"NOI DONATORI" n. 36 - Luglio 2020

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PERIODICO DI INFORMAZIONE A CURA DI FIDAS VERONA – DONATORI VOLONTARI DI SANGUE

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N. 36 - luglio 2020

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Televisioni, radio e giornali all’inizio dell’emergenza hanno fatto da eco agli appelli rivolti da più parti per il timore di carenza di sangue (poi scongiurata); in seguito hanno acceso i riflettori sulle sperimentazioni per la cura del nuovo Coronavirus, dando risalto soprattutto agli studi sul plasma da convalescente. Noi donatori siamo stati tempestati di domande e richieste di chiarimento: sentendo parlare di “donazione”, “plasma” e “indagine sierologica” moltissimi si sono rivolti alle associazioni del dono, pur non coinvolte in questi studi. Tuttavia, le notizie che sono rimbalzate su più canali – molte volte in modo superficiale e scorretto, specialmente sui social – hanno generato parecchia confusione. E hanno creato un’ondata emozionale indubbiamente gene-rosa, facendo però perdere di vista che i tempi e i criteri della scienza sono inconciliabili con le cure miracolose, bensì richiedono organizzazione, approfondimenti, verifiche (come ci spiega bene Massimiliano Bonifacio nelle pagine 4-5).

Donazioni periodiche, non estemporanee Fidas Verona ha sempre invitato alla cautela. Chiedendo a tutti coloro che avevano (e hanno) voglia di sentirsi utili a compiere un gesto gratuito e dalla validità assicurata: donare il sangue. Da anni noi associazioni siamo in prima

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IL TEMA DELLA DONAZIONE, DURANTE LA PANDEMIA DI COVID-19, È FINITO PREPOTENTEMENTE SOTTO I RIFLETTORI. linea per promuovere il dono e garantire agli ospedali il fabbisogno di sacche giornaliero: è un impegno che richiede molta organizzazione. Ed è l’opposto dell’agire in modo individuale sulla scia di ondate emotive: comprensibili umanamente, ma poco efficaci per il funzionamento ottimale del sistema sangue. Quello vissuto è stato sicuramente un periodo surreale, che ha sconvolto vite ed equilibri; ci ha costretto a vivere alla giornata e a cambiare spesso il nostro modo di agire. Anche il mondo sangue si è trovato a dover affrontare situazioni anomale e inaspettate, come la necessità di rimandare le prenotazioni perché le scorte erano abbondanti in tutta Italia. Infatti dopo un’iniziale carenza, dovuta ai timori e alle incertezze del momento, la generosità dei donatori non è mancata, anzi. Le linee dell’ufficio prenotazione, a metà marzo, sono andate in sovraccarico: le impiegate, le nostre segretarie e i volontari, a cui va il nostro più sincero ringraziamento, hanno ricontattato tutti, spiegando perché la donazione veniva riprogrammata più avanti nel tempo, in previsione della ripresa delle attività chirurgiche, avvenuta a fine aprile. A maggio 2

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Presidente Fidas Verona

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Chiara Donadelli

ANDRÀ TUTTO BENE SE...

e giugno, poi, il sistema ha retto bene. Ancora una volta si è dimostrato fondamentale il dialogo con le altre associazioni del dono e, soprattutto, con il Dipartimento di Medicina trasfusionale, con cui il confronto e il monitoraggio della situazione sono stati quotidiani.

Un filo diretto coi donatori Il nostro ruolo informativo è stato fondamentale per il buon andamento della raccolta, che ha tenuto conto dei consumi e dell’andamento del virus. Generare consapevolezza nei donatori sulle buone norme da seguire, verificare che fossero attese tutte le misure precauzionali indicate dal Centro Nazionale Sangue e dal Ministero della Salute, ha fatto di noi associativi, ancora una volta, il collante che ha compat-


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tato l’intero sistema. E ha messo in luce la capacità di coinvolgere in modo capillare i donatori periodici associati, fidelizzati da campagne di promozione al dono che vanno avanti da anni. Così, da inizio marzo abbiamo portato avanti un piano informativo serrato: rispondendo alle centinaia di telefonate e messaggi che ci arrivavano, pubblicando sul nostro sito e sulla pagina Facebook chiarimenti e risposte, intervenendo sui giornali e nelle tv locali per dare informazioni corrette. Per esempio, chiarendo che il test sierologico per il Covid-19 non può essere inserito tra gli esami fatti per validare la sacca raccolta; l’autorità sanitaria nazionale e anche quelle europee non hanno ritenuto necessario introdurre test specifici per questo virus, dato che non è trasmissibile col sangue. O, ancora, abbiamo spiegato bene come si poteva accedere ai Centri trasfusionali: su prenotazione, per evitare assembramenti; indossando la mascherina e igienizzando le mani all’ingresso; sottoponendosi alla misurazione della temperatura corporea e rispondendo a domande sullo stato di salute (triage) da parte del personale sanitario. Tutte precauzioni ancora valide.

Una nuova normalità? Sono passati solo alcuni mesi dal periodo più buio di questa pandemia e tutti ci auguriamo che il peggio sia alle spalle. Viviamo ora un’estate anomala dal punto di vista degli eventi: quella che era la stagione clou per tornei, sagre, manifestazioni (anche di portata nazionale, come la nostra 24ore del Donatore) è stata stravolta. Tutto è stato posticipato all’anno prossimo. Questo però non deve rammaricarci, ma spingerci a investire ancor di più a promuovere il dono con i mezzi a nostra disposizione, anche in modo creativo. E in questo possiamo contare sulla schiera dei quasi 12mila donatori di Fidas Verona:

Massimiliano Bonifacio eletto nel Consiglio Nazionale Fidas

a voi va il nostro GRAZIE più grande!

C’è un donatore veronese nel nuovo Consiglio direttivo nazionale della Fidas, che guiderà la federazione per il quadriennio 2020-2024. Il 30 maggio scorso, l’Assemblea elettiva ha proclamato tramite videoconferenza Giovanni Musso (di Fidas Imperia) nuovo presidente nazionale, al posto del compianto Aldo Ozino Caligaris. Ad affiancarlo come consigliere ci sarà anche Massimiliano Bonifacio, ricercatore di Ematologia all’Università di Verona e presidente di Fidas Verona per otto anni: rappresenterà la Fidas nel Comitato tecnico sanitario del Centro Nazionale Sangue. Buon lavoro!

