Attività Estrattiva in Val d'Agri

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Attività estrattiva in Val d’Agri Analisi 2013 sulle ricadute economiche ed occupazionali

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Sommario 1.

L’andamento dell’economia lucana .......................................................................................... 3

2.

Eni e crescita del PIL regionale ............................................................................................... 11

3.

Gli occupati diretti di ENI Distretto Meridionale ................................................................ 13

4.

L’indotto diretto DIME ................................................................................................................. 17

5.

Le ricadute generate dai dipendenti in trasferta .............................................................. 30

Considerazioni conclusive ...................................................................................................................... 34 Bibliografia................................................................................................................................................... 37

2


1. L’andamento dell’economia lucana La nuova recessione che ha colpito l’economia italiana nel 2012 ha avuto ripercussioni molto pesanti sull’economia lucana, che ha chiuso l’anno con una contrazione del PIL del 3,1% in termini reali, secondo le ultime stime rilasciate da Prometeia. La sfavorevole fase congiunturale osservata nel 2012 si è estesa ai primi nove mesi del 2013. In base all’indagine della Banca d’Italia, il fatturato e gli investimenti delle imprese industriali con più di 20 dipendenti sono diminuiti nei primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2012.

Figura 1. L'andamento del Prodotto Interno Lordo – numeri indici 2000=100 – Fonte: elaborazione Banca d’Italia su dati Prometeia

Dall’inizio della grande crisi, la Basilicata ha visto ridursi del 10% la ricchezza reale prodotta, che è tornata ai livelli di 14 anni fa: un dato, quest’ultimo, che sintetizza efficacemente il depauperamento subito dal sistema economico regionale per effetto della prolungata e intensa recessione in atto. Basilicata

Mezzogiorno

Italia

Prodotto Interno Lordo

-3,1

-2,8

-2,4

Domanda Interna

-5,0

-4,9

-4,6

*Spesa per consumi delle famiglie

-5,0

-4,5

-4,1

*Consumi delle AAPP e delle ISP

-3,1

-3,1

-2,9

*Investimenti fissi lordi

-8,0

-9,0

-8,0

Importazioni di beni dall'estero

-29,1

-6,8

-9,6

Esportazioni di beni verso l'estero

-19,1

5,8

1,8

*Agricoltura

-5,9

-4,8

-4,4

*Industria in senso stretto

-5,2

-4,6

-3,5

*Costruzioni

-7,6

-7,3

-6,3

*Servizi

-1,6

-1,8

-1,2

Totale

-2,7

-2,5

-2,0

Valore aggiunto ai prezzi base

3


Figura 2.Andamento macroeconomico 2012 Basilicata, Mezzogiorno, Italia (tassi di variazione % a prezzi costanti (anno di riferimento 2005)

A determinare la caduta del Prodotto Interno Lordo (PIL) regionale sarebbe stata, secondo Banca d'Italia1, la contrazione di molti dei settori dell'economia lucana. In particolare il settore automotive, architrave della produzione industriale regionale, che ha registrato una sensibile contrazione nel livello di produzione, determinando una marcata riduzione nel livello delle esportazioni. Il cedimento del PIL lucano nel 2012 ha riflesso il tracollo della domanda interna, cui hanno contribuito tutte le principali componenti, a partire dai consumi delle famiglie (-5,0%), penalizzati dall’andamento negativo del reddito disponibile (-5,3%), sui cui pesa la forte riduzione del numero di occupati e l’aumento della pressione fiscale legato alle politiche di bilancio d’impronta restrittiva. Ancora più pronunciato è stato il regresso degli investimenti fissi lordi (-8,0%), condizionati dall’inasprimento delle condizioni del credito, dai ritardati pagamenti delle Amministrazioni locali vincolate al patto di stabilità e dal deterioramento delle previsioni di domanda. Le manovre di aggiustamento dei conti pubblici hanno frenato poi la spesa per consumi finali delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni sociali private, che si è contratta in misura significativa (-3,1%).

Incremento

Contrazione

Andamento

Settore/Ambito

Variazione % (rispetto al 2011)

Prodotto Interno Lordo Produzione industriale Esportazioni Valore aggiunto costruzioni Consumi (vendite al dettaglio)

- 3,1% - 9,5% - 17,5% - 17,7% - 10,5%

Fatturato Imprese Automotive

- 18,2% (tra il 2007 ed il 2011)

Presenze Turistiche Occupazione

2

- 4,2% - 1,5%

Ore lavorate

- 7,9%

Prestiti Bancari Esportazioni (al netto di petrolio greggio e automotive) Produzione Petrolio

- 0.7%

+ 8,3 %

Produzione Gas Naturale

+10,4%

Ore CIG Tasso di Disoccupazione

+46,3% +2,55%

Arrivi Turistici3

+1,2%

+ 1,4%

Figura 3. Le variabili chiave dell'economia lucana – Fonte: elaborazione dati Banca d’Italia

Quasi tutte le variabili analizzate sono caratterizzate da un peggioramento. Gli unici dati in controtendenza sono rappresentati dalla produzione di idrocarburi (gas naturale e petrolio greggio), dalle esportazioni al netto di petrolio greggio ed automotive e dagli arrivi turistici. In base ai dati del Ministero dello sviluppo economico, la produzione di idrocarburi ha continuato ad aumentare nel 2012 sia in termini di petrolio greggio (più 8,3 per cento rispetto 1

L'economia della Basilicata, Economie Regionali, Banca d'Italia (Giugno 2013) Per presenze turistiche s'intende in numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi. 3 Per arrivi turistici, s'intende il numero di clienti (italiani o stranieri) ospitati negli esercizi ricettivi nel periodo considerato. 2

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all’anno precedente), che di gas naturale (più 10,4 per cento). L’aumento dell’attività ha di conseguenza determinato la crescita del gettito delle royalty destinate tanto alla Regione quanto ai Comuni lucani interessati dalle estrazioni. Tuttavia, sempre secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, nei primi otto mesi dell’anno 2013, la produzione di olio greggio si è ridotta del 5,7 per cento. rispetto al periodo corrispondente dell’anno prima, la flessione è stata appena più contenuta per il gas naturale (4,5 per cento). Tuttavia, in entrambi i casi la quota sul totale della produzione nazionale è aumentata rispetto alla fine del 2012 (rispettivamente al 74,2 e al 15,2 per cento). Le esportazioni, pur registrando una contrazione globale molto marcata (meno 17,2 per cento), al netto dei due principali comparti per le vendite lucane all'estero, automotive ed energetico (idrocarburi), registrano un incremento del 1,4 per cento nel 2012. Dopo il forte calo del 2012, nel primo semestre 2013 le esportazioni regionali continuano ad aumentare delle 0,6 per cento. Tuttavia, anche in questo caso, al netto del petrolio greggio e raffinato, le vendite all’estero sono diminuite del 14,7 per cento, a fronte del -2,9 per cento registrato per il Mezzogiorno (fig. 3) e del lieve incremento a livello nazionale (0,7 per cento). L'andamento negativo delle esportazioni lucane è dipeso prevalentemente dalla crisi che ha caratterizzato il settore automotive. I dati settoriali segnalano come le performance dell’export lucano risentano notevolmente delle difficoltà dell’industria dell’auto, il cui fatturato estero ha subito un’altra pesante contrazione nel 2012 (-37,1%, pari a 330 milioni di euro in meno) e nel primo semestre 2013 (-18,7 per cento), con valori esportati pressoché dimezzati rispetto ai livelli pre-crisi. A differenza di queste ultime, le esportazioni legate al settore del petrolio greggio, sono raddoppiate (dai 67 a 144 milioni) ed ammontano a circa il 12,4 per cento delle vendite all'estero. Tuttavia rappresentano, in volume, meno del 5 per cento della produzione totale di idrocarburi. Ulteriore elemento di cambiamento nel contesto delle vendite estere, è rappresentato dalla direzioni di queste ultime, sempre più dirette verso paesi extra UE. Le vendite all'estero si sono ridotte in maniera più sensibile nei paesi UE (meno 30,1 per cento); al contrario le esportazioni verso paesi extra EU sono considerevolmente aumentate (più 20,8 per cento). Alla formazione di questo scenario vi ha contribuito prevalentemente l'incremento degli scambi verso la Turchia, che rappresentano il 18,7 per cento del totale delle esportazioni ovvero l'intero export di petrolio greggio. Al “netto” di questi due comparti, il bilancio dell’ultimo anno risulta positivo, con un incremento delle vendite del 4,5% (circa 17 milioni di euro in più), che ha più che compensato il calo registrato nel 2011 (-2,5%); anche in questo caso, tuttavia, i valori complessivi rimangono ancora molto inferiori a quelli precedenti il 2008. Ultimo dato positivo nell'economia lucana, è quello relativo agli arrivi turistici, incrementati del 1,2 per cento. Tuttavia, incrociando il dato degli arrivi con quello delle presenze turistiche, si può constatare che a fronte di flusso turistico più frequente verso la Basilicata, la maggior parte dei turisti ha optato per soggiorni brevi, che quindi riducono il numero di notti di permanenza nelle strutture alberghiere del territorio. I risultati dell’indagine campionaria della Banca d’Italia sul turismo internazionale indicano nei primi sette mesi del 2013 un incremento del 7,5 per cento del numero di viaggiatori stranieri in regione.

