La Santità Sconosciuta

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Presentano:

PIEMONTE TERRA DI SANTI Il decennale e l’Anfiteatro dell’Anima

Opera realizzata dall’artista saluzzese Germana Eucalipto



Musica, cultura e spiritualità alla scoperta di Piemonte Terra di Santi per un nuovo Rinascimento

Anfiteatro dell’Anima – Strada Salita Mina – Grinzano di Cervere (Cn) Abbazia di Staffarda- Revello (Cn) Castello degli Acaja - Piazza Castello – Fossano Castello della Manta Frazione di Grinzano di Cervere


DECIMA EDIZIONE “La Santità Sconosciuta – Piemonte Terra di Santi” è giunta alla decima edizione, e si conferma come un appuntamento fisso del panorama culturale della Provincia di Cuneo e del Piemonte, ove le personalità di maggiore spicco del mondo culturale, musicale, religioso e spirituale, si incontreranno per convogliare idee, professionalità e talenti in una profonda riflessione sui confini della spiritualità tra arte, storia, letteratura e, naturalmente musica. Negli anni scorsi sono stati ospitati personaggi quali: Uto Ughi, L’Orchestra Sinfonica nazionale della Rai, I virtuosi della Scala di Milano,l’orchestra Sinfonica di Sanremo, Mariella Devia,Raina Kabaivanska, Barbara Frittoli,Giovanni Bellucci, Salvatore Accardo, Giancarlo Giannini, Alessandro Preziosi,Paola Gassmann, Paolo Mieli, Armando Torno, Gian Mario Ricciardi, Walter Barberis, Massimo Ranieri , Roberto Vecchioni, Franco Battiato, Noa, solo per citarne alcuni. Ci onora per il nono anno consecutivo il Maestro Uto Ughi , anche quest’anno in triplice veste. Non salirà infatti solo sul palco, protagonista del concerto per violino e pianoforte , ma svolgerà il ruolo di CoDirettore Artistico della Rassegna , curerà

la Masterclass di violino dedicata ai giovani musicisti e per la prima volta in forma di lezione-concerto ,declamerà i sonetti ,a corollario dell’opera dialogando con l’Orchestra dei giovani talenti italiani, ed effettuando la narrazione dell’opera vivaldiana. L’ampia collaborazione del Maestro Ughi si rivela un attestato di stima per l’impegno profuso della manifestazione a far conoscere la musica soprattutto tra le nuove generazioni . Una presenza illustre per la nostra Rassegna , diventata un appuntamento di primo piano nel panorama culturale piemontese.

La Santità Sconosciuta è creatura nata dai fratelli Natascia e Ivan Chiarlo, musicisti e ideatori di eventi culturali. Il loro obiettivo-stella polare- non è mai stato disgiunto dalla cura, formazione e offerta di occasioni per i giovani musicisti e soprattutto per i talenti emergenti della nuova generazione musicale ai quali si dischiudono in tal modo anche speranze di lavoro altrimenti precluse.

Il Nuovo Anfiteatro dell’Anima fortemente voluto da Ivan Chiarlo, è un grande spazio all’aperto che riprende il modello dei Teatri della Grecia classica.


A contatto con la natura è visivamente abbracciato dalla cerchia delle Alpi, col Monviso da un lato, e dai dolci declivi delle colline delle Langhe, dall’altro. Una gradinata scende verso il palco, chiuso alle spalle da quinte composte da grandi blocchi di pietra “da scogliera”, massi recuperati che danno alla costruzione un senso arcaico di solidità, quasi a voler sfidare il tempo. Un palcoscenico a contatto del cielo davanti ad una platea realizzata sul declivio erboso, con piccoli terrazzamenti digradanti fino allo specchio d’acqua che separa il pubblico dalla scena dominata al centro della scena dalla scultura “Anima” una grande maschera di sette metri, fatta realizzare in un laboratorio di Lucca. L’opera vuole esprimere il significato del progetto: un luogo dedicato all’arte, alla musica, al teatro. La strada di accesso lievemente in salita conduce al teatro, delimitato da una staccionata in legno. Nessuna struttura in cemento, solo pietra e erba, con l’attento studio dell’inclinazione della platea, per consentire anche agli spettatori delle ultime file di godere una vista completa del palco, dichiara la volontà di Ivan Chiarlo, di mantenere un forte e rispettoso legame con il paesaggio: campi coltivati a grano. “Abbiamo voluto creare un luogo spirituale – spiega Ivan Chiarlo dove l’arte, la musica, il teatro, la danza si coniughino con la natura. La “Santità Sconosciuta– Piemonte Terra di Santi, è stata l’esperienza che ci ha suggerito questo progetto perché il pubblico che

l’ha seguita mi ha fatto capire che ci sono tante persone che ricercano questi valori e li apprezzano”. Il teatro potrà accogliere oltre cinquemila spettatori, con duemila posti a sedere su poltroncine che verranno disposte sulle gradinate, e i restanti nel prato che si estende alle loro spalle.

Tra i luoghi che ospiteranno la Rassegna,l’Anfiteatro dell’Anima a Cerverefrazione Grinzano,l’ Abbazia di Staffarda di Revello, il Castello della Manta, il Castello degli Acaja a Fossano.

Centro della meditazione della manifestazione dello scorso anno è stato il tema della “lumen fidei”, caro a Papa Francesco e titolo della Sua prima enciclica da Santo Padre. Tale tematica è stata affrontata e sviluppata in una partecipata serata di dialogo tra il Prof. Paolo Mieli e il teologo alla Pontificia Università Gregoriana di Roma Don Alberto Piola. Tema centrale dell’edizione del 2012 è stato “La Spiritualità elevata a musica in viaggio fra Occidente e Oriente”. La musica come l’elemento in condivisione, e attraverso un confronto fra le diverse fedi e la musica stessa declinata a 360°, si arriva all’uomo e al senso sacrale e spirituale nell’Universo. Questa riflessione è stata al centro del Forum in programma al Palazzo Taffini di Savigliano. Per la prima volta i rappresentanti del Festival de Fès des Musiques Sacrèes du Monde hanno


