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S O M M A R I O
M A G A Z I N E
TAV Numero 199 OTTOBRE 2010 Direttore: Luciano Rossi Direttore Responsabile: Luigi Agnelli Coordinatore Redazionale: Massimiliano Naldoni (maxnaldoni@alice.it)
Direzione e Redazione Federazione Italiana Tiro a Volo Viale Tiziano 74 00196 Roma Tel. 06/36858469 Fax 06/36858138 E-mail: redazione@fitav.it Tutti i diritti riservati Vietata la riproduzione anche parziale se non autorizzata. Aut. del Tribunale di Roma n.111 del 17 marzo 1994
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L’EDITORIALE DI LUCIANO ROSSI
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GLI SCUDETTI DI JESSICA & JOHHNY
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JESSICA ROSSI E MAURO DE FILIPPIS PROTAGONISTI AL MEMORIAL ROSSI
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IL TIRO A VOLO IN TV
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IL MIO MONDIALE
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UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO
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DA UMBRIAVERDE VERSO LE PARALIMPIADI
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IL DOPPIETTO PARLA VENETO
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DALLA PARTE DELLA LEGGE
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ATTI UFFICIALI
IN CORPORE SANO
In copertina: Dopo la quasi vittoria del Campionato del Mondo, alla finale del circuito Issf di Izmir Ennio Falco non si è lasciato sfuggire il successo e ha concluso trionfalmente la sua stagione 2010. (foto ISSF/DALLADEA)
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TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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E D I T O R I A L E
ENTUSIASMO E REALISMO testo di LUCIANO ROSSI
Che entusiasmo e realismo non siano necessariamente concetti antitetici, è un dato acquisito e riconosciuto da tutti noi. Semmai, a tutti noi è altrettanto chiaro che laddove prevale fortemente uno dei due, l’altro non soltanto sembra attenuare il proprio effetto, ma rischia addirittura di essere letteralmente neutralizzato. Abbandonarsi in maniera scomposta all’entusiasmo talvolta distrae dalla 2
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quotidianità e dai suoi problemi. Ma nello stesso modo uno sguardo eccessivamente concentrato su quella quotidianità e sui suoi aspetti meno esaltanti finisce per far perdere il colore a quegli slanci di cui ognuno di noi è capace e che rappresentano la sana energia che permette di far crescere e far sviluppare le iniziative. Ecco che risulta chiarissimo che occorre bilanciare entusiasmo e realismo. Ed
Il Presidente Rossi celebra la luminosa vittoria di Ennio Falco.
// entusiasmo e realismo
Katiuscia Spada esulta mostrando il trofeo di cristallo conquistato a Izmir.
è un procedimento che noi, uomini e donne del tiro a volo, abbiamo già saputo adottare in passato ma che dovremo continuare ad adot-
sembra accanirsi, per motivi strutturali che gli economisti ci spiegano quotidianamente, sull’Europa e sull’Italia, o comunque su quelle
tare. Si tratta in sostanza di essere consapevoli delle nostre convinte e profonde passioni ma anche di essere altrettanto consapevoli della fase critica che attraversa la società in cui viviamo e, per esteso, il nostro mondo del tiro a volo. In questi miei interventi non ho davvero mai nascosto le mie preoccupazioni per la situazione economica generale che investe tutto il mondo ma che indubbiamente
economie che, per usare un termine ormai in voga, emergenti lo sono state ormai molto tempo fa. Questa mia consapevolezza a cui ho fatto riferimento è appunto il senso realistico più spiccato. Ma quel pragmatismo in noi non è mai stato disgiunto da quella che in altre occasioni ho definito: voglia di volare. E se guardiamo ad uno slancio coraggioso e ad un volo entusiastico, il pensiero non TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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// entusiasmo e realismo
può non andare alle nostre atlete e ai nostri atleti che hanno centrato luminose vittorie e brillanti piazzamenti alla finale di Coppa del Mondo di Izmir delle scorse settimane. Come è accaduto nei numeri più recenti de IL TIRO A VOLO, anche in questa occasione abbiamo voluto inserire a corredo del mio intervento una serie di immagini che riassumono i successi più freschi dei nostri campioni più noti e celebrati. Questa iniziativa vuole essere il simbolo energico ed energizzante di un mondo – il nostro, appunto – che in una società civile spesso svuotata di contenuti morali e di valori, riesce invece a conseguire le vittorie proprio in forza della volontà di reagire alle difficoltà. Già, perché in fin dei conti la Federazione, che mi onoro di presiedere, e i suoi
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atleti in questi anni hanno dovuto prendere atto della crescita qualitativa esponenziale degli avversari e dello sviluppo complessivo di tante scuole che anche soltanto poche stagioni addietro guardavano all’Italia come ad un faro irraggiungibile. Ma così come è avvenuto in ambito economico e produttivo, anche in ambito sportivo molte delle realtà nazionali che dieci o quindici anni fa stavano muovendo timidamente i primi passi in direzione dello sviluppo, oggi quello sviluppo lo hanno raggiunto e sotto il profilo tecnicoagonistico nonché dal punto di vista degli impianti e delle infrastrutture hanno saputo mettersi al passo e, in molti casi, si sono posti perfino nella condizione di superare i maestri. Non siamo spaventati da una situazione del
Il podio dello Skeet con Ennio Falco davanti ad Anders Golding e Valery Shomin.
Jessica Rossi ha conquistato un brillante argento nella Fossa Olimpica.
genere: l’ho scritto più volte a chiare lettere nei miei Editoriali. Questo sviluppo del tiro che mi piace definire ecumenico - lo abbiamo caldeggiato proprio noi ed è quel genere di sviluppo che oggi (i lettori attenti ricorderanno i riferimenti che ho fatto negli interventi degli ultimi mesi) ci presenta agli occhi del Cio e del Presidente Jacques Rogge come una realtà agonistica realmente planetaria e autenticamente – non virtualmente - in crescita nelle
nazioni emergenti. Non ci spaventa dunque il livello globale con cui ci dobbiamo confrontare, anche se è certo che l’Italia e l’Europa dovranno misurarsi sempre di più con quello e questo richiederà continui adeguamenti estesi ad ogni settore della nostra vita. Non ci spaventa, dicevo, e non ci spaventerà, se sapremo appunto alimentare quella capacità di reazione che ci ha sempre contraddistinto e che si compone di quel magico cocktail di
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entusiasmo e di senso realistico a cui facevo riferimento in apertura del mio intervento. Che sia il momento della responsabilità, è un altro dato di fatto incontrovertibile. Il Consiglio Federale ha dimostrato tangibilmente di voler percorrere questa strada e infatti, pur in un momento di forte sofferenza economica, ha stimolato adeguamenti e innovazioni negli impianti italiani profondendo risorse ingenti a cui – occorre riconoscere con gratitudine – molti dirigenti degli impianti del nostro Paese hanno voluto aggiungere somme altrettanto ingenti. Si è trattato e si tratta di un circolo virtuoso innanzitutto perché quelle risorse hanno prodotto lavoro, ma soprattutto perché si è dato vita ad un processo di riqualificazione dei nostri impianti che condurrà al salto di qualità in termini di servizio offerto al pubblico. Ed è proprio al pubblico che dobbiamo rivolgerci: quello degli appassionati che popolano i nostri impianti da lungo tempo, ma anche e soprattutto il pubblico nuovo: quello dei nuovi appassionati e quello di tutti coloro che vorranno interessarsi alle nostre attività e vorranno entusiasmarsi per le nostre 6
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vittorie e per i nostri campioni, i cui successi illuminano appunto queste pagine. Perché il nostro mondo rimane ancorato saldamente alla tradizione e ai valori concreti e genuini che ci hanno contraddistinto, ma il nostro mondo è anche quello che sa cavalcare gli strumenti più nuovi e penso alla potente trasformazione che abbiamo saputo promuovere negli ultimi mesi con le dirette televisive dei maggiori appuntamenti e con la presenza costante e massiccia sui media. Sappiamo per certo che la nostra identità più genuina non si perderà nel contatto costante e massiccio con tutti mezzi di comunicazione e di informazione. Sappiamo piuttosto che quella identità sarà ulteriormente valorizzata perché continuerà ad essere il nostro patrimonio più prezioso, ma in aggiunta verrà stimata e ammirata da un’ampia platea. E quell’ampia platea la meritano ampiamente i nostri campioni e la meritiamo tutti noi dirigenti volontari di una realtà sportiva che nella sua schietta genuinità riesce appunto a coniugare con successo l’entusiasmo e il senso realistico.
Katiuscia Spada in un momento della finale che ha donato la Coppa del Mondo all’atleta umbra.
