Ciò che il teatro dice della scienza_EQUILIBRI_02/2013

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Ciò che il teatro dice della scienza di Andrea Bellati

L’incontro con la scienza ha consolidato la mia fede nell’arte. Ora sono profondamente convinto che questi due ambiti della conoscenza umana sono correlati molto più strettamente di quanto si creda.

I

Vsevolod Illarionovicˇ Pudovkin (1949)

l teatro è un’arte ancora prettamente artigianale. I fondali dipinti, le quinte di cartone e poi le carrucole e le pulegge, le funi e le luci rendono esplicita nel teatro la finzione scenografica e diventa naturale e necessario un continuo patto con il pubblico che, pur conscio dell’artificio, accetta di vivere l’esperienza teatrale con immedesimazione e innocente stupore. La forza della storia, la perizia degli attori e la messa in scena rendono verosimile lo spettacolo ed efficace il coinvolgimento del pubblico. Il contenuto e il messaggio vincono sul contenitore e portano la storia al di là degli inevitabili confini fisici del palcoscenico. Il cinema, al contrario, non ha limiti e può giocare con lo spazio e con il tempo con grande libertà. La fisica limitata del teatro ha tuttavia un grande vantaggio rispetto all’immagine cinematografica: mentre la tridimensionalità è recentemente e maldestramente sperimentata dal cinema, in teatro è semplicemente naturale. Lo spazio teatrale ha un altro limite importante che l’arte ha storicamente superato: il vincolo dei rapporti di distanza tra scena e pubblico. In teatro, un primo piano dell’attore non è realizzabile. Certo, l’attore può sporgersi dal proscenio verso il pubblico ma non potrà mai rivelare uno stato d’animo in silenzio con il semplice tremolio delle labbra, una lieve increspatura delle sopracEQUILIBRI 2/2013

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