Focus Economia: report monografici
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Sommario 1.
IL QUADRO MACROECONOMICO .......................................................................................................... 3 a.
Introduzione ...................................................................................................................................... 3
b.
La situazione congiunturale ............................................................................................................... 3
c.
Settori industriali ............................................................................................................................... 6
d.
Basilicata ed Aree Programma: Unità Locali.................................................................................... 11
2.
OCCUPAZIONE ..................................................................................................................................... 15 a.
Censimento ed indotto: Unità Locali ............................................................................................... 15
b.
Basilicata ed Aree Programma: Addetti .......................................................................................... 17
c.
Censimento ed indotto: Addetti ...................................................................................................... 17
d.
Occupati diretti ed indiretti ENI....................................................................................................... 19
3.
AGRICOLTURA...................................................................................................................................... 22 a.
La produzione .................................................................................................................................. 22
b.
Numero Aziende e SAU: confronto ................................................................................................. 23
c.
Valore aggiunto ............................................................................................................................... 25
4.
LA COMPETITIVITÀ REGIONALE ........................................................................................................... 28 a.
L Indice di Competitività Regionale (RCI) ........................................................................................ 28
b.
Componenti del RCI: Set "Base" ...................................................................................................... 31
c.
Componenti del RCI: Set “Efficienza” .............................................................................................. 32
d.
Componenti del RCI: Set "Innovazione" .......................................................................................... 33
e.
Componenti del RCI: Set "Base", Set "Efficienza" e Set "Innovazione" ........................................... 34
5.
REDDITI ................................................................................................................................................ 36 Aggiornamento 2014 al 2011 .................................................................................................................. 40
6.
APPENDICE........................................................................................................................................... 43 a.
Basilicata ed Aree Programma ........................................................................................................ 43
b.
Esportazioni ..................................................................................................................................... 44
c.
Confronto SMAIL - ASIA ................................................................................................................... 47
d.
Agricoltura ....................................................................................................................................... 47
e.
Redditi.............................................................................................................................................. 53
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1. IL QUADRO MACROECONOMICO a. Introduzione
Nella presente sezione analizzeremo la situazione congiunturale ed occupazionale della Basilicata, raffrontandola con la situazione a livello italiano. In seconda battuta si cercherà di evidenziare il ruolo del settore energetico e dell'indotto da esso creato, nel contesto della economia lucana e delle sue differenti suddivisioni geografiche. Per far ciò ci avvaliamo dei report di Banca d'Italia (annuale 2012 ed aggiornamento del novembre 2013), di Unioncamere (report annuale 2012 e aggiornamento I semestre 2013) e di nostre elaborazioni svolte utilizzando i dati Istat, ASIA, Unioncamere e SMAIL. b. La situazione congiunturale
Per poter comprendere al meglio la situazione economica della Basilicata ed il suo andamento, bisogna contestualizzarla a livello congiunturale. Di fatto, è oramai evidente che la lunga crisi economica italiana sembra continuare, riverberandosi in quasi tutti i settori ed in tutte le regioni, evidenziando le debolezze della struttura economica. Se si osserva la variazione percentuale del Prodotto Interno Lordo (Figura 1) rispetto all'anno base 2000 (fissato pari a 100), è evidente come la Basilicata sia cresciuta meno rispetto al Mezzogiorno ed all'Italia, nel periodo pre-crisi (2000-2007) ed abbia subito poi delle riduzioni del prodotto interno lordo maggiori rispetto alle altre aree del Paese. Di particolare interesse i periodi in cui l' economia lucana risulta in controtendenza rispetto a Mezzogiorno ed Italia. Se si osservano gli anni dal 2009 al 2010 e dal 2010 e 2011, l'andamento del PIL lucano sembra non seguire più il trend nazionale e del meridione. In questo periodo è probabile che l'acuirsi della crisi a livello nazionale abbia ulteriormente esacerbato le debolezze intrinseche della regione, anche in relazione alla crisi del settore costruzioni e manifatturiero (con particolare attenzione al settore dell'automotive1). Sul fronte della produzione energetica, essa sembra disgiunta dagli andamenti congiunturali della Basilicata ed, in particolare sembra che possa in realtà agire in maniera anticiclica. Si osservi infatti la Figura 2 in cui mostriamo la variazione del PIL lucano rispetto all'anno 2006 (fissato pari a 100) e, parimenti, la variazione del valore della produzione energetica (olio greggio e gas) rispetto all'anno base 2006. Come si può osservare, la variazione della produzione energetica oscilla, come ci si può attendere, in maniera più marcata rispetto al PIL ed inoltre si muove in maniera contro-tendenziale rispetto al PIL lucano in almeno due periodi (fra il 2009 ed il 2010 e fra il 2011 ed il 2012).
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In merito a ciò, si confrontino anche i rapporti Economie Regionali di Banca d'Italia (Giugno e Novembre 2013)
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Figura 1. Andamento del PIL-numeri indice 2000=100
Fonte: elaborazione Unioncamere
105 100 95 90 85 80 75 70 2006
2007
2008 PIL
2009
2010
2011
2012
Energetici
Figura 2. Andamento del PIL e del valore di gas ed olio greggio estratti. Numeri indice 2006=100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Ministero dello Sviluppo Economico ed Istat
Riferendosi ai documenti Unioncamere ed alle previsioni macroeconomiche della Basilicata, del Mezzogiorno e dell' Italia (Tabella 1), essi mostrano un'analisi previsionale (variazioni 2013-2012 e 20142012) in cui gli andamenti congiunturali del territorio lucano risultano essere piĂš in difficoltĂ rispetto al Mezzogiorno e all'Italia. In particolare, le ultime proiezioni macroeconomiche di ottobre elaborate da Prometeia, evidenziano una riduzione del PIL regionale del 2,9% per il 2013, maggiore rispetto alla 4
variazione prevista di -2,5%. Se tuttavia si osserva il dettaglio, si evidenziano alcuni importanti elementi. La prima riflessione è inerente la domanda interna, fortemente negativa (-4.8 per il 2012 e - 2.7 per il 2013) che subisce l'andamento ciclico dell'economia ed, a sua volta, ne è una delle concause, attraverso una importante contrazione del consumo delle famiglie (-4.8 per il 2012 e - 2.8 per il 2013). Il consumo di fatto si è ridotto a causa di un rallentamento della produzione ed all'aumento della pressione fiscale che ha fatto ridurre la ricchezza pro capite degli occupati; nel contempo, una riduzione della occupazione ed un ulteriore utilizzo della cassa integrazione, hanno ridotto il reddito disponibile del consumatore medio. La domanda interna ed i consumi delle famiglie risultano pertanto negativi ma non lontani dall'andamento nazionale e leggermente migliori rispetto all'andamento del Mezzogiorno. Ad acuire la riduzione della domanda interna si è aggiunta anche una diminuzione della spesa per consumi finali delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni sociali private (voce denominata " Consumi delle AAPP e delle ISP" nella tabella 1), pari a -2.8 per il 2012 e del -0,7 per il 2013. Basilicata
Mezzogiorno
Italia
2012 2013 2014 2012 2013 2014 2012 2013 2014 Prodotto Interno Lordo
-3.6
-2.9
0.1
-2.9
-2.7
0.2
-2.5
-1.8
0.8
Domanda Interna -Spesa per consumi delle famiglie -Consumi delle AAPP e delle ISP -Investimenti fissi lordi
-4.8 -4.8 -2.8 -7.9
-2.7 -2.8 -0.7 -5.9
0 -0.4 0 1
-4.9 -4.8 -2.9 -8.9
-2.8 -3 -0.7 -6
-0.1 -0.5 0.1 0.8
-4.5 -4 -2.6 -8.3
-2.5 -2.3 -0.5 -5.7
0.2 0 0.1 1.2
Tabella 1. Previsioni macroeconomiche. Variazioni percentuali valore aggiunto-prezzi anno base 2005
Fonte: Prometeia. Scenari economici, ottobre 2013.
A livello di previsione 2013 e 2014, la situazione sembra migliorare, almeno stabilizzandosi. Gli investimenti fissi lordi invece, anche se fortemente negativi, sembrano essere allineati in media alle variazioni a livello italiano e leggermente migliori rispetto ai dati del Mezzogiorno. Se tuttavia si osserva il dettaglio, si evidenziano alcuni importanti elementi in controtendenza sia dal punto di vista settoriale che territoriale. Per mostrare ciò ed approfondire l'analisi, nel presente documento di sintesi ci focalizzeremo sull'analisi delle unità locali e degli addetti nelle aree programma e in alcune aree geografiche della Basilicata, in particolare, in Val d'Agri e nei comuni che possono godere dei contributi delle royalties.
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c. Settori industriali Dinamiche imprenditoriali Guardando alla natalità e mortalità delle imprese (Tabella 2), dai rapporti congiunturali semestrali di Banca d'Italia e di Unioncamere emerge che si ha un significativo recupero del numero di nuove iscrizioni rispetto allo stesso periodo del 2012 (da 1841 a 1957 con un incremento relativo del 6.3%) ed una lieve flessione delle cessazioni (da 2243 a 2164, con una riduzione relativa del 3.5%). Il saldo nati-mortalità delle imprese extra agricole è tornato in territorio positivo, attestandosi a +171 unità, mentre nell'anno precedente le chiusure aziendali avevano superato le nuove aperture di 65 unità. In termini relativi lo stock di imprese registrate è aumentato dello 0,41% a fronte di una situazione stazionaria (-0,07%) a livello nazionale, ove si osservano dati che mostrano minor dinamicità del sistema (minori percentuali di fenomeni di mortalità e di natalità). Settori
1° semestre 2012 Iscritte
Totale Totale extra agricole
1841 1428
tasso di iscrizione extra agricole tasso di cessazione extra agricole tasso di crescita extra agricole
2
Cessate
2243 1493
1° semestre 2013
Saldo -402 -65
Iscritte
Cessate2
1957 1648
3.38 3.53 -0.15
2164 1477
Saldo -207 171
3.93 3.52 0.41
Tabella 2. Iscrizioni e cessazioni delle imprese nel I semestre del 2012 e 2013
Fonte: Nostre elaborazioni su documenti Unioncamere e Banca d'Italia
Dinamiche imprenditoriali: imprese giovanili Un contributo importante dell'evoluzione della base imprenditoriale è offerto dalla componente giovanile: nell'ultimo biennio la crescita delle imprese con titolari under 35 è stata particolarmente sostenuta, anche a causa del diffuso utilizzo della imprenditorialità come strumento di auto impiego da parte dei giovani e ciò ha contribuito a compensare il saldo negativo di nati-mortalità delle altre imprese. Le imprese giovanili, infatti (si veda Tabella 3) hanno avuto un bilancio attivo di quasi 500 imprese dovute a 967 iscrizioni e 471 cancellazioni. Il loro contributo sulle nuove aperture ha raggiunto il peso percentuale del 38,7%, mentre il loro peso in termini di stock su tutte le imprese risulta pari al 13,3%. Dalla Tabella 4 si nota come le imprese caratterizzate dalla maggior peso percentuale di imprese under 35 sono quelle più "tradizionali" dei servizi alle persone e di servizi di alloggio e ristorazione. In termini assoluti invece l'imprenditorialità giovanile si concentra soprattutto nelle attività commerciali
2
Cessazioni calcolate al netto di quelle di ufficio, ciò al fine di isolare gli effetti della congiuntura economica sulla movimentazione anagrafica delle imprese, escludendo quelli legati ad atti puramente amministrativi.
6
Registrate Iscrizioni Cancellazioni Saldo Saldo al 31.12 2011 5589 967 471 509 624 13.3 38.7 19.2
Imprese giovanili % su totale imprese
41940
totale imprese
2499
2455
44
409
Tabella 3. Nati-mortalità delle imprese giovanili nel 2012
Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere
SETTORE
Industria manifatturiera Costruzioni Commercio Trasporti Alloggio e Ristorazione Informazione e comunicazione Attività finanziarie Attività professionali Servizi alle imprese Servizi alle persone Totale imprese extra-agricole Totale industria Totale servizi
Stock al 31 Dic 2012
Quota sul totale
413 871 1894 154 561 115 118 138 158 389 5589 1310 3698
7% 16% 34% 3% 10% 2% 2% 2% 3% 7% 100% 23% 66%
Quota sul settore 8.5% 11.7% 13.7% 10.1% 17.8% 13.2% 15.0% 11.4% 13.0% 19.6%
Tabella 4. Imprese giovanili al 31 dicembre 2012
Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere
Dal punto di vista territoriale, la Basilicata si posiziona tra le prime regioni in Italia, insieme a quelle meridionali, quanto a "peso" della componente giovanile e femminile del sistema imprenditoriale. Sembra esserci di fatto una relazione inversa fra grado di sviluppo di un territorio e lo sviluppo di queste due categorie imprenditoriali. Ciò troverebbe spiegazioni, da un lato nella specializzazione dei territori meno competitivi nei settori più tradizionali e dall'altro nel maggior ricorso all'intrapresa imprenditoriale come forma di auto-impiego. Dinamiche settoriali In termini di valore aggiunto creato per settori, si osservi la seguente Tabella 5, che mostra come il confronto con l'area del Mezzogiorno e l'Italia sia negativo per ciò che concerne tutti i settori escluso quello dei servizi, sia in fase di regressione del valore aggiunto che in fase di debole crescita prevista per il 2014. In linea di massima l'indicazione è che per la maggior parte della struttura economica il sistema lucano possa 7
crescere se il resto del Paese tende a crescere, tuttavia esistono delle peculiarità regionali (energetici e settore dei trasporti) che, come vedremo, possono favorirne o rallentarne lo sviluppo. Basilicata
Mezzogiorno
Italia
2012 2013 2014 2012 2013 2014 2012 2013 2014 Valore aggiunto ai prezzi base -Agricoltura -Industria in senso stretto -Costruzioni -Servizi Totale
-0.8 -4.8 -7.5 -2.1 -2.9
-1 -4.5 -7.8 -1.8 -2.6
0.1 0.2 -1 0.2 0.1
-3.5 -3.8 -6.2 -2.3 -2.7
0.2 -4.4 -7.9 -1.9 -2.4
0.3 -0.2 -1.5 0.4 0.2
-4.4 -3.1 -5.8 -1.7 -2.2
0.6 -2.6 -6.5 -1 -1.5
0.3 0.8 -0.5 1 0.8
Tabella 5. Variazioni percentuali valore aggiunto-prezzi anno base 2005
Fonte: Prometeia. Scenari economici, ottobre 2013.