Periodico della FIDAS VERONA Donatori Volontari di Sangue Via Polveriera Vecchia, 2 - 37134 Verona Tel. 045 8202990 - Fax 045 8278521

info@fidasverona.it www.fidasverona.it Autorizzazione Tribunale di Verona n.1535 del 13.03.2003 Presidente Fidas Verona: CHIARA DONADELLI Direttore responsabile: ADRIANA VALLISARI Grafica e stampa: FIDES srl - via Pacinotti, 11A 37135 Verona Hanno collaborato a questo numero: Ismaele Benaglio, Massimiliano Bonifacio, Marco Dalla Riva, Chiara Donadelli, Mirko Faccioni, Sara Melotti, Moira Molani, Eleonora Molinaroli, Giovanni Maria Molinaroli, Stefano Tassini, Carla Zumerle.

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IL PLASMA "IPERIMMUNE"

PER LA TERAPIA DEL COVID-19 FACCIAMO CHIAREZZA

Massimiliano Bonifacio Ricercatore di Ematologia Università di Verona

Il plasma convalescente per il trattamento delle malattie infettive, ossia il plasma ricavato da soggetti guariti, è stato utilizzato dall'inizio del XX secolo e ha contribuito a ridurre la mortalità durante l'influenza “spagnola” del 1918 e le più recenti pandemie SARS (2003) e da influenza H1N1 (2009). Tuttavia, la maggior parte degli studi pubblicati su queste malattie erano report aneddotici o, al più, confronti retrospettivi di individui trattati e non trattati. Partendo da tali esperienze incoraggianti e vista l’assenza di terapie efficaci contro il virus SARSCoV-2, l’impiego del plasma convalescente è stato proposto come opzione di trattamento anche per la malattia associata al nuovo coronavirus, definita COVID-19.

Il risultato principale

Un valido studio cinese

Cos’altro si è scoperto

Un miglioramento clinicamente significativo a 28 giorni dall’arruolamento nello studio si è ottenuto nel 52% dei pazienti randomizzati al gruppo di intervento (plasma convalescente) contro il 43% dei pazienti randomizzati al gruppo di controllo (terapie standard). La mortalità è stata del 16% nel gruppo di intervento e del 24% nel gruppo di controllo. Tali differenze, pur leggermente a favore del trattamento con il plasma, sono ben lontane dai toni trionfalistici con cui tale trattamento è stato presentato in Italia nelle scorse settimane: va precisato che alla data del 10 giugno 2020, quando è stato chiuso questo articolo, i dati della sperimentazione di fase 2 condotta presso gli ospedali di Pavia e Mantova non erano ancora stati pubblicati su alcuna rivista scientifica.

Il 3 giugno 2020 un gruppo di medici cinesi ha presentato sulla rivista JAMA i risultati del primo studio clinico randomizzato di terapia con il plasma convalescente per pazienti con COVID-19. Questo studio è degno di nota, in quanto ha utilizzato un disegno di sperimentazione randomizzato, ossia ha confrontato pazienti trattati presso gli stessi centri clinici nello stesso periodo, metà dei quali assegnati casualmente a ricevere plasma convalescente e metà ad altri tipi di terapie; inoltre le unità di plasma sono state ben caratterizzate e selezionate sulla base di titoli elevati di anticorpi verso SARS-CoV-2. La disponibilità di uno studio controllato è rilevante perché anche in un periodo di assoluta emergenza, e di fronte a una malattia molto contagiosa e sconosciuta, i principi della conoscenza medica non possono venir meno, e la rigorosa sperimentazione delle ipotesi cliniche è necessaria sia per garantire a tutti le migliori cure sia per evitare ingiustificata esposizione a terapie dannose.

Lo studio cinese ha messo in evidenza altre importanti informazioni. Nelle analisi stratificate per gravità della malattia, il trattamento con plasma ha determinato un beneficio statisticamente significativo nei pazienti con malattia di moderata gravità, mentre è stato non superiore ai trattamenti standard tra i pazienti con malattia molto grave. In altre parole, l'uso del plasma convalescente è stato associato ad alcuni miglioramenti clinici in pazienti moderatamente malati, ma non in pazienti critici. Ciò è coerente con quanto si poteva prevedere, poiché le terapie con anticorpi funzionano generalmente meglio quando somministrate in fase precoce di malattia; la mancanza di efficacia tra i pazienti che ricevevano ventilazione meccanica, alcuni con insufficienza multiorgano, evidenzia che il processo patologico in questi soggetti è probabilmente irreversibile. Sul versante della sicurezza, lo studio cinese ha rassicurato sulla buona tollerabilità del plasma convalescente: solo 2 pazienti hanno riportato 4

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eventi avversi febbrili a seguito della trasfusione, prontamente regrediti con la somministrazione di corticosteroidi. Nel complesso, la scarsità di effetti avversi è rassicurante e riduce le preoccupazioni relative agli effetti avversi della somministrazione di plasma.

Le criticità emerse Infine, va sottolineato che lo studio cinese è stato condotto nella coda dell’ondata pandemica, e sono stati arruolati allo studio solo 103 pazienti al posto dei 200 inizialmente pianificati. La conclusione anticipata della sperimentazione ha probabilmente portato a uno studio sottopotenziato, precludendo così qualsiasi conclusione definitiva sul ruolo e la potenziale efficacia del plasma convalescente per i pazienti con COVID-19. Analogo destino potrebbe profilarsi per lo studio italiano TSUNAMI (TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS-CoV-2), sperimentazione randomizzata autorizzata presso 56 centri clinici in 12 Regioni italiane che si prefigge di arruolare circa 500 pazienti, metà dei quali da trattare con il plasma convalescente e metà con altre terapie: la drastica diminuzione di nuovi casi, soprattutto con gravi manifestazioni respiratorie, potrebbe condurre alla sospensione dello studio.

L’importanza di un vaccino In sintesi, il primo studio clinico randomizzato di plasma iperimmune in COVID-19, riportato su JAMA, non ha mostrato alcun beneficio statisticamente significativo nel miglioramento clinico a 28 giorni o nella mortalità tra tutti i pazienti randomizzati, ma fornisce un segnale importante di possibile beneficio nel sottogruppo di pazienti con malattia di moderata gravità e suggerisce che sieri con anticorpi ad alto titolo contro SARS-CoV-2 possono avere efficacia anti-virale. La sicurezza dimostrata dalla terapia con il plasma incoraggia a proseguire le ricerche su di esso, tenendo a mente che, per sua natura, si tratta di una terapia da riservare a casi selezionati. Il dibattito surreale generato nelle scorse settimane da complottisti e anti-vax non merita attenzione, ma fornisce l’occasione per ribadire che solo un vaccino, quando sarà disponibile e avrà superato i dovuti rigorosi controlli di efficacia e sicurezza, potrà rappresentare una strategia di prevenzione universale per questa nuova patologia.

