![](https://assets.isu.pub/document-structure/230514153909-7505320f0c40a4389d967c21e19553fd/v1/e02b8260bb23361c9e3f84df815177ba.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
1 minute read
DONARE IL MIDOLLO? FACILE!
«Ti hanno fatto male?». È questa la prima domanda che Marco Dalla Riva si è sentito rivolgere dagli alunni delle scuole di Colognola ai Colli, quando ha portato la sua testimonianza. «No: l’unica cosa da mettere in conto è di dover stare qualche ora con entrambe le braccia stese, ma è un dettaglio trascurabile paragonato al dono che riceverà poco dopo la persona malata», ha risposto.
Informatico di 34 anni, iscritto alla sezione Fidas Verona di Colognola ai Colli, di cui è stato presidente dal 2018 al 2022, qualche mese fa ha compiuto questo gesto gratuito e volontario. Una giovane donna ha ricevuto le sue cellule staminali emopoietiche, capaci cioè di produrre le cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), l’unica possibilità di salvezza per chi è affetto da gravi patologie oncologiche del sangue.
Advertisement
«Per me è stata una passeggiata: un prelievo di sangue più lungo del solito per cambiare in meglio la vita di un’altra persona». È un’emozione che non scorderà mai. «Avevo iniziato a ricevere delle telefonate ravvicinate, a cui non riuscivo a rispondere perché ero al lavoro... Pensavo fossero dei call center, invece alla sera ho risposto: era la dottoressa Anna Gandini dell’Ospedale di Borgo Roma, referente del Registro dei donatori di midollo osseo di Veneto e Trentino-Alto Adige (di cui è responsabile il dott. Giorgio Gandini, ndr), che mi invitava a sottopormi ai controlli per verificare la compatibilità, molto rara».
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230514153909-7505320f0c40a4389d967c21e19553fd/v1/d9a72c56ffffb006646d39ea73e988c9.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Solo un donatore su centomila, infatti, è compatibile con chi è in attesa di trapianto: 6 pazienti su 10 non trovano il donatore giusto per loro. Ecco perché è utile tipizzarsi, con un semplice prelievo di sangue: in questo modo si viene inseriti in una banca dati internazionale, fondamentale per curare pazienti in attesa di trapianto.
C’è chi non verrà mai contattato in tutta la sua vita; chi, invece, com’è successo a Marco, sarà chiamato quando risulterà proprio lui il donatore geneticamente perfetto per un’altra persona. «Il supporto di mia moglie Giulia è stato fondamentale e non vediamo l’ora che i nostri figli Gioele e Ismaele crescano per poter raccontare cos’ha fatto il loro papà», dice Marco, che ha una trentina di donazioni di sangue all’attivo.
«Ringraziamo di cuore Marco per aver compiuto questo gesto e invitiamo tutti i giovani sotto i 35 anni a tipizzarsi, per allargare il Registro: più siamo, meglio è per i malati», si congratula la presidente provinciale di Fidas Verona Chiara Donadelli, affiancata dal presidente della sezione Fidas Verona di Colognola ai Colli Gianpaolo Zumerle.