Dal rapporto annuale Unioncamere relativo al 2012, la principale novità che emerge dalle dinamiche imprenditoriali è la variazione lievemente negativa dello stock di imprese di servizi che, fino ad oggi, avevano sempre mostrato un profilo espansivo (Tabella 6). Nel complesso, il comparto ha perso circa un centinaio di imprese, lo 0,4% di quelle registrate nel 2011, ma al suo interno si evidenziano differenze fra sotto settori in crescita ed alcuni in lieve calo. Scontano un forte arretramento il commercio al dettaglio, il più esposto alla crisi dei consumi, dove si contano 133 imprese in meno (-1,5%). Si osservano saldi negativi nel commercio all’ingrosso, nei servizi di trasporto e nelle attività finanziarie e assicurative. Si è invece fermata la crescita dei servizi di alloggio e ristorazione, molto sostenuta negli ultimi anni, che hanno registrato una sostanziale invarianza del numero di imprese (-0.1%). I servizi mostrano comunque una forte dinamicità positiva, poiché in essi vi sono le uniche attività ancora in crescita dal punto di vista imprenditoriale: nell’ordine, i servizi alle imprese (+3,5% per 41 unità in più), le attività libero professionali (+3,1%) e i servizi di informazione e comunicazione (+1,3%); nei primi due casi, inoltre, con un’accelerazione del trend espansivo già registrato nel 2011.
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Settori Servizi alle imprese Attività professionali Informazione e comunicazione Commercio e riparaz. auto Alloggio e Ristorazione Industria alimentare Servizi alle persone Industria minerali non metalliferi Attività finanziarie Trasporti Industria tessile Legno e mobili Commercio ingrosso Metalmeccanica Commercio al dettaglio Costruzioni Totale imprese extra-agricole Totale industria Manifatturiera Totale servizi Agricoltura
Variazioni ass.
variaz. %
2011
2012
2011
2012
32 26 13 3 74 -4 10 -13 -16 -2 -19 -22 -51 -20 -55 -64
41 36 11 1 -3 -13 -14 -16 -18 -22 -29 -29 -41 -44 -133 -159
2.8 2.3 1.5 0.2 2.4 -0.4 0.5 -2.9 -2 -0.1 -3.6 -2.9 -1.6 -1.4 -0.6 -0.8
3.5 3.1 1.3 0.1 -0.1 -1.2 -0.7 -3.7 -2.2 -1.4 -5.7 -4 -1.3 -3.1 -1.5 -2.1
22 -136 -75 83 -753
-350 -247 -141 -104 -265
0.1 -1 -1.5 0.3 -3.8
-0.8 -1.9 -2.8 -0.4 -1.4
Tabella 6. Andamento dello stock di imprese registrate per settori
Fonte: nostre elaborazioni su rapporto Unioncamere
Sempre osservando la Tabella 6, si evidenzia come non si arresti la crisi dell'industria, interessando tutti i principali comparti. Nelle costruzioni, in particolare, le perdite hanno sfiorato le 160 unità (-2,1%), mentre l’industria manifatturiera ha accusato un saldo negativo di 141 imprese, quasi un terzo appartenenti al comparto metalmeccanico. Se si osserva invece il peso che ciascun settore ha all'interno del sistema produttivo lucano (Tabella 7), si evidenzia come dal 2008 al 2012 si sia modificata la composizione dei pesi dei settori. In particolare cresce l'importanza delle attività di servizi, la cui quota sul totale passa dal 19,6% al 20,8%, dovuto ad un aumento del 3,7% del numero di imprese. In tal contesto si evidenziano le attività professionali ed i servizi alle imprese che hanno variazioni del 10,4% e del 10,5%. In termini assoluti, i servizi di alloggio e ristorazione hanno mostrato il maggior aumento, raggiungendo la quota del 5,2% del totale. I settori tradizionali arretrano e perdono peso (dal 73,6% al 71,1%). In essi figurano l'agricoltura, la manifattura, il commercio e le costruzioni. 9
2008 stock Agricoltura Commercio Costruzioni Industria manifatturiera tot. Settori tradizionali Alloggio e ristorazione Servizi alle persone Commercio e riparaz auto Trasporti Servizi alle imprese AttivitĂ professionali AttivitĂ finanziarie Tot. Servizi Altri settori Totale
2012 %
stock
var 2008-12 %
20637 12387 7757 5145
33.1 19.8 12.4 8.2
18994 12007 7452 4868
31.2 19.7 12.2 8
-8 -3.1 -3.9 -5.4
45926 3022 2464 1850
73.6 4.8 3.9 3
43321 3159 2563 1845
71.1 5.2 4.2 3
-5.7 4.5 4 -0.3
1584 1103 1096 1085 12204 4275 62405
2.5 1.8 1.8 1.7 19.6 6.9 100
1531 1218 1211 1134 12661 4952 60934
2.5 2 2 1.9 20.8 8.1 100
-3.3 10.4 10.5 4.5 3.7 15.8 -2.4
Tabella 7. Pesi settoriali percentuali e variazione. Confronto 2008-2012
Fonte: nostre elaborazioni su rapporto Unioncamere
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d. Basilicata ed Aree Programma: Unità Locali Nel presente paragrafo studieremo le variazioni delle unità locali sia a livello geografico che a livello settoriale, tenendo in considerazione le aree programma ed alcune aree geografiche rilevanti. Nella prima analisi (Tabella 8) utilizziamo i dati SMAIL derivanti dal Registro Imprese3 a livello geografico. Stock a giu 2008 5207 5224 10261 9990 6430 6315 1364 754 5808 4958
2011 - 2012 var ass
var %
2012-2008 var ass
var %
-50 21 -128 -52 -96 -57 15 -5 -59 -39
-1.0% 0.4% -1.2% -0.5% -1.5% -0.9% 1.1% -0.7% -1.0% -0.8%
-13 25 -141 -55 -140 -68 70 -13 -39 13
-0.2% 0.5% -1.4% -0.6% -2.2% -1.1% 5.1% -1.7% -0.7% 0.3%
12122
14
0.1%
366
3.0%
Matera
5730
56
0.9%
293
5.1%
Potenza
6392
-42
-0.6%
73
1.1%
Basilicata
60507
-387
-0.6%
-13
0.0%
Basento-Bradano-Camastra Marmo-Platano-Melandro Vulture Alto Bradano Area Metapontino Collina Matera Area Bradano-Basento Area Lagonegrese-Pollino Royalties Valle Camastra Val Sinni Val D'agri Comuni capoluogo
Tabella 8. Numero e variazione (assoluta e percentuale) unità locali per aggregazione geografica
Fonte: nostre elaborazioni su dati SMAIL
Nella tabella si mostra la numerosità (stock) delle unità locali a giugno del 2008, le variazioni in numero ed in percentuale fra il 2012 ed il 2011 e fra il 2012 ed il 2008 (tutte le rilevazioni sono calcolate in giugno). Come si può facilmente notare, nel confronto fra il 2008 ed il 2012 vi è una scarsa variazione della numerosità delle imprese a livello regionale; tuttavia, la dinamicità dei territori appare eterogenea. In particolare, sempre utilizzando il confronto fra il 2008 ed il 2012, si evidenziano solo cinque aree in crescita, anche se con pesi differenti: i comuni capoluogo di provincia, con variazioni fra l'1 per cento ed il 5 per cento, seguiti dall'area Marmo-Platano-Melandro, con una variazione pari allo 0,5% e la Val d'Agri con una variazione dello 0,3%. Oltre a ciò si evidenzia il gruppo di comuni che godono delle royalties che hanno un tasso di crescita del 5,1% e mostrano una variazione in livello di numerosità assoluta circa equivalente a quella di Potenza. Tutto il resto del territorio mostra segni negativi, riportando il totale regionale ad un saldo leggermente passivo (-13) in 5 anni. In termini assoluti, le aree con il peggior saldo risultano l'Area Bradano-Basento e l' Area Vulture Alto Bradano. In linea generale si evidenzia un interessante dinamismo a
3
Per ulteriori dettagli rimandiamo al sito SMAIL Basilicata: http://basilicata.smailweb.net/
11
livello di capoluogo di provincia anche se ciò è generalmente prevedibile dato che le aree a più forte sviluppo risultano tipicamente le aree urbane caratterizzate da un incremento dei servizi. Al di fuori dei capoluoghi solo due aree mantengono un trend positivo, scontando, in alcuni casi, una lieve flessione fra il 2011 ed il 2012. Interessante a questo punto il confronto dei dati a livello settoriale e geografico. Nelle seguenti tabelle (Tabella 9 e Tabella 10) mostriamo le variazioni assolute e percentuali delle unità locali per aree e per i settori definiti da SMAIL.
2012-2011
2012-2008
Bas-Brad-Cam
Agric -41
Indus 4
Costruz -2
Comm -18
Terz 35
Tot -22
Agricolt -122
Indus 15
Costruz 2
Comm -17
Terz 109
Tot -13
Mar-Plat_Mel
-40
11
-5
47
44
57
-208
13
12
109
99
25
Vult Alto Brad
-57
-15
-15
-6
25
-68
-226
-28
-21
29
105
-141
Area Metap Mat
-94
15
16
5
85
27
-250
16
2
11
166
-55
Area Brad-Bas
-50
-5
-3
5
32
-21
-167
-40
-14
11
70
-140
Area Lagon-Poll
-81
4
-6
13
49
-21
-183
-13
-3
14
117
-68
Royalties
-15
7
5
2
24
23
-10
18
10
1
51
70
-5
4
-2
-4
7
0
-14
3
-1
-22
21
-13
Val Sinni
-53
10
6
-15
43
-9
-98
-7
-13
-38
117
-39
Val D'agri
-65
0
-7
10
52
-10
-131
14
-14
12
132
13
2
2
-16
1
148
137
-5
-21
-49
1
440
366
Matera
20
1
-11
15
93
118
53
-16
-27
1
282
293
Potenza
-18
1
-5
-14
55
19
-58
-5
-22
0
158
73
Basilicata
-426
16
-38
57
470
79
-1292
-44
-85
170
1238
-13
Valle Camastra
Capoluoghi
Tabella 9. Variazione assoluta numero unità locali per area geografica e settore
Fonte: nostre elaborazioni su dati SMAIL
12
2012-2011 Agric
Indus
Costr
Comm
2012-2008 Terz
Tot
Agricolt
Indus
Costruz
Comm
Terz
Tot
Bas-Brad-Cam
-2.1%
0.9%
-0.3%
-1.6%
3.4%
-0.4%
-5.9%
3.3%
0.3%
-1.5%
11.4%
-0.2%
Mar-Plat-Mel
-2.5%
1.8%
-0.7%
3.8%
4.5%
1.1%
-11.8%
2.2%
1.6%
9.2%
10.7%
0.5%
Vult Alto Brad
-1.4%
-1.6%
-1.5%
-0.3%
1.3%
-0.7%
-5.3%
-3.0%
-2.0%
1.3%
5.9%
-1.4%
Area Metap Mat
-2.2%
2.2%
1.8%
0.2%
4.9%
0.3%
-5.6%
2.4%
0.2%
0.5%
10.1%
-0.6%
Area Brad-Bas
-2.0%
-0.8%
-0.5%
0.3%
2.9%
-0.3%
-6.5%
-6.3%
-2.1%
0.7%
6.6%
-2.2%
Area Lagon-Poll
-7.0%
0.6%
-0.7%
0.7%
2.9%
-0.3%
-14.6%
-1.9%
-0.4%
0.7%
7.3%
-1.1%
Royalties
-3.0%
4.0%
2.9%
0.7%
8.4%
1.6%
-2.0%
11.0%
6.1%
0.4%
19.7%
5.1%
Valle Camastra
-1.8%
6.7%
-2.0%
-2.6%
4.9%
0.0%
-4.8%
4.9%
-1.0%
-12.6%
16.3%
-1.7%
Val Sinni
-2.7%
2.0%
1.0%
-1.0%
3.6%
-0.2%
-4.9%
-1.3%
-2.0%
-2.5%
10.5%
-0.7%
Val D'agri
-4.4%
0.0%
-1.2%
0.7%
4.9%
-0.2%
-8.6%
2.9%
-2.3%
0.9%
13.5%
0.3%
Capoluoghi
0.1%
0.2%
-1.2%
0.0%
3.5%
1.1%
-0.3%
-1.7%
-3.5%
0.0%
11.2%
3.0%
Matera
2.3%
0.1%
-1.7%
0.8%
5.0%
2.0%
6.3%
-2.3%
-4.0%
0.1%
17.0%
5.1%
Potenza
-3.0%
0.2%
-0.7%
-0.6%
2.3%
0.3%
-8.9%
-0.9%
-3.1%
0.0%
7.0%
1.1%
Basilicata
-2.3%
0.3%
-0.6%
0.4%
3.5%
0.1%
-6.7%
-0.8%
-1.2%
1.1%
9.6%
0.0%
Tabella 10. Variazione percentuale numero unità locali per geografia e settore 2012-2011 e 2008-2012
Fonte: nostre elaborazioni su dati SMAIL Dalle due tabelle si evidenzia come a livello regionale, vi sia stato un ribilanciamento dalle attività: l'industria in senso stretto ed il commercio hanno subito un rallentamento nel periodo 2008-2012 con una piccola ripresa dell'industria (+0,3%) fra il 2011 ed il 2012. Il settore agricolo, ha subito un rallentamento per numerosità di unità locali, ma ciò deriva anche da un cambiamento strutturale del settore che ha mostrato forti segni di concentrazione delle imprese (si veda comunque la sezione dedicata all'agricoltura per maggiori dettagli). Guardando il dettaglio settoriale e geografico, si nota come il settore terziario si sia sviluppato in tutte le aree ma, anche in questo caso, con pesi differenti. Le variazioni maggiori in termini di valori assoluti, si osservano nei comuni capoluoghi, in quanto, come avevamo precedentemente accennato, il terziario risulta appannaggio delle aree urbane. Seguono, come numerosità, l' Area Metapontino Collina Matera e la Val d'Agri, mostrando in cinque anni una variazione del 10,1% e 13,3%, rispettivamente. In termini percentuali, la variazione più elevata la fa registrare l'area delle royalties con un +19.7% anche se, ovviamente, con un peso inferiore. Le variazioni percentuali più elevate per il terziario fra il 2012 ed il 2011 si registrano invece per i territori delle royalties, di Matera, della Val d'Agri, Val Camastra e l' Area Metapontino Collina Matera. In termini assoluti sugli scudi Matera, Area Metapontino Collina Matera, Potenza e Val d'Agri. Per ciò che concerne il settore del commercio, esso mostra una lieve crescita nel quinquennio pari a 170 unità ed al 1,1%. In questo contesto quasi tutte le aree geografiche mostrano una lieve tendenziale crescita.