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CONTRO

Sicurezza

Disponibilità limitata

Possibilità di associarlo ad altre terapie

Mancata superiorità statistica rispetto ad altre terapie

Efficacia in analoghe circostanze passate

Incertezza sulla durata della risposta nei soggetti guariti


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ANGELO CHIUDE A 204

In un momento in cui i timori legati alla salute preoccupavano i veronesi, c’è stato chi non ha perso l’occasione per ribadire che bisogna vincere le paure e andare a donare. A dare l’esempio, ancora una volta, ci ha pensato lui: Angelo Fasoli, “Angelone” per tutti, storico volontario di Fidas Verona. Alle 9.30 di mercoledì 4 marzo, appena prima del lockdown in tutta Italia, al Centro

trasfusionale di Borgo Roma ha teso il braccio per l’ultima volta. Ha chiuso con la donazione numero 204, quella definitiva per raggiunti limiti d’età (70 anni); aveva iniziato a donare a 25 anni, spronato dal fratello maggiore. Lui, insieme a Graziano Sasso, Luigi Varalta, Gianni Mazzi e Dario Bendazzoli, è uno dei cinque “super-donatori” di Fidas Verona ad aver superato quota 200.

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Conosciutissimo, con la sua macchina fotografica Angelo ha immortalato tutte le assemblee, le manifestazioni e le trasferte di Fidas Verona. Negli anni è diventato un volto noto dei Centri trasfusionali cittadini: non solo come volontario di sala, ma perché ha trasformato ogni donazione in un evento, contribuendo così alla promozione del dono. «La testimonianza di Angelo ci aiuta a ribadire con forza quanto sia fondamentale donare: la mancanza di sangue causerebbe gravi ripercussioni sul sistema sanitario e sulle 1.800 persone che ogni giorno nel nostro Paese attendono una trasfusione – sottolinea la presidente provinciale di Fidas Verona, Chiara Donadelli –. Lo ringraziamo di cuore per l’impegno costante con cui in questi anni ha divulgato il messaggio del dono: siamo certi che, pur non potendo più tendere il braccio, continuerà con generosità a reclutare nuovi volontari». Lui, già in occasione dell’ultima donazione, ha fatto sapere che non smetterà a darsi da fare per promuovere il dono. «Io chiudo a 204, ma spero che qualcun altro mi raggiunga, specialmente i ragazzi delle scuole – è il suo commento –. A tutti dico: andate a donare, è una gran bella cosa per i nostri ospedali e a noi non costa niente, solo un po’ di tempo».

Per l’ultima donazione Angelo na Chiara Donadelli e l’ex presi- Tra festeggiamenti e interviste, Fasoli è stato affiancato dai fra- dente provinciale Massimiliano una giornata indimenticabile per il nostro Angelone! telli Adriano e Fiorenzo, oltre a Bonifacio. una rappresentanza di donatori di sangue di Fidas Verona, tra cui quelli della sezione di San Massimo, a cui è iscritto. Si è congratulato con lui lo staff del Centro trasfusionale di Borgo Se siete in salute Roma, con il dott. Giorgio GanVi invitiamo a dini, Direttore dell’Uoc Medicina recarvi senza trasfusionale dell’Azienda Ospetimore nei centri trasfusionali. daliera Universitaria Integrata L’ATTIVITÀ È di Verona, e la dottoressa Anna MONITORATA E Gandini. SICURA! A fargli i complimenti c’erano c’è sempre bisogno di noi! pure la presidente di Fidas Vero-

Nei centri trasfusionali l’attività è regolare.

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DONARE Che strano questo 2020: ce lo ricorderemo a lungo. Nessuno mai si sarebbe immaginato una pandemia mondiale, come poi è accaduto. I mesi scorsi sono stati un periodo difficile per il nostro Paese, con molte

SI PUÒ SEMPRE DARE IL… MASSIMO Donazione numero 150 tutta speciale per Massimo Mori, 61enne iscritto alla sezione Fidas Verona di Perzacco. Sia per il traguardo da record, sia perché è avvenuta poco prima delle restrizioni imposte per prevenire la diffusione del nuovo coronavirus. Era il 25 febbraio: Massimo è andato al Centro trasfusionale del policlinico di Borgo Roma, dove l’hanno accolto la presidente provinciale Chiara Donadelli e il presidente della sezione di Perzacco, Ismaele Benaglio. «La mia fortuna è stata quella di godere di buona salute», riconosce. Ha iniziato a donare all’asilo di Perzacco, quando si usava fare la raccolta domenicale di sacche (altri tempi!). «Ho cominciato col plasma in tarda età, altrimenti sarei vicino a Graziano Sasso, che

ha raggiunto ben 250 donazioni», spiega. Lui comunque, gli è subito dietro nella classifica dei donatori perzacchesi; fra questi ci sono anche i suoi due figli ventenni. «A loro cerco di trasmettere l’importanza di donare in modo costante: un messaggio che mi sento di estendere a tutti», conclude.

#DonaLaVita Nel periodo di emergenza legata al nuovo Coronavirus, Fidas Verona ha fatto realizzare seimila mascherine lavabili col logo dell’associazione, che sono state messe a disposizione delle sezioni per la distribuzione. 8


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IN TEMPO DI PANDEMIA persone ammalate e purtroppo tanti morti (poco meno di 600, solo a Verona e provincia). E i donatori di sangue? Non si sono certo fatti abbattere dalle difficoltà. Hanno continuato a recarsi ai Centri trasfusionali, con tutte le dovute precauzioni, raddoppiando gli slanci di generosità. E garantendo il fabbisogno di sangue sia durante il periodo di serrata (a marzo e aprile), che alla ripresa delle attività sanitarie (da maggio in poi). In queste pagine vi raccontiamo alcune storie di dono ai tempi del Covid-19. Un modo per dire a tutti i volontari di Fidas Verona grazie per la vostra generosità!

