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ERCOLE E LE SUE COLONNE
Di fatiche, nella vita, ne ha affrontate ben più di dodici, ma sono molte di più le soddisfazioni che ha ricevuto compiendo del bene. Si è sempre speso per aiutare gli altri, Ercole Barbi (nella foto sopra): storico donatore di Valeggio sul Mincio, si è dovuto fermare a 88 donazioni («Ho la vena turbo», dice mostrando il braccio), però non ha mai smesso di promuovere il dono. «Mio papà Vittorio e mia mamma Amelia erano donatori della San Camillo; donava anche mio fratello Giovanni, morto prima di sfiorare le 200 donazioni», racconta il 77enne, sfoggiando un sorriso.
Ercole è un volto noto a Valeggio sul Mincio: dalla sua casa che guarda il castello sono passati in tanti. Questo ex ferroviere e alpino si è sempre dato da fare per aiutare la Fidas: «Sono stato consigliere dell’associazione negli anni ’80 e poi ho collaborato a lungo col mio amico Santo, andando a raccogliere i premi per la lotteria, dai salami ai piti, sapete cosa sono? (tacchini, ndr)».
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Sposato da 52 anni con la si- gnora Maria Pia, che di tanto in tanto necessita di qualche trasfusione, Ercole e la moglie hanno ben presente il valore immenso di una sacca di sangue. «I donatori mi hanno salvato la vita: nel 1996, a soli 48 anni, ho ricevuto 6 flaconi di sangue, 4 di plasma e uno di piastrine, senza i quali sarei morta», dice Maria Pia, grata verso chi compie questo gesto.
A portare avanti la tradizione del dono in famiglia ci ha pensato Flavio Amadori, 54 anni, che ha sposato Cinzia, la figlia di Ercole e Maria Pia.
«Ho cominciato a tendere il braccio nel 1972, con la sezione Fidas Verona di Mozzecane, di cui sono stato anche consigliere», racconta. Originario di Roverbella, località Belvedere, dove abita e ha l’azienda agricola (frutteti e allevamento di galline da uova), Flavio ha sempre trovato il tempo per andare al Centro trasfusionale. «Ogni mese e mezzo mollavo tutto e andavo a donare sangue o plasma, in qualsiasi stagione, portando sempre con me dei giovani aspiranti», dice. «Facevo 7-8 donazioni all’anno: nel 2020 mi sono dovuto fermare per un problema di salute, mi sarebbe piaciuto raggiungere le 200 donazioni».
Ora è Mattia Amadori (nella foto, fra nonno Ercole e papà Flavio) a donare con la sezione di Valeggio. Il figlio di Flavio e Cinzia ha 27 anni e già 50 donazioni alle spalle. «Lavoro come assemblatore e saldatore per una multinazionale e sono spesso in giro per il mondo, ma il tempo per donare c’è sempre», assicura. «Con la Fidas ho dei bei ricordi: Silvio Franchi mi aveva coinvolto nelle attività e un anno sono sceso a Roma in pullman con la sezione per incontrare papa Francesco, una bella esperienza», aggiunge.
«Io mi sposerò a settembre con Gloria: spero di stare sempre bene per continuare a donare: se avremmo dei figli, sarebbe bello che donassero anche loro», conclude Mattia.
Anche Jessica, la sorella 24enne di Mattia, vorrebbe donare ma purtroppo non è idonea; a compensare in solidarietà c’è però il compagno Simone. Bravi tutti!