dialogato con gli interpreti principali de La Santità Sconosciuta per fissare territori comuni sui quali ciascuna tradizione possa raccontarsi e confrontarsi. Questa riflessione rimane il tratto caratteristico della manifestazione. Nella prima edizione , nel 2006, l’obiettivo è stato puntato sul patrimonio religioso del Piemonte che vanta oltre 600 santi riconosciuti dalla Chiesa Cattolica. La seconda edizione, nel 2007, ha analizzato i siti più affascinanti della santità piemontese, soffermandosi sui luoghi di culto, in particolare sulle abbazie e sul monachesimo. L’edizione del 2009 in occasione dell’ottocentesimo anniversario dell’istituzione dell’Ordine dei Francescani Minori, ha reso omaggio a San Francesco, sottolineando l’attualità del suo messaggio evangelico. L’importanza del dialogo e il valore dell’universalismo sono riaffermati attraverso la figura del “fraticello d’Assisi”: la forza dell’umiltà e dell’amore per superare ogni barriera e parlare al cuore dell’intera umanità. L’edizione 2010 ha analizzato il tema della Preghiera Cristiana: il respiro dell’anima, il legame intimo con il Suo Creatore e Salvatore. L’edizione 2011 ha analizzato il tema della “Pace”, una parola così piccola e così difficile da coniugare, pace che si regge sul rispetto, sui diritti umani fondamentali troppo spesso ignorati.

Come sempre l’anima della manifestazione è l’Associazione culturale Arturo Toscanini che anche quest’anno è lieta di proporvi un programma di alto livello artistico che prende l’avvio con l’Anfiteatro dell’Anima.

Benvenuti a “La Santità Sconosciuta – Piemonte Terra di Santi – per un Nuovo Rinascimento”.


I luoghi della SantitĂ Sconosciuta

Anfiteatro dell’Anima Grinzano di Cervere (CN)

Castello degli Acaja Fossano (CN)

Abbazia di Staffarda Revere (CN)

Castello della Manta Manta (CN)


ASSOCIAZIONE ARTURO TOSCANINI Si pone come missione la sensibilizzazione delle nuove generazioni attraverso azioni concrete di formazione e istruzione. In particolare sotto la guida costante di grandi artisti di fama nazionale e internazionale, incentreremo l’attenzione sia sugli studenti che stanno completando il percorso formativo presso i conservatori italiani, sia su giovani già diplomati, attraverso il loro coinvolgimento in attività concertistiche, cercando in questo modo di garantire loro un futuro sicuro nel campo artistico. L’Associazione presieduta dai musicisti Natascia e Ivan Chiarlo risponde all’esigenza di dover guardare al futuro nella maniera più concreta, e quindi sostenendo, promuovendo e organizzando numerosi eventi musicali e culturali fra i quali, il più significativo, “La Santità Sconosciuta – Piemonte terra di Santi”, che si ripete ogni autunno nei luoghi più suggestivi della provincia di Cuneo. All’interno di questa rassegna, il Maestro Uto Ughi, di cui Natascia Chiarlo è Assistente Artistico personale, è da anni fedele ospite d’onore nelle attività

dell’Associazione, nonché consulente alla Direzione Artistica e docente della Masterclass internazionale di violino dedicata ai giovani musicisti. L’Associazione si pone come missione la sensibilizzazione delle nuove generazioni attraverso azioni concrete di formazione e istruzione. Di altissimo livello artistico gli spettacoli di cui cura direttamente la Direzione Artistica e nei quali si avvale spesso di collaborazioni prestigiose con artisti di fama nazionale e internazionale. L’Associazione è poi anche attiva sul piano benefico e sociale

A destra:

Ivan e Natascia Chiarlo

Direttori artistici Associazione Arturo Toscanini @AssToscanini


Ivan e Natascia Chiarlo Š Claudio Molinaro


Anfiteatro dell’Anima Strada Salita Mina Grinzano di Cervere (CN) Programma: Giovedì 3 settembre 2015 - Ore 20:15 Noa in Concerto “Love Medicine”Tour 2015 Venerdì 4 settembre 2015 - Ore 20:30 Orchestra dei Giovani talenti Italiani

I biglietti si possono acquistare in prevendita sui circuiti: www.piemonteticket.it www.ticketone.it e ai punti vendita indicati su: www.piemonteticket.it Per informazioni: 340 49851367 Anfiteatro dell’Anima


A contatto con la natura è visivamente abbracciato dalla cerchia delle Alpi, col Monviso da un lato, e dai dolci declivi delle colline delle Langhe, dall’altro. Una gradinata scende verso il palco, chiuso alle spalle da quinte composte da grandi blocchi di pietra “da scogliera”, massi recuperati che danno alla costruzione un senso arcaico di solidità, quasi a voler sfidare il tempo. Un palcoscenico a contatto del cielo davanti ad una platea realizzata sul declivio erboso, con piccoli terrazzamenti digradanti fino allo specchio d’acqua che separa il pubblico dalla scena dominata al centro della scena dalla scultura “Anima” una grande maschera di sette metri, fatta realizzare in un laboratorio di Lucca. L’opera vuole esprimere il significato del progetto: un luogo dedicato all’arte, alla musica, al teatro.

La strada di accesso lievemente in salita conduce al teatro, delimitato da una staccionata in legno. Nessuna struttura in cemento, solo pietra e erba, con l’attento studio dell’inclinazione della platea, per consentire anche agli spettatori delle ultime file di godere una vista completa del palco, dichiara la volontà di Ivan Chiarlo,di mantenere un forte e rispettoso legame con il paesaggio: campi coltivati a grano. “Abbiamo voluto creare un luogo spirituale – spiegano Ivan e Natascia Chiarlo - dove l’arte, la musica, il teatro, la danza si coniughino con la natura. La “Santità Sconosciuta– Piemonte Terra di Santi, è stata l’esperienza che ci ha suggerito questo progetto perché il pubblico che l’ha seguita ci ha fatto capire che ci sono tante persone che ricercano questi valori e li apprezzano”. Il teatro potrà accogliere oltre cinquemila spettatori, con duemila posti a sedere su poltroncine che verranno disposte sulle gradinate, e i restanti nel prato che si estende alle loro spalle.