PER I FANTONI È UNA QUESTIONE DI FAMIGLIA Le mascherine celano i sorrisi, ma gli sguardi lasciano passare l’emozione. Non tanto per l’esperienza della donazione ai tempi del Covid-19 («Particolare, ma non così complicata, tutto sommato»), quanto per la soddisfazione di aver compiuto un atto di generosità tutti insieme. È una bella storia, quella della famiglia Fantoni di Dossobuono. Parla dell’entusiasmo trascinante di papà Nicola, un donatore di Fidas Verona che ha coinvolto i figli Alessio e Filippo, un po’ titubanti, nell’avventura del dono. Nicola Fantoni ha iniziato a tendere il braccio a 18 anni e ha all’attivo 97 donazioni. «Sono figlio di un donatore, perciò per me questo è un gesto naturale: se un giorno dovessi aver bisogno di sangue e non ci fosse?, mi sono sempre detto. Così ho iniziato e ho provato in tutti i modi a sospingere gli amici e a coinvolgere i miei figli», racconta. A suon di «Vado a donare, per quanti prenoto?», ha convinto la prole a imitarlo. «D’altronde, è da quando eravamo bambini che papà ce lo dice palesemente: “Tu verrai a donare con me”. Lui è un omone di 1,90 metri, meglio non contraddirlo…», ride Filippo Fantoni, di 21 anni. Quella del 9 maggio scorso a Bussolengo

è stata la sua seconda donazione: la prima l’aveva fatta a gennaio a Borgo Trento. «Io ho tanta paura dell’ago, perciò ho aspettato a lungo prima di iniziare – spiega –. Ma sono grato a mio papà per avermi spinto a fare la cosa giusta: una volta che si comincia la strada è in discesa; tra l’altro, così si tiene anche sotto controllo la salute. E poi, se tutti dicessero di no? Non ci sarebbero sufficienti sacche di sangue per chi ne ha bisogno». Ha 24 anni Alessio Fantoni e pure lui teme il famigerato ago. «Raggiunta la maggiore età ho fatto una donazione all’anno, ma la situazione di emergenza sanitaria mi ha dato una spinta in più per trovare il coraggio di fare qualcosa per gli altri», dice. L’esempio di papà Nicola gli ha fatto vincere ogni resistenza residua. «Fin dall’infanzia abbiamo vissuto di riflesso la sua convinzione: nella nostra cameretta c’era appeso il quadro delle benemerenze che ha collezionato negli anni, ci passavamo davanti ogni giorno…». «Quando Alessio e Filippo mi hanno detto che sarebbero venuti a donare tutti e due sono rimasto sorpreso e felice – conclude papà Nicola –. A ottobre il mio terzogenito Elia compirà 18 anni: lui mi ha già detto che verrà al Centro trasfusionale… Vuol dire che qualcosa di buono ho seminato». 9


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DONARE IL MIDOLLO? WOW! PAROLA DI ELEONORA

Sono le 19. Esco dal lavoro e trovo un messaggio Whatsapp: mittente “Giovy cugi”, mio cugino ma anche presidente della sezione Fidas Verona di Lavagno, del cui direttivo faccio parte. Mi chiede se me la sento di scrivere qualche riga per il prossimo numero di Noi Donatori. Primo pensiero: «Oh cavolo… L’ultima volta che l’ho fatto era per i ringraziamenti della tesi di laurea!». Ma eccomi qua…

hanno prelevato un paio di provette di sangue per la tipizzazione. Anni a pensarci e in cinque minuti avevo fatto tutto! Che felicità! Anche se era solo un’idea, una speranza, un “forse accadrà” (dato che le probabilità di essere compatibili con un’altra persona in tutto il mondo sono scarsissime), sono tornata a casa contenta. Nel raccontarlo, però, tutti sembravano preoccupati: perché? Purtroppo c’è ancora poca informazione e alla donazione di midollo si associa l’idea sbagliata di un’operazione rischiosa e invasiva.

È strano tornare indietro con la memoria e ricostruire qualcosa che in poco tempo mi ha lasciato così tante emozioni e gioia. Chiudo gli occhi e ritrovo lo stupore e la felicità di quando mi hanno detto: «Sei compatibile»; la preparazione e l’attesa della donazione; la speranza che tutto andasse bene per una donna sconosciuta che aveva bisogno di me; la tristezza (se così si può definire) di sapere che la donazione è una e irripetibile.

Con sorpresa, dopo pochi mesi mi hanno chiamato dall’ospedale di Borgo Trento per il prelievo di qualche campione di sangue per ulteriori esami. Poi il silenzio… Mi avevano avvisato: c’era una possibile compatibilità, ma andava accertata. Da quel giorno la speranza di essere richiamata non è mai venuta meno. Sai che potresti salvare la vita a una persona: cosa può esserci di più bello e importante?

Mi sono iscritta all’Admor tardi. Erroneamente, credevo di dover fare una trafila di esami, in chissà quali ospedali... Invece, durante la visita prima di una donazione di sangue, è bastato chiedere perché mi spiegassero in cosa consiste la donazione del midollo osseo. Detto... fatto! Ho compilato un questionario di iscrizione e mi

Poi, un giorno dell’autunno scorso, esco dal lavoro per la pausa pranzo. Guardo il cellulare e trovo due chiamate dallo stesso numero, prefisso 045. Magari è importante, perciò richiamo. È la dottoressa 10


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Anna Gandini. «Eleonora, sei compatibile! E non servono altri esami, ne siamo certi!». Mi chiede se me la sento di donare… Se me la sento?! Non vedo l’ora! Non capisco più niente quando nei successivi due minuti mi spiega il piano di battaglia che in meno di un mese, dopo parecchi esami di controllo, mi porterà alla donazione del midollo tramite sangue periferico. «Sì, sì, sì!», chiudo la chiamata e non ho parole. Gli occhi luccicano, ancora non ci credo. Avviso il capo e chiedo giorni per la donazione; chiamo il moroso e le amiche, corro dai miei genitori.

Mamma Laura vuole esserci: nonostante le mie rassicurazioni non è tranquilla. Entro all’ospedale di Borgo Roma il mattino ed esco il pomeriggio; nel mezzo ricevo tante attenzioni da parte di tutto lo staff medico, che finalmente calmano la mamma. Nei suoi occhi vedo l’orgoglio e la gioia per il mio gesto. Mi viene chiesto di tornare l’indomani per donare un’altra sacca. «Fatto 30, facciamo 31!», mi dico. Avrei dovuto riposare un po’, ma ormai avevo già un volo aereo prenotato per Londra!

Ho scritto questa testimonianza perché mi piacerebbe che arrivassero tre messaggi ai più giovani:

Euforia, stupore, adrenalina: quanto manca?! Nessuna ansia, ma l’attesa è stata strana: il farmaco che dovevo iniettarmi mi ricordava che mancava poco e che dall’altra parte c’era una persona che veniva preparata a ricevere. Niente doveva andar storto. È così che, nonostante nulla sia cambiato nelle mie abitudini, mi sono ritrovata più attenta; ho saltato un aperitivo o una gita in montagna per un semplice “Non si sa mai!”.

INFORMATEVI perché le procedure di donazione non sono rischiose

ISCRIVETEVI AL REGISTRO perché potete farlo solo fino ai 35 anni e il trapianto è fondamentale per aiutare chi soffre di molte malattie ematologiche (leucemie e linfomi soprattutto)

Domenica, però, stadio: l’Hellas vince e corro dritta a casa, domani è il gran giorno!