13
Spiccano in termini positivi l' Area di Marmo-Platano-Melandro con +109 unità (+9,25), mentre mostrano un pesante segno negativo Val Camastra e Val Sinni con -22 (-12.6%) e -38 (-2.5%) unità. Il settore delle costruzioni sconta una lieve decrescita (-1.2%) nel periodo 2008-2012 pressoché distribuita in modo uniforme in tutte le aree geografiche. Spiccano l'area Marmo-Platano-Melandro e l'area delle royalties con una lieve crescita. Per ciò che concerne l'industria in senso stretto, non stupisce il regresso nelle aree urbane, dato che tipicamente questo settore si sviluppa fuori dai capoluoghi e la stessa struttura industriale tende a spostarsi fuori dalle città ove ciò risulti possibile. A livello regionale la numerosità delle imprese nel periodo 20082012 evidenzia un lieve passivo con -44 unità locali (-4.4%). La geografia è abbastanza variegata mostrando alcune aree con una riduzione abbastanza accentuata come l'Area Vulture Alto Bradano e l' Area BradanoBasento con una riduzione di -28 (-3.0%) e di -40 (-6.3) unità locali. Le aree virtuose risultano essere l'area delle royalties, l' Area Metapontino Collina Matera, l'Area Basento-Bradano-Camastra e la Val d'Agri.
14
2. OCCUPAZIONE a.
Censimento ed indotto: Unità Locali
Nella presente sezione cercheremo di studiare la variazione delle unità locali nei sotto settori che vengono attivati dalla catena di fornitura ENI e dall'indotto ENI. Per far ciò abbiamo utilizzato i dati disponibili del database ASIA4. Osservando le categorie settoriali delle imprese censite periodicamente come fornitori locali di ENI5, abbiamo creato la seguente Tabella 11. In essa si mostrano le variazioni delle unità locali in differenti aree geografiche solo per i settori censiti. Come si può notare, nell'orizzonte temporale di cui abbiamo i dati, la regione mostra una riduzione della numerosità delle imprese. Solo due aree mostrano un segno positivo, ma con pesi differenti e queste sono la Val d'Agri e l'area Basento-Bradano-Camastra. Settori censimento
UL 2007
2009
var ass
var %
2007-09
2007-09
Basento-Bradano-Camastra Marmo-Platano-Melandro Vulture Alto Bradano Area Metapontino Collina Matera Area Bradano-Basento Area Lagonegrese-Pollino Valle Camastra Val Sinni Val D'agri Capoluoghi Matera
798 976 1516 1246
806 964 1461 1192
8 -12 -55 -54
1.0% -1.2% -3.6% -4.3%
947 1202 129 863 942 2141 1040
914 1183 127 831 1077 2065 1009
-33 -19 -2 -32 135 -76 -31
-3.5% -1.6% -1.6% -3.7% 14.3% -3.5% -3.0%
Potenza
1101
1056
-45
-4.1%
Basilicata
9768
9662
-106
-1.1%
Tabella 11. Variazione percentuale numero unità locali relative al censimento ENI per il periodo 2007-2009
Fonte: nostre elaborazioni su dati ASIA
In seconda battuta abbiamo svolto la medesima analisi su un gruppo più ampio di settori, quello relativo alle imprese afferenti all'indotto ENI6. Mostriamo i dati nella seguente Tabella 12. Anche in questo caso, come si può vedere ed anche in maniera più marcata, a fronte di una pesante perdita a livello regionale, si evidenzia una crescita netta in Val d'Agri. 4
L'utilizzo di questo database ha il vantaggio di fornire i dati secondo i codici ATECO a due cifre e quindi permette di creare sotto settori differenti da quelli di SMAIL e più performanti per il nostro scopo. Si veda in appendice la differenza fra dati SMAIL e ASIA ma, in prima battuta, possiamo dire che quest'ultimi non hanno i dati sull'agricoltura. 5 Nel dettaglio si tratta dei settori numero 25, 26, 27, 36, 37, 41, 42, 43, 45, 49, 74 e 77, secondo la specifica dei codici ATECO 2004. 6 Questo gruppo, ovviamente include il primo e comprende i seguenti settori: 6, 19, 20, 24, 25, 26, 27, 31, 32, 33, 36, 37, 41, 42, 43, 45, 49, 74, 77, 79 e 86, sempre secondo la specifica ATECO 2004.
15
Settori indotto
UL 2007
2009
var ass
var %
2007-09
2007-09
Basento-Bradano-Camastra Marmo-Platano-Melandro Vulture Alto Bradano Area Metapontino Collina Matera Area Bradano-Basento Area Lagonegrese-Pollino Valle Camastra Val Sinni Val D'agri Capoluoghi Matera
947 1146 1814 1486 1153 1429 143 999 1106 2865 1400
955 1117 1759 1422 1103 1417 142 972 1264 2779 1357
8 -29 -55 -64 -50 -12 -1 -27 158 -86 -43
0.8% -2.5% -3.0% -4.3% -4.3% -0.8% -0.7% -2.7% 14.3% -3.0% -3.1%
Potenza
1465
1422
-43
-2.9%
Basilicata
11946
11335
-611
-5.1%
Tabella 12. Variazione percentuale numero di unitĂ locali relative ai settori dell'indotto ENI per il periodo 2007-2009
Fonte: nostre elaborazioni su dati ASIA
16
b.
Basilicata ed Aree Programma: Addetti
Nel presente paragrafo seguiamo l'analisi precedente, svolta per le unità locali, spostando il focus sugli addetti. Riassumeremo brevemente alcuni dati sulla occupazione relativa alle aree programma ed ai settori afferenti all’indotto ENI ed al censimento, cioè a tutti i settori che fanno parte della catena del valore che deriva dalle attività estrattive nella Regione. Si evidenzia come i settori dell’indotto abbiamo, nelle aree in cui si hanno attività estrattive un tasso di crescita superiore ad altre aree e ben al di sopra del dato regionale e provinciale. Nella Tabella 13 si evidenzia come, a fronte di una variazione complessiva negativa del numero di addetti (pari ad una riduzione di quasi il 3 per cento), ci siano poche aree virtuose che mostrano un aumento degli addetti. Esse sono, in ordine di variazione percentuale, i comuni che ricevono le royalties (+8.1%), l’area della Val d'Agri (+2.7%), la Val Camastra (+2.3%) e l'area Marmo-PlatanoMelandro (+1%). Stock a Giu 2008
2012-2011 2012-2008 var ass var% var ass var% 22 0.3% -115 -1.3% -44 -0.3% 129 1.0% -279 -1.0% -1346 -4.5% 466 1.9% -480 -1.8%
Basento-Bradano-Camastra Marmo-Platano-Melandro Vulture Alto Bradano Area Metapontino Collina Matera Area Bradano-Basento Area Lagonegrese-Pollino Royalties Valle Camastra Val Sinni Val D'agri Capoluoghi Matera
8752 12506 29632 25998 12258 12235 3265 1118 14397 9272 39031 18843
110 -150 49 77 304 -42 -424 52
0.9% -1.2% 1.4% 7.2% 2.1% -0.4% -1.2% 0.3%
-71 -126 266 26 134 251 -2635 -878
-0.6% -1.0% 8.1% 2.3% 0.9% 2.7% -6.8% -4.7%
Potenza
20188
-476
-2.5%
-1757
-8.7%
Basilicata
149684
-341
-0.2%
-4393
-2.9%
Tabella 13. Numero e variazione (assoluta e percentuale) addetti per aggregazione geografica
Fonte: nostre elaborazioni su dati ASIA
c.
Censimento ed indotto: Addetti
Se l'analisi si concentra sulle attività che fanno riferimento ai fornitori di ENI ed ai settori impattati dall'indotto ENI, come si può osservare dalle Tabella 14 e dalla Tabella 15, la variazione degli addetti nel periodo dal 2007 al 2009 è elevata, in valore assoluto in particolar modo per la Val d'Agri con un aumento di 469 e 556 addetti a fronte di un aumento a livello regionale di 461 unità (quindi determinato per la totalità dall'area Val d'Agri) o una riduzione di 199 occupati, rispettivamente. 17
Censimento Basento-Bradano-Camastra Marmo-Platano-Melandro Vulture Alto Bradano Area Metapontino Collina Matera Area Bradano-Basento Area Lagonegrese-Pollino Royalties Valle Camastra Val Sinni Val D'agri Capoluoghi Matera Potenza Basilicata
Addetti
var ass
var %
2007
2009
2007-09
2007-09
2037 3512 4545 3675
2189 3567 4663 3577
152 55 118 -98
7.5% 1.6% 2.6% -2.7%
3039 3444 912 249 2640 2474 9230 4161 5069 31955
2968 3791 982 286 2636 2943 8718 4078 4640 32416
-71 347 70 37 -4 469 -512 -83 -429 461
-2.3% 10.1% 7.7% 14.9% -0.2% 19.0% -5.5% -2.0% -8.5% 1.4% 7
Tabella 14. Variazione percentuale numero addetti relativi a settori censimento ENI per il periodo 2007-2009
Fonte: nostre elaborazioni su dati ASIA
Indotto
Addetti
Basento-Bradano-Camastra Marmo-Platano-Melandro Vulture Alto Bradano Area Metapontino Collina Matera Area Bradano-Basento Area Lagonegrese-Pollino Royalties Valle Camastra Val Sinni Val D'agri Capoluoghi Matera Potenza Basilicata
var ass
var %
2007
2009
2007-09
2007-09
2349 4158 5261 4214
2480 4033 5313 4113
131 -125 52 -101
5.6% -3.0% 1.0% -2.4%
3804 3868 1213 265 2939 2967 13278 7167 6111 39908
3655 4215 1312 308 2977 3523 12377 6709 5668 39709
-149 347 99 43 38 556 -901 -458 -443 -199
-3.9% 9.0% 8.2% 16.2% 1.3% 18.7% -6.8% -6.4% -7.2% -0.5%
Tabella 15. Variazione percentuale numero di addetti relativi ai settori dell'indotto ENI per il periodo 2007-2009
Fonte: nostre elaborazioni su dati ASIA 7
L'utilizzo di questo database ha il vantaggio di fornire i dati secondo i codici ATECO a due cifre e quindi permette di creare sottosettori differenti da quelli di SMAIL e pi첫 performanti per il nostro scopo. Si veda in appendice la differenza fra dati SMAIL e ASIA ma, in prima battuta, possiamo dire che quest'ultimi non hanno i dati sull'agricoltura.