PROGRAMMA:

Giovedì 3 Settembre 2015 Strada Salita Mina Grinzano di Cervere (CN)

Ore 19:45 Opening Ceremony Uto Ughi alla presenza delle Istituzioni taglierà il nastro inaugurale Ore 20:15 NOA in Concerto “Love Medicine”Tour 2015 NOA Lei è la prima cantante/cantautrice internazionale di Israele, dopo aver condiviso il palco con star come Sting, Pat Metheny, Quincy Jones, Stevie Wonder, Andrea Bocelli e molti altri, e insieme al suo collaboratore di lunga data Gil Dor, ha pubblicato più di 15 album che hanno venduto milioni in tutto il mondo. Noa è stata la prima ebrea a esibirsi nel Vaticano. Ha scritto testi e registrato la canzone per il tema di grande successo per il film premio Oscar “La vita è bella”. Noa canta in sei lingue, inoltre ha collaborato con Orchestre Sinfoniche in tutto il mondo, e si è esibita nelle sale più prestigiose del mondo, tra cui la Casa Bianca.

Noa ha collaborato con numerosi artisti del mondo arabo, tra cui Khaled dall’Algeria e Nabil Salameh dal Libano, ma soprattutto con l’artista israeliano/ palestinese Mira Awad, con il quale ha rappresentato Israele nel Eurovision 2009, cantando davanti a un pubblico di milioni in arabo, inglese ed ebraico. La celebre cantante israeliana Noa, si esibirà all’Anfiteatro dell’Anima nel concerto inaugurale sulla collina di Cervere. Nessuna voce meglio di quella di Noa può esprimere con tanta forza la spiritualità del luogo ove natura e cultura si fondono quasi magicamente. L’atmosfera che permea la “Santità Sconosciuta - Piemonte Terra di Santi” si ritrova nell’Anfiteatro dell’Anima circondato da un panorama di montagne e colline su cui lo sguardo spazia a perdita d’occhio. Alle prime luci della sera la celebre cantante, accompagnata da Gil Dor, verrà alla chitarra, Adam Ben Ezra, al basso, e Gadi Seri alla batteria, presenterà al pubblico il Suo nuovo lavoro e al tempo stesso ripercorrerà le canzoni più amate della sua carriera, fra cui l’indimenticabile interpretazione della colonna sonora del film “La vita è bella” di Roberto Benigni e l’”Ave Maria” che ha cantò davanti a Papa Giovanni Paolo II. La Santità sconosciuta - Piemonte Terra di Santi la sera del 3 settembre sarà tappa di una serie di concerti di Noa chiamati “Love medicine tour” che dal 13 luglio scorso la nostra vocalist porta nelle città italiane e europee.


NOA

Il suo ultimo album è frutto della collaborazione di Noa con Gil Dor da sempre al suo fianco come direttore musicale e chitarrista. Il lavoro nasce da quattro lunghi anni di lavorazione: una pausa creativa in cui Noa e Gil hanno tradotto in musica tutte le sfumature delle emozioni e l’energia scaturite da incontri significativi e luoghi magici. Tra i luoghi ispiratori c è sicuramente l’Abbazia di Staffarda che ha visto Noa fantastica protagonista alcuni anni fa di uno straordinario concerto per il festival “La Santità Sconosciuta - Piemonte

Terra di Santi”, primo momento di un legame artistico e ideale con i fratelli Natascia e Ivan Chiarlo, direttori della rassegna dedicata al “Piemonte terra di Santi”, e realizzata dall’associazione Arturo Toscanini di Savigliano. Il concerto del 3 settembre rappresenta un’occasione unica per ascoltare, in un contesto così suggestivo, questa straordinaria interprete, capace di conquistare anche l’ascoltatore più esigente con la sua voce angelica e la sua presenza scenica magnetica.


PROGRAMMA: A. Vivaldi “Le Quattro Stagioni”

Venerdì 4 Settembre 2015 Strada Salita Mina Grinzano di Cervere (CN)

Ore 20.30 Orchestra dei Giovani Talenti Italiani Da Expo 2015 all’Anfiteatro dell’Anima

Concerto “Le Quattro Stagioni” di A.Vivaldi Lettura dei sonetti: Uto Ughi Ingresso libero su prenotazione fino ad esaurimento posti

Il Maestro Uto Ughi, per la prima volta in forma di lezione-concerto fornisce suggerimenti interpretativi all’Orchestra, declama i sonetti,narrando l’opera vivaldiana.

La Primavera allegro largo allegro L’ Estate allegro non molto adagio presto L’ Autunno allegro adagio molto allegro L’ Inverno allegro non molto largo allegro Violino: Silvia Mazzon E. Chausson concerto per violino pianoforte e orchestra d’archi op.21 in re maggiore 1. Decide 2. Sicilienne 3. Grave 4.Tres anime Violino: Silvia Mazzon Pianoforte: Alessandro Marino


Orchestra dei Giovani Talenti Italiani

Dopo il primo tempo in cui la musica mima perfettamente il battere dei denti per il gelo pungente (l’Inverno fa in questo senso coppia con l’Estate, entrambi dominati dal tema delle avversità della natura), il Largo seguente prova definitivamente la maestria di Vivaldi nella creazione melodica: sullo sfondo del ticchettio della pioggia (il pizzicato degli archi) al violino solista il compositore un canto di rara bellezza, disteso, caldo, intenso e grazioso insieme, perfetta metafora della quiete casalinga e del tepore del focolare davanti a cui sentirsi al sicuro.

Ma toni ben più incerti tornano a dominare l’apertura del terzo tempo: si cammina sopra il ghiaccio nel perenne rischio di scivolare; si rallenta il passo, poi si corre e si cade rovinosamente, di nuovo si corre e il ghiaccio si rompe. Un breve accenno di Sirocco illumina la scena, mite ma ormai lontano ricordo dell’estate passata; veniamo poi sorpresi da «tutti i venti in guerra» che soffiano furiosi, un turbine che conclude così una delle sillogi più immaginifiche della storia della musica occidentale.