A IZMIR UN TRIONFO TUTTO AZZURRO La Finale di Coppa del Mondo ha avuto potentissimi riflessi azzurri: lo dimostrano con chiarezza le immagini che corredano l’Editoriale del Presidente Rossi di questo numero de IL TIRO A VOLO. Due sono stati i trofei di cristallo conquistati dagli italiani sulle pedane dell’impianto della celeberrima città costiera della Turchia: nello Skeet Ennio Falco e Katiuscia Spada sono stati infatti maiuscoli nelle loro prove ma il successo lo ha sfiorato anche Jessica Rossi che ha incamerato una prestigiosa medaglia d’argento nella Fossa Olimpica. Con la sua spettacolare prestazione di Izmir Ennio Falco sembra davvero aver voluto rispondere a quell’appello ideale che avevamo formulato nell’articolo relativo al Campionato del Mondo dello scorso numero. Si ricorderà che in quell’articolo ipotizzavamo simpaticamente che Falco continuasse a non centrare la vittoria ad un Mondiale per poter continuare ad inseguire se stesso e i propri trionfi. E così a Izmir ha fatto: nell’ultima competizione stagionale Ennio ha assemblato una gara perfetta sintetizzata dal 122/125 (25 – 23 – 24 – 25 – 25) con cui si è assicurato il primo posto in finale con un piattello di vantaggio su di una folta schiera di contendenti: il danese Anders Golding, il campione del mondo Valery Shomin, il greco Nikolaos Mavrommatis, il norvegese Tore Brovold e il compagno di scuderia Luigi Lodde. In finale Ennio non ha avuto esitazioni: ha assemblato una perfetta serie piena e con 147/150 si è assicurato la Coppa del Mondo del 2010: la quinta della sua carriera. Golding, Shomin e Mavrommatis hanno concluso a 145 e nello spareggio che ne è scaturito è stato il danese allenato da Pietro Genga a conquistare la medaglia d’argento con due centri che hanno costretto Shomin e Mavrommatis all’ulteriore sfida per il bronzo. Ed è stato il russo ad assicurarsi l’ultimo posto disponibile sul podio per 4 a 3 nei confronti dell’avversario greco. Luigi Agostino Lodde ha concluso la sua esperienza in Turcia con un sesto posto e con un punteggio di 142/150. Come si diceva in apertura, ha provveduto poi Katiuscia Spada a rendere assolutamente trionfale la trasferta turca degli azzurri di Francesco Fazi: con 73 centri assemblati con 24 + 24 + 25 la ragazza umbra si era assicurata il secondo posto in finale alle spalle di Kim Rhode che aveva totalizzato un poderoso 74. Alle spalle di Katiuscia inseguivano con evidenti velleità quantomeno di medaglia anche Svetlana Demina (71), Danka Bartekova e Ning Wei (70). Chiara Cainero era riuscita ad inserirsi tra le finalisti con 67 centri e con un vittorioso shoot-out in cui aveva regolato la cinese Xiumin Yu e l’americana Amber English. Katiuscia incespicava alla pedana 2, ma successivamente era perfetta e chiudeva con un 23 che la proiettava a quota 96/100: un punteggio che assicurava all’azzurra il trofeo di cristallo poiché l’americana Kim Rhode si rivelava più imprecisa e si accontentava del secondo posto a quota 95 davanti alla slovacca Danka Bartekova che totalizzava 94 centri e poi superava in shooto-off Svetlana Demina e Ning Wei. Chiara Cainero concludeva al sesto posto con 91. E’ andata ad un passo dal successo Jessica Rossi nel Trap in rosa. L’azzurra di Crevalcore aveva infatti conquistato il dorsale numero uno alla boa delle tre serie con un brillante 71/75 (25 + 23 + 23) e precedeva di una lunghezza la slovacca Zuzana Stefecekova e la russa Maria Volkova. Con 67 erano entrate in finale anche Deborah Gelisio e la cinese Yingzi Liu e con 66 l’altra cinese Huan Yang. Yingzi Liu era abile a confezionare un bel 24 e proiettava il proprio punteggio a 91/100, ma Jessica avrebbe potuto comunque amministrare il proprio vantaggio se non fosse scivolata su di un paio di errori proprio nelle ultime battute della finale. Approdata a sua volta a 91, l’azzurra era costretta allo shoot-off ed era la Liu a conquistare la vittoria e la Coppa del Mondo per 4 a 3. Il bronzo andava a Maria Volkova che totalizzava 89 centri e superava in spareggio Zuzana Stefecekova, mentre Deborah Gelisio chiudeva al quinto posto con 86. Nel Trap era il turco Oguzhan Tuzun allenato da Diego Gasperini ad aggiudicarsi il trofeo di cristallo. 144 centri su 150 davanti a Tuzn la vittoria davanti al ruso Alexey Alipov (143 + 2) e all’australiano Adam Vella (143 + 1). Il migliore degli azzurri di Albano Pera era Mauro De Filippis che concludeva al quinto posto con 137 centri. Rimaneva invece fuori dal lotto dei finalisti Daniele Resca che totalizzava 114 centri su 125. Nella gara di Double Trap senza azzurri era l’indiano Ronjan Sodhi a vincere con 192/200 (e uno spettacolare 49/50 di finale) davanti ai cinesi Junjie Mo (188) e Qiang Pan (187). (foto ISSF/DALLADEA)
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F O S S A
O L I M P I C A
GLI SCUDETTI DI JESSICA & JOHNNY Sono Johnny Pellielo e Jessica Rossi a conquistare il titolo tricolore agli assoluti di Trap a Lonato nelle rispettive categorie; tra gli under 20 sono invece Marco Mattioli e Jessica Bartoli ad aggiudicarsi l’alloro nazionale.
Johnny Pellielo esulta sul podio per il suo ottavo scudetto con i medagliati Simone Lorenzo Prosperi e Fabio Sollami e il Commissario Tecnico della Nazionale Albano Pera.
Jessica e Johnny, ovvero J & J. E’ quella la sigla del Campionato italiano di Fossa Olimpica che ha impegnato le pedane internazionalissime del Concaverde di Lonato. Johnny Pellielo e Jessica Rossi sono stati infatti i protagonisti degli assoluti di Trap dopo essere stati, come sappiamo, i principali attori del Mondiale bavarese. A Lonato Johnny ha sempre tenuto in pugno la sfida per lo scudetto tricolore: nella prima giornata ha alternato una serie piene a due 24 e nella giornata conclusiva, con un solidissimo 49/50, si è assicurato il dorsale numero uno con 122 centri di credito. Gli inseguitori più insidiosi erano a quota 120: con quel punteggio si erano assicurati un posto in finale Simone Lorenzo Prosperi, Fabio Sollami, il campione uscente Daniele Resca e Franco Felici. Alberto Bartoli era il beneficiario dell’ultimo posto disponibile nel sestetto: con 119 lo spoletino doveva affrontare lo shoot-out con il giovane Federico Fanali ed era l’esperienza di Bartoli a prevalere sulla già solida tecnica
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del capitolino. In finale Johnny piazzava un 22 che proiettava il suo punteggio complessivo a quota 144/150 e quel punteggio era sufficiente per assegnare al vercellese l’ottavo titolo tricolore della carriera. Prosperi e Sollami, dopo essere approdati alla finale con lo stesso punteggio, continuavano a procedere appaiati e totalizzando 21 centri in finali si attestavano a quota 141. Un lungo shoot –off dava il successo al tiratore di Artena che costringeva il siciliano ad un onorevole bronzo. Alberto Bartoli concludeva con 140 precedendo il 139 di Resca e il 136 di Felici. Anche Jessica Rossi teneva sempre saldamente in pugno la partita per il titolo tricolore delle Ladies. Al 22 di esordio la fuoriclasse di Crevalcore aggiungeva un 24 e un 23 e i 69 centri che ne risultavano le assicuravano il primo posto della classifica provvisoria che vedeva nella sua scia Giulia Iannotti con 68 e Bianca Revello con 67. 65 centri permettevano anche a Cristina Bocca, a Deborah Gelisio
Jessica Rossi è la campionessa italiana di Trap delle Ladies del 2010: a Lonato ha preceduto Bianca Revello e Cristina Bocca.
Marco Mattioli ha vinto il titolo tricolore degli under 20 precedendo Renzo Baldinotti e Giulio Fioravanti.
Jessica Bartoli ha vinto il titolo tra le under 20 davanti a Daniela Mazzocchi e Alessia Montanino.
e a Federica Caporuscio di essere della partita con buone probabilità di medaglia. Jessica non intendeva tuttavia cedere il primato e con 21 bersagli utili artigliava con autorità lo scudetto tricolore del 2010 in forza dei 90 centri complessivi. In finale totalizzava un luminoso 21 anche Bianca Revello e l’eclettica ligure era d’argento con 88 centri davanti ad una tenace Cristina Bocca che intercettava 20 piattelli della finale e si assicurava la medaglia di bronzo con il totale di 85 davanti all’84 di Giulia Iannotti, all’83 di Deborah Gelisio e al 79 di Federica Caporuscio. Il nuovo campione italiano degli Juniores di Fossa Olimpica è invece Marco Mattioli. Il tiratore romano ha raggiunto la finale con un bagaglio pregiatissimo di 121 centri e ha inflitto già significativi distacchi a tutti gli avversari. Nella sua scia con 117 si sono collocati Renzo Baldinotti e Valerio Grazini. In finale Mattioli ha amministrato saggiamente il risultato e intercettando altri 19 bersagli si è assicurato lo scudetto tricolore degli under 20 con 140/150. La medaglia d’argento è andata a
Baldinotti che ha tagliato il traguardo con 139 bersagli utili davanti a Gulio Fioravanti (138), autore di un bel recupero in finale. Con 134 ha concluso Valerio Grazini davanti al 131 del campione del mondo Danny Baiesi e al 129 di Carlo Mancarella. Campionessa italiana delle Ladies Juniores è invece Jessica Bartoli che ha concluso con 82/10 aggiungendo un solido 19/25 al 63/75 totalizzato nelle serie di selezione. La medaglia d’argento è andata a Daniela Mazzocchi che ha concluso con 81/100 come Alessia Montanino ed ha poi superato in shoot-off per 1 a 0 la coetanea campana.