18
d.
Occupati diretti ed indiretti ENI
Nel presente paragrafo si cerca di calcolare l'impatto delle attività estrattive in termini occupazionali, si rispetto alla forza lavoro che rispetto al numero di occupati per comune. Nella tabella 2.9 mostriamo i valori calcolati per comune, e nelle ultime due colonne si evidenziano i pesi per comune. Nel dettaglio, nella penultima colonna si ha l'impatto in termini percentuali del numero di occupati diretti ed indiretti derivanti dai fornitori sulla forza lavoro. Nell'ultima colonna si ha l'impatto in termini percentuali del numero di occupati diretti ed indiretti derivanti dai fornitori sul numero di occupati totali per comune. Come è facilmente riscontrabile, in 6 comuni l'attività estrattiva ha un impatto di un certo rilievo, in quanto è superiore al 10%, mentre in 8 comuni l'impatto risulta superiore al 4%. Ciò evidenzia il forte ruolo economico delle attività estrattive.
19
Comuni
Abriola Brienza Brindisi di Montagna Calvello Castelsaraceno Corleto Perticara Gallicchio Gorgoglione Grumento Nova Guardia Perticara Laurenzana Marsico Nuovo Marsicovetere Missanello Moliterno Montemurro Paterno Pietrapertosa Roccanova San Chirico Raparo San Martino d'Agri Sant'Arcangelo Sarconi Sasso di Castalda Satriano di Lucania Spinoso Stigliano Tramutola Viggiano
popolazione residente
1546 4084 916 1955 1468 2599 892 1019 1706 557 1924 4267 5420 575 4129 1298 3420 1087 1633 1120 812 6511 1379 820 2406 1538 4590 3145 3183
forza lavoro 15-64 581 1487 297 594 548 811 300 384 630 181 620 1336 1848 162 1429 408 1105 415 558 412 291 2188 501 309 715 531 1538 997 1044
occupati
occupati/forza lav (%)
524 1323 229 500 498 710 255 310 578 156 562 1178 1659 131 1243 361 968 322 495 376 264 2005 437 269 618 472 1313 890 923
0.2% 2.2% 0.3% 6.4% 2.0% 9.6% 2.7% 0.3% 11.3% 14.4% 0.6% 4.4% 12.3% 3.1% 5.5% 12.3% 8.2% 0.2% 1.3% 2.7% 4.8% 0.6% 11.0% 2.6% 1.7% 3.8% 0.1% 7.6% 29.3%
Dipend/occupati (%)
0.2% 2.5% 0.4% 7.6% 2.2% 11.0% 3.1% 0.3% 12.3% 16.7% 0.7% 5.0% 13.7% 3.8% 6.3% 13.9% 9.4% 0.3% 1.4% 2.9% 5.3% 0.7% 12.6% 3.0% 1.9% 4.2% 0.1% 8.5% 33.2%
Tabella 16. Occupati diretti ed indiretti DIME (dipendenti e fornitori) rispetto alla forza lavoro ed all'occupazione a livello comunale
20
Dai dati mostrati in tabella, si ottengono le seguenti mappe8
Figura 3. Impatto in termini percentuali del numero di occupati diretti ed indiretti derivanti dai fornitori sulla forza lavoro
Figura 4. Impatto in termini percentuali del numero di occupati diretti ed indiretti derivanti dai fornitori sugli occupati totali
8
Le due mappe fanno riferimento agli occupati diretti ed indiretti derivanti dalla catena di fornitura senza considerare i dipendenti.
21
3. AGRICOLTURA a.
La produzione
La presente sezione ha lo scopo di voler comprendere se il settore dell’agricoltura della Basilicata ha subito cambiamenti differenti da quelli registrati a livello italiano e nel Mezzogiorno. In seconda battuta l’analisi è stata condotta più nel dettaglio per poter descrivere e studiare l’andamento del comparto agricolo per alcune specifiche aree geografiche, come per esempio la Val d’Agri. Utilizzando differenti tipologie di banche dati (censimento agricoltura 2000-2010, Unioncamere, ASIA, SMAIL) ed alla luce di studi economici recenti, in linea generale è possibile osservare come l' andamento economico del settore agricolo registri un rallentamento della crescita, pur producendo un valore aggiunto pari al 6% del PIL regionale. A livello nazionale, l'indebolimento del sistema agro-industriale è stato inoltre aggravato dalla crisi dell'economia italiana e dall’internazionalizzazione dei mercati che hanno causato altresì la chiusura di importanti stabilimenti agroalimentari (Barilla, Parmalat, Conservificio Gaudiano, Zuccherifici, Salumifici, Acque Minerali, Pastifici, Suinicola) insediati nelle aree industriali della Regione. Alla luce di ciò è importante verificare se in questo contesto di tendenziale crisi a livello nazionale, il comparto agricolo lucano si è comportato in linea con l'andamento macroeconomico oppure, in taluni casi, ha mostrato un andamento più o meno virtuoso, cercando di comprenderne le ragioni. In prima battuta vogliamo valutare la congruenza degli andamenti tendenziali. Nella Figura 5 vengono presentati i dati relativi alla produzione agricola in Basilicata e in Italia.
Produzione agricola normalizzata 110 100 90 % 80 70 60 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Produzione Italia
Produzione Basilicata
Figura 5. Confronto produzione Italia e Basilicata. Fonte ISTAT
22
Per poterli confrontare e poterne valutare i cambiamenti in percentuale ed il loro andamento, i dati sono stati “normalizzati” rispetto all’anno 2000. Questo significa che la quantità prodotta in Basilicata ed in Italia nell’anno 2000 è stata fissata pari a 100 e tutte le altre quantità sono state riscalate di conseguenza. Pertanto, i dati degli anni dal 2000 al 2011 rappresentano la variazione in percentuale della produzione agricola in riferimento all’anno 2000. Per esempio, se si osserva l’anno 2007 si vede che la produzione in Italia è pari a 85, in Basilicata è pari a 93. Questo significa che, rispetto all’anno 2000, la produzione Italiana è scesa di circa il 15% (100 dell’anno base 2000 meno il valore 85), mentre quella Lucana è calata del 7% (100 del 2000 meno 93 del 2007). Alla luce di ciò un primo elemento che emerge dalla Figura 5, osservando l’intero arco temporale preso in analisi, è che la produzione in Italia dal 2000 al 2011 è calata del 25%, mentre in Basilicata si ha un calo di minore entità pari al 15%. Una ulteriore informazione che si può trarre dalla Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. è che l’andamento dell’agricoltura lucana segue, sia nelle fasi di crescita che in quelle di decrescita, quello Italiano. Da ciò si può dedurre che i fattori che determinano l’andamento della produzione agricola sono, per buona parte, comuni e quindi dipendono da fattori macroeconomici e climatici di carattere almeno nazionale.
b.
Numero Aziende e SAU: confronto
La Tabella 17 mette in evidenza due importanti questioni. La prima riguarda la variazione percentuale del numero di aziende agricole presenti nel territorio della Basilicata confrontando tale dato con quelli relativi all’area del Mezzogiorno e di tutta l’Italia. In questo caso si può notare come il calo percentuale del numero delle aziende occorso tra il 2000 e il 2010 ha valori comuni tra le tre aggregazioni territoriali; in particolare il dato della regione è pienamente in linea con il dato nazionale (circa il 32%).
Aziende 2010 2000 Basilicata Mezzogiorno Italia
Variaz
%
SAU 2010
Variazioni
%
2000
51.772
76.034
-24.262
-31,9
512.280
537.532
-25.251
-4,7
976.514
1.387.316
-410.802
-29,6
6.075.342
5.871.402
203.939
3,47
1.630.420
2.405.453
-775.033
-32,2
12.885.185
13.183.406
-298.220
-2,3
Tabella 17. Aziende, Superficie Agricola Utilizzata (SAU)
Fonte: Elaborazioni SVIMEZ su dati Istat, 6° e 5° Censimento generale dell'Agricoltura.
E’ interessante, però, analizzare anche il dato relativo alla Superficie Agricola Utilizzata (SAU) ed, in particolar modo, incrociarli con i dati della produzione. Dalla Tabella 17 si evince che in Basilicata, come per l’Italia, c’è stato un calo della superficie destinata all’agricoltura. Il dato Lucano, in particolar modo, è in controtendenza rispetto al dato del Mezzogiorno dove, addirittura, la superficie aumenta. In merito a ciò l’unica osservazione rilevante è che in ogni caso, a fronte di una riduzione del numero delle aziende agricole attorno al 30%, la riduzione della SAU è stata sicuramente
23
inferiore. Il risultato evidente è che si è verificata una progressiva concentrazione di superficie agricola utilizzata per azienda agricola. Questo dato di per sé non rappresenta necessariamente un fattore positivo o negativo. Certamente si è avuta una riduzione del suolo dedicato all’agricoltura, ma tale variazione è talmente debole in 10 anni che può riflettere vari aspetti economici e non del territorio. Può essere il riflesso di una variazione fisiologica dovuta ad un elemento positivo per l’economia come lo sviluppo urbano, l’incremento delle aree dedicate all’industria, alle infrastrutture, etc. E’ invece rilevante studiare la produttività del terreno agricolo per verificare se vi è stato un incremento o una riduzione nel corso del tempo e confrontare tale risultato con i valori italiani e del Mezzogiorno. Per studiare la variazione della produttività, nella abbiamo calcolato il rapporto esistente fra la produzione (in quintali) e la SAU per area geografica.
Italia Basilicata Mezzogiorno
2000
2010
62.6 77.5 52.5
40.3 56.7 37.0
∆% -36% -27% -29%
Tabella 18. Rapporto fra produzione (quintali) e SAU (ettari)
Fonte: Elaborazioni su dati Istat, 6° e 5° Censimento generale dell'Agricoltura.
Questa tabella mostra come, sia nel 2000 sia nel 2010 il rapporto tra produzione e superficie utilizzata in Basilicata sia maggiore rispetto ai dati nazionali e del meridione. In aggiunta il calo di tale rapporto risulta meno intenso per la Basilicata rispetto alle altre due aree geografiche considerate. Nonostante quanto illustrato precedentemente, tuttavia, le imprese attive nel settore agroalimentare risultano ancora molto numerose e diffuse sul territorio regionale. Infatti, nel corso del periodo 2009-2010 (Tabella 19), gli operatori di prodotti di qualità DOP, IGP e STG sono aumentati del 25,7%, sia nella fase della produzione (+23,9%) sia soprattutto nella fase di trasformazione (+29,2%).
24
Produttori 2009
2010
Variazione %
Basilicata
46
57
23,9
Mezzogiorno
22.120
23.049
4,2
Italia
77.427
79.536
2,7
Trasformatori 2009
2010
Variazione %
Basilicata
24
31
29,2
Mezzogiorno
1.554
1.782
14,7
Italia
6.065
6.574
8,4
Operatori 2009
2010
Variazione %
Basilicata
70
88
25,7
Mezzogiorno
23.317
24.432
4,8
Italia
82.120
84.587
3,0
Tabella 19. Prodotti qualità DOP, IGP e STG
c.
Valore aggiunto
Per poter approfondire la nostra analisi, abbiamo studiato la variazione del valore aggiunto per taluni macro settori, allineandoci ai risultati riportati da Unioncamere nell’ultimo rapporto dell’ottobre 2013. Per far ciò abbiamo utilizzato i dati dell’Istat, mentre Unioncamere utilizza i dati delle Camere di Commercio ed inoltre calcola delle stime previsionali per il 2014. Mostreremo entrambi le analisi per poter confrontarne i risultati. La Figura 6 mostra l’andamento del valore aggiunto per vari comparti per un lasso temporale di 16 anni. E’ interessante notare l’andamento ed il peso del settore dei servizi e la crescita del settore del commercio che ha oltrepassato il peso, in valore, della industria. Dalla figura, non emerge chiaramente il ruolo e l’andamento della agricoltura. Abbiamo pertanto calcolato le variazioni percentuali del valore aggiunto per lassi temporali di 5 anni e poi la variazione percentuale dal 1995 al 2011. Il risultato che emerge è riportato in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata..
25
Valore Aggiunto 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 19951996199719981999200020012002200320042005200620072008200920102011 Agric
Industr.
Costr.
Servizi
Comm.
Figura 6. Valore aggiunto a prezzi costanti per anno. Fonte: ISTAT
Agricoltura Industria* Costruzioni Servizi Commercio
19962000 32% 19% -10% 14% 29%
20012005 20% -18% 4% 2% 8%
20062011 -3% -17% -21% 0% 4%
19952011 29% -6% -19% 21% 50%
Tabella 20. Variazione valore aggiunto per settori e periodi temporali dal 1995 al 2011 *si intende “Industria in senso stretto”
E’ interessante notare come l’agricoltura abbia avuto un aumento del valore aggiunto nel periodo fra il 1996 ed il 2005 ed un lieve calo fra il 2006 ed il 2011. Tale calo è risultato meno mercato rispetto all’industria ed al settore "costruzioni" che hanno risentito fortemente della crisi del 2007 e la successiva del 2011. Il settore dei servizi e del commercio invece, hanno mostrato variazioni positive anche nel terzo quinquennio. In aggregato, il valore aggiunto agricolo ha mostrato un +29%. A livello previsionale, Unioncamere mostra i risultati che si possono riassumere nella Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.. Come si può osservare la perdita di valore aggiunto della agricoltura nel 2012 è stata inferiore sia rispetto al Mezzogiorno che all’Italia e, nel complesso, tenendo in considerazione le variazioni percentuali dal 2012 al 2014 (quindi anche la fase previsiva), la variazione percentuale del comparto agricolo sarà in ogni caso migliore rispetto a Mezzogiorno ed Italia nel periodo 2012-2014.