La recente inaugurazione dell’Anfiteatro dell’Anima sarà l’occasione di un concerto speciale dell’ Orchestra dei Giovani Talenti Italiani. L’Orchestra eseguirà la celebre opera di Antonio Vivaldi: Le Quattro Stagioni. Il coinvolgimento di questi artisti talentuosi implica altresì la valenza sociale dell’iniziativa fornendo loro una chance di dimostrare la propria bravura frutto di passione, sacrificio e applicazione costante. Implicitamente si può enucleare anche una denuncia della grave situazione in cui verte la cultura italiana, anche e soprattutto musicale che tarpa le ali a ragazzi di conclamata bravura. Questa formazione è frutto di un’attenta selezione di giovani, meravigliosi musicisti, (dai 17 ai 24 anni) selezionati e formati dai fratelli Chiarlo per un concerto svoltosi nel giugno scorso a Expo 2015. A Expo 2015 si è avuta la conferma della bontà dell’iniziativa , in quanto questi giovani hanno meritato il plauso incondizionato del pubblico e del Ministro dei beni culturali Dario Franceschini. Ed è stato proprio il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che a fine concerto, ha messo in evidenza un concetto di vitale importanza per la salvaguardia delle prossime generazioni di artisti, sostenendo che “Finora abbiamo pensato, sbagliando, che il compito del dipartimento dei Beni Culturali fosse di conservare il nostro straordinario passato. Invece

abbiamo un patrimonio enorme di talenti, di giovani in tutti i campi, da valorizzare”. L’importante è quindi dare nuova vita alla cultura per i giovani ricordandoci di valorizzare i beni culturali. Alcuni di loro sono stati scelti dal Maestro Riccardo Muti per far parte dell’Orchestra Cherubini, altri hanno frequentato l’Accademia del Teatro Alla Scala di Milano, altri ancora hanno fatto parte dell’Orchestra Filarmonica Veneta e dell’Offerta Musicale di Venezia, dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, hanno vinto i concorsi per far parte dell’Orchestra Europea Euyo e della Jugend Mahler Orchester. Provenienti da differenti Conservatori Italiani e diplomati col massimo dei voti e la Lode (Milano, Reggio Emilia, Adria, Trieste), sono entusiasti di poter contribuire a diffondere il loro linguaggio musicale ai propri coetanei, talvolta purtroppo così estranei alla musica classica. Questo Concerto è anche, come già largamente discusso, un’opera sociale molto importante per sostenere la cultura italiana e per poter contribuire a rilanciare il nostro Paese, partendo proprio dai giovani, nostro presente e futuro, ricchezza inestimabile e giovani talenti di cui l’Italia è ricca. Sponsorizzare e promuovere questi giovani, dando loro occasioni di visibilità, è importante per sostenerli premiando la loro tenacia e costante applicazione ed è inoltre fondamentale per tenere alto il livello artistico-culturale italiano.


“LE QUATTRO STAGIONI” di Antonio Vivaldi Tra le composizioni più celebri di sempre, i quattro concerti soprannominati le Stagioni di Antonio Vivaldi apparvero, fin dalla pubblicazione a stampa per i tipi di Le Cène (Amsterdam, 1725) una delle antologie strumentali più sorprendenti e significative dell’autore veneziano. Destinate a fortuna ben viva in pressoché ogni tipo di pubblico ancora oggi, le Stagioni costituiscono la vera e propria pietra di paragone di una tradizione musicale che, proseguendo sino alla Sinfonia delle Alpi (1915) di Richard Strauss, gioca con la Wunderkammer di stili, forme, ritmi e strumentazioni possibili per illustrare il ‘programma’, ossia la traccia – narrativa o, come nel caso di Vivaldi, descrittiva – da cui il compositore trae le mosse per forgiare la propria opera creativa. Prima della musica vi è dunque un programma, un intento originale e di fondo: nel nostro caso si tratta dei celebri quattro sonetti che, nella totalità del corpus a stampa e manoscritto superstite, sono tramandati dalla sola citata prima edizione del 1725; oltre a questi, di per sé apparentemente sufficienti a descrivere per immagini le peculiarità metereologiche e umane di ciascuna stagione dell’anno, Vivaldi si curò quasi

sempre di inserire i singoli versi uniti a ‘rubriche’ aggiuntive (il canto degli uccelli, gli Zeffiretti, i lampi e tuoni e il cane che grida della Primavera; il pianto del villanello, mosche e mosconi, tuona e fulmina il ciel nell’Estate; e così via) anche direttamente in partitura, collegando così direttamente il concetto da ‘affrescare’ in musica e la sua diretta manifestazione sonora, e di fatto obbligando l’esecutore ad uno sforzo imitativo più chiaro e consapevole. Nonostante recenti acquisizioni musicologiche sembrino identificare nei quattro sonetti un tentativo (benché riuscitissimo) di descrivere a posteriori la partitura vivaldiana, ci sono altrettante prove che dimostrano come Vivaldi avesse già in mente un preciso e dettagliato programma fin dalle fasi antecedenti a quella compositiva, non fosse altro per il fatto che in nessun altro suo concerto ‘descrittivo’ (La tempesta di mare, Il gardellino, La caccia) egli ha adoperato un ventaglio così vario e strutturato di onomatopee ed escamotages imitativi. Brillanti, coloratissime, lussureggianti, l’infinita gamma di sfumature e di possibilità interpretative offerte dalle Stagioni fu a lungo fonte di ispirazione stilistica e formale per i compositori successivi: si pensi al ciclo di cantate Die Tageszeiten di Telemann, il quale adotta la struttura quadripartita per descrivere i quattro momenti fondamentali della giornata (mattino, pomeriggio, sera, notte).


Ma i quattro concerti costituirono anche una vera e propria miniera a cui lo stesso Vivaldi attinse più volte in seguito, citando se stesso e contribuendo definitivamente alla fortuna simbolico-evocativa, quasi da paradigma iconografico, delle ‘figure’ musicali da lui create: il celebre ritornello iniziale della Primavera, ad esempio, compare pressoché intatto anche nelle opere teatrali Dorilla in Tempe e Giustino (nel primo caso direttamente associato alla celebrazione della stagion novella, nel secondo al fine di evocare il carattere rustico della scena). Mutevoli come il tempo atmosferico, sintetiche e dalle proporzioni perfette eppure libere nella struttura e nella durata dei vari episodi, le Stagioni hanno come assoluto protagonista «il ritmo perpetuo e circolare della natura» (C. Fertonani, La musica strumentale di Antonio Vivaldi): «come nei paesaggi e nelle vedute della tradizione pittorica veneta ... l’umanità resta sullo sfondo identificandosi in sagome indistinte, o comunque appare immersa nella realtà atmosferica e sottoposta all’arbitrio incontrollabile delle leggi naturali» (ibidem). Fra i ‘comprimari’ - presenti più volte all’interno dei quattro concerti – vi sono la tempesta (la quale si profila all’orizzonte nella Primavera, e diviene il fil rouge di Estate e Inverno), lo spirare di venti diversi (Zeffiro dolce, Sirocco, Borea e tutti i venti in guerra), il sonno, la rustica festa di campagna, il canto degli uccelli; ma è una gioia lasciare all’ascoltatore lo spazio per riconoscere ed indovinare autonomamente

le peculiarità visive, estetiche e sinestetiche di ogni stagione, dalla pesante calura estiva popolata di fastidiosi mosconi alle luminose feste autunnali ebbri di vino, dall’ostilità degli elementi invernali (seppur nel tepore del focolare) al promesso rinnovo della vita in primavera.