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L’evoluzione del mercato del lavoro regionale Il nuovo peggioramento del contesto economico e delle aspettative si è riflesso sul mercato del lavoro regionale con un’intensità finora mai sperimentata dall’inizio della crisi. Dopo la stabilizzazione del 2011, il numero di occupati ha ripreso a scendere a ritmi sostenuti, alimentando una forte crescita della disoccupazione, cui ha contribuito in misura importante anche l’aumento dell’offerta di lavoro. Nel 2012 le forze di lavoro in Basilicata sono cresciute dell’1,5% in media d’anno: un incremento che, in termini assoluti, equivale a circa 3,1 mila unità in più, per uno stock che ha raggiunto le 216 mila unità. Si è interrotta così una tendenza negativa in atto da un triennio, durante il quale le forze di lavoro si erano ridotte complessivamente di 2,4 mila unità. Nonostante il recente rialzo, i tassi di attività in Basilicata presentano un differenziale negativo piuttosto ampio con la media nazionale, sia tra le donne (42,0% il valore dell’indice nella regione, contro il 53,7% dell’Italia) che tra gli uomini (68,5 contro 74,4%). Esiste quindi un’ampia quota di popolazione che rimane fuori dal mercato del lavoro per ragioni riconducibili essenzialmente alla carenza strutturale di opportunità di impiego nell’economia locale; ciò consente, peraltro, di contenere la crescita della disoccupazione, che raggiungerebbe livelli molto superiori a quelli registrati in presenza di tassi di attività più allineati a quelli medi. La ripresa delle forze di lavoro nel 2012 si inserisce in un’evoluzione di medio-lungo periodo di segno negativo; in effetti, il numero di attivi (circa 216 mila) rimane molto inferiore a quello registrato intorno alla metà del decennio scorso (221 mila). Alla base di tale evoluzione vi sono sia le dinamiche demografiche, sia le dinamiche di partecipazione al mercato del lavoro che, insieme, stanno profondamente modificando la composizione interna dell’offerta. Si osserva, infatti, come con il passare degli anni, le forze di lavoro siano progressivamente invecchiate.

Figura 4. L'offerta di lavoro per classi di età: indici di composizione %. Fonte: elaborazione Unioncamere su dati ISTAT

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L’occupazione Nel corso del 2011 la domanda di lavoro aveva sensibilmente frenato la sua caduta, complice il lieve miglioramento delle aspettative nella prima parte dell’anno che aveva indotto molte imprese a rimandare i tagli di manodopera nella previsione di un possibile recupero dell’attività produttiva. Nel 2012 il trend discendente ha ripreso vigore, riflettendo il nuovo pesante arretramento dell’attività economica e lo stock di occupati ha toccato il nuovo minimo storico.

Figura 5. Numero di occupati in Basilicata-valori assoluti. Fonte: elaborazioni Unioncamere su dati ISTAT

In particolare, l’occupazione è diminuita lo scorso anno dell’1,5%, circa 2,7 mila posti di lavoro in meno, per un saldo negativo complessivo, dall’inizio della crisi, che sfiora ormai le 11 mila unità. Nella prima parte del 2013 il mercato del lavoro in Basilicata ha ancora risentito degli effetti negativi della crisi. L’input di lavoro si è ridotto ulteriormente del 2,1 per cento in termini di ore lavorate e del 2,2 per cento in termini di occupati. Dal punto di vista settoriale, il maggiore decremento si è registrato in agricoltura (6,4%, circa un migliaio di unità in meno) che, nel biennio precedente, aveva mostrato un trend occupazionale moderatamente espansivo. Nell’industria, invece, la flessione è stata nell’ordine dell’1,6%, con perdite particolarmente consistenti nel comparto delle costruzioni (-23,8 per cento nel primo semestre del 2013); mentre l’insieme delle attività terziarie ha ceduto lo 0,8% degli occupati registrati nel 2011, e recuperato un 2,1% nel primo semestre 2013.

La disoccupazione Lo stock di inoccupati in Basilicata ha registrato una forte impennata nel corso del 2012, superando per la prima volta la soglia delle 31 mila unità, quasi 6 mila in più rispetto all’anno precedente, per un incremento del 23,0%. Dei circa 6 mila disoccupati in più registrati lo scorso anno, 2,5 mila (pari al 43%) hanno perso il lavoro e circa 2,2 mila (38%) provengono dall’area della inattività; mentre il migliaio restante è rappresentato da persone in cerca di prima occupazione, in larga parte coincidenti con le nuove leve in entrata nel mercato. Da un punto di vista strutturale, il mercato del lavoro regionale mostra, nel confronto con quello meridionale, più elevati tassi di attività e di occupazione, associati a più bassi tassi di disoccupazione. Circa le caratteristiche dello squilibrio, la regione sconta, tuttavia, una maggiore incidenza dei disoccupati di lunga durata (61% contro il 58% del Mezzogiorno) e di quelli più giovani (il tasso di disoccupazione giovanile è superiore di oltre 2 punti e mezzo

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percentuali alla media meridionale): aspetti, entrambi, che accentuano il rischio di depauperamento del capitale umano legato all’assenza/perdita del lavoro nel contesto regionale. Durante il primo semestre del 2013 si è registrata una riduzione delle persone in cerca di occupazione (- 6,2 per cento nel primo semestre dell’anno), per l’aumento di coloro che, pur disponibili a lavorare, non hanno cercato lavoro perché ritenevano di non riuscire a trovarlo (15,1 per cento) Tale fenomeno ha influito sull’andamento del tasso di disoccupazione, che si è così ridotto al 15,5 per cento nella media del primo semestre, e sul tasso di partecipazione alla forza lavoro, sceso al 54,3 per cento.

Figura 6. Fonte: Banca d'Italia Economie Regionali aggiornamento Novembre 2013

Sul versante occupazionale la Basilicata si connota, rispetto al Mezzogiorno, per una maggiore diffusione relativa delle forme di impiego più stabili (contratti a tempo indeterminato) e full time; ciò nonostante, il tasso di irregolarità del lavoro presenta un valore più elevato nella regione (22,5 contro 20,3%).