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E V E N T I
JESSICA ROSSI E MAURO DE FILIPPIS PROTAGONISTI AL MEMORIAL NANDO ROSSI I due azzurri di Albano Pera vincono le gare individuali della seconda edizione della gara che commemora il grande dirigente sportivo folignate.
Scambio di omaggi durante la cerimonia di premiazione del Memorial Rossi tra il rappresentante della squadra dell’Iran e il Presidente Luciano Rossi accompagnato da alcune autorità.
Il Memorial Nando Rossi è soltanto alla sua seconda edizione ma può già rivendicare la definizione di classicissima di fine estate. E si tratta di un blasone che la manifestazione ha conquistato con la sua fama frattanto ormai diffusa di appuntamento internazionale di alto profilo. Un connotato, quello, che sarebbe davvero piaciuto molto a Nando Rossi, il dirigente sportivo che è stato tra gli ideatori dei mitici Giochi della gioventù e che considerava l’attività sportiva uno strumento di aggregazione e di pace come suggerisce appunto il più alto messaggio olimpico. Dopo un esordio versatile dedicato nel 2009 a tutte le specialità del tiro a volo (con un’affluenza record di 1.500 presenze complessive), la
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seconda edizione del Memorial Nando Rossi è stata invece dedicata esclusivamente alla fossa olimpica ed ha impegnato le strutture di Umbriaverde e di Cascata delle Marmore che nella circostanza hanno fatto da cornice elegante ad una manifestazione a cui hanno dato lustro atleti celeberrimi. Innanzitutto alcuni degli azzurri reduci dalla luminosa trasferta al Mondiale di Monaco: sulle pedane umbre hanno infatti gareggiato Jessica Rossi, Giovanni Pellielo, Erminio Frasca, Massimo Fabbrizi, Mauro De Filippis e poi i blasonatissimi under 20 di Albano Pera: Danny Baiesi, Valerio Grazini e Giulio Fioravanti. Presenze internazionali importanti hanno attribuito ulteriore prestigio a questo appuntamento agonistico
// j. rossi e m. de filippi protagonisti al memorial n. rossi
Il Ministro Renato Brunetta si complimenta con Jessica Rossi per la vittoria.
che ha commemorato la figura leggendaria di un dirigente sportivo che, oltre ad aver svolto il ruolo di vicepresidente della Fitav nel corso degli anni settanta, ha poi assunto l’incarico di presidente del Coni dell’Umbria imprimendo tuttavia, come si ricordava prima, un impulso fortissimo alla programmazione sportiva dell’intera nazione. Ben otto atleti iraniani
hanno preso parte alla competizione umbra, insieme ad una delegazione della Turchia composta da tre atleti. Presente anche Malta con un folto gruppo di specialisti e l’India con uno dei suoi simboli sportivi: il campionissimo Mansher Singh. La riunione di Umbriaverde e Cascata delle Marmore ha avuto il suo climax agonistico
Il Presidente del Coni dell’Umbria Valentino Conti premia Mauro De Filippis. TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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// j. rossi e m. de filippi protagonisti al memorial n. rossi
Il podio della gara maschile che ha visto prevalere Mauro De Filippis.
con gli scontri diretti: Italia – Iran tutto al femminile e il Sei nazioni maschile. Nel confronto tra le azzurre e le specialiste di Teheran sono state impegnate le iraniane Sepideh Sirani, Fatima Amirbehazadi e Narges Ranjbar. Con la maglia azzurra sono scese in campo invece Jessica Rossi, Giulia Iannotti e Federica Caporuscio. L’Italia si è imposta sull’Iran per 65 a 54 e la forza trainante del terzetto è stata
indubbiamente Jessica Rossi, fresca del bronzo con annessa carta olimpica ai Mondiali di Monaco, che sulle pedane umbre ha totalizzato un pregiatissimo 24/25. Decisamente avvincente anche il Sei nazioni tutto al maschile che ha visto Mauro De Filippis difendere i colori italiani nei confronti del turco Oguzhan Tuzun, del maltese Franz Pace, dell’argentino Leonardo Prado, dell’ira-
Il Ministro Renato Brunetta con la squadra femminile azzurra impegnata nel confronto ItaliaIran: Jessica Rossi, Giulia Iannotti e Federica Caporuscio. 12
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// j. rossi e m. de filippi protagonisti al memorial n. rossi
Il rappresentante della squadra dell’Iran dona al Presidente Rossi un pregiato omaggio.
niano Moslem Mirmohammadi e dell’indiano Mansher Singh. Con un solido 22/25 nella finale ad un colpo solo è stato proprio Mauro De Filippis a collezionare il risultato qualitativamente più elevato e il pugliese della Polizia di stato si è aggiudicato il trofeo del Memorial Nando Rossi precedendo Tuzun che ha concluso con 20 centri all’attivo come Pace ed ha poi superato l’avversario maltese in shoot-off
per 5 a 4. Parterre di personalità di spicco per la cerimonia di premiazione. Insieme a Luciano Rossi, presidente della Fitav e anfitrione della manifestazione intitolata alla memoria del padre Nando, e a molte autorità sportive dell’area umbra, a consegnare i riconoscimenti agli atleti è intervenuto anche il ministro della pubblica amministrazione e dell’innovazione Renato Brunetta.
Le autorità presenti posano con Mauro De Filippis, vincitore del Memorial Rossi 2010. TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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T I R O
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UN 2010 BUONO, MA SI PUO’ FARE DI PIU’…
La stagione agonistica è terminata. Gli assoluti di Skeet sono stati l’ultimo sigillo. E’ stato un anno buono, poteva essere migliore. Parlo dal punto di vista agonistico. Sicuramente ci aspettavamo tutti qualcosa di più dal Mondiale, ma accontentiamoci delle due carte conquistate da Giovanni Pellielo e Jessica Rossi, e dell’argento di Ennio Falco vinto in una gara bellissima e molto seguita dagli appassionati in tv. E’ tempo di bilanci: a noi spetta quello sulla comunicazione, anche se ci siamo permessi da tifosi particolari di immischiarci anche in quello delle competizioni. Per quanto ci concerne non possiamo che essere contenti: buona la rassegna stampa scritta (giornali, agenzie e internet), ottima quella televisiva. Le dirette della coppa del mondo di Lonato e della rassegna iridata di Monaco sono degli indubbi successi, sono ciliegine su un programma che ha regalato 37 produzioni per altrettante gare, per un totale di circa 150 ore tra prime messe in onda e repliche. Si può fare di più? Con questi impianti, con questa programmazione agonistica, con questa organizzazione di gara, con questi mezzi, ci si può solo domandare come si riescono ad ottenere certi risultati. Sono dei miracoli dovuti alla passione, alla geniale furberia dei singoli. Ma si può e si de ve dare di più. Come? Organizzando meglio le gare, nazionali ed internazionali: impianti migliori e adatti ai tempi, abbigliamento uniforme e credibile, formule di gare più moderne, soprattuto rispetto degli orari e dei tempi. Sono quasi un ventennio che predichiamo le stesse cose, qualcosa si è fatto, troppo poco. Bisognerebbe correre, chiacchierare meno e darsi degli obiettivi. Non siamo ottimisti da questo punto di vista, difficile, forse impossibile che chi non si è adeguato in vent’anni si allinei in sei mesi. Non ci resta che rimboccarci le maniche e tirare il carretto. Forza Carlo (Carlo Manstretta, ndr), ci tocca lavorare di spalle e gomiti, sperando anche che i nostri atleti tornino a vincere come al solito. Loro ci hanno aiutato spesso e volentieri a venderci al meglio. Per il resto vedremo. La “speme” è ultima dea. testo di SABATINO DURANTE
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THE SECOND IS MEGL CHE IL FERST Parafrasando la frase che rese celebre l’attore Stefano Accorsi in un altrettanto celebre spot pubblicitario di qualche anno fa, cediamo la parola a una delle più note firme de La Gazzetta dello Sport per tratteggiare un ritratto inedito del confronto iridato di Monaco. testo di MARIO SALVINI
La sensazione preponderante, avvertita fin dall’arrivo all’Olympic shooting range di Monaco, è stata la sorpresa. Era il mio secondo mondiale di tiro a volo, il primo di tiro a
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segno. Mi aspettavo un ambiente più grande e più organizzazione rispetto alla mia unica esperienza precedente, il Mondiale di tiro a volo del 2009 a Maribor. Ma non così tanto
// the second is megl che il ferst