Concerto “La primavera” per violino principale, due violini, viola e basso, da Il cimento dell’armonia e dell’inventione op. VIII n. 1, RV 269

Giunt’ è la primavera, e festosetti La salutan gl’augei con lieto canto, E i fonti allo spirar de’ Zeffiretti Con dolce mormorio scorrono intanto. Vengon’ coprendo l’aer di nero ammanto e Lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti indi tacendo questi, gl’augelletti tornan’ di nuovo al lor canoro incanto: e quindi sul fiorito ameno prato al caro mormorio di fronde e piante dorme ‘l caprar col fido can’ à lato. Di pastoral Zampogna al suon festante danzan ninfe e pastor nel tetto amato di primavera all’apparir brillante. Forse il movimento più celebre dell’intera silloge, la Primavera si apre con lo slancio ritmico tipico della danza e una semplicità solare e festosa; solo poche misure e l’ascoltatore viene ben presto attorniato da una moltitudine di uccelli, i cui continui melodiosi richiami sono magistralmente plasmati in partitura coinvolgendo i soli


tre violini. Il dolce mormorio degli zefiri lascia poi il posto alle nubi lontane cariche di pioggia, a tratti scosse da tuoni e lampi; il ritorno degli augelletti prima e del brioso ritornello iniziale poi segna la chiusura – simmetrica – del primo movimento. «E quindi sul fiorito ameno prato / al caro mormorio di fronde e piante / dorme ‘l caprar col fido can’ à lato»: il secondo movimento è una vera e propria veduta campestre, un delicato affresco in cui Vivaldi rinuncia alla giustapposizione ‘orizzontale’ di episodi fra loro contrastanti a favore della rappresentazione simultanea di capraro assopito (violino solo), mormorio delle fronde (violini) e cane che grida (viola); e il ricordo non può non andare al cinquecentesco Contraponto bestiale alla mente di Adriano Banchieri, in cui un cane, un cucù, un gatto e un chiurlo si divertono, con i propri versi caratteristici, a intrecciare un contrappunto polifonico. Infine, in linea con la scena anche l’organico viene alleggerito, escludendo violoncelli e bassi e rimanendo perciò nella fascia sonora più acuta. L’imitazione della pastoral zampogna domina poi il terzo tempo: ninfe e pastori danzano leggiadri, non senza qualche passo ardito e soprattutto senza togliere alla scena il carattere rustico, autentico e quasi popolare, più che idillico o bucolico, immediatamente evocato dai disegni melodici dei violini al di sopra di note lunghe di bordone.

Concerto “L’estate” per violino principale, due violini, viola e basso, da Il cimento dell’armonia e dell’inventione op. VIII n. 2, RV 315

Sotto dura stagion dal sole accesa langue l’uom, langue ‘l gregge ed arde il pino; scioglie il cucco la voce, e tosto intesa canta la tortorella e ‘l gardellino. Zefiro dolce spira, ma contesa muove Borea improvviso al suo vicino; e piange il pastorel, perché sospesa teme fiera borasca, e ‘l suo destino. Toglie alle membra lasse il suo riposo il timore de’ lampi, e tuoni fieri, e de mosche e mossoni il stuol furioso. Ah, che pur troppo i suoi timor son veri! Tuona e fulmina il Ciel, e grandioso tronca il capo alle spiche e a’ grani alteri. L’Estate condivide con l’Inverno un carattere ambiguo, doppio, decisamente pervaso da tinte ‘negative’: l’uomo è in totale balia di una natura matrigna e a tratti violenta («Tuona e fulmina il Ciel, e grandioso tronca il capo alle spiche e a’ grani alteri», in chiusura del terzo movimento), infastidito dall’afosa calura popolata da mosconi (secondo tempo), e solo in parte rinfrancato dallo spirare di Zefiro, episodio brevissimo che ben presto cede il passo alla furia dei venti. Il pianto del villanello (primo tempo) è abilmente costruito lasciando protagonisti il violino solista ed il basso, impegnato


in dolenti scale cromatiche che, sfruttando la condotta armonica incerta e in perenne mutamento, perfettamente illustrano acusticamente i timori immediati e profondi del giovane («e piange il pastorel, perché sospesa teme fiera borasca, e ‘l suo destino»).

Concerto “L’autunno” per violino principale, due violini, viola e basso, da Il cimento dell’armonia e dell’inventione op. VIII n. 3, RV 293

Celebra il Vilanel con balli e Canti del felice raccolto il bel piacere, e del liquor di Bacco accesi, tanti finiscono col Sonno il lor godere. Fa’ ch’ogn’uno tralasci e balli e canti l’aria che temperata dà piacere, e la stagion, ch’ invita tanti e tanti d’un dolcissimo sonno al bel godere. I cacciator alla nov’alba à caccia con corni, schioppi, e cani escono fuore; fugge la belva e Seguono la traccia; già sbigottita, e lassa al gran rumore de’ Schioppi e cani, ferita minaccia languida di fuggir, ma oppressa muore. Ricchissimo di idee e immagini sonore è l’Autunno: se il primo tempo (omesso nel presente concerto insieme al terzo, dedicato al tema della caccia) presenta una vivace imitazione delle feste campestri dei giorni di vendemmia, dell’ubriaco che prima non si regge in piedi e che infine cade in un profondo sonno mentre sullo sfondo la festa continua imperterrita, il secondo

tempo (corrispondente in toto alla seconda quartina del sonetto) è un vero capolavoro di trascoloramenti armonici, sovrapposizioni di note tenute e sapiente gestione della dissonanza. La memoria corre ad altre pagine intense della produzione vivaldiana (si pensi all’incipit del Magnificat, o all’Et in terra pax dal celeberrimo Gloria RV 589), le quali condividono il clima sospeso e mai statico, incerto e tuttavia a tratti appagante, austero ma ipnotico di questo movimento; una didascalia aggiuntiva, stampata in partitura, chiarisce: si tratta di «ubriachi dormienti», letteralmente avvolti in un’incoscienza dominata da visioni e sogni inquieti.