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Le dinamiche territoriali La disaggregazione territoriale delle dinamiche occupazionali evidenzia un quadro tutt’altro che omogeneo, che riflette solo in parte un “effetto composizione” della struttura produttiva, vale a dire, le diverse specializzazioni produttive dei territori e, quindi, la maggiore o minore presenza relativa, in ciascuno, dei settori più colpiti dalla crisi. 2011-2012

2008-2012

stock a giugno 2012

var.ass.

var %

var.ass.

var %

8.693

-1

0,0

-59

-0,7

Bradano-Basento

12.465

232

1,9

207

1,7

Lagonegrese-Pollino

11.944

-483

-3,9

-291

-2,4

Marmo Platano-Melandro

12.368

-362

-2,8

-138

-1,1

Metapontino-Collina Materana

25.262

218

0,9

-736

-2,8

9.564

-89

-0,9

292

3,1

Vulture Alto Bradano

28.169

-525

-1,8

-1.463

-4,9

Comuni capoluogo

36.729

-436

-1,2

-2.302

-5,9

*Matera

18.096

36

0,2

-747

-4,0

*Potenza

18.633

-472

-2,5

-1.555

-7,7

145.194

-1.446

-1,0

-4.490

-3,0

Basento-Bradano-Camastra

Val d'Agri

TOTALE

Figura 7. Addetti nelle unità locali per aree Programma e Comuni capoluogo. Fonte: SMAIL

Le uniche due aree con un trend positivo dell’occupazione, nell’ultimo anno, sono quelle del Bradano-Basento e del Metapontino-Collina Materana, dove gli addetti nelle unità locali sono aumentati, rispettivamente, dell’1,9 e dello 0,9%, per incrementi assoluti superiori alle 200 unità. Nel caso del Bradano-Basento, che vanta anche un bilancio occupazionale favorevole nell’intero periodo 2008-2012, la crescita è ascrivibile in larga parte ai servizi non commerciali; mentre nel Metapontino l’occupazione aggiuntiva si è concentrata quasi esclusivamente in agricoltura, settore che solo in quest’area ha registrato un incremento del numero di addetti. Agricoltura Basento-Bradano-Camastra Bradano-Basento Lagonegrese-Pollino Marmo Platano-Melandro Metapontino-Collina Materana

Industria

Costruzioni

Commercio

Terziario

TOTALE

-37

67

-58

-37

64

-1

-6

-48

-56

80

262

232

-206

-83

-198

-9

13

-483

-46

-211

-195

12

78

-362

430

-76

-199

33

30

218

Val d'Agri

-135

-70

41

34

41

-89

Vulture Alto Bradano

-111

-359

-125

8

62

-525

23

-160

-224

-91

16

-436

Comuni capoluogo *Matera

43

-132

-117

-57

299

36

*Potenza

-20

-28

-107

-34

-283

-472

totale

-88

-940

-1.014

30

566

1.446

Figura 8. Variaz. Ass. 2011-2012 degli addetti per settori, Aree Programma e Comuni capoluogo. Fonte: SMAIL

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L’occupazione è rimasta stabile, invece, nell’area Basento-Bradano-Camastra, come risultato tuttavia di andamenti molto differenziati a livello settoriale: alla crescita degli addetti nell’industria (in particolare, nelle Public Utilities) e nei servizi non commerciali è corrisposto un ridimensionamento più o meno marcato della base occupazionale degli altri principali comparti. Di segno negativo il saldo dell’occupazione in tutte le restanti aree, a partire dal LagonegresePollino, dove la flessione ha sfiorato il 4% (quasi 500 addetti in meno), scontando soprattutto le forti perdite di occupati in agricoltura e nell’industria delle costruzioni. Il cedimento dell’industria manifatturiera è alla base, invece, del calo occupazionale registrato nel Marmo Platano-Melandro e nel Vulture-Alto Bradano, le aree a maggiore densità industriale della regione: -2,8 e -1,8% la variazione complessiva degli addetti, sempre tra giugno 2011 e giugno 2012. Abbastanza contenuta e inferiore all’1% la contrazione degli occupati nella Val d’Agri, grazie alla “tenuta” dell’industria delle costruzioni (+2,7%) e dei servizi (+1,8%); il bilancio dall’inizio della crisi è comunque ampiamente positivo per l’area (quasi 300 addetti in più, per un incremento del 3,1%).

Agricoltura

Industria

Costruzioni

Commercio

Terziario

TOTALE

Basento-Bradano-Camastra

-1,6

4,9

-4,2

-2,5

3,0

0,0

Bradano-Basento

-0,2

-2,1

-3,3

4,0

9,6

1,9

-13,8

-5,1

-7,7

-0,3

0,3

-3,9

-2,4

-5,6

-9,7

0,6

2,6

-2,8

3,7

-2,8

-8,0

0,9

0,7

0,9

Val d'Agri

-7,0

-3,5

2,7

1,8

1,8

-0,9

Vulture Alto Bradano

Lagonegrese-Pollino Marmo Platano-Melandro Metapontino-Collina Materana

-2,1

-3,0

-5,2

0,2

1,2

-1,8

Comuni capoluogo

1,3

-2,3

-5,4

-1,1

0,1

-1,2

*Matera

3,7

-3,0

-6,1

-1,5

4,5

0,2

*Potenza

-3,1

-1,1

-4,8

-0,8

-3,0

-2,5

Totale

-0,3

-2,9

-5,6

0,1

1,4

-1,0

Figura 9. Variazione % 2011-2012 degli addetti per settori, Aree Programma e Comuni capoluogo

Con riferimento infine ai due comuni capoluogo, se a Matera la crescita dei servizi non commerciali ha compensato le perdite occupazionali registrate nell’industria, determinando una variazione quasi nulla degli addetti nell’ultimo anno, Potenza ha accusato un ridimensionamento di tutti i principali settori, con cali molto pronunciati dell’occupazione nelle costruzioni e nei servizi diversi dal commercio, per un decremento complessivo che ha raggiunto il 2,5%.

10


2. Eni e crescita del PIL regionale In questa sezione si indaga il peso economico che la produzione di greggio e di gas può avere in Basilicata sia in chiave anticiclica che in chiave di sostegno diretto o indiretto al mercato del lavoro. In particolare, dagli studi Banca d’Italia-Prometeia, emerge che nel 2012 l’economia lucana ha registrato una caduta del Prodotto Interno Lordo del 3,1 per cento. La produzione industriale, secondo l’indagine Unioncamere, è calata bruscamente nel 2012 (-9,5 per cento, -4,3 nel 2011), a fronte di un aumento della produzione del greggio dell’8,3 per cento e del gas del 10,4 per cento. In questa sezione cercheremo di rispondere alle seguenti domande: 1. quale sarebbe stato il tasso di crescita del PIL se la produzione di greggio e gas non fosse aumentata dal 2011 al 2012 ma fosse rimasta costante al livello del 2011? (Scenario 1) 2. E se invece la produzione di greggio e di gas si fossero ridotte del 3,1 per cento, in linea cioè con la riduzione del PIL a livello regionale) quale sarebbe stato l'effetto sul PIL? E quali gli effetti su occupazione e produzione? (Senario 2) In entrambi i casi sarà calcolato l'impatto diretto ed indiretto sul PIL regionale. L'impatto per via diretta è calcolato come incremento del PIL regionale attraverso un aumento del valore aggiunto e delle royalties. L’impatto indiretto è calcolato come indotto creato attraverso l'impatto del settore estrattivo sugli altri settori dell'economia. Per calcolare tale effetto è stata utilizzata una metodologia che sfrutta le tavole input-output simmetriche regionali.

a. PIL e produzione greggio e gas Riportiamo in tabella 10 i risultati riassuntivi dell'analisi. La seconda colonna (colonna SQ che si riferisce allo Status Quo) riporta qual è stata l'effettiva riduzione del PIL (-3,1%). La terza riga ("Riduzione PIL teorica") mostra quanto si sarebbe ridotto il PIL se si fossero verificati i due scenari di analisi (Scenario 1: S1 e Scenario 2: S2). Nell'ultima riga è riportata la variazione che si avrebbe rispetto allo status quo, quindi il totale della variazione. Se si fosse verificato lo Scenario 1 (produzione costante con i livelli dell’anno precedente: produzione petrolio e gas dal 2011 al 2012 +0%), la riduzione del PIL regionale registrato a fine anno sarebbe stata del 3,58% invece che del 3,1%. Se si fosse verificato lo Scenario 2 (produzione in diminuzione in linea con la diminuzione del PIL regionale: produzione petrolio e gas dal 2011 al 2012: -3,1%), invece, la variazione negativa sarebbe stata maggiore facendo registrare una diminuzione del PIL regionale più alta fino ad arrivare ad un 3,75%. SQ

S1

S2

Riduzione PIL teorica

-3,58%

-3,75%

PIL

-0,48%

-0,65%

Riduzione PIL effettiva

-3,10%

Figura 10. Riduzione percentuale del PIL regionale negli scenari 1 e 2

11


b. Fonti energetiche e mercato del lavoro Analizziamo ora l'impatto sul mercato del lavoro. Nella seguente tabella, mostriamo di quanto aumenterebbe il tasso di disoccupazione, che nello status quo (SQ) è pari al 14,7%, nei due scenari illustrati precedentemente. SQ

S1

S2

Variaz. Disocc. Tot.