più grande, e non una macchina così complicata, eppure perfettamente funzionante. Al confronto - spero di non offendere nessuno quella in Slovenia era stata una specie di festa di paese. Che a me era piaciuta già così. Facile quindi derivare quanto può essere stato il mio entusiasmo a Monaco. Il fatto è che resto incantato dalle storie di chi arriva da molto lontano. Da chi presumo possa vivere in modo molto diverso da come vivo io. La cosa più bella allora era stare in qual grande spazio tra il campo del tiro a volo e le linee del tiro a segno, nella piazza di quel paesino globale che era diventato l’Olympic shooting range. Sedermi a guardare, girarmi di qua e di là e leggere le scritte sulle tute: Malesia, Perù, Mongolia, Mozambico. Scattare foto a due di spalle, uno con la scritta Serbia, l’altro con la scritta Croazia. Date le mie passioni, mi sono sempre vantato di conoscere bene la geografia e le bandiere. Ogni volta che su internet lanciano un giochino sul tema mi ci butto e faccio anche il saputello con gli amici. A Monaco, nella classifica di una qualche gara di tiro a segno, mentre facevo l’ennesimo giro del mondo in pochi metri, ho visto una bandiera che non avevo mai incontrato. E che ancora adesso ignoro di quale diavolo di Paese possa essere. Questo per dire che davvero immagino sia difficile trovare tante altre discipline che possano organizzare una manifestazione altrettanto cosmopolita. L’atletica, certamente, probabilmente il nuoto. Non so quante, né quali altre. Fa sorridere pensare a certi sport tanto celebrati, ma praticati in una dozzina di Paesi sì e no. Qualche esempio eclatante viene in mente facilmente. Ma non è questo, e comunque non importa. Rilevante è piuttosto che dietro a tutte quelle scritte deve esserci un giacimento sterminato di storie, di vicende fuori dal comune. Perché si fa presto a capire che la maggior parte delle gente lì
non vive di solo tiro. Nemmeno i campioni più celebrati. E che quindi ci sono professioni da scoprire, sacrifici da raccontare, la sensibilità di chi guarda la vita da più punti di vista contemporaneamente. Così scopri che Susan Nattrass non è solo una che è stata 7 volte campionessa del Mondo, non basta che sia ancora qui a cercar di rompere piattelli, no. E’ anche una esperta di osteoporosi di fama mondiale. Ti capita di brindare alla carta olimpica di Mosin e sentirti raccontare che fino a poco tempo fa faceva il chirurgo plastico. Conosci un monumento all’eclettismo come Nasser Al-Attiyah, uno che è capace di arrivare quarto all’Olimpiade nello skeet (perdendo il bronzo allo shoot-off) e poi di chiudere secondo la Dakar, intesa come rally. Vedi un coreano del nord vincere una prova di bersaglio mobile senza mostrare emozioni apparenti. Lo guardi sul podio, mentre porta la mano destra, tesa, alla fronte in un marziale saluto militare, e poi ti vien da ridere, quando dallo stesso podio, un suo quasi connazionale, un coreano del sud cerca di smuoverlo, prova tirargli su un braccio, come si fa col vincitore della box. Pensi che tra i loro paesi gemelli separati sono giorni di tensione pericolosa, e il gesto del coreano meridionale ti sembra più carico di significati di quanto probabilmente non volesse essere in realtà. E poi, da profano, resti a bocca a aperta, di fonte al pazzesco standard di bravura. Ti vengono in mente le tue sfuriate, tutte le volte che perdevi la calma, che te le prendevi con l’arbitro sui campetti e nei cortili delle tue esperienze pseudo-sportive. Le confronti alla calma, alla concentrazione, alla (apparente? Mah, approfondirai il mistero) serenità di chi sta per affrontare una finale, di chi sta per tirare l’ultimo colpo, magari decisivo. Di chi ha appena sciupato una vittoria per un decimo di punto o per un piattello rotto in meno. Impari, porti a casa. Prometti che la prossima volta sarai più preparato. E non ti stupirai più. TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI L’Uno d’Oro conclude pirotecnicamente a Rimini la stagione 2010 del Settore Giovanile della Fitav con una sfida dai suggestivi contenuti agonistici. Tutti per uno, uno per tutti. Oppure, più plausibilmente: tutti per l’Uno d’Oro. Sono stati infatti centosessanta i ragazzi e le ragazze di tutta la penisola convenuti a Rimini per l’episodio agonistico conclusivo della stagione del Settore Giovanile. Il 2010
del vivaio della Fitav si è concluso ancora una volta con questa singolare manifestazione che mette a confronto i giovani del tiro a volo in match a eliminazione diretta: un modo vivace e divertente, anche se certamente impegnativo, per sviluppare il sano spirito agonistico e
Martina Bartolomei impegnata sulle pedane di Monaco durante il Mondiale dello scorso luglio: la ragazza toscana ha vinto l’Uno d’Oro tra le Juniores di Fossa Olimpica.
Martina Bartolomei al vertice del podio delle Juniores di Fossa Olimpica.
Matteo Marcellini si è imposto tra gli Juniores di Fossa Olimpica.
Carlo Alberto Rizzi ha vinto tra gli Allievi della Fossa Olimpica.
Simone Rosa ha vinto tra le Giovani Speranze della Fossa Olimpica. 20
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// tutti per uno, uno per tutti
per preparare i ragazzi e le ragazze del vivaio a confronti sempre più importanti. Tra gli Juniores della Fossa Olimpica è stato Matteo Marcellini a conquistare l’Uno d’Oro della categoria, mentre tra gli Allievi il primo posto è stato appannaggio di Carlo Alberto Rizzi. Mirco Amici ha vinto tra gli Esordienti, mentre Simone Rosa l’ha spuntata tra le Giovani Speranze. Tra le ragazze l’internazionale Martina Bartolomei (autrice di un ottimo piazzamento anche ai Mondiali di Monaco della scorsa estate) ha conquistato il primo posto tra le Juniores, mentre Jessica Tosti si è imposta tra le Esordienti e Lisa Marzo tra le Allieve. Tra gli Juniores di Skeet ha vinto Tammaro Cassandro, mentre tra gli Allievi ha prevalso il figlio d’arte Gabriele Rossetti. Cosimo Brisci è stato il migliore degli Esordienti. Tra le ragazze dello Skeet, Chiara Di Marziantonio ha vinto tra le Juniores e Daniela Cisotto si è imposta tra le Esordienti. Nella qualifica congiunta Juniores/Allievi di Double Trap ha vinto Roberto Palombarani, mentre Alberto D’Annizzo si è imposto tra gli Esordienti.
Mirco Amici è stato il migliore degli Esordienti della Fossa Olimpica.
Lisa Marzo ha vinto tra le Allieve di Fossa Olimpica.
Jessica Tosti ha primeggiato tra le Esordienti di Fossa Olimpica.
Tammaro Cassandro ha vinto tra gli Juniores di Skeet.
RICORDANDO NICOLA BUCCI testo di MASSIMILIANO NALDONI Dallo scorso 19 settembre Nicola Bucci non c’è più. E non perché qualcosa di imprevedibile abbia incrociato la sua strada (che è metafora neanche troppo metaforica per descrivere ad esempio un incidente stradale) o per motivi connessi alla salute, ma perché Nicola ha volontariamente messo fine alla propria vita. Come si dice in casi magari più solenni, non conta come e dove si muore, ma perché si muore. E se quello che resta di tutti noi è la memoria di quello che abbiamo compiuto nella nostra vita, è altrettanto vero che i motivi per i quali quella nostra vita si interrompe sono davvero parte importantissima di quella memoria. Lo sono ancora di più quando il gesto è volontario. E se qualcuno vorrà glissare su questo aspetto per un pudore che rischia di essere fortemente ipocrita, a chi scrive, malgrado la ferocia del tema, preme invece soffermarvisi. Molti di coloro che hanno attraversato giornalisticamente questi ultimi venti anni di storia del tiro a volo hanno sicuramente incrociato la figura di Nicola Bucci e chi scrive ha addirittura progettato e realizzato con Nicola una fetta larghissima del proprio lavoro. Da caporedattore prima di Notiziario di Caccia Pesca e Tiro a Volo e poi di Caccia & Tiro, Nicola ha rappresentato il perno intorno al quale hanno orbitato i progetti più importanti. E attraverso Nicola quale interlocutore molti progetti si sono tradotti in realtà. E’ noto che Nicola Bucci abbia profuso quella energia in numerose direzioni nel corso della propria vita e questo ci parla di un uomo che ha fatto della progettualità il suo spirito più acceso. Se quell’uomo però decide di mettere fine alla propria vita, significa che il fuoco di quella progettualità si è spento. E appare chiaro che il messaggio più intenso e tragico che ci invia Nicola è proprio questo. E non sembra esserci modo più autentico di ricordare Nicola se non riflettendo su quel messaggio.
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Gabriele Rossetti ha vinto tra gli Allievi di Skeet.
Cosimo Brisci ha svettato tra gli Esordienti di Skeet.
Chiara Di Marziantonio ha vinto tra le Juniores di Skeet.
Daniela Cisotto ha vinto tra le Esordienti di Skeet.
Roberto Palombarani è stato il migliore nella qualifica Juniores/ Allievi di Double Trap.
Alberto D’Annizzo ha vinto tra gli Esordienti di Double Trap.