Concerto “L’inverno” per violino principale, due violini, viola e basso, da Il cimento dell’armonia e dell’inventione op. VIII n. 4, RV 297

Agghiacciato tremar tra nevi algenti al severo spirar d’orrido vento, correr battendo i piedi ogni momento; e pel soverchio gel batter i denti; Passar al foco i dì quieti e contenti mentre la pioggia fuor bagna ben cento; camminar sopra ‘l ghiaccio e a passo lento per timor di cader girsene intenti; gir forte sdrucciolar, cader a terra; di nuovo ir sopra ‘l ghiaccio e correr forte sin ch’il ghiaccio si rompe, e si disserra; sentir uscir dalle ferrate porte Scirocco, Borea, e tutti i venti in guerra: quest’è ‘l verno, ma tal, che gioia apporte.


Silvia Mazzon

Silvia Mazzon

Ha iniziato i suoi studi musicali a quattro anni sotto la guida della Prof. F. Pellegrinotti. A nove anni è stata la più giovane violinista ammessa ai corsi di perfezionamento presso l’Accademia di Santa Cecilia di Portogruaro tenuti dai maestri P. Vernikov, M. Vaitsner, I. Volochine. Dal 1999 al 2008 ha studiato anche alla Scuola di Musica di Fiesole con I. Grubert, A. Vinnitsky e O. Semchuk e nel 2006 ha conseguito con massimo dei voti e lode il Diploma Accademico di Secondo Livello presso il conservatorio di Adria studiando coi Prof. A. Simoncini e C. Nonnato. Ha ottenuto, inoltre, nel 2013 il titolo di Master Elective col massimo dei voti sotto la guida del M’ I. Grubert al Conservatorium Van Amsterdam. Si è esibita in molte rassegne musicali e festivals nazionali ed internazionali ed ha vinto premi prestigiosi in concorsi solistici e cameristici tra i quali il Concorso Internazionale di Stresa, la rassegna e il concorso di Vittorio Veneto, la Società Umanitaria di Milano, i concorsi cameristici internazionali Rovere d’Oro, Arezzo, Luigi Nono, Hyperion, Gaetano Zinetti, Salieri-Zinetti, Rospigliosi e Val Tidone. Ha suonato in formazioni cameristiche con grandi musicisti tra cui E. Dindo, F. Manara, E. Segre, C. Piastra, G. Bertagnin e A. Specchi. Si dedica anche all’esecuzione del repertorio contemporaneo e futurista collaborando coi compositori M. Pagotto, col quale ha inciso il cd “Dove dimora la luce”, D. Lombardi e C. Ambrosini. Nel 2014 ha inciso per Naxos la sonata per violino e piano del pianista, pedagogo e compositore di Rijeka Ivo Maček (1914-2014) realizzato in prima assoluta nel centenario della sua nascita. Fa parte dei Filarmonici di Roma di Uto Ughi, dei Solisti dell’ Opera Italiana e dei Solisti di Pavia di Enrico Dindo e insegna al Pareggiato “A. Peri” di Reggio Emilia.

Alessandro Marino

Alessandro Marino

Ha iniziato i suoi studi musicali a quattro anni sotto la guida della Prof. F. Pellegrinotti. A nove anni è stata la più giovane violinista ammessa ai corsi di perfezionamento presso l’Accademia di Santa Cecilia di Portogruaro tenuti dai maestri P. Vernikov, M. Vaitsner, I. Volochine. Dal 1999 al 2008 ha studiato anche alla Scuola di Musica di Fiesole con I. Grubert, A. Vinnitsky e O. Semchuk e nel 2006 ha conseguito con massimo dei voti e lode il Diploma Accademico di Secondo Livello presso il conservatorio di Adria studiando coi Prof. A. Simoncini e C. Nonnato. Ha ottenuto, inoltre, nel 2013 il titolo di Master Elective col massimo dei voti sotto la guida del M’ I. Grubert al Conservatorium Van Amsterdam. Si è esibita in molte rassegne musicali e festivals nazionali ed internazionali ed ha vinto premi prestigiosi in concorsi solistici e cameristici tra i quali il Concorso Internazionale di Stresa, la rassegna e il concorso di Vittorio Veneto, la Società Umanitaria di Milano, i concorsi cameristici internazionali Rovere d’Oro, Arezzo, Luigi Nono, Hyperion, Gaetano Zinetti, Salieri-Zinetti, Rospigliosi e Val Tidone. Ha suonato in formazioni cameristiche con grandi musicisti tra cui E. Dindo, F. Manara, E. Segre, C. Piastra, G. Bertagnin e A. Specchi. Si dedica anche all’esecuzione del repertorio contemporaneo e futurista collaborando coi compositori M. Pagotto, col quale ha inciso il cd “Dove dimora la luce”, D. Lombardi e C. Ambrosini. Nel 2014 ha inciso per Naxos la sonata per violino e piano del pianista, pedagogo e compositore di Rijeka Ivo Maček (1914-2014) realizzato in prima assoluta nel centenario della sua nascita. Fa parte dei Filarmonici di Roma di Uto Ughi, dei Solisti dell’ Opera Italiana e dei Solisti di Pavia di Enrico Dindo e insegna al Pareggiato “A. Peri” di Reggio Emilia.