14,77%

14,79%

Variaz. Disocc. Tot.

+0,4%

+0,6%

Tasso disoccupazione

14,7%

Figura 11. Aumento del tasso di disoccupazione negli scenari 1 e 2

c. Effetti sulla produzione industriale In ultima analisi si è cercato di elaborare quale sarebbe stato l'impatto sulla produzione industriale in termini di valore aggiunto della produzione industriale. Per valore aggiunto si intende la differenza tra il valore finale dei beni e servizi prodotti e il valore dei beni e servizi acquistati per essere impiegati nel processo produttivo. Secondo il rapporto Banca d’Italia sull’economia della Basilicata il valore aggiunto della produzione industriale sarebbe diminuito nel 2012 del 9,5%. Nella tabella sono mostrati i risultati per i due scenari considerati in partenza. Come evidenziato, la produzione industriale avrebbe subito un ulteriore calo, appesantendo ulteriormente la critica congiuntura economica della regione. SQ Variazione produzione effettiva Variazione produzione teorica Variazione produzione totale

S1

S2

-11,7%

-12,5%

-2,2%

-3,0%

-9,5%

Figura 12. Variazioni della produzione industriale rispetto al valore aggiunto

d. Considerazioni conclusive Come emerso dall'analisi, l'incremento della produzione di greggio ha avuto un effetto anticiclico in termini sia se valutato in termini di livello del PIL regionale, sia in termini di potenziale indotto di royalties ed entrate per il bilancio pubblico. Tale effetto è stato quantificato in circa -0.65% di PIL e potrebbe avere anche ripercussioni sulla produzione industriale. Esso, inoltre, potrebbe altresì aver rallentato l'incremento della disoccupazione sia in maniera diretta che indiretta.

12


3. Gli occupati diretti di ENI Distretto Meridionale In questa sezione verrà data una fotografia della situazione occupazionale all’interno del Distretto Meridionale eni. 2011

2012

2013

Dipendenti totali DIME

285

316

348

- di cui lavoranti in Basilicata

260

288

321

- di cui residenti in Basilicata

141

179

206

Figura 13. Dipendenti diretti DIME al 31/05/2013

Come evidenziato in Figura 13 il numero di dipendenti diretti è in costante crescita. Dal primo censimento fornitori il dato ha fatto registrare un incremento del 22%, rispetto al 2012 l’incremento è stato del 10%. Nel 2013, il numero dei lavoranti in Basilicata rappresenta il 93% del totale. I residenti in Basilicata, invece sono il 59%. Anche questo dato ha fatto registrare un incremento, del 46%, se comparato con il primo censimento.

Dipendenti diretti del DIME 400 350 300 250 Dipendenti totali DIME

200

di cui lavoranti in Basilicata

150

di cui residenti in Basilicata

100 50 0 2011

2012

2013

Figura 14. Occupati diretti DIME

La distribuzione per fascia d’età dei dipendenti diretti è rimasta costante dal 2010. La fascia d’età più rappresentata è quella dai 25 ai 39 anni sia per quanto riguarda i diretti DIME totali che i residenti in Basilicata (56%). Il numero di residenti in Basilicata per la fascia d’età 18-25 è raddoppiata rispetto al 2012.

13


Dipendenti DIME per fascia d'etĂ 400 350 300 250

oltre 55 anni

200

40-54 anni

150

25-39 anni

100

18-24 anni

50 0 DIME 2011

d.c. Basilicata

DIME 2012

d.c. Basilicata

DIME 2013

d.c. Basilicata

Figura 15. Occupati diretti DIME per fascia d'etĂ

Di seguito riportiamo la distribuzione dei dipendenti diretti per titolo di studio e per categoria professionale e tipologia contrattuale.

Dipendenti DIME per titolo di studio 400 350 300 250 Laurea

200

Diploma

150

Inferiore al diploma

100 50 0 DIME 2011

d.c. Basilicata

DIME 2012

d.c. Basilicata

DIME 2013

d.c. Basilicata

Figura 16. Occupati diretti DIME per titolo di studio

14


Dipendenti DIME per categoria professionale 400 350 300 250 Operaio 200

Impiegato Quadro

150

Dirigente

100 50 0 DIME 2011

d.c. Basilicata

DIME 2012

d.c. Basilicata

DIME 2013

d.c. Basilicata

Figura 17. Occupati diretti DIME per categoria professionale

Un dato importante è rappresentato dal peso percentuale della tipologia contrattuale “a tempo indeterminato”. In tutti i censimenti considerati il dato è molto positivo, considerata anche la media regionale, e nel 2013 fa registrare un livello del 75%, con un incremento per i residenti in Basilicata del 17% rispetto al 2012. 2011

2012

2013

DIME

d.c. Basilicata

DIME

d.c. Basilicata

DIME

d.c. Basilicata

4

0

24

24

25

25

A tempo indeterminato

281

141

292

155

323

181

Totale

285

141

316

179

348

206

A tempo determinato

Figura 18. Dipendenti diretti per tipologia contrattuale

15


Dipendenti DIME per tipologia contrattuale 400 350 300 250 200 A tempo indeterminato

150

A tempo determinato

100 50 0 DIME

d.c. Basilicata

2011

DIME

d.c. Basilicata

2012

DIME

d.c. Basilicata

2013

Figura 19. Occupati diretti DIME per tipologia contrattuale

16


4. L’indotto diretto DIME Metodologia d’indagine Per avere una fotografia dell'attuale composizione dell'indotto diretto DIME si è ritenuto necessario, come per le scorse due rilevazioni, effettuare un'indagine sul campo attraverso l'invio, tramite posta elettronica, di un questionario alle aziende appaltatrici e subappaltatrici del DIME. Queste ultime dopo averlo compilato, hanno poi provveduto ad inviarlo completo delle informazioni richieste e necessarie ai fini dell'analisi. (auto somministrazione con restituzione differita). L’indagine è stata condotta su un totale di 163 aziende tra appaltatori e subappaltatori, in dettaglio su 163 questionari inviati:     

118 aziende risultano avere dipendenti impiegati in attività DIME (+7% rispetto alla rilevazione 2012); 15 aziende non hanno dipendenti impiegati in attività DIME; 12 aziende non hanno inviato la scheda di rilevazione; 4 aziende hanno un contratto in fase di attivazione, quindi ancora non effettivamente operative per le attività DIME. 14 aziende forniscono servizi o operano in altri settori della logistica.

In questa terza rilevazione il questionario è stato arricchito da ulteriori specifiche sui dipendenti ed è orientato ad approfondire le caratteristiche delle unità impegnate in attività DIME residenti nella regione Basilicata, e in particolare nei comuni 4 interessati dall’attività petrolifera e quelli ricadenti nel Programma Operativo Val d'Agri-Melandro-Sauro-Camastra5. Inoltre sono state inserite due nuove domande per conoscere le attività di formazione attivate dall'azienda o affidate ad enti esterni volte ad accrescere e sviluppare il know-how dei propri dipendenti. Il questionario è composto da due sezioni: 1. Dati aziendali – attraverso la quale viene rilevato:  se si tratta di appaltatore o subappaltatore;  la Ragione Sociale;  la Sede Legale;  la presenza di eventuali sedi periferiche in Basilicata;  la tipologia di contratto;  la durata del contratto;  il fatturato complessivo relativo all’anno 2012;  la percentuale di fatturato attribuibile ai lavori DIME. 2. Dati sul personale – presenta un set di domande attraverso le quali ricostruire il quadro occupazionale e formativo all’interno dell’azienda, quali: 4

I comuni oggetto di indagine sono:Calvello, Grumento, Marsico Nuovo, Marsico Vetere, Moliterno, Montemurro, Paterno, Spinoso, Tramutola, Viggiano 5 I comuni facenti parte del Programma Operativo Val d'Agri (oltre quelli già indicati sopra) sono i seguenti: Castelmezzano, Accettura, Cirigliano, Stigliano, Pietrapertosa, Aliano, Anzi, Armento, Brienza, Brindisi di Montagna, Castelsaraceno, Corleto Perticara, Gallicchio, Gorgoglione, Guardia Perticara, Laurenzana, Missanello, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino d'Agri, Sant'Arcangelo, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Abriola

17


      

Numero complessivo dei dipendenti; Numero dei dipendenti impegnati in attività DIME; Numero dei dipendenti impiegati in attività DIME residenti in Basilicata, nei comuni della Val d’Agri, del POV, in altre Regioni italiane o altri Paesi UE; Qualifica dei dipendenti impiegati in attività DIME divisi per sesso, età e titolo di studio e residenza; Numero dei dipendenti impiegati in attività DIME per tipologia contrattuale/per residenza; Corsi di formazione professionale interni o esterni all'impresa; Partecipazione dei dipendenti ad attività di formazione professionale che non siano corsi.