Il numeroso gruppo del Cas del Concaverde di Lonato posa con Alberto Di Santolo e Fabio Partigiani. 22
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E V E N T I
DA UMBRIAVERDE VERSO LE PARALIMPIADI Al policampo umbro si celebra la terza edizione del Campionato italiano di Fossa Olimpica e Double Trap per atleti disabili.
Paolo Bortolin aveva già fatto intuire nell’edizione del 2009 di essere uno dei più promettenti tiravolisti disabili del panorama italiano e infatti il tiratore friulano, che ha iniziato a sparare nientemeno che sotto la guida di Eddy Cainero, si è imposto autorevolmente nella graduatoria Sh1a dei tiratori Standing totalizzando 40 centri su 50 nelle serie di selezione e poi collezionando un solido 19 in finale che ha proiettato il punteggio del tiratore friulano a quota 59/75. Mauro Magnini aveva tentato di arginare l’esuberanza di Bortolin e infatti alla boa delle due serie il tiratore umbro era riuscito ad appaiarsi al friulano a quota 40, ma nella serie finale non andava oltre il 16 ed era ottimo secondo con 56 davanti ad un brillan-
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te Elio Spadoni, medaglia di bronzo con 54. La manifestazione di Umbriaverde ha visto intervenire numerose autorità sportive: il Presidente della Fitav Luciano Rossi ha seguito l’intera manifestazione affiancato dalla Vicepresidente Emanuela Croce Bonomi e dal delegato nazionale per i disabili Roberto Sparnaccini. Presente anche l’Assessore allo Sport della Regione Umbria Fabrizio Bracco, il suo omologo della Provincia di Perugia Roberto Bertini, il Presidente del Cip regionale Umbria Francesco Emanuele e il Presidente del Coni provinciale di Perugia Domenico Ignozza. Nella categoria Sh1b è stato invece Giorgio Marrozzini ad imporsi: dopo i 43 centri delle
I vincitori delle diverse categorie del terzo Campionato italiano di tiro a volo per atleti disabili posano con la Vicepresidente Emanuela Croce Bonomi.
Massimo Tonon, uno dei protagonisti della gara di Umbriaverde e delle precedenti edizioni della sfida riservata al tiravolismo disabile, durante una fase di gara del più recente confronto tricolore.
serie di selezione, il tiratore marchigiano ha assemblato un pregiato 22 di finale e si è attestato al vertice definitivo della graduatoria con 65 bersagli utili. Giuliano Berlato è stato valente secondo classificato con 63 davanti a Santo Falanga che ha totalizzato 60 centri ma che nelle prime due frazioni di gara ha fatto comprendere di essere autorevole pretendente al titolo. Omar Radaelli ha vinto il titolo tra i tiratori Sitting nella categoria H2a. L’atleta lombar-
do aveva già autorevolmente conquistato il vertice della classifica provvisoria con un solido 40/50 e tre lunghezze di vantaggio sul campionissimo Oreste Lai. Nella serie finale Radaelli era bravo ad amministrare il vantaggio e chiudeva con un 18 che gli attribuiva la vittoria con il totale di 58/75. Lai si aggiudicava una prestigiosa medaglia d’argento con 54 centri davanti al 53 di Paolo Cirillo. Nel gruppo H2b ha dominato invece Andrea Tabanelli. Il tiratore valdostano ha totalizzato 52 centri
Un momento dell’intervento del Presidente della Fitav Luciano Rossi al terzo Campionato italiano di tiro a volo per atleti disabili a Umbriaverde.
Paolo Bortolin al vertice della graduatoria Sh1a di Fossa Olimpica davanti a Mauro Magnini e Elio Spadoni. TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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// da umbriaverde verso le paralimpiadi
Sono state numerose le autoritĂ locali e i dirigenti sportivi che sono intervenuti al terzo Campionato italiano di tiro a volo per atleti disabili.
Giorgio Marrozzini ha vinto nella Fossa Olimpica per la categoria Sh1b davanti a Giuliano Berlato e Santo Falanga.
Omar Radaelli è stato il brillante vincitore della categoria H2a tra i tiratori Sitting davanti a Oreste Lai e Paolo Cirillo.
Giancarlo Cicala ha conquistato il titolo nella categoria H1c.
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// da umbriaverde verso le paralimpiadi
Giorgio Marrozzini ha vinto nel Double Trap tra i tiratori Standing della categoria H1b davanti a Roberto Carnali e Santo Falanga.
Nel gruppo H2b del Double Trap Gian Marco Fadda ha vinto precedendo Andrea Tabanelli e Massimo Tonon.
Giorgio Marrozzini ha vinto il trofeo in memoria di Giorgio Americani e lo ha donato alla famiglia del tiratore tragicamente scomparso nella scorsa primavera.
Denis Chiarotti ha vinto nel gruppo H2c del Double Trap davanti a Pietro Boem e Stefano Avesani.
Marusca Canniello, vincitrice dei titoli relativi alle Ladies.
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su 75 ed ha preceduto Gian Marco Fadda (43) e Massimo Tonon (33). Nella graduatoria H2c Denis Chiarotti ha vinto con 55/75 precedendo Pietro Boem (51) e Stefano Avesani (28). Nella graduatoria H1c Giancarlo Cicala si è assicurato il titolo con 49 centri su 75. Nel Double Trap tra i tiratori Standing della categoria H1a era stato Paolo Bortolin ad artigliare lo scudetto stagionale come avrebbe fatto poi nella Fossa Olimpica. Con 45 centri complessivi Bortolin ha preceduto Mauro Magnini (43) e Elio Spadoni (41). Nella graduatoria H1b Giorgio Marrozzini ha vinto dopo un testa a testa con Roberto Carnali. I due tiratori hanno concluso infatti a quota 60 e nello spareggio successivo Marrozzini l’ha spuntata su Carnali. Santo Falanga è stato ottimo terzo con 54. Nella graduatoria H1c Giancarlo Cicala ha vinto con 38 centri davanti a Marusca Canniello (37) e Michele Carazzolo (35). Nella graduatoria H2a dei tiratori Sitting Omar Radaelli si è imposto, come poi avrebbe fato il giorno successivo nella Fossa Olimpica, con 47 centri e uno shoot-off vittorioso nei confronti di Paolo Cirillo. Con 45 centri si è aggiudicato la medaglia di bronzo Oreste Lai. Nel gruppo H2b Gian Marco Fadda ha vinto il titolo con 37 bersagli utili davanti a Andrea Tabanelli (32) e Massimo Tonon (31). Nel gruppo H2c Denis Chiarotti si è imposto con 46 su Pietro Boem (44) e Stefano Avesani (10).
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D O U B L E
T R A P
IL DOPPIETTO PARLA VENETO E’ il team di quell’area infatti a centrare la vittoria al Campionato delle Regioni a Castelgoffredo con autorevolezza sulle Marche e sull’Umbria.
E’ quella del Veneto la squadra che ha vinto l’annuale confronto di Double Trap riservato alle Regioni che questa volta ha avuto nel celebre stand lombardo di Castelgoffredo il suo scenario prestigioso. Il Veneto si è imposto con 598 centri su 720 ed ha costretto alle sedi più basse del podio due team che hanno contribuito letteralmente a fare la storia del Double Trap italiano: le Marche e l’Umbria. E’ stato il giovane Jacopo Trevisan – che non a caso da tempo ha un posto di riguardo nel
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taccuino del coach Mirco Cenci – a guidare alla vittoria il sestetto targato Veneto. Trevisan ha infatti assemblato 106 centri con una solida e regolare sequenza di punteggi parziali: 25 – 27 – 26 – 28. Ma sicuramente la rivelazione della giornata è stata Monica Girotto che con una determinazione e una carica agonistica non comune ha totalizzato 103 bersagli utili (27 – 28 – 25 – 23). Un altro 103 al mulino del Veneto lo ha portato il bravo mugnaio Alberto Bellini, mentre
Il podio del Campionato delle Regioni di Double Trap con il Veneto al vertice del podio davanti a Marche e Umbria.
