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25 ANNI DI FIDAS VERONA

Sono trascorsi 25 anni e sembra ieri; è una frase fatta e non certo originale, ma chi ha vissuto la nascita e la crescita dell'associazione la rivive nei suoi vari aspetti: l'unificazione dei tre Gruppi, il Francescano, il Samaritano, il San Camillo , le difficoltà degli inizi, le varie scelte or- giato i 70 e i 60 anni di donazione; l'altro avrebbe partecipato sentendosi parte di una grande famiglia con un obiettivo comune. ganizzative e promozionali, la fiducia nel Gruppo Giovani, la collaborazione con le varie sezioni sia nei confronti della presidenza provinciale sia tra di loro, le manifestazioni, soprattutto l'incontro con i donatori, veri artefici della vita associativa.

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Il mio desiderio, e di tanti altri, di gridare "Viva la Fidas, Viva i Donatori" non si è avverato, non certo per mancanza di coloro che oggi guidano l'associazione con la ben nota disponibilità, ma per quella pandemia che ci ha perseguitato negli ultimi tre anni. La data ufficiale era il 30 settembre scorso e non è corretto festeggiare un momento storico in data diversa da quella naturale; sembrerebbe una dimenticanza, che non corrisponde alla realtà.

È giusto però ricordare che, 25 anni fa, tre Gruppi importanti nel panorama della donazione del sangue attivi nella nostra provincia, unirono le loro forze e le loro esperienze per un servizio più efficace e più concreto a quegli ammalati che ai donatori affidavano la loro speranza di vita. I nomi probabilmente li conoscono tutti: il Francescano, il Samaritano, il San Camillo de' Lellis non erano associazioni di poco conto o con una breve storia alle spalle, anzi, se pensiamo che il primo era nato nel 1952, il secondo nel 1955, il terzo nel 1962. Se osserviamo le date, due di questi avrebbero festeg-

Mi sarebbe piaciuta l'esposizione di tutto il materiale promozionale: i manifesti, i distintivi, i "mitici" cappellini, le magliette e tutto quanto pensato e realizzato nel corso dei questi 25 anni di storia, di collaborazione e di solidarietà. Non è stato possibile, come altre volte quando non abbiamo concretizzato i nostri desideri, ma è giusto ringraziare tutti i donatori che hanno vissuto tutti o in parte questi anni, e sono migliaia, i presidenti delle sezioni, che sono il cardine sul quale si muove l'associazione, l'ottimo lavoro dei coordinatori di zona nell'unire con amicizia, il direttivo provinciale dal quale escono quelle azioni che indirizzano tutta l'attività sia a livello organizzativo che promozionale.

Se chiudo gli occhi rivedo vicino a me i donatori del primo e secondo direttivo concluso con il 45° congresso nazionale, che ha richiamato a Verona oltre 10.000 amici da ogni parte d'Italia; ma anche i direttivi successivi con i quali ho collaborato con l'esperienza che solo il tempo e la partecipazione ti donano.

di Silvano Salvagno

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