26
Basilicata 2012
2013
Mezzogiorno 2014
2012
2013
Italia
2014
2012
2013
2014
Agricoltura Industria*
-0.8 -4.8
-1.0 -4.5
0.1 0.2
-3.5 -3.8
0.2 -4.4
0.3 -0.2
-4.4 -3.1
0.6 -2.6
0.3 0.8
Costruzioni Servizi Totale
-7.5 -2.1 -2.9
-7.8 -1.8 -2.6
-1.0 0.2 0.1
-6.2 -2.3 -2.7
-7.9 -1.9 -2.4
-1.5 0.4 0.2
-5.8 -1.7 -2.2
-6.5 -1.0 -1.5
-0.5 1.0 0.8
Tabella 21. Variazioni valore aggiunto per settore
*si intende “Industria in senso stretto�
27
4. LA COMPETITIVITÀ REGIONALE Il presente focus intende studiare gli indici di competitività sia a livello regionale che a livello infraregionale. Tali indici permettono di capire quali possono essere gli elementi di arretratezza di una regione e quali gli elementi virtuosi. In generale, è possibile sottolineare come l'indice di competitività possa rappresentare la situazione macroeconomica di una determinata area e possa altresì individuarne e studiarne alcune componenti. Per quel che riguarda la regione Basilicata, si è elaborato un confronto con le altre regioni italiane ed anche le altre regioni europee, utilizzando l'Indice di Competitività Regionale (RCI Regional Competitiveness Index) elaborato dalla Commissione Europea9. L’ RCI misura i punti di forza e debolezza di ogni singolo Stato dell’ Unione Europea e arriva anche a definire una classifica regionale. a.
L Indice di Competitività Regionale (RCI)
L’RCI è basato su 11 pilastri che descrivono la competitività dei territori, raggruppati in tre set fondamentali che includono, ognuno, i parametri di base (Qualità delle Istituzioni, Stabilità Macroeconomica, Infrastrutture, Salute e Qualità dell’Educazione primaria e secondaria), di efficienza (Istruzione Superiore e Formazione Permanente, Efficienza del Mercato del Lavoro, Ampiezza del Mercato) e di innovazione (Livello Tecnologico, Grado di Complessità del Mercato e Innovazione). In Figura 7 è descritta la struttura del RCI.
Figura 7. Composizione Indice di Competitività
9
Esso è stato definito sulla base del già sperimentato Global Competitiveness Index introdotto dal World Economic Forum.
28
La Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. mostra la posizione relativa della Basilicata tra le regioni Italiane e sul totale di 268 regioni europee analizzate dalla CE (Commissione Europea). L’analisi inoltre confronta la posizione relativa della Basilicata nel 2010 (anno di prima edizione del RCI ) e nel 2013 ed indica anche la variazione per ciascuna regione fra il 2013 ed il 2010. Posizione in Europa
Regione RCI
RCI 2010
2013
Posizione in Italia
Variazione
RCI
2013 -2010
2013
RCI 2010
Variazione 2013 - 2010
Lombardia
128
95
↓ (-33)
1
1
=
Emilia Romagna
141
121
↓ (-20)
2
2
=
Lazio
143
133
↓ (-10)
3
3
=
Provincia Aut. Di Trento
145
184
↑ (+39)
4
11
↑ (+7)
Liguria
146
170
↑ (+24)
5
7
↑ (+2)
Piemonte
152
149
↓ (-3)
6
5
↓ (-1)
Friuli- Venezia Giulia
157
172
↑ (+15)
7
8
↑ (+1)
Veneto
158
146
↓ (-12)
8
4
↓ (-4)
Toscana
160
155
↓ (-5)
9
6
↓ (-3)
Umbria
167
181
↑ (+14)
10
10
=
Prov. Aut. Di Bolzano
173
191
↑ (+18)
11
13
↑ (+2)
Marche
177
180
↑ (+3)
12
9
↓ (-3)
Valle D’Aosta
178
212
↑ (+34)
13
16
↑ (+3)
Abruzzo
187
189
↑ (+2)
14
12
↓ (-2)
Molise
201
225
↑ (+24)
15
19
↑ (+4)
Campania
217
199
↓ (-18)
16
14
↓ (-2)
Sardegna
222
234
↑ (+12)
17
20
↑ (+3)
Basilicata
227
235
↑ ( +8)
18
21
↑ (+3)
Puglia
232
211
↓ (-21)
19
15
↓ (-4)
Calabria
233
222
↓ (-11)
20
18
↓ (-2)
Sicilia
235
213
↓ (-22)
21
17
↓ (-4)
Tabella 22. L’RCI della Basilicata
La Tabella 22 mostra come l'indice di competitività della Basilicata sia migliorato dal 2010 al 2013. Infatti, a livello europeo, nel 2010 la Basilicata occupava la posizione 235 mentre nel 2013 è salita alla posizione 227, guadagnando 8 posizioni. A livello italiano, la Basilicata è passata dall'ultima posizione del 2010 alla posizione 18 nel 2013, guadagnando così 3 posizioni a danno della Puglia, Calabria e della Sicilia che hanno tutte perso posizioni. Paradossalmente, a livello europeo è proprio la prima regione italiana, la Lombardia, 29
a perdere il maggior numero di posizioni. Infatti esce dalle top100, passando dalla posizione 95 alla 128, mostrando una variazione di -33 posti. Rimane comunque la prima in classifica a livello italiano, poiché ha un notevole vantaggio sul gruppo delle altre regioni; tuttavia tale andamento è indicativo di un deterioramento generalizzato del sistema economico. Ciò è ulteriormente surrogato dalla perdita di competitività di Emilia Romagna e Lazio che sono la seconda e terza regione a livello italiano. Anche altre regioni quali Veneto, Lazio, Friuli registrano un forte calo. Si può quindi concludere che in tale contesto, in cui le regioni più importanti mostrano forti segni di rallentamento, la situazione di competitività globale della Basilicata sembra migliorata nel corso del 2013. La Figura 8Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. mostra la distribuzione del RCI per le 268 regioni analizzate da CE. Come si nota, la distribuzione dell’RCI a livello italiano è molto eterogenea, con una netta distanza tra le posizioni del Sud e quelle del Nord. Una seconda osservazione è relativa alle regioni caratterizzate da una colorazione rossa: esse sono relative al blocco Est, alla Grecia ed al Sud Italia.
Figura 8. RCI 2013
30
b.
Componenti del RCI: Set "Base"
Regione
Posizione in Europa
Posizione in Italia
Set "Base"
Istituz
Infrast.
Salute
Set "Base"
Istituz
Infrast.
Salute
Lombardia
139
200
44
30
1
12
1
5
Piemonte
155
173
70
68
2
5
3
12
Pr. Trento
160
142
113
11
3
3
10
1
Liguria
164
197
90
14
4
10
6
2
Veneto
166
196
80
44
5
9
5
7
Pr. Bolz.
171
126
132
40
6
1
13
6
Emilia. R.
172
193
76
100
7
8
4
20
Lazio
175
239
67
71
8
17
2
13
Friuli VG
178
163
122
59
9
4
12
11
V. d'Aosta
179
137
103
150
10
2
7
21
Toscana
180
199
104
28
11
11
8
4
Umbria
184
177
121
56
12
6
11
10
Marche
191
192
154
23
13
7
15
3
Abruzzo
200
220
144
85
14
13
14
16
Molise
215
236
177
72
15
15
17
14
Campania
217
256
112
84
16
21
9
15
Basilicata
218
238
184
87
17
16
18
17
Puglia
219
246
171
51
18
18
16
9
Sardegna
220
225
231
90
19
14
21
18
Sicilia
224
247
194
98
20
19
19
19
Calabria
226
252
211
49
21
20
20
8
Tabella 23. Scomposizione Set “BASE”
Nella Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. il set "base" è stato scomposto nelle proprie componenti regionali. Nel dettaglio, il set "base" è stato scomposto rispetto al parametro relativo alle istituzioni ("Istituz", in tabella)10, alle infrastrutture ("Infrast." in tabella)11 ed alla salute12. Come si può osservare a livello italiano, la Basilicata risulta sempre nella parte bassa della classifica oscillando fra la posizione 16 e 18. Nel confronto europeo, sono da riportare le seguenti osservazioni. Considerando che la totalità delle regioni è di 268 regioni, l'indicatore relativo alle istituzioni risulta fortemente negativo dato che la regione migliore risulta la Provincia di Bolzano in posizione 124, mentre le grandi regioni, come Lombardia, Emilia Romagna e Veneto sono attorno alla posizione 200. La Basilicata occupa la posizione 238. 10
Per valutare la qualità delle istituzioni a livello Paese, viene valutata la percezione della corruzione nei servizi pubblici, la qualità e correttezza della polizia locale, la qualità e correttezza della scuola pubblica e del sistema sanitario, la correttezza delle elezioni e la neutralità dei mass media. La valutazione a livello regionale, si basa su una serie di indicatori focalizzati sulla corruzione, la criminalità, il sistema di governo, la tutela dei diritti di proprietà, etc, secondo il World Economic Forum - Global Competitiveness Index. 11 L'indice relativo alle infrastrutture tiene in considerazione numerosità di passeggeri e tempi di percorrenza per le principali infrastrutture di trasporto. 12 Per l'indice relativo alla salute si tengono in considerazione: aspettative di vita, incidenze malattie (tumori e malattie cardiache), mortalità (infantile e stradale) e numerosità letti ospedalieri.
31
Nettamente differente la situazione relativa all'indicatore "Salute" in cui emerge che, a parte la Valle d'Aosta, tutte le altre regioni sono fra le prime 100, con posizioni certamente di eccellenza a livello europeo. La Basilicata si colloca in 87esima posizione, 17esima a livello italiano. Un discorso a parte l'indicatore relativo alla infrastrutture caratterizzato da una marcata variabilità che mostra risultati sicuramente di interesse (fra le prime 100 posizioni europee) per ciò che concerne le regioni del Nord ed il Lazio, mentre mostra risultati negativi al Sud. La Basilicata è in posizione 184 a livello europeo e 18esima a livello italiano. c.
Componenti del RCI: Set “Efficienza”
Regione
Posizione in Europa
Posizione in Italia
Set "Eff." 111
Istruz. Sup. 194
Mkt. Lavoro 128
Emilia. R.
116
173
108
53
2
5
4
2
Pr. Trento
127
189
85
93
3
8
3
6
Liguria
138
172
120
100
4
4
5
9
Veneto
143
211
138
66
5
12
8
4
Lazio
145
163
183
71
6
3
13
5
Friuli VG
149
180
125
101
7
7
6
10
Piemonte
150
213
150
63
8
13
9
3
Umbria
154
160
161
117
9
1
12
11
Toscana
155
190
155
96
10
9
10
7
Pr. Bolz.
159
235
50
119
11
19
1
12
V. d'Aosta
169
250
69
97
12
21
2
8
Marche
172
204
159
121
13
11
11
13
Abruzzo
181
161
203
146
14
2
14
16
Molise
193
179
221
140
15
6
15
15
Campania
224
214
257
125
16
14
21
14
Sardegna
227
222
230
213
17
15
16
21
Basilicata
228
232
238
178
18
18
17
18
Calabria
235
231
241
207
19
17
18
20
Puglia
236
226
249
177
20
16
19
17
Sicilia
246
240
251
189
21
20
20
19
Lombardia
Ampiez. Mkt 29
Set "Eff." 1
Istruz. Sup. 10
Mkt. Lavoro 7
Ampiez. Mkt 1
Tabella 24. Scomposizione Set "Efficienza"
Nella Tabella 24 viene scomposto il gruppo "Efficienza" nella sue componenti regionali: Istruzione Superiore ("Istruz. Sup")13, Efficienza del Mercato del Lavoro ("Mkt. Lavoro")14 e Ampiezza del Mercato ("Ampiez.
13
Si tiene in considerazione la quota di popolazione con "higher education" e si considera se vi sono corsi di approfondimento e training. 14 L'efficienza del mercato del lavoro considera tassi di disoccupazione, occupazione, produttività del lavoro, etc.
32
Mkt")15. Anche in questo caso, come si può notare, la Basilicata oscilla nella parte bassa della graduatoria fra la posizione 17 e 18 a livello italiano, mostrando quindi scarsa variabilità. A livello europeo si colloca in posizione 228. Ha senso tuttavia formulare qualche riflessione in merito alle componenti del gruppo. L'indicatore relativo alla istruzione mostra uno spaccato dell'Italia che si colloca in maniera abbastanza omogenea verso valori molto bassi. La Basilicata, seppur collocata al 18esimo posto a livello italiano, di fatto non ha un divario così marcato dalle altre regioni. E' tutta la nazione che mostra un pesante ritardo verso il resto dell'Europa. Le cose tendono a modificarsi parzialmente per ciò che concerne il mercato del lavoro e soprattutto l'indicatore dell'ampiezza del mercato che evidenzia un distacco abbastanza marcato fra Nord e Sud anche per la differente concentrazione della popolazione a livello territoriale. d.