DONATE IL MIDOLLO perché donare cambia la vita a chi riceve ma pure a chi dona; tra tante scelte sbagliate ed errori che si possono fare nella vita, di questa non ci si pentirà mai!

Eleonora Molinaroli

COME CI SI ISCRIVE AL REGISTRO Bisogna avere tra i 18 e i 35 anni, pesare almeno 50 kg e godere di buona salute. Basta recarsi in un Centro trasfusionale e fare un semplice prelievo di sangue per inserire i propri dati nella banca internazionale, che saranno confrontati con quelli dei pazienti in attesa di trapianto in tutto il mondo. Se dovesse esserci una compatibilità – che tra non consanguinei è di 1 su 100mila – si verrà contattati. Le cellule staminali emopoietiche potranno essere raccolte tramite prelievo del midollo osseo o da sangue periferico, entrambe procedure sicure.

La maglietta autografata che l’Hellas Verona, squadra del cuore di Eleonora, le ha inviato dopo aver appreso del suo gesto di altruismo

Per informazioni contattare l’Admor Adoces: tel 045.8309585, info@admor.org, www.admor.org

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2) Riduzione dei costi di p e s t y l i della ng b e n escala m e r di en ze 2 019 3)RRipristino giusta valori, alterata V I TA A SS

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01 - Gocce (spille da appuntare al petto)

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Medaglie distintive di bronzo, argento e d’oro da appunta Restyling medaglie di benemerenza 2010

ECCO LE NUOVE BENEMERENZE

Restyling medaglie di benemerenza 2010

Obiettivi:

Stefano 1) Coerenza con l’immagine istituzionale di FidasTassini Verona

2) RiduzioneObiettivi: dei costi di produzione R egiusta s t y lscala i n g dibvalori, enem e r e nnel z etempo 2019 3) Ripristino della alterata

con l’immagine istituzionale di Fidas Verona di benemerenza 20 Restyling medaglie Nel luglio 2019 i delegati delle nostre 79 sezioni, ritrovatisi 1) inCoerenza assemblea ø18 2) Riduzione dei costi di produzione mm Obie straordinaria nel teatro di Ca’ di David, hanno approvato3)le modifiche R e s t y l i n g b e n e m e r e n z e 2 0 1 9 Ripristino della giusta scala di valori, alterata nel tempo 02 - Croce al Merito (medaglietta da portare al collo) 22 mm 1) Coerenza con l’immagine istituzionale di Fidas Ver Medaglie distintive di benemerenza delle benemerenze attribuite ai donatori di sangue. ARGENTO OROal dei Riduzione costi di produzi Medaglie distintiveBRONZO di bronzo, argento e d’oro da 2) appuntare petto R egiusta s t y lscala i n g750 enem e r e nnel z etem 2 3) Ripristino della dibvalori, alterata Le classiche medaglie di bronzo, argento e oro sono state sostituite con 03 - Distintivo al Merito (spilla da appuntare al petto) Goccia Bronzea Goccia Argentata Goccia Dorata Medaglie distintive di benemerenza PESO GRAMMI 3/3,5 tre premiazioni con una nuova forma a goccia; oltre a essere un po’ più 20/1517edonazioni 45/3517 donazioni mm 17donazioni mm mm Medaglie distintive di bronzo, argento d’oro da30/25 appuntare petto 04 - Stella al al Merito (spilla da appuntare al petto) Medaglie distintive di benemeren grandi delle precedenti, ricordano chiaramente il ruolo insostituibile Medaglie distintive di bronzo, argento e d’oro da appuntare al p Goccia bronzea Goccia argentata Goccia dorata svolto dai donatori. Sono state anche allargate le dimensioni della 20/15 donazioni 30/25 donazioni 45/35 donazioni croce e del distintivo d’oro e realizzata la nuova stella al merito per le Cro 130 donazioni effettuate dagli uomini e 100 dalle donne. La medaglia è GRAMMI un pendaglio a forma di croce greca da porta PESO 3/3,5 Croce al merito L’emergenza Covid-19 ha impedito nel corso di questi mesi lo 70/50 donazioni 23 mm svolgimento delle feste delle nostre sezioni, con il conseguente rinvio delle premiazioni dei donatori benemeriti. Ma vedrete che nel prossimo Croce d’oro Pendaglio LaGRAMMI medaglia è un pendaglio a forma di croce greca da portare al collo PESO GRAMMI 3/3,5 PESO 3/3,5 futuro, speriamo il più vicino possibile, i nuovi riconoscimenti associativi Distintivo 20 al merito Stellamm al merito 18,3 mm 100/70 donazioni 130/100 donazioni Fidas Verona saranno consegnati. ø18 mm

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Sanna Communications • Benemerenze Fidas Verona 2019 – 15/06/2019 100/70 donazioni 20 20 mm

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Pendaglio “Nessun sole è più bello di quello che hai PESO GRAMMI 3,5/4 dentro di te”: partendo da questa citazione Pendaglio PESO GRAMMI 3,5/4 di Rita Calarco hanno preso ispirazione i partecipanti del concorso di poesia “La carezza di un verso”, giunto alla decima PESO GRAMMI 3,5/4 edizione. L’iniziativa, organizzata da Fidas Verona con il Comune scaligero, era PESO GRAMMI 3,5/4 inserita in Verona in Love, la manifestazione che festeggia San Valentino nella città di Giulietta e Romeo. La premiazione dei vincitori si è tenuta il 15 febbraio in Biblioteca Civica. La giuria, composta da Sara Bertagna, Chiara Tardivo e Mariateresa Zordan, ha vagliato 35 poesie arrivate da ogni parte d’Italia. Il primo premio è andato a Francesco Paiarini di nell’anima; menzione speciale per Gabriella Garonzi di San Verona, che ha composto la poesia Il sole Giovanni Lupatoto, che ha presentato il componimento Il sole dentro. I finalisti sono stati premiati dai volontari di Fidas Verona – Alessia Balzanello Aiutaci a DONA e Rolando Imperato, coordinatore del premio promuovere il IL TUO – e i loro componimenti si possono leggere DONO del sangue sul sito www.fidasverona.it. e plasma Per il mese degli innamorati, inoltre, C.F. 93105690239 Fidas Verona ha lanciato l’iniziativa “Se La tua firma a sostegno delle attività associative. ami qualcuno, portalo con te al Centro Grazie trasfusionale”, invitando le coppie a farsi un regalo all’insegna della solidarietà: tendere il braccio insieme. ORO 750