Analisi descrittiva dei dati Sezione 1 Delle 118 aziende censite 98 risultano appaltatrici (83,05%), 18 subappaltatrici (15,25%) e 2 ricoprono entrambi i ruoli (1,7%). Delle 118 aziende censite 38 risultano con sede legale in Basilicata di queste 26 aziende hanno sede nella provincia di Potenza (di cui 21 aziende con sede nei comuni della Val d'Agri) e 12 nella provincia di Matera. Per quel che riguarda l’eventuale presenza di ulteriori sedi periferiche lucane, nel 71,2% la risposta è negativa. Nell’anno 2012 il fatturato complessivo delle aziende ammonta a 2.755.710.936,36€ e il fatturato attribuibile ai lavori DIME è pari a 171.364.686,62€, in media incide del 18% su quello totale delle aziende.

Tipologia azienda

Fatturato attribuibile a lavori dime (€)

Aziende appaltatrici

165.963.720,65

Aziende subappaltatrici

5.400.965,97

Totale

171.364.686,62 Tabella 1. Fatturato attribuibile lavori DIME

In particolare per le aziende con sede legale nella regione Basilicata il fatturato, derivante da attività DIME, è stato così ripartito: Tipologia azienda

Fatturato attribuibile a lavori dime (€)

Aziende appaltatrici/sede lucana

52.182.749,91

Aziende subappaltatrici/sede lucana

4.146.691,85

Totale

56.329.441,76

Tabella 2. Fatturato attribuibile lavori DIME-Basilicata

Il fatturato delle suddette aziende (56.329.441,76 Mil. €) rappresenta il 32,87% del fatturato totale dell’indotto DIME 2012.

18


Sezione 2 Dalla seconda sezione del questionario si ricava che sono 2533 i dipendenti impegnati in attività dirette per il Distretto Meridionale. Un incremento del 10% rispetto ai 2146 della scorsa rilevazione (tenuto conto dell’incremento del numero di imprese). La ripartizione geografica dell’occupazione derivante dall’indotto diretto DIME risulta così configurata:

Dipendenti per residenza

Numero

residenti in altre regioni italiane

1454

residenti in Basilicata:

1077

- residenti in Area Programma Val d'Agri

701

- residenti in altri comuni del POV

62

- residenti in altri comuni della Basilicata

314

residenti in altri Paesi UE

2

Tabella 3. Dipendenti indotto per residenza

Dipendenti per residenza 2

314

altre regioni italiane Area Programma Val d'Agri

62

altri comuni del POV 701

1454

altri comuni della Basilicata altri Paesi UE

Figura 20. Dipendenti indotto per residenza

19


Dipendenti per residenza 0,13%

altre regioni italiane 28%

57%

altri Paesi UE Area Programma Val d'Agri

43% 3% 12%

altri comuni del POV altri comuni della Basilicata

Figura 21. Dipendenti per residenza-composizione percentuale

Considerato che il gruppo di intervistati delle rilevazioni sono differenti, il numero di addetti per impresa è aumentato. Il fenomeno è rilevato anche per quanto riguarda gli occupati in Basilicata, con un incremento di addetti per impresa del 21,89%. Il numero di addetti residenti nell’Area Programma Val d’Agri6 è incrementato del 4,47%. Entrando nel dettaglio delle distribuzioni di addetti a livello comunale, di seguito riportiamo le disaggregazioni territoriali “Area Programma Val d’Agri” ed “Altri comuni del PO”

6

Il confronto è stato effettuato con il numero di addetti Area Programma Val d’Agri del secondo censimento (dove consentito dalla disaggregazione territoriale disponibile)

20


Dipendenti per comune di residenza in Area Programma Val d’Agri Armento

Numero 0

Castelsaraceno

6

Corleto Perticara

45

Gallicchio

5

Grumento Nova

41

Guardia Perticara

15

Marsico Nuovo

34

Marsicovetere

132

Missanello

3

Moliterno

46

Montemurro

29

Paterno

53

Roccanova

4

San Chirico Raparo

6

San Martino d'Agri

8

Sant'Arcangelo

8

Sarconi

32

Spinoso

12

Tramutola

44

Viggiano

178 Tabella 4. Dipendenti indotto per Comune-Area Programma Val d’Agri

200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0

178 132

45 0

6

41 5

15

53

46

34 3

44

32

29 4

6

8

8

12

Figura 22. Dipendenti indotto per Comune-Area Programma Val d'Agri

21


Dipendenti per comune di residenza in altri Comuni del POV7

Numero

Calvello

22

Castelmezzano

0

Accettura

0

Cirigliano

0

Stigliano

1

Pietrapertosa

1

Aliano

0

Anzi

0

Brienza

19

Brindisi di Montagna

1

Gorgoglione

1

Laurenzana

2

Sasso di Castalda

5

Satriano di Lucania

7

Abriola

1 Tabella 5. Dipendenti indotto per Comune-Programma Operativo Val d'Agri

25

22 19

20 15 10

7 5

5 0

0

0

1

1

0

0

1

1

2

1

2

0

Figura 23. Dipendenti per comune-altri comuni del POV

I dipendenti impiegati in attivitĂ del Distretto Meridionale per singola qualifica come riportato nella tabella seguente risultano cosĂŹ distribuiti:

7

Manca il comune di appartenenza di 2 unitĂ

22


Dipendenti per qualifica Operai semplici Manovali Carpentieri Saldatori Elettricisti Strumentisti Operatori cnd Tubisti Autisti Settore Amministrativo Settore tecnico Altri impiegati Dirigenti Altre categorie9 Totale

DIME

Val d’Agr8

Basilicata

Altri comuni POV 20 7 6 0 2 3 0 0 23

Altri comuni Basilicata 36 3 9 5 22 13 0 13 41

243 43 39 31 78 52 26 19 185

127 39 34 18 57 42 2 17 137

71 29 19 13 33 26 2 4 73

163

61

37

8

16

952 87 49 566 2533

183 19 9 332 1077

82 13 5 216 623

13 2 0 56 140

88 4 4 60 314

Tabella 6. Dipendenti indotto per qualifica professionale

Montem urro

Tramut ola

Viggian o

6

16

2

3

3

0

2

3

21

manovali

1

0

2

10

1

2

0

1

2

2

8

carpentieri

0

1

2

7

1

1

3

0

0

2

2

saldatori

0

3

1

5

1

0

1

0

0

0

2

elettricisti

0

3

3

2

1

1

5

1

1

2

14

strumentisti

0

0

1

2

4

2

2

1

0

3

11

operatori cnd

0

0

0

2

0

0

0

0

0

0

0

tubisti

0

0

0

0

1

0

0

0

0

1

2

autisti

1

7

8

6

8

7

13

8

1

3

11

impiegati settore amministrativo impiegati settore tecnico

0

3

0

9

6

0

1

6

0

2

10

3

4

2

23

10

3

5

6

3

7

16

altri impiegati

0

3

0

1

2

1

1

1

0

0

4

dirigenti

0

0

0

2

1

0

0

0

0

0

2

10

9

9

47

8

9

19

8

3

19

75

altre categorie

Spinoso

Moliter no

8

Sarconi

Marsico vetere

7

Paterno

Marsico Nuovo

operai semplici

Calvello

Grumen to Nova

Dipendenti per qualifica

Tabella 7. Dipendenti indotto per qualifica professionale-Val d'Agri

8

In questa parte dell’analisi viene considerata Val d’Agri come aggregazione territoriale in cui ricadono le estrazioni petrolifere. Vengono considerati dunque i comuni di: Grumento Nova, Marsico Nuovo, Marsico Vetere, Moliterno, Montemurro, Paterno, Sarconi, Calvello, Spinoso, Tramutola, Viggiano. 9 Nella variabile "altre categorie" troviamo le seguenti qualifiche: magazzinieri, meccanici, aiuto perforatore, capo cantiere, capo perforatore, perforatore, pontista, Tool Pusher, Tour Pusher, chimici, conduttori macchine, consulenti, escavatoristi, guardie giurate, infermieri, muratori, operatori well testing e addetti alla manutenzione, personale tecnico addetto al campionamento e al ritiro campioni, responsabile assicurazione qualità, responsabile sistema di gestione ambientale, ricercatori, service Engineer, sondatori, sorveglianti, supervisori H2S, tecnici hardware e software, trivellatore