Componenti del RCI: Set "Innovazione" Posizione in Europa
Regione
Posizione in Italia
Set "Inn."
Tecnolog.
Mkt comples.
Innov.
Set "Inn."
Tecnolog.
Mkt comples.
Innov.
Lazio
118
205
22
73
1
9
1
1
Lombardia
134
184
35
98
2
3
3
2
Liguria
150
229
33
122
3
15
2
5
Piemonte
153
216
52
113
4
12
5
3
Friuli VG
154
203
45
135
5
8
4
7
Emilia. R.
155
200
56
133
6
5
6
6
Toscana
156
197
59
145
7
4
7
8
Pr. Trento Veneto
161
180
99
120
8
1
13
4
170
208
98
151
9
10
12
9
Umbria
178
220
82
185
10
13
9
13
Campania
180
234
78
172
11
17
8
11
Marche
181
201
106
196
12
6
15
15
Pr. Bolz.
183
183
154
167
13
2
18
10
Sardegna
194
209
104
230
14
11
14
18
V. d'Aosta
197
202
161
181
15
7
21
12
Abruzzo
200
221
145
195
16
14
17
14
Sicilia
202
237
88
211
17
20
10
16
Puglia
207
245
97
216
18
21
11
17
Calabria
214
235
114
243
19
18
16
21
Molise
225
233
155
241
20
16
19
20
Basilicata
226
236
159
237
21
19
20
19
Tabella 25. Scomposizione Set "Innovazione"
15
Comprende indicatori economici come il reddito disponibile famigliare, la quota di mercato potenziale espressa in termini di PIL e di popolazione.
33
Il gruppo dove la Basilicata risulta il fanalino di coda è il set relativo alla innovazione (Tabella 4). Ciò avviene sia a livello aggregato, sia nelle sue varie componenti: livello tecnologico ("Tecnolog.")16, complessità del mercato ("Mkt comples.")17 ed innovazione ("Innov")18. Le performance della Basilicata oscillano fra la posizione 19 e 20. Anche in questo caso un approfondimento mostra come, a livello italiano, l'indicatore della complessità del mercato vada meglio degli altri in generale, mostrando anche 13 regioni su 21 fra le prime 100 a livello europeo. Le cose peggiorano sui due indicatori tecnologici e di innovazione: è evidente una arretratezza a livello Paese ma anche una forte spaccatura Nord - Sud, con la Basilicata posizionata 236-237esima a livello europeo e quindi fortemente in difficoltà su questo fronte. e.
Componenti del RCI: Set "Base", Set "Efficienza" e Set "Innovazione" Posizione in Europa
Regione
RCI
Set "Base"
Lombardia
128
139
Emilia. R.
141
172
Lazio
143
Pr. Trento
Set "Eff."
Posizione in Italia Set "Inn."
RCI
Set "Base"
Set "Eff."
Set "Inn."
111
134
1
1
1
2
116
155
2
7
2
6
175
145
118
3
8
6
1
145
160
127
161
4
3
3
8
Liguria
146
164
138
150
5
4
4
3
Piemonte
152
155
150
153
6
2
8
4
Friuli VG
157
178
149
154
7
9
7
5
Veneto
158
166
143
170
8
5
5
9
Toscana
160
180
155
156
9
11
10
7
Umbria
167
184
154
178
10
12
9
10
Pr. Bolz.
173
171
159
183
11
6
11
13
Marche
177
191
172
181
12
13
13
12
V. d'Aosta
178
179
169
197
13
10
12
15
Abruzzo
187
200
181
200
14
14
14
16
Molise
201
215
193
225
15
15
15
20
Campania
217
217
224
180
16
16
16
11
Sardegna
222
220
227
194
17
19
17
14
Basilicata
227
218
228
226
18
17
18
21
Puglia
232
219
236
207
19
18
20
18
Calabria
233
226
235
214
20
21
19
19
Sicilia
235
224
246
202
21
20
21
17
Tabella 26. Scomposizione RCI
16
Si tiene in considerazione lo sviluppo tecnologico, l'accesso alla rete ed il suo utilizzo e gli investimenti sostenuti. Si considera lo sviluppo delle attività finanziarie, assicurative, ect ed il peso e ruolo delle imprese estere (attraverso il computo dei lavoratori presso società straniere) 18 Si considerano brevetti, spese in R&S, pubblicazioni in riviste scientifiche, sviluppo delle risorse umane in discipline di alto livello scientifico. 17
34
La Tabella 26 scompone l'indice di competitività fra i suoi 3 sottogruppi. Il risultato che emerge è una forte arretratezza a livello Paese, con un indice aggregato attorno al 150 per il Nord e verso il 200-230 per il Sud. Se si osserva che le regioni totali sono 268 e che in esse sono comprese anche regioni dell'Est (come si vede nella Figura 8), non è sicuramente un risultato ottimale. In particolare, la Basilicata, seppur migliorando rispetto al 2010, risulta fortemente arretrata su tutti i parametri della competitività .
35
5. REDDITI Una dimensione di analisi del contesto socio-economico della Val d'Agri concerne lo studio relativo ai redditi pro capite. I valori mostrati fanno riferimento alla distribuzione dei redditi medi pro-capite in varie ripartizioni territoriali (regionale, provinciale e Val d’Agri). L’orizzonte temporale di riferimento sono gli anni d’imposta dal 1998 al 2010.
VAL D'AGRI Provincia POTENZA BASILICATA
Figura 9. Andamento del reddito pro-capite Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze
Per tutte le dimensioni territoriale considerate, l’andamento del reddito pro-capite presenta un trend crescente (Figura 9). E’ opportuno evidenziare che, la presenza del gap tra area Val d’Agri e le altre dimensioni tende ad assottigliarsi dal 2007-2008 in poi. Questo, come mostrato in Figura 10 e, come si vedrà in Tabella 27, è indice della maggiore crescita recentemente caratterizzante quest’area.
36
VAL D'AGRI Provincia POTENZA BASILICATA
Figura 10. Andamento della variazione dei redditi pro-capite Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze
In particolare, la Figura 10, evidenzia come, le dinamiche dei redditi siano cambiate in ciascuna delle tre aree territoriali considerate, a partire dal 2005. Inoltre, i dati della Val d’Agri mostrano come questa sia riuscita a distaccarsi dal livello provinciale intorno al secondo semestre del 2006, avvicinandosi sempre di più ai valori regionali e, come infine abbia superato oltre che i livelli provinciali anche quelli regionali. Infine, è interessante notare come il trend positivo del reddito pro-capite evidenziato in Figura 1 più che dalla diminuzione della popolazione residente in Val d’Agri (Figura 11), dipenda dal drastico incremento (94 per cento circa in 12 anni) del reddito pro-capite per i comuni dell’area considerata. In particolare, ipotizzando che, al 2011, la popolazione sia rimasta costante ai livelli del 1998, il reddito pro-capite avrebbe comunque registrato un incremento.
Figura 11. Andamento della popolazione residente in Val d'Agri 1998-2011 Fonte: ISTAT
Risulta essere interessante anche riferire l’analisi a quei comuni che ricevono risorse finanziarie straordinarie nell’ambito delle attività estrattive che interessano la Val d’Agri, con l’intento di attestare se l'incremento nella spesa degli enti locali, dovuta ad un aumento dal lato delle entrate, si materializzi nei 37
redditi della comunità locale e se tali risorse abbiano un impatto economico diretto sulla vita del singolo cittadino identificato come incremento dei redditi percepiti nel corso dell'anno. A tal fine, sono stati raccolti i dati relativi ai redditi per i comuni che percepiscono le royalties sia direttamente che indirettamente, ovvero quei trenta comuni che fanno parte del Programma Operativo Val d'Agri (PO). Successivamente, ai fini di una completa valutazione dell'impatto, sono stati considerati come termine di paragone tutti gli altri comuni della regione che non beneficiano di alcuna entrata relativa alle estrazioni. Considerando i tassi di crescita media dei redditi reali nell'arco temporale 1998-2010 (Tabella 27), si evince come il tasso medio di crescita dei comuni beneficiari di royalties si attesti su percentuali maggiori rispetto agli altri comuni considerati.
Osservazioni tasso di crescita medio 6 4.74% 30 4.67% 101 4.40%
Royalties PO non beneficiari
tasso di crescita 98/10 82.77% 81.34% 75.45%
Tabella 27. Tassi di crescita media dei redditi reali nell'arco temporale 1998-2010 Fonte: Elaborazione dati Ministero dell’Economia e delle Finanze
Dall’analisi sopra illustrata si evince che la presenza di attività estrattive è correlata ad un andamento positivo dei redditi. In particolare, i redditi della popolazione residente nei comuni che ricevono le royalties dirette, sono caratterizzati da un tasso di crescita maggiore rispetto alle altre aree. Da un’ulteriore analisi, volta a verificare empiricamente la validità della relazione tra la ricezione di royalties in bilancio comunale e la ricchezza (misurata come reddito imponibile) delle famiglie, emerge che nell’ambito dei comuni ricadenti nel PO e considerando un periodo temporale che va dal 1998 al 2010, il reddito delle famiglie è superiore di 2000 euro rispetto agli altri comuni della Basilicata. Relativamente alla distribuzione dei redditi medi a livello comunale, si è proceduto a comparare il livello di questi ultimi attraverso l’utilizzo di mappe delineanti il confine geografico per ciascun comune. In particolare si è operata una comparazione tra le seguenti aree geografiche: a) Regione Basilicata: tutti i comuni della regione; b) Val d'Agri: area geografica; c) PO: comuni afferenti al Programma Operativo Val d'Agri (PO); d) Royalties dirette: comuni che percepiscono le Royalties dirette.
38
Nelle seguenti figure (Tabella 12,Tabella 13Tabella 14), è evidente come il reddito medio non si distribuisca in maniera uniforme sull’intera superficie regionale. In particolare l’analisi evidenzia che i comuni caratterizzati da redditi medi più elevati (colore verde intenso) sono i capoluoghi di provincia ed i comuni che percepiscono royalties dirette (Figura 14) ed alcuni comuni limitrofi posizionati nelle parte ovest della Val d'Agri (Figura 12).
5 6
10
18 9
17
15
8
37
1
4
14
13
16
11
12 2
(21691.5,24928] (18309,21691.5] (17285,18309] (16054,17285] (14208,16054] [14208,14208]
Figura 12. Reddito medio per comune suddiviso in 6 differenti fasce. Val d’Agri evidenziata
24 34 23
22
19
26 20
32
33
31
25 5
27 29
28 6
10 17
18 9 4 8
15
35
30
16
1 13
37
21 14 11
12 2
(21691.5,24928] (18309,21691.5] (17285,18309] (16054,17285] (14208,16054] [14208,14208]
Figura 13. Reddito medio per comune suddiviso in 6 differenti fasce. area PO
39
39 38 36 5
37
40
18 9 4
(21691.5,24928] (18309,21691.5] (17285,18309] (16054,17285] (14208,16054] [14208,14208]
Figura 14. Reddito medio per comune suddiviso in 6 fasce. Area royalities evidenziata
Aggiornamento 2014 al 2011 Le seguenti tabelle e figure aggiornano l'analisi precedente all'anno 2011 ed introducendo e confrontando nuove aree geografiche in modo da comprendere meglio gli andamenti economici infra regionali.