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Sanna Communications • Benemerenze Fidas Verona 2019 – 15/06/2019

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VITA ASSOCIATIVA EVENTI ESTIVI

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CON FIDAS SI VA A SCUOLA DI DONO Ultimo giorno di scuola con sorpresa per i 9 istituti veronesi che hanno aderito al concorso nazionale Fidas “A scuola di dono”. Per il secondo anno consecutivo Fidas Verona, in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione del Comune di Verona, ha sensibilizzato le nuove generazioni sull’importanza di tendere il braccio. Un’attività che l’associazione porta avanti da vent’anni col “Progetto Scuole”, che nei mesi scorsi si è dovuto interrompere a causa della pandemia. Hanno aderito al concorso

le scuole “Nani-Boccioni”, “Betteloni” e “Gresner” in città; gli Istituti Comprensivi di Minerbe (plesso di Roverchiara), Mozzecane, Nogarole Rocca, Casaleone, Salizzole (plesso di Isola della Scala), Tregnago-Badia Calavena (plesso di San Bortolo delle Montagne) e Zevio, in provincia.

I vincitori sono stati annunciati il 6 giugno, con una diretta Facebook sulla pagina di Fidas Verona. Ad aggiudicarsi il primo premio, nella categoria primarie, sono state le classi quarte e quinte della “Don Milani” di Casaleone; seconda la scuola di San Bortolo delle Montagne. Per la secondaria di primo grado è arrivata prima la classe 2G dell’IC 8 “Vittorio Betteloni”; dietro si sono piazzati il rap della 2B di Salizzole e la rivisitazione di Giulietta e Romeo di cinque studentesse della 2A di Roverchiara. Per le secondarie di secondo grado, la Creazione di Adamo di Michelangelo rivisitata nella chiave del dono è valsa il primo premio a Davide Dal Maso del liceo artistico statale “Nani-Boccioni” di Verona. Della stessa scuola, la seconda classificata: Asia Benetazzo, che ha rappresentato due cuori stretti per mano su una bilancia, in equilibrio fra loro. Terzo posto per l’Istituto Fortunata Gresner.

GIORNATA MONDIALE DEL DONATORE Il 14 giugno si è ricordata la Giornata mondiale del donatore di sangue. Quest’anno senza scendere nelle piazze, ma non per questo è passata inosservata. A tutti i donatori che si sono recati ai Centri trasfusionali, infatti, quel giorno è stata regalata una borraccia commemorativa. Inoltre, Fidas Verona e Avis Comunale hanno promosso il contest artistico “Donare? Un’arte!”, che ha coinvolto la cittadinanza con disegni e video. Ad aggiudicarsi i premi sono stati Emma, Paolo e Zeno Salani (foto al lato), Roberto Massagrande, Giulia Benedetti, Marco Cerpelloni e Giacomo Lerco.

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INIZIATIVE

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CHE "ARMONIA" QUESTO GELATO! Si chiama “Armonia, il gelato solidale Fidas” e nel nome richiama la combinazione tra il gusto e la grande solidarietà che i donatori di sangue di Fidas Verona testimoniano sul territorio. Da inizio giugno è in bella mostra nella gelateria “Latte&Stelle Goloserie” di Isola Rizza una nuova specialità: una delicata panna cotta, variegata con una confettura di lamponi, che rimanda ai colori di Fidas Verona. «Abbiamo pensato che un gelato speciale potesse aiutarci a promuovere in maniera originale il dono del sangue – spiega Mirko Faccioni, presidente della sezione Fidas Verona di Isola Rizza –. Tra l’altro, proprio quest’anno avremmo dovuto festeggiare il traguardo dei nostri 50 anni: a causa delle restrizioni sanitarie la festa è rinviata, perciò il gelato è anche un modo per ringraziare i donatori». «Pure noi abbiamo festeggiato il settimo compleanno di attività in quarantena; siamo ripartite puntando sulla nostra artigianalità e mettendo in campo progetti nuovi, come questo – commenta la titolare della gelateria Elisabetta Pellini, in passato donatrice di sangue –. Regaleremo il gelato sia agli amici donatori che ai nuovi aspiranti, per esprimere il grazie dell’intera comunità e incoraggiare i giovani a compiere questo passo». Ognuno dei 165 donatori della sezione di Isola Rizza sarà quindi omaggiato del gelato “Armonia”: lo stesso varrà per gli aspiranti donatori, che riceveranno un buono per una sorpresa golosa.

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I GIRAMOND

UN SANGUE DA FORMULA 1

“Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un’automobile, sicuramente la farà rossa”, diceva Enzo Ferrari. Rossa la scuderia di Maranello, rosso il sangue che i donatori Maurizio Turco e Claudio Sasso donano con la sezione Fidas Verona di Perzacco. E rosso è il anche il colore della passione che li accomuna: quella per le corse della Formula 1. È proprio con un donatore d’eccellenza, l’ingegner Enrico Sasso – altro componente attivo della sezione, che lavora per il Cavallino – che Maurizio e Claudio da molti anni portano con onore la bandiera di Fidas Verona alle corse automobilistiche. La nostra bandiera ha sventolato sui circuiti di Germania, Austria, Francia, Monaco e Spagna; l’ultima volta a Monza, dove i nostri donatori hanno avuto la possibilità di entrare nei box e di vedere dal vivo i piloti della scuderia Ferrari. Bravi! 14

AVETE ANCHE VOI UNA FOTO DA SEGNALARCI? INVIATELA A UFFICIOSTAMPA@FIDASVERONA.IT LA PUBBLICHEREMO IN QUESTA RUBRICA SUL PROSSIMO NUMERO!


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ALPO EVENTI ESTIVI

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METTI IN CIRCOLO L'ENERGIA!

Moira Molani

Grazie alle insegnanti e soprattutto ai ragazzi che, ancora una volta, hanno saputo stupirci! Grazie in particolare alla dolcissima maestra Arianna Bergamini, che ci ha sempre dimostrato grande affetto e disponibilità: la ricordiamo con tanto amore.

