numero 0 realizzato con il contributo di: Comune di Andria Regione Puglia Ministero per i Beni e le Attività culturali Teatro Pubblico Pugliese Teatri Abitati Fortore Energia CTS direttore responsabile: Clarissa Veronico progetto grafico: Carla Palladino + ff3300 redazione: Clarissa Veronico Anna Maria Palladino direzione artistica edizione 2009: Riccardo Carbutti
www.casteldeimondi.it info e biglietteria: t. 339 6015695 t. 0883 290226 info@casteldeimondi.it
Il magazine del Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi
Il festival internazionale
Sandro Lombardi
Il festival delle idee Gli spazi del festival
sapere da cosa è partito l’autore per raccontare quell’universo, ma solo di aprire nuove e proprie connessioni, con il proprio presente, con la storia che lo attraversa. Di cosa risuonerà Castel del Monte seduto sulla collina a guardare le stelle, di potere e di vuoto? Di solitudine o di paura dell’immensità? Di attimi o di eternità? A ciascuno la risposta. Sarà valida quella di tutti. c.v.
La Ricetta del festival Spezzatino di vitello meridional viennese L’arte dello spezzatino è un’arte rituale, di pazienza, di armonia tra i sapori, qualità della carne e della fiamma, dedizione e esercizio delle papille gustative, pentole antiaderenti e cucchiai di legno. La carne deve essere scelta personalmente, deve piacere anche alla vista già da cruda, non troppo grassa nè troppo secca, assolutamente non sanguigna. La pentola deve essere larga e capiente perché la carne non deve scottarsi né bollirsi, cuocersi da ogni lato, stando esattamente al suo posto. La cipolla deve essere dolce, deve diventare un caramello che abbraccia la carne e la esalta, la sorregge in un letto di profumi e sapori, non si deve sentire, sapendo che c’è e si scioglierà in bocca pronta per il buon vino finale. Strano sembra di parlare di un festival!
Ingredienti per due persone di buon appetito: › mezzo chilo di bocconcini di vitello, › mezzo chilo di cipolle bianche, › mezzo litro di brodo vegetale, › olio di oliva extravergine, › un bicchiere di vino rosso, › una noce di burro, › farina q.b, › un pizzico di paprika o di peperoncino non piccante, › curry se vi piace.
Teatri Abitati in festival
re l’attimo di un’espressione fisica prima che scompaia e si atteggi a maschera, dall’altro l’ossessione per la caducità della vita, la minaccia oscura della decadenza, lo strapotere della parola a colmare il terrore di un vuoto inutile. Questa è una delle connessioni da cui il Riformatore di Lombardi è nato. E come per ogni spettacolo vivo ogni luogo ne apre delle altre, ogni palcoscenico racconta la sua storia e allo spettatore non è mai dato di
CdM fest
Pensando al Bernini e al suo secolo Barocco, intriso di stupore e luccicanza, quanto di terrore e sconforto, Lombardi ha scelto l’opera di Bernhard, autore austriaco considerato tra i più rappresentativi del ‘900, autore della solitudine e del delirio di onnipotenza, autore del potere e della distruzione. Dal un lato l’esplosione delle forme scultoree, la levigatezza del marmo capace di riprodurre i tratti anatomici più sottili, l’urgenza di coglie-
Mettete la carne a bagno nel vino in una terrina e lasciatela stare più tempo che potete. Affettate finemente le cipolle, unitele all’olio e a una noce di burro e mettete in una padella diametro 24 cm. A fuoco basso fate glassare la cipolla, non rosolare bruciacchiata, deve diventare bionda e quasi disciolta. Scolate la carne dal vino, infarinatela e mettetela a rosolare con la cipolla. Poi tiratela col vino per circa 10 minuti. Quando il vino si è consumato condite con un pizzico di paprika e un pizzico di curry. Aggiungete il brodo caldo, piano piano, e continuate a farlo man mano che si assorbe. Il procedimento dura circa 40 minuti. Non serve rimanere a guardare, potete controllare di tanto in tanto avendo cura di girare con un cucchiaio di legno. Il risultato sarà una carne morbida alla forchetta e un sughetto dorato (color marmellata di albicocche) e denso, da accompagnare con un buon pane bianco. Fate riposare per dieci minuti e servite con un buon vino rosso. Se non fate indigestione sarà anche erotica. Buon appetito (e se non vi è piaciuto, consolatevi con le ricette in ultima pagina).
Il festival internazionale
Qualcuno forse ancora ricorda i Magazzini al Petruzzelli di Bari, appena prima che bruciasse, con la trilogia dantesca, un modo di essere in scena sempre feroce e sempre delicato, di un’eleganza quasi antica eppure bruciante. Oggi Il riformatore del mondo tocca Andria come sua seconda tappa, è appena nato infatti, pochi mesi fa in occasione della mostra sul Bernini organizzata dal Museo Nazionale del Bargello. Non è un’iniziativa nuova per il Polo Museale di Firenze quella di accompagnare un evento d’arte con un evento di spettacolo, collocarli e commissionarli insieme. Come accade nelle migliori esperienze museali europee, l’idea è quella di far dialogare le forme espressive, il passato e il presente, il patrimonio acquisito con quello contemporaneo, incarnare insomma la stessa missione del Ministero a cui si fa riferimento, i beni e le attività culturali. Due modi di fare arte che non si pongono l’una a commento dell’altra, ma che sono in connessione tra loro, si parlano e risuonano attraverso diversi linguaggi, in una conversazione che attraversa i secoli e raccoglie universi di umane domande, la cui forma è solo l’immagine visibile di un tutto più complesso che tiene insieme storia e microstoria, pittura, musica, letteratura, teatro, l’una indissolubilmente legata alle altre.
Il festival che produce
Sandro Lombardi e Marion D’Amburgo per due sere, il 28 e 29 agosto, protagonisti a Castel del Monte con il nuovo Il riformatore del mondo di Thomas Bernhard. Si tratta di un’ospitalità eccezionale, non solo per il luogo in cui si svolge lo spettacolo, ma perché Lombardi e D’Amburgo sono tra i migliori e più affascinanti attori-autori italiani, presenti sulle scene di tutta Europa, pluri premiati e espressione di una sapienza artistica e espressiva sempre in evoluzione, dal lontano 1972 quando nascevano insieme a Federico Tiezzi come compagnia Il carrozzone. Quello era il periodo in cui in Italia era possibile imbattersi negli spettacoli dirompenti del Living Theatre, incrociare un set di Pier Paolo Pasolini, capitare per caso in un allestimento del Bread and Puppet, ascoltare Carmelo Bene, formarsi con Eugenio Barba. Erano anni in cui i giovani attori non avevano una lira in tasca - come oggi non hanno un euro - eppure si viaggiava, si leggeva e si studiava. Nella storia del Carrozzone, poi denominatosi Magazzini Criminali, c’è tutto questo: l’intensa ricerca letteraria, l’esperienza di teatro visivo, la poesia, Shakespeare, Dante, Testori, Beckett. Il rigore dell’uso del corpo e della voce, l’aver parlato tra i primi dell’importanza del processo artistico di cui lo spettacolo è una tappa.
{~} Menù d’artista
Il riformatore del mondo della compagnia Lombardi-Tiezzi