celebration of death, interpreted in its religious meaning, is the topic of his second performance entitled CozzuFUcoli realized on November 22nd 2002 in the Basilica of San Clemente Church in Rome. The show of artist's burial ceremony, except for giving us a careful consideration about the common fear of the death, is moreover a provocatively moment in which the artist will show his thought and interpretation about traditional events. Then, the last video, it is a consequence of a editing of some images taken from Simonia, an installation – performance setting up in the spaces of Argillateatri on September 13th 2003. The artist interprets the word simony, (Simony is usually defined "a deliberate intention of buying or selling for a temporal price such things as are spiritual of annexed unto spirituals"). He makes a series of symbolic actions with the intention to present again scheme and simple but stereotyped pattern, they are free from any sophisticated interpretation. 260
Fonte primaria d'ispirazione dell'artista e fine ultimo della sua poetica culminante nella propria auto celebrazione. In questo senso, si definisce e acquista importanza la performance nelle opere di Federico Cozzucoli. Al di là del significato simbolico, come in una sacra rappresentazione, l'artista coinvolge il pubblico, che non è più un semplice spettatore ma è chiamato a partecipare all'azione che si compie. La teatralità qui non è finzione, al contrario diventa uno strumento di ricerca di verità e di valori universali di cui il Cozzucoli si fa portavoce. L'intento dell'operazione, intitolata Performance video-Performance work, è quello di sviluppare due momenti della rappresentazione artistica di Federico Cozzucoli: il primo è caratterizzato dalla presentazione della performance attraverso la proiezione dei video realizzati in corso d'opera, l'altro, invece, consiste nell'allestimento dei lavori nati dalle performance. I video sono una rielaborazione delle tre performance più importanti eseguite finora dall'artista, Gloria, CozzuFUcoli e Simonia. La rappresentazione di Gloria, realizzata il 7 febbraio 2002, è il primo tentativo di celebrare l'analogia tra arte e religione. Il culmine della performance è raggiunto dall'artista che interpretando le parole di S. Paolo, cosparge d'oro il proprio corpo nudo, glorificandosi, "ad immagine del suo Creatore". La celebrazione della morte, interpretata nel suo significato strettamente religioso, è il contenuto della seconda performance intitolata CozzuFUcoli, realizzata il 22 novembre 2002 nella Basilica di San Clemente a Roma. La rappresentazione del funerale dell'artista, oltre che offrire lo spunto per una riflessione sul timore collettivo della morte, è anche un momento provocatorio in cui l'artista vuole mostrare il pensiero e l'interpretazione comune verso le formule tradizionali del rito. Infine, l'ultimo video, nasce dal montaggio delle immagini riprese nel corso di Simonia, installazione - performance allestita nei locali di Argillateatri il 13 settembre 2003. Interpretando il termine "simonia" che, in ambito religioso, si riferisce al peccato della compravendita della fede commesso da parte di chi pensa di credere e operare nel nome di Dio, l'artista compie una serie di azioni simboliche con l'intenzione di riproporre schemi e formule semplici ma stereotipate, scevre da qualsiasi interpretazione parodistica. 261