Grande entusiasmo ha suscitato tra gli alunni della scuola primaria “Don Giovanni Calabria” di Alpo l’iniziativa “Metti in circolo l’energia”, promossa dalla locale sezione Fidas in collaborazione con il Comune di Villafranca. Tra le varie attività che la scuola mette in atto nel corso dell’anno sono previste anche delle uscite sul territorio in cui gli alunni abitano, per approfondire particolari argomenti. Per tre giovedì consecutivi (30 gennaio, 6 e 13 febbraio) i ragazzi accompagnati dalle insegnanti hanno visitato la nostra sede in via Luigi Bassani. I volontari li hanno accolti con bellissime sorprese: la visione del video “Metti in circolo l’energia”, giochi da fare insieme, condivisione di pensieri, sensazioni, emozioni… Fino al “caldo” saluto, ovvero il dono a ciascuno di una sciarpa rossa, simbolo dell’energia che deve circolare in una comunità attenta ai bisogni dei più fragili. Il video della campagna promozionale Fidas, molto suggestivo, ha dato il via a un fiorire di riflessioni, centrando il tema della bellezza del gesto del dono del sangue. Ogni classe ha portato il proprio contributo e ogni alunno ha vissuto l’esperienza “a modo suo”, a seconda dell’età. Un piccolo seme che, curato giorno dopo giorno, porterà tanto amore!

CIAO, CESARA! «Abbiamo fatto una bella festa… siamo forti!», così la Cesara amava concludere ogni evento Fidas. Era una persona davvero speciale. Classe 1927, è stata donatrice San Camillo dalla nascita del gruppo di Verona e poi attiva collaboratrice della sezione di Alpo, fin dalla fondazione nel 1982. Volontaria instancabile, aveva sempre la battuta pronta. Partecipava alle feste sezionali in giro per la provincia in sella al suo motorino, col labaro rosso della San Camillo. Cesarina Bracco era donna di grande personalità, disponibile ad aiutare chiunque le chiedesse una mano. Attiva nella promozione del dono con tutti quelli che incontrava, spesso apriva la sua casa alle riunioni della sezione. Ciao Cesara, grazie per la vitalità e la positività che hai trasmesso a noi che ti abbiamo conosciuto e per l’amore con cui hai partecipato alla grande famiglia Fidas!

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PERZACCO

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50 ANNI DI SOLIDARIETÀ

Fiocchi e nastri bianchi e rossi appesi ovunque a Perzacco, vestito a festa. I donatori della locale sezione di Fidas Verona hanno voluto rendere visibili così i 50 anni di impegno verso il prossimo, festeggiando con la comunità questo importante traguardo. È passato infatti mezzo secolo da quando don Giuseppe Tosi, per tutti don Bepo, istituì il gruppo donatori di sangue nella frazione zeviana. L’anniversario è stato ricordato lo scorso 1° dicembre dalla sezione, che per l’occasione ha addobbato l’intero paese. I volontari hanno poi sfilato per le vie, partendo dalla baita degli alpini e arrivando in chiesa per la Messa. La festa si è quindi spostata al ristorante “Campagnola”, dove è stato offerto il pranzo a tutti i donatori attivi della sezione. La sezione Fidas Verona di Perzacco conta 300 donatori attivi, che nell’arco del 2019 hanno teso il braccio per ben 515 volte. Tra di essi c’è anche un donatore record a livello provinciale: Graziano Sasso, che ha oltre

250 donazioni alle spalle. L’impegno dei volontari è stato riconosciuto anche dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Diego Ruzza, che ha elogiato gli sforzi dei donatori per promuovere il dono e garantire sacche di sangue a chi è in ospedale. Marta Tebaldi, vicepresidente di Fidas Verona, si è invece complimentata con il giovane direttivo, pilastro fondamentale per il futuro dell’associazione.

PARONA

STAR BENE, FARE IL BENE “Sani stili di vita: star bene con sé stessi per far star bene gli altri”. Lo scorso 19 febbraio abbiamo avuto un interessantissimo incontro nella sala parrocchiale di Parona, ospitati dal parroco don Francesco Murari, che ringraziamo per la preziosa collaborazione. Con competenza, il nostro dottor Massimiliano Bonifacio, ricercatore di Ematologia e già presidente di Fidas Verona, ha sviluppato un argomento di interesse generale. Il tema trattato ha spaziato dall’alimentazione alle varie patologie causate da non corretti stili di vita, per sottolineare infine l’importanza della donazione di sangue che, oltremodo, permette il controllo completo e gratuito dello stato fisico del donatore.

Carla Zumerle

Il nutrito numero di giovani presenti ha reso la discussione viva e stimolante e la piacevole serata ha concretizzato la prenotazione di alcuni aspiranti donatori. 16


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LAVAGNO EVENTI ESTIVI

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MEZZO SECOLO DA MONUMENTO Giovanni Maria Molinaroli

Nella fredda sera del lontano 3 dicembre 1969, un gruppetto di sei persone si riunì nel cinema parrocchiale per dar vita al Gruppo Francescano donatori di sangue. Da allora, storie e aneddoti da raccontare ce ne sarebbero tanti… Dalle prime donazioni nell’asilo di San Pietro di Lavagno alle indimenticabili gite al Tempio del Donatore, dal passaggio a Fidas Verona agli incontri organizzati nelle scuole elementari, fino ai numerosi tornei di calcio vinti. Per rivivere le emozioni e far crescere l’attesa, nelle settimane precedenti alla festa dei 50 anni abbiamo racchiuso la nostra storia in alcuni post sui social, proponendo foto datate e divertenti. Lo scorso 8 dicembre, davanti al nuovo complesso scolastico, abbiamo inaugurato un monumento a memoria dei volontari che durante questi anni hanno donato e che continueranno a farlo. Poi, in corteo con la Banda comunale “Carlo Montanari”, ci siamo diretti in chiesa, dove don Luca Tosi ha celebrato la Messa. Durante il pranzo associativo al “Parco di Venere” abbiamo consegnato oltre 60 benemerenze. Inoltre, abbiamo premiato la nostra squadra di calcio, vincitrice del titolo provinciale 2019, ed Eleonora Molinaroli per essere stata la prima donatrice della nostra sezione a donare il midollo osseo (v. pag. 10-11). È stata una giornata di grande festa, a coronamento di un 2019 con numeri da capogiro per la nostra piccola realtà: 320 donatori attivi e 642 donazioni effettuate. Mi sento in dovere di ringraziare tutti i donatori che costantemente si recano ai Centri trasfusionali e i ragazzi del direttivo per il costante impegno nell’organizzare le attività di sezione.

IN SALUTE... CON FIDAS!

COLOGNOLA EVENTI AI COLLI ESTIVI

generale dell’Ospedale Fracastoro di San Bonifacio. La seconda, il 21 febbraio, ha approfondito invece cosa sono e come si curano le allergie; relatrice di questo tema è stata la dottoressa Patrizia Bonadonna, allergologa dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. «Donare il sangue significa aiutare il prossimo, salvare vite umane e voler bene a noi stessi, visto che a ogni donazione viene effettuato un controllo gratuito del nostro stato di salute mediante accurati esami di laboratorio e visite sanitarie», ricorda il presidente della sezione, Marco Dalla Riva. E sulla scia della tutela della salute, la sezione a fine maggio ha donato 3.600 mascherine lavabili al Comune, che le ha distribuite alle famiglie colognolesi tramite la Protezione Civile.