PROGRAMMA:

Mercoledì 16 Settembre 2015 Abbazia di Staffarda – Revello (CN)

Ore 21.00 Uto Ughi - Violino Bruno Canino - Pianoforte

Programma: Pezzi emblematici della grande tradizione violinistica Ingresso libero su prenotazione fino ad esaurimento posti UTO UGHI Erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire in Italia le prime grandi scuole violinistiche. Uto Ughi ha mostrato uno straordinario talento fin dalla prima infanzia: all’età di sette anni si è esibito per la prima volta in pubblico eseguendo la Ciaccona dalla Partita n° 2 di Bach ed alcuni Capricci di Paganini. Ha eseguito gli studi sotto la guida di George Enescu, già maestro di Yehudi Menuhin. Quando era solo dodicen¬ne e la critica scriveva: “Uto Ughi deve considerarsi un concertista artisticamente e tecnicamente maturo”. Ha iniziato le sue grandi tournèes europee esibendosi nelle più importanti capitali europee. Da allora la sua carriera non ha conosciuto soste. Ha suonato infatti in tutto il mondo, nei

principali Festivals con le più rinomate orchestre sinfoniche tra cui quella del Concertgebouw di Amsterdam, la Boston Symphony Orchestra, la Philadelphia Orchestra, la New York Philharmonic, la Washington Symphony Orchestra e molte altre, sotto la direzione di maestri quali: Barbirolli, Bychkov, Celibidache, Cluytens, Chung, Ceccato, Colon, Davis, Fruhbeck de Burgos, Gatti, Gergiev, Giulini, Kondrascin, Jansons, Leitner, Lu Jia, Inbal, Maazel, Masur, Mehta, Nagano, Penderecki, Pretre, Rostropovich, Sanderlin, Sargent, Sawallisch, Sinopoli, Slatkin, Spivakov, Temirkanov. Uto Ughi non limita i suoi interessi alla sola musica, ma è in prima linea nella vita sociale del Paese e il suo impegno è volto soprattutto alla salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. In quest’ottica ha fondato il festival “Omaggio a Venezia”, al fine di segnalare e raccogliere fondi per il restau¬ro dei monumenti storici della città lagunare. Conclusa quell’esperienza, il festival “Omaggio a Roma” (dal 1999 al 2002) ne raccoglie l’ideale eredità di impegno fattivo, mirando alla diffusione del grande patrimonio musicale internazionale; concerti aperti gratuitamente al pubblico ed alla valorizzazione dei giovani talenti formatisi nei conservatori italiani. Tali ideali sono stati ripresi nel 2003 e attualmente portati avanti dal festival “Uto Ughi per Roma” di cui Ughi è ideatore, fondatore e direttore artistico.


Uto Ughi

Recentemente la Presidenza del Consiglio dei Ministri lo ha nominato Presidente della Commissione incaricata di studiare una campagna di comunicazione a favore della diffusione della musica classica presso il pubblico giovanile. Il 4 settembre 1997 il Presidente della Repubblica gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce per i suoi meriti artistici. Nell’Aprile 2002 gli è stata assegnata la Laurea Honoris Causa in Scienza delle Comunicazioni.

Intensa è la sua attività discografica con la BMG Ricordi S.p.A- per la quale ha registrato: i Concerti di Be¬ethoven e Brahms con Sawallisch, il Concerto di Cajkovskij con Kurt Sanderling, Mendelssohn e Bruch con Prêtre, alcune Sonate di Beethoven con Sawallisch al pianoforte, l’integrale dei Concerti di Mozart, Viotti, Vivaldi, “Le Quattro Stagioni”, tre Concerti di Paganini nell’edizione inedita di direttore–solista, il Concerto di Dvorak con Leonard Slatkin e la Philarmonia Orchestra di Londra; le Sonate e Partite di Bach per violino solo.


Ultime incisioni sono: “Il Trillo del diavolo” (disco “live” dei più importanti pezzi virtuosistici per violino); il Concerto di Schumann diretto dal M° Sawallish con la Bayerischer Rundfunk; i Concerti di Vivaldi con i Filarmonici di Roma; la Sinfonia Spagnola di Lalo con l’Orchestra RAI di Torino e de Burgos; l’incisione discografica per Sony Classical, nel 2013, dal titolo “Violino Romantico”, una raccolta di pezzi emblematici del Romanticismo sul violino, con la partecipazione dell’Orchestra da Camera I Filarmonici di Roma.

Europea (luglio - dicembre 2014) e della Giornata Internazionale della Musica (1 ottobre 1975), l’Ambasciata della Repubblica Italiana in Romania, insieme all’Associazione Musica, Arte e Cultura e alla Filarmonica George Enescu, hanno organizzato un concerto del Maestro presso l’ateneo Romeno di Bucarest. In quella stessa occasione è stata conferita al M° Ughi una seconda Laurea Honoris Causa, dall’Ambasciatore di Bucarest, dando all’iniziativa un forte carattere culturale, oltre che politico legato alla presidenza italiana del semestre dell’UE.

Altro evento di particolare rilievo è la pubblicazione del libro “Quel Diavolo di un Trillo - note della mia vita”, avvenuta nel 2013, edito da Einaudi: la storia di una vita incredibile, interamente dedicata alla musica.

Nel mese di febbraio è stato invitato dal Sistema venezuelano del Maestro Abreu per commemorare il Maestro Claudio Abbado nel primo anniversario della sua morte.

Uto Ughi suona con un violino Guarneri del Gesù del 1744, che possiede un suono caldo dal timbro scuro ed è forse uno dei più bei “Guarneri” esistenti, e con uno Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata. Nel 2014 due sono stati gli eventi di maggior prestigio che hanno visto coinvolto il M° Ughi nel progetto europeo “all’insegna di ciò’ che può unire e non dividere”: nel luglio ha tenuto un concerto al Teatro Bolshoi di Mosca, in occasione dell’apertura del semestre italiano in Europa; l’1 ottobre poi, in occasione della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione

BRUNO CANINO Ha studiato pianoforte e composizione al Conservatorio di Milano, dove ha poi insegnato per 24 anni pianoforte principale. Come solista e pianista da camera ha suonato nelle principali sale da concerto e festival europei, in America, Australia, Giappone, Cina. Da 40 anni suona in Duo pianistico con Antonio Ballista e, da quasi 30 , fa parte del Trio di Milano. Collabora con illustri strumentisti come Accardo, Harrell, Ughi, Viktoria Mullova, Perlman. E’ stato per alcuni anni direttore artistico della società di concerti Giovine Orchestra Genovese e, in seguito, per la stagione autunnale del Campus Internazionale di Musica di Latina.


Bruno Canino

Attualmente è direttore della sezione Musica della Biennale di Venezia. Si è molto dedicato alla musica contemporanea, lavorando fra gli altri con Pierre Boulez, Luciano Berio, Karl-Heinz Stockhausen, György Ligeti, Bruno Maderna, Luigi Nono, Sylvano Bussotti e altri di cui ha presentato spesso le opere in prima esecuzione.