// il doppietto parla veneto
Il poio del Gruppo A al Campionato delle Società di Double Trap: Foligno 1 precede Foligno 2 e Ponso 1.
ha intercettato 99 piattelli Walter Trevisan. Gastone Maghini ha contribuito con 94 bersagli utili e Davide Cerchier con 93. Gli avversari del team veneto hanno tentato di frenare l’esuberanza della formazione trainata dalle splendida prova di Jacopo Trevisan, ma la loro volontà si è infranta contro la potenza del sestetto campione. Un’ottima gara l’hanno interpretata ad esempi i portacolori delle Marche che hanno tallonato il Veneto fino all’ultimo piattello ma hanno dovuto rassegnarsi ad un onorevolissimo e
prestigioso secondo posto. Valter Veroli (104) e Roberto Zallocco (101) hanno trainato la squadra delle Marche completata da Eugenio Rinaldoni (100), Stefano Rossini (99), Fausto Uguccioni (96), Dardo De Carlonis (91). Con il totale di 591 le Marche hanno dunque catturato con autorevolezza il secondo posto e hanno costretto l’Umbria (579) al terzo gradino del podio. Per i colori dell’Umbria hanno gareggiato Stefano Mezzetta (104), Emilio Cenci e
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// il doppietto parla veneto
Italo Scopetta (101), Paolo Sparamonti (94), Simone Lattanzi (92), Michael Spada (87). Nella scia delle tre formazioni medagliate si è inserita la Lombardia con 575 centri (Simone Vedovelli, Lorenzo Lorenzi, Renato Ferrari, Alberto Garosio, Angelo Pasolini, Diego Megale), il Piemonte con 567 (Giovanni Garbi, Elio Macario Pindo, Riccardo Ciaglia, Renzo Furian, Maurizio Maroli, Antonio Laporta), l’Emilia – Romagna con 505 (Marco Pazzi, Luca Romagnoli, Daniele Tartagni, Mario Bargossi, Oliviero Ercolani, Maurizio Caroli). Che il Veneto e i suoi specialisti stiano navigando con il vento in poppa in questi ultimi 30
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tempi nell’ambito del Double Trap lo ha dimostrato anche il Campionato delle Società di Double Trap sul quale ci siamo soffermati velocemente nello scorso numero e che merita pertanto un esame più accurato. Alla sfida di Ponso, con gli umbri di Foligno 1 al vertice del podio del Gruppo A davanti a Foligno 2 e Ponso 1 e con le Fiamme Oro sul gradino più alto del podio dei Corpi dello Stato davanti a Polizia Municipale e Vigili del Fuoco 2, è stato infatti lo Shooting Team Scaligero ad imporsi nel Gruppo B riservato ai sodalizi di Terza, Quarta e Quinta categoria. Con 341/360 e una media spettacolare di
Le Fiamme Oro hanno preceduto la Polizia Municipale e i Vigili del Fuoco tra i Corpi dello Stato al Campionato Italiano.
// il doppietto parla veneto
Lo Shooting Team Scaligero ha tenuto alti i vessilli del Veneto vincendo il titolo del Gruppo B davanti a Lauretana e Team RC.
28,5 piattelli su 30 Walter e Jacopo Trevisan e Davide Cerchier hanno surclassato tutti gli avversari costringendo appunto i rivali storici della Lauretana al secondo posto e il Team RC al terzo. Tutti i tiratori veneti che hanno contribuiti al successo della squadra al Campionato delle Regioni e prima al Campionato Italiano delle Società sono reduci da una annata fantastica, a partire dal diciassettenne Jacopo Trevisan, convocato in qualità di Junior quest’anno in nazionale per la prima volta e classificatosi quarto al recente Mondiale di Monaco e sesto all’Europeo di Kazan. Jacopo Trevi-
san è anche campione italiano individuale di Double Trap del calibro 20 e militerà in Eccellenza nella prossima stagione. Campione italiano individuale 2010 è anche il Prima categoria Walter Trevisan. Campione regionale infine Davide Cerchier che si cimenta con uguale successo sia nel Double Trap che nella Fossa Olimpica nonché nella Fossa Universale. Prezioso nel ruolo di riserva ufficiale della squadra al Campionato italiano di Double Trap è stato Paolo Rigodanzo che scolge anche il ruolo di responsabile tecnico della squadra con Giacomo Trevisan. TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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D A L L A
P A R T E
D E L L A
L E G G E
SITI CONTAMINATI: suggerimenti per l’acquisto o la vendita di un campo di tiro. Testo di GIULIO CECCARELLI C.T.G.-FITAV
PREMESSA Girando da Nord a Sud per il nostro bel Paese per effettuare sopralluoghi a campi di tiro che devono affrontare adempimenti per il contenimento dell’impatto ambientale connesso all’esercizio della loro attività sportiva, ci si accorge, oltre all’esistenza di un notevole numero di impianti chiusi o con questa attività sospesa, fortunatamente anche al sorgere di varie iniziative per adeguare quelli esistenti alle vigenti normative in materia, ma, soprattutto, a numerosi progetti di realizzazioni di nuovi impianti che potremmo definire “a prova di bomba”. In ambedue i casi sopra indicati, oltre ad una ovvia attenzione agli aspetti commerciali e fiscali della necessaria operazione immobiliare, suggerisco di dedicare una particolare attenzione alle responsabilità che possono ricadere su colui che effettua qualsiasi operazione di compravendita, soprattutto, e non è certo da escludersi, qualora ci si trovi di fronte a siti contaminati. Nel primo caso e, più precisamente, quando si arriva alla decisione di chiudere un campo di tiro a volo, magari al termine di un’attività pluridecennale, è assolutamente da sconsigliare di seguire la scuola di pensiero di coloro che inconsciamente affermano “…tanto, se quelli continuano a rompermi le scatole, io chiudo il cancello e butto via le chiavi…”, dove “quelli” non sono solo i normali Organi di Controllo preposti alla tutela dell’ambiente (Comune, Provincia, Regione, ma anche AUSL), ma anche, e molti casi lo stanno dimostrando, il vicino invidioso dell’afflusso di frequentatori della vostra attività o dell’ipotetico ritorno economico, oppure, come purtroppo si sta sempre più verificando, il proprietario del sito che non vuole essere minimamente coinvolto in una eventuale ed economicamente imprevedibile opera di bonifica finale. Nel secondo caso, cioè laddove parta l’iniziativa di aprire un nuovo impianto di tiro e magari un policampo, onde poter ospitare nel futuro gare di importanza non solo locale, ma anche nazionale o addirittura internazionale, il primo obiettivo che deve avere l’operatore, a parte l’orientamento rispetto al sole o la distanza dal più vicino casello autostradale, è innanzitutto la verifica della storia pregressa dell’area prescelta onde escludere di trovarsi di fronte ad un sito già contaminato a causa di inquinamenti verificatisi in epoca anteriore all’acquisto dell’immobile, stante la responsabilità che ricade su colui che ne risulta proprietario. E nel far questo non ci si deve adagiare sull’affermazione “…tanto sarà colpa di chi lo gestisce!...”, in quanto, né la contorta elaborazione della normativa in materia ambientale che sempre ha distinto i nostri legislatori e che ne rende difficile la lettura anche al più esperto legale o tecnico, né ancor più la poco uniforme interpretazione che ne ha dato la successiva giurisprudenza quando, una volta 32
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// siti contaminati
afferma la presunzione di responsabilità del proprietario di un sito contaminato, e la volta successiva esclude che l’evento contaminante possa essere imputato anche al proprietario dell’area che non abbia, in maniera assoluta, concorso alla produzione dell’evento. LA NORMATIVA PRE- E POST-CODICE AMBIENTALE Tenendo presente che il primo importante avvio di una specifica vera normativa sui rifiuti risale all’inizio degli anni ‘80 (DPR 10 Settembre 1982, n. 915) che, pur non affrontando ancora l’argomento della bonifica dei siti contaminati, ma introducendo solo il principio di corretto smaltimento dei rifiuti, ha tuttora il merito di aver introdotto una massima (Art. 9 – Divieto di abbandono dei rifiuti “…E’ vietato l’abbandono, lo scarico o il deposito incontrollato dei rifiuti…”) che dovrebbe essere permanentemente scolpita su una lastra di pietra all’ingresso di ogni campo di tiro in quanto è proprio essa che rappresenta la principale violazione nell’esercizio di un campo di tiro che viene addebitata dal Giudice al gestore, piuttosto che l’errato e più raro reato di “inquinamento da Pb, IPA, etc.” . Con il successivo e più importante D.L.vo 5 febbraio 1997, n.22 (meglio conosciuto come “Decreto Ronchi” dal nome del Ministro dell’Ambiente allora in carica) che costituisce una rivoluzione nel settore, l’Italia si dotata di una norma che affronta il problema con una filosofia completamente diversa, più allineata alla normativa comunitaria, fondata sul principio della “valenza di tutto il ciclo di produzione del prodotto rifiuto”, cioè dalla “produzione” alla “messa a dimora”; fatto questo fondamentale, in quanto, nella nuova normativa, si muove la volontà puntuale del legislatore delegato di arrivare alla “minor possibile produzione del rifiuto”. Questo spiega l’innovazione principale apportata dal Decreto Ronchi che distingue la fase di “smaltimento” del rifiuto, rispetto a quella del “recupero” che non deve essere più inquadrato come una fase del primo, ma viene invece valorizzata; si pensi alla fondamentale importanza del recupero del Piombo , nel caso degli impianti di tiro al piattello o nei poligoni di tiro, che, nello stesso tempo, relega lo smaltimento in una posizione subordinata e residuale nell’ambito della tematica della gestione dei rifiuti. Tutto quanto sopra premesso, il problema dei siti contaminati esisteva, e lo è tuttora, per cui già il D.L.vo 22/97, che potremmo chiamare una “Legge Quadro” in materia dei rifiuti, all’art.17 stabiliva i criteri generali per affrontare in maniera organica il problema della bonifica dei siti contaminati. Con la successiva pubblicazione del D.M. 25 Ottobre 1999 n. 471, contenente il “Regolamento” di attuazione dell’art. 17 sopra citato, si è provveduto a dettare metodi, criteri ed elementi progettuali per la bonifica dei siti inquinati. Visti però gli stringenti “limiti di accettabilità” della contaminazione, le procedure per i prelievi e le analisi, i criteri e le definizioni per la messa in sicurezza, della bonifica e del ripristino, nonché i criteri per la redazione dei progetti, sia quello “preliminare”, che quello “definitivo” della bonifica, questo cd. “regolamento” così stringente ed oneroso (si pensi solo ai costi della sola 1.a fase, ossia il ben noto “Piano di Caratterizzazione”, si è rivelato un vero flop, considerato il numero elevato di siti contaminati e i “P.d.C.” presentati a livello nazionale almeno fino al 2005, non solo dalle imprese produttive, ma, in particolare, dai gestori dei campi di TaV che ad esse erano assimilati. Solo l’avvento successivo del cd. “Testo Unico Ambientale” (D.L.vo 3 Aprile 2006, n.152 – “Norme in Materia Ambientale” e s.m.i.) che, peraltro, “unico” non può chiamarsi perché non TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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// siti contaminati