Redditi su popolazione Basento-Bradano-Camastra Marmo-Platano-Melandro Vulture Alto Bradano Area Metapontino Collina Matera Area Bradano-Basento Area Lagonegrese-Pollino Royalties Valle Camastra Val Sinni Val D'agri
2007201120112000 2007 1998 27% 10% 95% 22% 11% 100% 18% 4% 69% 22% 14% 95% 17% 10% 72% 24% 13% 109% 19% 22% 120% 17% 16% 112% 23% 15% 110% 22% 19% 119%
Tabella 28. Variazione redditi IRPEF pro capite
40
Redditi su dichiaranti Basento-Bradano-Camastra Marmo-Platano-Melandro Vulture Alto Bradano Area Metapontino Collina Matera Area Bradano-Basento Area Lagonegrese-Pollino Royalties Valle Camastra Val Sinni Val D'agri PO
2007201120112000 2007 1998 79% 3% 72% 87% 3% 71% 77% 1% 68% 85% 4% 82% 72% 4% 72% 93% 2% 74% 104% 5% 88% 92% 3% 77% 98% 3% 85% 94% 6% 90% 92% 5% 86%
Tabella 29. Variazione redditi IRPEF su numero dei dichiaranti
Osservando le variazioni dei dati per differenti lassi temporali ed aree geografiche si possono cogliere alcuni elementi importanti: a) l'area delle royalties e della Val d'Agri mostrano la pi첫 alta variazione di reddito pro capite nel decennio; b) si ha una buona tenuta dei redditi nel periodo della crisi, soprattutto nell'area della Val d'Agri e delle Royalties. 0,16 0,14 0,12 0,1 0,08 0,06 0,04 0,02 0 2006
2007 Basilicata
2008
2009
Val D'agri
2010
2011
Royalties
Figura 15. Variazione percentuale redditi pro-capite-diverse aggregazioni
41
0,16 0,14 0,12 0,1 0,08 0,06 0,04 0,02 0 -0,02
2006
2007
Royalties
2008 Valle Camastra
2009
2010
Val Sinni
2011 Val D'agri
Figura 16. Variazione percentuale redditi pro-capite
Da entrambe le figure emerge come i redditi mostrino tassi di crescita mediamente pi첫 elevati in Val d'Agri e per i comuni delle royalties, sia in confronto con la Basilicata nel suo insieme, che in confronto con altre aree geografiche come Val Camastra e Val Sinni
42
6. APPENDICE a.
Basilicata ed Aree Programma 2012-2011
2012-2008
Agric
Indus
Costruz
Comm
Terz
Bas-Brad-Cam
-31
-15
-38
-24
130
Mar-Plat-Mel
-35
-32
-121
56
Vult Alto Brad
17
-297
-100
Met Coll Mat
591
-212
Agricolt
Indus
Costruz
Comm
Terz
22
-118
-148
-38
42
244
-115
88
-44
-153
-191
-121
186
570
129
1
100
-279
-245
-1085
-100
131
232
-1346
-117
63
141
466
30
-495
-117
54
347
-480
28
-83
-56
32
189
110
-153
-75
-56
-11
382
-71
Lag-Pollino
-76
-57
-174
6
151
-150
-152
-191
-174
20
477
-126
Royalties
-29
-3
7
3
71
49
-82
66
7
26
208
266
Camastra
13
4
2
2
56
77
8
-72
2
-9
94
26
Val Sinni
285
-91
-41
31
120
304
112
-266
-41
-33
569
134
Val D'agri
-134
-41
45
12
76
-42
-281
92
45
58
376
251
Capoluoghi
21
-138
-232
-82
7
-424
47
-1749
-232
-121
-61
-2635
Matera
39
-89
-125
-46
273
52
109
-1156
-125
-69
522
-878
Potenza
-18
-49
-107
-36
-266
-476
-62
-593
-107
-52
-583
-1757
Basilicata
381
-875
-793
64
882
-341
-1025
-3842
-793
359
2567
-4393
Terz
Tot
Brad-Bas
Tot
Tot
Tabella 30. Variazione assoluta numero di addetti per area geografica e settore 2012-2011 e 2008-2012 Fonte: nostre elaborazioni su dati SMAIL
2012-2011 Agricol
Indus
Costruz
Comm
2012-2008 Terz
Tot
Agricol
Indus
Costruz
Comm
Bas-Brad_Cam
-1.4%
-1.1%
-2.8%
-1.6%
6.1%
0.3%
-5.0%
-10.1%
-9.2%
2.9%
12.1%
-1.3%
Mar-Plat_Mel
-1.9%
-0.8%
-6.3%
2.8%
2.9%
-0.3%
-7.6%
-4.8%
-13.6%
9.8%
22.6%
1.0%
Vult Alto Brad
0.3%
-2.5%
-4.2%
0.0%
1.9%
-1.0%
-4.4%
-8.4%
-14.2%
3.8%
4.6%
-4.5%
Area Metap Mat Area Brad-Bas
5.2%
-7.6%
-4.9%
1.7%
2.9%
1.9%
0.2%
-16.2%
-15.5%
1.5%
7.6%
-1.8%
0.8%
-3.6%
-3.3%
1.6%
7.2%
0.9%
-4.2%
-3.3%
-11.7%
-0.5%
15.7%
-0.6%
Area Lagon-Poll
-5.1%
-3.5%
-6.9%
0.2%
4.1%
-1.2%
-9.7%
-11.0%
-10.7%
0.7%
14.1%
-1.0%
Royalties
-4.6%
-0.2%
1.4%
0.8%
9.3%
1.4%
-12.0%
5.8%
10.4%
7.3%
33.4%
8.1%
Valle Camastra
3.9%
3.4%
1.3%
1.1%
20.7%
7.2%
2.3%
-37.5%
3.3%
-4.5%
40.3%
2.3%
Val Sinni
5.2%
-5.5%
-2.4%
1.3%
4.1%
2.1%
2.0%
-14.6%
-12.9%
-1.3%
23.2%
0.9%
Val D'agri
-7.0%
-2.1%
3.1%
0.6%
3.3%
-0.4%
-13.6%
5.1%
0.4%
3.1%
18.7%
2.7%
Capoluoghi
1.2%
-2.0%
-5.6%
-1.0%
0.0%
-1.2%
2.6%
-20.9%
-16.1%
-1.5%
-0.4%
-6.8%
Matera
3.4%
-2.0%
-6.5%
-1.2%
4.1%
0.3%
10.1%
-21.3%
-13.7%
-1.8%
8.2%
-4.7%
Potenza
-2.7%
-2.0%
-4.8%
-0.9%
-2.8%
-2.5%
-8.9%
-20.0%
-18.0%
-1.2%
-6.0%
-8.7%
Basilicata
1.3%
-2.7%
-4.4%
0.2%
2.2%
-0.2%
-3.3%
-10.8%
-12.6%
1.4%
6.7%
-2.9%
Tabella 31. Variazione percentuale numero di addetti per area geografica e settore 2012-2011 e 2008-2012 Fonte: nostre elaborazioni su dati SMAIL
43
b.
Esportazioni
La bilancia commerciale è una componente molto importante della struttura del prodotto interno lordo di un'area geografica. Se la differenza fra esportazioni ed importazioni risulta positiva, la spinta dell' export è importante per la crescita del territorio. Dai dati della bilancia commerciale della Basilicata, la prima osservazione che emerge è che le esportazioni regionali stanno subendo da alcuni anni un progressivo deterioramento. Si osservi per esempio la Figura 17 in cui la banca d'Italia mostra l'andamento delle esportazioni lucane al netto del petrolio greggio e raffinato, confrontando tale dato con l'area del Mezzogiorno. E' evidente il tracollo del dato, soprattutto da circa metà del 2010. Senza calcolare il petrolio le vendite all'estero hanno subito nel primo semestre 2013 un calo del 14,7 per cento (dati Banca d'Italia) ed un calo del 24.3% fra il 2012 ed il 2011.
Figura 17. Esportazioni al netto del petrolio greggio e raffinato Fonte: Banca d’Italia, Economie regionali
Una seconda riflessione che emerge dalla bilancia commerciale della Basilicata è che, nonostante i dati precedentemente mostrati, le esportazioni risultano superiori alle importazioni, mantenendo il proprio elemento di volano per la struttura economica. Si osservi infatti la Figura 18, tratta dal rapporto semestrale Unioncamere. Come si può notare la bilancia commerciale rimane positiva anche se scontando una riduzione sia delle esportazioni che delle importazioni. Queste ultime si riducono a causa della riduzione della domanda interna e degli acquisti dei semilavorati e delle componenti destinate alla trasformazione industriale.
44
Figura 18. Interscambio commerciale con l'estero della Basilicata (valori assoluti in milioni di Euro nel I semestre di ciascun anno) Fonte: Unioncamere
Un terza considerazione che può essere fatta è che il peso delle esportazioni sul PIL si sta riducendo, ma sta mantenendosi comunque ad una quota superiore al 10% pur dimezzando la propria incidenza negli ultimi 6 anni (passando dal 19,5% del 2007 al 10,9% del 2012). Si osservi a tal riguardo la seguente figura A.3.3, tratta dal rapporto annuale Unioncamere. Come è evidente la quota delle esportazioni sul PIL si sta riducendo in controtendenza con ciò che sta accadendo a livello nazionale e nel Mezzogiorno.
Figura 19. Capacità di esportare: valore delle esportazioni in % del PIL Fonte: Unioncamere su dati ISTAT
45
Un'ultima riflessione è relativa al fatto che comunque le esportazioni stanno modificando la propria composizione interna. Si osservino le seguenti Tabella 32Tabella 33. Nella prima tabella mostriamo i dati (migliaia di euro) dei settori che compongono le esportazioni. Valori in migliaia euro 2009 Esportazioni totali energetici mezzi di trasporto trasporto ed energia escluso trasporto ed energia escluso trasporto esclusa energia
1522351 54701 1120961 1175662 346578 401390 1467650
2010
2011
2012
1443189 1398450 1152323 63344 66764 143610 1001018 961978 622400 1064362 1028743 766010 379156 369678 386313 442171 436472 529923 1379845 1331686 1008713
Tabella 32. Principali componenti dell'export lucano in migliaia di euro Fonte: Nostre elaborazioni su rapporto annuale Unioncamere
Nella Tabella 33 mostriamo il peso percentuale che i settori più importanti hanno sull'export e sul PIL regionale. Come si può osservare dal 2009 al 2012 la quota degli energetici è aumentata notevolmente mentre la quota relativa ai mezzi di trasporto (ed in particolare autoveicoli) si è ridotta drasticamente. Per ciò che concerne gli energetici essi sono aumentati di quasi 9 punti percentuali sul export totale e di quasi un punto percentuale sul PIL regionale nel giro di 4 anni. Vedremo a breve che questo è avvenuto anche nel primo semestre 2013.
2009
2010
2011
2012
su export
energetici mezzi di trasporto escluso trasporto ed energia
3.6% 73.6% 22.8%
4.4% 69.4% 26.3%
4.8% 68.8% 26.4%
12.5% 54.0% 33.5%
su PIL
Percentuali
esportazioni energetici mezzi di trasporto escluso trasporto ed energia
14.5% 0.5% 10.7% 3.3%
14.0% 0.6% 9.7% 3.7%
12.9% 0.6% 8.9% 3.4%
10.9% 1.4% 5.9% 3.7%
Tabella 33. Quota percentuale delle principali componenti dell'export e del PIL Fonte: Nostre elaborazioni su rapporto annuale Unioncamere e rielaborazione dati Istat su fonte regionale
46
c.
Confronto SMAIL - ASIA19
Per operare un corretto confronto tra queste due fonti occorre considerare non solo le differenze nel campo di osservazione, ma anche le differenze esistenti nel significato delle unità di rilevazione e quelle relative ad alcune variabili specifiche. Si riepilogano qui i principali aspetti da tenere in considerazione quando si opera un confronto tra SMAIL e ASIA. In generale ASIA comprende componenti attualmente non considerate in SMAIL (attività liberoprofessionali non costituite in forma di impresa), mentre SMAIL include anche il settore agricolo e della pesca, non considerato in ASIA. SMAIL comprende alcune unità iscritte nel Registro Imprese (RI) che ASIA classifica invece tra le istituzioni e che pertanto sono escluse dai dati “ASIA-imprese”. Ciò avviene in particolare per i settori della sanità e dell’istruzione. Infine SMAIL non comprende al momento specifiche imprese o unità locali, di norma con sede fuori provincia, che non risultano iscritte al Registro Imprese della provincia, anche se registrate come attive in altre fonti, in particolare negli archivi INPS. Si tratta generalmente di imprese presenti sul territorio in unità locali non stabili: mense presso altre imprese, imprese di pulizia, cantieri edili, ma anche alcune attività socio-sanitarie svolte non in luogo fisso. SMAIL rileva le unità locali attive al 30 giugno e al 31 dicembre, mentre i dati ASIA indicano un valore medio annuo, calcolato sulle sole unità di imprese attive per almeno 6 mesi nell’anno. SMAIL ha pertanto caratteristiche che lo avvicinano maggiormente al Censimento ISTAT (fotografia ad una certa data), più che ad ASIA. Il diverso riferimento temporale dei dati dà luogo a discrepanze di rilievo nei settori caratterizzati da maggiore stagionalità (es. servizi di alloggio e ristorazione). Infine, in SMAIL la principale fonte del codice di attività economica è il Registro Imprese. I codici sono stati verificati e completati per buona parte delle imprese con più di 50 dipendenti. Per ASIA la fonte-base è invece costituita dall’archivio integrato del Ministero delle Finanze (principalmente l’Anagrafe Tributaria), con successivi controlli e integrazioni. Pertanto occorre avere cautela nell’effettuare i confronti per settore di attività economica. d.
Agricoltura
Nella seguente appendice si approfondisce l’analisi sul confronto fra i dati dei due censimenti sull’agricoltura, focalizzandosi a livello comunale. Utilizzando i dati ISTAT relativi alle serie storiche della numerosità di tutte le imprese agricole secondo i censimenti 2000 e 2010, il calo in termini di numero di imprese risulta pari al 32% a livello italiano e pari al 32% a livello della regione Basilicata. Se si guarda in dettaglio (tabella 10) i dati provinciali si nota una eterogeneità fra le due province: Potenza ha avuto un calo del 40%, mentre Matera solo del 15%. Se si confrontano i risultati relativi alla Superficie Agricola Utilizzata, il calo risulta del 2,5% a livello italiano e del 3% a livello della regione Basilicata, mentre a livello provinciale si ha una riduzione del 3% per Potenza e del 4% per Matera. Come precedentemente abbiamo 19
tratto dal sito di SMAIL Basilicata: http://basilicata.smailweb.net/
47
sottolineato, analizzando i dati sembrano emergere due indicazioni: dalla riduzione del numero di imprese a fronte di una tenuta della SAU, sembra che di fatto si sia verificata e si stia verificando una modificazione dell’assetto strutturale del settore, mostrando una concentrazione di imprese aventi maggiori superfici disponibile. La dimensione media delle aziende agricole è aumentata in Basilicata a livello di SAU da 7,1 ettari circa nel 2000 a 9,9 ettari nel 2010. Ciò può dipendere dallo sfruttamento di economie di scala nella produzione dei beni agricoli. A fronte di ciò, una lenta riduzione della SAU può anche manifestare una graduale modifica dell’assetto produttivo verso altri settori oppure una maggiore urbanizzazione. Un'ulteriore osservazione emerge confrontando i dati comunali e verificando l'esistenza di una fortissima variabilità fra comune e comune. In questa forte variabilità possono emergere gruppi di comuni caratterizzati da un aumento aggregato della SAU fra il 2000 ed il 2010. Si osservi la seguente Tabella 34Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. relativa ai comuni della Val d'Agri. Come è possibile osservare, guardando l'ultima riga, in aggregato in Val d'Agri si è avuta una riduzione del numero di imprese agricole pari al 46% rispetto al 2000, tuttavia si è verificato un aumento della Superficie Agricola Utilizzata del 5%. Ciò sottolinea come di fatto si sia verificato un cambiamento della struttura economica del settore mostrando un fenomeno di concentrazione delle imprese.