23


La distribuzione per categoria di sesso, sbilanciata sul sesso maschile, conta 96% degli addetti per questa categoria, ed il restante 4% per la categoria di sesso femminile. Le percentuali non si discostano se entriamo nel dettaglio degli addetti residenti in Val d’Agri, Basilicata e PO. I dati relativi alla fascia d’età riportano le seguenti percentuali: il 49,03% ha dai 35 ai 50 anni, il 30,71% dai 25 ai 35 anni e il 3,79% under 24. Stesso andamento per quanto riguarda i residenti in Basilicata, sia per quanto riguarda il totale che per il dettaglio per comune. La fascia 25-35 è più rappresentata rispetto alla media nel caso dei residenti in Val d’Agri (33%). Rispetto al censimento 2011, la distribuzione rimane invariata. Dipendenti per fascia d'età

DIME

under 24 dai 25 ai 35 anni dai 35 ai 50 anni over 50 anni totale

Basilicata

96 778 1242 417 2533

37 318 548 174 1077

Di cui residenti in Val d’Agri 19 203 301 100 623

Di cui residenti in altri comuni del POV 10 37 73 20 140

Di cui residenti in altri comuni della Basilicata 8 78 174 54 314

Tabella 8. Dipendenti indotto per fascia d'età

100% 90% 80% 70% 60%

over 50 anni

50%

dai 35 ai 50 anni

40%

dai 25 ai 35 anni

30%

under 24

20% 10% 0% DIME

Basilicata

Di cui residenti in Di cui residenti in Di cui residenti in Val d’Agri altri comuni del altri comuni della POV Basilicata

Figura 24. Dipendenti per fascia d'età: composizione percentuale

Se confrontiamo i livelli di occupazione per classi di età con i corrispondenti tassi a livello regionale (2012), ci accorgiamo che per quanto riguarda l’occupazione giovanile (classe di età 15-35) il tasso di occupazione del settore è più alto rispetto alla media regionale.

24


Totale dipendenti per fascia d'età dai 15 ai 35 anni dai 35 ai 50 anni over 50 anni

Addetti DIME Basilicata (%) 32,96 50,88 16,15

Tasso medio Regione Basilicata (%) 29,2 55,8 15

Tabella 9. Tasso do occupazione per fascia d'età: confronto con dati regionali

I dipendenti impiegati in attività del Distretto Meridionale per singola qualifica, per fascia d'età, come riportato nella tabella seguente risultano così ripartiti: Qualifica operai semplici manovali carpentieri saldatori elettricisti strumentisti operatori cnd tubisti autisti impiegati settore amministrativo impiegati settore tecnico altri impiegati dirigenti altre categorie totale

under 24 20 2 0 0 5 1 3 0 4 3 33 1 0 24 96

dai 25 ai 35 anni

dai 35 ai 50 anni

89 14 0 7 27 22 7 4 40 58 313 16 3 178 778

104 25 23 20 25 23 13 11 111 95 466 54 19 253 1242

over 50 30 2 16 4 21 6 3 4 30 7 140 16 27 111 417

Tabella 10. Dipendenti indotto per fascia d'età e qualifica professionale

Per quanto riguarda il titolo di studio dei 2533 addetti il 23,5% ha la licenza media, il 44,9% è in possesso di diploma, il 30,5% di laurea.

Dipendenti per titolo di studio licenza elementare licenza media diploma laurea postlaurea totale

Totale DIME

33 596 1139 744 21 2533

Basilicata

23 414 476 154 10 1077

Di cui residenti in Val d’Agri 11 266 259 82 5 623

Residenti in altri comuni del POV 2 61 70 6 1 140

Residenti in altri comuni della Basilicata 10 87 147 66 4 314

Tabella 11. Dipendenti indotto per titolo di studio

25


100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0%

postlaurea laurea diploma licenza media licenza elementare Totale DIME

Basilicata

Di cui Rresidenti in Residenti in residenti in altri comuni altri comuni Val d’Agri del POV della Basilicata

Figura 25. Dipendenti per titolo di studio varie aggregazioni territoriali: composizione percentuale

Infine, il 74,73% dei dipendenti dell’indotto ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il dato ha subito un lieve incremento se confrontato con lo stesso dato dello scorso censimento (74,58%). Tuttavia, data la congiuntura economica sia nazionale che regionale, la tenuta di questa variabile in particolare, assieme alla tenuta dei numeri riguardanti gli impiegati delle classi più giovani (15-35), è un segnale molto positivo per l’economia della regione. Totale dipendenti per tipologia contrattuale

tempo indeterminato tempo determinato a progetto altre tipologie totale

Totale DIME

1893 495 62 83 2533

Altri Paesi UE

1 1 0 0 2

Basilicata

Di cui residenti in Val d’Agri

696 322 27 32 1077

368 225 13 17 623

Di cui residenti in altri comuni del POV 100 38 1 1 140

Di cui residenti in altri comuni della Basilicata 228 59 13 14 314

Tabella 12. Dipendenti indotto per tipologia contrattuale

26


100% 90% 80% 70% 60% altre tipologie 50%

a progetto

40%

tempo determinato

30%

tempo indeterminato

20% 10% 0% TotaleDIME

Altri Paesi UE

Basilicata

Di cui residenti Di cui residenti Di cui residenti in Val d’Agri in altri comuni in altri comuni del POV della Basilicata

Figura 26. dipendenti per tipologia contrattuale: composizione percentuale

La formazione professionale nell’indotto DIME Un altro aspetto molto importante da tenere in considerazione, e sicuramente determinante per la performance delle aziende dell’indotto, riguarda la partecipazione dei propri dipendenti, con il sostegno dell’impresa, a corsi di formazione professionale interni o esterni. Per quanto riguarda i corsi interni, il riscontro è positivo per il 77,1% dei casi. Per quanto riguarda invece corsi di formazione professionale offerti esternamente, il dato è positivo per il 72% dei casi. 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0%

77%

72%

28%

23%

SI

NO

Partecipazione a corsi interni

SI

NO

Partecipazione a corsi esterni

Figura 27. Formazione personale indotto DIME_corsi

27


Alcune imprese sostengono i propri dipendenti per la partecipazione altre attività di formazione professionale non configurate come corsi. Le categorie considerate sono:    

L’apprendimento pianificato mediante formazione sul lavoro, utilizzato per i propri dipendenti dal 63,6% delle aziende; L’apprendimento pianificato mediante rotazione delle persone in vari posti di lavoro, utilizzato da circa la metà delle imprese dell’indotto La partecipazione a conferenze, workshop, fiere commerciali e seminari. Le aziende che hanno sostenuto i propri dipendenti in queste attività sono il 55,9% L’apprendimento mediante l’autoformazione (es. e-learning autogestito). In questo caso in numero di aziende scende al 32,2%. 80% 70%

68%

64% 56%

60%

51%

50%

49% 44%

36%

40%

32%

30% 20% 10% 0% SI

NO

Formazione sul lavoro

SI

NO

SI

NO

SI

NO

Rotazione, scambi, Conferenze, workshop, Autoformazione (es. edistaccamenti o visite di fiere commerciali e learning autogestito) studio seminari

Figura 28. Formazione professionale indotto DIME_altre attività

28


Azioni intraprese dalle aziende in considerazione di quanto previsto dal Protocollo Local Content Il 5 ottobre 2012 Regione Basilicata, Eni, Cgil, Cisl e Uil, Confindustria, Alleanza delle cooperative, Rete Imprese Italia - Basilicata e Confapi, riunite nel Tavolo Obiettivo 2012, hanno sottoscritto il "Protocollo d’Intesa per la promozione di iniziative nel settore geo minerario finalizzate allo sviluppo regionale, alla tutela della salute e sicurezza e dell’occupazione locale". Il Protocollo ha l’obiettivo di definire i principi di collaborazione tra le parti firmatarie e le azioni reciproche volte a favorire:    

la comunicazione dei programmi delle attività per lo sviluppo; le modalità di approvvigionamento; la valorizzazione e salvaguardia delle risorse umane; il coinvolgimento delle piccole e medie imprese e delle professionalità presenti nel territorio regionale.