contempla minimamente il quarto fattore di inquinamento ambientale, ed esattamente l’inquinamento acustico, ma più correttamente è definibile come “Codice Ambientale”, ha apportato dei veri principi innovativi nella disciplina dei siti contaminati. LE PIU’ IMPORTANTI INNOVAZIONI NELLA DISCIPLINA DEI SITI CONTAMINATI Per quanto può interessare soprattutto la gestione di un campo di tiro a volo, in particolare in occasione di atti di vendita del sito già utilizzato o di acquisto di un’area per adibirla a sede di un nuovo impianto, il settore del Codice Ambientale che più attentamente deve essere esaminato è la Parte IV intitolata “Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti contaminati”. Essa consta di ben 89 articoli (artt. 177-266) e di ben 14 allegati dei quali preme evidenziare le seguenti innovative modifiche: -a) Mentre nella precedente normativa (D.L.vo 22/97) il sito contaminato era in genere considerato quello connesso ad incidenti abbastanza rari, anche se particolarmente rilevanti per la salute umana, e quindi quello da rimuovere o confinare in modo da eliminare completamente la contaminazione (tuttora, in buona parte, ancora permanenti ed individuati, in alcuni casi particolari, come SIN = siti di interesse nazionale), oggi, invece, si addebita la responsabilità all’inquinatore, ma solo sulla base di un concreto accertamento di parametri soggettivi; b) Sulla scia di quanto emerso dal pragmatismo della normativa degli USA, ed in particolare di quella sui siti contaminati, è derivata per semplice traduzione dall’inglese all’italiano la parte specifica della normativa italiana (Titolo V - “Bonifica dei siti contaminati” e il connesso All. I) nel quale sono dettagliatamente riportati i cd. “Criteri generali per l’analisi di rischio sanitario ambientale sito-specifica” da utilizzarsi per la definizione degli obiettivi di bonifica. In altri termini, non si confronteranno banalmente i dati chimico-analitici di un sito con gli immutabili valori limite di soglia, ma su un sito “potenzialmente contaminato” si effettuerà una un’analisi cd. “sito-specifica” degli effetti sulla salute umana, derivante dall’esposizione prolungata all’azione delle sostanze presenti nelle matrici ambientali, cioè sul suolo, nel sottosuolo o nelle acque della falda sotterranea; c) Da quanto sopra ne deriva un “onere reale e un privilegio speciale immobiliare sul sito” (art. 253) che si concretizza con l’imperativo che “gli interventi previsti per la bonifica del sito costituiscono onere reale sui siti contaminati”. La norma però precisa che tali interventi vengono effettuati d’ufficio dall’Autorità competente e che tale onere reale viene iscritto soltanto a seguito dell’approvazione del “Progetto di Bonifica” e deve essere indicato nel certificato di destinazione urbanistica; d) In questo nuovo contesto, cioè ai fini dell’applicazione dei criteri di bonifica, sono state introdotte le due nuovissime definizioni dei livelli di contaminazione quali: CSC = concentrazione soglia di contaminazione (se >, occorre la “caratterizzazione” del sito); CSR = concentrazione soglia di rischio (se >, occorre la messa in sicurezza e la bonifica). ai fini della classificazione del sito rispettivamente come “potenzialmente contaminato” o come effettivamente “contaminato”. Con queste due nuove tipologie sparisce quindi la definizione di “sito inquinato” e per ciascuna di esse derivano specifici obblighi e trovano applicazione differenti procedure per raggiungere questi nuovi livelli di accettabilità. La CSC potrebbe essere dunque definita come “soglia di allarme”, superata la quale il responsabile dell’inquinamento è obbligato a: attuare tute le misure di prevenzione e di messa in sicurezza d’emergenza necessarie comunicare l’evento al Comune e alla Provincia competenti 34
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// siti contaminati
presentare alla Regione (o, in alcune Regioni, al Comune) il “Piano di Caratterizzazione” sulla base dei risultati, presentare il documento di “Analisi di rischio” del sito solo se dovesse risultare il superamento della CSR, si dovrebbe passare alla bonifica del sito. ALCUNI SUGGERIMENTI UTILI Da quanto brevemente sopra indicato spero che appaia evidente che l’entrata in vigore del D.L.vo 152/06 (2006?, 2007?, anche questo è un bel rebus!) fa apparire ancor più necessaria una attenta elaborazione dei contratti di compravendita di un sito destinato ad un campo di tiro a volo. In particolare, occorre tutelarsi con precise e dettagliate clausole relative alla eventuale bonifica del sito, su chi ne abbia formalmente l’obbligo e, soprattutto, su chi sia disposto ad accollarsene gli obblighi, sia esso il venditore o l’acquirente. Accade spesso, infatti, che l’uno o l’altro, o spesso entrambi, siano ignari di questo onere, sia perché non hanno cognizione del reale stato di contaminazione del sito, o, comunque, non si sono preoccupati minimamente di effettuare un’indagine chimico-analitica sulla base della quale valutare la concreta possibilità di doverlo successivamente bonificare e, di conseguenza, affrontare l’onere del complesso di lavori e di opere per riportare in bonus il terreno oggetto della trattativa. Sulla base di esperienze personali posso affermare che, anche se sempre più raramente, già nel settore industriale ogni trattativa di trasferimento della proprietà immobiliare non viene sempre accompagnata da un’indagine preventiva per analizzare il vero valore di un’azienda e le sue reali “condizioni ambientali” rispetto al terreno sul quale è insediata e nei riguardi dell’ambiente circostante con i connessi rischi legali, ma questo è invece un fenomeno pericolosamente diffuso nel mondo dei poligoni di tiro e vieppiù negli impianti per la pratica sportiva del tiro a volo. Consiglio, pertanto, di prevedere, nei contratti di alienazione di un esistente campo di tiro o nel comprare un’area per destinarla ad un nuovissimo impianto moderno e tecnicamente attrezzato, l’inserimento di esplicite pattuizioni finalizzate a prevenire future vertenze legali legate alla condizione ambientale del bene oggetto di trasferimento. Queste possono, ad esempio, concretizzarsi in garanzie finanziare a favore delle parti e garanzie di conformità che consentono alle parti di avere piena consapevolezza del rischio ambientale connesso al sito oggetto della compravendita e a quantificarne il valore commerciale nel modo migliore e più completo possibile. Per concludere consiglio vivamente, nelle fasi di preparazione degli atti di trasferimento della proprietà, di dedicare la massima attenzione a recuperare ed acquisire anche i seguenti fondamentali elementi “cartacei”: analisi dei documenti catastali, certificati storici urbanistici e informazioni sui soggetti coinvolti nella precedente conduzione del sito; ricerca di esistenti dati chimico-analitici e geognostici, effettuazione di una nuova campagna di campionamenti di acque, suolo e sottosuolo con successive analisi eseguite da laboratori di fiducia e di documentata serietà. In altri termini, è sempre consigliabile dedicare preventivamente un attento e serio lavoro di ricerca dell’equilibrio fra le logiche e sempre presenti contrapposte esigenze sia dell’acquirente che del venditore, magari coadiuvata da una parallela consulenza legale ambientale di supporto. giulioceccarelli@libero.it TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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S A N O
ALLENAMENTO PER TUTTI testo di FABIO PARTIGIANI
Nel precedente articolo ho fatto riferimento all’utilizzo di un piccolo attrezzo da inserire nella programmazione annuale del tiratore : il discosit. Come si è visto ha molteplici indicazioni e in più rende la seduta di allenamento divertente e stimolante. Nella concezione della moderna metodologia d’allenamento si è strutturata da diversi anni la cosiddetta “ programmazione a blocchi ”. Questa metodologia permette di sviluppare le capacità motorie, coordinative e condizionali, a blocchi. Mi spiego meglio. Adesso le competizioni, nel calendario nazionale e internazionale, sono aumentate in maniera considerevole. Possiamo dire che da febbraio a settembre le gare si susseguono in maniera frenetica. Dal termine della stagione agonistica all’inizio della nuova trascorrono si e no 3 mesi. Bisogna considerare che il tiratore quando finisce la stagione ha bisogno di un certo tempo ( periodo di transizione ) per ricaricare il suo organismo, usurato, fisicamente e mentalmente, dall’intensa attività agonistica. Mediamente il periodo di transizione varia dai: 12- 15 giorni per l’ atleta di alta qualificazione; 25-30 giorni atleta per l’atleta di media qualificazione; Per il settore giovanile i periodi di scarico coincidono molte volte con le vacanze scolastiche ( natalizie e pasquali). Questo periodo, spesso sottovalutato, è invece fondamentale per costruire la forma della nuovatab. stagione agonisti1. ca. Se troppo corto non permette all’organismo di recuperare tutte le energie spese, mentre se è troppo lungo, come spesso succede, le capacità motorie vanno sotto il livello soglia e occorre più tempo e fatica per ricostruire la forma. Naturalmente in questo periodo l’atleta deve svolgere delle attività che hanno poca attinenza con il gesto specifico. Vanno bene tutte quelle attività di squadra e individuali che permettono alla mente di recuperare più in fretta: calcetto, pallavolo, pallacanestro, tennis, tennis tavolo e nel nostro sport come dimenticare la caccia! E’ ovvia l’osservazione: ma la caccia ha attinenza, eccome, con il gesto specifico del nostro sport! Esatto, però per la maggior parte dei nostri atleti e di coloro i quali ruotano nel mondo del tiro a volo, rimane un’attività importante e insostituibile nel recupero della spesa energetica. All’inizio della nuova stagione agonistica, l’allenatore, l’istruttore o il commissario tecnico, pianificano prima di tutto, calendario alla mano, le competizioni di primo livello e di secondo livello alle quali parteciperà l’atleta. gare di 1 livello: le gare importanti, nelle quali l’atleta deve essere al massimo della forma (2- 3 a stagione); gare di 2 livello: le gare di controllo, della condizione tecnica e fisica. E’ questa la fase più delicata di tutta la programmazione. Dal numero delle gare, dalla loro cadenza mensile, si decide la stagione futura. Troppe gare portano ad un super allenamento organico, poche gare non permettono al tiratore di entrare in forma nel momento più importante della stagione. A questo punto bisogna pianificare le sedute di allenamento mensili cioè: quali capacità motorie deve sviluppare a Novembre, Dicembre, Gennaio etc, etc. Qui entra in scena il preparatore fisico che, con la sua esperienza, pianifica le sedute di allenamento di ogni tiratore, rispettando l’incremento costante delle diverse capacità condizionali, come si può notare dall’osservazione della tab. 1.