Numerose le sue registrazioni discografiche: fra le più recenti le Variazioni Goldberg di Bach, l’integrale pianistica di Casella ed ha iniziato quella di Debussy per la Stradivarius di cui é uscito il primo disco. Tiene un corso di perfezionamento per pianoforte e musica da camera del Novecento al Conservatorio di Berna. Ha pubblicato un libro intitolato Vademecum del pianista da camera edito da Passigli.


PROGRAMMA:

Giovedì 17 Settembre 2015 Salone delle Grottesche Castello della Manta (CN)

Dalle ore 10.00 alle ore 19.00 Masterclass di alto perfezionamento in violino Docente: Uto Ughi MASTERCLASS DI ALTO PERFEZIONMENTO IN VIOLINO Giovedì 17 settembre dalle ore 10:00 alle ore 19:00 L’Associazione Toscanini in collaborazione con il Fai (Fondo Ambiente Italiano) e il Comune di Manta, propone presso il Castello della Manta, gli incontri “Masterclass a Porte Aperte” rivolti a tutti i giovani delle scuole di ogni ordine e grado (Elementari, Medie, Superiori, Università e Conservatori). Tali incontri prevedono la partecipazione attiva dei ragazzi durante la Masterclass di alto perfezionamento in violino che si terrà nel “Salone delle Grottesche” del Castello della Manta (Cn). Al termine delle lezioni sarà riservato uno spazio nel quale instaurare un dialogo aperto tra gli uditori e il Maestro Uto Ughi insieme ai giovani musicisti selezionati partecipanti alla Masterclass.

Con la proposta “Masterclass a porte aperte” si vuole promuovere un incontro basato sull’ascolto della musica orientato a soddisfare le curiosità del giovane uditorio tramite dialoghi e scambi di opinione tra Maestro e studenti, al fine di creare un’atmosfera favorevole allo sviluppo della sensibilità e della comunicazione dell’idea musicale. Obiettivo di questo processo creare tra gli esecutori e il giovane pubblico una sinergia diretta tramite l’utilizzo della parola. Sempre nell’ambito dell’esperienza divulgativa e dell’attenzione ai giovani si ricorda la lezione - concerto tenuta lo scorso sabato 5 aprile al Teatro San Carlo di Napoli dove la narrazione si è alternata all’esecuzione di importanti pezzi del repertorio violinistico come: Preludio e Allegro nello stile di Pugnani - Kreisler, Sonata per violino e pianoforte n.5 op. 24 “La Primavera” di Beethoven, la Polonaise n.1 in re maggiore e lo Scherzo tarantella di Wieniawsky. Scopo di questi incontri è quello di trasmettere l’amore, la sensibilità verso la musica e la cultura nelle nuove generazioni mediante una conversazione aperta tra i ragazzi e gli artisti che aderiscono a questo progetto. A fine dell’esperienza si auspica possano scaturire ed emergere nei partecipanti suggestioni, approfondimenti, aspetti emozionali e valoriali sconosciuti o dimenticati, attraverso l’universale linguaggio della musica.


Uto Ughi

Il programma di “La Santità Sconosciuta - Piemonte Terra di Santi”, manifestazione organizzata dall’”Associazione Culturale Arturo Toscanini di Savigliano”, anche quest’anno si arricchisce della sezione dedicata alla letteratura.

Eminenti esperti terranno conferenze sui temi che hanno segnato la riflessione della società contemporanea. Un importante programma collaterale che tocca la narrazione, il dibattito, la precarietà di sentimenti e la religiosità.


PROGRAMMA:

Venerdì 18 Settembre 2015 Castello degli Acaja Piazza Castello – Fossano(CN)

Ore 21.00 Quintetto degli ottoni dell’Orchestra Sinfonica della RAI Ingresso libero su prenotazione fino ad esaurimento posti Proseguendo nella Rassegna della “Santità Sconosciuta - Piemonte Terra di Santi” è da molti anni un graditissimo appuntamento fisso molto apprezzato dal pubblico e dalla critica l’esibizione del Quintetto di ottoni dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino. Il concerto si terrà il giorno venerdi 18 settembre alle ore 21,00 a Fossano presso il cortile del Castello degli Acaja (Piazza Castello). La Piazza del Castello di Fossano rappresenta uno splendido palcoscenico naturale attiguo alla fortificazione datata 1314.

BRASS EXPRESS Trombe: Marco Braito, Ercole Ceretta Corno: Valerio Maini Trombone: Joe Burnam Tuba: Daryl Smith Il quintetto d’ottoni “Brass Express” si è formato all’interno della Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. È composto da strumentisti di grande talento e fama internazionale e si propone come obiettivo quello di far conoscere ed apprezzare le possibilità tecniche ed espressive degli strumenti di ottone, sfruttando al massimo e talvolta in modo fantasioso la versatilità e la potenzialità dei singoli strumenti. Il gruppo si propone con un repertorio molto ampio e un percorso che pertanto dalle antiche armonie di Giovanni Gabrieli e passando attraverso il contrappunto di Bach, giunge alla musica tradizionale italiana, inglese, messicana fino al grande jazz di Duke Ellington e Glenn Miller, con alcune sorprese accattivanti dovute agli arrangiamenti originali. Il quintetto “Brass Express” ha al suo attivo numerosi concerti in tutto il mondo, accolti da un pieno successo di pubblico e favorevoli critiche da parte della stampa e integra la propria attività concentristica con registrazioni e proficue collaborazioni con varie case discografiche, unendosi sovente a solisti d’eccezione.


Via Casalis Lingua, 15 Savigliano (CN) Ivan Chiarlo

Presidente ivan.chiarlo@gmail.com +39 347 48 10 765

Natascia Chiarlo

Vice Presidente Assistente Artistico Maestro Uto Ughi: natasciachiarlo@gmail.com +39 347 80 72 022

www.associazionetoscanini.it

I biglietti si possono acquistare in prevendita sui circuiti: www.piemonteticket.it www.ticketone.it e ai punti vendita indicati su: www.piemonteticket.it Per informazioni agli eventi gratuiti: +39 340 49 85 1367 Anfiteatro dell’Anima Associazione Arturo Toscanini @AssToscanini


PIEMONTE TERRA DI SANTI Il decennale e l’Anfiteatro dell’Anima


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