Val d'Agri Armento Castelsaraceno Gallicchio Grumento Nova Marsico Nuovo Marsicovetere Missanello Moliterno Montemurro Picerno Roccanova San Chirico Raparo San Martino d'Agri Sant'Arcangelo Sarconi Spinoso Tramutola Viggiano Tot
Numero aziende agricole 2000 2010 Varv2010-2000 202 177 -12% 376 111 -70% 199 108 -46% 289 201 -30% 945 289 -69% 332 113 -66% 120 123 3% 657 207 -68% 365 217 -41% 755 588 -22% 246 360 46% 335 150 -55% 360 152 -58% 1040 711 -32% 358 80 -78% 251 123 -51% 365 89 -76% 324 295 -9% 7519 4094 -46%
Superficie Agricola Utilizzata (SAU) 2000 2010 Varv2010-2000 2199 2299 5% 2466 3721 51% 1217 1571 29% 2529 4031 59% 2917 2425 -17% 1495 1202 -20% 498 1160 133% 5667 3942 -30% 2401 2525 5% 4459 4187 -6% 1967 2552 30% 2447 1642 -33% 1701 1796 6% 5523 6889 25% 1741 892 -49% 425 1074 153% 1488 1068 -28% 4313 4845 12% 45453 47821 5%
Tabella 34. Comuni della Val d'Agri: numerosità delle imprese e SAU
Simili osservazioni sono riscontrabili analizzando la Tabella 35 in cui si riportano i valori dei comuni che hanno beneficiato nel 2012 delle royalties. Come si può osservare a fronte di una riduzione del numero di imprese del 45%, si è avuto anche in questo caso un aumento della SAU del 7%.
48
Numero aziende agricole
Superficie Agricola Utilizzata (SAU)
Royalties
2000
2010
Var 2010-2000
2000
2010
Var 2010-2000
Calvello
347
137
-61%
4818
5130
6%
Grumento Nova
289
201
-30%
2529
4031
59%
Marsico Nuovo
945
289
-69%
2917
2425
-17%
Montemurro
365
217
-41%
2401
2525
5%
Viggiano
324
295
-9%
4313
4845
12%
Garaguso
268
263
-2%
2547
1892
-26%
Tot
2538
1402
-45%
19525
20848
7%
Tabella 35. Comuni beneficiari royalties: numerositĂ imprese e SAU
Numero aziende agricole
Superficie Agricola Utilizzata (SAU)
Royalties Calvello
2000 347
2010 137
Var 2010-2000 -61%
2000 4818
2010 5130
Var 2010-2000 6%
Grumento Nova
289
201
-30%
2529
4031
59%
Marsico Nuovo
945
289
-69%
2917
2425
-17%
Montemurro
365
217
-41%
2401
2525
5%
Viggiano
324
295
-9%
4313
4845
12%
Tabella 36. Variazione imprese e SAU per i comuni della Val Camastra
Numero aziende agricole Val Sinni
Superficie Agricola Utilizzata (SAU)
2000
2010
Var2010-2000
2000
2010
Var 2010-2000
Chiaromonte
354
309
-13%
1991
1514
-24%
Episcopia
165
86
-48%
702
475
-32%
Francavilla in Sinni
752
215
-71%
1952
1279
-35%
Latronico
813
78
-90%
2356
665
-72%
Senise
644
672
4%
3368
3793
13%
Colobraro
346
250
-28%
3875
3378
-13%
Policoro
960
926
-4%
3876
3604
-7%
Rotondella
745
553
-26%
5434
4438
-18%
San Giorgio Lucano Tursi
511 899
193 883
-62% -2%
2559 7016
1913 8549
-25% 22%
Valsinni
296
146
-51%
1652
1339
-19%
6485
4311
-34%
34780
30947
-11%
Tot
Tabella 37. Variazione imprese e SAU per i comuni della Val Sinni
49
Numero aziende agricole Basilicata Potenza Abriola Acerenza Albano di Lucania Anzi Armento Atella Avigliano Balvano Banzi Baragiano Barile Bella Brienza Brindisi Montagna Calvello Calvera Campomaggiore Cancellara Carbone Castelgrande Castelluccio Inferiore Castelluccio Superiore Castelmezzano Castelsaraceno Castronuovo di Sant'Andrea Cersosimo Chiaromonte Corleto Perticara Episcopia Fardella Filiano Forenza Francavilla in Sinni Gallicchio Genzano di Lucania Ginestra Grumento Nova Guardia Perticara Lagonegro Latronico Laurenzana Lauria Lavello Maratea Marsico Nuovo Marsicovetere Maschito Melfi Missanello Moliterno Montemilone Montemurro Muro Lucano Nemoli
2000 75929 50736 398 636 417 406 202 389 997 379 530 267 888 943 591 255 347 135 220 333 195 255 398 195 212 376 386 200 354 643 165 106 479 404 752 199 820 158 289 209 128 813 301 2337 1059 469 945 332 409 1818 120 657 487 365 969 153
2010 51756 30292 143 542 254 264 177 352 585 265 438 188 477 593 368 155 137 109 51 287 125 74 93 25 109 111 162 78 309 480 86 61 485 368 215 108 900 122 201 139 201 78 136 808 1403 106 289 113 326 1424 123 207 389 217 560 95
Var 2010-2000 -32% -40% -64% -15% -39% -35% -12% -10% -41% -30% -17% -30% -46% -37% -38% -39% -61% -19% -77% -14% -36% -71% -77% -87% -49% -70% -58% -61% -13% -25% -48% -42% 1% -9% -71% -46% 10% -23% -30% -33% 57% -90% -55% -65% 32% -77% -69% -66% -20% -22% 3% -68% -20% -41% -42% -38%
Superficie Agricola Utilizzata (SAU) 2000 537516 319855 2668 4176 3459 3412 2199 4762 4047 2948 6169 1578 1743 4627 3803 2940 4818 665 938 2555 2217 1420 1175 974 1303 2466 1291 859 1991 5588 702 381 2437 5931 1952 1217 14026 590 2529 3506 2148 2356 4366 5493 10391 2915 2917 1495 3097 13479 498 5667 8560 2401 7701 588
2010 519127 309322 3264 5257 3236 2996 2299 3822 4057 2358 6031 1330 1166 3820 3095 2461 5130 335 543 2708 782 1045 851 355 871 3721 796 710 1514 5685 475 204 3130 6244 1279 1571 17689 377 4031 2662 5600 665 4313 3316 12067 3850 2425 1202 3374 14312 1160 3942 8102 2525 6763 418
Var 2010-2000 -3% -3% 22% 26% -6% -12% 5% -20% 0% -20% -2% -16% -33% -17% -19% -16% 6% -50% -42% 6% -65% -26% -28% -64% -33% 51% -38% -17% -24% 2% -32% -46% 28% 5% -35% 29% 26% -36% 59% -24% 161% -72% -1% -40% 16% 32% -17% -20% 9% 6% 133% -30% -5% 5% -12% -29%
50
Noepoli Oppido Lucano Palazzo San Gervasio Paterno Pescopagano Picerno Pietragalla Pietrapertosa Pignola Potenza Rapolla Rapone Rionero in Vulture Ripacandida Rivello Roccanova Rotonda Ruoti Ruvo del Monte San Chirico Nuovo San Chirico Raparo San Costantino Albanese San Fele San Martino d'Agri San Paolo Albanese San Severino Lucano Sant'Angelo Le Fratte Sant'Arcangelo Sarconi Sasso di Castalda Satriano di Lucania Savoia di Lucania Senise Spinoso Teana Terranova di Pollino Tito Tolve Tramutola Trecchina Trivigno Vaglio Basilicata Venosa Vietri di Potenza Viggianello Viggiano Matera Accettura Aliano Bernalda Calciano Cirigliano Colobraro Craco Ferrandina Garaguso Gorgoglione Grassano
289 489 579 513 299 755 741 285 457 2497 739 220 602 401 510 246 732 609 140 198 335 201 858 360 138 439 299 1040 358 265 495 360 644 251 176 536 715 569 365 422 162 510 1655 671 797 324 25193 349 497 1330 250 153 346 212 1511 268 270 445
169 518 386 183 108 588 460 155 175 1115 463 89 374 371 345 360 240 358 82 126 150 86 423 152 41 91 163 711 80 76 148 154 672 123 94 98 241 804 89 159 80 259 1501 519 307 295 21464 272 506 1020 166 78 250 212 1134 263 178 528
-42% 6% -33% -64% -64% -22% -38% -46% -62% -55% -37% -60% -38% -7% -32% 46% -67% -41% -41% -36% -55% -57% -51% -58% -70% -79% -45% -32% -78% -71% -70% -57% 4% -51% -47% -82% -66% 41% -76% -62% -51% -49% -9% -23% -61% -9% -15% -22% 2% -23% -34% -49% -28% 0% -25% -2% -34% 19%
1091 4061 6722 1846 3298 4459 2753 3190 1451 9199 1989 1329 3036 1769 3571 1967 2049 2206 994 1389 2447 1114 6809 1701 658 1394 1125 5523 1741 1376 1775 1729 3368 425 616 5281 3290 7354 1488 776 1435 4085 12594 2921 2012 4313 217660 3026 6158 9046 1799 652 3875 5234 14964 2547 1985 2256
2056 4355 5122 1090 2795 4187 2582 3387 1022 8885 1488 1317 2486 1526 2154 2552 1469 1625 1072 705 1642 1248 5544 1796 739 1349 790 6889 892 845 798 1066 3793 1074 426 2256 2409 7832 1068 2432 1014 2479 13240 1977 7076 4845 209806 3301 5181 7842 1871 794 3378 5414 14857 1892 1541 2999
88% 7% -24% -41% -15% -6% -6% 6% -30% -3% -25% -1% -18% -14% -40% 30% -28% -26% 8% -49% -33% 12% -19% 6% 12% -3% -30% 25% -49% -39% -55% -38% 13% 153% -31% -57% -27% 7% -28% 213% -29% -39% 5% -32% 252% 12% -4% 9% -16% -13% 4% 22% -13% 3% -1% -26% -22% 33%
51
Grottole Irsina Matera Miglionico Montalbano Jonico Montescaglioso Nova Siri Oliveto Lucano Pisticci Policoro Pomarico Rotondella Salandra San Giorgio Lucano San Mauro Forte Scanzano Jonico Stigliano Tricarico Tursi Valsinni
581 1150 2513 1008 1538 1439 654 209 2323 960 907 745 359 511 373 1036 1076 985 899 296
589 891 2591 636 935 1472 487 145 2183 926 826 553 480 193 356 870 730 965 883 146
1% -23% 3% -37% -39% 2% -26% -31% -6% -4% -9% -26% 34% -62% -5% -16% -32% -2% -2% -51%
8902 23445 23930 6355 6941 9235 3300 1326 16108 3876 8088 5434 2327 2559 5141 5085 14909 10492 7016 1652
7628 19080 27529 5777 5934 11050 2937 1567 13590 3604 7802 4438 4705 1913 5429 4942 13189 9733 8549 1339
-14% -19% 15% -9% -15% 20% -11% 18% -16% -7% -4% -18% 102% -25% 6% -3% -12% -7% 22% -19%
Tabella 38. Numero Aziende, SAU anni 2010 e 2000 e relative variazioni per comuni
52
e.
Redditi
Numerazione comuni mappe Comune Armento Castelsaraceno Gallicchio Grumento Nova Marsico Nuovo Marsicovetere Missanello Moliterno Montemurro Paterno Roccanova San Chirico Raparo San Martino d’Agri Sant’Arcangelo Sarconi Spinoso Tramutola Viggiano Abriola Accettura Aliano Anzi Brienza Brindisi Montagna Calvello Castelmezzano Cirigliano Corleto Perticara Gorgoglione Guardia Perticara Laurenzana Pietrapertosa Sasso di Castalda Satriano di Lucania Stigliano Calvello Corleto Perticara Ferrandina Garaguso Pisticci
Numero 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40
Val d’Agri X X X X X X X X X X X X X X X X X X
PO X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X
Royalties
X X
X
X
X X X X X
53