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OTTOBRE 2010 _ n° 199
tab. 1.
MESE
RESISTENZA%
FORZA%
RAPIDITA’%
MOBILITA’ ARTICOLARE/ ELASTICITA’ MUSCOLARE
NOVEMBRE
100
50
=
SEMPRE
DICEMBRE
100
50
=
SEMPRE
GENNAIO
80
100
50
SEMPRE
FEBBRAIO
80
100
50
SEMPRE
MARZO
60
80
70
SEMPRE
APRILE
60
70
80
SEMPRE
MAGGIO
50
60
90
SEMPRE
GIUGNO
50
50
90
SEMPRE
LUGLIO
40
40
100
SEMPRE
AGOSTO
40
40
100
SEMPRE
SETTEMBRE
40
40
100
SEMPRE
OTTOBRE
Scarico organico
Scarico organico
Scarico organico
SEMPRE
Di seguito verranno presi in considerazione dei programmi di allenamento per lo sviluppo e l’incremento della Rapidità che ha il suo massimo incremento nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre. Perché la Rapidità deve essere sviluppata in questi mesi e non in altri? La ragione è molto semplice. Di solito in questi mesi vengono collocate le più importanti gare della stagione sia per gli atleti di alta qualificazione (Campionato Europeo, Campionato del Mondo, Olimpiadi), sia per gli atleti di media qualificazione che per il Settore Giovanile: Finale Campionato Italiano. Dopo aver sviluppato nei mesi precedenti la Resistenza e la Forza, da Gennaio è consigliato inserire le esercitazioni per lo sviluppo della rapidità, che raggiungeranno il picco d’incremento nei mesi estivi. (inserire schema funicelle, palline tennis e discosit). Questi schemi sono semplicemente degli esempi ed è assolutamente inutile copiarli. Devono essere inseriti in una programmazione mirata per avere i risultati sperati.
TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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// allenamento per tutti
SCHEMA ESERCITAZIONE PALLINE TENNIS (COORDINAZIONE OCULO-MANUALE) SPOSTAMENTI LATERALI: 25” X 6 LANCI MURO: 25 X 5 PALLEGGI: MANO DX 25 X 4 MANO SX 25 X 4 DX + SX 25 X 3
ESERCITAZIONE CON DISCOSIT BI- PODALICO: CON BASTONE FERRO KG.3 25” SKEET: simulare la serie FOSSA: simulare le angolazioni (5 centrali - 5 dx - 5 sx) DOUBLE TRAP: simulare schema A- B- C. BI- PODALICO: CON FUCILE 25” ripetere la sequenza come sopra
PRESE AL VOLO: 25 LANCI AL MURO/COPPIA MANO DX (1 PALLINA) 25 LANCI AL MURO/COPPIA MANO SX (1 PALLINA) 25 LANCI A COPPIA 2 PALLINE
MONO- PODALICO: CON BASTONE DI FERRO KG. 3 25” ripetere la sequenza come nel bi- podalico
SCHEMA FUNICELLE (RESISTENZA)
SCHEMA FUNICELLE (RAPIDITA’)
PARI UNITI (P.U.) : 1’ X 1 45” X 2 30” X 3 25” X 4
PARI UNITI : 10” X 8 15” X 6
ALTERNATI (A.) : 25” x 3 30” x 2 45” x 1 PARI UNITI INCROCIATI (P.U.I.) : 30” X 4 ALTERNATI INCROCIATI (A.I.) : 25” X 4
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MONO- PODALICO: CON FUCILE 25” ripetere la sequenza come sopra
ALTERNATI : 10” X 8 PARI UNITI INCROCIATI : 10” X 6 15” X 4
TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
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A T T I
U F F I C I A L I
AVVISO IMPORTANTE Tutti gli atleti (agonisti ed amatori) che disputano gare, nel caso in cui debbano assumere farmaci, devono essere in possesso del modulo di trasmissione della “Dichiarazione di uso terapeutico di sostanze vietate o metodi proibiti”(DUT). La ““Dichiarazione di uso terapeutico di sostanze vietate o metodi proibiti”(DUT) deve essere spedita per Raccomandata A/R all’Ufficio di Procura Antidoping del CONI (Stadio Olimpico, Curva Sud, Gate 23, Secondo piano, 00194 Roma): - Per gli atleti non soggetti a TUE (Richiesta di Esenzione ai Fini Terapeutici), la DUT va inviata entro 7 giorni lavorativi dalla data di sessione del prelievo ed è soggetta a revisione ed accettazione da parte dell’organismo deputato al controllo della documentazione; il mancato riconoscimento della reale necessità medica al trattamento indicato comporta l’attivazione di un procedimento disciplinare. - Per Glucocorticosteroidi (Cortisonici) utilizzati per via non sistemica, la DUT va presentata nel momento in cui si inizia la somministrazione, sono interessati tutti gli Atleti compresi quelli inseriti nel Gruppo Registrato ai Fini dei Controlli (RTP). Si ribadisce che gli atleti inseriti nell’RTP, nel caso in cui debbano assumere farmaci, devono compilare la TUE. Nel caso in cui il Comitato per l’Esenzione ai Fini Terapeutici”(CEFT) approvi la TUE, l’Atleta può cominciare il trattamento farmacologico soltanto dopo aver ricevuto la notifica di autorizzazione da parte del CEFT. Si fa eccezione per i casi in cui l’intervento farmacologico si configuri quale trattamento di emergenza indispensabile per le condizioni di salute dell’atleta; in questo caso l’autorizzazione può avere validità retroattiva.
Per prendere visione del “Regolamento Antidoping” e la relativa modulistica, collegarsi sul sito federale HYPERLINK “http://www.fitav.it” www.fitav.it , cliccare sul link in basso. Una volta aperta la Home Page del sito HYPERLINK “http:// www.coni.it” www.coni.it , scorrere la colonna laterale sinistra fino alla voce Antidoping e cliccarla. Si prega di prenderne visione e si raccomanda la massima cura e scrupolosità. Per qualsiasi ulteriore informazione, contattare il Medico Federale dr. Francesco Fazi 335333670 e l’Ufficio Antidoping FITAV dr. Antonio Morano 06368588352.
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TAV MAGAZINE _ IL TIRO A VOLO
41
vince 11 medaglie ORO
D. Kostelecky (CZE) - Tra p Uomini Perazzi MX2000-8
W. Eller (USA) - Double Trap Uomini Perazzi MX2005
S. Makela (FIN) - Trap Don ne Perazzi MX2000-8
ARGENTO
G. Pellielo (ITA) - Trap Uom ini Perazzi MX8
Z. Stefecekova (SVK) - Tra p Donne Perazzi MX2000-8
T. Brovold (NOR) - Skeet Uomini Perazzi MX2000-8
BRONZO
A. Alipov (RUS) - Trap Uo mini Perazzi MX8
C. Cogdell (USA) - Trap Donne Perazzi MX2000-3
C. Brinker (GER) - Skeet Donne Perazzi MX2000-8
K. Rhode (USA) - Skeet Donne Perazzi MX12
B. Hu (CHN) - Double Tra p Uomini Perazzi MX2005