Inizio d’anno all’insegna della promozione della salute, per la sezione Fidas Verona di Colognola ai Colli. In collaborazione con il Comune, i volontari hanno proposto due serate pubbliche nella baita degli

alpini. La prima, tenutasi il 7 febbraio, ha trattato le patologie della tiroide, spiegate dalla dottoressa Chiara Bonetti, medico del Dipartimento di Medicina 17


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ZONA NORD

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VI PORTIAMO AL FRESCO!

Sara Melotti

Una bellissima giornata, con 250 partecipanti provenienti da molte delle 79 sezioni Fidas Verona. È un bilancio più che positivo, quello dell’ormai consolidata “Ciaspolata in Lessinia” organizzata dalla zona Nord. L’edizione 2020, che si è svolta il 9 febbraio, è stata caratterizzata dall’assenza quasi totale di neve, a causa della siccità di inizio anno. Questo, comunque, non ha scoraggiato gli appassionati delle camminate, che si sono avventurati nel classico percorso da Malga San Giorgio a Malga La Casara, a Conca dei Parpari. Qui i partecipanti si sono potuti riscaldare e ristorare con ben 330 piatti di gnocchi sbatui, preparati dagli addetti alla cucina, e con tante altre prelibatezze della Lessinia. «Ringraziamo tutte le sezioni Fidas della zona Nord, ovvero Alcenago, Bosco Chiesanuova, Cerro-Azzago, Erbezzo, Grezzana, Lugo, Romagnano, Roverè e Stallavena, per la collaborazione che si è via via consolidata negli anni nell’organizzare le nostre due splendide manifestazioni: “Una Montagna da favola” e la “Ciaspolata”», dice il coordinatore della zona nord Claudio Zanini, che sottolinea come molti degli iscritti fossero ragazzi sotto i 10 anni. «Ci ha fatto molto piacere, perché è anche tramite queste manifestazioni che i più piccoli si rendono conto di quanto sia vitale il dono del sangue – aggiunge –. Una volta raggiunti i 18 anni speriamo diventino anche loro donatori ed entrino a far parte della grande famiglia di Fidas Verona».

CERRO-AZZAGO

L'ESEMPIO DI PINO

Lo scorso agosto, improvvisamente, è venuto a mancare il nostro Paolo Ederle, per gli amici Pino, per anni donatore di sangue e componente del direttivo della sezione di Cerro-Azzago. Siamo tutti ancora increduli di non averlo più qui, di non poter più confrontarci con lui sui modi per promuovere il dono, finendo poi la chiacchierata sempre con una battuta sull’Hellas Verona, altra sua grande passione. Vogliamo ringraziarti, Pino, per il sostegno e l’aiuto dimostrato in tanti anni di collaborazione all’interno del mondo del volontariato. Un caloroso abbraccio alla tua famiglia da parte del direttivo e di tutti i donatori della sezione. 18


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INTERVENTI EVENTI ESTIVI

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L'ULTIMO REGALO DI ALDO Le parole usate per descrivere Aldo Ozino Caligaris nelle scorse settimane sono state tante. Non vorrei allungare la lista di aggettivi “santificanti” che spesso si associano al necrologio delle persone importanti, ma è inevitabile ricordarlo partendo da ciò che lo caratterizzava. La prima immagine cui ho pensato, nei minuti in cui ne ho appreso la scomparsa, è una foto che ci ritraeva in una luminosa mattina di estate davanti alla cattedrale di Trani. Era il 2013 e Aldo mi aveva chiesto di seguire il progetto “Fidas Coast to Coast”, una traversata della costa adriatica in barca a vela da Trieste a Reggio Calabria per promuovere la donazione del sangue nei mesi estivi. Aldo aveva raggiunto l’equipaggio nelle tappe pugliesi e in un momento di pausa avevamo realizzato un fotomontaggio che scherzava sulle nostre abilità atletiche riprendendo l’immagine di Stefano Scarpa, l’uomo bandiera all’epoca testimonial della Fidas. Aldo era un uomo dotato di intelligenza e ironia, che sapeva togliere il camice e la giacca per godere dei momenti di leggerezza della vita, e io ricordo quei momenti di amicizia come un regalo prezioso. La qualità più importante di Aldo, a mio avviso, era però il suo essere istituzionale. La deriva politica e sociale degli ultimi anni ha compromesso la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, al punto che l’improvvisazione e la mancanza di esperienza sono diventate motivo di credito per chi si candida a cariche pubbliche o partecipa ai dibattiti. Aldo era invece l’esempio di come preparazione, competenza e garbo consentissero di far parte delle “stanze dei bottoni” con efficacia e trasparenza. Molto spesso Aldo sciorinava a memoria articoli e commi, ed era consapevole che

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talvolta lo si prendeva in giro per questo, ma la sua ferrea conoscenza della materia lo rendeva non solo una guida sicura per la Fidas ma anche un interlocutore affidabile e influente per il Ministero, per le Commissioni e persino per i responsabili delle altre Associazioni. La credibilità della Fidas in ambito scientifico e istituzionale, oltre che nell’opinione comune, è cresciuta enormemente durante i 17 anni della sua presidenza, ed è un’eredità che tutti noi abbiamo il compito di custodire. Infine, Aldo era ecumenico, un aggettivo che non gli piaceva ma che lo descrive bene. Sapeva ascoltare le ragioni e cercava una mediazione anche quando si confrontava con persone che difendevano in modo ostinato la propria unica posizione, pur non transigendo dal principio di correttezza e responsabilità («È finito il tempo delle balie e delle badanti», era una sua frase ricorrente). In una federazione di oltre 70 associazioni, pur accomunate dallo stesso ideale, il campanilismo è – ahimè – inevitabile e negli anni, purtroppo, si sono create distanze tra le persone che pensavo incolmabili. Al funerale di Aldo ho visto quelle persone salutarsi, stringersi, abbracciarsi: non sapevamo, quel 29 febbraio, che quegli abbracci tra persone provenienti da Regioni diverse sarebbero stati gli ultimi, che di lì a poco quel gesto sarebbe diventato impossibile e impensabile. Poter manifestare il cordoglio in modo così fisico e intenso è stato per me l’ultimo regalo di Aldo, un invito a restare uniti, a non sprecare il valore di questo doloroso momento, ad appianare i solchi creati negli anni per segnare un cammino comune sulla traccia di quello che lui ci ha insegnato.



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