Alcune delle azioni intraprese dalle aziende dell'indotto diretto DIME:         

 

Assunzione di dipendenti residenti nella Regione Basilicata (in particolare zona Val d'Agri); Trasformazione dei contratti a progetto o di collaborazione in contratti a tempo determinato; Utilizzo preferenziale di fornitori di beni e servizi locali, ove disponibili, incentivando la formula dell'approvvigionamento a "chilometro zero"; Attivazione di ditte locali per servizi da svolgere in loco (es. tipografie, rilievi); Formazione in modalità e-learning, formazione specifica in sito, audit in campo; Garantita la conformità alle migliori pratiche a tutela della salute e sicurezza sul lavoro grazie anche a certificati di gestione integrata qualità/ambiente/sicurezza; Ottenimento certificazione ambientale UNI EN ISO 14001:2004; Avvio procedura di certificazione OHSAS 18001 (Occupational Health and Safety Assessment Series); Partecipazione alle procedure di successione d'appalto di cui all'asse V del protocollo, sottoscrivendo con le parti sociali ed eni gli appositi verbali di chiusura positiva, garantendo non solo il mantenimento dei livelli occupazionali ma assicurando anche la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato o di somministrazione delle aziende cedenti appalto, allo scopo di preservare e non disperdere il know-how acquisito dalle maestranze lucane, con particolare riferimento a quelle locali dell'area della Val d'Agri; Attivazione partnership con società lucane; Organizzazione di corsi di specializzazione in collaborazione dell'Assoil School, destinati esclusivamente a giovani diplomati e laureati residenti nei comuni della Val d'Agri.

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5. Le ricadute generate dai dipendenti in trasferta Le attività di up-stream petrolifero e la presenza del Distretto Meridionale eni, originano sul territorio un flusso significativo e costante di forza lavoro esterna, stimabile in circa 1700 unità, secondo i dati del terzo censimento. Vi è poi un numero non trascurabile di dipendenti che, pur non essendo occupati in maniera continuativa sul territorio, vi soggiornano per brevi periodi o in occasione di eventi produttivi straordinari (fermata del 2011, lavori per la quinta linea). Tale fenomeno genera importanti ricadute sul sistema ricettivo della Valle, che presenta una dotazione pari a 1598 posti letto, ripartito per il 72% nel comparto alberghiero, prevalentemente di categoria medio- bassa (il 91% dei letti è in strutture a 1-3 stelle). L’area, subordinata a forme di “escursionismo di rimbalzo” rispetto alle destinazioni turistiche principali della regione e sottoutilizzata rispetto al suo potenziale competitivo (è il territorio più esteso del Parco Nazionale Appennino Lucano), presenta tuttavia un apprezzabile dinamismo dei flussi. L’analisi dei movimento clienti dell’ultimo quinquennio evidenzia incrementi superiori rispetto alla media regionale (3% arrivi, 0,3% presenze), pari al 4% negli arrivi e al 14% nelle presenze. Secondo un’indagine congiunta FEEM-CISET, il turismo business, così sono definite in letteratura le azioni di un individuo che viaggia per motivazioni di lavoro e la cui destinazione è un luogo al di fuori del proprio contesto abituale, rappresenta in questo territorio la prima motivazione al viaggio. La clientela delle strutture è composta per il 45,7% da turisti di lavoro, quasi interamente impiegati nel settore estrattivo. 10 Nel comparto alberghiero la segmentazione dei turisti è maggiormente sbilanciata verso tale categoria, che esercita un peso di circa l’80% del totale della domanda. La consistente componente business dà vita ad un consumo turistico del territorio differente rispetto alle tendenze regionali. Infatti, la destinazione mostra un bacino di utenza non strettamente di prossimità - una quota significativa dei flussi è generata infatti da Abruzzo (32%), Sicilia (20%) e Lombardia ( 10%)- e una scarsa stagionalità dei flussi. Date queste premesse in questa sezione verranno analizzati gli impatti che la presenza di tali flussi produce sul territorio. Lo scopo è quello di fornire un'analisi scientifica del fenomeno e delle sue ripercussioni sul turismo e sull'economia locale. La raccolta dei dati, per tale scopo, è stata avviata mediante interviste semi strutturate cha hanno coinvolto da un lato Enti ed Associazioni territoriali legate al settore turistico (APT, Confturismo, Consorzio Turistico Alta Val d’Agri…) e dall’altro operatori dell’ospitalità, comprese le agenzie immobiliari, presenti nell’area. L’indagine ha rivelato che ben il 73% degli operatori della ricettività intervistati è direttamente coinvolto nei flussi business: i turisti di lavoro rappresentano oltre il 60% del totale degli ospiti. Il lavoro di ricerca si è poi concentrato sull’analisi del mercato immobiliare, con un focus specifico sul mercato della locazione. Sono state ascoltate, quali testimoni privilegiati, la totalità delle agenzie immobiliari presenti in Val d’Agri. La percentuale media di clienti appartenenti alla categoria business è del 40 per cento. 10

Indagine FEEM- CISET 2013 http://www.grupposervizioambiente.it/aisre_sito/doc/papers/De%20Filippo.pdf

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Infine, attraverso un’indagine campionaria effettuata direttamente sui lavoratori in trasferta, ha permesso di effettuare delle stime circa la “spesa turistica” effettuata sul territorio e l’indotto economico da essa generata. Ogni lavoratore in trasferta (il cosiddetto “turista business” secondo la letteratura), attraverso la propria spesa sul territorio, attiva una serie di settori, a partire da quello alberghiero e dei servizi in generale, che genera un vero e proprio indotto economico in termini di fatturato ed unità lavorative. La “spesa turistica”, che per il 2013 è stata di circa 7 milioni di euro è ricaduta nei seguenti settori: Settore

Valore spesa

Commercio, manutenzione e riparazione di veicoli a motore e motocicli Commercio al dettaglio Alberghi e ristoranti Attività ausiliarie dei trasporti, agenzie di viaggio Attività di servizi immobiliari Attività ricreative, culturali e sportive Altri servizi Totale

457.978 568.691 5.836.403 3.686 229.811 68.476 17.071 7.182.115

Tabella 13. "Spesa turistica" per settori

Circa l’80% della spesa (pari a circa 5 milioni ed 800 mila euro) si è concentrata nel settore "Alberghi e Ristoranti". La spesa media giornaliera più alta è stata effettuata dai dirigenti. Tuttavia, nel totale 4 milioni circa arrivano sul territorio dalla categoria degli operai.