From a creative point of view Federico Cozzucoli's performance has not an unique value, because it has a precise aim: showing the artistic works. The exhibition highlights symbolic elements that are a result of a productive path that brought to his works. Polaroid's pictures, everyday fragments, magazines, web pages become a starting point for the elaboration of painting sometimes characterized by a strong expressive connotation, in which the subjective participation of the artist realizes the manual intervention that holds the sense of crafts. It is evident the recall to Byzantine icon in the particular care addressed to the image that transcends from a corporal sensibility in order to transform into a pure idea. The use of gold, as background or simply as ornament, gives works a holy and divine tone according to his idea inspired from religious events, it seems to make divine the human and the action , that he is doing in that moment. The works will be laid out in Arcivernice from 1st October and they are useful to understand the progress of his stylistic works, not only in the conceptual art. The installation is composed of a temple, a statue of Veneration and Apostles' cds and all these works were created in 2003 and belong to the exhibition Simonia, while, the elaboration of CozzuFucoli's funeral, in a mixed technique, were created in the years 2004/2005. the last triad is represented by the pictures realised during the performance called Gloria and the magnificent triptych printed on a canvas with a golden foil on it. ERICA OLMETTO 262
Dal punto di vista creativo, per Federico Cozzucoli la performance non ha un valore fine a se stesso, dal momento che nasce con il preciso scopo di presentare il lavoro artistico. L'esibizione evidenzia gli elementi - simbolo che fanno parte integrante di un percorso produttivo all'interno del quale prendono forma i lavori. Fotografie scattate con la Polaroid, frammenti di quotidiani, riviste e pagine web diventano il punto di partenza per l'elaborazione di una pittura talvolta caratterizzata da una forte connotazione espressionistica, nella quale la partecipazione soggettiva dell'artista si concretizza nell'intervento manuale che conserva il senso dell'artigianalità . Evidente il richiamo all'icona bizantina nella particolare cura rivolta alla figura che trascende dalla sensibilità corporea per trasformarsi in puro concetto. L'utilizzo dell'oro, come sfondo o semplice ornamento, oltre a conferire ai lavori un tono sacrale e ieratico, in linea con la poetica di costante ispirazione religiosa, assume senz'altro la funzione di rendere divino il soggetto umano e l'azione che in quel momento sta compiendo. Le opere in esposizione dal 1 ottobre all'Arcivernice sono indicative ai fini dello sviluppo di un percorso stilistico, oltre che concettuale, di gran valore. L'installazione composta dal Tempio, la statua Venerazione e i cd degli Apostoli risalgono al 2003 e sono tratte dall'opera Simonia, mentre, le rielaborazioni del funerale di CozzuFUcoli, realizzate in tecnica mista, sono nate nel 2004/2005. L'ultima triade è rappresentata dalle immagini fotografiche realizzate durante la performance Gloria e il magnifico trittico stampato su tela e impreziosito dalla foglia oro. ERICA OLMETTO 263
Perfomance work
2002 – 2005
works installed in the gallery
Perfomance work
2002 – 2005
opere installate in galleria
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CREDITS VOLUME I
CREDITI VOLUME I
TEXTS / TESTI Laura Cavaliere 110-111 Stefano Elena 102-103, 192-199, 212-217, 244-247 Francesca Foti 224-225 Elena Marelli 100-101 Claudio Moica 146-149 Alberto Monteverde 20-25 Erica Olmetto 74-75, 86-89, 174-177, 260-263 Randaccio Elisabetta 120-123 Sabrina Sabiu 16-19 Davide Tolu 46-49
PHOTO / FOTO
Riccardo Abate 209 Andrea Biavati 179 Massimo Cama 105-107, 113-115, 252-257 Matteo Campulla 125, 128-131, 294-295 Michele Cirulli 202-208, 250-251 Paola Corrias 143 Valeria Demuru 56-58, 60, 62 Flaminia Fanari 170-171 Maria Laura Fosso 236, 239 Carlo Gallarati 78-83 Massimo Lupoli 228-235, 237-238, 240-241 Sabrina Maccioni 71 Marcello Mantegazza 180-189 Cristiano G. Musa 28-43 Christian Nardella 92-97 Fabio Petretto 134-142 Susana Beatriz Soriano 219-221 Barbara Vigo 52-55, 59, 61, 63-70 Wake Art 126-127, 132-133
COVER PICTURE / IMMAGINE DI COPERTINA digital elaboration from a photo’s particular of Susana Beatriz Soriano by work Prima e ultima cena 2006 / elaborazione digitale da un particolare della foto di Susana Beatriz Soriano per l’opera Prima e ultima cena 2006
ISBN 9788890699122