Figura 29. Spesa turistica per tipologia professionale

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Utilizzando questo valore si è cercato di calcolare l'indotto diretto ed indiretto del turismo business sul territorio lucano ed in Italia in generale sia in termini di ricchezza generata per ogni euro speso, sia in termini di occupazione creata/sostenuta sul territorio. Per fare ciò FEEM si è avvalsa di una propria metodologia nell'ambito dell'analisi dell'indotto economico che riprende le analisi input-output sviluppate da Istat. Per poter ottenere risultati che siano in linea con il territorio, le tavole di analisi sono scalate su base regionale. Spesa Totale Basilicata Totale resto d’Italia Totale

(mln Euro) 7,18 0,00 7,18

Effetto diretto

Effetto diretto ed indiretto

(mln Euro) 6,01 0,65 6,66

(mln Euro) 8,54 3,15 11,68

ULA (unità) 95 24 119

Tabella 14. Indotto generato

L’ammontare di spesa che viene effettuata direttamente sul territorio e riconducibile alla spesa turistica dei turisti di lavoro è, come abbiamo visto di circa 7 milioni nell’anno considerato. L’effetto diretto ed indiretto generato sul territorio, ovvero la ricchezza generata nel sistema economico è di 11,68 milioni, ovvero ha un moltiplicatore totale di 1,62. In questo caso, questo dato comprende la ricchezza diretta generata (cioè la spesa diretta) più l'effetto indiretto derivante dalla catena della struttura produttiva. Un euro viene speso direttamente in una attività per poi essere speso “a cascata” in altre attività ad essa collegate. Questo 11 garantisce un occupazione di 119 “Unità Lavorative Anno”.

Figura 30. Effetti spesa turistica sul territorio

11

Con il termine “ULA”, si intende il numero di “Unità Lavorative Anno” che l'ammontare di spesa garantisce/sostiene. Dato un determinato ammontare di spesa diretto, si valuta quante persone “full time” possono essere assunte per un anno per ciascun settore economico. Ovviamente, ogni settore economico ha le proprie specificità ed i propri costi del personale. Il calcolo dell'occupazione in ULA potrebbe sottostimare la numerosità effettiva degli occupati dal momento che se si hanno due persone “part time” che lavorano un anno (il cui peso è 0.5 per ciascuna in termini di ULA), il calcolo ULA ne conteggia solo una. Inoltre, bisogna anche considerare che in settori ad alta intensità di lavoro e sottoposti a fluttuazioni stagionali, quali sono il turismo e la cultura, all´aumento della domanda anziché ricorrere all’assunzione di personale aggiuntivo e creare nuovi posti di lavoro, si aumenta il numero di ore lavorate.

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Come si è avuto modo di osservare, l’impatto per l’economia dell’area è positivo e, dal momento che il fenomeno risulta essere in crescita, è un dato che è destinato ad aumentare. Il quadro che emerge è che sebbene circa l’80% della spesa turistica sia destinato ai servizi base, e la categoria professionale maggiormente presente sul territorio abbia una capacità di spesa minore rispetto alla media dei turisti business (Figura 29), dal momento che il periodo di soggiorno è più elevato rispetto alla media, la fruizione del territorio è più profonda e comprende anche più momenti ed attività leisure che sono fonte di economia ed 12 indotto per il territorio , il quale presenta un settore terziario già più vivace rispetto ad altre 13

aree della regione . Inoltre, bisogna considerare che nel nostro caso il moltiplicatore per le attività ricreative, culturali e sportive è più alto rispetto agli altri settori intercettati dalla spesa turistica business (Tabella 15) e dunque, libera più risorse nel sistema rispetto agli altri settori. Classi ATECO

Branche di attività

Moltiplicatore

50

Commercio, manutenzione e riparazione di veicoli a motore e motocicli

0,915

52

Commercio al dettaglio, autoveicoli e motocicli esclusi

0,848

55

Alberghi e ristoranti

0,920

63

Attività ausiliarie dei trasporti, agenzie di viaggio

0,494

70

Attività di servizi immobiliari

0,722

92

Attività ricreative, culturali e sportive

1,160

93

Altri servizi

1,014

Totale settori

6,073 Tabella 15. Moltiplicatore settori

Ne consegue che, attivando maggiormente questi settori, con un sistema di offerta attrattivo, le risorse economiche immesse nel sistema potrebbero aumentare. Capitalizzando su questo e facendo leva sulle specificità del territorio per mettere in campo azioni di attrazione anche per altri segmenti turistici, il beneficio per il territorio sarebbe ancora più consistente.

12

Vedi Capitolo 1 per le destinazioni frequentate e le attività turistiche effettuate sul territorio Il settore terziario in Val d’Agri, in crescita (+1,8%) ha aiutato l’area a non subire l’effetto negativo della congiuntura economica come in altre aree (Fonte: Unioncamere) 13

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Considerazioni conclusive Il numero di occupati totali registrato durante le tre rilevazioni conseguite negli ultimi tre anni, considerando anche gli occupati diretti DIME, come mostrato nella sezione precedente, è in costante crescita. L’incremento degli occupati registrato rispetto alla seconda rilevazione è del 18%.

Numero occupati diretti ed indiretti 3500 3000 2881

2500 2000

2386

2437

prima rilevazione-2011

seconda rilevazione-2012

1500 1000 500 0 terza rilevazione-2013

Figura 31. Numero di occupati diretti ed indiretti

Idealmente, per quel che riguarda gli occupati, abbiamo quattro dimensioni da tenere in considerazione: 1) i dipendenti; 2) gli occupati della catena di fornitura; 3) l'indotto totale della produzione; 4) gli occupati derivanti in via diretta ed indiretta dal turismo business Come mostrato intuitivamente in Figura 32, la presenza di un’azienda, con una configurazione del sistema di produzione come quella di ENI, genera sul territorio degli impatti che sono assimilabili a cerchi concentrici, a seconda della propria vicinanza all’azienda. La dimensione più vicina all’azienda è rappresentata dai propri dipendenti e i dipendenti della propria catena di fornitura. I fornitori a loro volta hanno dei fornitori e generano altra economia sul territorio attraverso la produzione. Infine, come abbiamo visto non si può trascurare nemmeno l’indotto generato da un ulteriore anello che è quello generato dai trasfertisti (“turisti business”) presenti sul territorio, che attraverso la loro spesa generano economia in altri settori come ad esempio il settore terziario.

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Turismo Totale indotto prod.

Occupati catena fornitori

Dipendenti

Figura 32. Schema impatto attivitĂ estrattive sul territorio

I risultati delle dimensioni ad oggi studiate sono riassunte in Tabella 16.

Anno 2013 Addetti catena produttiva Dipendenti DIME

348

Numero addetti fornitori di cui:

2533

Regioni italiane

1454

Basilicata

1077

Val d'Agri

701

Altri UE Addetti indiretti (*) Addetti totali Addetti settore turistico Totale

2 1262 4143 119 4262

(*) stima ULA anno 2012 Tabella 16. Addetti anno 2013: diretti, indiretti, indotto settore turistico

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I dipendenti diretti DIME in Basilicata risultano essere 348, il numero di addetti della catena di fornitura risulta essere pari a 2533, di cui 1077 in Basilicata e 701 nella sola Val d'Agri. A tale dato devono essere aggiunti gli addetti diretti ed indiretti derivanti dalla catena commerciale e produttiva del sistema economico regionale. Questi ultimi ammontano a 1262 ULA stimati per il 2012. Verosimilmente, pertanto, una approssimazione degli occupati risulta essere pari a circa 4106 addetti a cui vanno aggiunti i 119 addetti (ULA) relativi ai settori attivati dal turismo business. E' utile ribadire che sia per il calcolo degli indiretti, sia per il calcolo del turismo business, l'occupazione è calcolata come Unità Lavorative Anno, e quindi sicuramente sottostima il dato reale.

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Bibliografia Tassazione della produzione di gas e petrolio in Italia: un confronto., Nomisma Energia, aggiornamento al 07/2013 Economie Regionali, l’economia della Basilicata. Aggiornamento congiunturale. Banca d’Italia, Novembre 2013 Economie Regionali, l’economia della Basilicata. Aggiornamento congiunturale. Banca d’Italita, Novembre 2012 Osservatorio economico della Basilicata. L’economia della Basilicata nel 2012. Centro Studi Unioncamere Basilicata Chiarullo L., De Filippo M., Giorgio A., Il turismo business legato al settore estrattivo in Val d’Agri. Fondazione Eni Enrico Mattei, 2014 Giorgio A., Vergalli S., Eni e crescita del PIL regionale. Fondazione Eni Enrico Mattei, 2013

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